metadata: dcterms:identifier ECHO:5PPYB69C.xml dcterms:creator (GND:11850147X) Alberti, Leon Battista dcterms:title (it) L' architettura dcterms:date 1565 dcterms:language ita text (it) free http://echo.mpiwg-berlin.mpg.de/ECHOdocuView/ECHOzogiLib?mode=imagepath&url=/mpiwg/online/permanent/library/5PPYB69C/pageimg log: 408.jpg is missing on foxridge and has not been transcribed, either. unknown: <002> = ꝑ (occurs 80 time(s)) <007> = i or ı (dotless i) (occurs 446 time(s)) replacements: = = [001] [002] [003] [004] [005] [006] [007] ALLO ILLVSTRISSIMO. ET ECCELLENTISSIMO SIGNORE, IL SIGNORE COSIMO DE' MEDICI, _DVCA DI FIRENZE,_ _ET DI SIENA._

GIA@ $ono pa$$ati quindici anni S. mio Illu- $tri$s. & Eccellenti$simo, che da Lorenzo Torrentino fu $tampata la Architettura di Leonbati$ta Alberti, che io tradu$si, & dedicai a V. E. laquale per la Dio gratia, è $tata tanto in pregio, & ricerca, & comperata da tanti, che anchorche $e ne $tampa$$ero millecinquecento, $ono non- dimeno molti, & molti anni, che per la Italia piu non $e ne ritruouano. Et perche $e bene e mancata a moltila com- moditàdel poterne hauere, non è però mancato a gli $tu- dio$i di que$ta arte il de$iderio di uolerla, poi cheio $ono $tato pregato da molti amic<007> di procurare per commodità comune, che ella $i ri$tampi di nuouo. Non mi parendo di poter mancare al giu$to de$iderio loro, & giudicando che ciò $ia un rinfre$care nelle menti de gli $tudio$i il bello inge- gno di Leonbati$ta, & dar loro occa$ione da poter$i e$$erci- tare in que$ta nobil<007>$sima arte, ho fatto opera che per mezo dello affezionati$s. $eruo di V. E. France$co France$chi sane- [008] $e $ia me$$a di nuouo <007>n minore, & piu cõmoda forma, alla $tampa. Et da me riui$ta, ritorni come deuoti$sima a fare re- uerentia a V. Altezza, pregandola che le piaccia di farle non manco fauore al pre$ente, che già $e le face$$e, quando primie ramente u$ci fuori $otto l'ombra di quella. Allaquale N. S. Dio conceda quelle felicità che piu de$idera. Di Venetia il di XXI. d'Aprile, MDLXV.

Di v. Illu$tri$s. & Eccellenti$s. Signoria Affezionati{$s}imo $eruidore Co$imo Bartoli.

[009] LEONBATISTA ALBERTI DBLLA ARCHITETTVRA. PROEMIO.

GLI antichi no$tri ci hanno la$ciate molte & uarie arti, che giouano à bene, & commodamente viuere, acqui- $tate da loro con grãdi$sima indu$tria, & dilige@za. Le quali anchora che da per loro $te$$e tutte dimo$trino 10 qua$i che a gara di andare à que$to fine; cioè di giouare grandemente alla generatione humana: nientedimeno noi cono$ciamo che elle hanno un certo che, mediãte il quale cia$cuna da per $e, pare che ne prometta particu- lare & diuer$o frutto. Imperoche noi certo $eguitiamo alcune arti per la ne- ce$sità; & alcune approuianio per la utilità; & alcune $ono in pregio, perche mediante lo operare di quelle, $i uiene in cognitione delle co$e che dilettano; 15 & quali $iano que$te arti, non fa me$tiero che io dica; imperoche elle $ono ma- nife$te. Ma $e tu andrai bene e$aminando infra il grãdi$simo numero di tut- te le arti; non ue ne trouerai pur una, che ($prezzati gli altri) non con$ideri & uadia dietro ad alcuni $uoi particulari & propij fini. O $e finalm\~ete ne troue- rai alcuna, laqual $ia tale che tu non po$$a, ò in modo alcuno mancarne, ò che 20 ella pure da per $e ti arrechi utilità, congiunta con dilettatione & grãdezza; nõ debbi ($econdo il mio parere) dal numero di que$te tor uia la Architettura. Imperoche ella alcerto, $e <007>l tutto andrai diligentemente e$aminando, & pu- blicamente & priuatamente alla humana generatione, è commodi$sima & ol- tra modo gratis$ima: Et per dignità non infima infra le prime. Mainanzi ch'io 25 proceda piu oltre, giudico che $ia bene dichiarare chi è quello che io uoglio chiamare Architettore: Percioche io non ti porrò inanzi un legnaiuolo che tu lo habbi ad aguagliare ad huomini nelle altre $cienzie e$$ercitati$s<007>mi; colui certo che lauora di mano, $erue per in$trumento allo architettore. Architet- tore chiamerò io colui, ilquale $aprà con certa, & marauiglio$a ragione & re- 30 gola, sì con la mente & con lo animo diui$are; sì con la opera recare afine tutte quelle co$e, lequali mediante mouimenti d<007> pe$i, congiugnimenti, & amma$$a- menti di corpi, $i po$$ono con gran dignità accomodare beni$simo allo u$o de gli huomini. Et à potere far que$to, bi$ogna che egli habbia cognitione di co$e ottime & eccellenti$sime; & che egli le po$$egga. Tale adunque $arà lo 35 Architettore. Ma torno à quel che io la$c<007>ai.

sono $tati alcuni che hanno detto, che la acqua, ò uero il fuoco furono le cagioni principali che fecero, che gli huomini $i raguna$$ero in$ieme: Ma à noi che con$ideriamo la utilità & nece$sità delle coperture, & delle mura; facil- mente $arà per$ua$o, che que$ta $ia $tata la cagione principale di conciliare, & 40 ragunare gli huomini in$ieme. Ma non per que$ta $ola cagione $iamo obliga- ti allo architettore, cioè, perche e' ne habbi fatti i cari & $icuri luoghi, doue po$siamo rifuggendo, defenderci da lo ardore del Sole, da i freddi, & dalle tem pe$te, (auegna che ciò $ia beneficio non piccolo) ma per que$ta ancora, cioè, [010]PROEMIO. pe@che egli ha trouato molte co$e priuatamente & publicamente $enza dubbio utili$sime; & allo u$o della vita humana $ommamente accommodate. Quan te hone$ti$$ime famiglie haurebbon' perdute, & la no$tra & le altre Città del mõ do, rouinate del tutto per la ingiuria de tempi: $e le paterne habitationi non le haue$$ero (qua$i come riceuute nel grembo de loro antichi) di$e$e & fauorite. 5 Dedalo ne $uoi tempi fu grandemente lodato, per hauer fatto appre$$o de i Seli- nuntii una $tanza in uolta, nella quale $i raccoglie$$e un uapore tanto tiepido & piaceuole; che moue$$e i corpi à mandar fuori graui$simi $udori; & gli $ana$$e cõ grandis$ima dilettatione. Che dirò io de gli altri che andarono inue$tigan- do molte co$e $imili à que$te; atte à giouare alla $anità: come luoghi da far$i por- 10 tare, da notare, le $tufe & altri $imili. O à che racconterò io, i carri & gli altri in- $trumenti da portare, i Mulini, gli horiuoli, & $imili co$e minute: lequali ni\~etedi meno $ono al uiuer no$tro di grandis$imo momento? A che le abbõdanzie del le acque cauate de piu $ecreti & ripo$ti luoghi; & e$po$te à tanto uarie & e$pedi- te comodità de gli huomini? A che i Trofe<007>? i Tabernacoli, gli Edificii $acri, le 15 Chie$e & $imili, trouate per il culto diuino & utilità de po$teri? A che finalmente le tagliate Ripe, i forati Monti, le ripiene Valli, i ri$tretti Laghi, gli sboccati Pa- duli nel mare, le fabricate Naui, i dirizzati Fiumi, le aperte Foci, i piantati Ponti, i fatti Porti, non $olamente prouedendo àle comodità de gli huomini per à tem po: ma aprendoli la uia da potere andare per tutte le prouincie del mondo. 20 Onde è nato che gli huomini $cam bieuolmente hanno in$ieme accomunato l'u no a l'altro le uettouaglie, le $petierie, le gioie, & le notitie, & cognitioni delle co e, & tutto quello che è vtile alla $alute & al modo della uita. Aggiugni à que$to gli In$trumenti & Machine da guerra; le Fortezze, & quelle co$e che fanno di bi $ogno à difendere la libertà della Patria, & à mantenere l'honore, & ad accre$ce- 25 re la grandezza della Città: & ad acqui$tare & à $tabilire uno Imperio. Io certo mi pen$o che $e $i dimanda$$ero tutte quelle città, lequali dapoi <007>nqua che è memoria de gli huomini $on uenute per a$$edio, $otto lo imperio d'altri; da chi e$$e fu$sino $tate $oggiogate & uinte; elleno certo direbbono, dallo Archi- tettore: Et di e$$ere $tate $officienti a$prezare facilmente lo armato inimico; 30 ma non già di e$$ere $tate po$$enti di durare contro alla forza dello ingegno; & alla grandezza delle Machine, & allo impeto de gli in$trumenti bellici; conle quali co$e lo Architettore le $trigneua, le infe$taua, & le rouinaua. Et co$i per il contrario diranno quelle che $ono $tate a$$ediate, di non $i e$$ere dife$e con alcuna altra co$a, piu che con lo aiuto, & con le Arti dello Architettore. 35 Et $e tu andrai e$aminando le fatte e$peditioni; trouerai for$e che la maggior pa<007>te delle uittorie $i $ono acqui$tate piu to$to per le arti, & per le uirtuti de gli Architettori: che per i gouerni, ò per le fortune de Capitani; Et che lo ini- mico è $tato piu uolte $uperato, & uinto dallo ingegno de gli Architettori, $en- za le armi de Capitani; che dalle armi de Capitani, $enza l'ingegno de gli Ar- 40 chitettori. Et quel che grandemente importa, è che lo Architettore con po- ca gente, & $enza perdere i $oldati, uince. Hor $ia quanto alla utilità detto a ba $tanza. Maquanto il pen$iero & il di$cor$o dello edificare diletti, & $ia fitto dentro ne gli animi de gli huomini, $i uede da molte co$e; & da que$ta ancora, [011]LIBRO PRIMO. che tu non trouerrai ne$$uno, purche egli habbia il modo, che non habbia den tro una certa inclinatione di edificare qualche co$a. Et che $e egli harà col p\~e- $iero trouato co$a alcuna appartenente allo edificare, uolentieri da $e $te$$o non la dica, & non la manife$ti allo u$o de gli huomini; qua$i che sforzato dalla na- 5 tura. Et quanto $pe$$o accade, che $e bene noi $iamo occupati in altre co$e, non po$$iamo fare che con la mente, & con lo animo, non ci immaginiamo di fare alcuni edificii. Et guardando le altrui muraglie, $ubito con diligentia con$ide- riamo tutte le proportioni & mi$ure, & le e$$aminiamo, & $econdo le forze del- lo ingegno no$tro, ricerchiamo che co$e ui $i pote$$ero aggiugnere, leuare, & 10 mutare: Etauertiamo inoltre, in che modo elleno $ariano piu compiute, ò piu belle. Et$e alcuno edificio $arà ben compartito, & perfettamente fin<007>to, chi fia quello, che non lo ri$guardi con dilettatione & letitia grandi$$ima? Ma à che racconterò io quanto & in ca$a, & fuori, non $olamente habbi giouato & dilet- tato à Cittadini la Architettura; ma gli habbi ancora grandemente honorati? Chi $arà colui, che non $i reputi ad honore, lo hauere edificato; e$$endo repu- 15 tato ancora à gloria l'hauer fatte un poco accuratamente le propie ca$e ouegli habiti? Gli huomini da bene approuano, & in$ieme $i rallegrano, che tu con lo hauer fatto un muro ò un portico belli$$imo, & po$toui ornamenti di Porte, di Colonne, & di coperture, habbi fatto il fatto tuo, & il loro; per que$to certo piu che per altro, che e' cogno$co no che tu hai accre$ciuto con que$to frutto delle 20 tue ricchezze à te al Ca$ato, à de$cendenti, & alla città tua molto di honore & di dignità. Il Sepolcro di Gioue diede principio à nobilitare la I$ola di Creta, ne Delo era tenuto tanto in pregio, per l'Oracolo d'Apolline; quanto pcr la for- ma & bellezza della Città, & per la maie$tà del tempio. Quãta autorità hab- bia arrecato l'edificare all' Imperio & nome Romano nõ accre$cerò io cõ il mio 25 dire, piu che quella che noi per i Sepolcri, & per le Reliquie dell' Antica Magnifi centia, $par$e per tutto, ueggiamo hauerne data cagione che $i pre$ti fede, à mol te co$e dette dallì Hi$toriografi, lequali for$e altrimente $arebbono parute incre dibili. Lodaua Tucidide oltramodo la prudentia de gli antichi; che haue$sino talmente adorna la lor città d'ogni $orte di edificii; che mediante quegli la po$- 30 $anza loro appari$$e molto maggiore che non era. Et chi è $tato quello infra i grandi$$imi & prud\~eti$$imi Principi, che tra le prime lor cure, ò p\~e$ieri di perpe- tuare il nome, & la po$terità $ua, nõ $i $ia $eruito dell' Architettura? Ma di ciò $ia detto aba$tanza. Que$to finalmente $ia uero, che per bi$ogno, per $tabilità, per dignità, & per ornamento del Publico, $iamo grandi$simamente obligati all' Ar- 35 chitettore: Ilquale faccia che noi po$$iamo nella quiete, con tranqu<007>llità, allegrez za & $anità; nel trauagliare, con utilità, & guadagno; & nell'una & nell'altra, $en za pericolo, & con dignità ritrouarci. Non negheremo adunque ch'egli nõ $ia da e$$er lodato & tenuto in pregio, & da e$$er po$to sì per la piaceuolezza, & per la marauiglio$a grat<007>a delle opere; sì per la nece$$ità, & <002> gli aiuti, & fortezza del 40 le co$e trouate da lui; sì per il frutto della futura etate, infra i primi huomini che habbino meritato quali $i $iano premii & honori. La onde hau\~edo noi cõ $ciute que$te co$e e$$er talmente fatte, cominciammo per diletto dell'animo no$tro ari cercare con piu diligenza, de l'arte & dele co$e loro. Et da che principii elle- [012]PROEMIO. no deriua$$ero, & di che parti fu$sino compo$te, & $inite. Et hauendole troua te uarie di generi; di numero qua$i infinite; di e$$entia marauiglio$e; di utilità incredibili; in modo che taluolta non era manife$to qual conditione di huo- mini, ò qual parte di repub. ò quale $tato di città; fu$$e piu obligato allo Archi- tettore; anzi allo Inuentore di tutte le comodità; Il publico, ò il priuato; le co- 5 $e $acre, ò $ecolari, lo $tar$i, ò <007>l trauagliare, i particulari, ò pur tutta la humana generatione, deliberammo per piu cagioni, che qui $ariano lunghe a raccontar- $i di raccorre e$$e mede$ime co$e, che in que$ti dieci libri $ono $critte. Nel trattare delle quali terremo que$to ordine. Noi certo habbiamo con$iderato che lo edificio, è un certo corpo fatto $i come tutti gli altri corpi di di$egno, 10 & di materia, l'uno $i produce dallo ingegno, la altra dalla natura: onde a l'u- no $i prouede con applicamento di mente & di pen$iero, all'altra con apparec- chiamento, & $ceglimento. Et habbiamo ancora con$iderato, che ne l'uno ne l'altra da per$e, non è ba$tante, $enza la mano d'uno e$ercitato Artefice, che $ap pia far componimento della materia con debito di$egno. Et e$$endo uario lo 15 u$o de gli edificii bi$ognò andare inue$tigando, $e una mede$ima $orte di di$e- gno $i conueni$$e à tutte le maniere delle edifficij. Et per que$ta cagione hab- biamo di$tinte le maniere de gli edificii. Nellequali cono$cendo noi che era di grandi$simo momento, il modo & il componimento delle linee, infra di lo- ro, dalquale pote$$e na$cere uno compo$to, di ecce$siua bellezza: Cominciam- 20 mo per que$to ad e$aminare, che co$a fu$$e bellezza: & che bellezza $i cõueni$$e à cia$cuno edificio. Et au\~ega che in tutte que$te, $i troua$$ero alcuna uolta di- fetti: andammo inue$tigando in che modo $i pote$sino rimediare, ò re$taura- re. Cia$cun libro adunque, è $egnato con il $uo titolo, $econdo la uarietà del le co$e: percioche il Primo Libro tratta de Di$egni, <007>l Secondo de la Ma- 25 teria, il Terzo de l'opera, il quarto di tutte le opere in uniuer$ale, il Quinto de le opere in particulare, il Se$to de gli ornamen ti, il Settimo de l'adornare gli edificii $acri, lo Ottauo de l'adornare gli edificii publici e $ecolari, il No no de l'adornare gli edific<007>i particolari, & priuati, il Decimo della re$tauratio- ne de gli edificij, aggiuntoci una uaria hi$toria delle acque, & come $i trouino, & quello che nelle facende gio- ui lo Archi- tettore.

[013] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI. LIBRO PRIMO. De di$egni, & della po$$anza, & regolaloro. Cap. I.

HAVENDO à $criuere de' Di$egni de gli edificij, noi rac- corremo, & porremo in que$ta no$tra opera tutte le co$e migliori, & piu eccellenti, che da no$tri Antichi cono$ceremo e$$erne $tate $critte; & quelle ancora che 15 gli o$$eruarono nel fare dette opere, & à que$te aggiu- gneremo, $e con il pen$iero, ingegno, ò fatica no$tra ha- remo trouato co$a alcuna, che ci paia da e$$er v$ata. Ma de$iderando nello $criuere $imil co$e difficili, certo, & a$pre, & in la maggior parte o$curi$sime, di e$$ere aper- ti$simi, & il piu che $i può facili, & e$pediti. Secondo il co$tume no$tro dichia reremo, che co$a $ia quella, allaquale noi vogliamo dar principio. Percioche 20 da que$to appariranno in fonte gli origini di quelle co$e, che dire $i debbono, da non e$$ere inuero di$prezzati. Onde l'altre co$e, con piu piano $tile $i di- rãno. Comincieremo adunque in que$ta maniera. Lo edificare con$i$te tutto in di$egni, & in muramenti. Tutta la forza, & la regola de' di$egni con$i$te in $apere con buono, & perfetto ordine adattare, & congiugnere in$ieme linee, & angoli; onde la faccia dello edificio $i comprenda, & $i formi. Appartien$i 25 certo, & è of$icio del di$egno inue$tigando $tabilire alli edificij, & alle parti lo ro luogo atto, numero determinato: maniera bella, & ordine gratio$o, accio- che poi tutta la forma d'e$$o edificio in e$si di$egni $i ripo$i. Nè ha il di$egno in $e in$tinto di $eguitare la materia: ma è tale che noi cono$ciamo, che il mede- $imo di$egno è in infiniti edificij, pur che noi veggiamo in e$si vna mede$ima forma, cioè pur che le parti loro, & il $ito, & gli ordini di quelle $iano in tut- 30 to $imili infra loro di linee, & di angoli. Et ci $arà lecito con la mente, & con l'animo terminare intere forme di edificij, $eparate da ogni materia; ilche ci verrà fatto con notare, & terminare con certo ordine i dirizzamenti, & i con- giugnimenti delle linee, & de gli angoli; ilche così e$$endo, $arà il di$egno vna ferma, & gagliarda preordinatione conceputa dallo animo, $atta di linee, & di angoli, & cõdotta da animo, & da ingegno buono. Ma $e noi vorremo con$i- 35 derare, che co$a $ia da per $e e$$o edificio, & tutta la muraglia, farà for$e a bi$o- gno no$tro cõ$iderare da che principij comincia$$ero le habitationi, che e' chia niano edificij, & con che progre$si cre$ce$$ero; del che certo $e io non m'ingan no, po$siamo ri$oluerci in que$ta maniera.

[014]DELLA ARCHITETTVRA Dellaocca$ione del $are gli edific{ij}, & in quante parti con$ista tutto il modo dello edi$i- care, & quali co$e $ieno utili à cia$cuna di e$$e parti. Cap. II.

PRocacciaron$i gli huomini da principio in alcuno $icuro pae$e luoghi do- ue fermar$i: Et hauendo quiui trouato $ito cõmodo, & grato a' bi$ogni lo ro, in tal maniera vi $i alloggiarono, che le priuate, & le publiche co$e nõ vi 5 $i haue$sino a fare in vn luogo mede$imo: ma che altroue $i dormi$$e, altroue $i face$$e fuoco, & altroue $i colloca$$ero l'altre co$e al rimanente de' loro bi$o- gni nece$$arie. Di quì poi cominciarono a pen$are di porre le coperture, ac- cioche con e$$e $i difende$$ero dal Sole, & dalle pioggie; ilche accio riu$ci$$e lo ro, feciono le facciate delle mura, $opra le quali $i po$a$$ero le coperture. Per- 10 cioche in que$to modo cono$ceuano douer e$$ere piu $icuri dalle fredde tem- pe$te, & da' gelati venti: Finalmente nelle facciate delle mura aper$ono da ba$$o ad alto vani, & fine$tre, onde pote$$ero, & entrare, & v$cire, & à piu chiari tempi riceuere dentro lumi, & venticelli: Et onde haue$$ero commodità di mandare fuori acque, & vapori ragunati$i perauentura nelle ca$e. Et perciò 15 chiunche egli $i fo$$e, ò la Dea Ve$ta figliuola di Saturno, o vero Eurialo, & Iperbio fratelli, ò Gellio, ò Tra$one, ò il Cyclope Tifinchio, che ordina$$e da prima tali cofe: finalmente io mi credo che così fatti fo$$ero i primi principij, & di poi e$$ere que$ta co$a, & per lo v$o, & per l'arte cre$ciuta in$ino à tanto che trouate varie maniere di edificij, $i è ridotta ad e$$er qua$i che infinità. Im- 20 peroche alcuni $e ne fanno publici, alcuni priuati, alcuni $acri, alcuni $ecolari, alcuni $eruono all'v$o, & alla nece$$ità, & alcuni $eruono allo ornamento della Città, & alcuni alla bellezza de' T\~epij: Ma non per que$to $arà per$ona, che nie- ghi, che tutti nõ $ieno deriuati da que$ti principij, che noi habbiamo detti; le- quali co$e e$$endo così, è manife$to, che tutta l'arte dell' edificare, cõ$i$te in $ei co. 25 $e, lequali $ono que$te, la Regione, il Sito, lo Scompartimento, le Mura, le Co- perture, & i Vani. Et $e que$ti fondamenti $aranno da principio cõpre$i, s'in- tenderanno piu facilmente quelle co$e, che noi dipoi dobbiamo de$criuere. Diffiniremole adunque così. La Regione appre$$o di noi doue $i habbia a edi- ficare, $arà vno ampio, & aperto luogo per tutto. Vna parte della quale $arà il 30 Sito. Ma il Sito $arà vn certo $patio determinato del luogo, il quale $arà cinto intorno di muro a v$o, & à vtilità. Ma $otto il nome di Sito. Verrà ancora ogni $pazzo di e$$o edificio, ilquale noi premeremo $pa$$eggiando con le pian- te de' piedi. Lo Scompartimento è quello, che diui$a tutto il Sito dell' edifi- cio in Siti minori, la onde auiene che di così fatte, & adattate membra in$ieme, 35 pare che lo edificio $ia di minori edificij ripieno: Muro chiamiamo noi ogni muraglia, che mouendo$i di terra $i alza in alto a reggere il pe$o delle coper- ture, & quella muraglia ancora, che è tirata allo intorno dello edificio, per ri- cingere il voto di quello: Coperture nõ chiamiano noi quelle $olamente, che nelle piu alte parti de gli edificij, $tanno e$po$te a riceuere le pioggie: Ma 40 copertura è ancora tutto quello, che in lungo, & in largo $i di$tende $opra il capo di chi $pa$$eggia, infra le quali $ono i palchi, le volte a mezza botte, & le volte ordinarie, & altre $imili. Vani chiamiamo noi tutti quelli Aditi, che $ono per tutto nello edificio, onde po$sino entrare, & v$cire tutte le co$e, che fanno [015]LIBRO PRIMO. dibi$ogho a chi vi ha da $tare dentro. Di que$ti adunque parleremo, & delle parti di cia$cheduno, $e prima noi racconteremo alcune co$e, lequali, o $iano pur principij, ò veramente anne$tate, et nate con i principij di que$ta no$tra in- cominciata opera, $ono certamente molto a propo$ito. Imperoche hauendo con$iderato $e $i truoui alcuna co$a, che gioui a qual $i voglia di que$te parti, 5 che dette habbiamo. Tre co$e trouiamo da non le la$ciare certo in dietro; le quali inuero, & alle coperture, & alle mura, & alle altre co$e $imili molto $i con uengono. Et $ono que$te. Che cia$cuna di loro $ia commoda, & $opra tutto $ana, quanto al $uo determinato, & de$tinato v$o. Sia intera, $alda, & perpetua, & qua$i che eterna: quanto alla $tabilità, $ia ornata, & compo$ta, & per dir così 10 in ogni $ua parte, quanto alla gratia, & alla piaceuolezza bella, & vezzo$a. Git- tati que$ti qua$i come principij, & fondamenti delle co$e, che dire $i debbono, tiriamo dietro alla impre$a.

Della Regione del cielo, ouero Aria, del Sole, & de Venti, che uariano l' Aria. Cap. III. 15

GLi Antichi v$auano diligentia, quãto piu poteuano grandi$sima, di haue re vna Regione nella quale nõ fu$$e co$a alcuna nociua, e fu$$e ripiena di tutte le cõmodità;e $opra tutto guardauano cõ ogni dilig\~eza di nõ haue re l' Aria graue, ò mole$ta, con $auio inuero, & maturo con$iglio. Accon$entiua 20 no certo che $e la terra, & l'acqua haue$$ero in loro alcuno difetto, $i poteuano con l'arte, & con l'ingegno correggere. Ma affermauano, che l' Aria non $i po- teua mai nè con aiuto alcuno d'ingegno, nè con moltitudine alcuna di huomi- ni correggere, & ri$anare, tãto che ba$ta$$e. Et certam\~ete il fiato dello alito col quale $olo noi veramente cono$ciamo mantener$i, & nutrir$i la Vita. Sarà 25 molto ottimo alla $alute, $e egli $arà $ommamente puro. Oltra di que$to quan- ta forza habbia l'Aria nel generare, producere, nutrire, & mantenere le co$e, non è ne$$uno, che non lo $appia? Concio$ia che e' $i cono$ce, che $ono di mag giore ingegno coloro, che $i nutri$cono di piu pura aria, che quelli, che $i nutri- $cono di piu gro$$a, & humida. La qual co$a $i pen$a, che fu$$e la cagione, che 30 gli Athenie$i fu$sino di molto piu acuto ingegno, che i Tebani. Noi cono$cia- mo, che l'Aria $econdo il $ito, & po$itura de' luoghi, cipare hora d'una manie- ra, & hora d'un'altra. Le cagioni delle quali varietà, parte ci pare di cono$cere, parte ci $ono del tutto, a$co$e, & incognite per la $cura natura loro. Ma dire- mo prima delle cagioni manife$te, di poi di$puteremo delle piu occulte, accio- 35 che noi po$siamo eleggere Regioni cõmodi$sime, & in quelle viuere $ani$sima mente. Gli antichi Teologi, chiamarono l'Aria Pallade. Que$ta di$$e Homero, che era Dea, & $i chiamaua Glaucope, che $ignifica Aria pura, che di $ua natura $tia lucidi$$ima. Et certo $i vede chiaro quella aria e$$er $ani$sima, laquale è pur gati$sima, & puri$sima; & che con la vi$ta $i può facilmente penetrare, lucidi$- 40 $ima, & leggieri$sima, & tutta $empre à vn modo, & non varia. Et per il contra- rio affermeremo in quel luogo e$$ere Aria pe$tifera, doue $tiano ragunate con- tinouamente gro$$ezze di nebbie, & di puzzol\~eti vapori, & che qua$i ti $tia $em pre come vn certo pe$o $u gli occhi. Et che ti impedi$ca la vi$ta. Che que$te [016]DELLA ARCHITETTVRA co$e così fatte, $ieno nell'un modo, & nell'altro, mi p\~e$o io che accaggia da mol te altre cagioni, ma piu che da alcun'altra da' Soli, & da' Venti. Nè qui $tare- mo a raccontare quelle co$e naturali, cioè in che modo i Vapori per la forza del Sole $i lieuino dalle piu intime, & $ecrete parti della Terra, & s'inalzino al 5 Cielo. Doue ragunati in gran moltitudine nello ampi$simo $patio dell' Aria: ò vero per la loro grandi$sima mole, ò pure, che riceuendo i raggi del Sole da quella parte, che rarefatti $i $ono, ca$chino: & con il cader loro $pinghino l' Aria, & eccitino i venti, & dipoi gittando$i da per loro nello Oceano cacciati dalla $ete $i tu$$ino; bagnati finalmente nel Mare, & pregni di humore, aggirando$i 10 nuouamente per l' Aria, $tretti da' venti, & qua$i come $pugne premute di$tilli- no, & piouino a gocciola a gocciola lo humore, onde $ieno cagione, che $i crei no nuoui vapori. O $iano que$te co$e, che noi habbiamo dette vere, ò ch'egliè pur vento, & vna $ecca fumo$ità della terra, ò vna calda euaporatione mo$$a da freddo, che la $pinga, o vero fiato di Aria, o vero pura Aria, mo$$a dal moto del 15 mondo, ò da il cor$o, & raggiare delle Stelle, ò vero lo $pirito (che genera le co$e) mobile per $ua natura, ò $ia pur altra co$a, che non in $e $te$$a: ma nell' A ria piu pre$to cõ$i$ta, guidata dalla calda po$$anza della piu alta parte dell' Aria, ò dalla infiãmatione fatta nell' Aria mobile, ò $e alcuna altra ragione, & opinio- ne di altri nella di$cu$sione da far$i è piu vera, ò piu antica: io giudico, che $ia 20 da la$ciarla in dietro, come che nõ faccia a propo$ito. Da que$to veramente $e io non m'inganno, $i potrà interpretare, onde venga, che noi ueggiamo alcuni Pae$i del Mondo e$$ere sì fatti, che $i rallegrano dell' Aria lieti$sima, mentre gli altri à loro uicini, & qua$i po$ti nel mede$imo $eno, per l'aria piu tri$ta, & per il giorno qua$i me$to diu\~etano $chi$i & lordi. Que$to credo io che accaggia nõ per alcum'altra cagione piu che per non hauere conuenienza cõ i uenti, & con 25 il Sole. Cicerone u$aua di dire che Siracu$a era talmente po$ta, che gli habitato ri di quella in cia$cun dì dell'anno uedeuano il Sole; co$a inuero rara, ma da e$$e re de$iderata, & da bramar$i (certo) $opra tutte l'altre co$e, doue la nece$sità, o la oportunità non te la uieti. Debbe$i adunque eleggere ditutte le Regioni quella, dalla quale la forza delle Nebbie, & la gro$$ezza di ogni piu $pe$$o, o 30 gro$$o uapore, $tia lontana. Hanno trouato coloro che attendono à que$te co$e, che i raggi & gli ardori del Sole, fanno maggior' impeto $opra le co$e piu $errate, & den$e, che $opra le rade, $opra l'Olio piu che $opra l' Acqua, $opra il ferro, piu che $opra la lana. La onde e' dicono l'aria e$$er piu graue, & piu gro$ $a in quei luoghi, doue ella maggiormente $i ri$calda. Gli Egizzij contendendo 35 della Nobiltà con l'altre genti del Mondo $i gloriauano di e$$ere $tati i primi huomini che fu$$ero $tati creatinel Mondo, & che non era $tato bi$ogno di pro creare gli huomini in altro luogo, che doue e' fu$sino po$$uti uiuere $ani$simi, & diceuano e$$ere $tati dotati dalla benignità de gli Dii qua$i di perpetua Pri- mauera, & d' Aria $empre d'una mede$ima maniera marauiglio$amente piu che 40 tutti gli altri. Et Erodotto $criue che infra gli Egizzij, quelli ma$simamente ch e$on volti ver$o la Libia, $ono piu di tutti gli altri $ani$simi, perche quiui mai nõ $i uariano i piaceuoli v\~eticelli. Et cero e' mi par'vedere alcune Città sì della Italia, sì delle altre genti, non per alcuna altra cagione piu che per una $ubita [017]LIBRO PRIMO intemperie dell' aria, hor calda, & hor fredda, diuentare inferme, & piene di pe$te. Per tanto $i debbe auuertire, & non $enza propo$ito, quãto, & qual So le habbia ad hauere il Pae$e, accio non ui$ia, nè piu Sole, nè piu ombra, che $i bi$ogni. I Garamanti be$te@nmiono il Sole quando e$si leva, & quãdo egli ua $otto: percioche e' $ono auuampati dalla troppa cõtinuatione de' raggi. Al- 5 tri $ono Pallidi per hauer qua$i una cõtinuata notte & che così accaggia, nõ in- teruiene tanto per hauere il polo piu ba$$o, o piu a$ghembo, ancora che que $to faccia a$$ai, quanto che per e$$ere i luoghi po$ti cõ la faccia, o ariceuere il Sole, & i venti, o a $chifarli. Io piu pre$to uorrei, i venticelli piaceuoli & pic- coli, che i venti, & piu to$to i v\~eti, ancor che crudi & meno che mode$ti, che 10 io non uorrei l' aria immobile, & graui$sima. Le acque ancora dice Ouidio, $i gua$tano, $e non $i muovono. L'aria, per dire così, in uerità $i ra$$erena grã- di$simamente per il moto. Percioche io certo mi p\~e$o, che i vapori, che $i lie- uano di terra, o $i ri$oluino per il moto, ouero ri$caldando$i per i moti $i ma- turino. Ma io uorrei che que$ti uenti, giugne$sino cotti dalli oppo$ti monti, 15 & $elue, o $tracchi da un loro lungo uiaggio. Vorrei che da i luoghi donde e' pa$lano, nõ cõduce$sino a noi mala impre$sione. Et per que$to $i debbe auuer- tire di fuggire ogni cattiua vicinãza, donde ne e$ca co$a alcuna nociua: Nel nu mero delle quali co$e è il cattiuo odore, & ogni gro$lo uapore, de' luoghi pa dulo$i, & ma$sime delle acque corrotte, & delle fo$$e. I naturali t\~egono per ce 20 to, che ogni fiume, che cre$ca per le neui, meni aria fredda, & gro$la: Ma ni$lu- na $arà infra i'acque piu cattiua, o brutta, che quella, che non agitata da alcun moto $i marci$ce. Et que$ta corruttione di sì fatta vicinãza, $arà tãto piu infer ma, quãto ella $arà piu e$po$ta a' uenti men $ani. Dicono ancora, che i u\~eti nõ $on tutti per lor natura tali, che eglino arrechino $anità, o malattie. Ma Plinio, 25 $egu\~edo Teofra$to, & Hippocrate, che dice che Aquilone è accommodati$si- mo a re$tituire, & cõ$eruare la $anità, & i naturali tutti affermano, che Oftro è piu di tutti gli altri nocivo, alla humana generatione. Et in oltre $i pen$ono, che i be$tiami, $offiando O$tro, nõ $tieno ne' pa$coli $enza pericolo, & hanno o$$ervato, che m\~etre tal uento tira, le Cicogne nõ volano mai, & che i Delfini 30 $offiando Aquilone, & andãdoli a $ecõda, $entono le uoci, ma tirãdo O$tro, le $entono piu tardi, e nõ le $entono $e nõ rapportategli dal dirimpetto: Et che $offiando Aquilone, vna anguilla uiuerà $ei giorni, $enza acqua, ma tirãdo O$tro, non durerà per hauer que$to uento in $e tanta gro$$ezza, e tanta forza di fare malattie, di maniera, che e' dicono, che $i come $offiando O$tro gli huomini 35 diuentano catarro$i & $i ammalano, così $offiando Mae$trale, to$$ono: Bia$imo- no anche il mare Mediterraneo, per que$to ri$petto ma$simamente, che e'par loro, che il pae$e e$po$to alla re$le$sione de' raggi pati$ca di doi $oli, che l'vno l' abbrucia dal Cielo, & l' altro dalle acque: Et cono$cono nel tramontar del Sole farui$i grandi$$ima mutatione d'aria, poi che l' ombre della fredda notte, 40 cõpari$cono. Et $ono alcuni, che pen$ano, che i fiati occidentali, & le refle$sioni de' raggi ribattute, o dall' acque & dal mare, o da i monti, $ieno piu dall' altre mole$te: Percioche per il continuato Sole di quel giorno, rendono il già ri$cal- dato luogo piucocente per la $oprauenuta afa: radoppiata dalle reuerberationi [018]DELLA ARCHITETTVRA de' raggi. La onde $e auuerrà, che in$ieme con que$ti $oli, i venti piu graui hab bino $entieri aperti da poter$i liberamente condurre da te, qual $arà co$a piu mole$ta? o meno da $opportar$i? Le brezze ancora della mattina a buon' ho ra, che leuando$i ti rappre$entino i uapori crudi, $i debbono certamente fuggi- re. Habbia mo detto del Sole, e de' uenti, mediante i quali $entiamo l'aria ua- 5 riar$i, & diuentare $ana, & inferma, & ne habbiamo parlato breui$simamente quanto ci pareua, che qui fu$$e a ba$tanza: & di que$ti a loro luogo $e ne di$cor- rerà più di$tintamente.

Qual Regione $ia piu commoda, & qual meno nel collocare gli 10 Edificij. Cap. IIII.

NELLO eleggere la Regione $arà conveniente, che ella $ia tale, che gli ha bitanti da ogni parte $e la habbino a trouar buona, sì con la natura del- le co$e, sì con la $pecie & con$ortio de gli altri huomini. Nè iocerto edi- ficherò in alcuno a$pro, & in acce$sibile giogo delle Alpi una città, $i come ha 15 ueua ordinato Gallicula, & non con$tretto da una e$trema nece$sità: $chifero anche un di$erto $olitario, $i come dice Varrone, che era quella parte della Francia, che egli trouò di là ben adentro dal Rheno, & come di$eriue Ce$are e$$ere $tata la Inghilterra ne' tempi $uoi. Nè mi piacerà $e quiui come in Egi- na, $i harà $olamente a viuere di vuoua di vccelli, o di Ghiande, come in alcuni 20 luoghi di I$pagna $i uiueua à t\~epo di Plinio. Vorrei adunque che non ne mãca$- $e co$a alcuna, che fo$$e dibi$ogno ad u$ar$e. Per que$to, piu che per altro fece bene Ale$$andro a non uoler por la città $ul mõte Ato: $ebene per la inuentio- ne, & di$$egno di Policrate Architettore doueua e$$er marauiglio$a: percioche gli habitanti non harebbono hauuta abbondãtia delle co$e. Ad Ari$totile pote- 25 ua for$e piacere quella Regione, ma$$imo nell' edificare le cittadi, nella quale difficilmente $i pote$$e entrare. Et truouo, che $ono $tate alcune genti, che han- no de$iderato oltra modo, che i loro confini dalla lunga $ieno abbandonati, & qua$i fatti di$erti per tutto: $olam\~ete per dare $cõmodità a'nemici. Se le ragioni di co$toro $ono da e$$ere approuate, o nò, ne di$puteremo altroue. Et $e que 30 fto gioua publicamente così, non ho perche bia$imare lo in$tituto loro. Ma nel porre gli altri edificij mi piacerà molto piu quella regione: la quale harà molte & uarie uie, p lequali & con le naui, & con i caualli, & con i carri, & di $tate, & di verno cõmodi$simamente ui $i po$sino portar tutte le co$e nece$$arie. Et $e tal regione non $arà humida per abbondanza di troppe acque, nè arida, o a$pra per 35 troppo $ecco, ma atta & in$ieme t\~emperata. Et $e ella non $i trouerà così apũto, come noi la uorremo, eleggiamola anzi che nò, un poco fredda, & $ecca, piu to$to che men calda, & humida piu che il bi$ogno: imperoche con le copertu re, con le mura, con le ue$ti, con il fuoco, & cõ il muouer$i $i uince il freddo. Ne pen$ano che il $ecco habbia troppo in $e co$a alcuna, per la quale po$$a nuocere 40 grandemente a' corpi, o a gl'ingegni de gli huomini: $e bene e' pen$ano, che gli huomini per li alidori $i ri$ecchino, & per i freddi for$e diu\~etino a$pri. Ma e'ten gono per certo, che tutti i corpi, per la troppa humidità $i corrõpino, & p il cal do $i ri$oluino: Et uede$i che gli huomini, sì ne'tempi freddi, sì per habitare ne' [019]LIBRO PRIMO. luoghi freddi $tanno piu fani & piu $enza malattie. Ancor che e’concedino, che ne’luoghi caldi gli huomini $ono di miglior ingegno, & ne’freddi di mi gliore corporatura. Io ho letto ancora in Appiano hi$torico, che i Numidii viuono a$$ai, perche egli hãno gli inuerni $enza gran freddi Quella regione $arà piu dell’altre migliore, la quale $arà anzi che nò, humidità & tiepida, percio- 5 che in quella $i genereranno huomini grandi begli, & non melanconici. Se- condariamente quella regione $arà commodi$sima, che e$$endo tra prouincie neuo$e, harà piu di Solc, che l’altre. Et tra le provincie aride per il Sole quel- la, che harà piu di humidità & di ombra. Ma non $i porrà edi$icio alcuno, & $ia qual $i uoglia in ne$$uno luogo peggio, nè piu $comodo, vhe $e $i porrà na 10 $co$o tra due valli: percioche la$ciãdo in dietro quelle co$e, che $ono manifefta- mente apparenti, gli edificii po$ti in tal luogo non hanno alcuna dignità $tan do na$co$i, & la ueduta loro interrotta non ha, nè piacere, nè gratia alcuna. Ma che dir\~e noi, il che in breue accaderà, che $aranno gua$ti dalla rouina delle pioggie & ripieni $pe$$o dalle acque, che intorno li piouono, & $ucciato non 15 poco humore, continuam\~ete $taranno fradici, e $empre sfumeranno a$siduo va pore, nociuo grandemente alla $anità degli huomini. Non $aranno in quel luo- go gl’ ingegni eccellenti, e$$endoui in fermi gli $piriti, nè ui dureranno i corpi. I libri infradiciate le legature $puzzeranno, le armi & tutte quelle co$e, che $arauno ne’ magazini $i infradiceranno, & finalmente p la $oprabbondanza della 20 humidità ui $i corromperanno tutte le co$e. Et $e ancora ui entrerà il Sole $i abbrucieranno per la $pe$ia reuerberatione de’ raggi, che da ogni banda quiui ri$altano, & $e il Sole non ui entrerà diuenteranno aride per la ombra, & $i rag granchieranno. Aggiugni a que$te co$e, che penetrandoui il vento, qua$i che ri$tretto per canali, ui farà maggiore & piu crudel furia, che non fia convenien te. Et $e non ui entrerà, quella aria in gro$$ata $i diuenterà (per dir così) quafi 25 che un fango. Vna così fatta Vallata po$siamo noi non a torto chiamare un la- gaccio, & uno $tagno dell’ aria. Per tanto la forma del luogo, nelquale uorre- mo edificare, debbe e$$er degna & piaceuole, nè in modo ba$$a, che $ia qua$i, che $otterrata, ma $ia alta & qua$i falcone, che guardi per tutto, e da qualche fia- to di lieti$sima aria $ia continuamente agitata. Oltra di que$to, habbia abbon 30 danza di quelle co$e, che bi$ognano, & all’ u$o & al piacere degli huomini, come acqua, fuoco, & co$e da cibar$i. Ma in que$to $i debbe auuertire & pro- curare, che da co$e $imili non accaggia a gli huomini, co$a che nuoca alla $ani- tà loro. Debbon$i aprire & a$$aggiare i fonti, & con il fuoco far pruoue delle acque, accioche non ui $ia mi$chiato punto di mucido, di ui$co$o, & di crudo, 35 onde gli habitatori $e ne ammalino. La$cio $tar quello, che dalle acque $pe$$o procede, come diuentar gozzuti, & hauer la pietra, la$cio tutte quelle piu ra- re marauiglie dell’ acqua, che raccol$e dottamente, & elegantemente Vitruuio Architettore. Egliè $ententia d’ Hippocrate Fi$ico, che coloro che beranno acqua non purgata, ma graue & di cattivo $apore, diuenteranno con la peccia af- 40 fanno$a & enfiata, & nelle altre membra del corpo, come nelle gomita, nelle $palle, & nel vi$o, diuenteranno, dico al tutto e$tinuati, & oltra modo $ottili. Ag- giungiui, che per difetto della milza, induritoui il $angue, ca$cheranno in va- [020]DELLA ARCHITETTVRA. rie $pecie di malattie & pe$ti, nella $tate per il flu$$o del uentre, & per il mo- uimento della collora, & per il ri$oluere de gli humori mancheranno, oltra che in tutto l’ anno haranno continuc & graui infermitati, come hidropi$ia, a$ima, & dolori di fianchi. I giouani per gl’ humori melancolici impazzeran no. I vecchi per accender$igli gli humori arderanno: le donne difficilmente 5 ingrauideranno, & difficili$simamente partoriranno ogni $e$$o & ogni età: finalmente cadrà inanzi al tempo di morte non ragioneuole, tirataui & con$u mata dalle malattie. Nè haranno giorno alcuno, nelquale non $i $entino me Iancolici, o $timolati da’ cattiui humori, & ue$lati da ogni $orte di perturba- tione. Oltra che e$agitati dell’ animo, $aranno $empre in me$titia & dolore. Po 10 trebbon$i dir piu co$e delle acque, notate dalli antichi hi$torici uarie & mara uiglio$e, & efficaci$$ime allo $tar $ano, & allo $tare ammalato de gli huomi- ni: Ma elle $on rare certo, & $eruirebbono for$e piu a mo$trar di $apere, che al bi$ogno; Oltra che delle acque a lor luogo, piu lungamente $i parlerà. Quel lo certo non è da $prezzare, il che è manife$ti$simo, cioè, che dell’cqua $i nu- 15 tri$cono tutte le co$e, che cre$cono le piante, i $emi, e tutte quelle co$e, che hanno l’ anima uegetatiua, de’frutti & dell’ abbondanza delle quali co$e gli huomini $i rinfre$cano, & $i nutri$cono. Se que$to è così, cer to e’bi$ogna e$a- minare diligentemente, che uene di acque, habbia quella regione, doue noi uogliamo habitare. Diodoro dice che la India ha in gran parte huomini gran 20 di gagliardi, & dotati di acuto ingegno, perche e’ $ono in $ani$$ima aria & beono $ani$$ime acque. Ma quella acqua chiameremo noi ottima, che non harà $apore alcuno; & quella harà buon colore, laqual non harà punto di co lore, di $orte alcuna. Oltre che e$si chiama quella acqua ottima, la quale è chia ri$sima lucida & $ottile, & che po$ta $opra un candido telo non lo macchia, 25 & cotta non fa po$atura, & quella che non la$cia il grembo donde ella e$ce mu$co$o & macchiato, & ma$sime i $a$si, che ella bagna. Aggiugne$i quella acqua e$$er buona, con la quale cotti i legumi diuenton teneri, & quella an- cora con laqual $i fa buon pane. Ne con meno diligentia $i debbe e$aminare & auuertire, che la regione non generi co$a alcuna pe$tifera, o ueleno$a, ac- 30 cioche quegli, che ui hanno da $tare, non $tieno in pericolo. La$cio indietro quelle co$e, che appre$$o a gli antichi $on celebrate, cioè che in Colco $i di- $tilli dalle frondi de gli arbori un mele, che chi lo gu$ta, ca$chi per un giorno intero & qua$i $enza anima, $ia tenuto per morto. Et quel, che e’ dicono e$$er interuenuto nello e$$ercito di Antonio, delle herbe, lequali mangiate da’ $ol 35 dati, per care$tia di pane, fecero che impazzati $i agitauauo $tando $ino a tan to intenti a cauar pietre, che commo$$a la collora ca$cauano & moriuono, non trouando ne$$uno altro rimedio, contro a que$ta pe$te $econdo, che $criue Plutarco, che il bere uino. Que$te $on co$e noti$sime. Che dirò io di quel che appre$$o la Puglia, in Italia, o Dio buono ne’ no$tri tempi, che incredi 40 bil forze di ueleno $i è de$ta? che per il mor$o di alcune Tarantole terre$tri gli huomini ca$cano in uarie $pecie di pazzie, & come diuentano in furiati, co$a marauiglio$a a dire. Ne$$uno emfiato, ne$$uno liuido, che appari$ca in alcun [021]LIBRO PRIMO. lato del corpo, dallo acuto mor$o ò ago della ueleno$a be$tiuola fatto $i uede. Ma $ubito perduta la mente attoniti $i lamentano, & $e non è porto loro aiuto, $i muoiano, medicano que$ta malattia con la medicina di Teofra$to, che di@eu@ che quegli che erano mor$i dalle Vipere, $i guariuano con il $onare de Pifferi. I Mu$ici adunque con uarij $uoni mitigano tale malattia, & quando poi peruen- gono à quel modo di $onare, che è loro proprio, $ubito qua$i de$ti$i, $i rizzano, 5 & per allegrezza, $econdo che è il de$iderio loro, con ogni sforzo di lor nerui, & forze, $i e$$ercitan in e$$o $uono: Percioche tu uedrai alcuni co$i mor$i, e$$ercitar $i $altando, & alcuni cantando, & alcuni e$$ercitando$i & sforzando$i in altre co- $e, $econdo che il de$iderio, & la pazzia loro gli guida, in$ino à tanto, che per $tra chezza non po$sino piu. Et$enza fermar$i mai punto, $udare piu giorni, & non 10 per alcuna altra cagione, racqui$tare la lor $anità, piu che per la $atietà della prin cipiata, & conceputa pazzia. Et habbiamo letto una co$a $imile àque$ta, e$$er accaduta appre$$o de gli Albani, che con tanto sforzo di cauagli combatterono contro a Pompeio: percioche e’ dicono e$$er $olito di generar$i in quel luogo certe ragnateli, da quali e$$endo gli huomini tocchi, altri erano forzati à morire 15 ridendo, & altri per lo oppo$ito à morire piangendo.

_Con quali indit{ij} & conietture $i habbia a inue$tigare la Commodità della_ _Regione. Cap. V._ 20

NE que$te $ole co$e ba$tano ad eleggere la Regione, le quali per loro $te$- $e $i ueggano, & $ono manife$te, ma bi$ogna ancora con$iderare ogni co- $a notãdo cõ l’anin<007>o piu $ecreti inditii. Percioche $aranno buoni indi- tii d’ottima aria, & di acque perfette, $e quella Regione farà in abbõdantia frut- ti buoni, $e ella nutrirà molti huomini, & uecchi$simi, $e la giouentù vi $arà ga- 25 gliarda & bella, $e continuamente ui $i genererà, aggiuntoui $e i parti $aran- no naturali & $enza mon$tri. Io certo ho uedute alcune città, lequali non uo- glio nominare, ri$petto à tempi, nelle quali non è donna alcuna che non $i ueg- ga in un mede$imo in$tante e$$ere diu\~etata madre di huomo & di mo$tro. Vna altra città ho ueduta in Italia, doue na$cono tanti Ghobbi, Guerci, Zoppi, & 30 Bi$torti, che e’ non ui $i moltiplica famiglia alcuna, che non habbia alcuno mon- co ò alcuno $torpiato. Et certamente il uedere sì $pe$$e, & grandi di$aggua- glianze da corpo à corpo, & da membro à membro; ne auerti$ce, che ciò in- teruenga da difetto di Cielo, & di aria, ò uero da alcuna altra cagione piu $ecreta di corrotta natura. Nè $ia fuor di propo$ito, quel che e’ dicono, cioè 35 che nella aria gro$$a habbiamo piu fame, & nella $ottile piu $ete, & manco $i di$conuengha che dalle forme, & effigie de gli altri animali $i po$ii coniettura- re che corporature ui debbino hauere gli huomini: Percioche $e ui $i uedran- no i be$tiami & le pecore gagliarde, grandi, gro$$e, & a$$ai, $i potrà non à ca$o $perare di douerui hauer figliuoli $imili. Nè $arà fuor di propo$iro, $e noi pi- 40 glieremo inditii dell’aria, & dei uenti, da altri corpi, ne quali $ia $penta la ani- ma uegetatiua: percioche dalle uicine muraglie degli edificii, po$siamo con- $iderare, che $e elleno $aranno diuentate ruggino$e & ronchio$e, dimo$trerran- [022]DELLA ARCHITETTVRA no che quiui concorrino influenze maligne. Gli Arbori ancora, qua$i come dac cordo tutti da un lato mede$imo piegati, & rotti, dimo$trano di hauere ceduto à noìo$e, & mole$te $urie di uenti: & gli $te$si uiui $a$si nel proprio luogo nati, ò gli altri condottiui, $e $aranno piu che non douerebbono nelle $ommit @delle $cor- ze loro, alterati, dimo$trano lo $t\~eperamento del luogo, per la aria, che hora è di 5 fuoco, & hora di ghiaccio. Et per ciò quella Regione doue que$ti furio$i a$$alti di t\~epi, & tempe$te $i aggirano, piu di alcuna altra, $i debbe $chifare: Percioche $e i corpi de’ Mortali, $ono preoccupati da crudeli$sima forza di alcuno freddo, ò caldo, che li percuota, $ubito tutta la ma$$a del corpo, & le congiunture di tutte le parti, $i gua$tano, & $i ri$oluono, & ca$cono in malattie diuer$e, & in anzi tempo 10 uecchiezze. Dicono che quella città che po$ta à piè de’ monti, pende inuer$o il tramontare del Sole, è inferma, piu per que$ta, che per altra cagione, cioè per- che ella $ente poi $ubito i fiati delle notti troppo piu gelate. Egli è ancora con- ueniente riandan do le co$e detempi pa$$ati, $econdo che le hanno o$$eruate i $a- ui, e$aminare, & antiuedere, con ogni diligentia, co$e piu rare, $e alcune ue ne 15 $ono: Percioche e’ $ono alcuni luoghi, che hanno dilor natura a$co$o in loro un certo che, che conferi$ce alla felicità, & alla infelicità. In Locri, & in Cutrone, dicono che non fu mai Pe$te. Nella I$ola di Candia non $ta mai animale alcuno nociuo. In Francia na$cono di rado mõ$tri, in altri luoghi i Fi$ici affermano che nel mezo della e$tade, & nel mezo dello inuerno, non tuona mai: Main Campa 20 gna $econdo che dice Plinio, $opra quelle città, che $on po$te amezo dì, in detti tempi tuona: Et dicono chei Monti pre$$o ad Albania $on chiamati Ceraunii, dal caderui continuamente $aette. Oltra que$to, perche nella I$ola di Lemno ca$cano continuam\~ete $aette; dice Seruio, che ciò ha dato cagione à Poeti di di- re che Vulcano cade$$e in quel luogo. Appre$$o allo $tretto di Galipoli, & 25 infra gli E$$edoni, non $i $on mai nè $entiti tuoni, nè ueduti baleni. Se in Egit- to pioue, è tenuta co$a prodigio$a. Apre$$ole Hida$pe, nel cominciar della e$tate, pioue continuamente. Dicono che in Libia $i muouono i venti tanto di rado, che per la gro$$eza della aria, $i veggono in Cielo uarie $petie di va- pori: Ma per il contrario nella maggior parte della Galatia, $o$tia di $tate il uen 30 to con tanto impeto, che in cambio di tirare in alto la rena, vi $pinge le pietre. In Spagna vicino allo Ibero, dicono che il uento Mae$tro $offia talmente, che dà la volta à Carri ben carichi: In Ethiopia $i dice che non $offia O$tro: Et gli hi$torici dicono che in Arabia pre$$o à Trogloditi, que$to mede$imo vento, abbrucia ciò che ei vi truoua di uerde: & Tucidide $criue che Delo non è 35 mai $tata mole$tata da i tremuoti, ma $empre $i è $tata $alda, $opra il mede$i- mo $a$$o, anchor che le altre I$ole à lei vicine, $ieno $tate a$$ai volte rouinate da tremuoti. Noi veggiamo, che quella parte di Italia che è dalla Selua dello Aglio, $otto Roma, per tutta la maneggia de colli di campagna di Roma, in$ino à Capua, è tormentata da continui tremuoti, & qua$i rouinata del tutto. Al- 40 cuni pen$ano che Achaia, $ia co$i detta, da $pe$$e inundationi di acque. Io truo uo che Roma è $empre $tata febrico$a, & Galeno pen$a, che tai febbre $ieno vna nuoua $petie di terzana doppia, alla quale varii, & qua$i contrarii rimedii, in varie hore, $i debbino applicare. Egli è ancora appre$$o de Poeti antica fa- [023]LIBRO PRIMO. uola, che Tiphone $otterrato nella I$ola di Procida $pe$$e uolte $iriuolge, & che di quì na$ce, che bene $pe$$o la I$ola triema tutta da $ondamenti. Di que$to ca$o hanno co$i cantato i Poeti, perciò che la I$ola è ve$$ata da tremuoti, & da bocche, che gettano in modo, che gli Eritrei, & i Calcide$i, che già in quella habitarono, 5 furono forzati à fuggir$ene. Et di nuouo poi, coloro che vi furono mandati da Hierone Siracu$ano, accio vi edifica$$ero vna nuoua città, per la paura del conti- nuo pericolo, & di tal mi$eria $e ne fuggirono. Per tãto tutte le co$e, co$i fatte, $i debbono riandare cõ lunga o$$eruatione, & notarle, & farne cõparationi a$$omi- gliadole ad altri luoghi, accioche <002> que$to $e ne acqui$ti buona, & intera notitia.

10 _Di alcune piu occulte commoditadi, & incommoditadi, della Regione, le quali da Sau<007>i_ _debbon e$$ere ricerche. Cap. VI._

DEbbe$i ancora ricercare diligentemente, $e quella Regione è $olita ad e$- 15 $ere mole$tata, da alcune incommodità piu $ecrete. Platone pen$aua che in certi luoghi fu$$e, & in$pira$$e alcuna volta certa terminata potenza di $piriti, laquale fu$$e hor mole$ta, & hor propitia à gli habitatori. Sono certa- mente alcuni luoghi, doue gli huomini facilmente impazzano, alcuni doue fa- cilmente da loro $te$si $i procacciano danno, alcuni doue con lo impiccar$i, ò 20 con il precipitar$i, ò con ferro, ò con ueleno facili$simamente $i tolgono la ui- ta. Aggiugni à que$to, che egli è ancora di nece$sità e$aminare diligenti$sima- mente, da piu occulti inditij di Natura, tutte quelle co$e, che fanno à que$to pro- po$ito. Era antico co$tume trouato in$ino à tempi di Demetrio, che non $olamente nel porre le Città, & le Ca$tella, ma nel porre ancora gli allog- 25 giamenti de gli e$$erciti, per alcuni giorni $i guarda$sino le inte$tine delle pe- core, che in quel luogo $i fu$$ero pa$turate come dentro $te$sino; & che colo- re haue$$ero. Nellequali $e per $orte haue$$ero trouato difetto alcuno, dice- uano che quello era luogo da fuggirlo, per e$$er mal $ano. Varrone dice, che $apeua certo, che in certi luoghi volauano per aria alcuni minuti animaluzzi, pic 30 coli come atomi, iquali riceuuti con il fiato in$ieme dentro al polmone, $i ap- piccauano alle inte$tine, & rodendole cau$auano malattie crudeli, & corrotte, & inoltre pe$te, & morti. Nè $i deue la$ciare indietro, che e’ $i truouano alcu- ni luoghi, che di lor natura non haranno, nè incommodità, nè pericolo alcu- no, ma $aranno talmente collocati, che da i fore$tieri che ui capitano, ui $arà 35 bene $pe$$o condotta pe$te, & mi$eria. Et que$to non accade $olamente per ue nirti ado$$o e$$erciti armati à uolerti fare ingiuria, come interuiene à quelle ter- re, che $ono e$po$te à Barbari, & à gli efferati. Ma per riceuerli ancora ami- cheuolmente, & alloggiarli, nuocono oltra modo. Altri per hauere hauuti uicini de$idero$i di co$e nuoue hanno portato paricolo mediante il danno, & 40 la rouina di quelli. Pera in $ul Mar maggiore colonia de’ Genoue$i conti- nuamente è tormentata dalla pe$te, perche in quel luogo $on riceuuti ogni giorno Stiaui, sì infermi dello animo, sì dal continuo lezo, & $porcitia, fradici, & con$umati. Dicono ancora che egli è co$a da $aui, & da huomini di buon con$iglio, andar ritrouando da gli augurii, per o$$eruatione del Cielo, che for- [024]DELLA ARCHITETTVRA tuna $i habbia ad hauere in la Regione. Le quali arti, pur che elleno cõuenghi no con la religione, io certo non di$pregio. Chi negherà, che quello che co- $toro chiamano Fortuna, $ia pur quel che ella $i voglia, non po$$a molto $opra le co$e de gli huomini? Nõ affermaren noi, che la publica fortuna di Roma po$$et 5 te affai ad accre$cere lo Imperio. La città di Iolao in Sardigna, fatta da il nipo- te di Ercole, $e ben fu, & da’ Cartagine$i, & da i Romani, a$$ai uolte affaltata cõ le armi, Diodoro niente di meno $criue, che ella $empre $tette in libertà. Hor credian noi, che il tempio appre$$o di Delfo, già prima da Flegias abruciato, di- poi al tempo di Silla arde$$e la terza uolta, $enza particulare di$gratia di quello 10 $te$$o luogo. Che direm’noi del Campidoglio? quante volte è abruciato, & ha inalzate le fiamme. La città de Sibariti, e$$endo piu & piu uolte tormentata, & dipoi abbandonata, & finalmente $penta in tutto, vltimam\~ete rima$e di$erta: & à coloro che quindi $i fuggiuono, correuono pur dietro le difau\~eture, ne per andar$ene à $tare altroue, & la$ciare lo anticho nome della città loro, po$$etton 15 mai difender$i dalle calamitadi, & dalle mi$erie: percioche $opragiunti loro ado$$o nuoui habitatori, tutte le piu antiche, & principali famiglie loro con fer ro, & morte, in$ieme con gli edificii $acri, & con la città furono $penti, in$ino da fondamenti. Ma la$ciamo hora mai $tar que$te co$e, delle quali $on piene le hi $torie. Que$ta appre$$o di noi $ia la $o$tanza, che egli è co$a da huomo pruden- 20 ti$simo, il cercare di metter$i à fare tutte quelle co$e mediante le quali la cura, & la $pe$a dello edificare, non habbia à far$i indarno: & che e$$a opera debba e$$ere eterna, & $ana. Et certamente, il nõ la$ciar co$a alcuna indietro nel met- tere ad effetto tãto gran co$a, è officio di huomo con$iderati$simo. O non è el la co$a di grande importanza à te & à tuoi, metter$i à una impre$a, che habbi à giouare, che conferi$ca alla $alute, & che conuenga à uiuere con dignità, & dilet 25 tatione, & che $erua al la$ciar di $e nome, & fama? Quiui harai tu da attendere ad ottimi $tudij, quiui ti $aranno cari i dolci figliuoli & la famiglia, quiui harai i giorni da trauagliare & da quiete, quiui $i con$umerãno tutti i di$cor$i de gli an ni tuoi, talmente che io non pen$o, che e’ $i po$si trouar co$a alcuna in tutta la ui ta appre$$o la humana generatione, (eccetto che la uirtu) alla quale $i debba piu 30 attendere con ogni cura, opera, & diligentia, che à cercare di potere con la tua famiglia habitare bene, & comodamente. Et chi èquello che affermi di poter bene habitare, $prezzate que$te co$e, che noi habbiamo dette? ma $ia di loro detto à ba$tanza. Re$taci à trattare del $ito.

35 _Del $ito, & delle $orti delle linee. Cap. VII._

NEllo $tabilire il $ito, $i debbe o$$eruare, tutto quello che noi habbiamo detto della regione: percioche $i come la regione è una terminata, & $celta parte di prouincia, co$i il $ito è un certo terminato, de$tinato $pa- 40 tio della regione: ilquale $i occupa nel porre lo edificio, & per que$ta cagione tutte quelle co$e, che po$$ono ò giouare ò nuocere alla regione, co$i ancora po$- $ono fare il $imile al $ito. Ma ancora che que$to $ia, co$i que$ta di$cu$sione, & que$ta cõ$ideratione ha certi \’pcetti, i quali $oli pare che $i a$pettino propriam\~e- [025]LIBRO PRIMO. mente al $ito. Et alcuni ancora che non pare $i a$pettino al $ito, co$i propiam\~e te, main gran parte alla regione et $ono que$ti. Egli è di nece$sità cõ$iderare, che opera noi ci mettiamo à fare, publica ò priuata, $acra ò $ecolare, & le altre $i- mili, delle quali à luoghi loro di$tintam\~ete diremo. Percioche altro luogo, & altro $patio $i debbe dare al mercato, altro al teatro, & altro al luogo doue figio 5 ca alle braccia, & altro à vno tempio; la onde bi$ognerà hauere ri$petto, $ecõdo che ricerca la qualità, & lo v$o di cia$cuno edificio nel Situarlo, & dargli la for- ma. Ma per$eguitare, $i come in que$to luogo cominciamo di parlare general mente, tratteremo $olam\~ete di quelle co$e, che noi giudicheremo nece$$arie: $e 10 prima però raccõteremo alcune co$e delle linee, che faráno molto a propo$ito, ad e$primere il fatto. Percioche hau\~edo à trattare del di$egno del $ito egli è cõueni\~ete, che noi trattiamo prima di quelle co$e cõ lequali $i fa detto di$egno.

Ogni di$egno adúque $i fa di linee et di angoli, le linee $ono quello vltimo di $egno, che chiude intorno lo intero $patio del $ito. La parte della $uperficie, $uggetta à que$to di$egno che è cõtenuta da due linee che $i toccano l’una l’al- 15 tra, $i chiama angolo. Percioche dall’inter$ecatione di due linee l’una cõ l’altra $i fanno quattro angoli. De quali $e qual $iè luno, $arà vguale à vno <002> vno à tut ti tre gli altri, $i chiamerãno à $quadra, & quelli che $arãno minori, $i chiamerã- no $otto $quadra, & i maggiori, $opra $quadra. Le linee ancora, alcune $ono di ritte, & alcune torte, delle linee a chiocciola, & delle auuolte nõ fa qui me$tiero 20 cheio raccõti. La linea diritta è vn filo tirato da vn pũto ad uno altro, talm\~ete ch’e’ nõ vi $e ne po$$a tirare altro minore. La linea torta è vna parte di vn cer- chio, il cerchio è quel di$egno fatto da lo vno de duoi punti, & girato talm\~ete in la mede$ima $uperficie, che in tutto il $uo aggiramento, nõ $ia mai ne piu pre$$o, ne piu lontano, da quello immobile del mezo, che e’ $i fu$$e quãdo e’ cominciò 25 da prima à girar$eli intorno. Ma a que$te co$e $i dee aggiugnere, che la linea torta, la qual noi dic\~emo ch’era parte d’vn cerchio, appre$$o dinoi qui Architet tori, <002> via di $imilitudine $i chiamerà arco. Et quella linea che dai duoi pũti del la linea torta $i parte, & va diritta, $i chiamerà <002> la mede$ima $imilitudine corda. Et quella linea che part\~edo$i dal pũto del mezo della corda, & che la$ciãdo$i da 30 ogni lato angoli vguali, andrà in$ino all’arco, $i chiamerà $aetta. Et quella che part\~edo$i dal pũto immobile ch’è d\~etro al cerchio, andrà <002> in$ino alla linea tor ta del cerchio $i chiamerà raggio. Et que$to punto immobile che è dentro nel mezo del cerchio $i chiama centro. Et quella linea che pa$$ando per il c\~etro, toccherà da amendue le bande il giro del cerchio, $i chiamerà diametro.

35 40

Gli archi ancora $ono differenti, percioche alcuno è intero, alcuno è $cemo, & alcuno è compo$to. Intero è quello che occupa la metà di vn cerchio, cioè [026]DELLA ARCHITETTVRA quello che ha per corda il diametro del cerchio intero. Lo $cemo è quello che ha la $ua corda minore dun diametro, & è ancora que$to arco $cemo parte di un mezo cerchio. Lo arco compo$to, $i fa di duoi archi $cemi, & però, per il congiugnimento che fanno i duoi archi $cemi inter$ecando$i in$ieme fa nella $omità vno angolo, ilche non interuiene nè allarco intero, nè allo $cenio. 5 Cono$ciute que$te co$e procederemo in que$ta maniera.

De le $orti de$iti, delle forme & figure loro, & quali $ieno le piu utili, & le piu $tabili. Cap. VIII. 10

I Siti alcuni $ono accantonati, & alcuni tondi; de gli accantonati ne $ono alcu- ni tutti di linee diritte, & alcuni di linee diritte, & di linee torte, me$colati in $ieme. Maio nõ mi ricordo già di hauerne trouato ne$$uno accantonato, ne gli edificij de gli antichi, fatto di piu linee torte, che non vi $ia introme$$a alcu 15 na linea diritta; Ma in ciò $i debbe auuertire à quelle co$e, che mancando in tutte le parti dello edificio, $on bia$imate grandemente. Et e$$endoui rendono lo edificio gratio$o & comodo. Cioè che i cantoni le linee, & tutte le parti in cer- to modo habbino varie forme, ma non però con troppa frequente varietà, nè troppa rara, ma talmente collocate $econdo chericerca la bellezza, & l’u$o, che le 20 intere parti alle intere, & le pari alle pari corri$pondino. Cõmodi$simamente $i v$ano gli angoli à $quadra: gli angoli $otto $quadra, nõ $ono $tati v$ati da alcuno, ne anche pure ne piccoli, & poco $timati $iti, $e nõ per forza, & con$tretto dalle qualità, & modi de luoghi, ò da il ri$petto di fare i $iti piu degni. Giudicarono che gli angoli $opra $quadra fu$$ero a$$ai conuenienti, ma guardaron$i che e’ non 25 fn$$ero mai di numero $compagnati in ne$$uno luogo. Il $ito tondo, dicono che è piu di tutti gli altri capaci$simo & di mãco $pe$a à chiuderlo d’argine, ò di muro.

Il piu vicino à que$to, dicono ch’è quello, che ha molti canti, ma bi$ogna che e’ $ieno al tutto canti $imili, & corri$pondenti$i, & vguali per tutto il $ito. Maloda no piu delle altre quelle piãte, che e’ cono$cono che alzino le mura piu comode 30 à bene $tatuire le altezze della opera; come è quella che ha $ei, & quella che ha ot- to cãtoni. Io ho veduta vna pianta di dieci angoli, cõmodi$sima, & che ha maie $tà. Puo$si anco $tabilirne bene vna di 12. angoli & di 16. ancora: & io veram\~ete ne ho veduta vna di 24. ma que$te $ono radi$sime. Le linee de fianchi, debbon e$$er po$te talm\~ete, che quelle che le $ono aricontro $ieno loro vguali, nè $i deue 35 gia mai in tutta vna opera applicare linee lunghi$sime in vn filo à cãto à le corti$- $ime: Ma $ia in $ra loro, $ecõdo la rata delle co$e, una cõueni\~ete, & ragioneuole proportione. Vogliono che gli angoli $i põghino di uer$o quel lato, dõde ò dal pe$o della ripa, ò dallo impeto, & forza delle acque, ò dei venti $op ra$tannoi pe- ricoli, & le perco$$e: acciò che la ingiuria, & la Mole, che vien à percuotere ne l’edificio $i fenda et $i diuida in piu parti, combattendo, (per dir co$i) con 40 la gagliarda cantonata delle mura, non con la debolezza delle facciate contro à tale mole$tia. Et $e gli altri lineamenti dello edificio ti vieteranno, che tu non po$$a v$ar e que$to angolo in que$to luogo, come tu vorre$ti, v$a le linee torte: con ciò $ia che la linea torta è una parte di cerchio, & e$$o cerchio $e- [027]LIBRO PRIMO. condoi Filo$ofi è tutto angolo. Il $ito dipoi $arà, ò in piano, ò in co$ta ò in ci- ma de monti: $e $arà in piano e’ bi$ogna alzarti da terra, & far qua$i che un poget to:percioche oltra che que$to $ito in piano $i conuien molto alla dignità, $e tu non lo farai, te ne re$ulterãno incommodità grandi$sime. Perche lo allagar de fiumi, & le pioggie $ogliono ne luoghi piani arrecar fango: onde accade che e$$o 5 terreno $i va a poco a poco inalzando, oltre che $e per neglig\~etia de gli huomini, non $ono portati viai calcinacci, & le ribaldarie che tutto il giorno $i la$ciano, i piani facilmente $i inalzano. Frontino v$aua dire, che Roma à tempi $uoi $i era alzata di colli, per le continue ar$ioni. Ma noi veggiamo quella mede$ima in que$ti tempi e$$er qua$i tutta $otterrata, dalle rouine, & dalle ribalderie. Io ho 10 vi$to nel ducato di Spuleto vno antico tempietto po$to in piano $otterrato pure in gran parte, per lo alzarui$i c’ha $atto il terreno: di$t\~edendo$i quella pianura in- $ino $otto i monti. Ma à che racconto io quelle co$e che $ono $otto i monti? Lungo le mura di Rauenna quel nobile tempietto che ha per tetto vna tazza di pietra di un pezzo $olo ancor che e’ $ia vicino al Mare, & a$$ai lontano da mõti, è 11 $otterrato piu che la quarta parte del terreno per l’ingiuria de t\~epi. Ma quãto que$to poggetto debba e$$er alto à cia$cuna pianta $i dirà al $uo luogo: quãdo nõ $ommariamente come quì, ma piu di$tintamente di ciò tratteremo. Debbe certo cia$cun $ito e$$er fatto, ò dalla natura, ò dall’arte $aldi$simo. Et però io p\~e $o che $i debba primieramente fare à modo di coloro: che ne ammoni$cano che 20 noi e$aminiamo con vna, ò piu fo$$e lontana l’una dalla altra quanto vaglia, ò $ia buono, il terreno con l’e$$ere $pe$$o, ò raro, ò tenero à reggere il pe$o della mu- raglia. Percioche$e ella $i porrà in $piaggia $i debbe auuertire, che le parti di $opra cõ lo aggrauare non $pinghino:ò che le parti di $otto, $e per $orte $i moue$- $ero, non $i tirino l’altre ado$$o. Io vorrei che que$ta parte dello edificio, c’ha 25 à e$$ere ba$a à tutta la opera fu$si fermi$sima, & da tutte le parti grandemente af- fortificata. Se il $ito $arànella $ommità di vn monte, ò egli vi $i douerà hauer ad alzare da qualche banda, ò vero $pianando la punta del monte, $i harà à pa- reggiare. Quì è da con$iderare, che noi douiamo eleggere di far quello, (ha- uendo pur ri$petto alla dignità,) che $i po$si fare cõ manco, & piu mode$ta $pe- 30 $a & fatica, che $ia po$sibile. For$e farà à propo$ito $pianare vna parte della cima, & vna parte del pendio allargandolo accre$cere. Per ilche fu molto $a- uio quello Architettore, chi egli $i fo$$e, che diede perfettione ad Alatro, Cit- tà di campagna di Roma po$ta in$ul $a$$o$o monte. Percioche egli procurò che la ba$e ò della fortezza, ò del tempio, la quale hoggi $ola vi $i vede, e$$endo 35 rouinati tutti gli altri edificij che vi erano, fu$$e murata, & affortificata di $ot- to con i pezzami sfe$si, & $tacchati dallo $pianato della cima del monte. Et è in que$ta opera quel che io lodo grandemente: ciò è che egli po$e lo angolo della pianta da quel lato, onde il monte pende piu repente, & affortificò quel- lo angolo con grandi$simi pezzami amma$$ati l’uno $opra l’altro, de i frammen- 40 ti oltra modo grandi, & operò nel congiugnere le pietre con mode$ta $pe$a, che lo edificio appari$$e ornato. Piacquemi ancora il con$iglio di quello Archi- tettore, che non hauendo pietre à ba$tanza, fece per reggere il pe$o del mon- te, vna $carpa di $pe$si mezi cerchi, mettendo il dor$o delle linee torte, entro [028]DELLA ARCHITETTVRA nel monte. Laquale muraglia oltra che ella è bella à vedere, è ancora gagliar- di$sima, & ha ri$petto alla $pe$a. Perche ella fa certo vn muro nõ $odo tutto, ma tanto gagliardo, come $e e’ fo$$e $odo per tutto con tanta larghezza quanta $ono iui le $aette delle linee torte. Piacemi ancora la oppenione di Vitruuio, la quale io veggo e$$er $tata o$$eruata da gli antichi architettori in Roma per 5 tutto; & ma$simo nella muraglia di Tarquino, che vi $ien fatti $otto barbaca- ni, ma non o$$eruaron già in tutti i luoghi, che l’un barbacane fu$$e di$cofto dal- lo altro, quanto era l’altezza di e$$a $carpa: Ma $econdo che bi$ognaua alla $aldezza ò alla debolezza del monte, gli faceuano hor piu $pe$si, & hora piu ra- di. Ho con$iderato ancora che gli Archittetori antichi non $i contentarono 10 di vna $ola $carpa vicina al loro $ito, ma ne v$arono piu qua$i come gradi, che in$ino alle piu ba$$e radici del monte, face$$ero forte & gagliarde, le ripe di e$$o monte. Nè mi fo certo beffe del parer loro. A Perugia quel Riuo che pa$$a infra il monte Lucino, & il colle della città, per cauare continuamente rodendo le radici del monte, $i tira dietro tutta la pendente machina che gli $ta $opra: Donde gran parte della città $i disfa & rouinati ado$$o. Io certo lodo 15 grandemente molte capellette, le quali $ono adattate intorno alla pianta della chie$a grande in Vaticano: Percioche di que$te quelle che $on po$te nel caua to del monte, congiunte alle mura della chie$a; giouano a$$ai & alla fortezza, & alla comodità, concio$ia che elle $o$tengono la machina del monte, che con- tinuamentele aggraua, & raccolgono la humidità che $corre giu peril pen- 20 dio del monte, & le impedi$cono la via da potere an dare nel tempio: Onde il prineipal muro della chie$a re$ta piu a$ciuto, & piu forte. Et quelle capelle che dallo altro lato, nel piu ba$$o del pendente monte $on fatte, fermano coni loro archi tutti il fatto piano di $opra: & raffrenando tutte le motte del terre- no che fu$$ero per cadere, po$$ono facilmente $opportarle. Et ho con$iderato 25 ancora che quello Architettore, che fece in Roma il tempio di Latona, molto con$ideratamente prouuedde alla opera, & alla $carpa: Percioche egli collocò talmente lo angolo della pianta adentro nel monte, che $opra gli $edeua; che due diritte mura reggono la $opra$tante forza del pe$o: & con hauerli me$$o arincontro il detto angolo, diui$e, & $cõpartì la mole$tia che gli $ta $opra. Ma 30 poi che noi habbian cominciato à celebrare le lodi de gli antichi, che edifica- rono con $auio con$iglio, io non vo la$ciare indietro quel che mi $ouuiene, & che fa molto à quefto propo$ito. Neltempio di S. Marco è vno ordine d’u- no Architettore molto vtile, hau\~edo egli affortificato molto il $uolo del tempio lo la$ciò pieno di molti pozzi, accioche $e per $orte $i genera$sino alcuni fiati, 35 ò vapori $otto terra e’ troua$$ero facilmente via da v$cir$ene. Finalmente tut- ti quei piani che tu farai, coperti di alcuna copertura, è di nece$sità che tu gli pa reggi à vn piano:ma à quelli che hanno da re$tare allo $coperto, non $i ha à dare piu pendio, che quel che ba$ti à $colare le pioggie, ma di ciò $ia detto à ba$tanza, & $or$e piu che non $i ricerca in que$to luogo. Percioche la maggior parte di 40 que$te co$e, che noi habbiamo dette s’a$pettano alle mura. Ma e’ ci è auue- nuto, che quelle co$e che $on qua$i per lor natura congiunti, noi ancora nel par larne, non le habbiamo $eparate. Re$taci à trattare dello $compartimento.

[029]LIBRO PRIMO. De lo $compartimento, & onde $ia nato il modo dello edi$icare. Cap. I X.

COn$umi$i tutta la forza dello ingegno, & ogni arte da edificare muraglie & tutto il $aper in$ieme, nello $compartimento: Percioche le parti d’uno intero edificio, & per dir co$i, tutte le intere habitudini di cia$cuna delle 5 parti: & tutta la unione, & il congiugnimento finalmente di tutte le linee, & di tutti gli angoli in un’opera(hauuto$i ri$petto all’utilità, dignità, & piaceuolezza) $ono mi$urate da que$to $olo $cõpartim\~eto: Percioche $e la Città $ecõdo la $en- tenza de Filo$o$i è una certa ca$a grande, & per l’oppo$ito e$$a ca$a è una picco- la città; perche non diren noi, che i membri di e$$a $on qua$i Ca$ipole, come è il 10 Cortile, le Loggie, la Sala, il Portico, & $imili? Et qual $arà co$a, che $ia in qual s’è l’uno di que$ti, trala$ciata per negligentia, o per tra$curataggine, che nõ nuo ca alla dignità, & alla lode dell’opera? Debbe$i hauer molta cura, & diligenza nel con$iderare que$te co$e, che $i a$pettano, & giouano a tutto l’edificio: Et $i debbe procurare, che ancora le minime parti, non $iano, & dall’ingegno, & dal- 15 l’arte disformi. Conu\~egon$i molto a fare ciò atta & comodamente tutte quel le co$e, che noi habbiamo dette di $opra della Regione, & del Sito: Et è ragio- neuole, che non altrimenti che le membra, in un corpo, corri$pondono l’una all’altre; co$i ancora corri$pondino le parti all’altre parti dell’edi$icio: Onde $i dice, chei grandi edi$ici uogliono gran membri. Laqual co$a in uero, talmen 20 te o$$eruarono gli Antichi; che e’ fecero sì le altre co$e; sì ancora i mattoni a Publici, & grandi$simi edi$icij; molto maggiori che a Priuati: Et perciò a cia- $cun membro, $i debbe contribuire, luogo atto; & $ito accomodato: nõ minore che la dignità $i richieggia; non maggiore, che lo v$o $i ricerchi; non in luogo impertinente, & che non $tia bene; main $uo luogo, & talmente proprio; che ei 25 non $i po$$a porre altroue, piu comodamente. Nè $i deue porre, la parte che dello edi$icio ha da e$$er la piu honorata; in luogo abbandonato: nè quella che dene e$$ere la piu publica; in luogo a$co$o: nè quella che deue e$$ere priuata; in luogo troppo $coperto. Aggiugni ancora, che e’ $i debbe hauere ri$petto, alle $tagioni de tempi; perche e’ $i debbe attribuire altre co$e, ne luoghi caldi; & al- 30 tre ne freddi: Percioche altre, altri $iti, & altre grandezze ricercano. Sei luo- ghi per la State, $aranno $patio$i, & larghi; & quegli dello Inuerno raccolti; non $arãno bia$im ati; Perche ne caldi $i ricercano le ombre, & i venti; & ne freddi i Soli. Et in que$to bi$ogna auertire, che non interuenga, a gli habitãti di ha- uere ad v$cire di vn luogo freddo; & andar$ene in l’altro caldo, & aftannolo; $en- 35 za intramettere aria contemperata: Ouero che di que$to caldo non $e ne va- dino in l’altro, per i $reddi, & per i venti, nociuo: perche que$to nocerebbe, piu che altra co$a, alla $alute de corpi loro. Et bi$ogna che e’ conuenga l’un mem- bro, con laltro; per $tabilire in$ieme & cõporre la bellezza, & la lode comune di tutta la opera: Accioche nel preoccupare l’uno tutto il bello; non re$ti tutto il 40 brutto addo$$o a quell’altro. Ma $iano infra loro talmente proportionate; che paino vno intero, & ben’finito corpo; piu to$to che $taccate; & $emina- te membra. Dipoi nel dar $orma a que$te membra; bi$ogna immittare la mo- de$tia della natura: Percioche noi, $i come nelle altre co$e;co$i ancora in que- [030]DELLA ARCHITETTVRA fta non tanto loderemo la mode$tia, quãto che noi bia$imeremo ancoralo $tra- boccheuole appetito dello edificare. Bi$ogna che le membra $ieno mode$te, & nece$$arie à quel che tu uuoi fare: Percioche tutta la ragione dello edi$icare, $e tu guarderai bene, è nata dalla nece$sità, nutrita dalla cõmodità, abbellita dal 5 l’u$o; l’ultima co$a, è $tata il riguar dare alla dilettatione ancora ch’e$$a dilettatio ne $empre $i $ia di$co$tata da le co$e non moderate. Sia adunque l’edificio tale che e’ non ui $i de$ideri piu membra, che ui $iano, & quelle che ui $ono, non $ie- no per conto alcuno da e$$er bia$imate. Nèio uorrei però che l’edificio fu$$e per tutto terminato da un mede$imo tirare di linee, ch’e’ paia ch’elleno non ua- 10 riino in co$a alcuna infra di loro: Percioche alcune cõ l’e$$ere maggiori ne dilet teranno, & alcune con l’e$$ere minori, & alcune cõ l’e$$ere infra que$te medio- cri. Adunque piacerãmi che una parte $ia terminata da linee diritte, un’altra da linee torte, & un’altra finalmente dalle torte, & dalle diritte in$ieme; pur che tu o$$erui quel ch’io ti ho detto $pe$$e uolte, cioè che tu non ca$chi in quello er- 15 rore, ch’e’ paia che tu habbi fatto uno mon$tro, con $palle, ò fianchi di$uguali; la uarietà è certo in ogni co$a un condimento di gratia, quando ella congiugne, & & mette in$ieme, le co$e ugualmente di$co$to, cõ pari ragione. Ma $arà certo co$a bruti$sima $e elleno $aranno $compagnate & infra di loro di$uguali: Per- cioche sì come in unalyra, quando le uoci graui corri$pondono alle acuti, & le 20 mezane ri$uonano accordate infra tutte que$te, $i fa della uarietà delle uoci una $onora, & qua$i marauiglio$a unione di proportioni, che grandem\~ete diletta, & & intrattiene gli animi de gli huomini: Il mede$imo ancora interuiene in qual $i uoglia altra co$a, che ne cõmuoua & diletti gli animi no$tri. Finalmen te que$te co$e $i debbono e$$eguire $econdo che ricerca, o l’u$o, o la commo- dità, o ueramente una lodata con$uetudine de gli huomini, che $anno; Percio- 25 che, o il repugnare alla con$uetudine toglie il piu delle uolte la gratia, o lo accõ $entire arreca guadagno, & fa bene:concio$ia che gli altri approuati$simi Archi tettori, par che habbino con il fatto accon$entito, che que$to $compartimento, o Dorico, o Iouico, o Corinthyo, o To$cano, $ia piu di tutti gli altri commodi$si- mo; non che qua$i forzati da leggi douiamo acco$tarci a loro, in tra$portare in 30 que$ta no$tra opera, i loro di$egni; ma douiamo sforzarci (ammae$trati da loro) di mettere innanzi nuoue co$e trouate da noi per uedere $e gli $i può acqui$tar pari, o maggiori lodi di loro. Ma di que$te co$e a lor luoghi piu di$tintamente parleremo, quando noi andremo e$aminando in che modo $i debba collocare una Città, e le membra $ue, & tutte quelle co$e, che $ono ad u$ar$i nece$$arie.

35 Delle Colonne, & delle Mura, & delle co$e che alle Colonne $i a$pettano. Cap. X.

HOra ci re$ta a trattare $ommariamente del di$egno delle Mura. Ma io non uorrei ch’e’ $i la$cia$$e in dietro in que$to luogo, quel ch’io ho nota- 40 to appre$$o de gli antichi; cioè ch’eglino grandemente $i guardarono di non tirare ne$$una ultima linea della pianta, talmente diritta, che lunghi$si- ma & $ola non $u$$e intrapre$a, o da alcuna cõcauità di linee torte, o da alcuno inter$ecamento di Angoli; & è ma nife$ti$simo che quei prudenti$simi huomini [031]LIBRO PRIMO. fecion que$to: per fare che il muro qua$i che aggiuntoli appoggi, a quali $i acco- $ti, diueni$$e piu gagliardo. Nel trattare de modi delle mura $i debbe comin ciare dalle co$e piu degne. Que$to luogho adũque ne auerti$ce, che noi douia mo trattare delle Colonne, & di quelle co$e, che $i a$pettano a e$$e colõne; cõcio $ia che che e$si ordini di Colõne non $ono altro, che un muro aperto, & fe$$o in 5 piu luoghi. Et giouandone di diftinire e$$a Colonna, nõ $arà fuor di propo$ito $e io dirò che ella $ia vna certa ferma, & perpetua parte di muro, ritta a piombo, dal piano del terreno all’alto, atta a reggerele coperture, Oltra di que$to in tut- ta l’arte dello edificare, non trouarai co$a alcuna, che quanto alla opera, alla $pe- $a, & alla gratia, tu la anteponga alle colonne. Ma hanno e$$e colõne vn certo 10 che in loro, mediante il quale, elle hãno una certa di$$omiglianza. Noi in que $to luogo non pretermetteremo la loro $imilitudine, perche $i a$petta alla gene ralità: ma della di$$omigliãza loro, appartenendo$i alla $pecie, ne parleremo al- troue al $uo luogo; ma <002> cominciare come $i dice da e$$e radici, a tutte le Colon ne $i fanno, & metton $otto i fondamenti; pareggiati i fondam\~eti al piano dello 15 $pazzo, v$arono porui $opra vn muricciuolo, il quale noi chiamaremo zoccolo, altri for$e lo chiameranno Dado, $opra il zoccolo poneuano la ba$a, & $opra la ba$a la colonna, & $opra la colonna, il capitello, la proportione loro era che dal mezo in giu elle fu$$ero alquanto piu gro$$ette, & dal mezo in $u $i anda$$ero al- quãto ri$tring\~edo, & che ella fu$$e ancora da piede, alquãto piu gro$$a, che la piu 20 alta parte da capo. Etio mi p\~e$o che da principio la colõna fu$$e trouata <002> $o $tenere le coperture. Dipoi gli ingegni de gli huomini, $i come noi ueggia- mo, $i eccitarono a co$e degne; & $i sforzarono che le co$e, che loro mortali edi- ficauano, rimane$$ero qua$i eterne, & immortali; & per que$to po$ero colõne, & traui, & intauolature, & coperture tutte di Marmo. Et nel porre que$te co$e 25 gli Architettoriantichi, imitarono talmente la natura di e$$e co$e, che e’ non vol lono parere di e$$er$i punto di$co$tati dall’u$o cõmune degli edificij; & in$ieme po$ono ogni $tudio che le opere loro, fu$sino, & atte, & $tabili ad v$arle, & gra- tio$e alla vi$ta. La natura certo ne por$ele Colonne da principio di legno, & tõde; & dipoi nell’u$arle è auenuto che elleno in alcuni luoghi $i $iano fatte qua- 30 dre. La onde $e io ne giudico bene, ved\~edo$i nelle Colõne di legno certi anel- li, & cerchi di Brõzo colato, o di ferro po$ti da piedi, & da capo, acciò che per il cõtinouo pe$o, che elleno doueuano reggere, nõ $i fende$$ero: Au\~ene che poi gli Archittetori la$ciarono nel piede delle colõne di Marmo, vn Collarino a $i- militudine d’una fa$cetta; Onde auiene che <002> lei $i difendono dalle gocciole, 35 che ri$altano. Et da capo ancora la$ciarono vna fa$ciuola piccola, & $opra vi po$ono vn mazzocchio; Con i quali aiuti ella pare$$e loro una Colonna di le- gno afforzificata. Ma nelle Ba$e delle Colonne, o$$eruarono che nella loro piu ba$$a parte, fu$sino di linee dritte, & d’Angoli a $quadra: & nella $uperficie di $opra di e$$e, vollono che e$$a ba$a fu$si della gro$$ezza del giro della Co- 40 lonna; Et o$$eruarono che que$ta ba$a da ogni lato fu$$e piu larga, che alta. Et vollono che ella fu$si piu larga che la Colonna, vna determinata parte di $e $te$$a; Et la $uperficie di $otto di e$$a ba$a uol$ono ancora piu larga, che quella di$opra, & uollono che il zoccolo fu$$e una certa determinata parte piu lar- [032]DELLA ARCHITETTVRA go che la ba$a, & il fondamento altre$i piu largo, che il zoccolo, di determinata patte. Et tutte que$te co$i fatte co$e, che me$$o l’una $opra l’altra, le collocaro- no a piombo $opra il centro del mezo. Ma per l’oppo$ito tutti i Capitelli con uengono in que$to, che le partiloro di $otto, imitano le loro colonne, & quelle di $opra fini$cono in $uperficie quadra, perche ueramente la parte di $opra del 5 capitello $empre $arà alquanto piu largo che quella di $otto: Que$to ba$ti quã to alle Colonne. Ma il muro$i debbe alzare con pari proportione alle colon- ne, accioche $e egli harà da e$$ere alto, quanto la colonna con il $uo capitello, la $ua gro$$ezza $ia la mede$ima che quella della Colonna da ba$$o. Et o$$eruaro no ancor que$to, cioè che non fu$$e alcuna colonna, o ba$$a, o capitello, o muro, 10 che non fu$$e al tutto $imile in ogni conto alle altre co$e del mede$imo genere, & di altezza, & di larghezza, & finalmente d’ogni $orte di$compartimento, & fi- gura. E$$endo adunque errore l’uno & l’altro, fare il muro piu $ottile, o piu gro$$o, & piu alto, o piu ba$$o, che la proportione, & il modo non ricerca. 10 nientedimeno uorrei piu pre$to peccare in que$ta parte, chè piu to$to $e ne po- 15 te$$e leuare, che hauerui ad aggiugnere. In que$to luogo mi piace di non la- $ciare in dietro gli errori de gli edificij, accioche noi ne diuegniamo piu accorti. La principal lode è, che e’ non ui $ia difetto ne$$uno. Et io ho con$iderato nel- la Chie$a di Santo Pietro in Roma, quel che il fatto da per $e $te$$o dimo$tra c$$e- re $tata co$a mal con$igliata, che e’ fu$$e tirato $opra i continuati & $pe$si uani, 20 uno muro molto lungo, & molto largo, $enza hauerlo afforzificato con alcune linee torte, nè con alcuno altro afforzificamento. Et quel che meritaua piu con$ideratione è, che tutta que$ta Alia di muro, laquale ha $otto troppo $pe$si, & continuati uani, e$$endo tirata molto in alto, fu e$po$ta per Berzaglio alli im- petuo$i fiati di Greco. La onde di già è auenuto che per la continoua mole$tia 25 de Venti, ella $i $ia piegata dalla $ua dirittura piu di tre braccia. Nè dubito punto, che in breue, o per poca $pinta, o poco mouim\~eto non rouini. Ma che piu? $e ella non fu$$e rattenuta dalle trauate de tetti, $arebbe di già per il $uo in- cominciato piegar$i, certamente rouinata. Ma e’ $i debbe alquanto manco bia$imare lo Architettore, che e$$endo for$e ito dietro alla nece$sità del luogo, 30 & del $ito; $i pensò for$e per la uicinità del monte, d’e$$er a$$ai $icuro da i uenti, il- qual monte $oprauanza al Tempio. Io harei uoluto nientedimanco; che quel le Alie da tutte due le bande fu$$ero piu afforzificate.

Di quanta utilità $ieno itetti, & alli habitatori, & all’ altre parti degli cdific{ij}, & che e’ 35 $ono uar{ij} di natura, però s’hanno a fare diuarie $orti. Cap. X I.

LA utilità delle coperture, è la principale, & la importanti$sima. Impe- roche non $olamente conferi$ce alla $alute de gli habitatori, mentre che ne difende dalla notte, dalle pioggie, & piu che altro da il caldi$simo Sole. 40 Ma difende ancora tutto lo edificio, leuate uia le coperture $i putre$a la mate- ria, $i pelano le mura, $i aprono le facciate, finalmente, tutta la muraglia a poco a poco rouina. Efsi fondamenti ancora, ilche a pena crederai dalla dife$a delle coperture $i fortificano. Ne $ono rouinati tanti edificij da ferro, fuo- [033]LIBRO PRIMO. co, o guerra, di moltitudine di nimici: & da tutte le altre calamità quãto che per e$$ere $tati la$ciati $pogliati, & $coperti, piu che per altra cagione dalla negligen- tia de Cittadini. Sono certo le coperture contro le tempe$te, cõtro le ingiurie, & contro gli impeti, le armi delli edificij. Le quali co$e poi che co$i $ono, mi pa re che i no$tri Antichi face$$ero egregiam\~ete, sì nelle altre co$e, sì in que$ta, che 5 e’ uollono attribuire tanti honori alle coperture, che in adornarle con$umaro- no qua$i che tutta la mae$tria del fare ornamenti. Percioche noi ueggiamo al- cune coperture di Rame, alcune di Vetro, alcune d’oro, & altre con traui d’oro, & impalcature dorate, & di cornici di fiori, di $tatue egregiamente adornate. Le coperture alcune $ono allo $coperto, & alcune no; $coperte $on quelle, $opra 10 le quali non $i puo caminare; ma $olamente $ono po$te a riceuere le pioggie. Quelle che non $ono allo $coperto, $ono le impalcature, & le uolte, che $on me$ $e infra il tetto & i fondamenti; onde pare che $ia po$to uno edificio $opia un’al- tro. In que$ti accaderà che e$$a $te$$a opera, che a membri di $otto $arà coper- tura, $arà ancora $pazzo de m\~ebri di $opra. Ma di que$te tali impalcature, quel- 15 la ueramente che noi haremo $opra il capo, $i chiamerà palco; il quale ancora chiameremo Cielo. Ma quella, che nello andare noi calcheremo co piedi, $i chiamerà $pazzo. Et $e quelle vltime coperture che $tanno allo $coperto, $er- uono per pauimento, o no, ne di$puteremo altroue. Ma le coperture, che $tan no allo $coperto ancor che le $ieno for$e di $uperficie piana, non debbono e$$ere 20 però giamai col pauimento di$opra, di$co$to ugualmente dal pauim\~eto che el- leno cuoprino di$otto: Ma $empre debbono pendere in alcuna delle parti, per $colare le pioggie. Male coperture, che $ono coperte, bi$ogna che $iano di $u- perficie piana per tutto lontana a un modo dal pauimento. Egli è di nece$sità che tutte le coperture $i accommodino con le linee, & con gli angoli, alla figura 25 & forma del $ito, & delle mura che elleno debbono coprire. Et $uccedendo que$te co$e infra loro variamente, perciò che alcune $ono di linee tutte torte, al cune di linee tutte dritte, & alcune me$colatamente di amendue, accade che le coperture ancora $ono uarie & di molte forme. Ancor che le coperture natural mente da per loro $on di uarie $orti; per ciò che alcune $ono a tribuna, altre 30 con quattro archi, altre a meze botti, & altre compo$te con uolte di piu archi, & alcune, che $tanno a pendio l’una uer$o l’altra, & alcune a capanna pendono da duoi lati; ma habbi$i a fare qual $i uoglia di que$te $orti, e’bi$ogua che ogni co- pertura $ia fatta talmente, che ella cuopra, & difenda con la $ua ombra il paui- mento, & rimuoua uia ogniacqua, & pioggia, difendendo tutto lo edificio $o- 35 pra il quale ella è po$ta per copertura. Percioche la pioggia $empre è apparec- chiata a nuocere. Et giamai è che ella non pigli ogni uia, benche minima, per far male: Concio$ia che ella con l’e$$ere $ottile penetra & fora, con la humidi- tà macchia & gua$ta, con la continouatione infracida tuttii nerui dello edifitio: & finalmente corrompe & rouina ogni muraglia in$ino da fondamenti. Et per 40 que$to i $aggi Architettori, o$$eruarono diligentemente che le pioggie haue$- $ino libero pendio, donde $colare; & $i guardorono che la acqua non $i ferma$$e in luogo alcuno, o anda$$e in lato, doue ella pote$$e far danno. Et per que$to uol$ero che ne luoghi neuo$i, le coperture, & ma$simo, i tetti a capãne, haue$sino [034]DELLA ARCHITETTVRA gran’ pendio, alzando$i ad angolo $otto $quadra, accioche nõ ui $i po$$endo trop po fermare la neue, ella non ui multiplica$$e, & $cola$$e piu facilmente; ma ne luo ghi piu $taterecc@ (per dir co$i) po$ono le coperture manco repenti. Vltimam\~ete, è da procurare il piu che $i puo, che hauuto ri$petto a lumi, & alle mura, tutto lo edificio finalm\~ete $ia coperto di una $te$$a copertura uguale, & qua$i d’un pezzo, 5 in modo che ca$cando$ene l’acqua per le grondaie, non macchi, o bagni alcuna parte delle mura; oltra que$to bi$ogna porre in modo e$$e coperture, che e’ non $pioua l’un tetto $u l’altro. Gli $pazzi ancora de tetti, doue debbe correre la ac- qua, non debbono e$$ere troppo lunghi, o grandi fuor di mi$ura; percioche le pioggie per la $ouerchia abbondanza delle acque ne canali de gli vltimi tegoli, 10 $tornerieno a dietro, & piouerebbon dentro nello edificio; laqual co$a farebbe all’opera grandi$simo danno. Doue $arà adunque il piano grandi$simo, bi$ogna che il tetto $ia $compartito in piu pendij, & pioua in diuer$e parti, Et que$to arre ca $eco parte commodità, & parte ancora bellezza; $e egli accaderà in alcuno luo go porre piu coperture, aggiunghin$i talmente l’una a l’altra, che coloro, che vna 15 fiata $ono in ca$a, po$sino andar per tutto al coperto.

De uani de gli edific{ij}, cioè fine$tre, porti, & degli altri che non pigliano tutta la gro$$ezza delle mura, & del numero, & della grandezza loro. Cap. XII. 20

RE$taci a dire de uani, i uani$ono di due $orti, percioche altri $eruono alu- mi, & a Venti, & altri allo entrare & u$cire delli habitatori, & di tutte le co$e nece$$arie per tutto lo edificio. A lumi $eruono le fine$tre, alle co$e le porte, le $cale, & gli $patij trale colonne: & quelli ancora, onde le acque, & i fumi $e ne vanno, come pozzi, fogne, o per dir co$i, gole di cammini, bocche 25 di $orni, & truogoli, & acquai, $i chiamano ancora uani. Et debbe ogni $tanza dello edificio hauere fine$tre onde l’aria rinchiu$a $e ne po$$a u$cir via, & per a tempo rinouar$i, perche altrimenti $i corromperebbe, & $arebbe cattiua. Rac- conta Capitolino hi$torico, che in Babilonia nel Tempio di Apolline fu tro- uata una Ca$$ettina d’oro antichi$sima, nel rompere della quale, ne v$cì un fra- 30 gore di aria corrotta perla lunghezza del tempo, & talmente veleno$a, che $pan dendo$i, non $olamente ammazzò quelli, che erano quiui uicini, ma corrop- pe di crudeli$sima pe$te tutta l’A$ia in$ino a Parti. In Ammiano Marcellino hi$torico habbiamo letto, che ne’ tempi di Marco Antonio, & Vero; In Se- leucia doppo che fu $pogliato, & rubato il Tempio, & tran$portata in Roma 35 la Immagine del Conico Appoline, e$$erui $tato ritrouato da Soldati uno pic- colo buco, $uto prima riturato da Sacerdoti Caldei. Il quale poi aperto da det- ti Soldati, come auidi di prede, gittò vn fragore tanto pe$tifero, & tanto cru- dele, & tanto dete$tabile, che da i confini di Per$ia in$ino in Francia ogni co- $a diuenne infetta di crudele, & mi$erabil morbo. Tutte le $tanze adunque 40 debbono hauere fine$tre. Etquelle, sì per hauere i lumi, sì perche vi $i rinuo- ui l’aria, & debbono ueramente e$$ere accommodate $econdo il bi$ogno, & $e- condo la gro$$ezza delle mura; accioche le non riceuino nè piu, nè meno lu- me, nè $ieno piu $pe$$e, o piu rare che il bi$ogno, ò l’u$o non ricerchi. Oltra di [035]LIBRO PRIMO. que$to $i debbe procurare a che Venti e$$e fine$tre debbino e$$er uolte; percioche e’ ne $arà lecito fare quelle, che guarderanno in ver$o aure $alutifere molto aper- te per ogni ver$o. Et gioueracci di aprirle talmente, che il fiato del vento vadia intorno a corpi de gli habitatori; & que$to $i farà facilmente, $e le $ponde delle fi- 5 ne$tre $i la$ceranno tanto ba$$e, che e’ $i po$si & e$$er veduto, & ve lere coloro, che pa$$ano per le $trade. Ma quelle fine$tre che $aranno uolte inuer$o i Venti, di Regioni non co$i del tutto $ane, $i debbono fare in modo, che le riceuino i lumi non minori, che conuenìenti; mane anco tanto grandi, che e’ $i pote$si fare con minori, & que$te $i debbono porre alte, accio che il muro da rincontro rompa i 10 Venti, prima che e’tocchino i corpi: Perciochea que$to modo $i haueranno i Venti, mediante iquali l’aria vi $i rinnouera, ma interotti; & però non al tutto mal $ani. Debbe$i ancora auertire quai $oli debbino entrare dentro nelle ca$e, & $econdo diuer$e commodità, far le fine$tre piu larghe, ò piu $trette. Nelle $tanze per la $tate $e le fine$tre $i porranno ver$o tramontana, elleno debbono far$i per ogni ver$o grandi, Et $e le $i porranno ver$oi Soli di mezo dì, $arà vtile 15 fare le fine$tre ba$$e & piccole; concio$ia che quelle $ono piu $pedite à riceuere le aure; Et que$te $aranno offe$e da minore quantità di raggi $olari, & harà a$$ai di lume quel luogo per il continuo aggirar$igli intorno del Sole; nelquale gli huo- mini $i raguneranno piu per hauerui ombra, che lume. Ma per il contrario nel le $tanze da verno, riceueranno meglio la $pera del Sole, $ele $aranno grandi; 20 ma non riceueranuo co$ii Venti, $e le $i porranno $u alto, & per ciò i Ventinon offenderanno di prima giunta gli habitatori, che ui $tanno dentro. Finalmen- te hauendo a pigliar lumi da qual $i uoglia luogo, e’ bi$ogna pigliargli in modo, che e’ $i vegga liberamente il Cielo. Et tutti quei vani che $i la$ciano per riceue- rei lumi, non è lecito in modo alcuno di la$ciarli ba$si: Percioche, i lumi $ono 25 ueduti da gli occhi, & non da i piedi; oltre che in $imili luoghi accade, che in- terponendo$i vno huomo a vno altro, $i interrompono i lumi; & tutto il re$to del luogo diuenta poi buio, la quale $commodità non accade $e ilumi vengono da alto. Le porte debbono imitare le fine$tre, cioè $ieno maggiori, ò minori, piu, o manco $econdo la frequentia, & il bi$ogno del luogo. Maio veggo che 30 gli Antichi o$$eruaron di la$ciare ne gli edificij publici a$$ai$simi uani, $imili a que $ti, d’am\~edue le $orti. Di ciò ci fan fede i Teatri, iquali $e noi bene e$aminiamo, $on tutti pieni di uani, sì di $cale, sì ancora di fine$tre, & di porte. Et que$ti uani $i debbon collocare talmente, che in mura gro$si$sime nõ $i la$cin vani piccoli$simi, 35 & nelle facciate piccole dellemura, nõ $i la$cin maggiori del bi$ogno. In que$te $orti di vani, altri, altri di$egni hanno lo- dati, ma i buoni Architettori non gli hã no v$ati, $e non quadri, & di linee diritte. 40 Tutti finalmente s’accordano a que$to, che $econdo la grandezza, & forma del- lo edificio, $i accõmodino, & $iano egli- no come $i vogliono. Appre$$o e dico- no che i vani delle porti, debbono e$$ere [036]DELLA ARCHITETTVRA $empre piu alti che larghi; & di que$ti, i piu alti, $ien quelli, che riceuino duoi cer chi, l’un $opra l’altro, & i piu ba$si habbino l’altezza della $chiãciana di quel qua drato che $i farebbe della lunghezza della $oglia. Et è conueni\~ete porre le por ti in quei lati, che ne conduchino piu che $ia po$sibile commodamente in tutte le parti delli edifitij. Et bi$ogna v$ar ancora dilig\~eza in dar gratia a $i mili uani, 5 con fare che da de$tra, & da $ini$tra $i corre$pondino cõ le mede$ime grãdezze. V$arono di la$ciare le fine$tre, & le porte, in caffo, ma talmente che le parti dalle bande $i corre$ponde$$ero par pari, Et quelle del mezo fu$$ero alquanto maggio ri. Et procurarono grandi$simamente di hauer ri$petto alla gagliardia de gli edifitij. La onde la$ciauano i uani di$co$to da canti, & dalle colonne ne luoghi 10 delle mura piu deboli, Ma non però tanto deboli, che non fu$$ero ba$tanti a reg gere il pe$o. Et auertiuano che quante piu parti delle mura $i pote$$e, anda$$ero diritte a piombo, & qua$i d’un pezzo $enza alcuno interrompimento, da i fonda menti per in$ino al tetto. Egli è una certa $orte qua$i di uani, che con la forma, & con il $ito imitano le porte, & le fine$tre, ma non penetrano tutta la gro$$ezza 15 del muro, ma come zane la$ciano belli & commodi $patij, & luoghi da $tatue, & da pitture. Ma in che luogo que$te, & quanto $pe$$e, & quanto grandi $i debbi- no la$ciare, lo diremo piu di$tintamente, allhora che noi tratteremo de gli orna menti de gli edificij; & giouano non dimanco co$i allo $pendere poco, come al- la gratia dell’opera: Percioche nel murare $i con$uma manco pietre, & manco 20 calcina. Que$ta $ia la $o$tantia, che nel la$ciare que$te zane bi$ogna la$ciarle di numero commode, non di troppa grandezza, & di forma ragioneuole. Acciò che con l’ordine loro imitino le fine$tre. Et $ieno que$ti tai uani come $i uoglio no. Io ho con$iderato nelle opere de gli Antichi che e’ nõ v$arono mai la$ciar- gli maggiori, che eglino occupa$sino piu che la $ettima parte della facciata. Ma 25 ne anche minori, che ne occupa$$ero meno che la nona. I vani tra le colonne, $ono da e$$ere cõnumerati infra i primi vani, & debbon$i la$ciare uarij $ecõdo la varietà de gli edifitij. Ma parleremo di que$ti piu di$tintamente a lor luogo, & ma$simam\~ete quando noi ragioneremo del fare gli edifitij $acri. Sia in que$to luogo aba$tanza hauerne auertito, che que$ti uani $i debbono la$ciare in modo, che $i habbia quanto piu diligentemente $i puo ri$petto alle colonne che $i deb 30 bono porre a $o$tenere le coperture: & primieramente che non $ieno dette co- lonne troppo piu $ottili, & troppo piu rare, che elle non po$sino reggere, & cõ- modamente il pe$o, Et ne piu gro$$e, o piu $pe$$e che non la$cino talmente nello $pazo del piano, aditi, & uie a lo u$o delle co$e, $ecõdo i t\~epi aperte, & accõmo- date. Finalmente altri $arãno i uani, quãdo le colõne $aranno $pe$$e, & altri quã 35 do le $aranno rade, percioche $opra le colõne $pe$$e $i pongono le traui; & $o- pra le colonne rade $i pongano gli archi. Ma in tutti quei uani, $opra i quali $i pongano gli archi, $i debbe procurare, che quello arco non $ia minore del mezzo cérchio, aggiuntaui la $ettima parte del mezzo diametro. Percioche i piu e$$ercitati hanno trouato che que$to arco $olo, è piu di tutti gli altri commo 40 di$simo a durard qua$i eterno. Et pen$ano che tutti gli altri archi $ieno a $o$te- nere il pe$o, piu deboli, & pronti & e$po$ti al rouinare. Pen$a$i oltra di que$to che il mezzo cerchio $ia quello $olo, che non habbi bi$ogno, nè di catena, nè di [037]LIBRO PRIMO. alcun’altro afforzificamento. Ettutti gli altri $e tu non gli incatenerai, o non li porrai pe$i all’incontro chegli contrape$ino, $iuede che per il pe$o loro. $i pe lano, & $i rouinano. Io non la$cerò quì indietro quel cheio ho notato appref $o de gli antichi, co$a certo eccellente, & degna dilode. Ibuoni Architettori 5 po$ono $imili uani, & gli archi delle uolte ne tempij, talmente che $e tu leua$si loro di $otto tutte le colonne da ba$$o, re$tarebbono niente di manco i uani de gl<007> archi, & le uolte delle coperture, & non rouinerebbono: per e$$er tirati gli archi $opra iquali $tanno le uolte in$ino in terra con artificio marauiglio$o, & cono$ciuto da pochi che l’opera $i regge da per $e, po$ata$i $olamente $opra de 10 gli archi: percioche hauendo que$ti archi per loro catena il $aldi$simo terreno, non è marauiglia che gli $tieno da per loro $aldi$simi.

Delle $cale, & delle $orti loro, de gli $cagliont che debbcno e$$ere in caffo, & della quantitd. loro. De pianerottoli, delle gole de cammini da mandar uia il $ummo. Degliac- quai, o altri condotti damandar uia le acque; & del collocare i pozzi, & le 15 fogne in $iti commodi. Cap. XIII.

NEl porre le $cale, è tanta la briga, che tu non le potrai mai porrc bene $enza maturo, & e$$aminato con$iglio. Percioche in una $cala uen- gono tre uani, uno è la porta, per la quale tu uuoi entrare a $alire per le 20 $cale, l’altro è la fine$tra, onde ha auenire il lume, che tu po$$a uedere l’ogget- to de gli $caglioni, <007>l terzo uano èquello che $i fa nel palco, per il quale noi an- diamo $opra il piano di $opra, Et per que$to dicono, ch’e’ non è marauiglia che le $cale impedi$chinoi di$egni de gl<007> edificij: Ma chi non uuole e$$ere impedi- dito dalle $cale, non le impedi$ca. Stabili$chino que$ti tali un determinato & 25 proprio $patio del $ito, per ilquale $i po$$a andare in $u & in giu liberamente in- $ino alle coperture che $ono allo $coperto. Nè ci incre$ca chele $cale occupi- no tanto del $ito; percioche elleno ci arrecheranno a$$ai commodità, non ar- recando incommodità alcuna all’altre parti dell’edificio. Aggiugni che quel le uolticciuole, & uani che rimarranno $otto dette $cale, $eruiranno a commo- 30 dità grandi$sima. Le $cale appre$$o di noi $ono di due $orti: Percioche delle $cale, che s’appartengono alle e$peditioni da guerra, o a munitioni, non parle- rò io in que$to luogo. La prima $orte è quella che non ha $caglioni, ma $i $a- glie per un pendio a $drucciolo, & l’altre è quella, per la quale $i $aglie per gli $caglioni. I no$tri antichi u$arono quelle che erano a $drucciolo farle piu dol 35 ci, & con manco pendio, che po$$euano, & $i come io ho con$iderato ne’ loro edificij, pen$arono che quella fu$$e a$$ai commoda, la quale fu$$e condotta tal- mente, che la $ua linea che cade$$e a piombo dall a $ua maggiore altezza, corri- $ponde$$e per la $e$ta parte alla lũghezza della linea che giace$$e. Ma lodaro- no <007>l porre gli $caglioni in caffo, & ma$simo ne’ Tempij: percioche e’ diceua- 40 no che co$i accaderebbe, che noi metteremo prima <007>nnanzi nel Tempio il piè ritto; ilche pen$auano che gioua$$e alla Religione. Etin que$to ho io con$i- derato, che i buoni Architettori, non me$$ono mai continuamente in un filo piu che $ette, ouero noue $caglioni: Credo che imita$$ero o il numero de piane- ti, o de Cieli; Ma alla fine di que$ti, ouer $ette, o pur noue, quai $i fu$$ero $caglio- [038]DELLA ARCHITETTVRA ni, con$iderati$simamente vi po$ero vn piano, accio che chi era $tracco, o debo- le per la fatica del $alire, haue$$e alquanto d<007> inframme$$o da ripo$ar$e. Et $e per $orte aueni$$e già mai che nel $alire cade$$e qualcuno, haue$$e $patio doue fermare la foga della caduta, & $i pote$$e rattenere, & rihauer$i. Etio lodo grã demente chele $cale $ieno $pe$$o interrotte da loro pianerottoli, & che le $ie- 5 no alluminate, & $econdo la degnità del luogo ampie, & $patio$e: Mai gradi delle $calenon v$arono nè piu gro$si d’un quarto di braccio, nè piu $ottili, che vno $e$to, & le lor larghezze non voleuano che fu$$ero manco divno piede, & mezo, nè piu d’un braccio. Quanto manco $cale $aranno in vno edificio, & quanto manco $patio di e$$o occuperanno, tanto $aranno piu commode. Gli 10 e$iti de fumi, & delle acque, bi$ogna che $ieno e$pediti, & in modo condotti, che e’ non vi $i multiplichino dentro, non macch<007>no, non of$endino, & non ar- rechino pericolo allo edificio. Di quì bi$ogna collocare le gole de cammini lontane da ogni $orte dilegnami, acciò non s’accende$$ero, o per alcuna $cintil la, o per infiammatione, le traui, o i corr\~eti che gli fu$$ero appre$$o. I condotti 15 delle acque, che debbono correre, bi$ogna conducerli ancora talmente, che e’ $i mandino via le $uper$luità, & nello andar$ene, nè rodendo, nè macchiando non faccino le$ione alcuna allo edificio. Imperoche $e alcuna di que$te co$e noce$$e, ancora che ella nuoca pochi$simo, auiene che con lunghezza di tem- po, & continouatione del far danno, fa poi nocumento grandi$simo; & ho 20 con$iderato cheibuoni Architettori hanno o$$eruato nel condurre que$te ac- que, di farle cadere con doccie che $portino in fuora, in lato che chi entra nel- lo edificio, non $i bagni. O le raccol$ono talmente ne cortili, one condotti, che ragunate nelle citerne, $e ne $eruiuano a loro bi$ogni: o vero le raccogl<007>eua no, & mandauanle a ver$ar$i in alcun luogo, doue le laua$$ero le immonditie; ac- 25 ciò che gli occhi, & i na$i de gli huomini nõ ne fu$sino offe$i. Et m’è par$o che $opra tutto auerti$$ero, di di$co$tare, & rimouere dallo edificio ogni acqua piouana, sì per altri conti, sì ancora perche il piano dello edificio non $i innu- midi$$e, & mi pare che egli auerti$$ero di la$ciare i vani in luoghi accommo. dati$simi, donde face$$ero allo edificio commodità maggiori. Et a me piace 30 grandemente che i pozz<007> $i ponghino nella piu publica, & larga parte della ca- $a, purche vi $ieno po$ti a ragione, con degni $patij, & che non occupino il tut- to. Eti naturali affermano che le acque allo $coperto $ono piu $incere, & piu purgate. Ma in qualunche parte dello edificio $ieno, o pozzi affondi, o fogne la$tricate, o donde habbino a gittar$i acque, o humiditati, quiui bi$ogna che 35 $ieno i vani fatti in tal modo, che vi pa$si grande abondanza d’aria, acciò che le humide e$altationi, $i cauino fuora del pauimento, & purghin$i per il pa$$are de Venti, & per il ripercotimento dell’aria. Habbiamo a ba$tanza in$in quì raccolto in$ieme i di$egni delli edificij, che pare che $i appartenghino all’opere generalmente; notato da per $e cia$cun genere delle co$e, che dire $i debbono. 40 Hora ci re$ta a trattare dell’opera, & del muramento delli edificij, Ma tratte- remo prima della Materia, & di quelle co$e, che bi$ogna apparecchiare per la Materia.

[039] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONB ATISTA 5 ALBERTI. LIBRO SECONDO, NEL QVALE SI TRATTA DE LEGNAMI. 10 Che e’ non $i debbe cominciare uno edificio a ca$o, ma bi$ogna hauere molto tempo prima imaginato, & riuolto per l’animo, ch’ ente, et quale debba riu$cire un tal lauoro, Et che $i debbe bene con$iderare, & e$aminare con il parcre di huomuni intell<007>genti, tutto l’e- dificio in $e, & cia$cuna proportione, & mi$ura di qualunque parte di qucllo, non $ola- mente con hauerlo d<007>$egnato, o dipinto, ma con hauerne fatti modegli, et e$empi, o d’ a$$e, 15 o di qualch’ altra co$a, accivche murato po<007> non ti penta di quel @ harai $atto. Cap. I

IOnõ pen$o, che le opere, & le $pe$e de gli edi$icij $i debbino co minciare a ca$o: sì per molte altre cagioni, sì ancora perche il fa re que$to non nuoca, nè allo honore, nè alla riputatione. Per cioche $i come un’opera bene, & compiutamente fatta, arreca 20 lode a tutti coloro, c’hãno po$to in lei ogniloro $apere, fatica, & $tudio; co sì ancora $e ui $arà co$a alcuna, nellaquale tu de$ide ra$s<007> che l’autore haue$$e hauuto in conto alcuno alquãto piu arte, o $apere, no- cerà molto alla $ua lode, & riputatione. Et $ono certam\~ete manife$te, & qua$i che in $u gliocchi le lodi, & i difetti de gli edific<007>j, & ma$sime de publici: ne qua 25 li (io non $o in che modo) quello che uiè, che nõ $e gli cõuenga, tira gli huomini a di$pregiarlo, piu to$to che quello che ui è di bello, & ben fatto, & cõpiutamen te finito, non gl’induce a marauiglia. Et è certo co$a marauiglio$a, perche $ia co$i, che per in$tinto di natura, o dotti, o ignorãti, tutti $entiamo in un $ubito in le arti, & ragioni delle co$e, quel che ui $ia, che $tia bene, o male; & in sì fatte co- 30 $e hanno certo gliocchi uno cono$cim\~eto piu ditutti gli altri acuti$simo. On de auiene che $e e’ ci uiene innanzi co$a alcuna zoppa, o corta, o che non ui fac- cia niente, o che non ui habbia gratia, $ubito ci $entiamo commouere, & de$ide riamo ch’ella ui $ia piu bella. La cagione perche co$i auenga non $appian noi tutti, ni entedimeno $e noi ne fu$simo dimandati, non $aria ne$$uno che non di- 35 ce$$e ch’ella $i potrebbe rimediare, & correggere. Manon $aprà ognuno gia trouare il modo da rimediatui; Ma$olamentente coloro che $aranno in ciò pra tichi, & e$ercitati$simi. Egli è officio di huomo $auio hauer$i da principio nel l’animo, & nella mente $ua pen$ato, & recato$i a fine, ogni & qualunque co$a. Accioche poio nel fare l’opera, o nella già fatta, non s’habbia a dire, io non uor 40 rei que$to, o io uorrei que$to altro. Et è certo co$a marauiglio$a, che di una opera mal condotta, $opportiamo non leggeri$sime pene. Percioche in pro gre$$o di tempo finalmennte ciaueggiamo, che noinon con$iderammo, quello che pazzamente, & $enza con$iglio, ci mettemmo a fare di principio. Onde [040]DELLA ARCHITETTVRA accade che $e tu non lo disfai, racconcilo, te ne penti continouamente, per la of fe$a del difetto; o $e tu lo gett<007> in terra, $ei bia$imato per conto della $pe$a & del dãno, & accu$ato di leggierezza, & di in$tabilità d’ingegno. Suetonio dice che lulio Ce$are hauendo cominciato da fondamenti vno edificio in Nemore$e, & 5 finito con grandi$sima $pe$a; perche egli non $taua per tutto co$i apunto, come egli l’harebbe voluto; lo disfece tutto. Della qual co$a certo ancora in$ino da noi po$teri è da e$$erne bia$imato; o sì perche egli non antiuedde a ba$tãza, quel le co$e che gli bi$ognauano, o sì for$e perche dipoi, <002>errore di legerezza hebbe <007>n odio quelle co$e che $tauano bene. La onde io certo lodo $empre grande- 10 mente, lo antico co$tume delli edificatori, che non $olamente con di$egno di li- nee, & con dipintura, ma con modegli ancora, & e$empi, fatti di a$sicelle, o di qual altra co$a $i voglia, $i e$amini, & pen$i, & ripen$i, piu, & piu volte con con- $iglio di huomini e$ercitati$simi, tutta la opera, & tutte le mi$ure delle parti $ue, prima che noi ci mettiamo a far co$a alcuna alla qualle $i ricerchi, & $pe$a & cu- 15 ra. Nel fare i modegli ti $i porgerà occa$ione di vedere & ben con$iderare la ragione, & la forma, che debba hauere il $ito, nella Regione; che $patio $i debba dare al $ito, che numero & ordine alle parti, come debbino e$$er $atte le faccia- te delle mura, che $tabilità, & fermezza habbiano ad hauere le coperture: Et finalmente tutte quelle co$e, che nel libro di $opra habbiamo racconte. Etin 20 que$ti potrai tu $enza pena, liberamente aggiugnere, diminuire, tramutare, rin nouare, & riuoltare finalmente ogni co$a $otto $opra, in$ino a tanto che ogni, & qualuncheco$a $tia come tu vuoi, & $ia da lodare. Aggiugni che tu e$aminerai, & $aprai (il che certo non $i dee di$pregiare) il modo, & la $omma della futura $pe$a, la larghezza, la altezza, la g<007> o$$ezza, il numero, la ampiezza, la forma, la $pecie, & la qualità di tutte le co$e come allo $tar bene habbiano da e$$er fatte, & 25 da quali artefici: Percioche e’ $i $aprà piu chiara, & e$plicata la ragione, & la $omma delle Colonne de capitelli, delle ba$e, delle cornici, de fronti$picij, delle impiallacciature, de pauimenti, delle $tatue, & di $imili altre co$e, le quali $i ap- partengono o a $tabilire, o ad adornare vno edificio. Non giudico $ia da pre termettere che il far modegli li$ciati, & per dire co$i arruffianati da dilicatezza 30 di pittura, nõ s’a$petta a quello Architettore che $i vuole ingegnar e d’in$egnare la co$a; ma è officio da Architettore ambitio$o, ilquale $i sforzi allettando gli oc chi, & occupando l’animo di chi gli riguarda, rimouerlo dalla di$cu$sione delle parti, che $i debbono cõ$iderare, & inducerlo a marauigliar$i di lui. Per <007>l che io non vorrei chei Modegli $i fini$sino troppo e$attamente, nè troppo dilicati, 35 nè troppo ter$i, ma ignudi & $emplici, ne quali $i lodi piu lo ingegno dello in- uentore, che la arte del mae$tro. Tra il di$egno del dipintore, & quello dello architettore, ci è que$ta differentia, che il dipintore $i affatica con minuti$si- me ombre, & linee, & angoli far ri$altare di vna tauola piana in fuori i rilieui: & lo Architettore non $i curando delle ombre, fa ri$altare in fuora i rilieui me- 40 diante il di$egno della pianta, come quello che vuole che le co$e $ue $ieno ri- putate non dalla apparente pro$pettiua, ma da veri$simi $compartimenti, fon- dati $u la ragione. Per tanto bi$ogna fare in tal modo i modegli, & e$aminarli teco $te$$o, & in$ieme con altri, tanto diligentemente; & riuederli di nuouo, & [041]LIBRO SECONDO. da capo, che e’ non $ia nella tua opera co$a alcuna $e ben minima, che tu non $ap pia, & chente, & quale la $ia, che luoghi & quáto $patio debba occupare, & a che u$o $eruire: & malsimamente piu che tutte l’altre co$e $i debbe cõ$iderare la ra- gione da fare le Coperture e$pediti$sime. Imperò che le Coperture certo per la lor natura, $e io credo bene, infra tutte l’altre co$e, che edificarono i Mortali, 5 furono le prime, che arrecarono loro quiete; di $orte che e’ non $i negherà che per conto delle Coperture, non $olamente $i $iano trouate le mura, & quelle co$e, che con le mura $i tirano in alto, & ne cõ$eguono: ma e$$er$i trouate ancora le co$e, che $i fanno, $otto il terreno come $ono <007>condotti, & i canali, & i riceui- menti d’ Acque piouane, & le fogne, & $imili. Io certo piu che e$$ercitato dallo 10 u$o di co$e tali, sò quanto e’ $ia difficile, condurre una opera che in lei $ieno le parti congiunte con degnità, commodità, & gratia; cioè che elleno habbino sì le altre co$e da e$$erne lodate, sì ancora una uarietà di ornate parti, qual $i ricerca alla conuenienza, & ragione delle proportioni; è certo que$ta, o Dio, co$a gran- de, ma il coprir tutte que$te co$e, con coperture accõmodate, de$tinate, conue- 15 nienti, & atte, io giudico che non $ia opera $e non da $auio & $agace ingegno. Finalmente quando tutto il Modello, & la inuentione della opera piacerà grãde mente, & a te, & a gli altri di ciò e$ercitati$simi, in modo che tu non ui habbia d\~e tro dubbio alcuno, o che tu deliberi che e’ nõ ui $ia co$a alcuna, che $i po$$a me- glio e$aminare. Io ti auerti$co, che tu non corra a furia, pcr de$iderio di edifi- 20 care, a cominciare la opera, rouinando muraglie antiche; o a gittare i gran di$- $imi fondamenti di tutta la opera, il che fanno gli incon$iderati, & i furio$i; Ma $e tu farai a m<007>o modo $opra$$ederai per alcun t\~epo, tanto che que$ta approuata inuentione diuenti uecchia. Come quello, che finalmente ti rauedrai di tutte le co$e, quando non tirato dallo amore della tua inuentione, ma da le ragioni 25 del di$cor$o, ne giudicherai piu con$ideratamente. Percioche in tutte le co$e, che $i hanno da fare, il tempo ti mo$trerà a$$ai co$e, che tu contrape$erai, & con$idererai, le quali $e ben tu fu$ti accurati$simo, ti erano fuggite.

Che altri non $i debbe mettere a impre$e, che $ieno oltre alle forze $ue, nè contra$tarc alla 30 natura, & che e’ $i debba con$iderare non $olo quel che tu po$$a, ma quel che ti$i conuen- ga, & <007>n che luogo quel che tu harai a fare. Cap. II.

NEl rie$aminare i Modegli, è di nece$sità che infra le ragioni da e$ami- nar$i ti $i faccino innanzi que$te co$e. Primieramente che tu nõ ti met 35 ta a co$a, che $ia $opra la po$$anza de gli huomini, & che tu non ti accinga a far co$a, che e’ $i habbia a combattere del tutto contro alla natura delle co$e. Et $e bene alcuna uolta $i contra$ta contro la forza della natura con qualche mole, o con qualche forza $i $torce, ella pure è tale che ella $aprà $uperare, & gittar uia ciò che $e gli contrappone, & l’impe li$ce; & ogni repugnanti$simo 40 o$taculo (per dir co$i) di tutte le co$e, che $e gli oppongono con la (di giorno in giorno) continoua per$eueranza, col tempo, & con la abbondanza, rouina & getta per terra, il tutto. Quante infinite co$e fatte dalle mani degli huomini leggiamo, & ueggiamo noi, non e$$ere durate; non per altra cagione, $e non [042]DELLA ARCHITETTVRA perche elleno contendeuano contro alla natura delle co$e, chi non $i riderà dl colui che fatto un põte $opra le Naui, nel Mare haueua di$egnato di caualcarlo? o chi non harà piu to$to in odio la pazzia di que$to in$olente? Il porto di Clau dio $otto Ho$tia, & appre$$o a Terracina il Porto di Adriano, opere certo per ogni conto eterne. Niente di manco noi ueggiamo, è già gran tempo, che <002> 5 hauer $errate le bocche dalla rena, & ripieni i $eni, $ono interamente mancati, <002> lo a$s<007>duo combattimento del Mare, che $enza ripo$o percotendoli, piu l’un giorno che l’altro gli uince. Che pen$i tu adũque, ch’e’ ti habbia a interuenire in que$t<007> luoghi, doue tu ti $arai deliberato d<007> contra$tare, o di rimouere del tut to gli impeti delle acque, oil grãdi$simo incarco delle ripe che rouinano? Il- 10 che poi che è co$i, bi$ogna che noi non ci mettiamo a far co$e, che non $i conu\~e- ghino a punto alla Natura delle co$e; dipoi $i debbe auertire di non $i mettere a fare co$a, che nel farla $i habbia a mancare a $e $te$$o, rimanendo ella imperfetta. Chi non harebbe bia$imato Tarquino Re de Romani, $e gli alti Dii non haue$- $ero porto fauore alla grandezza della Città, & $e nel cre$cere dello Imperio, nõ 15 $i fu$$ero aumentate ricchezze ba$tanti a tanta principiata Magnific\~etia, che egli haue$$e gittata via tutta la $pe$a della futura opera, nel gittare i fondamenti del tempio? Oltre che egli è da con$iderare, & non infra l’ultime co$e, non $ola- mente quel che tu po$$a, ma quello ancora che ti $i conuenga. Io nõ lodo Ro- dope di Tracia quella celebrata Meretrice, & memoria de $uoi t\~epi, che $i face$$e 20 fare un $epolcro di $pe$a incredibile: Et $e bene ella cõ il $uo meretricio gua- dagno $i hauea procacciate ricchezze regali, ella però non fu degna di Sepolcro Regale. Ma per l’oppo$ito, Io non bia$imo già Artemi$ia Regina di Caria, <002> hauer fatto al $uo Cari$simo, & digni$simo con$orte il $untuo$i$simo $epol- cro. Ancora che io in que$te co$e, lodo certo la mode$tia. Oratio bia$imaua 25 Mecenate che egli impazza$le nello edificare: Io ueramente lodo colui, ilqua- le $econdo che dice Cornelio Tacito, fece il $epolcro ad Otone mode$to, ma da durare gran tempo. Et $e bene nelle priuate memorie $i ricerca la Mo de$tia, & nelle publice la Magnificentia. Le publiche ancora $ono alcuna uolta lodate per e$$ere mode$te come le priuate. Noilodiamo, & ci maraui- 30 gliamo del Teatro di Pompeio, per la egregia grandezza, & dign<007>tà della ope- ra. Edificio degno ueramente di Pompeo, & di Roma Vittorio$a. Mala paz zia dello edificare di Nerone, & la furia di recare a fine le opere $mi$urate, non è lodata da ognuno. Oltra que$to chi non harebbe uoluto che colui, che con tante migliaia di huomini forò il Monte appre$$o a Pozzuolo, haue$$e du- 35 rata tanta fatica, & con$umato tanta $pe$a, in qualche altra opera piu utile? Chi non bia$imerà la prodigio$a pazzia di Eliogabalo? egli haueua pen$ato di piantare una grandi$sima Colonna per entro della quale $i $ali$$e $opra la ci- ma, acciò ui $i pone$$e $opra lo Dio Eliogabalo, al quale ei $i era ordinato, di adorare. Ma non hauendo trouato Pietra sì grande, fattone cercare in$ino in 40 Tebaide, $i tol$e dalla impre$a. Debbe$i aggiugnere ancora a que$te co$e che e’ non $i debbe incominciare co$a alcuna, $e bene per altro ella è degna, & utile, ne però al tutto difficile al far$i, aiutandola le facultadi, & le opportunità de Tempi, che ella $ia tale, che in breue debba mancare, o per negligentia di [043]LIBRO SECONDO. chi $uccede, o pertedio delli habitatori. Io bia$imo il $o$$o, che haueua fatto Nerone nauigabile dalle Cinqueremi, dallo Auerno in$ino ad Ho$tia, sì per altre cagioni, sì ancora perche a mantenerlo, pareua che de$idera$$e perpetua, & eterna felicità dello Imperio, & de Principi di tal co$a continonamente $tu- dio$i$simi. Lequali co$e poi che co$i $ono, $i debbe hauer con$ideratione a 5 quelle chenoi di $opra habbiamo racconte, cioè che co$a $ia quella, che tu uo- glia fare, in che luogo tula uuoi fare, & chi tu $ia che la faccia, & l'ordinare il tut- to $econdo il merito, & l'u$o della co$a; $arà certo co$a da huomo con$iderato, & di buono con$iglio.

10 Che con$iderato diligentemente da cia$cuna delle parti de Modegli, tutto l'ordme dello edi- ficio; $i debbe chiedere $opra d<007> c<007>ò con$iglio, a gli huomini intelligenti, & $aui, & inan- zi che e' $i cominci a murare, non $olamente $arà bene $apere donde hanno a u$cire i da- nari per la $pe$a, ma bi$ogna molto innanzi hauer proueduto tutte le co$e nece$$arie per 15 dar fine ad una tale opera. Cap. I I I.

NOtate, & auertite que$te co$e, $i debbe andare guardando l'altre intor- no $e cia$cuna è finita perfettamente, & a luoghi $uoi commodamente diftribuita. Ilche accioche ti rie$ca, è di bi$ogno che tu ti prepari in modo che nel riuedere qualunche di que$te co$e tu ti per$uada di hauere per 20 co$a brutta, $e tu non con$eguiter ai il piu che tu puoi, che e' non $i po$la in ne$- $uno altro luogo ri$guardare piu di uogl<007>a, o maggiormente lodare ne$$una al- tra opera, che con $imile $pe$a, o con $imile opportunità $i $ia po$$uta condurre. Nè ba$ta in que$te co$e nõ e$$er $pregiato, ma è co$a cõueni\~ete, l'e$$erne primie- ramente lodato, & di poi ancora e$$ere imitato. Laonde ci bi$ogna e$$ere $eue 25 ri, & piu che $i può diligenti e$plicatori delle co$e. Etè da auertire, sì che e' nõ ui $i me$coli co$a alcuna, che non $ia eccellente, & lodata grandemente: sì anco- ra che tutte le co$e $cambieuolmente infra loro cõcorrino con dignità, & gratia, in$ino a tanto, che tutto quello che tu ui uole$si aggiugnere, o mutare, o leua- re, ui $te$$e peggio; & fo$$e maggior mancamento. Ma di que$te co$e io te 30 lo ridico di nuouo, & da capo, fa che e' ne $ia moderatrice. La prudenza & il con$iglio di coloro, che di ciò $ono piu ammae$trati, che l'habbino ad appro- uare con alcuno retto, & $incero giudicio. Percioche da il $apere, & da gli or- dini di co$toro, ti auerrà, o che tu farai co$e ottime, ouero $imili alle ottime; piu to$to che dal tuo priuato $en$o, & uolontà. Finalmente lo e$$er lodato dal 35 la noce di coloro che $anno, è inuero co$a belli$sima, & lodano a$$ai, & pur trop po approuano coloro, che non mettono innanzi co$e migliori. La onde tu hai ancora que$to piacere, che e' non $arà ne$$uno di quei che $anno, che non conuenga teco. Et gioueratti lo $tare a udire, perche taluolta accade, che quei che non s'intendono di $imili co$e, ne dichino alcune, che quei che$anno, non 40 $e ne fanno beffe; quando tu hara<007> ben guardato, & riueduto, & e$aminato da tutte le parti del modello, la proportione dello edificio, in modo che e' non ui $ia rima$to co$a alcuna in dietro in alcun luogo, che tu non l'habbia con$idera- ta, & notata, & che in tutto, & per tutto ti $arai ri$oluto di edificare in quella manìera, & che tu $aprai, onde hanno da u$cire i danari per reggere commo- [044]DELLA ARCHITETTVRA damente le $pe$e; Apparechierai le altre co$e nece$$arie a mettere ad ef$etto e$$a opera; accioche nello edificare, non ti manchi co$a alcuna che ti tenga in dietro da finir l'opera con pre$tezza. Percioc' hauendo tu bi$ogno di piu co$e a con- dur l'opera, & cõcio$ia che qual $e l'una che ui manchi, ti po$$a impedire, & fare 5 difettuo$a tutta la muraglia, ti $i a$petterà di non ti e$$er fatto beffe di co$a alcuna che e$$endoui ti gioui, o mancandoui ti nuoca. Gli Re de Giudei Dauid & Sa lamone, quando hebbero a fare il Tempio in Iero$olima hau\~edo ragunato gran copia di oro, diargento, di bronzo, di legni, di pietre, & di $imili co$e; acciò non ui manca$$e co$a alcuna che conferi$$e al fare l'opera facile, & pre$tamente, $e- 10 condo che ($criue Eu$ebio Pamphilo) mandarono ai Re uicini per parecchi mi- gliaia di Mae$tri & di Architettori. Ilche io grandemente lodo, perciò che ar- reca certo degnità all'opera, & rende la gloria di chi l'ha fatta maggiore; perche quella opera, che èfatta con grande arte, & cõdotta pre$ti$simam\~ete è appre$$o degli $crittori celebrata. Raccõta Curtio, che Ale$$andro Macedone appre$$o 15 al Tanai, in fare una città non piccola, non con$umò piu che $ette giorni: & Io$e pho hi$torico dice che Nabucdono$or fece il Ten<007>pio a Belo, in quindici giorni & che il mede$imo pure in quindici giorni cin$e Babillonia di tre circuiti di mura. Et che Tito fece un muro di poco manco che di cinque miglia, & che Semiramis pre$$o a Babillonia fece per ogni dì uno ottauo di miglio di gran- 20 di$sime mura; & che ella fece mura di u\~eticinque miglia molto profonde, & molto larghe in non piu che $ette giorni per ri$trignere il lago. Ma parleremo di que$to, altra uolta.

Che co$e $i habbino a prouedere per l'edificio. Quai Mae$tri $i habbino a eleggere, & in che tempo, $econdo <007>l parere delli Antichi, $i debbino tagl<007>are ilegnami. Cap. IIII. 25

LE co$e, che $i hanno da apparecchiare $on que$te certamente, Calcine, Legnami, Rene, Pietre; oltra que$te Ferro, Bronzo, Piombo, Vetro, & $imili. Et $opra tutto giudico ch'e' $ia da eleggere Mae$tri che $appino, che non $ieno leggieri, nè incon$tanti; a quali tu habbi a dare in comme$sione & a raccomandare che ti faccino $ubito il bene di$egnato edificio, & che lo 30 conduchino dandoli perfettione con pre$tezza. Et nello approuare tutte que$te co$e, ti g<007>ouerà argomentare, & conietturare dalle altre opere piu u<007>ci- ne che $ono in e$$ere; mediante le quali, auertito, ti delibererai di ciò che tu habbi a fare nel ca$o tuo. Percioche notando tu in quelli, le lodi, & i difetti, potrai pen$are che nell'opera tua ui po$sino accadere co$e $imili. Nerone Im- 35 peratore hauendo di$egnato di dedicare in Roma una $tatua grandi$sima in honore del Sole di $e$$anta braccia, mediante la quale egli $upera$$e la grandez- za, & la Magnificentia delli $uoi pa$$ati, $econdo che $criue Plinio, uolle prima che egli alloga$$e tal opere a Zenodaro in quei tempi celebrato, & eccellente Scultore, uedere quanto ei uale$$e, & $ape$$e, in fare tali opere, il quale in On- 40 uernia di Francia haueua fatto un Colo$$o di pe$o marauiglio$o. Et co$i deli- berate que$te co$e pa$siamo alle altre. Noi ueramente nel trattare quello che $ia commodo alle opere delli edificij, ridiremo quelle co$e, che ci hanno in$e- gnate i no$tri piu dotti antichi, Et ma$simo Teofra$to, Ari$totile, Catone, [045]LIBRO SECONDO. Varrone, Plinio, & Virgilio; percioche <002> una lunga o$$er@ation moito piu che per alcune arti d'ingegno, $i cono$cono, accioch'elle $i piglino da coloro, che cõ $omma diligentia l'hanno o$$eruate. Seguiteremo adũque raccogli\~edo quelle co$e, le quali gli Approuati$simi Antichi in piu & uarij luoghi trattarono, & ag- 5 giugneremc ci ancora, $i come è il no$tro $olito, quelle che dalle opere de no$tri maggiori, & dalli auertiment<007> delli huomini e$ercitati$simi, haremo auertite, $e alcnne ce ne $aranno, le quali in parte alcuna con$eri$chino alle co$e, che dire $i debbono. Etio certo credo che e' $i farà molto bene. $e $eguen do e$$a natura delle co$e, comincieremo da quelle $te$$e co$e, le quali furono primietamente u$urpãte$i da gli huomini, <002> $eruir$ene a que$ta arte dello edificare; che furono 10 $e noi non ci inganniamo gli Arbori da tagliar$i, & i legnami delle Selue; ancor che apre$$o de gli autori; io truouo alcuni, che $opra di ciò $ono di uarij pareri. Alcuni dicono che gli huomini da principio habitarono nelle $pelonche, & che e$si, & i be$tiami loro furono dife$i da una mede$ima copertura, & per ciò cre- dono quel che dice Plinio, che Gellio Ta$sio fo$$e il primo, che ad imitatione 15 della natura, $i face$$e uno edificio di loto. Diodoro dice che Ve$ta figliuola di Saturno, fu la prima, che truouò le ca$e da habitare. Eu$ebio Pãphilo eccell\~ete inue$tigatore delle co$e antiche, da te$timonij de pa$$ati, dice chei Nipoti di Protogene, furono i primi che pen$arono di far le ca$e a gli huomini, le quali $i te$$e$$ero di foglie di canne, & di Giunchi. Ma torniamo noi al no$tro propo 20 $ito. Gli Antichi adunque, & prima Teofra$to, dice che gli arbori $i debbo- no tagliare, & ma$simo lo Abeto, la Picea, & il Pino, $ubito che eglino han cominciato a mandar fuori, & $puntarc certe uermene; accioche per la $opra abbondanza dello humore tu po$si leuarne piu facilmente la $corza. Ma che e' $ono alcuni Alberi, comelo Acero, lo Olmo, il Fra$sino, il Tiglio, che tagliati 25 doppo la Vendemmia, $aranno piu commodi. Et$ele Roueri $i tagliano di State, dicono che $i intarlano; ma $e $i tagliano di Verno, non pigliano diffetto alcuno, nè $i aprano. Et faccia a no$tro propo$ito, che eglino auertirono che i legnami, che $i tagliauano nello Inuerno, mentre tiraua Tramontano, ancora che fu$$ero uerdi, ard euano beni$simo, & qua$i $enza fumo: la qual co$a dà ma- 30 nife$to inditio, che e' $ono fugo$i d<007> humore non crudo, ma dige$to. A Vi- truuio piacque chei legnami $i taglia$$ero dal principio dello Autũno, in$ino a tanto che non cominciaua a tirare Zeffiro. Et E$iodo dice che quando il Sole con maggiore impeto pende $opra del capo no$tro, & gl<007> huomini diuentano di colore piu bronzino, che allhora $i faccia la ricolta, ma quando a gli arbori ca 35 $cano le foglie allhora $i taglino i legnami. Catone modera tutta la co$a in que$to modo, uuole che le Roueri $i taglino quando $arà il Sol$titio, però che l'Inuerno è $empre fuori di tempo, gli altri legnami che hanno $eme, taglin$i quando ei $arà maturo, quelli che non hanno $eme, quando ti pare. Quelli che lo hanno maturo, & uerde a un tratto, taglin$i quando ei ca$ca, ma li Olmi 40 quando li ca$cano lefoglie. Et dicono ch'egli importa grandemente, a che Lu na $i taglino: percioche e' pen$ano tutti, & ma$simo Varrone, che nel toccare $i mili co$e con il ferro i lunari po$sino tanto, che coloro ancora che $i tagliano i capelli a Luna $cema, $ubito ne dou\~etino calui. Et per que$to diceuano che Ti- [046]DELLA ARCHITETTVRA berio, o$$eruaua i giorni da tagliar$ei capelli. Gli A$trologi dicono che tu harai $empre lo animo malinconico, $e tu ti taglierai le Vnghie, o i capelli e$- $endo la Luna oppre$$ata, o mal conditionata. Que$to faccia a propo$ito che e' dicono che le co$e che hanno a e$$ere mobili per l'u$o no$tro doueriano e$- $er tagliate, & fabricate quando la Luna è nella Libra, o uero nel Granchio; 5 Et quelle che hanno a $tare $alde, o uero immobili, $i debbon cominciare, & trattare, quando la Luna, è in Leone, o in Toro, & $imili. Ma che i legnami $i debbino tagliare a Luna $cema, Tutti i $auice ne auerti$cono; percioche ei tengono per fermo, che allhora $ia molto rifecca quella flemmatica gro$$ezza, che è pronta ad empierli di pre$ta putrefattione, & tagliati a que$ta Luna è 10 certo che non $ono mole$tati dallo in tarlare. Di quì è che tu debbi mietere a Luna piena, le biade che tu uoi uendere; percioche allhora $on molto pie- ne: Ma quelle che tu uuoi $erbare, mietile a Luna $cema. Egli è chiaro anco- ra, che le frondi degli arbori, colte a Luna $cema, non $i corrompono. Et Co- lumella pen$a che per tagliare gli Alberi, $ien buoni quei giorni che $on dai 15 uenti a trenta dì che la Luna s'inuecchia, a Vegetio piace che e' $i taglino da quindicia uentiduoi dì. Et di quìpen$a, che na$ce$$e la o$$eruãza che quãto a la eternità, celebrano $olamente que$ti giorni; percioche tagliati in que$ti gior- ni, durano grandi$simo tempo. Aggiungono che e' $<007> debbe o$$eruare la Lu- na che uadia $otto. Ma Plinio pen$a che $ia bene tagliare gli Alberi quando la 20 Canicula na$ce, & che la Luna è congiunta con il Sole; il qual giorno $i chiama Interlunio; & dice che egli è bene a$pettar la notte del mede$imo giorno, fino a tanto che la Luna $ia $otto terra. Gli A$trologi dicono che la ragione di que- $ta co$a è che per uigore della Luna lo humore di tutte le co$e $i commuoue; Tirato adunque, o la$ciato lo humore inuer$o la Luna alle piu ba$$e radici, il 25 re$to de legnami rimane piu purgato. Aggiugni a que$to, che e' pen$ano che e' $ieno per e$$ere molto piu fedeli, $e e' non $i getteranno co$i di $ubito in ter- ra: Ma $e $i andranno intaccando a torno a torno talmente, che re$tando$i in $ul ceppo $i $ecchino. Et dicono che $elo Abeto (nõ però al tutto fermi$simo contro alla contagione dell'humore) $i $corteccia a Luna $cema, gli auiene 30 che mai $i corrompe per le Acque. Sono alcuni, che affermano che $e la Ro- uere, & la Querc<007>a legnami graui$simi, che per lor natura nell'acqua uanno al fondo, Di primauera $i intaccheranno intorno, & $i getteranno a terra doppo che le haranno perdute le foglie, diuenterãno in modo, che per nouanta giorni noteranno $opra le acque. Altri uogliono che li alberi co$i la$ciati in $u lor cep 35 pi, $i intacchino intorno in$ino a mezo il midollo; accioche di$tillan do$i la mar cia, & il cattiuo $ugo, $ene e$ca uia. Et aggiungono a que$to, che gli Alberi che tu hai a $egare, o a piallare tu non gli mandi a terra, in$ino a tanto non habbino fatti i loro frutti, & maturati i loro $emi; gli alberi co$i tagliati, & ma$sime quelli che fanno frutti, ne ammoni$cono che $i debbino mondare, perche facilmente, 40 mentre $tanno coperti dalla $corza $i gua$tano $otto la buccia.

[047]LIBRO SECONDO. Dcl Con$eruare i legnami poi che $aranno tagliati, & dello impia$trarli, & de rimed{ij} contro le loro infermitadi; & del collocargii commodamente. Cap. V.

POi che i legnami $aranno tagliati, bi$ogna riporgli in luoghi doue non $ie- no Soli potenti, o fiati crudeli di Venti; & ma$simo quelli che ca$cano da 5 per loro, bi$ogna che al tutto $tieno dife$i dalla ombra. Anzi, & <002> que$to u$arono gli Architettori antichi, imbouinarli. Et Teofra$to dice, che que$to $i fà perche hauendo riturati atorno atorno tutti gli e$iti, la flemma ragunata- ui$i dentro, & la immoderata forza de uapori, $i in$tilli, & re$piri a poco a poco per entro la midolla; onde auiene, che l'altra $icc<007>tà del legno $i conden$i, $ec- 10 cando$i ugualmente per tutto. Et pen$ano che po$ti a $tare capo piede, $i $ec- chino piu commodamente. Oltra di que$to, danno uarij rimedij contro allo inuecchiar$i, & alle infermità che gli po$$on interuenire. Teofra$to pen$a che per il $otterrargli, i legnami $i conden$ino grandi$simam\~ete. Catone dice che i legnami tagliati $i intridino di Morchia; acciò che nè tigniuole, nè Tarli, non 15 nuochino loro. Et $i sà che i legnami, che $ono offe$i dalle acque $i difendono cõ la pece. Et raccontano che i legni che $ono macerati nella morchia, ardono $enza alcun tedio di fumo. Plinio $criue che al Laberinto di Egitto, ui $on po- $te molte traui di $pina d'Egitto impia$trate d'olio. Et Teofra$to dice che ile gnami, che $ono impia$trati di pania non ardono. Nè la$cerò que$to in dietro, 20 che appre$$o di Gellio nelli Annali di Quinto Claudio $i truoua che <002> hauere Archelao Prefetto di Mitridate dato a una Torre di legname al Pireo, piu co- uerte di Allume, combattendola Silla, ella non ar$e. Sono oltra di que$to alcu ni Alberi, che $i cõden$ano, & $i fortificano, cõtro le t\~epe$te in uarij modi. Im- peroche e' pongono $otto terra ilegnami Cedrini, & gli impia$trano di cera, per 25 $ette giorni; & con inframe$$o d'altretanti, gli $otterrano $otto monti di grani; onde auiene, ch'e' ne diuengono, sì piu gagliardi sì piu cõmodi alle opere: per- che co$i$e gli $cema grãdi$sima parte di pe$o. Et dicono ancora, che acqui$tano que$ta loro durezza, $eccata in Mare, d\~e$i$sima, & incorruttibile. Il ca$tagno è certo che $i purga nelle acque del Mare. Plinio $criue che il Fico di Egitto $i 30 $otterra nelle acque, accioche egli $i $ecchi, & diuenti leggieri, che da prima uà al fondo. Noi ueggiamo che i no$tri legnaiuoli $otterrano ilegni nell'acqua & nel fango, & ma$simo quelli che e' uogliono che $i lauorino a tornio, per tr\~eta giorni; perche e' pen$ano, che $eccando$i piu pre$to, $iano piu facili a farne ogni co$a. Sono alcuni che affermano che a qualunque legno tu uuoi, accade che $e 35 tu lo $otterrerai m\~etre $arà ancora uerde, durerà eterno; ma$erbato o ne bo$chi, o $otterrato, o impia$trato, i $aui $on tutti di que$to parere, che e' non $i debba toccare $e non pa$$ati i tre me$i. E' bi$ogna che il legname $i a$$odi, & che e' pi- gli qua$i una certa maturità di fermezza, <007>nanzi che e' $i metta in opera. Poi che tu harai co$i i legnami, Catone comanda, che e' non $i cauino fuori, $e non a 40 Luna $cema, & doppo mezo dì, & della Luna $cema, dãna gli quattro giorni, dop po la quintadecima: Et ne auerti$ce, dic\~edo che nõ $i cauino fuori mentre tira O$tro. Et quando pure $i tireranno fuori, non $i tirino per la rugiada, nè $i piallino, o $eghino, che $ieno rugiado$i, o freddi, ma $ecchi per ogni conto.

[048]DELLA ARCHITETTVRA Quali legnami $ieno piu commodi alle fabbriche delli edific{ij}, & quale $ia la loro Natura, la loro V tilit à, & come $i debbino mettere in u$o, & a qual parte dell' edificio cia$cuno $ia piu atto. Cap. V I.

TEo$ra$to $i pen$a che i legnami non $iano ben $ecchi da farne A$$e, & ma$$i 5 mo per Porte, innãzi a tre anni. Alleopere de gli edificij e$timaron que $ti alberi cõmodi$simi. Il Cerro, la Quercia, la Rouere, la I$chia, l' Albe- ro, il Tiglio, il Salicone, l'Ontano, il Fra$sino, il Pino, l'Arcipre$$o, l'Vliuo $alua- tico, & dome$tico, il Ca$tagno, il Larice, il Bo$$clo, e'l Cedro, & l'Ebano ancora, & altresì la Vite; Ma tutti que$ti hãno uaria natura, però $i debbono accõmoda 10 re a uarij u$i. Percioche alcuni $ono piu de glialtri migliori a $tare allo $coper to; alcuni $i mantengono piu al coperto; altri $i fanno belli dell'aria; altr<007> diuen- tan $empre piu duri nelle acque; & $otterrati $on eterni; & per que$to alcuni$on buoni per tauole $ottili, & perle $culture, & opere de legnaiuoli; alcuni altri per correnti, & traui: altri a reggere Terrazzi $coperti, o Tetti $on piu $aldi: & l'On- 15 tano per pala$itte da far$i per fondam\~eti in fiumi, o in pantani, $oprauanza ogni altro albero, & $opporta patientemente l'humore, & il mede$imo all' Aria, o al Sole nõ dura. Per l'oppo$ito la I$chia è impatienti$sima dell'humore. L'Ol- mo all' Aria, & allo $coperto $i ra$$oda tuttauia; altroue, $i apre & non dura. La Picea, & il Pino, $e $i $otterrano, $ono eterni. Ma la Rouere per e$$ere $pe$$a, & 20 neruo$a, & $errata, & piena di piccioli$simi fori, che non riceuono l'humore, è at ti$sima a qual tu ti uoglia $otterraneo edificio; & commoda a reggere grandi$si- mi pe$i; & qua$i colonna ualidi$sima. Ma hauendo la Natura datoli tanta du- rezza, ch'ella non $i po$$a forare, $enon bagnata; Affermano nientedimãco, che $opra terra, ella è incon$tante, & diuenta ritro$a, & $i torce, & la mede$ima facil- 25 mente $i corrompe dalle acque del Mare. Ilche nè allo Vliuo, nè al Leccio, nè all'Vliuo $aluatico, che nelle altre co$e conuengono con la Rouere, non accade, che nelle acque $i macerino. La Quercia non $i con$uma mai per uecchiaia, perche ella è di dentro $ugo$a, & quali come $e ella fu$$e uerde. Il Faggio me- de$imamente, & <007>l Ca$tagno non $i corrompono dalle acque, & annoueranli in 30 fra gli primi Alberi, che $i $otterrano. Il Sugero ancora, a $eruire per colõne, & il Pino $aluatico, & il Moro, & l'Acero, & l'Olmo, non $ono di$utili. Teofra $to pen$a che il Noce di Negroponte, $ia alle Trauate, & a correntami utile, per- cioche auanti ch'egli $i rompa, ne fa $egno con il$uono, & che però già nel ba- gno di Andro auenne, che tutti coloro, che ui$i trouarono, $uggirono a $aluam\~e 35 to, dalla $oprauen\~ete rouina detetti. Ma l'Abeto è piu di tutti gli altri miglio- re: Percioche e$$endo e$$o, & per grandezza, & per gro$$ezza infra primi Albe- ri, da un $uo naturale rigore contenuto, non $i piega co$i facilmente $otto i pe$i, che gli $tan $opra, ma $tà diritto, & $enza la$ciar$i uincere. Aggiugni ch'egli è ageuole, & con il $uo pe$o, non è poi mole$to $opra le mura; a que$to $olo $i at- 40 tribui$con grandi$sime lodi, & dicono, c@e pre$ta di $e grandi$sime utilitadi; ni\~e tedimanco, non niegano ch'egli ha uno difetto, cioè che facilmente è $ottopo- $to allo ardere, & offe$o grandemente da i fuochi. A que$to non $i po$pone nel fare i palchi delli edificij l'Arcipre$$o@, albero per certo di $orte, che infra [049]LIBRO SECONDO. li no$tri primi alberi, $i u$urpa la principale & precipua lode. Gli antichi l'an nouerauano infra gli eccell\~eti$simi alberi, nè ultimo da il Cedro, & dall'Ebano. In India l'Arcipre$$o è annouerato infra le Drogherie, & certo meritamente: lo di pur chi uuole la Thuia Ammonia, o Citenaica, la quale Teofra$to dice che è eterna: Percioche o uogli tu in quãto all'odore, o alla bellezza, o alla fortezza, o 5 alla grandezza, o alla dirittura, o all'eternità, o a tutte que$te lodi; quale arbore metterai tu a paragone dell'arcipre$$o? Eglino affermano che l'Arcipre$$o, non pati$ce punto nè di tarli, nè di uecchiezza, nè mai da per $e $i fende. Nè è ma- rauiglia $e per que$to Platone uoleua che le leggi, & li $tatuti publici, $i de$criue$ $ino in tauolelle $acre d'Arcipre$$o; perche e' pen$aua che elleno doue$$ero e$- 10 $ere piu durabili, che di rame. Que$to luogo ne auerti$ce ch'io racconti quel che io mi ricordo di hauer letto, & ueduto di e$$o Arcipre$$o. Affermano che in Efe$o le porti del Tempio di Diana, e$$endo d'Arcipre$$o durarono quattro- cento anni; & che mantennero la bellezza talmente che pareuano del contino uo nuoue. Io in Roma nella Chie$a di San Pietro, ho ueduto nel ra$$ettar le 15 Porte che fece Papa Eugenio, che done le mani de gli inimici non li haueuano fatto ingiuria per $pogliarle de l'argento, del quale erano coperte, che elle $i era no mantenute $alde, & intere piu di cinquecento anni; percioche $e noi andia- mo annouerando bene gli annali de'Pontefici di Roma, tanti ne furono dal t\~e- po di Adriano Papa Terzo, che le fece in$ino ad Eugenio Quarto. Et per tan- 20 to nel fare le Impalcature lodano l'Abeto, & antepongongli l'Arcipre$$o; per que$ta $ola for$e cagione, che egli è piu eterno; ma è piu graue che l'Abeto. Lodano il Pino, & la Picea, pen$ano che il Pino $ia della mede$ima $pecie che lo Abeto, quanto allo sforzar$i contro al pe$o po$togli $opra: Ma infra l'Abeto, & il Pino ci $ono sì altre differentie, sì ancora que$ta, che l'Abeto è manco of$e$o 25 da Tarli, percioche il Pino è di piu dolce $ugo che l'Abeto; Io pen$o che'l La rice non $ia da po$porre ad alcuno arbore, perche io ho ueduto che egli ha ret- ti pe$i di edificij fermi$simamente, & lunghi$simamante $o$tentati, sì altroue, sì in Venetia ancora in una antichi$sima opera del Mercato, Et tengono per cer- to, che e' pre$ti di $e tutte le utilitadi, come gli altri alberi: egli è neruo$o, mãtien 30 le forze, fermi$simo contro le Tempe$te non è offe$o da Tarli; Et è openione an tica, che contro le ingiurie de Fuochi, duri inuitto, & qua$i $enza alcuna le$ione: che piu? che e' comandano che da quel lato, onde $i dubiti che il fuoco non u\~e- ga a nuocerti, tu ui contraponga A$$e di Larice. Ma io l'ho ui$to acce$o arde- re, ma talmente però, che e' pare che gli $degni le fiamme, & ch'e'le uoglia $cac 35 ciar via. E' vero che egli ha vn $ol difetto, che per le acque marine diuenta facile allo intarlar$i. Alle traui dicono che è di$utile la Rouere, & lo Vliuo, per e$$er graui, & che $i piegano $otto il pe$o, & qua$i da per loro $i torcono, ol- tre che quelli Alberi, che $ono piu atti allo $pezzar$i, che al fender$i $ono per Traui, di$utili; come è l'uliuo & il Fico, & il Tiglio, & il Salicone, & $imili. E' 40 co$a marauiglio$a quel che e' dicono della Palma, che ella $i sforza contro al pe$o, che ella ha ado$$o, & $i piega all'in$u$o: Per le trauate, che hanno a $tar al lo $coperto, & per tutte le coperture lodano grandemente il Ginepro; & Pli- nio dice che egli hà la mede$ima natura che il Cedro, ma è piu $odo. Dicono [050]DELLA ARCHITETTVRA ancora che lo Vliuo dura eternamente, & infra i primi annouerano il Bo$$o- lo: Nè ricu$ano per que$to i Ca$tagni, ancor che $i fendino, & aprino; per le opere che s'hãno da fare allo $coperto. Lodano $opra tutto lo Vliuo $aluatico per la mede$ima cagione che lo Arcipre$$o, che ei non intarla mai, nel qual nu- mero $ono tutti li Alberi, che hanno infu$i dentro Sughi vntuo$i & gommo$i, 5 & ma$simo $e $ono amari. Nelli Alberi di que$ta $orte, nõ entrano Vermi, & è manife$to che e' nõ accettano gli humori, che di fuori li veni$$ero. Cõtrarij a que$ti pen$ano, che $iano tutti i legni, che hanno $ughi di dolce $apore, & che ardono facilmente; ma ne eccettuano però lo Vliuo dolce & il $aluatico. Dice Vitruuio che il Cerro, & il Faggio, $on per natura deboli contro le Tempe$te, 10 & che non inuecchiano. Plinio dice che la Quercia infracida pre$to. Ma lo Abeto, & quello ma$simo, che na$ce nelle Alpi di Italia, per le altre opere di d\~e- tro nelle ca$e, come per Porte, per Letti, <002> Tauole, per panche, & <002> $imili co$e, è ottimo; perche que$to Albero, è di $ua natura molto $ecco, & tenace delle colle La Picea, & lo Arcipre$$o $ono molto buoni a $imili co$e. Il Faggio per altro, 15 è fragile, ma per ca$$e, & letta, è vtile; & $i $ega in a$$e $ottili$sime, & il Leccio an- cora $i $ega commodi$simamente. Per fare A$$e dicono che $ono inutili il Ca $tagno, lo Olmo, & il Fra$sino, perche $i fendono facilmente, & $e bene $i fendo no adagio, $i fendono pur ageuolmente; & affermano che il fra$sino in ogni ope ra, è obedienti$simo. Ma io mi marauiglio che appre$$o de gli Antichi, non 20 $ia troppo celebrato il Noce: Cõcio$ia che $i come $i può vedere. ei $ia & alla maggior parte de lauori, & per far a$$e molto trattabile, & buono. Lodano il Moro, sì perche dura gran tempo, sì perche per la antichità diuenta in proce$$o di tempo piu nero, & piu bello. Teofra$to raconta che i Ricchi v$auano fare le porti di Loto, di Leccio, & di Bo$$olo. Lo Olmo perche egli ri$erba $aldi$- 25 $ima la $ua durezza, dicono che è buono per fare $tipiti da V$ci; ma bi$ogna uol- tarlo capo piede, che la radice $ia di $opra. Catone dice che le Manouelle $i fac cino di Agrifoglio, di Alloro, & di Olmo; lodano il Corniolo per fare Cauicchi uoli, u$auano gli $caglioni delle $cale, di Orniello, o di Acero. Scauauano il Pino, la Picea, & lo Olmo per Doccie d'Acque; ma dicono che $e non $i $otter- 30 rano, inuecchiano pre$ti$simamente. Finalmente dicono che hanno trouato il Larice, la femina (dico) che, è di color $imile al Mele nelli adornamenti delli edificij, & per Tauole da Dipintori e$$ere immortale; & che non $i fende mai di te$$o alcuno; Oltra di que$to, perche nõ ha le uene $ue lunghe, ma corte, $e ne $eruinano a fare le Imagini de gli Dei, & oltra a que$to u$auano il Loto, il Bo$- 35 $olo, il Cedro, & lo Arcipre$$o ancora, & le piu gro$$e radici de gli Vliui, & il Pe$co di Egitto, che dicono che è $imile a Loto: Se haueuano bi$ogno di fa- re a Tornio co$a alcuna lunga, & tonda; u$auano il Faggio, il Moro, l'Albero che fa la Trementina, & $opra tutti gli altri il $errati$simo Bo$$olo, & che eccel- lentemente $i tornia; & per co$e $ottili$sime, u$auano l'Ebano. Nè di$pregia- 40 uano per far $tatue, o pitture l'Albero, il Gattice, il Salicone, il Carpino, il Sor- bo, il Sambuco, & il Fico. I quali alberi, parte $ono utili per la loro $iccità, & ugualità, a pigliare, & a mantenere le colle, & i lineamenti de dipintori, parte ancora ad e$primere le $orme $ono ageuoli, & facili oltre modo. Ma è chiaro [051]LIBRO SECONDO. che il Tiglio è piu trattabile che alcuni di que$ti: $ono alcuni, che per fare $tatue tolgono il Giuggiolo. Contraria a que$ti, è la Rouere; concio$ia che nè $eco $te$$a, nè con altri legni $imili, $i può mai accompagnare, & di$pregia al tutto le colle, il mede$imo difetto dicono che hanno tutti gli Alberi, che $ono lacrimo$i & cre$pi, cioè che $cacciano ogni $pecie di colla. Ilegni che $i radono facilm\~ete, 5 & che $ono $errati, mal uolentier<007> $i $errano con le colle, & quegli ancora che $ono di natura diuer$a, come la Ellera, lo Alloro, & il Tiglio, che $on caldi; con quelli, che na$cono ne luoghi humidi, che $on tutti di natura frèddi; incollati in- $ieme non reggono molto. Lo Olmo & il Fra$sino, & il Ciriegio, perche $on 10 $ecchi, nõ cõuengono cõ il Platano, & cõ lo Ontano, che$ono di natura humidi; & guardaron$i gli Antichi di non mcollare in$ieme quelli alberi che non $i con- faceuano di natura, & erano contrarij; nè $olamente di nõ gli incollare in$ieme, ma vietaro@o di amma$$arli acco$tati infieme. Et <002> que$to auerti$ce Vitrunio che e' non $i debbono congiugnere l'a$$e della I$chia con quelle della Quercia.

15 Delli Alberiancora $ommariamonte. Cap. VII.

MA per parlare di tutti (in que$to luogo) $ommariamente. Tutti gli Au- tori dicono che gli Alberi, che non fanno frutto, $ono piu faldi, & fer- mi, che quelli, che fanno frutto: & che i $aluatichi non cultiuati da mano, 20 o da ferro; $on piu duri che i dime$tichi; & Teofra$to dice che i $aluatichi non ca $cano mai in infermità che li faccia $eccare. I dime$tichi, & quelli che fanno frutto, $on $ottopo$ti a graui$sime infermitadi; & infra quei che fanno frutto, quelli che lo fanno piu pre$to, che quelli che lo fanno piu $erotine; & i dol- ci $on piu deboli, che i forti; & infra li acuti, & a$pri, pen$ano che $iano piu $o 25 di quelli che fanno piu di rado, & piu acerbo il frutto. Quelli che fanno frut- to de duoi anni l'uno, & quelli che $ono del tutto $terili, hanno piu nodi che quelli che fanno frutto ogni anno. Et di que$ti quanto cia$cuno è piu corto tanto è piu difficile; & gli $terili cre$cono piu che i fertili. Et di piu dicono che quelli che cre$ceranno allo $coperto $enza e$$ere dife$i da alcun monte, o $el- 30 ua; ma agitati da $pes$i uenti, & tempe$te, $aranno piu fermi, & piu gro$si; ma piu corti, & piu nodo$i che quelli che cre$ceranno infra due ualli, o in luogo $i- curo da i uenti. Pen$ano ancora che gli alberi nati in luoghi humidi, & om- bro$i, $ieno piu teneri, che gli cre$ciuti in luoghi piu aperti, & piu a$ciutti: Et che quell<007>, che na$cono diuer$o il uento tramontano, $iano piu atti, che quelli, 35 che na$cono uer$o O$tro. Et gettano uia come $conciature gli alberi, che na$cono in luoghi contrarij alla loro natura, & quelli che na$cono di uer$o Mezzo dì, $on molto duri, ma $i torcono nel midollo, nè $on diritti, o uguali a metterli in opera. Oltra dique$to quelli che $ono aridi per loro natura, & tar di al cre$cere, $on piu forti che quelli che non $ono aridi, & che cre$cono pre- 40 $to, & Varrone $i pen$aua che altri alberi haue$sino natura di ma$chio, & altri di femina: Et che i legni bianchi fu$$ero manco $errati, & piu trattabili che gli altri, doue $ia qual $i uoglia altro colore; & $ono certo tutti i legnami graui piu $errati, & piu duri che i leggieri; & quanto uno è piu leggieri, tanto è piu [052]DELLA ARCHITETTVRA fragile; & quanto $ono piu cre$pi, tanto $ono piu forti. Eta quelli a cui la natu ra hà dato che viuino piu; gli hà dato ancora che tagliati, $i corrompino piu tar- di. Ogni legno ancora quanto mãco hà di midolla, tanto è di piu gagliarda, & robu$ta natura. Quelle parti, che $ono piu vicine alle midolle $ono veram\~ete piu dure che le altre, & piu $errate quelle che $ono piu vicine alla $corza, $ono di 5 piu gagliardo neruo: Percioche e' $i tiene che ne gli Alberi $i come ne gli ani- mali, la $corza $ia la cotenna; quello, che è $otto la $corza, $ia la carne; & quel che, è intorno alle midole $i tiene per le o$$a, & Ari$totile p\~e$aua che i nodi nelle piã te fu$$ero <007>n cambio di nerui. Di tutte le parti del legno, tengono per la piu tri$ta, l'humor che lo nutri$ce, sì per altre cagioni, sì per e$$er molto $ottopo$to a 10 Tarli. Aggiugni a que$te co$e che quella parte de gli Alberi, ch'era (e$s\~edo e$si ritti) volta a mezzo giorno, $arà piu arida che le altre, $ottile, & e$tenuata: Ma niente di manco piu $errata. Et da que$to lato $arà la midolla piu vicina alla $corza. Et quelle parti ancora che $aranno piu vicine al terreno & alle radici, $arãno piu graui, che tutte le altre; & ne $arà $egno che malageuolm\~ete noteran- 15 no nelle acque, & la parte del mezzo di qualunche Albero, $arà la piu cre$pa.

Etle Vene $iano come $i voglino quanto piu $aranno inuer$o le radici, tanto piu $aranno auuolte, & piegate; tutte le parti da ba$$o, niente di manco $i pen$a che $ieno piu co$tanti & piu commode che l'altre. Ma io truouo $critte dalli ottimi $crittori, alcune co$e molto marauiglio$e: Percioche e' dicono che la 20 Vite $upera la eternità de $ecoli. A Tempi di Ce$are in Popolonia (vicina a Piombino) $i vedeua vna $tatua di Gioue, fatta di Vite, e$$er$i mantenuta per infi nità d'anni, incorrotta; & tutti dicono che e' non è legno alcuno piu eterno. In Arriana, Regione della India $on Viti tanto gro$$e, $econdo che racconta Stra- bone, che duoi huomini, abbraccieriano a gran pena il pedale. In Vtica dico- 25 no e$$er durata vna coperta di Cedro anni mille dugento $ettantaotto. In I$pa gna nel Tempio di Diana, dicono e$$erui durate Traui di Ginepro, da dugento anni innanzi lo eccidio di Troia per in$ino a tempi di Annibale. Ma il Cedro hà certo natura marauiglio$a, $e come dicono e' nõ tiene i chiodi. Ne Monti pre$$o al lago di Garda, è una $orte di Abeti che $e tu ne farai va$i non terranno 30 il Vino, $e tu non gli vgni prima con Ol<007>o, hor ba$ti in$ino a quì delli Alberi.

Delle Pietre uniuer$almente, quando $i debbino cauare, & quando mettere in opera, quali $icno piu facili, & quali piu dure, o migliori, o piu durabili. Cap VIII. 35

HAnno$i ancora a ordinare le pietre, che hanno a $eruire per le Mura. Que$te $aranno di due $orti. Alcune $eruiranno per ordinare, & fare le calcine; & alcune per alzare l'edificio, & di que$te tratteremo prima; ma sì per e$$er breue, sì ancora perche elleno $on co$e molto note, nè la$ceremo a$- $ai in dietro. Nè $tarò quì a di$putare, quelle co$e naturali, che de principij, & 40 de gli origini delle Pietre $i dicono. Et $e quei principij vi$co$i per la commi- $tione dell' Acqua, & della Terra; prima in fango, dipoi in Pietra $i induri$co- no; o quel che $i dice delle Gemme, $e le $i $ieno ra$$odate, & cre$ciute per il calore, o forza, o raggio del Sole, o perche e'$ian nella Terra piu pre$to $i [053]LIBRO SECONDO. come delle altre co$e, certi $emi naturali delle Pietre. Et $e nelle Pietre auen- ghino i colori da un determinato me$colamento di liquida acqua, con minuti$- $imi corpi di Terra; o pure da una certa cõnaturale forza del $uo proprio $eme, o da una impre$sione riceuuta da raggi del Sole. Et <002>ciò tutte que$te co$i fat- te co$e, ancor che face$$ero for$e a propo$ito, per adornare il fatto no$tro, io pu 5 re le la$cerò in dietro. Et $eguiterò di parlare de modi dello edificare, come che infra Artefici approuati per lo u$o, & per la arte; trattãdone piu liberam\~ete, & piu $cioltamente, che non ricercherebbero for$e quelli che e$atti$simamente filo$ofa$$ero. Catone dice che le Pietre $i cauino di State, & $i tenghino allo $coperto, & non $i mettino in opera, $e non pa$$ati i duoi anni: di State, accioche 10 le pietre non auezze, $i a$$uefaccino, a poco, poco, a Venti, a diacci, & alle piog- gie, & alle altre ingiurie de Tempi: Percioche $e le pietre $ubito cauate della ca- ua, pregne del natiuo $ugo, & humore, $i pongono a Venti crudi, & a $ubiti diac ci, $i fendono, & $i ri$oluono. Tenghin$i allo $coperto, accioche e' $i uegga la bontà di cia$cuna Pietra, & quanto ella $ia forte cõtro alle co$e, che la mole$tano; 15 a que$to modo qua$i che facendo e$perienza di quanto elleno $ieno per durare, $e ne faccia pruoua. Non $i mettino in opera $e non doppo duoi anni; acciò che quelle, che per loro natura $ono frali, & chearrecherebbero difetto nell'ope ra, non ti $ieno a$co$e; & acciò che tu le $epari dalle migliori: Percioche infra tutte le $orti delle Pietre, è certo che $e ne trouano alcune, che infra loro $on ua- 20 rie. In modo che alcune alla Aria diuentano dure, & alcune bagnate dalle brinate contraggono certa ruggine, & $i disfanno, & $imili: Ma quali que$te fiano, $econdo la uarietà, & la natura de luoghi, dall'u$o, & dalla e$perienza, $i co no$cono beni$simo; & in modo, che tu potrai piu to$to imparare meglio il ua- lore, & la uirtù di cia$cuna pietra, dalli Antichi edificij; che dalli $critti, & ricordi 25 de Filo$ofi. Niente dimeno, di tutte le $orti delle pietre, per parlarne $om- mariamente, $iane lecito deliberarne in que$to modo; ogni pietra bianca, è piu tenera che la ro$signa, la tran$parente, è piu trattabile che la $cura, & quanto piu le pietre imiteranno il Sale, tãto manco $aranno trattabil<007>. Quella pietra che parrà $partoui $opra rena che lu$tri, $arà a$pra: Se ui $aranno me$colate $cintille 30 qua$i che di oro, $arà di$obed<007>ente, $e ui $aranno come dire punti neri, non $e ne potrà hauere, quella che $arà macchiata di gocciole accantonate, $arà piu $alda che quella che le harà tonde, & quanto le gocciole $aranno minori, tanto $arà piu dura, & quanto harà colore piu purgato, o piu limpido, tanto $arà piu eter na, & quella pietra, che harà manco uene, $arà piu intera, & quanto le uene $a- 35 ranno piu $imili al uicin colore della Pietra, $arà piu uguale per tutto. Et quanto harà le uene piu $ottili, tanto $arà piu bella, & quanto $arà di uene piu attorte, & piu interrotte, tanto $arà piu au$tera, & quuato $arà piu nodo$a, tanto $arà piu cruda. Delle uene, quella è piu atta a fender$i, che hà nel $uo mezzo una linea ro$siccia, o di colore di Ocria, atta a corromper$i. Vicina a que$ta $a- 40 rà quella che $arà mi$tiata hora di color bianco, & hora di colore di herba per tutto, piu di tutte l'altre, è difficile quella che parra uno diaccio torbidiccio. Le a$$ai uene dimo$trano, che le pietre $ono incõ$tanti, & atte all'aprir$i, & quan to $aranno piu diritte, tanto piu fieno infedeli, nel disfare le pietre, quanto piu [054]DELLA ARCHITETTVRA $ottili, & piu puliti tagli ui uerranno, tanto $aranno piu $errate; & quella pietra che nel romperla harà la $corza manco a$pra, $arà piu trattabile, che quella, che l'harà $cabro$a; Ma le pietre $cabro$e, quanto $aranno piu candide, tanto $aranno manco obbedienti. Et per il contrario qualunche pietra nera quanto piu harà le $ue $cabro$ità minute, tanto manco obbedirà al taglio del ferro. 5 Tutte le pietre ignobili quanto piu $aranno $pugno$e, tanto $aranno piu dure, & la pietra che bagnata $ottilmente quanto piu $i ra$ciuga tardi, tanto piu è cruda; & ogni pietra quanto piu è graue tanto è piu $alda; & piglia meglio pulimento che la leggiere; & tutte le piu leggieri, $tropicciandole, $i disfanno piu facilmente che le graui; & quelle che battute $uonano meglio, $on piu $er- 10 rate che le $orde, & quella pietra che $tropicciata, o fregata fortemente $aprà piu di zolfo, $arà piu forte, che quella che uon ne $aprà punto; & finalmente quanto piu $aranno re$i$tenti allo $carpello, tanto $aranno per ciò piu co$tauti & piu r<007>gide, contro le ingiurie delle Tempe$te. Dicono che quelle pietre, che $i mantengono in maggiori pezzi in bocca delle caue, $on contro le Tem- 15 pe$te piu ferme che le altre; ogni pietra ancora è piu tenera, quando ella $i ca- ua della Caua che quando poi ella è $tata allo $coperto: Et bagnata da humo- re, o molle da Acqua, è piu trattabile dal ferro che quando è a$ciutta; & cia$cu na pietra di quanto piu humido luogo della $ua caua $arà cauata, tanto $arà poi ra$ciutta piu $errata: & pen$ano che le pietre $i lauorino piu facilmente tiran- 20 do O$tro, che quando $offia Tramontano, & quando tira Tramontano $i fen- dono piu facilmente che tirando O$tro. Ma $e e' ti piacerà far la pruoua del come debbino per l'auenire riu$cir le pietre, te ne auedrai da que$to. Se quel la, che tu bagnerai nella acqua, cre$cerà di a$$ai pe$o; ella $i ri$oluerà per lo hu- mido. Et quella, che tocca dal fuoco, & dalle fiamme $i disfarà; non reggerà 25 nè a Soli, nè a Caldi; Nè pen$o che in que$to luogo $ia da la$ciare in dietro al- cune co$e degne di memoria, le quali raccontano gli Antichi di alcune Pietre.

Che gli Antichi ci hanno la$ciate alcune co$e delle Pietre degne di memoria. Cap. IX.

NOn farà ueramente fuori di propo$ito, intendere quanto elleno habbi- 30 no in loro di uarietà, & di marauiglia; accioche cia$cuna $i po$$a piu cõue nientemente accõmodare all'u$o $uo. Intorno a Campi di Bol$ena, & di Stratone, dicono che è una Pietra accõmoditi$sima a tutte le $orti de gli edifi cii, alla quale nè fuoco, nè ingiuria alcuna di tempi non nuoce mai, & che que- $ta $te$$a, è contro le tempe$te al tutto eterna, & incorruttibile, & mantiene piu 35 che alcuna altra i lineamenti delle $tatue. Scriue Tacito, che quando Nerone ra$$ettaua la Città gua$ta dalla ar$ione, che egli $i $eruì delle pietre da Albano & da Gabinio, per traui; percioche que$ta Pietra non cede al fuoco. Nel Ge- noue$e, & nel Venetiano, & nel Ducato di Spuleto, & nella Marca Anconita- na, & appre$$o la Borgogna, $i truoua una Pietra bianca, la quale $i può facil- 40 mente $egare con una $ega a denti, & piallare ancora; & $e non che ella per al- tro, è di natura debole, & frale, $arebbe nelle opere di ognuno u$cita fuori; ma dalle brinate, dal ghiaccio, & dalle $pruzzaglie, $i rompe, & non è gagliarda cõ- tro i Venti di mare. La I$tria hà una Pietra che $i a$$omiglia a$$ai al Marmo, [055]LIBRO SECONDO. ma tocca da Vapori, o da fiamme $ubito $i $pacca, & $e ne uà in pezzi; il che di- cono che mede$imamente auiene a ogni pietra forte, & ma$simo alle Selici bianche, & alle nere: che nõ po$$ono $opportare punto il fuoco. In campagna di Roma, è una Pietra $imile alla cenere nericcia, nella quale pare che $ieno me$colati, & po$ti carboni; laquale è tãto leggieri, che tu non te lo p\~e$ere$ti mai, 5 & è facile a lauolarla cõ il ferro, & $alda al tutto, & da durare, & contro a fuochi, & contro alle Tempe$te non debole; ma è in modo arida, & $itibonda, che $ubi- to abbrucia, & inghiotti$ce le humiditati delle calcine, & la$cia le calcine abbru ciate, & uane, nõ altrimenti che polueri: Laonde aperte$i le congiũture, l’opera pre$to pela, & inoltre rouina. Male pietre tonde, & ma$simo quelle de’ fiumi 10 $on di cõtraria natura a que$ta, percioche $on $empre humidiccie, nè s’acco$tano mai alle calcine, che co$a è quella ch’eglino han trouato, che i Marmi nelle caue di marmo cre$cono. In que$ti no$tri t\~epi $i $on trouati in Roma minutami di pietre Treuertine $pugno$e, e$$ere cre$ciuti, & diuentati un pezzo $olo, m dian te il nutrimento (per dire co$i) datoli dal t\~epo, & dal Terreno. Tu uedrai al la- 15 go di piè di Luco da quel lato donde cade l’acqua dallo $co$ce$o precipitio, nel finme della Nera, che il labbro $opra della ripa è cre$ciuto di giorno in giorno, in modo che alcuni hanno $timato, che mediante que$to ingro$$are, & cre$ce- re della pietra, quella ualle ri$errata$igli la bocca, $ia diuenuta lago. Sotto la Ba $ilicata non di$co$to dal Fiume Silari, da quella parte, doue ca$cono dalle alte ri- 20 pe le Acque inuer$o Oriente, $i uede ogni giorno cre$cere grandi$simi pez- zi di congelate, & pendenti pietre, in tanta grãdezza, che qual $i è, l’una pe$a pa- recchi carratte. Que$ta pietra fre$ca & molle del materno $ugo, è molto tene- ra, ma quando ella $i ra$ciuga, diuenta duri$sima, & accõmodati$sima a tutti i bi- $ogni. Io ho ueduto accadere il $imile di alcuni Aquidotti i fianchi delle for- 25 me, de quali, hauendo contratta una certa gomma, paiono incro$tati di pietra. In Romagna $i po$$ono uedere in que$ti tempi due co$e certamente molto de- gne di memoria; In quel d’Imola è una ripa d’un Torr\~ete molto alta, nella qua- le ogni giorno hor quà, hor là in $pe$si lnoghi e$cono fuori, molti & grandi $a$si tondi, generati$i nelle intime ui$cere della Terra: Ne Campi di Faenza in $u la ri 30 pa della corrente Lamona, ui $ono molte lunghe pietre, & grandi <002> lor natura, che ogni giorno gettano fuora, non poca quantità di Sale; & $i pen$a che cõ $pa- tio di t\~epo diuenti pietra. In quel di Firenze in To$cana appre$$o al fiume del le Chiane è una Po$$e$sione nella quale i duri $a$si, che in quantità ui $ieno $opra $par$i, ogni $ette anni $i ri$oluono in zolle. Plinio raccõta che appre$$o a Spiga, 35 & intorno a Ca$$andrea le zolle di terra, $i conuertono in $a$si. In quel di Poz zuolo $i genera una poluere, che me$colata cõ l’acqua del Mare, induri$ce, & di- uenta pietra. In tutto il lito da Oropo in$ino in Aulide ciò che è bagnata dal Mare induri$ce, & diuenta Pietra. Et Diodoro $criue che in Arabia le zolle (cauata la terra) hanno odori $uaui, & che colate con il fuoco come i Metalli, 40 $i conuertono in pietre. Et aggiugne dipoi che que$te mede$ime pietre, $on tali, che quando $opra di loro cade acqua piouana, $e gli illiquidi$cono le con- giunture, & tutto il muro diuenta di un pezzo. Caua$i in A$$o di Troade il Sarcophago, che $i congiugne per le $ue uene atte al fender$i, $e in que$ta pie- [056]DELLA ARCHITETTVRA tra $i $otterrano corpi morti, $i con$umano tutti eccetto però che i denti innan- zi a quaranta giorni; & quel che ti farà piu marauigliare, è chei calzari le ue- $te, & tutte le altre co$e, che con i corpi ui $i mettono, $i conuertono in pietra. Contraria a que$ta è la pietra Chernite, nella quale fu $epolto Dario, perche con$erua i corpi interi gran tempo, Ma di loro $ia detto a ba$tanza.

5 Onde ueni$$e l’u$anza de Mattoni, & in che tempo $i habbino a fare, che forma habbino ad hauere, quante $ieno le $orti loro, & della utilit à de triangoli, & breuemente de lauori di terra. Cap. X. 10

EGli è certamente manife$to che gli Antichi in cambio di Pietre u$arono molto uolentieri i mattoni. Io certo credo che da prima gli huomini fu$$ero $pinti ad u$urpare in cambio di Pietre il fare i Mattoni <002> li edificij, mediãte la care$tia, & la nece$sità delle co$e; ma ueduto poi, quanto que$ta $orte di muraglia $ia facile alle opere, commoda all’u$o, atta alla bellezza, con$tante, & 15 ferma alla eternità, $eguitarono di fare sì l’altre co$e, sì an cora gli edificij Regij di Mattoni. Vltimam\~ete poi o pure a ca$o, o <002> indu$tria, ch’e’ $i fo$$e, cono$c\~ed o quanto il fuoco uale$$e a ra$$odare, & a fare forti detti mattoni; Per$euerarono hor quà hor là ad inalzare ogni muraglia con detti mattoni cotti. Et <002> quãto io hò con$iderato ne gli antichi edificij, Io certo ardirò di dire que$to, che e’nõ 20 $i truoua co$a alcuna piu cõmoda, a qual tu ti uogli u$o di edificij, che il mattone non crudo, ma cotto: doue pur $ia u$ata ragione, & modo nel cuocerlo. Ma di remo altra uolta le lodi delle opere di terra cotta. Sia a no$tro propo$ito che nel fare i mattoni bi$ogna lodare quella terra che tiene di creta, & biancheggia. Loda$i ancora la ro$siccia, & quella, che $i chiama $abbione ma$chio. Debbe$i 25 $chifare la reno$a, & quella, che al tutto è $abbiono$a; & piu che l’altre la pietro$a; percioche nel cuocer$i la co$i fatta $i torce, & fende; & troppo cotta, da <002>$e $i cõ- $uma. Non pen$ano che $ia da fare i Mattoni $ubito cauata la terra, ma comã- dano che la Terra $i caui nello Autunno, & per tutto lo Inuerno $i la$ci macerare in$ieme; enella primauera poi, che $e ne faccia i mattoni: Percioche $e tu gli farai 30 di Inuerno, è co$a manife$ta che per i diacci $i fenderanno; & $e tu gli farai nel mezo della $tate, nel $eccar$i $i fenderanno in pelle in pelle per il gran caldo. Ma $e per nece$sità pure ti bi$ogna$$e farli di Inuerno, a gran freddi, cuoprili $u- bito di rena a$ciutifsima; & $e nella piu calda $tate, cuoprili con paglie humidi: Percioche tenuti in que$ta maniera, non $i fendono & non $i torcono. Sono al 35 cuni, che uogliono che i mattoni $i inuetrino, $e pure tu gli uorrai co$i, bi$ogna auertire che e’ non $i faccino di terra $abbiono$a, o troppo magra, o troppo ari- da: Percioche e’ $i $uccerebbono il Vetro, ma bi$ogna farli di terra che biancheg gi, & che $ia moruida; & bi$ogna che $i faccino $ottili; percioche que’ che $ono <002> $orte troppo gro$si, $i cuocono malageuolmente; & raro è che e’ non $i fendino; 40 ma $e ti bi$ognerà pur farli troppo gro$si, prouederai a que$ta incommodità in gran parte, $e tu farai loro in$ino a mezza la loro gro$$ezza con un fu$cello, uno o piu buchi accioche quindi $i po$sino meglio ra$ciugare, & cuocer$i, an- dando$ene il uapore & qua$i che $udore per que$ti buchi. I Va$ellai mettono [057]LIBRO SECONDO. $opra le $touiglie il colore di creta bianca, onde auiene che il Vetro $atto liqui- do ui fà $opra una pelle uguali$sima; que$to mede$imo giouerà ancora al fare de mattoni. Io hò con$iderato ne gli edificij delli Antichi, che ne mattoni è me- $colata una certa parte di Rena, & ma$simo della ro$$a: & truouo che e’ ui me$co lauano terra ro$$a, & marmo ancora. Habbiamo prouato che d’una mede$ima 5 terra, faremo mattoni piu $aldi, & piu duri $e noi ne porremo a lieuitare prima una ma$$a, come $e uole$simo far pane, & dipoi la maneggeremo, & dimerremo piu uolte, che ella $ia qua$i come cera, & purgati$sima da ogni $a$$olino: Diu\~e- tano i mattoni nel cuocer$i in modo duri, che per la molta fiamma $i cõuertono in durezza di pietra, & fanno una corteccia $oda, o $ia per il fucco, mentre $i cuo 10 cono, o uenga pure dall’ Aria, mentre $i ra$ciugono, il che mede$imam\~ete auiene al pane. Sarà adunque bene il farli $ottili, accioche habbino piu di corteccia, & manco di midolla. Etin que$ti $i può fare e$perienza che $e $i faranno li$ci, & puliti, dureranno a$$ai contro alle tempe$te; Il mede$imo aduiene ancora a tut- te le pietre pulite, che nõ $ono mangiate dalla ruggine; & pen$a$i che i mattoni 15 $i debbino ripulire, & arrotare molto bene, o $ubito che $i cauano della fornace, prima che $i bagnino; o bagnati innanzi che e’ $i ra$ciughino; percioche bagnato una uolta, & poi ra$ciutto, induri$ce in modo, che con$uma, & gua$ta il taglio al ferro; ma noi gli arrottiamo piu commodamente quando $ono nuoui, & che an cora cuocono. Tre furono le $orti de’ mattoni appre$$o delli Antichi. Il pri- 20 mo era lungo tre quarti di braccio, & largo mezo braccio. Il $econdo era di cin- que ottaui di braccio per ogniuer$o. Il terzo era di mezo braccio per ogni uer $o. Noi ueggiamo ne gli edificij, & ma$simo ne gli archi, & nelle commetti- ture, mattoni larghi uno braccio per ogni uer$o. Raccontano che gli Anti- chi nõ gli u$aron d’una mede$ima $orte ne gli edificij publici, & ne priuati, ma 25 u$arongli maggiori ne gli edificij publici, & de i minori faceuano gli edificij pri uati. Io ho auertito & in altre muraglie, & nella uia Appia ancora, che u@$ono uarie $orti di mattoni maggiori, & minori, & mi pen$o che gli u$a$$ero uaria- mente, & che e’ face$$ero, non $olamente quel che fo$$e ad utilità, ma tutto quello che ueni$$e loro in fanta$ia, o che e’ pen$a$$ero, che face$$e a bellezza. 30 Ma per non dire co$i ogni cofa, Io ho ueduti mattoni, che non $ono piu lunghi di $ei dita, nè piu gro$si di uno, nè piu larghi di tre, ma con que$ti faceuano il piu delle uolte gli ammattonati per coltello a $piga. Io lodo piu che gli altri i triã golari, che e’ faceuano in que$to modo; Faceuano uno mattone per ogni uer$o di uno mezo braccio, gro$$o uno dito & mezo, & mentre che egli era fre$co, lo 35 fendeuano con due linee a trauer$o, dall’uno angolo oppo$ito all’altro, in$ino al mezo della $ua gro$$ezza. Et di quì haueuano quattro triangoli uguali; que- $ti mattoni haueuano que$te commoditadi, e’ ui andaua manco creta, a$$etta- uan$i meglio nelle fornaci, cauauon$ene piu commodamente, metteuã$i in ope- ra con piu abilità, come che in una mano $e ne teneuano quattro, il Mae$tro nel 40 murare con poca perco$$a gli diuideua l’uno dall’altro, & con le te$te di que$ti, faceua apparire gli ordini della muraglia di fuori di mezo braccio, mettendo lo Angolo allo indentro; Onde la $pe$a era minore, l’opera $e ne rendeua piu gra- tio$a, & la muraglia piu ferma; percioche parendo che nel muro non fu$$e mat- [058]DELLA ARCHITETTVRA tone $e non intero, collegati gli angolia gui$a di denti, ne ripieni delle mura, rendeuano la muraglia fermi$sima.

5 10 15 20

Fatti i Mattoni, non uogliono $i mettino nelle fornaci, prima che $ieno $ec- chi$simi; & dicono che e’ non $ono $ecchi, $enon in capo a duoi anni; & afferma- 25 no che e’ $i $eccano meglio all’ombra, & al Sole; ma di que$ti ancora $ia detto a ba$tanza, $e già tu non ci aggiugni, ch’eglino auertiranno, che a fare que$te ope re, che $i chiamano lauori di Terra, infra l’altre è eccellente la terra Samia, l’ Are tina, & la Modene$e; in Hi$pagna la Saguntea; & la Pergamea in A$ia. Nè per e$$er breue la$cerò que$to in dietro, che tutto quello, ch’io ho detto in$in 30 quì de Mattoni, il mede$imo $i debbe o$$eruare ne tegoli per i tetti, ne gli em- brici, & nelle doccie; & finalmente in ogni opera di Terra cotta, & di lauori di Terra. Habbiamo trattato delle Pietre, Re$taci a trattare della Calcina.

35 Della natura della Calcina, & del Ge$$o, de l’u$o, & della $orte loro, in quel che elle con- uenghino infieme, & in quel che elle $ieno differenti, & d’alcun’ altre co$e degne di memoria. Cap. X I. 40

CAtone Cen$orino bia$ima la calcina, che $i fa di Pietra uaria, & non uuo le che quella che $i fa di $elice $ia buona ad opera alcuna, oltre ch’a fare la calcina, è molto inutile ogni pietra, che $ia e$au$ta, & arida, & che $i disfac- [059]LIBRO SECONDO. cia, & che nel cuocerla il fuoco non ui truoui che con$umare, come $ono i Tufi’ & le pietre bigiccie, & pallide, che $ono pre$$o a Roma ne Fidenati, & ne campi Albani. Bi$ogna a uolere che la calcina fia lodata da quei, che $anno, che ella pe$i il terzo manco, di quel che ella pesò cruda. Oltre che la pietra ancora, che per natura è troppo $ugo$a, o troppo humida, $i inuetria di modo al fuoco, che 5 non è utile a farne calcina. Plinio dice che la pietra uerde, cioè il Serpentino re$i$te al fuoco grandem\~ete; ma noi $appiamo certo che il Porfido, non $olo nõ $i cuoce per le fiamme, ma $tando in una fornace non la$cia mai cuocere i $a$si, che gli $ono intorno à ba$tanza. Nè uogliono ancora le pietre che t\~eghino di terra, perche la calcina poi non rie$ce $tietta. Ma gli Architettori antichi lo- 10 dano grandemente la calcina, che $i fa di pietra molto dura, & molto $errata, & ma$simo bianca, & pen$ano che que$ta non $ia $commoda, & a tutti gli altri u$i, & nel fare le uolte ancora forti$sima. Nel $ecõdo luogo lodano quella calcina che $i fa di pietra leggieri in uero, o atta a putrefar$i, ma $pungno$a, & pen$ano che que$ta per lo intonicare $ia la migliore, & piu trattabile delle altre, & che r\~e 15 da le opere piu $plendide. Et io ho ueduto in Francia che gli Architettori nõ hanno u$ata altra calcina, che quella che $i fa di frombole (raccolte de fiumi) nericcie, & molte dure, che tu dire$ti, che fu$$ero $elici. Et niente dimeno egli è certo che ella sì nelle opere di pietra, sì in quelle di mattoni, ha mantenuto gran tempo eccellente fermezza. Io truouo appre$$o di Plinio, che la calcina 20 che $i fa delle pietre da fare macini, è molto cõmoda ad ogni co$a, ma io ho ui$to per e$perienza, che di quella pietra da Macine, che pare che $ia machiata di goc ciole di $ale, per e$$ere piu rozza, & in oltre piu arida, nõ ne $uccede que$to; ma di quella, che nõ è macchiata di $ale, ch’è piu $errata, & che quando $i lauora cõ ferro fa la poluere piu $ottile, ne $uccede beni$simo. Hor $ia la pietra, come $i 25 uoglia, la di caua $arà molto piu utile per fare calcina, che quella, che $i racco- glie; & migliore $arà quella, che $i cauerà di caua ombro$a, & humida, che quella che $i cauerà di una che $ia arida; piu trattabile di pietra bianca, che di nericcia. In Francia pre$$o alle Regioni marittime delli Edui, per care$tia di pietra fanno la calcina di O$trighe, & di cochiglie. E' ancora una $orte di calcina di Ge$$o, 30 che $i fa ancor’e$$o di pietre cotte, ancora che e’ dicono che & in Cipri, & in quel di Tebe, il Ge$$o $i caua delle Caue, cotto dal Sole nella $uperficie della Terra. Ma ogni pietra che $e ne fa Ge$$o, è differente da quella che $e ne fa calcina: per- che ella è teneri$sima, & atta a disfar$i $troppicciandola, eccetto che una che $i caua in Siria, che è duri$sima. In que$to ancora è differente, che la pietra per 35 Ge$$o non uuole piu che uenti hore, & quella per fare calcina non uuole manco di $e$$anta ad e$$ere cotta. Io ho con$iderato che in Italia, $on quattro $orti di Ge$$o, due che tra$paiono, & due nò, di quelle che tra$paiono, l’una è $imile alle zolle dell’ Alume, o piu to$to dell’ Alaba$tro, & lo chiamano cipollato, per e$$ere fatto di $ottili$simi $cogli, cõgiunti l’uno $opra l’altro. L’altra è ancora $caglio 40 $a, ma piu pre$to $i a$$omiglia a Sale nericcio, che allo allume. Quelle $orti, che nõ tra$paiono, $i a$$omigliano amendue alla creta, molto $errata, ma l’una è alquãto bianchiccia, & pallida, l’altra ha me$colato con que$ta pallidezza, colore ro$signo, que$te ultime fon piu $errate, che le prime, Infra que$te ultime, quel- [060]DELLA ARCHITETTVRA la $orte che è piu ro$siccia è piu tenace. Infra quelle prime, quella che è piu pura, $erue nell’opere di $tucchi a fare $tatuette, & cornici piu biãche. Pre$$o a Rimini $i truoua Ge$$o $odo, che tu credere$ti che fo$le Marmo, o Alaba$tro, di que$to ho io fatto $egare con la $ega a denti, Tauole per impiallacciature cõ- modi$sime. Accioche io non la$ci indietro co$a alcuna, ogni Ge$$o, è di nece$- 5 $ità rõperlo, & tritarlo con martelli di legno, tanto ch’e’ $i conuerta in farina, & $erbarlo amontato in luogo a$ciuti$simo, bi$ogna adoperarlo pre$to, & datali la acqua, $ubito metterlo in opera. Ma la Calcina per l’oppo$ito non bi$ogna pe $tarla, ma bagnare le Zolle co$i intere, & bi$ogna certo ch’ella $i $p\~ega a$$ai t\~epo innanzi, & con gran copia d’acqua, prima che tu la metta in opera, & ma$simo 10 per metterla ne gli Intonichi: accioche $e e’ ui fu$$e alcuna zolla, che nõ fo$$e dal fuoco co$i cotta a ba$tanza, con lo $tare a$$ai in molle $i ri$olua, & $i liquefaccia: Percioche quando ella $i mette di $ubito in opera, non bagnata, o $penta a bi$o- gno, ella ha certi $a$$olini in $e a$co$i, crudi, che con il tempo $i corrompono, & gettano per ciò dipoi certe cocciuole, onde il lauoro non uiene pulito. Ag- 15 giugni che alla Calcina non bi$ogna dar una gran copia d’acqua a un tratto, ma bi$ogna $i $penga a poco a poco, bagnandola, & ribagnandola piu & piu uolte, in$ino a tanto, che ella al certo $e ne $ia inebbriata: dipoi in luogo anzi che no humidetto, & all’ombra, $enza me$colarui co$a alcuna, $i debbe $erbare $tietta, coperta $olamente di $opra, con poca rena, in$ino a tanto che per lunghezza di 20 tempo piu liquidamente $i lieuiti. Et hanno trouato, che la Calcina con que- $to $uo lungo lieuitar$i, acqui$ta grandi$sima uirtù. Io ueramente ne ho uedu ta per antichi$simi, & abbondanti$simi $critti di quella, che è $tata la$ciata abban donata (come per molte conietture $i uedeua manife$to) per piu che cinquecen to anni; Et poco fa ritrouata, la ueddi humida, & liquida (& per dire co$i) in mo- 25 do matura, che di gran lunga $uperaua la liquidezza del mele, & del midollo del le o$$a. Et non è certo co$a alcuna, che $i po$$a trouare piu di que$ta com- moda a qual ti uoglia u$o: Vuole piu rena il doppio $e tu la torrai co$i, che $e tu la torrai di $ubito. In que$te co$e adunque la Calcina, & il Ge$$o non conuengono: ma nell’altre $i bene. Lieuala adunque $ubito dalla fornace, & 30 mettila all’ombra, & in luogo a$ciutto, & poi ti bi$ogna $pegnerla, perche $e tu la $erba$si, o nella fornace $te$$a, o altroue al uento, o alla Luna, o al Sole, & ma$simo di $tate, $i ri$oluerebbe pre$ti$simamente in cenere, & diu\~eterebbe di- $utile, ma diloro $ia detto a ba$tanza. E ne auerti$chino che le pietre non $i mettino nella fornace, s’elle non $i $pezzano in pezzi non minori che zolle, la- 35 $ciamo $tare, ch’elleno piu facilmente $i cuocono, e’ s’è trouato che nel mezo delle pietre, & ma$simo delle tõde, $ono alcuna uolta certe cõcauitati, nelle qua li rinchiu$a l’aria, arreca dãni grãdi$simi: Percioche acce$o il fuoco nella fornace, egli auiene mediante, o il fuoco, o pure il freddo, che uà allo indentro, che e$$a aria $i ri$tringa, o pure che ri$caldando$i finalmente e$$a pietra, la mede$ima 40 aria $i conuerta in uapore; Et è certo ch’egli rigonfia, & rõpendo per ogni uer$o la prigione, in cui $i troua, con $coppio, & impeto grandi$simo $e ne e$ce, & di- $turba, & manda $ozzopra tutta la ma$$a della fornace, & $ono alcuni che han- no ui$to nel mezo di $imili pietre e$$erui animali uiui, sì di altre diuer$e $orti, sì [061]LIBRO SECONDO. ancora uno Verme, che ha la $tiena pilo$a, & a$$ai piedi, iquali certo $oglionoar recare alle fornaci molto danno. Et $oggiugnerò in que$to luogo alcune co$e degne di memoria, uedute$i a tempino$tri; percioche noi non $criuiamo que- $te co$e $olamente alli artefici, ma alli $tudio$i ancora di co$e degne, perilche ci gioua di me$colarci alcuna uolta co$e, che dilettano, pur che le non $ieno fuori 5 di propo$ito, nè di$co$to dalla intentione no$tra. APP. Martino fu portata una certa $erpe, trouata in Latio dalli $carpellini nelle caue, che $i uiueua in un certo gran $a$$o uoto dentro, & chiu$o intorno intorno $enza $piraglio alcu- no; $on$i $imilmente trouate alcune ranocchie, & granchi, ma morti. Et io fo fede, che in que$ti tempi $i $ono trouate in mezo d'un bianchi$simo marmo, frõ- 10 di di alberi. Il mõte Vellino, che diuide gli Abruzze$i da' Mar$i, alti$simo piu di tutti gli altri, è in tutta la $ua cima caluo per una pietra bianca, & uiua: Quiui dalla parte, che guarda uer$o l'Abruzzi, $i ueggono per tutto pietre $pezzate, piene d'imagini $imili alle cocchiglie Marine, non maggiori, che tu non le po- te$si tenere $otto la palma della mano. Che co$a èquella, che in quel di Ve- 15 rona $i raccolgono ogni giorno pietre, che $ono per tutto in terra, intagliate cõ la forma del Cinquefoglie, con linee terminate, & uguali, $cõpartite atti$sima- mente, & e$$attamente finite, & po$te l'una $opra l'altra con tanta mirabile arte della Natura, che certamente non è alcuno mortale, che po$$a imitare co$i a pũ to la $ottigliezza dell'opera, & quel ch'è piu da marauigliar$i è, che non $i truoua 20 $a$$o ne$$uno di que$ta $orte, che non $tia $ozzopra, & che non cuopra que$ta $ua $cultura. Onde pen$erai facilmente, che la Natura non habbia fatte tali $cultu re, con tanto $uo artificio per fare marauigliare gli huomini, ma per $uo $pa$$o, Hor torniamo a propo$ito. Io non baderò quì a raccontare, come e' bi$ogni adattare la gola della fornace, & la uolticciuola, & la bocca, & piu adentro la $e- 25 dia del fuoco, accioche la fiamma ri$caldata$i, re$piri, & accioche ella $i $tia qua$i che in certi $uoi confini, & che tutta la po$$anza, & uigore del fuoco concorra, & a$piri $olamente a cuocere l'opera. Nè $eguiterò di dire in che modo $i deb- ba accendere a poco a poco il fuoco, & non lo trala$ciare mai, in$ino a tanto che dalla cima della fornace, e$ca la fiamma pura, & $enza punto di fumo, & che gli 30 ultimi $a$si $ieno diuentati qua$i di fuoco. Et che la pietra non è cotta $e non quando la fornaciata per le fiamme gonfiata, & aperta$i, $arà poi calata, & ri$er- rata$i in$ieme. Marauiglio$a co$a è a uedere la natura del fuoco, percioche $e tu leuarai il fuoco di $otto alla cotta, diuenterà la fornace a poco a poco tiepida da ba$$o, ma $opra da alto $arà ancora di fuoco. Ma perche nel fare gli edificij 35 habbiamo bi$ogno non $olamente della calcina, ma della Rena ancora, dobbia mo al pre$ente trattare della Rena.

Delle tre $orti, & delle tre differentie delle Rene, & della diuer$a materia di che $i fanno le muraglie in diuer$i luoghi. Cap. XII. 40

DI tre $orti $ono le Rene, di Caua, di Fiume, & di Mare, la migliore di tut- te que$te è quella di Caua, & è que$ta di molte $orti: nera, bianca, ro$$a, incarbonchiata, & ghiaio$a: ma s'alcuno mi dimanderà che co$a è Rena, [062]DELLA ARCHITETTVRA Io for$e gli ri$ponderò, che ella è quella che $ia fatta (rotte le maggiori pietre) d<007> minuti$sime pietruzze. Ancora che a Vitruuio pare$$e che la Rena, & ma$si- mo quella, che in To$cana $i chiama incarbõchiata, fu$$e una certa $orte di terra abbruciata, & fatta diuenire non piu $oda, che la terra cotta, & piu tenera, che il Tufo, da i fuochi rinchiu$i $otto i monti dalla natura delle co$e. Malodano $o 5 pra tutte que$te Rene il carbõchio. Io ho con$iderato, che in Roma egli u$a- rono ne publici edificij, non perõ ne minori, la ro$$a. La piu cattiua di quelle di Caua è la bianca. La ghiaio$a nel riempiere i $ondamenti è commoda, ma infra le migliori, nel $econdo luogo tengono la ghiaia $ottile, & ma$simo la cãto- luta, & che nõ hà in $e punto di terra, come è quella, che $i truoua appre$$o i Vi- 10 lumbri. Doppo que$ta lodano la Rena di fiume, che $i caua, leuatane di $opra la prima $corza, & infra quelle de fiumi, quella de Torrenti, & infra que$te è mi- gliore quella che è infra monti, doue le acque hanno maggiore pendio. Nel- l'ultimo luogo uienela Rena, che $i caua di mare. Etinfra que$te Rene mari- ne, nõ bia$imano al tutto, la piu nera, & inuetriata. Nel Principato pre$$o a Sa- 15 lernitani, non po$pongono la Rena che e' cauano del mare, a quella delle Caue, ma non lodano ch'ella $i tolga in ogni lito di quella Regione; percioch'eg li han no trouato, ch'ella è piu che altroue cattiua in quei liti, che $on uolti a riceuere O$tro, ma non è cattiua in que'liti, che guardano uer$o Libeccio: Ma delle Rene di mare, è certo, che la migliore è quella, che è $otto le ripe, & di granaglia piu 20 gro$$a. Veramente che le Rene $ono infra loro differenti; percioche quella di mare, $i ra$ciuga difficilmente, & di$$olubile $tà humidiccia, & $corre per la $ua $al$edine, & per ciò maluolentieri, nè mai fedelm\~ete $o$tiene i pe$i. Quella de fiumi è ancora un poco piu humidiccia, che quella delle Caue, & per que$ta ca- gione è piu trattabile, & migliore per gli intonachi. Quella di Caua per la $ua 25 grauezza, è piu tenace, ma fende, & per que$to $e ne $eruono a fare le uolte, ma non a intonacare: Ma di cia$cuna $ua $orte, $arà quella Rena ottima, che fregata con le mani, & $tropicciata, $triderà, & raccolta in una ue$ta bianca, non la mac chiera, nè ui la$cerà punto di terra: Per l'oppo$ito, quella $arà cattiua, laquale per $e $arà moruida, non punto a$pra, & con il colore, & con l'odore $i a$$omiglierà 30 alla Terra ro$siccia, & che mi$tiata, & rimenata con l'acqua la farà torbida, & fan- go$a, & che la$ciata in lo $pazzo, $ubito producerà l'herba: Non $aràancor buo- na quella, che già un pezzo cauata, $arà $tata a$$ai tempo all'aria, al Sole, al lume della Luna, & alle brinate: perche ella $i conuerte qua$i in terra, & putrefa$si. Et di piu quando èatta a generare Arbu$celli, o fichi $aluatichi, allhora è pe$si- 35 ma per tenere in$ieme la muraglia. Noi habbiamo trattato de legnami, delle Pietre, delle Calcine, & delle Rene, che $ono lodate da gli Antichi, ma non ci $a- ràg<007>à conce$$o di trouare in tutti i luoghi, que$te co$e comode, & apparecchiate come noi ordiniamo. Cicerone dice, che l'A$ia per l'abbondanza de Marmi, $empre è $tata florida di edificii, & di $tatue; ma non $i truouano i Marmi in 40 ogni luogo. In alcuni luoghi o nõ ui $on pietre di $orte alcuna, o $e pure ue ne $ono, non $ono buone ad ogni co$a. In tutta Italia, dalla parte che guarda a mezo dì, dicono che $i truoua la rena di Caua, Ma dall' Appennino in quà non $e netruoua. Dice Plinio, che i Babillonij u$arono il Bitume, & i Cartagine$i [063]LIBRO SECONDO. il Loto. Altroue per non hauer pietre di $orte alcuna murano con graticci, & con Arzilla. Herodoto racconta che i Budini, non fanno nè le priuate, nè le publiche muraglie, d'altro che di legno, talmente che appre$$o diloro, & le mu ra delle Cittadi, & le Statue de gli Dij, tutte $ono di legno. Mela dice che i Neurij non hanno legne di $orte alcuna, & in cambio di arderelegne, $on for- 5 zati ad ardere le o$$a. In Egitto mantengono il $uoco con $terco delle be$tie: Di quì accade che altri, hanno altre, & diuer$e habitationi, $econdo la nece$sità, & opportunità delle co$e. In Egitto $ono alcuni che $i fanno Palazzi regali di Canne. In India con le co$tole delle Balene. In Carri ca$tello di Arabia, fan no le mura, & le ca$e di ma$$e di Sale, ma parler\~ene altra uolta. Et però in ogni 10 luogo non è $i come habbiamo detto la mede$ima abbondanza di Pietre, di Re ne, & di $imili co$e, ma in diuer$i luoghi $ono d<007>uer$i ragioni, modi, & nature delle co$e, però bi$ogna u$are le piu commode che ui $ono, & in e$$e bi$ogna ha uere diligenza, di u$ar primieramente quelle, che $ono piu abili, & che piu com modam\~ete $i po$sin $cerre, & apparechiare da noi, $ecõdariam\~ete dipoi, che nel 15 l'edificare u$iamo le piu atte, $cõpart\~edole tutte a lor luoghi dilig\~eti$simam\~ete.

Se la o$$eruatione del tempo gioui nel principiare gli edific{ij}, Qual $ia il tempo conuenien- te, cõ che preghi, & cõ quali Augur{ij} s'habbia a pigliare un tal principio. Cap. XIII. 20

RE$taci apparecchiate le co$e, che noi habbiamo dette; cioè Legnami, Pie- tre, Calcme, & Rene, che hora noi pa$siamo a trattare della ragione, & del modo da fare gli edificij. Percioche a prouedere ferro, rame, piom bo, uetro, & altre co$e $imil<007>, non hai bi$ogno di maggiore indu$tria, che di com perarli, & di mettergli in$ieme, in$ino a tanto, che nel fare l'opera non ti mãchi- 25 no; ancor che dello $ceglierli, & del di$tribuirli, ne dire no a lor luoghi, le qua- li co$e concorrono a dare fine alla opera, & ad adornarla. Et noicome $e pro prio haue$simo a fare, & ad edificare que$ta opera di no$tra mano propria, co- minceremo la co$a da e$si fondamenti. Ma quì bi$ogna che io ti auerti$ca di nuouo, che e' ti conuiene con$iderarei tempi, hauere ri$petto alle co$e publi- 30 che, & alle priuate no$tre, & de no$tri quali elleno $ieno; accioche noi non ci mette$simo a fare alcuna co$a, che per e$$ere cattiui temporali, ci arreca$$e in- uidia addo$$o, per$euerando nel murare; o ci arreca$$e. danno $e $i ferma$$e il murare. Aggiugni che principalmente bi$ogna hauere ri$petto alle $tagioni de tempi, perche e' $i uede che quelle muraglie, che $i fanno d'inuerno, & ma$- 35 $imo ne luoghi freddi, diacciano. Et quelle, che $rfanno in luoghi caldi, & maf $imo nella $tate, diuentano aride, prima c'habbino fatto la pre$a. Per que$ta cagione ne auertiua Frontino Architettore, che a fare una opera, bi$ognaua che le $tagioni de tempi fu$lero accommodate, che $on buone dal principio di Aprile in$ino al principio di Nouembre; trala$ciando però il maggiore im- 40 peto della calda $tate. Ma io $tabili$co che e' $i debba affrettare o indugiare $econdo la uarietà de luoghi, & $econdo il Cielo; Et però $e tu $arai a ordine, sì con que$te co$e, sì con le altre, che di $opra habbiamo racconte, ti bi$ognerà ul- timamente di$egnare la pianta della opera, che tu uorrai fare nel terreno; $e- [064]DELLA ARCHITETTVRA gnando gli $patij con la loro mi$ura, degli angoli, & delle linee. Et alcuni $ono che ne auerti$cono che e' $i debba nelle edificationi, o$$eruare, o a$pettare buon punto, & dicono che importa grandi$simamente il punto, nel quale qualunche co$a debbe cominciare ad hauere da prima, lo e$$ere; & $i dice che Lucio Taru- t<007>o ritrouò il Natale di Roma, <002> hauere notati i $ucce$si della fortuna. I $aui$- 5 $imi Antichi, raccontano che que$to momento del principiare le co$e, hà tanta po$$anza nelle co$e che hanno da $uccedere, che Iulio Firmico Materno, raccon ta che e' furono alcuni, che di$$ono di hauere trouato il punto, nel quale hebbe principio il Mondo, & di ciò hauerne $critto accurrati$simamente; percioche E$culapio, & Annubio, & Peto$iro, & Necep$o; che $eguirono co$toro, dicono 10 che il $uo principio fu nell'u$cire fuori dell' Orizonte la Luna in mezo del Grã- ch<007>o, e$$endo il Sole in Leone, Saturno in Capricorno, Gioue in Sagittario, Mar- te in Scorprione, Venere in Libra, & Mercurio in Vergine; & ueram\~ete $e noi ne giudichiamo bene, i tempi po$$ono a$$ai nel piu delle co$e: Percioche, che co$a è quella che dicon? che nel minore dì dell'anno, il Puleggio a<007> ido, fiori$ce; le Ve 15 $ciche gonfiate $coppiano; le $oglie de Saliconi, le grãnella delle Mele $i torcono & $i uoltano; le minute uenuzze de fegati delle Cocchiglie, cre$cono, & $cemano $econdo che cre$ce, o $cema la Luna. Io certamente $e bene non credo tãto a pro$e$lori di que$ta $cienza, & o$$eruatori de Tempi, che io pen$i, che con le ar ti loro po$sino dare una determinata fortuna alle co$e; non pen$o però $ia da di- 20 $prezzarli, $e e' di putteranno alcuna uolta che i pre$critti sì $atti tempi, mo$tran dolo il Cielo po$lono molto nell'una, & nell'altra parte. Ma $ia la co$a come $i uoglia, Lo o$$eruare quello che e' ne auerti$cono, $e gli è uero, o giouerà a$$ai; o e$lendo fal$o, nocerà pochi$simo. Io aggiugnerei quì alcune co$e da rider$e- ne, ma non uorrei che elleno fu$sino interpetrate in altro modo che $i $tia il fat- 25 to, & ueramente egli è da rider$i di coloro, che uogliono che e' $i cominci con buono augurio sì le altre co$e, sì ancora il di$egno della pianta. Gli antichi at- tendeuano tanto a que$ta $uper$titione, che nel de$criuere delli E$erciti, non uo leuano che il primo $oldato haue$$e in cõto alcuno, nome infelice; oltre che nel riuedere la Colonia, & gli e$erciti, eleggeuano nomi buoni; & co$i faceuano di 30 chi doueua condurre i be$tiami per i $acrificij: Et i Cen$ori nel uendere allo incanto le gabelle, & i dazzi, uoleuano che il Lago Lucrino fu$$e il prinio, per la felicità del $uo nome; oltre che commo$si dal cattiuo nome di Ep<007>danno, acciò non $i dice$$e che coloro, che ui nauigauano, ui anda$$ero in danno, uol- leno che e' $i chiama$$e Dirrachio: Et $imilmente fecero di Beneuento, che 35 prima $i chiamaua Maleuento. Io me ne rido in que$to luogo, & mi piace di aggiugnerc<007> parole buone, & preghi ancora. Et alcuni $ono, che affermano, che le parole delli huomini po$$ono tanto, che elleno $ono udite dalle fiere, & dalle co$e mutole. La$cio quello di Catone, che i Buoi $tracchi per le parole de gli huomini $i rinfrancono; & dicono che gli huomini erano $oliti $uppli- 40 canco con parole, & con preghi, di ottenere dal paterno terreno, che egli nu- tri$$e alberi fore$tieri, & non $oliti; Et che quelli Alberi $i poteuano pregare di la$ciar$i condurre in Terreno a loro fora$tiero, & di cre$cere. Ma poi che ri- cordando le $c<007>ochezze d'altri habbiamo cominciato ad e$$ere $ciocchi, non [065]LIBRO SECONDO. la$cerò in dietro (per hauere di che ridere) quel che dicono, che il genere delli huomini è tanto udito, che la rapa cre$ce $mi$uratamente, $e quando ella $i $e- mina $i prega, che a $e, alla famiglia, & alla uicinanza conferi$ca, & gioui beni- gnamente; ma poi che que$te co$e $ono co$i? Io non intendo perche alcuni $i pen$ino che il Ba$silico con quanta piu uillanie, & maladitioni $i $emina tan- 5 to faccia $rutti piu lieti; ma la$ciamo $tare que$te co$e. Io finalmente mi pen- $o che e' $ia bene che $prezzata ogni dubia $uper$titione di opinioni, noi ci mettiamo a dare principio a e$$a co$a con mente $incera, & pura.

Diane princ<007>pio o Mu$e l'alto Gioue Cia$cuna co$a $ia colma di Gioue.

10

Adunque con animo puro, & netto, adorato $antamente, & deuotamente il $a- crificio; ne piacerà dare principio a sì grande opera, hauendo ma$simamente fatti que$ti preghi a Dio, mediante i quali $i ricerchi che ne dia $occor$o, & aiuto all'opera, & fauori$ca le principiate impre$e, fino a tanto, che elle $uccedino feli- cemente, & pro$peramente: & $ia con $alute, & $anità $ua, & de $uoi abergatori, 15 con $tabilità delle co$e, con contentezza di animo, accre$cimento di fortuna, & frutti delle indu$trie, & acqui$tamento di gloria, & eternità, & $ucce$sione di tut ti i beni, & diloro $ia detto a ba$tanza.

DELLA ARCHITETTVRA 20 DI LEONBATISTA ALBERTI. LIBRO TERZO, 25 DELLE OPERE. In che con$i$ta la Ragione del murare, quali $ieno le parti delle Muraglie, & di che co$e 30 habbino di bi$ogno. Che il $ondamento non è parte di muraglia, & quale $ia il Terre- no buono per li edific{ij}. Cap. I.

TVTTA la ragione dello edificare $i riuolta intorno a que$ta co- $a $ola, cioè che amma$$ando con ordine piu co$e in$ieme, & cõ arte congiugnendole; o $iano pure pietre quadrate, o pezzami, 35 o legnami, o qual'altra $oda co$a tu ti uogli, e' $i faccia di e$$e quanto piu $i puo, una $alda, & intera, & unita muraglia. Inte- re & unite, $i chiameranno quelle co$e, le parti delle quali, non $aranno dalle altre parti, nè $piccate, nè di$giunte; & che po$te a luo- ghiloro, $i acco$teranno in$ieme, & $eguiteranno tutto l'ordine delle li- 40 nee. Bi$ogna adunque con$iderare nella muraglia, quali in e$$a $iano le par- ti principali, & quali $iano le linee, & gli ordini delle parti. Nè $ono na$co$te le parti della muraglia, che $i ha a fare: Imperoche le parti da alto, & quelle da ba$$o, le da de$tra, & quelle da $ini$tra, le uicine, & le lontane, & quelle, che nel [066]DELLA ARCHITETTVRA mezo di que$te e$trem tati $i ritruouano, $ono da per loro $te$$e manife$te. Ma quel che cia$cuna habbia in $e de natura, & perche $ieno infra loro differenti, nõ $a co$i ogni huomo: Imperoche il condurre un'edificio, non è come p\~e$ano gli ignoranti, il porre l'una pietra $opra l'altra; o il murare l'un pezzame $opra l'al- tro; ma e$$endo le parti molto diuer$e hãno ancora bi$ogno di molte co$e, & di 5 diuer$a indu$tria. Imperoche altra co$a $i a$petta a fare a $ondamenti; altra al ricinto, & alle cornici; & altra alle cãtonate, & a labri de uani; & altra alle ultime pelli; & altra alli ripieni, & alli ingro$$amenti di dentro. Ma noi ci ingegnere- mo di dimo$trare quel che a quale $e l'uno $i a$petti. Nel trattare adunque di que$ti, ci cominceremo da e$si fondamenti imitando come dic\~emo coloro, che 10 doue$$er fare uno edificio di lor mano. Il fondamento, $e io nõ m'ingãno, nõ è parte della muraglia, ma è il luogo, & la $edia, $opra la quale $i debbe porre & alzare e$$a muraglia: Percioche $e e' $i trouerà <002> au\~etura un $ito del tutto $aldo, & $tabile, di pietra, for$e come appre$$o de Vei $e ne trouano alcuni; che fonda- menti ui harai tu a gittare? non altri di certo, che cominciare ad alzarui $opra la 15 muraglia. A Siena $i ueggono machine grandi$sime di torri, po$te $opra e$$o primo, & ignudo terreno; percioche il monte è $otto tutto pieno di tufo. Del $ondare adũque, cioè dell'andare a fondo, e di fare le fo$$e, ti $arà bi$ogno in quel luogo, doue tu harai a cercare del Terreno fermo, & $tabile con il cauare, & fare una fo$$a; ilche è di nece$sità che $i faccia in la maggion parte di tutti i luoghi, de 20 quali tratteremo dipoi. Sarannoci inditij manife$ti che il Terreno douerà e$- $ere cõmodo, que$te co$e, cioè $e e' non ui $arà $opra herba alcuna di quelle che $ogliono na$cer\~e ne luoghi humidi; $e egli non genererà alberi di $orte alcuna, o quelli $olamente che na$cono in terreno molto duro, & molto $errato; $e tut- te le co$e all'intorno ui $aranno grandemente $ecche, & qua$i del tutto aride; $e 25 ei $arà luogo $a$$o$o, di $a$si non minuti, & tondi, ma accantonati, & $odi, & ma$- $imo di $elici; $e $otto di $e nõ ui na$ceranno fontane, nè ui pa$$eranno riui d'ac- que; percioche la natura de fiumi è di portar uia continouamente, o d'imporui per quanto dura il moto loro: Et di quì auiene che i luoghi piani, che $ono pre$- $o a doue corrono fiumare, non ne pre$tano mai $aldezza di Terreno, in$ino a tã 30 to che e' non $i $cende $otto il letto del fiume. Innanzi che tu cominci punto a cauare i fondamenti; e' ti bi$ogna di nuouo, & da capo notare, & con$iderare diligenti$simamente le cantonate de Siti; & tutti i diritti de lati, quali e' debbi- no e$$ere; & in quali luoghi $i habbino a porre. Nel porre di que$te cantona- te ci è bi$ogno di una $quadra non piccola, ma molto grande, accioche le linee 35 de diritti ne $uccedino piu certe. Gli Antichi faceuano la $quadra di tre rego- li diritt<007>, congiunti in$ieme in triangolo, de quali uno era di tre cubiti, l'altro di quatro, & l'altro di cinque. Certamente gli ignoranti non $anno porre que$te cantonate $e e' non leuano prima tutte le co$e, che gli occupano il $ito, la$ciando il terreno netto, & $pianato del tutto. Et <002> que$to, $ubito pigliate furio$am\~ete 40 le Martelline, ui mettono gua$tatori a rouinare, et a $pianare ogni co$a: Il che certam\~ete cõ piu mode$tia farebbono ne campi de loro nimici. Lo errore de quali, $i debbe correggere; Percioche, & la ingiuria della fortuna, & aduer$ità de tempi; & il ca$o, & la nece$sità, po$$ono arreccare con loro molte co$e, che ti [067]LIBRO TERZO. auerti$chino, & ti uietino, che tu non $eguiti l'opera incominciata. Et in que- $to mentre ei $i di$dice certo, il non perdonare alle $atiche delli Antichi, & non prouedere a que’ commodi de cittadini, che e' pigliano di que$te loro paterne habitationi, in lequali $i $on a$$uefatti; peroche il rouinare, & gittare per terra, & $pianare in$ino a fondamenti tutte quelle co$e douunche elleno $i $ieno, $i puo 5 far $empre a tua po$ta. Et però io uorrei che le co$e uecchie, $i mantene$sino intere; in$ino a tanto che le nuoue non $i pote$sino piu fare $e quelle non $i ro- uinano.

Che i fondamenti $i debbono principalmente di$egnare con linee, & con quali Inditij $i co- 10 no$ca la $aldezza del terreno. Cap. I I.

NEl d<007>$egnare i fondamenti, bi$ogna che tu ti ricordi chei primi princi - pii delle mura, & i Zoccoli, che e' chiamano fondamenti, debbono e$$ere una determinata parte piu larghi che il muro da far$i:a imitatione di co 15 loro, che uanno per le neui $u per le Alpi di To$cana, iquali portano in piede certi graticci fatti di funicelle, & di Vinchl, te$$uti per quello u$o proprio; con la larghezza de quali $i difendono dallo sfondare. Come e$$e cantonate $i di- $tribui$chino non $arebbe facile il racontarlo co$i a punto, $olamente con pa- role: concio$ia che il modo del di$egnarle, $ia tratto da i Matematici; & habbia 20 bilogno di e$$empio di linee. Co$a fuori della intention no$tra, della quale trattammo in altro luogo, ne Comenti delle co$e matematice. Io niente dime no mi prouerrò, & mi sforzerò per quanto a que$to luogo $i a$petta di parla- re in modo, che $e tu $arai ingegno$o, intenderai facilmente molte co$e, onde dapoi da te $te$$o, po$$ederai il tutto. Quelle co$e adunque che per auentura 25 ti parriano o$cure, $e tu le uorrai pure $apere apunto, le imparerai pigliandole da e$si comenti. Noi ueramente di$egnando i fondamenti, $iamo $oliti a diriz zare alcune linee, le quali chiamiamo radici, in que$to modo. Dal mezo della facciata dinanzi della opera io tiro una linea in$ino alla parte di dietro, nel me- zo della lunghezza della quale, io ficco un chiodo in terra, a trauer$o della 30 qnal linea, per uia di Geometria io tiro una linea diritta; & co$i tutto quello, che $i hà a mi$urare, io riduco a que$te due linee, tutte le co$e ne $uccedono beni$simo. Sonui pronte le linee equidi$tanti, colgon$i giu$ti$sime le cantona te, corri$pondono le parti alle parti, & $i conformano commodamente.

35 40 [068]DELLA ARCHITETTVRA Facciata di dietro. 5 10 15 Facciat a dinanzi.

Ma $e per auentura $cade$$e che per e$$erui interpo$te mura di edificij uec- chi, tu non pote$s<007> con il raggio della ueduta e$peditamente notare il punto, o 20 la $edia da porre la cantonata, Tu hai a tirare linee equidi$tanti dalla parte, che piu e$pedita, & libera ti $i mo$tra. Di quì $egnato il punto della inter$eca- tione, con il tirare, & del Diametro, & dello Gnomone, & con il tirare ancora altre linee equidi$tanti, aggiu$tatele con la $quadra, otterremo beni$simoil de- $iderio no$tro, & $arà co$a cómodi$sima, terminare con una linea i raggi del- 25 la ueduta, ne luoghi, che $oprauanzano, accioche di quiui piombatoui con il filo, $i po$$a pigliare la d<007>rittura, & procedere piu innanzi. Di$egnatele dirit- ture, & le cantonate delle fo$$e, bi$ognerebbe hauere ne gli occhi una forza, o ueduta tanto acuta, come fauoleggiando dicono, che in que$ti tempi ha uno certo Spagnuolo, che di$cerne le int<007>me uene delle acque che uanno $otto la 30 terra, non altrimenti che $e egli le uede$$e correre allo $coperto. Tante co$e non cono$ciute accaggiono $otto la Terra, alle quali tu non puoi $icuramente dare a reggere il pe$o, & la $pe$a delli edificii. Et certamenie e bi$ogna sì in tutto lo edificio sì principalmente ancora in e$si $ondamenti, non $i fare beffe di co$a alcuna, nella quale $i po$$a de$iderare la rag<007>one, & la diligenza di uno 35 accurato, & circun$petto edificatore: Percioche $e pure nelle altre co$e $i $arà fatto alcuno errore, nuoce manco, & piu facilmente ui $i rimedia, & $i può piu commodamente comportare che ne fondamenti, ne quali non $i debbe am- mettere $cu$a alcuna de gli errori. Ma gli antichi u$auano dire caua con buo- na uentura i fondamenti in$ino a tanto che tu truoui il terreno $odo, impero- 40 che la terra hà $otto filoni doppi, & di piu $orti, alcuni $ono $abbionofi, alcuni reno$i, & alcuni $a$$o$i, & $imili, $otto iquali con ordine uario, & incerto, $i truo- ua uno pancone $errato, & $pe$$o, gagliardi$simo a reggere gli edi$icij. Ilquale ancora e$$o è certamente uario, nè $imile punto in alcuna co$a, alle altre co$e [069]LIBRO TERZO. del $uo genere; perche altroue è duri$simo, & qua$i in e$pugnabile dal ferro; al- troue è piu gra$$o; altroue piu nero, altroue piu bianco; Ilquale da' piu è tenu- to il piu debole di tutti gli altri, altroue tiene di creta, altroue di Tufo, altroue di certa $orte di Arzilla, me$colata con ghiaia, de' quali non $e ne puo dare alcu no altro piu certo giudicio, che que$to $olo, cioè che $i tenga per migliore quel 5 lo, che difficilmente $ia offe$o dal ferro, & che me$$aui dell'acqua, non $i ri$olua, Et per que$ta cagione, nõ pen$ano che $i po$$a hauere $aldezza alcuna di Terre- no migliore, nè piu certa, o $tabile che quella, che $i truoua nelle ui$cere della terra, $otto al na$cere delle acque. Ma noi pen$iamo, che e' $ia da con$igliar$i con i dotti, & $aputi pae$ani, & circunuicini Architettori. Iquali certo, & con 10 lo e$empio delli edificij ant<007>chi, & per e$$er $oliti di collocare ogni giorno bene $imili edif<007>cij hanno potuto facilmente comprendere, qual $ia il terreno della regione, & quanto ba$tante a reggere il pe$o. A tentare, & a cogno$cere la $er mezza del Terreno, ci $on que$ti inditij, cioè che doue tu uoltolerai per il Terre no alcuna co$a graue, o la la$cerai da alto cadere in terra, & non ui tremerà $otto 15 il luogo, o non ui $i dimenerà l'acqua me$$aui in un catino, non $arà marauiglia, $e in que$to luogo ci prometteremo la $aldezza, & la fermezza del Terreno. Ni\~e te dimanco, tu nõ lo trouerai $empre $odo in ogni luogo, ma ri$contrerai in una Regione come è pre$$o ad Adria, & pre$$o a Venetia, doue tu nõ trouerai il piu delle uolte niente altro, che fango $ciolto po$ticcio, & amma$$atoui $otto.

20 Che le $orti de luoghi $ono uar{ij}, & però non $i debbe pre$tare co$i al primo fede a ne$$uno luogo, $e prima tu non ui harai cauate, o fogne, o citerne, o pozzi. ma ne luoghi paludo$i conficchin$i pertiche, & pali abronzati capo piedi, con mazzi leggieri, ma co colpi $p e$ $i, & continouati in$ino a tanto che è $ieno tutti con$itti. Cap. I I I. 25

DIuer$amente adunque harai a operare nel fare i fondamenti, $econdo la diuer$ità de luoghi, de quali alcuno ne è rileuato, alcuno ba$$o, alcuno è mezano infra que$ti, come $ono le $piaggie; Vn'altro ancora $arà $ecco, & arido, come il piu delle uolte $ono i gioghi, & le cime de monti, alcun'altro $arà 30 tutto humido, & pregno, come i uicini al mare, & a gli $tagni, o quelli, che $on po$ti infra le ualli. Vn'altro è po$to in modo, che egli non è però $ecco del tutto, nè $empre anco $tà bagnato, come di loro natura $ono i Pendij come quelli, che le acque non ui $i fermano, & non ui $i corrompono, ma cadendo alquanto $e ne $colano. In ne$$uno luogo non è da fidar$i co$i di $ubito tro- 35 uato il pancone, che recu$i il ferro: Percioche que$to potrebbe e$$er in una pianura, & e$$ere infermo, onde ne $eguirebbe poi gran danno, & rouina di tutta l'opera. Io hò ueduto una Torre pre$$o a Me$tri ca$tello de Venezia- ni, la quale doppo qualche anno che ella fu fatta, forato per il $uo pe$o il ter- reno, $opra del quale ella era po$ta, $ottile, & deb ole (come dimo$trò il fatto) 40 $i $otterò in$ino qua$i alle merlature. Perilche $i debbono bia$imare coloro, che poi che la natura non gl<007> ha dato o porto $otto un sì fatto pancone, $aldo, & ba$tante a reggere ma$simam\~ete edificij, i quali hau\~edo truouata alcuna muric- cia di antiche rouine, non la ricercano $otto diligentemente, quale & quãta ella [070]DELLA ARCHITETTVRA $ia, ma alzano $opra di e$$a incon$ideratamente alti$sime muraglie, & <002> auidita dello $p\~edere manco, gettano uia, & perdono dipoi tutta la muraglia: bene adũ que $ieno auuertiti, che la prima co$a cauino i Pozzi, & que$to sì <002> l'altre co$e, sì ancora perche e' $i. uegga manife$to, qual $ia ogni filone del terreno atto a reg- gere gli edificij, o a rouinare; Aggiuntoci che & trouata l'acqua, & quello che di 5 e$si $i cauerà, giouerà molto alle commodità di fare molte co$e. Agiũtoci anco- ra; ch'aperta di quì tale ri$piratione arreccherà all'edi$icio fermezza $icura, & da non e$$ere offe$a dalle e$alationi di $otterra. Per tãto o <002> il fare d'un pozzo, o di una citerna, o fogna, o qual'altra fo$$a tu ti uoglia, cono$ciuti i filoni, che $otto terra $i na$condono, $i debbe eleggere quello che $ia cõmodi$simo piu che gli al 10 tri, alquale tu debba fidare l'opera tua. Et ne luoghi aperti, & in qualunche altro luogo, donde l'acqua $correndo po$$a $muouere, & portar uia alcuna co$a, ti gio uera certo molto il farui una profondi$sima fo$$a. Et che per la cõtinouatione a$sidua delle pioggie, e$si monti $i dilauino, & $ieno ro$i dalle acque, & $i con$u- mino l'uno dì piu che l'altro, ne fanno fede le Cauerne, & gli $cogli, che $i ueggo 15 no di giorno in giorno piu e$peditamente, iquali per e$$erui prima interpo$to il monte, non $i $corgeuano. Monte Morello, che è $opra F<007>r\~eze, a t\~epi de no$tri padri, era uerde <002> l'abbondanza di molti Abeti, & hora è rima$to $pogl<007>ato, & a$pro, s'io non m'inganno, per le dilauationi dell'acque. Ne $iti a pendio co- mandaua Iunio Columella, che noi comincia$simo i fondamenti dalla parte di 20 $otto, & dal luogo piu ba$$o, $auiamente certo: Percioche oltra che le co$e gitta- teui, & murateui, $tarãno $empre $alde, & $tabili ne luoghi loro, re$i$teranno co- me un gagliardo pignone cõtro a quelle co$e, lequali $e dipoi ti piace$si d'accre $cere l'edificio, s'applicherãno alla parte di $opra. Accaderatti ancora che for$e quei difetti, che $ogliono alcuna uolta $eguire in sì fatti cauam\~eti, <002> l'aprir$i del 25 terreno, o <002> lo $mottare, nõ ti fiano a$co$i, & non ti nocerãno. Ne luoghi palu- do$i, bi$ogna fare le $o$$e larghe, & bi$ogna affortificare le Spõde di quà, & di là delle fo$$e, con pali, cõ graticci, cõ tauole, con Alga, & cõ fango, accioche non ui $corra acqua. Dipoi $i debbe attignere, & cauarne l'acque, $e infra dette arma- dure ne fu$$ero. Debbe$ene cauare ancora la rena, & nettare b\~e d\~etro nel fon 30 do il fango$o letto, $ino a tanto, che tu truoui da fermare il piede $opra il $odo. Nel terreno, che tiene di $abbione, $i debbe $are il mede$imo, in$ino a tanto che ricerca il bi$ogno. Oltra que$to ogni piano di qualũche fo$$a, $i debbe $pianare nel $ondo a piano, accio non penda in luogo alcuno, d'alcuna delle bãde, & che le co$e, che ui s'hanno a por $opra, $ieno bilanciate di uguali pe$i. Hanno le co$e graui per loro naturale in$tinto d'aggrauare $empre, & premere i luoghi piu ba$ 35 $i. Sõci ancora quelle co$e, che ci comãdano che $i facciano circa alle muraglie in Acqua, ma $i appart\~egono piu al modo del murare, che a quello del $are i fon dam\~eti, e' comandano certam\~ete, ch“e” $i faccia que$to, cioè ch'abrõzate le pũte, di molti pali, & di molte <002>tiche, $i ficchino capo piede, accioche la pianta di que 40 $ta opera $ia il doppio piu larga, che non debbe e$$ere il muro, & i pali $ieno lun ghi non punto mãco, che l'ottaua parte dell'altezza del futuro muro, & $ieno in modo gro$si, che corri$põdino alla duodecima parte, & non mãco della loro luu ghezza. Finalm\~ete cõficchin$i tãto $pe$si, ch“e” nõ ui re$ti piu luogo alcuno, do- [071]LIBRO TERZO. ue metterne. Gli in$trum\~eti da cõficare i pali, $ieno come $i uoglino, nõ bi$o- gna, c'habbino i loro mazzi graui$simi, ma che dien $pe$si colpi; Percioche i trop po graui e$$endo di pe$o $trao rdinarij, & d'impeto intollerabili, infrangono del tutto i legnami, ma lo $pe$$eggiare cõtinouam\~ete, doma, e uince ogni durezza, e <002>$idia di terreno. Tu lo puoi ueder quãdo tu uuoi cõficare un chiodo $ottile in 5 un legno duro, che $e tu adopererai un martello graue, nõ ti riu$cirà, ma $e tu ne adopererai un piccolo, & accõmodato lo farai penetrare. Ba$ti de cauam\~eti quel che n'abbiamo detto, $e già nõ è da aggiugnerci que$to, ch'alcuna uolta, o <002> ri- $piarmo della $pe$a, o per $chifare la ruuino$a debolezza del Terreno, ti giouerà di fondar nõ cõ una $ola cõtinouata $o$$a, tirãdo la muraglia cõtinouata <002> tutto, 10 ma tramezzãdo, la$ciati interualli, come s'haue$si a piãtar $olam\~ete pila$tri, o co lõne, onde tirati poi archi dall'uno pila$tro all'altro, ui $i rizzi $opra il re$to della muraglia; in que$ti s'hanno a o$$eruare le mede$ime co$e, che noi habbiam raccõ te di $opra, ma quãto piu ui hai a por $opra pe$i maggiori, tanto piu larghi, & piu gagliardi pila$tri, & zoccoli, ui ti bi$ogna fare; Hor $ia detto di que$ti a ba$tanza.

15 20 25 30 Della Natura, Forma, & hab<007>tudine delle pietre, dello intri$o della calcina, & del ripieno, & de legamenti. Cap. I I I I.

RE$taci a dare principio alla Muraglia, ma depend\~edo tutta l'arte del Mae- 35 $tro, & il modo del mura re, parte dalla natura, & forma, & habitudine delle pietre, parte dallo incolamento della calcina, & del ripieno, & da le- gamenti, douiamo trattare prima di que$te co$e, & breuemeute di quelle che fanno a no$tro propo$ito. Delle pietre, alcune $ono uiue, & forti, & $ugo- $e, come $ono le Selici, i Marmi, & $imili, lequali da natura hãno lo e$$ere graui, 40 & $onore. Alcune $ono e$au$te, leggieri, & $orde, come $ono quelle che tengo no di Tufo, & di Sabbione. Delle pietre ancora, ne $ono alcune di $uperficie piane, di linee diritte, & di angoli uguali, lequali $i chiamano pietre riquadrate. Altre $ono di $uper$icie, di linee, & di angoli di piu $orti, & uarie, qual<007> $i chia- [072]DELLA ARCHITETTVRA mano roze. Delle pietre ancora alcune $ono molto grandi, cioè che non po$ fono e$$er maneggiate a lor uoglia dalle mani delli huomini $enza carruccio, pa lo, rullo, o tirari, & $imili altre co$e. Alcune altre $ono minute, lequali come ti piacerà, con una $ola mano, $i po$$ono alzare, & maneggiare. La terza $orte di pietre infra quefte, che di grandezza, & di pe$o $aranno mezane, $i chiamano 5 giu$te. Bi$ogna che ogni Pietra $ia $alda, & non loto$a, & bagnata bene, $e ella $arà falda, o fe$$a, te lo dimo$trerà il $uono che ne u$cirà dal percuoterla. Non $i bagnerà in luogo alcuno meglio, che in fiume. Etè co$a chiara, che le pietre mezane, non $on bagnate dalle acque a ba$tanza, $e non in capo a noue giorni, & le grandi pin tardi. Quelle che $on cauate della Caua di fre$co, $ono molto 10 piu commode, che le $tantie; & quelle che $ono $tate una uolta congiunte con la calcina, non amano di congiugner$i la $ecõda uolta. Que$to ba$ti delle pietre. Veramente che e' bia$imano la Calcina, & dicono che ella non è per e$$ere ga- gliarda nelle opere, quella dico che portata dalla fornace, non $arà di zolle inte re, ma disfatte, & qua$i come poluere. Lodano quella che purgata dalle fiãme 15 biancheggia, & che è leggiere, & $onora, & che quando tu la $pegni, cõ a$$ai $cop pi $accia gran fumo, & forte, & che $e ne uadia in alto. A quella di $opra per non e$$ere ella troppo po$$ente, è co$a chiara, che bi$ogna dare mãco rena: Ma a que$ta piu gagliarda ne bi$ogna dar piu. Catone ordinaua che a ogni duoi piedi $i de$$e una mina di calcina, & duoi di Rena. Et alcuni altri altrimenti. 20 Vitruuio, & Plinio comandano, che la Rena $i me$coli in que$to modo, cioè che per ogni $taio di Calcina, $i dia tre $taia di Rena di caua, & di quella di fiume, & di mare, duoi. Vltimam\~ete doue $econdo la qualità, & natura delle pietre (co me di $otto diremo) la materia harà da e$$ere piu liquida, o piu trattabile, Vagli$i la Rena cõ uagli: ma doue la materia harà da e$$ere piu $errata, allhora $i me$co- 25 lino per metà con la Rena, & ghiaia, & minuti perzami. Affermano tutti, che $e tu ui me$colerai la terza parte di mattone pe$to, farà molto piu tenace, ma me$colandola come tu ti uoglia, e' ti bi$ogna rimenarla bene di nuouo, & da ca po, in$ino a tãto chei minuti$simi pezzolini $i me$colino, & $ono alcuni che per fare ciò,& me$colarla bene, la rimenano a$$ai$simo t\~epo, & la pe$tano ne mor- 30 tai, & $ia della Calcina ancora detto a ba$tanza, $e già a quello, che noi habbia- mo detto, non ui manca que$to, cioè che la Calcina fa migliore pre$a con le $ue pietre, & ma$simo cõ quelle che $ono della mede$ima Caua, che cõ le fore$tiere.

Del $are i Ricinti daba$$o, o $ondamenti, $econdo gli e$empi, & gli auertimenti delli 35 Antichi. Cap. V.

NEl fare i Ricinti da ba$$o, cioè nel finire i fondamenti in$in $u$o al piano del Terreno, non truouo co$a alcuna che gli antichi ci in$egnino, $aluo che una, cioè che quelle pietre, che $aranno $tate come dicemmo all' Aria 40 duo anni, & che haranno $coperto mãcam\~eto, $i debbono cacciare ne fondam\~e ti. Percioche $i come in l'arte del $oldo, gl<007> infingardi, & i deboli che non po$- $ono $opportare il Sole, & la poluere, ne $ono (non $enza uergogna) riman- dati a ca$a loro, Co$i ancora que$te pietre tenere, & $enza neruo, $i ributtano: [073]LIBRO TERZO. accioche ignobili $i ripo$ino nel loro ocio primiero, & nella loro u$ata ombra. Ancor che io truouo appre$$o gli hi$torici, che gli Antichi co$tumarono nel piã tare i detti fondamenti nel Terreno, & $i sforzarono con ogni loro in du$tria, & diligentia, che la muraglia fu$$e quiui per ogni conto quanto piu $i poteua $al- di$sima, come in tutto il re$to dell'altre mura. A$ite Re delli Egittij figliuolo 5 di Nicerino, che fece quella legge che chi fu$$e pre$o per debito, de$si in pegno le o$$a del Padre; Hauendo a fare una Piramide di Mattoni, nel fare ifondam\~eti, ficcò nel Padule Traui, & $opra ui po$ei Mattoni. E' $i sà ancora che Te$ifo quello ottimo, che edificò il celebrato Tempio di Diana in Efe$o, hau\~edo$i elet- to unoluogo piano & purgato, il quale doue$$e finalmente e$$ere $icuro da Tre- 10 muoti: accioche i fondamenti disì gran machina non $i gitta$sino a ca$o in quel terreno tenero, & poco $tabile, che egli inanzi tratto ui fece nel fondo un $uolo di carboni calcati. Et truouo oltra que$to che ui $ono $tati pieni gli interualli fra pali, & pali, diuelli, & di $pe$si carboni, & pillati, & che ultimamente ui $on $tate di$te$e pietre quadrate con longhi$sime congiunture. Truouo ancora 15 appre$$o di Iero$olima ne fondam \~eti delle opere publiche, e$$er $tati alcuni che ui po$ono pietre lunghe quindici braccia nè meno alte che $ette & mezo. Ma io ho auertito che in altti luoghi quelli antichi e$perti$simi nelle opere molto grandi, tennero in ri\~epiere i Fondamenti uario ordine, & regola. Al $epolcro degli Antonij u$arono nel riempiere i fondam\~eti pezzami di duri$simi $a$si, nõ 20 maggiori che quelli, ch'empiono la mano, & gli feciono notare nella calcina. Nel Mercato Argentario, di pezzami d'ogni$orte di pietra $pezzata, appre$$o al Comitio di pezzami come zolle di pietra ignobile. Ma a me piacquono mol to coloro i quali immitarono la Natura, pre$$o a Tarpeia, & ma$simo cõ lauoro accommodati$simo alle Colline: Percioche $i come ellanel fare de mõti me- 25 $colata infra le dure pietre le materie piu tenere, co$i co$toro ui po$on $otto un filare di pietre riquadrate, quanto piu poteuano $alde, di duoi piedi. Et $opra que$to feciono ancora qua$i uno $malto di calcina, & pezzami, & co$i dipoi con un'altro ordine di pietre, & con un'altro di $malto, riempierono i fondamenti. Io ho ueduto ancora altroue che gli Antichi fecero opere di fondamenti $imili, 30 con ghiaia di caua, & cõ $a$si ragunaticci, & muraglie ancora $aldi$sime che $ono durate gran t\~epo. Disfaccendo$i a Bologna una alti$sima, & $aldi$sima Torre, $i trouarono i fondamenti ripieni di $a$si tõdi, & di creta, qua$i che in$ino a quat tro braccia, & mezo. Le altre co$e erano murate a calcina: perilche in que$te co$e è uaria la ragione, & quel che io piu lodi di que$te, nõ dirò io co$i facilm\~ete 35 trouando che l'una, & l'altra $orte è durata grã t\~epo, & fermi$sima, & $aldi$sima. Ma io giudico che $i habbia ri$petto alla $pe$a, pur che tu non ui cacci cal cinacci, & co$e atte a corromper$i. Sonci ancora altre $orti di fondam\~eti, una $i a$petta a Portichi, & a quei luoghi, doue $i hanno a mettere ordini di colonne: l'altra $i a$petta a quello, che noi u$iamo ne luoghi marittimi, doue non $i ha modo di 40 trouare o $cerre come tu uorre$ti la $aldezza del Terreno. Delle co$e Marit- time ne tratteremo allhora quando tratteremo del Porto, & del Molo da col- locar$i nella profondità del Mare: Percioche que$to ueramente $i a$petta non alla opera di tutti gli edificij, della qual co$a noi parliamo in que$to luogo, ma [074]DELLA ARCHITETTVRA a una certa particolare parte della città, dellaquale, tratteremo in$ieme con l'al- tre co$e del $uo genere, quando membro per membro tratteremo di $imili ope re publiche. Nel fondare $otto gli ordini delle colõne, nõ fa me$tiere tirare a dilũgo una fo$$a tutta cõtinouata ripiena di muraglia, ma è co$a conueniente for tificare prima il luogo oue tu uuoi porre le $edie, & il letto di e$$e colõne: & dal 5 l'uno all'altro gittare poi archi uoltãdo il dor$o di qual s'è l'uno uer$o il {pro}$ondo, di modo che'l ricinto, e lo $pazzo del primo piano, $erua <002> corda di detti archi.

10 15 20

Percioche $tãdo co$i, $arãno mãco prõte a forare il Terreno in un luogo $olo, po$toui $opra, & di quà, & di là piu pe$i, <002> i fortificam\~eti de gli Archi che in que $to modo $e gli cõtraporrãno. Et quãto le colõne $ien atte a forare il terreno, & quãto elleno $ieno pericolo$e, & aggrauate da i pe$i po$tiui $opra, lo dimo$tra la 25 cãtonata del nobile T\~epio di Ve$pa$iano, ch'è uolta uer$o l'occid\~ete e$tiuo. Per cioche hauendo uoluto la$ciare $otto uota la uia publica, da poterui pa$$are, che ueniua occupata dalla cãtonata, intrala$ciãdo alquanto di $patio della piãta, & ad dattata alla muraglia una uolta, la$ciarono e$$a cãtonata qua$i che in modo d'un pila$tro a lato alla uia, & l'afforzificarono con $aldezza di opera, & con aiuto di 30 un barbacane. Ma que$ta finalmente sforzata dalla grauezza di sì grande edi- ficio, & mancandoli $otto il Terreno, $i pelò, & di que$ti $ia detto a ba$tanza.

Che e' $i debbono la$ciare Sfiatatoi aperti nelle mura gro$$e, da ba$$o, ad alto, & che diffe- rentia $ia intra il muro, & il fondam\~eto, et quali $ieno le parti principali delle mura. de 35 tre modi del murare, & della materia, ct della forma del primo ricinto a piano. Cap. VI.

GIttati i fondamenti, ne $egue dipoi il muro e$pedito, Nè quì uoglio la$cia re in dietro quello che $i appartiene sì a riempiere i fondamenti, sì a fini- re ancora tutte le mura. Percioche ne gli edificij grandi, doue la mole della muraglia ha da e$$ere molto gro$$a, $i hanno a la$ciare nel mezo delle gro$ 40 $ezze delle Mura, da fondamenti in$ino al di$opra, sfogatoi aperti, & $piramenti non molto lontani l'un da l'altro, per i quali po$sino liberam\~ete e$alare $enza al cun danno della Muraglia, i uapori che $i fu$$ero generati, & ragunati $otto il Terreno, $e alcuno per $orte ue ne fu$$e. Gli antichi in certi luoghi $imili, sì [075]LIBRO TERZO. per amor di que$ta $te$$a co$a, sì ancora per la commodità, acciò $i pote$$e $alire da ba$$o ad alto dell'edificio, & for$e ancora per $pendere manco ui faceuano dentro una $cala a chiocciola. Ma torniamo a propo$ito, infra il fondamento, & il muro $chietto, ui è que$ta differenza, che quello aiutato da lati delle fo$$e, può e$$ere fatto di ripieno $olo, & que$to altro $i compone di molte parti come 5 io dirò dipoi. Le parti principali del muro $on quelle da ba$$o, che $ubito $i co minciano ad alzare $opra il ripieno de fondam\~eti. Que$te $e e' ci $arà lecito chia meremo il primo ricinto tirato a piano, o uero il ricinto rileuato da Terra. Le parti mezane che cingono, & abbracciano il muro, le chiameren<007>o il $ecõdo ri- cinto. Le parti da alto cioè quelle, che tengono l'ultime impalcature, finalm\~ete 10 chiameremo cornici. Infra le principali parti delle mura, o uoglian dire pure le principali, $ono le cantonate, & le adattateui, o po$teui pila$trate, o colonne, o qual altra co$a $imile $i uoglia, che in cambio di colonne $ieno po$te in luogo da reggere le trauatture, & gli archi delle uolte; le quali co$e u\~egono tutte $otto no me di o$$ami. Sonci ancora gli $tipiti di quà & di là de uani, che $on qua$i della 15 natura delle cantonate, & in$ieme delle colonne. Oltra di que$to le coperture de uani, cioè i cardinali, o $iano pur diritti, o pur tirati in arco, $i annouerano an cora infra le o$$a. Percioche io dirò che lo arco non è altro che una traue pie gata, & la traue non è altro che una colonna po$ta in trauer$o. Ma quelle par- ti che $ono interpo$te, & $i truouano infra que$te principali, $i chiameranno ra- 20 gioneuolmente i ripieni. In tuttto il muro ui $ono ancora alcune co$e che $i conuengono a qual s'è l'una delle parti, che noi habbiamo racconte, cioè il ripie no di mezo del muro, & le due$corze, o uogliamo dire corteccie da amendue le parti, dellequali l'una di fuori ha a riceuere i $oli, & i uenti, l'altra di dentro ha a a nutrire l'ombra della pianta. Ma la regola delle corteccie, & de ripieni è ua 25 ria, $econdo la uarieta delli edificij. Le maniere delli edificij $on que$te. Lo ordinario, lo amandorlato, & l'incerto, & quì farà alquanto a propo$ito il detto di Varrone, che dice, che i Tu$culani $oleuano fare le muraglie da Villa di pie- tre, main Gallia, di mattoni cotti, infra i Sabini, di mattoni crudi, in Spagna, $i fa ceuano le mura di Terra, & di pietre. Ma di que$te ne tratteremo altroue. 30 La muraglia or dinaria è quella, nellaquale le pietre riquadrate, o uero le meza- ne, o piu pre$to le molto grandi, $i murano in modo, ch'elleno $ieno po$te cõ le loro faccie per ordine, $econdo il regolo, $econdo l'archipenzolo, & $econdo il piombino, laqual muraglia è la piu ferma, & la piu con$tante di tutte l'altre. La muraglia ammandorlata è quella, nellaquale le pietre riquadrate, o uuoi mez- 35 zane, o piu pre$to minute, $i pongono non a diacere $opra un lato, ma $tando $o- pra un canto, e$pongono la fronte, $econdo il regolo, & il piombino. La mu- raglia incerta è quella, nellaquale le pietre roze, $i congiungono in modo, che qual s'è l'uno de lati per quanto e'po$$a, con la $ua faccia $i acco$ti il piu che puo a lati delle altre pietre, che gli $ono a canto, que$ti sì fatti acco$tamenti di pietre 40 u$ian noi nel la$tricare delle $trade. Ma que$te maniere $i debbono in uarij luoghi u$are uariatamente: Percioche al primo ricinto tirato a piano $opra il Terreno, non faremo le correccie, $e non di pietre riquadrate molto grandi, & molto dure, peroche hauen do ad e$$ere la muraglia, quanto piu $i puo inte- [076]DELLA ARCHITETTVRA ra & $alda, in tutto e$$o muro, non è luogo alcuno, doue bi$ogni nè maggiore $aldezza, nè maggiore $tabilità che in que$to, anzi $e tu potrai hauere una $ola pietra, lo fermerai con e$$a, o ueramente con quel numero di pietre, che $ia piu che $i puo uicino alla integrità, & perpetuità d'una $ola pietra. Come $i maneg gino, o muouino le pietre grandi, a$pettando$i ciò alle maniere delli ornamen- 5 ti, ne tratteremo al $uo luogo. Ma tira dice Catone la muraglia di pietra dura, & calcina, $ino a tanto, che l'edificio e$ca fuori del Terreno un piede, & l'altra parte della muraglia non ti uieta, quãdo bene $i face$$e di Mattoni crudi. Et è manif e$to che co$tui $i metteua a fare que$to, perche le gocciole dell'acque pio uane, che ca$cano da tetti, rodono quella parte della Muraglia. Ma quãdo noi 10 rie$aminiamo gli edificij delli Antichi, & ueggiamo sì altroue in molti luoghi, le parti da ba$$o de gli edificij ben fatti, e$$er fatti di duri$sime pietre; sì ancora appre$$o di quelle genti, che non hãno paura delle ingiurie delle piogge, e$$er- ui $tati, cioè in Egitto, chi u$aua di fare le ba$e $otto le Piramidi di pietre nere du ri$sime, $ono forzato a ricercare la co$a piu largamente: Percioche, $i come in- 15 teruiene nel ferro, & nel bronzo, & in altri $imili metalli, che $e $i piegano piu, & piu uolte in quà, & in là, a contrario l'una dell'altra, aftaticandoli, aperti alla fi- ne $i rompono. Co$i ancora le altre ma$$e offe$e da sì fatte $cambieuoli offen- $ioni, grandemente $i gua$tano, & $i corrompono, laqual co$a io ho con$iderata ne ponti, & ma$simo di legnami: Percioche quelle parti, che per la uarieta de 20 Temporali, $on hora $ecche da raggi del Sole, & da fiati de Venti, & hora humi- de per i noturni uapori, o per l'acque, noi le ueggiamo certo con$umate pre$ta- mente, o intarlate del tutto. Il mede$imo $i puo uedere in quelle parti delle muraglie, che $ono uicine al terreno, che per le $cambieuoli alterationi delle polueri, & delle humiditati s'infracidano, & $i rodono. Perilche io delibero 25 co$i, che tutto il primo ricinto dell'edificio tirato a piano, $i debba fare di dure, $aldi$sime, & grandi$sime pietre, accioche e're$ti $icuri$simo contro le $pe$$e of- fen$ioni delle co$e contrarie, & quali $ieno quelle pietre che $ono duri$sime, le raccontammo a ba$tanza nel $econdo libro.

30 Come $i generino le pietre, come le $i commettino, & congiunghino in$ieme, & quali $ieno le piu gagliarde, & quali le piu deboli. Cap. VII.

EGli importa certo grandemente con quale commettitura, & con quale collegamento $i mettino e$$e pietre in opera, in cote$to, o in altro luogo: 35 Percioche $i come nel legno, co$i nelle pietre ancora, $ono & uene, & no- di, & altre parti piu deboli, anzi è manife$ti$simo, che i Marmi $i fendono, & $i torcono. Sono nelle pietre po$teme, & $accate di materia putrida, laquale ma teria col tempo rigonfia ($i come io pen$o) inzuppata$i di humidità dell'aria, che ella ha $ucciata, onde ne $eguitano piu graui po$teme, & gua$tamenti di co- 40 lonne. Perilche, oltre a quelle co$e che delle pietre a lor luogo di $opra trat- tammo, è di necefsità cono$cere, che le Pietre $ono ($i come noi ueggia- mo) create dalla natura, $tando e$$e bocconi, di materia come e$si affermano, liquida, & flu$sibile; laquale e$$endo a poco a poco cre$ciuta, & indurita, ri$er- [077]LIBRO TERZO. ua e$$a ma$$a le prime figure delle $ueparti. Di quì è che in e$$e pietre le parti di $otto $ono di corpicelli piu graui, & maggiori, che quelle di $opra; Et ui in- tracorrono uene, $econdo che la materia po$ta $opra l'altra materia, $i $trin$e in $ieme. Quelle co$e che dentro a le Vene $i truouano, o $ieno e$$e ueramente $tiume della prima congelata$i materia me$colata in$ieme con le feccie della $o 5 pragiuntaui materia: o $iano pure quale altra co$a $i uoglino, non hauendo per- me$$o la Natura che co$i di$crepanti s'uni$sino del tutto in$ieme, no n è maraui- glia che $ieno atte al fender$i nelle pietre. Oltra di que$to $i com e il fatto da per $e $te$$o dimo$tra, & è manife$to per l'ingiuria de Tempi (per dir co$i) accio- che noi non andiamo ricercando co$e piu recondite, tutti i corpi cõpo$ti, & am- 10 ma$$ati $i disfanno, & $i ri$oluono: Co$i ancora nelle pietre quelle parti che $o- no e$po$te a $offerire le tempe$te, $ono piu atte a macerar$i, & a putrefar$i. Le quali co$e e$$endo co$i, uogliono che nel collocare le pietre $i auerti$ca di porre contro le offen$ioni delle co$e contrarie, quelle faccie delle Pietre che $ono $al- di$sime, & che non $ono atte ad e$$ere co$i pre$to con$umate, in quelle parti ma$ 15 $imo dello edificio, che debbono e$$ere le piu gagliarde. Nõ $i porrà adũque la Vena per ritto, accioche per i cattiui t\~eporali le Pietre non $i $corteccino: Ma mettera$si a giacere di$te$a, accioche aggrauata per il pe$o delle di$opra, non apra mai in luogo alcuno. Et la faccia che nella caua era piu a$co$a, $i debbe collocare in modo che re$ti allo $coperto: Percioche ella è piu $ugo$a, & piu for- 20 te. Ma in tutta la pietra di Caua, non $i trouerà faccia alcuna piu atta al $op- portare che quella, che $i $taccherà non per il filone della caua, ma che taglierà a trauer$o la lunghezza della giacente ma$$a. Oltra di que$to le Cantonate per tutto lo edificio, percioche elle debbono e$$ere oltra modo gagliardi$sime, $i debbono fare di muraglia $aldi$sima: Concio$ia certamente, che $eio ne giudico 25 bene, cia$cuna Cantonata è la metà del tutto dello edificio. Però che il manca mento dìuna cantonata non può $uccedere $enza il danno di amenduoi gli lati. Et $e tu con$ideri que$to, Tu trouerai $enza dubbio che qua$i ne$$uno edificio è cominciato a rouinare per altro, che per il difetto delle Cantonate. Con$ide- ratamente adunque u$arono gli Antichi di fare le Cantonate piu gro$$e che le 30 mura; & di aggiugnere ad e$$e, alie piu ferme ne portichi doue $ono le colonne. La $aldezza della Cantonata adunque, non $i de$idera perche ella regga la co- pertura (Perioche que$to è piu to$to officio delle Collõne, che delle cantonate) Ma principalm\~ete perche le mura $i mantenghino in$ieme a fare gli officij loro; & non $i pieghino da alcuna delle bande dal filo del piombo. Sarà adunque 35 que$ta cãtonata, di pietre lunghi$sime, & duri$sime, che $i dilatino <002> la lunghez- za delle mura a gui$a di braccia, & di mani; & $iano larghe que$te pietre $econdo la larghezza delle mura; accioche nel mezo nõ ui $ia bi$ogno di ripieno alcuno. Egli è co$a conueniente ancora, che nelle mura, & ne lati de uani, $ieno o$$ami $imili alle cantonate, & tanto piu $aldi, quanto che haranno a $tare $otto a pe$i 40 maggiori: Et $opra tutto bi$ogna la$ciare mor$e, cioè alcune pietre di quà, & di là, che $portino in fuori da l'uno ordine $i & dall'altro no; delle pietre; qua$i che aiutamenti, & appiccamenti a $o$tenere il re$tante dello altro muro.

[078]DELLA ARCHITETTVRA _Dclle parti de finimenti, delle corteccle, de ripieni, & delle $orti loro. Cap. VIII._

LE parti de finim\~eti $ono quelle che noi dicemmo che cõmunicano a tut- to il muro, cioè le corteccie, & i ripieni: Ma le corteccie, alcune $ono da lato di fuori, & alcune al contrario da lato di dentro, $e tu farai quelle di 5 fuora di pietra duri$sima, ti giouerà molto quãto al durare eternamente. Ol- tre a que$to in tutti i finimenti, $iano di qual opera $i uoglino, o amãdo@lata, o di pietre roze, io non ti riprenderò, pur che tu metta rincontro a fa$tidio$i$simi, & nociui$simi, o uuoi Soli, o mole$tie di Venti, o ueramente a i fuochi, o alle brina te quelle pietre, che per loro natura $ono gagliardi$sime a re$i$tere all'impeto, 10 al pe$o, & alla ingiuria, & in que'luoghi ma$simo, $i debbe porre materia al tut- to robu$ti$sima, donde nel cadere da Canali de tetti, o dalle grondaie le pioggie maggiori $ieno da Venti sbattute nella muraglia, uedendo$i per tutto ne gli edi ficij antichi, per la ingiuria di $imili $pruzaglie, e$$o Marmo (per dir co$i) e$$er$i grandemente ro$o, & qua$i con$umato del tutto. Ancora che qua$i tutti gli 15 Architt ettori intendenti, per prouedere a que$ta ingiuria, u$arono di ragunare le acque de tetti, & ri$tring\~edole in canali, condurle, & leuarle uia. Et che piu? gli Antichi no$tri auertirono che ogni anno nell' Autunno, le foglie de gli albe- ri, cominciano a cadere prima da quella parte ch'è uolta ad O$tro, & a mezo dì: Noi habbiamo con$iderato tutti gli edificij con$umati per la Vecchiaia, e$$ere 02 cominciati a rouinare di uer$o O$tro. Etla cagione, perche co$i auenga, è for $e, perche l'ardore, & l'impeto del Sole, mentre che l'opera era ancora in piede con$umò troppo pre$to il neruo della calcina. Aggiugne$i, che per i fiati d'o- $tro, in humidito$i piu, & piu uolte il muro, & per glì ardori del Sole ribollito, marcito$i, alla fine $i corrõpe. Contro a que$te adunque, & $imili altre ingiu 25 rie, $i debbe e$porre materia atta, & gagliardi$sima. Que$to pen$o io che prin cipalmente $i debba offeruare, cioè tirare per tutto lo andare della muraglia, gli incominciati filari ugualmente, & non con di$aguaglianza alcuna, accioche ella non $ia da mano de$tra di pietre grandi, & da $ini$tra di piccole: Percioche e' di cono, che la muraglia per l'aggiunta di nuoui pe$i $i $erra in$ieme, & la calcina 30 nel racciugar$i per il troppo aggrauamento, non fa la pre$a: Onde è di nece$si- tà, che nella obera $i $cuoprino uarij difetti. Ma io non ti uieterò già, che tu non facci la corteccia di dentro in$ieme con tutta la facciata del muro di pietra piu tenera, ma facendo qual corteccia tu uuoi, o di dentro, o di fuori, ella $i debbe tirare in modo, che ella $ia di$te$a, & finita, $econdo la $ua linea, & il 35 $uo piombo. La $ua linea $arà quella, che corri$ponderà pari per tutto, al di- $egno della pianta, talmente che ella in alcuna delle $ue parti, non $porti in fuo ra, nè in alcuna $i tiri in dentro, non $ia in alcun luogo a onde, nè in alcuno luogo non diritta, & bene adattata, & perfettamente finita. Se nel murare, & mentre che la muraglia è fre$ca tu l'arriccierai, tiauerrà dipoi, che quale 40 $i uoglia intonico, o imbiancatura, che tu ui aggiugnerai, $arà un lauoro da non $i con$umare mai. Duoi $ono i generi de Ripieni, l'uno è quello, me- diante ilquale e' riempiono il Vano, che re$ta tra le corteccie, di calcina, & pezzami alla rinfu$a: L'altro è quello, mediante ilquale con pietre ordinarie, [079]LIBRO TERZO. ma roze, murano piu to$to che e’riempino. L’uno, & l’altro $i uede che è $tato trouato per ma$$eritia; concio$ia che $i metta ogni minuto, & piccolo $a$$o in que$ta parte delle mura. Ma$e egli auerrà che e’ ui $ia abbondanza di pie tre grandi, & riquadrate, chi $arà quello che $pontanamente $i uoglia $eruire di pezzami, & di minutami? Et certamente in que$ta $ola co$a $ono differenti gli 5 o$$ami delle muraglie, da finimenti, che infra l’una, & l’altra corteccia di que$ti, $i riempie di qual $i uoglia $prezzato, & gua$to $a$$o, qua$i come con opera ama$ $ata a ca$o, & tumultuariamente fatta: Et in quelli altri, nõ $i me$colano alcuni o pochi$simi $a$si rozi, ma tutti, & in ogni luogo in$ino dentro, $i murano di ope- ra ordinaria. Io uorrei piu to$to che e’ ri\~epie$sino il muro per tutto, con tutti 10 gli ordini di pietre quadrate, accioch’egli dura$$e eterno, ni\~ete dimeno, $ia qual $i uoglia uano infra le corteccie delle mura, che tu habbi ordinato di riempiere di pietre, auuerti$ci quanto piu puoi, che i filari $i tirino per tutto uguali. Et oltra que$to $arà bene che dalla facciata di fuori a quella di dentro, $i mettino non troppo rade, alcune pietre ordinarie, che abbraccino tutta la gro$lezza del 15 muro in$ino alle corteccie, & che le leghino $cambieuolmente in$ieme, accio- che i gittatiui ripieni non $pinghino le $ponde delle corteccie. O$$eruarono gli Antichi nel gittare i ripieni, di non gli gittare (con una $ola continouata git- tatura) piu alti che cinque piedi, & di ragguagliarui dipoi $opra con un filare. Onde la muraglia ueni$$e qua$i ri$tretta, & ricinta di nerui, & di legature, accio- 20 che $e co$a alcuna o per difetto del Mae$tro, o per altro accidente, comincia$$e in tutta quella gittatura ad auuallare, non habbia a tirar$i $ubito addo$$o il pe$o dell'altre co$e, che di $opra l’aggrauano, ma habbino le co$e di $opra qua$i una nuoua ba$a, da fermarui$i. Vltimamente ne auerti$cono, ilche appre$$o di tutti gli Antichi, ueggo io molto o$$eruato, che ne ripieni non $i metta pietre, che pa$ 25 $ino di pe$o la libra; percioche e’ pen$ano che le minute, $i uni$chino piu facil- mente, & $i pareggino meglio alle congiũture, che le grandi. Et faccia a que$to propo$ito quello, che appre$$o di Plutarco $i legge del Re Minos; Percioche ha- uendo co$tui diui$a la Plebe in arti, teneua per co$a certa, che ogni corpo in quã- te piu minute parti fu$si diui$o, tanto piu facilmente, & piu a $uo piacere $i pote$- 30 $e maneggiare, & trattare. Non pen$o già che $ia da $timare poco, che tutte le concauità $i debbono riempiere, & che e’ bi$ogna per tutto in ogni minimo luo go rinzaffare, sì per altri conti, sì ancora perche gli animali non ui po$sino entra- re a far$i nidio, & che ragunateui$i ribalderie, & $emi, na$chino per le mura fi- chi $aluatichi. Egli è co$a incredibile a dire quãte gran moli di pietre, & quali 35 ma$$e io ho ui$te $mo$$e da una $ola radice d’una pianta. Tutte quelle co$e adũ que, che tu hai a murare $i debbon, & legare, & riempiere diligenti$simamente.

De Ricinti di pietra, del legamento, & del fortificamento delle cornici, & in che mo do_$i_ $err<007>no in$ieme molte pietre per $aldezza del muro. Cap. I X. 40

INfra i ricinti oltra di que$to $i mettono alcuni legamenti di Pietre maggio- ri, che legano in$ieme le corteccie di fuori, cõ quelle di dentro, & allacciano gli o$$ami, con gli altri o$$ami, come $on quelli, che noi dicemmo, che $i do- [080]DELLA ARCHITETTVKA ueuano mettere a ogni cinque piedi. Sono ancora altri ricinti di mura, & que$ti in uero principali, che $i tirono per tutta la lunghezza della muraglia per abbraciare le cantonate, & per afforzificamento dell’opera: Ma que$ti ulti- mi $i fanno piu di rado, & in un muro $olo, non mi ricordo hauerne mai ui$ti, in alcuno luogo, $e non duoi, o alcuna uolta tre. Etil Sito, & la principale lor$e- 5 dia, è in ultimo della muraglia, come cornice di e$$a, a renderla qua$i immune, di quelle piu $pe$$e congiunture; e$$endo tutti i detti ricinti uguali, di cinque piedi l'uno, & non $i di$conuerrà $e ci $aranno le pietre $ottili. Ma in que$ti altri ricinti, che noi chiamiamo cornici, quanto elleno $ono piu rade, & quan- to piu d’importanza; tanto piu gro$$e, & piu gagliarde pietre bi$ogna metterui. 10 De$idera$i in amenduoi, $ecõdo il genere loro, pietre lunghi$sime, larghi$sime, & $aldi$sime. Ma que$te minori $i collocheranno in modo, che elle conuen- ghino a piombo, & $econdo il regolo, in$ieme con l’altre corteccie del muro: Ma que$te altre, imitando le cornici, $porgeranno la fronte in fuora. Que$te co$i fatte Pietre, molto lunghe, & molto larghe, $i pongono con l’archipenzolo, 15 & $i congiungono con i filari beni$simo, qua$i che come po$toui $opra un paui- mento, $i cuoprino le co$e murate di $otto in que$to luogo la commettitura del le Pietre, quando e’ $i pone di $opra qual $i uoglia ultima pietra, $i adatta, & com mette talmente in$ieme, che il mezo di e$$a, uenga a punto $u la commettitura delle due di $otto; contrape$ata la $ua lunghezza da amendue le bande.

20 25 30 35

Laquale commettitura di pietre, non e$$endo da e$$ere $prezzata per tutta la 40 muraglia; $i deue ma$simamente o$$eruare ne ricinti. Io ho auertito, che gli Antichi u$arono nelle opere amandorlate, tirarui il ricinto, che fu$se di cinque ordini di mattoncini; o nõ punto meno di tre, & che tutti, o almanco uno ordi ne, fu$$e di pietre, non piu gro$$e che l’altre, ma bene piu lunghe, & piu larghe.

[081]LIBRO TERZO. 5 10 15

Ma nelle muraglie ordinarie di mattoni, Io ho ueduto a ogni cinque piedi, e$$ere $tati contenti in luogo di legatura, di uno ordine di mattoni di grandezza 20 di duoi piedi.

25

Ho ui$to ancora chi hà $par$e per le mura pia$tre di piombo, molto lun- 30 ghe, & molto larghe; $econdo la gro$$ezza del muro: Acciò faccino legamen- to. Ma nel murare pietre molto grandi, io ueggo che e’ $i $ono contentati di ricinti piu rari, anzi qua$i $olamente delle Cornici. Nel fare le Cornici, per- che que$te ancora ricingono la mnraglia, con fermi$sima legatura; bi$ogna non $i far beffe d'alcuna di quelle co$e, che noi habbiamo dette in$ino a quì 35 di e$si ricinti; cioè che in que$te non $i metta pietra alcuna che non $ia lunghi$- $ima, larghi$sima, & $aldi$sima; & $i adattino con commettitura continouata, & bene comme$$a; $pianati i filari $econdo l’archipenzolo, & ridottili, & pareg- giatili con il regolo; cia$cuno $econdo il $uo bi$ogno: Et tanta maggior cura, & diligentia in ciò debbi porre; quanto che le ricingono l’opera, in e$$o luogo, 40 piu atto a rouinare. I tetti ancora hanno l’ufficio loro nelle mura; & di quì è che e’ dicono alle mura di mattoni crudi, fauui una cornice di mattoni cotti; accioche dalla fine del tetto, o dalle grondaie $e acqua alcuna ui cade$$e, non gli nuoca; ma $ieno dife$e dallo $portare in fuora d’e$$a cornice. Et per que- [082]DELLA ARCHITETTVRA $ta cagione $i debbe in qual $i uoglia luogo di tutto il re$to del muro, auuertire, che la cornice gli $tia qua$i che per tetto, ben murata; & $tuccata per tutto; accio che ella $cacci uia tutte le ingiurie delle pioggie. Bi$ogna con$iderare ancora, con quale afforzificamento, & con quali $o$tegni $opra una $aldezza di muro, $i ritenghino; & $i mettino in$ieme molte pietre. Et certo quando io con$idero, 5 e’ mi pare che a fare que$to, la principal co$a habbiano bi$ogno della calcina. Ancora che $econdo me, non $i debba congiugnere ogni pietra con la calcina: Percioche i Marmi nell’e$$ere tocchi dalla calcina, non $olamente perdono la candidezza loro, ma $i macchiano di brutte, & $anguino$e macchie: Tanta gran- de è la $uperbia della bianchezza nel Marmo, che a gran pena può $opportare 10 altro che $e $te$$o; che pen$i? i fumi $degna; tocco da olio diuenta pallido; ba- gnato da uino ro$$o, diu\~eta pagonazzo; $e è tocco da acqua cauata del legno del ca$tagno, in$in dentro diuenta nero, & $i gua$ta talmente, che dette macchie, non $e ne uanno per raderlo che $i faccia. Per que$to gli Antichi u$auano di mettere i Marmi nudi in opera quanto piu poteuano, $enza punto di calcina; 15 ma di que$ti, ne diremo dipoi.

Del uero modo del murare, & della conuenientia che hanno le pietre con larena. Cap. X.

HOra apparten endo$i a officio di pratico Mae$tro, non tanto $cegliere le 20 co$e piu commode, quanto d’u$are attamente, & commodamente quel- le che gli ba$tano; Noi $eguiteremo di$correndo in que$ta maniera. Tu hai da $apere, che quella calcina è cotta a ba$tanza; la quale bagnata, & poi dop- po il caldo $penta, immitando la $chiuma del latte, ingro$$ando tutte le zolle ri- gonfia. Di non e$$ere $tata in macero a ba$tanza, te ne daranno inditio, i $a$- 25 $olini, che nel me$colarla con la rena ui trouerai. Se tu gli darai piu rena che il bi$ogno, per la a$prezza $ua, non farà pre$a. Et $e tu gliene darai manco, che non ricerca la forza, & la natura $ua; re$terà come una pania per la liqui- dezza, cattiua; & ti obedirà mal uolentieri. Metterai la calcina nõ bene $penta del tutto, & per qualche altro conto piu debole, con manco danno ne fondam\~e 30 ti, che nelle mura; & ne ripieni, che nelle $corze. Ma dalle cantonate, & dalli o$$ami, & da i ricinti bi$ogna leuar uia ogni calcina che haue$$e difetto alcuno, benche minimo; & ne gli archi ma$simo, $i debbe mettere fidati$sima. Le cantonate & l’o$$a & i ricinti, & le cornici, ricercano la rena piu minuta, piu $ot- tile, & piu pura, & ma$simo doue $i mettono pietre pulite. I ripieni non ricu- 35 $ano la materia piu ghiando$a. La pietra arida di $ua natura, & $itibonda, non ha mala conuenienza con la rena de fiumi. La pietra humida per natura, & acquido$a, amerà molto la rena di caua. Nõ norrei che la rena tolta del mare, $i mette$$e di uer$o O$tro, For$e che ella piu commodamente $i e$porrà a Venti Tramõtani. A qual $i uoglia pietra minuta, $i debbe dare lo intri$o piu magro; 40 alla pietra e$au$ta, & arida, $i debbe dare piu gra$$o. Ancor che gli Antichi p\~e $a$sino, che per tutta la muraglia, un sì fatto intri$o alquanto gra$$etto, fu$$e piu tenace che il magro. Alle pietre maggiori, non $i pon $otto $e non intri$i li- quidi, & flu$sibili; qua$i per ripieno, accioche $imil materia ui paia po$ta piu per [083]LIBRO TERZO. letto mouibile, $opra il quale le s’hanno a po$are che per altro: Onde mentre le $i adattano, $on certo piu facili ad e$$ere mo$$e dalle mani de gli Artefici, che per congiugnerle in$ieme le maneggiano. Ma giouerà certo molto il metterui $ot to alcun letto $imile, qua$i che un moruido guanciale: accioche le pietre, $otto il graui$simo pe$o, non $i infranghino. Sono alcuni, che doue e’ ueggono hor 5 quà hor là nelli edificij antichi, pietre grandi comme$$e in$ieme, che fra le loro congiunture par che habbino terra ro$$a; $i pen$ano che gli antichi la u$a$$ero in cambio di calcina. Que$to non mi pare ueri$imile, & ma$sime per que$ta ca- gione, che io nõ ueggo amendue le loro $uperficie, ma una $ola intri$a di tal ma- teria. Accade ancora circa le mura alcuna altra co$a, da non $e ne fare beffe. 10 Imperoche e’ non $i debbe fare un muro con furio$a pre$tezza; & amma$$arlo qua$i cõ mano tumultuaria, $enza leuarne le mani: Nè $i deue ancor, incomiucia ta l’opera, mandarla in lungo con pigra infingardaggine; che e’ paia qua$i che tu muri maluolentieri; ma $i debbe $eguitare il lauoro, cõ modo, & ragione, che ui $ia una certa pre$tezza, congiunta in$ieme con maturo con$iglio, & diligen- 15 za. Quei, che $anno, uietano lo alzare dello edificio, $ino a tanto che quel- la parte, che era fatta prima, non habbia fatto bene la pre$a: Imperoche il la- uoro fre$co, & tenero, e$$endo ancora debole, & re$olubile; non potrà mai $op- portare quello, che tu gli murerai addo$$o. Puo$si certamente uedere chel: Rondini ammae$trate da la natura, quando fanno i loro nidi; non pongono 20 mai a ca$o le prime loro impia$trature, ne palchi; le quali $eruano per fon- damento, & ba$a dell’opera loro; ne pongono ancora a ca$o, le $econde im- pia$trature addo$$o a que$te; ma intrala$ciando l’opera, fino a tanto chei lo- ro primi impia$tramenti $i $ieno $ecchi; maturamente, & $en$atamente di- poi edificano. Dicono che la calcina ha fatto la pre$a, quando ella ha gitta- 25 tato fuori una certa lanugine, o uero un fiore, cono$ciuto da Muratori. Di quante in quante braccia $i habbia a intrala$ciare il lauorare, ce ne auuer- tirà la gro$$ezza di e$$o muro, & la temperie del luogo, & del Cielo. Quando tu giudicherai da douer$i intrala$ciare, coprirai la $ommità dello edificio con Strami accioche il uento, o il Sole, non con$umi il neruo della Calcina, & la 30 $accia piu to$to diuentare uana, che ra$ciugar$i, o fare pre$a in debito tempo. Quando tu ricomincerai a muraruì, gettaui molta, & molta acqua chiara; fi- no a tanto, che la $i inzuppi bene: Et che le polueri, $i mandino con l’acqua uia; accioche non ui re$tino fomenti da generare fichi $aluatichi. Non è co- $a alcuna che piu faccia l’opera $oda, & $tabile, che il bagnare le pietre con mol- 35 ta acqua. Et dicono che la pietra non è ben bagnata, $e rompendola non truo uile faccie $ue in$in bene adentro, humide, & qua$i diuentate nere per tutto. Aggiugni a que$te co$e, che nel murare, in tutti i luoghi, ne quali for$e alcuno, pote$$e de$iderare, o per uarie commoditati dello edificio, o per $uoi piaceri; altri uani, giu per lo andare delle mura; bi$ogna tirare archi, $otto i quali $ca- 40 uato dipoi il muro, habbia l’arco $icura & nata con e$$o lui $edia, da ripo$ar$i. Nè $i può dire quanto la forza, & i nerui della muraglia $i indeboli$chino, tol- tane uia alcuna uolta una pietruza ben minima. Et certo, mai ci uerrà fatto che noi attacchiamo una muraglia nuoua, ad una uecchia; talmente che non [084]DELLA ARCHITETTVRA s’aprino l’una dall’altra. Et per que$ta magagna non $i puo dire quanto il mu ro indebolito, diuenti pronto al rouinare. Il Muro gro$$o, non ha bi$ogno di armadure, o ponti, concio$ia che per la $ua larghezza, dà occa$ione a Mae$tri da poterui $tare $opra.

5 Del fare le mura con uarie co$e, del modo dello intonicarle, delle $pranghe, & de rimed{ij} lo- ro, & della antichi$sima legge delli Architettorí, & de remed{ij} da $chifare i pericoli delle Saette. Cap. X I.

NOi habbiamo trattato del legitimo modo del murare; con che pietre 10 certo $i innalzi; & con che calcina $i muri; Ma hauendo$i a maneggiare di uer$e $orti di pietre, alcune le quali non $i murino con la calcina, ma con lo $tucco; & alcune altre, che $i cõmettino infra loro $enza intri$o di $orte alcuna; Et $ieno oltra di que$to alcuni altri modi di edificare, che con i ripieni $oli; & al- cuni che con le corteccie $ole $i fini$chino, & $imili; ne tratteremo breui$simam\~e 15 te. Le pietre che $i hanno a murare con terra; bi$ogna che $iano, quadre, & molto aride, & a que$to non è co$a alcuna piu commoda che i mattoni, o cotti, o piu pre$to crudi ben $ecchi. Il muro fatto di mattoni crudi, è molto atto alla $anità de gli habitatori; & e$$endo contro a fuochi $icurri$simo, non è anco mol- to commo$$o da Tremuoti: Ma il mede$imo, $e e’ non $l fa gro$$o, non regge alle 20 impalcature. Per que$to comandaua Catone, ch’e’ ui $i tira$sino alcuni pila$tri di pietra, che regge$sino le Traui. Sono alcuni, che de$iderano che il loto con che hanno a murare, $ia $imile al Bitume; & credono che quello $ia ottimo, che me$$o nell’acqua $i ri$olue adagio; & che maluolentieri $i $picchi dalle mani; & che $i ri$erri molto, quando $i $ecca. Altri lodano piu il reno$o, per che egliè 25 piu trattabile. Que$to sì fatto lauoro bi$ogna di fuori ue$tirlo d’una cro$ta di calcina, & di d\~etro, $e ti piace di ge$$o, o di terra bianca. Et perche que$ta piu adattamente $i acco$ti, $i debbe nel murare, mettere ne fe$si delle congiunture, alcuni pezzuoli di mattoni hor in que$to luogo, & hor in que$to altro, che $por- tino in fuori, come dentelli; accioche la corteccia meglio ui $i attenga. Lepie- 30 tre ignude, debbono e$$ere, & quadrate, & maggiori che l’altre, $alde, & fermi$si me; nel murare que$te, non acca$cono alcuní ripieni: Ricercano gli ordini giu- $ti$simi con cõmettitura perpetua, & ui $i debbono mettere legamenti $pe$si di $pranghe, & di perni. Le $pranghe $on quelle che cõgiungono le pietre a due a due, ugualmente po$te; & che le uni$cono per ordine. I Pernì $on quelli, che fitti nelle pietre, & di $otto, & di $opra, procurono che per auuentura gli ordini 35 delle pietre non e$chino l’uno troppo fuori dell’altro: Non bia$imano le Spran ghe, & i Perni di ferro; Ma io ho con$iderato ne gli edificij de gli Antichi; che il ferro $i gua$ta: & non dura, ma il Rame dura, & qua$i $empre $i mantiene eterno. Oltre a che, io hò auertito che i Marmi per la ruggine del ferro, $i gua$tano, & a torno ad e$$o, $i rompono. Veggon$i ancora Spranghe di legno 40 me$$e nelle pietre delle antichi$sime muraglie; le quali io giudico, che non $i debbino po$porre a quelle di $erro; Le di Rame, & di ferro $i fermano con piombo; quelle di legno, $ono a$$ai ferme per la forma loro, perche e’ le pial- [085]LIBRO TERZO. lano, & acconciano in modo, che per la $omiglianza, $i chiamano a coda diron- dine. Debbon$i collocar le Spranghe talmente, che le gocciole delle piog- gie, non ui po$sino penetrare. Et pen$ano che quelle di Bronzo, $i faccino fer- mi$sime contro alla Vecchiaia, $e nel gittarle ui $i me$colerà delle tr\~eta parti una di $tagno; & temeranno manco la ruggine, $e le ugneranno con bitume, o con 5 Olio. Affermano cheil ferro $i tempera nella biacca, ge$$o, & pece liquida; ac- ciònon arruggini$ca. Le Spranghe di legno, unte di cera pura, & di morchia; non $i gua$tano. Io ho ueduto doue egli hãno me$$o nel capo delle Spranghe troppo piõbo, & molto caldo; che le pietre $otto ui $ono $coppiate. Et trouer- rai ne gli edificij de gli Antichi, mura tirate molto fermi$simc per tutto, $olam\~e 10 te di ripieni; que$te $i tirano come quelle di terra. Et u$auano in Affrica, & in Spagna, adattando da l'un lato, & l'altro due tauole, o graticci, in cambio di Spõ- de, teneruele <002> corteccie, tãto che la po$taui materia, face$$e la pre$a. Ma $ono in que$to differenti, che quì u$ano metterci uno intri$o di calcina, & pezzami li- quido, qua$i che ondeggi; & quiui calcano cõ i piedi, & cõ i pali da $pianare, una 15 terra ui$co$a fatta trattabile cõ hauerla in humidita, & rimenata a$$ai. In que$to luogo ancora per collegamento ui mettono ad ogni tre piedi, qua$i come pez- zami certe pietre maggiori, & ma$sime ordinarie, o ueramente $pezzate a canti uiui; percioche le pietre tonde, $e ben $ono contro le igniurie robu$te; $e non $a- ranno cinte intorno di molti aiuti, $aranno in c<007>a$cuna muraglia molto infedeli. 20 In quello altro luogo, cioè nelle mura di Terra, della Affrica, me$colano con il loto la gine$tra, o il giunco marino, opera da far$i marauiglio$a. Percioche ella $i mantiene incorrotta da u\~eti, & da le pioggie. A tem pi di Plinio, $i uedeuano $opra i gioghi de Mõti Torricelle di terra, & luoghi da $coprire pae$e, fatte in$i- no a' t\~epi d'Annibale. Noi facciamo le $opradette cro$te(per chiamarle piu to 25 $to co$i, che corteccie) cõ graticci & $tuoie fatte di Canne, non fre$che; opere nõ magnifiche certo, ma u$ate per tutto dalla antica Plebe Romana. Impia$trõ- $i i graticci in$ieme con loto rimenato tre giorni con le paglie; dipoi (come poco fa ti di$si) $i ue$tono di calcina, o di ge$$o: Finalmente $i adornano di Pit- tura, & di Statue. Se tu me$colerai per mezo, con il ge$$o la terra cotta; & pe$ta; 30 temerà manco le $pruzzaglie. Se tu lo me$colerai con la calcina, e' diu\~eta piu gagliardo: Ne luoghi humidi, alle brinate, & a freddi, il ge$$o è di$utile del tutto. Re$taci qua$i come uno epilogo, che io racconti una legge appre$$o de gli Architettori antichi$sima; la quale io giudico, che $i debba o$$eruare, non altrimenti che le ri$po$te delli Oracoli. Et è que$ta; Poni $otto le mura $on- 35 damenti fermi$simi; Fa che le co$e di $opra, $tieno a Piombo $opra quelle di $otto, $opra il mezzo del Centro; Ferma le Cantonate, & li o$$ami delle mu- ra, da ba$$o in$ino ad alto di Pietre forti$sime, & $aldi$sime; Spegni bene le calcine; Non mettere le pietre in opera $e non bagnate per$ettamente; Met- ti le piu dure di uer$o que' lati onde po$$ono uenire le oflen$ioni: Tira la mu- 40 raglia a $ilo con l'archipenzolo, & con il piombo: Procura che $opra le com- mettiture delle pietre di $otto, uenga il mezo della pietra di $opra; metti ne gli ordini le pietre intere, & nel mezo del muro riempi di pezami; Legai filari con $pe$$e committiture di pietre; Et que$to ba$ti hauer detto delle Mura; Io [086]DELLA ARCHITETTVRA uengo a dire del Tetto; ma non uorrei pretermettere que$to, ilche da gli Anti- chi intendo e$$ere $tato grandemente o$$eruato; Intra le co$e naturali ne $ono alcune, che hanno certe proprietà da non $e ne far beffe, come è che e' dicono, che la $aetta non feri$ce mai nè lo Alloro, nè la Aquila, ne il Vecchio Marino. Sono alcuni, iquali for$e pen$ano, che $e que$te co$e $i mettono nelle muraglie 5 le non $aranno perco$$e, & nõ $entiranno $aette. A me certo pare, che e' $i po$- $a $perare que$to, al pari che credere quello, che e' dicono della ranocchiella: che rinchiu$a in un ua$o di terra, & $otterrata nel mezo d'un campo; $cacci dalle $emente gli Vccelli; & che $e il frutto O$tro $i mette in ca$a, rende i par- ti difficili; & che chi $i mette in ca$a le $rondi dello Oemonio di Lesbo; fa ue- 10 nire flu$$o di Ventre, & uota tanto altrui, che ne conduce a morte. Hora tor- no a propo$ito, quì bi$ogna raccontar quelle co$e, che noi raccogliemmo in- $ieme, quando trattammo de lineamenti de gli Edificij.

De Tetti di linee dritte, delle Traui, de correnti, & del congiugnere in$ieme gli o$$am. Cap. XII. 15

LE coperture adunque, ne $ono alcune allo $coperto, & alcune al coperto; & alcune di que$te $on fatte di linee diritte, alcune di linee torte, & alcu- ne me$colate di amendue. Aggiugnerai a que$to, ilche non $arà fuori di propo$ito, che le coperture $i fanno, o di legnami, o di pietre; Comincieremo a 20 parlarne pre$o il principio da que$to, che noi deliberiamo e$$ere un certo che, che s'appartenga proprio al di$cor$o uniuer$ale d'ogni copertura, & $ia di que- $ta maniera. A qual tu ti uoglia palco, o tetto noi diremo e$$erui, & o$$a, & nerui, & finimenti, & corteccie, o cro$te, non altrimenti, che nel muro; nien- tedimeno, che que$to $ia co$i con$ideriamolo dal fatto $te$$o. Pimieramen- 25 te per cominciarci da quelli, che e' fanno di legname, & di linee diritte. Vera mente nel porrele coperture, bi$ogna mettere da muro a muro gagliardi$si- me Traui, & non negheremo (come poco fa diceuamo) che le $ieno colonne po$te per il trauer$o. Le Traui adunque, $aranno in cambio di o$$ami; che $e e' ne fu$$e lecito, non hauere ri$petto alla $pe$a; chi non de$idererebbe haue- 30 re la muraglia (per modo di parlare) tutta di o$$ami, & $al di$sima; cioè com- po$ta, & afforti$icata con contin ouate colonne, & congiunte traui? Ma noi an- dian dietro alla poca $pe$a, pen$ando che $ia $uper$luo tutto quello, che (ri$er- bata la $tabilità dello edi$icio) $i po$$a leuare uia; & per que$to $i la$ciano fra traue, & traue interualli. Onde poi $i mettono le piane da traue a traue, & ui $i 35 aggiungono i riquadramenti che corrono, & altre co$e a que$ti $imili, $e alcu- ne ue ne $ono: lequali co$e, non è uergogna pen$are che $ieno legam\~eti. Final mente $opra que$te, adattate, & congiunte a$si, & tauole maggiori, che mara- uiglia? $e $aranno in cambio di $inimenti; & per la mede$ima ragione dire- mo, che il pauimento, & i Tegoli $ieno la corteccia di fuori; & il Cielo del 40 Tetto, o palco, che ci $tà $opra il capo, non negheremo che $ia la Corteccia di dentro. Adunque $e noi $appiamo che la co$a è co$i, andiamo inue$tigan- do $e egli è co$a alcuna che s'appartenga a qual $e l'una di que$te; accioche ricogno$ciuto la piu facilmente, $appiamo quali co$e $i conuenghino alle co- [087]LIBRO TERZO. perture di Pietra. Di que$te co$e adunque di$correremo breui$simamente; Ma faccia que$to a no$tro propo$ito. Io non lodo gli Architettori di que$ti t\~e pi, che per fare i palchi, la$ciano in e$si o$$ami delle mura, larghi$simi $quarci di buche, ne quali poi habbino finite le mura a mettere le Te$te delle Traui: Onde il muro diuenta piu debole, & lo edificio ne diuiene mal $icuro dal fuoco, per 5 e$$er in que' luoghi aperte le uie al $uoco, da penetrare facilmente nell'altre $tan ze. Per laqual co$a, mi piacciono coloro infra gli Antichi, ch'u$arono mettere nelle mura, fermi$sime men$ole di pietra, $opra lequali, come ho detto, po$aua- nole te$te delle traui; che $e tu uorrai con le traui incatenare le mura, non ti mã cheranno $pranghe, & catene di bronzo, & tacche, che e$chino $opra le men$o- 10 le, lequali a $imili co$e u$erei commodamente. La traue debbe e$$ere al tutto intera, & molto netta; & $opra tutto per il mezo della $ua lunghezza, non deb- be hauere difetto alcuno. Po$to l'orecchio a l'una delle te$te di e$$a, $e perco$- $a piu uolte dall'altra riceuerai le perco$$e $orde, & ottu$e; $arà inditio, che den- tro ui $ia a$co$a infermitate. Le traui nodo$e, $i debbono molto $chifate, & ma$ 15 $imo $e i nodi $aranno $pe$si, & agruppati in un monte. Quella parte del le- gno che è piu uicina alla midolla, $i piallerà, accioche nell'opera ella $tia di $o- pra; ma quella parte, che debbe $tare di $otto, pialli$ene $olamente per la $uperfi- cie, nulla altro che la $corza; & di que$ta qua$i, o niente, o uero quanto $e ne puo 20 manco. Ma qualunche delati, che per il trauer$o ui $ia difetto alcuno; ponlo in modo, che egli $tia di $opra, $e per auentura per il lungo della traue fu$$e al- cuno fe$$o, non lo mettere mai da gli lati; ma ponlo, o di $opra, o piu to$to di $otto. Se tu hai per $orte a bucarne alcuna, o a farui intaccature, non la forare mai nel mezo; & non fendere mai la $uper$icie di $otto. Et $e come u$arono 25 nelle chie$e $i porranno le traui a due a due; la$cierai infra loro $patij di alquante dita, mediante i quali le e$alino, accioche non $i gua$tino ri$caldando l'una l'al- tra; & $arà molto utile, ad ogni coppia, porre e$$e traui al contrario l'una de l'al- tra, accioche le te$te di amendue non $tieno $opra un mede$imo po$are; ma do- ue l'una ha la te$ta, habbia l'altra in quel luogo il piede. Imperoche in que$to 30 modo, con la fortezza della te$ta, $i $ouerrà $cambieuolmente alla debolezza del piede. Et bi$ogna che e$$e traui $ieno parenti, cioè d'una mede$ima $orte di legnami, & di una mede$ima $elua cre$ciute, & e$po$te $e gli è po$sibile alla mede$ima regione del Cielo: & tagliate in un mede$imo giorno: Accioche con uguali forze di natura, faccino uguale officio. Fa che le po$te delle Traui $ie- no ben $pianate, talmente che qual $e l'una, $ia falda, & fermi$sima; guardati nel 35 porre delle traui, che il legname non tocchi punto di calcina, & la$ciali intor- no intorno $piragli liberi, & aperti, accioche non $i gua$ti per e$$er tocco da co- $a alcuna, o rinchiu$o s'in$racidi. Per letto delle traui, du$tendiui $otto, o la felce herba molto alida, o carboni, o morchia piu to$to con San$a. Ma $e gli Alberi $aranno in modo corti, che tu non po$$a d'un $olo troncone fare una 40 traue d'un pezzo, commetteranne in$ieme piu d'una, talmente che habbino in loro maggiore $orza, cioè che la linea di $opra della anne$tata traue, non po$ $a per aggrauamento di pe$o mai diuentare minore. Et per l'oppo$ito la linea di $otto, non po$$a diuentare piu lunga: Ma $tia qua$i, come una corda, con [088]DELLA ARCHITETTVRA neruo$o legamento a $ermar gli addattati tronchi, che $i $pingono con le te$te l'uno con l'altro.

5 10 15 20

Le piane poi, & tutto il re$to dellegname, $aràlodato, & approuato dalla $in cerità, & dalla $aldezza delle Traui: Percioche e'$i fa di Traui $egate. Non pen$ano, che le a$si di legnami troppo $errati $ieno commode; percioche quan- do le comincieranno a torcer$i, gitteranno uiai chiodi, & le a$si $ottili, & ma$- $imo nelle impalcature, che hanno a $tare allo $coperto, uogliono, che $i con$ic- 25 chino con chiodi doppiamente, con iquali $i fermino i canti, i mezi, & i lati lo- ro. Vogliono che gli Aguti, che hanno a reggere pe$i per il trauer$o, $i facci- no a$tai gro$si; Ma non bia$imano gli altri, $e $aranno $ottili, ma gli uogliono piu lunghi, & con il capo piu largo. Gli Aguti di Bronzo allo $coperto, & al- lo humido, durano grandi$simo tempo; que' di ferro nelle opere al coper- 30 to, & allo a$ciutto, truouo io, che hanno piu neruo. Doue $ia sì fatto il co$tu me, $i $ono dilettati di fermare le impalcature con perni di legno. Et quelle co$e che noi habbiamo dette delle impalcature di legname, $i debbono anco- ra o$$eruare nelle traui di pietra. Imperoche quelle uene, & que' di$etti che $ono per il trauer$o, $i debbono la$ciare $tare, per lo u$o delle traui, per fare le 35 colonne: O $e e' $aranno difetti non molto grandi, & leggieri, ilati della pie- tra, ne quali appariranno, quando $i metteranno in opera, $i riuolteranno al- l'in$u$o. Le uene, che uanno per lo lungo, in qual tu ti uoglia traui, $aranno piu tollerabili, che quelle che uanno per il trauer$o. Le tauole, o a$si di Pietra ancora sì per altri conti, sì per amore della grauezza loro, non $i debbono por 40 re troppo gro$$e. Finalmente le a$si, i Correnti, ole Traui, che $i mettono nelle Impalcature, o di legno, o di pietra, non $i debbono mettere nè in modo $ottili, nè in modo rare, che elle non $ieno ba$tanti à reggere, & $e $te$$e, & gli altri pe$i: Et per l'oppo$ito, non anco tanto gro$$e, ne tanto l'una $otto l'altra, hele faccino l'opera men bella, & dis$orme: Ma della f orma, & gratia della [089]LIBRO TERZO. opera ne diremo altroue. Et per tanto delle Impalcature di linee diritte $ia detto a ba$tanza. Se già non ci manca, che io ti auuerti$ca di quello certo che io pen$o $i debba in ogni opera o$$eruare. Hanno con$iderato i Fi$ici, che la Natura nel formare i corpi de gli animali, usò talmente di finire l'opere $ue, che ella non uol$e mai che le o$$a in alcuno luogo fu$sino lontane, o $eparate dalle 5 altre o$$a, co$i noi ancora appiccheremo le o$$a alle o$$a, & con nerui, & legatu- re le confermeremo beni$simo, accioche l'ordine, & il collegamento delle o$$a, $ia quello $olo, mediante il quale, $e bene ui manca$sino le altre co$e, rimanga la opera qua$i come $inita, con le $ue membra, & fortezze.

10 Delle Impalcature, o Tetti di linee torte; de gli Archi, & loro differentia, et del modo del farli, & del mettere in$ieme le pietre de gli Archi. Cap. XIII. 15

VEgnamo a parlare delle Impalcature di linee torte, & quelle certamen- te con$idereremo, lequali in tutti i loro affari, corri$pondono pienamen te alle impalcature di linee diritte. Il Palco di linee torte lo fanno gli archi, & noi dicemmo, che l'arco era una traue piegata, Intracorronci ancora in que$to luogo legamenti, & ci $i aggiungono co$e da riempiere i Voti, ma io 20 uorrei e$$ere inte$o piu apertamente nel dire, che co$a $ia e$$o arco, & di che parti e' $ia compo$to. Imperoche io pen$o, che gli huomini impara$sino a gittare gli Archi da que$to. Cioè che e' uede$sino, che due Traui aggiuntate$i in$ieme con le te$te, & allargate$i di piede da ba$$o in diuer$e parti, $i poteuano per la loro anne$tatura, & per i pari pe$i, fermare l'una contro l'altra commo- 25 damente; piacque loro que$ta tale inuentione, & con que$to modo, comincia- rono a porre i tetti, che pioue$sino in diuer$e parti. Doppo que$to non po- tendo per auentura coprire, come for$e harebbono uoluto, uno $pazzo maggio re, per non hauere traui tanto lunghe, po$ono in$ra le te$te delle Traui, nel me- zo un legno a trauerlo di $opra, talmente che elle fu$$ero qua$i come appre$- 30 $o de Greci è la lettera P, & quello che e' ui me$$ono, chiamarono for$e Co- nio; $uccedendo da que$to la co$a bene, multiplicatiui conii, $guardando la fatta effigie di co$i fatto arco, $atisfece loro: Et trasferendo la mede$ima rego- la di fare tali archi, nelle opere di pietra, aggiugnendoui $empre Conij, compo $ono l'arco intero; talmente che e' bi$ogna con$e$$are che e$$o arco, $ia fat- 35 to del congiugnimento di piu conij in$ieme; alcuni de quali $tanno da ba$$o con la te$ta $otto l'arco, & $i chiamano le mo$$e de gli archi; alcuno $tando $o- pra nel mezo, $i chiama il $erraglio; gli altri da i fianchi, fini$cono il re$to del- l'arco a gui$a di Co$tole. Nè $ia fuori di propo$ito il raccontare di nuouo quel le co$e, che nel primo libro dicemmo. Gli Archi infra di loro $ono differen- 40 ti, imperoche egli èl'arco intero, ilquale è fatto d'un mezzo cerchio, la cor- da delquale $i dirizza per il centro del cerchio, Enne ancora un'altro, che tie- ne piu di traue, che di arco, & lo chiamiamo minore di mezzo cerchio; per- che egli non è un'intero mezo cerchio; ma è una certa determinata parte mi- [090]DELLA ARCHITETTVRA nore di e$$o, la corda delquale è $opra il centro, & da quello lontana. Ecci an cora l'arco compo$to, da alcuni chiamato angulare, & da alcuni chiamato ar- co compo$to di duoi archi minori del mezo cerchio; & ha nella $ua corda duoi centri di due piegate linee, che s'inter$ecano l'una l'altra $cambieuolmente. Che l'arco intero $ia fermi$simo piu di tutti gli altri; oltre a che il fatto da per 5 $e $te$$o lo manife$ta, $i pruoua ancora per ragioni, & argomenti. Etio non ueggo in che modo egli $i po$$a $pontaneamente di$$oluere; $e già l'un Conio non è $pinto dall'altro, dallaqual uillania, $ono tanto lontani, che in cambio di di$aiutar$i, piu pre$to porgono aiuto l'uno all'altro. Ma che piu? quando e' comincia$$ero a uolere ciò fare egli è uietato loro dalla Natura de pe$i, a qua- 10 li, o e$si $tanno $otto, o de quali e' $ono ripieni. Di quì è quel detto di Varro- ne, che dice, che nelle opere fatte in uolta non $i reggono manco le co$e da de- $tra, mediante le da $ini$tra, che $i faccino le $ini$tre, mediante le dalla de$tra. Et que$to $i puo uedere, imperoche il Conio $uperiore del mezo, ilquale $er- uirà $olo, per $erraglio, In che modo potrà egli mai $cacciare uia, i Conij de 15 gli lati? o quando potrà egli premuto da quelli $te$si, e$$ere mai $cacciato del $uo già pre$o luogo? & quei Con{ij}, che per $palle da lati gli $ono uicini, per il giu$to contrape$o impo$toli $taranno facilmente fermi nell'officio loro; Vlti- mamentei Conij, che $taranno $otto ad amendue le te$te dell'arco, come $i po- tranno e$si mouere, facendo gli officij loro, quelli che gli $ono $opra? adunque 20 non habbiamo bi$ogno di corde ne gli archi interi, difendendo$i per loro me- de$imi; ma ne gli archi meno che interi, habbiamo bi$ogno d'una catena di $er ro, o gli affortifichiamo di mura di quà, & di là, che habbino forza di corda, & de$ideriamo, che e$$e mura $i tirino tanto lunghe, che in e$$e $i po$$a reintegra- re l'arco minore che l'intero, in$ino alla $ua integrità. Ilche u$arono $empre 25 fare gli Architettori antichi, & doue e' poterono reintegrarono ne fianchi del- le mura tutti gli archi $cemi. Oltre a che egli o$$eruaron@ diligentemente, doue haueuano la occa$ione di tirare gli archi $cemi $opra di diritte traui; & $o- pra de gli archi non interi, u$arono di tirare archi interi, che porge$$er o aiuto a' non interi, che gli haueuano di $otto, & intraprende$sin o le mole$tie de pe- 30 $i. Appre$$o de gli Antichi non $i ueggono archi compo$ti; $ono alcuni che dicono, che egli è bene u$arli ne uani delle Torri, accioche qua$i come Prue, fendino i troppo graui$simi pe$i, po$toli $opra ancorche fimili archi compo$ti, $on piu pre$to confermati, che oppre$si da $imili pe$i po$tili addo$$o. Io uor- rei che le Pietre, dellequali io haue$$e a fare uno arco, fu$$ero d'un larghi$si- 35 mo, & grandi$simo $a$$o, quanto piu $i puote maggiore; Imperoche la parte di qualunche corpo, che è creata, & in$ieme unita dalla Natura, è meno re$o- lubile, che quella, che dalle mani de gli huomini è in$ieme amma$$ata, o con- giunta. Et bi$ogna che le Pietre con la faccia con la grandezza, & con il pe- $o, & con $imile co$e $iano $cambieuolmente uguali, come bilanciate, & da 40 de$tra, & da $ini$tra. Se tu harai a fare una loggia, & tirare $opra i Vani in- fra continouate colonne, da e$$e, o da capitelli piu archi; fa che le mo$$e de gli archi, $opra lequali gli duoi, o piu archi $i debbono po$are, non $ie- no di duoi pezzi, o di quanti $aranno gli archi; ma d'un pezzo $olo, & $ia del [091]LIBRO TERZO. tutto intero, che tenga infiemele te$te di tutti gli Archi. Male $econde pic- tread arco, che a canto a que$te $i innalzano, $e $aranno di pietre grandi, au- uerti$ci che amendue acco$tino le reni l’una all’altra con linea a filo. Le Ter- ze pietre ad arco, che anderanno $opra a que$te $econde, adattale come nelle mura ti in$egnammo con lo archipenzolo, con pari commettitura, in modo 5 che $eruino ad amenduoigli archi, & con la pre$a loro, $errino le pietre ad ar- co di amenduoi gli lati. Fa che per tutto lo arco gli acco$tamenti, & i $erra- menti delle congiunture $i dirizzino al $uo centro.

10 15 20 25 30 35 40 [092]DELLA ARCHITETTVR A 5 10 15 20 25 30 35 40 [093]LIBRO TERZO.

Gli Intelligenti u$arono di porre $empre il $erraglio di una $ola pietra intera, & molto grande;& $e la gro$$ezza del muro $arà talmente grande, che tu non ui po$$a porre un $imile $erraglio d’un pezzo, que$ta tal muraglia finalmente co- mincierà ad e$$ere non uno arco, ma piu to$to una uolta, laquale noi chiamere- mo a meza botte.

5 Che le uolte $ono di uarie $orti, & in quel chele $ieno differenti fra loro, con che linee le $i $tabili$chino, & qual $ia il modo dello allentarle. Cap. XIIII.

VArij $ono i modi delle uolte, & è bene andare inue$tigando in quel che 10 le $ieno differ\~eti, & di che lineele $i faccino; e’ mi bi$ognerà, formare nuo ui nomi, accioche io $ia in que$ti miei libri, $icome io deliberai, & facile, & a perto. Nè mi è na$co$o che Ennio Poeta, chiamò il cerchio del Cielo, Vol ta grandi$sima; & Seruio chiamò Cauerne le Volte fatte a gui$a di Carine; Ma io chieggio que$ta licentia, che e’ $i tenga in que$ti miei libri per ben dette, tutte 15 quelle co$e che attamente, & apertamente, & a propo$ito dette $i $arãno. I mo di delle uolte $ono que$ti, a meza botte, a $pigoli, & a cupola tonde, & $e alcune altre ne $ono, che $ieno di alcuna determinata parte di que$te. Quelle a cupo la tonde, non $i pongono per loro natura mai, $e non $opra mura, che $i alzino $opra della piãta loro in cerchio; Le a $pigoli $i põgono $opra le piante quadrate; 20 Le a mezza botte $i pongono $opra piante di quattro angoli, $ieno e$$e, o lũghe, o corte, $i come noi ueggiamo ne portici $otterra. Quella uolta ancora, che $arà $imile ad un monte traforato, $i chiamerà $imilm\~ete a meza botte; $arà adunque que$to, come $e tu acco$ta$si uno, o piu archi in$ieme, l’uno a canto all’altro; o co me $e tu di$t\~ede$si molto, o allarga$si del tutto, la larghezza d’una piegata traue. 25 Perilche auerrà che $opra il capo ci $tarà per coperta un muro piegato. Ma $e a que$ta tal uolta a botte for$e tirata da $ett\~etrione a mezo dì, $e ne attrauer$erà un’altra tirata da Leuante a Ponente, & la inter$egherà con pari linee che a gui$a di piegate corna cõcorreranno ne gliangoli, que$ta chiameremo noi Crociera. Ma $e piu archi, & uguali $i inter$echerãno $cambieuolmente nel punto del me- 30 zo della $ommità, faranno una uolta $imile al Cielo, & però ci è piaciuto chia- marla a cupola perfetta. Quelle Volte, che $on fatte di parti di que$te, $ono di que$ta man<007>era, $e la natura con diritta diui$ione, & a piombo diuideràil mezo cerchio del Cielo in due parti dallo Oriente allo Occidente; ella ti farà due uolte, lequali certo con i Vani a u$o di Zane ti $eruiranno pet tetto. Ma $e dal 35 lo angolo di Oriente, allo angolo di mezo dì; & da que$to di mezo dì, a quel- lo di Occidente; & da que$to a quello di Settentrione; & da que$to ritornan- do al primo d’Oriente; la Natura con pari ragioni renderà il Cielo interrot- to, & mutilato; ella la$cerà allhora una uolta nel mezo, laqual noi a $imilitudi- ne d’un uelo gonfiato chiameremo una cupola a uela. Ma quella uolta doue 40 concorrino in$ieme piu pari di uolte a meza botte, $i come noi ueggiamo che $i fa $opra le piante di $ei, & d’otto faccie, la chiameremo Tribuna a $pic- chi. Nel fare delle uolte $i o$$eruerà la mede$ima regola, che nel fare delle mura; rileueranno$i gli o$$ami interi in$ino alla $ommità della uolta, di $u le [094]DELLA ARCHITETTVRA offa delle mura: Et $econdo la regola di quelle, $i tireranno que$te altre o$$a in que$to luogo, & infra loro $aranno alquanto lontane di certa determinata parte. Ma da o$$a ad o$$a $i tireranno legature, & $i riempieranno i uani del mezo. So no certo le uolte in que$to differenti dalle mura, che nelle mura, tutte le pietre, & i filari $i compongono, & amma$$ano in$ieme dirittamente a filo $econdo la 5 $quadra, & l’archipenzolo; Ma nelle uolte i filari $i tirono cõ linea torta, & le cõ- mettiture delle pietre $i dirizzano tutte al centro delloro arco. Gli Antichi non u$arono qua$i mai in luogo alcuno, fare gli o$$ami d’altro che di mattoni cotti;& gli faceuano il piu delle uolte lunghi di duoi piedi, & ci auerti$cono che $i fini$chino i ripieni delle uolte di pietre leggieri$sime; accioche non $ieno le 10 mura per que$to dal troppo gran pe$o affaticate. Io niente dimeno ho cõ$ide rato, che alcuni co$tumarono di non tirare $empre o$$ami, $aldilsimi per tutto; ma in cambio di o$$a, hauerui me$si hor quà hor là, mattoni, cõ le te$te congiũ- ti l’uno a l’altro a pettine; come $e alcuno cõ le dita della mano de$tra, $trigne$$e intraprendendo le dita della $ini$tra; & u$arono di riempiere gli intramezi di 15 pezzami ragunaticci, & ma$sime di tu$i; la qual $orte di pietra, è $econdo il dire di tutti, per fare le uolte la piu commoda. Ma a uolere fare, o Archi, o Volte, habbiamo bi$ogno di armarle. Le Armadure $ono certe centine, fatte co$i al- la roza di a$si, & come per breue tempo $opra delle quali $i pongono per pelle, o $corza graticci, o canne, o $imili altre co$e uili; <002> reggere l’amma$$amento del- 20 la uolta, tanto che la habbia fatta la pre$a. Niente dimeno infra le uolte, ne è una, la quale $ola, non ha bi$ogno d’armadura; & que$ta è la Tribuna tonda; cõ- cio$ia che ella non $ia fatta $olamente di archi, ma di andari come cornici. Et chi potrà raccontare, o pen$are giamai, quãto l’uno, & l’altro di e$si(che $ono in- numerabili)che $i acco$tano l’uno all’altro, & $i inter$ecano ad angoli pari, & nõ 25 pari;quanto dico, $ieno commodi? Di maniera, che in qual $i uoglia luogo di tutta la uolta, che tu metterai una $imil pietra, o mattone, tu cono$cerai hauerui me$$o un $erraglio di piu archi, & di piu cornici in$ieme; & chi murerà l’una cor- nice $opra l’altra, o un arco $opra l’altro, quando bene uole$$e rouinare; dõde co- mincerà egli? andando tutte le pietre ad arco ma$simamente cõ le loro linee ad 30 un centro, cõ uguali forze, & aggrauam\~eto. De la $tabilità di que$ta uolta, cer- ti de gli antichi $ene fidarono tanto, che egli me$$ono $olamente cornici $empli ci di mattoni, in alcuni determinati piedi, & finirono il re$to della uolta di pez- zami po$tiui $enza ordine. Ma io lodo molto piu coloro, iquali in fare tali opere, procurarono che con quella arte che le pietre $i collegano nelle mura, 35 con quella mede$ima ancora in que$ti lauori le cornici di $otto, $i colleghino con le cornici di $opra uicine: & gli archi ancora $i colleghino in molti$simi luoghi, & ma$simo $e non ui $arà gran copia di Rena di caua, o $e la muraglia $i porrà e$po$ta a uenti Marini, o Au$trali. Potrai ancora uolgere $enza alcu- na armadura la Tribuna a $picchi; purche tu uolga dentro nella $ua $te$$a gro$- 40 $ezza una cupola a mezo cerchio perfetto. Ma quì hai tu bi$ogno grandi$si- mamente di legature, con le quali tu leghi $tretti$simamente, le parti piu debo- li di e$$a, alle parti $tabili$sime di que$ta. Ma ti bi$ognerà niente dimeno ha- uer’ me$$o $otto l’uno, o $otto i piu filari di pietra, che tu harai murat<007>, alcune [095]LIBRO TERZO. $pranghe, o perni non graui; a quali, poi che i fatti filari harãno fatto la pre$a, tu accomandi tanto di armadura, che $ia ba$tante a $o$tener i filari, che ui $i deb- bono porre $opra, di altezza di alquanti piedi, infino a tanto, che elsi faccino la pre$a. Et dipoi quando que$ti filari harãno fatto la pre$a, potrai tra$porre, que- $ti ordigni, o aiuti della armadura, in tutti gli altri filari, a fornire le parti di $o- 5 pra, fino a tanto che tu fini$ca l’opera del tutto. L’altre uolte, quelle a $pigoli, & $imilmente quelle a botte, è di necefsità, che $i tirino con qualche armadura, po$taui $otto; ma io uorrei che i primi filari, & le te$te de loro archi, $i pianta$sino $opra $aldi$sime $edie. Nè mi piacciono coloro, che innanzi tratto tirano in al to tutte le mura, la$ciando $olam\~ete murati, i peducci de capitelli, $opra de quali 10 dipoi a certo tempo gettino le uolte; opera che è ueramente debole, & che non dura. Perilche $e faranno a mio modo, getteranno que$te uolte in$ieme cõ i filari delle mura, alle quali le $i appoggiano ugualmente; accioche tallauoro cõ piu ferme legature che èpo$sibile, diuenti come tutto d’un pezzo. Ma i fian- chi rima$ti infra gliarchi delle uolte, & il diritto delle mura alle qualis appoggia 15 no, chiamati da muratorile Co$cie delle uolte, $i hãno a ri\~epiere non di terra, o di calcinacci uecchi, ma piu \’p$to di muraglia ord<007>naria, & $tabile, collegata pur di nouo, & da capo alle mura. Et mi piacciono coloro, che per non caricare le uolte, hanno me$$e nelle co$cie delle Volte, orcia fe$$e, & uolte $ozzopra, accio- che nõ tenghino le humiditati; $e alcuna ui $e ne aduna$$e; & di $opra ui hãno po 20 $ti pezzami di pietre non molto graui, ma $odi. Finalmente in ogni uolta, $ia ella come $i uoglia, noi andremo imitando la Natura, la quale allhora che la con giun$e l’o$$a all’o$$a, andò con nerui inte$$endo le carni; attrauer$andole <002> tutto cõ legature, introdotteui per la lunghezza, per la larghezza, <002> l’altezza, & circu- larmente. Io giudico che que$to arti$icio della Natura, $i debba da noi imi- 25 tar nel commettere delle pietre, per fare le uolte. Finite que$te co$e, ci re$ta il coprirle; co$a in tutta la Muraglia principali$sima, & non manco difficile, che nece$$aria; nel con$eguire della quale, & in darli perfettione, $i $ono piu & piu uolte affaticati tutti gli huomini; ponendoci ogni loro cura, & diligen- tia. Di que$te co$e douiamo noi trattare, ma prima mi piace di in$erirci quel- 30 lo che principalmente s’appartiene all’ opere in uolta. Imperoche nel fare del le uolte, ci $ono alcune differentie: Cõcio$ia che quelli archi, & quelle uolte, che hanno armadura $otto per tutto; è di nece$sità finirle pre$to, $enza intrala$cia- re mai il lauoro; ma quelle che $i fanno $enza che habbino armadura per tut- to, bi$ogna intrala$ciare il lauoro qua$i di $ilar, in filare, tanto che i filari già fat- 35 ti, faccino la pre$a; accioche le ultime parti $oprapo$te alle prime, che non han- no for$e fatta ben la pre$a, non rouina$$ero. Et oltra di que$to alle uolte arma- te per tutto, poi che elle $on $errate con iloro $erragli, giouerà $ub<007>to, per di- re co$i, allentarei puntelli, $opra iquali $i po$ano dette armadure. Etque$to, non $olamente accioche le pietre ad arco comme$$e fre$camente ne la ope- 40 ra, non nuotino neletti, che hanno $otto, & nello intri$o della calcina; ma ac- cioche calando ancora tutta la uolta; ella tutta $i $erri in$ieme contrape$ato il pe$o per tutto, & che ella $i ripo$i $opra giu$ta $ede. Altrimenti il lauoro me$- $o in$ieme, non $i $arebbe $tretto come ricerca tale opera; ma nel po$ar$i poi [096]DELLA ARCHITETTVRA La$cerebbe fe$$ure. Et però facci$i in que$to modo, non $i leuino uia a fatto le armadure, ma di dì in dì $i all entino a poco a poco; accioche nel leuarle inanzi t\~e po, non te ne riu$ci$$e l’opera cruda. Ma dopo alquanti giorni, $ecõdo la grã- dezza dell’opera; rallentala alquanto piu, & co$i ua $eguitando, $ino a tanto, che le pietre ad arco $i a$$ettino per la uolta infra di loro, & che l’opera faccia pre$a. 5 Il Modo dello allentarle è que$to, quando tu harai po$ta l’armadura $oprai ca- pitelli, o $opra quel che piu haràfatto per te; poni primieramente $otto le te$te dell’armadura, biette di legno auzzate a guifa di conio: quando poi tu uorrai al lentarla, caccierai con un martello fuori a poco a poco e$$e biette, $enza perico- lo, fin a quanto tu uorrai. Io finalmente delibero, che le armadure non $i deb 10 bino leuare uia afatto: $ino a pa$$ato l’i nuerno intero: & que$to sì per altri ri$pet ti, sì ancora, accioche per il dilauare delle pioggie, l’opera $neruata, & disfatta$i non rouini. Ancorche non $i puo fare maggiore utilità alle Volte, che dar lo- ro tanta acqua, che elle $e ne po$sino abbondantemente inzuppare, & che le non pati$chino mai di $ete; ma $ia di loro detto a ba$tanza.

15 Delle Corteccie de Tetti, della loro utilità, & delle $orti de Tegoli, & della forma loro, & di quel che $i faccino. Cap. X V.

IO torno al coprire de tetti. Certamente $e noi andremo bene con$ideran 20 do, e’ non è co$a alcuna in tutto uno edificio piu utile, che l’hauere un luo- go doue tu po$$a ri$uggire, a difenderti da rouenti Soli, & dalle Tempe$te, che ca$cano dal cielo. Et che que$to beneficio ti $ia eterno? non ne $ono cagio ni le mura, non lo $pazzo, non qual altra co$a di que$te tu ti uo glia; ma princi- palmente per quanto $i puo uedere, la $ola ultima $corza del Tetto; la qua- 25 le la indu$tria, & l’arte de gli huomini, fatto e$perienza d’ogni co$a, non ha per ancora $aputo trouare gagliarda, & ba$tante contro le ingiurie de tempi, $e- condo che la nece$sità della co$a ricerca. Nè io ho fede, che ella $i po$$a tro- uare co$i facilmente. Imperoche concio$ia che non $olamente le pioggie, ma i diacci, & le gran uampe, & i Venti piu d’ogni altra co$a mole$ti, non re$ti- 30 no mai di danneggiarle in ogni luogo; che co$a è quella, che po$$a piu hora- mai in luogo alcuno $opportare, i tanto continoui, o piu to$to crudeli inimi- ci? Di quì na$ce, che alcune coperture, $ubito $i infracidano; & alcune $i di$- fanno, altre aggrauano troppo le mura, altre $i fendono, e $i rompono; altre $i dilauano; di maniera che i metalli, per altro conto inuitti contro le ingiurie 35 delle tempe$te, non po$$ono in que$ti luoghi durare contro le tante $pe$$e of- fen$ioni. Ma gli huomini non $i faccendo beffe delle co$e, che e’ poteuano hauere abbondantemente, $econdo la Natura del luogo, prouiddero alla ne- ce$sità il piu che poterono; & di quì nacquero uarij modi d<007> coprire gli edifi- cij. Dice Vitruuio che que’ di Pirgo copriuano gli edificij con Canne; & 40 que’ di Mar$ilia con terra battuta, & rimenata con paglie. I Telofagi appre$$o de Garamanti (come dice Plinio) cuoprono le $uperficie de Tetti di cortec- cie. Grâdi$sima parte della Magna u$a a$sicelle. In Fiãdra, & nella Piccardia; $egano in a$$e la Pietra bianca, piu facilmente che il legno; laquale adoperano [097]LIBRO TERZO. in cambio d’embrici, I Genoue$i, & i To$cani adoperano nel coprire le ca$e, la$tre $piccate da $caglio$e Pietre. Altri hanno e$perimentati gli $malti, de quali parleremo dipoi. Fatta finalmente e$perientia d’ogni co$a, non troua- rono però mai gli ingegni, o l’indu$trie de gli huomini; co$a piu commoda, che gli Embrici di Terra cotta. Imperoche i lauori di $malti, per le brinate di- 5 uentano $cabre$i, $i fendono, & $i rouinano. Il piombo da gli ardori del Sole $i liquefa. Il Rame $e e’ $i pone gro$$o, co$ta a$$ai; $e egli è $ottile, è alterato da Venti, & dalla ruggine fatto $ottile, $i gua$ta. Dicono che un certo Grinia di Cipro, figliuolo d’un contadino fu il primo, che trouò il fare i Tegoli, iquali $ono di due $orti, l’uno è largo, & piano; largo un piede, & lungo tre quarti di 10 braccio con $ponde ritte di quà, & di là, $econdo la nona parte della $ua lar- ghezza, che $i chiama Embrice; L’altro è tondo, & $imile a gli $tinieri da arma- re le gambe, detto Tegolino, amenduoi piu larghi donde hanno a riceuere le acque, & piu $tretti, donde le hanno a uer$are. Ma gli Embrici piani, cioè le Gronde $ono piu commode, pur che le $i congiunghino l’una appo l’altra a $i- 15 lo, & con l’archipenzolo, che le non pendino da alcuno de lati, & che le non rimanghino in alcun luogo come catini, o in alcun’altro, come poggiuoli ri- leuati, accioche non ui $ia a trauer$o co$a alcuna, che impedi$ca l’acqua nel cor$o, & che non ui $ia intrala$ciata co$a alcuna non coperta. Se la $uper$icie del tetto $arà grandi$sima, ricerca Embrici maggiori, accioche e’ non traboc- 20 chino, non $endo $ufficienti a riceuere le gore delle pioggie. Io uorrei, accio che i furio$i Venti non portino uia i Tegoli, che e’ $i $erma$sino tutti con calci- na, & ma$simo ne gli edificij publici: Percioche nelli edificij priuati, ba$terà fermare contro la furia de Venti, leGronde; oltre a che $e e’ $i gua$ta$$ero, piu facilmente $i racconciano doue e’ fanno danno. Que$to per altro commo- 25 di$simamente $i farà in que$to modo: concio$ia che $e ne Tetti di legname in cambio di A$si, $i metteranno per la lunghezza de correnti pianelle di Terra cotta, con ge$$o, & $i di$tenderanno $opra le dette pianelle gli embrici, ferman doli con calcina; que$to lauoro $arà $icuri$simo contro a fuochi, & a bi$ogni de gli habitatori accommodati$simo; & $arà di minore $pe$a, $e in cambio di pia- 30 nelle, ui metterai canna greca, & la fermerai con calcina. Io non uorrei, che tu adopera$si gli embrici, & ma$simo quelli, che tu uuoi mettere a calcina nelli edificij publici, $e e’ non fu$$ero $tati prima duoi anni a $opportare i diacci, & i Soli: Percioche $e e’ ui $i porranno che e’ non $ieno $ufficienti, non $i leueranno di tale muraglia $enza $pe$a non piccola. Souuiemmi che io raccõti quel che 35 io ho letto in Diodoro I$torico de celebrati orti di Siria in palco, inuention nuo ua, & non di$utile. Percioche $opra le traui, ui po$ono canne impia$trate di Asfalto; & $opra ui me$$ono duoi $oli di mattoni cotti, l’un $opra l’altro, fermi con ge$$o; nel terzo luogo ui me$$ono Embrici di piombo, in modo fatti, & con giunti in$ieme, che a primi mattoni non poteua penetrare giamai humidità 40 alcuna.

[098]DELLA ARCHITETTVRA De pauimenti $econdo l’oppenione di Plinio, & di Vitruuio, & $econdo l’opere delli An- tichi; & quali$ieno i T empi buoni, per cominciare, & terminare le uarie $orti delle opere. Cap. XVI.

TRatteremo hora delli $malti, i quali $ono ancora della natura de tetti. Di 5 que$ti alcuni ne $ono allo $coperto; alcuni ne $ono di trauate; & alcuni no; amenduoi bi$ogna c’habbino un piano finito, tirato $econdo le $ue linee, $opra il quale $i ponghino. Quelle $uper$icie che $aranno allo $coperto, bi$o- gna che $i rileuino in modo, che almeno a ogni dieci piedi, habbino di pendio due dita; & onde l’acque po$sino $colando$i, raccor$i nelle Citerne, o nelle $o- 10 gne. A que$te fogne $e elle non $i potranno mandare, o in mare, o in fiumi, ca- ua loro pozzi in luoghi commodi, in$ino che tu truoui l’acqua uiua, & riempi intorno la fo$$a di ciottoli. Et $e finalmente nõ potrai fare que$to, dicono che $i faccino fo$$e capaci, & ui $i mettino carboni, dipoi $i ri\~epino di Sabbione, che $i $ucceranno, & inghiottiranno la $uperfluità dello humore. Vltimamente $e 15 il piano $arà fatto di materia ragunaticcia, $i mazzanghererà accurati$simam\~ete; & ui $i di$tenderanno $opra pezzuoli di $a$si, a$$odandoli con la Mazzeranga. Ma $e il piano harà $otto, la impalcatura allhora $i attrauer$i con un’altra impal- catura di A$le; & poi ui $i mettino i pezzuoli de $a$si alti un piede, & $i battino, & s’a$$odino con la mazzeranga. Et $ono alcuni che pen$ano che $otto i pezzuoli 20 de $a$si, $i debbino di$tendere gine$tre, & felci; accioche il legname non $i gua$ti tocco dalla calcina. Se i pezzuoli de $a$si $aranno nuoui, alle tre parti dia$ene una di calcina; $e $eranno uecchi, aggiunghi$i alle cinque parti, due; & co$i me$co lato $i faccia diuenire $errato, cõ batterlo eccellentem\~ete cõ ba$toni. Sopra que $ti s’aggiunga una poltiglia gro$$a $ei dita, di terra cotta trita, che alle tre $ue par- 25 ti, $ia me$colata una parte di calcina. Vltimamente ponghinui$i $opra, o am- mattonati in cerchio, o altri mattoni cotti, a $pinape$ce; o uero mezane a filo & $econdo il regolo. Sarà il lauoro piu $icuro, $e infra la materia battuta, & la poltiglia, $i congiugneranno in$ieme embrici, & regoli con calcina rimenata con oglio. Gli $malti, che non hanno a $tare allo $coperto, perche $on molto lo 30 dati $e $ono aridi, & $ecchi, Varrone comanda che $i faccino in que$to mo- do: Caui$i duoi piedi di Terreno, & mazzeranghi$i molto bene, & pongaui$i $opra, o un $uolo di $a$$olini, o di mattonami; la$cinui$i sfogatoi, onde l’humo- re po$$a di$tillar$i per i $uoi canali, mettinui$i $opra de Carboni, & $pianati, & pe$ti bene; pongaui$i $opra un $uolo gro$$o di mezo piede, qua$i come una 35 $tiacciata me$colata di $abbione, calcina, & cenere; Que$te co$e che in$ino a quì habbiamo dette, le habbiamo tolte da Plinio; Et principalmente da Vi- truuio. Racconteremo per l’aduenire quelle, che io con $omma cura, & dili- gentia ho raccolte circa gli $malti, da li edificij de li Antichi; da quali io con- fe$$o hauere imparate molto piu co$e, che da gli $crittori. Et comincierò da 40 la corteccia di $opra, la quale è molto difficile, a fare che ella non $i gua$ti, o non $i fenda: Percioche e$$endo ella pregna di humore, diuenta humida: Tocca poi dal Sole, & da Venti aduiene che ella in pelle in pelle $i ri$ecchi: perla qual co$a, come de l’altra creta molle ueggiamo, che aduiene, $i ri$tringe la $corza [099]LIBRO TERZO. di $opra, & apre fe$$ure, che nõ $i po$$ono rimediare; percioche quelle parti, che $aranno diuentate aride, non $i ri$tringhono in$ieme per arte alcuna, & le parti humide cedono facilmente, & uanno dietro a chi le tira. Io ueggo che gli An tichi po$ono le ultime corteccie, o di Terra cotta, o di pietra, & i Tegoli ueram\~e te, oue non $i uadia $u con i piedi, ho io ui$ti po$ti larghi per ogni uer$o tre quar 5 ti di braccio congiunti con calcina rimenata con olio. Et $i ueggono Matton- cini minuti, gro$si un dito, larghi duoi, & lunghi quattro; comme$si per il lato a $pinape$ce. Po$$on$i uedere in molti luoghi la$tricati di pietre, fatti di tauole di Marmo grandi$sime, & di $egate in piu minuti pezzi, & di quadretti. Ol- tra di que$to $i ueggono ammattonati, o $malti antichi, fatti d’una $ola materia, 10 cioè calcina, rena, & matton pe$to, me$colato per quanto io po$$o conietturare, per terzo. Io ho trouato che que$ti $malti, $ono piu fermi, & piu forti, $e ui $i aggiugne la quarta parte di Treuertino pe$to. Sono alcuni, che lodano gran- di$simamente per fare tal lauoro la poluere di Pozzuolo, che e’ chiamano Ra- pillo. Gli $malti, che di una $ola materia $ono compo$ti, bi$ogna e$perimen- 15 tarli con batterli $pe$si$simo; & che con il batterli $pe$$o e’ $i guadagnino l’un dì piu che l’altro, & lo e$$ere $errati, & la durezza loro, tal che $ieno qua$i piu duri, che la pietra. Et è chiaro, che $e tali $malti $i bagnano con lauatura di calcina, & con olio di lino; acqui$tano una durezza $imile al uetro, & che non è mai con $umata dalle tempe$te. La calcina rimenata con olio, dicono che ne gli am- 20 mattonati non riceue mai co$a alcuna nociua. Sotto lo ammattonato, o $mal- to io ueggo e$$erui po$ta materia di calcina, & di pezzuoli di mattoni minuti, & rotti; gro$$a due, ouero tre dita. Sotto que$ta, $i truoua qua$i come un ripieno, parte di pezzami di mattoni, parte di $caglie di pietra, come quelle, che gli $car- pellini leuano con le $ubbie; & la gro$$ezza di que$ta è qua$i di un piede. Al- 25 troue infra quella di $opra, e que$ta, trouo e$$erui di$te$i pezzami di mattoni cot ti; ultimamente nel piu ba$$o luogo, $i truouano $a$si non piu gro$si che un pu- gno. Veggon$ine $iumi Sa$si, che $i chiamano ma$chi, come $ono quelli, che $ono tondi, che tengono di $elice, & di Vetrina, che fubito fuori dell’acqua $i $ec cano, ma il matton cotto, & il Tu$o, & $imili ri$erbano l’humidità gran tempo. 30 Per laqual co$a $ono molti, che aftermano, che l’hnmidità, che e$ce della Terra; non penetrerà mai a le corteccie de lo ammattonato, che harà $otto un $uolo di tale Sa$$o. Habbiamo ui$to ancora, chi $opra piccoli Pila$tri di tre quarti adat- tati $opra il $uolo del Terreno, con ordine quadrato, ha u$ato di por tegoli di ter ra cotta, con iquali feciono l’ammattonato, o $malto, che noi habbiamo detto. 35 Ma que$ta $orte di $malto s’a$petta principalmente a Bagni, de quali diremo a luoghi loro. Godono gli ammattonati de la humidità, & de la aria humida, mentre che e’ $i fanno, & ne luoghi ombro$i, & humidi, $i mantengeno piu fermi, & piu interi; & a gli ammattonati nuocono principalmente la infermi- tà del Terreno, & una $ubita di$eccatione. Percioche $i come piouuto, & ri- 40 piouuto piu uolte, la terra a la Campagna $i ri$erra, co$i i pauimenti inhumiditi abbondantemente, diuentano di una $ola, & $alda durezza $imile al ferro. Do ue il pauimento habbia a riceuere l’acque che ca$cano da le grondaie de Tet- ti; bi$ogna farlo di pietre molto grandi, & molto $alde; accioche egli (per dir [100]DELLA ARCHITETTVRA co$i) per la malignità delle continoue gocciole, che da alto impetuo$amente ad do$$o gli ca$cano; non $ia forato, o gua$to. Oltra que$to, il pauimento, che $o- pra legname, o impalcature $i di$tende, bi$ogna hauer cura che le o$la, dalle qua li deue e$$er $o$tenuto, $ieno di forze gagliarde, & in$ra loro uguali. Ilche quã do co$i nõ fu$$e (come $e gli aueni$$e che alcun muro, o traue ui $u$$e po$ta $otto, 5 molto piu gagliarda che l’altra) Il pauimento in quel luogo $i gua$terebbe, & $i fenderebbe: Imperoche nõ ten\~edo il legname $empre il $ermo, ma mouendo$i $econdo la uarietà de tempi, che per li humidi ingro$$a, & per li alidori $i ri$ecca, & $i ri$trigne, non è marauiglia $e per que$ta cagione, lo ammattonato $i $ende, durando fatica, & cedendo al pe$o le parti piu deboli. Di que$ti $ia detto a ba 10 $tanza. Ma io nõ uorrei pretermettere quel che è molto a propo$ito; Impero- che altri tempi, altri annuali, & altra $tagione, & qualità d’aria, $i a$petta al cauare de fondamenti, altra a riempierli, altra ad alzare le mura, altra a $are le uolte, & altra al mettere delle corteccie. Imperoche i fondamenti $i cauano commo- di$simamente mentre che il Sole è in Leone, & in e$$o Autũno, e$$endo terreno 15 a$ciutto: Nè impedendo le troppe acque le $o$$e. Molto accomodatam\~ete an- cora $i riempiono certo nella primauera, & ma$simo doue e’ $ono molto pro- fondi: Percioche e’ $i $aranno a$$ai dife$i dalli ardori della $tate, mediante il ter- reno che ui era po$to attorno qua$i come per difen$ore; ma molto piu commo- dam\~ete $i riempierãno nel principio dell’Inuerno; pur che quella tale Regione, 02 non $ia $otto il Polo, o in $imili luoghi, talche in un $ubito egli habbino a diac- ciarui, piu pre$to che a fare la pre$a. Le Mura ancora hãno in odio i caldi ecce$ $iui, & i freddi crudeli, & i $ubiti diacci, & piu che altro, il Vento Aquilone. Le Volte in$ino a tanto c’habbino fatto la pre$a, de$iderano piu che altra muraglia $tagione uguali$sima, & temperati$sima. Le corteccie porremo noi a tempo 25 molto commodo, $e le porremo al na$cere delle $telle, chiamate Gallinelle; & in que’ giorni finalmente, che haranno $offiato a$$ai, & inhumidito i Venti Au- $trali. Percioche $e non $arà humido del tutto, ciò che $i harà a intonicare, o a imbiancare, non ui $i attaccherà co$a, che ui $i metta, ma fe$$e, & $piccate l’u- na dall’altra, cadranno, & faranno per la $cabro$ità loro, il lauoro men bello. 30 Ma delle corteccie, & delli Imbiancamenti, piu diffu$amente ne tratteremo a luogo loro. Hora hauendo finiti i Modi delle co$e, che $i doueuano dire, pa$- $iamo alla con$ideratione delle altre co$e, piu diftintamente. Et primieramen te, tratteremo di quante $orti, & uarietà $ieno gli edificij, & di quello, che a qual $i è l’uno $i a$petti, Dipoi de gli ornamenti de gli edificij. Vltimamente 35 di$correremo come $i po$sino rimediare @ loro difetti, che auuenuti li $ono, per colpa del Mae$tro, o per ingiuria de Tempi.

40 [101] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI. 5 _LIBRO QV ARTO,_ DELLE OPERE VNIVERSALI. Che ne gli edific{ij}, o $ieno $tati fatti per la nece$sit à della Vita, o per l’opportunit à de bi$o- 10 gni, o per dilettatione de Tempi; Furono nondimeno ordinatiper cagione de gli huomi ni. Della uaria diui$ione delle Republiche appre$$o diuer$e nationi, che l’huomo per la ragione, & per la cognitione c’ha delle Arti, è differente dalle bestie, perilche $i di$cer- ne differentia, et diuer$ità, infra gli huomini, & parimente infra gli Edific{ij}. Cap. I. 15

EGLI è co$a manife$ta, che gli Edificij $ono $tati fatti per cagione de gli huomini: Percioche $e noi andremo ben con$iderãdo, gli huomini incominciarono a fare un’opera, mediante laquale di- fende$sino loro $te$si, & le co$e loro da tutte le male qualità de t\~epi. Ate$ero dipoi ancora, che nõ $olamente quelle co$e, che 20 fu$$ero nece$$arie a la $alute loro: Ma che tutte quelle ancora, che gioua$$ero a qual $i uoglino e$pedite cõmoditati, non $i la$cia$$ero in maniera al cuna in dietro. Oltra que$to auertiti, & allettati in modo da la opportunità de le co$e, uennero a quello, che eglieno andarono e$aminando, di fare gli edificij di maniera, che cõ e$si pote$sino ad\~epier i loro diletti & i loro piaceri. Et \~q$to 25 co$tumarono l’un dì piu che l’altro; in modo che $e alcuno dice$$e co$i, cioè che gli Edifficij fu$$ero $tati fatti, alcuni per la nece$sità de la Vita, alcuni p la oppor- tunità de bi$ogni, & alcuni per i diletti de gli huomini, $econdo i tempi; for$e di- rebbe il uero, & bene. Ma quando noi andiamo guardãdo per tutto, la grãde abbondanza, & uarietà delli edificij, facilm\~ete cogno$ciamo, che tutti gli edificij 30 nõ $olamente $ono $tati fatti per que$ti bi$ogni; o preparati piu per que$ta cagio ne, che per que$ta altra; ma ci aueggiamo, che le uarietà, & le tante $orti loro, $o- no principalmente nate da la uarietà, de gli huomini. Di modo che $e noi uor remo diligentemente e$aminare; $i come ordinammo le $orti loro, & le parti di e$si; douiamo farci, & incominciare ogni no$tra inue$tigatione da que$to; 35 cioè che noi douiamo primieramente con$iderare molto accuratamente. Le Nature de gli huomini; & in quello che $ieno differenti infra $oro; per ca- gione de quali $i fanno gli edificij, & per l’u$o de quali, $i uariano; accioche quindi ricono$ciute tutte le co$e, $i tratti di loro piu di$tintamente. Raccon- tiamo adunque per que$ta cagione, quel che dello $compartire la multitudi- 40 ne delli huomini intende$$ero i dotti$simi antichi Fondatori de le Repub. & delle leggi. I quali con $tudio, cura, & diligentia, nel rie$aminare, & di$correre $imili co$e, $i affaticarono acqui$tando grandi$sima lode delle co$e da loro tro- uate. Dice Plutarco che Te$eo diui$e la Republica in huomini che crea$$e- ro, & e$pone$$ero le leggi humane, & diuine, & in altri che attende$$ero ad e$er- [102]DELLA ARCHITETTVRA citij manuali. Solone di$tiribuì i $uoi Cittadini, $econdo il modo, & la quanti tà de l’E$timo, & dele ricchezze loro; in modo che chi non ricoglieua dale $ue po$$e$ioni trecento Staia, non era qua$i da lui annouerato infra, i $uoi Cit- tadini. Gli Atenie$i tenneronel primo luogo, quegli huomini; che erano or- nati, & pieni di dottrina, & de lo u$o de leco$e; & nel $econdo luogo, gli ora- 5 tori, & ne l’ultimo gli Artigiani. Romulo $eparò da la Plebe, i caualieri, & i Patritij. Ma il Re Numma diui$e la Plebe $econdo Je Arti. In Francia era la Plebe qua$i come $tiaua, gli altri dice Ce$are, che erano, o Soldati, o dediti a la Religione, o a gli $tudij di $apienza, iquali $i chiamauano Druidi. Appre$- $o a Pantei, i primi erano i Saccrdoti, i $econdi gli Agricultori, & i Terzi erano 10 i Soldati, coniquali erano i Pa$tori, & i guardiani de be$tiami. Gli Inghile$i $i diuideuano in quattro ordini, i primi erano quelli, de quali $i faceuano i Re, gli altri i Sacerdoti; nel Terzo luogo i Soldati, & ne l’ultimo la Plebe. Gli Egittij diedero il primo grado a Sacerdoti; il $econdo a Re, & a Prefetti; nel Terzo luogo po$ero i Soldati, & la moltitudine altre$i diui$ono diuer$amen- 15 te infra Agricultori, & Pa$tori, & Artefici; & come dice ancora Erodoto in- fra Mercennarij, & Barcaruoli. Raccontano, che Ippodamo diui$e ancora egli la $ua Republica in tre parti, Arte$ici, Agricultori, & Soldati. E’ pare che Ari$totile non bia$ima$$e coloro che $epararono da la moltitudine alcuni huo- mini piu degni, che con il con$iglio, con i Magi$trati, & con i giudicij, haue$- 20 $ino ad e$$er $opra de gli altri, & che diui$ero il re$tante dela Plebe, infra Agri- cultori, Artigiani, Mercatanti, Mercennari, Caualieri, Pedoni, & Turba Na- uale. Non troppo qua$i di$simile a que$ta, $econdo che di Diodoro h<007>$to- rico $i caua, fu la Republica de gli Indiani; percioche egli hebbono i Sacer- doti, gli Agricultori, i Pa$tori, gli Arte$ici, i Soldati, i Pre$identi, & quelli che 25 erano $oprai Con$igli publici. Platone di$$e, che una Republica era hor pacifi- ca, & de$idero$a de la quiete, & del ripo$o; & hora armigera, & uolontero- $a, $econdo che erano gli animi di chi la gouernaua. Et diui$e tutta la molti- tudine de Cittadini, da le parti de lo animo; una parte $ece di coloro, che con ragione, & con$iglio moderauano il tutto; & l’altra di coloro, che con le armi 30 rimoueuano le ingiurie. Et la Terza di coloro, che ne porgeuano; & mini$tra- uano, i nutrimenti; con i quali i Padri, & i Soldati $i $o$tentauano. Que$te co- $e ho io breui$simamente raccolte, cauate da molti $critti de gli Antichi; le quali mi pare che mi auuerti$chino, talmente, che io habbia a conofcere che leco$e, che io ho raccolte, $on tutte parti di Republiche; & che io debba an- 35 co giudícare che cia$cuna di loro, debba hauere il $uo particolare modo del- li Edi$icij. Ma accioche $econdo il co$tume no$tro, noi trattiamo di ciò piu di$tintamente; haremo piacere di di$correre in que$ta maniera. Se alcuno haue$$e a $eparare in alcune parti; il numero de Mortali; la prima co$a, che ca- drebbe in la mente di co$tui, $arebbe que$ta. Principalmente e’ cono$cereb- 40 be che e’non è il mede$imo, con$iderare gli habitatori di alcuna prouincia co- me tutti in$ieme; & il con$iderargli come $eparati, & di$tinti in parti; Secon- dariamente, contemplando egli la Natura loro, non $i auedrà egli in qual co- $a, e’ $aranno piu che in altra differenti; onde quindi po$$a pigliare le occa$io- ni del $epararli in parti? Ma e’ non è co$a alcuna, per la quale l’huomo $ia piu [103]LIBRO QVARTO. differente da l'huomo, che quella $ola, mediante la quale egli è molto lontano dal genere de le be$tie; cioè la ragione, & la cognitione de le buonearti; & aggiu gnici $etu uuoi, la pro$perità de la fortuna. De le quali tutte Doti, pochi $ono infra mortali, che ne $ieno interamente dotati, & in e$$e eccellenti. Apriracci$i di quì adunque la no$tra prima diui$ione, cioè che noi ne $cegliamo di tutta la 5 moltitudine alquanti, alcuni de quali $ieno Illu$tri, mediante la loro $api\~eza, cõ- $iglio, & ingegno. Alcuni altri approuati mediante l'u$o, & la notitia de le co$e, & altri $ieno celebrati perla copia de le ricchezze, & per la abbondanza de beni di fortuna. Et chi negherà, che à co$toro non $i debbino dare à cura le princi- pali parti de la Repub. A gli huomini egregij adunque che $arãno di gran cõ- 10 $iglio, $i debbe dare la principal cura, & pote$tà dimoderarele co$e. Co$toro cõ Religione $tatuiranno le co$e$acre: Et giu$ti, & ragioneuoli, con$tituiranno con le leggi gli ordini, & mo$treranno la uia di bene, & felicemente uiuere. Ve- glieranno per difendere, & accre$cer, l'un dì piu che l'altro, l'autorità, & la digni tà deloro Cittadini. Et doue per auentura eglino harãno proueduto co$a, che 15 $ia per e$$ere commoda, utile, o nece$$aria, e$$endo e$si for$e $tracchi da gli anni, talmente che piu pre$to uoglino e$$ere occupati nel cõtemplare delle co$e, che in metterle ad e$$ecutione le cõmetteranno a quelli che in e$$e $ono pratichi <002> lungo u$o, & e$pediti, & atti a metterle ad effetto; accioche e' uadino cõtinouan- do con i portamenti loro, di ben meritare della Patria. Et que$ti altri, pre$o il 20 negotio $opra di loro, & in ca$a con grandi$simo ingegno, & $ollecitudine; & fuo ra con la fatica, & con i di$agi, procureranno il fatto diligentemente, daranno $ententie, guideranno e$$erciti, e$erciteranno $e $te$si, & la multitudine, & la in- du$tria de loro. Cono$cendo$i finalmente, che $i affaticheriano indarno, a uo- ler dare perfettione a le co$e, $enza le facultadi; quelli, che $eguono doppo co$to 25 ro, bi$ogna che $opperi$chino con le ricchezze loro, o da la agricultura, o merca tura che $ele habbino. Tutta l'altra multitudine de gli huomini, debbe $econ- do che ricercherà il bi$ogno, ubbidire, & porgere aiuto a que$ti principali. Se que$te co$e fanno a$$ai a propo$ito, noi certo ueggiamo chele qualità de gli edi- ficij, altre $i a$pettano al Publico, altre a Cittadini principali, & altre a la Plebe. 30 Et a principali, ancora, altre $i a$pettano a quelli che hanno il pondo di pen$ar a la Città, & a Con$igli; altre a quelli, che $i e$ercitano in le faccende, & altre a quel li, che attendono a ragunar le ricchezze. Di tutte lequali co$e certamente, re- ferendo$ene, come habbiamo detto, una certa parte a la nece$sità, & un' altra parte a la commodità; $iane lecito a noi, che trattiamo de gli edificij, l'hauerne 35 conce$si alcuni per diletto delo animo mentre che in cambio di premio, noi $tatuiremo che i principij di $imili diui$sioni, $i debbino ricercare da primi do- cumenti de Filo$ofi. Di que$ti adunque douiamo noi trattare quel che ad uno edificio publico $i a$petti quel che a gli edificij de Cittadini principali, & quel che a gli edificij de la Plebe $i cõuenga. Ma donde comincieremo noi a dare 40 principio a $i gran co$e? Comincieremo noi $i come interuenne a gli huomi- ni, nel procacciar$i di giorno in giorno $imili co$e, da le picciole ca$uccie de poueri priuati? & dipoi pa$$eremo $i come noi ueggiamo, a que$ti grandi$si- mi edificij de Teatri, de le Terme, & de Tempi? Egli è certo co$a manife$ta, [104]DELLA ARCHITETTVRA che legenti del Mondo $tettero grandi$simo tempo $enza cinger mai le Città di mura. Gli Hi$torici $criuono, che andando Dioni$io per la India, non trouò appre$$o d<007> quelle genti alcuna città cerchiata di Mura. Et Tucidide $criue, che già la Grecia, non era cinta di alcuna muraglia. Et per la Francia $ino à tempi di Ce$are, non era popolo alcuno in la Borgogna, che $te$$e ne le Cittadi; ma $ta- 5 uano $par$i in Borghi. Che piu? Io truouo che la prima Città fu Biblo; occu- pata da Fenici, la quale Saturno haueua accerchiata di Mura intorno alle $ue ca- $e. Ancor che Põponio dica di Ioppe edificata inanzi al Diluuio. Dice Ero- doto che occupando gli Etiopi lo Egitto, non puniuano alcuno, che erra$$e, di pena capitale; ma li faceuano alzare la Terra intorno à Borghi, ch'eglino habita- 10 uano. Etdi quìdicono $i cominciarono a fare le Città in Egitto. Ma parle- remo di loro altra uolta. Perche hora $e bene io ueggo che tutte le co$e che naturalmente $i fanno; na$cono da principij deboli, mi piace nõdimeno comin- ciar dalle co$e piu degne.

Della Regione, del luogo, & del Sito commodo, & $commodo, per le Città, $econdo il parer 15 delli Antichi, & $econao il parer dello Autore. Cap. II.

ATutti i Cittadini $i appartengono tutte le co$e Publiche, le quali $ono par ti della Città. Se noi terremo per co$a certa, che la importanza, & la ca gione di fare una Città, debba $ecõdo il parere de Filo$ofi e$lere que$ta; 20 cioè che gli habitatori ui u<007>uino in pace, & quanto piu $i può $enza incommodi, & liberi da ogni mole$tia; E' bi$ognerà certamente con$iderare, & d<007> nuouo, & da capo rie$aminare, in che luogo, in che $ito, & con qual circuito di linee, ella $i debba porre. Di que$te co$e ci $ono $tati uarij, & diuer$i pareri. Ce$are $cri ue che i Tede$chi $i arrecauano à grandi$sima lode, l'hauere intorno à loro 25 confini, di$erti, & $olitudini grandi$sime: Et que$to interueniua, perche e' $i pen- $auano, mediante e$si di$erti, e$$er $icuri dalle $ubite $correrie de Nimici. Gli Hi$tor<007>ci non pen$ano che Se$o$tri Re delli Eg<007>ttij, re$ta$$e per altra cagione di condurre lo E$$ercito in Etiopia, che per e$$er$i sbigottito da la Care$tia de le Vettouaglie, & da la difficultà de luoghi. Gli A$sirij dife$i da di$erti, & da 30 luoghi padulo$i, non $opportarono mai alcun Re foreftiro. Dicono che gli Arabi mede$imamente per non hauer nè acqua, nè frutti, non hanno mai pro- uato nè l'impeto nè la ingiuria de Nimici. Plinio $criue che la Italia, non è $ta- ta mole$tata per alcuna altra cagione da le Armi Barbare, piu che per il dilet- to del Vino, & de fichi. Aggiugni che la grande abbondanza di cote$te co$e, 35 che $olamente a$pettano al diletto, nuocono come diceua Crate, & a giouani, & a Vecchi; percioche que$ti ne diuentano crudeli, & quelli effeminati. Ap- pre$$o li Americi, dice Tito Liuio, è una Regione fertili$sima; la quale $i come il piu de le uolte $uole interuenire a pae$i gra$si, genera huomini non gagliar- di, & effeminati. Per l'oppo$ito ne Lignij per habitare in luoghi $a$$o$i, e$$en- 40 do forzati continouamente ad e$ercitar$i, & a uiuere con e$trema ma$$eritia; ui $ono gli huomini indu$trio$i$simi, & robu$ti$simi. Il che $tando in que$ta maniera, auuerrà for$e che alcuni non bia$imeranno i luoghi co$i a$pri, & co- $i difficili per farui le Cittadi; & alcuni forfe per il contrario. Percioche e' [105]LIBRO QVARTO. de$idereranno certamente godere di tutti i beni, & di tutti i doni de la Natura; talmente che non ui $i po$$a arrogere piu co$a alcuna: & quanto a la nece$sità, & quanto a piaceri, & che i beni $i u$ino rettamente, $i puo ordinare per leggi, & per $tatuti de Padri. Ma di quelle co$e, che giouano a la Vita, certo che $ono 5 molto piu gioconde quelle che $ono in ca$a, che quelle che $i hanno a procaccia re di fuori. Et de$idereranno certamente un terreno, quale è appre$$o di M\~e- fi, come $criue Varrone, che gode di Cielo tanto benigno, che non pure tutti gli Alberi, ma le uiti ancora, non ui perdono le $oglie in tutto l'anno, o quale $otto il Monte Tauro, in que' luoghi che guardano uer$o A quilone. Doue Strabo- 10 ne dice, che i Grappoli dele Vue ui $ono di un braccio, & mezo, & che di cia$cu na Vite $i ricoglie mezo barile di Vino, & di un fico $olo, libre cento quaranta di fichi. Oquale è quello, che habita l'India, ol'I$ola Hiperborea nel mare Oceano, delquale terreno $criue Herodoto, che e' ricolgono il frutto due uol- te l'anno. O quale è quello di Portogallo, che dai $emi che ca$cano fanno piu 15 & piu ricolte. Opiu pre$to quale è il Talge, nel monte Ca$pio, ilquale campo ancorche non lauorato, genera da $ele biade. Sono que$te co$e rare, & piu to $to da e$$er bramate, che trouate. Et però quelli eccellenti$simi Antichi, che $cri$lono di $imili co$e, o pre$e da altri, o pure da loro trouate, Dicono che la Città $i debbe talmente collocare, che ba$tandole quello, che ella ricoglie nel 20 $uo (per quanto $opporta la ragione, & la conditione de le co$e humane) el- la non habbia bi$ogno di andare fuori per alcuna co$a nece$$aria: & $ia af- forzificato in tal modo il circuito de $uoi confini, che dal nimico non ui $i po$$a entrare co$i facilmente, & che ella po$$a a $ua po$ta mettere fuora e$erciti, ne le prouincie d'altri, & contro a la uoglia del nimico. Imperoche egli affermano 25 che una Città co$i collocata, puo difender $e, & la libertà $ua, & allargar$i molto d'Imperio. Ma che dirò io quì? Que$ta lode principalmente è attribuita a lo Egitto, cioè che egli $ia da ogni banda, oltre a modo affortificato, & qua$i del tutto inacce$sibile; concio$ia che da un lato habbia oppo$ta la marina, & da l'al- tro un di$erto grandi$simo, da la de$tra ripidi$simi Monti, & da la $ini$tra Paludi 30 larghi$sime. Oltre a che la fertilità del terreno ui è tanta, che gli antichi di$$o- no, che lo Egitto era un publico granaio del mondo. Et che gli Dij erano $o- liti rifuggire in quel luogo, per recreatione, & $alute de glianimi loro. Non a- uenne niente dimeno, $econdo che $criue Gio$efo (benche que$ta regione fu$- $e tanto forte, & tanto abbondante, che ella $i gloria$$e di potere dare da man- 35 giare a tutto il Mondo, & riceuere, & albergare, & $aluare e$si Dij) che ella fu$$e però in ogni età libera. Ben dicono adunque coloro il uero, che fauoleggiando dicono che le co$e de Mortali non $ono $icure, $e bene in grembo a e$$o Gioue. Et però ci parerà immitare quella ri$po$ta di Platone, ilquale e$$endo dimãdato in qual luogo $i potria trouare quella preclara Città, che egli s'era immaginata; 40 Noi ri$po$e, non $iamo iti dietro a que$to, ma $iamo iti inue$tigãdo, in qual mo- do $e ne pote$$e fare una migliore di tutte l'altre. Tu anteporrai quella a tutte l'altre, che manco $i di$co$terà da la $imilitudine di que$ta. Co$i ancor noi, qua$i che adducendo e$empi, de$criuiamo quella città, laquale da gli huomini dotti$si mi $ia <002> e$$er g<007>udicata per ogni conto, da douere e$$ere cõmodi$sima: accõmo- [106]DELLA ARCHITETTVRA dandoci nele altre co$e al tempo, & a le nece$sità de le co$e, Terremo quella op- penione di Socrate, di giudicare che quella co$a, che da per $e $tia di maniera, che ella non $i po$$a mutare, $e non in peggio, $ia uerameute la migliore. Et per tanto, noi deliberiamo, che la Città debba e$$ere talmente fatta, che e' non ui $ia incommodità alcuna, di quelle che noi raccontammo nel primo libro, & 5 che non ui manchi co$a alcuna, che a la nece$sità de la Vita $i de$ideri. Habbia la campagna $ani$sima, larghi$sima, uaria, amena, fertile, forte, ripiena, & ornata d'ogni abbondantia di frutti, & abbõdanti$sima d'acque. Sianoui Fiumare, la ghi, aperta la uia di Mare, donde commodi$simamente $i po$sino condur den- tro le co$e, che mancano, & mandar fuori quelle che auanzano. Tutte le co$e 10 finalmente porgeranno aiuto a lo $tabilire, & a lo accre$cere eccellentemente, & le co$e Ciuili, & le Armi, con lequali e$$a Città pofla porgere aiuto a $uoi, or- namenti a $e $te$$a, diletto a gli Amici, & a Nimici $pauento. Et crederò che quella Città la faccia bene, che a di$petto del nimico po$$a coltiuare una gran parte del $uo Terreno. Bi$ogna finalmente che la tua Città $ia collocata nel 15 mezo de la Campagna in luogo che la po$la $guardare a lo intorno il $uo pae$e per tutto, & di$cernere le co$e opportune, & e$$ere pre$ta doue la nece$sità lo ri cerchi; Donde il Contadino, & lo Aratore po$$a continouamente u$cire a la- uorare, & tornare ancora in uno in$tante dal Campo, carico di frutti, & di ricol te. Ma importa gran d<007>$simamente porla, o ne la Pianura $pazzata, o $opra il li 20 to, one Monti; Concio$ia che in qual s'èl'uno di que$ti luoghi, ui $ono alcune co $e che ti an drebbono a l'animo, & alcune ancora, che non ti piacerebbono. Nel condurre Dioni$io lo e$$ercito per la India, $e gli ammalò per il caldo; on- delo ridu$$e a Monti; perilche, pre$a in uno in$tante di quella Aria $ani$sima, ri tornò $ubito $ano. Quegli che primi collocarono le Città $u per i Monti, pa- 25 re che lo face$sino, perche e' cono$ce$sino di douere $tare in $imil luoghi, mol- to piu che altroue $icuri; ma egli ui hanno care$tia de le acque: La Pianura ti pre $terà commodità grandi$sima d'acque, & di Fiumare; ma ella è coperta d'Aria piu gro$$a, onde la State ui $aranno caldi $temperati, & lo Inuerno freddi gran di$simi: Et è contro a gli impeti manco gagliarda. I liti per condurre Mercan 30 tie $ono molto opportuni, ma come $i dice, ogni Città di Mare è troppo uaga, & troppo $i diletta d<007> co$e nuoue, & ecc<007>tata, & ue$$ata troppo cõtinouamente dal la forza, & dal maneggio de faccendieri, uà del continouo fluttuando, & è e$po$ta a molti pericolofi ca$i, & accidenti di Armate fore$tiere. La onde io delibero in que$to modo, che ponendo tu in qual $i uoglia di que$ti luoghi, 35 una Città, Ti douerrai ingegnare, che ella partecipi di tutte quelle commo- ditati, & che ella uon habbia $commodità ne$$una: Et uorrei ne monti fare le $pianate, & ne piani rileuarmi da Terra, in quel luogo, doue io uole$$e por- re la mia Città. Et $e ciò non potremo co$i con$eguire a punto a uoglia no- $tra, per la uarietà de luoghi, Argomenteremo per hauere le co$e nece$$arie 40 in que$ta maniera. Non $i la$ci ne le Regioni Marittime, $e elle $aranno pia- nure, la Città, troppo uicina al Mare, & $e $aranno monti, non $i ponga trop- po d<007>$co$to. Dicono che i liti $i mutano, & che in certi luoghi, alcune Città, & nela Iralia ancora, la Città di Baia è $ommer$a nel Mare. Il Faro in Egitto, [107]LIBRO QVARTO. che già era attorniato dal Mare, $i truoua al pre$ente nõ altrimenti che il Cher $one$$o in Terra ferma. Il mede$imo ancora $criue Strabone di Tiro, & di Clazzomene: Oltra di que$to dicono che già il T\~epio di Annone, era $u la Ma- rina, & che per e$$er$i di$co$tato il Mare, $i ritruoua al pre$ente molto infra ter- 5 ra. Et ne auerti$cono pure, che le Città $i ponghino, o $opra e$$o lito, o lonta- ne a$$ai dal Mare. Percioche e' $i uede che i fiati Marini, $ono per la $al$edi- ne loro graui, & a$pri. Et però quando e' giugneranno ne luoghi non molto lontani dal Mare, & ma$simo ne le pianure, tu ri$contrerai quiui l'aria humidic- cia, liquefacendoui$i la humidità che ella ha pre$a del mare; neè marauiglia che 10 l'aria ui diuenti gro$$a, & qua$i mucida; di maniera che in alcuni luoghi sì fatti, G ueggino alcuna uolta raggirarui$i per l'aria alcune ragne, con<007>e quelle de ra- gnateli; & dicono che il $imile interuiene a le arie, che a le Acque, cioè che me- $colate con l'acque $alate $i gua$tano talmente, che con il loro puzzo ti nuoco- no. Gli Antichi, & ma$simo Platone, lodano quella Città che $ono po$te die- 15 ci miglia di$co$to dal Mare. Ma$e tu non potrai porla tanto lontana, Ponga$i in quel $ito, nelquale i detti fiati non po$sino arriuare, $e non rotti, $tracchi, & pu rificati, collocandola di maniera, che infra e$$a, & la Marina, $ieno interpo$ti Monti, che interrompino ogni nociuo influ$$o, che ueni$$e dal mare. La ue- duta de la Marina di $u Lito è molto diletteuole, & è cerchiata ancora d'Aria $a- 20 ni$sima. Ari$totile crede che quelle Regioni $ieno $ani$sime, doue ri$pirano $empre agitandoui$i continoui Venti: Ma è da guardar$i, che in $imil luogo non $ia il Mare erbo$o, con lito ba$$o, & ricoperto appena da l'acque; ma $ia profon- do, con ripe $co$ce$e, di Pietre uiue, ripide, & a$pre. Lo hauere collocato anco ra e$$a Città (come $i dice) $upra le $uperbe $palle del Monte, conferi$ce grandi$- $imamente, sì alla dignità, & alla amenità: sì ancora principalmente a la $anità, 25 & a la $alute dell' Aria. Ne luoghi, doue i Monti $opra$tanno a la Marina, ui è $em pre il Mare profondo; Oltre a che $e e' ui $i leua alcuna gro$$ezza di uapori, dal Mare, nel $alire a l'alto $i con$uma; & $e da alcuna moltitudine di tuoi inimici, ti fu$$e in un $ubito fatto alcun danno, $i preuede piu pre$to, & $i ributtano con piu $alute tua. Gli Antichi lodano quella Città $ituata ne le Colline, che $guar 30 di a Leuante; lodano ancora ne Pae$i caldi, quella che è battuta da Venti Gre- chi. Altri $or$e loderanno quella, che penda uer$o Occidente, indotti da que$to, che gli haranno inte$o, che i Terreni coltiuati $otto quella faccia di Cie lo, $ono piu fertili. Et certamente $otto il Monte Tauro, quelle parti, che guar dano uer$o Greco, dicono che $ono molto piu $alutifere, che l'altre; $olamente 35 per que$to, che elle $ono piu fertili, come dicono gli Hiftorici. Vltimamen- te $e $i harà a collocare in alcun luogo $oprai Monti alcuna Città, $i debbe principalmente auuertire, che e' non ui interuenga quel che il piu de le uol- te $uole interuenire in fimili luoghi, & ma$simo hauendo a lo intorno Colline piu alte di $e, cioè che una graue, & continoua ma$$a di Nebbie, non ne fac- 40 cia continouamente il giorno o$curo, & fo$co, & incrudeli$ca l'aria. Deb- be$i auertire oltra di que$to, che il furiare, & la $mi$urata mole$tia de Venti, non faccia troppo crudelmente danno a quel Sito, & ma$simo de Vent<007> Gre- ci. Concio$ia che il Greco, come dice E$iodo, ratrappa, & $torce ognuno, [108]DELLA ARCHITETTVRA & ma$simo i Vecchi. Sarà quel $ito $commodo, doue la Città harà $opra a ri- do$$o alcuna ripa, che rimãderà a lo ingiu$o, i $olleuatiui uapori dal Sole, o quel- lo, nelquale alcune profondi$sime Valli, $uaporeranno a l'intorno aria crudeli$- $ima. Altri ne auerti$cono, che i fianchi de le città $i debbino terminare con luoghi precipito$i. Ma che i precipitij qua$i tutti non $ieno di lor natura ba- 5 $tanti a durare contro a i motiui, & a gl<007> accidenti de Tempi, lo dimo$trano in a$ $ai luoghi molte Ca$tella, & in To$cana Volterra. Rouinano certo iluoghi co$i fatti in proce$$o di Tempo, & $i tirano dietro, ciò che tu ui pon $opra. Bi$ogna grandemente ancora auertire, che tal Sito non habbia attaccato alcun monte a rido$$o, che preoccupato da gli Inimici, ti habbia a e$$ere di cõtinoua mole$tia, 10 che $otto la Città non ui $ia tanto di pianura $icura, che il nimico ui $i po$$a na- $condere, pigliandoui con l'e$ercito Alioggiamenti, & farui dipoi Tr<007>ncee, o or dinare gli $quadroni per uenirti ad affrontare. Noi habbiamo letto, che Deda lo po$e la Città d' Agrigenta, hoggi Gergento, $opra una difficili$sima pietra, cõ una entrata $tretti$sima; di maniera che ella era guardata da tre huomini $oli; 15 $ortezza certo commodi$sima, pur che e' non t<007> po$$a e$$er ri$errata l'u$cita a le armi, con altante per$one, con quante $i difende la entrata. I pratichinele co $e da guerra, Lodano grandemente Cingoli, fatto da Labieno ne la Marca, sì per molte altre co$e, sì ancora, <002>che quiui non interuiene quello, che'l piu de le uol te $u ole interuenire alle Terre di Montagna, che poi che tu ui $ia $alito, ui $ia il 20 combattere pareggiato: Concio$ia che i nimici ui $ono ributtati da una alti$si- ma, & precipito$a ripa; Nè ui puolo Inim<007>co con una $ola $correria dare a $uo piacimento il gua$to al pae$e, & predarlo, nè riturare tutte le uie infieme ad un tempo, nè ritrar$i $icuro a gli alloggiamenti, nè mandare mai a fare cornaggio, o <002> legne, o per acque $enza pericolo. Il contrario interuiene a que' di dentro; 25 <002>cioche mediante i Monti che egli hanno $otto, collegati in$ieme da piu bãde, & mediante le interpo$teui Valli, hanno da poter u$c<007>re in uno $ubito a mole- $tare gli Inimici, da poterli a l'improui$o affrontare, & dar loro la carica, $econ- do che $e gli porge qual $i uoglia pre$ta occa$ione, & $peranza. Nè danno mi- nor lode a Bi$$eio Ca$tello de Marsij forti$simo, mediante le tre fiumare, che 30 quiui da diuer$e bande concorrono; & difficili$simo ad andarui, mediante gli $tretti$simi pa$si de le Valli, alzandoui$i all'intorno a$pri$simi, & inace$sibi- li Monti: Di maniera che gli inimici, non hanno luogo doue porui$i ad a$$e- dio; nè po$$ono guardare tutte le sboccature de le Valli, commodi$sime cer- tamente a que' del Ca$tello, da poterui metter dentro $occor$i, & uettouaglie, 35 & da nuocere a nimici; Ma $ia de Monti detto a ba$tanza. Hora $e tu collo- cherai una Terra ne la Pianura, & come il piu de le uolte $i $uol fare in $u la fiu- niara, talmente che ella for$e pa$si per il mezo de la Terra, auuerti$ci che det- ta fiumara non uenga da Au$tro, o corra uer$o Au$tro: Percioche quindi la humidità, & quinci la frigidità, multiplicate per i uapori de la fiumara, arri- 40 ueranno piu mole$te, & piu nociue. Ma $e la fiumara pa$$erà fuori del cir- cuito de le Mura, bi$ognerà con$iderare la Regione a l'intorno; & donde i Venti haranno cãpo piu aperto, alzare da quella banda le mura, dietro a lequa- li habbia a pa$$are detta fiumara. Ne l'altre co$e farà a propo$ito quel che ten- [109]LIBRO QVARTO. gonoi Nauiganti, cioè chei V\~eti per lor natura $ogliono $eguitare molto il Sole; & le breze Orientali:Eti Medici dicono, che quelle de la Mattina $ono piu pure & quelle de la Sera piu humide. Et per l'oppo$ito, le breze Occidentali al le- uar del Sole $ono piu $pe$$e, & al tramontare di e$$o piu leggieri. La qual co$a $e co$i è, non $aranno mai bia$imate quelle Cirtà, ne le quali la fiumara entrerà 5 di uer$o Leuante, & u$cirà in uer$o Pon\~ete:Percioche quella breza, o Venticello che $i lieua col Sole, o ueramente manderà uia i Vapori fuori de la Città, $e alcu- ni ue ne $aranno cattiui, o ella nel $uo arriuare, non gli accre$cerà punto. Final- m\~ete io uorrei piu to$to che i Fiumi, i Laghi, & $imili, $i $tende$sino uer$o Borea, che uer$o Au$tro, pur chela Terra non $ia po$ta a Bacio, $otto un Monte, che è 10 il peggior $ito, che e$$er po$$a. La$cio le altre co$e, che habbiamo di$putate di $opra; E' $i sà che Au$tro certo è molto graue, & di natura tardo; talmente che piene le Vele de Nauili de la $ua grauezza, qua$i come oppre$si da un grandi$si- mo pe$o, $i affondano. Ma Borea per il contrario, par che $accia, & il Mare, & i Nauili leggieri: Pure qual $e l'uno di que$ti, è bene che ti $tia lontano, piu to$to 15 che riceue lo dentro tale che e' batta, o $i appicchi a le $acciate de le mura; & bia $imano grandemente quelle fiumare, che corrono infra ripe molto $co$ce$e; con gran fondo, $a$$o$o, & ombro$o; percioche le acque $ue $ono nociue a bere;& l'a- ria $opra ui è mal $ana. Oltre a que$to il por$i lontano da Stagni, & Paludi, d'acque morte, & fango$e; è certo co$a da huomini $aui, & con$iderati. Non 20 replico le in$ermità de l' Aria, che in que$to luogo $i raccozzano. Hanno cer- to da natura $imili luoghi, oltre a tutti, i fa$tidij de la $tate; come $ono i feto- ri, le pulci, & altri $chifi animali, & $imili, che quando tu pen$i che l'aria ui $ia purgati$sima, & netti$sima, e' non ui ti manca quel che noi habbiamo detto, che interuiene ne le pianure, che ne lo Inuerno ui $ono ecce$siui freddi; & nel 25 la State ribollimenti $temperati$simi. Vltimamente e' bi$ogna hauere una e$trema cura, & diligenza, che, o monte, o ripa, o lago, o padule, o fiume, o fon- te, o qual altra di que$te co$e tu ti uoglia, non ui $tia di maniera, che ella po$- $a rendere forte il nimico, o difenderlo, & arecare a $uoi Cittadini da alcu- na del le bande, incommodità ueruna. Etque$to ba$ti de la Regione, & del 30 Sito de le Città.

Del circuito, de lo $patio, & de la grandezza de le Città; de le forme, & figure de le Terre, & de le Mura, & del co$tume, de le cerimonie, et o$$eruationi de gli Antichi, in di$egnar le Città. Cap. III. 35

NOi deliberiamo che e' bi$ogni uariare il circuito di e$$a Città, & il mo- do del di$tribuire le parti, $econdo la uarietà de luoghi, concio$ia che al- cuna uolta, $i deue che e' non $i può ordinare ne Monti uno di$egno di muraglia, o tõda, o quadra, o di che altra forma tu ti pen$i che $ia buona; cõ quel 40 la facilità che in una pianura aperta. Gli architettori antichi, nel cerchiare le Terre di muraglia, bia$imarono le cantonate che e$cono fuori de diritti delle Mura, credendo che elle gioua$$ero piu a gli nimici nel dare lo a$$alto, che a Terrazzani nel difender$i, & che le fu$sino deboli$sime a reggere con- [110]DELLA ARCHITETTVRA tro a le perco$$e de le Macchine da guerra:Et certo, per tradimenti, & per tirare le freccie, le giouano non poco a gli nimici, hauendo e$si ma$simo commodità di poter $correre la campagna, & di ritirar$i. Niente dimeno le $ono alcuna uolta digrandi$simo aiuto, ne le Città di montagna, e$$endo po$te a ri$contro de le $trade. A Perugia celebrati$sima Città, per hauere ella i Borghi $par$i $u <002> 5 i Colli, non altrimenti che le dita de le Mani, che $i $porgono in fuori, $e inimici uorranno dar l'a$alto a la Cantonata, poi che ui $aranno andati cõ molta gente, non haranno donde a$$altarla, & qua$i me$si$i $otto una fortezza, non $aranno ba$tanti a $o$tenere l'impeto de le co$e, che gli $arãno tratte, & la carica che uer- rà loro ado$$o. Et però non $i deue tenere il mede$imo modo di cerchiare le 10 Terre di Mura, in tutti i luoghi. Oltra que$to dicono gli Antichi, che le Città, & le Naui, non douerriano per alcun modo e$lere tanto grãdi, che uote barcol- la$sino, o piene, non ba$ta$sino. Ma altri hanno uoluto la loro Città piena, & pinza, pen$ando per que$to, che ella fu$$e piu $icura. Altri promettendo$i una ottima $peranza, ne le co$e che haue$sino a uenire, $i dilettarono di hauerui grã 15 di$simi $patij. Altri for$e proueddono con con$iglio, a la fama, & al nome de Po$teri. Imperoche la Città certo del Sole, edificata da Bu$iride, la quale chia- mano Tebe, $ecõdo che io truouo ne le Storie de gli Antichi, girò uenti miglia. Menfi diciotto miglia, & $ei ottaui. Babillonia quarãtatre miglia, & $ei ottaui. Niniue miglia $e$$anta. Et furono alcuni, che rinchiu$ono tanto di Terreno, 20 che dentro al circuito de la Città ricoglieuano da uiuere p tutto l'anno. Quinci loderei io quello antico prouerbio che dice, in tutte le co$e $i debbe $eruare ordine, & regola, & $e e' mi piace$$e di gettarmi da una de le parti, mi getterei piu pre$to a que$ta, che pote$si commodamente riceuere la accre$ciuta mol- titudine de Cittadini, che a quella che non può riceuere i $uoi commodi$si- 25 mamente. Aggiugni che la Città non debbe e$$er fatta $olamente per lo u$o & per la nece$sità de Tetti, ma debbe e$$er fatta di maniera, che oltre a le cu- re ciuili, ui rimanghino grandi$simi luoghi, & $patij per piazze, per correrui con le carrette, per Orti, & per $pa$$eggiare, & per notare, & per $imili or- namenti, & dilicatezze. Raccontano gli antichi, Varrone, Plutarco, & altri, 30 che i pa$$ati loro erano $oliti di di$egnare le mura de le Città con religione, & ordini $acri. Percioche, hauendo prima pre$i lungamente gli Augurij, me$- $i ad uno giogo uno Bue, & una Vacca, tirauano uno aratolo di Bronzo, & $i fa- ceua il primo Solco, con ilquale di$egnauano il Circuito de le Mura, $tando la Vacca da lo lato di dentro, & il Bue da lo lato di fuora. I uecchi Padri, che 35 douieno habitare la Terra, $eguitauano lo Aratro, & rimetteuano nel fe$$o Solco, le $mo$$e, & $par$e zolle, & ra$$etandouele dentro, acciò non $e ne $parge$- $e alcuna; quando arriuauano a luoghi de le porte, $o$teneuano lo aratolo con le mani: Accioche la $oglia de le porte rimane$$e $alda, & perciò diceua- no che eccetto le porte, tutto il cerchio, & tutta l'opera era co$a $acra, & non 40 era lecito chiamare le porte $acre. A tempi di Romulo, dice Dioni$io Alicar- na$eo, che i P @dri antichi, nel principiare le Città, erano $oliti, fatto il $acrificio di accendere il fuoco inanzi a loro Allogiamenti. Et per e$$o far pa$$are il Po- polo, accioche nel pa$$are per le fiamme, gli huomini $i purifica sino, & $i pur- [111]LIBRO QVARTO. ga$sino: Et pen$auano che a co$i fatto $acramento, non doue$sino interuenire quelli che non erano puri, & netti. Que$te co$e di$$ono co$toro. In altri luo- ghi io truouo, che $eminando una poluere di terra bianca, ch'e' chiamano pura, erano $oliti di di$egnare la linea per luoghi de le Mura. Et Ale$$andro in cam bio di que$ta Terra bianca, mancandoli ella nel di$egnare la Città del Faro, tol- 5 $e de la farina. Laqual co$a diede occa$ione a gli Indouini, di poter predire le co$e future;percioche notati certi pre$agij $imili, mediante i@giorni natali de le Città, Pen$arono che e' $i pote$$e predire $ucce$si certi de le co$e future. Ap- pre$$o i To$cani ancora da libri de le loro o$$eruationi erano ammae$trati, Qua li doue$sino e$$ere i $ecoli futuri, dal giorno natale de la loro Città. Et que$to 10 non da o$$eruatione del Cielo, del che di $opra nel$econdo libro dicemmo;Ma da i pre$i argomenti, & conietture de le co$e pre$enti. Cen$orino racconta che e$si $cri$$ono in tale maniera. Gli huomini che na$ceranno in quello $te$$o gior no, che $i con$titui$cono le Città loro, quelli dico, che haranno uita lunghi$sima, daranno con il gio rno de la lor morte, fine al modello del primo $ecolo de la 15 Cittàloro: Quegli ancora che da quel giorno in là rimarranno ne la Città; & che uiueranno piu tempo che gli altri, dimo$treranno il termine del $econdo $ecolo, con il giorno de la loro morte; Et co$i $eguendo $i andrà terminando il tempo de gli altri $ecoli. Sono da gli Dei mandati portenti, per iquali $iamo auertiti, in che tempo qualunque $ecolo $ini$ca. Que$te co$e $cri$$ero co$to- 20 ro. Etin oltre aggiungono, chei To$cani $eppono con que$te argomentatio- ni molto bene i loro $ecoli; concio$ia che e' la$ciarono $critti di que$ta maniera, che i loro primi quattro $ecoli doueuano durare Cento cinque anni l'uno; il. Quinto cento uentitre; il Se$to diciannoue; & altretanto il Settimo; lo otta- uo e$$er quello, nelquale $i ritruouauono al tempo de gli Imperatori; & che 25 il Nono, & il decimo gli haueuano ad auanzare; & da que$ti Inditij pen$auano non e$$ere co$a a$co$a, il $apere quali doue$sino e$$ere i $ecoli futuri. Et fecio- no coniettura, che Roma doue$$e hauer l'Imperio del tutto da que$to, che in quel giorno che ella fu collocata, uno denati nel mede$imo giorno s'acqui$tò l'Imperio di lei. Et que$to trouo che fu Numma. Imperoche Plutarco rac- 30 conta che a diciannoue dì di Aprile fu po$ta Roma, & nacque anco Numma. Ma quelli di Lacedemonia $i gloriauano di non hauere la loro Città cinta di Mura:Percioche confidati$i ne le armi, & ne la fortezza de loro cittadini, $i pen- $auano e$$er a$$ai fortificati da le leggi. Gli Egittij, & i Per$iani, per il contra- rio, pen$arono che e' fu$$e benecingere gagliardamente le loro Città di Mu- 35 ra. Concio$ia che & gli alt i, & Niniue, & Semiramis ancora, uollono che le mura de le loro Città fu$sino talmente gro$$e, che in cima di quelle pote$si- no pa$$ar duoi carri a un tratto, & le alzarono tanto alte, che pa$$auano brac- cia $ettantacinque. Arriano racconta che le Mura di Tiro, erano alte braccia cento dodici, & mezo; Et $on$i trouati di quegli, che non $i $ono contentati di 40 e$$ere cinti di uno $olo circuito di muraglia. I Cartagine$i cin$ono la città lo- ro di tre circuiti di mura: Et Erodoto $criue che i Deiocei cin$ono la Città Cebetana, ancor che ella fu$$e po$ta in luogo rileuato, di $ette circuiti di mu- ra. Ma noi che cono$ciamo trouar$i in e$$e mura dife$e gagliardi$sime, per di- [112]DELLA ARCHITETTVRA $endere la $alute, o libertà. E$$endoci $uperiori gli inimici, o p numero, o per fortuna; Non approuiamo però il parere di co$toro, che uollono le loro città $pogliate di Mura; nè il parere di coloro ancora, che pare che pone$sino ogni lo ro $peranza di dife$a ne le mura de la città. Io niente dimeno, accõ$ento à Pla- tone; e$$endo naturalméte qualunche città in ogni momento di tempo, $empre 5 e$po$ta a pericoli d'e$$er fatta $uggetta; poiche da la Natura, o da co$tumi de gli huomini è dato, che ne$$uno nè in publico, nè in priuato habbia mai po$to ter- mine a l'ingordo de$iderio, che $i ha, de lo hauere, & del po$$edere, piu che quel lo, che $i po$siede; da la qual co$a principalmente, è nata ogni Ingiuria d'armi. Si che chi negherà che e' non $i debba aggiugnere guardie a le guardie, & for- 10 zi$icamenti a forzificamenti $econdo che altroue habbiamo detto. Quella cit tà $arà piu di tutte l'altre capace, che $arà tonda. Sicuri$sima quella che $arà cinta di mura interrotte hor in dentro, & hor in fuori, come dice Tacito, ch'era Hiero $olima: Percioche e' tengono per fermo che non $i po$$a $enza pericolo entrare infra due parti che $portino infuora;nè con certa $peranza $i po$sino acco$tar le 15 Macchine da guerra a le Te$te;auertiremo niente dimeno, a pigliar le commo- dità, che ci $i offeri$cono a beneficio di e$$o ca$tello, o Terra. La qual co$a hab bian noi notata, che fecero gli Antichi, $econdo la opportunità, & $ecõdo la ne- ce$sità de luoghi. Concio$ia che Antio antica città de Latini, per abbracciar il $eno del lito mediante le reliquie de le antiche rouine, $i dimo$tra e$$ere $tata 20 molto lũga. Il Cairo $ul Nilo dicono ancora che è molto lunga. Palumbrota città de la India, in Gra$ij, $criue Meta$tene che fu lunga $edeci miglia, larga tre, di$te$a a $ecõda de la fiumara. Il circuito de le mura di Babillonia, dicono che fu quadrangolare. Et Mem$i, dicono che haueua le Mura fatte a modo di uno D. Finalmente qualũche di$egno di circuito tutti approui, Vegetio $i pen$a che 25 e' $ia a$$ai a ba$tãza per nece$sità de la co$a, $e tu farai le mura tanto larghe, che duoi Soldati armati $tandoui a la dife$a, po$sino ri$contrando$i l'un ne l'altro pa$$are $acilmente $enza alcuno impedimento: Et $e le $aranno tanto alte, che acco$tateui le $cale, non ui $i po$$a $alire, & $e le $i $aranno con la calcina, & con il murare tanto $ode, che le nõ cedino a gli Arieti, & a le macchine. Lemacchine 30 certamente $ono di due $orti; una è quella, con la quale percotendo, & battedo $i gettano a terra le muraglie; L'altra è quella, mediante la quale acco$tãdo$i a le mura, le $i $calzano $otto, & $i rouinano. Prouedera$si a l'una, & a l'altra in grã parte, non tanto con un muro quanto con una fo$$a. Concio$ia che in que$to luogo, non lodano la muraglia $e ella non è fondata in$ino di $otto a l'acqua, o 35 $opra di un $aldo ma$$o. Mauogliono che e$$a fo$$a $ia oltra modo larga, & oltra modo profonda: Percioche e$$endo co$i, impedirà a la Te$tuggine an- dante, & a la Torre, o a $imili altre Macchine, il poter$i acco$tare a la mura- glia. Et ritrouata l'acqua, o il $a$lo, $arà certo fatica indarno, il uolerui far $otto Mine. Di$puta$i infra gli huomini di guerra, qual $ia piu utile co$a, o che i fo$- 40 $i $tieno pieni di acqua, o uero a$ciutti; & $i ri$oluono che primieramente $i deb- ba procurar a lo $tare $ano de gli habitanti. Dipoi lodano a$$ai quei $o$si, ne quali $e per l'impeto del trarre, ui fia dentro caduto co$a alcuna; ella $i po$$a leuare uia in un $ubito, purgando detti fo$si commo di$simamente; acciò [113]LIBRO QVARTO. quindi ripieni, non ne pre$tino la uia alli Inimici.

Delle Mura, Merlature, Torri, Cornici, & Porte, & lor Legnami. Cap. IIII.

M A torniamo alle Mura. Gli antichi ne auerti$cono che le Mura, $i fac- cino in tal modo, Interpo$to uno $patio di uenti piedi, faccinui$i duoi 5 muri da lo lato di dentro, & infra loro ui $i getti la terra, che $i caua de fo$si, & pilli$i con $tanghe. Et di maniera $i tirino que$te mura, che dal piano de la Città, come qua$i per gradi $i po$$a montare, con un dolce pendio $ino a le merlature. Altri dicono, che la Terra, che $i caua de fo$si, $i debbe met- tere fuori de la muraglia, oltre a fo$si, accioche $erua per argine, & che dal piano 10 de fo$si s'inalzi un muro tanto gro$$o, che gagliardi$simamente po$$a reggere il pe$o de la detta Terra, che ui $i aggraua. Lontano da que$to ancora $i debbe tirar ne la cittade un'altro muro, piu alto, che il pa$$ato; & per nõ poco $patio $ia dal primo lontano; ma tanto di$co$to, che l'armate $quadre ui po$sino in ordi- nanza hauere $patij e$pediti da combattere. Oltra que$to $i tiri $imilmente a 15 trauer$o da le mura principali a quelle di dentro, altre mura, mediante il colle- gamento, & aiuto de lequali, le mura principali, cõgiunte in$ieme $i leghino cõ quelle che le hanno dietro; & piu attamente $opportino il graui$simo pondo de la interpo$taui terra. Ma noi ueramente oltre a que$te, lodiano quelle mura collocate di maniera, che $e pur a la $ine, p forza di batteria fu$sino gittate a ter- 20 ra, habbino a piedi loro un piano, doue le $tieno qua$i come un'argine, & che cõ la loro rouina non ri\~epino ifo$si. Ne l'altre co$e mi piace a$$ai Vitruuio, che dice, che le mura $i debbino fare in que$to modo, cioè che per il trauer$o de la lor gro$$ezza $i mettino tauole di Vliuo abbrõzate molto $pe$$e, accioche l'una facciata, & l'altra de le mura, qua$i collegate cõ $pranghe d' A$$e durino eterne. 25 Vno co$i $atto muro, racconta Tucidide e$$er $tato fatto da i Plateen$i in loro de fen$ione contro a quelli de la Morea; da quali, come da nimici erano a$$ediati: Concio$ia che e' me$cola$sino legnami con mattoni, & gli ferma$sino gagliar di$ $imamente. Et Ce$are afferma che ne la Francia, la maggior parte de le mura $ono fatte in que$ta maniera. Rizzano Traui per il lungo de la muraglia, & le 30 incatenano in$ieme, lontane parimente l'una de l'altra, & con grandi$simi $a$si le riempiono, di maniera che l'una Traue non tocchi l'altra: Et con amma$$ar or dini co$i fatti, forni$cono una ragioneuole altezza di Mura. Que$to co$i fatto lauoro, non è brutto a uedere; & per difen$ione è molto $orte; percio- che le pietre, lo difendono da le ar$ioni, & il legname da li Arieti. Que$te sì 35 fatte me$colanze, non$ono molto approuate da alcuni; Perciche e’ dicono che la calcina, & il legname, non conuengono in$ieme lungo tempo; concio- $ia che il legname è con$umato, & abbruciato, & da la $al$edine; & da lo ardo- re de la calcina. Oltre a che $e per $orte la muraglia rouinerà per batteria; dicono che e' ti auuerrà, e$$endo tutta la muraglia, come d'un pezzo, che $co$- 40 $a, la $i commouerà, & $arà inclinata a rouinar tutta ad un tratto. Ma noi pen$iamo chele Mura, contro le igniurie de colpi $i fermino molto bene in que$to modo. Faccin$i Barbacani fuori del diritto de le mura, a gui$a di Triangolo, con uno angolo uolto a nimici, di$co$to l'uno da l'altro $ette brac- [114]DELLA ARCHITETTVRA cia, & mezo, & poi da l'uno a l'altro tirinui$i archi in uolta; Eti Vani, che quiui come zane rimangono, $i riempino di Strame, & di Terra, pillata con $tagioni. Et di quì ti auuerrà, che la forza de le Macchine, & gli impetuo$i colpi, $aranno da la tenerezza del Terreno ingannati, & le Mura da la continouatione de la batteria, non $i debiliteranno, $e non quà, & là $par$amente; & quelle buche, che 5 ui $i faranno, $i potranno ri$errare in un $ubito. In Sicilia giouerà grandemen- te la abbondantia de le pomici; a far quel che noi cerchiamo in que$to luogo. In altri luoghi in cambio di Pomice, & di Terra non $enza commodità $i $erui- ranno di Tufi. Nèin sì fatto lauoro ricu$eremo il Ge$$o. Finalmente $e di que$te co$e, alcuna ne $arà per auuentura, che $ia po$ta a rincontro de li humili 10 uenti au$trali, o de Vapori notturni; ue$ta$i, & cuopra$i d'una $corza di Pietra; Et inanzi ad ogni altra co$a, ti giouerà grandemente, $e tu farai che la ripa de fo$ $i di fuori, $tia a pendio; & che l'argine del fo$$o $ia alquanto piu alto che il re$to del Terreno: Percioche i colpi de li Inimici non toccheranno le Mura; ma pa$- $eranno di $opra. Et alcuni ci $ono che credono che quel Muro $ia piu che gli 15 altri gagliardo, contro le batterie; le linee delquale s'a$$omiglino a denti de le Seghe. Lodo in Roma quelle Mura, che hanno nel mezzo de l'altezza loro uno andito con certe Bucoline in luoghi commode, donde gli arcieri po$sino offendere a$co$amente il tra$curato, & $corrente Inimico. Et quelle Torrian cora, che ad ogni trenta$ette braccia, & mezo $i congiungono alla muraglia, 20 qua$i come barbacani, ri$altando tonde a lo in fuora, & auanzando con l'altezza loro; l'altra muraglia, accioche chi fra loro $i uole$$e acco$tare a la muraglia, e$põ ga alle Saette il $ianco di$armato: & ui rimanga morto. Percioche in que$ta gui$a le mura da il fiancheggiare de le Torri, & l'una Torre da l'altra $aranno di- fe$e. Da quella bãda che le Torri, $guardano uer$o la Terra, fa che le $ieno $en- 25 za mura, & aperte, accioche $e per auentura, i nimici u'entra$$ero dentro, non ui $tieno $icuri. Le cornici a le Torri, & a le mura oltre a che le arrecano ornam\~e to, & $tabilitàcon la loro legatura, proibi$cono ancora il $alire, da le po$teui $ca- le. Sono alcuni che per lemura, & uicino ma$simo a le Torri, uogliono che ui $i la$ci precipitij interpo$ti; & gli fortificano con ponti di legno, che in un $ubito 30 $i po$$ono & alzare, & abba$$are $econdo il bi$ogno, & $ono utili, & buoni. Gli Antichi u$arono da cia$cun lato de le Porte, piantarui due gran Torri gagliardi$ $ime per tutto, lequali come due braccia, facendo fauore al $eno, & a l'apertura de l'entrata, la de$endeuano. Ne le Torri non debbono e$$ere alcune $tanze in uolta, ma Impalcature d'a$$e, accioche ad un bi$ogno, $ien piu facili a leuar$i, o 35 o ad abbruciar$i. Eti detti tauolati de le Torri non uogliono che $ieno con- fitti con chiodi altrimenti, accioche uincendo il nimico, piu facilmente $i po$si- no disfare. Coperture & $tanzini, non ui manchino, con lequali co$e le $enti- nelle po$sino da le brinate del uerno, & da $imili ingiurie de Tempi difender$i. Ne le merlature, che $portano in fuora, $ianoui piombatoi, daquali $i po$sino a- 40 uentare a nimici, & pietre, & fuochi, & acqua ancora, $e per auentura haue$sino attaccato fuoco a la Porta; & dicono che le porte coperte di cuoio, & di ferro, $i difendono dal fuoco, & di loro $ia detto a ba$tanza.

[115]LIBRO QVARTO. De la grandezza, Forma, & Regola de le uie mae$tre, & non mae$tre. Cap. V.

DEbbe$i auertire nel fare le porte, che le $ieno a punto tante, quante $on le $trade mae$tre; Concio$ia che alcune $trade $ieno mae$tre, & alcune no. 10 non uo quì dietro a quel che dicono i legi$ti, che il ba$$o d'una $trada 5 $eruendo per le be$tie, $i dimãdi la battuta: & il rileuato per gli huomini, $i chia- mi il cammino; Ma io dico, che col nome di $trada s'<007>ntende il tutto. Le $trade mae$tre $on ueramente quelle, per lequali noi andiamo nel le Prouincie, & con gli e$erciti, & con le bagaglie: Adunquele $trade mae$tre bi$ogna che $ieno mol- to piu larghe che le altre, & ho con$iderato, che gli Antichi co$tumarono di farle 10 di maniera, che le non fu$sino manco di $ei braccia in alcnn luogo; Mediante la legge de le dodici Tauole, deliberaron che le $trade, doue l'andauano diritte, nõ fu$sino manco di $ei braccia, & doue l'anda$sino aggirando, cioè torcendo$i non fu$sino manco di otto braccia. Le non Mae$tre, $on quelle, per lequali noi an- diamo, partendoci da le Mae$tre, o in qualche Villa, o in qualche Ca$tello, oue- 15 ro a ritrouare qualch'altra uia mae$tra, come $ono per le u<007>llei Viotoli, & i Chia$ fi per le Terre. Sono ancora altre $orti di Strade, che tengono di Piazza, come $ono quelle che $i fanno a $eruire a certi bi$ogni determinati; & ma$simamente publici, come uerbigrat<007>a quelle, che ti guidano al Tempio, o al luogo del cor$o de cauagli; & a luoghi doue $i rende ragione. Gli andari de le $trade mae$tre, 20 non bi$ogna che $ieno & fuori a la campagna, & dentro ne la Città, fatti ad un modo. Debbe$i al tutto procurare che fuor de la Cittade le $ieno $patio$e, & aperte da potere ben $guardare a l'intorno per tutto, che le $ieno libere, & e$pe- diti$sime da ogni impedimento, o d'acqua, o di rouine. Non ui la$cino per nien te na$condegli, o ritirate di $orte alcuna, doue gli A$$a$sini po$sino $tando a gli 25 agguati farti uillania: Non ui $ieno da qual banda $i uoglia hor quà, hor là adi- ti aperti, atti a le prede. Finalmente debbe e$$ere diritta, & breui$sima; $arà piu di tutte l'altre breui$sima non quella, come $i dice, che $arà la piu diritta, ma quella che $arà la piu $icura. 10 la uoglio piu to$to alquanto piu lunga, che m\~e comn<007>oda; Sono alcuni che credono, che la campagna di Piperno, $ia piu di 30 ogn'altra $icura, e$$endo ella $egata da uie profonde, come $cauate fo$$e, ambi- gue nell'entrarui; incerte al camminarle; & mal $icure, per le $opra$tante ri- pe, dal di$opra de lequali puo facilm\~ete e$$ere il nimico acciaccato. I piu pra- tichi pen$ano che quella $ia la p<007>u $icura, che pareggiata, $i tira $u per la $tie- na dele collinette. Doppo que$ta, $eguita quella, che fatta $opra uno arg<007>ne, 35 $i dirizza per la campagna, $econdo il modo antico; Anzi gli antichi, per que- $ta cagione la chiamarono Argine. Et certamente che la co$i fatta pre$terà di $e molte commoditati; concio$ia che $i allegerirà molto la fatica, & la mole$tia de uiandanti, mediante il piacere del guardare a lo intorno mentre cammine- ranno $opra il rilieuo de l'argine; Oltra che grandemente importa il uede- 40 re l'inimico da lungi, & l'hauere commodità, o da potere, con poca molti- tudine, fare ritirare indietro il mole$to inimico, o da poterli cedere $enza al- cun danno de tuoi, $e per $orte e' uince$$e. Ettornici a propo$ito quel che io ho notato ne la uia, che uà a Porto. Concio$ia che concorrendoui d'Egit- [116]DELLA ARCHITETTVRA to, d'Affrica, di Libia, di Spagna, de la Magna, & de le I$ole, una moltitudine infi nita di huomini, & una grandi$sima quantità di Merci, ui fecciono la $trada dop pia, & giù per il mezo ui era un filare di Pietre rileuate a gui$a d'un termine, che $oprauanzaua un piede; accioche da l'un lato anda$$ero, & da l'altro torna$$ero, $chifando il dar$i noia nel ri$contrar$i. Tale bi$ogna che fuori de la cittade $ia 5 la $trada mae$tra, e$pedita, diritta, & $icuri$sima. Quando ella arriuerà ne la Cittade, $e la Città fia nobile, & potente, è ben giu$to che l'habbia le uie diritte, & larghi$sime, ch'arrechino a la Città grandezza, & Mae$tade: Ma $e ella $arà una Terriciuola, ouero un Ca$tello, ne pre$terà $icuri$sima entrata, $e ella nõ andrà co$i a dirittura a le Porte, Ma girando hora da de$tra, hora da $ini$tra pre$$o a 10 le mura, & ma$simo in$ino $otto a Torrioni de le mura. Ma dentro a la terra poi non $ia diritta, ma come un fiume torcendo$i piu & piu uolte in uer$o l'una parte, & l'altra; $arà co$a piu condecente. Percioche, oltra che nel parere ella piu lunga, accre$cerà in quel luogo l'openione de la grandezza $ua; & certamen te tal co$a gioua molto a la bellezza, a le commodità de l'u$o, & a le opportuni- 15 tà, & nece$sità de Tempi. Ma non $arà que$to a$$ai, che a Viandanti $i $cuopri- no ad ogni pa$$o nuoue foggie di edificij; & che l'u$cita, & la facciata di qualun- que ca$a, $i addirizzi qua$i che al mezo de la larghezza de la $trada, accioche e$- $endo ancora in alcun luogo e$$a troppa larghezza $gratiata, & mal $ana; ella in que$to no$tro co$i fatto luogo piu to$to $ia $ana, & diletti. Scriue Cornelio che 20 la Città di Roma allargata di $trade da Nerone, d<007>u\~ene a$$ai piu calda, & per ciò manco $ana; In altri lnoghi oue le uie $on $trette, ui è l'aria piu cruda, & ne la $ta- te ui $arà $empre ombra. Oltra di que$to non ui fia Ca$a alcuna, che e' non ui entri dentro il Sole, in qualche hora del giorno; nè $arà mai $enza piaceuole uentolino, che mouendo$i doue $i uoglia, non truouiin gran parte diritto, & 25 e$pedito camino, onde pa$$are. Et la mede$ima nõ $entirà mai uenti fa$tidio- $i, concio$ia che $ubito $aranno rotti da le facciate de le muraglie. Aggiugni, che $e ui entrano i nimici, ui rouineranno non manco offe$i da lato dinanzi, che da i fianchi, o da lato di dietro. Hor $ia de le uie mae$tre detto a ba$tan- za. Le $trade non mae$tre, $aranno $imili a le mae$tre, & $e già infra di loro, 30 non fu$$e que$ta differentia, che que$te, $e le $aranno diritte a capello, conuer- ranno meglio con le cantonate de le mura, & con le parti de li edificij: Ma 10 truouo che gli antichi uollono che ne la terra ui fu$sino alcune uie ine$trica- bili, & alcune che non haue$$ero riu$cita; ne le quali cntrato il nimico per nuo- certi, ambiguo, & diffidato$i di $e $te$$o; ui habbia a $tare $o$pe$o, o $e pure e' 35 per$euera$$e di uolerti far danno, e' po$$a in uno $ubito e$$er rouinato del tut- to. Nè $arà fuori di propo$ito, che ui $ieno $trade minori, non lunghe; ma che termino ne la prima $trada, che le attrauer$a, che e' non $ia come un cam- mino publico, & e$pedito; ma come un tragetto, che uadia a trouare una ca$a po$tali al dirimpetto; concio$ia che per que$to le ca$e haranno piu commodi 40 lumi, & imped<007>ra$si a nemici il non potere correre la terra co$i a loro uoglia. Curtio $criue, che Babilonia dentro era piena di Borghi $par$i, & non conti- nouati. Platone per l'oppo$ito non $olamente non uolle i Borghi $par$i, ma uolle ancora che le mura de le ca$e fu$sino attaccate l'una con l'altra; & gli piac- [117]LIBRO QVARTO. que che un lauoro di sì fatta maniera gli $erui$$e per muraglia de la Cittade.

De Ponti di legno, & di pietra, & del Situargli. de le Pile, Volte, Archi, cantonate, ripe, Serragli, Spranghe, la$tricatura, & rilieuo loro. Cap. VI.

IL Ponte certamente è parte principali$sima de la Strada. Nè $arà ogui luogo 5 commodo a farui Ponti; Percioche, oltra che e' non è conueniente la$ciarlo fit to in una e$tremità d'un rinchiu$o cantone, per commodità di pochi; ma bi$o- gna che $ia nel mezo del pae$e per i bi$ogni de lo uniuer$ale; egli certamente $i debbe $ituare in $ito facili$simo da finirlo con non grandi$sima $pe$a, & da $pera- 10 re, che egli habbia qua$i ad e$$erui eterno. Debbe$i adunque eleggere un gua do, che non $ia de piu profondi, nè de piu $co$ce$i, che non $i uadia uariando, nè mouendo; ma $tia uguale $empre, & da durare. Debbon$i fuggire i ritro$i de le acque, gli auolgimenti, le uoragini, & co$e $imili, che ne cattiui fiumi $i truo- uano. Debbon$i ancora principalmente $chifare i gomiti de le ripe, & gli auol 15 gimenti de le acque, sì per molte cagioni (e$$endo le ripe certam ente in que$to luogo molto $ottopo$te al rouinare) sì ancora perche i legnami, i Tronconi, & gli alberi, che de la campagna leuati $on portati giù de la piena; non po$$ono pa$$are per e$si gomiti a diritto, per cammino e$pedito: ma $i attrauer$ano, & $i auiluppano, impedendo$i l'uno l'altro: & acco$tati$i a le Pile, fanno una grandi$- 20 $ima ma$$a, onde riturate le uie, gli archi de Ponti uanno $otto; di maniera che ta le edificio per il pondo de le impetuo$i$sime acque $i gua$ta, & $i rouina. Ma de Ponti, ne $ono alcuni di Pietra, alcuni di le gname. Diremo prima di quelli, che $i fanno di legno, come piu facili a metterli in opera; Dipoi pa$$eremo a trat- tare di quegli che $i fanno di Pietra. Bi$ogna che amenduoi $ieno forti$simi. 25 Quello che fia di legname adunque $i affortificherà con grande, & gagliarda ab- bondanza di legnami; & che tal co$a $i con$eguilca eccellentemente; ne darà grandi$simo aiuto il Ponte di Ce$are. Ilquale ne in$egnò il modo di farlo in que$ta manicra. Egli congiugneua in$ieme duoi legni di$co$to l'uno da l'al- tro duoi piedi (mi$urati a l'altezza del fiume) gro$si tre quarti di braccio, & auz- 30 zati alquanto da ba$$o; Que$ti metteua egli nel fiume con certi in$trumenti fic- candoli a ca$tello, non diritti a piombo a gui$a di pertiche; ma a pendio, ritiran- doli alquanto di $opra che pende$sino $econdo il cor$o del Fiume. Rincontro a que$ti dipoi ne ficcaua duoi altri, congiunti in$ieme nel mede$imo modo, con interuallo da ba$$o di quaranta piedi; uolti contro la forza, & l'Impeto de la 35 acqua, fitti l'uno, & l'altro di que$ti, co$i come noi habbiamo detto, gli congiu- gneua in$ieme, mettendoui $opra traui gro$$e duoi piedi, lunghe, quanto era la di$tantia di e$si confitti legni. Que$te co$i po$teui traui erano da la parte di fuori $o$tenute da due legature, lequali aggirate attorno, & in la contra- ria parte ripiegate. era tanta la fortezza de la opera, & tale la natura di tali 40 co$e, che quanto maggiore ui $i fu$$e incitato l'impeto de le acque, tanto piu $trettamente le traui po$teui $opra $i $errauano in$ieme. Sopra que$te, po$teui altre legne, $i intrecciauano, & ui $i faceua $opra un piano di per- tiche, & di graticci. In un mede$imo tempo $i metteuauo da la parte di $ot- [118]DELLA ARCHITETTVRA to del fiume, alcune traui piu $ottili a pendio, lequali po$teui in cambio di Arie te, & congiunte con tutto l'edificio, re$i$te$sino a l'impeto del fiume. Et $i met teuano altre traui ancora con mediocre interuallo da lato di $opra del Ponte, che auan zauano di poco l'altezza d el fiume, accioche $e da i nimici fu$sino man dati, o Tronconi di arbori, o naui giu per il fiume, per rouinare detto Ponte, $i 5 $cema$$e, mediante la defen$ione d<007> dette traui la uiolenza de le dette co$e, & non potes$ino nuocere al Ponte. Que$te co$e ne in$egnò Ce$are. Nè $arà fuor di propo$ito, quello che e' co$tumarono pre$$o a Verona, di la$tricare i Pon ti di legno di Verghe di ferro, & ma$simo da quella parte doue hanno da pa$$are le carrette, & i carri.

10 15 20 25 30 35 40 [119]LIBRO QVARTO.

Re$taci a trattare, del Ponte che $i fa di pietre, le parti delquale $ono que$te. I fiãchi de le ripe, le Pile, le uolte, & la la$tricatura; Infra i fianchi de le ripe, & le Pile, ui è que$ta differentia, che i fianchi bi$ogna, che $ieno oltra modo gagliar- di$simi, atti non $olamente a $o$tenere il pe$o de gli archi po$tiui $opra, come le Pile, ma che $ieno molto piu gagliardi a $o$tenere le te$te del Ponte, & a reggere 5 contro al Pondo de gli Archi; di maniera che non $i aprino in luogo alcuno. Debbon$i adunque andare $cegliendo le riue, o piu pre$to le ripe di pietra, cõ- cio$ia che le $ono le pin $tabili, a le quali tu debba fidare le Te$te de Ponti, & le Pile $i fanno piu, o meno, $econdo la larghezza del fiume. Gli archi in caf- fo, oltre a che e' dilettano per il numero, giouano ancora a la $tabilitade; con- 10 cio$ia che quanto il diritto del cor$o del $iume è piu lontano da fianchi de le ri- pe, tanto è piu $pedito; & quanto è piu e$pedito, tanto piu ueloce, & piu pre$to corre uia: Que$to adunque $i debbe la$ciare molto e$pedito, & aperto, accio- che con il combattere, percotendo ne le Pile non faccia loro nocumento. Et dette Pile $i debbono porre in que' luoghi del fiume, doue le acque (per dir co$i) 15 corrono piu l\~ete, & piu infingarde. Et gli inditij onde tu po$$a cono$cere que $ti luoghi, te gli mo$trerãno le piene. Quanto che no, te n'auedrai in que$t'altra maniera. Imiteremo ueramente coloro, che gittarono le noci per il fiume, de le quali gli a$$ediati ragunandole $i cibarono; Gitteremo nel cõtinouato cor$o del fiume, di $opra qua$i mille cinque cento pa$si, & ma$simo quando il fiume $a 20 rà gro$$o, alcune co$e $imili, che uadino a galla: Et quel luogo, doue $imili co$e $arãno in gran parte ragunate$i in$ieme, ti $eruirà per $egno, che quiui $ia il mag giore impeto de le acque. Nel $ituare adunque le Pile fuggiren que$to luogo, & pigliaren quell'altro, doue le co$e gittate $i condurrãno piu rare, & piu@tardi. Il Re Mina, quando e' deliberò di fare il Põte a Memphi, cauò il Nilo del letto 25 $uo, & lo mandò in altri luoghi fra certi Monti; & finita la $ua muraglia, lo ricõ- du$$e poi nel proprio letto. Nicore Regina de gli A$sirij hauendo me$$o in pũto tutte quelle co$e, che gli faceuano me$tieri a fare un Ponte, fece cauare un gran- di$simo Lago, & uol$eui il fiume, & mentre che il Lago $i empieua, $eccando$i il letto del fiume, murò le Pile. Que$te sì fatte co$e feron co$toro. Ma noi $e- 30 guiteremo il fatto no$tro in que$ta maniera. Faccin$i i fondamenti de le Pi- le ne l'Autunno, che l'acque $on piu ba$$e, fattoui prima attorno alquanto di riparo. Etil modo da farlo è que$to, Ficchin$i duoi filari di Pali folti, & $pe$- $i, che con le te$te auanzin fuor de l'acqua, qua$i che come uno Argine, met- tin$i poi da lo lato di dentro uer$o le Pile, nel circuito de filari de Pali, gratic- 35 ci, & i uani di detti filari $i riempino di Aliga, & di loto, & con il mazzapic- chiarli $i conden$ino; di maniera che l'acqua non ui po$$a piu entrare in mo- do alcuno. Quelle co$e dipoi, che dentro alo argine $i ritruouono, o acqua, o oltre a l'acqua fango, o rena, o qual altra co$a $i uoglia, che ti dia impedimento, bi$ogna che $e ne cauino. A l'altre co$e poi $i da perfettione in quel mo- 40 do che noi t'in$egnammo nel pa$$ato libro. Caua$i in$ino $ul $odo, o piu pre$to ui $i fa una palafitta di Pali abbronzati, per tutto il terreno, folti$si- ma. In que$to luogo ho io con$iderato, che <007> buoni architettori u$arono di farui una continouata ba$a, di tanta lunghezza apunto, di quanta e$$er ui de- [120]DELLA ARCHITETTVRA ue il ponte. Et ciò feciono non con il $errare con un $olo Argine tutto il fiu- me ad un tratto, ma fattone prima una parte, pa$$arono a far l'altra, & a congiu- gnerla poi con la già fatta: Concio$ia che egli è impo$sibile rimuouere, & ritene- re ad un tratto tutto l'impeto de l'acque. Debbon$i adunque mentre noi mu- riamo ne fiumi la$ciarli foce aperte, per lequali pa$si uia l'impeto de le gonfiate 5 onde. Que$te foci $i la$ceranno aperte, o in e$$o guado, o quando piu faccia a propo$ito, faccinui$i doccie di legname, & Canali, che $tieno $olleuati in Aria, per liquali l'acqua che $opprabbonda, $correndoui $opra, pa$si uia. Ma $e la $pe$a ti pare$si troppa, farai a cia$cuna Pila una ba$a $emplice $olamente, fatta & finita a gui$a di una Naue con uno Angolo in la Poppa, & uno ne la Prua, di- 10 rizzandole a filo $econdo il cor$o de le acque, accioche l'impeto de le acque nel diuider$i, $i $cemi. Et bi$ogna ricordar$i che l'onde nuocono molto piu a le Pop pe, ch'a le Prue de le Pile. Ilche da quefto ci $i manife$ta, che da le Poppe de le Pi le ui $i aggira molto piu copia di acque, che da le Prue; oltra che in quel luogo $i ueggono aggiramenti d'acque, che le $cauano in$ino nel fondo, & le Prue $tãno 15 $al di$sime e$$endo rincalzate dalletto del fiume, ripieno di Rena. Ilche e$$en do co$i, è di nece$sità, che que$te parti per tutto l'edificio $ieno gagliardi$sime, & forti$sime a reggere contro gli impeti delle acque; $arà dunque molto a pro- po$ito, che e$$o edificio $ia molto a fondo, & con gran fondamenti da ogni ban- da, & ma$simo uer$o la Poppa, in$ino a tanto, che per qual $i uoglia accidente, an 20 data$ene una parte del fondamento, ue ne re$tino tante, che $ieno ba$tanti a reggere il pe$o de le Pile. Etinnanzi tratto giouerà grandemente, ancora che da principio tu habbi cominciato a $ituare le Ba$e ne la piu alta parte del letto del fiume, che le acque, che ui pa$$ano $opra, non ui ca$chino rottamente come in un precipitio; ma sdrucciolino facilmente, come per un dolce pendio. Per 25 cioche l'acqua, che cade precipito$amente commoue il fondo, & di quì fatta piu torbida, porta uia le co$e $mo$$e, & continouamente caua $otto tali luo- ghi. Faremo le Pile di Pietre lunghi$sime, & larghi$sime, che di loro na- tura re$i$tino a Diacci, & che non infracidino per l'acque; nè per altro acci- dente facilmente $i ri$oluino, nè $otto il pe$o $i fiacchino: Et $i mureranno con 30 ogni diligentia $econdo il Regolo, il Piombino, & l'archipenzolo, non pre- termettendo per lo lungo alcuna collegatura, & per il tra@@er$o con commet- titure che $cambieuolmente leghino l'una l'altra, la$ciando da parte ogni ri- pieno di $a$si minuti. Aggiugnerannoui$i ancora molto $pe$si, & perni, & $pranghe di Bronzo, appiattate, & acconce, di maniera ne luoghi loro, che le 35 Pietre per e$$e buche non diuentino deboli; ma con sì fatte $prangature $tieno ferme. Et tirifi tale operain alto con amendue le te$te eleuate angularmen- te, & da Prua, & da Poppa; di maniera che le fronti de le Pile, $oprauanzino $empre le piene maggiori. Sia la gro$$ezza de le Pile, per la quarta parte de l'altezza del Ponte. Et $ono ftati alcuni che non hanno terminate le poppe, 40 & le Prue di co$i fatte Pile con angoli; ma con un mezo cerchio, credo io, per conto de la uenu$tà di tale lineamento. Et ancorche io habbia detto che il cer- chio habbia forza di angolo, 10 appruouo piu to$to in que$to luogo gli ango- li; purche e' non $ieno tanto appuntati, che $puntati da ogni piccola mole$tia [121]LIBRO QVARTO. $ieno gua$ti. Piacerannomi ancora quelli, che $arãno fatti in cerchio, $e e’ $arã no talmente $puntati, & bi$tondati; che e’ non $ieno la$ciatiottu$i, di maniera, che $i contrapongino a la mole$ta pre$tezza, & impeto dele onde. Harannole Pileragioneuole cantonata $e ella $arà in tre quarti d’uno angolo retto; & $e que- $ta non ti piace$si, fa ch’ella n’habbia duo terzi. Et que$to ba$ti quanto ale Pile. 5 Se per natura del luogo noi non haremo, i fianchi de le ripe co$ifatti, come de- $iderer\~emo; faremoli nel mede$imo modo de le Pile; & a l’ultimo delleripe, fa- remo altre Pile, & tireremoui alcuni archi ne lo $te$$o a$ciutto terreno; accioche $e per auentura per la continouatione de le onde, & dele piene, in $ucce$$o di tempo, $i leua$$e uia parte de la ripa;con l’hauere allungato il Ponte nel terreno, 10 ti rimanga pur libera la $trada. Le uolte, & gli archi, si percõto dele altre co$e, sì per i crudeli, & continoui intronamenti de carri, bi$ogna che $ieno forti$sime & gagliardi$sime. Aggiugni che alcuna uolta hau\~edo$i a tirar $opra detti Põti pe$i $mi$urati, di Colo$si, o di Aguglie, o $imili; Non ti interuenga come interu\~e ne a Scauro nel far tirare quella $oglia di Pietra; che i Mini$tri publici, habbino 15 ad hauer paura de danni fatti. Etper que$to conto il Ponte, & di di$egno, & di ogni $orte di lauoro, $i debbe accommodare in modo contro le $pe$$e, & conti- noue $co$$e de carri, che e’ duri eternalmente. Che i ponti uerrebbono e$$er fatti di pietre molto grandi, & $aldi$sime; celo dimo$tra facilmente la ragione, con lo e$$empio de la ancudine; la quale $e in uero è molto grande, & graue, $o- 20 $tiene facilmente, i colpi de martegli; ma $e ella è leggiere, ri$alta per i colpi, & $i commuoue. Noi dicemmo che la Volta era fatta di Archi, & di ripieni; & quello arco e$$er il piu$orte, che era d’un mezzo cerchio: $e per la di$po$itio- ne de le Pile, il mezzo cerchio $i rileuerà tanto, che tale rilieuo ti offenda, u$e- remo l’arco $cemo; afforzificati i fianchi de le rìpe, con farli piu gro$si. Qua- 25 lunque arco $i uoglia finalmente, che harà a $tare per te$ta di e$$e uolte, bi- $ogna che $ia di Pietre duri$sime, & grandi$sime; non altrimenti che quelle, che tu harai po$te ne le Pile. Etin detto arco non ui $aranno pietre piu $otti- li che almeno non corri$pondino con la loro gro$$ezza, a la decima parte de la $ua corda. Nè $arà la corda piu lunga, che per $ei uolte quantoè la gro$$ez- 30 za dela pila, nè piu corta che per quattro. Et commettin$i in$ieme que$te pie tre ad arco con Perni, & $pranghe di Bronzo gagliardi$sime. Oltra di que- $to l’ultima pietra ad arco, che e’ chiamano il $erraglio, $arà ridotta da lo $car- pello a la mi$ura de le altre pietre ad arco, & ancora da l’una de le te$te $arà la- $ciata alquanto piu gro$$a, acciò non ui $i po$$a mettere, $enon per $orza, 35 & con mazzapichiarla leggiermente. Percioche in que$to modo le altre pie- tre ad arco di $otto, piu ri$trettamente $errate in$ieme, gagliardamente, & lungo tempo $taranno ne lo officio loro. Tuttii ripieni dentro $i murino di pietre; di maniera che non $e ne po$$a trouare alcuna piu $alda, & di commet- titure di $orte, che non $e ne truoui alcuna piu $trettamente congiunta. Et $e- 40 nèl’fornire iripieni, tu non haue$si tanta abondantia di pietre forti, non ricu$e- rò de le piu deboli in ca$o di nece$sità, pur che per tutta la $tiena de la uolta nõ $i me$coli ne $erragli co$a alcuna, $e non Pietre forti. Re$taci a la$tricare tal la- uoro. Non $i debbe manco a$$odar il terreno a ponti, che a le uie da durare [122]DELLA ARCHITETTVRA eterne; & $i debbe alzare di ghiaia $ino a la altezza di tre quarti, dipoi di$tender- ui $opra le pietre, con riempitura di Rena pura di Fiume, o di Mare. Ma il ua- no $otto il la$trico de Ponti; $i debbe riempiere, & pareggiare di pezzami, $ino a la altezza de $uoi archi, doppo que$to, quel che tu ui la$tricherai $opra a$$et- teralo cõ la calcina. Nele altre co$e che re$tano, $i deue hauere uguale ri$petto 5 a l’una che a l’altra; concio$ia che da gli lati con forti$sima muraglia, $i affortifi- cheranno, e $i la$tricheranno con pietre, nè piccole, nè $rombole atte a uoltar$i, che con ogni poco di $pinta $i $muouino; nè anche con pietre tanto grandi, che le be$tie habbino come $opra co$a lubrica cominciandoui a $drucciolare, prima che le truouino fe$$ure doue po$sino fermare lunghia a caderui. Etueram\~ete 10 importa molto di che pietre $i la$trichino, hor che pen$i tu che auengha per il lũ go, & continouato con$umamento de le ruote, & de le be$tie; poi che noi ueg- giamo che le formiche in e$$e $elici, cõ il pa$$are de lor piedi, ui hanno ancor e$$e $cauato illoro cãmino? Maio ho con$iderato che gli Antichi in molti luoghi, & ne la uia ancora che uà a Tiboli, la$tricarono il mezo de la $trada di Selici, & i 15 lati dale bande, coper$ono di ghiaia minuta. Et que$to $ecero, accioche leruo- te ui face$$ero manco danno, & i piedi de le be$tie ui $i attacca$sino meglio. In altriluoghi, & ma$simo $u per i Ponti, accanto a le $ponde feciono andari con pietre, rileuati, che $erui$sino per i pedoni; & la parte del mezo la$ciarono a Car ri, & a le be$tie. Finalmente gli Antichi in $imili opere lodarono molto la Se- 20 lice, & infra le Selici, quelle, che haueuano piu buche, o piu$e$si; non per che le fu$sino piu dure, ma perche manco ui $i $drucciolaua $opra. V$eremo adunque qual $i uoglia Pietra, $econdo che ne haremo abbondanza, pur che $i $ceglino le piu dure; con le quali almeno $i la$trichi quella parte de la uia, la quale è piu battuta da le be$tie; & la piu battuta da quelle, è la piu pari, concio$ia che $empre 25 fugghino quelle parti che pendono. Et ponga$i, o uuoi $elice, o qual altra pietra $i uoglia gro$$a tre quarti di braccio, & larga al manco un piede con la faccia di $o pra piana, congiunta l’una con l’altra, che non ui $ia fe$$ura alcuna, colmandoui la $trada, accioche raccolteui le pioggie $corrino uia. Ilmodo di colmare le $trade è di tre $orti; concio$ia che i pendij $aranno fatti o inuer$o il mezo de la 30 $trada, il che s’a$petta a le $trade piu larghe; o uero da glilati, che impedi$cono manco le uie piu $trette; o ueramente per il dirito de la lunghezza de la $trada dal principio a la fine. Que$ti ueramente $i uanno accommodando, $econdo che è piu commodo, o che torna meglio a le sboccature de le fogne, & de Riga- gnoli, ne la Marina, o nelaghi, o ne fiumi. Quella colmatura $arà ragioneuole, 35 che ad ogni braccio, & mezo, $arà un mezo dito. Io ho con$iderato i pendij de gli Antichi, con i quali $aliuano al monte, che gli u$auano alzare un piede ad ogni trenta piedi. Et in alcuni altriluoghi, come uerbigratia ale te$te de ponti fi ueggono alzati tali pendij ad ogni cubito un palmo, ma que$ti $ono talmente corti, che una be$tia carica, con uno sforzo $olo li pa$$a uia.

40 [123]LIBRO QVARTO.

De le Fogne, de lo u$a, & forma loro, & de fiunsi, & dellefo$$e d’acqua, che $eruono æ Nauil{ij}.

Cap. VII.

E’Si pen$a, che le Fogne $i a$pettino al lauoro de le $trade, concio$ia chele $i debbino fare $otto le $trade, giu per il mezo, & che le giouino molto al 5 coprire, al pareggiare, & a rendere piu nette le $trade, & per ciò non ci fa- remo beffe di quelle, in que$to luogo. Et ueramente che altra co$a dirò io che $ia una Fogna, $e non un ponte, o piu to$to un qualche arco molto largo? Nè è marauiglia, $eper que$to nel far $imili Fogne, $i debbino o$teruare tutte quelle co$e apunto, lequali poco fa dicemmo di e$si Ponti. Et certamente gli Antichi 10 $timarono tanto l’u$o de le Fogne, che e’non $i uede ch’eglino face$sino mai $pe $e maggiori, in finire qual altra $orte di muraglia $i uoglia, nè in alcun luogo u$a$ $ino maggiore diligentia: & infra le marauiglio$e muraglie de la Città di Roma, $i tiene che le Fogne$ieno le principali. Io non $tò quì a raccontare quante cõ modità arrechino con loro le Fogne, quanto le rendino la Città piu dilicata, 15 quanta pulitezza arrechino a priuati, & a publici edificij, & quanto le giouino a mantener l’aria fana, & $incera. La Città di Smirna, ne laquale trouando$i a$le- diato Trebonio, fu deliberato da Dolobella, $criuonoche & per la dirittura de le $trade, & per gli ornamenti de li edificij, era tenuta belli$sima; ma per non ha uere ella Fogne, che pote$sino, raccogliendo le brutture, portarle uia, offendeua 20 grandemente con il puzzo gli habitatori. Siena Città in To$cana, per non ha- uere ella Fogne, non è punto dilicata, onde gli auuiene, che non $olamente nel principio, o nela fine de le notti, ne quali tempi $i gettano da lefine$tre i ua$i de le raccolte brutture, ella tutta $puzzi; ma alcuna uolta $i uede $porca, & fracida per le molte humiditati. Sono le Fogne di due $orti, de l’una de lequali $ono 25 quelle che portan uia le brutture, o nefiumi, o ne laghi, o nel mare: De l’altra $on quelle, che fatto un pozzo profondo nel Terreno, $malti$cono le brutture nel uentre de la Terra. Quelle che portano uia, bi$ogna che $ieno la$tricate di la- $trico a pendio, & a sdruciolo, $aldi$simo: perilquale po$$a la humidità $correre liberam\~ete, & chequelle co$e, che ui $ono murate, per la continoua humidità, 30 non $i infracidino. Que$te mede$ime ancora bi$ogna che $ieno $olleuate dal fiume, accioche per le piene non $ienoripiene dal fango, nèriturate da la mota. Quelle che haue$sino a $tare $coperte, $iamo cõtenti $enza la$tricarle de lo ignu do Terreno, concio$ia che i Poeti chiaman@ la Terra, il Cerbero, & i Filo$o- fi, il Lupo de gli Dei; percioche ella con$uma ogni co$a, & ogni co$a diuora. 35 Quelle $porcitie, & brutture adunque, ui $i aduneranno, mangiando$ele il terreno, $i con$umeranno, & non e$aleranno puzzolenti uapori. Vorrei be- ne, che le Fogne, che hanno a riceuere l’orine, $i colloca$sino di$co$to a le mu- ra: Percioche da gli andori del Sole, $i marci$cono, & $i gua$tano marauiglio$a- mente. I Fiumi oltra que$to, & lefo$$e da acqua, & quelle ma$simo, per le- 40 quali hanno a pa$$are le Naui, Io pen$o, che $i debbono annouerare infra le fpetie de le uie: Concio$ia che e’ pare a molti, che le Naui $ieno $petie di car- ra; non e$$endo a la fine altro il Mare naturalmente, che una larga, & $patio$a $trada. Ma di que$te co$e, non s’a$petta parlarne piu a la lunga in que$to luo- [124]DELLA ARCHITETTVRA go. Et $e per auentura egli auerrà che que$te co$e non ba$tino a bi$ogni de gli huomini, $i doueranno allhora, & con la mano, & con l’arte rimediare i difetti, $e alcuni per auentura ue ne fu$sino, & aggiugnerui quelle commodità che ui man ca$sino, il modo de lequali co$e tratteremo poi nel luogo loro.

5

Della cóueniente muraglia de Porti, e de luoghi cómodi per le Piazze nelle Città. Ca. VIII.

HOr $e egli è parte alcuna de la Città, che $i confaccia con le co$e, che noi douiamo trattare in que$to luogo. II Porto ueramente $arà quel de$- $o. E$$endo certamente il Porto non altro, che qua$i un termine nel cor 10 $o de Cauagli, dalquale, o tu ti muoua a cor$o, o alquale arriuando, finito il cor$o ti fermi, & ti ripo$i. Altri for$e diranno che il Porto $ia la Stalla de le Naui, $ia pure egli come tu ti uoglia, o termine, o Stalla, o ricettacolo; certamente $e la proprietà di qualunque Porto è di riceuer dentro a $e le Naui, $icure da l’im- 15 peto de le tempe$te; egli è di nece$sità che e’ le difenda: Sianoui fianchi ga- gliardi$simi, & alti; & oltra que$to bi$ogna che ui $ia una larghezza adattata di maniera, chele Naui po$sino, & grandi, & cariche, commodi$simamente raccorui$i, & $icuramente ripo$arui$i. Lequali co$e $e ti $i rappre$enteranno da la opportunità del luogo, non harai da de$iderarui altro, $e già non ti au- 20 ueni$si come ad Atene, laquale haueua $econdo che $criue Tucidide, tre Por- ti fatti da la Natura; che tu habbia a $tare in dubbio, quale di tanti tu ti uoglia eleggere per il meglio, doue tu uoglia andare a prender Porto. Ma egliè cer- tamente co$a euidenti$sima, mediante quelle co$e, che noi dicemmo nel pri- mo libro, che e’ $ono alcune regioni, doue non po$$ono tutti i Venti: & alcu- 25 ne, doue alcuni di loro $ono molto fa$tidio$i, & continoui. Anteporremo adũque a gli altri quel Porto, ne le bocche del quale $pirino i Venti piu benigni & piu quieti; & nel quale tu po$$a cõ buona gratia de Venti entrare, & u$cire $en za hauergli molto ad a$pettare. Infra tutti i Venti, dicono che Borea è il piu benigno, & che il Mare commo$$o da Greco, ce$$ato il Vento $i quieta $ubito; Ma $e bene ce$$ono i Venti Au$trali, il Mare dura nondimeno a fluttuare 30 gran tempo. Ma $econdo la uarietà de luoghi $i debbono elegger quelle co- $e, che $ono, & piu commode, & piu e$pedite a bi$ogni de le Naui. De$idera- ui$i un fondo grandi$simo, sì ne la Foce, sì nel mezo, & sì a le ripe del Porto; ilquale non rifiuti le Naui da carico, graui per le co$e portate: Etè conuenien- te che il fondo $ia purgato, & che non ui $ieno herbe in alcun luogo. Ancor 35 che taluolta le $pe$$e, & intricate radici de le herbe, arrechino grandi$sima uti- lità a fermar le Ancore; Io niente dimeno uorrei piu to$to il Porto, che non genera$$e co$a alcuna, che haue$$e a contaminare la purità de l’aria, o a nuoce- re a le Naui, come fanno le Alige, & le herbe, che na$cono ne le acque. Con- cio$ia che le eccitano a Nauilij Vermi mole$ti$simi, Tigniuole, & lombricuz- 40 zi, & per il marcir$i di tai liti, uapori pe$tiferi. Faranno ancora il Porto infer- mo, & mal $ano, $e ui $i me$coleranno acque dolci; & ma$simo quelle, che pio- uute d al Cielo ui caleranno da Monti; Vorrei nondimeno che egli haue$$e a canto, & uicino, fontane, & Riui, donde $i po$$a prendere acqua chiara, & [125]LIBRO QVARTO. commoda a mantener$ine Nauilij. Et che gli haue$$e u$cite e$pedite, & dirit- te, & certe, non ui $i uaria$$e il fondo, fu$$e libero da gli impedimenti, $icuro da gli aguati de Nimici, & de Cor$ali. Oltra di que$to haue$$e $opra capo alcune $ommità di alti$simi Monti da ueder$idi lontano, & notabili; a quali i Nauigan- 5 ti po$sino, come a luogo determinato dirizzare il loro nauigare. Dentro al Potto $i debbe tirare una ripa, & un ponte; accio quindi $i habbia piu commodi tà delo $caricare le Naui. Que$ta $orte di muraglia u$arono gli Antichi uaria mente, de lequali uarietatinon è tempo da parlare al pre$ente. Concio$ia che tale di$cor$o $i debba ri$erbare, allhora che noi parleremo del ra$lettare i Porti; 10 & del condurre tal machina. Debbe oltra di que$to il Porto hauerui luoghi da po$$eggiare, & un Portico, & un Tempio, doue po$sino alquãto fermar$i quel- li che e$cono de Nauilij. Nè ui debbono mancare Colonne, Spran ghe, & Cã- panelle di ferro, a lequali $i po$sino legare i Nauilij. Faccinui$i $pe$$e uoltic- ciuole, $otto lequali $i mettino al coperto le co$e portate. Murinui$i ancora in 15 $u le bocche Torri alte, & gagliarde; accioche de la lanterna di e$$e, $i uegghino uenire le Vele; & quindi la notte con fuochi mo$trino a Nauiganti il cammino $icuro; & con le loro merlature difendino i Nauilij de gli Amici; & mettiuin$i a trauer$o Catene, che tenghino fuora gli inimici. Et dal Porto al dritto mezo dela Città, dirizzi$i una $trada mae$tra, & ui concorrino a$$ai Borghi; accioche 20 da ogni uer$o $i po$$a in un $ubito a$$alire la in$olente armata de nimici; & hab- bia piu adentro alcuni Seni minori, doue i Nauili indeboliti $i po$sino ra$$etta- re. Ma non $ila$ci que$to indietro, appartenendo$i egli ma$simo al Porto, che furono, & $ono Città celebrate, $icure piu per que$to, che per altro, cioè per ha- uere le bocche, & in luogo dele bocche l’entrata incerta; & le diuer$ità de Ca- 25 nali cono$ciuti a pena da chi ui nuota, mouendoui$i il fondo d’hora in hora. Que$te $on quelle co$e che ci è par$o di dire de gli Edificij Publici de lo uniuer- $ale, $e già non ci aggiugne$$e, che dicono, che $i $comparti$chino le Piazze, che alcune $eruino a poterui uender le co$e, che nella pace ui $aranno $tate portate; alcune $eruino perche la giouentù ui $i e$erciti; & alcune nella guerra $er- 30 uino a riporui legnami, $trami, & altre co$i fatte co$e, che t’habbino a $eruire a potere $opportar l’a$$edio. Mail Tempio, i luoghi $acri, & il luogo da rendere ragione, & il luogo da recitar- ui$i Spettacoli, & $imili, $ono piu to$to luoghi comu- ni, & proprij, di non molti; & que$ti $ono 35 o Sacerdoti, o pure Magi$trati, & però tratteremo di e$si a luogo loro.

40 [126]DELLA AR CHITETTVRA DI LEONBATISTA 5 ALBER TI. LIBRO ZVINTO, NELQVALE SI TRATTA DE GLI EDIFICII PARTICOLARI. 10 Dele Fortezze, & delle habitatiom che banno a $eruire per i Re, & per i Signori, & delle loro differentie, & parti. Cap. I.

DISPVTAMMO nel pa$$ato libro, che egliè di nece$sità accom- 15 modare uariamente gli Edificij, & ne la Città, & ne le Ville, $e- condo i bi$ogni de Cittadini, & de gli habitanti; & dimo$tram- mo, che altri Edificij s’a$pettano a la uniuer$ità de Cittadini, al- tria Cittadini piu degni, & altri a piu ignobili: Et finimmo il ra- gionamento diquelli, che a la uniuer$ità $i a$pettauano. Or- dinera$siadunque que$to Quinto Libro, accio $erua a la nece$sità, & a la cõmo- 20 dità de particolari. Nela qual co$a certo & uaria, & grande, & difficile ad e$pli car$i; ci sforzeremo per quanto $arà in noi di ingegno, & di Indu$tria, ch’e’ $i hab bia a cono$cere, che noi nõ habbiamo uoluto la$ciare in dietro co$a alcuna, che in qualunque luogo $i uoglia, pote$$e fare a propo$ito, o che pote$$e hauere ad e$$ere de$iderata da alcuno; nè aggiugnercene ancora alcuna che gioui piu ad 25 abbellire il parlar noftro, che admettere ad effetto la no$tra intentione. Co- mincieremociadunq; da le co$e piu degne. Digni$simi $opra tutti gli altri $ono coloro, a cui è dato l’Autorità, & il $reno in mano del moderare leco$e. Iquali o ueramente $ono parecchi, o pure un $olo. E’ bi$ogna che co$tui, $e $arà $olo, $opra tutti; $ia ancora $opra tutti gli altri, il piu degno. Andremo adunque cõ 30 $iderando quelle co$e, che per ri$petto di co$tui, che $arà $olo, $ieno da far$i. Se prima però noi delibereremo, ilche molto importa, quale habbia da e$$ere co$tui, o $imile a uno, che con Integrità, & Iu$titia comandi a coloro, che da lui uogliono e$$er comandati; & non $i muoua tanto per lo intere$$o $uo proprio, quanto per la $alute, & per la commodità de$uoi Cittadini, o $imile a quello, che 35 uoglia hauer ordinate le co$e con i$uoi $ubditi: di maniera, che e’po$$a coman- dar loro, ancorche e’non uole$$ero. Concio$ia che e’ nõ bi$ogna che e’ $ieno sì la maggior parte de gli edificij, sìancora e$$a Città fatta in un mede$imo modo per coloro, che $ono diuentati nuouamente principi a$toluti, & per coloro, che po$$eggono, & difendono uno gouerno, nelquale $ieno entrati come che in 40 uno Magi$trato datogli per a tempo. Habbino i Re le Città loro afforzifi- cate grandemente, molto piu da quella banda, da laquale po$sino $cacciare gli Inimici, che gli ueni$$ero addo$$o. Et quelli, che nuouamente $on diuenta- ti Principi a$$oluti, hauendo per Inimici non manco i $uoi, che i fore$tieri, [127]LIBRO QVINTO. bi$ogna, che affortifichino la Città loro non meno contro a $uoi, che contro a Fore$tieri: & talm\~ete debbe e$$ere afforzificata, che e’ po$$a a un bi$ogno ualer$i delo aiuto, & de $uoi, & de Fore$tieri ancora cõtro a $uoi. Nel pa$$ato libro di- mo$trãmo come $i haueua a fortificare una Città contro a gli Inimici fore$tieri; con$idereremo al pre$ente quel che ella uoglia hauere contro a nimici Terra- 5 zani. Euripide tiene per co$a certa, che la moltitudine naturalmente $ia uno Inimico potenti$simo, & che $e ella uorrà ridurre unitamente in$ieme le fraudi, & gli in ganni, diuenterà certamente ine$pugnabile. I $aui$simi Re del Cairo in Egitto, città dimaniera popolati$sima, che e’ pen$auano che allhora ella $te$- $e $ana, & bene, quando e’ non ui moriuano piu che mille huomini il giorno: la 10 diui$ono con fo$$e d’acqua tãto $pe$$e, che ella non pareua di già una $ola Città, ma molte picciole Terrecciole congiunte in$ieme: Et que$to credo io che e’ fa- ce$sino, accioche la cõmodità de gli Impeti fu$$ediui$a, & $par$a. Et per \~q$to ottennero facilmente, che innanzi tratto non hauieno a temere de gli impor- tanti motiui de la moltitudine; & $ecõdariamente di potere reprimere con fa- 15 cilità, i detti motiui $e pure ne na$ce$$ero; non in altra maniera che auerrebe, $e di uno colo$$o grandi$simo, $e ne face$sino due, o piu $tatue, piu trattabili, & piu portatili. I Romani non mandauano in Egitto alcuno Senatore, con autorità Procon$olare, ma di$tribuiuano a cia$cun luogo huomini de l’ordine de Caua- lieri. Ilche dice Arriano che e$si faceuano, accioche una Prouin cia tanto dedi 20 ta a la innouatione di nuouitumulti, non fu$$e gouernata da un $olo. Et con- $iderarono ne$$una Città e$lere $tata $enza di$cordie de Cittadini piu che \~qlle, che o diui$e da la natura, come che $e ui pa$$a$$e un fiume per il mezo, o doue fu$ $ino collinette $eparate in piu parti; o che ueram\~ete po$te parte in piano, & par te in colle, fu$sino diui$e da alcuna muraglia commodi$simamente; & tal diui$io 25 ne non pen$o io che $i habbia a tirare come un Diametro a trauer$o d’una pian- ta; ma come rinchiudere un circuito in un altro: Concio$ia che i piu Ric- chi come quegli, che uorrieno il pae$e piu largo, $opporteranno facilmen- te d’e$$ere la$ciati fuori del primo cerchio; & la$ceranno uolentieri a le Bec- cherie, & ale altre botteghe, & a Trecconi, il mezzo della Città per il Mer- 30 cato; & la poltrona Turba del Terentiano Gnatone, cioè Pizzicagnoli, Beccai, & Cuochi, & $imili arrecherà piu $icurtà, & manco $o$petto, che $e ella non fu$$e $eparata da Cittadini piu nobili. Nè $ia fuori di propo$ito, quel che $i legge ne gli $critti di Fe$to, che Seruio Tullio comandò a Patritij, che anda$sino ad habitare nel Borgo; accioche $e egli haue$$ero cerco habitan- 35 do in quelluogo di fare innouatione, $tandoui egli $opra a rido$$o, egli pote$- $e opprimere in un $ubito. Que$to muro dentro a la Terra bi$ogna murarlo di maniera, che pa$si per tutte le reggioni de la città, & di gro$$ezza, & d’ogni altra $orte di lauoro bi$ogna alzarlo gagliardi$simo, & alti$simo, fino a tanto che $oprauanzi a tutti i Tetti de gli edificij priuati. Et bi$ognerà for$e ancora 40 aftortificarlo di Torri, & di merlature, & di fo$$e ancora da ogni banda, ac- cioche i tuoi Soldati nel $tarui dentro, mediante quelle dife$i, & $icuri, da per tutto lo po$sino difendere; Bi$ogna che le $ue Torri non $ieno aperte da lo lato di dentro, machiu$e di muro per tutto, & bi$ogna che le $ieno e$po$te a [128]DELLA ARCHITETTVRA luoghi co$i uer$o i $uoi, come uer$o i fore$tieri, a quelli ma$simo, dico, a quali $o no addirite le $trade, o gli alti$simi tetti de t\~epij. Non uorrei che ne le Tor- ri $i $ali$$e da alcuno altro luogo, che perlo $te$$o muro, & allo $te$$o muro non uorrei che $i $al<007>$$e, $e non da una uia conce$$a da il Principe. Dala fortezza a la Città non uorrei $i cammina$$e per $trade, che ui fu$sino alcuni archi, nè la$cia 5 teui Torri in alcun luogo. Debbe$iancora auertire, che non ui $ieno nè agetti di terrazzi, nè Piombatoi, donde po$$a e$ler dato impedimento, con il tirare de $a$si, & de le freccie, a Soldati, che corrono a fare gli offitij loro. Vltimamente e’ $i debbe di maniera ordinare tutta que$ta muraglia, & di sì fatte co$e, che tut- ti <007> luoghi, che $ono a caualiere, $ieno in pode$tà di chiregge. Et che ne$$uno 10 po$$a impedire i $uoi dal potere $correre la Città liberamente per tutto. Etin que$to le Città di coloro, che $ono nuouamente diuentati Principi, $ono differ\~e ti da quelle de Re. Et for$e in que$to ancora $ono differenti, che a Popoli libe ri $on piu commode le Cittàne le pianure; & a quelli, che nuouamente $i$ono ac qui$tato uno Imperio, piu $icurenelle montagne. Gli altri edificij di co$toro, 15 doue habbino ad habitare, & i Re, & quei Principi che dinuouo $i hanno acqui $lato uno Imperio, non pure $i $omigliano infra loro ne la maggior parte de le co$e, ma conuengon ancora in alcune con gli edificij Plebei de Priuati. Dire- mo prima in quel che e’ $i $omiglino: Dipoi quel che cia$cuno habbia per $ua proprietà. Que$to genere de gli edificij, dicono che fu trouato per la nece$si- 20 tà; niente dimeno e’ ci $ono alcune altre parti, ueramente tanto commode, che per l’u$o, & per la con$uetudine del uiuere, par che le $ieno al tutto diuentate ne ce$$arie, come è il Portico, il luogo da pa$$eggiare, il luogo da far$i portare, & $i- mili, lequali co$e e$$endo noi per$ua$i, co$i da la $cienza, & da la ragione de l’edi- ficare, non le di$tingueremo già di maniera, che noi diuidiamo però le co$e cõ- 25 mode da le nece$$arie; ma in tal modo, che sì come nelle città, co$iancora in co$i fatti ca$amenti, altre parti $i a$pettino alla uniuer$ità di tutti, altre a le commodi tà di pochi, & altre a quelle d’un $olo.

Del Portico, Antiporto, Androne, Sala, Scale, Veroni, Vani, Porti di dietro, Ripo$ti- 30 gli $egreti, & $tanze na$co$e, & in quello che $iano differentile ca$e de Principi, da quelle de Priuati; & de gli appartati, & in$ume congiunti appartamenti del Princi- pe, & della $ua Donna.

Cap. II.

NOi certamente non pen$iamo che il Portico, & lo Antiporto fu$$e fatto 35 $olamente per commodità de Serui, come dice Diodoro; ma per cagio- ne ancora de la uniuer$ità de Cittadini: In ca$a poii luoghi da pa$$eg- giare la Corte, lo Androne, la Sala (laqual credo io che $ia chiamata co$i dal $al- tare, che in quella $i fa nel celebrarui$i l’allegrezza delle Nozze, & de Conuiti) non $i appartengono alla uniuer$alità, ma piu to$to a gli habitanti proprij. Le 40 Stanze da $tarui a mangiare è co$a certa che alcune $eruono per i padroni, & alcune per i Seruidori, le Camere da dormirui $eruono per le Matrone, per le Fanciulle, per i Fore$tieri, & qua$i per cia$cuno appartatamente. De la uni- uer$ale diui$ione, de le quali, per quanto s’a$pettaua a parlarne generalmente, [129]LIBRO QVINTO. ne tratammo nel primo libro de Di$egni: hora è nece$$ario $eguitare di dire, quante elle debbino e$$ere, come grandi, in che $iti $i debbino porre, che cia$cu na, $econdo il bi$ogno, ui $tia accommodatamente. Il Portico, & lo Antipor- to $i adornerà con la entrata. L’entrata $i adorna sì de la $trada, uer$o laquale ella $tà aperta, sì ancora de la maie$tà de l’opera, con laquale $arà finita. Le $tan- 5 ze poi da mangiare piu adentro, & quelle doue s’hanno a riporre le robe, & $imi li, $i debbono collocare in luoghi atti, accioche le co$e, che ui $i hanno a riporre, ui $i mantenghino commodamente hauendoui aria, Venti, & Soli conuenienti; & $ieno accommodate $econdo i bi$ogni, & $ieno di$tinte di maniera, che nel conuer$are, o de fore$tieri, o de gliabitanti proprij, non diminu$chino a co$toro 10 la dignità, la commodità, & il diletto, & non accre$chino anco a coloro il de$ide rio, & la $ete di co$a non conueniente. Et $i come il Mercato, & le piazze ne la Città non debbono e$$ere in luoghi ripo$ti, o na$co$i, o $tretti, ma in luoghi aperti, & qua$inel mezo: co$i ne le Ca$e ancora, la Sala, & il ricetto, & l’altre co$e $imili, debbono e$$ere di maniera in luoghi cõmodi, che tutte le altre membra 15 ui corri$pondino $opra commod$simam\~ete: Cõcio$ia che in que$te $i debbono terminare, i uani de le $cale, & de Veroni, In que$te ancorai ricetti doue que’di ca$a $alutano, & ri$contrano cõ allegrezza gli inuitati a Conuiti. Non debbe la Ca$a ancora hauere $e non una u$cita, accioche$enza $aputa del Portinaro, non po$$a alcuno entrare, & portar fuori co$a alcuna. Guarderenci ancora che i Va- 20 ni de le fine$tre, & de gli u$ci, nõ $ieno e$po$ti nè a le cõmodità de ladri, nè a Vi- cini, accioche nõ interrompino, uegghino, o cono$chino quel che $i faccia in ca- $a, o quel che ui $i porti. Edificauano gli Egitij le ca$e priuate di maniera, che dal lato di fuori non appariuano alcune fine$tre. De$idererebbe for$e alcu- no hauere una porta di dietro, per la quale $i conduce$sino dentro le ricolte, 25 portate, o dal carro, o da le be$tie, accioche la Porta principale non $i imbrat- ta$$e, & ui aggiugnerebbono un altro V$ciolino piu $ecreto, per <007>lquale $enza $aputa de la famigl<007>a, il Padron $olo pote$$e riceuere dentro i cauallieri $ecre- ti, & que’ che gli porta$sino aui$i, & u$cire fuori a $ua po$ta, $econdo che ricer- cano i Tempi, & lo e$$ere de le co$e. Io non bia$imo già que$to, ma io de$ide- 30 ro ben grandemente, che ui fu$sino na$condegli, & ripo$tigli na$co$i$simi, & $ecreti$simi, & $tanze da rifuggirui coperti$sme, che a pena le $ape$$e il Pa- drone, ne quali luoghi per i ca$i $ini$tri, $i pote$sino ripporrele V e$ti, gli argen- ti, & $e e’ bi$ogna$$e per mala di$auentura, egli ui $i $alua$$e ancora $e $te$$o. Nel $epolcro di Dauid erano $tati fatti alcuni na$condegli, per na$conderui 35 dentro i Te$ori de la Eredità Regia, con uno artificio tanto marauiglio$o, che egli era impo$sibile accorger$ene in modo alcuno; De l’uno de quali di- ce Io$efo, che Ircano Pontefice doppo mille trecento anni ne cauò tre milia Talenti d’oro, cioè mille ottocento migliaia di $cudi per liberare la Città dal- lo a$$edio di Antioco. Oltra que$to dicono che a$$ai tempo doppo, Herode 40 ancora ne cauò di un altro una gran quantità di Oro. In que$te co$e adunque conuengono le Ca$e de Principi, con quelle de priuati: Ma ui è principalmen- te que$ta differentia, cioè che l’una, & l’altra di que$te hanno inanzi tratto un certo che, di lor natura propria; Concio$ia che in quanto a quelle parti che $i [130]DELLA ARCHITETTVRA hanno ad attribuire a lo u$o di molti, dette parti debbono e$$er & piu, & mag- giori; & in quanto a quelle che $i hanno ad a$$egnare a gli u$i de pochi, debbo- no dette parti e$$er piu to$to alquanto piu ornate, che tanto grandi. Euui que- $ta altra differentia ancora, che ne le ca$e de Principi bi$ogna che que’ ricetti che $on de$tinati a l’u$o di pochi, habbino ancor’ e$si del grande, co$i bene, co- 5 me quelle parti, che $ono de$tinate a l’u$o di molti; concio$ia che tutti i luoghi de le ca$e de Principi s’empiono $empre di moltitudine. Ma ne le altre ca$e priuate, quelle parti, c’hanno a $eruire a l’u$o de piu, giouerà porle dimaniera, che le $ieno non altrimenti che quelle de Principi. Et gli appartamenti $ieno al tutto di$tinti per la Moglie, & per il Marito, & per imini$tri, di modo che tut- 10 ti non pure $ommini$trino per tutto al bi$ogno, ma a la Maie$tà ancora, & non ui re$ulti alcuna confu$ione da la moltitudine di quegli di ca$a. Que$ta co$a è ueramente molto difficile, & mal uolentieri da poter$i far $otto un $olo Tetto; & però a cia$cuno membro $i debbe dare la $ua regione, & il $uo Sito, & il $uo inte- ro $patio del Tetto, & la $ua muraglia; ma debbon$i congiugnere di maniera, & 15 con le coperture, & con i Veroni, che la moltitudine de $erui, & di que’ di ca$a, mentre che s’affrettano di fare le facende, non habbino a uenirui, come chiama- ti di un’altra ca$a uicina, ma ui $ieno pronti, & pre$ti. Eti Fanciulli, & le $erue, & lo $trepito del re$to de la famiglia, che $empre cicala, $iano $eparati da i com- mertij de Patroni; & co$i $i $epari ancora ogni men dilicata pulitezza de $erui. 20 Le Stanze de Principi, doue hanno a $tare, a mangiare, $i debbono porre in luo- go digni$simo. Il por$i alto arreca $eco grandezza, il ueder$i, come $otto a gli occhi la Marina, le Colline, & una Regione grandi$sima, $i arreca mede$imam\~e te grandezza. Tutta la Ca$a de la Moglie $arà $eparata al tutto da la ca$a del Principe $uo marito, eccetto però che l’ultimo appartamento, & le $tanze del 25 letto Matrimoniale, debbono e$$er comuni a l’una, & a l’altro. Vno $olo Por- tinaro $errerà, & guarderà con una porta $ola, amendue le lor ca$e. Le altre co$e, ne le quali que$te $ieno dif$erenti da le altre, $i a$pettano piu pre$to, come lor propie a le ca$e de priuati, che a quelle de Principi. Diremo adunque di quelle al luogo loro. Le ca$e de Principi conuengono ancora tra loro 30 $te$$e in que$to, che oltre a quelle co$e che $i a$pettano a gli u$i priuati loro; Bi$ogna che ella habbino l’entrata $opra la uia mae$tra, & ma$simo $opra il Fiu- me, o $opra il Mare; Et in cambio di Antiporto, bi$ogna che habbino ricetti grã di$simi, che $ieno capaci a riceuer le accompagnature de gli Imba$ciadori, o de Baroni portati da Carrette, o da Barche, o da caualli.

35

De la ragioneuole muraglia, del Portico, Androne, Sale da$tate, & da Verno, de la Tor- re, et de la Fortezza, & de la proprietà de le Ca$e Regali, & di quelle de Principi nuoui.

Cap. III. 40

IO uorrei che e’ ui fu$$e il Portico, & le coperture non $olamente per amore de gli huomini, ma per ri$petto ancora de le be$tie, accioche u<007> $i pote$sino difendere dal Sole, & da le pioggie. A canto a lo Antiporto le loggie, il luogo da Pa$$eggiare, & da far$i portare, & $imili, hanno molto del gratio$o, do- [131]LIBRO QVINTO. ue la giouentû $tando ad a$pettare i loro uecchi, che tornino da negociare con il Principe, $i po$$a e$ercitare con $altare, con fare alla Palla, con trar la Pietra, & con far a le braccia. Piu a dentro poi un grande Androne, o una grandi$sima Sala; Doue i Clientoli po$sino a$pettando i lor Padroni, $tare a di$putare; & doue $ia preparatoil $eggio da $tarui il Principe a dar le $ententie. Piu ad\~etro poi una 5 altra $ala, doue i principali de lo $tato $i ragunino in$ieme a $alutare il Principe, & a dire il parer loro di quel che e’ $ono domandati. Et$arà for$e conuenien- te farne due. Vna per la $tate, & una per la Vernata: & $opratutto $i debbe ha- uere riguardo a l’antica, & $tracca età de uecchi Padri, che ui $i ragunano: che e’ non ui acaggia loro niente di co$a, cõtro la loro $anità, & che e’ po$sino $tarui a 10 di$putare, & a deliberare de le co$e $enza alcuno pur minimo impedimento, fi- no a tanto che ricerca il bi$ogno, & la nece$sità. Io truouo appre$$o di Seneca che Gracco primieramente, & poi Dru$o ordinarono di nõ dare audienza a tut ti in un mede$imo luogo; ma di hauere la Turba $egregata, & riceuere alcuni in parte piu $egreta: alcuni con molti; & alcuni con la uniuer$alità, perdimo$trare 15 in quel modo, quali erano i loro primi, & quali i loro $econdi Amici. Se que- $to in una co$i fatta fortuna, o ti è lecito, o ti piace, Potrai fare piu & diuer$e por te, per le quali tu gli po$$a riceuer e da l’una, & da l’altra parte, & mandarne que gli, che haranno hauuta audienza, o tener fuora $enza contumacia quelli, a cui tu non la uole$si dare. Sia ne le ca$e una Torre rileuata, da laquale in un $ubi- 20 to $i po$sino uedere tutti i motiui. Er co$i in que$te co$e, & in le $imili a que- $te conuengono in$ieme; Ma in quello che le $ieno differenti $on que$te. Per- cioche le Ca$e de Re, $tanno bene nel mezo de la città che $ieno facili a l’andar- ui, ornale dilicatamente, & leggiadramente piu to$to che $uperbamente: Ma ad un Principe, che nuouamente $i $ia acqui$tato uno $tato, $tà meglio una Fortez- 25 za, che un Palazzo, la quale $ia & dentro, & fuori de la Città. Alle ca$e de Re $tà bene che ui $ia congiunto il luogo da recitarui gli $pettacoli; il tempio, & alcuni belli Edificij ancora di Baroni. Vn Principe quale habbian detto, è di nece$si tà che habbia la $ua Fortezza $piccata per tutto allo intorno da ogni $orte di edi- ficio, ornati$sima, & conueniente; & giouerà ancora a l’uno, & a l’altro quella 30 muraglia (che e$$endo un Palazzo Regio) $e e’ non $arà fatto tanto sbandato, che e’ non $e ne po$$a facilmente $cacciare chi uole$$e fare in$olentia. Et e$$endo una Fortezza, $e ella $arà fatta dimaniera, che ella non parrà manco una habita- tione diuno dilicato Principe, che una Prigione. Non uorrei la$ciar già in die tro in que$to luogo che a Principinuoui $ono commodi$simene le gro$$ezze de 35 le mura alcune occulte, & $ecrete fe$$ure, dale quali po$sino di na$co$o inten- der quel che, o i Fore$tieri; o que’ di ca$a infra loro ragionino. Ma e$$endo officio proprio de la Ca$a Regale, l’e$$er qua$i in tutte le $ue co$e, & ma$simo ne le Principali, diuer$a da le Fortezze, $arà bene congiugnere a la Fortezza il Palazzo Regale. Gli Antichi co$tumarono di far le fortezze ne la Città. 40 Per hauere, & e$si, & il Re, doue rifuggire ne li accidenti contrarij, & doue la Pudicitia de le Matrone, & de le fanciulle $i difende$$e con la Sanità de le co- $e $acre. Fe$to racconta che appre$$o de gli Antichi, le Fortezze erano con- $acrate a la Religione, & che elle $i uolenano chiamare Auguriali, & che egli [132]DELLA ARCHITETTVRA era $olito farui$i da le Vergini un certo $acrificio molto occulto, & remoto grã- demente da la notitia del uulgo. Et per que$to tu non trouerai fortezza alcu- na de li Antichi, che non habbia il $uo Tempio. Mai Tiranni occuparono le Fortezze, & riuoltarono la Pietà del luogo, & la Religione, conuertendo l’u$o di e$$e a le $celleratezze, & a le crudeltà, & quel Santo refugio de le calamitadi, 5 adoperarono per uno fomento di mi$erie. Ma torniamo a propo$ito. La Fortezza di Ammone era accerchiata attorno al Tempio con tre circuiti di mu- ra, la prima fortificatione era del Principe, l’altra de le Moglie, & de figliuoli, & l’ultima era la $tanza de $uoi Soldati. Accommodato lauoro in uero; $e già e’ non $erue piu a difender $e, che ad of$endere altri. Et io in uero, co$i come e’ 10 non mi piace il ualore di quel Soldato che nõ $ia buono ad altro che a ributtare gagliardamente un $uo nimico, che lo affronti, co$i ancora non lodo quella for- tezza, che oltre a lo e$$er ba$tante a difender$i, nõ è tale, che ella po$$a offendere i nimici: Et niente dimanco qualun che $i è l’una di que$te co$e, $i debbe procac- ciar in sì fatta maniera, che paia che tu habbi cerco grãdem\~ete di quella $ola, & 15 che ciò ci auenga fatto, ne $arà cagione il Sito del luogo, & il modo de le Mura.

De la commoda Muraglia, Sito, et Forzificamento d’una Fortezza, o in piano, o in Monte, & del Ricinto, Piano, Mura, Fo$$i, Ponti, & Torri di e$$a.

Cap. IIII. 20

IOueggo che gli e$ercitati ne le co$e de la Militia dubitano in che modo e’ $i può fare una Fortezza ine$pugnabile po$ta in Monte, o in piano. Le col- line ueramente non $ono in ogni luogo di maniera, che tu non le po$$a, o a$$ediare, o minare. Nèa piani ancora $e $arãno ben murati ui ti potrai acco$ta- re $enza pericolo. Io non di$puto di que$te co$e. Percioche e’ bi$ogna che 25 il tutto $i accommodi $econdo la oportunità deluogh<007>, di maniera chetut- to quello, che noi dicemmo del collocare una Città, $i o$$erui nel collocare le fortezze. La Fortezza bi$ogna che habbia $opra ogni altra co$a $trade dirit- te, & e$pedite, donde $i po$$a $occorrere addo$$o a nimici, a Cittadini, & a $uoi Terrazzani, $e per alcuna $editione, o perfidia bi$ogna$$e. Et che e’ $i po$$a 30 metter dentro aiuti, & de $uoi, & de Fore$tieri liberamente, & per terra, & per Fiume, Lago, o Mare. Sarà commodi$simo quel di$egno de la Fortezza, che come uno O, tondo $i congiugnerà a tutte le mura de la Città, & le mura grandi $i congiunghino con e$$a, come un C con corna piegate non la accer- chiando intorno; o ueramente quello dal quale $i partino piu raggi, come per 35 andare a la circunferentia, & in que$ta maniera quel che poco fa dicemmo che bi$ognaua non $aria la Fortezza nè dentro nè fuori de la Città. Et $e alcu- no uole$$e con breuità de$criuere la Fortezza, non errerà for$e a dire che ella $ia la Porta di dietro de la città, affortificata da ogni banda gagliardi$simamen- te. Ma $ia ella come e’ $i uogliono, o il capo principale, o pur la chiaue de la 40 muraglia, e’ bi$ogna che ella porga $pauento, $ia a$pra, & rigida, perfidio$a, & ine$pugnabile, & quanto $arà piu piccola, tanto piu $icura: Percioche la picco- la, ha bi$ogno de la fede di Pochi, & la grande ha bi$ogno de l’officio di mol- ti. Et come dice Euripide, e’ non fù mai moltitudine che non fu$$e piena di [133]LIBRO QVINTO. cattiui ingegni, & però in $imile luogo $arà manco dubbio$a la fedene pochi, che cattiua ne molti. Il Ricinto de la fortezza $i debbe porre $aldo, di Pietre gran- di, conlinea dal lato di fuoria $carpa, per la quale le $cale, che ui fu$sino, po$te, diuentino deboli per l’hauere a $tar troppo a pendio: Et accioche quello inimi- co, che acco$tatoui$i $i attaccha$$e a le mura non po$$a $chi$are i $a$si, che di$opra 5 gli fu$$ero auentati. Etaccioche le co$e, che dale Macchine de nimiciui fu$$ero gittate non colp<007>$chino in piena, ma $muccino peril trauer$o. Il Piano da lo la- to di d\~etro per tutto $ia la$tricato di duoi, o tre $uoli di larghi$sime Pietre; accio- che chi uiè allo a$$edio, faccendoui for$e $otto mine, o trincee, non ui po$$a en- trare di na$co$o. Il re$to de la Muraglia $i debbe alzare alti$sima, $aldi$sima, & 10 gro$si$sima, in$ino a li ultimi cornicioni; accioche po$sino gagliardam\~ete rifutar l'<007>mpeto, & le co$e tratte de le Macchine, & per quanto noi po$siamo, non ui $i po$$a aggiugnere con $cale, o equiparare con argini. Le altre co$e $i faccino nõ in altra gui$a, che de le Mura de le Città dicemmo. Potenti$sima ragione $arà ueramente, nel difender le mura, o d'una Città, o d'una fortezza $e tu harai cura, 15 che il nimico $opra ogni altra co$a non ti $i po$$a acco$tare $enza $uo pericolo. Et que$to $i farà sì con fare i fo$si larghi, & profondi, come ti dicemmo; sì ancora cõ la$ciare na$co$e $otto le bale$triere(per dir co$i)ne la gro$$ezza d'e$$o ricinto, $tabilite fe$$ure, da le quali mentre che il nimico $i cuopre cõ lo $cudo delle of- fen$ioniche gliuengono di $opra, po$$a e$$er ferito per fianco da quella parte che 20 li re$ta $coperta. Que$to modo di dife$a, è $opra tutto il principali$simo. Quin ci pigliano occa$ione piu $icura di ferire il nimico, Dãneggianlo piu dappre$$o, & raro traggono indarno al nemico, il quale non può difendere la $ua corpora- tura per tuto. Et $e la $aetta pa$$a $enza offendere il primo nimico, ri$contrerà ne l'altro, & taluolta ne ferirà uno, & duoi, & tre. Quelle co$e, che di$opra 25 $i auuentano, non $i gettano $enza pericolo; perche appena colgono uno, il quale le può prouedere, & in poco di momento $chifarle, & con ogni piccola rotella ributtarle. Se la Fortezza $arà $u la Marina, ui $i debbe ficcare attor- no Pali, & Sa$si, perche il guado non $ia $icuro, & che le Macchine da guerra di $u le Nauinon ui $i po$sino acco$tare. Se ella $arà $u la Pianura, $i debbe ac- 30 cerchiare d'una fo$$a d'acqua: ma accioche ella non ui $i marci$ca, faccendo- ui cattiua Aria $i debbe cauar$ino a tanto che $i truoui l'acqua uiua. Se ella $arà in Monte, $i cerchierà di precipitij, & doue ci $arà lecito ci $eruiremo di tutte que$te co$e in$ieme. Ma da que' luoghi, donde le batterie po$sino fare danno, ui $i addir<007>zzeranno mezi cerchi, o piu to$to Cantonate di Mura acu- 35 te come prue. Ne mi è na$co$o che molti e$ercitati nelle co$e da guerra di- cono che le mura troppo alte, $ono contro le batterie pericolo$e; concio$ia che la loro rouina riempiendo i Fo$si, porge a nimici il cammino e$pediti$si- mo ne gli a$$alti. Que$to non accaderà $e $i o$$eruaranno quelle co$e, che noi habbiamo dette di $opra. Io torno al primo ragionamento. Ne la Fortez- 40 za $i debbe alzare un Turrione principale, $aldi$simo per tutto, & gagliardi$- $imo, quanto ad ogni $orte dimuraglia, & forti$simo per tuttto, piu alto che il re$to de l'altra muraglia, difficile alo andarui, & che non habbia alcuna en- trata, $aluo che da uno Ponte leuatoio. I pontileuatoi $on di due $orti, l'uno [134]DELLA ARCHITETTVRA con alzarlo $erra l'u$cita, l'altro con il mandarlo fuori, & con tirarlo dentro, ce ne $eruiamo: Doue tirono i Venti crudeli, ci $eruiamo di que$to ultimo piu ac- commodatamente. Quelle Torri, che potranno tirare inuer$o que$to Torrio ne, dz quella parte, che e$$e lo $guardano, bi$ogna che $ieno aperte, o murate di $ottili$simo muro.

5 Deluoghi de la Fortezza, doue i Soldati hanno a far le guardie, & doue egli hanno a $tare a combaitere. De Tetti di detta Fortezza, & come $i debbino afforzificare, & de le altre co$e nece$$arie a la Fortezza, e di uno Re, o d'uno principe nuouo. Cap. V. 10

I Luoghi doue i Soldati hanno a $tare a far le guardie, & a difendere la mura glia, $i debbono di$tribuire di maniera, che alcuni habbino a guardare le parti da ba$$o de la fortezza, & alcuni quelle da alto; & altri $ieno de$tinati a uarie cure, & officij. La entrata finalmente, & l'u$cita, & ogni appartamento debbe e$$er co$i ordinato, & afforzificato, che non po$$a e$$ere offe$o, nè da la 15 perfidia de gli amici, nè da gli inganni, o fraude de gli Inimici. A Tetti de la fortezza, accioche non $ieno rouinati da i Pe$i de le Macchine, $i debbe dar fine con uno angolo acuto, o con un gagliardo lauoro, & $i fermeranno con $pe$si$si me traui; dipoi mettaui$i la coperta, & in quella le doccie $enza calcina, o terra al cuna, per lequali $e ne uadia l'acqua raccoltaui. Dipoi $i cuoprino dipezzami 20 di terra cotta, o piu to$to di Pomici alzandouele un braccio, & mezo; & co$i non haranno paura nè de Pe$i, che gli cadranno $opra, nè de fuochi. In $omma una Fortezza $i debbe far non altrimenti, che $e tu haue$si a fare una piccola Città: Affortifichi$i adunque con uguale lauoro, & arte che una Città, & ui $i accõmo- deranno l'altre co$e che faccino a bi$ogno. Nõ ui manchi l'acqua. Si\~eui luoghi 25 a ba$tãza da poterui tenere, & mantenere i Soldati, le Armi, i Grani, le carni $ala te, & l'aceto, & inanzi ad ogni altra co$a le legne. Et in detta Fortezza quello Torrione che noi chiamãmo principale, $arà qua$i come una fortezza minore, nel quale non deue mancar co$a alcuna di quelle che $i de$iderano in una fortez za. Debbe hauere la Citerna, & i ripo$tigli di tutte le co$e, mediãte lequali egli 30 $i po$$a abbondantemente nutrire, & difendere. Debbe ancora hauere u$cite onde e' $i po$$a a$$altare ancora i $uoi mede$imi a lor mal grado, & d'onde $i po$- $a metter dentro $occor$i. Non uò la$ciare indietro que$to, che alcuna uolta le Fortezze $i $ono dife$e mediante le fo$$e coperte da acqua: & che alcuna uolta le Città $i $ono pre$e per le fogne. L'una, & l'altra di que$te co$e giouano a man 35 dar fuori auui$i. Ma e' bi$ogna hauere cura che $imili cò$e po$sino nuocerti po co, & giouare a$$ai. Faccin$i dunque cõmodi$sime, uadino torte, sbocchino in luoghi profondi$simi, di maniera che uno armato non ui cappia, & che uno di- $armato non po$$a $e non chiamato & introme$$o dentro, entrare ne la fortezza. Termin erãno commodamente ne le fogne, o piu pre$to in un luogo areno$o ab 40 bandonato, & non cono$ciuto, o ne le $ecrete Tombe, o $epolture de Tempij. Oltra di que$to non $i douendo mai far beffe de li accidenti, & de ca$i huma- ni, certamente che ti giouerà grandemente hauere una entrata ne la piu inti- ma parte de la fortezza, che tu $olo la $appia, dala quale quando mai acca- [135]LIBRO QVINTO. de$$e che tu ne fu$si $errato fuori, tu po$$a in un $ubito correrui con i tuoi armati & entrarui, & giouerà for$e a que$to, hauere una certa parte di muro a$co$i$sima, che non $ia murata a calcina, ma con terra $olamente. Hora habbiamo dato fine a quelle co$e che $on nece$$arie a fare per ri$petto di uno $olo, che comandi a gli altri, o $ia egli Re, o pur Principe nuouo, quale di $opra dicemmo.

5 Di che co$e $ia con$ertata la Republica: In che luogho, & in che modo debbino e$$er fatte le Ca$e di que', che gouernanole Rep. & in che modo quelle de Pontefici. De Temp{ij} prin cipali, & de mediocri. Dele Cappellette, & de Tabernacoli. Cap. VI. 10

R E$taci a trattare di quelle co$e, che $i a$pettano a coloro, che $ono non pur un $olo, ma piu in$ieme, a un gouerno. Co$toro, o egli harãno come un $olo Magi$trato che habbia totalmente la cura ditutta la Rep. autorità a$- 15 $oluta, o la detta autorità $arà di$tribuita in piu parti. La R ep.è un cõ$erto dico $e $acre, mediãte le quali adoriamo Dio:de le quali ne hãno la cura i Pontefici, & di co$e $ecolari, mediante le quali $i mantiene in$ieme il cõmertio, & la $alute de gli huomini, la cura de quali hanno ne la Città i Senatori, & i giudici, & fuori, i Capitani de gli e$erciti, & de le armate, & $imili. A qual s'è l'uno di \~q$ti, $i a$pet 20 tano duoi modi di habitationi, l'uno che s'appartenga al Magi$trato, in che e' $i truoua. L'altro doue gli habbia a $tare egli $te$$o con la $ua famiglia. Debbe cia$cuno ueramente hauere la $ua habitatione $imile a quella uita ch'e'uuole te- nere, o da Re, o da Principe nuouo, o pur finalmente da priuato. Concio$ia che $ono alcune co$e, che molto $i conuengono a que$ta $orte di huomini, & ben di$ 25 $e Virgilio, che la Ca$a di Anchi$e era in luogo $eparato, e coperta da gli Alberi, intendendo che le ca$e de gli huomini principali, per $uo ri$petto, & de la $ua fa- miglia, debbono e$$er lõtane da la ignobilità del Vulgo, & dal romore de le bot teghe, sì per amor de le altre co$e, & per la delicatezza, & cõmodità, di e$$ere al largo, deli Orti, & de luoghi ameni, sì ancora, accioche infra sì gran famiglia, di 30 tante $orti, tãto uaria, la licentio$a Giouentù, atte$o che la maggiore parte de gli huomini $i gua$tano piu to$to del Vino di fuori, che di quel di ca$a, non uadia eccitãdo i cordogli de Mariti. Sìancora, accioche la maledetta Ambitione di chi anenga a ui$itare, nõ tolga la quiete a padroni. Et ho ui$to che i Principi $aui non $olamente $i $on po$ti fuori del concor$o del uulgo, ma fuori de la città an- 35 cora, acciochei Plebei con la loro a$siduità non gli $ieno mole$ti, $e non $pinti da una nece$sità grandi$sima. Et certo che gioueranno a co$toro le loro tante ricchezze, $e e' non potranno alcuna uolta $tar$i in ozio, & in ripo$o? Le ca$e niente dimeno di co$toro, $ieno qualmente elle $i uoglino, bi$ogna che habbino $tanze capaci$sime, doue $i riceuino coloro, che u\~egono a ui$itarli, & la u$cita, e 40 la $trada che uà a palazzo non uuole e$$er $tretta, accioche que' di ca$a, i Clien- toli, & que' di Corte, & quelli che per fare piu numero poi ui $i intromettono, ne lo aftrettar$i de lo accompagnare il Padrone, non $i pe$tino l'un l'altro, nel fare confu$ione. Ma quali $ieno gli edificij doue i Mag<007>$trati habbino a e$ercitare i loro officij, $i $anno. I Senatori ne la Audienza del Palazzo, i Giu- [136]DELLA ARCHITETTVRA dici a Tribunali, & al Palazzo. Il Capitano de gli e$erciti in campo, ouero $u l'armata. Ma che diren noi del Pontefice?a co$tui s'a$petta non $olamente il Tempio, ma i Chio$tri anchora, che $eruono come per alloggiam enti de Solda- ti; Concio$ia che il Pontefice, & quelli che $ono $ottopo$ti al Pontefice, a mini$tra re le co$e $acre, $i e$ercitano in una acerba, & fatico$a militia, quale è quella che 5 noi raccontammo in quel Libro, che $i chiamail Pontefice, cioè de la uirtù con- tro a uitij. De tempij ne $ono alcuni grandi, come quello, nelquale, il $ommo Pontefice $uole celebrar $olennemente alcune determinate cerimonie, & $acri- ficij $olenni. Altri ne $ono in cura di Sacerdoti minori, come per le ragioni del- le città $ono le chie$icciuole, & a la cãpagna i Tabernacoli. Il T\~epio principale $a 10 rà for$e piu commodo nel mezo de la città, che altroue: Ma $eparato alquanto da la $pe$$a moltitudine, & frequentia de Cittadini $arà piu honorato, harà piu degnità po$to in collina; ma in Piano $arà piu $tabile, & $icuro da Tremuoti. Fi nalmente il Tempio $i debbe collocar in quel luogo, che e' ui habbia a$tar con $omma reuerentia, & maie$tà; Et quindi $i debbe al tutto di$co$tare ogni $orte 15 di $purcitia di brutture, & di lordezze; Accioche i padri, le Matrone, & le Ver- gini, che u'hanno a orare non $ieno da e$$e offe$e, o s'habbino a tornare a dietro da le ordinate loro incominciate Deuozioni. Io trouo appre$$o di Nigrige- neo Architettore, che $cri$$e de Termini che gli Architettori antichi pen$aro- no che que' Tetti de gli Dij $te$sino bene, che uolta$sino la fronte alo Occiden 20 te. Ma a coloro che uennono dipoi, piacque di riuoltare que$ta u$anza, & pen$a rono che la fronte del Tempio, & i Termini di e$$o, $i doue$sino uoltare uer- $o Leuante, accioche uede$sino $ubito il Sole quando $i leua: Niente dimeno io ho auertito che gli Antichi nel collocare le chie$e minori, o Tabernacoli, o$$er- uarono che e' uolta$sino la fronte, o a la Marina, o a la fiumara, o ad alcuna uia 25 mae$tra. Finalmente e' bi$ogna che que$to tale edificio, fia talmente $atto, che egli aletti que' che $ono lontani ad andarlo a uedere; diletti que' che già ui $ono & gli intrattenga con la marauiglio$a, & rara arte, con laquale egli è fatto. In uolta $arà piu $icuro dal fuoco, con palchi piu $icuro da Tremuoti: ma contro a la uecchiaia $aràil primo piu robu$to che que$to; Pure que$to quanto a la gratia $a 30 rà piu gratio$o, che l'altro: & $ia detto a ba$tanza de Tempij. Concio$ia che molte co$e, che paiono da dir$i, s'appartengono piu alli ornamenti, ch'a l'u$o de tempij, de quali ne parleremo altroue. I Tempij minori, & le Cappellette, $econdo la degnità del luogo, & il bi$ogno, andranno $eguitando l'ordine del Tempio principale.

35 Che gli Alloggiamenti de Pontefici $ono i Chiostri; qual $ia l'officio del Pontefice. Quan te $ieno le $orti de Chio$tri, & doue s'babbino a collocare. Cap. VII.

GLi Alloggiamenti de Pontefici $ono i Chio$tri, ne quali, o per e$$ere Re- 40 ligio$i, o per attendere a le uirtù $i ragunano gli a$$ai: come $ono quelli che $i $ono dati a le co$e $acre; & quelli che hãno fatto uoto di Ca$tità. So noi Chio$tri de Pontefici ancora quelli, ne quali $i e$ercitano gli ingegni de gli $tudio$i, circa la cognitione de le co$e humane, & diuine. Perche $e lo of- ficio del Pontefice è di condurre la moltitudine de gli huomini per quanto e [137]LIBRO QVINTO. può, ad una uita quanto piu $i può perfetta, que$to non farà egli mai per uia al- cuna meglio, che per quella de la Filo$ofia. Conciofia che e$$endo ne la natura de gli huomini due co$e, che ci po$$ono dar que$to, cioè la uirtù, & la uerità, quã do auerrà che que$ta ci in$egni quietar, & leuare uia le perturbationi de l'animo, 5 & quella ci dimo$tri, & ci communichi le ragioni, & i $ecreti de la Natura, per le quali co$e, lo ingegno $i purgherà da la ignoranza, & la mente da la contagione del corpo; non $arà marauigl<007>a che mediante que$ta entriamo in una uita bea- ti$sima, & diuentiamo $imili a gli Dij. Aggiugni quel che s'appartiene a gli huomini buoni, $i come debbono e$$ere, & uogliono e$$ere tenuti i Pontefici, 10 cioè, che debbono pen$ar a quelle co$e, $tudiarle, & andar loro dietro, che e' co- no$cono e$$er bene che gli huomini faccino inuer$o gli altri huomini, cioè di giouare, & porger aiuto a gli infermi, a gli impotenti, & a gli abbandonati, con fare buoni officij uer$o di loro, beneficarli, & u$arli mi$ericordia. Que$te $o- no quelle co$e, ne lequaliil Pontefice debbe e$ercitare $e, & i $uoi. Di que$ti sì 15 fatti Edificij appartenenti a maggiori, o a minori Pontefici douiamo noi tratta- re, & però comincieremoci da Muni$teri. I Muni$teri $ono di piu $orti, o e' $ono ri$errati di modo, che e' non $e ne e$ce mai in publico, $enon ne l'andar for $e nel Tempio, & a le Proce$sioni. O altri non $tanno però co$i ri$errati, che e' non ui $i po$$a però mai entrare per ne$$uno. Di que$ti ancora altri $eruono 20 per le Donne, & altri per gli huomini. I Muni$teri de le Donne, non gli bia$i- mo che e' $ieno dentro ne la Città. Nègli lodo ancora grandemente che e' ne $ieno fuori. Concio$ia che fuori, la $olitudine farà che e' non $aranno molto frequentati: ma chi ui frequenterà, harà piu tempo, & piu licentio$amente ui po trà fare qualche $celleratezza, e$$endoui pochi Te$timonij. Ilche non $ipuo fa 25 re doue $ono a$$ai Te$timonij, & a$$ai che ne po$sino da ciò $confortare. A l'u no, & a l'altro $i debbe prouedere certamente, che e' non uogliono e$$er disho- ne$ti; ma principalmente che e' non po$sino. Perilche $i debbe, di modo $er- rare tutte le entrate, che e' non ui po$$a entrare per$ona, & guardarle di manie- ra, che non ui $i po$$a aggirare alcuno attorno per tentare di entrarui $enza ma- 30 nife$ti$simo $o$petto di $ua uergogna. Nè debbono e$$ere tãto afforzificati gli alloggiamenti di alcuna legione di $teccati, o di fo$si, quanto i circuiti di co$to- ro $i debbono accerchiare d'alti$sime mura, intere $enza porte, o fine$tre, o aper tura alcuna, per lequali non pur gli e$pugnatori de la Ca$tità, ma ne pur incita- menti d'occhi, o di parole, po$sino penetrare dentro a incitare, & a maculare gli 35 animi di quelle. Habbino i lumi da lo lato di dentro, da una corte $coperta. In- torno a la Corte, $i debbono collocare le Loggie, i luoghi da pa$$eggiare, le Camere, il Refettorio, il Capitolo, & quelle co$e che ui fanno di bi$ogno, in luoghi commodi, $econdo la regola dele ca$e de priuati. Nè uorrei che ui manca$sino $pazij per Orti, & per Pratelli, iquali giouano piu a recreatione 40 de gli animi, che a nutrimento di piaceri. Lequali co$e e$$endo co$i fatte, auer rà, che non $enza buon con$iglio $aranno remote da la frequentia de gli ha- bitatori. I Muni$teri de l'una, & de l'altra $orte, $e e' $aranno fuori de la Cit- tà, $arà bene; concio$ia che quella a$siduitàloro, dedicata a la $antimonia, & quella ripo$ata Religione de l'animo, a laquale $i $ono interamente tutti dati, [138]DELLA ARCHITETTVRA $ara manco mole$tata da la frequentia di coloro, che gli uanno a ui$itare. Ma gli edificij di co$toro, o $ieno Donne, o pur huomini, uorrei, io che fu$sino po$ti in luoghi piu che $i può $ani$simi, accioche i ri$errati nel Muni$tero, mentre che $olamente attendono a l'Anima, non habbino cõ i corpiloro peri gran digiuni, & uigil<007>e indeboliti, a uiuerui oppre$$ati da piu infermità che il douere. A \~qlli 5 in fine che $ono fuori de la Città, uorrei io che innanzi tratto fu$si cõ$egnato un Sito forti$simo di $ua natura, accioche la forza de ladri, o lo $corrente inimico cõ poca moltitudine non lo pote$$e ad ogni $ua uoglia $accheggiare, e per que$to af forzifichi$idi Argine, & di Mura, & commodamente d'una Torre, che non $i di $conuenga a un luogo religio$o. Mailuoghi doue hanno a $tare rinchiu$i co- 10 loro, c'hanno congiunti con la Religione, gli $tudij de le buone arti, accioche $i come egli è loro obligo e' po$sino piu commodam\~ete con$igliare le co$e de gli huomini, non debbono e$$ere a punto nel mezo de lo $trepito, & del tumulto deli Artigiani, & ne ancora molto lontani dal commertio de Cittadini. Sì ri- $petto a le altre co$e, sì ancora perche $ono a$$ai in famiglia, & sì perche ui cõcor 15 re molto popolo, a udirli predicare, & di$putare de le co$e $acre: Onde hanno bi $ogno di Tetti non piccoli. Collocheranno$i molto bene uicino a li edificij dele opere Publiche, del Teatro, de Cerchi, de le Piazze, doue la moltitudine uoluntariamente per $uo piacere andando, po$$a piu facilmente e$$ere con la per$ua$ione, & conforti, & auuertimenti di co$toro, ritirata da uitij, & indiritta a 20 le Virtudi, & da la ingnorantia a la cognitione de le co$e ottime.

De le palestre, Stud{ij}, & Scuole publiche; Spedali da alloggiare, & da Infermi co$i per i Ma$chi, come per le donne. Cap. VIII. 25

CO$tumarono gli Antichi, & ma$simo i Greci collocare nel mezo de la Città quelli edificij, che e' chiamauano Pale$tre, doue quelli che attende- uano a la filo$ofia, haue$sino a ritrouar$i a le di$pute. Erano in quel luo- go ueramente luoghi capaci$simi pieni di fine$tre, & una bella ueduta di apertu re, & gli ordini da $edere, & u'erano Loggie ch'accerchiauano attorno un uerde, 30 & fiorito prato. Vn co$i fatto lauoro $i conuiene a$$ai a que$ta $orte di Reli- gio$i: & uorrei che coloro che $i dilettano de gli $tudij de le buone lettere, $te$sino a$sidui a canto a loro precettori con grandi$simo piacere, & $enza fa- ftidio alcuno, o $atietà de le co$e a loro pre$enti. Etper que$to io ordinerò in cote$to luogo, di maniera & il prato, & le loggie, & $imili co$e, che per tuo 35 diporto non ui de$idererai piu alcuna altra co$a. Riceuino ne l'Inuernata i Soli benigni, & ne la State ombra, & Ventolini, il piu che $i puo piaceuoli$- $imi. Ma de le dilicatezze di que$ti edificij, ne tratteremo piu di$tintamente al $uo luogo: & $e e' ti pia cerà porre gli$tudij, & le $cuole publiche, doue $i ra- gunino i $aui, & i Dotrori, ponle in qu el luogo, che le $ieno commode ugual- 40 mente a tutti gli habitatori. Non ui $ieno $trepiti di Fabbri, non puzzi, o feto- ri cattiui, non $ia luogo che ui habbino ad andare per lor piacere gli otio$i; $ia anzi che no $olitario, luogo ueramente degno di huomini graui, & occupati in co$e grandi, & rari$sime; & habbia in $e piu to$to alquanto di Maie$tà, che [139]LIBRO QVINTO. di dilicatezza. Ma il luogo per gli Spedali poi doue il loro Spedalingo hab- bia a e$$ercitare l’officio de la pietà uer$o i Poueri, & gli abbandona ti, $i debbe fare uario, & collocarlo cõ grandi$sima diligentia: concio$ia che in altro luogo è nece$$ario alloggiare i Poueri abbandonati, & in altro ricreare, & ri$anare gli infermi. Et infra gli infermi, ancora bi$ogna hauere cura che per uoleruene 5 tenere alcuni pochi, & di$utili, che tu nõ nuoca a’piu che $ono atti ad e$$ere utili. Sono $tati alcuni Principi in Italia, che non hanno uoluto chene le loro Città uadino a u$cio a u$cio a chiedere la limo$ina, certi poueracci $tacciati, e$tropiati, & però $ubito che ui capitauano, era fatto loro comandamento che nõ fu$sino ueduti in detta Città $tar$i $enza fare qualche arte, piu che tre giorni, non e$$en- 10 do ne$$uno tanto $torpiato che non pote$$e in qualche co$a giouare a gli altri huomini con la $ua fatica. Che piu? I Ciechi giouano ancora a girare il Fila- toio a funaiuoli, $e non ad altro. Ma coloro ch’erano oppre$si del tutto da al- cuna Infermità piu graue, erano dal Magi$trato de gli ammalati fore$tieri, di$tri buiti per ordine, & dati in cura a Spedalinghi di meno autorità. Et in que$to 15 modo i detti nõ chiedeuano indarno aiuto a Pieto$i uicini, ne la città re$taua offe $a, da la loro puzzolente malattia. In To$cana per amor di quella antica uene- ratione de la $antità, & de la ueri$sima religione, de la quale $empre portò il uan to, $i ueggono Spedali marauiglio$i, & fatti con incredibile $pe$a, ne quali a qual $i uoglia cittadino, o fore$tiero, non manca co$a alcuna, che e’ cono$ca apparte- 20 ner$i a la $ua $anità. Ma e$s\~edo gli infermi di uarie $orti, come $ono i lebbro$i, & que’ c’hanno la pe$te, che con loro $imili Veleni di tali malattie ammorbino i $ani, & altri che per dir co$i $ieno atti a guarire. Vorrei che gli edificij di co$to ro fu$sino di$tinti. Gli antichi dedicauano ad E$culapio, ad Apolline, & a la Sa lute loro Dij $imili edificij, cõ le Arti, & $antità de quali pen$auano che gli infer- 25 mi recupera$$ero, & mantene$$ero la loro $anità: edificandoli in luogo del tutto $ani$simo, doue $pira$sino Venti $aluberrimi, & fu$sino copie d’acque purga- ti$sime, accioche gli infermi condotti in sì fatti luoghi, non tanto per lo aiu- to degli Dij, quanto ancora per la benignità di tali luoghi, $i ri$ana$sino piu pre$to, & non è marauiglia $e $opra ogni altra co$a noi de$idereremo, che i 30 luoghi doue s’habbino a tenere gli ammalati, o publicamente, o priuatamente, fu$sino $ani$simi, & a que$to effetto $aranno for$e a propo$ito i luoghi a$ciutti, & $a$$o$i, & agitat<007> continouamente da uenti, & non abbruciati da Soli, ma il- luminati di Soli temperati; concio$ia che gli humidi $ieno fomenti di putre- dine. Ma ella è co$a manife$ta, che la Natura in ogni co$a gode del tempera- 35 mento, anzi non è altro la $anità, che uno temperamento di comple$sione, & le co$e mediocri $empre dilettano. In l’altre co$e gli infermi de le infermità, che $i apiccano, $i debbono tenere non $olamente fuori de la Città, ma lon- tani ancora da le $trade mae$tre. Gli altri $i tenghino ne la Città. Le $tanze per tutti co$toro, $i debbono $compartire, & di$tribuire in modo, che altroue 40 $tieno gli infermi da guarire: & altroue, que’ che tu riceue$si piu to$to per guadargli che per guarirgli, fino a tanto che dura il loro de$tino, come$ono i decrepiti, & i Pazzi. Aggiugni che in altri luoghi debbono $tare le Donne, & in altro gli huomini, & co$i, o uuoi gli infermi, o pure coloro, che gli gouer-, [140]DELLA AR CHITETTVRA nano, uogliono hauer $tanze $eparate. Aggiugni ancora, che $i come a Serui- tori, co$i ancora a co$toro bi$ogna che $iano adattate ad altri, altre $tanze, alcune piu $ecrete, & alcune piu comuni, $econdo che ti mo$trerà il bi$ogno, & il modo del gouernare, & de l’habitare in$ieme. De le quali co$e non è no$tra inten- tione trattar al pre$ente piu lungamente. Que$to $olo faccia a propo$ito, che 5 tutte que$te co$e, in tutte le loro parti debbono e$$ere diffinite da bi$ogni de priuati. Et di loro fia detto a ba$tanza. Seguiteremo al pre$ente quel che ci re$ta con quello ordine, che noi haueuamo incominciato.

Del Palazzo principale, de Senatori, del Tribunale dele Sententie, del Tempio, & del Pa 10 lazzo, doue $i ammini$tra Iu$titia, & che co$e ui $tieno bene, & commode. Cap. IX.

HAuendo noi detto che le parti de la Rep. $ono due, cioè una Eccle$ia$tica, & l’altra Secolare; & e$$endo$i trattato de la Eccle$ia$tica a ba$tanza, & de la Secolare ancora in granparte in quel luogo, doue noi di$putãmo che $i 15 haueua a ragunare il Senato, & doue $i haueuano a dare le Sent\~etie in le ca$e del Principe; Raccõteremo al pre$ente in que$to luogo breui$simam\~ete quelle co$e che ci paiono nece$$arie di aggiugnere a quelle. Dipoi pa$$eremo a trattare de gli Alloggiamenti de Capitani per Terra, & de le Armate per acqua; & a la fine poi tratteremo de le co$e de Priuati. Gli Antichi u$auano ragunare il Senato 20 ne le Chie$e; Dipoi uenne una u$anza, che $i reguna$$e fuori de la Città. Vltima- mente ri$petto a la Maie$tà, & al giouar a le co$e, che $i ha ueuan o a fare, uollono che $i edifica$$ero Edificij a que$to effetto $olo: Da quali i uecchi padri, nè per la lor lunga età $i $pauenta$$ero, nè ri$petto a la incommodità del luogo $i ritine$- $ero, di non ui andare continouamente, & di nõ ui badare a$$ai; & per que$to col 25 locarono in mezo de la Città il Palazzo Principale, & allatoli il Tribunale de le Sententie, & il Tempio ancora giudicarono che ui $te$$e bene uicino, non $ola- mente per que$to, cioè, perche coloro che uanno dietro a l’ambitione, & colo- ro che $ono occupati intorno a letigij, po$sino con piu commodità $enza perde- re tempo, o occa$ione alcuna, attendere a l’una co$a, & a l’altra. Ma per que$to an- 30 cora, cioè che e$si Padri(come fanno $empre coloro che $ono piu Vecchi, e$$en- do molto piu che gli altri dediti a la Religione) entrati prima in chie$a a loro deuotioni, $i po$sino tras$erire $enza intermi$sione di tempo commodamente a le $accende. Aggiugni che $e alcuni Imba$ciadori, o Principi fore$tieri ricer- ca$sino di uoler audienza nel Senato, egli è utile de la Republica l’hauer un luo 35 go doue con degnità, & de Fore$tieri, & de la Città, tu gli po$$a riceuere men- tre che eglino a$pettano d’e$$ere chiamati, o introme$si. Vltimamente in co$i fatti publici Edificij, $i debbe non $i far punto beffe di alcuna co$a, che $i appar- tenga a poter commodamente riceuere la moltitudine de Cittadini, tener- uela honoratamente, & opportunamente rimandarnela. Et$opra tutto $i deb- 40 be hauere auertenza che e’ non ui manchino per conto alcuno tutte le com- modità po$sibili de gli andari, & de lumi, & de luoghi larghi, & di altre $imili co$e. Ma al Palazzo doue $i mini$tri Iu$titia, doue molti contendono in$ieme, bi$ogna che ui $ieno apertur e piu & maggiori, & piu pronte che nel Tempio, [141]LIBRO QVINTO. o nel Palazzo principale. La entrata nel Palazzo principale detto Senato, è di nece$sità che $ia affortificata non meno che hone$tamente. Et que$to sì per ri$petto de le altre co$e, sì ancora accioche un tumulto temerario di pazzi de la $ciocca Plebe, concitato da qualche $editio$o, non po$$a a fua po$ta a$$a- 5 lire i Senatori, & far loro danno. Anzi per que$to piu che per altro ui $i deb- bono far loggie, luoghi da pa$$eggiare, & $imili doue i $eruidori, i Clientoli, & la famiglia, che $tanno ad a$p ettare ilor padroni, ne $ubiti accidenti po$si- no e$$er loro in aiuto. Non uò la$ciare que$to in dietro, che tutti quei luoghi, ne quali $i ha ad a$coltare la uoce, o d<007> chi recita, o di chi canta, o di chi di$pu- 10 ta, non $tà bene che $ieno in uolta, perche le uoci rimbombano, ma i palchi di legname $tanno meglio, perche rendono la uoce piu $chietta.

Che gli Alloggiamenti de Soldati per Terra $ono di tre $orti, & come e’ $i debbino affor- tificare, & come altri, altrimenti gli affortificano. Cap. X. 15

NEl porre gli alloggiamenti de li e$erciti, $i debbe certamente riandare, & rie$aminare tutte quelle co$e, che ne pa$$ati libri di$corremmo nel collo care le Cittadi. Concio$ia che tali allogiamenti $ono come $emenze de le Cittadi, & trouerai che e’ $ono $tate collocate nõ poche Città in que’ luoghi, 20 doue gli eccellenti capitani da guerra haueuano pre$i con i loro E$erciti gli allog giamenti. Nel porre gli alloggiamenti la principal co$a è $apere a che fine e’$i piglino. Non $i piglierebbono gli alloggiam\~eti, $e non fu$sino i $ubiti accid\~e- ti de le armi, & $e non $i haue$$e paura de la forza de nimici piu gagliarda, & crederebbono che tal lauoro fu$si al tutto fuor di propo$ito, & per que$to bi$o- gna hauere con$ideratione a nimici. I nimici alcuni $ono che di armi, & di nu 25 mero, ti $ono uguali, Alcuni altri $ono piu pre$ti, & piu gagliardi: & per que$to noi diremo che il modo de l’accãpar$i è di tre $orti, l’uno è quello che $i fa per a t\~e po, & che ad ogni mom\~eto è mutabile, ilquale s’u$a ne l’hauer$i a maneggiare, & ne l’hauere a combattere contro a nimici a te uguali; parte per tenere i tuoi Soldati al $icuro; parte per addattarti, & procacciarti l’occa$ione, mediãte laqua 30 le tu rechi eccellentemente a fine la tua incominciata impre$a. L’altro modo è quello, doue tu ti a$$etti a $tar fermo, per premere, & offendere il nimico, che dif fidato$i del $uo e$ercito $i è rifuggito in alcun luogo forte. Il Terzo modo $arà for$e quello, doue tu ti $arai fermo ad a$pettare il Nimico, che ti uiene ado$$o, fi- no a tanto che $atiato$i di offenderti, & $tracco dal prouocarti, $i uadia con Dio. 35 Nel procurare bene a tutte que$te co$e innanzi tratto, bi$ogna auertire, che $i ac- commodino per ogni conto, talmente che di tutte quelle co$e, che $ono nece$- $arie per $alute, per $offerire, per difender$i, & per rompere il nimico, non ue ne manchi pur una. Et per il contrario che il tuo nimico, per quanto tu potrai, non habbia alcuna co$a commoda, mediante luquale, o egli ti po$$a far danno, o 40 $tarui e$$o $enza $uo danno, o pericolo. Et però innãzi tratto $i debbe piglia- re la opportunità del luogo, nel quale ui $i po$sino trouare in abbõdanza le uet touaglie, & i $occor$i, & e$$erui condotti e$peditamente, & riceuuti a tua uolon- tà. Non ui manchi per conto alcuno l’acqua; Pa$ture, & legne non $ieno mol- [142]DELLA ARCHITETTVRA to lontane. Fa di poter tornare liberamente uer$o i tuoi, & di potere u$cire a tua po$ta contro i nimici: Al nimico per il contrario, $i la$ci ogni co$a difficile, & piena di impedimento. Vorrei che tali alloggiam enti fu$sino collocati di ma niera alti, che e’ uede$sino tutto il pae$e all’intorno del nimico, accioche e’ non tenti, o non dia principio a far co$a alcuna, che tu non la preuegga, & cono$ca in 5 uno $ubito: Affortifichi$i a torno largamente illuogo con pendij, con ripe $co- $ce$e, difficili, & con precipitij, accioche il nimico non po$$a con gran moltitu- dine accerchiarti, o darti lo a$$alto da parte alcuna, $enza $uo gran pericolo. Et accioche $e pure e’ ui $i acco$ta$$e finalmente, non puo$$a nuocerti con le Mac- chine da guerra liberamente, o fermarui$i $enza $uo graui$simo danno. Se que- 10 $te co$e $cadranno, uedi d’e$$er il primo a pigliare le opportunità de luoghi, altri menti ti bi$ogna cõ$iderare, & quali alloggiamenti, & in quali luoghi tu gli deb- bi pigliare per fare il fatto tuo. Concio$ia che gli alloggiamenti da uolerui $tar $aldo; Bi$ogna che fieno alquanto piu fortificati che quegli, che $i pigliano per a tempo; & ne la Pianura, hanno bi$ogno di piu larghe impre$e, & di maggior la- 15 uoro, che ne le colline. Noi comincieremo da quelli per a tempo, perche e$si $i u$ano piu frequentemente che gli altri. Oltre a che il mutare gli alloggia- menti ha giouato a$$ai$sime uolte a la $anità de gli e$$erciti. Ma nel por gli al- loggiamenti ci $ouuerrà for$e, che noi $tiamo in dubbio, $e egli è bene porgli $o pra il $uo, o pur $opra quel de nemici. Diceua Senofonte, che nel mutare gli 20 alloggiamenti, $i offendeuano gli inimici, & $i giouaua a $uoi: $enza dubbio $arà co$a honorata, & da huomini forti, po$ar$i $opra quel de nimici, & $arà molto cõ modo, & $icuro il po$ar$i nel $uo. Ma ordiniamo in que$ta maniera, pre$up- ponghianci che tali $ieno gli alloggiamenti a tutto il pae$e che è lor $otto, & che gli obbedi$ce, quale è ad una Città la fortezza, laquale è nece$$ario che habbia le 25 ritirate uicine uer$o i $uoi, & le u$cite pronte, & parate uer$o i nimici. Vltima- mente ne lo affortificare gli alloggiamenti, $i tengono uariati modi. Gli In- ghile$i con pali di dieci piedi, abbronzati, & appuntati $i fanno a torno uno $tec- cato, con una de le Te$te fitta, & rincalzata nel Terreno; & l’altra $opra terra, & ri leuato di modo, che $guardino uer$o i Nimici. I France$i, dice Ce$are, che era- 30 no $oliti di porre di uer$o i Nimici per argine, i carri, Ilche dice che u$arono an cora i Tracij contro di Ale$$andro. Que’ di Tornai, per impedir ma$simo i Caualli, tagliati teneri arbu$celli, & ripiegatili, & intrecciatili in$ieme l’un con l’altro, & con $pe$si rami rilegati $i faceuano una $iepe atorno. Arriano rac- conta, che quando Nearco Capitano de l’Armata di Ale$$andro nauigò per il 35 Mare de l’India che e’ cin$e gli alloggiamenti di Mura per e$$ere piu $icuro da Barbari. I Romani haueuano per co$tume, di hauere proueduto $empre in qualunche ca$o, o di fortuna, o di tempo, che mai in luogo alcuno $i haue$sino a dolere di loro $te$si; & e$ercitauano i loro Soldati non meno nel fortifica- re gli Alloggiamenti, che in ogni altra $orte di co$a appartenente alla guer- 40 ra. Nè $timauano tanto il nuocere a loro Nimici, quanto che e’ cercauano che i loro $i pote$sino difendere egregiamente; & pen$auano finalmente che fu$$e non piccola parte de la uittoria, il potere re$i$tere al nimico, & re$i$ten- doli farli cadere la $peranza del uincere, & mandarnelo per mala uia. Et per [143]LIBRO QVINTO. que$to $i u$urparono di abbracciare tutte quelle co$e, che da qual s’è l’uno, o rac contar$i, o pen$are, $i poteuano, & e$$equirle $econdo i cõmodi, & la $alute loro. Et $e e’ ui ma ncauano luoghi rileuati, & $co$ce$i, gli immitauano con profondi$- $ime fo$$e, & Argini rileuati, & gli accerchiauano di $teccato, & di graticci.

5 Del commodo $ito. De gli Alloggiamenti per Terra, & da$tarui a$$ai, & de la grandezza, de la forma, & de le parti di e$$i. Cap. XI. 10

SEguiteremo gli ordini di co$i fatti alloggiamenti in que$ta maniera. Noi ci fermeremo in luogo, non $olamente cõmodo; ma in tale che per quelle co$e, che noi ui haremo a trattar allhora, non ui $e ne po$$a trouare alcuno piu accõmodato. Et oltre a quelle co$e, che noi habbiamo racconte, $ia que$to 15 luogo a$ciutto di natura, non fango$o, nè mole$tato in parte alcuna da le piene; ma talmente collocato, che e’ $ia da ogni parte a tuoi e$pedito, & a nimici non porga di $e alcuna $icurezza. Non habbia appre$$o Acque putride, nè le buone ancora troppo lontane. Faccia di hauere dentro a gli Alloggiamenti puri$sime fontane, o riui di Acque, o uegga di hauere una fiumara p Argine; Et $e ciò nõ $i 20 potrà fare, procuri$i d’hauere uicina qualunche $i uoglia commodità di Acqua. Oltra di que$to non debbono e$$ere gli Alloggiamenti, $econdo la moltitudine de Soldati, sì grandi, che e’ non $i po$sino guardare da le guardie, $econdo gli or dini de contra$egni; & che e’ non $i po$sino difendere con lo $cãbiar$i de Solda- ti: da una $ola parte di loro, $enza loro $tracchezza. Et co$i per il contrario non 25 debbono e$$er tanto Mi$eri, o $tretti, che e’ non ui $ia luogo nece$$ario per gli af fa ri de Soldati. Licurgo pen$aua che le Cantonate fu$sino di$utili nel $ituare gli alloggiamenti, & gli $ituaua in cerchio, $e già e’ non haue$$e hauuto dietro a $e un Monte, o un Fiume, o Muraglie. Altri lodarono porre gli Alloggiamenti in forma quadrangolare, ma nel porre, o $ituare gli alloggiamenti, ci andremo 30 accõmodando alla conditione de T\~epi, & a la Natura de luoghi, $econdo che ri- cercherà il bi$ogno de le co$e da far$i, o de lo $trignere il nimico, o de lo a$pet- tarlo. Tireremo una fo$$a tanto grande, che ella non $i po$$a ri\~epiere, $enon con un grande sforzo, & in molto tempo, o piu to$to faccin$i due fo$$e, la$ciãdo uno $patio nel mezo fra l’una, & l’altra. Credettero gli Antichi, che in que$te co$e 35 ancora $i haue$$e ad hauere ri$petto a la Religione, con u$ar il numero caffo; & u$arono di far detta fo$$a larga quindici piedi, cioè braccia $ette, & mezo, & fo@- da noue, cioè braccia quattro, & mezo. Facci$i la fo$$a con le $ponde $co$ce$e a piombo, che ella $ia tanto larga nel fondo, quanto ella è nella bocca; ma doue il terreno $mota$$e, facci$i un poco a $carpa, ri$tringendo$i alquanto nel fondo. 40 Ne le pianure, & ne luoghi ba$si riempin$i detti fo$si di acqua condottaui a po- $ta, ca uata dal fiume, del lago, o del Mare. Et $e tu non potrai far que$to, $emi- nerai di punte di ferro, & di triboli il fondo, & ficcheraui in diuer$i luoghi pali, & tronconi mondi, & appuntati, accioche nuochino a gli nimici. Fatte, & a$$et- [144]DELLA ARCHITETTVRA tate le fo$$e, Faccia$ilo Argine tanto gro$$o, che e’ non po$$a e$$ere disfatto da ogni minima Macchina da guerra, & tanto alto che non pure le falci ui po$sino arriuare a leuar uia i Soldati, ma non ch’altro nõ ui po$sino e$$ere tratte freccie, o altro manualmente, con facilità per $pauentar i Soldati. Et è co$a molto op portuna, che quel che $i caua de le fo$$e, $i ammonti $u$o, perche e’ $erua per ar- 5 gine. Al fare que$to lauoro lodarono gli Antichi grandemente le Piote de le praterie con l’erba di$opra, congelate $otto con infinite Barboline. Altri me- $colano infra e$si ramu$celli di Salci uerdi, che affortifichino con il loro germu- gliare, & con il loro abbracciare de rami, il fatto Argine. Per i labri de le fo$$e di dentro, & ne l’ultimo de lo argine ui $i mettono $pine, punte diritte, & punte 10 a oncini, & sì fatte co$e, accio non ui po$sino $alire i nimici co$i pre$to. La par- te de lo Argine di $opra $ia cinta da paloni gagliar di$simi, fermati $u gli altri at- trauer$o a gui$a di Cornicione con graticci, & terra me$$aui dentro, & pigiataui; accommodinui$i le merlature, & auanzinui $opra tronconi a gui$a di Corna di Cerui. Vltimamente addattin$i tutte le co$e in sì fatto lauoro, mediante lequa 15 li, egli $ia manco atto a e$$ere minato, o a e$$ere tagliato, o a poterui$i $alire; & $ia il Soldato, mediante tale afforzificamento piu coperto, & piu $icuro. Faccin- ui$i a ogni c\~eto piedi in $u margini Torri, & ma$simo di uer$o i luoghi, oue $i ha a combattere, piu $pe$$e, & piu alte, accioche elle po$sino nuocere gagliardi$si- mamente al nimico, che fu$le entrato dentro a gli Alloggiamenti. Faccia$i che 20 il padiglione del Generale, & la Porta, che guarda uer$o i nimici, & quella dal la- to di dietro, che già $i chiamauano Porta Quintana, & Porta Decumana, $ieno in luoghi forti$simi, & e$pediti$sime a mettere fuori in un $ubito l’e$$ercito, a met- ter dentro le Vettouaglie, & a riceuere, & a recuperere i Soldati, & que$te co$e certo $i conuengono piu a gli alloggiamenti da $tarui a$$ai, che a quelli, che $i fan 25 no momentanei. Ma e$$endo bene hauer paura di ogni euento, che ti po$$a arrecare, o la fortuna, o i tempi. In e$si alloggiamenti momentanei ancora, non $i debbe far beffe di quelle co$e, che noi habbiamo dette, per quanto ricer- ca il bi$ogno. Ma quelle co$e che $i appartengono a gli Alloggiamenti da $tar ui a$$ai tempo, pre$i ma$simo per a$pettarui lo a$$edio, $ono molto $imili a quel 30 le co$e, che noi dicemmo de la Fortezza del nuouo Principe. La Fortezza è una certa $petie di Muraglia da e$$ere a$$ediata, concio$ia che i Cittadini hanno contro di lei uno odio eterno, & immortale, & è uno crudeli$simo modo di a$$edio, uegliarla $empre, & hauere un de$iderio continouamente inten$o di pi gliare in ogni momento la occa$ione, mediante laquale tu po$$a $atisfare al- 35 l’ardente odio, che tu hai di rouinarla. Et perciò ($i come noi dicemmo) $i debbe auertire che ella $ia po$$ente, gagliarda, $tabile, pronta a difender$i, & ad indebolire, & a $cacciare il nimico, & ad ogni impeto, & o$tinatione di a$$e- dio $icura, & ille$a. Vltimamente in quelli alloggiamenti, ne quali tu hai a $ta re a tenere rinchiu$o, & a mole$tare il nimico, non debbi o$$eruare con mino- 40 re diligentia alcuna di sì fatte co$e. Et dicono bene alcuni, che dicono, che il fatto de la guerra $tà co$i, che chi a$$edia, è ancora egli in gran parte a$$edia- to. Perilche non $olamente $i debbe procurare il modo da ottenere quel- lo che tu cerchi, ma guardar$i ancora di non e$$ere oppre$$ato, o da lo ardire, & [145]LIBRO QVINTO. indu$tria de Nimici, o dalla tra$curataggine de tuoi. Per ottenere quel che tu cerchi ti giouerà il combatergli, & lo a$$ediarli. Et per non e$$ere oppre$$o ti gioueranno mede$imamente due co$e, il difender$i, & l’e$$erben fortificato, tut to lo sforzo de lo a$$altare non cerca far altro, che di entrare in una Terra, o in una fortificatione. Io non parlo in que$to luogo de le $cale, $u per le quali tu 5 habbia a $alire a di$petto de nimici, non de le mine, non de le Torri che uanno, non di quelle Macchine che tormentano le muraglie, non di qual $i noglia altra $pecie di Macchine da offendere, che noi u$iano, o con fuoco, o con acqua, o con qual altra abbondantia di co$e naturali, non è dico luogo que$to da parlare di $i- mili co$e che altroue piu di$tintam\~ete parleremo di $imili Macchine da guerra, 10 ma faccia que$to a no$tro propo$ito, che e’ ci auerti$cono che a ricontro de le batterie, $i debbino mettere, Traui, Piane, Parapetti di legnami gro$si, graticci, Canapi, Fa$cine, Sacca piene di lana, d’Aliga, & di fieno, & $i debbono porre in modo che le $tieno penzoloni, & che le ondeggino. Et a rincontro de fuochi bagna que$te $imili co$e, & ma$simo con aceto, o fango, & cuoprile di manttoni 15 crudi, a ricontro de l’acque, accioche i mattoni non $i disfaccino, di$tendiui $o- pra coiami, di nuouo conrro a le batterie, perche le pelli nõ $i forino, o gua$tino; aggiugniui pannacci lani bagnati bene, & pregni. Gli argin<007> intorno a le mura a$$ediate, per piu cagioni $i debbono far loro uicini, non $enza con$iglio; per- cioche con l’e$$ere piu corti di circuito, con manco fatica de Soldati, & con man 20 co materia, & manco $pe$a $i finiranno, & finiti haranno bi$ogno di manco guar die, ma non $i debbon anco ficcarli tanto $otto le mura, che i Terrazani con le Macchine da guerra di$u le mura, po$sino far danno a tuoi dentro a le Trincee, che $e $i fanno gli argini, accioche e’ $i uieti a gli a$$ediati il poter hauere di fuori & $occor$i & uettouaglie, certamente che que$to ti uerrà commodi$simamente 25 fatto, $e uolendo che que$to ti rie$ca $econdo il tuo di$egno, tu preoccuperai & $errerai loro tutte le uie, o uuoi con sbarrare i Ponti, o leuando altroue i guadi, o con fare attrauer$o a le $trade una $iepe di Traui, & $a$si, o uero $e tu attrauer$erai con opera continouata gli $tagni, i laghi, le paludi, i fiumi, & le collinette, o uero $e tu ti ingegnerai, che ui multiplichi, & cre$ca abbondanza 30 d’acqua, in modo che ella allaghi, & riempia i luoghi uoti. Debben$i aggiu- gnere a que$te co$e quelle che $on buone a bi$ogni del difender$i, & del fortifi- car$i gagliardamente: Concio$ia che e’ bi$ogna fortificare gagliardi$simamente le fo$$e, gli Argini, & le Torri, & $imili, & di uer$o que’ de la Terra, & di uer$o quelle prouincie: che con moltitudine gli potte$sino $occorrere: accioche quel- 35 l<007> non ti po$sino nuocere con l’u$cir fuori, & que$ti con il correrti addo$$o, & a$$alirti. Et oltre a que$te co$e ponghin$i in luoghi conuenienti Velette, & Torri, mediante le quali i $oldati, & i cauagli po$sino andare piu $icuri, piu li- beri, & con piu commodità, per acque, per legne, & per uettouaglie. Ma non $i $eminino le bande tanto lontane l’una da l’altra in uarie parti, che elle non 40 po$sino ubbidire a un $ol cenno del Generale, combattere con forze unite tutte in$ieme, & unitamente in uno $ubito porgere $occor$o l’una a l’altra. Piacemi in que$to luogo raccontare quel che dice Appiano, co$a certo de- gna di memoria; Concio$ia che a$$ediando Ottauiano Lucio in Perugia, fece [146]DELLA ARCHITETTVRA una fo$$a lunga $ette miglia $ino al Teuere, larga quindici braccia, & altretanto fonda; Oltra di que$to ui aggiun$e un’alto muro, & mille cinquecento Torri di legno, che $oprauanzauano braccia trenta; & di maniera affortificò tal lauoro, che gli a$$ediati non erano da e$$o tanto rinchiu$i, quanto che e$clu$i del tutto di non potere oftendere l’e$ercito da luogo alcuno, & $ia detto a ba$tanza de gli al- 5 loggiamenti per terra; $e e’ non ci manca già, che e’ bi$ogna eleggere un luogo digni$simo, & approuati$simo, doue $i habbino a collocare con grandi$sima ma ie$tà, gli $tendardi de la Republica, & doue le co$e diuine $i celebrino con gran- di$sima reuerentia. Et doue i Capitani, & gli altri Soldati conditionati $i ragu nino chiamati al Tribunale, & a Con$iglio.

10 De le Naui, & parti loro; Et de gli Alloggiamenti Marittimi, & loro fortificatione. Cap. X I I.

SAranno for$e alcuni, che negheranno che le Naui $ieno alloggiamenti Ma- 15 ritimi, & diranno che u$ino le Naui, qua$i come Liofanti aquatici, reggen- doli con i loro freni, & che i Porti $ono piu to$to alloggiamenti Marittimi, che le Naui. Altri per il contrario diranno che la Naue non è altro, che una cer- ta fortezza che camina. Noi la$ceremo in dietro que$te co$e, & diremo co$i, che due $on quelle co$e, con lequali que$to no$tro di$cor$o, & arte de l’edificare, par 20 tori$ce la $alute, & la uittoria, a Capitani de l’Armate per acqua, & a la loro molti tudine; la prima con$i$te ne l’abbigliare bene i Nauilij, la $econda nel fortficare bene i Porti, o uadi tu ad affrontare i nimici, o $ia pure l’affrontato. Hanno prin palmente per u$anza i Nauilij di portare te, & le co$e tue. Secondariam\~ete che e’ po$sino guerreggiare $enza pericolo. Eti pericoli, o e’ na$ceranno da e$si Na- 25 uilij, come che $ieno incorporati, & innati in e$si, o uero ti auerranno di fuori. Quelli di fuori $ono gli Impeti de Venti, il rompere de l’onde, gli $cogli, & lo in correre ne le $ecche, lequali co$e tutte, con l’e$perienza de le co$e Marittime, & con la cognitione de luoghi, & de Venti, & con la $cienza $i $chiferanno a$$ai per tempo. Ma i Pericoli incorporati, & innati in e$si Nauilij, na$ceranno o da di- $egni, o da legnami; a sì fatt<007> difetti ci bi$ogna prouedere. Bia$imano tutto il 30 legname atto a fender$i, fragile, graui$simo, & atto a putrefar$i. Antepongono i ch<007>oui, & le $pranghe di bronzo, o di rame, a quelle di ferro. Io ho con$idera- to mediante la Naue di Traiano, laquale a giorni pa$$ati, mentre che io di$ten- deua le co$e che io haueua compo$te, $i cauò del lago de la Riccia; doue ella era $tata la$ciata, & $ommer$a $otto l’acque piu che mille trecento anni che il legno 35 del Pino, & del’Arcipre$$o, era durato in e$$a egregiamente, Ella era $atta da lato di fuori di tauole doppie, & impicciate di pece Greca, con pezzami di panni li- ni, & $opra ui haueuano fatta, una $corza di pia$tre di piombo fermandole cou chiodi di bronzo. Pre$ono gli antichi Architettori, il di$egno da fare i Na- uilij da pe$ci, & di quella parte che ne pe$ci è la $tiena, ne Nauilij $e ne $eruiro- 40 no per Carina, & quel che ne pe$ci era il capo, ne Nauilij fu la prua, & per la coda $eruì il Timone; & in cambio di branche, o di aliette u$arono i Remi. I Nauilij $ono di due $orti, o e’ $ono da carico, o pure da $correre; i Nauilij lun- [147]LIBRO QVINTO. ghi gioueranno molto alo $correre la Marina, & ma$simo per diritto; i corti ub- bidiranno piu al Timone. Non uorrei che le Naui da carico fu$sino manco lũghe che per le tre uolte de la loro larghezza, nè quelle da $correre fu$sino piu lunghe che per le noue. Noi habbiamo trattato lungamente in altro luogo de modi de le Naui in quel libro che è intitolato il libro de le Naui: main que $to 5 luogo ne habbiamo detto quel tanto che ci bi$ogna. Le parti de Nauilij $ono que$te, la Carina, la Poppa, & la prua, & i fianchi da amendue le bande; aggiugni- ci $e ti piace la uela, il Timone, & l’altre co$e, che appartengono al cor$o, il uano de la Naue $o$terrà al tanto pe$o de le po$teui robe, quanto $arà il pe$o de l’ac- qua di che ella $i pote$$e empiere $ino in $ommo. La Carina bi$ogna che $ia pia- 10 na, tutte l’altre co$e $i a$$etteranno a gui$a di gomito con linee torte. Quanto la Carina $arà piu larga, tanto piu reggerà pe$i maggiori, ma $arà a lo $correre piu tarda;la Carina $tretta, & ridotta $arà piu ueloce, ma $e tu non la empierai di zauorra uacillerà in quà, & in là; La Carina larga ne luoghi non fondi, $arà piu atta, ma la $tretta in alto Mare $arà piu $icura: I $ianchi, & La Prua rileuati, & e$po 15 $ti al franger de l’onde, $aranno o$tinati, ma $ono $uperati da Venti piu graui; la punta de la Prua quanto piu $arà acuta, tanto piu $arà il Nauilio atto, & pronto al correre. Et la Poppa quanto piu $arà $ottile, tanto piu terrà il diritto ne co- minciati Solchi marini. Bi$ogna che gli $cudi de la naue, & i petti $ieno gagliar di$simi, & alquanto piu pronti, accioche per lo sforzo de le uele, & per lo $pigne 20 re, & per l’impeto de remi, fendino l’onde; $otto poi uer$o la Poppa $ia la naue piu $ottile, accioche qua$i $pontanamente con un fuggire lubrico, uoli uia. Il nu mero de Timoni accre$ce fermezza a le naui, ma le fa manco ueloci: La mede$i- ma lunghezza $arà quella de gli Alberi, & quella de le Naui. La$cin$i indietro l’altre co$e minute che fanno di bi$ogno, & a l’u$o de le Naui, & a l’u$o de la guer 25 ra, come $ono i Remi, le Ancore, le Funi, i becchi de Nauili, le Torri, i Ponti, & altre $imili minuzie, & faccia que$to a noftro propo$ito, cioè che le Traui, & le piane, che pendono da le $ponde, & da i fianchi, & che $portano fuori de becchi de le Naui, $eruono per fortificamento contro gl’impeti de nimici, & le traui ancora ritte in luogo di Torri, le Antenne, & le $cafe, o Gaggie ritte $u 30 le Antenne, $ono molto a propo$ito in cambio di ponti. Gli Antichi u$arono mettere $u le Prue quelle Macchine da guerra che e’ chiamauano Corui, i no- $tri ne la Prua, & ne la Poppa a lato a gli alberi hanno imparato a rizzare Tor- ri, & a porui pannacci gro$si, & funi, & $acchi, & altre co$e $imili, che $erunino per $teccato, & difen$ione, & impararono diligentemente a uietare la $alita a 35 que’che montauano a la uolta loro $u per le funi, con metterui $opra una re- te. Et noi altroue penfammo, & de$criuemmo in che modo i Tauolati de le Naui, $u per iquali $i cammina, $i pote$sino in un momento nel mezo del com- battere empiere per tutto di pungenti$sime punte, $pe$$e, & ritte; di maniera che il nimico non ui po$$a muouere $opra punto il piede, fenza rimanerne fe- 40 rito, & per il contrario quando bi$ogna$$e, in manco $patio di tempo, come $i pote$$e leuar uia qual $i uoglia sì fatta offen$ione: Ma non è quì luogo da uo- lerle riandare, ba$ta che io ne ho uoluto auertire i buoni ingegni. Oltra que- $to trouai uno modo con il quale io poteuo con uno leggier colpo di martel- [148]DELLA A R CHITETTVRA lo, mandar $ozzopra tutti i tauolati, & tutta la moltitudine, che ui fu$$e $alita $o- pra: Et dipoi in un $ubito con poca fatica rimettere in a$$etto il tutto, $econdo il bi$ogno. Ne è da raccontare quelle co$e, che io andai inue$tigando per affon- dare, & abbrucciar e le Naui de nimici, & per mandare male, & ammazzare con morte mi$erabile, la ciurma Nauale. Di e$$e $e ne parlerà for$e altroue. Ma nõ 5 $i la$ci in dietro que$to, che e’ non $i a$petta la mede$ima lunghezza, altezza, & grandezza di Nauilij in tutti i luoghi. Nel Mare Maggiore infra gli $tretti de le I$ole, i Nauilij che hanno le Carine larghe, de quali nõ puoi fare à tuo modo $e non con gran numero d’huomini, la fanno male, quando i uenti $ono punto ga- gliardi piu che il douere: Per il contrario a le Colonne d’Hercole doue il Mare 10 $i allarga, i Nauilij che hanno le Carine $trette, ui $i $ommergono. Appartien$i ancora a le co$e Nauali difendere il Porto, o impedirlo. Que$to ci uerrà fatto commodi$simamente, cõ hauere affondata qualche grãdi$sima Macchina, & con hauere fatto attrauer$o, o argini, o po$teui catene, o altre $imili co$e, de le quali trattammo nel libro di $opra: Ficchinui$i pali, gettinui$i impedimenti di $a$si, ol- 15 tra di que$to ui $i affondino ca$$e di Tauoli, & ce$te di uimini; & co$e uote $imili, piene di co$e graui. Ma $e la Natura del luogho, o la grandezza de la $pe$a, nõ comporta$$e que$to, come uerbi gratia, $e ui fu$$e, una fanghiglia che $i moue$$e $empre, o una altezza troppo profonda, farai in que$to modo, me$si dogli per ordine, o congiunti in$ieme, adattaui traui, & piane per il diritto, & per il tra- 20 uer$o, collocandole l’una a trauer$o de l’altra, aggiugniui che da foderi de le tra- uate $portino uer$o i nimici puntoni, & becchi grandi$simamente a puntati, & pali cõ le punte di ferro, quali chiamano paloni ferrati, accioche alcuna naue de nimici $palmata, non ardi$ca uenire ad affrontare il luogo a piene uele o a trapa$- $arlo. Copri i foderi de la uiolenza de fuochi con terra, & ponui attorno per 25 $teccato, graticci, & parapetti di legname gro$$o, fauui, in luoghi commodi Torri di legname, & fermale con a$$ai Ancore in luoghi $tabili contro l’impeto de le onde, & na$co$i a nimici. Giouerà cõdurre tal lauoro a onde, uoltando l’arco uer$o l’onde, accioche egli piu facilmente le $opporti, & habbino le Ancore manco bi$ogno delo aiuto di $uori, & di loro $ia detto a ba$tanza.

30 De comme$$arij, Camarlinghi, & Ri$cotitori publici; & di sì fatti Magi$trati; a quali bi$o- gna fare il Granaio, la Camera del Comume, la Camera dell’arme, il Mercato, gli Arza- nali, & le $talle, & de le tre$orte de le prigioni, & del modo, luoghi, & $orma loro. Cap. XIII. 35

HOra accadendo che nell’hauer a fare tante co$e, tu habbi bi$ogno di uet- touaglie, & di$pe$e a$$ai, bi$ogna trattare de Magi$trati, che habbino cu- ra di $imili affari; come $ono, Comme$$arij, Camerlinghi, & ri$cotitori pu blici & $imili; per i quali $i debbono fare edificij sì fatti. Il Granaio, la Camera 40 da tenerui i denari, Quella da tenerui le Armi, Il luogo per il Mercato, lo Arzanale, & le $talle da Caualli; Poche $on quelle co$e, che in que$to luogo ci paiono da dir$i, ma da non $e ne fare inuero beffe. Concio$ia che egli è a$- $ai manife$to, che il Granaio, la Camera del Comune, & la Camera de le Ar- [149]LIBRO QVINTO. mi, $i debbono collocare nel mezo de la città, & in luogo celebrati$simo, accio- che le $ieno piu $icure, & piu commode. Gli Arzanali poi, uogliono e$$er po- $ti lontani da le ca$e de Cittadini, per amore de gli incendij. Nè$i debbe far bef- $e, che e’ bi$ogna me$colarui in uarij luoghi muri interi, che dal piano del Terre no auanzino in$in $opra i Tetti, iquali difendino l’una $tanza da l’altra da le ar- 5 denti fiamme, & uietino a fuochi il potere attaccar$i da l’un tetto a l’altro. I luoghi per i Mercati, $i debbono $tabilire $u la Marina, $u le bocche de fiumi, & ne ri$contri di piu uie mae$tre. Gli Arzanali bi$ogna che habbino ghomiti, & ricetti, o golfi di acque, accioche i Nauili ui po$sino e$$er tirati dentro, & ra$$etta ti; & che quindi ancora $i po$sino uarare nel mare. Ma bi$ogna auertire, che 10 in que$to luogo l’acqua ui $i agiti $empre del continouo. I Nauilij $i infracido- no per i uenti au$trali; Apron$i per i caldi di mezo giorno; & $i con$eruano per il leuare del Sole. Oltra di que$to, qual $i uoglia Granaio, che $i faccia per man tenere le co$e, egli è co$a chiara, che e’ gode di luogo, & d’ Aria a$ciutta. Ma parleremo di que$te co$e piu lungamente, quando noi tratteremo dele co$e de 15 Priuati, a l’ordine de lequali $i a$petta tale ragionamento, eccetto però che de luoghi, per tenerui il Sale. Percioche le $tanze per tenerui il Sale, le farai in que$ta maniera. Metterai $opra il terreno nn $uolo di Carboni alto un cubito, cioè tre quarti di braccio, & pillalo bene per tutto: dipoi $pargiui $opra $abbio- ne dibattuto con creta pura, alto tre palmi, & $pianalo bene, dipoi lo ammatto- 20 na con mezzane cotte $ino a tanto che $ieno diuentate nere. Farai i lati de le Mura dal lato di dentro, non hauendo abbondantia di sì fatto lauoro, di pietre riquadrate, non di tufo, nè di pietra uiua, ma d’una pietra che $ia infra que$te di natura mezana, pur che ella $ia molto dura, & tal lauoro ri$trignilo dale mura a lo indentro per $patio di un cubito; & fauui attorno un tauolato di pane con 25 chiodi di bronzo, o piu to$to con $pranghe, & riempi il uano che re$ta fra il ta- uolato, e’l muro di canne, & giouerà grandemente l’hauer unto il legname cõ creta macerata, con morchia, & me$$oui dentro gine$tre con giunchi $pezzati. Finalmente gli edificij publici co$i fatti, bi$ogna che $ieno fortificati gagliardi$- $imamente di mura, di Torri, & di munitioni, contro a qualunche in$idia, mali- 30 gnità, o impeto di ladri, di nimici, o di cittadini $editio$i. Parmi hauere tratta- to a$$ai abbondantemente de gli edificij publici, $e già non ci re$ta quel che $i a$petta, & non per ultima co$a, a Magi$trati, cioè che noi non ci facciamo beffe, che egli habbino luoghi, doue egli habbino a tenere coloro, che egli haranno condennati per contumacia, perfidia, & malignità. Io trouo che gli Antichi ha 35 ueuano tre $orti di Prigione, la prima era quella doue erano tenuti gli $co$tuma- ti, & i male alleuati, accioche la notte fu$sino ammae$trati, & che fu$sino in$e- gnate loro da dotti$simi, & approuati$simi profe$$ori de le buone arti quelle co- $e, che s’a$pettano a buoni co$tumi, & a una uita da huomo da bene. La $e- conda era quella, doue $i teneuano i debitori, & quelli che bi$ognaua raftrena- 40 re da la licentio$a uita, in che erano tra$cor$i. La terza era quella, ne laquale <002> macerarli con le Tenebre, & con la $purcitia, $i mandauano coloro, che era- no crudeli, & $celerati, indegni del Cielo, & del commertio de gli huomini, & che haueuano a morir pre$to. Se que$ta ultima $orte di prigione $arà alcuno [150]DELLA ARCHITETTVRA che ordini, che ella $i faccia $imile a una $pilõca $otterranea, o a una horr\~eda $e- poltura, co$tui certo ri$guarderà a$$ai piu a la pena del Reo, che nõ $i cõuiene $e condo la legge, o $ecõdo la natura de gli huomini. Et $e bene gli huomini di ma li$sima uita per le loro ribalderie meriteranno qual $i uoglia ultimo $upplicio e’ $arà officio d’una Rep. & diun Principe pendere alquanto $empre inuer$o l’e$$er 5 pieto$o. Et però $ia a ba$tanza l’hauer fortificato $imili edificij con mura, Vani, & Volte, talmente che colui, che ui è dentro rinchiu$o, nõ ne po$$a da per $e $te$ $o u$cire giamai di luogo alcuno; a laqual co$a giouerà molto la gro$$ezza, & la profondità, & la altezza di tal muraglia fatta con pietre grandi, & duri$sime, col- legate l’una con l’altra con ferro, & cõ bronzo. Aggiugnici $e tu uuoi, le fine$tre 10 ferrate a$pri$sime qua$i di Traui, o di co$e $imili; ancorche que$te co$e $ono al tut to di poco ualore, & nõ reggono, di maniera che il prigione ricordeuole de la li bertà, & de la $alute $ua; nõ le po$$a rõpere facilm\~ete, pur che tu gli la$ci mettere ad e$$ecutione le forze, porteli da la natura, e da l’ingegno $uo. Ma e’ mi pare che coloro n’auuerti$chino eccellentem\~ete, che dicono che l’occhio uigilante de le 15 guardie è una prigione adamãtina. Ma $eguitiamo noi ne le altre co$e, i co$tumi, & gli ordini de gli antichi. Siaci que$to a {pro}po$ito, che ne le prigioni bi$ogna che ui $ian o i de$tri, & i cammini da poterui far fuoco $enza fumo, o puzzo. Oltra di que$to a parlare d’una prigione interam\~ete, bi$ogna ordinarla co$i. Cignerai di Mura gagliarde, & alte, $enza che ui $ieno alcune aperture un tuo $patio in una 20 parte $icura, & non fuor di mano de la tua città; & afforticheralo con Torri, & cõ ballatoi. Da que$to muro a lo indentro uer$o le mura, doue hãno a $tare i prigio ni $iaci un uano di due braccia, & un quarto, perilquale le guardie cãminando la notte po$sino uietare il fuggire de congiurati prigioni. Lo $patio che re$ta nel mezo di que$to circuito, $cõparti$cilo in que$ta maniera. In cãbio di Antiporto 25 ordiniui$i una Sala allegra, doue $ieno mandati a $tare per forza, coloro che han no bi$ogno di imparare a uiuere: doppo que$ta, le prime entrate infra il cãcello, & gli $teccati, $ieno habitationi, & luoghi per le guardie armate, Dipoi $iaui una corte a lo $coperto, & di quà, & di là adattati portichi, nequali $ieno piu fine$tre da poter uedere in piu $tanze. In que$te $tanze i falliti, & que’ che hanno debito, 30 $ieno $errati non tutti in$ieme; ma di$per $e $i $erreranno: in te$ta ui $ia una pri- gione alquanto piu $tretta, doue s’habbino a $errare quei che hanno peccati leg gieri, piu a dentro poi $i $errino, i prigioni per la uita in $tanze piu $ecrete.

De li Edificij priuati, & loro differentie: De la Villa, & de le co$e da o$$eruar$i nel collo- carla, & murarla. Cap. XIIII. 35

IO uengo hora a trattare de gli edificij priuati. Io ti di$si altroue, che la ca- $a era una picciola Città. Bi$ogna adunque con$iderare nel farla qua$i tut- te quelle co$e, che $i a$pettano circa il fare di una Città, che ella $ia $ani$sima, 40 habbia tutte le co$e, che gli bi$ognano, porga di $e tutte le commoditati, che gio- uano, a uiuerui con quiete, con tranquillità, & con dilicatura. Quali $ieno tut- te que$te co$e di lor natura, & quali habbino a e$$ere, & comefatte, mi pare in gran parte hauerne trattato ne pa$$ati libri. Ma in que$to luogo pre$o il prin- [151]LIBRO QVINTO. cipio d'altronde, comincieremo la co$a in que$ta maniera. Egli è co$a mani$@- $ta che la Ca$a priuata $i debbe fare per amore de la famiglia, accioche ella ui po$ $a $tare dentro commodi$simamente. Non $arà commoda a ba$tanza quella ca $a, $e in quella $te$$a non ui $aranno tutte quelle co$e, che co$toro hanno dibi$o- gno. Grande è il numero de le co$e, & de gli huomini in una famiglia, ilquale 5 non potrai a tua uoglia di$tribuire ugualmente ne la città, & ne la Villa. Con- cio$ia che ne le muraglie de la Città, ti accade che un muro d'un uicino, una grõ- daia, una piazza publica, una $trada, & $imili co$e, qua$i tutte ti impedi$couo che tu ti po$$a $atis$are a tuo modo, ilche a la Villa non ti auiene, percioche tu hai in Villa ogni co$a piu libera, & ne la Città piu impedita. Adunque sì per altre ra- 10 gioni, sì ancora per que$ta, mi piace di$tinguere la co$a in que$ta maniera: Cioè che altrim\~eti $ieno le habitationi ne la Città, & altrimenti quelle da la uilla, per i priuati, in amendue que$te, altrimenti debbono e$$er quelle, che $i a$pettano a Cittadini minuali, & altrimenti quelle che s'a$pettanno a Cittadini piu ricchi, concio$ia che i minuali murano $olamente per loro nece$sità, & i piu ricchi mu 15 rano per diletto, & $atisfattione de de$iderij loro. Ma noi racconteremo quelle co$e, che la mode$tia de gli huomini $auij, approuerrà in qualunche $orte di Edificij, & però mi pare da cominciare da le co$e piu facili. Le habitationi ne le Ville $ono piu e$pedite, & i Cittadini $on o piu inchinati a la $pe$a, a le Ville che dentro. Ma raccontiamo prima breui$simam\~ete alcune poche co$e, che gioua 20 no molto a principali bi$ogni de le Ville, & $on que$te. Bi$ogna fuggire l'aria cattiua, & il Terreno cattiuo. Bi$ogna edificare nel mezo d'una Campagna a le radici del Monte, in luoghi che ui $ieno acque, luoghi ameni, & pae$i $ani$simi, e del pae$e in la parte piu $ana. L'aria tri$ta, & mal $ana dicono che cagiona, sì tut te l'altre incommoditadi, (de le quali trattammo nel primo libro) sì ancora $elue 25 piu folte, & ma$sime piene di arbori, che hanno le foglie amare, concio$ia che l'aria in quel luogo non agitata, nè da Sole, nè da Venti, ui diuenta cruda, sì ancora ui cagiona il Terreno $terile, & mal $ano, dal quale a la fine $e tu cor- cherai cauarne co$a alcuna, $aranno $elue. Io giudico che e' $i debbe hauere la uilla in que' luoghi, che $ieno piu conuenienti a le ca$e del Padrone che $ono 30 dentro ne la città. Dice Senofonte che a la Villa $i uorrebbe poter andare a piede, per fare e$ercitio, & tornar$ene poi a cauallo: Et però non $arà molto lontana da la Città, & la $trada non $arà nè difficile nè impedita, ma atta, & accommodata a lo andarui, & al farui$i portare, o di State, o di Verno, ò uoglia ciò fare per uia di carretta, ò da tuoi piedi, ò for$e per naue, & farà molto a pro- 35 po$ito, $e ella non $arà fuori di una porta de la Città a te di$co$to, ma de la piu uicina, accioche tu po$$a piu commodamente, & piu e$peditamente, $enza trop- po grande apparato di ue$timenti, & $enza te$timonianza di tutto il popolo, & con la moglie, & con i figliuoli andare, & tornare $pe$$o da la Villa a la Città, & da la Città a la Villa a tuo piacere. Egli è co$a conueniente hauere la Villa in 40 que' luoghi, che andandoui$i da mattina i raggi di leuãte non ti dieno mòle$tia a gli occhi, & i raggi di ponente da $era non dieno ne gli occhi a chi $e ne torna a la Città. Oltra di que$to debbe e$$ere la Villa in quel luogo, che non $ia ab- bandonato del tutto, non abietto, non ignobile, ma tale che ui $i habiti con $pe- [152]DELLA ARCHITETTVRA ranza di ricorui de la roba. Et allcttati da la amenità del'Aria, & da la abbon- dantia de le co$e, & da la piaceuolezza de la uita, & $enza alcuno pericolo. Nè deue ancor e$$er po$ta la uilla in luogo troppo celebrato, congiunto, o a la Città, o a la uia mae$tra, o al porto, doue concorrino una infinità di Nauilij; ma $ia po- $ta commodamente, che non ui manchino di $imili piaceri; ma che non ue ne $ie 5 no ancor tanti, che la tua $amiglia $ia troppo mole$tata da la frequentia de fore- $tieri, che pa$$ano. Dicono gli Antichi che neluoghi uento$i non $i incarbon- chiano mai le co$e, ma ne luoghi humidi, & ne le Vallate, che non ui e$alano i uenti, ui accaggiono $pe$$o $imili difetti. Non mi piace già quello, che e' dicono in tutti i luoghi, che la Villa $i debbe edificare in modo che ella fia uolta uer$o il 10 leuare del Sole mentre che è l'equinottio; Concio$ia che quelle co$e, che $i dico no de Soli, & de Venti; è co$a manife$ta che $i mutano $econdo le Regioni; di ma niera che non auuiene che $empre Greco $ia leggieri, nè i uenti au$trali, mal $a- ni in ogni luogo. Et diceua bene Cel$o Medico, che tutti i Venti, che uengo- no dal mare, $ono piu $errati, ma quelli che $i leuano di Terra, $on $empre piu 15 leggieri: Et giudico che $i debbino $chifare per amor de i Venti, le prime foci de le Valli; Percioche in que' luoghi ui $ono i Venti troppo freddi, $e e' uengono di notte, o e' $ono troppo caldi, $e e' u\~egono di giorno, ri$caldati da le troppe re perco$sioni de Raggi Solari.

20 Che le Ca$e di Villa $ono di due $orti, & del collocare tutte le loro parti commodamente appartenenti parte a gli huomini, parte a gli animali, parte a gli in$trumenti, & parte a bi$ogni de le co$e nece$$arie. Cap. X V. 25

MA e$$endo l'habitationi de le Ville alcune che $eruono per i Padroni, & alcune per i Lauoratori, & alcune di que$te fatte primieramente per utilità, altre for$e per diletto de l'animo. Parleremo prima di quel- le, che $i a$pettano a lauoratori. Non bi$ogna che le ca$e di co$toro $ieno molto di$co$to da le ca$e de padroni, accioche hora per hora $i uegga quel che 30 cia$cun di loro faccia, & che e' $appino quello, che $ia bi$ogno di far$i. Ap- partien$i a co$i $atte ca$e per loro proprietà, che le robe che dal campo $i po$$o- no condurre, $i a$$ettino, $i raccolghino, & $i $erbino in e$$e. Se già que$to ultimo officio, cioè di $erbare le ricolte, tu non pen$i che $i a$petti piu to$to a le ca$e de Padroni, & a quelle ancora che $ono ne le Città, che a quelle de la 35 Villa, a que$te co$e darai tu perfettione, con la moltitudine de gli huomini, & con la abbondantia de gli $trumenti, & piu che con altro con la indu$tria, & con la diligentia del lauoratore. Gli Antichi uoleuano che la famiglia del lauoratore fu$$e di quindici per$one: per amor di co$toro adunque bi$ogna ha- uere doue ri$caldargli, quando fa loro freddo, o doue riceuerli partiti$i dal la- 40 uoro per i mali temporali, accioche e' ui po$sino $tare a mangiare a ripo$ar$i, & a ordinare le co$e, che egliharanno di bi$ogno. Et però facciaui$i u na gran Cucina, non buia, & $icura da pericoli de l'abbruciare, col forno, col focolare, col pozzo, & con l'acquaio. Di là da la cucina ui $ia una camera, doue $tieno [153]LIBRO QVINTO. le per$one piu qualificate, la ca$$a del pane, la carne $alata, & i lardi da $erbar$i <002> i bi$ogni di giorno in giorno. Gli altri $i di$tribui$chino di modo, che cia$cuno $ia $opra le co$e $ue, & pronto ad a$$eguirle. Il fattore di Villa $tia a canto a la porta principale, accioche non po$$a alcuno $enza $ua $aputa u$cir fuori la notte, o portar uia co$a alcuna. Que' c'hãno ad hauere cura de le be$tie, $tieno pre$$o 5 a le $talle, accioche per la diligentia loro, non re$ti a far$i co$a alcuna, che $caggia. Et que$to ba$ti quanto al numero de gli huomini. Gli In$trumen ti alcuni $o- no animati, come i be$tiami, & alcuni $enza anima come $ono i Carri, & i ferra- menti, & $imili, per amor di sì fatti $trumenti facci$i a canto a la Cucina una gran capanna $otto la quale $i riponga il carro, la Treggia, lo aratolo, il giogo, le ce$te 10 da fieno, e $imili altre co$e, & $ia detta capanna uolta a mezo dì, accioche la fami glia ne l'Inuerno ui $i po$$a $tare a pa$$ar$i al Sole i giorni di fe$ta. Al Fattoio, & a lo Strettoio bi$ogna dare un' $patio grandi$simo & netti$simo. Sia@i ancora un magazino, doue $i riponghino, & $i ferbino lo $taio, le paniere grandi di Vin- chi, i panieri piccoli, le funi, i Sarchiegli, i becca$trini, & altre sì fatte co$e. Sopra 15 i legni, che attrauer$ano le traui, ne le capanne di$tendinui$i graticci, & $opra ui $i riponghino pali pertiche, a$te, uergoni $ermenti, & fra$che, $agginali, per i buoi, & canape, & lini non conci, & $imili altre co$e. I Be$tiami $ono di due $or- ti una $orte $erue a lauorare, come i buoi, & i cauagli; & l'altra $orte $erue a fare frutto, come $ono le troie, le pecore, le capre, & ogni armento. De Be$tiami 20 da lauorare, diremo prima; concio$ia che e' $eruino, come per in$trumenti; poi tratteremo di quelli, che $eruono a far frutto, che s'a$pettano a la indu$tria del Fattore. Fà che le $talle per le be$tie uaccine, & per i Caualli, non $ieno l'inuerno fredde; fa le Mangiatoie gagliarde, acciò non gettíno uia quel che tu gli dai da mangiare. Fà che i cauagli habbino gli $trami $opra da alto, accio- 25 che non ne po$sino hauere $enza fatica, $tando con la te$ta alta, percioche e' ne diueranno con le te$te piu a$ciutte, & piu agili di $tiena. Per il contrario, da- gli l'orzo, & l'altre biade, che e' l'habbino a cauare, come giu ba$$o d'una fo$$a; percioche egli haranno manco occa$ione di inghiottirlo tutto a un tratto, & nõ manderanno giu le granella intere, & oltra que$to diuenteranno di mu$coli, & 30 di petto, piu gagliardi, & piu robu$ti. Sopra tutto bi$ogna guardar$i, che il mu- ro de la mangiatoia, doue ha a $tare uolta la fronte del Cauallo, non $ia humido; il Cauallo ha il Craneo del ceruello $ottile, che non puo $offerire nè l'humido, nè il freddo, & però guardati che per le fine$tre non ui entrino i raggi lunari. La Luna fa' diuentare gli occhi bianchi, & induce graui$sima to$$a, a le pecore in- 35 ferme i raggi de la Luna $ono come pe$te. A Buoi poni le mangiatoie piu ba$- $e, che po$sino $tando a diacere rugumare. Se i Caualli guarderanno il cam- mino, diuenteranno horridi. Il Bue hauendo al dirimpetto gli huomini, $i ral legra. La Mula che $tà in luogo caldo, o o$curo, impazza. Sono alcuni che pen$ano che la Mula $ia a$$ai coperta dal Tetto, $e ella harà coperto il capo, & 40 l'altre parti non dà noia che $ieno e$po$te al $ereno, & al freddo. Lo $pazzo $otto i Buoi la$tricalo di pietre, accioche per lo $terco, & per la ribalderia, non $e gli infracidi le Vnghie. Sotto a Caualli farai una fo$$a ne lo ammattonato, & cuoprila di a$$e di leccio, & di rouere, accioche e' non ui $i generi per l'ori- [154]DELLA ARCHITETTVRA ne una fanghiglia, ne per il troppo zappare de piedi $i gua$tino l'unghie, & il pa uimento.

Che la indu$tria del fattore di Villa $i debbe e$$ercitare tanto circa i Be$tiami, quanto cir- ca le Ricolte, & circa il far' l' Aia. Cap. XVI. 5

DIremo breuemente che la indu$tria del Fattore, nõ $i e$$erciterà $olam\~ete in raccorre le co$e, che $ono ne campi, ma innanzi ad ogni altra co$a $i in- gegnerà che i Be$tiami, gli uccelli, & i pe$ci gli fruttino. Poni le $talle per gli Armenti in luogo a$ciutto, & nõ humido, lieuane ogni minimo $a$$o di $otto, 10 & fa che le p\~edino, accioche le $i po$sino uotare, & nettare facilmente, cuoprine una parte di loro, e una parte ne la$cia a lo $coperto, & ordina che i Venti Au$tra li, o qual altro Vento humido $i uoglia, non percota la notte le pecore, & che nõ ui tirino ancora altri Venti troppo mole$ti. I luoghi, doue hanno a $tare rin- chiu$i i Conigli, fauui un muro di pietre riquadrate in$ino al fondo de l'acqua, in 15 lo $pazzo fauui un $uolo di Sabbione ma$tio, la$ciando in piu, e piu luoghi alcuni monticelli con terra da $apone. Fa che le galline habbino nel Cortile loro un portico uolto a mezo giorno, $partoui $otto di molta cenere, & $opra detto por- tico il luogo per i Nidij, & le $tãghe da dormirui $opra la notte. Sono alcuni che uorrebbono che le Galline $i tene$sino rinchiu$e in un gran circuito che fu$$e 20 uolto a leuante, ma quelle, che $i tengono per hauer de l'uuoua, & de pulcini, $i come le $ono piu allegre per la libertà, così ancora $ono piu feconde. L'uoua nate a lo $curo, & in luogo rinchiu$o $ono piu $ciocche. Porrai la Colombaia, che la uegga l'acqua, & non la porre troppo alta, ma co$i a modo, accioche i Co- lombi $tracchi dal uolare, qua$i con l'alie $cherzando liete, s'allegrino sducciolar 25 ui ad alie chiu$e. Sono alcuni che dicono che le colombe pre$i i $emi de la Cã- pagna, quanto piu fatica & uiaggio haranno a fare a portarli a lor figliuoli, tan- to piu gli faranno gro$si: Et que$to perche i $emi portati nel gozzo per nu- trire i figliuoli, con lo $tarui a$$ai, diuenteranno mezi cotti, & per que$to pon- gono le colombaie buone in luoghi alti$simi. Et for$e pen$ano che gioui a$- 30 $ai che le Colombaie $ieno lontane da le acque, accioche giugnendoui, i Co- lombi non raffreddino l'uoua con i piè molli. Se a la cantonata de la Torre tu ui rinchiuderai un Gheppio diuenterà tal Colombaia $icura da gli Vccelli di rapina. Se tu na$conderai in $u l'entrata un capo di lupo, gittatoui $opra del Cimino rinchiu$o in uno orcio fe$$o, che getti fuori puzzo, per tal co$a ui 35 concorreranno una infinità di colombi. Se tu farai lo $pazzo de la tua colom- baia di creta, & lo bagnerai, & ribagnerai $pe$$o con la orina de gli huomini, la- $ciando gli altri colombi le $edie de loro Antichi, ti $i multiplicheranno gran- di$simamente. Fuori de le fine$tre fa che ui $ieno Cornici di pietra, o Tauo- le di Vliuo che $portino fuori uno cubito, $u per le quali, i colombi habbino 40 da fermar$i ne lo arriuare, & da le quali habbino a pigliare il uolo nel partir- $i. Gli uccelletti minori rinchiu$i per il uedere de li Alberi, & del cielo $i mar- ci$cono. I Nidij, & le $tanzette per li Vccelli, bi$ogna farle in luoghi caldi. Ma a quelli, che piu to$to camminano che e' uolino, bi$ogna collocarli ba$si, [155]LIBRO QVINTO. & in e$$o Terreno, a li altri bi$ogna porli in luoghi piu alti, Tutti habbino le $põ de di quà, & di là per amor di ritenere l'uoua, & i figliolini, che nõ ca$chino. Per far i Nidij è piu commodo il loto che la Calcina, & la Calcina piu che il Ge$$o. Tutte le $orti di pietra uiua $ono cattiue, i Mattoni $on piu utili che il Tuffo, pur che non $ieno troppo cotti. I legnami, o di Oppio o di Abeto, $ono utili$simi. 5 Tutte le $tanze per gli Vccelli uogliono e$$ere pulite, pure, nette, e ma$simo per i colombi. Anzi $e il be$tiame ancora di quattro piedi $tarà in luoghi brutti di uenterà $cabbio$o. Et però faccin$i in uolta arricciate, intonicate, e imbiancate per tutto, & turi$i ogni minimo bucolino, accioche le Faine, le Donnole, & le lu certole, o $imili be$tiuole non po$sino far danno a l'uoua, a Pippioncini, o a le 10 mura. Aggiunghinui$i le Tramoggie da beccare, & gli Abbeueratoi. Et pero facci$i intorno a la Villa un fo$$one, doue l'Anitre, i Porci, e le beftie uaccine, ui $i po$sino, & lauare, & gittarui$i dentro, & quando tu dai loro da mangiare, o $ia buono, o $ia cattiuo tempo fa che le $i $attollino. I Beccatoi, & gli abbeueratoi <002> gli uccelletti minori ne le loro $tanze, $i mettino i canali lungo il muro, accioche 15 e' non gli po$sino $pandere con i piedi, ne imbrattare le co$e che tu ui dai loro. Fa che que$ti habbino alcune cãnelle da lato di fuori, da le quali tu po$si por- gerui dentro il Vitto loro. Nel mezo fa che ui $ia un lauatoio, doue po$$a $ta- re a$$ai acqua chiara. Farai il Viuaio in terreno creto$o, & tanto fondo, che e' non habbia a ribollire per i raggi del Sole, ne addiacciar$i per il $ouerchio fred- 20 do. Oltra que$to da gli lati faraui alcune cauerne, accioche il pe$ce habbia do- ue rifuggire $e $ubitamente $enti$$e intorbidar$i le acque, & non $i marci$ca sbigottito de lo animo. Il Pe$ce $i nutri$ce del $ugo de la Terra, pati$ce de gran caldi, & per i diacci $i muore: A $oli di mezo giorno $i rallegra, & $cher- za. Credono che alcuna uolta $ia bene che e' ui entri dentro le piene fango$e 25 che uengono, da le pioggie, ma non $i deuono riceuere le prime doppo i gior- ni Caniculari, <002>che $anno come di calcina, & ammazzano i pe$ci, & dipoi non $i debbe metteruene dentro, $e non di rado: percioche elle nuocono con il mu- $chio puzzolente, & a l'acqua & al pe$ce. Ma bi$ogna auertire che l'acqua conti- nouamente ui entri, & continouamente $e ne uadia, uenga ella, o da fonte, o da 30 fiume, o da lago, o da Mare. Ma de Viuai, che $i fanno d'acque marine, ne in$egnano commodamente piu a la larga in que$to modo. Ne le regioni fango$e $i nutri$cono i pe$ci $tiacciati, come $ono le Sogliole. Ne pae$i are- no$i le cocchiglie, gli altri $i nutri$cono meglio nel Mare, come le Orate, & i Dentali, fra $a$si $i nutri$cono meglio i Tordi & le Merle, et gli altri, che infra $a$- 35 $i $on nati. Vltimamente dicono, che quello $tagno è ottimo per con$erue di pe$ci, che $arà collocato in modo, che l'onda del Mare, che di nuouo ui uiene ri- percuota in quella che ui era innanzi, & che non la$ci impigrirui$i d\~etro l'acqua, che ui era prima, & dicono che quelle acque diuentano manco $ane, che $i rin- nuouano pur troppo adagio. Hor $ia detto a ba$tanza de la Indu$tria, & de la 40 diligentia del Fattore circa molte co$e. Ma molto $i loda quel che gioua gran- dem\~ete al ra$$ettare, & al riporre le ricolte <002> amor de le quali, bi$ogna ordinare l'Aia, e$po$ta a Soli, & a V\~eti, nõ lontana da la capãna, che noi ti dic\~emo poco auã ti, accioche ne le pioggie $ubitane tu po$$a in un mom\~eto riporre, & i lauoranti, [156]DELLA ARCHITETTVRA & e$$e robe al coperto; doue tu uuoi fare l'Aia, $pianaui il terreno non a piano; ma corretto co$i leggiermente, dipoi uangalo, dipoi gettaui di molta morchia, & la$cianela bene inzuppare; dipoi disfa bene le zolle; dipoi pareggialo, o con il Cilindro, o con l'erpice, & battilo con le mazzeranghe. dipoi gettaui di nuo- uo $opra de la morchia, & quando ella $arà ra$ciutta; nè Topi, nè formiche non 5 ui faranno nidio, nè diuenterà fango$a, nè ui na$cerà erba; a co$i fatto lauoro la Creta arrecherà gran $aldezza. Et $ia detto a ba$tanza de le habitationi de lauoratori.

De la Villa de Padroni, & de le per$one nobili, & di tutte le parti $ue, & del luogo loro 10 commodo. Cap. XV II.

LE ca$e di Villa per i Padroni, $ono alcuni, che credono che e' ne bi$ogni una per la $tate, & l'altra per l'inuerno; & le diffini$cono in que$ta manie- ra, che le Camere per la $tate uogliono che $ieno uolte a leuãte d'inuerno, 15 & le Sale uolte a occidente equinottiale; & le Camere per lo inuerno uogliono uolte a mezo giorno, & le Sale a leuãte d'inuerno. I luoghi da pa$$eggiare, uol- ti a mezo dì ne lo Equinottio. Ma noi pen$iamo, che $econdo le uarietà de l'A- ria, & del pae$e, co$i s'habbino ancora a uariare $imili co$e; di maniera che le co- $e calde con le fredde, & le $ecche con le humide $i temperino in$ieme. Vor- 20 rei che le Ca$e de la po$$e$sione de Nobili, non fu$sino po$te ne la piu gra$$a par te de la Campagna; ma bene ne la piu degna, donde $i po$$a pigliare ogni com- modità, & ogni piacere liberi$simamente di qualunche Vento, $ole, o ueduta; $cenda$i quindi facili$simamente ne le po$$e$sioni, riceua i fore$tieri che ui capi- tano in luoghi conuenientemente $patio$i, $ien uedute, & uegghino la Città, le 25 Terre, il Mare, & una di$te$a pianura, & le cono$ciute cime de le Colline, & de Monti: Habbia po$ti qua$i $otto gli occhi dilicatezze di giardini, & allettamen- ti di pe$cagioni, & di caciagioni. Et concio$ia che $i come noi ti dicemmo, le parti de le ca$e, altre $i apparrenghino a tutto lo uniuer$ale, & altre a piu per$o- ne in$ieme, & altre a una, o piu per$one $eparatamente. In que$te, quanto a le 30 parti, che s'appartenghino a lo uniuer$ale imiteremo le Ca$e de Principi. Innan zi a la porta $ianui pratelli grandi$simi, da poterui$i correre con le carrette, & da maneggiarui caualli, che $ieno molto piu lunghi, che il Tiro de giouani de Dardi, o de le A$te. In ca$a poi per le parti, che $eruono a piu, non ui mancherã- no luoghi da pa$$eggiare, da far$i portare, da notare: & pratelli, & cortili, & log- 35 gie, e alcune in cerchio, doue i Vecchi l'inuerno a benigni Soli po$sino $tare a ra gionare, & la famiglia ui habbia a $tare a fe$teggiare, & a goder$i la $tate de l'om- bra. Et è co$a manife$ta, che ne le ca$e, alcune co$e s'a$pcttano a la famiglia, & alcune a quelle co$e, che $on grate a la famiglia. La famiglia $arà que$ta, il Mari- to, la Mo glie, i figliuoli, & i parenti, & que' che per bi$ogno di co$toro ui $tanno 40 in$ieme, que' che haranno cura de le co$e, i mini$tri, i famigli; oltre a che i fore- $tieri anc ora $ono nel numero de la famiglia. Bi$ogna per amore de la $amiglia hauerui le co$e per uiuere, come $ono le co$e da mangiare, & le co$e che $eruo- no per i bi$ogni, le Ve$ti, le Armi, i Libri, & i Caualli ancora. La principal [157]LIBRO QVINTO. parte di tutte è quella, la quale, o Cauedio, o Atrio che tu ti dica, noi lo chiame- remo il Cortile con le loggie. Doppo il quale, $ono le Sale, & piu a dentro le Camere, & finalmente l’Anticamere, l’altre $tanze mediante le lor co$e $i cono- $cono. Et però il cortile $arà la parte principale, $opra il quale corri$ponderan no tutte l’altre m\~ebra minori, come $e fu$si un publico mercato de la Ca$a, del 5 qual cortile non $olamente $i cauerà commodità de la entrata, ma de lumi anco ra commodi$simamente. Et di quì $i uede che cia$cuno uorebbe hauere uno Cortile $patio$o, grande, aperto, bello, & accomodato. Ma alcuni $i contentano di un $ol Cortile. Alcuni ne hanno uoluti più, & que$ti, o egli li hãno cinti tut- ti a torno di alti$sime mura, o ne hãnò cinto una parte di alte & una parte de piu 10 ba$$e. Et uollono che in alcun luogo $u$sino coperta, & in alcun luogo $coper to, & in alcun luogo una parte $coperta, & l’altra coperta, & in alcun luogo ui fe ciono loggie da un lato $olo, in alcun altro da più lati, & in alcun altro da per tut to, & in alcun luogo le feciono cõ palchi, & in alcuno con uolte. Circa a que$te co$e nõ ho piu che dire, $aluo che e’ s’habbia ri$petto a pae$i, & atempi, & a bi$o- 15 gni, & ad ogni commodità, di maniera che ne pae$i freddi $i rimuoua la crudez- za del uento Greco, & l’horridezza de la Aria, & del Terreno, & ne luoghi cal- di $i di$caccino i mole$ti$simi, & ardenti$simi Soli. Riceua$i lo $pirito del Cielo grati$simo da ogni parte, & quella abbondantia de lagrati$sima luce che $i ricer ca; & auuertira$si, che non ui arriuino uapori, $uaporati da Terreni humidi, che 20 ui habbino ad arrecare nocumento, & che inugoli uenutiui da luoghi piu alti, non ui $i fermino $opra. Et $arà in mezo del Cortile l’entrata, & lo antiporto honorato, non $tretto, non malageuole, non $curo. Et nel primo ri$contro $iaui un luogo dedicato a Dio con l’altare, accioche i fore$tieri che uerrãno incomin- cino l’Amicitia con la religione. Et il Padre de la famiglia chiegga a Dio la pace 25 de'la ca$a, & la tranquillità de $uoi; in que$to luogo abbracierà egli chi uerrà a ui $itarlo; Et $e egli harà cau$a alcuna rime$$a in lui da gli amici, le e$aminerà dili- gentemente in que$to luogo, & altre co$e $imili a que$te. Con que$te co$e $i con faranno molto, le fine$tre di Vetro, le loggie, & i Terrazi, da lequali po$sino in- $ieme riceuere con diletto, & i Soli, & i Venti, $econdo le $tagioni de Tempi. 30 Dice Martiale, che le fine$tre uolte a mezo giono riceuono i Soli puri, & il gior no chiaro, & gli Antichi credettero che fu$$e bene por le loggie uolte a mezo dì: Percioche andando la State il Sole piu alto, non ui entrano i raggi $uoi, doue l’inuerno u’entrano. Le Vedute de Monti, che $ono a mezo giorno, e$$endo i Monti da quella parte, che e’ $i ueggono coperti d’ombra, & caligino$i per il biã 35 cheggiante uapore de l’Aria non $ono molto gioconde, $e e’$ono lontani. Et $ei mede$imi ti $ono piu appre$$o, & che qua$i ti ca$chino in capo, ti daranno le notti piene di brine, & $reddi$sime; ma $e ti $ono co$i commodamente uicini, $ono grati$simi, & commodi$simi perche e’ ti di$endono da Venti Au$trali. Il Monte uer$o Settentrione, perche rinuerbera i raggi del Sole, accre$ce il caldo; 40 alquanto piu lontano è dilicati$simo; concio$ia che per la chiarezza de l’Aria, che $otto tal regione di Cielo continouamente ui $tà $erena, & per lo $plendore del Sole, da cui $empre è illu$trata, è molto bello a uedere. I Monti a leuante, & co$i quelli a ponente ti darãno le hore innanzi giorno $redde, & l’aurora rugia- [158]DELLA ARCHITETTVRA do$a, $e ti $aranno uicini, ma amenduoi $e ti $aranno alquanto lontani, $aranno lieti$simi. Similmente & i fiumi & i laghi non $on commodi quando ti $ono troppo appre$$o, ne piaceuoli $e troppo lontani. Et per il contrario $e la Ma- rina ti è lontana mediocremente ui $ono Soli & Venti cattiui$simi: Ma quando ti è uicini$sima t’offende manco, concio$ia che e’ ui per$eueri Aria piu aggua- 5 gliata. Da lontano ci è ancor que$to che è co$a gratio$a, che ella accende il de$iderio di $e fte$$a. Importa niente di meno da qual parte del Cielo ti $i di- mo$tri, concio$ia che $e tu hai la Marina aperta da mezzo dì, ti abbruccia, $e da I euante ti inhumidi$ce, $e da Ponente ti fa l’aer caligino$a, $e da Settentrione ti da freddi grandi$simi. Del cortile $i entrerà ne le $ale, che $aranno $econ- 10 do il bi$ogno de tempi alcune buone per la State, & alcune per lo Inuerno, & altre per dir co$i per mezi tempi. Le $ale per la State uorrebbono acque, & uerzure di giardini, Quelle per lo Inuerno uorrebbono e$$ere calde, & hauere il cammino. L’una & l’altra uogliono e$$er grandi, allegre, & dilicate. Son$i inditij per iquali facilmente ci per$uaderemo che appre$$o de gli antichifuro- 15 no i camini, manon come i no$tri, percioche egli è uno detto Antico che di- ce che fummicauano le $ommità de tetti. Que$to mede$imo eccetto che in Etruria, & in Lombardia ueggian noi che $i è o$$eruato in$ino a tempi no$tri per tutta Italia, che e’ non era ne$$un cammino con la gola che u$ci$$e $oprai tetti. Dice Vitruuio che ne le $ale per lo Inuerno non è co$a utile il dipignere leg- 20 giadramentele Volte, perche dal fummo del fuoco & da gli $pe$si lumi $i gua- $tano. Anzi tingeuano la Volta $opra il $ocolare con inchio$tro, accio che quello $curo fattoui da la pittura pare$$e fattoui dal fummo. Altroue trouo che gli u$auano legne purgate, & che fu$sino $enza fummo, le quali $i chiama- uano carboni, & per que$to conto i legi$ti non uogliono che i Carboni $ieno 25 $petie di legne, accioche tu po$si pen$are che eglino u$auano i Caldani di fer- ro, & di Rame doue e’faceuano fuoco, $econdo che il ca$o & la dignità ricerca- ua. Et for$e che chi andaua al Soldo, & che era auezzo $u la guerra, $i come tut ti erano in$ieme ad una, non u$auano Cammini. Ne ci concedono i Medici che noi $tiamo continouamente a gran fuochi. Dice Ari$totile che gli animali 30 hanno le carne $ode medianteil $reddo, Et auuertirono coloro che fanno pro- fe$sione di $imili co$e, che i lauoranti, che attendono a le fornaci, diu\~etano qua$i tutti in ui$o, & ne la pelle cre$pi, & grinzo$i, & dicono che ciò auuiene da que- $to che le carni tirate & di$te$e per il freddo, perdono quel $ugo delquale $i ge- nera la carne, perche e $i di$tilla mediante il $uoco, & $e ne ua in Vapori. In La- 35 magna, & fra Colchi, & in altri luoghi, doue è di nece$sità ualer$i del fuoco, per difender$i da $reddi, u$ano le $tu$e: de le quali $i tratterà a luoghi loro. Tornia mo a cammini che bi$ogna $ieno fatti a que$to modo per $eruir$ene. Egli è di nece$sità, che il Cammino $ia pronto, che ui cappino intorno a$$ai, $ia lumino- $o, non ui tiri Vento, habbia niente dimeno onde e$ca il fummo, che altrimenti 40 non $alirebbe $u$o ad alto, & però non $i faccia un cantone, non troppo fitto dentro nel muro, nõ occupi ancora lo apparecchio principale, nõ $ia mole$tato da Venti di $ene$tre, o di porte, non e$ca in bocca troppo fuori del diritto del muro, habbia la gola grande, & larga da de$tra in $ini$tra, & diritta a piombo, [159]LIBRO QVINTO. alzi la Te$ta $opra qualunche altezza della Muraglia, & que$to $i perche $i $ug- ga i pericoli dello abbrucciare; $i ancora accioche raggirandoui$i il Vento per il percuotere in qualche parte del Tetto, non ritardi l’u$cita al fummo, & non lo rim bocchi in giu$o. Il fummo di $ua natura per e$$ere caldo $aglie ad alto, 5 ma poi per il calore delle $iamme, & del cammino $i $pigne con piu uelocità, riceuuto adunque nella gola del cammino, $i $erra come per vn canale, & per l’impeto delle fiamme, che lo $econdano, e$ce non altrimenti che vn $uono d’u- na Tromba. Et $i come auuiene che la Tromba $e ella è tr oppa larga, non rende il $uono chiaro per il riuoltarui$i dell’ Aria, co$i interuiene ancora del fu- 10 mo. Cuopra$i la te$ta del cammino per amor delle pioggie, & faccinui$i all'in torno Na$elli, che $portino in fuori, con alie dalle bande, accio rimuouino le mole$tie de Venti, & infra l’alie, & ina$elli $i la$cino le buche per l’u$cita del fummo, & doue tu non po$si far que$to, farai vn parauento che vorrei $te$$e fit- to $opra vn perno ritto. Il parauentoè vna ca$$etta di Rame, larga di ma- 15 niera che abbracci le bocche de la gola del cammino, habbia que$ta mede$ima $opra come per cimiere vna lama di ferro, che guidata come vn Timone volti la te$ta a Venti che $offiano: Grandi$sima commodità ti arreccheranno $e in ci- ma de Cammini metterai a lo intorno alcuni corni di bronzo, o di Terra cot- ta, larghi & aperti con la bocca larga volta ne la gola del cammino a lo in giu, 20 per la quale i ricenuti fumi da la bocca piu larga, e$chino di $opra per la piu $tretta a di$petto de Venti. A le $ale bi$ogna accommodarui le Cucine, & le di$pen$e doue $i riponghino le co$e, che auanzano da le cene, & i va$i, & le Touaglie. La Cucina non vuol e$$er ne $u gli occhi de conuitati, ne anco troppo lontana, accio che i conuitati po$sino hauer le viuande che gli $on por- tate ne troppo calde, ne troppo $redde, & $arà a ba$tanza che non $entino 25 lo $trepito de guatteri, de le padelle, & de catini, ne la loro $purcitia. Do- ue s’ha a pa$$are con le viuande, bi$ogna che vi $ia l’andare accommodato, non vi pioua, non vi $ia co$a $porca, & che $i prouegga che le viuande non $ieno dishone$tate da $imili co$e. Di $u le $ale, $i va ne le camere, appartien- $i a gli huomini dilicati & grandi, che non $ieno le mede$ime le $ale perlo In- 30 uerno, & quelle per la State. Souuiemmi il detto di Lucullo che e’ non bi- $ogna che vn huomo nobile $ia peggio a$$ortito che le grue, o le rondini. Ma noi racconteremo quello, che appruoua in qualunche co$a, il di$cor$o de le per$one moderate. Appre$$o di Emilio Probo Hi$torico, io mi ricordo ha- uer letto, che appre$$o de Greci le Moglie non compariuano a Tauola, $e non 35 ne conuiti de parenti. Et che le $tanze doue $tauano le Donne, erano certi luoghi, doue non andaua mai ne$$uno, $aluo i parenti piu $tretti. Et certa- mente doue hanno a $tare le Donne, io pen$o che bi$ogni che $ieno luoghi non altrimenti che $e e’ fu$sino dedicati a la Religione, & a la Ca$tità. Oltre a che io vorrei che $imili $tanze dedicate a le fanciulle, & a le Vergini, fu$sino dilicati$si- 40 me, accioche i tenerelli animi loro, in sì fatte $tanze cõ manco tedio di loro $te$- $e vi $i trattene$$ero. La Madre de la famiglia, $tarà meglio in quella $tanza, onde ella po$$a facilmente intendere quel che cia$cuno faccia per ca$a. Ma noi an- dremo dietro a le v$anze $econdo <007> co$tumi de luoghi. Il Marito, & la Moglie [160]DELLA ARCHITETTVRA debbono hauere una camera per uno, non $olamente perche la Moglie nel par torire, o alquanto indi$po$ta, non dia mole$tia al Marito: Ma accioche ancora la $tate po$$a dormire qual $i $ia di loro, $enza e$$ere offe$o da l’altro, cia$cuna came ra harà la $ua porta principale; Et oltra que$ta ui $arà un’u$cio, che andrà da l’u- na camera a l’altra, acciò $i po$sino andare a trouare l’un l’altro, $enza te$timo- 5 nij; de la camera de la Moglie uadia$i ne la $tanza doue $i ripongono le ue$ti; & di quella del Marito in una $tanza doue $ieno i libri. Il padre di famiglia, e$$en do molto uecchio, per hauere bi$ogno di ripo$o, & di quiete habbia una came- ra calda, fa$ciata intorno, rimota da romori di que’ di ca$a, & di que’ di fuori. Et principalmente habbia la alleggrezza di uno camminetto, & l’altre co$e di che 10 hanno bi$ogno gli infermicci, sì per amore de l’animo, sì ancora per amore del corpo, de la camera di co$tui $i entri ne la $tanza doue $i ripongono gli Argen- ti. In que$ta $tieno i figliuoli. Et in la $tanza de le ue$ti, le figliuole, & le fanciul le; & uicine a loro $tieno a dormire le balie. I fore$tieri metteremo in quelle ca mere, che $aranno uicine a lo antiporto, accioche e’ ui po$sino $tare, & riceuere 15 chi gli uiene a ui$itare, piu liberam ente, & dieno manco noia al re$to de la fami- glia. I figliuoli di $edici, o dicia$ette anni, debbono $tare al dirimpetto, o non troppo lontani da $ore$tieri; per acqui$tare con e$si dime$tichezza, & trattener- li. De la camera de fore$tieri $i uadia in una $tanza doue e’ po$sin riporre, & $errare le co$e loro piu $ecrete, & piu care, & cauarnele a loro piacere. Di ca- 20 mera de figliuoli di $edici, o dicia$ettc anni $i entri in una $tanza, doue $tieno le Armi. I Mae$tri di ca$a, i mini$tri, i famigli $ieno in modo appartati da Nobili, che cia$cuno habbia un lnogo conueniente, $econdo l’e$$ercitio $uo. Le $erue, & i camerieri cia$cuno ne le $ue $tanze, non debbono e$$ere tanto lontani, che e’ non po$sino $entire a un tratto, & e$$ere pronti a far quanto gli è comandato. Il 25 Credenziere uorrebbe $tare pre$$o a la uolta, & a la di$pen$a. Quelli che han- no cura de caualli, uorrebbono dormire a canto a le $talle; i caualli, che $eruono p i Padroni, nõ è bene che $tieno con que’ che portano la Soma; & $iterrano in luogo, che non offendino col puzzo la ca$a; & non $i faccino danno con lo azzuf far$i, o non gli po$$a nuocere il fuoco per accidente alcuno. Il Grano, & tutte le 30 biade $i guaftano per la humidità, diuentano liuidi per il caldo, a$$ottiglian$i per i Venti, & tocchi da la calcina $i corrompono. Doue tu gli uorrai riporre adunque, o in cauerne, o in fo$$e, o in arche, ouero amontati $opra uno $pazzo, auuerti$ci che <007>l luogo $ia a$ciuti$simo, & qua$i nuouo. Io$e$o afferma che e’ $i cauarono grani interi, & buoni di fo$$e appre$$o a Sibali, $tatiui piu di cento an 35 ni. Sono alcuni, che dicono che gli orzi tenuti in luoghi caldi, non $i gua$ta- no, iquali in capo a uno anno $i gua$tano pre$to. Dicono <007> Medici che i corpi per la humidità $i preparano a corromper$i; & mediante il caldo poi, $i corrõpono. Se tu $ara<007> un $uolo nel tuo granaio di loto fatto di Morchia, & di Arzilla con gine$tre in $racidate, & paglia trita, battuto di gran uantaggio, ui $i metteran- 40 no le granella $odi$sime, & intere, & durerannoti piu tempo, nè ti noceran- noigorgoli, nè ti ruberanno le formiche. Que’ granai che $i fanno per i $e- mi, $arãno migliori di mattoni crudi, a ripo$tigli di tutti i $emi, & di tutti i frutti, è piu amico il Vento Boreale che lo Au$trale, & per i Venti, che ui arriuino, [161]LIBRO QVINTO. che u\~eghino di luoghi humidi donde $i uoglia, $i gua$tano per i gorgoli, & s’em piono di bacolini. Inoltre i legumi, che da qual $i uoglia gran Vento cõtinouo $on tocchi inuietano. Fa a tuoi granai una cro$ta di cenere, & di morchia, & ma$ $imo doue tu hai a riporre le faue. Tieni le mele, e $imili intauolati ripo$ti$simi & freddi. Ari$totile pen$aua che le $i mantene$sino un anno in otri gon$iati. 5 Tute le co$e $i gua$tano per la mutatione de l’Aria, & per ciò rimuoua$ene ogni fiato. Anzi pen$ano che le diuentino grinze per il Vento Greco. La uolta per il uino lodano quella, che è $otterra, & ripo$ta, ancor che $ieno alcuni uini che al buio $uani$cono. Il uino, che $ente i Venti, che tirano da Leuante, o da mezo dì, & da pon\~ete, & ma$simo nel Verno, o ne la Primauera $i gua$ta. Se ne giorni ca- 10 niculari è tocco ancora da Venti Grech<007>, fa mutatione, Se da raggi del Sole, diu\~e ta forte, Se da raggi de la Luna, diuenta gro$$o, $e $i muoue punto indeboli$ce, & $uani$ce, riceue il unio ogni odore, gua$ta$i per il puzzo, & $nerua$i, $tando in luogo a$ciutto, & freddo, che $tia $empre a un modo, dura molti anni. Il uino dice Columella, quanto piu $arà freddo, tanto piu $tarà meglio. Porrai adũque 15 la uolta per il uino, in luogo $tabile, & che non $enta romori di carra, i $uoi fian- chi, & i lumi uoltali da Leuante inuer$o Greco. Brutture, & tutti i mali odori, humidità, uapori gro$si, fumi, $piram\~eti, d’orti, e odori di cipolle li $tieno lõtani, cauoli, fichi dome$tici, e $aluatichi, $ieno al tutto lõtani, & e$clu$i per ogni conto. Smaltaui lo $pazzo de la uolta, & nel mezo la$ciaui uno catino doue corra tutto 20 quello, che per mãcamento de le botte $i uer$a$$e, & quindi $i ricolga. Sono al- cuni, che fanno le botti di $tucchi, & di materia murate cõ calcine. Male botti quanto $aranno piu grandi, tanto terrãno il uino piu uiuo, e piu pot\~ete. Le celle per l’olio amano l’ombre calde, & hanno in odio i Venti freddi, & $i gua$tano <002> il fumo, & per la@filiggine. La$cin$i in dietro le co$e $porche ch’e’ dicono, cioè 25 che e’ $i debbe tenere il litame in duoi luoghi, uno doue $i metta il nuouo, e l’al tro oue $i tenga il uecchio, & che e’ gode del Sole, & de l’humido, & che diuenta arido, e uano per i Venti. Faccia que$to a no$tro propo$ito, quelle co$e che te- mono del fuoco, come i luoghi per gli $trami, & quelle co$e che $ono $porche a uederle, & ad odorarle, $i debbono $eparare, & mettere di$co$to l’una da l’altra, 30 de lo $terco de buoinon na$cono le $erpi. Que$to non p\~e$o io che $ia da la$ciare in dietro: Percioche, che poltroneria è que$ta? Noi uogliamo che a la Villa $i põ- ghino gli $terchi in luoghi $eparati, & ripo$ti, accioche nõ offendino con <007>l loro puzzo punto la famiglia del lauoratore, & ne le no$tre ca$e, & qua$i a canto al ca pezzale, nele camere principali (doue noi $tiamo a pigliare ogni no$tra quiete) 35 noi uogliamo hanere i de$tri pliuati, cioèi ripo$tigli di mole$ti$simi fetori. Se l’huomo $arà malato piu commodamente $i $eruirà de la predella, & d’una cati- nella, Ma da $ani non ueggo io perche cau$a tu non giudichi che e’ $ia bene ri- muouere tale nau$ea. Etè bene guardare sì gli altri V ccelli, sì ancora principal- mente le rondini, con quanto $tudio cerchino d’hauere i lor figliuoli in un nido 40 pulito. E' co$a certo marauiglio$a di quel che ne auuerti$ca la natura. Concio$ia che i Rondinini $ubito c’hanno a$$odate per la età le membra loro, non e$cono del corpo $e non fuori del nidio, $onui i Padri & le Madri che per di$co$tare piu detta bruttura, portano uia con il becco le cacature de figliuoli. Io pen$o adun- que che e’ $ia bene obbedire a la Natura, che ne auerti$ce bene.

[162]DELLA ARCHITETTVRA Che differentia $ia in$ra le ca$e de la Villa, & quelle de la Città, dericchi. Et chele ca$e de manco ricchi, $i debbono a$$omigliare a quelle de piu ricchi, $econdo peròle ricchezze loro. Et che $i debbe murare per la $tate piu che per l’inuerno. Cap. XVIII.

MA le Ca$e per la uilla, & quelle per la Città, de Ricchi, $on difterenti in 5 que$to, che la Villa per i Ricchi $erue per una ca$a per la $tate: & u$ano le Ca$e de la Città, per difender$i piu commodamente da lo Inuerno. Et perciò pigliano di Villa ogni dilicatura, & piaceuolezza dilumi, di Venti, di luoghi $patio$i, & diuedute. Ma ne la Città uanno dietro a le piu piaceuoli dili- catezze de le ombre. Et per que$to è a ba$tanza, che ne le ca$e dentro a la Città 10 ui $ieno tutte le co$e nece$$arie a la ciuilità, con dignità, & $anità, & per quanto la $trettezza de luoghi, & l’abbondanza de lumi ce lo comporta $i u$urpino tutti i piaceri, & tutte le delicatezze da uilla. Haranno certamente oltre a la larghez za del cortile, ancora le loggie, luoghi da far$i portare, da pa$$eggiare, & dilica- tezze di orti, & $imili. Et $e que$to non $i potrà fare in un piano $olo facc<007>a$i di 15 $opra, adattando $tanze, $opra $tanze, $econdo i membri loro. Et $e la natura del luogo te lo concederà, cauin$i luoghi $otto Terra, doue $tieno i uini, gli oli, le le gne, & la famiglia parimente, $opra de lequali $i edificherà con piu maie$tà. Et $opra que$te ancora $i aggiugneranno altre $tanze, le ue ne $arà di bi$ogno, fi- no a tanto che $i $ia proueduto al bi$ogno de la famiglia abbondantemente. Le 20 principali parti $i di$tribuiranno a principali bi$ogni, & le piu degne a piu de- gni. Finalmente $i prouederà che i luoghi $ieno ordinati, & $compartiti, ne qua li, & le ricolte, & i frutti, & gli In$trumenti, & ultimamente tutta la ma$$eritia $i po$$a riporre. Non ui mancherà doue $i habbino a riporre, le co$e che $eruino a $acrificij, nè doue quelle, che $eruino alle donne. Sienui ancora $tanze che $er- 25 uino a riporre le ue$ti per i dì de le fe$te, & al ue$tire de gli huomini ne giorni $olenni, & per le armi da diffendere, & da offendere, & per quelle co$e che s’a- $pettino al fare de le tele di lana, & per quelle che $eruono al pa$teggiare, & al- la uenuta de fore$tieri, & per quelle ancora, che $eruono, & $ono dedicate a ra- ri u$i, & bi$ogni detempi. In altri luoghi debbono e$$ere quelle co$e, che $e n’ha 30 bi$ogno una uolta il Me$e, in altri quelle che $e n’ha bi$ogno una uolta l’anno, & in altri quelle co$e, che $e n’ha di bi$ogno ogni giorno. Cia$cuna de le quali $e bene non potranno e$$ere tutte in loro $tanze appartate, bi$ogna auuertire almeno, che elle $ieno in luoghi accommodati, che tu le po$$a uedere in uno $u- bito, & quelle maggiormente che $i adoperano piu di rado. Concio$ia che 35 quella co$a, che $i uede ogni giorno, teme manco le in$idie de ladri. Le Mura- glie de le per$one manco ricche per quanto comportano le loro facultadi, deb- bono a$$omigliar$i a le dilicatezze de le ca$e de ricchi, & imitarle non dime- no con que$ta moderatione, che e’ non uoglino $pendere per loro diletto, piu che e’ non po$$ono. La uilla di co$toro adunqne, ri$guarderà a buoi, & al be$tia 40 me poco manco che a la Moglie. Et uorrà la colombaia, la Pe$chiera, & $imili co$e non per dilicatezze, ma per cauarne frutto. Adattera$si niente dimeno la uilla alquanto meglio, accioche la Madre de la famiglia ui uadia piu uolen- tieri, & $i auuezzi a gouernare la ca$a diligenti$simamente, nè $i debbe hauere tanto ri$petto ala utilità, & al cauarne, quanto che procurare a la $anità innan- [163]LIBR O QVINTO. zi a tutte l'altre co$e. Quando tuharai bi$ogno di mutare aria, Dice Cel$o che $i faccia d'Inuerno. Percioche noi ci a$$ue$acciamo con manco pericolo a $o$$e- rire la grauezza de l'aria ne l'Inuerno, che ne la $tate. Ma noi andiamo di $tate in uilla, piu che d'altri t\~epi: & però $i debbe auuertire che ella $ia $ani$sima. Ne le ca$e dentro a la Città bi$ogna hauerui $otto la bottega, piu ornata che la $ala, 5 $econdo finalmente che l'huomo $i pen$erà che conferi$ca a le $ue $peranze, & a $uoi de$iderij; & in un cantone di tre uie, piglierà la cantonata, Nel Mercato, pi- glieràla Te$ta; ne la uia mae$tra, piglierà quella parte, che è piu ueduta, nè $i harà altro pen$iero maggiore, $aluo che ella $ia talmente e$po$ta, che ella alletti i com peratori. Ne le muraglie da lo lato di dentro non $arà $conueniente l'u$are mat 10 toni crudi, graticci, legnami, & creta battuta, & rimenata con paglia. Ma le parti di fuora, perche $empre non $i hanno i uicini buoni, & da bene, $i debbono mu- rare con muraglia piu $alda, & che re$i$ta contro a le ingiurie de tempi, & de gli huomini, & i chia$solini, che fra l'una ca$a, & l'altra rimarranno, o gli la$cierai tan to larghi, che $i ra$ciugheranno, in un $ubito da Venti, ouero tanto $tretti, che 15 amendue le grondaie $i raccorranno in una $te$$a doccia, & per e$$a $i manderan no fuora le pioggie. Que$ti tali chia$$olini, che riceuono l'acque da due bande, & le doccie ancora, $i faranno che habbino gran pendio, accioche l'acqua non ui $i fermi, & non ui trabocchi, Ma $e ne uadia per la piu corta uia che $i può. Vltimamente tutto quello, che di que$te co$e mi pare che $ommariam\~ete $i deb 20 ba riandare in$ieme con quelle co$e, che noi trattãmo nel primo libro è que$to. Quelle parti de gli edificij, ch'e' uogliono che nõ portino pericoli de gli accid\~eti defuochi. Quelle che $ono per e$$ere e$po$te a non $entire ingiurie de t\~eporali. Quelle, che debbono e$$ere piu $errate. Quelle che nõ debbono $entire ro- mori, bi$ogna che $i faccino in uolta. Tutte le habitationi a terreno $i debbono 25 fare in uolta, le di $opra $ono piu $ane cõ palchi di legname. Quelle $tanze c'hã- no di bi$ogno di buono lume la mattina a buon hora, o la $era al tardi, come $o- no i Ricetti i luoghi da pa$$eggiare, e la libreria ma$simo, bi$ogna che guardino uer$o Leuãte equinottiale. Quelle $tãze, c'hanno paura de le tigniuole, de l'im- pallidire, del muffare, & de lo arrugginire, le ue$ti, i libri, le armi i $emi, & tutte le 30 co$e da mangiare, $errin$i diuer$o mezzodì, & di uer$o occid\~ete. Se e' $i haue$$e bi$ogno di lumi, che non uaria$sino come interuiene a Pittori, a gli Scrittori, & a gli Scultori, & a $imili, dagnene diuer$o Sett\~etrione. Finalmente uolgi tutte le $tanze per la $tate che riceuino i Venti Grechi, quelle per l'Inuerno uoltale a mezzo giorno, quelle per la primauera, & per lo Autunno uoltale a leuante. 35 Fa che le $tufe, & le $ale per la primauera uoltino uer$o Ponente. Et $e tu non puoi fare que$to, co$i come tu uorre$ti, $opra tutto accommodati di $tanze, principalmente per la $tate, & $econdo me, chi mura, muri per la $tate, $e egli è $auio. Percioche a lo Inuerno $i prouede facilmente, & è a ba$tanza il $errare & accendere il fuoco. Contro al caldo bi$ognano molte co$e, ma elle non 40 giouanò già $empre a ba$tanza, & perciò fa che le $tanze per l'Inuerno $ieno piccole, ba$$e, & con piccole fine$tre, & le $tanze per la $tate tutte al contrario $ieno larghe, aperte $patio$e, & fa che riceuino i Venticelli freddi, ma non u'en- trmo nè i Soli, nè le uampe loro. Gran quantità d'Aria rinchiu$a in una $tanza Grande, a $imilitudine d'una gran quantità d'Acqua, pena a$$ai a ri$caldar$i.

[164] DELLA AR CHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI. 5 LIBRO SESTO, De ia difficultà, & de la ragione de l'impre$a de l' Autore, donde e' raccoglie quanto ctu- dio, fatica, & indu$tria egli habbia po$ta in $iriuere que$te co$e. Cap. I. 10

NE cinque pa$$a$$ati libri habbiamo trattato de di$egni, & de la ma teria de le opere, & de la moltitudine de Mae$tri, & di quelle co- $e, ch e pareua $i appartene$$ero a bene $tabilire gli edi$icij publi ci, & priuati, & i $acri ancora, & i $ecolari; di maniera che egli ha- 15 ue$sino a e$$ere atti da poter reggere contro le ingiurie de t\~epi, & accommodati cia$cun di loro, a loro o$$icij, $econdo che ricer- cano i temporali, i luoghi, gli huomini, & le facende, & ne parlammo con quella diligentia, quale tu puoi uedere in detti libri, talmente che nel trattare di $imili co$e non la de$idererai molto maggiore. Cõ fatica, o Dio piu grande, che io cer 20 to alcuna uolta, poi che haueuo pre$o tale a$$unto, non harei for$e uoluto. Oc- correuommi certo continoue di$$icultadi, & de lo e$plicare le co$e, & del ritro- uare i nomi, & del trattare de la materia, che mi sbigottiuano, & mi faceuano ri- tirare in dietro da l'impre$a. Da l'altro canto quella ragione che mi haueua in clinato a dare principio a l'opera, la mede$ima mi richiamaua, & mi confortaua a 25 $eguitarla. Percioche e' mi $apeua male, che tante gran co$e, & tanto eccellenti auuertimenti de gli Scrittori, $i perde$sino per la ingiuria de tempi; di maniera, che a pena un $olo di sì gran naufragio, cioè Vitruuio ci fu$$e rima$to; Scrittore ueramente, che $apeua ogni co$a, ma per la lunghezza del tempo in modo gua- $to, che in molti luoghi, ui mancano molte co$e, & in molti ancora molte piu co 30 $e ui $i de$iderono. Oltra di que$to ci era ancora, che egli non haueua $critto molto ornatamente. Concio$ia che egli parlaua, di maniera, che a Latini pa- reua che e' parla$$e Greco, & a Greci pareua che egli parla$$e Latino; Ma la co$a $te$$a nel dimo$trarci$i fa te$timonianza, che egli non parlò nè Latino, nèGre- co; di modo che egli è ragioneuole, che egli non $criue$$e a noi, poiche egli $cri$- 35 $e di maniera, che noi non lo intendiamo. Re$tauanci gli e$empi de le co$e antiche ancora ne tempi, & ne teatri, da lequali come da perfetti Mae$tri $i po- teuano imparare molte co$e, ma io le uedeuo non $enza mie lacrime cõ$umar$i di giorno in giorno. Et uedeuo coloro, che per auentura edificauono in que $ti tempi, andare piu pre$to dietro a le pazzie de moderni, che dilettar$i de la 40 uerità de le opere lodati$sime. Per le quali co$e, non era ne$$uno che nega$$e che que$ta parte de la uita, per dire co$i, & de la cognitione non fu$$e per $pe- gner$i del tutto in breue tempo. Et però e$$endo le co$e così, Io non poteuo fare che io non anda$$e pen$ando $pe$$o, & piu, & piu uolte meco e$aminando di de$criuere dette co$e. Et ne lo andare e$aminando co$e tanto grandi, tan- [165]LIBR O SESTO. to degne, tanto utile, & tanto nece$$arie a la uita de gli huomini, non giudicauo che e' fu$$e da far$i be$$e de le co$e, che a me, che uoleuo $criuere mi $i face$sino $pontanamente incontro. Et pen$auo che fu$si officio d'huomo da bene, & $tudio$o, lo sforzar$i di liberare que$ta $cientia, la quale $empre i piu $aui antichi $timarono a$$ai, da la $ua annichilatione, & rouina. Et co$i $tauo in dubio, & nõ 5 mi $apeuo ri$oluere, $e ío tira$$e dietro a la Impre$a, o pur me ne toglie$$e giu$o. Vinceuami molto al fine l'Amore di tale opera, & la carità di tali $tudij, et a quel che non fu$si $tato a ba$tanza lo Ingegno mio, $opperiua uno ardente $tudio, & una incredibile diligentia. Non era co$a alcuna in alcun luogo de le opere àn- tiche che ui ri$pl\~ede$$e alcuna lode, che io $ubito non anda$si inue$tigando $e io 10 da e$$a pote$si imparare co$a alcuna. Andaua adunque inue$tigando, con$ide- rando, mi$urando, & di$egnando con pittura ogni co$a, non ne la$ciando alcuna indietro in alcun luogo, fino a tanto che io haue$si cono$ciuto interamente, & po$$eduto tutto quello che da qualunche ingegno o arte in sì fatti edificij fu$$e $tato me$$o in opera, Etín quel modo alleggeriuo la fatica de lo $criuere con il 15 de$iderio, & con il piacere de lo imparare. Et ueramente che il raccorre in$ieme, & raccontare con dignità, & collocare con ordini ragioneuoli, & $criuere con ac curato $tile, & mo$trare con uere ragioni tante uarie co$e, tanto di$uguali, tanto di$per$e, & tanto aliene da l'u$o, & cognitione de gli huomini, era al tutto offitio di huomo di piu qualità, & di maggior dottrina, che io in me non cono$ceuo. 20 Non mi pento, & non mi dolgo punto di me$te$$o $e io ho pur con$eguito quel che io haueua ordinato che coloro, cioè, che leggieranno habbino piu caro, che nel mio dire io rie$ca loro piu to$to facile che troppo eloquente. Laqual co$a quanto $ia di$$icile nel trattare $imili co$e lo cono$cono piu facilmente colo- ro, che ne hanno fatta e$perienza, che non lo credono coloro che non hanno 25 e$perienza alcuna. Et$e io non mi inganno, le co$e che noi habbiamo $crit- te, le habbiamo $critte di maniera, che non $i negherà che le non $ieno $critte $econdo le regole di que$ta lingua, & intenderanno$i ancora a$$ai bene. Que- $to mede$imo in quelle co$e, che $eguitano ci ingegneremo di fare per quanto potranno le forze no$tre. De le tre parti, che $i a$pettauano a tutte le $or- 30 ti de gli edí$icij, accioche quelle co$e, che noi mura$simo fu$sino accommodate $econdo i bi$ogni, $al di$sime per durar gran tempo, & gratio$i$sime, & piaceuoli$ $ime, e$pedite le prime due, ci re$ta a e$pedir la terza digni$sima piu che tutte l'al tre, & molto nece$$aria.

35 Della Bellezza, & dello ornamento, & delle co$e, che da e$$e procedono, & delle loro dif- ferentie, & che egli $i debbe edificare con ragioni uere, & chi $ia il padre & lo Alum- no delle Arti. Cap. II.

PEn$ano ueramente, che la gratía, & la piaceuolezza non deriui daltronde 40 che da la Bellezza, & da lo ornamento, indotti da que$to, che e' non $en- tono che $i truoui alcuno tanto maninconico, tanto gro$$o, tanto rozo, & tanto uillano, che non gli piaccino grandemente le co$e belle, & che non uadia dietro, la$ciate tutte le altre, a le piu addorne, & che non $ia ofte$o da le brut- [166]DELLA ARCHITETTVRA te, & che non $cacci uia le non ornate, & abbiette, & che non $i auegga del man camento di qualunche co$a, & che non confes$i, che gli manchi uno certo che, che $e quella tale opera l'haue$$e $arebbe piu gratio$a, & piu degna. Bi$ogna a- dunque $cerre, & andar principalmente dietro a una dignis$ima bellezza, et co- loro ma$simo, che uogliono, che le loro co$e $ieno grate. Quãto i no$tri mag- 5 giori, huomini prudenti$simi $timarono, che $i doue$$e hauer cura a que$ta co$a, lo dimo$trano, sì l'altre co$e, sì ancora le leggi, la militia, le co$e $acre, & tutte le co$e publiche. Veramente egli è co$a incredibile a dire quanto e' s'affatificaro- no di farle ornati$sime, come $e gli haue$sino uoluto, che e' $i fu$$e creduto, che leuati, di sì $atte co$e ($enza lequali appena potrebbe $tare la uita de gli huomi- 10 ni)gli apparati, & la Pompa, elle $arebbono $tate come un certo che di $ciocco, & di $cimunito. Ne lo alzar gli occhi al cielo, & nel ri$guardare le marauiglio- $e opere di Dio, ci marauigliamo piu di lui, mediante le co$e belle, che noi ueg- giamo, che mediante la utilità, che ne $entiamo. Ma perche uò io dicendo $imil co$e? La Natura $te$$a de le co$e; ilche $i può uedere per tutto, non re$ta mai l'un 15 dì piu che l'altro di $cherzare cõ la$ciuia, dietro al troppo piacere de le bellezze. La$cio l'altre co$e indietro, & quel che ella fà nel dipingere i fiori, che $e $imili bellezze $i de$iderano in co$a alcuna. L'edificio ueram\~ete èuna certa co$a, che non può $tare $enza e$$e in modo alcuno, talmente che & coloro, che $anno, & gli ignoranti ancora non ne re$tino offe$i. Che co$a è quella, che ne faccia muo 20 uere per una gran ma$$a di pietre mal formata, & male acconcia. Se non che tanto quanto ella è maggiore, tanto piu bia$imiamo la $pe$a gittata uia? & uitu- periamo l'incon$iderata libidine de le ammontate pietre? l'hauer $atisfatto a la nece$sità è co$a leggiere, & di poco momento, l'hauer hauuto ri$petto a la com- modità, nõ è co$a gratio $a doue la bruttezza de l'opera ti offenda. Aggiugne$i 25 che que$ta $ola de la quale parliamo arreca non piccolo aiuto, & a la commodi- tà, & a la eternità. Percioche chi $arà quello, che nieghi, che non $ia molto piu cõmodo l'habitare in un'edi$icio ben fatto, & adorno, che raccor$i dentro a mu- raglie brutte, & abbiette? O qual co$a $i può fare da ne$$una arte de gli huomini tanto $tabile, che $ia afforti$icata à ba$tanza, contro all'ingiuria de gli huomini? 30 Etla bellezza $ola impetrerà gratia da g li huomini ingiurio$i, che e' modereran no le $tizze loro, & $offeriranno che non le $ia fatto uillania. Ma io uoglio ardire di dire que$to, Ne$$uno lauoro per ne$$un'altra co$a può giamai e$$er piu $icuro da le ingiurie de gli huomini, & parimente ille$o, quanto che per la dignità; & uenu$tà de la $ua bellezza. In que$to $i debbe porre ogni cura, & ogni diligen 35 tia, & a que$to referir$i ogni $pendio; di maniera che quelle co$e, che tu farai, $ieno, & vtili, & commode, & ancora principalmente ornati$sime, & perciò gratio$i$sime, talmente che chi le ri$guarda habbia ad hauer caro, che e' non $i $ia fatta in alcuna co$a maggiore $pe$a, che in que$ta. Ma che co$a $ia Bellez- za, & ornamento da per $e, & che differentia $ia infra di loro, for$e lo inten- 40 deremo piu apertamente con lo animo, che à me non $arà facile di e$plicarlo con le parole. Ma noi per e$$er breui la di$$iniremo in que$to modo, & dire- mo, che la Bellezza è vn con$erto di tutte le parti accommodate in$ieme cõ pro- portione, & di$cor$o, in quella co$a, in che le $i ritruouano; di maniera, che e' [167]LIBRO SESTO. non ui $i po$$a aggiugnere, o diminuire, o mutare co$a alcuna, che non ui $te$$e peggio. Et è que$ta certo co$a grande, & diuina: Nel dar perfettione a la quale $i con$umano tutte le forze de le arti, & de lo ingegno, & di raro è cõce$$o ad al- cuno, nè ad e$$a Natura ancora, che ella metta inanzi co$a alcuna, che $ia $inita del tutto, & per ogni conto perfetta. Quanto è raro (dice colui appre$$o di 5 Cicerone) un bello Giouinetto in Atene. Intendeua quello $crutatore de le bellezze, che a coloro, ch'e' nõ lodaua, manca$sino, o auanz a$simo alcune co$e, le quali non $i aftaccendo a la $omma, & intera bellezza', poteuano (s'io non m'ingãno) acqui$tar$i per uia de gli ornamenti con li$ciar$i, & con il coprire $e eglino haueuano co$a alcuna brutta, o con pettinar$i, & pulir$i le co$e piu belle, 10 aceioche le co$e meno gratio$e offende$$ero manco, & le gratio$e porge$$ero piu diletto. Se que$to $i crederà co$i, $arà certo lo ornamento una certa luce adiutrice de la bellezza, & qua$i uno $uo adempimento. Mediante que$te co$e pen$o io che $ia manife$to, che la bellezza è un certo che di bello, qua$i come di $e $te$$o proprio, & naturale di$$u$o per tutto il corpo bello, doue lo ornam\~et o 15 pare che $ia un certo che di appiccaticcio, & di attaccaticcio, piu to$to che natu rale, o $uo propio. Di nuouo ci re$ta a dir que$to. Coloro, che murano di ma niera che uoglino che le lor muraglie $ieno lodate; ilche deb bono noler tutti i $auij, co$toro certo $on mo$si da uera ragione. Appartien$i a l'arte adunque il far le co$e con ragione uera. La buona, & uera Muraglia adunque chi negherà 20 che $i po$$a fare $e non mediante l'arte? Et ueramente que$ta $te$$a parte che $i riuolge circa a la bellezza, & circa l'ornam\~eto, e$$endo la principale di tutte nõ $arà gran fatto $e ella harà in $e alcuna potente ragione, & arte, che chi $e ne $arà beffe $arà $ciocchi$simo. Ma e' ci $ono alcuni che non appruouano $imili co$e, & che dicono che ella è una certa uaria oppenione, con la quale noi facciamo 25 giudicio de la bellezza, & di tutte le muraglie, & che la forma degli edificij $i muta $econdo il diletto, & il piacere di cia$cuno, non $i ri$trignendo dentro ad alcuni comandamenti de la arte: Comune difetto de gli Ignoranti, è il di re che quelle co$e, ch'e'non $anno loro, non $ieno. Io giudico che e' $ia da leuare uia que$to errore, non piglio già a$$unto, che io giudichi che e' $i uadia dietro ad 30 e$aminare lungam\~ete, da quali principij ueni$$ero le Arti, da quali ragioni fu$- $ero ordinate, & per quali co$e cre$ce$$ero. Non $ia fuore di propo$iro, che il padre de le arti fu il ca$o, & il cono$cimento: Lo Alunno di e$$e fu l'u$o, & l'e$pe rim\~eto, & che le crebbono mediante la cognitione, & il di$cor$o. Co$i dicono che la Medicina fu trouata in mille anni da mille migliaia d'hu omini, e co$i l'ar 35 te del nauicare, e qua$i tutte l'altre arti e$$ere cre$ciute da piccoli$simi principij.

Che l'. Architettura cominciò in A$ia, Fiorì in Grecia, & in Italla è uenuta a per$ettio- ne approuati$sima. Cap. III.

L'Arte edi$icatoria per quanto io ho potuto comprendere da le co$e de gli 40 Antichi $par$e (per dire co$i) la la$ciuia de la $ua prima adole$c\~etia fu in A$ia. Dipoi$iorì appre$$o de Greci. Vltimamente acqui$tò la approuati$sima $ua maturità in Italia. Concio$ia che a me pare co$i ueri$imile. Poi che i Redi quel [168]DELLA ARCHITETTVRA tempo per la gran copia de le co$e, & per la abbondanza de lo otio, poi che e' con$iderarono $e, & le co$e loro: le ricchezze, la Maie$tà de lo Imperio, & la grandezza, & che e' $i accor$ero che egli haueuano bi$ogno di ca$amenti mag- giori, & di'|piu adorne mura. Cominciarono ad andar dietro, @& a raccorre tut- te quelle co$e, che a ciò face$sino a propo$ito, & accioche e' pote$sino hauer 5 maggiori, & piu honorati edificij, $i pre$ono per u$anza di por le coperture cõ legni grandi$simi, & di fare le mura di pietre nobili. Vn co$i fatto lauoro di- mo$trò grandezza & marauiglia, & appar$e molto gratio$o. Et dipoi hauen- do $entito che for$e le muraglie grandi$sime erano lodate. Et pen$ando che'l principale officio di vn Re fu$$e il fare quelle co$e, che non pote$sino e$$er fat- 10 te da priuati. Dilettati$i de la grandezza de le opere, cominciarono e$si Re a contendere infra di loro con piu $tudio, tanto che tra$cor$ono in$ino a la paz- zia di inalzare le Piramidi. Credo ueramente che l'u$o del murare habbia por to occa$ione, per laquale e' $i $ieno accorti in gran parte, che differentia $ia tra l'hauer ordinato che le co$e $i murino con uno ordine piu che con un'altro, & 15 $imilmente del numero, $ito, & faccia di e$$e, & impararono da que$to piglia- to piacere de le co$e piu gratio$e, a la$ciare $tare le meno gratiate. Succe$$e di poi la Grecia, laquale fiorendo di buoni ingeni, & di huomini eruditi, & arden- do di de$iderio di far$i addorna, cominciò a fare sì le altre co$e, sì principalmen te il Tempio. Et di quì cominciò a guardare le opere de gli A$sirij, & de 20 gli Egittij con piu diligentia, fino a tanto che ella conobbe che in $imili co$e $i lodaua piu la mano de gli arte$ici, che le ricchezze regali: Concio$ia che le co$e grandi po$$ono e$$ere fatte da Ricchi: Ma quelle co$e, che non $ieno bia$ima- te $on ueramente fatte da gli ingegno$i, & da quelli, che meritano d'e$$er loda- ti. Et per que$to la Grecia $i pensò che $e le doue$$e appartenere, che pre$o 25 tale a$$unto, ella haue$$e a sforzar$i, poi che ella non poteua equiparar$i a le ric chezze di coloro, almanco di $uperargli per quanto ella poteua di prontezza d'ingegno. Et cominciò $i come tutte le altre arti co$i ancora a ricercare que- $ta de lo edificare dal grèmbo de la natura, & a cauarla in luce, & a maneggiarla, & a cono$cerla tutta, con$iderandola, & contrape$andola con $agace indu$tria, 30 & diligentia. Nèla$ciò co$a alcuna in dietro in ricercare che differentia fu$$e in$ra gli edificij lodati, & in$ra i meno lodati. Ella tentò ogni co$a, andando, riueggendo, & repetendo le pedate de la Natura, me$colando le co$e pari a le impari, le diritte a le torte, le aperte a le piu o$cure, con$ideraua innãzi, qua$i co- me che e' doue$$e de la congiuntione in$ieme del ma$chio, & de la femina re$ul- 35 tare un certo che di terzo, che de$si di $e $peranza, da $tar bene, per il de$tinato o$$icio. Ne re$tò ancora ne le co$e minuti$sime di cõ$iderare piu, e piuvolte tutte le parti, in che modo $te$sino bene le da de$tra con quelle da la $ini$tra, le ritte con quelle da addiacere, le uicine con le lontane, aggiun$e, leuò uia, ragguagliò le maggiori a le minori, le $imili a le di$simili, le prime a le ultime, fino a tanto 40 che ella dimo$trò chiaramente, che altra co$a $i lodaua in quelli edificij, che haue uano a inuecchiare, po$ti come per $tare $empre eterni, & altra in quelli', che $i fabbricauano come che nõ haue$sino a $eruire qua$i a co$a alcuna, ne fatti <002> alcu na grãdezza, o maie$tà. Que$te co$e feciono i Greci. La Italia in que' $uoi prĩcipii [169]LIBRO SESTO. hauendo $olo ri$petto alla par$imonia, deliberaua che negli edificij doue$sino e$$erele membra come ne gli Animali. Si come uerbi gratia nel Cauallo, ella giudicaua che di raro auiene che e$$o animale non $ia cõmodi$simo a quelli $te$si bi$ogni, per i quali $i loda la forma de $uoi membri, la onde $i pen$aua che 5 la gratia de la bellezza, non $i troua$le mai $eparata, o e$clu$a da la giudicata cõ- modità de bi$ogni. Ma acqui$tato$i poi l’imperio del Mondo, ardendo di de- $iderio non manco che la Grecia di addornare, $e, & la $ua Città, inanzi che pa$- $a$$ero trenta anni, la piu bella ca$a de la Città di Roma, non che ottene$si il pri- moluogo, ella non ottenne pure il cente$imo. Et abbondando di una incre- 10 dibile copia di ingegni, che in tal co$a $i e$ercitarono, truouo che in Roma $i trouarono a un tratto in$ie me $ettecento Architettori, l’opere de quali per i me riti loro, a gran pena lodiamo tanto che ba$ti. Et $opperendo le $orze dello im perio a ba$tanza a qual $i uoglia marauiglia di muraglie, dicono che a un certo Tatio $pendendo $olamente del $uo, donò a que’ d’Ho$tia $tu$e murate con C\~e- 15 to Colonne Numidice. Et e$$endo le co$e di que$ta maniera, piacque loro di congiugnere la grandezza de potenti$simi Regi, in$ieme con la utilità antica, di modo che la poca $pe$a non detrae$$e co$a alcuna a la utilità, ne la utilità nõ per- dona$$e a le ricchezze, & che $i aggiugne$si ad amendune tutto quello, che $i po- te$$e inue$tigare in alcun luogo, che arreca$$e $eco dilicatezza, o uenu$tà. Vlti- 20 matamente non $i e$$endo la$ciata indietro mai in alcun luogo, qualunche cura, & diligentia de lo edi$icare, ne diuenne tanto eccell\~ete que$ta arte edi$icatoria, che ella non haueua co$a alcuna tanto $ecreta, tanto a$co$ta, & tanto ripo$ta del tutto, che non $i inuc$tiga$$e, non u$ci$$e fuori, & non uen<007>$$e a luce, mediante la uoluntà di Dio, & non repugnante e$$a a arte, Cõcio$ia c’hauendo l’arte edifica- 25 toria il $uo antico $eggio in ltalia, & ma$simamente appre$$o de To$cani, de qua li $uor di que’ miracoli, che $i leggono de i loro Re, & ancora de laberinti, & de Sepolcri, $i truouano alcuni $critti antichi$simi, e approuatis$imi, che ne in$egna no il modo del fare i Tempij, $econdo che gli u$auano i To$cani anticamente. Hauendo dico il $uo antico $eggio in Italia, & cono$cendo$i d’e$$eru<007> ricerca cõ 30 grandi$sima in$tantia, E’ pare che que$ta arte $i sforza$$e quanto piu poteua, che quello Imperio del Mondo, che era honorato da tutte l’altre uirtuti, diuen ta$$e mediante gli ornamenti di $e $te$$a, ancora molto piu marauiglio$o. Adunque ella diede di $e ogni cognitione, & notitia. Tenendo per co$a brut- ta che il Capo del Mondo, & lo $plendore de le genti, pote$$e e$$ere pareggia- 35 to per gloria de le opere da coloro, che egli haue$$e d’ogni altra lode di Vir- tù $uperati. Et a che fare racconterò io piu i Portici, i Tempij, i Porti, i Tea tri, & le grandi$sime opere de le Stufe, nel far de le quali co$e $ono $tati tan- to marauiglio$i, che alcuna uolta quelle $te$$e co$e che $i uedeuano in e$$ere, fatte da co$toro, I dotti$simi Architettori fore$tieri negauano che fu$$e po$- 40 $ibile il $arle? Che piu? io non uo dire, che nel far de le fogne non $opporta- rono che ui manca$$e la bellezza, & de gli ornamenti $i dilettarono di manie- ra, che per que$to conto $olo pare che e’ tene$sino per co$a belia, $pendere pro- digamente le $orze de lo imperio, cioène lo edificare per haner doue com- modamente e’ pote$sino aggiugnere ornamenti. Si che per li e$$empi de pa$- [170]DELLA ARCHITETTVRA $ati, & per quel che ne in$egnano, coloro che $anno, & per il continouo v$o $i è acqui$tata intera cognitione di far le opere marauiglio$e; da la cognitione $i $o- no cauati precetti approuati$simi, de quali non debbono $inalmente per conto alcuno far$i be$$e coloro, che non vorranno (il che douiamo volere tutti) ne lo 5 edificare e$$er tenuti pazzi. Que$ti, come per no$tra impre$a, habbiamo noi a raccorre, & e$plicare $econdo le $orze de lo ingegno no$tro. De gli am- mae$tramenti d<007> que$te co$e, ne $ono alcuni, che comprendono l’uniuer$ale bellezza, & gli ornamenti di tutti gli edificij, & alcuni comprendono quella de le parti membro per membro. I pr<007>mi $ono cauati del mezzo della Filo- 10 $ofia, & adattati àindirizzare, & a conformare il modo, & la via di que$ta arte: Gli altri poi, de la cognitione, laquale noi dicemmo (per dir così) pulita a re- gola di Filo$ofia, produ$$ono l’ordine de l’arte. D<007>rò prima di que$ti, ne’ qua- li appari$ce piu l’arte: & de gli altri, che abbracciamo il tutto in vniuer$ale, mi $eruirò per Epilogo.

15 Che, ò dallo ingegno, ò da la mano dello Arte$ice $i in$eri$ce il decoro, & l’ornamento in tut te le co$e, della Regione, & del $ito, & di alcune leggi $atte da gli Antichi per cagione de Temp{ij}, & d’alcune altre co$e degne d’e$$er’ notate, Ma diffic<007>li a creder$i. Cap. IIII.

QVel che ne le belli$sime, & ornati$sime co$e arreca $atisfattione quel cer- 20 to na$ce, ò da la fanta$ia, & di$cor$o de l’ingegno; ò da la mano de l’Arte- fice, ò vero è in$erto in e$$e co$e rare da la Natura. A l’ingegno $i ap- parteràla elettione, la di$tributione, & la collocatione, & $imili altre co$e, che ar recheranno dignità a l’opere. A la Mano lo accozzar in$ieme, <007>l mettere, il le- 25 uare, il tor via, il tagliare atorno, il pulimento, & l’altre co$e $imili, che rendono l’opere gratio$e. A le co$e è in$erto da la Natura la grauezza, la leggerezza, la $pe$$ezza, la purità, cõtro l’inuecchiare la virtù, & altre co$e $imili, che fanno l’o- pere marauiglio$e. Debbon$i que$te tre co$e $ecõdo l’u$o, & l’officio di cia$cu- na accõmodare a le parti. Le parti da notar$i $i cõ$iderano diuer$amente. Ma in 30 que$to luogo ci pare che l’edificio $i habbia a diuidere in que$to modo, ò in quel le parti <002> le quali tutti gli edificij cõu\~egono in$ieme, ò in quelle, per le quali $on l’un da laltro differ\~eti. Nel primo libro, ved\~emo che qual $i voglia edi$icio hauea bi$ogno di Regione, di $ito, di Scompartim\~eto, di Mura, di Coperture, & di Va- ni, in que$te co$e adunque conuengono in$ieme. Main que$te altre $ono diffe- renti, che alcuni $ono Sacri, alcuni Secolari, alcuni Publici, alcuni Priuati, alcuni 35 $atti per nece$sità, alcuni per piacere, & $imili. Cominciamo da quelle co$e, ne le quali e’ conuengono in$ieme. Quel che la Mano, ò l’ingegno de l’huomo po$- $a arrecare di gratia, o d<007>gnità a la Regione, apena $i di$cerne: $e già non gioua lo andare imitando coloro, che vanno e$aminando que’ $uper$titio$i miracoli de le fabbriche, che $i leggono. Iquali non dimanco non $ono bia$imati da gli 40 huomini $aui, $e que$ti tali $i $aranno me$si a fare co$e commode; e’ non ne $o- no lodati $e elle non $ono nece$$arie, e bene veramente: Percioche chi $arà mai tanto ardito di promettere, fu$se egli chi $i voglia, ò Sta$icrate, come dice Plu- tarco, ò Dinocrate, come dice Vitruuio di fare del Monte Ato, la e$$igie di [171]LIBRO SESTO. Ale$$andro in la mano de laquale $u$$e po$ta vna Città capace di dieci mila huo mini? Ne loderòio certamente la Regina Nitocri per hauer’ ella con grandi$si- mi $o$si s$orzato l’Eu$rate a girare attorno a la mede$ima Città de gli A$sirij tre volte con molto viaggio; $e bene per la pro$ondità de le $o$$e ella rendè la Re- gione $orti$sima, & fertili$sima per l’abbondantia de l’acque. Ma dilettin$i i Po- 5 tenti$simi Re di que$te co$e, cõgiunghino, i Mari, a Mari, taglino lo $patio, ch’è in$ra l’uno, & l’altro: pareggino i Monti a le Valli; faccino I$ole di nuouo, & cõ- giunghino l’I$ole con la Terra $erma, non la$cino co$a ne$$una a gli altri da po- tere e$$ere imitati, & con sì fatti modi la$cino memoria di loro a po$teri. Vera- mente, che quãto piu $i vedrà, che l’opere loro $ieno vtili, tãto piu $arãno lodate. 10 Co$tumarono gli Antichi di arroger dignità a’ luoghi, & a le Regioni cõ bo$chi $acrati a gli Dij, & con la Religione. Io ho letto, che tutta la Sicilia era con$acrata a Cerere, ma la$ciamo andare que$te co$e. A me piacerà grãdemente, che la Re- gione $ia dotata d’alcuna co$a marauiglio$a, che $ia in$ra le co$e rare vnica, & di virtù miracolo$a, & nel $uo genere eccell\~ete, come per modo di dire, $e ella per- 15 auuentura $arà d’Aere temperati$simo, piu che tutte l’altre, & cõtinouato d’vna vgualità incredibile, come dicono, che è Meroe, doue gli huomini viuono quã- to e’ vogliono; o come $e quella Regione producerà alcuna co$a non vi$ta mai altroue, e da e$$er da gli huomini de$iderata, e $aluti$era, quale è quella, che pro- duce l’Ambre, la Cannella, & il Bal$amo, o come $e in lei $arà qualche forza diui- 20 na, come è nel Terreno de l’I$ola Euboia, che dicono che nõ produce co$a alcu- na nociua. Il $ito, e$$endo egli vna certa determinata parte de la Regione, $i fa- rà bello di tutte quelle co$e, che adornano la Regione. Mala natura de le co$e pre$terà piu commodità, & $aranno piu atte a fare molto piu celebrato il Sito, che la Regione; Percioche e’ $i truouano co$e, che in molti modi arrecano ma- 25 rauiglia grandi$sima, come $ono Promontorij, Pietre, Montagne alti$sime $co- $ce$e, & $piccate, cauerne d’acque, Antri, Fonti, & $imili, vicino a quali meglio, che altroue $i $abrica ri$petto a la marauiglia, che di $e rendono. Nè ci mancano alcune ve$tigie di qualche antica memoria, inuer$o le quali la conditione de’ t\~e- pi, dele co$e, & de gli huomini, ha cau$ato, che tu non puoi voltare ne gli occhi, 30 ne la mente, $enza marauiglia. Io la$cio $tare il luogo, oue fu già Troia, & i Campi Leutrici macchiati di $angue, & i Campi pre$$o a lago di Perugia, & mil- le altri $imili. Ma quanto le mani, & l’ingegno de gli huomini giouino a que- $ta co$a non dirò io così facilmente. La$cio l’altre co$e piu facili. I Platani portati per mare $ino ne l’l$ola del Triemito per adornare quello $ito, & le po- 35 $te Colonne da i grandi$simi huomini, gli Obeli$ci, gli Alberi, accioche da’ Po$teri $ieno riguardati con veneratione. Come lunghi$simo tempo $i man- tenne ne la $ortezza di Athene quello Vliuo piantatoui da Nettunno, & da Mi- nerua. La$cio le co$e mantenute$i lunghi$simo tempo, & da Vecchi date ma- nualmente a’ po$teri, come appre$$o di Chebrone, dicono de l’Arbore, che pro- 40 duce la Trementina, ilquale durò dal principio del mondo in$ino a’ Tempi di Io$elo. Giouerà certo grandi$simamente ad adornare il $ito, quel che e’ d<007>cono, (Inuentione eccellente certo, & molto a$tuta) cioè che per leggi prohibirno che nel Tempio de la Dea Bona non pote$$e entrare ne$$uno ma$chio, nè in quel [172]DELLA ARCHITETTVRA di Diana nel Portico Patritio, Et appre$$o a Tanagra che ne$$una Donna pote$$e entrare nel bo$co $acrato, nè manco piu adentro ne penetrali del Tempio di leru$alem, & che ne$$uno, $aluo che Sacerdote, & $olamente per $acri$icare $i po te$$e leuare nel Fonte uicino a Panto. Et che ne$$uno in quel luogo che e’ chia- mauano Dolioli pre$$o a la $ogna maggiore di Roma, doue $ono l’o$$a di Pom- 5 pilio, pote$$e $putare. Et $opra alcuno tempietto $cri$$ono, che e’ non ui $i me- na$$e alcuna cantoniera. In creta nel Tempio di Diana non $i poteua entrare, $e non a pie nudi. Et nel Tempio de la Dea Matuta non $i poteua menare una $tiaua. A Rodi nel Tempio di Orodione non poteua entrare il Banditore, a Te- nedo nel tempio di Tennio non poteua entrare il Sonatore de Pifferi. Del 10 Tempio di Gioue Al$i$tio non era lecito u$cire $e pr<007>ma non $i $acri$icaua. In Atene nel T\~epio di Pallade, & a Tebe in quel di Venere nõ ui $i poteua portare Ellera. Nel Tempio di Fauna nõ era lecito (nõ che altro) nominare il Vino. Et ordinarono che la Porta Ianuale in Roma non $i $erra$$e mai $e non quando era guerra, nè che <007>l Tempio di Iano s’apri$$e quando era pace, & uollono che il T\~e- 15 pio de la Dea Horta $te$$e s\~epre aperto. Se noi uorremo im<007>tare alcuna di \~q$te co$e $aria for$e bene che $i face$se uno editto che le Donne non poteisino en- trare ne Tempij de Martiri, nè gli huomini in quegli de le $ante Vergini; Oltra que$to quella è certo co$a digni$sima, pur che ella $ia fatta da lo ingegno de gli huomini, che quando la leggiamo non ci per$uaderemo già mai ch’ella pote$$e 20 e$$ere co$i fatta, $e noi non uede$simo in alcuni luoghi ancor hoggi alcune co$e e$$ere $imili. Sono alcuni, che dicono che per arte de gli huomini è $tato fatto, che in Co$tantinopoli le Serpi nõ nuocono a per$ona, & che intra le Mura nõ ui uolano le Mulachie. Et in quel di Napoli non $i $entono Cicale. In Candia nõ ui $ono Ciuette. Ne l’I$ola Bori$tene nel Tempio d’Achille non entra Vccello 25 alcuno. In Roma pre$$o al Foro Boario nel Tempio d’Hercole non entra nè mo $ca, nè cane. Ma che co$a marauiglio$a è quella, che a Tempi, no$tri $i uede che in Venetia nel Palazzo publico de Cen$ori non entra $orte alcuna di Mo$che? Et a Tolledo ne la publica Beccheria in tutto l’Anno non ui $i uede mai piu che una Mo$ca, & quella notabile certo, per la $ua bianchezza. Tali co$e mol 30 te certo, & infinite che $i leggono, $arebbe quì lunghe a racontare tutte, & $e el- leno $ono $atte, o da la Natura, o da la Arte non sò io per hora ridire: Ma che p<007>u? con qual Natura, o Arte $i potrà dire che $ia $atto quel che in Ponto del Sepolcro del Re Bebrio raccontano, che e$$endoui uno Alloro, dal quale $en è leuato ramo alcuno, & me$$o in una Naue, non ui $i fermano ma<007> le conte- 35 $e, $ino a tanto che non $i getta uia detto ramo. In Pa$o, $u lo Altare del Tem- pio di Venere non pioue mai. Nela Frigia minore <007>ntorno al $imulacro di Minerua, i $acrificij, che ui $i lafciano non $i corrompono mai. Se dal Sepol- cro di Anteo è portato uia co$a alcuna, comincia a piouer da Cielo, ne re$ta mai per fin che non $i riempie il luogo doue era $tato $cauato. Ma e’ ci $ono 40 alcuni finalmente, che affer mano che que$te co$e po$sino e$$ere fatte da gli huc- mini artifitio$amente con immagini, la qual arte è di già perduta, & le quali immagini gli a$tronomi fanno pro$e$sione di $apere. Io mi ricordo haue- re letto appre$$o d<007> colui, che $cri$$e la Vita di Appolon<007>o, che in Babbilonia [173]LIBRO SESTO. ne le $tanze principali del palazzo Regio, alcuni magici haueuano legato al pal- co quattro Vccelli d’oro, chiamati da loro le lingue de gli Dij, & che egli haue- uano forza di conciliare gli animi de la moltitudine ad amare il Re. In oltre Io- $epho Autore graui$simo dice hauere veduto vn certo Eliazaro, che in pre$en- 5 za di Ve$pa$iano adattato vno Anello al na$o de’ fanciulli gli liberaua $ubito dal mal caduco. Et dice, che Salamone $ece certi Ver$i, per i quali $i mitigano le malattie; Et Eu$ebio Pamphilo dice, che Serapi appre$$o de gli Egittij, che noi chiamiamo Plutone, ordinò certi contra$egni, con i quali $i $cacciono i mali $pi- riti, & in$egnò il modo con ilquale, i Diauoli pre$e forme d’Animali bruti ci $o- 10 no mole$ti. EtSeruio dice, che gli huomini erano $oliti a portare ado$$o alcune con$ecrationi, med<007>ante lequali fu$sino $icuri da gl’impeti de la $ortuna, & che e’ non poteuano morire, $e e’ non $i fu$$e prima disfatta tale con$ecratione. Se que$te co$e $on vere. Io crederò facilmente quel che $i legge in Plutarcho, che egli era appre$$o de Pelenei vn Simulacro che leuato dal Tempio per il Sacerdo 15 te, da quella banda, che egli $guarda$$e empieua ogni co$a di $pauento, & di grã di$simo di$turbo; & che nõ $i trouauano occhi, che guarda$sino <007>nuer$o lui per la paura. Ma $ieno que$te co$e dette per diletto de l’animo. De le altre co$e, che giouino a far bello il $ito generalmente, com’è il circuito, il di$egno attor- no, l’e$$er$i rileuzto alquanto, l’hauere $pianato, & lo $tabilimento, & l’altre co$e 20 $imili non hò io piu che dire, $aluo che tu le vadia a pigliare di $opra, & dal pri- mo, & dal terzo libro. Honorata certamente $arà quella pianta, laquale (Come noi ti dicemmo) $arà $ecchi$sima, vguale & a$$odata, & che $arà ancora atti$sima, & e$pediti$sima a quello, a che ella harà da $eruire: & giouerà grandemente $e ella $arà $m altata di Terra cotta, del qual lauoro parleremo dipoi, quando trat 25 teremo de le Mura. Faccia ancora a no$tro propo$ito quel che diceua Platone, che l’Autorità del luogo $arà piu degna, $e tu gli porrai vn nome $plendido; & che que$to grandemente piace$$e ad Adriano Imperatore lo dimo$trano il Li- co, il Canopeio, la Accademia, le Tempe, & altri chiari$simi nomi $imili, che egli po$e alle $ue Sale de la Villa di Tiboli.

30 Del ragioneuole $compartimento, & dell’adornare le Mura, & il Tetto, & quale ordine, & modo $i habbia a tenere nel mettere le co$e in$ieme accuratamente. Cap. V.

ANcor che nel primo libro $i $ia trattato de lo $compartimento qua$i che a ba 35 $tãza, ni\~etedimeno, lo riandremo breui$simam\~ete in que$ta maniera. Il prin- cipale ornamento in qual $i uoglia co$a è chenon ui $ia $conueneuolezza alcu- na. Sarà adunque ragioneuole, quello $compartimento, che non $arà interrotto, confu$o, perturbato, $ciolto, compo$to di parti $conueneuoli, & che non harà troppe membra, non troppo piccole, non troppo grandi, non troppo di$cordanti, & deformi, non qua$i $eparate, & $taccate dal re$tan- 40 te del corpo. Ma ui $aranno tutte le co$e, $econdo che ricerca la Natura, la utilità, & il bi$ogno de le facc\~ede, che ui $i hanno a trattare talmente termina- te, & talmente condotte a fine, con tale ord<007>ne, numero, grandezza, col- locatione, & forma, che noi dobbiamo cono$cere che di tutta que$ta fabrica, [174]DELLA ARCHITETTVRA non è parte alcuna $atta $enza qualche nece$sità, $enza molta commodità, & $en- za una grati$sima leggiadria di tutte le parti. Imperoche $e certamente con que$te co$e $i con$arà bene, qual $i uoglia $compartimento, in e$$e ancora, oltra che la leggiadria, & lo $plendore de li ornamenti ui torneranno bene, ui ri$plen deranno ancora piu chiari. Se egli non ui $i con$arà, nõ ui potrai certo mante- 5 nere dignitate alcuna. Et però e’ bi$ogna che tutto il compo$to de le membra $ia ben guidato, & perfettamente condotto, di maniera che e’ paia $atto qua$i <002> nece$sità, & per commodità, talmente che non $olamente ti diletti che ui $ieno que$te, & que$te altre parti, ma che que$te $te$$e, in que$to luogo, con que$to or- dine, in que$to $ito, con que$ta aggiunta, con que$ta collocatione, cõ que$ta for- 10 ma, $ieno po$te egregiamente. Quanto ad adornarele Mura, & i Palchi, tu ha- rai certo molti luoghi, da $piegarui le rari$sime doti de la Natura, & la $cientia de l’arte, & la diligentia de lo Arte$ice, & la $orza de lo ingegno. Ma $e per au\~e- tura tu haue$si cõmodità di potere immitare quello antico O$iride, il quale di- cono che fece duoi tempij d’oro, Vno a Gioue Cele$te, & l’altro a Gioue Regio, 15 o che tu pote$si alzare in alto qualche grandi$sima pietra, fuori de l’opinione de gli huomini, come quella, che condu$$e Semiramis da Mõti di Arabia, che per ogni uer$o era gro$$a quindici braccia, & lunga cento dodici, & mezo: o $e tu haue$si tal grãdezza di pietra, che tu ne pote$si fare alcuna parte de l’opera d’un $olo pezzo, $i come dicono, che era in Egitto quella Cappelletta al tempio di La 20 tona, larga in $accia quaranta Cubiti, & cauata in un $a$$o di un $olo pezzo, e co$i coperta d’un altro $a$$o, pur d’un pezzo $olo, \~q$to certo arrecherebbe a l’opera marauiglia non piccola, & tanto piu $e il $a$$o fo$$e fore$tiero, & condotto per cammino di$$icile, come quello, che de$criue Erodoto e$$er $tato condotto da la Città Elefantina, largo in $accia più di quindici braccia, alto undici, e un quarto, 25 condotto in termine di Venti giorni $ino a Sui. E'co$a apparten\~ete ancora egre giamente al genere de gli adornamenti, che qual $i uoglia Pietra degna di am- miratione $ia po$ta in luogo nobile, & honorato. A Chemmin I$ola in Egitto, quel Tempietto, che ui è non è tanto marauiglio$o per e$$er coperto d’una pie- tra d’un $olo pezzo, quanto per e$$ere detta pietra di cotanti cubiti, po$ta $opra 30 mura di cotanta altezza. Arrecherà ancora ornamento lo e$$ere detta pietra rara, & eccellente, come uerbi gratia $e ella fu$$e di quella $petie di marmi che $ono puri, candidi, & tra$parenti di modo che $errate tutte le porte paia che dentro ui $ia rinchiu$a la luce, de la qual $orte dicono che NERONE fecenel $uo Aureo Palazzo il tempio de la Fortuna. Tutte que$te co$e $inalmente 35 faranno bene, ma qualunque elle $ieno, $aranno co$e inette, $e nel comporle in$ieme non $i u$ceràordine, & modo piu che diligente, concio$ia che cia$cu- na di loro $i ha a ridure a numero, di maniera che le pari corri$pondino a le pari, le da de$tra, a quelle da $ini$tra, le da ba$$o, a quelle da alto, non ui intra- ponendo co$a alcuna, che perturbi, oleco$e, o gli ordini, aggiu$tando tutte le 40 co$e a determinati angoli, con linee $imili, & vguali. Puo$si certamente uede- re che alcuna uolta, una materia ignobile per e$$er maneggiata con arte, arre- ca $eco piu gratia, che una nobile in altro luogo confu$amente amma$$ata. Chi direbbe mai che quel muro di Atene, che Tucidide racconta che $u fat- [175]LIBRO SESTO. to tanto tumultuariam\~ete che ui me$lono $ino a le $tatue leuate da Sepolcri, fu$- $e per tal ca$o bello? cioè per e$$er pieno di $trage di $tatue? Co$i per il cõtrario ne diletta di riguardare le alzate mura de gli antichi edificij contadine$chi, fatte di pietre incerte di minute, & di ragunaticci douegli ordini $tãno conguagliati, 5 & dipinti a uicenda di colori bianchi, & neri, di maniera che e’ pare che$ecõdo la piaceuolezza del’opera, e’non ui $i po$$a de$iderare piu altro. Ma que$to sì appartiene for$e piu a quella parte de le mura, che $i dice lo Intonicare, che a lo alzare la uera $aldezza de le Mura. Finalmente tutte que$te co$e, che $ono a$$ai $i debbono di$tribuir di maniera, che e’ non ui$ia cominciata co$a alcuna, $e nõ 10 quelle, che furono da prima de$tinate da la arte, & dal con$iglio, non ui $ia accre- $ciuto co$a alcuna oltre a quelle, che ricerca la ragione de le co$e principiãte, nõ ui $ia la$ciata co$a alcuna per $inita che non $ia con grandi$sima cura, & diligen- tia $inita, & per$etta. Ma il principale ornamento de le Mura, e de le coperture, & ma$simo de le Volte è e$$o intonico. (Io ne eccettuo $emprei Collonnati) 15 Et può certamente que$to Intonico e$$er di piu $orti, o e’ $arà bianco $tietto, o e’ $arà pieno di $tatue, & di Stucchi, ò di pitture, o di intauolati, o di co$e comme$- $e a piano, o di Mu$aico, o d’un me$cuglio di tutte que$te co$e.

Con che modi le Macchine, & i pe$i de grandi$simi $a$$i $i muouino da luogo a luogo, o $i $ol- _20_ lieuino in alto. Cap. VI.

DI que$ti habbiamo a trattare, quali e’ $ieno, & come $atti, ma da che noi habbiamo detto del muouere le pietre grandi$sime, que$to luogo ne au- uerti$ce, che noi raccontiamo prima in che modo tãto gran macchine $i 25 muouino, & in che modo, elle $i ponghino in luoghi di$$icili$simi. Scriue Plutar- co che Archimede in Siracu$a tiraua per mezzo la piazza una Naue da carico carica con la mano, qua$i come un Cauallo per la briglia, ingegno Matema- tico, Ma noi andremo $olamente dietro a quelle co$e, che $i accommodino a bi$ogni. Dipoi ne dichiareremo alcune altre, ondei Dotti, & acuti ingegni 30 potranno da per loro $enza o$curità cono$cere que$ta tal co$a. Io truouo che Plinio dice che la Aguglia condotta a Tebe da Fenice, fu condotta per una $o$$a tirata dal Nilo, me$$a detta Aguglia $opra Nauilij carichi di Zauorra, accioche $caricata dipoi detta Zauorra, porta$$e uia il $olleuato pe$o. Truo- uo in Ammiano Marcellino una Aguglia e$$ere $tata condotta per il Nilo con 35 una Naue di trecento remi, & po$ta $opra curri pre$$o a Roma a tre miglia, e$- $ere $tata tirata in Circo Ma$simo per la porta che ua ad Ho$tia, & che nel riz- zarla durarono fatica, parecchi migliaia di huomini, e$$endo tutto il Circo ri- pieno di in$trumenti di grandi$sime Traui, & di canapi gro$si$simi. Leggia- mo in Vitruuio che Cte$ifone, & Metagene $uo figliuolo condu$$ono in Efe$o 40 colonne, & architraui pre$o il modo dal Cilindro, con il quale gli Antichi in- $egnauano pareggiare il terreno, concio$ia che egli impiombò in cia$cuna de le te$te de le Pietre uno perno di ferro, che u$ciua fuori, & $eruiua per fu$o, & me$$e ne detti perni di quà, & di là alcune ruote tanto grandi, & tanto larghe, che dette pietre $tauano $olleuate $opra di e$si perni. Dipoi col girare de le [176]DEHLLA ARCITETTVRA ruote $urono $mo$$e & portate uia. Dicono che Chemminio Egittio nel far la Piramide per e$$ere opera alta piu di $ei ottaui di miglio, condu$$e quelle Pietre grandi$sime l’una $opra l’altra con hauerui $atti di mano in mano monti di Terreno. Scriue Erodoto che Cleopa $igliuolo di Ra$inite haueua la$ciato dallato di $uori in quella Piramide, nel far de la quale a$$aticò molti anni Cen- 5 tomila huomini certi gradi, $u per i quali. con piccoli legni, & in$trumenti ac- commodati, facilmente $i conduceuano le grandi$sime pietre. Troua$i $crit- to ancora oltra di que$to che in alcuni luoghi $urono $opra grandi$sime Colon ne po$ti Architraui di pietra di $mirata grandezza in que$to modo; $otto detti Architraui, apunto nel mezo ui metteuano duoi baggioli a trauer$o, che $i toc- 10 cauano l’un l’altro. Dipoi all’una de le te$te de gli Architraui appiccarono una moltitudine di ce$te piene di rena, per lo aggrauo, & per il pe$o de le quali l’al- tra te$ta oue non erano ce$te $i $olleua$$e a la Aria, & l’altro baggiolo ne re$ta- ua $enza pe$o alcuno; leuate quindi poi le ce$te, & me$$e a l’altra te$ta già $ol- leuata, in gran quantità, hauendo prima però alzato il baggiolo, che era $enza 15 pe$o, mettendoui $opra da quel lato che $i poteua altri baggioli piu alti, & co$i $eguendo a uicenda uenne lor $atto che qua$i a poco a poco detta pietra ui $ali$- $e da $ua po$ta. Que$te co$e raccolte co$i in$ieme $otto breuità la$ciamo noi che $i po$sino imparare piu adilungo da e$si Auttori. Finalmente $econdo l’ordine de l’opera no$tra, e’bi$ogna raccontare $uccintamente alcune poche 20 co$e, che $anno ano$tro propo$ito. Nèuo perder tempo in raccontare che il pe$o ha danatura lo aggrauare $empre, & che o$tinatamente uadia cercando de luoghi piu ba$si, & che con tutto il $uo potere contra$ti di non $i la$ciare al- zare, ne $i muti mai di luogo $e non come Vincitore, o $uperato da un pe$o mag giore, o da alcuna po$$anza contraria che lo uinca. Nè $tarò a raccontare che 25 i mouimenti $ieno uarij, cioè da ba$$o ad alto a ba$$o, & all’intorno del centro, & altre co$e e$$ere portate altre tirate, altre $pinte & $imili, di que$ti di$cor$i ne tratteremo altroue piu alungo. Teniamo pur noi que$to per $ermo, che i pe$inon $i muouono mai in alcun luogo, piu facilmente che quando uanno a lo in giù; percio che ui uanno $pontaneamente, nè mai piu di$$icilmente, che 30 quando uanno a lo in$u; percio che di lor natura acciò repugnano, & che egli è un certo mouim\~eto mezzano infra que$ti, & for$e che terrà dell’uno & de lo al- tro, ilqual certo non $i muoue di $ua natura, nè anco contradice all’obbedire, $i come è quando i pe$i $i muouano a piano, & per uie non impedite. Tutti gli altri mouimenti, che $ono piu uicini, o a que$ti, o a quelli, $ono, o tanto 35 piu facili, o tanto piu di$$icili. Ma in che modo i grandi$simi pe$i $i po$sino mouere, pare che la $te$$a natura de le co$e in grã parte l’habbia dimo$tro. Però che e’ $i puo uedere che i grandi$simi pe$i che $i pongono $opra una ritta co- lonna $ono perturbati da piccola perco$$a, & quando e’ cominciano a muouer$i per cadere, non $i po$$ono con forza alcuna ritenere. Puo$si ancor uedere 40 che e$$e colonnetonde, & le ruote, & le altre co$e da girare $on facili a muouer- $i, & maluolentieri $i fermano $e cominciano a rotolare, & $e $i tirano di ma- niera che nõ ruotolino, nõ cãminano co$i facilm\~ete. Oltra di que$to $i uede ma ni$e$to che i grãdi$simi pe$i de le naui $i mouono $opra l’acque ferme cõ poco $pi [177]LIBRO SESTO. gnerle $e tu continoui di tirarle: Ma $e tu le percoterai di qual $i uoglia grandi$- $inio colpo non $i moueranno co$i $ubito, come uorre$ti. Et per il contrario cõ un $ubito colpo, & con una $urio$a $pinta $i muouono alcune co$e, che giamai $enza una $traordinaria forza di pe$i grandi$simi $i $ariano po$$ute muouere. Sopra il diaccio ancora i grandi$simi pe$i non repugnano a chi gli tira. Veg- 5 giamo ancora che quelle co$e, che pendono da un lungo canapo per alquanto di $patio $on pronte ad e$$er mo$$e. Il con$iderare le ragioni di que$te co$e, & lo imitarle $aràa propo$ito, noi ne tratteremo $uccintamente. Bi$ogna che il di$otto del pe$o $ia $aldi$simo & uguale, & quanto e’ $arà piu largo, tanto man co con$umerà il piano ordinatoli $otto: ma quanto e’ $arà piu $ottile, tanto $arà 10 piu e$pedito, uero è che e’ $arà $olchi nel piano, & a$$onderauui. Se nel di$ot- to del pe$o ui $aranno angoli, $e ne $eruirà come di ugnoni ad afferrar$i nel pia no, & a re$i$tere al uiaggio. Se i piani $aranno li$ci, gagliardi, uguali, forti non pendendo da alcun lato, non $i alzando da alcun’altro, non affondando da al- cun lato, che impedi$ca, quel pe$o certamente non harà co$a alcuna che li con- 15 tra$ti, o per il che recu$i di obbedire, eccetto que$ta $ola co$a, cioè che e$$o pe- $o di $ua natura è grandi$simo amico del la quiete, & però tardo & lento. Con- $iderando for$e Archimede a $imili co$e, & e$aminando piu pro$ondamente la forza de le co$e, che noi habbiamo dette, $u indotto a dire, che $e e’ $i troua$$e ba$a di tanta gran macchina, che gli darebbe il cuore di tramutare il Mondo. 20 Lo ordinare il fondo del pe$o, & il piano $opra a che $i hà a tirare, il che noi quì cerchiamo, ci uerrà fatto commodamente. Di$tendin$i Traui tante, & tanto gro$$e, & tanto gagliarde, che $ieno ba$tanti al pe$o, $alde, uguali, li$ce, congiun te pari in$ieme, in$ra il fondo & il piano, ui è di bi$ogno d’un certo che di me- zo, che faccia il cammino piu lubrico, il che $i fa con $apone, o con $euo, o cõ 25 morchia, o for$e con belletta. Ecci ancora un’altro modo di fare il cammi- no lubrico, cioè con curri me$siui $otto a trauer$o, i quali $e in que$to luogo $a- ranno a$$ai, di$$icilmente $i acconcieranno diritti, a linee uguali & determina- te al di$egnato uiaggio, il che è di nece$sità che $i faccia, accio non dieno noia, & non conduchino il pe$o a l’una de le bande. Ma che ad una $ola $pinta facci- 30 no tutti bene l’o$$itio loro. Et $e e’ $aranno pochi, certo che durando $otto il pe$o $atica, o $i con$umeranno, o $tiacciati$i $i $ermeranno, ouero con quella una $ola linea con laquale toccono il $ondo del pe$o, $i $icheranno & $i ferme- ranno qua$i come un taglio nel pe$o, o nel piano. Il curro è compo$to di piu cerchi congiunti in$ieme, & i Mathematici dicono che il cerchio non può toc- 35 care una linea retta piu che in un punto, per que$to chiamo io taglio del Curro quella linea $ola del curro che dal pe$o è aggrauata, a que$ti curri $i prouederà bene $e $i torrà legnami $odi, $errati, & con il di$egnare & dirizzare le linee $e- condo la $quadra.

Delle Ruote, Perni, Stanghe, o Manouelle, Taglie & della grandezza, forma, & figu- _40_ raloro. Cap. VII.

MA e$$endoci oltre a que$te molte altre co$e, buone a bi$ogni no$tri, co- me $ono Ruote, Taglie, Viti, & Stanghe, douiamo di e$$e trattare piu ac- [178]DELLA ARCHITETTVRA curatamente. Sono certamentele Ruote in gran parte molto $imili a Curri: percioche $empre da vn $ol punto a piombo premono a lo in giù: Ma ecci que- $ta differentia che i curri $ono piu e$pediti, & le ruote per l’infragnerui$i dentro il perno, $anno l’officio loro piu tardo. Le parti de le Ruote $ono tre, il circui- to maggiore di $uori di e$$a ruota, il Perno del mezzo, & quel buco, doue entra 5 il Perno. Que$to Perno alcuni $or$e lo chiameranno il polo, ma a noi, percio- che egli in alcuni in$trumenti $ta $aldo, & in alcuni altri $i gira, $ia lecito il chia- marlo Perno. Sela Ruota $i girerà $opra vno Perno gro$$o, $i girerà con $atica; $e intorno ad vn $ottile non reggerà a pe$i, $e il circuito di $uori di e$$a ruota $a- rà $tretto, $i come dicemmo de Curri $i $iccherà nel piano; $e $arà largo, andrà 10 vagellando hor da una parte, & hora da l’altra; & $e perauentura le ruote $i ha- rãno a $uolgere, o da de$tra, o da $ini$tra, obbediranno malageuolmente; $e il cer chio in che $i gira il Perno $arà largo piu che il bi$ogno, rodendo egli $e n’e$ce, $e troppo $tretto, non gira, infra il Perno, & il Cerchio in che ei $i volge bi$ogna che $ia vn mezzano che lo lubrichi, perche l’uno di que$ti $erue per il piano, & 15 l’altro per il $ondo del pe$o. I Curri, & le Ruote $i fanno d’olmo, & di leccio. I Perni d’Agri$oglio, & di Corniolo, o piu pre$to di Ferro, il miglior cerchio di tutti gli altri in cui $i gira il Perno, $i $a di Rame me$colatoui vn terzo di $tagno; Le Girelle $ono ruote piccole, le $tanghe, o Manouelle $ono de la $petie de razi dele Ruote. Ma tutte que$te co$e qualunque elle $ieno, o $iano Ruote grandi 20 volte da gli huomini con lo andarui dentro, o $iano Argani, o Viti, ne quali in- $trumenti le $tanghe, o Ruote piccole, o qual $i voglia co$a $imile, $ono la impor tanza, la ragione del farle certo tutta na$ce da principij de la Bilancia. Dicono che Mercurio per que$to piu che per altro fu tenuto diuino, che $enza fare ge- $to alcuno di mani, pronuntiaua con le parole $ole, quelle co$e, che ei diceua, di 25 maniera, che egli era inte$o larghi$simamente: & $e bene io dubito di non po- tere fare que$to, io me ne sforzerò nondimeno quanto piu potrò: Concio$ia, che io m<007> $ono deliberato di parlare di que$te co$e, non come Mathematico, ma come vno artier, & non dire $e non quello, che a me paia di non potere la- $ciare in dietro. Fa per imparare que$to di hauere in mano vno dardo: Io 30 vorrei, che in e$$o tu vi con$idera$si tre luoghi, i quali io chiamo punti, i duoi e$tremi capi, cìoè il $erro, & la impennatura; & il terzo il laccio del mezzo; & i duoi $patii, che $ono in$ra duoi e$tremi capi, & il laccio io gli chiamo rag- gi. Non voglio di$putare, perche co$i $ia; Percioche il $atto $arà chia- ro da la e$perienza. Concio$ia che $e il laccio $arà collocato nel mezzo 35 del dardo, & il capo de la impennatura corri$ponderà al pe$o del capo del $erro, $taranno certamente amendue le te$te del dardo $cambieuolmente v- guali, & bilanciate: Ma $e perauuentura la te$ta del ferro $arà piu graue, l’altra de la impennatura $arà $uperata; nondimeno in e$$o dardo $i trouerà v- no determinato luogo piu vicino a la te$ta piu graue, nel quale riducendo tn il 40 laccio i pe$i $ubito $i bilanceranno l’vno l’altro; & que$to $arà quello punto dal quale que$to raggio maggiore $oprauanza tanto il minore, quanto que$to pe- $o minore è auanzato dal maggiore. Percioche coloro, che vanno dietro à que$te co$e, hanno trouato, che i raggi di$uguali $i aggiu$tano con pe$i di$u- [179]LIBRO SESTO. guali, pur che i numeri de le parti, che $i multiplicano in$ieme, da il raggio, & da il pe$o del lato de$tro, corri$pondino ad altre tanti contrarij numeri del la to $ini$tro, perche $e il ferro pe$erà tre, & la impennatura due, il raggio, che è dal laccio al $erro, bi$ogna che $ia due, & quello che è dal laccio a la impenna tura, bi$ogna che $ia tre. Perilche corri$pondendo que$to numero di cinque 5 a l’altro cinque di pari, aggiu$tate le ragioni, & de raggi, & de pe$i $taranno bi- lanciati, & pari.

10

Et $e i numeri non corri$ponderanno, non $taranno pari, ma l’uno capo alto, & l’altro ba$$o.

15 20

Non uò la$ciare que$to in dietro, che $e dal mede$simo laccio a le te$te $a- ranno i raggi uguali, mentre che e’ $i gireranno le te$te $aranno ne l’aria cer- chi uguali, ma $e detti raggi non $aranno uguali di$egneranno ancora cerchi 25 di$uguali. Dicemmo che le ruote $i $anno di cerchi. Et per tanto $i è dimo- $tro che $e due contigue ruote, me$$e in un $ol perno $i moueranno di un $olo & mede$imo moto, talmente che mo$$a l’una, l’altra non $i $tia, & $tando$i l’u- na, l’altra non $i muoua, cogno$ceremo da la lunghezza de i raggi in amendue che $orza $ia in quale $i è l’una di e$$e: la lunghezza de i raggi, bi$ogna che tu 30 l’habbia notata dentro al punto di mezo del Perno. Se que$te co$e s’inten- dono a ba$tanza la regola di co$i fatte machine, che noi cerchiamo è a$$ai ma- nife$ta, & ma$sime de le ruote, & de le Manouelle. Ne le taglie douiamo noi con$iderare vno poco piu co$e; percioche, & il Canapo me$$o ne le taglie, & e$$e carrucole ne le taglie $eruono per il piano, per il quale $i ha a fare il mo- 35 to mezano, il quale noi dicemmo, che era in$ra il piu facile, & il piu di$$icile, per e$$er quello che non $aglie, & non $cende, ma $i tira a piano ugualmente di $co$to dal centro. Ma accioche tu intenda come $tà la co$a, piglia vna $tatua di mille libre $e que$ta penderà da vn troncone d’uno albero legata con una $une $ola, egli è co$a certa che que$ta $ola fune $o$terrà mille intere libre.

40 [180]DELLA ARCHITETTVRA 5 10 15 20 25 30 35 40

Lega dipoiuna taglia a la $tatua, & metti in e$$a quella fune, perlaquale pen- deua la $tatua, & ritorna detta $une al troncone, di modo che detta $tatua penda $o$pe$a da due $uni, egli è certo che il pe$o d’e$$a $tatua è retto da due funi, & la taglia nel mezo bilanciatamente re$ta $tretta.

[181]LIBRO SESTO. 5 10 15 20 25 30 35 40

Andiamo piu auanti, aggiugni ancora al Troncone un’altra taglia, & metti ancora in e$$a detta fune. Io uò $apere da te quanta $arà la portione del pe$o, che quella parte de la fune ti- rata in alto, & poi me$$a ne la Taglia $o$terrà cinquecento dirai. Non t<007> accorgi tu adunque che a que$ta $econda Taglia non $i puo dare maggior pe$o da e$$a fune, che ella $i habbia, & ella ne ha cinquecento. non ne parleremo piu adunque.

[182]DELLA ARCHITETTVRA 5 10 15 20 25 30 35 40

In$ino a quì mi pen$o hauere a$$ai dimo$tro, che il pe$o $i diuide con le Taglie; & che per quefto i pe$i maggiori u\~egono mo$si da minori, & quanto piu $i adoppierãno $imili in$trumen ti, tanto piu $i diuiderà il pe$o, perilche auuiene che quante piu carrucole ui $aranno, tanto piu commodamente $i maneggerà il pe$o, qua$i $partito, & diui$o in piu parti.

[183]LIBRO SESTO. De la Vite, & de $uoi Pani, in che modo ipe$i $itirino, $iportino, & $i $pinghino. Cap. VIII.

NOi habbiamo trattato de la Ruota, dele Taglie, & dele Manouelle, da quì innanzi uoglio che tu $appia che la Vite è fatta qua$i di cerchi come 5 anelli, i quali ueramente $on \~qlli, che pigliono $opra di loro a reggere il pe$o, $e que$ti pani, o Anegli fu$sino intieri, & non tagliati, in modo chela fine de l’uno nõ fu$$e il principio delo altro, certam\~ete che il pe$o, che reggerebbo- no $e bene e’ $i moue$$enõ anderebbe mai nè in $u, nè in giu, ma andrebbe ator- no ugualm\~ete $ecõdo lo andare del pane, è forzato adunque il pe$o ad andarin 10 $u, o in giu-da la forza dele Manouelle giu peri pani de le Viti.Di nuouo $e que$ti pani fu$sino piccoli, & $i auuicina$sino al centro quanto piu pote$sino cer to che con piu piccola manouella, & con minori forze mouere$ti i pe$i. # Non tacerò quì di dire quel che certo non pen$ai d’hauer a raccontare, c<007>oè che $e tu ti ordinerai di maniera che il fondo di qual $iuoglia pe$o da muouer$i, non $ia 15 (per quanto però potrà la mano, o l’arte del mae$tro) piu largo che un punto, & che $i muoua talmente $u per un piano $tabile & $odo, che nel muouer$i non faccia $olco alcuno in detto piano, io ti prometto che tu mouerai la Naue d’Ar- chimede, & ti riu$cirà qual tu ti uoglia co$a, $imile a que$ta, Ma di loro ne tratte- remo altroue. # Qual s’è l’una di per$e di que$te co$e, chenoi habbian dette è 20 molto gagliarda a mouer pe$i, ma $e elle s’accozzeranno tutte in$ieme, $aranno gagliardi$sime. # Ne la Magna trouerai tu in molti luoghi la giouentù $cherza- re $u per il diaccio con certi zoccoli ferati, che di $otto $ono $ottili$simi, i quali poi che $i muouono non altrimenti che un leggiere pe$ce, sdrucciolano $o- pra il diaccio con tanta uelocità, che non $opportano d’e$$er $uperati dal uolo 25 di qual $i uoglia ueloce uccello. # Maconcio$ia che i pe$i o e’$i tirino, o e’ $i $pinghino, o e’ $i portino, diremo, che e’ $i tirano conle funi, $i $pingono con le $tanghe, & $i portano con le ruote, & con $imili in$trumenti, & in qual mo do ci po$siamo $eruire a un tratto di tutte que$te co$e in$ieme, è manife$to. Main tutti que$ti $i fatti modi, bi$ogna che ci $ia una qualche co$a’, che $tando 30 ferma, & immobile, $erua a far muouere l’altre co$e. # Se il pe$o $i harà a tirare bi$ogna che ui $ia un’altro pe$o maggiore, alquale $i leghino gli in$trumenti, che tu harai ad adoperare, & $e tu non harai@tal pe$o, metterai un palo di ferro di tre cubiti gagliardo, ben adentro nel terreno ben pillato, o fermatolo con tron coni attrauer$ati. # Dipoilega a la te$ta del palo, che e$ce fuori del terreno le 35 Taglie, & gli Argani. Et$e il terreno $aràreno$o di$tendaui$i traui lunghe $opra dele quali $i riri il pe$o, e a le te$te de le traui ad un buon chiodo leghin$i i uo$tri in$trumenti. # Io dirò co$a che gli ine$perti non l’accon$entiranno, fino a tanto che’non habbino inte$o il ca$o come egli $tà, cioè, che per un piano $i tirano piu commodamente duoi pe$i che uno, & que$to $i farà in que$to modo. # Mo$- 40 $o il primo pe$o in$ino a la fine de la trauata che egli harà $otto, lo fermerò con biette, & conij, in maniera che non $i muoua diniente, & ui appiccherò, o legherò lo in$trumento con il quale harò a tirar l’altro pe$o, di maniera che $u per un mede$imo piano auerrà che il pe$o mobile, da lo altro a lui uguale, ma [184]DELLA ARCHITETTVRA che $tarà fermo $arà uinto, & tirato. # Se il pe$o $i harà a tirare ad alto, ci $er- uiremo molto accommodatamente d’una traue $ola, o uero d’uno albero di naue, ma gagliardo. # Rizzando que$to albero lo fermeremo da piede a un pa lo, o con qualche altra co$a $tabile tu ti uoglia, Da la te$ta da capo $i leghino non meno che tre canapi, l’uno che $erua da de$tra, & l’altro da $ini$tra, per Ven- 5 ti, & l’ultimo, che uenga giù per lo albero di$te$o. # Dipoi alquanto di$co$to dal piè de lo albero $i fermino le taglie, & l’argano in terra, & me$$o que$to ca- napo ne le taglie, correrà per e$$e, & mentre che ei correrà, tirerà $eco la te$ta de lo albero che è $u alta. # Ma noi da l’una parte, & da l’altra con que’ duoi Venti, qua$i che come con duaredinilo modereremo, di maniera che egli 10 $tia quanto noi uogliamo ritto, & che e’ penda da quellaparte, che piu bi$ogna, per collocare il pe$o nel de$tinato luogo. # Que$ti duoi Venti da gli lati, $e tu non harai pe$i maggiori a chi tu gli po$$a accommandare, fermerali in que$ta maniera. # Caui$i nel terreno una fo$$a quadrata, & metta$i nel fondo a giacere uno troncone al quale $i leghino uno, o piu laci, che u\~eghino ad auanzare $o- 15 pra il terreno, $opra il troncone poi fi di$tendino a$si a trauer$o, dipoi $i riem- pia la fo$$a di terreno, & $i pilli, & mazzapicchi forte, & bagnandola diuen- teràpiu graue. # L’altre co$e tutte $i faccino in quel modo, che dicemmo del piano da tirarui $oprai pe$i; percioche a la te$ta de la traue, & al pe$o ancora bi$ogna legare le loro taglie, & appre$$o al piè de la traue bi$ogna fermare lo 20 Argano, o qual altro in$trumento tu uoglia, che habbian $e forza di Manouelle.

25 30 35 40 [185]LIBRO SESTO.

In tutte que$te co$i fatte co$e, per metterle in opera, bl$ogna auuertire nel muouere i pe$i grandifsimi, che tutti que$ti mezi, che s’hanno ad adoperare non $ieno troppo piccoli, & che non ci $eruiamo di lunghezza debole ne le fu- ni, & ne li $tili, & <007>n qualunche mezo, che noi u$eremo per muouere; Percio- che egli hanno del debole, concio$ia che la lunghezza di $ua natura è certa- 5 mente congiunta con la $ottigliezza. # Et per il cõtrario le co$ecorte hanno del gro$$o, $e le funi $arãno $otrili raddoppin$i ne le carrucole, $e elle $arãno troppo gro$$e, bi$o gna trouare carrucole piu gro$$e, accioche ne le carrucole $trette le funi nõ $i taglino. I per- 10 ni de le carrucole uogliono e$$ere di ferro, nõ meno gro$si che la $e$ta parte del mezo diame tro de la $ua carrucola, ne anco piu che la ot- taua parte di tutto il diametro, le funi bagna- te $ono piu $icure da lo abbruciar$i, ilche p il 15 $offregar$i, & muouer$i taluolta auuiene, e$o- no piu atte a fare girare le carrucole, e meno $gu$ciano, & è meglio bagnarle con aceto che con acqua, e $e pure cõ acqua, quella di mare è la migliote, $e elle, $i bagnano cõ acqua dol 20 ce, & $tieno al Sole caldi$simo, $i infracida no pre$to auuolgere le funi in$ieme è molto piu $icuro, che annodarle, $opra tut- to bi$ogna hauere cura che l’una fune non $eghi l’altra. Gli antichi u$auano un’ regolo di ferro, alquale egli accomãdauano le prime legature de le funi, & de le Taglie, e nel pigliare un pe$o, & ma$simo di pietra u$auano una forbicia di ferro. 25 La forma di e$$a forbicia, o tanaglia era cauata da la lettera X. che con i rampi di $otto, era uolta a l’indentro cõi quali qua$i come un granchio $trign e$$ero mor- dendo il pe$o. # I duoi rampi di $opra erano bucati, & per e$si buchi me$$aui una fune, & fattoui una legatura $tringneua il tratto di e$$a forbicia, o Tanaglia.

Io ho ui$to ne le gran pietre, & ma$- 30 $imo ne le colonne, ancora che elle fu$ $ino finite del tutto, la$ciatiui certi da dotti, che e$cono in fuora, qua$i come manichi, a li quali $i legas$ino le le- 35 gature acciò non i$corre$sino, u$a$i, & ma$simo a le cornici di fare certe buche ne le pietre, da metterui le uliuelle, che $i fanno in que$to modo, faccifi una buca ne la pietra a $imilitu- 40 dine d’una $car$ella uota, grande $e- condo la grandezza de la pietra, che $ia $tretta in bocca, & larga nel fondo.

Io ho uedute buche di uliuelle fon- [186]DELLA ARCHITETTVRA de un piede: empion$i que$ti di conii di ferro, i duoi de quali da gli lati $on fat- ti a $omiglianza de la lettera D. que$ti $i mettono i primi per empiere i fianchi de la buca, & il conio del mezo poi $i mette l’ultimo intra l’uno & l’altro. Han no tntt’a tre que$ti conii i loro orecchi che auanzano fuori del pari forati, nel qual foro $i mette un Perno di ferro, che piglia con loro in$ieme un manico che 5 auanza fuori, al quale $i lega la fune che corre, per le taglie che l’ha a tirare.

Io lego in que$to modo le Colonne, & gli $tipiti de le porte & $imili pietre che $i hanno a po$are per douere rimanere ritte. Io ho fatto fare, o di legno, o di ferro una cintura gagliarda $econdo la grandezza del pe$o con laquale ho cinto intorno in luogo accommodato la colonna, o alttra pietra, & con certi co 10 nietti $ottili & lunghi dandoli col martello leggiermente l’ho $errata, & ferma, dipoi ho agglunto a detta cintura una legatura di $une come una braca, & in que$to modo non ho offe$o nè la pietra con ferrarui dentro uliuelle, nè dato danno a canti uiui de li $tipiti, o $imili con cignerli di funi; Oltre a che que$to modo di legare èil piu e$pedito, il piu atto, & il piu fidato di tutti gli altri. # Rac- 15 conteremo piu di$te$amente altroue molte co$e che acciò$i a$pettano. Ma ho- ra bi$ogna $olamente trattare, che gli $trumenti $ono qua$i come corpi animati, & che hanno mani molto gagliarde, & che e’ muouono i pe$i nõ altrimenti, che noi huomini ci facciamo con le mani. # Et per tanto que’ mede$imi di$tendi- menti di membra, & di nerui, che noi u$iamo nel rila$$are, $pignere, raccorre 20 & transferire, quelli $te$si bi$ogna che noi imitiamo ne le machine. # Vna co- $a ti uo ricordare che e’ $arà bene, che quando tu harai a mouere in qual $i uoglia modo, qualche $mi$urato pe$o, che tu ui ti metta $en$atamente, cau- tamente, & con maturo con$iglio, ri$petto a uarij incerti & inrecuperabili accidenti & pericoli, che in co$i fatte facende, $uor d’ogni oppenione $oglio- 25 no auuenire, ancora a piu pratichi, perche e’ non te ne $uccederà mai tanta gran lode, ne gloria d’ingegno $e ti riu$cirà bene quel che tu ti $arai me$$o a fare che e’ non $ia molto maggiore il bia$imo, & l’odio de la tua temeraria pazzia, quando il fatto non ti rie$ca. # Di que$ti $ia detto a ba$tanza, tornia- 30 mo a gli intonichi.

Che le corteccie, che $i danno di calcina olle mura, debbono e$$er tre. Diche cofa$i debbi- no fare, & a quel che ell’habbino a $eruire. Delli Intonichi, & delle lor uarie $orti, & come $i hà a ordinare la calcina per farli, & delle statue diba$$o rilieuo, & de 35 le pitture con che s’addornanole mura. Cap. IX.

IN tutte le corteccie bi$ogna almanco tre $orti di intonichi, il primo $i chia- ma rinzaffare, & l’officio $uo è di attaccar$i $tretti$simo a le mura, & reg- gere bene $opra di $e poi gli altri duoi Intonichi. Lo officio de lo ultimo Intonico, è il pulimento, i colori, & i lineamenti che rendono l’opera gra- tio$a, l’officio de lo Intonico di mezo, che hoggi dì $i chiama arricchiare, è 40 di rimediare che nè il primo nè l’ultimo intonico non faccino difetto alcu- no. # I difetti $on que$ti, $e li duoi ultimi, cioè lo arricciato, & lo Intonico faranno acerbi, & per modo di dire mordaci dele mura, $i come $i appartie- [187]LIBRO SESTO. ne ad e$$ere al rinzaffato $copriranno per la crudezza loro nel ra$ciugar$i infini- te $e$$ure. Et $e il rinzaffato $arà dolce come s’appartiene di e$$ere a lo Into- nico, non $i attaccherà tanto che ba$ti a le mura, ma $e ne caddrà a pezzi, quan te piu coperte $e li daranno tanto meglio $i puliranno, & contro a li acciden ti de tempi $aranno piu durabili. Io ho ueduto appre$$o le co$e antiche, che 5 e’ ne me$$ono l’una $u l’altra $ino a noue. Le prime di que$te bi$ogna che $ieno a$pre & di rena di fo$$e, & di matton pe$ti, ma non troppo: ma gro$si come ghiande, o pezzi come dita, & in qualche lato come un palmo, per lo ar- ricciato è migliore la rena del $iume, & manco $i fende, que$to arricciato an- cora bi$ogna che $ia ronchiu$o, percioche a le co$e li$ce non $i attaccano $opra 10 le co$e, che ui $i pongono. L’ultima di tutte $arà candidi$sima come marmo, cioè che in cambio di rena $i tolga pietra pe$ta candidi$sima, & è a ba$tanza che que$ta $ia gro$$a un mezo dito, percioche facendo$i gro$$a, mal uolentieri $i $ec- ca. Io ho ueduti alcuni che per nõ $pendere non la fanno piu gro$$a che un $uolo di $carpa. Lo arricciato, $econdo che è piu uicino, o a quelle, o a que$to $ecõ 15 do $i modera. Ne ma$si de le caue di pietra $i trouano certe uene molto $i- mili a un tra$parente Alaba$tro, che non $ono, nè marmo, nè ge$$o, ma d’una cer ta natura mezzana infra l’uno & l’altro. Lequali $on molto atte a dis$ar$i, que- $te sì fatte uene pe$te & me$colate in cambio di rena mo$trano certe $cintille co me di $p lendido marmo. In molti luoghi $i ueggono aguti me$si per le mura 20 accio ritenghino gli Intonichi, & il tempo ne ha in$egnato, che e’ $ono migliori di bronzo che di ferro. Piaccionmi a$$ai coloro che in cambio di chiodi han no me$$o fra l’una pietra & l’altra per le mura certi pezzuoli di la$truccie, che e$chino fuori, ma con un martello di legno. Et il muro quanto $arà piu fre$co, & più ronchiu$o, tanto piu forte riterrà il rinzaffato, l’arricciato, & l’intonico, 25 Per il che $e nel murare & mentre che $i fa l’opera tu la rinzafferai, benche leg- giermente, farai che lo arricciato & lo intonico ui $i attaccheranno forti$sima- mente, & da non $i $piccare mai, doppo che hanno tirato i Venti Au$trali $arà bene farte ognuna di qual ti uoglia di que$te co$e, ma $e quando tirano tramon tani, & che e’ $ono, o gran freddi, o gran caldi, tu uorrai intonicare, l’into- 30 nico $ubito diuenterà $cabro$o. Le ultime corteccie finalmente $ono di due $orti, o elle $ono appia$trate & di$te$e, o elle $ono di co$e aggiunteui & adat- tateui. Di$tende$i il ge$$o & la calcina, ma il ge$$o non è buono $e non in luo- ghi a$ciuti$simi, a qual $i uoglia $orte di corteccie, la $corrente humidità de le mura uecchie, è inimici$sima, quelle che $i commettono $ono pietre & uetri & 35 $imili. Le corteccie di$te$e & appia$trate $on que$te, le bianche $tiette, le di$i- gure di $tucchi, & le dipinte, ma quelle che $i commettono $ono gli intauolati, gli s$ondati, & i ta$$ellati. Tratteremo de le prime, per lequali la calcina $i ordi nerà in que$ta maniera. Spenga$ila calcina con acqua chiara in uno truogolo coperto, & con tanta acqua, che di gran lunga gliene auanzi, dipoi con la mar- 40 ra $i rimenerà a$$ai, a$ciandola, & piallandola, come $i fa a legni, & che ella $ia bene $penta & macera, ne darà $egno $e la marra non $arà offe$a da alcuno $a$$oli no, o pietruzza, non credono che ella $ia matura a ba$tanza, innanzi a tre me$i. Bi$ogna che $ia molto morbida & molto ui$co$a, quella che è da lodare; percio- [188]DELLA ARCHITETTVRA che $eil ferro n’u$cirà a$ciutto, è $egno che ella non ha hauuta tanta acqua, che $ia $tata a ba$tanza a$pegnerli la $ete, quando tu la rimenerai con la rena, o cõ alcuna co$a pe$ta, rimenala dinuouo, & da capo digran uantaggio, & rimenala tanto che qua$i faccia la $tiuma. Gli antichi u$auano pe$tare nel mortaio quel la, che e’ uoleuano adoperare pcr gli intonachi, & temperauano que$ta mi$tura 5 in maniera, che mentre la dauano non $i attacca$$e al ferro. Sopra la già po$ta corteccia, mentre che ella è co$i $oppa$$a & fre$ca $i metta l’altra, & auuerti$ca$i che in un mede$imo in$tante uenghino a ra$ciugar$i in$ieme tutte que$te cor- teccie, puli$con$i & $erron$i in$ieme con appianatoie, con pialletti & con co$e $imili, mentre che le $ono $oppa$$e. L’ultima pelle di bianco $tietto $e ella $a- 10 rà $tropicciata diligentemente rilucerà come uno $p ecchio. Et $e la mede$ima poi che $arà qua$i a$ciutta, tu la ugnerai con un poco di cera & ma$tico liquefat- ti con un poco poco d’oglio, & co$i $e le mura co$i unte$calderai con uno $cal- daletto di carboni acce$i, o con un caldano, di modo che ella $i $ucci quello un- tume uincerà di bianchezza il Marmo. Io ho fatto e$perienza che $imili into. 15 nichi non $coppiano mai, $e nel farli $ubito che $i ueggono apparire que’ fe$$o- linie’ $aranno maneggiati con certi fa$cetti di uergette di Maluaui$chio, o di gi- ne$tra $aluatica. Ma $e a un bi$ogno tu harai a intonicare nel Sollione, o in luo ghi caldi$simi, pe$ta & taglia minutamente funi uecchie, & me$colale con lo In- tri$o. Oltra di que$to $i pulirà dilicati$simamente $e tu ui gitterai $opra un po 20 co di $apon bianco, disfatto con alquanto d’acqua tiepida, & e$$endo troppo un- to diuenta pallido. Le figurette di $tucco e$pediti$simamente $i caueranno da caui, & i caui $i formeranno da rilieui gittandoui $opra ge$$o liquido, & quando elle $aranno ra$ciute, $e le $aranno vnte con quello untume cheio ho detto, fa- ranno una pelle come un marmo. Que$te figurette $ono di due $orti, una di 25 tutto rilieuo, & l’altra di ba$$o rilieuo, in un muro diritto $tanno bene quelle di tutto rilieuo, main un cielo d’una uolta $tanno meglio i ba$si rilieui, perche quelle digran rilieuo per il pe$o loro hauendo a $tare $penzoloni, $i $taccano & ca$cano facilmente, & $ono pericolo$e di dare in te$ta a chi ui $i truoua $otto. Bene auuerti$cono che doue hà da e$$ere a$$ai poluere non ui $i metta adorna- 30 menti di cauo, o di molto rilieuo, ma ba$si & di poco rilieuo, accio $i nettino piu facilmente. Gli Intonachi dipinti altri $i fanno in fre$co, & altri $i lauorano a$ciutti, a quelli, che $i fanno in fre$co $i confa ogni colore naturale, che proce- de da la Terra, da le miniere o $imili, mai colori alterati & ma$simo tutti quelli, che me$si a fuoco fanno mutatione, de$iderano co$e a$ciuti$sime, & hanno in 35 odio la calcina, la Luna, & i Venti Au$trali, hãno trouato nuouamente che tutti icolori $i me$colano con olio di lino, & durano eterni, contro le offe$e dell’ A- ria, & del Cielo, purche il muro, doue $i mettono $ia a$ciutti$simo, $enza pun- to di humidità, ancora che io trouo che ipittori antichi u$arono nel dipignere le Poppe de le Naui in cambio di colla, cera liquida. Et$eio mi ricordo bene 40 io ho ui$to nele opere de li Antichi colori di Gemme appicatinele mura con cera o for$e con $tucco bianco, diuentati per il tempo tanto duri, che nè con fuo co, nè con acqua $e ne po$$ouo $piccare. Dirai che $ia Vetro abbrucciato, & ho ueduto che alcuni con il candido $iore de la calcina, hãno attacati colori a le [189]LIBRO SESTO. mura, & ma$simo Vetrini mentre erano ancora fre$che, ma di loro $ia detto a ba$tanza.

Del modo del $egare i Marmi, & che rena $ia perciò migliore de la conuenienza, & dif- ferentia del Mu$aico di rilieuo, & del Mu$aico piano, & de lo stuco con che $i hanno a 5 mettere in opera. Cap. X.

MA ne le corteccie comme$$e, o attacate d’intauolature, o pulite, o di- sfon dati, $i u$a in tutte il mede$imo modo. E co$a certo marauiglio$a a raccontare la diligentia, che gli Antichi u$arono nel $egare le tauole di 10 marmo, & nel pulire. Io ueramente ho uedute tauole di marmo lunghe piu di tre braccia larghe un braccio, & mezo, ma gro$$e apena mezo dito, & congiunte in$ieme con una linea piegata a gui$a d’una onda, acciochei riguardanti rimane $ino piu facilmente ingannati nel non $i accorgere de la commettitura. Dice Plinio che gli antichi lodarono a$$ai per $egare marmi, la Rena di Etiopia, & che 15 quella d’India $e li auicinaua, ma piu morbida e$$ere la Egitia, & finalmente mi gliore dele no$tre, pur dicono, che in un certo guado del Mare Adriaco ne fu trouata una, che gli Antichi $e ne $eruirono. Noi di $u liti di Pozzuolo cauia- mo una $orte di Rena non però di$utile per sì fatti lauori, la rena cantoluta pre$a di qual $i uoglia Torrente è utile, ma quanto ella è piu gro$$a, tanto fa le $egature 20 piu larghe, & rode piu forte, & quanto ella uà piu legiermente leccando, tanto piu s’auuicina al pulimento. Il pulimento comincia da le ultime $calpellature, & fini$ce piu to$to leccando che rodendo, Lodano nel pulire, & $troppiciare i marmi a$$ai quella di Tebe, lodano ancora le pietre da orrotare, & lo $meriglio che è una $petie di pietra, la poluere de la quale è perciò eccellenti$sima. La 25 Pomice ancora per dare gli ultimi pulimenti è molto utile, la $tiuma de lo $ta- gno ar$o, & la biaccia abbruciata, & piu di tutti il ge$$o di Tripoli, & $imili, pur che $i pe$tino $ottili$simamente in piu minuta poluere che non $on gli A tomi, ma mordaci, $ono utili$simi. Per fermare le tauole, $e le $aranno gro$$e ficchin$i ne le mura, o perni di ferro, o $pranghe di marmo, ch’e$chino fuori del Muro, a le 30 quali $i accomandino le nude tauole. Ma $e le tauole $aranno $ottili, doppo lo arricciato, in cambio di calcina torrai cera, pece, ragia, ma$tico, & una quantità di qual ti uoglia gomma liquefatta co$i in$ieme a la me$colata, & $calda a poco a po co la tauola accioche per la troppa forza del fuoco $e per auentura le ne de$si a uno tratto, non uenga a $copiare. Nel fermare le tauole $arà co$a lodata $e 35 da la commettitura, & ordine loro, ne na$cerà una ueduta gratio$a, debbon$i accommodare le machine a le machine, i colori a colori, & le co$e $imili a le $imili, di modo che l’una renda l’altra gratio$a. Mi piace molto lo accor- gimento de li Antichi che faceuano quelle co$e che doueuano $tare piu uici- ne a gli occhi, nitidi$sime, & oltra modo pulite, & ne le altre, che haueuano a 40 $tare lontane, & $u$o ad alto, non durauano tanta fatica, anzi le metteuano non che altro in alcuni luoghi, $enza pulirle, douendo e$$ere a gran pena guardate da ricercatori curio$i$simi. Il mu$aico di rilieuo, & qnello, che $i fà piano, conuengono in que$to, che in amenduni imitiamo la pittura con uarij color [190]DELLA ARCHITETTVRA. di pietre, di Vetri, & di nicchi, con un certo accommodato componimento’ Nerone dicono che fu il primo, che $ace$$e $egare i nichi de le perle, & me$co- larli nel Mu$aico. Main que$to $on differenti l’un da l’altro, che nel Mu$aico di rilieuo mettiamo pezzi di pietre maggiori che noi po$siamo, ma nel Mu$aico piano non $i mettono pezzi quadri, maggiori che $i $ia una faua. Et quanto e’ 5 $ono piu minuti pezzuoli, tanto piu rendono lo $plendore $cintillante, riuerbe- rando quelle faccie i pre$i lumi in uarie parti. Sono ancora in que$to differenti che ne lo attaccare quelle, è piu utile lo $tucco, che $i fà di gomme; Eta que$te in piano è piu utile la calcina, che ui $ia me$colato treuertino pe$to come poluere. Sono alcuni, che al Mu$aico piano, uogliono che $i bagni la calcina più, & più 10 uolte con acqua bollita, accioche la$ciata quella $al$edine $ia più moruída, & più pa$to$a. 10 ueggo che ne l’opere del Mu$aico di rilieuo, $ono $tate pulite a la ruo ta pietre duri$sime. Nel mu$aico piano s’appicca l’oro al uetro con calcina di piombo, laquale diuenta piu liquida che qual $i uoglia Vetro. Tutto quello che noi habbian detto de li intonichi, o corteccie, fa qua$i appropo$ito de pauim\~eti, 15 de quali habbiã prome$$o di trattare, $aluo però che ne pauimenti non $i fanno sì belle pitture, nè sì belli Mu$aici, $e già tu non uuoi che $i chiami pittura, il fare uno $malto di uarij colori, & con ordine di$tinguerlo in $patij determinati fra marmo, & marmo ad imitatione di pittura. Fa$si di terra ro$$a, di mattoni cotti, di pietra, & di $tiuma di $erro, & tale $malto quãdo è a$ciuto bi$ogna che $i $chiu 20 mi, ilche $i fa in que$to modo, habbi una pietra uiua, o piu to$to un Piombo di cinqne pe$i, c’habbia la $accia $pianata, & con funi da l’una te$ta, & da l’altra $i tiri innanzi, & in dietro tanto, & tãto per il pauimento, gettãdoui $opra rena gro$$a & acqua, che qua$i radendo il pauimento lo puli$ca grandemente, & non $i pulirà $e le linee, & i canti de li intauolati non $aranno uguali, & conformi, $e 25 $arà unto, & ma$simo con olio di lino, farà una pelle come un uetro, & è mol- to commodo ugnerlo con morchia, & con acqua ancora ne la quale $ia $tata $p\~e ta calcina, giouerà a$$ai $e tu lo bagnerai più, & più uolte. In tutte que$te co$e che noi habbiamo racconte, $i ha da fuggire, che in un mede$imo luogo non $ia troppo $pe$$o un mede$imo colore, nè troppo $pe$$e le mede$ime forme, nè me$ 30 $e in$ieme troppo a ca$o. Fugga$i ancora che le commettiture nõ $ieno troppo aperte, tutte le co$e adunqne $i faranno, & $i metteranno in$ieme con gran dili- gentia, accioche tutte le parti d’un tal lauoro mo$trino d’e$$er finite ugualm\~ete.

De le coperture detetti, & de le uolte, & de la$trichi $coperti che cuoprono gl’edific{ij}. Cap. X I. 35

LE cop erture ancora hanno le loro ricchezze, & bellezze de le impalca- ture, de le Volte, & de pauimenti $coperti. Sono ancora hoggi nel Porti co di Agrippa Impalcature con traui di Bronzo, lunghe quaranta piedi, opera certo ne laquale non $aprai di che più $ia da marauigliar$i, o de la $pe$a, o 40 de lo ingegno del Mae$tro. Nel tempio di Diana Efe$ia, come altroue dicem- mo, durò grandi$simo tempo un palco di Cedro. Racconta Plinio che Sa- auce Re di Colchi, poi che egli hebbe uinto Se$o$tre Re di Egitto, hebbe [191]LIBRO SESTO. traui d’Oro, & d’Argento. Veggon$i ancora alcuni Tempij coperti di tauole di Marmo, come quelle, che dicono ch’erano grãdi$sime nel T\~epio di Hiero$oli- ma, & $plendidi$sime, & di candore marauiglio$o, talmente che chi di lontano ri$guardaua quel Tetto, gli pareua uedere una Montagna di neue. Catulo fu il primo che in Roma me$$e d’Oro i Tegoli di Bronzo di Campidoglio. Trouo 5 oltra di que$to che la Ritõda in Roma era coperta di Pia$tre di Rame adorate. Et Papa Honorio, quello(dico)al t\~epo del quale Maumetto ordinò a lo Egitto, & a la Libia nuoua Religione, & nuoui $acrificij, coper$e la chie$a di San Pietro tutta di Tauole di Rame. La Germania ri$pl\~ede peri Tegoli inuetriati. In mol ti luoghi u$iamo il Piombo, opera certo atta a durare a$$ai, & $opratutto ha del 10 gratio$o, & non è di grande $pe$a, ma e’ $i arreca dietro que$te in commodità, che $e egli $i mette in calcina per non potere re$pirare da lato di $otto, ribollen- do quelle pietre $opra le quali egli è po$to, per il feruore del Sole, $i $trugge. Fac cia que$to a no$tro propo$ito, del che po$siamo fare e$perienza. Se $i mette nn ua$o di piombo a fuoco pieno d’acqua uon $i $trugge, ma metteui una pietruz 15 za dentro, $ubito per e$$er tocco $i lique$a & $i fora. Oltra a che non e$$endo egli confitto, o $prangato per tutto, e facilmente con$umato da uenti. Ol- tre a que$to ancora $i con$uma & $i gua$ta pre$to da la $al$edine de le calcine, ma $i accommoderà meglio in fu legname, $e già tu non hai paura del fuoco, ma in que$to luogo $ono $commodi$simi i chiodi, & ma$simo di ferro, concio$ia 20 che ribollono & s’infiammano piu che le pietre & $i con$umano all’intorno di ruggine, & per que$to $opra le uolte debbono e$$ere le $prange, & iperni di piõ bo, accioche col $aldatoio di ferro rouente $i fermino nelle pia$tre di Piombo, bi$ogna che ui $i faccia $otto un piano di cenere di $alci, lauata, me$colata con terra bianca, i Perni di Rame manco $i infiammano, & manco offendono conla 25 ruggine. Il Piombo imbrattãdo$i di $terco $i gua$ta, & però bi$ogna auertire che non ui $ieno luoghi doue gli uccelli po$sino commodamente po$arui$i, o $e pure ui $i hanno da ragunare uccellami, metta$i materia piu $errata do- ue $i ha a ragunare lo $terco. Dice Eu$ebio che in cima del T\~epio di Salamone, erano $tate me$$e certe catene, dale quali $penzolauano quattrocento cãpanet- 30 te di bronzo, per il $uono de le quali gli uccelli $i fuggiuano. Ne tetti an- cora $i adornanoi $ronti$picii, & le gronde & le cantonate, mettendoui$i Pal- le, Fiori, Statue, Carrette, & $imili co$e, de le quali membro per membro tratte- remo aluogo loro. Al pre$ente nõ ci $ouiene d’altre, che $i a$petti a trattare de gli ornamenti in genere, $e non che $econdo l’opere $i mettino in luoghi 35 accommodati quelle co$e, che piu $e gli confanno.

Che gli ornamenti de uani dilettano a$$ai, ma che hanno molte, & uarie incommodità, & difficultà, & che i uani finti $ono di due $orti, & quel che $i confaccia a l’una, & a l’altra. Cap. XII. 40

GLi adornamenti de Vani arrecano all’opera & dilettatione & grandezza nõ piccola, ma hanno molte graui, & grandi$sime difficultati, ale quali non $i prouede $enza grandi$sima diligentia del mae$tro, & gro$$a $pe$a. Per- [192]DELLA ARCHITETTVRA cioche egli uiè di bi$ogno di Pietre grandi intere, uguali, eccellenti, rare, lequali co$e nõ $i trouano co$i facilmente tutte, nè facilmente $i maneggiano, dirizzano, lauorano, o mettono in$ieme, $ecõdo il tuo parere a punto. Cicerone u$aua dire che gli Architetrori diceuano, che e’ non $i poteua piantare una Colonua, che 5 $te$$e a piombo, ilche ne uaniè oltra modo nece$$ario sì quanto a la $tabilità, sì an cora quanto a la gratia, Sonci ancora de le altre incõmodità, ma a tutte per quã- to $i di$tenderàl’ingegno no$tro prouuederemo. Il uano naturalm\~ete è aperto, ma alcuna uolta $ifa dietro ad un uano un muro, come s’appicca la pelle ad una ue$te, & $i finge uno uano non aperto, ma chiu$o, il quale non male perciò 10 chiameremo un uano finto, que$ta $orte d’ornam\~eto fu $i come la maggior parte ditutti gli altri ornam\~eti per far l’opera piu gagliarda, & per $pender manco, pri- mieramente trouata da legnaiuoli, & $eguitando que$te pedate gli $carpellini ar- recarono a le fabbriche gratia non piccola. Qual $i è l’un di que$ti $arà piu bel lo $e $arà d’o$$a intere d’una $ola pietra, & uicino a que$to $arà quãdo tutte le par- 15 ti $aranno in$ieme in maniera congiunte, che le commettiture non $i uegghino. Gli antichi u$auano di rizzare, & fermare le colonne, & altre pietre, che $eruono per o$$ami ne uani finti, & fermarle ne le loro ba$e, auãti che e’ face$sino le mura, $auiamente certo perche piu e$peditamente $i poteuano ualere de li in$trumenti & meglio le poteuano collocare a piombo. La Colõna $i pianterà $u la $ua ba$a 20 a piombo in que$ta maniera, noteranno$i, & nel daba$$o, & nel da capo de la co- lonnai centri de’ collarini, nel centro de la ba$a $i impiomberà un perno di fer- ro, & fara$si tanto buco nel centro del da pie de la colonna che r<007>ceua il perno che e$ce fuora del centro de la ba$a. Sopra il capo della colonna $i noterà uno punto, al quale acco$tando il filo del tuo piomdo farai che egli ca$chi apunto 25 $ul mezo del perno de la $ua ba$a a dirittura. Ordinate que$te co$e non ti $arà difficile, $are pendere $econdo il bi$ogno la te$ta de la colonna talmente, che ella po$i a piombo nel mezo $opra la ba$a. Io ho imparato da le opere de li Antichi che i Marmi piu teneri $i po$$ono $pianare con quelli $te$si ferri con i quali $i $piana il legname. V$arono ancora gli antichi di murare le pietre ro 30 ze, che haue$sino $olamente lauorate le te$te, & i lati, mediante i quali $i pote$si- no murare l’una co l’altra, & fatta che era l’opera poi lauorauano, & puliuano quel che ui era rima$to di rozo, cioè le facce, & credo che e’lo face$sino per e$porre al pericolo de gli in$trumenti, da adoperarui$i manco $pe$a che e’ pote- uano. Percioche molto maggior dãno harebbon riceuuto $e per di$grat<007>a $i fu$$e rotta alcuna pietra lauorata, & finita del tutto, che e’ non harebbono rice- 35 uuto de le incominciate a lauorar$i: oltre a che egli haueuano gran di$sima au- uertenza al tempo; percioche altra $tagione ricerca il murare, altra il ue$tire le muraglie, & altra il ripulire. Duoi $ono i modi de uani $inti, l’uno è quello doue le colonne, o i pila$tri $i acco$tano talmente al muro, che il muro ne na$cõ- 40 de una determinata parte, & una altra parte ne la$cia fuori, l’altro è quello doue tutte le colonne e$cono fuori del muro, parendo qua$i che $i uogli imitare uno portico, quel primo $i dirà ba$$o rilieuo, & que$to altro $i chiamerà tutto rilieuo, al mezo rilieuo s’a$pettano le colonne tonde, o i pila$tri, le colonne tonde non uogliono u$cire nè piu nè men $uori che mezze.

[193]LIBRO SESTO. 5 10 15 20 25 30

Pianta del uano finto 35 di ba$$o rilieuo con meze colonne.

40 [194]DELLA ARCHITETTVRA

I pila$tri non piu chela quarta parte de la $ua larghezza ne meno chela $e$ta.

5 10 15 20 25 30 35 40 [195]LIBRO QVINTO.

Nel modo di tutto il rilieuo le colonne non uogliono u$cir fuori del muro piu che la larghezza de la ba$e, & il quarto piu.

5 10 15 20 25 30 35 40 [196]DELLA ARCHITETTVRA

Nè meno mai in alcun luogo che tutta la colonna, & la ba$a e$ca fuori del muro.

5 10 15 20 25 30 35 40 [197]LIBRO SESTO.

Ma quelle che u$ciranno fuori del muro per la larghezza de la ba$a, & il quar to piu, è di nece$sità che habbino nel muro il lor pila$tro quadro di ba$$o rilie- uo, che gli corri$ponda, nel modo di tutto rilieuo non $i di$tenderà l'architraue per il lungo del muro; ma partendo$i in i$quadra dal pila$tro, andrà ri$altando a 5 trouare la te$ta de la colonna; & il fregio, & la cornice, che adornano l'architraue faranno ancora il $imile.

10 15 20 25 30 35 40 [198]DELLA ARCHITETTVRA

Ma nel modo di mezo rilieuo ti $arà lecito far come tu uoi, o ueramente tirare l'architraue, & le cornici a diritto per la lunghezza del muro, o ueram\~ete con un poco diri$alto $opra i pili$tri, andrai con gliaggetti imitando il modo di tutto il rilieuo.

5 10 15 20 25 30 35 40 [199]LIBRO SESTO. 5 10 15 20 25 30 35

Habbiamo trattato de gli ornamenti che $ia$pettano a quelle parti degli edi- ficij, ne quali ornamenti tutti gli edificij conuengono in$ieme; ma di quelli ne 40 quali conuengono diremo nel libro che $egue; percioche que$to è grande a ba- $tanza:ma hauendo que$to libro pre$o $opra di $e a di$correre quelle co$e, che $i appartengono a gli ornamenti di que$te parti, non $i la$ci perciò in dietro nien- te, che $ia per giouare a tal co$a.

[200]DELLA ARCHITETTVRA Dele Colonne, & loro ornamenti, che co$a $iano i piani, che il centro del $u$o, la centina gli Aggetti, iritiramenti, il V entre, il mazzocchio, & il collarino. Cap. XIII.

IN tutta l’Architettura il principale adornamento certo con$i$te nele colon ne, percioche le molte po$te in$ieme adornano le loggie, le mura, & qual $i 5 uoglia $orte di Vani, & una $ola ancora ha del buono, percioche ella adorna un ri$contro di$trade, un Teatro, una piazza, $erbai Trofei, $erue per memoria de le gran co$e, ha gratia, reca$i dietro dignità, & è co$a difficile a dire quanto $pende$sino gli Antichi in quelle, per e$$ere ornamento eccellenti$simo. Per- cioche non ba$tando ad alcuni che elle fu$sino di Marmo Pario, Numidico, & 10 Alaba$trino, & $imili, uollono che alcuni Scultori eccellenti$simi ui $ace$sino dentro $tatue, & imagini, $i come dicono che nel Tempio di Diana Efe$ia ue ne erano piu di cento venti. Altri u$arono i capitelli, & le ba$e di bronzo indorate, $i co me in Roma nel portico doppio $i uede, il quale e’ feciono nel con$olato di quello Ottauio che trionfò di Per$eo. Altri feciono le Colonne tutte intere 15 di bronzo, & altrile ue$tirono di Argento, ma la$ciamo $tare que$te co$e. Egli è di nece$sità che le colonne $ieno li$ce, & ben tõde. Io truouo che un certo Theo doro, e Tholo Architettori in Lemno haueuano fatto certi Tornij ne le loro bot teghe, & haueuanui di maniera cõtrape$ate d\~etro le collonne, ch’elle $i tondaua no girate intorno da un fanciulletto $olo, Greca hi$toria. Que$to faccia al pro- 20 po$ito no$tro. Ne le colonne noi con$ideriamo due linee lunghe giù per il fu$o, l’una $i può chiamare il centro delfu$o, & l’altra la centina, ma le linee corte che noi con$ideriamo ne le colonne $ono i uari diametri di que’ cerchi, che in uarij luoghi cingono e$$a colonna, & di co$i fatti cerchi noti$sime $ono le due $uperfi- cie, l’una da la te$ta, & l’altra dal piè de la colonna. Ma il centro del fu$o è quella linea, che per entro al mezo de la colonna $ia tirata dal centro del cerchio de la 25 $uper$icie piana di $opra, al centro del cerchio de la $uper$icie piana di$otto, la qual linea ancora $i chiama il piombo del mezo de la colonna, in que$ta me- de$ima linea $i appuntano i centri ditutti i cerchi, ma la centina è una linea ti- rata da lo aggetto del collarino di $opra per lo lungo $ino allo aggetto del collarino di $otto. Et è quella nella quale terminano tutti i diametri, che $o- 30 no nella gro$$ezza de la colonna, & non è $ola, nè ua a dirittura come quella del centro del fu$o, ma è fatta, & compo$ta di molte linee parte diritte, & par- te torte come noi ti diremo. I diametri de cerchi, che $i hanno a con$idera- re in più luoghi giù per la colonna, $ono cinque, gli Aggetti, i Ritiramenti, & il Ventre, gli Aggetti $on duoi l’uno in cima, l’altro in piè de la colonna, chia- 35 mati aggetti, perche $i gettano più in fuori che il re$to de la colonna, i Ritira- menti ancora $on duoi, che $ono a canto a gli Aggetti da capo, & da piede, & chiamon$i co$i perche $i ritirono da gli aggetti al $odo de la colonna, il dia- metro del Ventre $i nota dal mezo in giù de la colonna, chiama$i Ventre perche e’pare che in quel luogo la colonna gonfi alquanto. Gli aggetti infra 40 loro $ono differenti, percioche quello che è da ba$$o è fatto del collarino, & d’uno poco di piegatura, mediante la quale $i ritira dal collarino al $odo de la colonna, ma lo Aggetto, che è in cima de la colonna, ha oltte al collarino, & ala piegatura, ancora il mazocchio. Ne l’ultimo lalinea de la Centina $i ordinerà [201]LIBRO SESTO. in que$to modo. Nel pauimento, o in qualche faccia piana d’un muro, il qual luogo io chiamo il di$egno, $i tira una linea diritta, lunga quanto ha da e$$ere lun ga la Colonna, che da la caua habbiamo a fare uenire, que$ta linea $i chiama il c\~e tro del fu$o. Diuideremo adunque que$to centro in alcune determinate parti, $e 5 condo chericerca la ragione, & la qualità de la muraglia, & de le colõne che s’ha ranno a fare, de la quale ragioneremo a luogo $uo, & $econdo le dette parti $i ti- rerà con ragione il diametro de la pianta da piede, con una linea piccola in $qua dra a trauer$o del centro del fu$o in detto muro. Que$to diametro diuideremo in uentiquatro parti, una de le quali diamo a la altezza del collarino, la quale al- 10 tezza notiamo nel muro con una lincetta piccola, di nuouo pigliamo tre de le uentiquattro parti, & $econdo que$ta altezza ponghiamo nel centro del fu$o, un punto c’habbia a $eruire per il ritiramento, & da que$to punto tiriamo una linea equidi$tate a la linea del Diametro de la pianta, laquale $arà il diametro, che $arà la $ettima parte piu corta, che la linea del diametro de la pianta. Segnate que$te 15 due linee, cioè il diametro del ritiramento, & il collarino, tiriamo da la punta de la fine del collarino a la punta del diametro del ritiramento una linea piegata, uer$o il fu$o de la colonna, piu dolce, e piu grata che è po$sibile, il cominciam\~eto di que$ta linea piegata $arà il quarto d’un cerchio piccolo, il mezo diametro del quale cerchio $arà l’altezza del collarino. Doppo que$to diuido tutta la lun- 20 ghezza del fu$o in $ette parti uguali, & $egno con alcuni punti e$$e diui$ioni. Nel quarto punto cominciandomi ad annouerare da piede, fermerò io il centro del Ventre, attrauer$o del quale $i tirerà il $uo diametro, la lunghezza del qua- le $ia uguale al diametro del ritiramento da ba$$o. Il ritiram ento poi, & l’agget to da capo $i ordinerà in que$to modo. Percioche $econdo la grandezza del- 25 la colonna, de la qual tratteremo al $uo luogo, il diametro del collarino di $o- pra $i cauerà del diametro de la pianta da ba$$o, & $i di$egnerà in cima a la co- lonna nel tuo di$egno, ilquale diametro poi, che l’harai di$egnato diuideralo in dodici parti, una de le quali parti $eruirà per l’aggetto del collarino, & del mazzocchio, & di poi di que$to ne darai duoi terzi al mazzocchio, & un ter- zo al collarino, ma da que$to aggetto ritirerati per ritiramento a l’ingiù per il 30 fu$o una parte, & mezzo de le dodici, & il diametro di e$$o ritiramento $arà mi- nore del diametro maggiore de l’aggetto, la nona parte di e$$o. Dipoi tirerai la linea piegata come ti in$egnai tirare l’altra di $otto. Vltimamente poi di$e- gnati nel tuo di$egno gli aggetti, i ritiramenti, & le piegature, & il diametro del Ventre, tiri$i una linea retta da la te$ta del ritiramento di $opra, & co$i dal riti- 35 ramento di$otto al diametro del Ventre, & in que$to modo con que$to di$e- gno $arà finita la linea che noi chiamiamo Centina de la colonna, $econdo la quale linea faremo un regolo, con ilquale gli $carpellini po$sino finire, & dare forma a la colonna. La $uperficie da piè de la colonna, $e la colonna $arà tonda bene ad angoli uguali dal piombo del mezo, $i aggiu$terà beni$simo, con tira- 40 re uno $e$tone che $ia appuntato nel centro del cerchio de la $uperficie de la co- lonna da capo. Que$te co$e non ho io trouato che $ieno $critte da gli Antichi, ma le ho notate con diligentia, & con $tudio da le opere de buoni Mae$tri. Le co$e, che $eguiteranno, $i apparteranno per la maggior parte a modi di co$i fatti di$egni, & $aranno co$e molto degne, & utili$sime per dilicatezza de Pittori.

[202]DELLA ARCHITETTVA 5 10 15 20 25 30 35 40 [203]DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA 5 ALBERTI. _LIBRO SETTIMO,_ DELLI ORNAMENTI DE TEMPII SACRI. 10 Chele Mura, i Temp{ij}, le Ba$iliche $ono con$ecrate a li D{ij}, de la Regione de la Città, & del $ito, Et de $uoi adornamenti principali. Cap. I.

NOI habbiamo detto cheil fabbricare $i fa di piu parti, & che de le parti alcune $on quelle, per lequali tutte le $petie di qual $i uo- 15 glia edificio conuengono in$ieme, come è il $ito, le coperture, & $imili, & alcune ne $ono, mediante lequali gli edificij $ono infra loro differenti. In$ino a quì habbiamo trattato de gli ornamenti che a quelle prime $i a$pettano, al pre$ente tratteremo de gli a- dornamenti di que$te altre, & que$to di$cor$o harà tanto grande utilità in $e, che non che altro i dipintori accurati$simi inue$tigatori de le co$e belle, confe$$eran 20 no ch’e’ non $ia bene mancarne in modo alcuno. Sarà ancora tanto piaceuole, non uo dir piu, ba$ta che non ti pentirai d’hauerlo letto, ma io non uorrei che tu bia$ima$si, $e e$$endoci propo$ti nuoui fini cominceremo a trattare la co$a da nuoui principij. I primi principij, & le uie adunque ci $i dimo$trano a$$ai bene, mediante la diui$ione, il di$egno, & la annotatione de le parti, de lequali la co$a 25 in fe con$i$te; Percioche $i come in una $tatua fatta di bronzo, d’oro, & d’argento cofia la rinfu$a, il Mae$tro ui con$idera altre co$e circa il pe$o, & lo $tatuario, altre circa il di$egno, & altri for$e altre co$e diuer$e; co$i noi ancora dicemmo altroue, che que$te mede$ime parti de l’architettura bi$ogna che $ieno talmente diui$e, c’habbino un’ordine a$$ai commodo acciò $i po$sino raccõtare quelle co$e, che 30 faccino a tal co$a a propo$ito. Daremo adunque hora $ine a quella diui$ione che principalmente conferi$ce piu a la leggiadria, & a la gratia de gli edificij, che a la utilità, o a la $tabilità loro. Ancor che tutte le co$i fatte lodi, talm\~ete cõuenghino infra di loro, che una che ne manchi in qual $i uoglia co$a, l’altre in la $te$$a co$a non $ieno lodate. Gli edificij adunque $ono, o publici, o priuati. Etipriuati 35 & i publici, $ono, o $acri, o $ecolari. Tratterò prima de publici. Gli antichi col locauano con grandi$sima religione le mura de le città dedicandole a uno Dio, che di loro haue$$e ad hauere la tutela. Nè pen$auano che $i pote$$e mai $econ- do il di$cor$o humano da alcuno moderare tanto le co$e de mortali, che nel commertio, & con$ortio de gli huomini non $i ritroua$$e la contumelia, & la per 40 fidia, & credeuano che una città, o per negligentia de $uoi, o per inuidia de ui- cini, fu$se $empre uicina a gli accidenti, & $ottopo$ta a pericoli, non altrimenti che una naue nel Mare. Etperò credo io che eglino u$a$sino fauoleggiando di dire che Saturno per prouedere a bi$ogni de gli huomini, haueua già propo- [204]DE LLA AR CHIT ETTVRA $ti a le Città per capi alcuni Semidei, & baroni, che con la prudentia loro le difen de$sino: Concio$ia che noi non $olamente habbiamo bi$ogno di mura, per difen derci; ma habbiamo nece$sità grandi$sima del fauore de gli Dij, & dicono che Saturno usò di fare que$to, accioche $i come ad uno armento di pecore non $i propone una pecora: ma un pa$tore, co$i $i intende$$e che a gli huomini ancora 5 bi$ognaua proporre un’altra $orte di animanti, che fu$$e di maggiore $apientia, & di maggior uirtù, che gli huomini ordinarij: & però $ono le mura con$ecrate a gli Dij. Altri dicono, che da la prouidentia di Dio ottimo, & grandi$simo, è auuenuto, che $i come gli animi de gli huomini hanno iloro genij fatali, co$i an- cora gli habbino i popoli. Non è marauiglia adunque $e le mura, dentro a le 10 quali $i ragunauano, & defendeuano i Cittadini, erano tutte con$ecrate. Et $e e$$endo per pigliare alcuna Città a$$ediata, per non far co$a alcuna contro a la Religione, inuocauano, & cercauano diplacare con certi himni $acri, gli Dij de- fen$ori di e$$e, pregandoli che $i contenta$$ero di uenir$ene uolentieri nel pae$e loro. Chi è per dubitare, che il Tempio non $ia $acro, sì per ri$petto d’altre co 15 $e, sì per que$ta piu che per altra, che in e$$o $irende una douuta reuerentia, & honore a gli Dij; di tanti infiniti oblighi che la generatione humana ha con e$$o loro? La pietà è una de le principali parti de la giu$titia; & chi$arà che non con fe$si che e$$a giu$titia da per sèè dono di Dio:& è ancora una parte di giu$titia cõ giunta a la di $opra, degna, & eccellente, & molto grata a gli Dij, & perciò $acra- 20 ti$sima, quella che noi u$iamo uer$o gli huomini per conto di pace, & di tran- quillità, mentre che noi uogliamo che cia$cuno $econdo i meriti $uoi $ia rimune rato? Et perciò per qual $i uoglia cagione giudicheremo che i luoghi doue $i mini$tri giu$titia $ieno con$ecrati a la Religione. Che diren noi de le memorie dele gran co$e, che dedicate a la Eternità, $i la$ciano a po$teri? diremo certo, s’io 25 non mi inganno, che tutte attenghino in qualche modo a la giu$titia, & a la Reli gione. Habbiamo adunque a trattare de le Mura, de Tempij, de luoghi doue $i mini$tra giu$titia, e de le la$ciate Memorie, $e prima peroche noi ne trattiamo, diremo breuemente alcune co$e di e$$e cittadi da non $i douere la$ciare in die- tro. Renderà molto gratio$a la regione & il $ito, una abbondantia di edi$icij 30 ben di$tribuiti, & ben collocati in luoghi commodi$simi. Platone lodaua, che la pianta, & il $ito d’una Città $i $comparti$$e in dodici parti, & in cia$cuna collo- caua il $uo Tempio, & le $ue chie$e minori. Ma noi ci aggiugneremo luoghi done concorrino a$$ai $trade, & luoghi per altri magi$trati piu minuali, fortifica- tioni, luoghi da correrui, & per piazze, & per giuochi; & $e alcune altre co$e $ono 35 che con que$te $i affaccino, pur che il $ito da ogni banda fiori$ca di abbondan- tia di ca$amenti. Ma le Città certamente ne $ono alcune grandi, alcune mi- nori, come $ono i Ca$telli, & i Caftelletti. Gli Scrittori antichi hanno oppe- nione che le Città po$te in piano, non $ieno molto antiche; perciò $ieno di man co autorità che l’altre; percioche e’ credono che le $ieno $tate fatte a$$ai gran 40 tempo dopo il Diluuio. Ma ueramente che le Città in luoghi piani & aperti, & i Ca$telli in luoghi a$pri & difficili, hanno piu del gratio$o, & del diletteuole: niente dimeno io uorrei che in que$te $i u$a$$e que$to contracambio, che quel- le, che$ono ne le pianure $i rileua$sino alquanto da terra $opra uno colletto per [205]LIBRO SETTIMO. ri$petto de le $porcitie, & de le immonditie; & quelle che $ononele montagne uorrei io chefu$sino collocate in luogo piano, & uguale ri$petto a le $trade, & a gliedificij. A Cicerone pareua che Capua fu$$e da antepor$i a Roma, perche ella non era impiccata $u peri colli, nè interrotta da le ualli, ma piana & aperta. Ale$$andro la$ciò difornire la incominciata Città ne l’I$ola del Faro, luogo cer- 5 to per altro forte, & commodi$simo: ma conobbe che ella non ui $i poteua allar gare di $patio da diuentare grande. Nèpen$o che quì $i habbia da la$ciare in die- tro, che il grandi$simo ornamento de la città, è la moltitudine de cittadini. Io ho letto che Tigrane, quando egli edificò la città Tigranocerta, co$trin$e una grandi$sima moltitudine d’huomini ricchi$simi, & honorati$simi, ad andare con 10 tutti i loro beni ad habitarla, hauendo mandato uno editto, che tutte quelle co $e, che e’non ui conduce$sino, & fu$sino ritrouate altroue, fu$sino applicate al fi$co. Que$to mede$imo faranno uolentieri da per loro i conuicini, & gli altri fore$tieri, quando e’$aperanno d’hauerui a $tare $ani, & dilicatamente, & abbon dantemente, & infra gente ben co$tumata. Ma arrecheranno principali$si- 15 mo ornamento a le città, e$si $iti de le $trade, de le piazze, & di cia$cuno altro edi ficio, $e $aranno condotti, conformati, & collocati tutti commodamente, & bene cia$cuno $econdo il bi$ogno: Percioche tolto uia l’ordine da le co$e, non $arà certo co$a alcuna, che dimo$tri d’e$$ere commoda, grata, o degna. Ad una ben co$tumata, & ordinata Città, dice Platone, bi$ogna prouedere per uia di leg 20 ge, che non ui $i introduchino le delicature de fore$tieri; & che ne$$uno citta- dino, $e non finiti i quaranta anni, po$$a andare fuori. Et che i fore$tieri che per attendere a gli $tudij $aranno $tati raccolti ne la città, poi che haranno fatto pro$itto, $e ne rimandino a ca$a loro. Et que$to $i fa, perche egli accade che per contagione de fore$tieri i Cittadini $i $dimenticano di dì in dì di quella par$imo- 25 nia, con laquale furono alleuati da lor padri, & comincian@ ad hauere in odio quelle u$anze, & co$tumi antichi. La qual co$a è potisima cagione, che le Cit- tà uadino peggiorando. Racconta Plutarco che gli Epidauri hauendo auuer- tito, che iloro cittadini diuentauano cattill per il commertio ch’egli haueuano con gli Illiri, & imparauano cooro peruer$i co$tumi ad innouare $empre 30 qual co$a ne la loro città, pettiti per tal conto ele$$ono fra tutta la loro mol titudine un Citcadino per anno, huomo graue, & circon$petto, che anda$$e a gli Illirici, & compera$$e, & conduce$$e tutte quelle co$e, che qual $i uoglia cittadino gli commette$$e. In $omma tutti i $auij conuengono in que$to ch’e’ uogliono, ch’e’ $i habbia una grandi$sima cura, & diligentia, che la città non $i corrompa 35 per il commertio de fore$tieri, che ui capitano; nè io pen$o che e’$ia però da imi tare coloro, che non uogliono che ui capiti alcuna $orte, o qualità d’huomini. Appre$$o de Greci, $econdo il co$tume antico, era u$anza di non riceuere den- tro ne la città que’ popoli che non erano in lega in$ieme, nè per que$to anche inimici, $e taluolta e’ ueni$$ero armati perauentura a ca$a l’un de l’altro: ma 40 ne anche $cacciarli, & però gli alloggiauano lungo le mura, non lungi dal Mercato de le co$e da uender$i, acciò mediante quelle i fore$tieri $i pote$si- no rinfre$care, $e di co$a alcuna haue$$ero di bi$ogno, & i cittadini pote$sino $ta re $icuri da pericoli. Maio lodo ueramente i Cartagine$i, percioche e’riceue- [206]DELLA ARCHITETTVRA uano dentro i fore$tieri; ma non uoleuano però che egli haue$$ero co$i ogni co$a a comune con i cittadini: l’altre $trade per andare a la piazza, o al mercato erano comuni con i fore$tieri, ma i luoghi piu ripo$ti de la città come gli Arzanali, & $i mili non gli la$ciauano, non che altro uedere. Noi adunqne ammae$trati da tali e$empij, diuideremo la pianta de la no$tra Città talmente che non $olo i fo- 5 re$tieri ui habbino le loro habiture $eparate, & commode per loro, & a Cittadi- ni non $commode: Ma in modo ancora che i cittadini po$sino infra loro conuer $are, negociare, & habitare bene commodamente, & con dignità $econdo il bi- $ogno, & grado loro. Renderà certo la città gratio$a, $e diuer$e botteghe d’ar tieri $taranno in diuer$e $trade, & regioni in luoghi conuenienti, & accomodati. 10 Percioche nel mercato $taranno bene gli Argentieri, i Dipintori, gli Orefici. Ol tra que$ti gli Spetiali, i Sarti, & $imili, e quelli, che fanno gli e$ercitij piu honorati; ma ne luoghi piu lontani debbono $tare le arti piu $porche, & piu lorde, il $etore de Coiai $i manderà ad $tare lontano, & uer$o $ettentrione; percioche da quel luogo i uenti uengono di rado ne la città, o tanto furio$i, che piu pre$to uolano 15 che e’pa$sino. Saranno for$e alcuni a chi piacerebbe piu to$to che le habitationi de Nobili fu$sino tutte in$ieme libere, e purgate dal me$cuglio de la plebe. Altri uorrebbono piu to$to che tutte le regioni de la città, fu$sino co$i ordinate che <002> tutto $i troua$$ero quelle co$e, di che $i può hauere di bi$ogno, & per que$to non recu$ano che le botteghe ben uili $ieno me$colate con le ca$e de Cittadini piu 20 honorati. Ma di que$to $ia detto a ba$tanza, altra co$a $i a$petta a la utilità, & altra ala degnità. Io torno al no$tro propo$ito.

Di che pietre, & come gro$$e $i debbino fare le mura. Et chifurono i primi a fabbricare i Temp{ij}. Cap. II. 25

LOdarono gli Antichi, & ma$simo i Popoli di To$cana che le pietre per le mura fu$sino grandi$sim. & riquadrate. Ilche gli Athenie$i ancora $ecõ- do Temi$tocle u$urparono ne Pireo. Veggon$i Ca$tella antichi$si mein To$cana, & in quel di Spuleto, & app$$o a Piperno in Campagna, mu- 30 rate digrandi$sime pietre roze, ilqual lauoro c a me piace grandi$sima- mente; percioche tal $orte di muraglia, dimo$tra una certa rigidezza de la antica $euerità, che arreca a la antica città non piccolo ornamento. Etio certamente uorrei che le mura de le Città fu$sino tali, che $guardate da lo Ini- mico, e’$e ne $pauenta$$e, & diffidato$i di e$$e $ene parti$$e. Arrecano ancora 35 $eco maie$tà i fo$si larghi$simi, & profondi acco$to a le mura, che habbino le ripe $co$ce$e, come dicono che erano que’ di Babbillonia, che erano larghi cinquanta cubiti regij, & a fondi piu di cento. Accre$ce maie$tà l’altezza, & la gro$$ezza de le mura $imili a quelle, che $i dice che fece Nino, Semiramide, & Tigrane, & la maggior parte di tutti quelli, che hanno hauuto l’animo incli- 40 nato a la Magnificentia. Ne le Torri, & ne corridori de le mura di Roma ho io ueduto pauimenti dipinti a Mu$aico, & mura intonicate di co$e honorati$- $ime: ma tutte le co$e non $tanno bene in qualunche Città. Le dilicatezze de le cornici, & de gli Intonichi non $i ricercano ne le mura de le città, ma in cam- [207]LIBRO SETTIMO. bio di cornici e$chino fuori alcune pietre alquanto piu lauorate che le roze, lun ghe po$te a corda, & con l’archipenzolo, & in cambio di Intonichi ancor che l’a $prezza de la faccia $i dimo$tri alquanto piu rigida, & qua$i minacceuole, uorre non dimeno che le pietre ui fu$sino talmente congiunte in$ieme $u canti, & con uguali linee di maniera, che murate non ui $i uegga mai alcuna fe$$ura. Que$to 5 ci uerrebbe commodi$simamente fatto, $e noi ci $erui$simo del Regolo de Dori ci, $imile alquale u$aua dire Ari$totile che bi$ognaua fu$si la legge: Percioche egli era di piombo, & $i piegaua: Concio$ia c’hauendo e$si pietre duri$sime, & difficili a maneggiarle, perdonando a la $pe$a, & a la fatica non le lauorauano tutte in $quadra, ma le murauanocõ ordini incerti, purche cia$cuna po$a$$e bene, perche 10 ella era co$a fatico$i$simaoltra modo il maneggiarle, & porle apunto come tu uo leui ne luoghi conuenienti. Seruiuan$i adũque di que$to regolo che $i piegaua, & l’acco$tauano, & con e$$o cingeuano il canto, & i lati de la pietra già murata, a la quale haueuano ad acco$tare l’altra, & del regolo co$i piegato $i $eruiuano per centina de $a$si che poteuano riempiere i uani, de gli altri già murati, per cono- 15 $cere con facilità i luoghi, ne quali pote$sino commodamente mettere le pietre che a le già murate s’hauuano ad acco$tare. Oltra di que$to per ri$petto d’una certa reuerentia, & dignieà, uorrei io che, & dentro, & fuori atorno a le mura fu$ $i una larghi$sima $trada, t& ch’ella $i con$ecra$$e a la publica libertà, la quale non pote$$e e$$ere impedita da huomo di qual $i uoglia $orte, nè con fo$$o, nè con mu- 20 ra, nè con $iepe, nè con arbucello alcuno, $enza gran pena. Hor torniamo & Tempij. Il primo che fabbrica$$e Tempij, truouo io che in Italia fu il Padre Iano, & però gli Antichi haueuano per u$anza di cominciare $empre da Ia- no i preghi de loro $acrificij. Et Alcuni $ono, che dicono che in Creta Gio- ue fu il primo che fabbrica$$e Tempij, & per que$to haueuano openione, che 25 Gioue fu$$e il primo Dio da e$$ere adorato. In Fenicia, dicono che V$one, fu il primo che rizza$$e $imulacri al fuoco, & al Vento, & che edifica$$e Tem- pij. Altri dicono che Dioni$io, cioè Bacco andando in India, nuouo, & fo- re$tiere, non trouando in’, quelle Regioni alcune cittadi, poi che ui hebbe fattele Città, ui fece ancorai Tempij, & ui ordinò certi modi di religione. 30 Altri dicono che in Achaia, Cecrope fu il primo che edifica$$e il Tempio a la Dea Opi, & gli Arcadi l’edificarono a Gioue. Etraccontano che I$ide, la quale ancora fu chiamata Dea Legifera, per e$$ere $tata la prima infra gli Dij, che haue$$e ordinato che $i uiue$$e mediante le $ue leggi, fu la prima an- cora che fece Tempio a Gioue, & a Giunone $uoi progenitori, & che po$e Sa- 35 cerdoti a la cura di quelli. Ma come fatti in quella età appre$$o a qual $i no- glia di co$toro fu$sino i Tempij, non $i sà co$i bene. Io crederò facilmente che fu$sino $imili a quello, che era ne la Fortezza di Athene, o a quello, che a Roma era nel Campidoglio. Concio$ia che e$$endo ancora la città florida, e’ l’haueuano coperto di paglie, & di canne, e$primendo in que$to modo quel 40 la pri$tina par$imonia de loro antichi padri. Ma poi che le richezze de Re, & de gli altri Cittadini gli per$uaderon che fu$si bene che egli honora$sino $e $te$si, & le città loro, con la grandezza de gli edificij par$e loro co$a brutta chele ca$e de li Dij non haue$sino ad auanzare di bellezza in qualche co$a [208]DELLA ARCHITETTVRA le habitationi de gli huomini; & fece in breue tempo la co$a tanto progre$$o, che ne $ondamenti d’un Tempio, e$$endo la Cittade per ancora ma$$aia, & $tretta ne lo $pendere, il Re Nũma con$umò quattromila libbre d’Argento. Io certo gran demente lodo l’impre$a di co$i fatto Pr<007>ncipe; percioch’egli hebbe con$ideratio ne, & ri$petto: & a la dignità de la Città, & attribuì molto a la reuer\~etia, che $i de 5 ne a li Dii, da quali certo douiamo ricono$cere il tutto. Ancor che e’$ia $tata openione di alcuni, che$ono $tati reputati $aui, ch’e’ non fu$$e bene cõ$ecrare, nè dedicare Tempij a li Dij, & dicono che andando dietro a tale oppenione Ser$e, abbruciò i Tempij de la Grecia, parendoli male che i Greci haue$$ero rinchiu$i gli Dij entro a le mura, a quali debbono e$$ere aperte tutte le co$e, & a quali il 10 Mondo ha a $eruire per tempio, ma torniamo al no$tro propo$ito.

Con quanto ingegno, cura, & dilgentia $i debba collocare un Tempio, & adornare, a quali D{ij}, & doue $i ha a porre, & de uar{ij} modi de $acrific{ij}. Cap. III. 15

IN tutta l’arte del fabbricare non è co$a alcuna doue bi$ogni hauere maggio- re ingegno, cura, indu$tria, & diligentia, che nel porre, & adornare un t\~epio, perche la$ciando $tare che un Tempio certo ben fatto, & bene adorno $ia ueramente il maggiore, & il principale ornamento che habbia una Città, egli certo è pur ueramente la ca$a de gli Dij. Et $e noi adorniamo, & paria- 20 mo dilicati$simamente le ca$e doue hanno ad habitare i Re, & gli huomini, grandi, che faren noi a quelle de $uperni Dij? i quali uogliamo che inuocati uenghino a no$tri $acrificij, & e$audi$chino le no$tre preci, & le no$tre oratio- ni, che $e bene gli Dij non $timeranno que$te co$e caduche, da gli huomini $timate a$$ai, $i moueranno non dimeno da la purità dele co$e $plendide, & 25 da quella ueneratione, & reuerentia, che $i harà uer$o di loro. Certamente che per indirizzare gli huomini a la pietà, $ono molto a propo$ito i Tempij, i qua- li dilettino $ommamente gli animi, & gli intrattenghino con gratia, & mara- uiglia di $e $te$si. V$auano di dire gli Antichi che al’hora $i rendeua honore a la Pietà quando che $i frequentauano i Tempij. Et perciò uorrei io che 30 nel Tempio $u$$e ueramente tanto di bellezza che e’non $e ne pote$$e imagi- nare in alcuno altro luogo alcuna maggiore, & uorrei che e’fu$$e da ogni par- te co$i ordinato che e’porge$$e a que’ che ui entrano dentro $tupefatti, $pauen- to, per la marauiglia de le co$e degne, & eccellenti, & che a gran pena $i ri- tene$$ero, che non dice$$ero con marauiglia alzando la uoce que$to certo è 35 luogo degno di Dio. Strabone dice che i Mile$ij feciono il Tempio tanto grande, che per la $ua grandezza non lo poterono coprire di tetto. Ilche io non approuo. I Samij $i gloriauano d’hauere un Tempio maggiore di tutti gli altri. Non mi di$piace già che e’ $i debbino collocare talmente che a gran fa tica $i po$sino accre$cere. L’ornamento certo è una co$a infinita, & $empre 40 ne Tempijancor piccoli rimane qual co$a che e’ti pare che, & ui $i po$$a, & ui $i debba aggiugnere. Nondimeno a me piacono a$$ai quei Tempij, che $econdo la grandezza de la Città, tu non gli de$iderere$ti maggiori, & infra l’altre co$e mi offende a$$ai la $mi$urata grandezza de Tetti. Ma $opra tutto [209]LIBRO SETTIMO. de$idero che nel Tempio $ia que$to, cioè che tutte quelle co$e che ti $i appre$en- tano dinanzi a gli occhi, $ieno talmente fatte che tu habbia ad hauere difficultà a deliberare $e e’$arà da lodare più l’ingegno, & l’artificio del Mae$tro, o lo $tudio de Cittadini, in hauere ordinato, & dedicate in e$$o Tempio co$e $ingulari$sime 5 & eccellenti$sime. Et$e le mede$ime co$e $i affaranno più a la gratia, & a la leg- giadria, o pure al douere e$$ere eterne, a la qual co$a sì in tutte l’altre fabbriche, & publiche, & priuate, sì ma$simamente ne l’edificare i T\~epij, $i debbe di nuouo & da capo hauere cura oltra modo diligenti$sima. Perche egli è certo ragio- neuole che le tante fatte $pe$e, $ieno forti$sime da reggere contro a tutti gli acci 10 denti, accioch’elle non $i perdino. Et credo io che la antichità non arrechi mã- co autorità, che $i faccia l’ornamento degnità a Tempij. Ma gli Antichi am mae$trati da la di$ciplina de To$cani, non giudicarono che e’ fu$$e bene $tatuire in ogni luogo Tempij a tutti gli Dij, percioche giudicarono che fu$si bene che dentro al circuito de le Mura $i doue$sino collocare i Tempij a gli Dij de la Pace, 15 & de la Pudicitia, & a gli altri che fu$sino auuocati, & Tutori de le buone arti. Ma à quelli Dij auuocati de Piaceri, de le Inimicitie, & de li Incendij come Ve- nere, Marte, & Vulcano, giudicarono che $te$sino meglio a collocarli fuori de le Mura. A Ve$ta, a Gioue, & a Minerua (da Platone chiamati i Defen$ori de le Città)gli collocauano in mezo del Ca$tello, & de la Roccha, a Pallade auuocata 20 de lauoranti, & a Mercurio alquale $acrificauano i Mercatanti di Maggio, & ad I$ide gli collocauano nel Foro, a Nettunno $opra il Lito del Mare, & a Iano in ci ma de più alti Monti, ad E$culapio collocarono il tempio ne l’I$ola del Teuere, percioch’e’ giudicauano che la principal co$a, di c’haue$sino ad hauere bi$ogno gli ammalati fu$$e l’acqua, In altri pae$i, dice Plutarco, che egli erano $oliti di 25 collocare il Tempio a que$to Dio fuori de la Città, per e$$erui l’aria miglio- re. Oltra di que$to pen$auano che a uarij Dij, $i haue$sino a fare, & conueni$- $eno uarie forme di Tempij: Percioche lodauano che al Sole & a Bacco era bene di farli tondi. Et Varrone diceua che il Tempio di Gioue era bene che in alcun lato fu$$e $coperto, concio$ia che egli è quello, che apre i $cemi di tut- 30 te le co$e. A la Dea Ve$ta pen$ando che ella fu$$e la terra, faceuano il Tem- pio tondo come una Palla. A gli Altri Dij $uperni $i poneuano con gli edifi- cij $olleuati alto da terra. Alli Dij Infernali gli faceuano $otto Terra, & a Ter- re$tri gli poneuano a piano. Auenne ancora accioche io co$i lo interpetri che a uarie $orti di $acrificij trouarono uarie $orti di Tempij. Percioche altri 35 bagnauano gli altari di $angue, altri con Vino, & con una Torta $acrificaua- no. Altri di giorno in giorno $i dilettauano dinuoui modi. Po$tumio fece appre$$o de Romani una legge che $opra il fuoco con che gli abbruciauano i corpi non $i $parge$$e Vino, & perciò gli Antichi non erano $oliti $acrificare con uino, ma con latte. Nel Mare Oceano ne l’I$ola Hiperborea doue dicono che 40 nacque Latona, era la Città Regale con$ecrata ad Appolline, i Cittadini de la quale per e$$ere $oliti a cantare ogni giorno le lodi del loro Dio, erano qua$i tutti $onatori di lira. Truouo in Teofra$to Sofi$ta che ne la Morea erano $o- liti $acrificare al Sole, & a Nettunno con ammazzare una formica. A li Egit- tij non era lecito placare iloro Dij con alcuna altra co$a dentro a le loro città, [210]DELLA ARCHITETTVRA $aluo che con le orationi, & per potere $acrificare a Saturno, & a Serapi con le pe core, collocarono ilor Tempij fuori de la Cittade. Ma i no$tri cominciarono a poco a poco a $eruir$i de le Ba$iliche, per $acrificare, & feciono que$to sì perche e’$i erano auuezzi da principio a ragunar$i, & a ritrouar$i in$ieme ne le Ba$ili- che de Priuati, sì ancora perche in quelle $i collocano gli altari $u$o alto in cam- 5 bio del Tribunale con gran maie$tà, & attorno a gli Altari ancora s’accommoda eccellentem\~ete il Coro. Il re$tante de la Ba$ilica come $ono le Naui, & il portico parte $tauano apparecchiate a $eruire a chi pa$$eggiaua, & parte a chi $taua atten- to a $acrificij. Aggiungeuaci$i che la uoce del Pontefice mentre ch’egli parlaua $i comprendeua meglio in una Ba$ilica cõi palchi di legname, che non faceua ne 10 Tempij in uolta: Ma di que$te co$e tratteremo altroue, faccia hora a no$tro pro- po$ito ch’e’ dicono che a Venere, a Diana, a le Mu$e, a le Nimphe, & a le Dee più dilicate $i debbono dedicare Tempij, che con lo e$$er loro uadino imitando quella Virginale $chiettezza, & quel fiore de la loro età giouenile: Ma ad Ercole, a Marte, & a gli altri Dij maggiori, $i hanno a dedicare Tempij di $orte che $i hab 15 bino ad arrecare indietro per la grauità loro Autorità, più to$to che gratia per la loro bellezza. Vltimamente quel luogo doue tu harai a collocare un Tempio, bi$ogna che $ia luogo celebrato, Illu$tre(& come $i dice) $uperbo, & e$pedito da ogni contagione di $ecolari, perciò habbia dinanzi una $patio$a, e degna piazza, & $ia accerchiato di $trade larghi$sime, o più pre$to di piazze grandi$sime, tal- 20 mente che da ogni banda $ia bello a uedere.

De le parti, forme, & figure de Temp{ij}, & de le Cappelle, & doue $i debbino collocare. Cap. IIII. 25

LE parti del tempio $ono due, il portico, & la parte di dentro, ma $ono in que$te molto differenti. Percioche i tempij alcuni $ono tondi, alcuni quadrati, & alcuni finalmente di piu facce. Vede$i manife$to che la Natu ra $i diletta de le co$e tonde, concio$ia che le co$e che $i conducono, $i generano 30 o $i fanno mediante la Natura $on tonde. Ma che bi$ogna che io racconti le $telle, gli alberi, gli animali, & i nidi loro, & $imili altre co$e di que$to mondo, da che ella uol$e che tutte fu$sino tonde? Veggiamo ancora che la Natura $i è dilettata de le co$e che hanno $ei facce. Percioche le Pecchie, i Calabroni, & ogni altra $petie di Ve$pe che tu ti uoglia, non hanno imparato a fare quel- 35 le loro $tanzette ne loro teatri, mai d’altro che di $ei facce. Termineremo con un cerchio uno $ito tondo d’un tempio. Ne tempij quadri u$arono gli Antichi che la pianta fu$$e una meza uolta piu lunga che larga. Altri l’u- $arono il terzo piu lunga che larga. Et altri uol$ono che la fu$$e lunga due larghezze, ma in que$te piante quadrate $arà grandi$simo difetto di bruttez- 40 za $e le cantonate non $aranno tutte in $quadra. Gli antichi nel farli di piu facce, gli faceuano, o di $ei, o di otto, o ueramente di dieci facce. Di tut- te que$te co$i fatte piante è di nece$sità, che i loro angoli $i terminino den- tro ad un cerchio, & da quello, è forza $i tirino diritti; percioche il mezo [211]LIBRO SETTIMO. diametro di co$i fatto cerchio, farà una faccia de le $ei, che in detto cerchio po$- $ono entrare.

5 10 15

Et $e tu tirerai dal centro linee diritte, che taglino apunto nel mezo tutte le $ei faccie de la fatta pianta, uedrai manife$to, che modo tu habbia a tenere a fare 20 una pianta di dodici faccie, & da la pianta de le dodici faccie, il modo da farla di quattro, & da farla di otto ancora.

25 30 35

Ecci non dimeno un’altro modo molto piu facile à di$egnare le piante di otto faccie. Percioche di$egnato un quadro di lati uguali, & in $quadra, tirerò 40 i diametri da qual s’è l’uno de canti di que$to quadrato, & dal punto doue $i inter$egano in mezo tirerò un cerchio, aprendo le $e$te per quanto porta il mezo diametro che abbraccierà per tutto i lati del quadrato, diuiderò poi uno de lati del quadrato, & tirerò dal centro per e$$a diui$ione una linea ne la [212]DELLA ARCHITETTVRA circunferenria del cerchio, che da e$$a a la cantonata del quadrato ti darà a pun- to la ottaua faccia, che puo entrare in detto cerchio.

10 15

Caueremo ancora una pianta di dieci facce d’un cerchio in que$to modo. Di$egneremo duoi diametri in un cerchio che $i inter$eghino l’un l’altro in i$quadra, & dipoi d<007>uideremo un mezo di qual $i uoglia di que$ti diametri, in 20 parti due uguali. & da que$ta diui$ione tireremo una linea diritta a lo in $u$o a la te$ta de l’altro Diametro, che nerrà a $chiancio; $e di que$ta linea a $chiancio tu ne leuerai tanto, quanto è il quarto d’uno de fatti diametri, il re$tante di detta li nea $arà la decima facciata che puo entrare in detto cerchio.

25 30 35

Aggiungon$i a Tempi le cappelle; ma ad alcuni piu, & ad alcuni meno. Ne Tempii quadri non $e ne fa mai in alcun luogo $e non una; & que$ta $i po- ne in te$ta, accioche $ubito s’appre$enti a la ui$ta di chi entra dentro di $u la porta. Et $e pure ti piacerà di farui da le bande piu capelle, ne Tempii qua- 40 dranguli non $taranno certo male, in quelli che $aranno il doppio piu lunghi che larghi, & in que$ti non $e ne debbe fare piu che una per lato. Et $e pur tu ue ne uole$si piu, $aranno piu conuenienti che le ui $ieno in caffo, che in pari. Ne le piante tonde, & co$i in quelle che $aranno di molte facce ($e però mi è [213]LIBRO SETTIMO. lecito chiamarle co$i) ui $i faranno molto commodamente gran numero di cap pelle, $econdo il numero de le facce, collocãdone una perfaccia, o in una sì, & in una nò, a ricontro l’una de l’altra. Ne le piante tonde $taranno molto bene $ei cappelle, & otto ancora. Ne le piante di piu $accie, bi$ogna auertire, che le cantonate $ieno conformi, & corr<007>$pondenti l’una a l’altra. Le cappelle, o elle ha 5 ranno del quadro, o elle haranno del tondo. Se in te$ta d’un Tempio $i harà a fare una cappella $ola, $arà molto lodata quella che $arà meza tõda, & dopo que- $ta quella che $arà in i$quadra. Ma $e tu harai a fare gran numero di cappelle, $a ràcerto co$a molto gratiata $e elle $i faranno una parte quadra, & un’altra parte tonda, che a uicenda $i corri$pondino con le faccie l’una a l’altra. L’entrate de 10 le cappelle di$egnale in que$to modo. Quando tu harai a fare una cappella $o la in un tempio quadrangulare, diuidi la larghezza del Tempio in quattro par- ti, de lequali ne la$cierai due per la larghezza de la cappella. Et $e pure tu uor- rai uno $patio maggiore, diuiderai la larghezza ti di$si in $ei parti, & la$cerane quattro a la larghezza de la capella. Et in que$to modo quelli adornamenti 15 che ci $i hanno ad applicare, come $ono colonne, fine$tre, o $imili, $i accommo- deranno a loro luoghi commodi$simamente. Et $e atorno a que$ta pianta tu harai a fare molte cappelle, potrai uolendo fare quelle che uerranno ne le faccie da lati, de la mede$ima grandezza che la cappella principale. Maio uorrei ha uer ri$petto a la dignità de la principale, però mi piacerebbe che ella fu$$e mag- 20 giore de l’altre la duodecima parte. Ecci ancora que$t’altra differentia ne le piante de Tempij quadrangulari, che $e la capella principale $arà fatta di linee uguali, cioè quadra apunto, non $arà bia$imata, ma l’altre cappelle uogliono e$- $ere il doppio piu larghe, che non $ono dal petto a le rene. Il $odo de le mura, cioè quelli o$$ami de lo edificio, che nel tempio diuidono l’una cappella da l’al- 25 tra, non uogliono e$$ere punto men gro$si che per la quinta parte del uano, che infra di loro rimane, nè piu gro$si ancora che peril terzo, o quando tu gli uole$- $i fare molto gro$si per la metà. Ma ne le piante tonde, $e le cappelle $aranno $ei, farai che il $odo, cioè l’o$$ame che re$ta tra l’una cappella, & l’altra $ia per la metà del uano, & $e ui haranno a e$$ere otto cappelle, fa che infra loro, & ma$si- 30 me ne tempii grandi tanto $ia il $odo, quanto il uano de la cappella; ma $e ui ha- ranno a e$$ere piu & piu faccie, faccin$i per il terzo del uano de le capelle. In alcuni tempii $econdo il co$tume de To$cani, $i hanno a fare da gli lati alcune non dico naui grandi, ma alquanto minori, che $i fanno in que$to modo. Egli u$arono di fare una pianta che fu$$e un $e$to piu lunga, che larga de la lunghez- 35 za di que$to Tempio a$$egnauano due de le $ei parti al portico che $erui$$e per antiporto del Tempio, il re$tante diuideuano in tre parti che haue$sino a $erui- re a tre larghezze de gli andari, o cieli de le uolte; diuideuano ancora la larghez za del Tempio in dieci parti; tre de le quali a$$egnauano da mano de$tra a la na- ue minore, & tre a quella de la mano $ini$tra, & le quattro altre parti a$$egnaua- 40 no a lo $patio del mezo per pa$$eggiarui. In te$ta del Tempio, & co$i ne mezi di amenduo gli lati de le naui aggiugneuano le cappelle, & le mura rincontro a gli andari, o cieli de le uolte faceuano gro$$e per il quinto del uano del loro in- teruallo.

[214]DELLA ARCHITETTVRA 5 10 15 20 25 30 35 40 [215]LIBRO SETIMO. Dele Loggie, & Portich<007> del Tempio, de le eutrate de li $caglion i, & de Vani, & de li $pat{ij} di e$$i. Cap. V.

HAbbiamo in$ino a quì tratatto de le piante di dentro, ma i Portici inanzi 5 a Tempij quadrangulari, o e’ $aranno a la facciata dinanzi, o uero a quel- la di dietro, & a quella dinanzi a un tratto, o e’ $aranno per tutto a lo in- torno. Da quella banda che la Tribuna $porta$$e infuora non ui $i farà portico. In ne$$un luogo certo $i debbe fare il portico piu corto ne Tempij quadrati che $i $ia l’intera larghezza del Tempio, & in ne$$un luogo ancora piu largo, che per 10 il terzo de la $ua lunghezza. Ne’ portici che $ono da li lati del T\~epio, di$co$tin$i le colonne da le mura de la uolta per tanto $patio quanto è da colonna a colõna. Il portico di dietro imiterà qual tu ti uoglia di que$ti, che noi habbiamo raccõti. A Tempij tondi o noi gli faremo il portico atorno, atorno, o ueramente gli fare mo un $ol portico da la parte dinanzi, in qual $i $ia l’uno quanto a la larghezza, 15 terremo lo ordine che $i cauerà de Tempij quadrati, & que$ti non $i fanno mai in ne$$un luogo $e non di quattro faccie, ma la lunghezza loro $arà, o quãta tutta la larghezza de la pianta di dentro, o cederà de la ottaua, o finalmente non $arà mai in luogo alcuno piu corta che il quarto. Haueu an o gli Ebrei anticam\~ete per la legge de loro padri ad hauere una città $acra, e principale in luogo oppor 20 tuno, & commodo, & in quella un Tempio $olo, & un $olo Altare di pietre non lauorate amano, ma come le ueniuano ragunate, pur che fu$sino bianche, e puli ti$sime, nõ uoleuano che nel Tempio $i $ali$$e per gli $caglioni, & perche un po- polo cõ un $olo con$en$o, & con un mede$imo modo, & ordine di religione de- dicata a un $olo Dio, ha quel $olo era $aluato, & dife$o, Io non lodo nè l’una, nè 25 l’altra di que$te co$e, percioche la prima è co$a molto aliena da l’u$o, & da la cõ- modità de gli huomini, & ma$simo di quelli, che uanno $pe$$o nel Tempio come $ono le Vecchierelle, & gli Infermi, & qne$ta altra $i di$co$ta molto da la Maie$tà del Tempio. Ma quel che io ho ui$to in alcuni luoghi come a Tempij $acri fatti di poco da no$tri uecchi padri, a quali fi $alga a la $oglia 30 per alquanti gradi, & quindici poi per altrettanti $i $cenda al pauimento del pia no $acrato, non dirò che $ia una $ciocchezza, ma@non sò già uedere perche $e lo face$$ero. Ma al parer mio uorrei che la pianta de portici, & di tutto il tem- pio: concio$ia che, cioè molto degna co$a fu$$e dal re$to del piano de la città alquanto rileuata. Ma $i come in uno animante, il capo, & il piede, & qualun- 35 che membro $i hanno a raportare a l’altre membra, & a tutto il re$to del cor- po’, co$iancora in uuo edifitio, & ma$simo in un tempio $i hanno a conforma- re, & a corri$pondere tutte le parti del corpo, talmente, che elle $i corri$pondi- no, che pre$a una di qual $i uoglia di e$$e, tutte l’altre parti con e$$a $i po$sino mi$urare commodamente. In que$to modo truouo che la maggior parte de 40 buoni Architettori Antichi $i alzarono con l’altezza de la pianta del tempio $econdo la larghezza di e$$o Tempio: Percioche e’ diui$ono la larghezza in $ei parti, una de le quali poi ne a$$egnarono a l’altezza de la pianta, o del rilie- uamento da terra. Et alcuni furono che ne Tempi maggiori uol$ono che ella $i alza$$e per la $ettima parte, & ne’ grandi$simi per la nona. Il portico di $ua [216]DE LLA ARCHITETTVRA natura è fatto d’un $olo continouato muro, & da gli altri lati con i uani aperti concede di $e largo pa$$aggio. Et perciò bi$ogna con$iderare di che $orte di uani tu ti uoi $eruire. percioche egli ci è una $orte di uani di colonnati, doue le colonne $i mettono alquanto più di$tanti, & alquanto piu larghe, & un’altra do ue le $i mettono piu uicine, & piu $errate l’una con l’altra. In qual s’è l’una di 5 que$te $orti $ono alcuni d<007>fetti. Percioche ne colonnati piu radi, ri$petto a gran uani$e tu ui uuoi mettere un’Architraue e’ $i $pezza nel mezo, & $e tu ui uuoi fa re un arco, non $i accommoda co$i facilmente $opra le colonne, ma ne colõnati piu folti, & piu $pe$si s’impedi$cono le uie, le uedute, & i lum<007>, & perciò $i è ri- trouato uno altro certo modo infra que$ti mezano, che $i chiama eccellente, che 10 prouede a difetti di que$ti, $erue a la commod<007>tà, & è piu che gli altri lodato. Et po$siamo di que$te tre $orti rimaner $atisfatti, ma la indu$tria de gli Architettori & de Mae$tri mede$imam\~ete ne hà aggiunte due altre $orti, de lequali io in que- $to modo ne giudico. For$e che mancandoli quantità di colõne per la larghez za de la pianta $i d<007>$co$tarono da quella ottima mediocrità, & imitarono i uani 15 piu larghi, & quando perauentura haueuano abbondantia di colonne, parue loro di metterle piu folte, che quella altra uolta, $i che cinque $ono le maniere de li interualli fra colonna, & colonna, i quali chiameremo in que$to modo rado, $pe$$o, eccellente, men rado piu $pe$$o, Oltra di que$to credo ancora ch’egli ac- cade$$e che per non hauere e$si Mae$tri in alcuni luoghi commodità di lunghez 20 za di pietre fu$sino forzati a fare le colonne piu corte, & cono$ciuto che que$ta loro opera co$i incominciata, non haueua del gratio$o, fecciono $otto dette co- lonne muricciuoli per hauere quella altezza de l’opera che fu$$e condecente. Percioche da la cõ$ideratione, & dal ri$guardare de le fabbriche haueuano ri- trouato che le colonne ne portici non hãno gratia $e elle non $ono $tate fate cõ 25 proportionata mi$ura di gro$$ezza, & di altezza: & in$egnano in que$to modo quel che bi$ogni per far que$to. I uani fra le colonne uogliono e$$ere in caffo, & le colonne non le por mai $e non pari, quel uano che ha a corri$pondere a la porta, fallo alquanto piu largo che gli altri, doue i uani hanno a e$$ere mino- ri, mettiui colonne piu $ottili, ne uani piu larghi $eruiti de le piu gro$$e. Et pe- 30 rò andrai moderando le gro$$ezze de le colonne, da gli interualli, & gli inter- ualli da le gro$$ezze in que$ta maniera ma$simo. Perciò ne colonnati $pe$si, fa che i uani fra l’una colonna, & l’altra non $iano piu $tretti che una uolta, & mezo per la gro$$ezza de la colonna, ne colonnati radi non $ieno piu che tre gro$$ezze, & tre ottaui de la tua colonna. Ne colonnati eccellenti due gro$- 35 $ezze, & un quarto, & ne li piu $pe$si due, nel manco raditre. Ma que’ uani, che $aranno infra l’una colonna, & l’altra nel mezo de loro ordini, faccin$i al- quanto piu larghi che gli altri, cioè piu il quarto, che co$i ne in$egnano loro. Ma noi habbiamo cono$ciuto da le mi$ure de gli edificij antichi, che quefti co- $i fatti uani del mezo, non $ono $tati po$ti da ogni banda con que$te regole. 40 Percioche ne colonnati radi ne$$uno de buon mae$tri gli fece mai il quarto piu larghi, anzi la maggior parte gli feciono per la duodecima parte piu, con $auio con$iglio inuero, accioche un dishone$to architraue, non $i reggendo da per sè per la $ua lunghezza non $i $pezza$$e. Molti finalmente ne gli altri co- [217]LIBRO SETTIMO. lonnati la po$ono dun $e$to piu, & in oltre non pochi d'una duodecima parte piu, & ma$simo ne colonnati che noi chiamiamo eccellenti.

Delle parti de Colonnati, & de Capitelli, & delle $orti loro. Cap. VI. 5

POi che $aranno $ermi i vani, $i hanno a rizzare le colonne, dalle quali han- no a e$$ere rette le volte, o le coperture. Grandi$sima differentia certo è $e tu hai a rizzare Colonne, o veram\~ete Pila$tri, & $e $opra ivani tu ti uuoi $eruire d'architraui o pure di Archi. Gli archi, & i Pila$tri $tanno molto be- 10 nene Teatri; & nelle chie$e ancora nõ$ono di$conuenienti gli Archi; ma nelle opere de Tempij piu eccellenti che l'altre, non $i veggono mai portici $e nõ cõ gli Architraui. Di que$to habbiamo a trattare. Le parti de Colõnati $on que$te, il Zoccolo da ba$$o, & $opra quello la ba$a, $opra la ba$a la colonna, dipoi il ca- pitello, & poi l’architraue, poi il fregio con il quale $i venga a terminare, & a co 15 prire le te$te de gli architraui, nell'ultimo poi è la cornice. Giudico che $ia bene cominciare da capitelli mediante i quali $i variano grandemen te i Colonnati. In que$to luogo prego io coloro che copiano que$to mio libro, che e'$ieno cõ- tenti $criuere i numeri che noi adopereremo con lettere a que$to modo cioè dodici, venti, quaranta, & non con i caratteri XII. XX. XL. La nece$sità ne hà in$egnato porre i capitelli $opra le colonne, accioche $opra di loro i pezzi delli 20 Architraui, $i congiũghino in$ieme, ma pareua brutto quellegno co$i rozo da riquadrar$i, Furono adũq; da principio appre$$o i Dorici$e noi crediamo però ogni co$a a Greci, alcuni, che andarono inue$tigãdo ch'e'$i doue$$e imitare un certo che fatto a tornio, che pare$le qua$i una tazza po$ta fotto a un coperchio quadro, & perche ella pareua loro troppo $tiacciata la $olleuarono allungãdola 25 alquanto di collo. Gli Ionici veduto il lauoro de Dorici lodarono la tazza nel capitello, ma nõ piacque già loro vederla co$i $pogliata ne cõ il collo tãto lũgo, & per que$to vi aggiun$ono due $corze d'albero che pendeuano di quà, & di là, & rauolgendo$i a gui$a di cartoccio abbracciauano i fianchi d'e$$a tazza. Succe$ 30 $ono dipoii corinthij, & di ciò fu inuentore Gallimaco, alquale non piacque come a co$toro le Tazze $tiacciate, ma hauendo veduto ad vna $epoltura d'u- na fanciulletta un va$o molto alto, coperto, & pieno atorno difoglie nateui di Acanto? gli piacque molto, Tre adunque furono le maniere trouate de capi- telli. Il Dorico ancor che io truouo che que$to mede$imo haueuano pri- 35 main v$o i To$cani antichi; il Dorico dico lo lonico, & il Corinthio. Et che altra cagione credi tu che $ia del ritrouar$i vn numero infinito di capitelli va- rij, & che non $i $omigliano, $e non che con grandi$sima cura, & diligentia $o- no $tati fatti, & trouati da coloro, che $i $ono ingegnati di ritrouare $empre co$e noue. Niente di manco non $e ne vede ne$$uno che $ia meritam ente 40 da e$$ere lodato piu di quelli, eccetto però che quel $olo (accioche noi non dichiamo però d'hauere hauuto ogni co$a da fore$tieri) che io chiamo To- $cano, o vuoi compo$ito, percioche alla bellezza di quello de Corinthij ui $i aggiun$ero le dilicatezze delli Ionici, & in cambio di manichi vi@$i me$$ono car tocci auuolti che pendono, opera molto grata, & molto lodata. Le Colonne [218]DELLA ARCHITETTVRA poi c'haue$sino à corri$põdere alla eccellentia dellauoro le $aceuano in que$to modo. Percioche e' di$$ono che a capitelli Dorici $i conueniuano colõne, che fu$sino lunghe da alto a ba$$o $ette volte quanto era la colonna da ba$$o. Alli Ionici che la $u$le lunga per otto te$te. Et a capitelli Corin thij me$$ono $otto colonne, che fu$sino per noue te$te quanto èla loro gro$$ezza da ba$$o. A tutte 5 que$te colonne piacque loro di mettere le ba$e d'una mede$ima altezza, ma di di$egno, & di lineamenti variate, che piu? elle furono di lineamento di$simile in tutte le parti, niente dimeno nel modo de le colonne furono molto $imili. Perc ioche il di$egno delle colonne, del quale trattãmo nel pa$$ato libro, & gli Ionici, & i Corinthij, & i Dorici lodarono, & conu\~enono in que$to che $i doue$ 10 $e imitare la natura, cio è che il da capo delle colonne $empre fu$$e piu $ottile che il da piede; Furono alcuni, che di$$ono che le $i doueuano fare il quarto piu gro$$e da piede, che da capo. Altri cono$cendo che le co$e vedute perdono s\~e pre di gro$$ezza, come tu te le di$co$ti d'una occhiata, vollono, & certo con grã con$iglio, chele colonne, che hanno a e$$ere molto lunghe $i face$sino alquãto 15 piu gro$$ette da capo che le corte, & le di$egnarono in que$to modo. La gro$$ez za daba$$o della colonna quã do ella hà da e$$ere quindici piedi $i ha a diuidere in $ei parti, cinque delle quali hanno a $eruire per la gro$$ezza da capo. Ma la co lonna c'ha a e$lere lunga da quindici a XX. piedi, diuidendo$i la $ua gro$$ezza da piedi in tredici parti, dia$ene vndici alla gro$$ezza da capo; & quelle c'hanno 20 a pa$$are da XX. piedia XXX. debbono daba$$o e$$er gro$$e $ette parti, & da ca po $ei, a quelle dipoi da XXX. a X L. delle XV. parti del ba$$o della colonnane a$$egnerai XIII. alla gro$$ezza da ca po; finalmente quelle, che arriuano a L. piedi $iano da piede otto, & da capo $ette parti, & co$i $i debbe di$correre, & con proportione ordinarle, che quanto la colonna $arà piu lunga, tanto $i la$ci 25 da capo piu gro$$a, $i che in $i fatte co$e le Colonne conuennono tuttein$ieme, ma io non truouo già nel mi$urare, che io ho $atto delli edificij, che que$te co$e fu$sino da Romani co$i apunto o$$eruate.

De lineamenti delle colonne, & delle loro parti, De la ba$a, Mazoccbi, cauetti, bastonci- 30 ni, Dado, & del di$egno de membri, fa$cia, grado, bastone, o $une, $unicella, canaletto, o nuoi cauetto goletta, & onda. Cap. VII.

R Eplicheremo adunq; qua$i quelle mede$ime co$e del di$egno delle co- lonne, che $i trattarono nel pa$$ato libro; non con quel mede$imo mo- 35 do, ma con un modo certamente vtile. Io piglierò adunque vna di quel- le colõne che i no$tri an tichi v$aronodi mettere nelle fabriche publiche, laqua le $uole e$$ere la mezana in$ra le grandi, & infra le piccole, che la $tatui$cono di XXX. piedi Il maggiore diametro di que$ta pianta adunque diuiderò io in noue parti vguali, delle quali ne a$$egnerai otto al maggior diametro del col- 40 larino da capo, $arà adunqne la proportione di que$te come è dal noue allo otto, laquale i Latini chiamano $e$quiottaua; & con la mede$imá proportio- ne faro io che $ia il diametro del collarino daba$$o al $uo tiramento; percio- che la pianta $arànoue, & il ritiramento otto: di nuouo farò ancora che dal [219]LIBRO SETTIMO. diametro del collarino di $opra al $uo rititamento $ia la proportione che i La- tini chiamano $e$qui$ettima cioè da otto a $ette. Hor vengo a lineamenti de membri in quello, che $ono differentiati, nelle ba$e $ono que$ti membri, il da- do, i mazzochi, & i cauetti, Il dado è quella parte quadra che $tà da ba$$o, la- 5 quale io chiamo co$i perche ella è per ogni ver$o quadra come un dado $tiac- ciato; i mazzocchi $ono que guancialetti $opra l'un de quali $i po$a la colon- na, & l'altro po$a in $ul dado; il cauetto è quella parte cauata in cerchio all'in- dentro che $tà tra duoi mazzocchi come la girella nella carrucola; tutto il modo, & l'ordine del mi$urare que$ti membri lo cauarono dal diametro del- la pianta della colonna, & i Dorici da principio l ordinarono in que$ta manie- 10 ra. Feciono la ba$a alta per la metà della gro$$ezza della colonna da ba$$o, & uollono che il Dado fu$$e da ogni banda largo quanta vno diametro, & me- zo della colonna da ba$$o il piu, & il meno un diametro, & vn terzo: Diui$o- no l'altezza ditutta la ba$a in tre parti, una delle quali ne a$$egnarono all'altez- za del dado. Fu adunque la altezza di tutta la ba$a tripla alla altezza del dado, 15 & la larghezza del dado ancor tripla alla altezza della ba$a, oltre al dado di- ui$ono il re$to della gro$$ezza de la ba$a in quattro parti, delle quali la parte di$opra a$$egnarono al mazzocchio di $opra, di nuouo q uel re$tante che rima neua in$ra il mazzocchio di $opra, & il dado di $otto, lo diui$ono in due parti, l'una delle quali dettono al mazzocchio di $otto, & l'altra di $opra $cauarono 20 per cauetto che re$ta$$e $oppre$$ato dal'uno mazzocchio, & da l'altro; il cauet- to è fatto d'un canale incauato, & di due intaccature che accerchiano attorno attorno il cauetto; all'intaccatura a$$egnarono la $ettima parte, & il re$to inca- uarono. In ogni edificamento dicemmo che bi$ogna auuertire che quelle co- $e, che $i murano po$ino $ul $odo. Non $arà $odo $e il tuo piombo cadendo 25 dal piè de la po$ta pietra trouerà nel $uo diritto alcuno voto daria, o calcuno vacuo; & percio nel fare i cauetti hebbono con$ideratione di non gli cauare tanto a dentro, che nello $carnarli troppo offende$sinoi diritti de le pietre, che ui $i haueuano a piantare $opra; i mazzocchi v$ciranno $uori per la metà della loro gro$$ezza, & vno ottauo piu; & il maggiore aggetto del cerchio 30 del mazzocchio cadrà apunto $ul piombo del dado in que$to modo le di$e- gneranno i Dorici.

35 40 [220]DELLA ARCHITETTVRA

Ma a gli Ionici piacque la Altezza come quella de Dorici, ma addoppiarono i cauetti, & me$$ono duoi mazzocchi in mezo a cauetti, $i che e' feciono le ba- $e alte per la metà della gro$$ezza della colonna da piede, & diui$ono quella altezza in quattro parti, vna delle quali a$$egnarono alla altezza del dado; Ma alla larghezza del dado a$$egnarono vndici di que$te quarte. Fù adunque tut- 5 ta la altezza della ba$a quattro, & la largheza vndici. Di$egnato il dado diui$o- no il re$tante della altezza in $ette parti, due delle quali a$$egnarono alla gro$- $ezza del mazzocchio di$otto, & quel re$tante ancora della altezza che rima$e oltre al dado & al mazzocchio, diui$ono in tre parti, vna delle quali a$$egnaro- no al mazzocchio di$opra, & le due del mezo a$$egnaron a i duoi cauetti, & al- 10 li duoi ba$toncini, che in$ra l'uno mazzocchio & l'altro $tanno qua$i come in $oppre$$o; i quali cauetti, & ba$toncini, feciono in que$to modo. Diui$ono lo $patio che era infra l'uno mazzocchio & l'altro in $ette parti delle qualine a$$egnarono vna per vno a ba$toncini, & l'altrediui$e per metà $eruirono per i cauetti, in quanto a gli aggetti de mazzocchi o$$eruarono il mede$imo che i 15 Dorici; & nello $cauare de cauetti hebbono ri$petto a piombi delle pietre che $opra vi $i haueuano a po$are, ma le intaccature $eciono della ottaua parte de loro cauetti. Alcuni altri giudicarono, che oltre al dado la altezza de la ba$a $i haue$le a diuidere in $edici parti, le quali chiameremo modelli, di que$te ne a$ $egnaron quattro al mazzocchio di $otto, & tre al mazzocchio di $opra, & al 20 cauetto di $otto tre & mezo, & tre & mezo a quel di $opra, & gli altri duoi mo- delletti a$$egnarono a ba$toncini che haueuano a $tare in quel mezo, in que $to modo gli v$aron adunque gli Ionici.

25 30 35

Ma i Corinthii lodarono la ba$a Ionica & la Dorica, & indifferentemente $i $eruirono dell'una, & dell'altra, Anzi in quanto alle colonne non aggiun$o- no co$a ne$$una $e non il capitello. Dice$i che i To$cani v$arono di mettere 40 $otto alle colonne il dado non quadro, ma tondo, ma que$ta $orte di ba$e non hò io mai trouato nelle opere delli Antichi, Mahò bene con$iderato che ne portici che accerchiauano a torno i Tempii tondi gli Antichi v$arono di por- ui le ba$e col dado cõtinouato che gira$$e a torno, accioche e'fu$si d'un pezzo [221]LIBRO SETTIMO. continouato come compagno me$$o $otto a tutte le colonne, $econdo quella altezza, che apunto al dado $i conuiene. Credo certo che e'faces$ino que$to perche e' s'accorge$sino che le co$e quadrangolari non $tauano bene con le tonde. lo ho ui$to alcuni, che ne coperchi de capitelli haueuano diritte le linee 5 al c\~etro del mezo del T\~epio. il che chilo face$$e nelle ba$e, for$e nõ $arebbe da ri pr\~edere, ni\~etedimeno non ne $aranno molto lodati. Ma e' mi piace d'intramet tere in que$to luogo cõ la gratia di Dio alcune co$e, le Membra de gli ornamen ti $on que$te; la Fa$cia, il Dentello, il Bottaccio, o uero l'uuouolo, il Bottacci- oo, o uero ba$toncino, il canaletto ouero gu$cio, la goletta ouero lo intauola 10 to; qual $i uoglia l'uno di co$i fatti membri è tale che e' $i rilieua, & $porta in fuo ra, ma con vario di$egno; percioche il di$egno della fa$cia $i a$$omiglia alla let- tera L. Et è la fa$cia il mede$imo che la intaccatura ouero il pianuzzo; ma al- quanto piu larga: Il Dentello hà molto più aggetto che la fa$cia: Il Bottaccio, o vero vuouolo $tetti io gia in dubbio $e lo uoleuo chiamare hellera, percioche 15 egli vi $i acco$ta di$te$a, & il di$egno del $uo aggetto come un C. me$$o $otto la letteta L. a que$to modo LC. & il Bottaccino, o uero ba$toncino è alquanto mi nore. ma quãdo que$ta lettera C. $i mette a roue$cio $otto la letera a que$to mo do LO ella fa il canaletto, ouero gu$cio: Ma $e $otto alla mede$ima letera L. $i met te vn S. in que$to modo $i chiameràla goletta, o uero lo intauolato LS. pcioche 20 ella $i a$$omiglia al gorgozzule dell'huomo, ma $e ella ui $i mette adiacere, & a roue$cio in que$to modo LS. dalla $omiglianza del$uo piegar$i $i chiamerà onda, o uero gola. Que$ti membri ancora, o e' $aranno $tietti o vera- mente ci $i intaglierà dentro qualche adornamento. Nella fa$cia intagliano Nicchi, Vccelli, & caratteri di lettere, nel grado fanno il dentello, che $i fà in que$to modo; fas$i largo per la metà della $ua altezza, & il uoto, che re$ta tra 25 l'un Dentello & l'altro, ha due delle tre parti della larghezza del dentello. Nel Bottaccio alcuna uolta fanno gli Vuouoli, & alcuna volta lo ue$tono di foglie; & gli Vuouoli alcuni gli fanno interi, & alcuni li fanno mozzi di $opra, del Bot taccino fanno coccole qua$i infilate in filo. la Goletta & l'onda non intagliaro- no mai, ma le ue$tirãno di fogliami; le intaccature $empre $eciono $tiette in tut 30 ti i lati. Nel congiugnere in$ieme que$ti membri ci è que$ta regola, che $em- pre quelli che $on di $opra habbino piu aggetto che quelli di $otto. Le intac cature $on quelle, che diuidono l'un membro dallo altro, & $eruono per cima$a $opra detti membri; percioche la cima èquel liniamento che $tà $opra a quel tu ti uoglia membro. Giouano ancora que$te intaccature che con hauere la te 35 $ta li$cia & pulita, diuidono l'a$prezza delli intagli de l'altre membra, & fanno$i larghe per la $e$ta parte di quel membro alle quali $i pongon $opra, o $ieno Dentelli, o pure vuouoli, ma nella goletta $i fanno per il terzo.

Del Capitello Dorico, Ionico, Corinthio, & To$chano. Cap. VIII. 40

T Orniamo hora a capitelli, i Doricifeciono il loro capitello alto quanto la ba$a, & tutta que$ta $ua altezza diui$ono in tre <002>ti, la prima diedero alla cima$a, la $econda al bottaccio, che è $otto la cima$a, & la terza la$ciarono [222]DELLA ARCHITETTV RA per il collo del capitello, che è $otto al bottaccio; la larghezza della cima$a era per ogni ver$o quanto la gro$$ezza da ba$$o della colonna & il duodecimo piu; que$tã cima$a $i diuide in duoi membri cioè in vna goletta, & in vn dado, ma la goletta è due delle cinque parti di tutta la cima$a; il labbro del bottaccio con la $ua linea di$opra cigneua apunto le linee del dado apie del bottaccio, Altri vi 5 feciono a torno tre minuti anelletti, & altri vna goletta, acciò haue$$e piu gra- tia, & que$to $i fa to adornamento occupò non più che la terza parte del bottac cio. il Diametro del collo del capitello cioè la parte più ba$$a di e$$o, non fù mai talmente gro$la, che eccede$$e la gro$$ezza da capo della colonna, il che $i o$$er- ua in tutte le maniere de capitelli, Alcuni altri $econdo il di$egno, che io hò ca- 10 uato delli edifitii antichi, feciono il capitello Dorico alto tre quarti della gro$- $ezza della colonna da ba$$o, & lo diui$ono in vndici parti, delle quali ne a$$e- gnarono quattro alla cima$a, & quattro al bottaccio, & tre al collo del capitello; dipoi diui$ono detta cima$a in due parti, delle quali ne a$$egnarono l'una di $o- pra alla goletta, & l'altra di $otto a vna fa$cia, il bottaccio ancora diui$ono in 15 due parti, la piu ba$$a delle quali a$$egnarono a gli anelli, o a d'una goletta, che accerchia$si di $otto il bottaccio. Et nel collo altri intagliarono ro$e, & altri fogliami, che $porta$sino in fuori. Que$to è il modo de Dorici. Il capiteilo Io- nico faremo in que$to modo, tutta l'altezza del capitello $arà per la metà della gro$$ezza da ba$$o della colonna, diuideremo que$ta altezza in dicianoue par- 20 ti, tre delle quali ne daremo alla cima$a, alla gro$$ezza del cartoccio ne dare- mo quattro, & al bottaccio ne daremo $ei, & l'altre $ei daba$$o la$ceremo alle ri- uolte de cartocci che di quà & di là faranno i cartocci nel pendere giu a ba$$o; la larghezza della cima$a da ogni banda $arà quanto il diametro da capo della $ua colonna, la larghezza del cartoccio che $arà dal dinanzi al di dietro del ca- 25 pitello $arà vguale alla cima$a; la lunghezza di e$$o cartoccio cadrà da lati & $penzolerà accartocciando$i a gui$a di linea a chiocciola, il punto del cartoccio pitello $arà vguale alla cima$a; la lunghezza di e$$o cartoccio cadrà da lati & $penzolerà accarto cciando$i a gui$a di linea a chiocciola, il punto del cartoccio del lato de$tro $ia di$co$to dal punto del cartoccio del lato $ini$tro trentadue parti, & dalla piu alta parte della cima$a fia di$co$to le dodici parti, il quale car- toccio $i faccia in que$to modo, dal punto di detto cartoccio di$egna un cer- 30 chiolino piccolo, che il $uo mezo diametro $ia vna delle dette parti cioè l'oc- chio del cartoccio, & a rincontro $egnane un altro di $otto, & di poi di$opra ne $egna un'altro altretanto lontano, & co$i ne $egna un'altro dal lato di $otto. Poni dipoi nel punto notato $opra l'occhio un piè delle $e$te fermo & apri le $e$te $ino alla linea di $opra della cima$a, che ètermine infra la cima$a & il car- 35 toccio, & gira dal lato di fuora del capitello talmente le $e$te, che tu facci uno intero mezo cerchio, & fini$ca apunto a rincontro al punto dell'occhio da lato di$otto; & quiui poi ri$trigni le $e$te, & metti il pie fermo di e$$e nel punto di $otro a locchio, & il piè mobile $ino alla cominciata linea riuolta cioèa quel mezo cerchio già fatto, & $agli con e$$o al di$opra in$ino a che tu tocchi il lab- 40 bro di$opra del bottaccio; & co$i con duoi mezi cerchi di$uguali, harai dato a torno a torno una uolta intera. Dipoi ricomincia a ripliare, il girar co$i fatto, & il cartoccio, & gira a que$to modo in$ino all'occhio, cioè in$ino a quel cerchio piccolo del mezo, Allabbro del bottaccio $i darà tanto aggetto, che con la $ua [223]LIBRO SETTIMO. te$ta e$ca $uori del cartoccio due parti, & dalla parte di $otto $ia apunto quanto è gro$$a la colonna da capo; il ritirar$i dentro de cartocci doue $i congiugne il cartoccio dinanzia quello di dietro, ne fianchi del capitello, $i ridurrà talmen- te che e’$ia quanto il bottaccio, & vna meza parte delle diciannoue dette; alla 5 cima$a $i aggiugnerà per ornam\~eto una goletta d’una di dette parti, nella gro$ $ezza del cartoccio $i $arà vn canaletto <002> una meza delle dette parti, & a que$to canaletto la intaccatura che vi $arà, $arà larga per il quarto di detto canaletto nel mezo della fronte per il canaletto $i intaglieranno $rondi, & $emi in quel- la parte del bottaccio, che appari$ce fuori nelle te$te dinanzi del capitello, far- 10 no vuouoli, & $otto gli vuouoli delle coccole, & ne ritiramenti da gli lati de cartocci intagliano $oglie, o $caglie, co$i fatto adunque è il capitello Ionico.

[224]DELLA ARCHITETTVRA [225]LIBRO SETTIMO.

Ma il capitello Corinthio è alto per una gro$$ezza de la colonna da ba$$o, tutta que$ta altezza $i diuiderà in $ette parti, ala cima$a $e ne a$$egnerà una di dette parti, il re$tante è occupato da la altezza de la campana che da ba$$o è apunto tanto larga quanto è il da capo de la colonna $enza gli aggetti, & illab- 5 bro di detta campana con la larghezza da capo $ua è uguale a la maggiore gro$$ezza del da pie de la colonna. La larghezza de la Cima$a è dieci de le a$$egnate parti, mai canti $i $puntano da ogni banda una meza parte, le ci- ma$e de gli altri capitelli $ono dilinee diritte, ma quelle de Corinthij, s’incaua- no allo indentro, tanto quanto è larga da piede la loro campana. Diuidono 10 la gro$$ezza de la cima$a in tre parti, l’una de le quali, cioè il di$opra fini$co- no come il dacapo de le colonne con una intaccatura, & con uno bottaccino, ue$tono que$ta campana di duoi ordini difoglie ritte, & in cia$cuno di que$ti ordini fanno otto foglie, fanno le prime $oglie lunghe due parti, & co$i le$e- conde foglie, & le altre parti a$$egnano a Viticci che e$cono de le foglie, & 15 $algono $ino a la cima de la campana, & gli fanno $edici, de quali ne legano quattro in cia$cuna $ronte del capitello, duoi dal $ini$tro da un $ol nodo, & duoi dal de$tro lato da l’altro nodo, partendo$i cia$cuno talmente dal $uo nodo che gli duoi ultimi fanno con la cima loro cartoccio, appunto $otto le cantona- te de la Cima$a. Ma quei duoi di mezzo la fronte, $i congiungono mede$ima- 20 mente in$ieme accartocciando$i, $opra que$ti nel mezo apunto, s’intaglia nel la campana un bel fiore, non però piu alto che la Cima$a. La gro$$ezza del labbro della campana, che$i $cuopre doue non $ono i uiticci è per una parte $o- la, le foglie che $i piegano $i diuidono in cinque dita, & non in piu che $ette $e pur ti piace, le cime de le foglie $portano in fuori una meza parte, honorati$si- 25 ma co$a è certo, che, & ne le foglie $i fatte de capitelli, & in qualunche altro intaglio $i trafigghino forte a dentro qual $i uoglia $orte di linee, co$i $atti adun- que $ono i capitelli de Corinthij.

30 35 40 [226]DELLA ARCHITETTVRA. 5 10 15 20 25 30 35 40 [227]LIBRO SESTO. 5 10 15 20 25 30 35

I To$cani tras$erirono ne’loro Capitelli tutti gli ornamenti che e’potero- no trouare ne gli altri, & tennono il mede$imo ordine nel $are la campana, la Cima$a, le foglie, & il fiore, che i Corinthij, ma in cambio de uiticci fecion certi manichi che u$ci$$ero $uori $otto le quattro cantonate de la Cima$a, che haueuano d’aggetto due parti intere. Ma la fronte del Capitello ritrouan- 40 do$i per altro ignuda, pre$ei $uoi adornamenti da li Ionici, percioche in cam- bio de uiticci ella mãda $uori que’manichi a cartocciati, et ha il labro de la cam- pana pieno d’uuoli, & $ottoui le coccole.

[228]DELLA ARCHITETTVRA. 5 10 15 20 25 30 35 40 [229]LIBRO SETTIMO.

Oltre a que$te $orti di capitelli $e ne ueggono a$$ai compo$ti di di$egno me$co latamente, & de le dette perti accre$ciuti, o diminuti: ma da chi intende non $o- no molto approuati. Et que$to ba$ti de capitelli, $e già non ci manca che egli- no u$arono di porre $opra la cima$a ordinaria del capitello un'altra pietra qua- 30 drata piu $ottile:ma molto larga nel lauoro, per laquale pare$le che’l capitello al- quanto re$pira$$e, & che non dimo$tra$$e di e$lere affogato da lo architraue, & che nel murarui poi $opra quelle parti, che ui erano piu $ott<007>li, & piu belle por- tas$ino manco pericolo.

De gli arcbitraui, de capitelli, de correnti, o uuoi$regi, delle Tauole, men$ole, o men$oloni, 35 tegeli, embrici, canali, & altre $imil co$e appartenenti alle colonne. Cap. IX.

PO$ti i capitelli a luoghi loro, ui $i mette $opra l'architraue; $opra l'architraue il fregio, la cornice, & co$e fimili, che a fare il T etto $i appartenghino. In tutte que$te co$e, & Tutti, & gli Ionici ancora $ono molto differenti da Do- 40 rici, ancor che in alcune di dette co$e conuenghino tutti in$ieme. Percioche gli ordinano l'architraue in que$to modo, uogliono che la $ua larghezza da ba$$o nõ $ia ni\~ete piu larga che il $odo da capo de la colonna, & la larghezza da capo di detto architraue, non uogliono che ecceda la gro$$ezza del da pie de la colonna. Le Cornici $on quelle, che $i po$ano $opra il fregio, & che con i loro aggetti e$co- [230]DELLA ARCHITETTVRA no fuori, in que$te ancora o$$eruarono quello, che noi ti dicemmo già, che era ne ce$$ario in tutti gli aggetti, cioè che eglino u$cis$ino tanto fuori de diritti quanto cra la loro aitezza. V$arono ancora di fare, che que$to lauoro de le cor- nici, $i pone$$e, che e' pende$$e per la duodecima parte mdietro, & feciono que$to, perche e' conobbono che que' membri pareuano membri arroue$cia- 5 ti, $e eglino $portauano fuori ad angoli retti. Qui chieggo io di gratia a coloro, che tra$criueranno que$ti miei libri, & ne li prego di nuouo, & da ca- po, che i numeri de’ quali noi ci $eruiremo, $ieno da loro $critti con lettere di- $te$amente, & non con caratteri daabbaco, accioche ci $i faccino manco crro- ri. I Dorici adunque feciono il loro architraue non punto men gro$$o, che 10 la metà de la colonna da ba$$o, & in e$$o po$ono tre fa$ce, $otto la prima di $o- pra de lequali $ono di$te$i alcuni regoletti, da qual s'è l'uno de' quali $penzo- lano $ei chiodi confitti dal di$otto del regolo; perche uadino a ritenere i cor- renti, le te$te de' quali e$con fuori $ino a es$i regoli, & que$to accioche detti cor- renti non rientrino in dentro. Tutta la gro$lezza di que$to architraue di- 15 ui$ono in dodici parti con lequali $i diuidono tutte le altre parti che $eguo- no. Innanzi tratto a$$egnarono quattro di dette parti a la prima fa$cia da pie- de, & $ei ne a$$egnarono a l'altra fa$cia $opra que$ta che è quella del mezo, & l'al- tre due la$ciarono a la fa$cia di$opra, & de le $ei parti de la fa$cia di mezo, una di $opra fu la$ciata a regoletti, & l'altra a chiodi, che $penzola$$ero. La lunghez- 20 za di detti regoletti fu dodici parti, & i uani che furono la$ciati puri tra regolo, & regolo furono per diciotto parti, $opra l'architraue po$ono per $regio i corren ti, le te$te de' quali fatte di rilieuo a piombo e$cono in fuori una meza parte, la laaghezea di que$ti correnti $arà quanto la gro$$ezza de l'architraue, & l'altezza una meza uolta piu, tanto che l'arriui a diciotto parti, ne la fronte dinanzi di que 25 $ti correnti s’intaglino per lo lungo tre $olchi infra loro con $pazii uguali incaua- ti con angoli in i$quadra, tanto che la $ua apertura $i aprirà per una de le a$$egua- te parti. Eti canti uiui da le bande $i $cantonano per la metà d'una de le det- te parti, i uani tra l’uno corrente & l’altro $i riempiono di tauole larghe ugual- mente. doue $i habbia a fare qualche bella opera, & pongnno i correnti che col 30 piombo loro po$ino $opra il $odo de le lor colonne. Et le te$te de correnti e$cono fuori de le tauole per una meza parte, & i piombi de le tauole batto- no apunto con la fa$cia piu ba$$a del po$to architraue. In que$te tauole ui intagliano dentro te$te di tori, bacini, ruote, & co$e $<007>mili; $opra cia$cuna di que$te fa$ce, & di que$ti correnti $i mette in cambio di Cima$a la $ua fa- 35 $cia larga due de le già dette parti. Fatto que$to u<007> $i pon $opra una cima- $ina gro$la per due parti con di$egno a gui$a di canaletto. Sopra que$ta ci- ma$ina, $i di$tende (che co$i lo chiamò) un pauimento gro$$o tre parti, che $i adorna con uuoua piccole cauate for$e (s'io non m'inganno) da la imitatione de $as$i, che nel pauimento e$cono fuori del ripieno de la calcina. Sopra que$to 40 pongono le Men$ole larghe apunto quanto i correnti, & gro$$e quanto il paui- mento, & cia$cuna $i mette di maniera che corri$ponda a correnti, che ella ha $otto, & $portano con gli aggetti tanto, che e$cono fuori dodici parti. Le te$te de lequali $i $egano a piombo, & ui $i pon $opra la cima$a, $opra le men$ole $i fa [231]LIBRO SETTIMO. una gola, de tre quarti d'una parte, ma ne’ uani, che appari$cono $otto fra l'una men$ola & l'altra s'intaglia una ro$a, o un fiore di branca or$ina. Sopra le men- $ole $i pone la fronte de l'opera, cioè il gocciolatoio & la gola con lo intauolato. laquale contiene in $e quattro parti, & que$ta fronte è fatta d'una cima$a, & d'una gola, percioche la gola è una parte & mezo. Se a co$i fatto lauoro $i harà a 5 porre il fronti$picio, in e$$o fi trasferi$corlo tutte le membaa d'e$$a cornice; & in qual $i $ia l'una $i pigliano tutte le parti di cia$cuno membro apunto $e- condo il determinato di$egno, accioche elle corri$pondino apunto a loro piombi & uenghino terminate da le $te$$e linee. Ecci que$ta differentia infra i fronti$picii & le prime cornici che $ampre ne fronti$picii $i mette $opra le corni 10 ci il grondatoio, che appre$lo de Dorici è una Cima$a con un'onda gro$$a per quattro parti, & detto grondatoio, o Cima$a, non $i mette mai $opra le cornici, che hanno ad hauere ado$$o il fronti$picio, ma $opra quelle, che non hanno a ri- ceuere $opra di loro fronti$picio, $i mette $empre. Ma de fronti$picii trattere- mo dipoi, & que$te furono le co$e, che u$arono i Dorici.

[232]DELLA ARCHITETTVRA

A. Onda, ouero gola.

B. Goletta, ouero intauolata,

C. Gocciolatoio, oucro fronte.

D. Men$ole.

E. Bottaccio, ouero uuouolo.

F. Goletta, ouero intauolato.

G. Fa$cia.

H. Correnti.

I. Regoletti.

K. Chiodi.

L. Fa$cia.

M. Tauole.

O que$to $patio, è quanto $i ha ap- porre le cornice che pendino a l’indietro & co$i $i uedr à ne le altre cornici $equenti.

[233]LIBRO SETTIMO.

Ma gli Ionici giudica rono & non $enza buon con$iglio, che $opra le colonne maggiori $i doues$ino porre architraui piu gros$i; laqual co$a non $enza ragio- ne $arà bene o$$eruare $i come $i è fatto ne Dorici. Et per que$to effetto giudi- carono che $i haue$$e a ordinarle in que$to modo. Quando e’ $i habbia a fare una colonna alta uenti piedi, l'architraue debbe e$$e<007> e alto la tredice$ima parte 5 de la lunghezza de la colonna; ma quando e' s’habbia a fare una colonna lunga uenticinque piedi faccia$i alto l'architraue per la duodecima parte de la lunghez za de la colonna. Et $e finalmente la colonna haue$$e a e$$ere lunga trenta pie di, facci$i alto per l'undice$ima parte di detta lunghezza, & con que$ta regola $i proceda poi bi$ognando a le altre. Lo architraue de gli lonici fuor de la cima- 10 $a è fatto di tre fa$ce, & lo diui$ono tutro in noue parti, due de lequali ne a$$egna- rono a la cima$a, & di$egnarono la cima$a con una goletta; il rimanente dipoi $ot to la cima$a diui$ono in dodici parti, Tre de lequali a$$egnarono a la fa$cia di $ot- to, & quattro a la fa$cia di mezo, & cinque a la fa$cia di $opra, che uiene apunto $otto la cima$a. Furono alcuni che a dette fa$ce non feciono cima$a alcuna, & 15 alcuni ue la feciono, & di que$ti furono alcuni, che feciono una gola de la quin- ta parte, & alcuni che de la $ettima parte de la $ua fa$cia feciono uno ba$tonci- no. Trouerrai oltra di que$to che ne gli edificij de gli antichi $imili di$egni, & liniamenti furono tra$portati & me$colati diuer$amente da uno ordine ad un'al- tro, che non t<007> parranno però da bia$imate. Ma $opra tutti gl'altri: pare che lo- 20 da$sino quello architraue, nelquale non cra piu che due fa$ce, ilquale io credo che $ia Dorico, leuatone quei duoi regoletti & quei chiodi. Que$to di$egnaro- no in que$to modo. Diui$ono tutta l'altezza in noue parti, una & duoi terzi de lequali ne a$$egnarono a la cima$a; Et $otto que$ta ne a$$egnarono a la fa$cia del mezo quattro & un terzo, ma a la fa$cia di $otto la$ciarono l'altre rre intere. La 25 cima$a di que$to architraue da lato di $opra haueua de la metà del $uo $patio un canaletto, ouero gu$cio con una intaccatura, & de l'altra, uno ba$toncino; ma a la fa$cia del mezo $otto la fune detta, fu a$$egnato per cima$a uno ba$toncino de la otttaua parte di tutta la fa$cia, & a l'ultima fa$cia fu a$$egnato pcr cima$a una go- letta per il terzo de la $ua larghezza; $opra l'architraue po$onoi correnti, ma le 30 te$te di e$$i non appariuano fuori, come in quelle de Dorici, percioche e'le $e- gauano al piombo del $odo de lo architraue, & feciono un lauoro coperto d'u- na tauola continouata che io chiamo Fregio, la larggezza delquale è tanto quan- to è alto lo architraue che egli ha $otto; u$arono di intagliare in que$to luogo. o ua$i, & altre co$e appartenenti a $acrificij, o te$te di toro $compartite di uano 35 in uano; da le corna de quali pendeuano re$te di pomi & di frutte: $opra que$to $regio po$ono per cima$a una gola non mai piu alta che per le quattro parti, nè piu ba$la che per le tre; $opra que$ta po$arono per pauimento il dentello al- to per quattro parti, ilquale da alcuni fu intagliato, & da alcuni fu la$ciato tut- to $odo; $opra il dentello po$ono il bottaccio, o $ia pure uno $edile atrauer$o 40 dalquale poi e$chino fuori i men$oloni, alto per tre parti, & ui intagliarono dentro, gli uuouoli, & $opra que$to po$ono i men$oloni, che coperti da di- fte$e tauole $portas$ino infuori; ma l'altezza di quella tauola, che ritta $erue in cambio di gocciolatoio è alta quattro parti, & quella che adiacere cuopre [234]DELLA ARCHITETTVRA i men$oloni, è larga $ei parti & mezo; $opra que$to gocciolatoio fatto di men$o- loni, po$ono embrici alti per due parti, & vi <007>n tagl<007>arono dentro, o vno ba$tone, o vna goletta: nell’vltimo luogo poi vi era vna onda per tre parti, o $e pure ti pia- co diquattre. Inque$la onda, & gli Ionici, & i Dorici intagliauano capi di Leo- 5 ni, che come doccie inandauano fuori le raccolte Acque. Ma $i guardauano, che gosì fatta acqua non pote$$e bagnare chi entraua nel Tempio, nè che ella po- te$$e anchora entrare a bagnare dentro il Tempio, & però turauano le fauci di quelle Te$te, che corri$pondeuano $opra le porti, & $opra le fine$tre.

[235]LIBBO SETTIMO. 5 10 15 20 25 30 35 40 [236]DELLA ARCHITETTVRA

I Corinthij non aggiun$ono co$a alcuna a que$te $orti di lauori d'Architraui, & fregi, & cornici, eccetto que$to $e io bene me ne ricordo, che e' non me$$ono imen$oloni coperti dinanzi, nè tagliati anco a piombo, comei Dorici, ma ignu- di con vna forma, $imile a vna onda, & li me$$ono di$co$to l'uno da l'altro, al- tanto che con le te$te $portauano fuori del diritto, ma nelle altre co$e $eguitarc- 5 no gli Ionici.

10 15 20 25 30 35 40 [237]LIBBO SETTIMO.

Ba$ti hauer detto in$ino a quì de colonnati, che hanno ad hauer $opragli ar- chitraui. Ma de le colonne$opra lequali s'haranno a uoltare gli archi trattere- mo quando diremo de la Ba$ilica. Re$tanzi alcune co$e appartenenti a $i fatti colonnati da non le la$ciare certamente indietro. Concio$ia che egli è manife- $to che quelle colonne, che hanno a $tare a lo $coperto, paiono $empre pin $ottili 5 che quelle colonne che hanno a $tare al coperto. Et quanti piu canali farai in una colonna, tanto apparirà piu gro$la. Et perciò ne in$egnano in que$to me- do, faccia$i che le colonne $canalate, che hanno a $tare a lo $coperto ri$trette in- torno intoruo da la ueduta, $ieno alquanto piu gro$le, o ueramente accre$ca$i il numero de canali. Mai canali $i fanno, o diritti per il fu$o de la colonna, oue 20 ro a torti, che aggirano e$$a colonna, I Dorici gli fanno diritti per illungo de la colonna, que$ti canali da gli architettori furno chiamati Strie, & appre$$o i Dori- ci erano uenti, gli altri ne n$arono far uentiquattro: Altri diui$ono que$ti canali con un pianuzzo fra l’uno, & l'altro, ilquale $i fa non meno che la terza, nè piu che la quarta parte del uano del canale, & $i incauano i canali a mezo cerchio. I 15 Dorici fanno, i canali $emplici $enza la diui$ione del pianuzzo; alcuna uolta pia- ni, o piu to$to incauati per il quarto d'un cerchio, & fini$cono detti incaui conti- nouati in uno angolo. I canali de la terza parte de la colonna, che uengono da ba$lo qua$i tutti gli riempierono di canelli, accioche la colonna fu$$e piu gagliar- da & manco atta ad e$$ere offe$a da le perco$$e, & da le ingiurie. I canali, che $o- 20 no tirati per il lungo de la colonna fanno parere la colonna a gli occhi di chi la ri$guarda piu gro$$a che ella in fatto non è. Ma quei canali, che $i auuolgono atorno a la colonna $i uariano, ma quanto manco $i fanno $uolgere dal diritto de la colonna tanto pare la colonna piu gro$$a. Le uolte, che dauano i canali atorno a la colonna non mai ne u$arono piu di tre, ne manco di una. 25 Il canale qual $i noglia che tu ti faccia da ba$$o ad alto bi$ogna che $ia tirato con uguale & continouata linea, accioche gli $caui $ieno giu$ti per tutto, & la rego- la de lo incauarli piglieremo dal canto de la $quadra. Hanno i Matematici una linea, che da qual $i uoglia punto tirata ne la circunferentia d'un mezo cerchio a le te$te del diametro di detto mezo cerchio, la chiamano angolo retto, oa $qua- 30 dra. Incauati adunque i lati de canali $i hanno ad affondar tanto nel mezo, che in $i fatto affondamento termini l<007>beramente il can to della $quadra, toccando i labbri : ma da qual tu ti uoglia de le due te$te de la colonna $canalata $i ha a la- $ciare uno $patio conueniente, mediante ilquale $i di$tinguino i uot<007> de canal<007> da collarini, che atorno atorno gli $errano, & di loro $ia detto a ba$tanza.

35 [238]DELLAARCHITETTVRA 5 10 15 20 25 30 35 40 [239]LIBBO SETTIMO.

Dicono che a Menfi u$arono intorno al Tempio di $eruir$i in cambio di colon ne, di $tatue di dodici cubiti, cioè di braccia noue. In altri luoghi po$ono colon ne con il $odo auuolto ue$tite di Pampani, & pienedi uccellett<007> di rilieuo. Ma in quanto a la maie$tà, $on piu conuenienti a Tempij le colonne pulite & $tiette; 5 Metton$i in$ieme certe mi$ure che a metter le colonne in opera, arrecano a mae $tri facilità grandis$ima: percioche $i annouerano le colonne, che s'hanno a mette re in una fabrica, & dal numero di quelle $i caua la regola del metterle in opera. Eti Dorici per cominciarmi da loro $e haranno a metter in opera quattro colon- ne diuideranno la te$ta de la pianta de l'edificio in uenti$ette parti; $e ui $e ne ha- 10 rà a metter in opera $ei $i diuiderà in quarantadua parti, & $e otto in cinquanta- $ette, & di que$te parti $e ne a$$egnerãno due a la gro$$ezza di cia$cuna colonna.

15 20 25 30 35 40 [240]DELLA ARCHITETTVA

Ma ne le fabriche Ioniche, doue $i harà a mettere quattro colonne, $i diuide- rà la te$ta de la pianta in undici parti & mezo; ma doue $i harà a metterne $ei, $i diuiderà in diciotto; ma $e ue ne harai a mettere otto, diuiderala in uintiquat- tro parti & mezo, de lequali ne a$$egnerai una parte $ola a la gro$$ezza di qual s'è l'una colonna.

5 10 15 20 25 30 35 40 [241]LIBRO SETTIMO. Del pauimento del Tempio, de gli $pat{ij} di dentro del luogo dello Altare, de le mura, & de loro addornamenti. Cap. X.

SOno alcuni, che lodano, che nel pauimento del Tempio, & ne gli $patii di dentro $i habbia a $alire per alcuni $caglioni; & vogliono che il luogo do- 5 ue $i harà a collocare lo altare per i $acrificii $ia molto piu rileuuaro. IV ani & le entrate delle tribune, che $ono da gli lati, furono da alcuni la$ciati aperti $en za $errargli con muro di $orte alcuna, & da alcuni vi furono me$$e due colonne, & $opra tiratoui mede$imamente gli Architraui, i fregi, & le cornici in quel mo- do, che poco fà raccontammo de Portici. Et quel’re$to del vano che auan zaua $o 10 pra le cornici la$ciauano aperto per porui $opra $tatue & candellieri. Alcuni al- tri $errauano l’entrate a co$i fatte tribune, con duoi muri fatti vn’ di quà & l’altro di là. Chi pen$a che per arrogere dignità a un Tempio $i debbino far’ le Mura gros$i$sime $i inganna. Percioche chi è quello, che non bia$ima$$e quel’corpo, 15 che haue$$e qual che membro enfiato oltra modo? Oltre a che per fare le mura troppo gro$$e $i im pedi$cono le commodità de lumi. Nella ritonda quello ec- cellenti$simo Architettore hauendo bi$ogno di muro gro$$o, $i $eruì $olamente de gli o$$ami, & la$ciò $tare gli altri ripieni, & quei vani, che in que$to luogo i poco accurati hareb bono ripieni, occupò egli con zane, & altri vani; & in que- $to modo $pe$e manco, re$$e la mole$tia del pe$o, & fece l’opera piu gratio$a. Il 20 muro vuole pigliare le $ue gro$$ezze da le maniere delle colonne, cio è che l’altezza $ua corri$ponda alla gro$$ezza come fanno le colonne. Io hò con$ide rato che gli antichi nel tempio v$arono di diuidere la te$ta della pianta in do- dici parti, o doue e’ bi$ogna$$e farlo gagliardi$simo, la diui$ero in noue, & per yna di que$te parti feciono gro$$o il muro. Il muro ne Tempii tondi, non fù 25 mai fatto da alcuno men’alto che per la metà del diametro del $uo vano, mol- ti lo feciono per le due delle tre parti del $uo diametro, & alcuni per le tre del- le quattro parti di e$lo diametro, con le quali altezze alzarono il muro di den- tro in$ino al principio del voltare della culpa. Ma i mae$tri piu $aggi diui$ono il giro di que$ta pianta circulare in quattro parti, & $econdo vna di que$te par- 30 ti, di$te$ono vnalinea, & $econdo la lunghezza di quella alzarono il muro di dentro, che corri$ponda come vndici a quattro; lá qual’ co$a da molti, & ne Tempii tondi, & ne quadrati, o in qual’ $i voglia altra $orte di edificii inuolta è $tato imitato. Ma doue oltre al muro hanno da e$$ere di quà & di là nella pian ta del tuo edificio altre naui, accioche in quel’ luogo la larghezza dello $paz- 35 zo paia a riguardanti maggiore. Alzarono alcuna volta le mura altanto della larghezza della pianta: Ma ne Tempii tondi non $arà l’altezza delle mura di dentro quanto quella delle mura di fuori; percioche il fine delle mura di den- tro, $arà apunto doue comincierà la volta, ma il fine delle mura difuori bi$o- gna che $i alzi in $in’$otto le grondaie. Que$ta parte adunque occuperà di tutta 40 l’altezza della volta che è po$ta $opra le mora, il terzo; $e il tetto $ara fatto a $ca- glioni; ma $e il tetto $arà fatto piano col $uo pendio ordiuario, occuperà al’ho- ra il muro di fuori in quel luogo la metà della altezza della cupola. Il muro nel Tempio $arà molto commodo $e $arà di mattoni, ma $i ve$tirà di varii orna- [242]DELLA ARCHITETTVRA menti. Dello adornare le mura de tempii $acri, altri altrimenti hanno giudi- cato, a Spiga in A $ia, furono alcuni che addornarono le mura del Tempio cõ pie tre pulitis$ime, & ne le commettiture fra l’una & l’altra me$$ono oro mas$iccio. In Elide al tempio di Minerua dicono che il fratello di Fidia fece uno intonico con calcina $penta con zafferano & latte. I Re di Egitto cin$ono atorno il Se- 5 polcro Simandio per $otterrarui le concubine di Gioue, d’un cerchio d’oro alto un cubito, cioè tre quarti di braccio, & di circuito di cubiti trecento $e$$antacin- que, accioche in qual s’è l’uno de cubiti fus$i in $critto un giorno de l’anno. Que$te co$e feciono co$toro, & altri feciono al contrario. Cicerone $eguen- do l’openione di Platone, giudicò che ei fu$$e bene auuertire con legge i $uoi, 10 che la$ciata da parte ogni $orte, & ogni dilicatezza di adornamenti ne tempii, $i ingegnas$ino di hauerlo innanzi tratto candidis$imo. Nientedimanco di$- $e faccia$i bellis$imo. A me certo $i per$uaderia facilmente che a Dio ottimo fu$$e co$a gratis$ima la purità & la $implicità del colore, $i come gli è la purità de la uita. Et non è co$a conueniente che ne Tempii $tieno co$e, che $olleuino gli ani 15 mi de gli huom<007>ni da pen$ieri de la religione, & gli uoltino a uarii piaceri & dilet tationi de $en$i. Ma io pen$o bene che colui $arà molto lodato, ilquale, & ne le co$e publiche & ne Tempii $acri, pnr che non $i di$co$ti punto da la grauità, uo- glia che le mura; & le uolte, & il pauimento, $ia con ogni indu$tria, & arte fatto & adorno, eccellentis$imamente bene, & principalmennte da douer durare quã- 20 to piu è pos$ibile. Perilche gli intonichi di dentro $otto i tetti $aranno mol- to lodati di marmo, o di uetro, o piani, o di rilieuo, che $i a$$ettino. Ma la corteccia di fuori, $econdo che u$arono gli antichi, $arà lodata $e la farai di calcina, & di figure, & ne l’una & ne l’altra harai auuertenza grandis$ima di por re, & le tauole, & le figure in luoghi & $eggi conuenienti. Et ne’ portici $i 25 accommodano molto eccellentemente in pittura le memorie de le gran co$e $eguite. Ma dentro nel Tempio a me piacciono piu le tauole dipinte che non mi piace il dipignere le facciate de le mura, anzi mi piaceranno piu to$to $tatue che pitture, $e già per auentura elle non fus$ino, come quelle due, che già Ce$are comperò mille quattrocento $cudi per adornare il Tempio di Vene- 30 re Genitrice. Et io $tarò a riguardare una pittura, de le buone, dico, per- che egli è un’im brattare le mura a dipignerui le cattiue, for$e con non manco piacere d’animo che io mi $tia a leggere una buona hi$toria, l’uno & l’altro è pit- tore, l’uno dipinge con le parole, & l’altro col pennello, l’altre co$e $ono ad amenduoi pari & communi, nell’una & nell’altra $i ha dibi$ogno di grandis$i- 35 mo ingegno, & di incredibile diligentia. Ma io uorrei che ne tempii, & ne le mura, & nel pauimento non fu$$e co$a alcuna, che non fu$$e tutta Filo$o- fia. Io truouo che in Campidoglio erano tauole di bronzo intagliateui den- tro le leggi, con lequali regges$ino l’Imperio. Lequali quando ar$e il Tem- pio furono poi rifatte da Ve$pa$iano Imperatore $ino al numero di tremila. 40 Dicono che ne la $oglia del Tempio d’Apolline in Delo erano intagliati uer$i, che in$egnauano a gli huomini, che compo$itioni di herbe haues$ino ad u$are contro a qual $i uole$$e ueleno. Et io giudicherò che $ia bene porui quel- li auertimeuti mediante iquali habbiamo ad imparare ad e$$ere piu giu$ti, piu [243]LIBRO SETTIMO. mode$ti, piu utili, piu ornati d’ogni uirtù, & piu grati a Dio; come $ono queí det ti che $i leggono, fa d’e$$er tale, quale tu uuoi e$$er tenuto, ama & $arai ama- to, & $imili. Et uorrei che’l componimento de le linee del pauimento fu$$e tutto pieno di linee, & di figure appartenenti a le proportioni, & a la Geome- tria; accioche da ogni banda fus$ino eccitati a lo e$ercitamento de lo animo. Gli antichi u$arono di porre ne Tempii & ne portici per adornarli co$e rare & 5 eccellenti, come nel Tempio di Ercole furono quelle corna de le formiche ar- recateui in$ino da l’India, o come quelle corone di Canella, che Ve$pa$iano con du$$e nel Campidoglio, o come quella tazza d’oro che Augu$ta po$e nel Tem- pio principale del Monte Palatino dentroui una gran barba di Cinnamomo, o cannella. A Termo in Etholia debellata da Filippo, dicono, che erano ne’ 10 portici del Tempio meglio che quindici mila pezzi d’arme, & per adornare il Tempio meglio che dumila $tatue, lequali $econdo che racconta Polibio furo- no tutte disfatte da Filippo, eccetto che quelle, ne lequali era, o $critto il nome di alcuno Dio, o che rendeuano $imiglianza alli Dii, & non è for$e da con$idera- re manco la gran quantità, che la uarietà di sì fatte co$e. In Sicilia dice Solino 15 furono alcuni, che faceuano le $tatue di Sale, & una dice Plinio ne fu fatta di ue- tro. Et certamente che $imil co$e $aranno raris$ime, & oltra modo degne fuor de la oppenidne de la natura, & de gli ingegni de gli huomini. Ma par- leremo altroue de le $tatue. Mette$i de le colonne ne le mura, & $i applicano a uani. Ma non con il mede$imo ordina che ne portici. Et ho con$ideraro 20 que$to ne Tempii grandis$imi che non hauendo for$e colonne, che $eruis$ino a ba$tanza a tanta grandezza di fabrica, e’ dettono tanto di diritto a le mo$$e de le uolti, che quella $aetta, che da la $ommità de gli archi de le uolte $i tira$$e $ino al piano, rincontro a le mo$$e de le uolte fu$$e un terzo piu lunga del $uo mezo dia metro, laqual co$a ancora accrebbe bellezza a l’opera perche rileuando$i la 25 uolta alquanto piu in alto diuiene (per dir così) alquanto piu agile, & piu e$pedi- ta. Nè pen$o che in que$to luogo $ia da la$ciare indietro che ne le uolte, le mo$$e delli Archi hanno ad hauere oltre al mezo d<007>ametro, tanto di diritto al manco, quanto ne tolgono gli aggetti delle cornici a cnloro che $tando nel me- zo del Tempio alzano gli occhi all’<007>nfu$o.

30 Perche cagione è bene che i tetti de Temp{ij} $ieno in uolta. Cap. XI.

IO uorrei che i Tempii $i perche $i arrecano dietro maggior’ dignità, $i an- cora perche $ono piu durabili & eterni, fus$ino qua$i tutti in volta; & non sò 35 veramente d’onde $i proceda, che e’ non $i truoua qua$i alcun’ Tempio cele- brato, che non $ia caduto nella calamità del fuoco. Io hò letto che Cambi- $e abbruciò tutti quanti i Tempii di Egitto, & che ei ne portò l’oro & gli ad- dornamenti a Per$epoli. Eu$ebio racconta che lo Oracolo di Delpho fù tre volte abbruciato da Tracii, il mede$imo truouo io appre$$o di Erodoto 40 e$$endo vn’altra volta da per$e abbruciato, che fù da Ama$o reftaurato. Al- troue hò letto che ei fù abbrucciato da Flegias in quel’tempo nel quale Feni- ce aggiun$e alcuni caratteri di letter’ per i $uoi cittadini; & ar$e di nuouo vn’al- [244]DELLA ARCHITETTVRA @a uolta regnando Ciro, pochi anni dopo la morte di Seruio Tullio Re de Ro- mani, & è chiaro che egli ar$e ancora un’altra uolta intorno a quelli anni, che nac quero quei chiaris$imi lumi d’ingegno, Catullo, Salu$tio, & Varrone. Il Tem- pio Efe$io fu abbruciato da le Amazone regnando Siluio Po$tumio, & di nuo- uo fu abbruciato nel tempo che Socrate in Athene beuè il ueleno. Et appre$- 5 $o de gli Argiui capitò male per il fuoco il Tempio, in quello anno che Platone nacque in Athene, regnando in Roma Tarquino, che dirò io de $acri portici di Hiero$olima? che del Tempio di Minerua a Mile$io? che del Tempio di Se- rapio in Ale$$andria? che in Roma della Ritonda? & del Tempio de la Dea Ve $ta? & di quello di Apolline? nelquale dicono che abbrucciarono i uer$i de la 10 Sibilla? Tutti gli altri Tempii qua$i dicono che $ono caduti in $imile calami- tà. Diodoro $criue che $olamente quello, che era dedicato a Venere ne la città di Erice in Sicilia $i era mantenuto ille$o da tal calamità $ino a tempi $uoi. Et Cefare $criue che Ale$landria non ar$e per e$$ere ella in uolta, pigliandola egli per forza. Hanno certamente le uolte i loro adornamenti. V$arono 15 gli antichi di trasferire ne le cupole tutti quelli adornamenti, che gli Ore$ici fa- ceuano ne le tazze de $acrificij, & quelli, che $i u$auano ne le coltre che $i ten- gono $u per le letta, gli tra$portarono ne le uolte a $pigoli, & in quelle a botte, & però $i ueggono $compartimenti di quattro, & di otto facce, & $imili tirati per la uolta con angoli uguali, & con linee equidi$tanti, & con diritture di linee, 20 & con cerchi, $compartite tanto bene, che e’ non è pos$ibile aggiugnerci co$a alcuna per farle piu gratiate. Et faccia que$to a no$tro propo$ito che gli ad- dornamenti de le uolte $enza dubbio $ono co$a dignis$ima, $i quelli, che in mol- ti altri luoghi qua$i per tutto $i ueggono, sì quelli mas$imo, che $ono ne la Riton da fatti di sfon dati, iquali in che modo $e li faces$ino non $i truoua $critto. 25 lo gli ho u$ati di fare in que$to modo con poca fatica & con poca $pe$a. Io di- $egno i lineamenti de le forme, che io uoglio $opra l’armadura de la uolta, di quattro di $ei, o d’otto facce, & doue io uoglio che le uolte sfondino, alzò in$i- no a quella determinata altezza di mattoni crudi murati con terra in $cambio di calcina: $i che murate que$te co$e, come monticelli $opra il dor$o de la ar- 30 madura, ui gettò poi $opra la uolta di mezane cotte, & di calcina, u$ando diligentia, che doue $arà la uolta piu $ottile, mediante que$ti sfondati ella $i congiunga bene, & $imeni legata con le parti de la uolta piu gro$$e, & piu ga- gliarde. Fatto che la uolta ha poi la pre$a, & che e’ $i lieuano le armadure, io cauo del $aldo de la uolta quei monticelli di loto, & di mattoni crudi, che 35 io ui haueua da prima accommodati, & in que$to modo mi rie$cono le forme de gli sfondati in quella maniera che io haueuo di$egnato. Torniamo hora al propo$ito no$tro. A me piacerebbe grandemente quel che $criue Varro- ne, che ne la uolta fu$$e dipinta la forma del Cielo, & una $tella mobile, che con la $ua lancetta dimo$tra$$e qual hora fu$$e del giorno, & che Vento ancora 40 tira$$e dal lato di fuora; certo che sì fatte co$e mi piacciono grandis$imamen- te. Dicono che i Fronti$picii arrecano tanto di grandezza a le fabriche, che le cele$ti ca$e del gran Cioue, $e bene la sù non pioue mai, non po$$ono $tar bene $enza il fronti$picio, uolendo mantener$i una certa grandezza, i fronti$picii [245]LIBRO SETTIMO. $i pongono $opra le uolti in que$to modo, piglia$i non piu che la quarta parte, nè meno che la quinta, de la larghezza de la facciata doue è il tuo cornicione, & que$ta ti $erue per il piu alto punto del mezo, dalquale habbino a pendere le grondaie del fronti$picio. Et $opra quella $ommità $i pongono certi Zoccoli per metterui $opra $tatue. Quei Zoccoli, che $i hanno a porre a le fini de le 5 grondaie $ieno alti quanto il fregio, & la cornice: ma quello, che ha a $tare $opra la punta del mezo, $ia l’ottaua parte piu alto che quelli de gli illati. Dicono che Buccide fu il primo che u$a$$e di por le $tatue $opra i fronti$picii per adornamen to, & che egli le fece di terra cotta ro$$a, & dipoi $i usò di metteruele di marm o con tutte le tegole & l’altre co$e di marmo.

10 De uani de temp{ij}, delle finestre, porti, u$ci, & de membri, & ornamenti loro. cap. XII. 15

IVani de le fine$tre ne tempii è dibi$ogno che $ieno piccoli & alti, per iqua- li tu non po$$a riguardare altro che il Cielo; accioche & quelli, che $acrifi- cano, & quelli, che intorno al $acrificio $tanno attenti, non $i $uaghino per e$$e punto con la mente. Quello horrore, che da la molta ombra è eccitato, accre$ce di $ua natura, nè gli animi de gli huomini una certa ueneratione, & la 20 au$terità in gran parte è congiunta con la maie$tà; oltre a che gli acce$i fuochi, che ne tempii $ono nece$$arii, de’ quali non hai co$a alcuna piu degna, per hono- re & ornamento de la religione, ne la troppa luce, perdono a$$ai. Et perciò non è marauiglia $e gli antichi alcuna uolta $i contentarono d’una $ola apertura de la porta. Ma io certo loderò grandemente che l’entrata del Tempio $ia per quan- 25 to $i puo chiara & ornata, & che il didentro doue $i pa$$eggia non $ia maninconi- co. Ma il luogo doue $i ha a collocare l’altare uorrei io che haue$$e piu to$to maie$tà, che leggiadria. Torno hora a uani de’ lumi, e’ bi$ogna ricordar$i di quel che altroue dicemmo, che i uani $on fatti del uoto de gli $tipiti, & del cardi- nale, gli antichi non me$$ono mai nè porte, nè fine$tre $e non quadrangolari: ma 30 tratteremo prima de le porti. Tutti i migliori architettori, o Dorici, o Ionici, o Corinthii, fecion $empre le porti piu $trette da capo che da piede la quattordi- ce$ima parte di $e $te$$a. Al cardinale diedero quella gro$$ezza, laquale eglino trouarono in te$ta de lo $tipite, & feciono le linee de loro adornamenti uguali, & $imili a l’uno & l’altro, & le congiun$ono in$ieme auguate, & l’ultima cornice, 35 che $tà $opra il cardinale de la porta, uollono che anda$$e alta in$ino al pari del di- $opra de capitelli, che $ono ne’ Portici; Si che in que$te co$e tutti o$$eruarono quel che noi habbiamo detto: ma ne le altre co$e furono molto differenti l’uno da l’altro. Percioche i Dorici diui$ono tutta que$ta altezza, cioè dal piano del pauimento $ino al palco, in $edici parti, de lequali ne a$$egnarono a la altezza del 40 uano, da gli antichi chiamata il lume, dieci parti, & cinque a la larghezza & uno a gli $tipiti; in que$to modo gli $compartirono i Dorici: Ma gli Ionici diui$ono quella prima maggiore altezza, ch’è in$ino al di$opra de capitelli de le colonne in diciannoue parti, de lequali ne a$$egnarono dodici a la altezza del lume, & $ei [246]DELLA AR CHITETTVRA a la larghezza, & a lo $tipite una. Mai Corinthii le diui$ono in uentiuna par- te, $ette de lequali ne a$$egnarono a la larghezza del uano, & per la lunghezza rad doppiarono detta larghezza, & la larghezza de lo $tipite fu per la $ettima parte de la larghezza del uoto, in qual $i uoglia di que$te porte gli $tipiti furono archi- traui. Et $e io non m’inganno gli Ionici $i dilettarono d’adornare i loro $tipi- 5 ti di tre fa$ce, come gli architraui, & i Dorici ne leuarono i regoletti & i chiodi, & tutti poi per fare le porte piu adorne aggiun$ono $opra il cardinale la maggior parte qua$i di tutte le leggiadrie de le loro cornici. Ma i Dorici non me$$ono $opra l’architraue i Glifi: ma in quello $cambio un fregio largo quanto gli $tipiti de l’u$cio, & $opra il fregio aggiun$ono una cima$a, una goletta, & $opra que$ta 10 un regolo $tietto, cioè dentello, & $opra dipoi gli uuouoli, dipoi i men$oloni co- perti con i loro aggetti, & con la loro cima$a, & ne l’ultimo luogo una ondetta, hauendo o$$eruate in que$te parti le mi$ure $econdo quell’ordine di \’quelle co$e, che noi dicemmo ne le architrauate de Dorici.

[247]LIBRO SETTIMO. 5 10 15 20 25 30 35 40 [248]DELLA ARCHITETTVRA

Gli Ionici peril contrario non ui me$$on fregio, come ne l’altre loro architra- uate; ma in cambio di fregio ui me$$ono un fe$tone di uerdi frondi gonfiato, legato con certe fa$ce di gro$$ezzail terzo manco che l’architraue, $opra delqua- le po$ono una cima$a, & un dentello, & gli uuouoli & i men$oloni gros$i, coperti con una fa$cia, ne la fronte, & la $ua cima$a, & poi di $opra ne l’ultimo una ondet- 5 ta. In oltre po$ono a qual $i è l’una de le te$te fuor de gli $tipiti $otto il goccio- latoio (per chiamarli co$i) certi orecchi, chiamati co$i da begli orecchi de cani, cioè men$ole, & fu il di$egno di que$ti orecchi $imilea una S. maiu$cula lunga, che $i accartoccia ne le $ue te$te in que$to modo S. & la gro$$ezza di que$ti orecchi da capo $u quanto il fe$tone de le frondi, & da piede piu $ottile il quarto, la lunghez- 10 za di detti orecchi arriuò $ino al principio del uoto.

[249]LIBRO SETTIMO. 5 10 15 20 25 30 35 40 [250]DELLA AR CHITETT VRA

I Corinthii ne le loro porte tra$portarono tutti gli adornamenti de Colõna- ti. Adornon$i ancora le porte, & mas$imo in quei luoghi doue elle hanno a $ta- re a lo $coperto, per non hauere a ridire piu que$te co$e altroue, con un porti- chetto attaccato nel muro in que$to modo. Po$ti che tu harai gli $tipiti & il car- dinale, metterai da amenduele bande una colonna tutta tonda, o alcuna uolta 5 una meza, le ba$e de le quali $tieno di$co$to l’una da l’altra tanto che gli $tipiti in- fra l’una & l’altra pos$ino $tare agiatamente. la lunghezza de le colonnecon i ca- pitelli ha da e$$ere apunto tanto, quanto è dal canto de la ba$a de$tra, al canto ul- timo de la ba$a $ini$tra, $opra que$te colonne $i pone l’architraue, il fregio, il cor- nicione & il fronti$picio, con quelle regole che dicemmo ne portici de lequali 10 trattammo a luogo loro.

15 20 25 30 35 40 [251]LIB RO SETTIMO.

Furono alcuni che me$$ono da gli illati de le porte, in cambio di $tipiti orna- menti di cornici, per il che $eciono il uano de la porta piu aperto, lauoro certo piu conueniente a le delicatezze de gli edi$icij de priuati, & mas$imo de le fi- ne$tre, che a le porte de Tempii, Ne Tempii grandi, in quelle porte mas$imo doue non $ono altri uani, $i diuide l’altezza del uano in tre parti, l’una di $opra 5 de lequali $i la$cia per fine$tra & ui $i fa la $errata, & il re$tante rimane per la por- ta. Le porte ancora hanno lor diuer$i modi, & lor diuer$e parti. Infra que- $te parti la principale è il cardinale che $i fa in duoi modi. Percioche, o a canto a gli $tipiti $i mettono arpioni di ferro, ouero da cantoni de le impo$te da capo, & da piede e$cono certi perni $opra la punta de quali $i bilicano gli u$ci, & $i 10 aprono & $errano. Le porte de Tempii, che per durare qua$i $empre $i fanno di bronzo, & di pe$o grandis$imo, piu $icuramente $i uoltonosù bilichi, che sù gli arpioni. Io non $tarò quì a raccontare leporte, che appre$lo gli hi$tori- ci, & appre$$o i poeti io ho letto ue$tite d’oro, d’auorio, & di $tatue tanto graui, che non $i poteuano aprire $enza una gran moltitudine d’huomini, & con lo $tre 15 pito loro metteuano altrui $pauento. Io certo in que$to lodo la facilità de lo aprirle, & del $errarle. Sotto la punta adunque del perno, o bilico $i metterà una Ralla fatta di bronzo, & di$tagno, & que$ta Ralla $i $cauerà bene a dentro, $caueras$i ancora la punta del bilico, che regge la impo$ta a gui$a di catino, tal- mente che infra il bilico & la Ralla $tringhino in$ieme una palla di ferro ben ton 20 da, & ben pulita; ma quanto al bilico di$opra, ch’èin te$ta a la impo$ta, bi$ogna che $ia nel cardinale impiombata una $pranga di ferro che habbia un’anello mol to pulito, & molto li$cio, nelquale entrando e$$o bilico $i muoua, & co$i auuerrà che la porta non farà mai re$i$tentia nel muouer$i, & con ogni poco di $pinta an- drà doue ru uorrai. Ad ogni porta $iano due impo$te, che una $i apra uer$o uno 25 illato, & l’altra uer$o l’altro. Sieno que$te impo$te gro$$e la duodecima parte de la loro larghezza, adornan$i con $corniciature, che po$te $opra l’impo$te accer- chiano atorno la grandezza di quella, & mette$ene quante tu uuoi, o due, o tre l’una $opra l’altra, o pur una $ola $emplice, & $e que$te $corniciature $aráno due, me$$e a giacere qua$i come $caglioni l’un $opra l’altro, fa che fra tutte due piglino 30 de la larghezza de la porta non piu che il quarto, nè meno che il $e$to, & que$ta ultima che è po$ta a $tare $opra l’altra piu eminente, fa che ella $ia il quinto piu larga che quella di$otto, ma$e elle $arannotre $corniciature, o$$eruerai in e$$e le mi$ure de gli architraui Ionici, Ma $e atorno ui andrà una $ola $corniciatura, fac cia$i non piu de la quinta, nè meno de la $ettima parte, sfonderanno le $cornicia- 35 ture a lo indentro con una goletta. La lunghezza de le impo$te $i debbe di- uidere con le $corniciature per il trauer$o di maniera che gli $patii da alto occu- pino i duoi quinti di tutta l’altezza de’ uani de gli u$ci. Ne Tempii $i ador- nano le fine$tre non altrimenti che le porte; ma i uani di quelle, perche egli oc- cupano uicino al cielo de la uolta la piu alta parte de le mura, & con i loro an- 40 goli terminano nel tondo Cielo de le cupole, per que$to $i fanno tonde al con- trario de le porte, percioche elle $ono il doppio piu larghe che alte, & que$ta loro larghezza diuidono con due colonnette, po$teui con quella regola, che fi mettono ne le logge ma que$te colonnette $ono la maggior parte quadrate. [252]DELLA ARCHITETTVRA i di$egni de le Zane, ne lequali $i hanno a collocare, o tauole dipinte, o $tatue, $i fanno $ecõdo il di$egno de le porte, & con l’altezza loro occupano il terzo del loro muro. A le fine$tre de’ Tempij u$auano porrein cambio di inuetriate tauole di Alaba$tro tra$parenti, che fu$sino gagliarde contro a le brinate, & con- tro a Venti, ouero uno ingraticolato di bronzo, o di marmo, & i uani di tali in- 5 graticolati riempieuano non di fragil uetro, ma di pietra tra$parente cauata di Se guenza ca$tello in I$pagna, o di Bologna di Piccardia; que$te pia$tre rare uolte $o no piu larghe d’un piede, di ge$$o tra$parente, & lucidi$simo, alquale la natura ha dato un dono particolare, cioè, che ei non inuecchia mai.

10 De lo Altare, Comunione, Lumi, & Candellicri. Cap. XIII.

DOppo que$to $arà bene quanto a le co$e de Tempij collocarelo Altare $o pra ilquale $i hanno a fare i $acrificij in luogo molto degno, & $tarà mol- to bene in mezo a la Tribuna. Gli antichi feciono lo Altare alto $ei 15 piedi, & largo dodici, $opra ilquale collocauano le $tatue, ma $e egli è bene, che in uno Tempio $ieno piu altari per fare i $acrificij, ò non, la$cieremo giudicare ad altri. Appre$$o a no$tri antichi in quei primi principij de la no$tra religio- ne gli huomini da bene, & buoni conueniuano in$ieme a la cena, non per em- piere il corpo di uiuande, ma perche pigliando in$ieme tutti quel cibo, diuenta$- 20 $ino piu man$ueti, & piu benigni, & empiendo gli animi di buoni ammae$tra- menti $e ne tornas$ino a ca$a acce$i, & infiammati del de$iderio de la uirtù. In que$to luogo adunque gu$tate piu to$to che mangiate quelle co$e, che mode- ratamente erano ordinate per la cena, $i leggeua, & $i haueuano ragionamenti dele co$e diuine. Ardeua cia$cuno dizelo dicarità uer$o l’altro per la $alute 25 comune, & per il culto diuino. Finalmente ognuno $econdo la po$$ibilità $ua, metteua a comune qua$i come un cen$o douuto a la pietade, laroba per $ti- pendio di coloro, che ueramente meritauano, & dal $ommo $acerdote, era- no tali co$e di$tribuite a coloro, che ne haueuano bi$ogno. Tuttele co$e adunque in que$to modo erano infra di loro comuni, come infra fratelli aman- 30 ti$$imi. Doppo que$to tempo poi chei Principi accon$entirono che ciò $i fa- ce$$e publicamente, deuiarono certo non molto da lo antico co$tume, ma con- correndoui maggiore numero di popoli, u$arono piu $obriamente cenare. Et que’ $ermoni, che in quei tempi faceuano i dotti Ve$coui, $i po$$ono anco- ra uedere ne gli $critti de no$tri antichi padri. Si che haueuano un $olo alta- 35 re in quei tempi, doue $i ragunauano a fare un $olo $acrificio per giorno. Suc- ce$$ono dipoi que$ti tempi, ne’ quali uole$$e Dio che $i leua$$e $u$o alcuno huo- mo di grauità (& $ia con pace de Pontifici) che giudica$$e che fu$$e bene, di emendarli, iquali Pontefici per mantener$i una certa loro reputatione $i la$cia- no affatica uedere dal popolo una uolta l’anno, & hanno talmente ripieno ogni 40 co$a di Altari, & alcuna uolta, hor $u io uo $tar cheto. Ma dico bene que- $to, che e’ non $i truoua co$a alcuna appre$$o de’ Mortali, nè $i puo imagina- re che $ia piu $anta, o piu degna del $acrificio, & io non credo che $i truo- iu ne$$un $auio che uoglia che le co$e tanto degne $i auili$chino con farnetroppa [253]LIBRO SETTIMO. abondantia. Sonci alcune altre $orte di adornamenti non $tabili con iquali $i adorna & honora il $acrificio. Soncene ancora di quelli con iquali $i adorn a ancora il Tempio, l'ordine de' quali $i appartiene a l'architettore, Et $i cerca qual $ia piu bella co$a di tutte que$te, o un luogo doue concorrino molte $trade, pie- no di una $cherzante giouentù, o un Mare pieno di Nauilij, o una campagna pie- 5 na di $oldati armati, & di in$egne uincitrici, o una piazza piena di uecchi padri togati & $imili, o un tempio lieto per la quantità & allegrezza di molti lun<007>i. Ma io certo uorrei che nel Tempio i lumi haues$ino una certa maie$tà, laquale in que$te piccole $cintille de lumi, che hoggidì noi u$iam o non $i ritruoua. Ha- ranno certo gran leggia dria, io non lo niego, $e $i accommoderanno con qual- 10 che ordine di linee, $e la lampane $i di$tenderanno $econdo gli ordini dele cor- nici. Ma a me piaceuano a$$ai gli antichi, che $opra i candellieri metteuano al- cune baccinelle alquanto grandotte piene di odorifere fiamme. Diuideuano in $ette parti la lunghezza de candellieri, due de lequali ne a$$egnauano a la ba- $a, & era la ba$a triangolare piu lunga che larga * & da piede era piu larga che da 15 capo * il fu$o del candelliere $i rizza in alto con ua$i $trozzati nel collo po$ti l'u- no $opra l'altro, & in cima ui $i metteua una tazza concaua piena di gomme & di legni odoriferi, Troua$i $critto quanto bal$amo per ordine del principe $i arde$- $e per cia$cun giorno $olenne in Roma ne le chie$e principali a $pe$e del publi- co, che furono libre cinquecento ottanta. Et que$to ba$ti de Candellieri. 20 Hora uegniamo a le altre co$e, con lequali $i adorna eccellentemente il Tempio. Io ho letto che Gige donò al Tempio d'Apolline Pithio $ei tazze d'oro mas$ic- cio, che pe$auano libre trentamilia, & appre$$o a Delfo e$$ere $tati ua$i d'oro ma$- $iccio & d'argento, cia$cun de quali ten eua $ei anfore & ui furono alcuni, che $ti- marono piu l'inuentione, & la fattura, che non $timarono l'oro. Appre$$o a Sa- 25 mij nel Tempio di Iunone dicono che ui fu una tazza intagliatoui all'intorno certe figurette di ferro, laquale già gli Spartiani haueano mandata a pre$entare a Cre$o, tanto grande, che ten eua trecento an fore, cioè 135 oc. libre. Ho troua- to ancora che i Samij mandarono già a donare a Delfo un ua$o di ferro, nelquale erano intagliate con artificio grandis$imo certe te$te d'animali, ilquale era retto 30 da certe ftatue alte $ette cubiti, cioè braccia cinque & un quarto, che ginocchioni lo $o$teneuano. Marauiglio$o certo fu quel che fece il Sannitico Egittio al Tempio del Dio Api, ornatis$imo di uarie colonne, & di uarie $tatue, nelquale era la immagine del Dio Api, che continouamente $i uolgeua, a $guardare uer$o il Sole, & quella ancora fu co$a marauiglio$a che la freccia di Cupido nel Tempio 35 di Diana in Efe$o, $taua $o$pe$a $enza e$$ere legata in alcuno luogo con legame alcuno. Ne$o io che mi dire di sì fatte co$e, $e non che elle $i debbono por- re in luoghi condecenti, di maniera che elle $ieno guardate con marauiglia, & con Reuerenza.

40 [254]DELLA ARCHITETTVRA De princip{ij} de le Ba$iliche, de Portici, de le parti de la muragl ia, & in quello, che elle $ian@ differenti da Temp{ij}. cap. XIIII.

EGliè manife$to che le Ba$iliche da prima erano luoghi, ne quali, i Magi$tra ti de la città $i ragunauano a rendere ragione al coperto, a que$to luogo 5 per darli piu maie$tà $i aggiun$e il Tribunale: Dipoi per farla piu larga non ba$tando le coperture principali, la circondarono di quà & dilà da lato di dentro di portici larghi, innanzi tratto d'un $olo, dipoi gli feciono anco doppi. Aggiun$onli dipoi al trauer$o del Tribunale una naue, laquale noi chiamiamo cau$idica, percioche in quel luogo concorreuano Notari, Procuratori, & Auuoca 10 ti, & congiun$ono in$ieme que$te naui a $imilitudine de la lettera T. Doppo que- $to dicono che furono ordinati per cagione de' $eruitori i portici, di fuori, $i che la Ba$ilica è fatta di naui, o luoghi da pa$$eggiare, & di logge. Ma perche la Ba $ilica pare che $ia de la natura del Tempio, ella $i è attribuito in gran parte tutte le $orti de gli ornamenti del Tempio, ma $e le è attribuite di maniera che pare, 15 che piu to$to ella habbia uoluto imitare, che pareggiare gli ornamenti de Tem- pij. Solleueranno$i col piano da terra come i Tempij:ma l'ottaua parte manco di quell'altezza, che s'a$petta al Tempio; accioche mediante quella, ceda con re- uerentia al Tempío come a co$a piu degna, tutte l'altre co$e che ui $i metteranno poi per adornam\~eto nõ hãno ad hauere mai quella grauità, che quelle che $i met 20 tono ne Tempii. Ecci oltra di que$to ancora infra la Ba$ilica, & il Tempio que- fta differentia, che e' bi$ogna che ella $ia di andari $pedita, & che ella habbia le fi- ne$tremolto lumino$e per la $requentia de qua$i tum ultuanti litiganti, & per la neces$ità di ricono$cere, & di $otto$criuere le $critture, & $arà lodata, $e ella $arà ordinata di maniera, che quelli, che uerranno a cercare, o de loro Clientoli, o de 25 loro padroni, pos$ino a la prima giunta uedere doue e' $ono, & perciò $i debbo- no in que$ti luoghi por le colonne piu rare, & molto a propo$ito ui $taranno quel le, che reggono gli archi:ma non recu$ano ancora quelle che reggono gli archi- traui. Ma noi daremo a la Ba$ilica que$ta diffinitione, & diremo che ella certo è un luogo da pa$$eggiare molto grande, molto e$pedito, coperto di tetto, con 30 logge di dentro: percioche quella ch'è $pogliata di logge, pen$o io che piu to$to $ia una muraglia, che s'a$petti a la curia, & al $enato, che a le Ba$iliche, de laquale parleremo al luogo $uo. La Pianta de la Ba$ilica bi$ogna che $ia piu lunga il doppio, che larga, & è co$a conueniente che ella habbia la naue del mezo princi- pale, & la naue a trauer$o, che dicemmo cau$idica libere, & $pedite da poterui 35 pa$$eggiare. Ma $e per auentura ella harà ad hauere $olamente un portico $o- lo da le bande$enza la naue cau$idica, $i terminerà in que$to modo. Diuida$i la larghezza da la pianta in noue parti, cinque de le quali $e ne a$$egnino a la naue di mezo, & due a cia$cuno de portici. La lunghezza dipoi $i diuida mede$ima- mente in noue parti, una de lequali $i a$$egni al uano, ch'e dal petto a le reni de la 40 tribuna, & due a la larghezza de l'entrata de la tribuna.

[255]LIBRO SETTIMO. 5 10 15 20 25 30 35 40 [256]DELLA ARCHITETTVA Facciata di dentro de la Ba$ilica $enza la naue cau$idica. 10 15 20 25 30 35 40 [257]LIBRO SETTIMO.

Ma $e oltre al portico ui $i harà ad aggiugnere la naue cau$idica alhora diuide- rai la larghezza de la pianta in quattro parti, due $e ne daranno a la naue di mezo & una per uno, dipoi a portici, la lunghezza ancora $i diuiderà in que$to mede$i- mo modo; percioche il $eno de la tribuna piglierà a l'indentro con la $ua curua- tura la duodecima parte de la $ua lunghezza:ma il uano de l'entrata $arà duoi do 5 dice$imi, & mezo, & la naue cau$idica re$terà larga la $e$ta parte de la lunghezza de la pianta.

10 15 20 25 30 35 40 [258]DELLA ARCHITETTVRA Faccia dela Ba$ilica di dentro con la naue cau$idica. 5 10 15 20 25 30 35 40 [259]LIBRO SETTIMO

Ma $e uiharanno a e$$ere in$ieme con la naue cau$idica i portici doppi, diuida $i la larghezza in dieci parti, quattro de lequali ne a$$egnerai a la naue di mezo, & l’altre tre di quà & di là diui$e in parti uguali $eruiranno peri portici; ma la $ua lunhezza $i diuiderà in uenti parti, de lequali $e ne a$$egnerà una & mezo al cauo de la tribuna, & tre & un terzo a l’entrata di e$$a tribuna, alla larghezza de la na- 5 ue cau$idica $e ne a$$egneranno $olamente tre parti. Le mura de le Ba$iliche non $aranno gro$$e, come quelle de Tempii; percioche elle non $i fanno per ha- uere a reggere i pe$i de le uolte, ma per reggere le traui & i caualletti de terti: Fac cin$i adunque gro$$e per la uige$ima parte de la loro altezza, & faccin$i alte $ola- mente una uolta & mezo per quanto èla $ua larghezza dinanzi & non piu mai in 10 alcun luogo. Nele cantonate de le naui da pa$$eggiare e$chino pila$tri fuori del uiuo del muro con di$egno per il lungo del muro, $econdo l’ordine del co- lonnato, gros$i nõ meno che per due, nè piu che pertre gro$$ezze di quel muro. Sonci ancora alcuni che per fare l’edificio piu gagliardo faranno un pila$tro an- cora giù per il diritto del filare de le colonne infra le colonne. La larghezza 15 de’ quali, o ella è per tre, o al piu per quattro gro$$ezze d’una colonna, i colonnati ancora non hanno mai ad hauere quella grauità, c’hanno quelli che $i mettono ne Tempii, per ilche & mas$imo $e noi u$eremo colonnati con gli architraui, ne di$correremo in que$to modo. Sele colonne hanno a e$$ere Corinthie leui$i de la loro gro$$ezza la duodecima parte, & $e Ionice la decima parte, & $e Dori- 20 ce, lieui$ene la nona parte, nel mettere in$ieme poi l’altre co$e, cioè capitelli, ar- ch<007>traui, fregi, cornici, & $imili $i andrà $eguitando l’ordine de Tempii.

[260]DELLA AR CHITETTVRA 5 10 15 20 25 30 35 40 [261] [262]DELLA AR CHITETTVRA De colonnati con gli Architraui, & con gli Archi, di che $orte Colonne $i habbino a me@ tere nelle Ba$iliche, & che cornici, & doue $i habbino a collocare; della Altezza, & larghezza delle finestre; delle loro ferrate, delle impalcature, & delle Porte delle Ba$iliche, & de modi loro. Cap. XV. 5

AQuelle co$e, che noi imitiamo gli Archi, bi$ogna che vi $i mettino co- lonne quadrate, percioche $e noi vi mette$simo colonne tonde, $arebbe il lauoro difetto$o; concio$ia che le te$te de gli Archi non po$erebbono $ul $odo della collonna che vi è $otto; ma quanto il quadrato della te$ta dello ar- 10 co eccederebbe il cerchio, che dentro a $e $i rinchiude, tanto po$erebbe in vano. Per riparare a que$to di$ordine i buon’mae$tri antichi me$$ono $opra i capitelli delle colonne vn’altra cima$a quadrata gro$$a in alcun’luogo per il quarto, & in alcun’altro per il quinto del diametro della $ua colonna, la larghezza di que$ta cimafa fù vguale cõ vna ondetta alla maggior’larghezza del capittello da capo. 15 gli Aggetti $portarono tanto quãto la loro altezza, in que$to modo le te$te & li $pigoli de gli archi hebbero $edilipiu e$pediti & piu $tabili. I colonnati con gli Archi come quelli cõ gli Architraui $ono infra loro differenti, percioche alcuni $e ne fanno radi, & alcuni $pe$si, & $imili, ne gli $pe$si l’altezza del voto $arà tre larghezze & mezo della $ua apertura; ne radi $arà l’altezza $ua per vna larghezza 20 & duo terzi; nè meno radi la lunghezza $arà per due larghezze, nè piu $pe$si la l@rghezza $arà il terzo della altezza. Altroue habbiam’detto che lo arco è vna Traue piegata; Daranno$i adunque quelli ornamenti alli Archi che $i dareb bono alli Architraui $econdo a che colonne $i mettono $opra; oltra que$to chi volef$e che l’opera fu$$e ornati$sima, metta $opra le cime di $i $atti archi a filo 25 Architraui, fregi, & cornici, quali ei cono$cerà appartener$i a colonnati $e arriua$$ero à quella altezza. Ma e$$endo le Ba$iliche alcune accerchiate di vn’$ol portico, & alcune di duoi, $arà per tale conto il luogo de le cornici $o- pra le colonne, & $opra gli archi differente. Percioche in quelle, che $ono ac- cerchiate di vn’$ol’portico prenderanno le cornici, diui$a che tu harai l’altezza 30 del tuo muro in noue parti, le cinque parti, o diuidendola in $ette, ne piglie ra nno le quattro, Main quelle, che hanno ad haucre i portici dopi, $i porran- no le cornici al terzo della altezza del muro al manco, ne punto piu però, che a tre ottaui. Metteranno$i ancora per leggiadria d’addornamento & per vtilità $opra le prime cornici altre colonne, & ma$simo pila$tri, che po$ino apunto $ul 35 centro del mezo di quelle di $otto. Et gioua veramente a$$ai, percioche man- tenendo la gagliardia & la fortezza delli o$$ami, & accre$ciuta la maie$tà de l’ope ra, $i alleggerirà in gran’parte il pe$o & la $pe$a del muro; & $opra que$lo colon- nato ancora $i metteranno le loro cornici con i loro aggetti $econdo che ricer- ca la $orte del lauoro. Oltre a che nelle ba$iliche che haranno duoi portici, 40 $i metteranno tre colonnati l’uno $u l altro da alto a ba$$o, & nelle altre due, Ma doue tu metterai tre colonnati, diuiderai in due parti quello $patio che è dal- le prime collonne in$ino al tetto, & in quella diui$ione fini$chino le $econde cornici; infra il primo & il $econdo corniciato $erbaui il muro intero & [263]LIBRO SETTIMO @ddornalo di varie $orte di intonico, & di lauoro & nel muro che è fra le $econ- de & le terze cornici farai le fine$tre che ti $eruino a dare i lumi, & faranno$i le fi- ne$tre ne le Ba$iliche, che cori$põdino $opra i vani de collonnati tutte ad vn’mo do & corri$pondenti l’una l’altra. La larghezza delle quali non $ia piu $tretta cheitre quarti del vano che è infra colonna & colonna; ma $e la loro altezza $ara 5 per due de le $ue larghezze, $arà commoda; & con il loro cardinale andranno al pari della cima delle colonne, nõ però del capittello, $e elle $arãno quadrate, ma $e le fineftre $aranno tonde, ti $arà lecito co l’arco loro andare $ino qua$i a $otto l’architraue, & piu aba$$o piacendoti di diminuire l’arco, pur che gli archi non pa$sino l’altezza della colonna che gli $arà a canto. Metta$i $otto la 10 fine$tra un’dauanzale con vna cima$a goletta, & vuouoli faccin$i ne vani delle fine$tre le ferrate, ma non $i $errino con tauole di ge$$o come quelle de Tem- pij: ma ben’habbino con che po$sino prohibirea gli impetuo$i venti, & alle tempe$te l’entrare dentro, accio non vi $i $enta mole$tia alcuna, da l’ahra parte egli è di nece$sità che di continuo & liberamente po$sino re$pirare, accioche la 15 poluere che per il pa$$eggiare $i lieua di terra nõ nuoca a gli occhi & a polmoni. Et però me piace grandemente che in que$to luogo $ieno alcune pia$tre di bron zo o di piombo, qua$i dipinte (per dir’co$i) con molti & $pe$si buchi, per i quali entri il lume & gli $piriti per il moto de l’aere $i rinfre$chino. il Tetto ouero palco $arà certo molto honorato, $e da lato di dentro $i farà vn’cielo a un’piano 20 con riquadarmenti d’a$$e ben’ comme$si, & vi $i intrametteranno con mi$ure accommodate cerchi grandi me$colati con altri $compartimenti ad angoli, & $e quelle riquadrature $i di$tingueranno membro per membro con $petie di cornici, & ma$simo con gole, cõ vuouoli, con baccelletti, & con frõdi, in trapo$te l’una ne l’altra, & $e $i farãno gli $patij infra sfondato & sfondato, ornati d’vn’ fre 25 gio a gui$a di g\~eme con aggetti proportionati infra i quali ri$pl\~edino fiori cele brati, o di branca or$ina o d’altro, i piani de quali ri$pl\~edino per i colori hauuti da pittori con ingegno & con maie$tà $ingulare. Plinio v$aua dire che lo oro $i attacaua molto bene a legname con vno intri$o, che $i fa in que$to modo. Me$colan$i in$ieme meza libbra di Senopia Pontica, cioè Bolo. & libbre die- 30 ci di ocria lucida, & libbre due di melino Greco, & triti $i tengono in$ieme per dodici dì. Il ma$tico illiquidito con olio di lino & me$colato con Bolo della elba abbruciato bene, fà vna colla, la quale non $i di$tacca mai. La altezza della porta nelle Ba$iliche $i raporterà alle loggie, $e da lato di fuori $i aggiungnerà per $polgliatoio vn’portico $ia alto, & largo quanto il portico di 35 dentro. Il voto, & gli $tipiti, & $imil’co$e delle porte $i faranno con le regole di quelle de Tempij, ma la Ba$ilica non harà mai l’impo$te di bronzo. Faccin$i adunque di legno di cipre$$o, di cedro, & $imili, & adornin$i con bullettoni di bronzo, & acconci$i tutto vn’lauoro co$i fatto, che habbia del gagliardo, & dello $tabile, piu to$to che del dilicato, o $e pure e’$i hà da attendere a delica- 40 tezza, o maie$tà non vi mettere co$e troppo minute con le quali $i và imitan- do la pittura. ma piu to$to vi $i intaglino ba$si rilieui con non molro aggetto che addornino il lauoro, & $i difendin o facilmente. Hanno ancora comincia- to a fare le Ba$iliche tonde, in que$te la altezza del ricetto del mezo è tanta [264]DELLA ARCHITETTVRA quanta è la larghezza di tutta la Ba$silica. Ma il portico & i colonnati, & le porte, & le fine$tre $i termineranno nel mede$imo modo che quelle delle Ba- $iliche quadrate, & di que$te $ia detto a ba$tanza.

De $egni posti per memoria delle gran’co$e fatte publicamente, & in e$$e e$peditioni 5 delle guerre & nelle u<007>ttorie ancora da Romani & Greci. Cap. XVI.

IO vengo hora a trattare delle co$e, che $i pongono per memoria & $egno delle vittorie, & per diletto d’animo mi piace in que$to luogo e$$er alquan to piu piaceuole, che io non $ono $tato in ne$$un’altro luogo; mentre che tutto il parlar’no$tro $i riuolterà circa le mi$ure & circa i numeri, ma $aro quan 10 to io potrò nel dire corto & breue. I no$tri pa$$ati m\~etre che $uperati gli inimi ci cercauano con le forze & con le virtù loro di allargarei confini del loro Im- perio, collocauano $tatue & termini mediante le quali co$e de$sino inditio di quanto era $tato il cor$o nella lor’vittoria, & co $i $eparauano, & di$tingue- uano le già $uperate campagne dalle altre. Di qui $on nate le Piramidi, le Co- 15 lonne, & $imili altre co$e, che $eruono per $egno delle co$e pa$$ate. Dipoi vo- lendo ricono$cere Dio per le hauute vittorie, con$ecrarono vna parte della preda alli Dij, diedero in protezzione alli Dii le publiche allegrezze, don- de ne nacquono gli Altari, le Capelle, & co$i fatte co$e lequali face$$ero a tal’ propo$ito. Deliberarono ancora che e’fu$$e bene prouedere al nome, & alla 20 po$terità, & $i affaticarono di contraffare le e$$igie de gli huomiui talmente, che $i cono$ce$sino, & che $imanife$ta$sino le virtù loro appre$$o la generatio- ne humana. Di qui andarono ritrouando le $poglie, & le $tatue, &i Titoli, & i Trofei; accioche $erui$sino a $pandere per il mondo la fama loro. Gli altri de$cendenti poi non pur’$olo quelli, che in alcuna co$a hanno gioua- 25 to alla patria loro; ma i $elici & i piu fortunati, per quanto egli hanno potuto dimo$trar$i, $econdo il potere delle loro ricchezze gli $ono iti imitando: Ma nel far’que$te co$e diuer$i diuer$amente con diuer$i modi $i $ono affaticati. Bacco nella fine del $uo viaggio nella India po$e per$uoi termini pietre mol- to $pe$$e per ordine, & alberi grandi$simi con i pedali ve$titi di ellera. Vicino 30 a Li$imachia era vn’grandi$simo altare po$toui da gli Argonauti, nel pa$$are che di quiui feciono. Pau$ania a Hippari $ul mare maggiore collocò vn’Va- $o di Bronzo gro$$o $ei dita che teneua libbre 225. Alle$$andro oltre al Mare Occeano vicino al fiume Alce$te rizzò dodici Altari di grandi$sime pietre riquadrate, & vicino al fiume della Tana cin$e tutto lo $patio delli allogiamenti 35 del$uo e$$ercito di muro, opera di $e$$anta $tadij cioè miglia $ette & mezo. Dario e$$endo$i accampato pre$$ o alli Otri$ii $ul fiume Arte$roo comandò a $uoi $oldati che cia$cuno gitta$$e in diuer$i cumuli vn’$a$$o l’vn $opra l’altro, i quali e$$endo a$$ai$simi & grandi$simi veduti poi da po$teri gli haue$sino a inducere a marauiglia. Se$o$tre nel $uo guereggiare honorando coloro, che 40 come huomini valenti $e gli contrapponeuano drizzaua in loro memoria vna Colonna, aggiugnendoui con magnificentia i nomi loro, ma $uergognaua & vituperaua coloro, che come Vili $enza combattere $e gli arrendeuano, con fare intagliare nelle pietre, & nelle colonne per tal’memoria $e$si femminili. [265]LIBRO SETTIMO Ia$one $i faceua Tempij a $e $te$$o in tutte quelle regioni, donde ei pa$$aua, i quali dicono che furono tutti disfatti da Parmenione, accio che in que’luoghi non rimane$$e memoria di nome alcuno, $aluo che di Ale$$andro. Que$te erano quelle co$e, che co$toro faceuano mentre che combatteuano. Ma ac- 5 qui$tata la uittoria, & pacificate le co$e, cominciarono a far’ poique$te altre. Nel tempio di Pallade Solerte attaccarono $o$pe$i quei ferri de piedi con i qua li furono legati i Lacedemonij. Gli Euiani non $olamente $aluarono nel Tem- pio quella pietra, con laquale il Re Fimio perco$$e & ammazzò il Re de Ma- chien$i, ma l’adorarono ancora come uno Dio. Gli Egineti dedicarono al tem 10 pio i becchi delle Naui, predate alli Inimici. Augu$to $eguendo le pedate di co $toro, poi che hebbe $uperato lo Egitto, fece quattro colonne de becchi delle Naui, lequali dipoi da Domitiano Imperatore furno collocate nel campido- glio. Iulio Ce$are ancora ne arro$e due a que$te, poi che per * Mare hebbe $u perati i Peni, una $u la Ringhiera, & l’altra innanzi alla curia. A che racconterò 15 io in que$to luogo le Torri, i Tempij, le Aguglie, le piramidi, i Laberinti & $i- mili co$e? che hanno raccolte gli Hi$torici. Venne certo a tale lo $tudio di cele brare $e $te$$o cõ $imili opere, che e’ collocarono anchora le cittadi per tal’ con to, & gli impo$ono i loro proprij nomi per e$$ere noti a’ po$teri. Ale$$andro per la$ciar gli altri di gran lunga in dietro, oltre a quella città, che ei fece impo- 0 nendoli il nome $uo proprio, ne fece ancora vna, & gl’impo$e il nome di Buce- falo $uo cauallo. Ma a mio giuditio fu piu condecente quel che fece Pompeio, ilquale hauendo me$$o in rotta Mitridate, edificò in quel luogo, doue ei lo $u- però la Città di Nicopoli nella Armenia minore. Nondimeno e’ pare che Se- leuco $upera$$e tutti co$toro, perche ad honore della moglie fece tre Città det- 25 te Apamie, Ad honor della Madre ne fece cinque Laodicee, & in honore $uo ne fece noue Seleucie, & in honor’ del Padre fece dieci Antiochie. Altri $i han no procacciato nome appre$$o a po$teri non tanto con la grandezza della $pe- $a, quanto con alcuna nuoua inuentione. Ce$are delle coccole dello Alloro, che egli portò nel Trionfo fece $eminare una $elua, & la cõ$acrò a futuri Trion fi. Appre$$o ad A $calo in Syria era un’celebrato Tempio, nel quale era collo- 30 cata la $tatua di Dercete, che haueua il uolto humano & il re$tante di pe$ce, per e$$er$i di quel luogo precipitata nello $tagno, & fuui oltra di que$to ordi- nato che qualunche Syrio gu$ta$$e pe$ce di quel’lago, li fu$$e uietata l’entrata del Tempio, il fuoco, & l’acqua. Appre$$o al lago de Mar$i i Mutinij popoli fin$ono Medea ammazza $erpenti, $econdo l’effigie d’un’ $erpente; perche 35 con lo aiuto $uo $i liberarono dalla ingiuria de $erpenti. Simile a que$te co$e fù la Hydra di Hercole, la Vacca, la fiera Lernea, & l’altre co$e che gli Antichi Poeti dipin$ono ne loro Ver$i; le quali inu\~etioni molto mi piacciono, pur che elle habbino rinchiu$o in $e un’certo che di uirtuo$o, $i come èquel che fù $cul pito al $epolchro di Symandio; percioche e’ ui è $colpito un’ Giudice con alcu 40 ni de Magi$trati principali, ue$titi a gui$a di Sacerdoti, dal collo de quali $tà pen dente al petto la verità, che cõ gli occhi chiu$i accenna, & nel mezo ui è un’mõ te di libri, & uno Epitaftio che dice. Que$ti $ono i veri medicamenti dell’ani- mo, ma l’u$anza delle $tatue fù la piu egregia di tutte. cõcio$ia ch’elle $ono buo [266]DELLA ARCHITETTVRA ne per adornare gli edifitij $acri, & i $ecolari, & i publici & i priuati; & $erbano con loro vna rim\~ebranza marauiglio$a, & de gli huomini, & delle co$e. Et cer- tamente che e’ dicono che e’ fù di grandi$simo ingegno chi trouò le $tatue, & che le nacquono in$ieme con la Religione; & tengon’ per co$a certa che gli Inuentori delle $tatue fu$sino i To$cani, Altri credono chei Telchinij Rodiani 5 fu$sino i primi che fabbrica$sino $tatue delli Dij, & $criuono ch’elle erano $oli- te con le loro magiche religioni far’ tornare i nugoli, & le pioggie, & cofe $imi li, & mutar$i $econdo che piu piaceua loro in varie forme d’Animali. Infra i Greci fù il primo Cadmo figliuolo di Agenore che con$ecra$$e nel Tempio le $tatue de gli Dij. Trouiamo in Ari$totile che le prime $tatue che furono collo- 10 cate $u la piazza di Athene, furono in honore di Hermodoro & di Ari$togito- ne, per e$lere $tati i primi a liberar’ la città dalla Tirannide. Et Arrianno hi$to rico racconta che que$te $te$$e $tatue furono di Su$a (doue gia Ser$e 1 haueua tra$portate) ricondotte in Athene da Ale$$andro. In Roma fù tanta gran’ mol titudine di $tatue, che e’ $i diceua che eui era vn’altro popolo di marmo. Rap- 15 $inate antichi$simo Re di Egitto rizzò $tatue di pietra a Vulcano alte braccia diciotto & tre quarti, Se$o$lre Egittio fece vna $tatua per sè & una per la mo- glie alte braccia uentiquattro. Ama$i appre$$o a Menfi collocò una $tatua a $edere, la grandezza della quale era quaranta$ette piedi cioè braccia ventitre & mezo & nella $ua ba$a ue ne era due altre alte uenti piedi. Al $epolero di Si 20 mandio ui erano tre $tatue di Gioue di mano di Memnone, opera miracolo$a, intagliate in una pietra d’un’ pezo $olo; una delle quali $ed\~edo era tanto gran de, che il piede $uo era piu di braccia cinque, & un quarto, & oltre alla arte del Mae$tro, & alla grandezza di $i gran’ pietra era co$a marauiglio$a che in $i gran pietra non era ne un’pelo, ne una macchia. Et non trouando di poi i po$teri 25 $aldezza ne grandezza di pietre $econdo quelle grandezze che cercauano di uoler’ fare le $tatue, cominciarono a farle di bronzo di cento cubiti, ma oltre alle altre co$e, Mancando a Semiramis una pietra di quella grandezza che ella de$ideraua, & hauendo in animo di fare qualche co$a molto maggiore che non $i pote$$e fare di bronzo vicino al mõte di Media, che $i chiama Bagi$tano, fece 30 $culpire la $ua propia immagine in una pietra di dicia$ette $tadij cioè miglia due & un’ ottauo, alla quale $acrifica$sino con alcuni doni, cento huomini. Io non pen$o che $ia da la$ciare indietro quel che dice Diodoro delle $tatue, cioè che gli $tatuarij di Egitto erano $oliti di e$$ere tanto eccellenti con l’arte & con lo ingegno loro, che e’ faceuano una $tatua d’un’ corpo di uarie pietre lauora- 35 te in diuer$i luoghi, con le cõmettiture delle parti talmente finite, che le pare- uano fatte in un’ mede$imo luogo; & da un’ mede$imo mae$tro; & con co$i miracolo$o artifitio dicono che fù fatta quella celebrati$sima $tatua d’ Appolli- ne Pithio appre$$o a Samij: la metà della quale fu fatta da Thele$io, & l’altra metà finì Teodoro in Efe$o. Que$te co$e hò io dette per dilettatiõe de gli ani 40 mi, lequali $e bene fanno molto a propo$ito, io vorrei non dimeno che elle $i fu$sino racconte come accatate in pre$to dal libro che $egue, nel quale trattere- mo delle memorie de Priuati, allaqual’ co$a que$te $i a$pettauano. Percioche non $i la$ciãdo i priuati co$i facilmente $uperare da Principi in quanto alla grã- [267]LIBRO SETTIMO dezza delle $pe$e & ardendo di de$iderio della gloria, & de$iderando, per quã- to è pote$$ero di $pandere la fama del nome loro; non perdonarono però (per $ino a quanto poterono) a $pe$a alcuna, & con ogni loro $tudio preoccu- parono tutto quello, che pote$$e & l’arte, & la forza de gli ingegni & de mae- 5 $tri. Contendendo$i adunque & di di$egno, & di conuenientia di lauori, di e$- $ere uguali a’ Re. Ottennero $econdo me di non gli e$tere in tal’ ca$o molto inferiori. Et però ri$erbin$i nel libro, che uiene. Et prometto que$to, che $i fatte co$e arrecheranno quando $aranno lette ad altrui piacere. ma non la$cia- mo qui indietro quel che fà a no$tro propo$ito.

10 Se e’ $i debbon’ metter’ le statue ne Temp{ij}, & di che co$a $i debbon’ fare piu com- modamente. Cap. XV II.

SOno alcuni, che nõ uorrieno, che ne Tempij $i mette$sino $tatue, & dico- 15 no che il Re Nũma nõ volle che ne Tempij $i mette$$e $imulacro alcuno, $eguendo la di$ciplina di Pittagora. Et però Seneca $i rideua di $e, & de $uoi cittadini, fcherziamo diceua come i bambini con le bambole, ma quelli che impararono da no$tri antichi adduc\~edone la ragione di$corrono in que- $to modo delle co$e de gli Dij. Chi $arà tanto $ciocco che nõ $appia che le co$e, 20 de gli Dij $i hanno a cõ$iderare con la mente & nõ con gli occhi. Etè co$a ma- nife$ta che e’ non $i può dare alcune forme con lequali $i po$$a in alcuna parte ancor’ che minima, imitare, o $ormare una co$a di tanta grandezza com’ è Dio; & $i pen$a certo che gioui grandi$simamente a potere con$eguire, che cia$cuno potrà $econdo le forze $ue intendere & cono$cere & e$$er’ capace della natura del primo motore, & delle $uperne intellig\~etie, $e non ui $aranno alcune $tatue 25 fatte manualmente. Et co$i in que$to modo piu prontamente honoreremo il nome della Maie$tà diuina. Altri la intendono per il contrario. Percio che e’ dicono che certe $orti di huomini furono connumerati infra gli Dij, con otti- mo certo & $auio con$iglio, accio che gli animi de gli ignoranti piu facilm\~ete leuando$i dalla loro mala uita, $i riuolta$sino a doue fu$sino le $tatue, & andan 30 do ad adorarle, pen$a$sino di and are ad adorare gli Dij. Altri credettero che e’ fu$$e bene porre in luoghi $acri & doue haue$sino ad e$$ere ueduti l’effigie di coloro, che haue$sino meritato a$$ai da gli altri huomini, o che è pen$a$sino che e’fu$sino da douere e$$ere con$acrati per Dij, accioche honorati da po$teri gli accende$$ero di zelo di gloria cercando di imitarli. Ma egli certo importa 35 a$$ai quali $tatue, & ma$simo ne Tempij, in quai luoghi, come $pe$$e, & di che materia ui $i ponghino. Percioche e’non ui $i hanno a mettere $tatue da far’ ri- dere, come quelle che $i mettono ne gli horti, per $pauentacchio de gli vccegli, ne come quelle che $i mettono ne portici de $oldati, & $imili. Ne giudico che $ia bene metterle in luoghi $tretti, & in luoghi che nõ $ieno honorati, Ma tratte 40 remo prima di che materia $ia ben’ farle, & dipoi dell’altre co$e. Dice Plutarco che gli antichi faceuano le $tatue di legno, $i come in Delo fù la $tatua di Apolli ne, & in Popolonia, vicina a Piombino vene fù vna di Vite con$ecrata a Gioue, laquale molti raccontano che $i mantenne $alda lungo tempo, & come quella [268]DELLA ARCHITETTV RA di Diana Efe$ia, che alcuni dicono che era di Ebano, & Mutiano dice che ella era di Vite, Peras che fece il Tempio di Argolica, & vi con$ecrò la figliola per Bade$$a vi fece vn’Gioue d’un’ troncone d’un’pero. Furono alcuni che prohi- birono che gli Dij $i $culpi$sino in pietre, percio che elle $ono dure & crude- li. Rifiutauano ancora l’oro, & l’argento perche na$ceuano di Terra $terile, 5 & infelice, & perche haueuano vn’colore pallido da infermi, & il Poeta dice que$ti ver$i.

Staua il gran’ Gioue in sì piccolo albergo. Ritto a gran’ pena, & nella destra mano Alto teneua un’fulmine di terra. 10

Appre$$o a gli Egizzij furono alcuni che $i pen$arono che Dio fu$$e di fuoco, & che egli habita$$e nello elemento del fuoco, nè potere e$$ere compre$o dal $en $o de gli huomini, & però feciono gli Dij di cri$tallo, Alcuni altri $i pen$arono che fu$$e bene fare gli Dij di pietra nera, pen$ando che tal colore fu$$e incom- pren$ibile, Altri finalmente di oro per confar$i il colore alle $telle, ma io $on $ta 15 to $o$pe$o di che co$a $ia bene fare le $tatue delli Dij, Tu dirai certamente che quella materia in che $i ha a intagliare la imagine di Dio, bi$ogna che $ia oltra modo degna; acco$ta$i alla degnità quella co$a, che è piu che l’altre rara, niente dimeno io non $on tale che io le uoglia fare di $ale, $i come dice Solino, che era- no $oliti di fare i Siciliani, nè come dice Plinio anco di Vetro, nè di oro mas$ic- 20 cio, nè di argento ancora, non perche io la intenda come coloro che ciò recu$a uano, per e$$er nato di terra $terile, & di color pallido. Ma ci $ono molte cagio- ni che acciò mi muouono, infra le quali ci è que$ta, che io mi per$uado che e $i appartenga alla Religione, che quelle $tatue, che noi porremo da douer$i ado- rare come Dij, $ieno per quanto $i può $imili a es$i Dij; giudico adunque che 25 gli huomini mortali le habbino a fare quanto piu po$$ono immortali, o qual dirò io che $ia la cagione perche $i $timi tanto una riceuuta openione da no$tri maggiori di co$i fatte co$e? che e $i tenga per certo, che in que$to luogo una dipinta Immagine d’uno Dio ci e$audi$ca, & in que$to altro una $tatua del me- de$imo Dio, non e$audi$ca non che altro, le orationi, & i voti de gli huomini 30 giu$ti? che piu, $e tu tramuti le mede$ime $tatue da luogo a luogo, alle quali il uulgo $oleua portare grandis$ima reuerentia, non trouerai chi piu gli creda, o gli faccia uoti, come $e elle fus$ino fallite; bi$ogna adunque che elle habbino i luoghi loro $tabil<007>, propij, & dignis$imi. Dicono che e non ci è memoria alcu- na infra gli huomini, che di oro $i $ia ui$to lauoro alcuno eccellentis$imo, come 35 che il principe de metalli $i $degni di e$$er troppo honorato dalle mani de gli Artieri, $e que$to è co$i, non è bene fare le $tatue de gli Dij, che noi uorremo fa re conuenientis$ime di Oro. Oltre a che alcuni tirati dal de$iderio de l’Oro piu facilmente fonderanno tutta la $tatua, che $olamente la bar ba e$$endo d’oro. Piacerammi molto di bronzo, $e già non mi diletterà piu il candore del bian- 40 chis$imo marmo. Ma nel bronzo ui $arà un certo che, che io primieram\~ete lo- dero, ri$petto al durare a$$ai, pur che noi le facciamo tali, che e $ia maggiore il peccato nel gua$tarle che il guadagno nel fonderle, per farne poi altro. Sieno ueramente tali come $e noi le haues$imo fatte con il martello, o di lamine $ot- [269]LIBRO SETTIMO. tilis$ime, fondute che paia fatta a punto la pelle. Scriuouo che fu fatto un $i- mulacro d’Auorio tondo, grande, che a gran pena capiua $otto il tetto del tem pio, a me non piace. Percioche e bi$ogna che e $ia conueniente di grandez- za, di forma, di di$egno, & di conuenienza di parti, & for$e non $tanno bene in$ieme, le faccie de grandi Dij $eueri di barba & di ciglia, con l’effigie piu dol- 5 ci delle Vergini. Oltre a che $e gli Dij $aranuo piu rari, s’io non m’inganno, ac- cre$ceranno la reputatione & la reuerentia. Sopra uno altare ui $e ne porranno commodamente duoi, o non piu ditre, 11 numero & moltitudine de gli altri $i ponga nelle nicchie, in luoghi accommodatis$imi. Io uorrei che lo $cultore $i ingegna$$e quanto piu puo di e$primere nel fare qualunque di que$ti Dij con 10 habito, & con ge$ti da huomini grandi, qual $ia $tata la uita & i co$tumi loro, lo non uoglio, il che e tengono per co$a bella, che e paia qua$i un’hi$trione, o vno $chermidore, ma uoglio che & dal uolto, & da tutto il re$to del corpo mo$tri di $e una certa grauità, & una Maie$tà degua, certo di Dio. Et che e dimo$tri qua$i col cenno & con la mano di e$$audire & $pontaneamente riceuere colo- 15 ro che lo uanno ad adorare. Co$i fatte uorrei io che fus$ino le $tatue che $i po- nes$ino ne Tempij, & l’altre $i la$cia$$ero a Teatri, & a gli altri edifitij $ecolari.

DELLA ARCHITETTVRA 20 DI LEONBATTISTA ALBERTI. LIBRO OTTAVO. Dell’ ornamento delle uie mae$tre dentro o fuori della Città, doue $i babbino a $otterrare, o abbruciare i corpi mor<007>i. Cap. I. 30

IN altro luogo habbiamo di$cor$o, che gli adornamen- ti che $i applicano alle opere, giouano grandis$imamen te alla Architettura, & è a$$ai manife$to, che i mede$imi adornamenti non $tanno bene in tutti gli edifitil. Per- 35 cioche e $i debbe u$are in ogni arte, ogni indu$tria, & ogni fatica in fare che le opere $acre, & mas$imo publi- che $ieno ornatis$ime, come quelle che $i fanno per li Dii, doue le $ecolari non $i fanno $e non per gli huomi- ni. le cofe men degne adunque debbono cedere alle piu degne, nondimeno 40 e$$e ancora $i addorneranno delle loro parti, de loro addornamenti, & hab- biamo nel pa$$ato libro racconto come habbino a e$$er fatti gli edifitii $acri publichi, & con che maniera: hora ci re$ta a trattare de gli edifizii $ecolari; andremo e$plicando adunque quali adornamenti $i debbino a$$egnare a qual [270]DELLA ARCHITETTVRA s’èuno di loro, Primieramente io pen$o che la $trada $ia co$a publica, concio$ia ch’ella è ordinata per cagione di cittadini; e per cõmodità ancora de fore$tieri: ma perche de Viandanti ne $ono alcuni, che vanno per Terra, & alcuni che $i fanno portare per acqua, tratteremo di amenduoi. Vorrei che tu ti ricor- das$i che altroue ti dis$i, che de le $trade alcune ne $ono mae$tre, & alcune 5 no, & in oltre che altrimenti haueua a e$$ere la $trada nella città, & altrimenti nella campagna; la $trada mae$tra nella cam pagna riceuerà gran dis$imo orna- mento da e$$a cãpagna, nella qual ella $i trouera, $e detta cãpagna $arà cultiuata, $eminata, piena di Villagi, & di habitazioni, & $e ella $ara abbõdante di molte co$e piaceuoli, $e vi $arà hora il Mare, horai monti hora vn’fiume, hora vn’fon 10 te hora vn’terreno arido, & vna rupe, hora vna pianura, hora vn’bo$co, ò vna valle; non $arà piccolo addornamento s’ella non $arà alla china, o difficile al $alirla o $porca, ma per dire co$i, $e ella $arà vaga & piana, & $patio$a, & aperta per tutto; & che non feciono gli antichi? per ottenere que$te tal’co$e. Io non $tò a raccontare che e’la$tricarono $trade di cento miglia con pietre duri$sime, 15 alzandoui $otto vn’piano di grandi$sime pietre. La$tricarono la via Appia da Roma $ino a Brindi$i. Veggon$i in molti luoghi per tutte le $trade mae$tre Rupe di pietra tagliata, Monti $ghembati colline forate, Valli ripiene con incredibile $pe$a, & miracolo delle opere; le quali co$e certo $on’tutte, & vtili & honoreuoli. Oltra di que$to arrecheranno ornamento grandi$simo, $e vi 20 $aranno co$e che a Viandanti, che per e$$e pa$$eranno porghino occa$ione di di$cor$il, & mas$imo di co$e degne. Vno Amico, o Compagno che $appia ra- gionare di a$$ai co$e (diceua Laberio) $erue qua$i per vna lettiga in vn’viaggio; & certamente che nel ragionare $i $cema a$$ai del fa$tidio, che l’huomo hà nel caulacare. Per la qual’co$a, hauendo io $empre molto riuerita la pruden tia de 25 no$tri maggiori, $i in tutti gli altri loro ordini, $i ancora gli lodo grandi$sima- mente, per hauer trouato quel che noi diremo ade$$o (ancor’che la inten- tion’loro haue$$e ri$petto a co$e di molto maggiore importanza) cio è il dilet- tare i viandanti. Diceua la legge delle dodici tauole nõ $otterare & nõ abbru- ciare alcuno homo nella citta. Oltre che egl’era vna legge antica nel Senato che 30 enon $i pote$$e $otrerare alcun’morto dentro alle mura della citta, $aluo le Ver gini ve$tali, & li Imperatori, che non erano compre$i da tal’legge. Dice Plu- tarco, chei Valerij, & i Fabricij per loro honore poteuano e$$ere $otterrati in $u la Piazza, ma i loro po$teri, hauendoli me$si in cotal’luogo $ubito datoui con la fiaccola il fuoco, gli portauano via, volendo dimo$trare che poteuano cio 35 fare, ma per mode$tia non voleuano. Per il che accomodauano il lor’$epolcri alla campagna in luoghi accomodati, lungo la $trada, & faceuano per quanto portauano le ricchezze loro, & l’arte delli Architettori, che efu$sino quanto piu poteuano pieni, & colmi d’ornamenti; erano per que$to murati con di- $egno grandis$imo, ne vi mancaua gran’copia di colonne, ri$plendeuonui le 40 corteccie delle facciate rendeuonui dilicatezza, le $tatue, & le $culture, & le ta- uole dipinte, vedeuanui$i le te$te fatte di bronzo, & marmo con artifizio eccel- entis$imo; cõ la quale v$anza quãto quelli huomini prudenti$simi certo gioua$ ero, & alla Repub. & a buoni co$tumi, $aria co$a lunga a raccontarla. Dirò con [271]LIBRO OTTAVO. breuità $olamente quelle co$e che fanno a no$tro propo$ito, che pen$i tu che faces$ino i viandanti $e alcuna volta pa$$auano per la via Appia, o per qualch'al- tra via mae$tra tu ti voglia trouandole tutte piene marauiglio$amente d'una moltitudine di$epolchri; non credi tu che e n'haues$ino piacer’ grandis$imo 5 offerendo$eli innanzi a gli occhi hor'que$to hor'quello, & poi quell'altro, & piu la vn'altro, ornatis$imi oltre a mi$ura, mediante i quali ricono$ceuano i no- mi, & le effigie de famo$i Cittadini. Che dirai adunque? non ti par'egli che da $i gran moltitudine di indizij delle co$e antiche, na$ce$$e grande occa$ione da potere ragionare de le gran'co$e fatte da gli huomini grandi, & dipotere alleg 10 gerire il fa$tidio del viaggio, & da accre$cere dignità alla città di Roma? ma que$to era il manco. percioche egli era molto piu d'importanza che con que- fta co$a $i prouedeua molto bene al bene & alla $alute della Patria, & de citta- dini. Infra le principali cagioni che i ricchi ricu$arono la legge Agraria rac- conta App<007>ano hi$torico fù che e'tennero per co$a impia chei $epolchri de lo 15 ro maggiori $i haue$sino a transferire in altri, Quante grandi hereditadi cre- dian'noi che peruenis$ino $alue ne nipoti, $olamente per que$ta reuerentia, & o$$eruatione della carità o Pietà o Religione, che $arebbono da prodighi, dal giuoco, & da fallimenti $ute mandate male? Oltre a che que$ta era vna co$a che, & alle Ca$ate, & alla cittàfaceua ornamento non piccolo dando nome di 20 $e, & de fuoi antichi; per il che i po$teri $i haues$ino a eccitare di nuouo, & da capo a volere imitare le virtù de gli huomini degni di grandis$ima lode. Che ti pare finalmente di que$to con che occhi, $e mai per auentura fu$$e accaduto credian'noi che eglino haues$ino po$$uto ri$guardare l'in$olente, & furio$o ini mico, che fe$tiggia$$e infra $epolchri de loro maggiori? chi $aria mai tanto $cia 25 gurato, o tanto dappoco, che $ubito non arde$$e d'ira, & di de$iderio di vendi- car$i, & per conto della Patria, & per conto dello honore? & quanta $arebbe la audacia, & la fortezza, che o per la vergogna, o per la pietà, o per il dolore che di cio haues$ino; $i ecciterebbe ne gli animi de gli huomini? Per tanto gli Antichi, $ono certo da e$$ere lodati, nondimeno io non bia$imo anco i no$tri 30 che $otterrano imorti loro dentro alla città in luoghi $acri, pur che non met tinoi corpi nel Tempio doue i Padri, & i Magi$trati $ono chiamati a $acri$itij, Tal che alcuna volta interuenga, che la purità del Sacrifitio $i venga a con- taminare dal vapore di alcuno corrotto puzzo, ma molto piu commoda era l'u$anza di coloro, che abbruciauano i corpi.

35 De uar{ij} modi de $epolcri, & del $eppellire. Cap. II.

E'Mi gioua certamente di non la$ciare in que$to luogo indietro quelle co $e, che mi pare ci $ieno da dire circa i modi de $epolchri; concio$ia che e 40 pare che qua$i $i acco$tino allo e$$ere edi$izij publichi, percioche è$i con $acrano alla religione. Doue tu hai a $otterrare i morti dice la legge, fàche vi $ia $acrato & no<007> facciamo la mede$ima profes$ione, cio è che le co$e de $e- polchri $i appartenghino alla religione. Per tanto douendo$i la Religione an- teporre a tutte l'altre co$e, io pen$o, che $ia bene, ancor'che le $ien'co$e appar- [272]DELLA AR CHITETTVRA tenenti a priuati, trattar' prima di loro, che pa$$are a trattare delle co$e publi- che $ecolari. Ei non è $tato mai in alcun' luogo gente tanto e$ferata, che nõ hab bia giudicato che e $ia bene v$are i $epolcri, eccetto che alcuni lchtiofagi, de' quali $i dice, ch'erano $oliti a gui$a di Barbari, nell'ultimo della India gittare i corpi de morti loro nel Mare; affermando ch'egli importaua poco che i detti 5 corpi $i con$uma$lero col fuoco, o cõ l'acqua. Gli Albani ancora teneuano che' fu$$e co$a brutta tener' cura de morti, & i Sabei teneuano cura de' corpi morti come dello $terco, anzi v$auano gittare ne luoghi delle brutture ancora i corpi de loro Re. I Trogloditi legauano il capo, & i piedi del morto in$ieme & con 10 celerità lo conduceuano fuori ridendo & $cherzando, & $enza hauer' ri$petto più ad un'luogo, che ad un'altro lo $otterrauano, & poneuanli a la te$ta un'cor no di capra. Ma chiũche harà dell'humano, nõ loderà co$toro; altri $i appre$$o de' Greci, come ancora appre$$o degli Egizzij v$arono di fabbricare $epolchri nõ pure a corpi de gli amici loro, ma a nomi ancora, laqual' pietà veramente è 15 lodata da cia$cuno. Ma io pen$o che principalm\~ete meritino piu lode appre$- $o de gli Indiani coloro, che diceuano che quelle erono rim\~ebranze eccell\~eti$ $ime, lequali $i mãteneuano la$ciate nella memoria de po$teri; & coloro ancora che celebrauano i mortorij degli huomini lodati$simi non con altra co$a, che cõ il cãtare le lodi di quegli. Ma io giudico che $ia bene che s'habbia a tener' cu ra ancora de corpi morti per ri$petto di coloro, che rimangono in vita. Oltre a 20 ch'egli è manife$to chei $epolcri giouano grandem\~ete a dare notizia a po$teri delle co$e pa$$ate. I no$tri Antichi v$arono di fare $tatue & $epolture a $pe$e del Publico, in honore di quegli che haueuano $par$o il $angue, & me$$a la vita per la Repub. per rendergliene con degno guiderdone, & per inanimire'gli al tri a vna $imil' gloria divirtù, ma for$e feciono $tatue a molti, & $epolcri a po- 25 chi; perche e' cono$ceano che que$ti $i gua$tauano, & rouinauano per lo inuec- chiar$i. La $antità de $epolcri diceua Cicerone è talmente congiunta con e$$a Terra, che per co$a alcuna non $i può, ne $cancellare, ne muouere. Percioche hauendo l'altre co$e fine, i $epolchri come co$a $acra durano eterni; & con$a- crauano i $epolcri alla Religione, hauendo s'io non mi inganno in con$idera tione di fare, che la memoria di quello huomo, che ei dauano in protettione alla muraglia, & alla $tabilità del Terreno, fu$$e dife$a dalla riuerenzia, & dalla religione delli D<007>j, accioche lungo tempo $i mantene$$e ille$a dalla uiolenzia delle mani de gli huomini. Di qui nacque che mediante la legge delle dodici tauole non $i poteua v$urpare il ve$tibolo ne la entrata de $epolcri per u$i pro- 35 prij, oltre a che ci era la legge per laquale era a$$egnata grandi$sima pena a chi uiola$$e i corpi abbruciati, o face$$e cadere, o rompe$$e pur una Colonna de $epolcri, finalmente appre$$o a tutte le nationi ben' co$tumate, è $tata la v$an- za di fare i $epolchri; fù tanta la diligentia, & la cura de $epolcri appre$$o de gli Athenie$i, che $e alcuno Capitano Generale non haue$$e procurato che 40 coloro, che fusino morti in guerra, non $i fu$sino $otterrati honoratamente gliene andaua la Te$ta. Appre$$o a gli Ebrei era vna legge che ordinaua che $i $otterra$sino ancora gli Inimici. Racconton$i molti modi, & molti de'morto- rij & de $epolcri, che lo andar'lor' dietro $arebbe fuor' di propo$ito, $i come è [273]LIBRO OTTAVO. quello che $i dice de gli Sciti, che erano $oliti per fare honore a morti di man- giar$eli in compagnia delle altre loro viuande; & altri nutrire cani, accio- che morti poi fu$sino da e$si denorati, ma $ia di ciò detto a ba$tanza. La maggior'parte qua$i di coloro, che vollono, che la loro Republica $u$se ordi- 5 nata di buone leggi, procurarono la prima co$a, che & imortorij, & i $epol- chri non $i face$$ero troppo $untuo$i. Secondo la legge di Pittaco, $opra il Tumulo della Terra del morto, non era lecito porui co$a alcuna $aluo che tre colonnette, non piu alte che vn'cubito, ò che vna mi$ura, concio$ia che e pen$auano, che e fu$$e co$a conueniente, che in quella co$a in laquale la natura 10 di tutti era comune, non vi $i haue$$e ad hauere differentia alcuna, ma che le co $e $u$sino vgualmente comuni co$i alla Plebe, come a Ricchi, $econdo il co$tu- me antico, adunque $i ricopriuano co$i, $olamente di zolle, & pen$auano che que$to $te$$e molto bene, percioche e$$endo il corpo di Terra lo riponeuano qua$i nel grembo della Madre. Et ordinarono che ne$$uno pote$$e fare $epol- cro lauorato di maniere, che ui anda$$e piu tempo che quello vi con$uma$$ero 15 dieci huomini in tre giornate. Ma gli Egizij feciono piu che tutti gli altri ilor' $epolcri cõ curio$ità grãdi$sima. Concio$ia che egli v$auano dire che gli huomi ni faceuano errore a fabricar$i le ca$e tanto dilicatamente, le quali haueuano ad e$$ere $tanze per breui$simo t\~epo, & a nõ tenere troppa cura de $epolcri do ue haueuano a ripo$ar$<007> tãto lungam\~ete. Ma a me pare che que$to cõ$uoni piu 20 alla verità. Le genti in quella prima loro antichità, ordinarono che in quel'luo go doue e'$otterauauo i corpi morti, $i mette$$e per $egno la prima co$a una pietra o for$e (come di$$e Platone nelle $ue leggi) uno arbore, & di poi comin ciarono ad ama$$arui $opra, & allo intorno, alcune co$e accioche le be$tie con lo $calzare o con lo $mouere non ui $ace$sino bruttura alcuna, & ritornãdo poi 25 quella mede$ima $tagione dell' anno, ritrouando quel campo, o fiorito, o carico di ricolte, come era al'hora, che i loro moriuano, non era gran'fatto che $i de$ta$$e ne gli animi loro il de$iderio de loro cari$simi morti; & ch'egli an da$$ero in$ieme al pre$atto luogo raccontando, & cantando i detti, & i fatti di quelli, & adornando con quelle co$e che e'poteuano la memoria del morto. 30 Di qui for$e nacque che tutti gli altri, & i Greci maximo v$arono di adornare i $epolcri di coloro, & di farli $acrificij, a quali e'$i troua$$ero grãdemente obliga ti. Ragunauan$i dice Tucidide in quel luogo con habiti appropriatia quello, & vi arrecauano le primizie de' loro frutti, la qual'co$a certo pen$arono che $u$ $e molto co$a pia & relligio$i$sima<007>l farla publicamente. Onde auiene che io vò 35 conietturando che eglino po$ono nõ $olam\~ete a loro $epolcriterra amontata ò colõnette per ricoprim\~eto e per $egno, ma v$arono di porui ancora alcuni Al taretti, per hauerui luogo da poter celebrare tal $acrificio honorati$simamen- te. Per la qual'cofa procurarono, che e'fu$sino conuenient$simi, & ornati$si- mi per ogni conto, mafurono varij iluoghi doue e'collocarono $i fatti $epol- 40 cri $ecõdo la lege Põti$icia nõ era lecito porrei $epolcri in luoghi publici. A Pla tone parue che l'huomo douea e$$ere tale, che nè viuo, nè morto haue$si a e$$er mole$to al cõ$orzio de gli huomini, & <002> que$to voleua ch'e'$i $otterra$sino fuo ri della città & in terreno $terile. Que$to andarono imitãdo coloro ch'a$$egna- [274]DELLA ARCHITETTVRA rono a $epolchri vn luogo $coperto determinato, & $eparato dal cõmerzio degli huomini, i quali io lodo grãdem\~ete. Altri per il cõtrario $erbauano i corpi morti in ca$a rinchiu$i in $ale, o in ge$lo. Micerino Rede gli Egizzij hauea rinchiu$o il corpo morto della figliuola in vn'bue di legno, e lo $erbaua appre$$o di $e nel pa lazzo regio, & commandaua a coloro che haueuano la cura de $acrifizij che gli face$sino il rinnouale ogni giorno. Racconta Seruio che gliantichi $oleuano col locare i $epolcri de figliuoli Nobili$simi & Eccellenti$simi, $opra i monti molto 5 rileuati & molto alti. Quei di Alle$$andria al t\~epo di Strabone hi$torico haueua- no $erragli, & horti dedicati a $epelire i morti. Nella vicina età de no$tri Anti- chi v$arono di murare a canto a Tempi principali alcune $tanze $acrate per met- terui i $epolcri; & per tutto il Lazio $i ueggono Cimiterij delle ca$ate intere, fatti $otto terra, & po$ti per ordine nelle mura i va$i pieni delle ceneri de gl<007> abbru- 10 ciati corpi, & vi $ono ancora certe piccole memorie & nomi del Fornaio del Barbiere, del Cuoco, dello Stufaiuolo, & di $imili che erano connumerati infra il numero de la famiglia, & della ca$ata; ma nell'Vrne doue e $otterauano i pic- coli fanciulletti, che $ogliono e$$ere il $ollazzo delle madri, formauano in quelle l'effigie loro di ge$$o; & le e$$igie de grandi, & ma$simo de Nobili faceuano di 15 marmo. Que$ta era la v$anza loro ma noi non bia$meremo coloro che harãno ordinato di $otterrare i morti doue piu $i voglia, pur'che in luoghi degni & ho norati habbino de$critti i nomi di quegli. Vltimamente le co$e che gran- demente dilettano in $imili $epolcri $ono que$te, il di$egno di e$$o, & lo epitaf- fio. Qual'forma giudica$$ero gli antichi, che fu$$e piu di tutte le altre degna 20 per i $epolcri non lo $aprei io dire co$i facilmente. Il $epolcro di Augu$to in Ro ma fu fatto di marmi riquadrati, & coperto d'Arbori che $empre teneuano le foglie verdi, & in c<007>ma vi era la $tatua di Augu$to. Nell'l$ola Taurina non lontana dalla Carmania, il $epolcro di Eritrea fù una gran ma$$a di Terra $emi- natoui $opra palme $aluatiche. Il $epolcro di Zarina Regina de Sacri fù nva Pira- 25 mide di tre faccie & in'cima vna $tatua d'oro. ad Archacheo Luogotenente di Xer$e fù fatto da tutto lo e$$ercito vn'$epolcro di Terra amontata, ma e'mi par' vedere che tutti haue$sino que$to per v$anza, di voler'variare l'uno da lo altro non per far'uergogna a $epolcri daltrui, ma per allettare con la lor'nuoua inuen- tione gli animi de gli huomini a riguardargli; & della tanto $par$a v$anza de 30 $epolcri, & dallo $tudio dello hauer'trouato l'un' dì piu che l'altro $empre nnoui di$egni, vennono a tale, che e'non fù po$sibil'trouare piu co$a alcuna che prima non fu$$e $tata $atta & eccellentemente da altri: & tutte finalmen- te $on'fatte di maniera, che $ono grandemente lodate, ma in tutti quan ti hò io con$iderato, che altri non atte$ono ad adornare altro che quella parte, che 35 teneua il corpo, & altri hauer cerco piu oltre, cio è di murare qualche altra co$a doue pote$sino con di$egno accomodare gli epitaffi, & la memoria del- le co$e che gli haueuano fatte in vita, adunque quegli o $i contentarono d'un $olo ca$$one di marmo, o pure vi aggiun$ono $opra vn'poco di Tabernaco- letto per quanto $opportaua la religione di vn'tal luogo. Ma que$ti altri o mu- 40 rarono in quel luogo vna colonna o vna Piramide, o una Mole, & co$e $imil<007> con lauoro grandi$simo, non con intentione principale di $epellirui il corpo [275]LIBRO OTTAVO. ma piu to$to, per la$ciare il nome di quelli celebrati$simo appre$lo de Po$te- ri. Non lontano ad A$one di Troade vi è vna pietra chiamata Sarcofago che in vn'$ubito con$uma i corpi, in vn'Terreno ragunaticcio, & doue $ono a$$ai pezzami, $i con$uma pre$to lo humore, ma io non andarò piu dietro a $imili minuzzie.

5 Delle cappellette, de Sepolcri, delle Pyramidi, Colonne, Altari, & Mole. Cap. III.

DA poi che, i $epolcri de gliantichi $ono lodati, & io veggo in alcuni luoghi 10 po$te per $epolcri capellette in altri Piramidi, in altri Colonne, & in altri altre co$e con<007>e $ono le Moli, & $imili, pen$o di hauere a trattare di tutte que$te, & prima delle capelle. Vorrei che que$te cappellette fu$sino come pic coli modelli di Tempij, nè recu$erò $e tu ci agiugnerai di$egni pre$i o cauati da qual'tu ti voglia $orte di edfizij, pur che eglino habbino del gratio$o, & dello $ta- 15 bile. Se egli è ben'murare que$t<007> $epolcri che noi de$ideriamo che $ieno eterni, di materia nobile o vile, non è ancor'ben ri$oluto, med<007>ante le ingurie che $on'fatte loro da chi traporta via le co$e; ma gli addornamenti certo dilettano grandi$sima mente, de quali $i come altroue dicemmo, non è co$a alcuna piu commoda, per mantenere le memorie delle co$e ne po$teri. De $epolcri che certamente furono 20 eccellenti$simi di C. Ce$are, & di Claudio che furono $i grandi Imperadori, an- cor'che vi fu$sino molte co$e eccellenti non veggiamo rima$tone in que$ti tempi altro che certe piccole pietre quadrate di duoi cubiti, nelle quali $i trouauano $critti i nomi loro, & $e quelli epita$$i, s'io nõ m'ingãno fu$sino $tati $critti in pie- tre maggiori $arebbono vn'pezzo fà mãcati; perche $arebbono $tati leuati via, & 25 dis$atti in$ieme con gli altri addornamenti. In altri luoghi $i veggono $epolcr<007> antichi$simi, non gua$ti da per$ona, per e$$er fatti d<007> Lauoro ammandorla- to, o di pietre da non $e ne potere co$i $eruire ad altri b<007>$ogni, che facilmente $i di$endono dalle mani de vogliolo$i; onde ne na$ce que$to, che io giudico che $ia bene di auertire coloro che voglino che i lor $epolcri $ieno perpetui 30 che egli murino, non di cattiue pietre, ma non anco di tanta eccellentia, che ogni homo co$i facilmente le habbia anco a de$iderare o alleuarnele via con poca fatica. Oltra di que$to pen$o che e $ia bene v$are in tutti que$ti vna cer- ta mode$tia $econdo, i gradi, & le qualità di chi e'$ono, di maniera che io bia$imerei ancora vna $traboccheuole $pe$a fatta ne $epolcri de Re, & $enza 35 dubbio io bia$imo quelle mon$truo$e opere che feciono per loro $te$si gli Egizzij, le quali a e$si Dij ancora non credo io che piace$sino, concio$ia che ne$$un'di loro $ia $otterrato in $epolcri di tanta $tra$ordinaria Pompa. Lo- deranno for$e alcuni i no$tri To$cani che non cede$sino di tropo, In quan- to alla magnificentia de $epolcria gli Egizzij, & infra gli altri Por$enna, il qua- 40 le $i fabbricò vn'$epolcro $otto la città di Chiu$i di pietre riquadrate, dentro a la ba$a del quale, alta cinquanta piedi, era vn'Laberinto che in modo alcu- no non $e ne poteua v$cire, & $opra e$$a ba$a cinque Piramidi una nel mez- zo, & una per una $u per i cantoni, la larghezza da pie delle quali era $ettan- [276]DELLA ARCHITETTVRA tacinque piedi & in cima di cia$cuna di e$$e era una palla di rame, dalle quali pendeuano legate a certe cathene, alcune campanelle, che commo$$e dal ven- to, rendeuano il $uono molto da lontano, & $opra co$i fatto lauoro vi erano al- tre quattro Piramidi, alte cento piedi, & $opra que$te con$eguentemente delle altre incredibili non pure di grandezza, ma di di$egno ancora. Io certo non lodo que$te co$e tanto prodigio$e. nè accomodate a ne$$una buona v$anza. Fù lodato quel che fece Ciro, Re de Per$i, & giudicato che la $ua mode$tia fu$$e da 5 e$$er antepo$ta a tutte le vanaglorie di $i fatte e grãdi opere. Percioche appre$$o a Pa$argadi in vn'Tempietto inuolta piccoletto fatto di pietre quadrate cõ vna porticella appena di duoi piedi era rinchiu$o il corpo di Ciro, in vn'Vrna d'o- ro, $econdo che $i richiedeua alla dignità Regale, allo intorno per tutto di que $to Tempietto era vn'bo$chetto di tutte le $orte di frutti, & oltra que$to vn'lar- 10 go prato verde, pieno di fiori, & di ro$e per tutto, cio che vi era pareua che ren de$$e odore, letit<007>a, & piaceuolezza, & confaceua$i a que$te co$e lo Epitaffio che vi era $critto, il qual diceua.

Qual tu ti $ia lettor'o di qual'parte 15 Ben $apeua to che qui uenire doueui 10 $on' quel'Ciro che gial'alto Imperio Fondai de Per$i, deh non aggia inuidia Ch'hor $i poco terren'qui mi ricuopra.

Ma torniamo horamai alle Piramidi, $ono alcuni, che for$e hanno v$ato di 20 fare le Piramidi di tre faccie, & gli altri tutti di quattro, & parue loro di farle tanto alte quanto erano larghe. è$tato lodato colui che nel fare la Piramide ha $aputo congiugnere le pietre in$ieme di maniera chele linee, o commettitu re di quelle non riceuino ombra dal Sole, la magior'parte de gli huomini han- no fatte que$te Piram<007>di di pietre riquadrate, & alcuni ancora di mattoni. 25 Le colonne alcune furono atte a $eruir$ene per li edficij come per tutto $e ne veggono a$$ai. & alcune altre furono tantegrandi, che non $on buone nè atte a bi$ogni ciuili: ma furono $olamente trouate a mantenere ne po$teri la memo ria delle co$e pa$$ate; & di que$te habbiamo a trattare. i membri delle quali $on'que$ti, in cambio di pianta, & di imba$amento che $i $olleui da terra, vi $i 30 mettono $caglioni che $i rilieuano dal piano del terreno, & $opra que$ti $i met- te vn'zoccolo quadro, & $opra que$to un altro zoccolo non minore che il pri- mo. Nel terzo luogo la ba$a della colonna, di poi la colonna, & $opraui il capitello, & nello vltimo luogo la $tatua, po$ta $opra vn zoccolo. Sono alcuni, che infra il primo, & il $econdo zoccolo $otto la ba$a mettono vn' 35 certo che, come vn'dado, in cambio di vn'rilieuo, accioche la opera $i rile- ua$$e piu alta, & con maie$tà. I di$egni di tutte que$te parti $i caueranno dal diametro da ba$$o della colonna come nel fare de Tempij ti dicemmo. ma que$ta $i fatta ba$a, doue $i harà a fare vn'opera grandi$s<007>ma ha da hauere vn'mazzocchio $olo, & non duoi come le altre colonne, diuida$i adunque 40 la gro$$ezza della ba$a in cinque parti, due delle qualli ne a$$egnarai al maz zocchio, & treal dado; la larghezza del dado per tuttii ver$i $arà per vna parte intera, & vn'quarto del diametro. ma i piedi$talli $opra i quali po$eranno le [277]LIBRO OTTAVO. ba$e$aranno fatti con que$ti membri, nel piu alto luogo di es$i piedi$talli ui $arà una cima$a con i $uoi aggetti, laqual co$a $i a$petta a tutti i membri di qual $i uo- glia $orte d’ornamenti, & da ba$$o ui $arà un zoccolo, o un dado, io chiamo co$i per la $omiglianza che egli ha, quello ornamento che $porta in fuori, o $ieno $ca- glioni, o $ia fatto a gui$a di onda, o di gola, ilquale certamente $ia, come propria 5 ba$a di alcuna parte. Ma di que$ti piedi$talli habbia mo a trattare alcune co$e, lequali la$ciammo in pruoua nel pa$$ato libro, come ri$erbate a po$ta per raccon tarle in que$to luogo. Dis$i che alcuna uolta era accaduto che egli haueuano u$ato di murare a dilungo muricciuoli $otto a le colonne: ma hauendo uoluto di poi gli andari piu liberi, & e$pediti, leuati uia quei muricciuoli che correuano da 10 una colonna a l’altra, la$ciarono $olamente quella parte del muricciuolo che ba- $taua per reggere, & a $o$tenere le colonne, que$to muricciuoloco$i la$ciato chia mo io piedi$tallo. A que$to piedi$tallo fu dato per di$opra per ornamento una cima$a con una goletta, o ondetta, o qual $i uoglia altra co$a tale, da piede di- poi gli corri$pondeua parimente il dado con que$ti duoi adornamenti, adunque 15 accerchiarono il piedi$tallo, & feciono e$la cima$a per la quinta parte de l’altezza del piedi$tallo, o per la $e$ta, & il piedi$tallo non fecion mai piu $ottile che $i fu$$i la larghezza de la ba$a de la colonna, accioche il dado de la ba$a po$toui $opra po$a$$e $ul$odo. Altri per far l’opera piu gagliarda feciono il piedi$tallo piu gro$$o che il dado de la ba$a uno ottauo di e$$o dado, ultimamente l’altezza del 20 piedi$tallo fuori de la $ua cima$a, & del $uo dado, o ella fu alta quanto larga, o il quinto piu, $i che co$i fatti ho io trouato che appre$$o de gli eccellenti mae$tri furono i piedi$talli, & i muricciuoli $otto le colonne. Torniamo hora a la colonna. Sotto la ba$a de la colonna $i collocherà il piedi$tallo che corri- $ponda come poco fa dicemmo commodamente a le mi$are de la ba$a, que$to 25 piedi$tallo harà in luogo di cima$a una intera cornice, il piu de le uolte lonica, i membri da laquale ti puoi ricordare che $ieno co$i fatti, da ba$lo $arà una go- la, poi uno dentello, poi uno bottaccio, poi il gocciolatoio, & ne lo ultimo luogo una onda con uno ba$toncino, & con la intaccatura con le te$te de’ mem- bri che pendino a lo indietro, metteras$i un’altro piedi$tallo $otto a que$to 30 primo che corri$ponda al pa$$ato co’ mede$imi di$egni talmente, che e’ non ui $ia dipoi murato alcuna co$a $opra, che non $ia $ul $odo, ma $otto di que$to dal piano del terreno $i metteranno; o tre, o cinque $caglioni, & di altezza, & di aggetti in$ra loro non uguali, & que$ti $caglioni non $aranno tutti in$ieme, nè piu alti che il quarto, nè piu bas$i che il $e$to, de la altezza delloro piedi$tallo, 35 & nel piedi$tallo che gli hanno $opra ui $i aprirà una porticciuola con adorna- menti, o Dorici, o Ionici, come ti dicemmo di quelli de Tempii; ma in l’altro piedi$tallo, piu alto, $i collocheranno gli epitaffii & $i $colpiranno una moltitudi- ne di $poglie: ma $e e’ $i metterà co$a alcuna infra l’uno piedi$tallo & l’altra, $i fa- rà alta per il terzo de la $ua larghezza, & in que$to $patio $i $culpiranno di ba$$o 40 rilieuo $tatue, come$ono quelle Dee allegre, la Vittoria, la Glor ia, la Fama, la Abondantia, & $imili. Furono alcuni che incro$tarono il zoccolo di $opra d’u- na coperta di rame dorato; $inito il piedi$tallo, & la ba$a ui $i rizzerà $opra la co- lonna alta per $ette de $uoi diametri; $e le colonna $arà grandis$ima faccia$i da la [278]DELLAARCHITETTVRA refta di fopra il decimo piu $tretta, che da la te$ta da ba$$o, ne l’altre minori $i ten ga quella regola che noi in$egnammo nel pa$lato libro. Sono $tati alcuni c’hanno fatto colõne alte c\~eto piedi, & le hãno intorno intorno adornate di $tatue, & d’hi ftorie, & dentro ui hanno la$ciate $cale a chiocciole da potere per e$$e $alire $ino in la cima. Sopra co$i fatta colonna me$$ono un capitello Dorico, leuatone l’ag- 5 giunta del collo; $opra la cima$a del capitello ne le colonne minori, po$ono l’ar. chitraue, il fregio, & la cornice, atorno atorno pieno di adornamenti; ma ne le colonne grandi que$te co$e $i la$ciano $tare. concio$ia che non $i trouerebbono pezi di pietre $i grandi, nè co$i facilmente ui $i porrebbon $opra. A le piccole, 10 & a le grandi $opra il capitello $i mette un zoccolo che $erua per po$are, & per im ba$amento $opra ilquale habbia a $tare la $tatua. Se que$to zoccolo, o imba$a- mento $arà per auuentura un zoccolo quadrato non ecceda per niente cõ i $uoi canti la gro$$ezza de la colonna: ma $e e’ $arà tondo, non uarchi con la $ua gro$- $ezza le linee di detto quadrato. La grandezza de la $tatua $arà per il terzo de la $ua colonna. & de le colonne $ia detto a ba$tanza. 15

[279]LIBRO OTTAVO. [280]DELLA ARCHITETTVRA [281]LIBRO OTTAVO.

Nel fare de le Moli gli antichile di$egnarono in que$to modo. Primiera- mente $i rileuauano da Terra con uno imba$amento quadro, a gui$a di quelli del T\~epio, dipoi alzauano le mura non manco che per il $e$to, & non piu che per il quarto de la lunghezza de la pianta, non $i adornauano que$te mura $enon, o da alto, o da ba$$o, o alcuna uolta $u le cantonate, o ueramente $i faceuano, oltre 5 a que$ti certi colonnati ne le mura attaccati. Ma quando non $i metteuano orna- menti $e non $u le cantonate, all’hora tutta l’altezzza del muro $i diuideua, eccet to però irilieui de gradi in quattro parti, de lequali $e ne a$$egnauano tre a la co lonna con il capitello, & con la ba$a: ma quella parte ultima di $opra $i a$$egnaua a gli adornamenti, cioè a lo architraue, fregio & cornice, & que$ta parte $i diui- 10 deua dinuouo in $edici parti, cinque de lequali $e ne a $$egnauano a lo architra- ue, & cinque al fregio, & $ei a la cornice con la $ua cima$a a on da: ma quello che rimaneua $otto l’architraue $ino a lo imba$amento, $i diuideua in uenticinque parti, tre de lequali $e ne a$$egnauano a la altezza del capitello, & due a l’altezza de la ba$a, & quel che re$taua nel mezo a l’altezza de la colonna, & nele cantona 15 te $empre $i faceuano $imili colonne quadrate, a la ba$a faceuano un $olo mazzoc chio gro$$o de la metà de l’altezza di tutta la ba$a. La cólonna da ba$$o in cam- bio di collarino haueua i mede$imi di$egni ne $uoi aggetti che il dacapo, la lar- ghezza de la colonna in que$te opera, era per il quarto de la $ua lunghezza. Ma doue, il muro era-pieno di ordini di colonnati, all’hora quelle colonne quadre, 20 che erano ne le cantonate erano gro$$e per il $e$to de lalor lunghezza. Ma dell’altre colonne giù per il filo de le mura & dei loro adornamenti $i cauauàno le mi$ure da di$egni di quelle de Tempii. Infra que$ta $orte di colonnati, & quella altra, che poco fa dicemmo ci è que$ta differentia che in quella prima $or- te, da cantonata, a cantonata de la muraglia, $i tira per il lungo del muro $otto 25 l’architraue, il collarino, & il mazzocchio del da capo de la colonna & del dapie- de ancora: ilche non $i fa ne l’ordine doue $ieno molte colonne che di ba$$o ri- lieuo $portino infuori, ancor che e’ ci $ieno alcuni che uoles$ino che in que$to luogo il di$egno de le ba$e $i tira$$e continouato per tutto, come ne Tempii. Sopra que$to quadrato imba$amento di mura, $i rizzaua in alto una muraglia 30 tonda, opera certo eccellente, alta piu che le già po$te mura non meno che per la metà del $uo diametro, ne piu che per i duoi terzi, & la larghezza di sì fatto ton- do, non pigliaua manco che per la metà del diametro maggiore di e$$a pianta quadrata, nè piu, che per i cinque $e$ti. A$$ai ne occuparonoi tre quinti, & Aui- cenda metteuano un’altra muraglia quadrata $opra que$ta tonda, & fopra l’altra 35 tonda, un’altra quadrata, cõ il mede$imo ordine, & con la mede$ima regola, che ti ho detto in$ino a che ne faceuano quattro l’una $u l’altra, & le adornauano co- me habbiamo detto. Non mancauano dentro ad e$$a mole $cale commodis$i- me, & luoghi $acri, & colonnati, che per le mura da ba$$o ad alto $portauano in fuori, & infra le colonne, ancora $tatue, & Epitaffii, po$ti, & collocati in luoghi ra- 40 gioneuoli & conuenienti.

[282] [283] [284]DELLAARCHITETTVRA

De gli Epita$$i, de gli $eritti, & de le imagini che $i mettono ne $epolcri. Cap. IIII.

MA io uengo hora mai a ragionare de gli Epitaffi, iquali appre$$o de gl’an- tichifurono, & uarii, & infiniti, concio$ia che non gli u$auano $olamente ne le $epolture, ma & nele chie$e, & ne gli edificii priuati. Dice Simaco ch’ei metteuano nel fronti$picio de Tempi il nome delo Dio, a chi e’ l’haueuano 5 con$ecrato. I no$tri u$ano di $criuer $opra le capelle il nome de Santi, & l’Anno nelquale $ono $tateloro dedicate, ilche $ommamente mi piace, & non $ia que$to fuor di no$tro propo$ito, ch’e$$endo Crate filo$o$o arriuato a Spiga, ouer Zelia, & hauendo trouato qua$i per tutto $opra le porte de’ priuati que$ti uer$i.

Hercole il forte nato del gran Gioue. 10 Habita in que$t’ albergo, hor s’allontani Quindi ciò che giamai nuocer ne po$$a.

Seneri$e, & per$ua$eloro che p<007>u to$to ui doues$ino $criuere. Quihabita la pouertà perche que$ta molto piu prontamente, & piu gagliardamente che Her- cole manderebbea terra qual $i $ia $orte di mon$tro. Magli Epitafii $aranno, 15 o $critti, iquali ei chiamauano già epigrammi, o ueramente notati con $tatue, & immagini. Platone u$aua dire, che ne $epolcri non uorrebbono e$$e piu che quattro uer$i; ma e’ ci fu chi di$$e.

Scriui il mio ca$o, in mezo alla colonna Ma breue sì, che’n trapa$$ando legga$i.

20

Et ueramente che una troppa lunghezza, sì in altri luoghi, sì mas$imo in que$ti è co$a o dio$a, o $e pure $arà alquanto lunghetto, bi$ogna che tale Epitaffio $ia del tutto elegante, & che e’ gli habbia in $e un certo che da muouerea compas$io- ne, & a mi$ericordia, & $ia gratiato, & che tu non ti habbia à dolere d’hauerlo let tn, & che t<007> piaccia d’hauerlo imparato a mente, & di recitarlo $pe$$o, loda$i quel 25 lo di Omenea,

S’alma per alma compen$ar la$cia$$e. # Il crudo fato, o $i pote$$e uiuo # T ornare altrui con la $ua propria morte # Ogni tempo pre$critto al uiuer mio 30 # Perte cara Omenea, lieto darei; # Ma poi, che ciò non po$$o, il Sole, & Die # Verrò fuggendo per $eguirti la$$o # conaffrettata morte a i Regni $tigij. & altroue

Guardate o cittadin l’ Imago, & l’Vrna 35 # D’Ennio, del uo$tro uecchio, che cantande # Scri$$e de uoftri antichi i fatti egregij, # Ne$$un col pianto la mia morte honori, # O mi fa ccia l’e$$equie, perciò ch’io # Pur uìuo ancor, tra l’honorate lingue.

40

A $epolcri di coloro che morirono à Termopile, i Lacedemonii ui $cri$$uno que $te parole. O uiandante fa intendere à Lacedemonii, che mentre facciamo quel che ne comme$$ono, $tiamo quì ad giacere:nè ci di$piacerà $e alcuna uolta egli h arà del piaceuole $traordinariamente, come quello che di$$e.

[285]LIBRO OTTAVO:

Alla alta marauiglia il pa$$o ferma # O Viator, quì non contende in$ieme # Moglie, & Marito; piu for$e uorre$ii # Saper chi $emo? io nol direi giama. # Vien quà, uien quà, ch’io te ldtrò ben’ io, 5 # Que$to mio Belbo, Balbo, Ebbra, Per Bebbra # Michiama; Ab donna ancor morta contendi?

Simil co$e certo mi piacciono grandemente. Gli antichi ufauano di dorare i caratteri de lelettere ne marmi, gli Egittii $i $eruiuano di immagin<007> & di co$e in que$to modo. Sculpiuano un’occhio, & per e$$o intendeuano Dio. # Vno 10 Auoltoio, & per e$$o intendeuano la natura, per una Pecchia un Re, per un cer- chio il tempo; per un bue, la pace, & altre co$e $imili. Et diceuano che ognina- tione cono$ceua $olamentei $uoi $tes$i caratteri, & che egli auerrebbe che tale cognitione $i $pegnerebbe del tutto, fi come è interuenuto a noi de le lettere Etru$che. Per la Etruria mediante le rouine de le città de le ca$tella, & de cimi- 15 teri ho ui$ti $epolcri di$otterati con Epitaffii di lettere $econdo il giudicio uniuer fale. Etru$che, i caratteri de lequali $i a$$omigliano & a quei de Greci, & a quei de Latini, ma non è però ne$$uno che gli intenda, & però pen$auano che a gl’altri an cora fo$$e per auenire il mede$imo:ma il modo de lo $criuere che u$auano in sì fatte co$e gli Egittii potrà e$$ere per tutto il mondo da gli huomini dotti (a quali 20 è bene che $ieno comunicate le co$e eccellenti)facilmente interpretato. Alcu- ni immitando que$te co$e, intagliarono ne $epolcri uarie co$e. Al $epolcro di Diogene Cinico ui era una colonna ritta, ne laquale haueuano me$$o un cane di marmo Pario. Cicerone Arpinate $i uantaua d’hauer ritrouato a Siracu$a il $epol cro di Archimede, abbandonato per la antichità, come coperto da pruni, & nõ 25 cono$ciuto da $uoi Cittadini, pre$a coniettura da uno Cylindro, & da una Sfera piccola, che ei uedde intagliata in una certa colonna molto alta. Al $epolcro di Simandio Re de gli Egittii ui era $colpita in un marmodi uenti cubiti la ma- dre con tre corone Regali $opra la te$ta, per denotare che ella era $tata figliuola, moglie, & madre di Re. Al $epolcro di Sardanapalo, Rc de gli As$irii po$ono 30 una $tatua, che in $egno d’allegrezza, $i batteua le mani in$ieme, & ui haueuano po$to un’Epita$fio, che diceua. Io feci Tar$o, & Archileo in un $ol giorno:ma tu, o amico ma ngia, & bei con piacere, & con allegrezza, concio$ia che l’altre co$e, che $on o de gli huom ini non fon degne di que$ta allegrezza. Si che $i fatte erano le in$crittioni & le $tatue loro. Ma a Romani no$tri, èpiaciuto d’e$pri- 35 mere i gran fatti de gli huomini grandi, con l’hauer fatto intagliare una hi$toria di marmo. Diquìle colonne, diquìgli archi trionfali, di quì i portici furo- no ripieni, d’hi$torie, di pittura & di $cultura: ma io non uorrei che cou que$te co$e $i face$$e memoria alcuna, $e non di co$e di grandis$ima importanza. Ma di loro $ia detto a ba$tanza. Habbian detto de le $trade, per terra:ma le $trade 40 per acqua goderanno di quelle mede$ime co$e, che $i lodano per le terre$tre:ma a$pettando$i a le $trade marittime, & a quelle per terra ancora le torri in luoghi rile uati $iamo forzati a trattare alquanto di loro.

[286]DELLA ARCHITETTVRA Delle Torri, & loro addornamenti. Cap. V.

DIcono che il principale ornamento delle Torri, è che elle $ieno po$te in luoghi conuenienti, & fatte con boni$simo di$egno. & quando elle $aran no a$$ai in$ieme pre$teranno di loro marauiglio$a veduta: non dimeno 5 io non lodo quella et, che fù dugento anni $ono, la quale par’ che haue$le vna certa maladittione commune nel murare delle Torri, $ino ne Ca$tellucci, talche e non pareua, che a ne$$un’ padre di $amiglia fu$$e lecito il nõ hauer la $ua Torre, onde qua$i per tutto $i vedeuano Selue di Torri. Alcuni $ono che pen$ano che gli animi degli huomini $i vadino variando, $econdo gli influ$si de cieli; trecento 10 o quattrocento anni $ono fù tanto grande il feruore della Religione, che e’pare- ua che gl’huomini non fu$sino nati per altro, che per edificare chie$e, & Tempii: Non dico altro, In Roma hoggidi $e bene la metà de gli Edifitii $acri $on rouina- ti, io non dimeno vi hò vi$to meglio, che duomilia cinquecento Chie$e. Ma che co$a è que$ta: che noi veggiamo, tutta la Italia andar$i a ghara rinnouando: Quan 15 te Citta vedeuamo noi mentre erauamo fanciulli fatte tutte di A$$e, lequali hora fono $tate fatte di marmo? Torniamo alle Torri? Io non voglio qui raccontare quel’ che $i legge appre$$o di Erodoto che nel mezo del Tempio di Babilonia vi era vna Torre, la ba$a dellaquale per ogni ver$o era vno intero $tadio, cio è vno ottauo di miglio, & era di otto impalcature po$te l’ una $opra l’altra, ilqual’ la- 20 noro certo io loderò molto nelle Torri, perche le impalcature in que$ti luo- ghi e$$endo sfogate, & alte haranno del gratio$o, & dello $tabile, pur che gli inca- tenamenti $i a$$ettino nelle volte di maniera, che e’ tenghino le mura in$ieme ec cellentemente. La Torre $arà o quadra, o tonda, in qual’ $i $ia di que$ta è di nece$sità che la altezza conri$ponda a certa determinata’ parte della larghez- 25 za. La quadra hauendo a e$$ere $ottile $ia largha per il $e$to della $ua lunghezza: la tonda $arà alta quattro de $uoi diametri, quella che $i harà a fare gro$si$sima, $e ella $arà quadra non $i fara piu larga, che per il quarto della $ua lunghezza, & $e tonda $aràlungha per tre diametri; alla gro$$ezza delle mura $e ella $arà alta quaranta cubiti, non a$$egnerai mai manco che quattro piedi; ma $e ella ha- 30 rà da e$$ere cinquanta cubiti farala di cinque piedi, & a quella di $e$$anta cubiti farala gro$$a, $ei piedi. & co$i andrai di mano in mano $equendo con que$to or- dine, ma que$te co$e $i a$pettano alle torri pure, & $emplici. Ma e’ ci $ono $tati al cuni, che hanno aggiunto da lato di$uori a meza l’altezza della Torre vna loggia con le colonne $taccate & ci $ono $tati di quelli, che hanno fatta que$ta loggia 35 a chiocciola a torno a torno, & alcuni che le cin$ono di loggie, pari a torno a gui$a di corone & alcuni che le empierono tutte di e$$igie di animali. Il mo- do di fare que$ti colonnati non $arà differente da gli altri delle opere publiche, ma $aracci lecito pendere con ogni co$a nel $ottile, ri$petto al pe$o della mura- glia. Ma chi vorrà fare vna torre $icuri$sima contro alle ingiurie de Tempi & 40 piaceuole anco a riguardarla, metterà $opra il primo piano quadrato vn’altro piano tondo, & $opra que$to tondo vn’altro quadrato, & fara di mano in ma- no il lauoro piu $ottile, $econdo l’ordine che $i o$$erua nelle colonne. De$cri- uerronne vna quale io pen$o che $arebbe conuenienti$sima. Inanzi tratto dalla [287]LIBRO OTTAVO. pianta quadrata $i rilieui da terra vno imba$amento, l’altezza della qual’ $ia per la decima parte del tutto dell’opera dal capo al piede la larghezza $ia per il quarto di que$ta $te$$a altezza, nel mezo di cia$cuna facciata $opra que$to imba$amento. $i mettino due colonne, & vna colonna per cia$cuna cantonatã di$tinte con i lc- ro addornamenti, come poco fà ti dicemmo ne $epolcri. Et in $ul mede$imo im- 5 ba$amento $i ponga di poi il quadrangolo fatto, come vn’ Tempietto; la larghez za del quale $ia per due altezze dello imba$amento, & la altezza $ia quanto la lar- ghezza, & ci $i metterani. o, dallo lato di fuori tre, quattro, & cinque gradi di co- lonne come quelle che noi dicemmo ne Temp@i, $opra que$to quadrato $i por- ranno<007> Tempietti tondi. Seranno adunque que$ti tempietti tondi $ino a tre di 10 numero, i quali noi pre$a la $imilitudine dalle canne chiameremo nodi. La lun ghezza di qual $i voglia di que$ti nodi $arà quauto è la lor’ propria larghezza ag- giuntoui vno duodecimo di e$$a, ilche vogliamo $erua per imba$amento. Ma la larghezza $i cauerà da quel’tempietto quadrato che noi ponem mo $ul primo imba$amento in que$to modo, cio è. Diuida$ile faccia di que$to Tempietto qua- 15 drato in dodici parti, undici delle quali a$$egneremo al primo nodo; Diuida$i di poi il Diametro di detto primo nodo in dodici patti, le undici delle quali $i a$$e- gnino al $econdo nodo, & il terzo nodo $imilmente farai piu $ottile la duodeci- ma parte che il $econdo. & con que$to ordine ci uerrà fatto che con$eguiremo quelche i buoni mae$tri antichi lodarono nelle colonne grandi$simamente; che 20 la parte del fu$o di sì fatto lauoro da ba$$o, $arà piu gro$$a il quarto che la parte di $opra. Intorno a que$ti nodi $i debbono applicare colonne con iloro addorna- menti non piu però che otto ne anco manco di $ei. Oltra di que$to a qualunche di que$ti nodi & al tempietto quadrato $i aprino fine$tre in luoghi conuenienti, & ui $i accomodino zane con ornamenti a loro appartenenti; il lume della fine- 25 $tra non $arà piu che per la metà del uano, che re$ta tra colonna, & colonna. Il $e$to ordine di co$i fatto lauoro che $u$o da alto in que$te torri $i $tabilirà$opra il terzo nodo, $arà quadrato; & $i ordinerà che la $ua larghezza & la $ua altezza non pigli piu che i duoi terzi, di e$$o terzo nodo; per $uo addornamento $eruiranno $olamente pila$tri quadrati appiccati nel muro, $opra i quali $i gitterà la volta in 30 archo, $arannoui ancora gli architraui & i capitelli, & $imili addornsmenti, ma infra pila$tro & pila$tro $arà la metà del vano aperto da poteruipa$lare. Nel $et- timo & vltimo grado $i rizzerà vna loggia tonda, con colonne tonde & i $olate da poterui pa$$are per tutto, la longhezza di que$te colonne con gli ornamenti $ia quanto il diametro di $i fatta pianta. & e$$o diametro $arà per i tre quarti del 35 tempietto quadro che gli è $otto, $opra que$ta loggia tonda $i porrà vn’ tetto a cupola tondo, Ma in quei tempietti che $aranno di linee rette & quadrati $i rile ueranno $u le vltime cantonate certe cre$te di muro alte quanto è lo a rchitraue fregio, & cornice, che egli hà $otto. Nel primo tempietto quadrato, Il noto del di dentro $oprà lo imba$amento $arà per cinque ottaui di tutta la $ua larghezza 40

[288] [289] [290]LIBRO OTTAVO [291]DELLA ARCHITETTVRA [292] [293] [294]DELLA ARCHITETTVRA

Ma appre$$o de gli antichi quel che fece Tolomeo ne l’I$ola delfaro mi piae- que grandis$imamente, ilquale per utilità de nauiganti me$$e per conto de la not tein cima de la torre fuochi grandis$imi, che $tauano $o$pe$i & caminauano con- tinouamente, accioche da lontano le fiamme non fus$ino tenute in cambio di $telle, & immagini mobili ancora, che mo$trauano che uento, o da qual parte del 5 mondo tira$$e, & in qual parte del Cielo fu$$e il Sole, & quanto egli haue$$e con- $umato del giorno, & $imil co$e, che in $imili luoghi faranno molto a propo$ito, hor $ia diloro detto a ba$tanza.

De le $trade piu principal<007> de la città, & come $i adornino le porte, i porti, & i ponti, gli ar- 10 # ch<007>, i ri$contri di p<007>u uie, & la pi<007>zza. Cap. VI.

HAbbiamo da quìinanzi ad entrare ne la cittade: ma e$$endoci alcune $tra- de molto piu degne, & dentro, & fuori de la città, che non $ono le ordina- rie di loro natura, come $on quelle, che ne conducono al tempio, a le Ba- 15 $ilica, o a lo $pettacolo. Parleremo adunque prima di que$te. Io ho letto che Eliogabalo haueua la$tricate que$te co$i fatte $trade piu larghe, & piu degne che l’altre, di marmo Macedonico, & di Porfido. La $trada che in Buba$ti città di Egitto andaua al Tempio è molto lodata da gli $torici; concio$ia, che ella pa$$a- ua per il mercato & era la$tr<007>cata di pietre eccellentis$ime, larga quattro Iugeri, 20 eioè quattrocento ottanta piedi, & di quà & di là ui uerdeggiauano arbori gran dis$imi. In Hiero$olima racconta Ari$teo, ch’erano per la città alcuni andari $tretti: ma molto eccellenti, per iquali, i padri, & i piu degni camminauano con maggior mae$tà, & que$to piu che per altro primieramente, accioche le co$e $a- cre, ch’ei portauano, non fus$ino (con l’e$$er tocche da $ecolari) contaminate. 25 Platone ancora celebra grandemente quella $trada, che piena d’arcipres$i anda ua da Gno$io, in$ino al Antro, & al Tempio di Gioue. Io truouo, che appre$$o de Romani furono due Ptrade $imili, molto eccellentis$ime, & molto maraui- glio$e una da la porta in$ino a la Chie$a di S. Paulo di circa quindici $tadii, cioè un miglio & $ette ottaui, & l’altra da Ponte $ino a la Chie$a di S. Pietro, di dumi- 30 la cinquecento piedi, coperte di loggie con colonne di marmo, & con tetto di prombo. # Que$ta $orte di adornamenti $on molto conuenienti a $imili $tra- de. Ma torniamo hora a le $trade mae$tre. Dele $tradè mae$tre, o dentro, o fuori de la città $e io non m’inganno il capo & qua$i il termine principale è que- $to a quelle di terra, la porta, & a quelle di mare il porto. Se già ella non fu$$e una 35 $trada $otto terra, come dicono ehe erano quelle di Thebe in Egitto, per lequa- li i Re poteuano conducere e$$erciti $enza che ne$$uno de la città lo $ape$$e, o quali ancora io truouo che ne eran o a$$ai in Latio pre$$o a I’rene$te, cauate $ot- to terra da la cima del monte $ino a la pianura con artificio marauiglio$o. In una de lequali dicono che morì Mario a$$ediatoui dentro. # Io truouo, 40 che colui che $cri$$e la uita di Apollonio, racconta una $trada certo di memo- ria molto degna, concio$ia che e’dice che una Donna di Media in Babillonia murò una $trada larga di pietre, & bitume $otto il letto del fiume, per laquale a piedi a$ciutti, $i poteua andare dal palazzo, a la altra ca$a po$tali al’incontro ol- [295]LIBRO OTTAVO. tre al fiume: ma $iaci lecito non credere però co$i ogni co$a a gli hiftoriogra$i Greci. Terni@mo al no$tro propo$ito. Le porte $i adorneranno non altri- menti che gli archi trionfali, de' quali parleremo piu inanzi. Ilporto $iadorne- rà con $arui atorno larghis$ime loggie, & rileuate da terra, & con un Tempio ce 5 lebratis$imo alto, & bello, & inanzi al Tempio piazze $patio$e, & in e$$e bocche, $tatue grandis$ime, $i come $e ne ueggono in molti luoghi, $i come ancora $on quelle tre che in $imil luogo $ono in Rodi, me$$eui $econdo che e' dicono da Erode. Da gli Hi$torici è celebrato il Molo di Samo, che nel porto dicono era alto cento uenti piedi, & che $i di$tendeua nel mare per duoi ottaui di miglio. 10 Si che que$te co$e adorneranno il porto $e elle $aranno fatte eccellentemente, & di materia non uile. Ma la $trada dentro a la città, oltre a che e' bi$ogna che clla $ia ben la$tricata, & pulita grandemente, diuenterà molto bella $e ui $aran- no i portici fatti per tutto ad un modo, & ca$amenti di quà & di là tutti tirati ad un $ilo, & non alti piu l'uno che l@altro: ma le parti di e$$a $trada che $i debbono 15 adornare, $on que$te. Il ponte, il ri$contro di piu $trade, & lo $petacolo, ilqua- le $pettacolo non è altro che una piazza con gradi atorno. Comincierommi adunque dal ponte e$$endo egli principalmente una potis$ima parte di $trada. Le parti del ponte $ono le pile, gli archi & il la$tricato. Sono ancora parti del ponte, la $trada, del mezo, per laquale pa$lano le be$tie, & quei piani di quà & di 20 là rileuati, $u per iquali pa$$ano i Cittadini con le ue$ti, & le $pondi ancora, & in alcun lato i tetti, come era già il ponte piu di tutti gli altri eccellentis$imo de la Mole di Adr ano, co$a per dio degna di memoria. Le Reliquie delquale per dire co$i, $oleuo io $guardare non $enza gran reuerentia. Concio$ia che egli era coperto d'uno tetto che era retto da quarantadue colonne di marmo, con 25 architraue, $regio, & cornice, coperto di bronzo, & adornato marauiglio$amen- te. Faremo il ponte ugualmente largo quanto la uia, le pile $i faranno infra loro di numero, & di grandezza uguali, & $aranno gro$$e per il terzo del uano. Le cantonate, o punte de le pile, che $porgeranno incontro a lo impeto de le acque, $ieno per la metà de la larghezza del ponte, & $iano tanto alte che $opra 30 auanzino a le piene de le acque. Le punte de le pile che $ono $econdo il cor- $o de le acque $portino infuora altrettanto, nè $i di$conuerran no nondimeno $e e'le $aranno $puntate, o qua$i bi$tondate, & mi piacerà che per $o$tenimento de le te$te, o co$cie de ponti da lo lato di $opra, & da quello di $otto $i rilieuino barbacani per reggere piu gagliardamente le te$te del ponte, la gro$$ezza de' 35 quali da ba$$o non occuppi manco che per i duoi terzi de la larghezza de la pi- la, gli archi de uani con tutte le te$te $taranno fuori de la acqua, i di$egni de' qua- li $i cauerannno da lo architraue Ionico, o piu pre$to Dorico, & $i faranno gros$i ne' ponti grandi non punto manco che per la quindige$ima parte di tut- to il uano de l'arco. Per fare la $ponda del ponte piu gagliarda $comparti- 40 rai a Huea & a piano, alcuni $compartimenti quadri, $opra iquali $e e' ti uerra an- co bene potrai rizzare colonne, acciò pos$ino bi$ognando reggere uno tet- to, la altezza de le $ponde con il zoccolo, & con la cima$a $arà due braccia & infra l'uno zoccolo, & l'altro, ouero fra l'uno piedi$tallo & l'altro mette- rai la$troni per ritto, ouero muro, l'uno, & l'altro di que$ti habbia per ci ma$a [296]DELLA ARCHITETTVRA una goletta, o piu to$to una ondetta, tirata per tutta la lunghezza de la $ponda, il zoccolo da piede corri$ponderà parimente a la cima$a. Saranno quei duoi an- dari di quà, & di là, che mettono in mezo la $trada di mezo del ponte $atti, per- che ui uadino le donne, & i pedoni, duoi $caglioni piu alti, che que$ta uia del me zo, laquale per amore de le caualcature $i la$tricherà di Selici l'altezza de le colon ne con gli ornamenti $arà quanto la larghezza del ponte.

[297]LIBRO OTTAVO.

Il ri$contro de le uie, & la piazza $ono differenti $olamente ne la grandezza, concio$ia che il ri$contro de le uie, non è altro che una piazza piccola. Coman- daua Platone che ne' ri$contri de le uie, ui fus$ino $patii, & larghezze, acciò ui $i ragunas$ino le balie, con i putti, & ui $tes$ino in$ieme. Et credo che ciò $u$$e, sì perche i putti $tando a la aria diuentas$ino piu gagliardi, sì accioche le balie ue 5 dendo$i l'una l'altra diuenta$$ero piu pulite, & piu dilicate, & $us$ino manco negli genti ad errare ritrouando$i in$ieme tante, che o$$eruauano una mede$ima co- fa. Certamente, che & ne la piazza, & nel ri$contro de le $trade $arà ornamento non piccolo $e ui $arà una bella loggia, $otto laquale i uecchi padri $tieno, o $e- dendo, o pa$$eggiando il giorno, o a far$i $cam bieuolmente $eruitii l'uno a l'al- 10 tro. Oltre a che la pre$entia de padri $pauenterà, & raffrenerà la $cherzante giouentù nel re$to de la piazza, da ogni malignità, & da ogni $ciocchezza in che tra$corre la età giouenile. La piazza ne $arà una doue $i man eggi oro, & argen- to, l'altra per gli herbaggi, l'altra per i be$tiami, & un'altra per legnami, & $imili, a lequali $i a$pettano ne la città, & luoghi, & ornamenti determinati: ma quel- 15 le doue $i ha maneggiare l'oro & l'argento, bi$ogna che $ia eccellentis$ima $opra tutte le altre.

IGreci $aceuano il mercato quadrato, & lo acerchiauano con logge grandi$$i- me, & doppie addornandolo con colonne, & architraui di pietra, & $opra le log- ge faceuano terrazzi da pa$$eggiare. Appre$$o a no$tri Italiani il mercato era 20 un terzo piu lungo che largo. Et perche $econdo l'u$anza de gli antichi in tal luogo $i uedeuano e$ercitar$i i giuochi della Scherma, ui $i metteuano le colon- ne piu rade, & intorno a le logge erano gli Argentieri, & i banchi, & $opra il pri- mo piano $i faceuano i terrazini fuori del diritto de le mura da poter uedere gli $chermidori, & i magazzini che haues$ino a $eruire per l'entrata del publico. 25 Que$te erano quelle co$e, che egli u$auano di fare. Ma noi loderemo ancora quel mercato, che $ia il doppio piu lungo che largo, & è conueniente che la log- gia, che ui $i farà atorno corri$ponda con alcune mi$ure a la piazza, che ui re$ta a lo $coperto, accioche ella non paia troppo grande, e$$endo le logge troppo ba$$e, o troppo piccola $e le logge fus$ino come una $iepe troppo alte. Sarà quella al- 30 tezza de gli edificii intorno al mercato molto comoda, $e ella $arà p il terzo de la larghezza del mercato, o niente manco, che per il $e$to. Vorrei che le logge $i ri- leuas$ino con un piano da ter ra per il quinto de la loro larghezza, & che la loro larghezza fu$$e quanto è alta la colonna. Il di$egno de colonnaai caui$i da quel- lo de le ba$iliche: ma in que$to il di$egno de le cornici, fregio, & architraue in$ie- 35 me uorrei che fus$i alto per il quinto de la colonna. Et $e $opra il primo piano, tu uorrai rizzare un'altro colonnato, que$te tali colonne $i faranno piu $ottili, & piu corte, che quelle di $otto il quarto, & $i metterà loro $otto in $cambio di imba$amento uno Zoccolo, che $ia alto per la metà di quel primo imba$amen- to di $otto.

40 [298]DELLA ARCHITETTVRA [299]LIBRO OTTAVO. [300]DELLA ARCHITETTVRA

Ma e' non è co$a alcuna che adorni piu le piazze, & i ri$contri de le $trade, che gli archi, po$ti in te$ta di e$$e $trade. Concio$ia che uno arco non è altro che una porta che $ta $empre aperta. Io credo certamente, che l'arco fu$$e troua- to da coloro che allargarono i con$ini de loro Imperii. Concio$ia che co$toro $econdo che dice Tacito anticamente u$auano di allargare illuogo lungo le mu 5 ra de la città; ilche dicono che fece Claudio; Concio$ia che accre$ciuta la città giudicauano che fu$$e bene che $i manten e$$e la porta uecchia, ri$petto a la utili- tà, sì per molte altre cagioni, $i for$e ancora perche tali porte fus$ino una $icur- tà piu a ribattere l'impeto de nemici, che ne des$ino la carica, dipoi perche tal muraglia era in Iuogo celebratis$imo per que$to appiccauano quiui le $poglie ar 10 recate de nimici, & le in$egne de le hauute uittorie. Dipoi $i cominciò ad ador- nare il detto arco, aggiugnendoui epitaffii, $tatue, & hi$torie. Commodis$ima- mente collocheremo uno arco doue la uia finirà nel mercato, o ne la piazza, & mas$imo ne la uia principalis$ima, che co$i chiamo io quella uia nela Città, che è la piu degna di tutte l'altre, & lo arco non altrimenti che un ponte harà tre 15 uie, per lequali; $i po$$a caminare, quella del mezo $eruirà per i $oldati, & le due da gli lati $eruiranno per le madri, & per i Cittadini, che accompagneranno il Triom$ante e$ercito, che $e ne torna a reuerire in$ieme con loro i paterni Dii, & che andatigli incontro $i rallegreranno con quello, & gli $aranno $e$ta. Ha- uendo tu ad edi$icare uno arco, $a che la linea de la pianta, che ua per il lungo 20 de la $trada, $ia per la metà apunto de la llnea che s'attrauer$a a la $trada da de- $tra a $ini$tra di detto arco, & la lunghezza di que$ta linea attrauer$o non $arà mai manco di cinquanta cubiti, que$ta $orte di cdificio è molto $imile a pon- ti, ma è di quattro pile, & di tre archi, & non di piu, de la piu corta linea de la pianta, cioè di quella che uàper il lungo de la $trada, ne $ia la$ciata la ottaua 25 parte diuer$o il mercato, & altrettanto da lato di dietro, che $eruiranno per pian te $opra lequali $i haranno a rizzare le colonne, per gli archi: ma quella altra li- nea piu lunga che $i attrauer$a a la $trada $i diuiderà in otto parti, due de lequa- li $e ne a$$egneranno al uano di mezo, & una per uno poi a cia$cuno pila$tro, & a cia $cuno uano. Mai lati di mezo in$ra pila$tri, iquali $i murano a piombo 30 per reggere l'arco del mezo in$ino a la mo$$a di detto arco, $i fanno alti per due di dette parti & un terzo, & la mede$ima regola terrai ne l'alzare i fianchi da le bande, ne duoi archi de gli illati; percioche e' $i ridurranno a loro $patii con la $imile mi$ura. La uolta $otto gli andari $arà a meza botte, gli adornamenti, che $ono in cima de le pila$trate $otto l'arco, & $otto la meza botte $accin$i, che 35 immitino il capitello Dorico; ma in cambio di ba$tone, & di cima$a habbino cor nici con i loro aggetti, che e$chino $uori con opera Corinthia, o Ionica, & $otto la cornice a gui$a di collo habbia un fregio e$pedito, & $otto que$to un ba$ton- cino, & un collarino, come $i $uol fare ne le te$te dele colonne. Tutti que- $ti adornamenti co$i raccolti in$ieme, $aranno per la nona parte di tutta l'altez- 40 za de la pila$trata. Que$ta nona parte $i diuiderà un'altra uolta ancora in no- ue parti minori, de lequali ne a$$egnerai cinque a la cornice di $opra, tre al $re- gio, & una al ba$toncino & al collarino. L'arco ch'è in$ronte $i uolge $opra la pil a$trata nõ $arà mai piu gro$$o che per la decima parte del $uo uano, nè piu $ot- [301]LIBRO OTTAVO. tile che per la duodecima. Le colonne che $i metteranno in faccia, rincõtro alle pila$trate hanno a e$$ere legittime, & e$pedite, & $i farà, che conla te$ta loro da capo $ieno alte quanto la altezza dello arco, & $ieno lunghe quanto èlunga la larghezza del vano del mezo, $otto la colonna $i metterà la $ua ba$a, il $uo dado, & il $uo piedi$tallo, & in cima alla colõna il capitello o Corinthio o To- 5 $cano, & $opra que$to l’architraue, il fregio, & la’ cornice Ionica o Corinthia, & tutte que$te co$e $i faranno con i loro di$egni & $econdo i loro ordini, co- me ti dicemmo di $opra. Sopra $i fatti colonnati nel piu alto lor’luogo $i alzeranuo certe alie di muro, alte per la metà di tutto il prima fatto lauoro, cominciando$i dal primo imba$amento $ino al piano della cornice di $opra. 10 & la altezza di que$to muro dal primo piano in $u $i diuiderà in vndici parti, la piu alta delle quali $i a$$egnerà $olamente a una cornice $emplice $enza fre- gio o architraue, & vna parte & mezo da ba$$o $i a$$egnerà a vno imba$amen- to che $arà vna ondetta aroue$ciata per il terzo della $ua altezza. Le $tatue $i po$eranno e$pedite $opra le te$te delle traui che $opra le colonne ri$altano 15 fuori del muro, per ritener’qua$ile colonne, & haranno $otto i piedi vno im- ba$amento gro$$o quanto èla colonna da ba$$o: La altezza delle $tatue con tutto il $uo imba$amento piglierà le otto parti delle vndici di co$i fatto mu- ro di $opra. Nella vltima $ponda di poi di tutto que$to lauoro, & ma$simo di ver$o la piazza o il mercato, $i intaglieranno carrette con quattro cauagli, 20 & $tatue maggiori & animali, & effigie, & $imulacri di co$e co$i fatte: mette- ra$si per zoccoloa que$te, $opra il quale $i po$ino alquanto di muro, alto per tre volte la cornice che gli è $otto & vicina; le $tatue principali che noicollo- cheremo in que$to vltimo & piu rileuato luogo, $aranno piu alte che quelle di $otto, le quali haueuamo di già po$te $opra le colonne, non piu che il $e$to, nè 25 manco che i duoi noni. Nelle facciate delle mura, & in luoghi conuenienti $i metteranno gli epitaffi, & le hi$torie di rilieuo in luoghi determinati, & deter minati $patij, $ieno eglino o cerchi, o quadrati; $otto l’arco; dal mezo il mu- ro in sù $opra il quale $i volta l’arco, $i accomoderanno le hi$torie di rilieuo molto eccellentemente, ma dal mezo in giù ri$petto alli $chizzi non vi $taran- 30 no già bene.

Alle pila$trate per imba$ameuto $i darà vno $caglione alto non più che vn’cubito, & mezo, & accioche il fu$o delle ruote non lo $cantoni, $i farà $pun- tato con vna ondetta a roue$cio, & la ondetta $arà per il quarto della alltezza di detto imba$amento, & di loro $ia horamai detto a ba$tanza. 35

[302] [303]LIBRO OTTAVO. Dello adornare gli $pettacoli, i Teatri, i loghi da correre, & quanta $ia la utilitd loro Cap. VII.

VEngo hora a trattare de gli Spettacoli. Dice$i che Epimenide quello che dormì in quella cauerna cinquanta$ette anni nel murare che faceuano 5 gli Athenie$i vno Spettacolo, diceua villania a quei Cittadini, dicendo voi non $apete ancora di quante morti $ia per e$$er’que$to luogo cagione? che $e voi lo $ape$$e, lo sbranere$te con i denti. & io non ardi$co di bia$mare i no- $tri Ponte$ici, & quegli che hanno a dare e$empio ad altri, che con buono cõ$i glio habbino leuato via la v$anza de gli Spettacoli. Lodono Moi$e che vole- 10 ualche tutti i $uoi popoli$iraguna$sino in vn’Tempio $olo, ne dì Solemni; & che in certi determinati tempi mangia$sino tutti in$ieme. # A che dirò io che co$tui haue$$e riguardo ? volle veramente che gli animi de $uoi Cittadini nel ragunar$i in$ienie, & mangiare in$ieme diuentas$ino piu benigni, & piu s’interza$sino di amicitia l’un’ con l’altro, I no$tri antichi credo io, che con 15 que$ta mede$ima intentione ordina$sino nella Città gli Spettacoli, non tanto per conto de piaceri, & del fe$teggiare, quanto ancora per conto della vtilità. & certamente $e noi andren’bene e$aminando la co$a, ci $ouerrãno molte co- $e, perle quali ci dorremo a$$ai, & a$$ai, che vna v$anza tanto eccellente, & tan- to vtile $i $ia gia è tanto tempo di$me$$a. Concio$ia che e$$endo $tati trouati 20 gli Spettacoli alcuni per $eruire a piaceri nel tempo della pace & del ripo$o, & alcuni per poter$i e$ercitare nelle co$e da guerra, & nelle faccende, l’uno de quali $erue ad eccitare & a nutrire la $ottigliezza, & la bontà dello’ngegno, & della mente; & l’altro accre$ce marauiglio$amente la gagliardia & la con $tantia dello animo, & fa le forze robu$te; hanno nondimeno l’uno, & l’altro 25 vn’modo fermo, & certo per il quale giouano marauiglio$amente alla $alute & allo ornamento della patria. Gli Arcadii $i dice che furono, i primi che tro- ua$$ero i giuochi, & lo feciono per mitigare, & addome$ticare gli animi de lo- ro Cittadini, che erano di vita au$tera & $euera, & quegli che trala$ciarono di poi tale v$anza, $econdo che $criue Polibio, diuentarono di animi $i crudi, 30 che pertutta Grecia erano tenuti abbomineuoli. Ma inuero la memoria de giuochi è molto anticha, & varii $i crede che $ieno gli inuentori di e$si. # Per- cioche e’dicono che Dioni$io fu il primo inuentore de balli, & de giuochi. Trouo ancora, che Hercole fu il primo che ordina$$e il giuoco della $cher- ma. Dicono oltra di que$to che gli Etolij, & gli Epei poi che furono tornati 35 dallo eccidio di Troia, trouarono la inuentione del luogo per i giuochi Olim pici, Dicono ancora che appre$$o de Greci, Dioni$io Lemneo, il quale fu il primo che trouò i cori delle Tragedie, fù anco il primo che mura$$e in luogo per gli Spettacoli. In Italia dicono che Lucio Mummio fu il primo che nel trionfo introdu$$e i giuochi Teatrali dugento anni inanzi, che Nerone impe- 40 ra$$e: & gli I$trioni vennono in Roma di To$cana. I giuochi de caualli $uron’ trouati da Tyrij, & qua$i tutta la varietà de giuochi che ci $ono rima$ti $uron’ condotti & tra$portati della A$ia, in Italia. Io credo che in quella prima anti- chità delle genti, quando e’cominciarono a $colpire Iano in bronzo facilmen- te $i $te$$e avedere i giuochi $otto vn’faggio, o $otto vn’olmo, Dice Ouidio.

[304]DELLA ARCHITETTVRA

Romul’ tu primo allor’, di cure empie$ti # Igiuochi, ch’e’l Sabin’le $iglie uide, # A i uedoui Roman gioconda preda. # Non ornaua Theatro ancora il Marmo 5 # Neuela ombra faceali: ei $uoi $uggi$ti # Non $acea ro{$s}itemperato Croeo. # Iui eran’ frondi $olo; e’n quella giu$a # Che $emplici l’hauea prodotte il bo$co; # Era $enz’arte ancor’ fatta la $cena # Sedeua il popol’ $opra i gradi fatti 10 # Di uerdi Ce$pi, & difendea dal Sole # L’a$pro capel’, con qual’ $i uoglia fronde.

Dicono nientedimanco che Iolao figliuolo di Ip$icleo fu il primo che nella I$ola di Sardigna ordina$$e gradi da $edere, quando e’ riceuè le Te$piade da Ercole. Ma da prima anticamente $i faceuano i Teatri dilegno. # Anzi bia- 15 $imarono Pompeio, perche egli haueua fatti i gradi dello $pettacolo fermi, & non da poter$i leuare, come prima era l’u$anza. Dipoi venne la co$a a tan- to che dentro alla città di Roma erano tre grandi$simi Teatri, & Amfiteatri infiniti; & quello ancora che era capaci$simo di meglio che di dugento mi- la per$one; & quel’luogo che e’ chiamauano Cerchio ma$simo, i quali tutti 20 erano fatti di pietre riquadrate, & addornati di colonne di marmo. Oltre a che non contenti di $i fatte co$e, feciono ancora $pettacoli per attempo pieni di marmi, & di uetri, & di vna in finita moltitudine di Statue; il maggiore $pet- tacolo in$ino in quei tempi & piu di tutti gli altri capaci$simo, ar$e a Piacentia città di Lombardia per la guerra di Ottauiano. Ma di que$ti $ia detto a ba$tan- 25 za. # De gli $pettacoli ne $ono alcuni buoni per la quiete, & per l’ocio, & al- cuni per le faccende. # A quelli che $on’buoni per l’ocio, $i confanno bene i Poeti, i Mu$ici, & li I$trioni che dilettano; ma a quelli che $i a$pettano alle co- $e da guerra, $i con$à il giucare alle braccia, il far alle pugna, lo $chermire, l’e$- $ercitar$i nel tirare, il correre, & $e alcuno altro giuoco o e$$ercitio d’arme $i 30 truoua $imile a que$ti. Le quali co$e Platone voleua che ogni anno $i faces$i- no, percioche giouauano molto alla $alute & allo ornamento della città. & hanno que$ti bi$ogno di varie $orti di edificij, & per ciò hanno ancora varij nomi. Concio$ia che e$$endone alcuni ne quali $i e$$ercitano i Poeti Comici & i Tragici, & $imili; que$ti per amore della degnità loro gli chiameremo 35 Teatri. Ma quegli altri doue la Giouentù Nobile $i e$$ercitera correndo con carrette di duoi, & di quattro Caualli $i chiameranno Cerchi. Gli altri finalmente ne quali rinchiu$eui le fiere $i faranno caccie, chiameremo Am$i- teatri. Qua$i tutti gli $pettacoli vanno immitando vn’campo d’arme, che me$- $o$i in ordinanza da duoi corni, voglia venire alle mani. Et $on fatti prima d’una piazza nella quale i de$tinati per il giuoco o $chermidori, o carrette, & 40 $imili $i habbino ad e$ercitare, dipoi di Gradi atorno $u per i quali $egghino gli $pettatori, ma $ono di$simili, & differenti del di$egno della piazza, percio- che di que$ti, quelli che hanno la forma qua$i $imile a vna Luna che già comin- cia ad inuecchiare $on’chianiati Theatri; ma quando e’$i di$tende$sino con le [305]LIBRO OTTAVO te$te per lo lungho $i chiamano cerchi, perche in que$ti con le carrette di duoi, & di quattro cauagli $i và nel giucare accerchiando, & aggirando a tor- no a i po$tiui termini & piramidi. & in que$ti ancora $i faceuano combatti- menti & giuochi Nauali condottaui dentro la acqua, o di qualche riuo, o di quella degli aquidotti $econdo i luoghi. Sono alcuni che dicono che gli an- 5 tichi erano $oliti di fare tai giuochi incirco inter en$es & flumina, cioè nel cerchio infra le $pade & l’acqua. & però e$$er’chiamati giuochi Circen$i, & che lo inuentore di que$to giuoco fu vn’ certo Monago in Elide di A$ia. ma quello $patio che $i richiudeua infra le frondi di duoi Teatri, che $i atte$ta$sino in$ieme chiamauano cauea, lo edificio tutto in $e chiamauano Amfiteatro. 10 Bi$ogna che i luoghi per gli $pettacoli principalmente $i eleghino in boni$si- ma aria, accioche non $ieno o$$e$i da Venti nè da Soli nè da le altre co$e che noi raccontammo nel primo libro; & il Teatro ma$simamente bi$ogna che $ia dife$o dal Sole, & coperto dal tutto, concio$ia che il popolo cerca le dilica- tezze de Poeti, & le leggieri & ombratili delitie de gli animi, nel Me$e di Ago 15 $to. & $e nel circuito della muraglia riuerbera$sino in cerchio i raggi del So- le, il calore cocerebbe i corpi, & ri$caldati$i gli humori, cadrebbono facilmen- tein in$irmitati, & malattie. bi$ogna ancora che il luogo $ia $onoro, & non ro- co. & è conueniente che vi$ieno loggie o congiunte con lo edi$itio o quiui vi- cine doue il popolo po$$a in vn’$ubito ricorrere a fuggire le furio$e pioggie 20 & le tempe$te. # A Platone piaceua che i Teatri $i face$sino nella Citta. Le parti del Teatro $on’que$te, la Piazza e$pedita nel mezo allo $coperto, & in- torno a que$ta piazza i gradi da$edere, & a rincontro delle Te$te di detti gra- di il Palco rileuato, $ul quale $i hanno ad accomodare le co$e appartenenti al- la $auola da recitar$i; & nella piu alta parte $opra i gradi, loggie, & volte che 25 riceuino le voci de recitanti, & le faccino diuentare piu $onore. Mai Teatri de Greci $ono differenti da quei de Romani in que$to, chei Greci produce- uano i chori, & gli hi$trioni $cenici $u la Piazza & però haueuano bi$ogno di minor’ palco, mai Romani recitauano tutta la fauola con tutti gli hi$trioni $ul palco, & per ciò vollono i palchi maggiori. Ma furono in que$to tutti d’ac- 30 cordo, che da principio nel di$egnare vna$imil pianta $i $eruirono di vn me- zo cerchio. & di$tenderono dipoi le corna del mezo cerchio; ma alcuni con linee diritte, & alcuni con linee torte. Quelli che $i $eruiuano delle linee di- ritte le tirauano in$ra loro equidi$tanti in$ino a tanto che aggiugne$sino alla quarta parte del Diametro del mezo cerchio; Ma quelli che $i $eruiuano del- 35 le linee torte di$egnauano vn’cerchio tondo, & ne leuauano dipoi il quarto de la $ua circunferentia, & quei che rimaneua, re$taua per il Teatro. Di$egnati & collocati i termini della pianta $i daua ordine a gradi per $edere, & la prima co$a deliberauano della altezza di e$si gradi, & dalla altezza loro andauano e$aminando quanto $patio e’ fu$sino per occupare da ba$$o. La maggior’ parte 40 faceuano i Teatri alti per quanto era la piazza di mezo, perche e’$apeuan’cer- to che ne Teatri piu ba$si le voci $i perdeuano & non $i $entiuano, ma ne piu alti $i ingagliardiuano & $i $entiuano piu forte. ma infra gli eccellenti furon quelli ne quali furono alzate le mura per i quattro quinti della larghezza del- la piazza. Di co$i fatto lauoro non occuparon’mai i gradi manco che la me- [306]DELLA AR CHITETTVRA. tà, ne piu chei duoi terzij. I gradi da $edere alcuna volta gli feciono alti quanto egli erano larghi, & alcuna volta alti per i duo’quinti. # Io ne di$egne- ròvno comeio pen$erò che egli $te$$e bene, & che e’fu$$e approuato da ogn’u- no. Gli vltimi fondamenti de gradi, cioè delle mura. nelle quali harà a finire il più alto grado da$edere, $i gitteranno tanto di$co$to dal centro del mezo 5 cerchio, per quanto farà il mezo diametro della $ua piazza, & più vn’terzo di e$$a. I primi gradi da $edere non comincieranno giù aba$$o nel mezo della piazza, ma in tal’ luogo $i alzerà vn’muro, alto ne Teatri grandi per la nona parte del mezo del diametro della piazza di mezo, accioche da que$to co- mincino i gradi da $edere, & vadino $alendo ad alto. ma ne Teatri minori al- 10 zerai que$to muro non manco di $ette piedi. i Gradi farai alti vn’piede & me- zo & larghi duoi & mezo. Infra que$ti gradi $i faranno $compartite in volta parte certe entrate per andar’nella piazza, & parte certe $cale per $alire ad al- to che vadino a trouare i gradi da$edere, che $aranno piu alti, le quali entrate & $cale $aranno tante, & tanto grandi quanto parrà che ricerchi la grandezza 15 del Teatro. # Ma dique$te entrate ne $aranno $ette principali che $aranno ad- diritteal centro, & e$pedite per tutto; & vgualmente lontana l’una dell’altra, & dique$te ancora ce ne $arà una più largha che l’altra, la quale verrà nel me- zo del mezo cerchio, & la quale io chiamo entrata mae$tra. concio$ia che per e$$a pa$$a la uia mae$tra; vn altra poi, ne $arà nella te$ta del mezo cerchio da 20 man’ritta & un’altra nell’altra te$ta da mano $tanca a ricontrole, & infra que- $te poi & la entrata mae$tra $aranno $compartite quattro altre entrate, due da ogni banda: Sarannoui ancora altre aperture & altri vani tali, & tanti, quali & quanti ne comporteràil circuito del Teatro. Tutti i gradi da $edere gli antichine teatrigrandi gli diui$ono in tre parti, & a cia$cuna di que$te diui$io 25 ni faceuano atorno atorno vn’grado il doppio piu largo che gli altri, il quale diuide$$e i gradi di $opra da quei di $otto, qua$i come vna piazzetta de$tinata in quel’luogo. Sopra que$ti pianerottoli, per chiamarli co$i arriuauano le $ca- le in uolta per lc quali $i $aliua a detti gradi. Io hò con$iderato che i buoni Ar- chitettori, & valenti ingegneri proueddono che a cia$cuna principale entrata 30 $u$sino dal lato di dentro, di quà & di là due $cale da $alire, per l’una delle qua- li più ritta, con $alita più continouata & piu pre$ta vi pote$sino $alire i più vo- lontero$i, & i piu e$pediti, qua$i come volando, & per’l’altra $cala che era alquan to piu larga & piu dolce, & nella quale erano pianerotoli piu $pe$si & piu $pe$- $e $uolte potes$ino $alirele Matrone, ei piu vecchi cõ loroagio & comodita di 35 ripo$ar$i piu $pe$$onel $alire, que$te $ono le co$e appartenenti a gradi. Vltima menterincontro alle te$te del Teatro, $i $aceua il palco per la $cena & per gli hi$trioni che haueuano a recitare, & in que$ti luoghi erano $oliti di $edere in luogo determinato & molto adorno i Padri, & i Magi$trati, $eparati dalla Ple- be, come $arebbe a dire, $e nel mezo della piazza $i fus$ino acconcie alcune 40 $edie per loro da $edere, molto honoreuolmente. & allhora $i faceua il palco della $cena tanto grande, che & gli hi$trioni, & i Mu$ici, & quegli che guidaua- no la fauola, non lo harebbono de$iderato molto maggiore. Il piano di e$$o palco, ueniua in$ino al centro del mezzo cerchio, & $i alzaua da terra non piu che cinque piedi, accioche i Senatori che $edeuano nella piazza potes$ino di [307]LIBRO OTTAVO $u quel piano di$cernere bene tutti ige$ti delli hi$trioni & delli altri. Ma quan do i Senatori non poteuano co$i $tarenella piazza del mezo, hauendo ella a $er uire alli hi$trioni, & a mu$ici. Il palco della $cena $i faceua minore, rileuando$i alcuna uolta da terrail piu alto $ei cubiti, & $i addornaua que$ta parte con duoi colonnati, & due impalcaturel’una $opral’altra, $econdo la immitatione delle 5 ca$e che $i haueuano a di$egnare; & haueuano porte & fine$tre in luoghi acco- modati, & nel mezo ui era una porta principale con addornamenti $imili a quelli de Tempij, qua$i come d’un Palazzo Regio, & a canto a que$ta erano al- tre ca$e, & porte, per le quali gli hi$trioni potes$ino entrare, & u$cire, $econdo che gli atti della comedia haueuano d<007> bi$ogno. Et e$$ercitando$i nel Theatro 10 tre $orti di Poeti, il Tragico per cui $i recitano le mi$erie, & le infelicità de Tiran ni. Il Comico che e$plica le facende & gli affanni de Padri delle famiglie, & il Sa tirico per cui le piaceuolezze della Villa, & i Pa$torali Amori$i dimo$trano, non ui mancaua una Macchina, la quale uolgendo$i $opra un perno, mo$traua in uno in$tante a gli $pettatori una facciata talmente dipinta, che $embraua ho- 15 ra una $cena Regia da Tragici, hora una $cena di ca$e ordinarie da Comici, & ho ra una $elua per i Satirici, $econdo che ricercaua la qualità della fauola che $i do ueua recitare. Sì che in que$to modo era fatta la Piazza, & i Gradi, & i Palchi de gli hi$trioni, & de gli altri. Io ho detto che una delle principal parte del Theatro è la loggia trouata per ritenere, & per far apparire le uoci, & i $uoni 20 maggiori, & che ella era po$ta $opra gli ultimi gradi da $edere, & che con i uani da colonna & colonna guardaua la piazza del mezo nel Teatro; di que$ta adun que $i ha a trattare. Haueuano gli Antichi inte$o da filo$ofi, che la Aria per la repercus$ione della uoce, & per il ribattimento del $uono $i moueua circular- mente, non altrimenti che $i faccia|l’acqua, quando in un $ubito e$ce fuor di lei 25 alcuna co$a a galla, & cono$ceuano che $i come in una lira, & come infra due ualli, quando mas$imo $ono piene di bo$caglie, la uoce & il $uono diuentaua- no molto piu $onore, & piu chiare, poi chei gonfianti cerchi dell’aere, per dir co$i, ripercos$i ri$contrauano in qualche co$a che ferma$$e & rimanda$$e indie- tro i raggi della uoce, u$citi dal centro a gui$a di una palla ribattuta dal muro; 30 dal qual ribattimento $i cau$aua quei cerchi piu $pes$i, & piu gagliardi. Per que$ta cagione adunque giudicarono quei primi antichi, che e fu$$e bene fare i Theatri in cerchio; & accioche la uoce non haue$$e in que$to mentre o$taculo alcuno che la impedi$$e, tal che ella non pote$$e andar $ubito liberamente a fe- rire ne piu alti luoghi del Theatro. Collocarono i gradi di maniera, che tutti i 35 canti batteuano ad una mede$ima linea, & $opra l’ultimo luogo de gradi, accio che molto gioua$$e ui collocarono la loggia, uolta come io dis$i uer$o la piaz- za che era in mezo del Theatro: I Vani della qual loggia dalla parte di dentro uoleuano che fu$$ero liberi, & e$pediti, quanto piu $i poteua. Ma da la parte di dietro di e$$a loggia, uoleuano che rincontro a uani del colonnato fu$$e tira 40 to un muro che la tura$$e bene per tutto. Oltra que$to, $otto le colonne mu- rauano qua$i una $ponda che $erui$$e per piedi$tallo alle colonne, doue $i ragu nas$ino i gõfiati cerchi delle uoci, le quali riceuute dolcis$imamente in e$$e log gie dall’aria a$$ai quiui conden$ata, non fus$ino percot\~edoui in piena ribattute [308]DELLA ARCHITETTVRA da quella intere, ma piu pre$to rattenuteui, & raffermate. Aggiugneuanci oltra di que$to $i per difender$i dal Sole, $i per ri$petto ancora delle voci, per cielo del Teatro, vna tenda po$ticcia, la quale dipinta a $telle, & di$te$a $u$o ad alto $u canapi copriua con l’ombra $ua la piazza di mezo, & i gradi, & gli $pettatori. Ma 5 que$ta $i fatta loggia era certo molta artificio$a, concio$ia che per reggere que $ta $ola loggia, $i faceuano $otto di lei altri colõnati, & altre loggie aperte, & vol te ver$o il lato di dietro del Theatro, & ne Teatri grandi $i faceuano doppie, ac- cioche $e alcuna volta, per alcuna furio$a pioggia, o tempe$ta vi fu$sino ricor$i al coperto gli $pettatori, non $i bagna$sino; & erano i colonnati, & i portici po$ti 10 $otto que$ta prima loggia, non come quelli de Tempij, o delle Ba$siliche, ma di Pila$trate $ode & mura $tabili$sime, con di$egno $imile a quello delli Archi Tri- onfali; Tratteremo prima adunque di que$ti portici di $otto, che $i fanno per ri$petto della prima loggia di $opra. La regola de vani di que$ti portici è que$ta, che a qualunque $i uoglia entrata che uadia nel mezo della piazza del Theatro, 15 $i ponghino a r<007>ncontro alcuni uani, & è di neces$ità che que$ti uani, & que$te entrate $ieno accompagnate da altri vani con ordini determinati, & che tut- ti $ieno alti, & larghi a vn’modo, tutti habbino i mede$imi di$egni, & corri- $pondino di di$egno & d’ornamenti l’un a l’altro. Bi$ogna ancora che la lar- ghezza per la quale $i và per lo lungo di e$$a loggia, $ia ancora di larghezza 20 quanto è il uano tra pila$trata & pila$trata, & è conueniente che le pila$trate in que$to luogo $ieno murate per la metà del lor uano, che è infra di loro. Le qual co$e bi$ogna che tutte $ieno o$leruate con grandis$ima diligentia, & con indu- $tria marauiglio$a. Vltimamente non ui $i metteranno colonne intere i$olate come nelli Archi Trionfali, ma nel mezo della faccia delle pila$trate $i mette- 25 ranno meze colonne nel muro, & $i metteranno piedi$talli $otto le colonne per il $e$to della altezza del colonnato, gli altri addornamenti ui $i faranno co- me ne Tempij. Ma la altezza delle colonne con tutti i loro addornamenti & cornici, $arà per la metà del piombo de gradi di dentro, tal che que$ti di fuori $aranno duoi colonnati l’uno $u l’altro, il $econdo de quali con la $ua uolta $arà 30 uguale a l’ultimo grado da $edere, alla quale altezza ancora $i pareggerà a $e$ta il piano della loggia ultima che io d<007>s$i, che guardaua uer$o la piazza di dentro nel mezo del Theatro. Il di$egno della piazza di mezo $i a$$omiglia ad una forma impre$$a dal piè di uno Cauallo; finite que$te co$e muriui$i di $opra la ul- tima loggia, la faccia, & il colonnato della quale, non come quelle che ella hara 35 di $otto, che noi habbiamo poco fa detto, che riceuono i lumi da lato di fuori, ma al contrario come dicemmo di lei nel principio, $arà uolta uer$o la piazza che è in mezo del Theatro. Que$to sì fatto lauoro, $endo egli fatto perche e $ia cagione che le uoci non $i perdino, anzi $i ragunino in$ieme & $i $entino piu piene, chiamerò io un Serraglio a torno, la altezza del quale $arà per una 40 uolta & mezo della altezza del primo colonnato, che è da lo lato di fuori, & le parti $ue $aranno que$te. Quel muricciuolo che ha da e$$er $otto le colon- ne, il quale $i può chiamare Sugge$to, o $ponda, $arà di tutta la altezza di que- $to $erraglio, che è dal piano dello ultimo grado da $edere in$ino a doue $i cuo- pre nella ultima altezzail Theatro, non piu che il terzo ne Theatri grandi, & [309]LIBRO OTTAVO. ne piccoli non meno che il quarto, $opra que$ta $ponda $i rizzeranno le|colon- ne lequali con la lor’ ba$a, & con il capitello $aranno lunghe per la metà di tutta la altezza di que$to $erraglio; $opra que$te colonne $i porranno iloro addorna- menti, & in oltre vna alia di muro tirata $opra le colonne, come ti di$si nelle ba $iliche, laquale alia di muro occuperà la $e$ta remanente parte di tutta l’altezza 5 del $erraglio. Le colonne in que$ta loggia $aranno i$olate tratte dal di$egno di quelle delle ba$iliche, & $aranno apunto tante, quante $on’ quelle de portiei di fuori lequali e$cono mezo fuori delle pila$trate, & $i collocheranno rincontro a punto $u le linee di quelle che $i po$$ono chiamare razzi, concio$ia che io chia- mo razzi quelle linee diritte, che dal centro del Theatro vanno a trouare le co- 10 lonne di fuori. Ma nel muro della loggia di dentro che è $otto le colonne, il qua- le chiamano $ponda $i aprirranno certi vani, corri$pondenti a punto a vani del- le entrate di $otto nel Teatro, con i lor’ piombi, & in co$i fatti luoghi $i faranno zane vguali & accommodate l’una a l’altra, nelle quali piacendoti collocherai volti con la boccha allo ingiù va$i di rame, accioche riuerberando in e$si le voci 15 diuentino piu $onore. Io non $tarò quì ad andar’ dietro a quelle co$e di Vitru- uio, lequali $on’ co$e che $i canano dalle diui$ioni, & da componimenti de Mu- $ici, $econdo le regole de quali, ei voleua che ne Theatri $i colloca$sino i prefati va$i a proportione che corri$ponde$sino alle voci piu graui, alle mezane, & alle piu acute; co$e for$e certo facili a dirle, ma in che modo $i pote$$e fare vna 20 co$a $imile lo sà chi ne hà fatta e$perienza. Ma non mi di$piacerà gia, $i come ancor’ pare ad Ari$totile il credere chei va$i voti di che $orte tu ti voglia, & i pozi ancora giouano a ri$onarui dentro le voci. Ma torniamo alla loggia di den- tro del Theatro, que$ta loggia harà il $uo muro di dietro intero per tutto, il quale fa attorno Serraglio, accioche le voci arriuando quiui non $i perdino; 25 nella corteccia di fuori di que$to muro del Teatro che ri$guarda ver$o coloro che vi arriuano, $i aggiugneranno gli addornamenti delle colonne, cha $aran- no tante, co$i alte, talmente à piombo, & con $imili & sì fatte membra & parti, che corri$pondino à colonnati, che elle hanno $otto di loro nella facciata di- nanzi deportici. # Per le co$e che noi habbiam’ dette $i vede manife$to in che 30 co$ei Theatri grandi $ieno differenti da piccoli, percioche ne grandi il portico di fuori da ba$$o è doppio, & in que$ti altri è $cempio, in quelli ancora $i pongo no tre colonnati dallo lato di fuori l’uno $opra l’altro, & in que$ti non $e ne po- ne $e non duoi. Sono ancora differenti in que$to, che in alcuni Theatri piccoli non $i fà la loggia di dentro, ma $i mura $olamente il $erraglio con vna cortec- 35 cia d<007> muro, me$$eui le $ue cornici, accioche egli in que$to luogo habbia for- za qua$i di loggia à fermar’ le voci, $i come ne Theatri grandi l’hà, & il muro, & la loggia in$ieme, ma in alcuni Theatri grandi$simi que$ta loggia di $opra è doppia. Vltimamente quei piani che re$tano in à pendio, di maniera che l’ac- $i fanno di $maltò, vi $i fa vna $corza. & fanno$i à pendio, di maniera che l’ac- 40 que giu peri gradi po$sino $cendere à ba$$o, mai canali che riceuon’ le acque che vi $i adunano le conducono, & le mandono ne gli angoli delle mura per doe cioni coperti in fogne coperte: Intorno alla piu alta cornice dal lato di fuo- ri del Theatro, $i accomodano men$oloni, i quali $eruono à reggere arbori $i- [310]DELLA ARCHITETTVRA mili a quelli de le naui, ordinati con canapi, & legamenti, che $eruono, & tengo- no di$te$e le tende per adornamento de giuochi publici. Ma hauendo$i adinal- zare una $i gran machina di muraglia ad una altezza ragioneuole, bi$ogna, che la gro$$ezza del muro $i faccia recipieute a poter reggere un tanto pe$o. # Fac- ci$i adunque il muro di fuori de’ primi colonnati gro$$o per una de le quindici 5 parti de lo $patio, che ha a $eruire per tutta l’altezza del’opera: # Ma quell’al- tro muro che $arà in mezo, tra l’un portico, & l’altro, quando i portici $aranno doppi $ia piu $ottile il quarto, che quello di fuori. Quelle mura finalmente che $opra di que$te $i haranno a fare, haranno da e$$er piu $ottili che quelle di $ot to una duodecima parte.

[311]LIBRO OTTAVO. [312]DELLA ARCHITETTVRA [313]LIBRO OTTAVO. [314]DELLA ARCHITETTVRA Dello Amfiteatro, del cerchio, de luoghi da pa$$eggiare, de gradi da $edere, & de portici de giudici minori, & de loro adornamenti. Cap. VIII.

HAbbiamo in$ino a quì Trattato de Teatri, re$taci da quì inanzi a trattare del Cerchio, & de gli Amfiteatri, tutti que$ti $ono di$ce$i dal Teatro, per- 5 cioche il cerchio certamente non è qua$i altro, cheun Teatro che $i $ia di- $te$o in lungo con le te$te, con linee equidi$tanti l'una da l'altra, ma non ha di$ua natura $eco portici, & lo Amfiteatro è fatto di duoi Teatri congiunti in$ieme, con le te$te, & con i gradi da $edere, con circuito continouato, & $ono in que$to differenti, che il Teatro certamente, è qua$i un mezo Teatro, & in que$to ancora, 10 che lo Amfiteatro ha la piazza del mezo libera, & e$pedita da Palchi de gli I$trio ni, ma ne le altre co$e, & mas$imo ne' gradi da $edere, & ne le Logge ancora, & ne le entrate, & in $imili altre co$e $ono molto conformi: Io credo che lo Amfi- teatro principalmente fu$$e fatto per $eruire a le caccie, & che per que$to piace$- $e loro di farli tondi: Accioche $errata, & $timolate le fiere in co$i fatto luogo, nõ 15 trouãdo in ne$$un luogo alcun cãtone doue rifuggire, fus$ino da cõbattenti piu facilmente aizzate, & fatte muouere; concio$ia che e' ui $i metteuano huomini, che cõ modi miracolo$i combatteuano contro le ferocis$ime fiere, intra quali alcuni con il $altare, & con l'aiuto d'una a$ta; eleuando$i in alto ingannauano un Toro che ueniua a la uolta loro: Altri armati di punte, come quelle de le Canne, 20 $i offeriuano a la$ciar$i maneggiare da gli Or$i, in una arca di legno, o aggirando- ue$egli atorno, altri gli a$$aliuano contenti $olo di una Cappa, & di una accetta, o mazzaferrata. Finalmente $e alcuno haueua trouata co$a alcuna che con lo ingegno pote$$e ingannare le fiere, o $e egli $i $entiua tanto gagliardo, o ualente di forze, & di an<007>mo che e' pote$$e $ottentrare al pericolo, $i offer<007>ua là nel me- 25 zo. Secondo che cia$cuno haue$$e deliberato d'acqui$tare premio, o lode. Trouo ancora, che ne' Teatri, & ne gli Amfiteatri, i Principi erano $oliti di gittar ui pomi, & a la$ciarui andare uccellami, per eccitare fanciulle$che que$tioni di chi prima $e gli pote$$e pigliare. La piazza del mezo dell' Amfiteatro, ãcora che ella $ia accerchiata da duoi Teatri, congiunti in$ieme, non però $i dee fare tan- 30 to lunga, come ella uerrebbe $e $i congiugnes$ino in$ieme duoi Teatri, con le braccia, o te$te di$te$e; ma bi$ogna che la larghezza conri$ponda proportional- mente a la lunghezza. Furono alcuni appre$$o a gli antichi, che $eciono la lun- ghezza otto, & la larghezza $ette parti, & alcuni che la feciono tre larga, & quat- tro lunga, l'altre co$e $eciono come ne Teatri. Concio$ia che gli fecionoi porti- 35 ci di fuori, & $opra gli ultimi gradi da $edere, feciono la loggia di dentro, laqu a- le chiamammo Serraglio. Re$taci a trattare del cerchio. Dicono, che que$to fu fatto ad immitatione de le co$e del Cielo, percioche $i come le ca$e del Cielo $on dodici, co$i que$to ancora, ha dodici porticciuole da entrarui, & co$i come i pianeti $on $ette, co$i que$to ha $ette termini. Vno de' quali è po$to a la par- 40 te di Oriente, & l'altro a quella di Ponente a$$ai lontani l'uno da l'altro, Talmen- te che le Carrette di duoi, & di quattro Cauagli giù per il mezo de gli $patii del cerchio, potes$ino $correndo combattere, come fa il Sole & la Luna, per il Zo- diaco, & fare in xxiiii. hore uentiquattro uolte tai giuochi. I giucatori mede- [315]LIBRO OTTAVO. $imamente erano diui$i in quattro $quadre. Cia$cuna de le quali era ue$tita del $uo proprio colore, alcuni per $ignificare la primauera $i ue$tiuano di uerde, per l'e$tate di ro$$o, per il Pallido Autunno di bianco, & per la tri$ta inuernata di Ta nè $curo. La piazza del mezo de cerchi, non era libera, & e$pedita, come quel- la'de gli Amfiteatri, nè come quella de Teatri occupata da palchi: ma per il dirit- 5 to de lo lungo diui$o no la piazza in duoi cor$i, o in due larghezze rizzandoui in luoghi accomodati le Mete, o i Termini intorno a quali giucando correnano i Cauagli, o gli huomini, i Termini principali erano tre, de quali quello del mezo era il piu degno di tutti, & era quadro gro$$o, & andaua tutta uia a$$ottigliando$i uer$o la cima, & per que$to a$$ottigliamento lo chiamauano obeli$co, hoggi 10 Aguglia. gli altri duoi termini erano due grandis$ime $tatue, o due cre$te, ouero altezze di muro con le te$te molto alte, fatte in quel modo che piu era par$o al mae$tro conueniente; a far che elle haue$$ero del gratiato, & del grande, ne me- zi di que$te metteuano due, o colonne, o Aguglie minori da cia$cuna de le ban- de. Io truouo che il Circo Mas$imo d<007> Roma, $econdo gli hi$torici, era lungo 15 tre ottaui di miglio, & largo uno, ilquale a mio tempo è rouinato, & non $i uede per alcuna coniettura pur piccola, come $i fu$$e fatto. Ma in altri luoghi truo- uo per le mi$ure di sì fatti lauori che egli erano co$i fatti. Soleuano gli antichi fare la piazza del mezo de cerchi, larga almanco $e$$anta cubiti, cioè braccia xl. & tanto lunga che la larghezza ui entra$$e dentro $ette uolte, la larghezza $i di- 20 uideua in due parti uguali, tirando per lo lungo una linea giù per il mezo, $opra de laquale $i collocauano le Mete, o i Termini in que$to modo; Diuideuano que $ta lunghezza in $ette parti, una ne a$$egnauano a la riuolta, ch'occuperebbono, i giucatori intorno a l'ultima meta, ne l'andare correndo dalla de$tra nella $ini- $tra; di$tribuiuano poi l'altre Mete $u per la mede$ima linea, di maniera, che ne 25 la lunghezza del cerchio fus$ino ugualm\~ete lõtane l'una da l'altra, & occupa$$ero di tutta la lunghezza cinq; $ettimi, & era congiunta l'una meta con l'altra con un piano rileuato da terra non meno di $ei piedi, che $eparaua talmente di quà, & di là gli duoi $patii del cot$o, che, o $olo, o accompagnati i Caualli che giucaua- no, ancor che e' $i uolta$$ero, non haueuano donde pote$$ero attrauer$are. Et 30 di quà & di là, a' lati de cerchi, $i faceuano gradi da $edere non piu che per il quin to, nè manco che per il $e$to di tutta la larghezza de la piazza di mezo, & i gradi da $edere cominciauano apunto a la uguale altezza, & al piano del rilieuo, o im- ba$amento, $opra ilquale erano collocate le Mete, accioche gli huomini non portas$ino, sì come non faceuano anco ne gli Am$iteatri, pericolo alcuno da 35 le be$tie.

[316]DELLA ARCHITETTVRA [317]LIBRO OTTAVO.

Infra le opere publiche $ono ancora i luoghi da pa$$e ggiare, ne' quali la gio- uentù $i e$$erciti a giucare a la palla, a $altare, & a maneggiare le armi, & doue, i padri $i e$$ercitono pa$$eggiandoui e$$endo in$ermi; o facendo$i portare, ripigli- no le forze. Diceua Cel$o fi$ico, che lo e$tercitio è molto migliore a lo $coper- to che a l'ombra: ma accioche ei potes$ino e$$ercitar$i piu commodamente a 5 l'ombra, ui $aceuano atorno portici, co' quali accerchiauano a torno la piazza, & la piazza da alcuni era la$tricata di marmo, alcuni la faceuano uerde, la empie- uano di mortella, di ginepri, di cedri, & di cipres$i, in co$i $atto lauoro faceuano le loggi da tre lati $cempie, & talmente grandi, che erano i duoi noni maggio- ri che le logge del mercato. Ma nel quarto lato che guardaua uer$o mezo 10 giorno $i faceuano le logge $patio$is$ime, & doppie. In la facciata dinanzi u$a- uano colonne Doriche, alte $econdo la larghezza de le loggie, le colonne di- nanzi con lequali $i d<007>uideua il pr<007>mo portico dal $econdo, uoleuano che $i fa- ces$ino piu alte, che quell'altre prime il quinto, per regger i comignoli, & per da re il pendio al tetto. Ne è marauiglia $e per que$to uollono ch'elle fus$ino Ioni- 15 che. Cõcio$ia che le Ioniche di lor natura $ono piu lũghe, che le Doriche. Ma io non ueggo già, perche cau$a in que$te logge nõ fu$$e lor lecito fareil cielo del tet to uguale, & piano da l'una banda, come da l'altra, concio$ia che certamente egli harebbe hauuto del gratio$o: ma in amenduoi que$ti colonnati la gro$$ezza de le colonne era di que$ta maniera. Ne le Doriche la gro$$ezza da piede era due 20 de le quindici parti di tutta la $ua altezza col capitello, & con la ba$a: ma ne le Ioniche, & ne le Corinthie $i daua a la gro$$ezza da ba$$o de la colonna una parte & mezo de le otto parti, che era l'intero del fu$o de la colonna. L'altre co$e $i faceuano come in quelle de Tempii, & accomodauano al lato al muro del por- tico gradi da $edere honoratis$imi, acciò $eruis$ino a gli huomini graui, & a $ilo- 25 $ofi a di$putare de le co$e eccellentis$ime, ma que$ti gradi da $edere, alcuni $erui- rono per la e$tate, & alcuni per lo inuerno. Concio$ia che da quella parte do- ue poteua Borea, o Aquilone, ui faceuano i gradi per l'e$tate & da quella banda donde ueniuano i Soli lieti, & doue non pote$$e il uento, gli faceuano per lo in- uerno, & per que$to i gradi per lo inuerno erano rinchiu$i da al<007>e di muro in- 30 tere, & quelli per la e$tate leuate le alie de le mura da gli lati che reggeuano le tetta erano diuer$o borea aperti con alcune fine$tre, o piu to$to colonnati, che guardauano liberamente uer$o il mare, o uer$o i monti, o uer$o il lago, o uer$o qual'altra dilicatezza tu ti uoglia di luoghi, & riceueuano dentro maggiori lu- mi che$i pote$$e. Ma ne la loggia da de$tra, & in quella da $ini$tra de luo- 35 ghi da pa$$eggiare $i accomodauano mede$imamente altri gradi da $edere dife- $i da uenti di fuori, iquali riceueuano da lo $coperto del cortile, il Sole da matti- na, & quello dopo mezo giorno, & i di$egni di co$i fatti gradi erano di uariate $orti, percioche alcuni $e ne faceuano a mezo cerchio, alcuni con linee diritte, amenduoi corri$pondenti al cortile, & a le loggie con proportione determina- 40 ta, la larghezza di tutta que$ta opera era per la metà de la $ua lunghezza, laqua- le larghezza $i diuideua in otto parti, $ei de le quali $e ne a$$egnauano al cortile $coperto, & una per uno a cia$cuno de portici: ma doue e' faceuano i gradi da $edere in mezo cerchio, il loro diametro, pigliaua allhora per i duoi quinri del [318]DELLA ARCHITETTVRA Cortile. ma il muro di dietro del portico $i faceua aperto con alcune entrate da poterui pa$lare per andare a $edere. L'altezza del mezo cerchio di que$ti gradi da $edere, ne le opere grandi, era quanto la $ua larghezza: ma ne le opere minori era alta per una larghezza & un quarto. Sopra il tetto de la loggia rin- contro al mezo cerchio, & de' gradi da $edere, fi apriuano in alto fine$tre per le- 5 quali entraua il Sole, & i lumi molto gagliardi nel mezo cerchio. Ma $e i gradi $i faceuano quadrati allhora $i faceuano il doppio piu larghi che il portico. Et la loro lunghezza, era per due de le $ue larghezze. Io chiamo in qu e$to luogo lun ghezza quella, che ua giù per il lungo de la loggia, di modo che a coloro che en trano da man de$tra in que$ti gradi da $edere, uerrà la lunghezza di que$ti gradia 10 e$$erli da la $ini$tra, & a quelli che u'entrono da la $ini$tra ad e$$ergli da la de$tra.

[319]LIBRO OTTAVO. [320]DELLA ARCHITETTVRA

Infra le opere publiche ancora s'intendela loggia de litiganti, de giudici mi- nori, laquale faceuano in que$to modo. La $ua grandezza era $econdo la dignità de la città, & del luogo a$$ai grande & eranui giù per le loggie appicate per or- dine alcune camere, nelequali $i daua $ine a le $acende $econdo il parere di quei che ui $tauano dentro. Que$ti edi$icii che io ho racconti in$ino a quì pare che 5 $ieno ueramente i publici, concio$ia che, & la plebe, & i Senatori in$ieme libera- mente per tutto ui $i poteuano ritrouare, & interuenire. Ma de publici ce ne $o- no ancora de gli altri, che non $i a$pettano $e non a'Cittadini principali, & à quei che gouernano lo $tato, come è il luogo doue $i raguna il con$iglio, la curia, & il Senato, de' quali dob biamo trattare al pre$ente.

10 Dello adornare, i luoghi del con$iglio, & le curie; de Bo$chi, delle Città, de luoghi da notare, delle Librerie, delle Scuole, delle Stalle, de gli Arzanali, & de gli $trumenti matematici. Cap. IX. 15

P Latone uòleua che'l luogo doue s'haueua a ragunare il con$iglio $u$$e uno Tempio. I Romani haueuano un luogo determinato, che lo chiamauano Comitio. A Ceraunia era un bo$co $olto $acrato a Gioue, doue gli Achei $i ragu nauano a di$correre le co$e de lo $tato loro; molte altre città $aceuano i lo- ro con$igli nel mezo de la piazza. A Romani non era lecito ragunare il Se- 20 nato, $e non in luogo determinato da gli augurii, & il piu delle uolte $i raguna- uano ne' Tempii. Dipoi u$arono di fare le curie, & Varrone dice che elle crano di duc $orti, una doue i Sacerdoti attendeuano a le co$e Eccle$ia$tiche, l'altra doue il Senato daua ordine a le co$e $ecolari. De la proprietà di qual s'è l'una di que$te non ho io co$a certa, ma noi pos$iamo bene andare coniet- 25 turando che que$ta $u$$e $imile al Tempio, & quella piu $imile a la ba$ilica. La curia de Sacerdoti adunque $arà in uolta & quella de Senatori $arà col palco. In amendune gli huomini da con$iglio, hanno ricerchi, a dire il parer loro, & perciò bi$ogna hauere ri$petto a modi de le uoci, per tanto bi$ogna che e' ui$ia al cuna co$a che non la$ci $pargere in alto le uoci, & mas$imo ne le uolti, accio- 30 che rimbombando non rintruoni ne gli orecchi, nè$arà marauiglia $e per farle piu gratiate, & per utilità ancora ui $i metteranno ne le mura alcune cornici. Io ho con$iderato mediante le muraglie de gli antichi, che e' $aceuano le curie quadrate. A la curia in uolta $aceuano il muro alto $ei $ettimi de la larghez- za de la $acciata, & $aceuano la uolta a meza botte, rincontro a la porta a quei 35 che entrauano dentro $i o$$eriua la tribuna larga, la cui $aetta era per il terzo de la $ua corda, la larghezza de la porta col $uo uano occupaua il $ettimo del $uo mu ro. Intorno a la metà de la altezza del $uo muro, & un'ottauo piu di detta meza parte, $i mettono con loro aggetti, architraui, $regi, cornici, & colonne, le- quali da alcuni $ono $tate me$$e piu $pe$$e, & da alcuni piu rade $econdo che $i 40 $ono dilettati d'hauerle piu $olte, o piu rade, $econdo il di$egno de' colonnati, & de le loggie de Tempi. Sopra le cornici da de$tra, & da $ini$tra, collocauano in certe Zane $atteui nel muro, & $tatue, & altre co$e attenenti a la Religione, ma n el muro dela facciata di te$ta apriuano al pari de l'altezza de le Zane una $ine- [321]LIBRO OTTAVO. $tra il doppio piu larga, che alta, con due colonnette nel mezo che regges$ino {ij} cardinale di$opra. Si che in que$to modo $arà la curia de Sacerdoti.

[322]DELLA ARCHITETTVRA [323]LIBRO OTTAVO.

Ma la curia de Senatori $i farà in que$to altro modo, la larghezza de la pianta $arà i duoi terzi de la $ua lunghezza, l'altezza $ino a le traui del tetto $arà quanto è la larghezza de la pianta, & un quarto piu di detta lunghezza. Intorno a le mura ui $i metteranno cornici in que$to modo. Diuida$i da ba$$o ad alto in noue parti, una de lequali $e ne dia a lo imba$amento, o zoccolo che $erua per ri 5 leuar$i da terra a le colonne, & que$ta parte del $odo $eruirà per $palliere de le panche da $edere. Quel che da quiui in$u$o poi ui re$ta diuiderai in $ette par- ti, quattro de lequali ne darai al primo colonnato, $opra ilquale porrai dipoi l'al- tro colonnato, $opra iquali porrai gli architraui, il $regio, & gli altri adornamenti che $eguitano, & co$i il primo, come il $econdo colonnato harà le $ue ba$e, i $uoi 10 capitelli, & le $ue cornici, & l'altre appartenenze in quel modo che noi dicemmo che s'a$pettauano a le ba$iliche, gli interualli loro co$i da de$tra, come da $ini$tra, ne le mura $opra tutto bi$ogna che $i $acc<007>no in ca$$o, & che i uani ui $ieno ugua- li: ma ne le te$te non $ien o gli interualli piu che tre, de quali quel del mezo $arà il quarto piu largo che gli altri, in$ra cia$cuno de' uani, o $ieno diui$i con colon- 15 ne, o pur con men$ole che $ieno $opra le Cornici del mezo facciuin$i le $ine$tre, concio$ia che que$te curie hanno bi$ogno di grandis$imo lume, & $i metteran- no $otto le $ine$tre, i dauanzali nel modo che noi dicemmo a quelle de le ba$ili- che, & gli adornamenti de le $ine$tre, che u$ciranno $uori del diritto del muro, non pa$$eranno con la loro altezza, l'altezza de le uicine colonne $enza i capitel- 20 li: ma l'altezza del uano de le $ine$tre $i d<007>uiderà in xi. parti, $ette de lequali $e ne a$$egneranno a la $ua larghezza, ma $e e' ti piacerà la$ciando $tare di metterui le colonne, porui men$ole in cambio di capitelli, allhora ci $eruiremo di quei di$e- gni che ne le porte u$erebbono gli Ionici, cioè haranno que$te $ine$tre da gli la- ti alcuni orecchi, come quelle porte, che $i $aranno in que$to modo, la larghezza 25 di que$te men$ole ha da e$$ere quanto $arebbe da capo il uiuo de la colonna, la- $ciando da parte gli aggetti del collarin o & del ba$tone, & $iano lunghe quan- to è la lunghezza del capitello Corinthio $enza la cima$a, lo aggetto di que$ta men$ola non $arà piu che $i $ia quello de la cima$a de lo architraue $regio, & Cornice.

30 [324]DELLA ARCHITETTVRA [325]LIBRO OTTAVO.

Hebbono ancora in molti luoghi alcune altre $orti di edificii, che & per nece$- $ità, & perloro diletto ancora riceueuano adornamenti, & rendeuano la città piu magnifica. Dicono che appre$$o ala Academia di Athene era un bo$co con$acrato a gli Dii molto bello, ilqual fu tagliato da Sylla nel fare una Trincea, 35 o Ba$tione contro ad Athene, Ale$$andro Seuero aghiun$e a le $ue Terme, o ba- gni un bo$co, & alle Antoniane arro$e molte egregie $tanze da notare, gli Agri- gentini per la uittòria che hebbe Zelone contro a Carcedonii murarono un luo go da notare lungo $ette ottaui di miglio, affondo uenti cubiti, delqual luogo ne cauarono dipoícerto datio. Io mi ricordo hauer letto che a Tiboli ui erauna 40 Libreria publica molto celebrata. Py$i$trato $u il primo che in Athene $ece una Libreria publica, laquale $endo d'una moltitudine di libri infinita, fu da Ser$e poi tran$pertata in Per$ia, & dipoi da Seleuco ricondotta in Athene. I Re Ptolomei hebbono in Egitto una Libreria di $ettecento milia uolumi: ma perche ci mara- [326]DELLA ARCHITETTVRA uígliamo noi de le Publiche? nella Libreria de Gordiani trouo io che erano. lxii. milia volumi. Nel pae$e di Laodicea in$ieme col T\~epio di Neme$i era celebrata grandemente vna grandi$sima $chuola di Medici, ordinata da Zeu$ide. Scriue Appiano che vicino à Cartagine era vna $talla ditrecento elefanti, & una di quat trocento caualli, & vno Arzanale perle naui, che vi $tauano dentro dugento ven 5 ti naui & altri luoghi da armi, & da grani, doue vno e$$ercito, p oteua ripporre, & $erbare le co$e da viuere. Ne la città del Sole che $i chiama Thebe, $i dice che era no cento $talle publiche tanto grandi che in qual’s’ è l’una $tauano dugento caual li. Nel l’I$ola Zelia nel Mare di Propontide erano duoi porti, & nel mezo Arza- nali per le naui, $otto i tetti de quali capriuano dugento nauilij. Appre$$o al Py- 10 reo era vn’luogo da armi celebrati$simo fatto da Filone che vi era vn’luogo ho- norati$simo & capace per quattrocento nauilij. Dyoni$io al Porto di Syracu$a fece Arzanali $compartiti con cento $e$$anta edifitij, $otto cia$cuno de quali pote uano $tare duoi Nauilij, & vn’luogo per armi, doue in pochi giorni vi ripo$e piu di cento venti milia $cudi & vna infinita moltitudine di $pade. In Sytico lo Arza- 15 nale de gli Spartani era diui$o in piu di cento $e$$anta $tanze. Si che a que$to mo varie truouo io che $ono $tate le co$e appre$$o di varie nationi, ma in che mo- do elle debbino e$$er’ fatte, & con qual’ ordine, & di$egno non hò che raccontar ne co$a alcuna che $ia eletta, $e non che io vorrei, che in sì fatti lauori, tu cauas$i per quelle co$e che hanno a $eruire quanto al bi$ogno, il di$egno dalle co$e priua 20 te, ma per quelle co$e che hanno à $eruire quanto alla grandezza, & allo addorna mento, è bene pigliare i di$egni dalle opere publiche. Non la$cierò que$to indie tro che lo ornamento grande delle librerie principalmente $ono i libri, & gli a$- $ai, & i rari$simi, & ma$simo ragunati di quella dotta antichità. Sono ancora ad- dornamento gli in$trumenti Mathematici, & tutti gli altri & quegli ma$simo che 25 $aranno $imili a quelli che fece Po$sidonio, ne quali, i $ette Pianeti $i moueuano cia$cuno $econdo il $uo proprio moto: o $imile a quello di Ari$tarco, che dico- no che haueua in vna tauola di$erro de$critto tutto il mondo, & tutte le prouin- cie con artificio eccellenti$simo, & ben $ece certamente Tyberio che donò alle librerie le immagini de Poeti antichi. A me pare d’hauer’ dato fine qua$i, a tutte 30 quelle co$e che $i po$$ono trouare per addornare gli edi$icij publichi, habbiamo trattato delli edifitij $acri, de $ecolari, de Tempii, delle Ba$iliche, de Portici, de $e- polchri, delle $trade, de porti, de concor$i delle $trade, delle piazze, de ponti, de gli Archi, de Teatri, de luoghi da correre, delle curie, de luoghi da $edere, de luo- ghi da e$$ercitar$i, & da pa$$eggiare, & $imili: di maniera che e’non mipare che 35 mi re$ti da trattar’ d’altro che delle Terme, o bagni.

Delle Termc, o bagni, & dclle loro commodità & addornamenti. Cap. X.

SOno $tati alcuni che hanno bia$imate le Terme, dicendo che elle fanno gli 40 huomini effeminati. Alcuni altri le hanno tanto lodate che $i $ono lauati in e$$e $ette volte per giorno. I no$tri vecchi medici per $anare i corpi median te i bagni murarono dentro nella citta infinite $tuffe con $pe$a certo incredibile. In fra gli altri Eliogabalo fece $tufe in infiniti luoghi, ma non $i vol$e lauare piu [327]LIBRO OTTAVO. che una $ol uolta per cia$cuna $tufa, & dipoi lauato$i le dis$ece per non l’hauere ad u$are. Io non $ono ancora re$oluto $e que$ta $orte di edificio è priuata, o pu- blica. Certamente cheper quanto io ho potuto comprendere, egli èuno edi- ficio me$colato de l’una $orte, & de l’altra, concio$ia che e’ ui $ono molte co$e ca uate dal di$egno de le co$e publiche, & molte ancora dal di$egno dele co$e pri- 5 uate. L’edificio de le $tufe hauendo bi$ogno di grande $patio di terreno per $uo $ito, non è bene farlo ne’luoghi principali, & piu frequentati de la città, ne ancora uorrebbe e$tere troppo tuori di mano, concio$ia che quiui concorrono Senatori, & le Matrone a lauar$i, & a nettarfi. Fanno$i a torno, atorno alle $tufe piazze, le quali $ono accerchiate di mura non ba$$e, ne $i può entrare in dette 10 piazze, $e non da certi determinati luoghi, ma nel mezo delle $tufe qua$i come centro dello edifitio $i fà vn’ $alone grandi$simo & magnifico con le volte, & con di$egno del Tempio che noi chiamammo To$cano. In que$to $alone $i entra di vn’ certo andito principale, la facciata del quale guarda ver$o mezo dì, di manie- 15 ra che coloro che enrrano per l’andito guardano ver$o $ettentrione, di $u que$to andito principale grandi$simo $i và in vno altro andito piu $tretto, o piu pre$to vn’androne, per entrare in quel $alone grandi$simo. Que$to $alone ver$o $etten trione hà yna v$cita aperta larga $opr’vna gran’ piazza $coperta; dalla de$tra & dalla $ini$tra, della qual’ piazza viè vna larghi$sima $pacio$a loggia. Dietro alla qual loggia ui $ono le $tu$e fredde da lauar$i. Ritorniamo una altra uolta den- 20 tro nel $alone principale, ne la facciata de$tra di que$to $alone uer$o Oriente $i di$tendeua vno andito molto $patio$o & largo, con tre andari divolte da que$to lato, & con altrettanti cheli corri$pondeuano a rincontro. Da que$to andito di poi $i andaua in vna piazza $coperta, laquale io chiamo Si$to attorniata ator- no di loggie. Ma di que$te logge quella che mo$tra la $ua faccia, & è aperta 25 diuerlo lo andito, hà di dietro a $e luoghi da $edere a$$ai capaci, in quella log- gia che riceue il Sole da mezo dì, ui $ono ancora le $tufe, & luoghi freddi da lauar$i come dicemmo appiccati & aggiunti a le loggie di quella gran’ piazza $coperta. & ui $ono ancora alcuni $pogliatoi: ma l’altra loggia rincontro a que- $ta apunto ha dietro a$e le $tufe tiepide, lequali riceuono i Soli, & i lumi da me- 30 zo giorno. Sonui ancora in luoghi accomodatis$imi ne le cantonate del Si$to per entrate, alcuni anditi minori peri quali $i può v$cire in quelle piazze gran- di che accerchiano intorno intorno le $tufe. Tale, & $i fatto $arà l'ordine del- le co$e che fi di$tende dal de$tro lato del $alone, & $imili a que$te $i hanno a f- re le co$e de l’altro lato $ini$tro uer$o occidente, che a le dette corri$pondino, 35 & lo andito con quelli tre andari di volte, & oltra que$to con quella piazza $co- perta con le loggie $imili a quell’altra, & con i luoghi da $edere, & con gli anditi minori nelle cantonate del Si$to.

Io ritorno un’altra uolta a quello andito principale di tutto que$to edificio, ilquale dicenimo che era ver$o mezodi, ver$o la de$tra del quale $u per la li- 40 nea, che uà uer$o Oriente $ono tre $tanze l’una dopo l’altra, & da la $ini$tra ancora $u per la linea che và ver$o Occidente, ne $ono tre altre; accioche que- $te $eruino per le donne & quelle altre per gli huomini. Nelle prime $tanze adunque $i $pogliauanol, nclle $econde $i vgneuano, & nelle terze $i lauauano, [328]DELLA ARCHITETTVRA & alcuni per piu magnificentia ui $eciono la quarta $tanza doue haues$ino a $ta- re ue$titi i compagni & i $erui di chi $i lauaua ad a$pettargli. In que$te $tanze da $tufar$i entraua il Sole diuer$o mezo dì, per grandis$ime fine$tre. Infra que$te $tanze, & infra quelle di dentro, che noi dicemmo che erano attaccate a le mura de gli anditi di dentro, iquali andati andauano dal Salone in$ino ala piaz 5 za conleloggie attorno, che noi chia mammo Si$to, $i la$ciaua uno $patio coper- to, dalquale il lato di mezo dì de le $tanz e di d\~etro che $ono congiunte col Salo ne riceues$ino i lumi. Accerchiauano tutta que$ta machina di co$i $atti tetti, come io ti dis$i molte $patio$e piazze tanto che fus$ino ancora a ba$tanza a giuo chi da correre. nè ui mancauano in luoghi accomodati Mete, & Termini, che 10 fus$ino attorniate da i giucatori aggirandole. Ne la piazza diuer$o mezo dì, che $eruiua come un ue$tibulo a que$to edificio $i faceua un mezo cerchio in ver $o mezo dì, nelquale $i accomodauano gradi da $edere $imili a quelli del Teatro, & le mura in cerchio $i alzauano $uo ad alto, acciò defendes$ino altrui da Soli di mezo dì, & tutte que$te sì fatte piazze erano $errate, come uno ca$tello da un mu 15 ro cótinouato, & in que$t’ultimo muro $i faceuano alcune $tanze da $edere, mol- to honorate, o in mezo cerchio, o quadrate, che guar dauano uer$o i tetti princi- pali de le $tufe. In que$ti luoghi da $edere $tauano, i Cittadini al Sole, & a l’om- bra, o da mattina, o da $era, o in qual’altra hora piu li piaceua. Oltra di que$to & mas$imo uer$o $ettentrione dietro a que$t’ultimo circuito de le mura, $i face- 20 uano piazze$coperte, d’altezza mediocre, piu lunghe, che larghe con di$egno a gui$a d’una linea piegata in arco, que$te piazze haueuano atorno uua loggia in cerchio chiu$a di dietro dal $uo muro, laqual piazza non uedeua niente altro, che un poco di Cielo. Et co$i da que$ta $ua piazza $coperta, infra il circuito del muro principale & maggiore, & infra que$ta loggia in cerchio rimaneua un 25 refugio per la $tate bonis$imo; percioche il Sole, & per la $trettezza de la piazza, & per l’altezza de le mura ui entraua a gran pena nel $ol$titio de l’e$tate, ne le can tonate del circuito dele mura maggiori. ancora ui erano Tempietti, ne’quali pu ri$icate$i & purgate$i le Matrone, erano $olite $acrificare a loro Dii. Si che que- fta era la $omma dele parti di che erano fatte le $tufe, & i di$egni dique$ti sì fatti 30 membri $i pigliauano da quelle co$e che noi habbiamo racconte di$opra, & da quelle ancora, che ci re$tano a raccontare, $econdo che piu $i confaceuano, o a que$te, o a quelle, cioè, o a le publiche, o ale priuate, & la pian ta ditutta l’opera teneua piu di undici mila piedi quadri.

[329]LIBRO OTTAVO. [330]DELLA ARCHITETTVRA [331]LIBRO NONO. Che e'$i debbe hauer ri$petto in tutte le co$e, & ma$$imo nella Archit ettura, alla utilit à, & alla Par$imonia, & de gli adornamenti della ca$a Re- gale, Senatoria, & Con$olare. Cap. I. 5

EGLI è di neces$ità che noi ci ricordiamo che degli edi $icij de priuati, alcuni $eruono per habitare nella città & alcuni perle ville; & di que$ti ancora alcuni $i appar- 10 tengono a cittadini di piu ba$$a mano, & alcuni a citta- dini piu nobili & piu $plendidi & noi habbiamo a trat- tare dello addornare tutti que$ti, ma prima voglio che noi di$corriamo di alcune co$e che fanno a que$to pro- po$ito. Io veggo che appre$$o de no$tri antichi a gli huo 15 mini prudentis$imi, & mode$tis$imi piacque grandemente, $i in tutte l'altre co $e, & publiche & priuate, $i ancora in que$ta co$a del murare la temperanza & la par$imonia, & truouo, che e giudicarono che e'fus$i bene leuar' via & ra- frenarene cittadini per tal conto ogni $traboccheuole, & $ouerchio $pendere, & che eglino proueddono a que$ta co$a, & per via di leggi, & per via di coman- 20 damenti cõ ogni indu$tria, & diligentia, $i che appre$$o di Platone erano appro uati coloro che haues$ino ordinato per legge, quel che io dis$i altroue, che ne$ $uno conduce$$e pitture di ne$$una $orte che fus$ino piu belle, che quelle che $i trouanano ne Tempij de gli Dij dipinte da gli antichi, non volle che il Tempio $i addorna$$e d'altra pittura che di quella vna $ola, che vn $ol pittore pote$$e 25 fare in vn $ol giorno, & uoleua che le $tatue mede$imamente delli Dij $i faces$i no $olamente, o di legno, o di pietra, & che il bronzo o il $erro $i la$cia$$e per i bi$ogni della guerra, della quale erano in$trumenti. Demo$tene lodaua molto piu i co$tumi de $uoi Athenie$i antichi, che e'non $aceua quegli di coloro che erano al tempo $uo; Concio$ia che e'diceua che egli haueuano la$ciati loro vna 30 infinità di edi$itij publichi, & mas$imo Tempij tanti, & tãto magnifici, & tanto bene addornati, che e'non gli era rima$to luogo da potergli $uperare. Ma $e- ciono gli edifitij priuati con tanta mode$tia che le ca$e de piu honorati cittadi- ni non erano molto dis$imili da quelle de cittadini piu mediocri, di maniera che infra i mortali par che eglino ottene$$ero di e$$er quelli che $uperas$ino la inuidia, con la gloria. Ma a Lacedemonij non pareua gia che co$toro $us$ino da 35 e$$er lodati, concio$ia che egli haues$ino abbellita la lor città piu to $to median- tela mano de gli arte$ici, che mediante la gloria delle co$e & gli pareua di me- ritare piu lode di loro, perche gl'haueuano addornata la città loro, di virtù piu che di muraglie. Non era lecito appre$$o di loro $econdo le leggi di Licurgo 40 hauere i palchi lauorati altrimenti che con la $cure, & le porte con la $ega.

Hauendo Age$ilao vedute in A$ia alcune traui riquadrate nelle ca$e, $e ne ri$e, & gli dimandò $e per auuentura fus$ino di lor natura nate quadre, e l'ha- rebbono fatte tonde, & bene certo. Concio$ia che ei pen$aua $econdo quella antica mode$tia de $uoi, che le ca$e de priuati $i doues$ino edi$icare $econdo [332]DELLA ARCHITETTVRA la neces$ità, & non $econdo la Maie$tà o le delicatezze. Nella Germania à tempi di Ce$are $i haueua auertenza che e' non $i edifica$$e, & mas$imo in villa troppo accuratamente, accioche di quiui non na$ce$$e, intra i cittadini alcuna di$$en$io ne per il de$iderio di v$urpare le co$e d'altri. Valerio hauendo in Roma vicino a Monte cauallo, vna altis$ima ca$a, la disfece per $chifare & fuggire la inuidia, 5 & la rimurò giu$o nel piano, $i che quella buona antichità andò $eguitando que $ta mode$tia, & in publico, & priuato, $ino a tanto che gli fù perme$$o $econdo i buoni co$tumi. Ma accre$ciuto di poi lo Imperio crebbe tanto in la maggior parte de gl'huomini que$to appetito $untuo$o del murare (eccetto che in Otta uiano) concio$ia che li pareua tanto graue lo edi$icare $untuo$amente, che egli 10 dis$ece vna ca$a in villa murata con troppa $untuo$ità. tanto dico crebbe que- $to $traboccheuole appetito nella città, che ci furono alcuni in la $amiglia de Gordiani, infra gli altri, che per la via che va a Pale$trina murarono vna ca$a cõ cc. colonne di vna mede$ima gro$$ezza, & grandezza in vn $ilo, cinquanta del- le quali erano Numidice, cinquauta Claudiane, cinquanta Simiade, & cinquan- 15 ta Ti$tee $econdo che io mi ricordo d'hauer letto: Ma che co$a ancora è quella che racconta Lucretio che per le ca$e $i trouauano $tatue di Giouani d'oro, che nella man de$tra teneuan'torce acce$e, accioche i lumi $opperis$ino alle viuan- de della notte. Ma a che racconto io que$te co$e, accioche io con$ermi per la comparatione di e$$e (quel che io dis$i poco fà) che e'mi piace che le co$e $i mo- 20 derino cia$cuna $econdo la $ua degnità, & $e tu farai al mio modo, io vorrei piu to$to, & mas$imo nelli edifitij priuati, che gli huomini piu $plendidi vi de$ide- ras$ino per addornamenti alcune co$e, che io non vorrei che gli huomini mo- derati, & compo$ti vi riprendes$ino da ne$$una banda la troppa $untuo$ità. Ma poi che tutti accon$entiamo di hauere a la$ciare appre$$o de po$teri fama, & di 25 $auij, & di potenti, per que$to conto dico come diceua Tucidide, muriamo $un tuo$is$imam ente acciò dimo$triamo a po$teri la grandezza no$tra. Per il che ancora quando che non meno per honorare la patria, & la ca$ata no$tra che per dilicatezza addorneremo alcune co$e no$tre, chi $arà quello che non dica che ella è co$a da homo da bene? Ne $arà marauiglia che mi piaccia colui che vor- 30 rà che quelle parti della ca$a, mas$imo che hanno a $tare in publico, & che han- no ad e$$ere le prime, per riceuere gratamente quelli che vi uerranno ad allog- giare, com'è la facciata della ca$a, l'antiporto, & $imili, $ieno molto honoratis$i- me, & $e bene io tengo che coloro $ieno da e$$ere bia$imati che e$con troppo fuori de gli ordini, Nondimeno io credo che e' $ieno da e$$er vituperati colo- 35 ro, che haranno edi$icato con $pe$a grande in $i $atta maniera, che la lor mura- glia non $i po$$a addornare, molto piu che coloro che nelle loro muraglie han- no voluto addornamenti di maggiore $pe$a, ma io mi ri$oluo in que$to modo, chi vorrà bene auuertire, & con$iderare il vero, & certo addornamento de gli edifitij: cono$cerà certamente che e' non con$i$te principalmente nella $pe$a 40 della opera, ma nel di$egno che dallo ingegno $i caua. Credo che chi $arà $auio nõ vorrà nel murarele $ue ca$e priuate, farle cõ troppa $untuo$ità differenti da le altri & $i guarderà di nõ $i prouocar cõtro inuidia per la troppa $pe$a, o per croppa o$tentatione. Ma b\~e vorrà per il contrario colui, che $ara $auio, nõ e$$er [333]LIBRO NONO. $uperato in alcun luogo da ne$$uno, ne di diligentia di Arte$ice, ne di con$iglio, ne di giudicio, mediãte le quali co$e tutto lo $compartimento, & la conuenien tia del di$egno $ia grandemente lodato, il qual modo di addornar le muraglie è il principale, & il piu eccellente, ma torniamo al $atto no$tro.

La ca$a Regale di colui che in vna citta libera $arà o Senatore, o capo di quel 5 la. Sarà la prima che tu de$idererai che $ia la piu bella, & la piu addorna di tut te le altre. In que$ta ca$a in quanto a quella parte con la quale ella $i a$$omiglia a gli edi$itij publichi, io hò detto di $opra come ella $i ha ad addornare. Ma ho- ra ci apparecchieremo ad adornare quelle parti che s'a$pettano all'u$o de priua ti. Io vorrei che lo antiporto $u$$e $econdo il grado di cia$cuno hone$tis$imo 10 & $plendidis$imo, $ianui di poi bellis$ime loggie, ne vi manchino $patij magni- fichi, & $inalmente di tutte le altre co$e piglin$i i di$egni dalli edi$itii publichi, per quanto però la $te$$a co$a ne permetta; di tutte quelle co$e che la po$$on fa re ornata, & degna; aggiuntaci però que$ta mode$tia, che e'paia che ella vadia piu to$to dietro alla gratia, & alla mae$tà, che ad alcuna $untuo$ità, & per que- 15 $to $i come nel pa$$ato libro delle opere publiche, gli edifitij $ecolari cederno per quanto $ù conueniente alla dignità de gli edi$itij $acri, co$i in que$to luogo gli edi$itii priuati, $opportino di e$$ere alquanto $uperati di eccelentia di addor namenti, & di quantità da gli edifitii publichi. Non $i $accino a que$te ca$e (del 20 che fu bia$imato Camillo) le porte di bronzo, o di auorio, nè ri$plendino i pal- chi di troppo oro, o troppo vetro, nè riluca però ogni co$a di marmo himetrio o pario. Concio$ia che que$te $on co$e appartenenti a Tempi, ma $erua$i delle co$e medicori con eccellentia, & delle co$e eccellenti con mode$tia. Contenti- $i di Arcipre$$o, di larice, & di Bo$$olo, $accia le incro$tationi o corteccie delle mura di figurette di gie$$o bianco, & le ve$te di pitture piu $emplice, faccia le 25 cornici di marmi o piu to$to di treuertini. Ne recu$erà anco però del tutto le co$e piu eccellenti, o non $è ne $eruirà ma $i $eruirà di poche come di Gemme in vna corona mett\~edole in luoghi honoratis$imi. Ma $e tu vuoi che io ti di$$i- ni$ca il tutto breuemente, io delibererò in que$ta maniera. Bi$ogna addornare gli edi$icij $acri di maniera, che e'nõ vi $i po$la aggiugnere co$a alcuna che gli 30 po$$a dare piu maie$tà, nè piu marauiglio$a bellezza; ma le ca$e priua te bi$o- gna per il contrario che e'nõ vi $e ne po$$a leuare, o tor'via co$a alcuna che nõ vi $ia congiunta cõ eccellente dignità. Alli altri come $ono a publici & a $ecol ari p\~e$o che $ia da attribuire la mediocrita che è infra que$te, $i che ne priuati $ia $e ueris$imam\~ete cõtinente, nõdimeno v$i in alcuni via piu libera. Concio$ia che 35 $e in que$to luogo vi $aranno per auentura le colonne di corpo al quanto piu $ottili, o for$e di ventre piu gro$$e, o $otto il collarino piu $ottili, che quelle che $i fanno $econdo le mi$ure delle opere publiche, nó $arà que$to, o difetto, o co$a bia$imeuole, pur ch'elle nõ habbino punto del dis$orme, o che nõ $iano deprauate del tutto. Anzi quello che nelle opere publiche; non $i concede 40 che elle pos$ino di$co$tar$i punto dalla e$$attis$ima lege, & grauità de gli ordini loro, taluolta nelle priuate, $i arreca dietro del gratio$o. O quãto era co$a hono rata, & degna, quel ch'v$arono gli huomini piu giocõdi, il mettere, cioe in cam bio di $tipiti, alle porti delle $ale $tatue di $erui che regges$ino il cardinale di $o [334]DELLA ARCHITETTVRA pra con la te$ta, & il por'colonne, & mas$imo nelle logge de gli horti, lequali pares$ino qua$i che o tronconi di alberi leuatine, i rami, o vero vno fa$tello di rami legati in$ieme con vna $a$cia, o veramente come le auolte & piene di pal- me o come le piene di frondi, di vccelletti, & di canaletti; o doue e' voles$ino che l'opera $u$$e robu$lis$ima metteuano colonne quadre a cãto viuo, allequali 5 aggiugneuano vna meza colonna tonda di quà, & vna meza di là, che $portas$i- no in furori, & oltra que$to in cambio di capitelli, vi poneuano, o cane$tre pie- ne di $penzolãti grappoli d'uue, & di $rutte, o vna palma che alzaua verdi le $ue foglie, o vn'gruppo di $erpiannodato$i variam\~ete in$ieme, o aquile che con le 10 alie faces$ino $egno di allegreza, o Te$te di Medu$a, con $erpi che contendes$i- no in$ieme, & co$e $imili che $arieno lunghe a raccontare, ma in co$i fatte co$e, lo Architettore hauerà cura quanto e'potrà maggiore, di mantenere le forme di $imil' co$e dignis$ime dentro a termini delle linee, & degli angholi, tirati $e- condo la arte, & vorra che paia che il lauoro non $i $ia defraudato della $ua con- 15 ueniente proportione delle membra: Ma che chi vedrà $imil' co$a habbia piu pre$to a cono$cere che egli habbia $cherzato con leggiadria intorno a quei luo ghi, & che piu pre$to habbia a dare loro piacere mediante la gratia di vna tale inuentione, & e$$endo le $ale grandi, & gli anditi, & i ricetti, altri comuni, & al- tri piu ripo$ti, & qua$i $egreti, a que i prima $eruirà uno $plendore ciuile, con 20 la publica Pompa della Città non punto odio$o. Ma que$ti piu ripo$ti ti $arà le- cito di $arli alquanto piu la$ciui $econdo che piu ti piacerà.

_De gli addornamenti de gli edifit{ij} della città & di quelli della V illa. Cap. II._

MA e$$endo le ca$e de priuati alcune nelle cittadi, & alcune $uori, di$cor- 25 riamo degli addornamenti a loro conuenienti. Infra la ca$a della cit- tà, & la ca$a della uilla ci è ancora oltra quelche noi habbian'detto ne pa$$ati libri que$ta differentia, che gli addornamenti per le ca$e della città bi$o- gna che habbino molto piu del graue che quelli per le ca$e delle uille, ma a quelle delle uille $i a$petta ogni $orre di allegrezza, & di piaceuolezza. Ecci an- 30 cor' que$ta differentia, che nella città ti bi$ogna moderare molte co$e, ri$petto a quel' che ti uieterà il tuo uicino, il che potrai tu piu liberamente u$are alla uil- la. Bi$ogna guardar$i, che il rileuar$i troppo alto col piano, non habbia trop- po piu del $upeabo che non ricerca lo acco$tamento che hai a fare con lo edi- fitio uicino. Le logge ancora $econdo la lunghezza del muro a chi elle $i ap- 35 poggiano piglieranno la proportione della loro ilarghezza. La gro$$ezza, & la altezza delle mura in Roma non $i faceua come ben'ueniua a chi mura- ua, Concio$ia che per la legge che ui era antica non era lecito piu gro$$e, che un' certo che. Ordinò ancora Iulio Ce$are re$petto a pericoli del roui- nare, che dentro alla città non $i alza$$ero in alcun' luogo mura $opra il pri- 40 mo palco, a que$te leggi non è $ottopo$ta la Villa. A Cittadini di Babillonia era co$a glorio$a che nelle ca$e loro $i habita$$e il quarto palco. A elio Ari- $tide Oratore lodando in una $ua oratione in publico la città di Roma, tene- ua per co$a marauiglio$a, chei Romani haues$in' murato $opra grandis$ime [335]LIBRO NONO. cã$e, altre grãdis$ime ca$e (grãdis$ima adulatione certo) ma lodaua molto piu la grãdezza del popolo, che ei non faceua il modo delle muraglie. Dicono che di altezza di ca$e Roma fù $uperata da Tiro, & che per tal conto, mancò poco che ella non rouina$$e tutta per i Tremuoti. Saranno molto commodi, & $opra tutto gratio$i, quegli edi$itij, ne quali non $i harà niente piu che la nece$- 5 $ità a $alire o a $cendere, & certo che coloro dicono bene, i quali dicono che le $cale $ono gli $compigli de gli edi$itij. Da quali $compigli, io veggo che gli an- tichi $ene guardarono a$$ai. Ma e'non ci è neces$ita veruna che ne s$orzi che in villa $i pongha gli edifitij l'uno $opra l'altro, Concio$ia che pigliando$i $patio piu largo, $i $aranno conuenientis$ime $tanze, con le quali $i $ouerrà ad 10 vn'piano alle commodità l'una dell'altra, il che nelle città ancora pur che io po te$si, mi piacerebbe a$$ai. Ecci ancora vna $orte di edi$itij priuati, nella quale $i ricerca in $ieme la dignità delle ca$e delle città, & i piaceri delle ca $e della villa; della qual $orte di edi$itij non trattamo ne pa$$ati libri, come ri- $erbatici per trattarne in que$to luogo, & que$ti $ono, i Giardini intorno alla 15 città, de quali non pen$o però $ia da tenere poco conto, s$orzerommi di e$$er breue, del che quanto piu po$$o m'ingegno. Concio$ia che io e$plicherò ad vn tratto quel che a qual s'è l'uno di que$ti edifitij $i a$petti, ma prima bi$ogna dire alcune co$e de Giardini, da non le la$ciare certo indietro. Coloro che ap pre$$o de gli antichi diceuano, chi a$$etta ben la Villa, venda la Ca$a della Città 20 & quello, che hà a cuore le co$e della Città non hà me$tiero delle co$e della Vil la; $or$e lo diceuano per que$to, cioè perche e' credeuano che il Giardino fu$$e vna co$a commodis$ima. I medici ci comandano che noi $tiamo alla aria piu li- bera, & piu purgata che $ia pos$ibile. Io non niego che in una Villa po$ta $opra un rileuato colle, non ti $ia per riu$cire que$to, dall'altra parte un padre di fami 25 glia, ri$petto alle facende della Città, & negocii ciuili, ha gran bi$ogno d'e$$ere $pe$$o in piazza, in Palazzo, & nelle Chie$e, & a $ar que$to comodamente glie ne darà grande occa$ione la Ca$a dentro nella Città, sì che le Ville impedi$co- no le facende, & que$te della Città non conferi$cono alla $anità. V$arono i Capitani de gli e$$erciti mutar$i di alloggiamenti, accioche non fus$ino offe$i 30 da puzzi cattiui. O che pen$i tu che habbia ad interuenire nella Città, nella quale $ono tante immunditie, & ragunateui in sì lunghi tempi, che da ogni par te $uaporano? le qual co$e e$$endo in que$to modo, io giudico che di tutte le muraglie che $i fanno per commodità de bi$ogni de gli huomini, la principale, & la piu $aluti$era $ia il giardino, il quale & non t'impedi$ca da le $acende, & an 35 co non $ia $enza qualche parte di aria bonis$ima. Procuraua Cicerone che Attico gli prouede$$e i Giardini in luogo celebrato, ma io non gli uorrei in luogo tanto frequentato, che e non mi fu$$e lecito $tarui $u la porta $enza e$$e- re addobbato. Io uorrei che egli haue$$e quelle commodita che diceua colui appre$$o di Terentio, il qual diceua.

40 _Ne la Città, ne la Villa m'incre$ce_ _Et bene appre$$o di Marziale._ [336]DELLA ARCHITETTVRA Da che pur uuoi $aper’ quel ch’io fò in Villa Sappi c’hor’mangio, hor’Beo, hor canto, bor’giuoco Hor’mi lauo, & bor’ ceno, & talbor’ dormo, Hor’leggo, hor’de$to Appollo, hor’ Mu$e incito. 5

Et dilettano a$$ai le co$e $imili, & iluoghi da ritirarui$i facilmente vicini alla cittade, doue ei ti è lecito di far tutto quello che ti vien bene. Seil luogo $arà vicino alla città, $ee vi $i andrà per $trada aperta, chiara, & lumino$a, $e il pae$e $arà diletteuole, allhora $arà quel giardino celebratis$imo. Diletterommi di habitare in que$to $imil luogo $e que$ta muraglia a chi e$ce $ubito della città $i 10 dimo$trerà tutta in faccia lieta, come $e ella alletta$$e, & affretta$$e gli huomini ad andarui; & per que$to vorrei io che ella fu$$e al quanto rileuata, & che e’vi $i $ali$$e tanto dolcemente, che coloro che vi vanno non $e ne accorges$ino, $e non quando $i trouano in $u il luogo, con$iderando che di quiui $cuoprono a$$ai pae$e, ne vorrei vi mancas$ino fiorite praterie & campi molto aprichi, & om- 15 tre di fre$che $elue, & limpidis$ime fontane & chiari riui, & luoghi da notare, & le altre co$e che altroue dicenimo appartener$i alle Ville, $i per diletto, co- me per bi$ogno. Vltimamente io vorrei, che tutta la facciata, & tutta la ma$- $a di tutto I’edifitio (il che conferi$ce molto all’e$$ere gratiato) fu$$e da ogni ban da lumino$is$ima, & molto aperta, riceue$$e dal largo cielo lumi grandis$imi, 20 grandis$imi $oli, & gran quantità d’aria $aluberrima. Non voglio che e’vi $i ve- gha in alcun’luogo co$a ne$$una che con ombra manenconica offenda altrui. Rida, & $i rallegri ogni co$a alla venuta de fore$tieri. Stieno coloro che di già $ono entrati in ca$a in dubbio, $e e’vogliono per diletto dello animo loro, pa$- $are piu inanzi o pur fermar$i quiui doue e’$ono; qua$i prouocati della allegrez 25 za, & dallo $plendore delle co$e. Vadia$i delle $tanze quadrate, nelle tonde, & delle tonde di nuouo nelle quadrate, & di que$te $i vadia in altre $tanze, che non $ieno ne tutte tonde ne tutte quadrate, & nel pa$$are piu adentro nelle piu $ecrete $tanze della ca$a, fà che e non vi $ia pur’vno $caglione che tu habbia à $cendere, ma in$ino nelle vltime $tanze fà, o di andare a piano, o che le $oglie 30 non vi $ieno tropp’alte.

Che le parti, & le membra de gli edifit{ij} $ono infra loro differenti, di Natura, & di$pe tie, & che elle $i debbono addornare in uari{ij} modi Cap. III,

MA e$$endo i membri de gli edifitij molto differenti infra di loro, cioè di 35 natura, & di $pecie. Io pen$o che e $ia bene di$correre di tutte que$te co$e, le quali la$ciammo in dietro come ri$erbate a que$to luogo. Con- cio$ia che e $ono molte co$e, lequali nõ importa che tu le faccia o tonde, o qua dre, pur’che elle ti $eruino bene al tuo bi$ogno, ma importa bene grandem\~ete quanto elle $ieno di numero, & in che luogo tu le metta, & alcune di que$te, è 40 nece$lario farle maggiori, come $ono i cortili delle ca$e, & alcune hanno bi$o- gno di manco $patio come $ono le camere, & tutte le altre $tanze piu $ecrete, Al cune altre $ono mediocri come $ono le $ale, & il ve$tibolo. Altroue habian det to come habbia ad e$$er fatto qual $i voglia membro della ca$a, & come que$te [337]LIBRO NONO. membra $ieno dilarghezza di $ito differenti, non ho io che raccontare. Con- cio$ia che elle $ono infinite, $econdo che piu ti piacerà, & $i mutano dando loro uariati luoghi, $econdo il co$tume del uiuere. Gli antichi faceuano inanzi alle ca$e, o il portico, o i gradi da $edere, nè $empre faceuano l’uno, o l’altro di linee diritte, ma di torte ancora a gui$a di Teatro, a canto al portico faceuano il ue$ti 5 bolo qua$i tutti, tondo. Dipoi era lo andito che ne conduceua nel cortile, & le altre co$e che a luoghi loro raccontãmo, a di$egni delle quai co$e $e io andas$i dietro, $arei troppo lungo. Ma quelle co$e che fanno al bi$ogno no$tro $on que $te. Se la pianta $arà tonda, $comparti$ca$i $econdo il di$egno del Tempio, $e già 10 non ci è que$ta differentia, che l’altezza delle mura hanno in que$to luogo ad e$$ere piu alte che nel Tempio, il che perche $ia co$i, lo uedrai al pre$ente. Et $e ella $arà quadrata, ui $aranno allhora alcune co$e, per le quali ella $arà differen- te dalle co$e che noi raccontamo de gli edifitij $acri, & dalle publiche de $ecola ri, nondimeno ui $aranno ancora alcune co$e, per le quali conuerranno con il 15 luogo del con$iglio, & con la curia, $econdo il riceuuto co$tume de gli Antichi. Lo andito $arà largo per i duoi terzi della $ua lunghezza, oueramente la $ua lunghezza $arà per una intera larghezza & duoi terzi, ouero $e ne darà alla lun- ghezza una larghezza intera, & duoi quinti. A qual s’èl’una di que$te propor- tioni, pare che gli Antichi ordina$$ero di alzar le mura in alto, tanto che la ter- za parte della lunghezza della pianta $i de$$e quattro uolte alla altezza. Io per 20 hauer mi$urati a$$ai edifitij, ho trouato che le piante delle $tanze quadrate ricer cano altre altezze di mura, doue s’habbia a far in uolta, & altra doue s’habbino a fare i palchi, & che altra co$a bi$ogna prouedere per gli edifitij grandi, & al- tra per i minori: concio$ia che e non è uguale proportione de gli $patij nell’u- no, & nell’altro, dal punto dell’occhio di chi ri$guarda all’ultime altezze uedu- 25 te, ma di que$te co$e tratteremo altroue. Termineremo le grandezze delle $tanze $econdo il tetto, & il tetto $econdo le lunghezze delle traui, con le quali habbiamo bi$ogno di coprirli. Dico che quel tetto è mediocre, al quale per $o- $tegno di $e $te$$o, ba$ti uno albero, o una traue mediocre. Et ci $ono ancora ol- tra que$te che noi habbiamo racconte molte altre proportioni, & corri$põden 30 tie di linee conuenientis$ime, le quali ci sforzeremo di e$plicare cõ piu breuità & piu chiaram\~ete che noi potremo, in que$to modo, $e la lunghezza della pian ta, $arà il doppio della larghezza, la altezza de palchi allhora $arà quanto la lar- _ghezza, &_la $ua metà piu, ma $e haràa e$$ere in uolta, aggiugnerai alle mura il terzo de la larghezza. Que$to ti $eruirà per le muraglie mediocri, ma per le grã 35 di, $e harãno a e$$er’in uolta, l’altezza allora da alto a ba$$o, $arà per una larghez za, & un quarto, ma doue s’habbino a far palchi, $arà per una larghezza, & duoi quinti, ma $e la pianta $arà lunga per tre larghezze, hau\~edoui a far palco, aggiu- gniui i tre quarti della $ua larghezza, & hau\~edoui$i a far la uolta, $ia l’altezza per vna uolta & mezo la $ua larghezza. Ma $e ella $arà lunga per 4. larghezze, hauen 40 do$i a fare in uolta, piglierai la metà della $ua lunghezza, & $e ui harai a far pal- co, diuiderai la larghezza in quattro parti, & ne darai alla altezza una intera, & tre quarti, & $e ella $arà lunga per cinque quadri, farai l’altezza come in quella de quattro quadri, ma un $e$to piu di e$$a altezza, & $e ella $arà di $ei quadri [338]DELLA AR CHITETTVRA faccia$i come nella pa$$ata, & aggiungiui non il $efto come in quella, ma il quin to. Se la pianta $ara di lati uguali, hauendo a e$$ere inuolta, auanzi per l’altezza, come ti dis$i di quelle de tre quadri, ma hauendo ad hauere il palco, non auan- zerà, anzi nelle piante alquanto maggiori $arà lecito abba$$ar$i talmente, che la larghezza $uperi l’altezza del quarto. In quelle piante che la lunghezza $opra- 5 uanzeràla larghezza della nona parte di $e $te$$a, faccia$i mede$imamente che la altezza $ia auanzata dalla larghezza per la nona parte, ma que$to non $i u$a $e non ne palchi. Quãdo la lunghezza $arà per una larghezza, & un terzo, alzerati per una larghezza & un $e$to, doue habbino a e$$ere i palchi, ma $e tu ui harai a 10 far le uolte, fa che ella $ia alta a punto per la $ua larghezza, aggiuntoui un $e$to della $ua lunghezza. Quando alla lunghezza $arà a$$egnato un quadro & me- zo, farai che la $ua altezza $ia quanto la larghezza & un $ettimo, nelle impalca- ture, ma hauendoui a far la uolta, farala alta quanto la $ua larghezza, aggiuntoui la $ettima parte della lunghezza della pianta. Se finalmente ella $arà $atta di li- nee, che una $ia lunga $ette, & larga cinque, o un’altra larga tre & lunga cinque 15 & $imili, $econdo che $arà $tato di bi$ogno per la neces$ità del luogo, o per la va rietà dell’inuentione, o peril modo de gli adornamenti, congiugnerai in$ieme amendue que$te linee, & la metà del tutto a$$egnerai alla altezza. Io non uo già qui la$ciare indietro que$to, che e non bi$ogna che gli anditi $i faccino in alcun luogo piu lunghi che per il doppio della loro larghezza, le camere non debbon 20 mai e$$er tanto lunghe, che elle non $iano almanco larghe per il terzo della lo- ro lunghezza. Le piante di tre quadri, & di quattro per lunghezza, & l’altre di que$ta $orte, $i a$pettano alle loggie, le quali ancora non hanno a pa$lare i $ei quadri. Nelle mura $i la$ciano i uani per le fine$tre, & per le porte, $e la fin e$tra 25 $i harà a far nel muro della larghezza, che per $ua natura è $empre piu corto, che quell o della lunghzza della pianta, non ui$e ne farà $e non una, & $arà certa mente fatta di maniera, che ella $arà piu alta che larga, o per il contrario che el- la $arà piu larga che alta, la qual $orte di fine$tre $i chiamano fine$tre adiacere. Se la larghezza adunque $arà come quella delle porte, alquanto minore, ordi- nerai allhora che il uano della larghezza del lume non $ia piu che la terza par- 30 te del muro di dentro, nè manco che la quarta, & il dauanzale non $ia piu alto dal piano dello ammattonato, che quattro noni di tutta la altezza, nè manco di duoi. L’altezza del uano della fine$tra $arà un quadro & mezo, sì che que$to è il $uo ordine, $e le fine$tre $aranno piu lunghe che larghe: ma $e la fine$tra $arà piularga che alta, allhora di tutta la lunghezza del muro di dentro non a$$egne 35 rai al uano del lume della fine$tra manco che la metà, nè piu che i duoi terzi. La $ua altezza $i farà ancora nel med e$imo modo, o per la metà della larghez- za, o per i duoi terzi, ma ui $i metteranno due colonne per reggere di $opra il cardinale, ma $e $i haranno a collocare fine$tre in un muro lungo, ui$e ne faran no piu, & in numero caf$o. Io ueggo che gli antichi lodarono a$$ai in que$to il 40 numero ternario, & faccia$i in que$to modo, tutta la lunghis$ima linea del mu- ro $i diuiderà in $ette parti il piu, & in cinque il meno, delle quali piglierane tre, & in e$$e di$tribuirai una fine$tra per una, & all’altezza del uano darai una intera larghezza & tre quarti, o una larghezza, & quattro quinti, & $e pure vlti- [339]LIBRO NONO. mamente ti bi$ogna$$e piu fine$tre, e$sendo allhora vn tal lauoro qua$i della na tura delle loggie, piglierai le mi$ure de uani da dette loggie, & mas$ime da quel le de Teatri, $econdo che ti dicemmo a luogo loro. I vani delle porte $i faccino come di quelle che noi dicemmo appartener$i alle $tanze del con$iglio, & alle curie. Adornerai le fine$tre di opera Corinthia. La Porta principale di lauoro 5 lonico. Le porte delle $ale, & delle camere di lauoro Dorico, & que$te co$e per quanto fa di bi$ogno al di$egno, $ieno a ba$tanza.

Con quai pitture, con che frutti, & con quai $orti di $tatue $i debbino adornare le ca$e de priuati, i pauimenti, le loggie, le altre $tanze, & i Giardini. Cap. IIII. 10

SOnci oltra di que$ti ancora altri adornamenti per accomodargli alle ca$e de priuati da non gli la$ciare però indietro. Dipingeuano gli antichi ne paui- uimenti delle Loggie, Laberinti quadri, & tondi, per i quali i fanciulli $i e$serci- ta$sero, io ho ueduto ne gli ammattonati dipinta della herba campanella, cõ le 15 cime a gui$a di ondc molto $parte all’ intorno. Vede$i chi|ha finto nelle camere di inta$sellatura di marmi, tappeti di$te$i, altri le hanno $par$e di ghirlande, & di ramucella, loda$i la inu\~etione di quello O$i, che ammattonò il pauim\~eto a Per- gamo, nel quale appariuano i rima$ugli, ch’erano auanzati ad una cena, lauoro certo non inconueniente in una $ala. Giudico che Agrippa face$$e molto bene, 20 il quale ammattonò i pauimenti di terra cotta, io ho in odio la $untuo$ità,| & mi diletto di quelle co$e che $ono inuentione d’ingegno, che habbino del gratia- to. & del diletteuole, nelle corteccie delle mura non ui $i mette applicamento ne$$uno di pittura piu grata, nè piu da ueder$i uol\~etieri, che quella che ne dimo $tri colonnati di pietra. Tito Ce$are haueua me$$o per le mura delle loggie, per 25 le quali e$oleua pa$$eggiare, pietre Fenicie, che con illor $plendore riuerbera- uano tutte le co$e come un $pecchio. Antonio Caracalla Imperadore dipin$e nelle $ue loggie le co$e memorabili, & i Trionfi del padre. Seuero anco- ra fece il $imile. Ma Agatocle nõ ui dipin$e le co$e del padre, ma le $ue proprie. Appre$$o de Per$iani non era lecito, $econdo la lor antica legge dipingere, o fa 30 re $culpire co$a ne$$una, $aluo le ucci$e fiere da iloro Re. Et certamente che le gran co$e, & degne di memoria, fatte da $uoi cittadini, & l’effigie di quelli anco ra $taranno & ne portici & nelle loggie molto bene, & molto conuenientemen te. C. Ce$are po$e nella $ua loggia, & ne fu molto lodato da ognuno le $tatue di tutti coloro che haueano accre$ciuta la Republica, co$toro certo mi piacciono 35 a$$ai, ma non uorrei però che il muro fu$$e pieno per tutto, o di$tatue, o d’imma gini, o qua$i che tutto occupato da una hi$toria. Que$to $i puo uedere ne le g\~e- me, & mas$imo nelle gioie, che $e e $e ne mette molto in$ieme non hanno gra- tia, & perciò io uorrei che $i applicas$ino in certi determinati conueni\~eti, & ho- norati luoghi al muro, alcuni ornamenti di pietra, doue $i haues$ino ad accomo 40 dare & le $tatue, & le tauole, $imili a quelle che Pompeio cõdu$se nel $uo Trion fo. Nelle quali $i uedeuano dipinte le lodi delle gran co$e che egli haueua fatte per mare, & per terra. O uorrei che piu to$to ci fus$ino quelle co$e che hanno finto i Poeti per indirizzar gli huomini a buon co$tumi, come quelle di Deda- [340]DELLA ARCHITETTVRA lo, che a Cuma nelle porte, fin$e Icaro che volaua, & e$$endo & la pittura, & la Poe$ia uaria, cioè altra quello ch’e$prime le gran co$e fatte da gli huomini gran di, degne di memoria, & altra quella ch’e$primei co$tumi de cittadini priuati, & altra quella ch’e$prime la uita de gli agricultori. Quella prima c’ha in $e maie $tà, $i applicherà alle opere publiche, & de gli huomini grãdi, & que$ta ultima $a 5 rà molto conueni\~ete alli horti, & a Giardini, per e$$er la piu lieta di tutte. Ralle- gron$i oltra modo gli animi no$tri nel ueder dipinti pae$i diletteuoli, & porti, & Pe$cagioni, & cacciagioni, & notationi, & giuochi da pa$tori, & co$e fiorite, & piene di frondi, faccia ancora a no$tro propo$ito quel che fece Ottauiano Impe radore, il qual poneua nelle $ue ca$e per adornarle, alcuni o$$ami di animali nõ 10 piu ueduti, di grandezza $mi$urata. Nelle grotte, & nelle $pelonche u$auano gli antichi di farui una corteccia di co$e a$pre, & ronchio$e, cõmettendoui pezzuo li piccoli di pomice, o di $pugne, di treuertini, la quale $pugna è chiamata da Ouidio uiua pomice, & ho ueduto chi ui ha me$$o cera uerde, per fingere quel la lanugine di una $pelonca piena di mu$chio. Piacquemi grandemente quel 15 che io uiddi già ad una $imile $pelõca, donde cadeua una fontana d’Acqua, con cio$ia che e ui era una $corza fatta di uarie $orti di nicchi, & di o$trighe marine. Altre arrouer$cio, & altre bocconi fattone uno $compartim\~eto, $ecõdo la uarie tà de lor colori, con arti$itio molto diletteuole. Ma nelle camere doue i padri de le famiglie hanno a dormire con le lor mogli, auerti$ca$i che non ui $i dipin 20 ga $e non uolti di huomini, o di Donne bellis$imi, & honorati, & dicono che que$to importa grandemente quanto allo ingrauedare delle Matrone, & quan to alla bellezza della futura progenie. A coloro che hanno la febre, gioua gran dis$imamente il ueder dipinte fontane, & riui di acque uiue, che ca$chino, del che $i può fare e$perienza, che $e alcuno tal uolta non potrà nella notte dormi- 25 re, $tando$i nel letto, poi che egli harà cominciato a riuoltar$i per la fanta$ia al- cune limpidis$ime acque, o fontane, che altra uolta harà ui$te in alcun luogo, o qualche lago $i inhumidirà $ubito quella $iccità dello $tar de$to, & ne uerrà il $onno, tanto che $i addormenterà dolcis$imamente. Sarannoci oltra que$to & le delicatezze de frutti, & de gli hortaggi, & le loggie $u l’orto, nelle quali tu 30 po$$a $tare al Sole, & a l’ombra. Siaci un pratello allegris$imo, ca$chino di mol- ti luoghi fuor di $peranza le acque. Siano i uiali terminati da frutti, che tenghin $empre le frondi uerde, & da quella parte che e $on dife$i da uenti, accerchie- rali di bo$$oli, perche il bo$$olo allo $coperto, & dalla $puzzaglia mas$imo che e$ce della marina, è offe$o, & $i infracida, ma ne luoghi piu e$po$ti al Sole, $ono 35 alcuni che ui mettono la mortella, la quale di $tate dicono diuenta molto lieta. Ma Teofra$to dice, che la Mortella, lo Alloro, & la Ellera, amano a$$ai l’ombra, & però in$egna che ella $i pianti folta, accioche con l’e$$er folta $i mantenga uerde, mediante l’ombra che ella $i faccia con le $ue $te$$e uermene, nè quì manchino arcipres$i ue$titi di ellera. Faccin$i oltra di que$to cerchi, $econdo 40 quei di$egni, che delle piante de gli edifitij, $ono lodati d’allori, di cedri, & di Ginepri intrecciati auuiluppati, & rimes$i l’uno nell’altro. Fitone Agrigen- tino hebbe nella $ua ca$a priuata Trecento ua$i di pietra, che qual s’è l’uno dilo to teneua cento Amfore. Simili ua$i per le fontane ne giardini $ono addorna- [341]LIBRO NONO. mento grandis$imo. Gli antichi v$auano di coprire i viali con pergole di viti che $i reggeuano $opra colonne di marmo, la gro$$ezza delle quali era per la decima parte della $ua lunghezza, cõ ordine Corinthio. Gli alberi, o per me glio dire i frutti $i hanno à porre per ordini diritti vgualmente di$co$to l’uno da l’altro, & che e corri$pondino l’uno a l’altro come $i dice rinterzati à filo, 5 lo hauere a$$ai herbe, & rare, & quelle che da medici $ono apprezzate a$$ai fa- ranno $empre il giardino verde. Gratis$ima co$a era quella certo che v$auano i giardinieri antichi, adulando à lor padroni con de$criuere i nomi loro con lettere di boflolo, & di altre herbe odorate $opra il terreno; per far $iepe $on buoni i ro$ai incatenati con melagrani, & con cornioli, ma il Poeta di$$e.

10 Cornioli pianter ai Su$ini, & Vepri Et le quercie, & i Lecci, alti & fecondi Faran’ pa$colo al greggie, al $ignor’ombra.

Ma $imili co$e $aranno for$e piu conuenienti alle Po$$es$ioni da cauarne frut to che à giardini. Ma quel ch’e’dicono di Democrito; cioè che chi li $erra à tor 15 no di pietre o di muraglie nõ fà $auiamente; nõ bia$imerò io già chi que$to fac cia, cõcio$ia che e’bi$ogna rimediar’a danni che ne po$$on fare ogni hora i trop po vogliolo$i. Non bia$imo anco che ne’giardini $ieno $tatue ch’incitino à ride re, pur che non habbino punto del di$one$to. Talm\~ete certo debbono e$$er fat ti i giardini, ma nelle ca$e dentro alla città le mura dentro delle Camere, & del 20 le $elue nõ cedino punto quãto ad allegrezza, alle $tanze de gli horti, & de giar dini, ma nelle mura mãco $ecrete come $ono quelle della loggia, & del antipor to nõ ti curare di tãta allegrezza, accioche ei nõ paia che tu ti $ia $m\~eticato trop po de la cõueni\~ete grauità. Anzi le loggie de cittadini principali è ragioneuole che $ieno con architraue, fregio, & cornice $opra le colonne, & quelle de citta- 25 dini di piu ba$$a mano, con gli archi $opra le colonne, ma l’una & l’altra inuol- ta, gli adornamenti & dello Architraue, & delle cornici che $i põgono $opra le colonne, $ieno per il quarto del uano tra colonna & colonna, & $e $opra le pri- me colonne $i haranno a porre altre colonne, faccin$i le $econde il quarto mi- nori che le prime, & $e ancora ui $i metterà il terzo ordine $opra, faccin$i que$te 30 piu corte il quinto, che quella che gli $ono $otto, a qual s’è l’una di que$te, i pie- di$talli, & le $ponde, o dauãzali che ui $i metrerãno $otto, $arãno alti per il quar- to della lor colonna, ma doue $i harà a fare un colõnato $olo, accomoderati de gli ordini delle opere publiche $ecolari. Non $i faccia il fronti$picio nelle ca$e de priuati, di maniera che in alcun modo uadia imitando la maie$tà di quello 35 de Tempij. Nondimeno $e lo antiporto $arà con la $ua fronte alquanto rileua- to, & a gui$a di fronti$picio ancora, $arà molto honorato. Il re$tante del muro da amendue le bãde non alzando troppo la te$ta, $i adornerà di corniciami & harà grandis$ima gratia, $e le principali cantonate dello edifitio $i rileuaranno alquanto piu $uperbette che le altre mura. A me nõ piacciono coloro, che nelle 40 ca$e de priuati hanno fatte, & Torri, & merlature; concio$ia che que$te $on co$a da Signori, & da fortezze; co$e aliene da quieti cittadini, & da vna Repub. ben ordinata: percioche que$te co$e dimo$trano vna comune paura, o vno e$$er $empre apparecchiato à far villania ad altri, L’opera de ballatoi nella facciata del [342]DELLA ARCHITETTVRA lo edifitio $arà co$a gratio$a, $e enon $aranno troppo grandi, o troppo larghi, o troppo$conuenienti.

Che tre $ono le co$e principali che fanno gli edifit{ij} belli, & gratio$i, il Numero delle 5 membra, la Forma, & il Sito. Cap. V.

HOra ritorniamo a quelle co$e che io promes$i di dire, nelle quali con$i$te uniuer$almente tutta la bellezza, & tutti gli adornamenti, o piu to$to dalle quali ènata ogni bellezza, & ogni adornamento. Inue$tigatione certamente 10 difficilis$ima. Concio$ia che qual $i è l’una di que$te co$e che s’habbia da cauare, & da $cerre dall’uniuer$al numero, & dalla natura di tutte le parti, o habbia$i el la a compartire a tutte, con certo & giu$to ordine, o pur $i habbia a far tale, che congiunga & tenga in$ieme in una ma$sa, & in un corpo piu co$e con buona unione, & $tabile congiugnimento, al che cerchiamo noi in que$to luogo alcu 15 na co$a $imile, egliè di neces$ita che que$ta $te$sa co$a che noi cerchiamo parte cipi, & contenga in $e della forza, & qua$i del neruo di tutte quelle, alle quali, o ella $i congiunge, o con e$se $i me$cola, che altrimenti per la di$cordia, & per le inconuenientie cõbatterebbon’ in$ieme, & rouinerebbono, il qual $ceglim\~eto, & la qual inue$tigatione, e$sendo sì nelle altre co$e non molto pronta, nè molto e$pedita, sì ancora mas$imam\~ete in que$te co$e, delle quali habbiamo a trattare 20 la piu dubbia, & la piu pericolo$a di tutte, per hauere in $e l’arte dell’ Architettu ra tante parti, & tante uarie $orti di adornamenti, che qual s’è l’una di e$$e parti, come tu hai ueduto, ha di bi$ogno che tu ne facci conto grandis$imo. Ma noi $econdo il co$tume no$tro per quanto potranno le forze del no$tro ingegno 25 $eguiteremo. Non raccontando le co$e per quella uia, per la quale dal numero delle parti $i caui la uera cognitione del tutto. Ma comincieremo da quello che fa a no$tro propo$ito, notando che co$a $ia quella, che per $ua natura faccia le co$e belle. Siamo auettiti da buon mae$tri antichi, & lo habbiam detto altroue, che lo edifitio è qua$i come uno animale, sì che nel finirlo, & determinarlo bi- $ogna immitare la natura. Andiamo dunque inue$tigando onde na$ca che 30 ne’ corpi prodotti dalla natura, alcuni $ono bellis$imi, & alcuni men belli, & alcuni brutti, & deformi. Egliè co$a manife$ta, che in tutti quelli che $ono te- nuti belli, non $on tutti i membri fatti a un modo. Talmente che e non $iano punto infra loro differenti, anzi cono$ciamo che egli è impre$$o, & infu$o in quella parte, mas$imo nella quale non $i $omigliano uu certo che, per il che $e 35 bene e $ono dis$imili, nondimeno noi gli tenghiamo l’uno & l’altro per gra- tio$i. Sarà alcuno che de$idererà di hauere una fanciulla, che $ia di corporatura dilicata, & magretta, & colui appre$$o di Terentio anteponeua alle altre fan- ciulle quella che era di carnagione piu $oda, & piu compre$$a, a te for$e piace- ra di hauere una moglie che non paia $trutta, come gli ammalati, nè anche tal- 40 mente compre$$a di membra, che paia un contadinaccio tozzo da fare al- le pugna. Ma uorre$ti che $i troua$$e in lei una conueneuole forma, $econdo che conuenientemente $i potrebbe fare, $e $i arroge$$e alla prima quel che $i potria leuare, o torre alla $econda, che dunque? per que$ta cagione che ti [343]LIBRO NONO. piacerà piu que$ta che quell’altra? giudicherai tu però che l’altre non $ieno bel le, o gentili? No. Ma che que$ta ti piaccia piu che l’altre lo potette cau$are al cuna co$a, laquale non vò ricercare come ella $i $tia: ma il giudicare che tu fa- rai, che alcuna co$a $ia bella non na$cerà dalla oppenione, ma da uno di$cor$o, 5 & da una ragione che harai dentro nata in$ieme con l’anima, il che $i vede e$- $er’ così; concio$ia che ei non è ne$$uno che guardando le co$e brutte & mal- fatte, non $i $enta da e$$e $ubito offendere, & non le habbia in odio. Donde ancora $i de$ti, & onde uenga que$to cono$cimento dello animo, non ricerco io così profondamente. Ma con$ideriamo, & e$aminiamo quel’ tanto che 10 faccia a no$tro propo$ito dalle co$e che per loro $te$$e ci $i offeri$cono. Con- cio$ia certamente che nelle figure & nelle forme de gli edifitij, è vn’ certo che di eccellente, & ben’ fatto naturalmente che in un’ $ubito $ueglia gli ani- mi, & $i fà cono$cere. Io credo certamente che la maie$tà, la bellezza, & la di- gnità, & qual’ ti uoglia $imili altre co$e, cõ$i$ta in quelle co$e, che $e tu le leua$si, 15 o le muta$si, diu\~eterebbono in un’ $ubito brutte, & mancherebbono. Se noi ci per$uaderemo que$to, non ci parrà co$a lunga trattare di quelle co$e che $i po$sino leuar’ via, accre$cere, o mutare; & ma$simo nelle figure, & forme: con cio$ia che ogni corpo, è compo$to di certe parti $ue, & determinate; delle quali certamente $e ne leuerai alcuna, o la ridurrai che $ia maggiore, o minore, o la 20 tramuterai di luogho, a luoghi non conuenienti, ti auuerrà, che quel’ che era bello, o $taua bene in $i fatto corpo, vi $tarà male; & $arà gua$to. Per la- qual’ co$a noi po$siamo deliberare, accioche io non $ia più proli$lo nelle al- tre $imili co$e, che tre $ono le co$e principali, nellequali con$i$te il tutto di quel che noi andiamo cercando. Il numero cioè & quello che io chiamo il 25 finimento, & la collocatione. Ma e’ ciè di piu uno altro certo che, che na$ce da tutte que$te co$e congiunte, & collegate in$ieme, per ilquale tutta la faccia della bellezza ri$plende miracolo$am\~ete, ilche appre$$o di noi $i chiamerà leg- giadria; laquale certamente noi diciamo che è la nutrice d’ogni gratia, & d’o- gui bellezza, & è l’officio della leggiadria, & $e li appartiene il mettere in$ie- 30 me i membri, che ordinariamente $ono di natura infra loro differenti, di ma- niera che corri$pondino $cambieuolmente l’uno allo altro al far’ la co$a bella.

Di qui na$ce, che quando, o per la ui$ta, o per lo vdito, o per qual’ altro mo- do, ei $irappre$enta allo animo alcuna co$a, $ubito $i cono$ce la leggiadria.

Concio$ia che naturalmente de$ideriamo leco$e ottime & con piacere a quel le ci acco$tiamo: ne $i truoua la leggiadria in tutto il corpo, o nelle membra, 35 piu che in $e $te$$a, & nella natura, talmente che io dichiaro ch’ella è congiunta con l’animo & con la ragione & hà larghi$simo campo, per ilquale ella può e$- $ercitar$i, & fiórire, & abbraccia tutta la vita & tutti imodi de gli huomini, & viengli per le mani la natura di tutte le co$e. Tutto quello certo che produce la Natura, tutto $i modera $econdo gli ordini della leggiadria. Ne hà $tudio al cuno maggiore la Natura, che il fare che le co$e ch’ella harà prodotte $ieno per 40 fettamente finite. Ilche nõ verria fatto $e $e ne leua$$e la leggiadria, cõcio$ia che il principale cõ$en$o delle parti che opera, mãcherebbe; ma $ia detto di que$te co$e abba$tãza. Lequali $e $on’ chiare abba$tãza, po$siamo hauer’ deliberato in [344]DELLA ARCHITETTVRA que$to modo. Che la bellezza, è vn’ certo cõ$en$o, & concordantia delle par ti, in qual’ $i voglia co$a che dette parti $i ritruouino, laqual’ concordanzia $i $ia hauuta talmente con certo determinato numero, finimento, & collocatio- ne, qualmente la leggiadria cioè, il principale intento della natura, ne ricerca- 5 ua. Que$to è quel che vuole grãdemente la Architettura. Con que$to $i proc cacia ella dignità, gratia, & autorità, & per que$to è impregio. Per il che cono- $cendo ino$tri Antichi dalla natura delle co$e, che tutto quello che io hò rac- conto di $opra, era in $atto co$i, & non dubitando punto, che faccendo$i beffe di $imil’ co$e, non poteua in modo alcuno interuenir’ loro di far’ co$a alcuna 10 che fu$$e o lodata, o honorata giudicarono che e’ bi$ognaua che e’ cercalsino di immitare la Natura ottima artefice di tutte le forme, & per que$to andorno raccogliendo per quanto po$$ette la indu$tria de gli huomini, le leggi, lequali ella haueua v$ate nel produrre le co$e, & le tra$portarono alle co$e da edifi- car$i. Con$iderando adunque quel@ che la natura v$a$$e circa il corpo inte- 15 ro, & circa qual’ s’ è l’una delle parti conobbono da primi principij delle co$e, che i corpi non erano compo$ti $empre di parti o membri vguali, per il che interuiene chei corpi $ono prodotti dalla Natura alcuni piu $ottili alcuni piu gro$si, & alcuni mediocri. Et con$iderando, che vno edifitio era differente dal- l’altro, mediante il fine a che egli era fatto, & il bi$ogno a che haueua a $erui- 20 re, $i come ne pa$lati libri raccontammo bi$ognaua per que$to che $i face$sino variati. La onde auertiti da la natura trouarono tre maniere di addornare le ca$e & gli impo$ono, i lor’ nomi, cauati da quelle co$e, dellequali o que$ti o quelli $i diletta$sino, o per auuentura dalle co$e, $econdo che le trouauano, vno di que$ti fù piu pienamente atto alla fatica, & al durar’ qua$i eterno ilqua- 25 le ci chiamarono Dorico, vn’altro piu $ottile, & piaceuoli$simo, & lo chiamaro no Corinthio, & uno mediocre qua$i compo$to dell’uno, & dell’uno, & dell’ al- tro, & lo chiamarono Ionico. Si che intorno a vn’ corpo intero andorno e$a- minando co$e $imili. Doppo que$te co$e hauendo con$iderato che quelle tre co$e che noi raccontammo conferiuano molto & ma$simo a con$eguire la bel- 30 lezza, cioè il numero, il finimento, & la collocatione, & come que$te tre co$e $i haue$sino ad v$are, trouarono dal compen$are le opere della natura, cauati i principij $econdo ch’io mi pen$o da que$to. Percioche da e$$o numero, co- nobbono la prima co$a che egli era di due $orti, cioè il pari & il caffo, & $i $er- uirono dell’ uno, & dell’ altro, ma in un’ lato del’ uno, & in un’ lato dello altro, imperoche nelli o$$ami delli edi$itij $eguitorno la Natura, cioè nel porre delle 35 colonne, & delle cantonate, & $imili, non le po$ono mai $e non impari, concio $ia che tu non truouerrai mai animal’ ne$$uno che $tia fermo, o che uadia con i piedi in caffo. Ma i vani per il contrario non po$ono mai $e non in caffo con- cio$ia che egli è manife$to che la natura anchor’ ella hà fatto il $imile, percio- che alli animali fece ella uno orecchio di quà, & vno di là, duoi occhi, & due 40 nare del na$o ugualmente. ma nel mezo poi collocò un’ vano $olo & largo: & que$to fu la Boccha. Ma infra que$ti numeri, o pari, o caffi ce ne $ono alcuni che alla natura $ono piu famigliari che gli altri, & piu celebrati appre$$o de $a- ui, che gli altri. I quali $ono $tati v$urpati da gli Architettori come loro pecu- [345]LIBRO NONO. l<007>ari. Per que$to conto ma$simo che e’ par’ che gli habbino in loro vn’ certo che, per ilquale $ono $timati degni$simi. Concio$ia che tutti i Filo$ofi affer- mano che la natura da principio con$i$te in numero ternario, & il numero qui- nario quando io vò e$aminando le tante co$e, tanto varie, & tanto ammirabili, 5 che o$$eruano in loro il numero del cinque, o che $ono di$ce$e dal numero quinario, come $ono le mani de gli huomini. Non $enza ragione accon$ento di dire, che $ia co$a diuina, & con$egrata alli Dij delle arti, & a Mercurio prin- cipalmente, & è co$a manife$ta, che Dio ottimo grandi$simo $i diletta grandi$- fimamente del numero del $ette, hauendo egli po$te in Cielo $ette Stelle erran 10 ti, & hauendo uoluto che dell’huomo $ua ricchezza & delitie, il crear$i, il far$i, il cre$cere, & il con$ermar$i, & $imili altre co$e, $i riduchino tutte, & habbino riguardo a que$to numero $ettenario. Ari$totile dice che gli Antichi non imponeuano nome al figliuolo, che fu$$e lor’ nato $e non in capo al $ettimo giorno, qua$i che in$ino à quel’ giorno non fu$$e de$tinato alla $alute. Con- 15 cio$ia che il $eme nella Matrice, & il faciullo poi che è nato portano grandi$- $imo pericolo, $ino al $ettimo giorno. De numeri in caffo celebrano ancora il noue, $econdo ilqual’ numero, l’artifitio$a natura fece le $pere del Cielo, & i Medici dicono ch’ egliè co$a manife$ta che la Natura $i è contentata, di v$are, & di $eruir$i di vna nona parte d’ un’ tutto nelle co$e grandi. Concio$ia che il Quaranta $ia circa la nona parte di tutti, i Di dell’ Anno $econdo il cor$o del 20 Sole, & Hyppocrate dice che in Quaranta giorni la Creatura piglia la forma nel uentre della grauida. Oltra di que$to noi ueggiamo che qua$i in tutte le malattie graui $i torna alla $anità in capo a Quaranta giorni. In $imil’ t\~epo re$tano di purgar$i quelle che $i $ono ingrauidate, $e $ono grauide di Putto ma$chio, & poi ancora ch’ elle haranno partorito un’ Putto ma$chio, in capo a 25 Quaranta giorni cominciano a purgar$i di nuouo, & dicono che il putto da che egliè nato mentre $tarà de$to non riderà mai ne mai gitterà lagrime $e non in capo a Quaranta giorni. ma che bene dormendo $i è vi$to che fanno, l’uno, & l’altro, & que$to ba$ti de Numeri in Caffo.

30

De numeri pari ci $ono $tati alcuni infra i Filo$ofi che di$$ono che il nu- mero quaternario era con$ecrato alla Diuinità & per que$to hanno uoluto che $e gli pre$ti, & aggiu$ti grandi$sima fede, & dicono che il numero del $ei infra i rari$simi, è molto perfetto come quello che $i fà di tutte le $ue parti intere.

35 40 [346]DELLA ARCHITETTVRA

Et è co$a chiara, che lo otto hà vna grandi$sima forza nella natura delle co- $e. Noi non ueggiamo $aluo che in Egitto che chi na$ce nello ottauo me- $e viua, anzi la Madre che vi partori$ce nell’ ottauo me$e, & $e le muoia il parto, dicono che hà a morire ancor’ e$$a, & che $e il padre v$erà con la mo- 5 glie nell’ ottauo me$e diuenterà il fanciullo pieno di $cabbia, & harà la con- tenna brutta, & $cabro$a & molto $chifa. Credeua Ari$totile che il nume- ro del X. fu$$e piu perfetto di tutti gli altri for$e per que$to che e’ dicono che il quadrato $uo $i adempie dal ragunare in$ieme quattro continuouati cubi, $i che da que$te co$e $i mo$$ono gli Architettori a $eruir$i di que$ti nu- 10 meri, ma non hanno già pa$$ato quanto al numero pari, ilquale ei de$tinaro- no a vani il numero del X. & quanto a caffi il numero del 9. & ma$simo ne tempij. Hora ci re$ta a trattare del finimento.

Il finimento appre$$o di noi è una certa corri$pondentia di linee infra di loro, con lequali $on’ mi$urate le quantità, che una è la lunghezza, l’altra la 15 larghezza, & l’altra la altezza. La regola del finimento $i cauerà comodi$- $imamente da quelle co$e per lequali e’ $i è cono$ciuto & veduto e$pre$$amen- te, che la Natura ci $i mo$tra marauiglio$a, & da e$$ere con$iderata. Et cer- tamente io affermo piu l’un’ di che l’altro il detto di Pittagora, che egliè $imi- le a $e in tutte le $ue co$e, co$i $tà la co$a. Quei mede$imi numeri certo, 20 per iquali auiene che il concento delle uoci appare grati$simo ne gli orecchi de gli huomini, $ono quegli $te$si che empiono anco, & gli occhi, & lo ani- mo di piacere marauiglio$o. Caueremo adunque tutta la regola del fini- mento da Mu$ici, a chi $ono perfetti$simamente noti que$ti tali numeri; & da quelle co$e oltra di que$to, dallequali la natura dimo$tri di $e alcuna co$a de- 25 gna, & honorata: ma non andrò dietro a que$te co$e $e non quanto farà dibi- $ogno al propo$ito dello Architettore. La$ciamo adunque quelle co$e che $i appartenghono, a gli ordini di cia$cuna uoce, & a modi de Tetracordi.

Ma quelle co$e che fanno a no$tro propo$ito $ono que$te, Noi habbiamo detto che la Armonia è una con$onantia delle Voci, $uaue a gli orecchi; de le uoci ne $ono alcune graui, & alcune acute. La uoce piu graue uiene da cor- 30 da piu lunga, & le acuti da corde piu corte, dal vario $compartimento di que- $te uoci ri$ultano uarie Armonie. Lequali Armonie gli Antichi cauarono dalla $cambieuole con$onanza delle corde con certi numeri determinati.

I nomi dellequali con$onanze $on’ que$ti. Diapente, cioè quinta laquale ancor’ $i chiama Se$qui altera. Diate$$aron’, cioè quarta che $i chiama $e$qui- 35 tertia, & dipoi Diapa$on cioè ottaua che $i chiama doppia, & Diapa$on Dia- pente cioè duodecima che $i chiama triplicata, & Di$diapa$on cioè quintade- cima che $i chiama quadrupla. A que$te aggiun$ono il tuono ilqual’ $i chia- ma $e$qui ottauo ancora. Que$te $i fatte con$onantie che noi habbiamo rac conte a volerle comparare alle corde, $tanno in que$to modo. La $e$qui alte- 40 ra $i chiama così, perche la corda maggiore, contiene in $e la corda minore intera, & la metà piu, concio$ia, che in que$to modo interpretian’ noi quel che gli Antichi chiamarono $e$qui. Nella $e$quialtera adunque alla corda maggiore $i a$$egnerà tre, & alla minore due.

[347]LIBRO NONO.

La $e$quitertia è quella che harà la corda maggiore lunga quanto la minore, 5 & un terzo piu, farai adunque la maggiore Quattro, & la minore Tre.

Ma in quella con$onantia che $i chiama Diapa$on, i numeri $i corri$pondo- 10 no l’uno all’altro adoppio, $i come è il dua a l’uno, & il tutto alla metà. Nella tripla, i tre mede$imamen te corri$pondono allo uno, come il tutto alla terza parte di $e $te$$o.

15

Nella quadrupla il quattro corri$ponde a e$$a unità, come il tutto corri$pon- 20 de alla quarta parte di $e mede$imo.

25

Finalmente e$si numeri mu$icali $on que$ti, uno, dua, tre, quattro, & il tuo- no, $i come io di$si, è quello la corda maggiore del quale $upera la minore, di una parte delle otto di detta minore.

30

Di tutti que$ti numeri $i feruono gli Architettori commodi$simamente, pre $igli a duoi a duoi come nel di$egnare il mercato, le piazze, & gli $pazzi $coper- ti, nelle quali ca$e $i con$iderano $olamente duoi diametri la lunghezza, & la 35 larghezza, ancora gli pigliano a tre a tre, & $e ne $eruono nel di$egnare il luo- go da $ederui publicamente, & la $ala del con$iglio, & $imili. Ne quali $imil- mente fanno corri$pondere la larghezza alla lunghezza, & all’una, & all’ altra di que$te uogliono che la altezza corri$ponda a proportione conueniente.

Della corri$pondenza de’ Numeri, del mi$ur are lc piante, & del modo della Regola del 40 terminare che non è naturale, nè delle Armonie, nè de’ Corpt. Cap. V I.

DI que$ti adunque habbiamo a trattare. ma prima di quelle piante nel- lequali i Diametri $i adattano a duoi a duoi, le piante $ono, o piccole, o grandi, o mediocri. la minor di tutte è la quadrata, deilaquale qual tu ti uoglia [348]DELLA ARCHITETTVRA lato è lungo a vn modo, & corri$pondon$i l’un a l’altro, con angoli tutti a $qua- dra. La piu vicina a que$ta è la $e$quialtera; & la $e$quitertia ancora $i annoue reràin$ra le piante minori. Que$te tre $i $atte corri$pondentie adunque lequa li noi chiamiamo ancora $emplici, $i conuengono alle piante piccole. A le piante ancor mediocri, $e ne conuengono parimente tre altre, la ottima di tut 5 te è la Dupla, & la vicina a que$ta è quella, che $i fà della $e$quialtera duplicata, laquale $i fà certamente in que$to modo: Di$egnato il minor numero della pianta, come s’è a dire quattro, $i allunga la prima $e$qui altera, & $arà $ei, ag- giugni ancora vn’altra uolta a que$ta l’altra $e$quialtera di que$ta $e$ta, & diuen terà noue. Eccederà adunque la maggiore lunghezza in que$to luogo la mi- 10 nore, per il doppio, & un Tuono piu di e$$o doppio.

4 # 0 # 0 # 0 # 0 $e$qui altera 6 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 9 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 $e$qui altera 15

Alle mediocri ancora $i appartiene quella, nella quale piglierai due volte la $e$quiterza col mede$imo ordine come nella pa$$ata. # Sarà adunque la linea minore di que$ta ripre$a produttione, come s’è a dir noue, & la lunga $edici.

20 9 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui terzia 12 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui terzia

Adunque que$ta linea maggiore è $uperata dal doppio della minore man- co un tuono. Nelle piante maggiori $i tiene que$ta regola, concio$ia che, o 25 e’ $i accozza la dupla con la $e$quialtera, & fa$si tripla, o e’ $i accozza alla dupla la $e$quitertia, & diuentano gli ultimi numeri come tre & otto, o veramente e’ $i pigliano, che i diametri corri$pondino l’uno a l’altro per il quadruplo. Habbiamo detto delle piante minori, nelle quale i numeri corri$pondono vgualmente l’uno a l’altro, o come dua a tre, o come tre a quattro; & delle 30 piante mediocri, nellequali i numeri $i corri$pondono per dupla, o come il quattro al noue, o come il noue al $edici. Nel vltimo luogo habbiamo trat- tato delle piu lunghe & maggiori, nellequali i numeri $i corri$pondono per tri ple, o per quadruple, o come il tre allo otto. Congiugneremo in$ieme i dia- metri di qual $i uoglia corpo interzo per dir co$i con que$ti numeri, i quali $o 35 no o innati o congiunti con e$$e armonie, o ueramente pre$i d’altronde, con certo ordine & regola determinata. Nelle armonie $ono i numeri delle cor- ri$pondentie, de quali $i fanno le proportioni di quelle, come nella dupla, nel- la tripla & nella quadrupla. La dupla certamente $i fà della $e$qui altera $em- plice, allaquale ancora $i aggiunga la $e$quitertia, & l’e$$empio è que$to. # Sia il 40 numero minore della dupla due, aggiugnia que$to $econdo l’ordine della la $e$quialtera il numero ternario, & da que$to ternario ancora, $econdo la$e$qui tertia producerai, & harai il quaternario, ilquale mede$imo numero è doppio al numero del due.

[349]LIBRO NONO. Dupla # 0 # 0 # $e$qui altera # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui tertia

Overam\~ete $i fà il mede$imo in que$to modo, Sia verbi gratia il minor nume 5 ro tre, io gli aggiũgo <002> vna $e$quitertia, & diu\~eta quattro: aggiũgo a que$to quat tro vna $e$qui altera, & diuenterà $ei, ilquale refer\~edo$i al tre fà apũto vna dupla.

Dupla # 0 # 0 # $e$qui altera 10 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui tertia

La tripla ancora $i fà della doppia & della $e$qui altera congiunte in$ieme, Sia verbi gratia il numero minore in que$to luogo due, que$to addoppiandolo di- uenterà quattro, aggiungo à que$to vna $e$qui altera, & diuenterà vi. ilqual nu- 15 mero del $ei ri$ponde al dua per Tripla.

Tripla # 0 # 0 # duplicata 20 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui altera

Overamente il mede$imo $i fà in que$to modo, po$to il mede$imo numero del due per minore, piglia la $e$qui altera, & harai tre, raddoppia dipoi il nu- mero tre, & haremo $ei che’n terzo corri$ponde al due.

25 Tripla # 0 # 0 # $e$qui altera # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # addoppiata

Con quelle $te$$e e$ten$ioni $i produce la quadrupla con lequali $i compone 30 la dupla, aggiunto à quelle l’altra dupla, concio$ia che que$ta $i fà della dupla addoppiata, laquale $i chiama anchora di$diapa$on, & $i fà in que$to modo, Sia verbi gratia il minor numero in que$to luogo il due addoppio que$to & diuen ta Diapa$on, cioè quattro che ri$ponde come quattro à due, raddoppio anco- ra que$to altro, & diuenta di$diapa$on, nel qual ri$ponde l’otto al due.

35 Quadrupla # 0 # 0 # Diapa$on # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # Di$diapa$on 40

Que$ta quadrupla $i compone ancora, aggiunto alla dupla vna $e$qui alte- ra, & in$ieme vna $e$quitertia, & come que$to $i faccia $i uede mani$e$to per le co$e che dicemmo poco fà, ma accioche venga piu e$plicata, porremola piu aperta, po$to verbi gratia il due per la $e$qui altera diuenterà tre, ilqual tre per [350]DELLA ARCHITETTVRA una $e$quitertia diuenterà quattro, ilqual quattro addoppiandolo diuenterá otto.

Quadrupla # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui altera # 0 # 0 # 0 # 0 # $e$qui tertia 5 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # addoppiata

O piu to$to in que$to modo, percioche po$to il numero tre dallo addop- piarlo diuenta $ei, al quale $ei aggiugnerai l’altra parte di $e $te$$a, & diuenterà noue, aggiugnici a que$ta un terzo, & diuenta dodici, ilqual dodici corri$ponde 10 al $uo minimo, che è il tre per quadrupla

Quadrupla # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # addoppiata # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # rinterzata 15 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # 0 # rinterzata

Di que$ti numeri che noi habbiamo racconti $i $eruono gli Architettori nõ con$u$amente, ne alla me$colata, ma in modo che corri$pondino, & con$en- tono da ogni banda alla Armonia, come $e alcuno vole$$e alzare le mura d’una $tanza for$e che fu$$e il doppio piu lungha che larga, $erua$i in que$ta non di 20 quelle corri$pondentie con lequali $i fà la tripla, ma $olamente di quelle delle quali $i compone e$$a dupla, & il mede$imo $i faccia della $tanza che fu$$e lun- ga per tre larghezze, leruendo$i ancor in e$$a delle $ue corri$pondentie, & non v$i altro che le $ue proprie. Si che terminerà i diametri con numeri rinterza- ti come dicemmo; accioche e’ s’accorga che nel $uo lauoro e’ verranno piu 25 accomodati, & nel terminare i diametri ci $ono ancora certe naturali corri- $pondentie, le quali non $i po$$ono mai terminare con numeri, ma $i pigliono dalle radici, & dalle potentie loro. Le radici $ono i lati de numeri quadrati, & le potentie $ono le piante di e$si quadrati. Dello accre$cere delle piante $i fan- no i cubi; il primo de cubi la radice del quale è lo vno, è con$ecrato alla diui- 30 nità, concio$ia che e$$endo prodotto dallo vno, & da ogni parte, & per ogni ver$o vno: aggiugneci$i che e’ dicono che egli è il piu $tabile di tutte le figure, & con$tante, & da douere parimente $tare in ogni imba$amento; Ma $e e$$o vno, o unità non è numero, ma è quello, o da cui na$cono, o che in $e contiene tutti i numeri, ci $arà for$e lecito dire, che la dualità $ia il primo numero. Da 35 que$ta radice $i fà la pianta in quattro, laquale chi la hara ritta in alto, al pari della $ua radice fara il cubo ottonario, & da que$to cubo co$i fatto $i cauano le regole delle determinationi. Percioche inanzi tratto in que$to luogo ci $i offera e$$o lato del buco, che $i chiama radice cubica. La pianta del quale in quanto a’ numeri è quattro, & il pieno, o lo intero del cubo è otto, a que$te co- 40 $e ancora ci è aggiunta la linea, che uà da nno angolo a l’altro diritta, laquale diuide in due parti vguali la pianta del quadrato, & $i chiama il diametro: & quanto que$ta $ia per numero non $i sà. Ma $i sà bene che ella è la radice d’una pianta che per ogni lato è otto, & ecci oltra que$to il diametro del cubo, ilqua [351]LIBRO NONO. le noi $appiamo certamente che è radice della pianta che per ogni lato è dodici.

5 10 15 20

Vltimamente e’ $i truoua vna linea maggiore in quel triangolo che habbia l’angolo a $quadra, del quale vno de lati minori che fanno l’angolo retto $ia la 25 radice della pianta che per ogni lato è quattro, & l’altro lato $ia la radice della pianta che per ogni lato è dodici, laqual linea maggiore di$te$a rincontro allo angolo retto, $arà la radice della pianta che per ogni lato è $edici.

30 35 40 [352]DELLA ARCHITETTVRA

Tali quali noi habbiamo racconto adunque nel terminare i diametri $ono le naturali, & proprie corri$pondentie de numeri, & delle quantità, & $i deb- bon tutti que$ti v$are in que$to modo che la linea minore $erua per la larghez- za della pianta, & la maggiore per la lunghezza; & la mezana per la altezza, ma alcuna volta $econdo la commodità de gli edifitii $i tramutano. # Ma hora 5 habbiamo da trattare della regola della determinatione, che non è naturale, ne congiunta con le armonie, & con i corpi, ma pre$a daltronde, laquale $erue à congiugnere in$ieme i diametri, in terzo. Certamente che e’ ci $ono certe an notationi molto commode dell’accomodare in opera, i tre Diametri; cauate sì da Mu$ici, sì ancora da Geometri, & dalli aritmetici, lequali ci giouerà di rico 10 no$cere. # I filo$o$i le chiamarono mediocritati. La regola loro è molta, & va- ria, & di molte maniere. Ma del pigliare lle mediocritati $ono appre$lo de $aui tre, i modi, il fine di tutti è che po$ti i duoi e$tremi, il numero mezano $i debbe porre corre$pondente a già duoi po$ti con certo determinato ordine & rego- la, cioè <002> dir co$i che egli habbia in$ieme vna certa parentela, in que$ta di$cus$io 15 ne ricerchian noi tre termini, l’uno de quali $ia da que$to lato grandi$simo, & l’altro dall’altro lato minore, & il terzo $ia infra’l mezo d’ambe duoi, corri$pon dendo all’uno, & all’altro di pari interualli, & ne quali que$to interuallo del me zo col $uo numero $tia vgualmente lontano dall’uno, & dall’altro, Delle tre ma ni ere, lequali i $ilo$o$i lodano piu che le altre, la mediocre è facili$sima ad e$$er 20 trouata, laquale e’ chiamano Aritmetica, che dati i duoi e$tremi termini de nu- meri, cioè $ia di quà il maggiore, verbi gratia otto & arrincontro il minore, ver bi gratia quattro, raccogli que$ti in$ieme $aranno dodici, laqual $omma diui$a in due parti, ne piglierò vna, laquale $arà $ei.

8 # 4 # 12 # 6 25

Que$to numero del $ei dicono gli Aritmetici, che è la mediocrità, laquale po$ta nel mezo infra il quarto, & lo otto, $tà parimente lontana dall’una, & dal la altra.

30

8 6 4

Ecci l’altra mediocrità, che e’ chiamano Geometrica, laquale $i piglia in que $to modo, Il numero minore verbi gratia quattro, $i multiplica per il $uo mag- gior numero che $ia verbi gratia noue; di que$ta multiplicatione ne re$ulta. 36 La radice della qual $omma come e’ dicono, cioè il numero del lato multiplica 35 ta in $e $te$$a debbe ancor ella fare, & arriuare al numero. 36. $arà adunque que $ta radice $ei, concio$ia che multiplicato. 6. vie. 6. ne ri$ulta. 36.

4. vie 9. 36 6. vie 6 36.

Que$ta mediocrità Geometrica è molto difficile à ritrouarla per tutto con i 40 numeri, ma per via di linee $i e$plica molto bene, delle quali nõ mi accade par- lare in que$to luogo. La terza Mediocrità che $i chiama Mu$icale è alquãto piu fatico$a della A ritmetica, nondimeno $i diffini$ce beni$simo per via di numeri. La proportione in que$ta che è dal piccolo al grande de termini po$ti, bi$ogna [353]LIBRO NONO. che corri$ponda à le di$tantie dal minore al mediocre, & dal mediocre al mag giore, & eccone lo e$empio. Sia per e$empio il numero minore trenta, & il maggiore $e$$anta, que$ti in que$to luogo $ono per il doppio l’uno all’al- tro. 10 piglio adunque i numeri che nella dupla non po$$ono e$$er minori, iquali $on que$ti da que$to lato l’uno, & da que$to altro il dua, che congiunti in- 5 $ieme fanno. 3. Diuido dipoi tutto quello interuallo che fù infra il numero maggiore che fù $e$$anta, & il minore che fù trenta, in tre parti, $ara dunque qual $i è l’una di que$te parti dieci, & percio ne aggiugnerò vna di que$te che $arà dieci alla parte minore, & diuenteranno quaranta, & que$ta $arà la medio- crità mu$icale che $i ricerca.

10 30 # 60 1 # 2 # 3 3 # 30 # # 10 15 # 30 # 10 30. # 40. # 60.

Laquale $arà lontana dal numero maggiore per il doppio di quello interual lo, per ilquale e$$o numero della medio crità è lontano dal numero minore, & 20 haueuamo pre$uppo$to che il numero maggiore doue$te corri$pondere al mi nore con que$ta proportione. Con que$te mediocrità gli Architettori, & cir- ca tutto lo edifitio, & circa le membra di quello, hanno trouato molte co$e ec- cellenti, che $arieno lunghe a raccontarle, & $i $ono molto $eruiti di que$te $imi li mediocrità per diametri della altezza.

25 Del modo del por le colonne, della mi$ura & della collocatione loro. Cap. VII.

SArà certo co$a bella intendere la regola del porre le collonne, & la mi$ura loro, lequai co$e e’ diui$ono in tre maniere $econdo le tre varietà de tem- 30 pi, con$iderando adunque le fattezze del huomo, andorno ghiribizando di far le colonne à $imilitudini di quelli, & co$i cominciãdo à mi$urare le mem- bra de gli huomini, trouarono che da l’un fianco à l’altro vi era per il $e$to del la lunghezza, & che dal Bellico alle Rene vi era il decimo della lunghezza, il- che con$iderando i no$tri $acri Teologi di$$ono che la Archa di Noe; per con- 35 to del diluuio, fù fatta $econdo que$ta mi$ura del huomo. Con que$te mi$ure adunque for$e feciono le colonne, che fu$sino alcune per $ei tanti della ba$a, & alcune per dieci tanti.

Ma da vno in$tinto d$ natura, & da un $en$o, che naturalmente è ne gli ani- mi, mediante ilquale noi dicemmo, che $i cono$ceua le co$e gratiate & leggia- 40 dre, conobbono, che in que$to luogo non $taua bene tanta gro$$ezza, & che per il contrario in que$to altro non $taua bene tanta $ottigliezza, & però auer- titileuarono via l’una, & l’altra, & pen$arono $inalmente, che da que$ti duoi termini troppo vitio$i, $i haue$$e à cauarne uno mediocre & buono, & però [354]DELLA ARCHITETTVRA andando inanzitratto dietro alli Aritmetici congiun$ono quei duoi numeri in$ieme, & dipoi diui$ono que$ta ma$$a in due parti, perilche quella co$a, che $taua con numeri vguali, infra il $ei, & il dieci trouorno che era l’otto, & piac- queloro, & per que$to diedero alla lunghezza della colonna otto diametri del la ba$a, & la chiamarono Ionica. Mal’ordine delle colonne Doriche, ilquale è 5 quello che $i a$petta à gli edificij piu ma$sicci, feciono e$si con le mede$ime re gole, che le Ioniche Cõcio$ia che e’ raccol$ono il numero minore che fu il $ei in$<007>eme cõ lo otto, che fu la mediocrità Ionica, & ne re$ultò la $omma di quat- tordici, laqual $omma diu<007>$ono in parte vguali, & rima$e il $ette, $econdo ilqual numero feciono la colonna Dorica, che fu$si lunga per $ette Diametri della co- 10 lõna da ba$$o; Oltra di que$to ne ordinarono vn’altra maniera delle piu $ottili, & la chiamarono Corinthie, fattole della mediocrità di quella sõma maggiore cõgiunta, con la $omma della Ionica, & accozzati inumeri in$ieme, diuid\~edola per il mezo, percioche il numero ò sõma della Ionica fu otto, & la sõma mag- giore fu dieci, che congiunti in$ieme fanno diciotto. La metta delle quali parti è 15 noue, & in que$to modo vollono, che le colonne corinthie fu$sino lunghe, per noue volte il diametro da ba$$o della colõna, le Ioniche per otto, & le Dor<007>che per $ette, & di lor $ia detto à ba$tanza. Re$taci à trattare del collocarle, & del $i- tuarle. Il $ituare $i a$petta al $ito, & alla fede delle parti; laquale $i cono$ce molto meglio quando ella è male accomodata che non $i $corge da per $e il m odo da 20 $aperla ben collocare. Cõcio$ia che e$$a in gran parte $i referi$ce al giudicio na- turale, che è in$erto nelli animi delli huomini, & in gran parte ancora $i cõfà cõ le maniere de finimenti, Nondimeno alla co$a della qualle $i tratta $ien que$ti come $uo<007> generi o vero maniere, le parti ancor che minime che $ono per il lauoro a luoghiloro fanno bellezza à uederle, male po$te in altro luogo nõ de 25 gno, ne à loro conueniente, $e elle $ono eccellenti diu\~etano vili, quãto che nò $i vituperano. Et ecco il mede$simo nelle opere della natura, come per modo di dire $e al Cane fu$$e appiccata nella te$ta una orecchia di A$ino, ò $e alcuno ca- mina$$e cõ un piè maggior che l’altro, ò cõ una mano grande, & l’altra piccola, co$tui certo $arebbe $contrafatto, & il uedere$$i infra i caualli ancora vno c’hab- 30 bia vno occhio gazino, & l’altro occhio nero, è co$a brutta; tanto è co$a natu- rale, che le co$e da de$tra debbino di pari corri$pondere à quelle da $ini$tra. Per laqual co$a o$$erueremo inanzi tratto che tutte le co$e, ancor che minuti$sime $tieno à un piano, & a un diritto cõri$põd\~ete$i di numeri, di forma, & di faccia. Talmente che le co$e da de$tra, à quelle da $ini$tra, le alte, alle ba$$e, le vicine al 35 le vicine, le uguali alle uguali vgualmente conuenghino, & corri$pondino allo ornamento di quel corpo, del quale elle hanno ad e$$ere parti. Anzi, & le $ta tue, & le Tauole & tutto quello che di bello $i applicherà, è di nece$sità, che $i accomodi di maniera che elle paiono nate in que$ti luoghi, & come $orelle. Gli Antichi hebbono tanta auertenza a que$ta corri$pondentia delle co$e, 40 che e’ uollono nel porre, non che altro le Tauole di Marmo, che elle $i corri- $ponde$sino e$ati$simamente, di grandezza, di qualità di finimento intorno di $ito, & di colori. Io hò veduto co$a certo eccellente appre$$o de gli Anti- chi, nella quale io mi $oglio marauigliare della eccellentia della Arte, concio- [355]LIBRO NONO. $ia che in alcuni luoghi, egli auertirono nel porre delle $tatue, & ne fronti$pi- cij de Tempij, che le co$e che e’ poneuano uno lato, non fu$sino ne di di$e- gno, ne di materia diferenti da quelle dello altro lato in co$a alcuna benche minima. Noi veggiamo carrette di duoi, & di quattro caualli, & $tatue di chi le guida, & di chi vi è attorno. Talmente $imili l’una a l’altra che e’ $i può 5 dire che la arte habbia $uperata la Natura, nelle opere della quale non veggia mo pur un Na$o $imile all’altro Na$o, $i che $ia horamai à ba$tanza l’hauer di- mo$tro che co$a $ia la bellezza, & in quel che ella con$i$ta, & con che numeri, & con quale finimento i no$tri antichi colloca$sino le co$e.

10 Di alcuni piu graui di$etti della Architettura. Cap. VIII.

RE$taci che io raccolga, & metta in$ieme alcuni breui auertimenti, & alcu ne sõme di co$e. Lequali co$e, è di nece$sità che $i o$$eruino come qua$i 15 leggi, in ogni $orte di addornam\~eto, & in ogni co$a bella, & in tutta l’arte della Architettura, & farà ancora à que$to propo$ito quelche noi promett\~emo, cioè di riepilogare. Et primamente perche noi dicemmo che tutti i difetti, per i quali le co$e riu$ci$sino brutte erano grandi$simamente da e$$er fuggiti. Trat- teremo adunque al pre$ente di quelli, & ma$simo de piu graui. I difetti na$co- 20 no, ò dal Con$iglio, o da la Mente, come è il giuditio, & la elettione; o alcuni al tri na$cono da le mani delli Artefici come $ono uerbigratia, le co$e che $i fan- no manualmente. Gli errori, & i difetti del con$iglio, & del giudicio $ono quã- to alla lor natura, & quanto al tempo i piu importanti. Etin $e $te$si ancora i piu graui, & $on tali che fatto lo errore $ono mãco emendabili. Si che comin- 25 cieremoci da que$ti. Sarà certamente difetto $e tu eleggerai per porre il tuo edificio vna Regione mal $ana, inquieta, $terile, infelice, malenconica, & che $ia piena, & tormentata da infiniti mali, a$co$i, & pale$i, Sarà ancor difetto $e tu di$egnerai vna pianta mal’atta, & male accomodata. Se tu applicherai membra à le altre membra, per v$o de gli abitanti, che non conuenghino, & 30 non corri$pondino à lor bi$ogni. Se ei non $i $arà proueduto a quanto $ia conueniente con dignità alli ordini di cia$cuno, & à tutta la famiglia libera, & de $erui, & delle matrone, & delle fanciulle, & delle commodità di quei del- la Città, & di que$ti della uilla, & à le commoditati ancora di chi veni$$e ad al- loggiar teco, & di chi veni$si à ui$itarti. Se tal muraglia $ara troppo gran 35 macchinaccia, o troppo piccola ancora, o $e ella $arà troppo @aperta, o trop- po ripo$ta, & chiu$a, o troppo ri$tretta in$ieme, o troppo $parta. o che e’ @vi $a- ranno molto piu co$e, o molto manco che il bi$ogno $i ricerchi, $e e’ vi man- cheranno $tanze, mediante lequali tu non po$$a difenderti da gran caldi, o da gran freddi, $enza mole$tia; $e e’ nõ ui $aranno $tanze, nelle quali tu ti po$$a e$- 40 $ercitare, e pigliar piacere quando $arai $ano; & $tanze ancora, che per e$$e po$- $a $chifarele offen$ioni della aria per gli infermi, & che non $i $entono bene. Aggiugnici $e ella non $arà a$$ai $icura, & gagliarda per di$ender$i ne ca$i fortui ti, & $ubitani dalle ingiurie de gli huomini. Se le mura $aranno o tãto $ottili che [356]DELLA ARCHITETTVRA elle nõ $i reghino per $o$tenere il tetto, o piu gro$$e che il bi$ogno per regger$i, & $tar ferme, $e i tetti contenderanno, (per dir co$i) con le lor grondaie l’un con l’altro. Se dette grondaie gitteranno lo impeto delle loro acque nelle mura, ò nelle entrate. Se tu porrai tale muragl<007>a troppo ba$$a, o troppo alta, $e i uani, & le fine$tre riceueranno venti mal $ani, guazze mole$te, o $oli importun i, ò 5 per il contrario, $e $arãno tanto $trette che ne induchino troppa o$curità odio $a, $e nõ harãno hauto riguardo à gli o$$ami delle mura, $e le entrate $arãno da co$a alcuna impedite, $e mo$trerãno co$e brutte, & $porche, & $imili altre co$e, lequali ne pa$$ati libri e$plicammo. Ma i difetti che inãzi à tutti gli altri bi$ogna hauere in odio per conto delli adornamenti fien que$ti, Come $e nelle opere 10 della natura $i uede$$e perauentura co$a alcuna po$ta al cõtrario, o arroue$c<007>o, o manca, o troppa, o $e per conto alcuno ella haue$$e mala forma. Percioche $e que$to, è imputato a mancamento nelle co$e della natura, & è tenuta per co$a mon$truo$a che $i dirà egli d’uno Architettore che $i $ia $eruito delle parti delle co$e inconuenientemente? & $ele parti che $i v$ano intorno alle forme $ono 15 linee angoli e$ten$ioni, & $imili, dicono adunque bene coloro, <007>quali affermano che e’ non $i truoua difetto alcuno d<007> contrafatto, piu brutto, ne piu dete$tabile cheil me$colare in$ieme, ò angoli, ’o linee, ò $uperficie che non $ieno, & di nu- mero, & di grãdezza, & di $ito $imili l’un a l’altra vguali, & cõgiunte in$ieme cõ diligentia, & accuratezza grandi$sima. Et chi $arà quello che non bia$imi gran- 20 demente colui che doue e’ nõ $ia $tato forzato da alcuna nece$sità, hab bi tirato mura in quà, & in là $imili à un lõbrico $enza ordine alcuno, & incõ$ideratam\~e- te, & alcune piu lunghe, & alcune piu corte con angoli di$uguali, & con con- giugnimento $enza forma che buona $ia, & le mede$ime co$e ma$simo, ò in vna pianta, che da l’un lato $ia troppo ottu$a, & da l’altro troppo appuntata, 25 con regola confu$a, con ordine tramutato, & con con$iglio non preueduto, ne e$aminato. Sarà ancora d<007>fetto hauer tirato in modo la muraglia che $e bene quanto à fondamenti ella non $tia però co$i male, le mura nondimeno $tieno di maniera, che ancora che elle de$iderino gli ornamenti, non po$sino per modo alcuno diuentare piu cccellenti, o piu garbate per leggiadria d’ad- 30 dornamenti; come $e e’ non $i fu$$e curato nelle mura di co$a alcuna, $aluo di farle per reggere, itetti, non hauendo la$ciato co$a alcuna in alcun luogo doue $i po$sino accomodare conuenientemente, & con ordine di$tinto ò la dignità delle colonne, ò lo ornamento delle $tatue, ò la maie$tà delle tauo- le, & la bellezza delle pitture, ò la delicatezza dell<007> intonichi. Simile à 35 que$to mancamento, & qua$i $uo congiunto, è que$to, quando altrinelle co- $e che $i hanno a fare non dura il piu che può fatica di uedere che con la me- de$ima $pe$a elle $i faccino oltra modo belli$sime, & che habbino maie$tà grandi$sima. Concio$ia che certamente nelle forme, & nelle figure de gli edifi- cij $i truoua una certa eccellentia, & una certa gratia di natura, che de$ta gli ani- 40 mi de gli huomini, & $i cono$ce $ubito $e ella v<007> è, & non vi e$$endo vi $i de$ide- ra grandi$simamente, & gli occhi ma$simo per lor natura cono$cono, & de$i- derano il bello, & la leggiadria, & in que$ta co$a $on difficili, & fa$tidio$i à con- tentar$i. Ne sò io, dõde $i proceda, che e’ pare che e’ de$iderino molto piu quel- [357]LIBRO NONO. le co$e, che vi mancano, che ei non lodano quelle che vi $ono di buono, percio che continouamente cercano quel che vi $i po$$a arroggere, per far la co$a piu $plen dida & piu gratio$a, & re$tano offe$i, $e non veggono che vi $i $ia po$ta tan ta fatica, & tanta indu$tria d<007> arte, quanta habbi po$$uto porui uno accuratis$i- mo, accorti$simo, & diligenti$simo mae$tro. Oltra di que$to non $anno dire da 5 che co$a re$tino alcuna volta ofte$i, $e non da que$to $olo che e’ non hanno da potere $atiare totalmente, ne adempire lo sfrenato de$iderio, che egli hanno, di vedere vna $mi$urata bellezza. Lequali co$e e$$endo co$i, $arà certamente be ne di sforzar$i per quanto noi po$siamo, con ogni $tudio, opera, & diligentia, che quelle co$e che noi muriamo $ieno ornati$sime, & quelle ma$simo che 10 ogn’un de$idera $ieno addorne; nella quale $pecie $ono le Muraglie publiche, & ma$simo le $acre, percioche e’non $arà ne$$uno, che po$$a $opportare, che elle $tieno ignude di ornamenti. Sarà difetto ancora $e gli addornamenti, che $i a$pettano à gli edifitii Publici, tu gli accomoderai à priuati, ò quelli che $i a$pet tano à priuati, tu gli applicherai à le muraglie Publiche, & ma$simo $e nella lo- 15 ro $pecie $aranno co$e minime, $e elle $aranno da non douer durare, come $e alcuno ne gli edifitii publichi applica$$e pitture mal fatte, caduche, & fracide, concio$ia che le co$e publiche hanno à e$$ere eterne. Et è ancora difetto a$$ai graue, ilche veggiamo accadere à certi $ciocchi, che non hanno à fatica cominciata una muraglia, che la dipingono, & vi mettono $tatue, & add orna- 20 menti in quantità, onde aduiene che que$te $imil co$e $on gua$te & rouinate auanti che $ia finita la muraglia; e’ bi$ogna hauer finito co$i ignuda tutta la tua muraglia auanti che tu la ve$ta di ornamenti, & l’ultima co$a $arà lo addornar- la. Allaqual co$a l’occa$ione d’e tempi, & delle co$e, & la facultà ti $i pre$ter- rà allhora nella fine da poterlo fare commodi$simamente, & $enza alcuno im 25 pedimento. Maio vorrei che gli addornamenti che tu ci metterai fu$- $ino in gran parte talmente fatti, che vi $i fu$sino affaticate diuer$e, & piu mani di mediocri artefici, Ma $e pure tu ve ne vole$si alcuni piu eccel- lenti & piu rari come $tatue, & Tauole, come furno quelle che di Fidia & di Zeu$i, per e$$cr tenute rari$sime, è bene collocarle in luoghi rari$simi, & 30 honorati$simi. Io non lodo quello Dioceo Re de Medi, che accerchiò la Città Ebbatana di $ette circuiti di mura, & gli fece di variati colori, che alcu- ni fu$sino ro$si, alcuni giallicci, altri coperti d’argento, & altri d’oro ancora, hò in odio anco Gallicula che haueua la $talla di marmo, & le mangiatoie di auorio. Le co$e che edificaua Nerone erano tutte coperte d’oro, & com- 35 me$le di gemme. Eliogabalo fù piu pazzo che ammattonò le $tanze di oro, & $i doleua che non le po$$eua ammattonare di Ambra. Et non è gran fatto $e que$ti pazzi o$tentatori, per dir co$i, di $i fatti lauori, anzi piu to$to di tale pazzia, $ono da e$$ere vituperati; gittando e$si uia le fatiche de mortali, & i $udori de gli huomini, in quelle co$e, che non $i u$ano ne $ono conuenien- 40 ti alla principiata muraglia; & in quelle ancora, nelle quali non $i uegga co$a alcuna che ne faccia marauigliare di ingegno, ne doue $i habbia à lodare la inuentione.

Io dunque auerti$co di nuouo, & da capo che $i $chifino $imili difetti, [358]DELLA ARCHITETTVRA & inanzi che tu ti metta à far opera alcuna con$idera, & e$amina teco molto bene il tutto, & in$ieme conferi$cilo alli intendenti; fattine ancora i modelli. Da quali io uorrei che tu rianda$si con tempo continouato, & tal uolta met- tendo tempo in mezo, due, tre, quattro, $ette, & dieci volte, tutte le parti, & 5 membra del futuro edifitio, fino à tanto che dal ba$$o $ino alla cima dell’ ultimo tegolo, non vi $ia co$a alcuna coperta, ò $coperta, grande, ò piccola in tutta la opera da far$i, che tu non la habbia pen$ata molto, & lungo tempo, & ordi- natala, & de$tinato di che co$e, in che luoghi, con che ordine, con che nu- mero e’$ia conueniente, & $tia bene hauerla collocata, congiunta in$ieme & datoli fine.

10 Qual $ia lo officio di un buono Architettore, & quali $ien le co$e che faccino gli addornamenti Eccellenti. Cap. IX. 15

IN que$to modo adunque farà vn buono Arcgitettore, comincierà à dar principio alle co$e, ordin atamente, & accuratamente. Imparerà le $or- ze & la natura del terreno, doue harà a fabricare, & auertirà $i da li edifit<007>i delli antichi, $i da la v$anza, & con$uetudine de gli habitatori quel che $otto quel cielo doue egli harà da murare uaglia qual $i voglia $orte di pietra, come 20 $ia buona la rena, come la calcina, comei legnami pre$i di que$t<007> luoghi. Et quel che vaglino le co$e condotteui da altroue, contro alle ingiurie de tempi. Terminerà la larghezza, & la altezza de fondamenti & de primi pr<007>ncipii, & di- poi andrà e$aminando che co$a, ò quale $i conuenga alle mura, alle corteccie, & a ripieni, & à legamenti, & alli o$$ami, & riandrà ancora quel che $i 25 a$petti à vani, quel che al tetto, quel che alli intonichi, quel che a vn am- mattonato $coperto, & quel che al lauoro di dentro, & andrà terminando i luoghi, le vie, & i modi, per iquali $i leuino, $i forzino, & $i mandino v<007>a le $uperfluità, le co$e nociue, & le puzzolenti, come $ono le fogne, da man- dar via le pioggie, & le fogne per ra$ciugare gli ammattonati, delle $tan- 30 ze, ordini, & preparamenti da farle a$ciutte, & prohibire le humiditati; & come $ono quelle co$e che ne defendino, & vinchino il pe$o d’una mole, che $ia per douerti venire addo$$o, ò da vna ingiuria di rou<007>no$i venti, ò di impetuo$e acque. A$$egnerà finalmente termine ad ogni co$a. Non la$cerà co- $a alcuna indietro, allaquale non a$$egni la $ua legge, & il $uo ordine. Tutte qua 35 $i que$te co$e, ancor che principalmente paia che elle $i appartenghino alla $tabilità, & allo v$o, nondimeno preferi$cono di $e que$to, che altrui $e ne fa beffe, $i arrecano dietro vn difetto grandi$simo di contrafatto. Quel- le co$e che fanno gli ornamenti Eccellenti $ono que$te. Bi$ogna, che lo or- dine, & la regola dello addornare le muraglie $ia terminati$sima, & libera, 40 & e$pedita del tutto, che le co$e Illu$tri, & eccellenti non vi $ieno me$$e in$ieme troppo folte, non calcate, & ammontate qua$i in una ma$$a, ma di- $tribuite, & collocate talmente, & con tal determinatione, che chile uole$- $e mutare altrimenti, cono$ca che $i gua$ta tutta la gioia della leggiadria, [359]LIBRO NONO. & bellezza. Oltra di que$to non $i ha à la$ciare co$a alcuna in dietro da banda ne$$una, che il Mae$tro non l’habbia addornata: ma non bi$ogna anco però che tutte $ieno addornate vgualmente con ornamento grandis$imo; ne le vorrei anco tutte piene di ricchezze, ma vorrei che altri $i $eruis$i, non tanto della abbondantia, quanto della varietà delle co$e. Collocherà le co$e eccel- 5 lenti$sime ne luoghi principali; & le mediocri ne luoghi meno principali; & le piu minuali, & di manco $tima collocherà ne luoghi piu humili. Et in que$to guardi$i grandemente di non congiugnere in$ieme alle co$e eccellenti$sime le molto friuole; ne alle grandi$simele molto picciole, ne alle piu corte, & piu $trette, le molto larghe & alti$sime; ma quelle co$e che infra loro $aranno di$u- 10 guali di dignità, & non $imili di genere $i aiuteranno adaggiu$tar$i con l’arte & con lo ingegno, & con il darli la forma, accioche e$$endo alcune co$e, che per $e hanno del graue, & del grande, & alcune altre del piaceuole, & del giocondo; $i debbe a$$ettare l’ordine, & la regola di tutte, di maniera, che non $olamente faccino a ghara ad addornare la tua muraglia, ma che e’ paia che que$te non po$ 15 $ino $tare $enza quelle, o ch’elle non pos$ino mantenere, a ba$tanza la loro di- gnità: & giouerà che in certi luoghi $i me$cholino alcune co$e alquanto piu ne- glette, accioche lo $plendore delle piu nobili dalla comparatione di que$te, di- uenga piu chiaro, & piu noto. Ma $opra tutto guardi$i di non peruertire gli or- dini de di$egni, ilche auerrebbe $e alle co$e Corinthie, $i me$colas$ino le Dori- 20 che, come io dis$i, o $e con le Doriche $i me$colas$ino le Ioniche, & $imili. Allo ordine ancora $i a$$egneranno le $ue membra, acciò non ui $i $emini co$a alcu- na interrottamente, & con confu$ione, ma che cia$cuna $tia al $uo luogo deter- minato & conueniente. Le co$e del mezo $i mettino ne mezi: & quelle co$e, che ugualmente $aranno lontane da mezi, $i bilanceranno del pari, & tutte le co$e fi 25 nalmente $aranno mi$urate, ordite, & applicate, con linee, con angoli guidate, congiunte, & collegate, in$ieme non acca$o: ma con certo ordine determinato; & dimo$trerãno$i tali che, & doue $ono le cornici, & doue elle non $ono, & per tutta la facciata di fuori, & per tutta quella di dentro della muraglia, corra libe- ro, & uolentieri lo $guardo de gli huomini multiplicando il piacere per il pia- 30 cere per le co$e $imili, & per le dis$imili, & che a coloro che le ri$guardano, non paia d’hauerle tanto guardate, & riguardate, ne e$$er$i tanto marauigliati, che nello andar$ene ancora non $e ne uoltino indietro a riguardarle. Et che hauen do ben con$iderato il tutto non truouino in tutto il lauoro co$a alcuna in ne$- $un luogo, che non $ia vguale, & corre$pondente, & che non conuenga con 35 tutti i numeri alla gratia, & alla leggiadria. Si che que$te co$e $i pen$eranno, & $i caueranno da Modelli. Ne $olamente è di nece$sità preuedere, & ordina- re da detti modelli quelle co$e che tu hai ad incominciare, ma quelle ancora che tu hai ad hauer di bi$ogno, nel mettere in atto: Accioche dato principio alla muraglia tu non habbia à dubitare, a variare, ò a $opra$edere; ma preue- 40 duto il tutto pre$tamente, & con un certo ordine determinato $uppli$chino quelle co$e, che raccolte, & me$$e, in$ieme, $ono atte, pronte, & accomoda- te. Si che que$te $ono quelle co$e che e’bi$ogna che lo Architettore habbi premeditate con con$iglio, & buon giudicio. I difetti che na$cono dalle co$e [360]DELLA ARCHITETTV R A fabbricate manualmente nõ accade replicarli, ma auerti$ca, che i mae$tri ado- perino bene, i lor piõbi, i loro Archip\~ezoli i lor Regoli, & leloro $quadre. Mu- rino intempi cõuenienti & in tempi cõuenienti $i ripo$ino, & att\~epo ritornino al lauoro, $eruin$i di co$e pure, non corrotte, non me$colate, $alde, $incere, com modeaccomodate, gagliarde, e $comparti$chinle in lor luoghi atti et conueni\~e 5 ti, acciochi’elle $tieno ritte, adiacere, bocconi, con la fronte, con il fianco, o aper to, olargo, $econdo che, & l’u$o, & la natura di cia$cuna co$a ricerca.

Che co$e $ieno quelle, che principalmente habbia hi$ogno di con$iderare uno Architettore, & che co$e $ia di nece$sità, che ei $appia. 10 Cap. X.

MA accio che lo Architettore, nel procurare, ordinare, & mandare ad ef- fetto, que$te co$e, $i po$$a portare egregiamente, & $econdo $e li a$petta, ci $ono alcune co$e danon $e ne far beffe. Egli hàda e$aminar bene che 15 pe$o e’ $i piglia $opra le $palle, che profe$sione e’ faccia, che huomo e’ voglia e$$er tenuto, à che impre$a ei $i metta, & quanto di lode, quanto di guadagno, quanto di gratia, quanto di fama appre$$o a po$teri, e’ $i $arà guadagnato ogni volta che egli habbia ben fatto l’officio $uo: Et per il contrario $e egli hauerà incominciato co$a alcuna ignorantemente $enza con$iglio, o incon$iderata- 20 mente, a quanto vituperio, a quanto odio e’ $i $ottometta quãto e’ dia che dire, quanto $i mo$tri aperto, manife$to, continuo, il te$timonio della $ua pazzia ap- pre$$o alla generatione humana. Gran co$a certo è la Architettura, ne $tà be- ne che ogn’uno $i metta a tantaimpre$a, bi$ogna che $ia di grandi$simo inge- gno, $tudio$i$simo, habbia ottima dottrina. Et è di nece$sità che $ia e$perimen- 25 tato a$$ai, & $opra tutto che habbia purgato giudicio, & maturo con$iglio, co- lui che ardi$ca di far profe$sione di Architettore. Appartien$i alla Architet- tura & è $ua prima lode il giudicare quel che ad ogni co$a $i conuenga. Con- cio$ia che lo edificare è co$a nece$laria, ma lo edificare commodamente, è ca- uato, & dalla nece$sità, & dalla utilità. Ma lo hauere edificato di maniera, che 30 gli $plendidi te ne lodino, & che i mi$eri ancora non telo rinfaccino, non può na$cere $e non dal $apere d’un con$iderato & ualente, & dotto Architettore. Oltre a di que$to, il fare quelle co$e che $ieno commode $econdo il bi$ogno, & delle quali non $i habbia a $tare in dubbio, che, & in quanto a quel che $i era deliberato, & in quanto alla facultà delle ricchezze e’ $i po$$a dar loro perfet- 35 tione, è officio non tanto d’uno Architettore, quanto di uno muratore. Ma l’ha uere preueduto, & deliberato con la m\~ete, & con il giudicio quel che per ogni conto debbe e$$ere perfettamente finito, & terminato, s’appartiene a quello uario, & $olo ingegno che noi ricerchiamo. Dallo ingegno adunque la inuen- tione; Dalla e$perientia, la cognitione; Dal giudicio, la elettione; Dal con$i- 40 glio, la compo$itione; è di nece$sità che proceda; & con la arte poi $i rechi a fine quel che altri $i mette a fare. Il fondamento delle quai tutte co$e, credo che $ia la prudentia & un maturo con$iglio: Concio$ia che le altre uirtuti, co- me è la humanità, la benignità, la mode$tia, la bontà, non le de$idero piu in co- [361]LIBRO NONO. ftui che io mi faccia nelli altri huomini, dediti a qual $i uoglia $orte d’arti. Con cio$ia che que$te $on co$e che chi non le ha, non credo io, non che altro, che $ia da reputare per huomo. Ma $opra tutto bi$ogna che egli $chifi la leggierez- za, la o$tinatione, la boria, la intemperantia; & $e alcune altre co$e ci fono che appre$$o de’ cittadini gli po$sino diminuire la $ua buona gratia, o accre$cerli lo 5 odio. Vltimamente uorrei che $i porta$$e come fanno coloro che danno ope- ra alli $tudij delle buone lettere. Concio$ia che e’ non è ne$$uno che pen$i d’ha- uere $tudiato tanto che gli ba$ti. Se e’ non harà letto & ueduti tutti gli Auttori, & di quei che nõ $on ancor buoni, iquali trattino, o habbino $critto alcuna co$a di quella facultà, nellaquale ei $i e$ercita. Co$i in que$to luogo con$idererà dili- 10 genti$simamente tutti gli edificij che communemente $aranno lodati, & appro uati da gli huomini, di$egneralli con linee, & numeri, uorràfarne modelli, & e$empil, & hauerli appre$$o di $e, & co$i cono$cerà, & e$aminerà, lo ordine, i luoghi, i generi, & i numeri di cia$cuna delle co$e; dellequali coloro $i $aranno $eruiti; & ma$simo di chi harà fatto co$e grandi$sime, & eccell\~eti$sime; de qua- 15 li $i puo fare coniettura che fu$sino huomini egregij. E$$endo $tati moderato- ri di sì grandi $pe$e. Ne $arà mo$$o da una gran machina di muraglia, talmente che in quella po$i lo animo. Gran co$a di$$e colui, è certo quella che ha fatto Co lono. Ma la prima co$a andrà rinuenendo quanto artificio $ia in qualunque co $a preueduto, & $ecreto, o quel che ui $ia eccellente, & mirabile, mediante la in 20 uentione, & $i auuezzerà che nulla ui $ia lodabile, nè da e$$ere approuato, $e nõ quelle co$e che vi $ieno del tutto eccellenti, & degne di ammirationi d’inge- gno, & ciò che in qualunque luogo truoua di lodabile, attribui$ca alle co$e $ue, acciò habbia ad e$$ere imitato, & quelle co$e che e’ cono$cerà poter$i fare mol- to piu dilicate, con l’arte, & con il moderarle, le correggerà, & modererà, & quel 25 le che non $aranno però cattiue affatto, $i sforzerà con le forze dello ingegno migl<007>orarle, & $empre con una $ottile, & continoua inue$tigatione di co$e otti- me, de$iderando $empre co$e maggiori e$erciterà, & accre$cierà l’ingegno $uo, & in que$to modo $i raccorrà, & riporrà nello animo tutte le lodi, non $olamen te $par$e, & $eminate, ma na$co$te, & ripo$te per dire co$i nell’intime ui$cere del 30 la natura, Lequali lodi introducerà con grandi$simo frutto di lode, & di gloria nelle opere $ue; & $i rallegrerà di hauer me$$o inanzi alcuna $ua bella inuen- tione, dellaquale gli huomini s’habbino a marauigliare, come perauentura fu quella di colui che fece il Tempio $enza alcuno ferramento. O ueramente come quella di colui che condu$$e a Roma il Colo$$o $empre ritto, & $o$pe$o, 35 nel qual lauoro faccia ancor que$to a no$tro propo$ito, $i $eruiua di uentiquat- tro Elefanti. O come quella di colui, che nel cauare di una caua ui la$cierà fatto un laberinto, o un Tempio, o qual’ altra co$a tu ti uoglia che $erua a’ bi- $ogni de gli huomini fuor della oppenione d’altrui Dicono che Nerone $i $eruì certo di Architettori prodigio$i, a’ quali non cadeua mai co$a alcuna nello animo, $e non quelle che erano qua$i impo$sibili a far$i da gli huomini. 40 Io certo non lodo que$ti tali. Ma io uorrei, che e’fu$sino, & $i apparecchia$$e- ro di e$$er tali, che e’ paia che egli habbino uoluto in ogni co$a atten dere pri- ma alla utilità, & al bi$ogno che ad altro, & $e bene egli harà fatto tutto quello [362]DELLA ARCHITETTV RA che hara fatto per addornamento, io nientedimeno vorrei, che tu non negas$i che e’ paia che e’ l’habbia fatto principalmente per vtilità, & loderò $e alle nuo ue inuentioni vi $aranno in$erti i lodati$simi ordini delli Antichi. Et $e a quel li non mancheranno nuoui truouati di ingegno. Si che in que$to modo ecci- terà le forze dello ingegno $uo, con l’u$o, & con la e$$ercitatione delle co$e che 5 giouino a acqui$tare que$ta $cientia, o arte con molta lode, & pen$erà che lo of ficio $uo $ia di non hauer $olamente quella faculta, laquale non hauendo $i tro- uerrebbe non e$$er quello, quale ei fà profe$sione di e$$ere. ma $i armerà della cognitione, & ornato di tutte le buone arti, per quãto farà a $uo propo$ito, & ci diuenterà prompto, & e$pedito, Talmente, che in quella co$a non de$idererà 10 maggiori aiuti di dottrina, & $i delibererà di nõ hauer mai a tor$i, ne acce$$are dallo $tudio, ne dalla indu$tria, fino a tanto che e’ $i cono$ca e$$ere $imile a colo- ro, alle lodi, de quali non $i può arroggere co$a alcuna. Ne pen$erà di hauer mai $atisfatto a $e $te$$o, $e e’ $arà co$a alcuna in alcun luogo, che per ver$o alcu- no li po$sa giouare, da poterla ottenere con arte, o con ingegno, $e egli nõ l’ha- 15 rà compre$a, & non $e ne $arà totalmente in$ignorito, & non $i $arà con tutto il $uo potere sforzato, che in lui $te$lo $i ritruoui il cumulo, & la $omma vltima della gloria, di hauer cõdotto al piu pregiato fine, qual $i voglia genere, $pecie, o forma delle co$e. Ma quelle co$e che giouano, & quali delle arti $ieno ad vno Architettore nece$$arie, $on que$te. La Pittura, & le Matematiche, nell’ altre 20 non mi affatico, che $ia dotto, ò no. Concio$ia che io non pre$terò fede a co- lui che dice, che a vno Architettore s’a$peta di e$$ere Dottore di Legge, accio- che e’$appia rendere ragione del rimuouere le acque. Del por termine in- fra i confini, & del non incorrere in Lite, & controuer$ie & $imili, come ne lo edificare bene $pe$lo interuiene. Non mi curo anco che e’ $ia perfetti$simo 25 A$trologo in que$to affare, perche egli habbia a $apere, che le Librerie $i fanno diuer$o borea, & che le $tufe, $tanno bene ver$o Occidente. Ne confe$$erò an- co che e’ $ia di nece$sità l’e$$ere Mu$ico per hauer a porre ne Teatri i va$i di Ra me o di Bronzo che ri$uonino. Ne mi curo anco, che $ia Rettorico, pche egli habbia a $aper ben raccontare, inanzi quel che egli habbia a fare per mo$trar$i 30 a chi vole$si $eruir$i di lui: Concio$ia che il pen$iero, la Scientia, il con$iglio, & la diligentia gli $ara a ba$tanza per potere e$primere con parole quel che faccia al $uo propo$ito accomodatamente, & bene. llche nella eloquentia, è la co$a principale, & importanti$sima. Non vorrei gia che ei fu$$e $enza lingua, ne che egli haue$$e gli orecchi tanto $ordi, che ei non cono$ce$$e l’harmonie. Sarà be- 35 ne a ba$tanza $e ei non edificherà per il Publico, quando egli edificherà per il priuato che e’ non nuoca ad altri, con i lumi, con le grondaie, con docioni,’o guidamenti di acque, o non impedirà viaggi a Serui fuori del cõ$ueto. Se e $a- pràquali V enti da qual parte del mondo tirino, & come $i chiamino, il quale $e ne $arà informati$simo non lo bia$imerò. Ma della pittura, & della Mathemati 40 ca bi$ogna che non ne manchi non altrimenti che non può mancare il Poeta del $apere bene le voci, & le Syllabe, & non sò $e egli è a ba$tanza, che di que$te due co$e e’ ne $ia mediocremente in$trutto. Farò ben di me tal profe$sione, che mi $ono molte volte entrate nella m\~ete a$$ai conietture, & p\~e$ieri di mura- [363]LIBRO NONO. glie, che io harei grandi$simamente lodate, & quando io le ho poi di$egnate con linee, ho trouato in quella parte, che piu $arebbe piaciuta, molti graui er- rori, & da correggerli a$$ai, & quando poi io ho ripen$ato, a quel che io haueua me$$o in di$egno, & che io haueua cominciato a determinare, conobbi la mia <007>ndiligentia, & la ripre$i. Finalmente hauendone io $atti modelli, & e$empi, 5 & alcuna uolta andando repetendo tutte le parti, accadde, che tal uolta, che io conobbi, che nel numero ancora mi ero ingannato. Ma io non uoglio già che $ia Zeu$i nel dipignere, nè Nicomaco nel maneggiare dè numeri, nè Ar- chimede nel trattare de gli Anguli, & delle linee; ma $arà a ba$tanza, $e da’ libri della pittura, & del di$egno, che noi $criuemmo, $aprà cauare i primi principij, 10 & $e delle co$e Mathematiche, ne cauerà quella notitia, che $i fu pen$ata alla me $colata de gli angoli, de numeri, & delle linee, come $ono quelle co$e, che del mi$urare i pe$i, le $uperficie, & i corpi ci $ono, lequali i Greci chiamano Podi$- mata, & Embada; con que$te arti aggiuntoci & $tudio, & diligentia lo Achitet- tore $i acqui$ta gratia, ricchezze, gloria, & fama appre$$o de po$teri.

15 _A_ chi lo Architettore debbe communicare il $uo con$iglio, & l’opera $ua. Cap. XI.

E’Mi piace che in que$to luogo non $i la$ci indrieto, quel’che sì appartiene allo Archittetore. Tu nõ hai a andare $põtanam\~ete co$i a $eruire ogn’u 20 no che dice di uolere edificare. Ilche i leggieri, & i borio$i piu che il bi $ogno, $ogliono fare. Io non $o $e egli è da a$pettare, che e’ te ne richiega piu & piu uolte. Bi$ogna che da per loro ti credino, & che eglino habbino fede in te, chi $i uuol $eruire dell’opera, & del con$iglio tuo, o perche uorrò io offe- rire le mie degne, & utili inuentioni $enza hauerne frutto ne$$uno a fare che o 25 uno, o un’altro ignorante mi creda? Merita per Dio certamente premio non mediocre il farti con gli auertimenti miei piu e$perto in quella co$a, nellaquale io ti ri$piarmi grandi$sima $pe$a, & gioui oltra modo, & alle commodità, & a’ piaceri tuoi, è co$a da $auio il $aper$i mantenere la reputatione, & è a ba$tanza dare fidato con$iglio, & di$egni lodati$simi a chi te ne ricerca; che $e per auen- 30 tura tu piglierai il lauoro $opra di te, & che tu uogli e$$erne $opra$tante, & quel lo che ne dia fine, durerai grandi$sima faticha a $chifare, che tutti i di$etti di al- tri, & tutti gli errori, o per ignorantia, o per negligentia comme$si, non $ieno a te $olo imputati. Que$te $ono co$e da commetterle a $opra$tanti diligenti, accurati, rigidi, $eueri, che proccurino il modo, cõ ilquale le co$e $i habbino æ 35 fare, con $tudio, indu$tria, & diligentia, & a$siduità. Vorrei ancora per quan- to è po$sibile, che tu auerti$ca di non ti impacciare $enon con per$one $plendi- de, & con i Principi delle Cittadi, cupidi$simi di que$te co$e. Concio$ia che le tue fatiche date a chi $i uoglia, che non $ieno per$one qualificate diuentano ui- li. Quanto pen$i tu che ti gioui, la authorità de gli huomini grandi, a’ quali tu 40 ti $ia pre$uppo$to d’hauere a $eru<007>re, inquanto alla gloria. Io $ono uno di quelli, che (oltre a che a la maggior parte de gli huomini non sò perche alcuna uolta pare, che gli huomini grandi habbino miglior gu$to, & miglior giudicio al parere del uulgo, che in effetto non hanno) io dico che $ono uno di quelli [364]DELLA ARCHITETTV RA che uorrei, che lo Arohitettore fu$sino date prontamente, & in abbondantia tutte quelle co$e, lequali $ono di bi$ogno a mettere ad effetto tale muraglia. Que$te co$e gli huomini di ba$$a mano, il piu delle uolte perche non po$$ono, non uogliono anco farle. Aggiugnici, ilche $i puo facilmente uedere, che an- 5 cora che e’$ieno duoi mae$tri di ingegno, & di induftria uguali, & che habbino a fare un’ opera uguale, alcuna uolta $i arrecherà piu gratia dietro l’uno di loro, & piu abondantemente, mediante la ualuta, & la eccellentia delle co$e, delle- quali $i harà a $eruire, che non faràl’altro. Vltimamente, ti auuerti$co che per de$iderio di gloria tu non ti metta $cioccamente ad alcuna impre$a in ne$$un luogo di co$e in u$itate, o non mai uedute: fa di hauere e$aminate, & con$idera- 10 te molto ben e infino ad ogni minima co$a: le impre$e, che tu metti inanzi. Il far dar fine con le mani d’altri alle tue inuentioni, & immaginationi, è co $a grã de, & fatico$a; & il uolere far $pendere ad altrii danari, $econdo il tuo parere. Chi è quello, che non $appia, che è co$a $empre piena di cordogli, & di ramma- richi? Oltre di que$to io uorrei, che tu $cacia$si molto lungi da te quel difet- 15 to comune, per ilquale $pe$$o auuiene, che il piu delle uolte, non è ne$$uno edi- fitio infra grandi, che non habbia graui$simi difetti, & da uituperar$i grande- mente, percioche chi $arà quello, che non de$ideri grandemente d’hauer a e$$e re Cen$ore, correttore, & emendatore della uita tua, dell’arte, de’ co$tumi, & delli ordini tuoi? Concio$ra che a qual $i uoglia grandi$sima muraglia, rare uol- 20 te auiene, che gli $ia dato fine, o per la breuità della uita de gli huomini, o per la grandezza dell’opera, da quel mede$imo huomo, dal quale ella $arà $tata prin cipiata. Ma noi che re$tiamo inuidio$i, & importuni, ci sforciamo, & ci uantia- mo di hauerui innouato alcuna co$a. Onde auuiene, che le co$e bene inco- minciate da altri $i deprauino, & $i gua$tino, & $i fini$cono male. Io giudico, 25 che $ia bene di douer $tare a quelle determinationi di coloro, che ne $ono $tati inuentori, che le hanno lungamente e$aminate, & cõ$iderate. Percioche quei primi inuentori po$$ettono e$$ere mo$si da alcuna cagione, I aquale for$e, $e tu e$aminerai diligentemente il tutto, & la con$idererai con attentione, & cura, non ti $arà na$co$ta. Nondimeno io ti auerti$co, che tutto quello, che tu ti de- 30 libererai di innouarui, non lo fare, $enon con$igliato, & piu to$to comandatoti dal con$iglio di huomini e$perti$simi, & approuati$simi. Imperoche in que$to modo procederai bene a’bi$ogni della muraglia, & ti di$enderai da’ morfi del- le male lingue. Habbiamo trattato delle co$e Publiche, delle priuate, de gli edificij $acri, de $ecolari, delle co$e, che $eruono a bi$ogni; di quelle, che 35 $eruono alla Maie$tà, & di quelle che $eruono a diletti, & a piaceri. Hora diremo quel che ci re$ta, cioè, in qual modo $i po$sino ri- parare, & correggerei difetti, iquali o per ignorantia de Tempi, & de gli huomini, o per ca$i auer$i, o non pen$ati acca$cono ne gli edificij; 40 pre$tate o litterati fa- uore a que$ti $tudij.

[365] DELLA ARCHITETTVRA DI LEONBATISTA ALBERTI. LIBRO DECIMO. De difetti de gli edi$ic{ij}, onde na$chino, quali $ieno quelli, che $i po$sino correggere, e qual no, da gli Architettori, & quai co$e $ien quelle, che faccino cattiua aria. Cap. _I_.

SE Da quì inanzi noi habbiamo a di$putare de difetti da emen- dar$i, delli edificij, e’ bi$ogna con$iderare quali $ieno certam\~ete quei difetti, che $i po$$ono dalle mani delli huomini emendare. 15 Percioche i Medici in que$to mede$imo modo giudicano, che nel cono$cere la qualità del male d’uno intermo, cõ$i$ta la $om- ma de rimedij da guarirlo. Adunquei difetti delli edificij, & publici, & pri- uati alcuni $ono nati, & cau$ati dall’ Architettore, & alcuni ui $ono $tati porta- ti d’altronde; & di que$ti ancora ad alcuni $i puo riparare con l’arte, & cõ l’inge 20 gno, & ad alcuni altri nõ $i puo dare rimedio alcuno. Dall’ Architettore proce- dono quelli, che noi dic\~emo nel pa$$ato libro qua$i mo$trãdoli a dito. Concio- $ia che alcuni $ono difetti dell’animo, & alcuni delle mani; dell’animo $ono l’e- lettione, lo $cõpartim\~eto, la di$tributione, il finim\~eto mal fatto, di$sipato, & con fu$o. Ma i difetti delle mani $ono l’apparecchiam\~eto delle co$e, il prouederle, il 25 murarle, & metterle in$ieme poco accuratam\~ete, & a ca$o, & $imili, ne quai di- fetti, i poco dilig\~eti, & mal cõ$iderati, facilm\~ete incorrono. Mai difetti, che pro cedono d’altrõde, apena p\~e$o io che $i po$sino annouerare, tãti $ono, & tãto ua rij, infra iquali ci è quello, ch’e’ dicono, che tutte le co$e $ono $uperate, & uinte dal t\~epo, & che i torm\~eti della uecchiaia $ono pieni di in$idie, & molto pot\~eti, 30 nè po$$ono i corpi sforzar$i cotro a’ patti della natura, di nõ inuecchiare, talm\~e te, ch’alcuni p\~e$ono, che’l Cielo $te$$o $ia mortale, p que$to $olo, ch’egli è corpo, & $appiamo quanto po$$a l’ardore del Sole, quãto i diacci, quanto le brinate, & quãto i u\~eti. Da que$ti tor@@\~eti ueggiamo i duri$simi $a$si con$umar$i, aprir$i, & infracidar$i; & col t\~epo $piccar$i dalle alte ripe, & cadere $a$si oltra modo gran- 35 di$simi, talm\~ete che rouinano con gran parte del Monte. aggiugni a que$te le uillanie, che fanno gli buomini, Co$i mi guardi Dio, come alcuna uolta io non po$$o fare, che e’ nõ mi uenga a $tomaco, uedendo che per $tracurataggine di al cuni (per nõ dire co$a odio$a) che direi per auaritia, e’ $i cõ$ente di dis$are quel- le muraglie, allequali ha perdonato, mediante la loro maie$tà, il barbaro, & l’in 40 furiato inimico, & allequali il t\~epo peruer$o, & o$tinato di$sipatore delle co$e, accõ$entiua, che ancora $te$$ero eterne. Aggiugnicii ca$i repentini de fuochi, delle $aette, de tremuoti, & delli impeti dell’acque, & delle inõdationi, & dell’al tre molte co$e, che di giorno in giorno l’impeto {pro}digio$o della Natura ne puo [366]DELLA ARCHITETTVRA arrecare, non piu vdite, fuor’ d’oppenione incredibili; mediante le quali co$e $i rouina, & $i difetta qual’$i uoglia ben’ordinata, & ben’fatta muraglia da qual $i uoglia Architettore. Platone diceua che la I$ola A tlantea non minore che lo Epiro le ne era ita in fumo. Mediante le i$torie $appiamo noi che Bura, & Elide, vna da vna apertura della Terra, & l’altra dall’onde furono $ummer$e, & che la 5 Palude Tritonide di$parue in vno $tante, & per il contrario appre$$o alli Argiui e$$ere in un’$ubito appar$a la Palude Stinfal<007>da, & appre$$o a Teramene nacque in vn $ubito vna I$ola cõ acque calde, & infra Tyre$ia, & Thera nacque nel Mare vna fiãma, che durò quattro dìinteri ad abbruciare, & ad ardere il mare tutto, & dipoi riman erui vna I$ola di dodici $tadij, nella quale i Rodiani edificarono il 10 Tempio a Nettuno Defen$ore, & in alcuni altri luoghi e$$ere multipl<007>cati tãto i Topi, che dipoi ne $ucce$$e la pe$te, & dalli Spagniuoli furno mãdati Imba$cia- dori al Senato, i quali chiede$sino $occor$o contro le iniurie de Conigli, & mol- te altre co$e $imili a quelle, che noi raccogli\~emo in quello opu$colo, che $i chia- ma Theogenio; ma non tutti i difetti che procedono d’altronde $ono però in- 15 emendabili, nè anche i diftetti che na$cono dallo Architettore fon’però tutti at ti a poter$i emendare, concio$ia che le co$e gua$te totalmente, & deprauate per ogni conto, non $i po$$ono emendaræ. Quelle ancora, che $tanno di maniera, che non $i po$lono migliorare, $e non $i riuoltano $ozzopra tutte le linee, e$$e certo nõ $i rimediano; ma piu pre$to $i rouinano <002> faruene di nuouo delle al- 20 tre. Ma io non attendo a que$to. Noi andren’dietro a quelle, che mediãte la mano $i po$$ono migliorare, & fare piu commode, & ina nzi tratto andremo alle Publiche, delle quali la maggior, & la piu importante, è la Città, o piu pre$to $e e’ ci è lecito il dir’co$i la Regione della citta, la Regionen ellaquale il mal’dili gente Architettore harà po$ta la $ua Cittade, harà for$e que$ti difetti da e$$ere 25 em\~edati. Percioche, o ella $arà mal $icura, mediãte le $ubite $correrie de nimici, o ella $arà $otto vn’aria cruda, & poco $ana; & quelle co$e di che $i harà bi$o- gno non ui $i genererano a ba$tanza. Tratteremo adunque di que$ti. A par- tir$i di Ly dia per andare in Cilicia ui è un cammino molto $tretto fatto dal- la natura infra i monti, di modo che tu dirai che ella habbia uoluto fare vn a 30 porta alla prouincia. Nelle fauci del giogo, da Greci chiamate Porte, ui è ancora un’ uiaggio, che tre armati lo guardano, con vna via $co$ce$a da $pe$si riui di acque hora in qua, hora in la, che ca$cono dalle radici de monti, $imili a que$te $ono nella marcha le Rocche $co$ce$e che il uulgo chiama Fo$$oom- brone, & molte altre in altri luoghi. Ma $imili pa$si non $i truouano per tut- 35 to fatti doue tu uorre$ti dalla Natura. Ma e’ par bene che in gran parte $i po$sino fare imitando la Natura. Ilche in molti luoghi feciono i $aui anti- chi. # Percioche per render’il pae$e $icuro dalle $correrie de nimici, $i ordi- narono in que$ta maniera. # Racconterrò alcune co$e delle grandi, fatte da huomini eccellenti$simi, con breuità, lequali faranno a no$tro propo$ito. 40 Arta$er$e pre$$o allo Eufrate fece infra $e, & il nimico una $o$$a larga $e$$anta piedi, & lunga diecimilia pa$si; I Ce$ari tra quali uno fù Adriano feciono un’ muro per Inghilterra lungo ottanta miglia, col quale e’ diuidef$ero i campi de Barbari da quelli del popolo Romano. # Antonio Pio, ancora, fece nella [367]LIBRO DECIMO. mede$ima I$ola un muro di Piote. # Seuero doppo co$tui a trauer$o della I$ola da lun capo allo altro $ino al Mare fece uno Argine di cento ventiduo mila pa$si. # Appre$$o alla Margiana prouincia della India, Antioco Sotero, doue egli edificò Antiochia, cin$e la prouincia intorno di un muro lungo. 1500. $tadij. # Et $e$o$e lungo lo Egitto ver$o la Arabia fece un muro, da Pe- 5 lu$io $ino alla c<007>tta del Sole, laquale ei chiamano Thebe, per luoghi di$erti di $tadij mede$imamente. 1500. I Neritoni appre$$o a Leucade concio$ia che ella fu$$e gia terra ferma tagliato il Monte, & introdottoui il Mare la feciono diuentare l$ola. # Eti Calciden$i, & i Beotij feciono uno argine nel Canale mediante il quale l’I$ola di Negropõte $i cõgiugne$si alla Beotia, accioche elle 10 $i $occorre$sino l’una l’altra. # Vicino al fiume O$sio Ale$$andro vi fece $ette terre, nõ molto lontane l’una da l’altra, accio ne gli accidenti $ub<007>tani de nimici $i pote$sino $occorrere l’vna l’altra. Chiamauano T<007>r$e certi alloggiamenti ch’e’ faceuano affortificati di argini, & $teccati alti, $imili a Ca$telli, de quali per tutto $i $eruiuano contro le $correrie de nimici. # I Per$iani $erratele cateratte im- 15 pediuano il fiume Tigri, accio per e$$o nõ pote$$e $alire ne$$una Naue come lni mica. Le quali da Ale$sãdro furono disfatte, & gua$te dic\~edo ch’ell’erano co$e da animi vili, & poltron<007>, & gli per$ua$e che piu to$to $i di$ende$sino cõ la Virtù delle forze. Sõci alcuni, c’hãno fatto il loro pae$e $imile a un palude, con il con- durui le acque in abbondantia come $i dice che $i faceua la Arabia, laquale me- 20 diante le Paludi, & li $tagni che per lo Eufrate vi $i cau$auano dicono ch’era for ti$sima contro la venuta de nimic<007> cõ que$ti aftortificam\~eti adunq; ren derono, i pae$i forti$simi cõtro le iniurie de nimici, & cõ le mede$ime arti feciono il pae- $e delli Inimici piu debole. Ma quelle co$e, che faccino l’aria cattiua raccõtãmo noi a$$ai a lungo nel $uo luogo cõueni\~ete, le quali co$e $e tu andrai raccogli\~edo, 25 trouerai che per il più $aranno di que$te maniere, Percio che, o da le troppo grandi s$erze de $oli, o dale troppo ombre, o da fiati cattiui, & gro$si, che venghin d’altronde, o da cattiui vapori, che e$chino della terra $i corrompe- rà l’aria; o vero da per $e $te$$a l’aria $i arrecherà dietro qualche difetto: che l’aria quando ella è cattiua o corrotta po$la emendar$i da alcuna arte de gli 30 huomini, non è a pena alcuno che il creda, $e già non gioua quel che egli $cri- uono, che placati gli Dij, o per con$iglio delli Dij, come $e $i fu$$e confitto il chiodo per il Con$olo, $i placarono alcuna uolta pe$ti crudeli$sime. # Con- tro alle troppo grandi sferze del Sole, & de Venti per gli habitatori di alcuna terra, o delle Ville non mancherãno rimedij che giouino, ma il volere rimedia 35 re a un pae$e, o prouincia intera, non sò io gia come ci faremo, ancor che io non niego, che i difetti, che in gran parte procedono, & vengono portati dal- la aria non $i po$sino rimediare, doue accagia che i vapori nociui della Terra $i leuino uia, per la qual co$a io non ho da andar’dietro a vedere, $e o per la po$$anza del Sole, o per il conceputo ardore nelle intime vi$cere, la Terra 40 e$ali, & mandi fuori quei duoi vapori, l’uno che$olleuando$i in l’aria $i con- uerta per il freddo in pioggie, & in neui, l’altro è il vapore $ecco, per il qua- le $i muouono, i Venti. Siaci $olamente noto a noi che l’uno, & l’altro e$ala, & e$ce della Terra, & $i come quei vapori, che e$alano fuori de corpi [368]DELLA ARCHITETTVRA delli animali $entiamo che $anno di quello odore, di che è quel tal corpo, cio è che di un corpo pe$tilente ne e$ce puzzo pe$ti$ero, & di vn corpo odoro$o ne c$ce $uaue, & $<007>m<007>li. Alcuna uolta ancora $i vede che accade manife$tam\~ete, che quel’$udore, & quel vapore, che in quanto a $e non è mole$to di $ua natura, nondimeno per il $udiciume delle ve$ti in$ettato $puzza. Co$i interuiene 5 nella terra. # Percioche quella campagna, che nõ $arà ben coperta di acqua, & ne ancora a$ciutta a ba$tanza, ma qua$i come un loto, & vna fanghiglia, que$ta certo per piu cagioni e$alerà fiati nociui, & in$etti; & $accia que$to a no$tro pro po$ito, che doue noi $entiamo il Mare pro$ondo vi trouiamo le acque fredde, & doue non è molto fondo le trouiamo tiepide, & dicono, che cio accade perche 10 i raggi del Sole non po$$ono penetrare, ne pa$$are $ino al fondo, & $i come $e tu mette$si un $erro rouente, & ben candito nell’olio, & quello olio fu$$e poco, $u- bito ecciterebbe fumi forti & torbidi, Ma $e vi $arà a$$ai olio che $oprauanzi al ferro $pegner à $ubito quel calore, & non farà fumo alcuno. Ma tratteremo di que$te co$e con quella breuità, che noi habbiamo incominciato. E$$endo $tata 15 ri$ecca vna palude intorno a vna certa terra, & e$$endo per tal conto $ucce$$a la pe$te, $criue Seruio, che andorno a chiederne con$iglio ad Appolline, & che gli ri$po$e che la $eccas$ino affatto. Vicino a Tempe vi era vno $tagno d’acqua molto largo, & Hercole $attoui vna $o$$a lo $eccò. Et $eccò anco la Hidra dal qual luogo, i rompimenti delle acque gua$tauano la Città propinqua come e’ 20 dicono; onde auuenne che con$umato lo humore $uperfluo, & $atto diueni- re il terreno $odo, & a$ciutto leuarono uia i riui delle acque $opr’abbondan- ti. # Gia il Nilo e$$endo vna fiata cre$ciuto molto piu che non era $uo $oli- to, donde oltre al fango re$tarono molti, & varij animali, chera$ciutto$i poi il terreno $i corroppono; fù cagione che di poi $ucce$$e vna grandi$sima pe$te. 25

La Città Mazzara pre$$o al Monte Argeo dice Strabone abbonda di buone acque, ma $e la $tate elle non banno donde $correre, vi $anno vna Aria mal $ana, & pe$tilente. # Oltra di que$to in Libia uer$o $ettentrione $i come in Ethiophia ancora non pioue, onde i laghi $pe$$o diuentano per il $ecco fan- go$i, & perciò abbonda ella duna moltitudine di animali nati di corruttio- 30 ne, & ma$simo di gran copia di locu$te contro a $i fatti $etori, & puzzo $i cru- dele, l’un rimedio, & l’altro di Hercole, $aranno commodi faccendovi vna fo$la, accioche per il fermarui$i de le acque, non vi diuenti il terreno fango- $o, & di poi $i apra la regione a Soli, & co$i fatti credian noi che fu$sino i fuo- chi di Hercole, & gioua a$$ai riempierui di $a$si, di Terra; Ma in che modo 35 tu po$$a facilmente riempiere vno $tagno concauo, di Rena del fiume lo dire- mo a luogo $uo. # Diceua Strabone che a $uo tempo la Città di Rauenna per e$$ere inondata da a$$ai Mare, era $olita a $entire fiati puzzolenti, nondimeno, la Aria non vi era cattiua, & $i marauigliano onde que$to accaggia $e già non auiene per quello, che e’dicono, che accade alla Città di Venetia, che per agi- 40 tarui$i $empre le paludi da i Venti, & dal $iotto della Marina, non $i quietano mai. # Simile a que$ta ancota dicono che fù Ale$$andria. # Ma la State i cre- $cimenti del Nilo, ne hanno di quel luogo leuato tal difetto. # Siamo adunque auuertiti dalla Natura di quello che habbiamo a fare, Concio$ia che e’ $a- [369]LIBRO DECIMO. rà buono, & giouerà, o $eccare le paludi a fatto, o veramente far che vi $ia di molta acqua di Riui, di fiume, o di Mare, tirataui dentro, o veramente cauarle tanto a fondo, che $i troui l’acqua viua. Et di que$te $ia detto a ba$tanza.

5 Chel’ Acque principalmente $ono nece$sari$sime & di uarie $orti. Cap. II.

PRouediamo al pre$ente che e’ non ci manchi co$a alcuna della quale po$- 10 $iamo hauere di bi$ogno. Et quali $ieno le co$e nece$$arie non $tarò io a raccontare troppo lungamente; perche elle $ono manife$te. Le co$e da mangiare, le ve$timenta, i Tetti, & principalmente l’acqua. Talete Mile$io v$aua dire che l’acqua era il principio delle co$e, & della congiuntione huma- na. # Ari$tobolo dice, c’haueua veduti piu di mille borghi abbãdonati, perche 15 il fiume lndo $i era volto altroue. Etio non negherò che l’acqua non $ia a gli animali qua$i vn nutrim\~eto di calore, & vno alimento della vita; o perche $tarò io a raccontare le piante? o l’altre co$e, de le quali $i $eruono i mortali? io mi p\~e$o co$i, che quelle co$e, che cre$cono, & $i nutri$cono $opra de la terra, tutte, $e tu gli leuerai l’acqua diuenteranno, & $i conuertiranno in niente. Appre$$o 20 allo Eufrate non la$ciano pa$cere i be$tiami quanto e’ vogliono, perche eglino ingra$lano troppo, mediante le Praterie troppo buone del che pen$ano ne $ia cagione la troppa abbondantia dell’humore. Dicono che in Mare $ono pe$ci grandi$simi, perche dall’acqua ne è porta grandi$sima copia, & abbondantia di nutrimenti. Dice Senofoute che a Re di Lacedemonia era dato per maggior 25 grandezza che inanzi alla ca$a vicino alle Porte haue$sino vno $tagno di acqua. Per co$tume antico nelle nozze, ne Sacrificij, & in tuttte qua$i le co$e $acre, adoperiamo l’acqua, le qual co$e tutte faranno fede, & $ono inditio della $tima, che feciono; i no$tri Antichi della acqua. Ma chi negherà che la abbondantia di quella non gioui molto, & aiuti in molti modi a la generatione humana, di 30 maniera che e’ non è mai da pen$are che in qual $i voglia luogo ne $ia mode$ta- mente, $enon quando e’ ue ne $arà abbondantia grandi$sima per tuttii bi$ogni. Dalla acqua adunque comincieremo $eruendo$ene noi come e’ dicono, & $ani & infermi. I Ma$$ageti, aperto in molti luoghi il fiume Arago, feciono la Re- gione Aquido$a. A Babbillonia perch’ella era edificata in luogo arido furo- 35 no condotti, & il Tigre, & lo Eufrrate. Semiramis introdu$$e nella Città Ecba- tana vno A quidotto, forato un alto monte per $tadij. 25. con vna fo$$a larga quindici piedi. Il Re Arabo dal fiume Coro di Arabia $ino a quei luoghi de$er ti, & aridi, doue egli a$pettaua Cambi$e ($e noi crediamo ogni co$a, ad Erodoto) condu$$e l’acqua, hauendo fatto il condotto di pelle di Tori. Appre$$o a Samij infra le opere rare era per marauiglio$a tenuta, vna fo$$a lunga $ettanta $ta- 40 dij tirata per un monte alto cento cinquanta cubiti. # Marauigliauan$i ancora di vno condotto fatto da Megaro, che era alto venti piedi, median- te il quale $i conduceua il fonte nella Città. # Ma a mio giuditio la Città di Roma $uperò di gran lunga tutti co$toro, & di grandezza di muraglie, [370]DELLA ARCHITETTVRA & di artificio del condurle, & della gran copia delle acque condotte dentro.

Ne $empre $aranno apparecchiati, o fonti, o fiumi, de quali tu po$$a cauare le acque. # Ale$$andro per poter hauer dell’acqua per la Armata lungo il Mare, & il lito Per$ico, fece cauare de pozzi. Dice Appiano che Hannibale quando era $tretto da Scipione alla Citta di Cilla nel mezo della campagna per non vi 5 e$$ere acqua prouedde alla nece$sità de Soldati, con farui fare de pozzi. Ag- giugnici ancora che ogni acqua che tu truoui non è buona ne commoda a bi- $ogni de gli huomini. Percioche oltrea quello, che alcune $ono calde, & al- cune fredde, & che alcune $ono dolci, alcune a$pre, alcune amare, alcune puri$- $ime, alcune fango$e, vi$co$e, vntuo$e, & alcune tenghono di pece, & alcune che 10 fanno le co$e, che tu vi metti dentro, come $a$si, & alcune, che fcaturi$cono par- te chiare, & parte torbide, & in alcuni luoghi nel mede$imo fonte $ono, & quì dolci, & quì $al$e, & amare. Sonci ancora molte co$e degne di memoria, per le quali le acque infra di loro $ono, & di natura, & di po$$anza molto diferenti, 15 lequali conferi$cono molto, & alla $alute, & al danno de gli huomini. Et $iaci lecito ancora raccontare alcuni miracoli delle acque, che ne dilettino. Il fiume Ar$inoe in Armenia gua$ta le ve$ti, che $i lauano con e$$o. L’acqua della fonte di Diana pre$$o a Camerino, non $i vni$ce col Vino. A Debri Ca$tello de Ga- ramanti vi è un fonte, che di giorno è freddo, & di notte è caldo. # Ap- pre$$o de Sege$tani lo Helbe$o nel mezo del cor$o $ubito $i ri$calda. # Il fon- 20 te Sacro di Epiro, $pegne le co$e che vi $i mettono acce$e, & accende quel- le, che vi $i mettono $pente. # In Eleu$ina il fonte che ui è, $alta, & $i ral- legra al $uono delle Tibie. # Gli animali fore$tieri quando beono del $iu- me Indo $i mutano di colori. # Nel lito del Mare Eritreo ancora vi è vn fon- te, del quale $e le pecore ne bcono, $ubito $i muta loro la lana in colore o$cu- 25 ro. # A fonti Laodicen$i tutti i be$tiami di quattro piedi, che vi na$cono vi- cini, $ono di colore gialliccio. # Nella campagna Gadarena vi è vna acqua, la quale $e il be$tiame ne bee, perde $ubito, & la lana, & le vnghie. # Pre$$o al Mare Hyrcano vi è un lago, nel quale tutti coloro, che v<007> $i lauano diuen- tano Rogno$i, & $i guari$cono $olamente con olio. # A Su$a, è vna Acqua, 30 che fa ca$care i denti. # Pre$$o allo $tagno Zelonio èvna fonte della qualle chi ne bee, diuenta $terile, & ue ne è un’altra, che chi ne bee, torna $econda. Et in Scio ne è una, che fa diuentare pazzo chi ne bee, & altroue una, che non $olamente beuta, ma a fatica gu$tata, fa morire altrui ridendo, & $i truo- ua una acqua ancora, che $e tu ti laua$si con e$$a, ti faria morire. Et in Arca- 35 dia appre$$o a Nonagio, ui è una $orte di acqua, puri$sima per altro; ma è tan- to ueleno$a, che ella non $i puo tenere in Metallo di $orte alcuna. Et per il contrario ci $ono acque, che rendono ad altrui la $anità, come $ono quel- le di Pozzuolo, di Siena, di Volterra, di Bologna, & quelle che in uarij luo- ghi $ono celebrate per la Italia. Ma è maggior quello, che della acqua di 40 Cor$ica $i racconta, che ra$$odaua le o$$a rotte, & con la quale $i $anaua- no pe$simi ueleni, & in alcuni luoghi ne $ono, che fanno altrui buono in- gegno, & qua$i indouino. In Cor$ica ancora è una fonte molto utile per gli occhi, $e alcuno ladro negherà con $agramento il $urto in pre$ent<007>a del furto & [371]LIBRO DECIMO. $i lauerà gli occhi, $i accecherà $ubito. Di que$ti $ia detto a ba$tanza. Vltima- mente in alcuni luoghi non $i trouerà acqua nè buona, nè cattiua. Et però, & ma$simo in puglia u$arono di $erbare le acque piouane nelle Citerne.

Che quattro $ono le co$e da con$iderare circa alla co$a dell’ acqua, & doue ella 5 $i generi, o donde ella na$ca, & doue ella corra. Cap. III.

QVattro adunque $ono le co$e circa alli affari de le acque, che fanno a no- $tro propo$ito, che elle $i truouino, che elle $i conduchino, che elle $i $cel ghino, & che elle $i mantenghino. Di que$te habbiamo a trattare. Ma 10 habbiamo prima a raccontare alcune co$e, che $i a$pettano all’u$o uniuer$ale delle acque. Io non pen$o che l’acqua $i po$$a tenere, $enon in ua$i, & con$en- to a coloro, che mo$si da que$to, dicono, & affermano il Mare e$$ere uno ua$o grandi$simo, & a $imile $omiglianza, dicono <007>l fiume e$$ere un ua$o lunghi$si- mo ancora, Ma ci è que$ta differentia, che in que$ti le acque di loro natura cor- 15 rono, & $i muouono, $enza che alcuna forza di fuori ci $i adoperi, & le altre, cioè le del Mare, facilmente $i fermerebbono, $e elle non fu$sino agitate dallo Impeto de Venti. Io non andrò quì dietro alle co$e de’ Filo$ofi. Se le ac- que uanno al mare, qua$i che a luogo di quiete, & $e e’ na$ce dal raggio della Luna, che il Mare per $patio di tempo cre$ca, & per $patio di tempo $cemi. 20 Concio$ia che que$te co$e non conferi$cono punto al no$tro propo$ito. Non è già da la$ciare indietro, ilche ueggiamo con gli occhi no$tri, che la Acqua di $ua natura cerca di andare allo ingiù, ne puo patire, che la aria in ne$$uno luogo, $tia $otto di lei, & che ella hà in odio il me$colamento di tutti i corpi piu leggieri, & di tutti i piu graui di lei; & che ella de$idera di empiere tutte 25 le forme delle concauitati, nelle quali ella corra; & che ella $i sforza con tutte le forze $ue quanto più te gli contraponi, di far forza, & di contendere con piu perfidia, & contumacia, contro di te; nè mai $i ferma $ino a tanto che $e- condo le forze $ue ella con$egui$ca, & ottenga di andare alla quiete, che ella de$idera. # Et giunta al luogo doue ella $i ripo$i, $i contenta $olamente di $e 30 $te$$a, & $prezza tutte le altre co$e me$colate, & pareggia con l’ultime $ue lab- bra a l’ultima $uperficie $e $te$$a ad uguale parità di altezza, & mi ricordo di hauer letto in Plutarco quel che $i appartenga alle acque. Cercaua Plutarco, $e cauato il terreno, la acqua $urge$$e $u$o, come fa il $angue ne le ferite, o piu pre$to, $e come latte generato a poco a poco nelle poppe delle Balie, $caturi$$e 35 fuori. Sono alcuni, che aflermano, che le acque, che corrono $empre, non e$cono di un ua$o, come raccolte in e$$o, ma che di quei luoghi, onde elle na- $cono continouamente, ui $i generino di aria, non d’ogni $orte aria, ma di quel- la finalmente, che $ia piu atta a diu\~etare uapore, & che la terra & ma$simo i Mõ ti $ono come una $pugna piena di Pori, per iquali l’aria conceputa, diuenta piu 40 $errata per il freddo, & $i uni$ce in$ieme, & pen$o che que$to acca$chi sì per gl<007> altri inditij, sì per que$to, che e’ ueggono che i gran fiumi na$cono ne’ gran monti. Alcuni altri non la intendono co$i, nè $tanno contenti all’oppenione di co$toro, percioche e’ dicono, che molti altri fiumi, & che il Piramo ma$simo [372]DELLA ARCHITETTVRA non piccolo(concio$ia che egli è nauigabile) non na$ce però ne’ monti, manel mezo della pianura. Perilche colui che dirà, che la terra $uccia gli humori del- le piopgie, iquali mediante la loro grauezza, & la loro $ottigliezza penetrano, & $i di$tillano, & ca$cano ne luoghi concaui, $arà for$e da non e$$er bia$imato. Percioche e’ $i puo uedere, che le Regioni, doue $ono le pioggie rari$sime, man 5 cano di acque. La Libia, dicono, che è detta, qua$i lypigia, perche e’ ui pioue di rado, ha adunque mancamento di acqua: & che doue e’ pioue a$$ai, $i truoui grandi$sima abbondantia di acque, chi $arà quello, che lo nieghi? fa ancora al propo$ito da con$iderar$i, che noi ueggiamo, che chi caua i pozzi, non truoua la acqua in$ino a tanto che egli non è al piano del $iume. Pre$$o a Vol$conio Mon 10 tano ca$tello di To$cana in un profondi$simo pozzo $ce$ono abba$$o auãti tro- ua$$ero alcuna uena d’acqua uenti piedi l’acqua non ui fu prima ritrouata, $enõ quando e’ furono al piano delle fontane, che de’ lor luoghi dal lato del Monte $caturi$cono; & cono$cerai che il mede$imo interuiene ne’ pozzi di monte, qua $i per tutto. Noihabbiamo prouato, che una $pugna diuenta humida per la hu- 15 midità dell’aria, & di quì cauiamo una regola da pe$are, con laquale noi pe$ia- mo quanto $ieno graui, & quanto $ecchi, i Venti, & l’aria. Et io certo non ne- gherò, che l’humidità della notte non $ia $ucciata dalla $uperficie della Terra, o che da per $e non entri ne’ pori di e$$a, & che facilmente $i po$$a conuertire in humore; ma io non $on già ri$oluto di quel che io debba tenere per co$a ferma 20 trouando io appre$$o delli $crittori tanto uarie co$e, tãto diuer$e, & infinite che uengono innanzi a chi con$idera $imili co$e. Etè mani$e$to, che in molti luo- ghi, o per tremuoti, o pur $pontaneamente ui$ono nate fontane di $ubito, & $ta teui a$$ai tempo, & in uarij tempi e$$er mancate, talche alcune $i $ieno per$e nel la $tate, & alcune nella inuernata, & alcune altre fonti dapoi che $i $ono $ec che, 25 e$$ergli tornata un’ altra uolta grandi$sima abbondantia di acqua, & che le fon- tane di acqua dolce non $olamente na$cono nella Terra, ma in mezo dell’ onde del Mare, & affermano che le acque e$cono ancora da e$$e piante. In una cer ta I$ola di quelle, che e’ chiamano fortunate, dicono, che cre$cono le ferule alla altezza d’uno albero, delle quali di quelle che $ono nere, cauano un $ugo ama- 30 ro, & delle bianche, $i di$tilla una acqua puri$sima, molto commoda al berne, & molto mirabile. Ne’ monti di Armenia, ilche $criue Strabone molto graue auttore, $i truouano certi uermini nati nella neue, che $ono pieni di acqua otti- ma per bere. A Fie$ole, & a Vrbino, ancorche $ieno Città di Montagna, $ono le acque a$$ai commode a chi caua i pozzi. Et que$to, perche quei monti $ono 35 pietro$i, & le pietre ui $ono congiunte con la creta. Et ui $ono ancora certe zolle, che con la pelle della loro tunica tengono acqua puri$sima, perilche e$- $endo le co$e co$i fatte, il cono$cerne la Natura, non è co$i facile, ma è co$a mol- to difficile, & o$cura.

40 Che indic{ij} ci $ieno da truouare l’Acqua na$co$ta. Cap. IIII.

TOrno hora a propo$ito, trouerai con que$ti indicij le acque na$co$te. Sarat- tene indicio la forma, & la faccia del luogo, & la $orte del terreno, doue tu [373]LIBRO DECIMO. habbia a ritrouare la acqua, & alcune co$e, c’ ha trouate l’indu$tria, & la diligen- tia de gli huomini. Naturalmente il fatto $tà co$i, che quel luogo, ch’ è come un $eno, & $imile a un luogo concauo, pare che egli $ia qua$i un ua$o apparecchia- to à ritenere l’acqua; in quei luoghi, doue po$$ono a$$ai i $oli, perche gli humo- 5 ri ui $i ri$eccano da raggi $uoi, $i truouano poche uene d’acqua, o ne$$una, o $e pur ne’ luoghi campe$tri, $e ne troueranno alcune, $aranno certo graui, & ui$co $e, & $al$e. Ne monti uer$o Settentrione, & doue è ombra o$curi$sima, ti $ucce- derà prontamente il trouarui l’acqua. I Monti, che $tanno a$$ai tempo coperti dalla Neue, danno di $e gran copia di acque. Io ho cõ$iderato que$to, che i Mõ 10 ti, che nella loro cima hanno praterie piane, non mancano mai di acque. Et tro uerai, che qua$i tutti i fiumi non na$cono d’altronde, $enon doue egli hanno $otto di loro, o allo intorno il terreno $aldo, & $odo, & $opra di loro, o ui $arà una pianura adiacere, o e’ $aranno coperti di terreno raro, & $ciolto, di manie- ra, che $e tu e$amini bene la co$a, non negherai, che l’acqua ragunata ui ca$chi, 15 qua$i da un lato d’un catino rotto. Et di quì è che il terreno piu $errato ha man co acque, & non ui $i trouano, $enon in pelle in pelle. Ma il terreno piu $ciolto, ha piu humore, ma non ui trouerai l’acqua, $enon giù ben adentro. Plinio rac- conta, che in alcuni luoghi poi che ui è $tata tagliata una $elua, ui è nato una ac- qua, Scriue Tacito, che quãdo Moi$e andaua peregrinando per il de$erto, & che 20 per la $ete $i trouaua a mal partito, che e’ trouò le uene dell’ acqua $olam\~ete dal la coniettura del terreno pieno di herbe. Emilio hauendo l’e$ercito pre$$o allo olimpo, hauendo care$tia di acque, le trouò auertito dalla uerzura delle $elue. Nella uia Collatina, una certa Verginella mo$trò à certi $oldati, che andauano cercando della acqua, alcune uene, dietro allequali andando e$si cauando $co- 25 per$ono un fonte abbondanti$simo, & al fonte accommodarono una ca$etta, & ui dipin$ono la memoria del $eguito. Se il terreno auuallerà con facilità $otto le piante de piedi, & $i appiccherà a’ piedi, dimo$tra che $otto ui è l’acqua. So- no ancora indicij piu pro$simi dello e$$erui l’acqua $otto, doue na$cono quelle co$e, & cre$cono, che amano le acque, o che na $cono per le acque, come il Sali- 30 cone, le cannuccie, i giunchi, & la ellera, & quelle co$e, che non po$$ono $enza gran nutrimento d’humore e$$ere peruenute à quella grandezza, allaquale $o- no peruenute. Quel terreno, dice Columella, ilquale nutri$ce le uiti piene di frondi, & quello ma$simo, che produce il Lebbio, & il Trifoglio, & i Su$ini $alua tichi, è buono, & ha uene di acque dolci. Oltra di que$to l’abbondantia delle 35 ranochielle, & de Lombrichi, & delle Zanzare, & le caterue de Mo$cherini, do- ue aggirando$i uolano, ne danno inditio, che $otto ui $ia delle acque. Ma gli in- dicij, che la acutezza dell’ ingegno ha ritrouati $ono que$ti. Cõ$iderarono gli in ue$tigatori sì ogni $orte di terreno, sì ancora chei Monti $ono fatti di $corze, qua$i come di carte, alcune piu $errate, alcune piu rade, & alcune piu $ottili, & 40 con$iderarono, che i Monti erano fatti di que$te $corze po$te l’una $opra l’altra, & amma$$ate, talmente che da lato di fuori, gli ordini di que$ti filari, o $corze, & le linee delle congiunture $ono tirate a piano da de$tra a $ini$tra. Ma da lato di dentro diuer$o il centro del Monte dette $corze $i chinano allo ingiù con tutta la $uperficie di $opra, che ugualmente pende, ma non cõ tirare, & andare [374]DELLA ARCHITETTVRA di $e $te$$a continouato $ino adentro. Percioche ad ogni cento piedi qua$i $i fermano con certi gradi dallo $cendere a trauer$o, rotta$i la $corza. Et dipoi con $imile interrompimento di ordini, corrono con pari $orte di gradi da l’un lato & l’altro del Monte $ino a’ centri del monte. Vedute adunque que$te co $e, gli huomini di $ottil ingegno hanno facilmente potuto cogno$cere, chele 5 acque $ono, o generate, o ueramente, che le pioggie $i raccolgono infra que$te $corze, & congiunture de filari, perilche le parti intime del Monte diuentano humide. Di quì pre$ono argumento da poter hauere le r<007>po$te acque, fora- to il Monte di quel luogo ma$simo, nel quale corrono a congiugner$i l’uno cõ l’altro, i filoni, & gli ordini delle linee, che uanno a ba$$o, ilqual luogo è molto 10 pronto doue i Mu$coli de monti congiugnendo$i l’uno a l’altro, faranno qual- che $eno. Oltra di que$to le pelli del terreno mo$trano chiaro e$$ere infra lo- ro di uaria & diuer$a natura atte a $ucciar$i le acque, o à dartele. Perciochei $a$si Ro$si, il piu delle uolte $ono aquido$i, ma $ogliono ingannare; percioche le acque, infra le uene dellequali tali $a$si abbondano, $e ne uanno. Et la $eli- 15 ce, pietra tutta $ugo$a, & uiua, che nella radice del Monte $ia rotta, & molto a- $pra, ne porge facilmente la acqua. La terra $ottile ancora facilmente ti darà occa$ione di trouare la acqua in abbondantia, ma $arà di cattiuo $apore, Ma il $abbion ma$chio, & la rena, che $i chiama carbonchio, ne porgono con certez za, le acque molto $ane, & eterne. Il contrario interuiene nella Creta, che per 20 e$$er troppo $pe$$a, non ti dà acque. Ma mantiene quella, che di fuori li uiene. Nel $abbione $i truouano molto $ottili, & fango$e; & nel fondo fanno po$atura. Della Arzilla e$cono acque leggieri, ma piu dolci che le altre. Del tufo piu fredde, del terreno nero piu limpide. Ma ne la Ghiaia, $e ella $arà $ciolta, o mi- nuta, ui $i cauerà con $peranza non certa. Ma doue ella comincierà ad e$$ere 25 $errata piu a ba$$o, non $arà $peranza incerta il cauarui, Ma trouataui l’acqua, oue ella $i $ia, o ne l’una, o ne l’altra $arà $empre di buono $apore. Et è mani- fe$to, che aggiuntoci la diligentia della arte, $i cogno$ce quello luogo, $otto il- quale è la uena; Et ne in$egnano in que$to modo. E$$endo il Cielo $ereno, ponti la mattina a diacere a buon’ hora col mento in terra, dipoi uà riguardan- 30 do per tutto il pae$e allo intorno, & $e in alcuno luogo tu uederai leuar$i uapori di terra, & $alire cre$pi in Aria, come nel $reddo inuerno $uol fare il fiato de gli huomini. Pen$ati, che quiui non manca l’acqua.

35 40 [375]LIBRO DECIMO.

Ma accioche tu ne $ia piu certo, caua una fo$$a affonda, & larga quattro cubi- ti, & mettiui d\~etro intorno al tramontare del Sole, o un ua$o di terra cauato di $re$co della fornace, o alquanto di lana $udicia, o un ua$o di terra cruda, o un ua $o d<007> Rame $ozzopra unto di olio, & cuopri con a$sicelle la fo$$a, & ricuoprila 5 di terra, $e la mattina dipoi il ua$o $arà molto piu graue, che non era prima, $e la lana $arà bagnata, $e il ua$o di terra cruda $i $arà inhumidito, $e al ua$o di Ra- me ui $aranno gocciole attaccate, & $e una lucerna la$ciataui acce$a, non harà con$umato troppo olio, o $e fattoui fuoco, la terra ui farà fumo, certamente nõ ui mancheranno uene di acqua. Ma in che tempo $i debbino far que$te co$e, 10 non hanno ancora ben dichiarato; ma appre$$o gli Scrittori, in alcuni luoghi truouo que$to. Ne’ dì caniculari & la terra, & i corpi delli Animali diuentano molto humidi, onde auiene, che in quei giorni gli alberi $otto le $corze $i inhu midi$cono molto, per la e$uberantia dell’humore; oltra que$to in quel t\~epo a gli huomini uiene flu$$o di uentre, & per la troppa humettatione de’ corpi $on 15 mole$tati da $pe$$e febbre, le qual<007> in quel t\~epo $ogliono piu che il $olito hauer forza. Teo$ra$to p\~e$a che le cagioni di que$te $ieno, che allhora tirano i u\~eti Au $trali, che di loro natura $ono humidi, & nebulo$i. Ari$totile afferma, che il ter- reno è forzato a mandare fuori i uapori mediante il fuoco naturale, il quale è me$colato nelle ui$cere del terreno. Se que$te co$e $ono co$i, $arebbono buoni 20 quei t\~epi, ne quali que$ti fuochi $ono, o piu gagliardi, o meno oppre$$ati dalla abbondantia dell’humore; & quelli ancora, ne quali e$$o terreno non fu$$e pe- rò del tutto arido, & abbruciato. Ma io loderò certam\~ete que$ti t\~epi, la Prima- uera ne luoghi $ecchi, l’Autunno ne luoghi ombro$i; Cõfermata adũq; la $pe- ranza da que$te co$e, che noi habbiamo dette, cominciamo a cauare per Pozzi.

25 Del cauare, & murare i Pozzi, & i condotti, & i Bottini. Cap. V.

IL cauare de Pozzi $i fa in duoi modi, o e’ $i caua il pozzo giù per il dirit- to del fondo, o e’ $i fa una fo$$a per lo lungo, quelli che cauano i pozzi alcu- 30 na uolta portano pericoli, & que$to accade, o per il cattiuo uapore, che indi na$ce, ouero perche i lati del pozzo rouinano. Gli antichi mandauano gli $tia- ui condennati per qualche maleficio a cauare nelle caue de Metalli, ne quai luo ghi per la pe$tilentia della aria in breue tempo ueniuano con$umando$i. Con- tro a uapori ci è infegnato, che noi mouiamo di continouo l’aria, & ui mettia- 35 mo lucerne ardenti, accioche $e il uapore per auentura è leggieri, $i con$umi dalle fiamme, & $egli è graue habbino coloro che ui $tanno a cauare, onde aiu tati po$sino piu temperatamente $chifare il nociuo male, percioche contino- uando il uapore graue, $i $pegnerà la $iamma. Ma $e i uapori ingro$$eranno, & per$euereranno, caua, dicono di quà, & di là, da de$tra, & da $ini$tra sfogatoi, 40 per iquali il mal uapore, po$la liberamente u$cir fuora. Contro al pericolo delrouinare farai l’opera in que$to modo, nel primo $uolo del terreno, doue tu ti $arai ri$oluto di fare il pozzo fauui un filare a u$o di un cerchio, o di Mar- mo, o di materia gagliardi$sima, tanto largo, quanta tu uuoi che $ia la larghez- za del pozzo. Que$to ti $eruirà per ba$a dell’opera, che tu harai a fare, Mure- [376]DELLA ARCHITETTVRA rai adunque in que$to i lati del pozzo alti tre cubiti, & la$cerali ra$ciugare. Quando que$to $arà ra$ciutto caua dentro il pozzo, & cauane quel che u’e den tro, & ti auerrà che quanto andrai in giù col cauare, tanto vi murerai atorno, in$ino al fondo, tu di poi hor con il cauare, & hor con il murare andrai $icura- mente tanto allo in giù quanto tu vorrai. Sono alcuni, che uogliono che le mu- ta del pozzo $i faccino $enza calcina, accio non $i $erri la uia alle uene. Alcu- 5 ni altri uogliono che ui $i facci tre $corze di muro, accioche l’acqua uenga ad i$tillare da ba$$o piu nitida. Ma egli è d’una grande importanza il luogo doue tu habbia a cauare. Percioche hauendo il terreno certe $corze o $ilari uarij po- $ti l’uno $opra l’altro, accade che alcuna uolta, le acque piouane $i truouano e$- $er mantenute $ubito $otto il terreno po$ticcio, nel primo $uolo $odo del ter- 10 reno, Et que$ta per non e$$ere pura non l’apprezzeremo molto, & alcuna uolta interuerrà il contrario, che trouata l’acqua, & volendo cauare piu adentro tal uolta $i perderà, & ti $i fuggirà dinanzi a gli occhi. Et que$to accade perche tu harai forato il ua$o, che la teneua. Per il che molto mi piaccono coloro, che murano i pozzi in que$to modo; come $e egli haue$$ero a $are vn’ va$o, egli ac- 15 cerchiano il di dentro del già cauato pozzo con duoi ordini di cerchi di legno & di a$$e, di maniera che infra l’uno ordine, & l’altro, vi re$ta vno $pacio di un’ cubito, & que$to voto che re$ta, tra l’una $corza, & l’altra dellegname ri\~epiono di un getto di ghiaia gro$$a, o piu pre$to di pezzami di $elici & di marmi me$co- lati con calcina; & la$ciano che per $ei me$i que$to lauoro infra dette $corze $i 20 $ecchi, & faccia pre$a; que$to $i fatto lauoro, è come un ua$o intero, dal fondo del quale, & non d’altronde $urgendo vna acqua leggieri, & purificata zampilla. Se tu farai condotti di acque $otto terra, o$$eruino coloro, che gli cauano le me- de$ime co$e, che noi habbiamo raccõte cõtro a vapori. Et accioche doue tu ha- rai cauato i condotti il di$opra non ti rouini in capo faraili in volta, ma giù per i 25 condotti faccinui$i $pe$si sfogatoi parte à piombo, & parte con linee oblique, non tanto perche egli habbino a rimouerei cattiui vapori, ma principalmente accioche vi $iano diuer$e v$cite, & piu e$pedite, per le quali $i po$sino tirare $u$o, & cauar fuori le co$e tagliate, & che vi fu$sino $ott’entrate. A coloro, che cerca- no delle acque $e nel cauare non $e li offeriranno continouamente zolle di 30 mano in mano piu humide, & che i ferramenti non cauino piu facilmente il terreno rimarranno certamente ingannati dalla $peranza del trouar l’acqua.

Dello u$o delle Acque, quali $ieno piu $ane, & migliori, & co$i qua- li $ieno piu cattiue. Cap. VI. 35

TRouate le Acque, io vorrei che elle non $i accommoda$sino a ca$o a bi- $ogni de gli huomini, Ma de$iderando$i per le città gran copia di acqua non tanto perche e’ ne po$sino gli habitanti bere; ma perche e’ po$sino lauar$i ancora, & perche elle $opperi$chino abbondanti$simamente agli orti, a 40 coiai, a Purgatori, alle Fogne, & accioche con e$$e $i po$$a riparare in un’$ubito alli impeti delle ar$ioni; nodimeno $i hà da eleggerne una, che $ia ottima, che $erua per berne, l’altre di poiaccommodin$i in quei modi $econdo ch’elle gio- [377]LIBRO DECIMO. uano piu a cia$cun bi$ogno. Teofra$to diceua che quanto l’acqua era piu fred- da, tanto era migliore alle piante, & che la fango$a, & torbidiccia, quella ma$si- mo, che $corre da terreno fertile rende il terreno piu gagliardo. I cauagli non $i dilettano diacque puri$sime, & ingra$$ano per le acque, che t\~eghino di Mu- 5 $tio, & tiepide. i Purgatori $timano a$$ai le acque crudi$sime. Truouo che i Fi$ici dicono che la nece$sità delle acque per mantenere la uita, & la $anità de gli huo mini è di due $orti; vna che e$tingua la $ete, & l’altra che come carro porti i nutrimenti nelle vene de cibi che $aranno con e$$a cotti, acciò purificato quiui, & cotto il $ugo di quelli, lo applichi alle m\~ebra. Et dicono che la $ete è un certo 10 de$iderio, che $i hà principalm\~ete dello humore freddo; & p\~e$ano che le acque fredde, & ma$simo doppo cena, a quelli che $ono $ani ingagliardi$chino lo $to- maco, ma quelle che $ono alquanto troppo fredde a quei che $i $entano ancor bene induchino $tupore, percuotino $pe$$o le inte$tine, $cuotino i nerui, & cõ la crudezza loro $penghino quella virtù, che cuo ceil cibo nello $tomaco. Il Fiu 15 me Oxo per e$$er $empre torbido perciò non è $ano a berne. Gli habitatori di Roma sì per la $pe$$a mutatione dell’aria, sì per i vapori notturni del fiume, sì ancora per i uenti, che vi traggono dopo mezo dì, $ono occupati da graue feb- bre. Percioche que$ti venti nella e$tate $u la nona hora del giorno, nella quale i corpi $entono il gran caldo, tirano freddi, & fanno o$tupefattioni nelle uene. 20 Ma al parer mio, & le febbre, & la maggior parte di tutte le infirmità cattiue in gran parte na$cono da le acque del Teuere, beute da la maggior parte $empre qua$i torbidiccie. Nè $ia fuor di propo$ito che i Medici antichi nel curare le feb bre Romane$che, ne comandano che noi v$iamo lo Aceto $quillitico & gli In- ci$iui. Torno a propo$ito. Andiamo inue$tigando una Acqua, che $ia ottima. 25 Cel$o Fi$ico di$$e que$to delle Acque, che la piouana era leggeri$sima, nel $ecõ- do luogo poi era quella delle Fontane, nel terzo quella de Fiumi, nel quarto, quella de pozzi, nel quinto, & ultimo luogo quella che $i liquefaceua, o della Neue, o del Diaccio. Piu graue di ne$$una di que$te era quella del lago, & la pe$- $ima $opra tutte l’altre quella delle paludi. La città di Mazzara $otto il Monte 30 Argo abonda di buone acque, ma perche la $tate elle non hanno doue$correre diuentano mal $ane, & pe$tifere. Tutti que$ti, che $anno $ono di que$to parere, che e’ dicono che l’acqua di $ua natura è un corpo non me$colato, & $emplice, che ha in $e & frigidità, & humidità. Diremo dunque e$$er ottima quella che nõ $ia punto aliena, & deprauata da la Natura di $e $te$$a. Perilche $e ella nõ $arà pu 35 ri$sima, e netta da ogni me$tione, & da ogni $apore, & da ogni difetto d’odore, $enza dubbio ella nocerà molto alla $alute, faccendo o$tupefationi come e’ di- cono per i pori intrin$echi delli Inte$tini ri\~epiendo o ri$tucãdo le vene, & ri$er- rando, & $uffocando gli $piriti, mini$tri della vita. Et di quì a uiene che e’ dico- no che la pioggia quando ella è minuta di vapori $otilli$simi, è la migliore che $ia di tutte, pur che ella non habbia quel’difetto che $erbata, facilmente $i cor- 40 rompa, & puzzi, & diuentata piu gra$$a induca durezze ne corpi. Hanno det- to alcuni che que$to auiene perche elle $ono attinte da nugoli di troppo varie & diuer$e me$colanze d’acque in$ieme, non altrimenti che interuiene del Ma- re, nelqualesbocca, & $i aduna ogni $orte di acque & che e’ non è co$a ne$$una [378]DELLA ARCHITETTVRA piu atta, nèpiu pronta a poter$i pre$to corrõpere, che uno cõfu$o me$cuglio d co$e di$simili, il $ugo di molte uue, me$$o confu$amente in$ieme, non dura mai troppo. Appre$$o gli Hebrei era unalegge antica, che ne$$uno poteua $eminare $emi alcuni, $enõ $implici, & $celti, giudicando, che la Natura abori$le del tutto il me$cuglio delle co$e di$simili. Ma coloro, che $eguitano A ri$totile, iquali pen $ano, che i uapori leuati$i diterra, $aliti in quella parte dell’aria, che è fredda, per 5 il freddo principalmente $i $errino in$ieme, come nugoli, & dipoi $i ri$oluono in gocciole. La intendono altrimenti. Diceua Teofra$to che i frutti coltiuati, & dome$tici cadeuano piu pre$to in infermità, che i $aluatichi. Et che que$ti e$$en do rigidi, & di durezza non domata, re$i$tono piu gagliardamente alle impre$- $sioni che gli uengono di fuori, & quelli altri per la loro tenerezza non $ono ga 10 gliardi a poter re$i$tere per e$$er domati, $econdo il uoler tuo cõ la tua di$cipli- na. Et co$i $imile malattie $i inducono nelle acque, quanto piu l’harai a tenere (per u$are il detto $uo) tanto piu $arãno atte ad alterar$i, & di quì dicono che ac- cade che l’ Acque cotte, & mitigate dal fuoco $i freddono pre$ti$simamente, & pre$ti$simamente, di nuouo $i ri$caldano. Ma della pioggia $ia detto a ba$tãza. 15 Doppo que$te cia$cuno loda le fontane, ma coloro, che antepõgono i Fiumi al le Fõtane, dicono co$i. Che diren noi, che il fiume $ia altro, $enon una e$uberan tia, & un concor$o di piu fonti congiunti in$ieme, maturato dal Sole, & da u\~eti, & dal moto? Dicono ancora che il Pozzo è una Fõte, ma profonda. Et $e noi nõ neghiamo, che i raggi del Sole giouino in parte all’ Acque; quale di que$te Fõti 20 $ia la piu cruda $i uede manife$to, $e già noi non accõ$entiamo che nelle ui$cere della terra $ia uno $pirito di fuoco, dal quale le acque $otto terra $ieno cotte. Le Acque de Pozzi, dice Ari$totile, che la $tate doppo mezo dì diu\~etano tiepide. Sono alcuni, che affermano che le acque de’ Pozzi nella $tate non $ono fredde, ma che le ci paiono a comparatione della caldezza dell’ Aria. Ma per il cõtrario 25 $i può vedere la antiquata oppenione di molti, che l’acqua $ubito attinta nõ ap panna il uetro, nelquale ella $i mette, $e quel uetro $arà pulito, & non unto; Ma e$$endo in fra primi principij, da i quali tutte le co$e hanno lo e$$ere $econdo il parere ma$simo de Pittagorici, due le co$e Ma$tie, il calore, & il freddo, & la na- tura & forza del calore $ia il penetrare, il ri$oluere, il rompere, il tirare à $e, & 30 $ucciar$i ogni humore. Et la natura del freddo $ia $errare, ri$trignere, & induri- re, & confermare. Da l’uno, & da l’altro nondimeno, in qualche parte, & ma$si- mo nelle Acque, na$ce qua$i il mede$imo effetto. Se ei $aranno immoderati, o piu a$sidui che il bi$ogno; percioche l’uno & l’altro inducono uguali con$uma- menti delle parti $ottili$sime. Onde ne diuentano per la arr<007>d<007>tà adu$te. Et di 35 quì interuiene, che noi diciamo, che i frutti $ono diuentati abruciati per i gran caldi, & per i gran’ freddiancora. Et que$to perche noi ueggiamo che con$u- mate, & $pente le parti piu tenere dal gielo, & da il Sole, i legnami diuentano piu $cabro$i, & piu abruciati. Si che per le mede$ime ragioni le acque per i Soli diuentano ui$co$e, & per il freddo cenerognole. Mainfrale acque lodate ci 40 è ancora un’altra differentia. Percioche egli importa molto in che $tagione del lo anno, in che hora del giorno, quai pioggie, & tirando quai venti. Tu racco- glierai le acque piouane, & in che luogo ancora tu le riporrai, & quanto tempo [379]LIBRO DECIMO. tu ve l’habbia tenute. Pen$ano che le Acque piouane doppo il cuore del- lo inuerno venghino piu graui di Cielo. Le raccolte nella inuernata, dico- no che $ono piu dolci, che quelle, che $ono raccolte nella State. Le prime 5 pioggie doppo i dì Caniculari $ono amare, & pe$tifere, percioche elle $i cor- rompono mediante il me$cuglio del terreno adu$to, & dicono che la terra per- cioè amara, perch’ella è fatta adu$ta da gli ardori del Sole. Et di quì nalce ch’e’ dicono ch’egli è migliore quella che $i piglia da tetti, che quella che $i piglia dal Terreno, & di quella che $i piglia da tetti, pen$ano che la piu $ana $ia quella, che 10 $i piglia doppo che i Tetti $on lauati dalla prima pioggia. I Medici, che $cri$$ono in lingua Cartagine$e dicono que$to. La pioggia, che cade la $tate, & ma$simo tonando non è pura, & è, per la $al$edine nociua. Teofra$to p\~e$a che le pioggie di notte $ieno migliori che quelle di giorno. Et di que$te pen $ano che $ia piu $ana quella, che cade tirando Aquilone, Columella pen$a che la 15 acqua piouana non $ia cattiua s’ella $i conduce per doccioni in citerna coperta, percioch’ella facilmente allo $coperto & à $oli $i corrompe, & $erbata in va$o di legno $i gua$ta pre$to. Le acque delle fontane ancora $ono infra loro diffe- renti, delle quali Hipocrate pen$aua che quelle che na$ceuano alle radici de col li fu$sino le migliori. Ma dellefontane gli Antichi diceuan que$to, infra le 20 fontane lodauano primieramente quella, che fu$$e volta à Settentrione, o che guardas$i ver$o il leuare del Sole, nello equinottio; & teneuano che la piu cattiua fu$si quella, che fu$$e a mezo giorno. Et le piu vicine alle mi- gliori, quelle che $ono a Leuante d’Inuerno, & non bia$imano però anco del tutto quelle, che $ono ad Occidente, il qual luogo $uole e$$ere molto hu- 25 mido di molta rugiada, & leggieri, che ne $uol pre$tare acque $uaui$sime; perche la rugiada non ca$ca $e non in luoghi quieti, puri, & di aria tem- perata. Teofra$to pen$a che l’acqua pigli del $apore del terreno, non al- trimenti che interuiene del $ugo de frutti, delle viti, & delli alberi, iquali tutti, $anno di quel terreno dal quale pigliano l humore, & di tutte quelle 30 co$e, che $i congiungono con le loro radici. Gli antichi di$$ono che egli era tante $orti, di vini, quante eran le $orti de Terreni, doue $i piantauano le vigne. I uini di Padoua (diceua Plinio) $anno di Saliconi, a quali eglino ma ritano le Viti, Catone in$egna doue $i medicano le viti con lo Elleboro her- ba per muouere il corpo $enza pericolo, gittando fa$cetti di que$ta herba 35 alle barbe delle viti quando elle $i $calzano. Et di quì na$ce, che e’ pen$ano, che quelle acque, che e$cono dal $a$$o viuo, $ieno migliori che quelle, che e$cono dal fango$o. Ma pen$ano che quella $ia di tutte le altre migliore.

Laquale na$ce di quel terreno del quale $e tu ne metterai in vn catino me- $colato con acqua per farne loto, $ubito che tu re$terai di rimenarlo, ei 40 $e ne vadia al fondo, & la$ci l’acqua di colore, di $apore, & di odore, pu- ri$simo; Per la mede$ima ragione pen$aua Columella che le Acque, che $i riuoltauano per i precipitij Sa$$o$i $u$sino ottime, perche elle non $i gua- $tano per i me$colamenti che di fuori gli venghino. Manon ogni acqua, che corra in$ra $a$si, è tale, che io la lodi a$$ai, percioche $e ella corre$$e [380]DELLA ARCHITETTVRA per vn’letto profondo, che haue$le le ripe molto ombro$e & affonde, ella diuen teria cruda, & $e ella correrà per vn’ letto troppo aperto alhora facilmente con- $ento ad Ari$totile, percioche per lo ardore del Sole con$umate$i le parti piu $ottili, diuenta piu gra$$a. Gli Scrittori preferi$cono a tuttti gli altri fiumi il Nilo, per que$te cagioni, prima perche egli hà molto gran’ cor$o, & perche e’ 5 fende terreni puri$simi, non difetto$i d’alcuno vitio di putredine, o vitiati dalla contagione di nociuo $ecco, & perche e’ corre à Settentrione, & perche il letto $uo, è $empre pieno d’acque, & purgate: Et non $i può negare che le acque, che hanno piu lungo cor$o, & piu tardo, non $ieno manco crude, & non $ieno per la $tracchezza piu e$tenuate, & però diuentano ben’purgate, la$ciata la $oma del 10 le brutture nel lungo cor$o. Oltra que$to conuennero ancora tutti gli Anti- chi in que$to, che le acque non $olamente $on’ tali, quali $ono i Terreni, come poco fà diceuamo, nel qual luogo elle $i mantengono come in grembo di lor’ Madre, ma diuentano ancor tali, quali $ono i Terreni, per iquali elle correndo pa$$ano; & quali $ono i $ughi delle herbe, che elle lauano, non $olamente per- 15 che nello $correre e$$e le vadino leccando; quanto per que$to conto ma$simo, che la pe$ti$era herba me$colerà in e$$e i $udori di quello pe$tifero terreno, nel quale ella è cre$ciuta. Di quì auiene che e’ dicono che le cattiue herbe ne dan- no acque mal $ane. Sentirai alcuna uolta la pioggia che puzzerà, & for$e $ara amara, Et que$to dicono che auiene dalla In$ettione di quel luogo, donde quel 20 $udore primieramente $uaporò fuori del Terreno. Et dicon’ che il $ugo del ter- reno, doue egli è di natura $maltito & maturo, produce le co$e dolci, & per il contrario doue egli è indige$to produce & fà tutte le co$e amare allequali $i ap- plica. Quelle acque, che corrono ver$o Settentrione, dirai $or$e che $ieno piu commode, perche elle $aranno piu fredde, percioche le $uggono velocemente, 25 i raggi del Sole, & da lui $on piu to$to vi$itate, che abbruciate; per il contrario $on quelle, che corrono ver$o Au$tro, percio ch’ elle $i gettano da per loro qua$i nelle fiamme. Ari$totile diceua che il $pirito $oco$o, che dalla Natura è me- $colato ne corpi, era ributtato dal vento Borea, e$$endo e$$o freddo, & $i ri$erra- ua dentro, accio non $e ne anda$$e in fumo, per ilche le acque ne diuentano piu 30 cotte, Etè manife$to che que$to $te$$o $pirito $i di$grega, & $i di$uni$ce dallo ar- dore del Sole. Seruio con la auttorità di quei che $anno diceua che i Pozzi, & i Fonti delle Acque $otto i Tetti non mandano fuori vapori, & que$to auuiene perche quello Alito $ottile v$cito del Pozzo non può fendere, ne penetrare, ne rimuouere quella aria raccozzata in$ieme & gro$$a che $i è adunata infra il mu 35 ro & il tetto. Ma e$po$to al Cielo $coperto & libero, penetra piu $acilmente, & qua$i vapore $i ri$olue & $i purga. Et di quì auuiene che e’lodano il pozzo, che $tà allo $coperto molto piu che quello, che è al coperto. Nelle altre co$e $i de$idera no qua$i tutte quelle co$e ne Pozzi che $i ricercano nelle $ontane. Percioche il pozzo, & la fontana $ono qua$i cõgiunti di a$$inità in$ieme, ne $ono in co$a alcu 40 na differenti, $aluo che nel moto del correre dell’acqua, anchor che $i trouino molti pozzi ne quali vi corre, & $i muoue gro$$a vena. Et affermano che quelle Acque, che durano a$$ai, bi$o gna che habbino moto. Ogni $orte d’acqua, che non $i muoua $ia oue $i voglia, è inferma, che $e e’ $i attignerà di [381]LIBRO DECIMO. vn pozzo continouamente di molta acqua, $ara certamente quello tornato & diuentato come vna ba$$a fontana. Et per il contrario $e e$$a fontana non tra boccherà, ma $tarà ferma & quieta, $ara que$ta certo vn pozzo poco profondo, piu to$to che vna fontana. Sono alcuni, che pen$ano che e’ non $i truouino ac- 5 que alcune che $ieno continoue & eterne, le quali non $i muouino di moto $imi le qua$i al cor$o d’un fiume, & di vno Torrente. Ilche certamente credo. Ap- pre$$o à Iuri$con$ulti $i fà difterentia infra il lago & lo $tagno, che il lago hà le ac- que continoue & lo $tagno le hà per a tempo & ragunate ne lo Inuerno. Il lago è di tre $orti, vno, che $tà fermo per dirlo co$i, che contento delle acque $ue $tà 10 $empre à vn modo, ne sbocca mai in alcun loogo, l’altro che come padre di vn fiume sbocca in alcun luogo, & l’ultimo è quello, che riceue le acque d’altron- de, & quelle, che gli auanzano ancora le manda via a gui$a di fiume. La prima $orte di $i $atto lago è $imile ad vno $tagno, Il $econdo è $omigliantis$imo ad vna fontana, il terzo $e io non m’inganno, è vn fiume allargato$i in quelluogo. 15 Si che non $i hanno à ridire quelle co$e che noi dicemmo de $onti, & de $iumi. Aggiugneci$i que$to che tutte le acque coperte per la ombra$ono piu fredde, & piu chiare, ma $ono piu crude, che quelle, che $ono battute da Soli. Et per il contrario le acque cotte dal molto Sole $ono $al$e & vi$co$e, lo e$$ere fonde gioua a l’una $orte, & all’altra, perche a que$te per la profondità $i leua via lo e$- 20 $er troppo calde, & a quelle $i ripara $enza incommodità che non diaccino. VI timamente non giudicano che lo $tagno $ia però da e$$ere totalmente bi$ima- to. Percioche doue na$cono le anguille pen$ano che le acque non vi $ieno però cattiue del tutto, piu di tutte l’altre acque di $tagno dicon quella e$$ere cat tiua, che genera le mignatte, & quella, che $tà $erma come $e vi $u$$e $opra di$te- 25 $o vn panno, che offenda per il puzzo il na$o, che harà colore nero & liuido, & che in vn va$o $i manterrà gro$$a gran tempo, Et che diuenti vi$co$a & graue per molto mu$chio, & quella, cõ la quale $e ti lauerai le mani tardi $i ra$ciughi. Ma per fare vn $unto di quelle co$e, che $i $on dette delle acque, e’ bi$ogna che l’acqua $ia leggieri$sima, limpida, $ottile, & tra$parente, A que$te co$e $i hanno 30 ancora ad arrogere quelle, che noi toccammo leggiermente nel primo libro. Oltre a que$te co$e farà a propo$ito $e tu vedrai che le pecore, che ne habbino beuto parecchi me$i, & lauate$i piu volte in quella acqua, che noi dicemmo, che era miglior dell’altre $tieno bene del corpo & della $anità loro per tutto, & che le $tien’ bene & $ieno $ane lo cono$cerai dalla qualità de $egati. Percioche e’ di 35 cono che tutto quello, che nuoce, nuoce in tempo, & non è gran fatto che quel- le cofe, che $i $entono piu tardi, po$sino nuocere piu grauemente.

40 [382]DELLA ARCHITETTVRA Del modo del condurre le Acque. & come elle $i pos$ino accommodare à bi$ogni de glibuomini. Cap. VII.

TRouata finalmente l’acqua, & prouata che $ia buona, bi$ogna prouedere che ella $i conduca eccellentemente, & che ella $i accommodi à bi$ogni 5 de gli huomini commodi$simamente. Duoi $ono i modi del condurre le acque, o elle $i conducono per vn’$olco, & per vn’canale; o veramente elle $i fan no gonfiare per cannelle & docioni. In qual $i è l’uno di que$ti modi, l’acqua nõ $i mouerà, $e il luogo doue tu la vuoi condurre non $arà piu ba$$o che quello, onde ella $i hà a muouere. Ma ci è que$ta differentia che l’acqua che $i condu- 10 ce per canale bi$ogna che continouamente vadia allo ingiù col $uo pendio, ma quella, che $i fà gonfiare in qualche parte del viaggio $i può fare $alire qualche poco. Di que$te habbiamo à parlare. Ma bi$ogna raccontare prima alcune co$e che fanno a propo$ito. Coloro, che vanno inue$tigando que$te co$e, dicono che la terra è sferrica, ancor’ che in molti luoghi ella $ia a$pra di Monti, & in mol 15 ti altrĩ ve$tita di Mari, Ma per il gran circuito di quella, a fatica $i cono$ce la $ua a$prezza, & che egli interuiene come nel vuouo, ilquale $e bene è ronchio$o nondimeno nella grandezza del $uo gran circuito non $i con$iderano, & non $i $timano quei piccioli rilieui, che vi $ono. Etè co$a certa, $econdo Erato$tene che il gran circuito della terra, è dugento cinquanta dua milia $tadii, & che e’ 20 non $i truoua monte ne$$uno tanto alto, ne acqua ne$$una tanto profonda che il loro piombo pa$si. 15000. cubiti non il Monte Cauca$o certamente, in la cima del quale batte il Sole $ino alle tre hore di notte. Egli è in Arcadia vn’grandi$si mo monte chiamato Cylleno, & chi hà mi$urato il $uo piombo dice che e’ non pa$$a. XX. $tadii. Et pen$ano che il Mare $ia $opra il terreno qua$i che vna co- 25 perta, $i come $opra vn’pomo la rugiada di $tate. Sono alcuni che per ciancia di- cono che il creatore del Mondo $i $eruì de la concauità del Mare qua$i che co- me di vn’$uggello, quando fece i monti. A que$te co$e aggiungono i Geome- tri, ilche faccia molto bene a propo$ito. Se e’$i tira vna linea retta, che tocchi il globo della terra che dal punto nel quale ella tocchi il terreno $i di$tenda mille 30 pa$si per lo lungo, egli auuerrà che quello interuallo che $arà infra lei, & il gran circuito della terra nõ $arà mai piu che dieci dita, & però l’acqua non vi andrà mai per i canali, ma che ella $i fermerà a gui$a d’uno $tagno, à ogni otto $tadii adunque bi$ogna che ella $ia piu ba$$a vn’piede intero, che non fù il luogo doue prima fu tagliata la Ripa, & trouata l’acqua; Il qual luogo, ilegi$ti chiamano lo 35 Incile, detto co$i dalla inci$ione, che $i fà, o nel $a$$o, o nel terreno per cagione del condurre l’acqua; & $e ad ogni otto $tadii egli harà piu di $ei piedi di pen- dio, pen$ano che la rapidità del cor$o $ia per le naui incommoda, Et per vedere $e dal piano dello Incile, la fo$$a $cauata, che ha à condur’ l’acqua, è piu ba$$a o nò, & quanto habbia di pendio $i $ono trouati certi in$trumenti & vna arte mol 40 to vtile. Que$ta co$a da i Mae$tri che non $anno, è cono$ciuta con il mettere vna palla in e$sa $o$sa, laquale rotolando fà lor’ credere che l’ac- qua vi habbia ad hauere a$sai ragioneuole pendio, gli In$trumenti di quei, che $anno $ono la Liuella, Archipenzolo, & il Regolo, & oltra que$to tut- [383]LIBRO DECIMO. te l’altre co$e $imili, che $ono terminate con un’angolo retto, que$ta è una arte alquanto piu $ecreta, ma non la e$plicheremo, $enon quanto ci faccia in ciò di me$tiero; percioche ella $i fa con lo $guardo, & con la ueduta, lequali co$e noi chiamiamo punti. Se doue $i harà a condurre una acqua, ui $arà la pianura e$pe 5 dita, bi$ognerà in duoi modi dirizzare la ueduta. Percioche, o non molto lon- tani l’un da l’altro, o pur lontani a$$ai, $i porranno certi termini, & certi $egni, & quanto gli ultimi punti de gli interualli $aranno infra loro piu uicini, tanto mã co $i di$co$terà la dirittura dello $guardo dal circuito della terra. Ma quanto gli interualli $aranno piu lunghi, tanto $i trouerà il circuito, & lo $pazzo del Terre 10 no e$$er piu ba$$o dalla dirittura de la linea della Liuella, in que$ti sì fatti, o$$er- ui$i che ad ogni mille pa$si ti abba$si $ino a dieci dita.

15 20 25

Ma $e e’ non ui $arà una pianura e$pedita, ma ui $arà qualche collinetta, alho ra in que$ti ancora ti bi$ognerà fare in duoi modi, l’uno che tu pigli la altezza dallo Incile, & per il contrario ancora dallo emi$$ario. Lo emi$$ario chiamo io 30 quel luogo de$tinato, doue tu uuoi che l’acqua arriui, donde l’acqua po$$a u$ci- re, o continouamente, o a certi bi$ogni. In co$i fatti luoghi $i cono$cono le al- tezze nel tirarui gradi di mi$ure, chiamoli gradi, perche e’$on $imili a quei gra di, per iquali $i $aglie nel Tempio. Vna linea de quali è il raggio della ueduta, che e$ce dallo occhio di chi ri$guarda, $econdo la pari altezza dello occhio, il 35 che $i fa con la liuella, o con l’archipenzolo, & col regolo. Et l’altra linea à quel la, laquale ca$cherà dallo occhio di colui, che guarda $ino a $uoi piedi a piom- bo. In co$i fatti gradi noterai da’ lor piombi la portione della linea, che auan- zerà l’una l’altra, qual $ia, o quella che tu piglia$ti dallo Incile, o per il contrario quella altra, che tu piglia$ti dallo emi$$ario.

40 [384]DEILA ARCHITETTVRA 5 10

Ecci ancora un’altro modo che tu tirile linee dallo lncile $ino alla cima di quello colle, che è in qnelmezo, & diquiui poi tireraile linee $ino allo emi$$a- rio, & noterai gli Angoli retti per uia di Geometria, che conuenientia habbi- no in$ieme. Ma que$to modo è molto difficile a $aperlo u$are, & non molto fe- 15 dele al farlo, percioche in un grande interuallo lo errore dello Angolo, che $i cau$a dallo occhio, di chi ri$guarda $e bene egli è piccolo, rilieua pur a$$ai in quo$ta faccenda. Ma $arannoci alcune co$e, che $i affaranno a que$ta maniera, come dipoi diremo, dellequali ci $eruiremo molto bene, per hauere le dirittu- re; $e per auentura e’ $arà a condurre nella terra una a cqua traforandoui il Mõ- 20 te. Ilche $i farà in que$to modo, nella $ommità d’un monte, donde tu po$$a ue- dere da uno lato lo Incile, & da l’altro lo emi$$ario di$egnerai nel terreno $pianato un cerchio largo dieci piedi, que$to cerchio $ichiama Orizonte, nel centro del cerchio ficcherai ritta vna a$ta, che $tia a piombo. Fatte que$te co$e, il mae$tro, che vorrà pigliare que$te diritture $tando fuori del cerchio andrà 25 con$iderando intorno, cercando in che luogo la linea della veduta, intenta ad vn capo della acqua da condur$i vegga e$lo termine, & doue da ba$$o quella a$ta fitta nel centro batta nella circunfer’entia del cerchio, hauendo trouato il mae$tro que$to luogo certo in quello Orizonte del cerchio, & hauendolo, $e- gnato, e’tirerà vna linea, che pa$si per il de$critto punto, & per il centro, che $e- 30 gherà di quà & dila la circunferentia del cerchio. Sarà certamente que$ta li- nea il diametro d’e$$o cerchio quando pa$$ando ella per ilcentro inter$egherà a dirittura la circunferentia del cerchio da amendue le bande. Et$e que$ta me de$ima linea vgualmente riguardata davn lato, & da l’altro tirata in lungo à dirittura, guarderà da que$to lato lo Incile, & da que$to altro lo emi$$ario, ella 35 ne pre$terà per condur l’acqua il cor$o diritto. Ma$e que$te vedute non $i ri$contreranno in que$to modo, & altroue batta il diametro, che guarda lo In- cile, & altroue quello, che guarda lo emi$$ario; alhora da la inter$egatione, che e$si diametri $anno alla a$ta che è nel centro, $ivedrà la differentia, che è infra e$$e diritture; Io mi $eruo dello aiuto di co$i $atto cerchio, à leuare le piante de 40 le città, & delle prouincie, & à di$egnarle, & à dipignarle, & accommodati$si- mamente ancora à fare le mine, & le Trincee $otto terra. Ma di que$te tratte- remo altroue.

[385]LIBRO DECIMO. 5 10

A qual riuo $i voglia per cui l’acqua $i conduca, o poca per bere, o a$$ai per che $erua a nauicarui, ci $eruiremo di quelle diritture che noi habbiamo rac- conte in$ino a qui. Ma no farà il mede$simo lauoro il fare i canali per hauer gran copia d’acqua, & quello per hauerne poca. Noi in que$to luogo diremo 20 prima quelle co$e come habbian cominciato, che bi$ognano per la acqua da- bere. Et poi pa$$eremo a trattare dell’acque da nauigare. Illauoro di co$i fatto riuo, o e’$arà murato, o pure $arà $olamente vna $o$$a. La fo$$a $i farà di due $orti, o ella $i farà in piano per la campagna, o veramente pa$$erà per en- tro vn Monte, il che chiamo mina, o canali $otto terra. In tutta duoi que- 25 $ti, doue tu trouerrai, o $a$si, o tufi, o terreno piu $errato, o co$a alcuna $imile, che $ia tale, che reggendo$i da $e $te$$o non imped<007>$ca il cor$o dell’acqua, non harai bi$ogno di murarui. Ma doue il Terreno, o i $ianchi della $o$$a non $a- ranno $odi, a l’hora bi$ogna murarli, $e la mede$ima $o$$a $i hà a cauare per le- vi$cere dentro del terreno. Ella $i cauerà in quel’modo che di $opra ti di$si.

30

Nel fare i condotti $otto terra a ogni cento piedi faccinui$i pori, & sfogatoi $opra, $econdo cheil bi$ogno del terreno richiede, & faccin$i murati. Io hò vi$ti pozzi appre$$o de Mar$i la doue cade l’acqua nel Lago di pie di luco, murati eccellenti$simamente di mattoni cotti alti $uor dell’oppenione de gli huomini. Nella città di Roma per in$inoa 441. anno da che ella fù fatta non 35 vi fù condotto ne$$uno di acqua che fu$si murato, di poi venne la co$a a quel- lo, che e’ vi condu$$ono i fiumi per aria. Et dicono che per Roma erano tan- ti condotti di acqua murati in vn tempo, che per e$si tutte le ca$e di Roma abbondauano di acqua. Ma da prima cominciarono a murare i condotti $ot- to terra, il che haueua piu commodita: Percioche il lauoro co$i na$co$o era manco $ottopo$to alle Ingiurie, & perche e’ non erano e$po$ti a diacci, nè a 40 caldi rouenti del Sol Leone, ne conduceuano le acque migliori, & piu fredde, ne poteuano e$$ere interrotte o gua$te, o volte altroue dalli Inimici, mentre $correuano il pae$e. Di poi venne la co$a in tanta grandezza che per hauer l’acque che $ali$sino in alto per le fontane de gli horti, & per le $tufe comin- [386]DELLA ARCHITETTVRA ciarono a condurre per aquidotti fatti $u gli archi con muraglia in alcun luogo alta piu di centouenti piedi, & lunga piu di $e$$anta milia pa$si, del che haueano ancora que$te commodità. Percioche & altroue, & in Tran$teueri macinauano con l’acqua di quello aquedotto le biade, & i grani, ilquale poi disfatto dalli ini niici, cominciarono a fare i mul<007>ni $u per le naui. Aggiugni, che per la abbon 5 dantia delle acque lo a$petto della città, & l’aria ne diuenne piu pura, & pin pur gata. Aggiun$onui ancora gli Architettori alcune co$e, lequal<007> face$sino a pro- po$ito a certe hore, & in certi tempi a’bi$ogni ciuili, con grandi$simo piacere delle co$e, che quiui $i moueuano, percioche alcune $tatue di bronzo, le quali andauano innanzi alla facciata della fonte rappre$entauano i giuochi, & la pom 10 pa de’ Trion$i. Vdiuan$i ancora organi mu$icali, & armonie, & concenti di uoci molto $onore, & molto $uaui, cau$ate dal moto della acqua. Gli Aquidot ti murati, copriuano eglino di una uolta alquanto gro$$a, accioche l’acqua non ri$calda$$e peri Soli. Et dallo lato di dentro li arricciauano, & incro$tauano d’u- na corteccia, $imile a quella con laquale dic\~emo ammattonar$i gli $pazzi, gro$- 15 $a almanco $ei dita. Ma le parti de gli Aquidotti murati $ono que$te. Allo Inci le $i ta un ricetto, dipoi giù per il condotto $i fanno le con$erue della acqua, ma doue $i ri$contra$$e in terreno che fu$$e troppo alto, $i caua nel terreno un bot- tino; allo sboccatoio, donde s’ha a uer$are l’acqua $i aggiugne le cannelle. Que $te co$e da legi$ti, $ono dichiarate, & terminate in que$to modo. Il riuo è il ca- 20 nale, per la lunghezza del quale $i conducono l’acque; il ricetto è quello, che $i applica allo Incile per auuiare l’acque; le con$erue $on quelle, che $erbano l’ac- qua publica. Il Bottino è quello, che è cauato nel terreno con ripe atorno, dal quale $i puo uedere le acque; lo sboccatoio è la fine del condotto, donde $i uer $ano le acque. Tutte que$te co$e è dinece$sità che $i faccino di muraglia $erma, 25 con fondo $tabile gagliardi$simo, & con incro$tamenti $aldi, & che non uer$ino per conto alcuno. In bocca del condotto $i fa una porta, per laquale tu po$$a $er randola uietare alle acque torbide l’entrare per il condotto, & che tu po$$a quã do mai ti bi$ogua$$e ra$$ettare il condotto $e $i fu$$e gua$to in alcun luogo, a tuo piacere, $enza che l’acqua ui ti habbia a dare impaccio, & ui $i metterà una gra- 30 ta di Rame, per laquale l’acque po$$a entrare nel condotto piu chiara, & piu pu ra, la$ciando $uori & rami, & frondi, & altre co$e brutte, che ui ca$ca$$ero. Ad ogni cento cubiti per il condotto $i fanno le con$erue, & co$i di mano in mano ad ogn<007> altri cento cubiti, o una con$erua, o un bottino largo uenti piedi, lungo trenta, $ondo $otto il canale quindeci piedi, & que$to $i fa, accioche il me$cuglio 35 delle acque, che ca$cono dal terreno, o che per quello ui $ono portate impetuo $amente trouato una $ede da ripo$arui$i $ubito ui $i $ermino, & dieno luogo all’acqua uiua da poter correre piu $tillata, & piu pura. I buchi delli sbocca- toi $i uarieranno per uer$are le acque, $econdo il concor$o dell’acqua che uie- ne, & $econdoi doccioni. Percioche quanto piu l’acqua $arà pre$a da un lar- 40 ge, & ueloce fiume, & quanto ella $arà condotta per canali, o uie piu e$pedite, & qu anto ella $arà piu per e$$e $tretta in$ieme, tanto piu bi$ognerà allargare il mod ine da uer$are. La cannella, che $arà me$la a piano & diritta, mantenerà il mo dine, & hanno trouato, chedetta cannella per lo attingere, per dirco$i, $i [387]LIBRO DECIMO. con$uma dalla acqua, & non è metallo alcuno, che piu $i difenda che l’Oro. Et $ia detto a ba$tanza del modo da condur le acque, & per le fo$$e, & per i condot ti. Mal’acqua $i farà gonfiare con cānelle di piombo, o piu to$to con doccioni di terra, percioche i Medici dicono, chei canali di piombo inducono e$coria- tione delli Inte$tini. Simile di$etto ne na$cerà ancora dal rame, le acque che $i 5 hanno a bere, & quelle che $i hanno a mangiare, i Saui dicono ch’elle $ono mi- gliori $tando in ua$i di terra cotta, & piu $aporite, percioche e’ dicono, che la ter ra è $ede naturale da ripo$arui$i bene, sì l’acqua, sì l’altre co$e, che produce la ter ra; i canali di legno in certo $patio di tempo danno all’acque un certo colore, & un certo $apore non grato. Bi$ogna che le cannelle $ieno fermi$sime, iua$i 10 di rame cau$ano il mal caduco, il cãcro, dolor difegato, & di milza. Al diametro del vano della cannella bi$ogna che corri$ponda la gro$$ezza dell'intorno della cannella non manco che per il qnarto, con cõmettiture ma$tiettate. I doccioni entrerranno l'uno ne l'altro, & $i commetteranno con calcina viua, & con olio, & $i rincalcerranno atorno, & $otto cõ gagliardi$sima muraglia, & $i fermerãno 15 con metterui in$ieme $opra pe$i grandi$simi; & ma$simo doue tu harai a fare il condotto che volti l'acqua, o doue ella trouando$i aba$lo harà a $alire, o doue nel uolgerla faccendo gomito le diuenti piu $tretta. Perciochè da il pe$o della $pignente acqua, & dalla mole, & dallo Impeto del cor$o i doccioni facilmente $i $olleuerebbeno, & $i $coppierebbono. I buon mae$tri per fuggire que$to pe 20 ricolo, & ma$simo nelle inginocchiatture $i $eruiuano d'una pietra uiua, & ma$ $imo della ro$$a traforata per tal bi$ogno. Io ho ui$ti marmilunghi piu di XII. piedi forati da capo a piede, d'un buco largo vn palmo; il che io facilmente po$ $etti per manife$ti$sime conietture, & inditij di e$$a pietra cono$cere e$$er $tato fatto con vna cannella di rame, & con rena al Tornio, ma perche tu fugga il pe- 25 ricolo dello $coppiare, raf$renerai il cor$o della acqua, con fare che ella $i vadia piegando, non però inginocchiata a $atto, ma piegata mode$tamente, talm\~ete c'hora $i pieghi $u la de$tra, & hora $u la mãca; hora $alga, & hor $c\~eda piu volte. Aggiunga$i ancora a que$to alcuna co$a, che $ia in vece di bottino, o di cõ$erua, sì perche l'acqua in e$$o $i purifichi, sì ancora perche e'$i po$$a piu facilmente, $e 30 e' vi na$ce$$e difetto alcuno, veder manife$to in che modo, & in che luogo bi- $ogni riparare, ma non $i ponga la con$erua nel piu ba$$o luogo della valle, nè doue l'acqua s'habbia a far $alire a lo in$u$o, ma ponga$i doue l'acqua $erbi il cor$o $uo piu vguale continouatamente. Et $e per auentura tu harai a fare vn condotto che pa$si per vn lago, o per vno $tagno, $i farà con pochi$sima $pe$a 35 in que$to modo. Farai d'hauere Traui di leccio, & per il lungo di quelle $ca- uerai a gui$a di doccioni vn $olco largo, & lungo, & in que$to $olco adatterai i doccioni, & commetterali con la calcina, & fermerali con $pranghe di Ra- me $aldi$simamente. Doppo que$to me$$e a $ilo per illago que$te traui, con- giugnerai, & anne$terai co$i fatti legni l'uno a l'altro in que$to modo, fà di ha- 40 uere cannelle d<007> piombo gro$$e quanto i doccioni, & lunghe tanti piedi, che doue bi$ogni $i po$sino piegare commodamente. Que$te canelle $i com- metteranno ne docioni ($iami lecito dir co$i) & le commettiture ri$tucche- rai con calcina $penta con olio, & le fermerai con $pranghe dirame, & <007>n que- [388]DELLA ARCHITETTVRA $to modo len etti in$ieme, & di$tendi detti condotti, che pendino da $oderi tal mente che arriuino da l'una riua a l'altra, & che le te$te re$tino in $ecco da l'una & l'altra ripa. Di poi doue illago è più fondo primieramenae la$ciaui andare $ino in $ul fondo a poco a poco, & qua$i vgualmente que$to $i fatto lauoro dile- gname & di doccioni, andandoli dietro qua$i che aiutandoli tutto il re$to di que 5 $ta ma$$a. Doue auuerrà per lo aiuto de le funi che le cannelle di piumbo $i pie gheranno $econdo che bi$ognerà, & illauoro dellegname & de doccioni $i col locherà & po$erà $ul$ondo commodi$simamente. Ordinati in que$to modo, icondotti col metterui la prima volta l'acqua mettiui ancor' dentro della cene- re, accioche $e ne doccioni non fu$sino co$i ri$aldate le commettiture per e$$a 10 $i inta$ino. Et darai l'acqua a poco a poco accioche data in vn'$ubito nello in- ghiottir$i per i doccioni nõ $i auiluppi il Vento ne cõdotti. Egli è co$aincredibi le quanto $ia la po$$anza & la $orza della Natura quãdo $imili doccioni piglino vento & che l'aria $i ri$trigne in vn'gruppo. Io ho trouato appre$$o de Medici che l'o$la de gli $tinchi de gli huomini $ono $coppiate dal rõper$i che hà fatto il 15 vapore, che vi $i era dentro rinchiu$o. Quei che attendono a codotti dell'acque forzano l'acque $alire d’un’va$o in alto, cõ hauer'rinchiu$o l’ar<007>a infra due acque.

Delle Citerne, & dell'u$o, & utilit à loro. Cap. VIII. 20

IO vengo a trattare delle Citerne. La Citerna è vn’va$o alquanto maggiore da acqua, che non è vna con$erua non dis$imile però da que$ta, e bi$ogna che difondo, & per tutto ella $ia ben'fatta $alda, & che tenga beni$simo. Et que$ta $i farà doppia, vna, che ti $erua per berne l'altra, che ti $erua per gli altri bi$ogni, come per ammorzare vn'fuoco & $imili. Quella $i come gl<007> Anti- 25 chi la chiamauano per v$ato co$tume Argento da cibare, co$i ancora noi la chiameremo Acqua da bere. Ma l'altra che $olamente $i farà per $erbare ac- que di qual'$i voglia $orte, & che $arà lodata quanto piu $arà maggiore, la chia- meremo la con$erua, o bottino della Citerna. Egli è d'una grande importan- za che la Citerna dell'acqua da bere, tenga buona acqua, o cattiua. Nell'una 30 citerna, & nell'altra bi$ogna procurare che l'acqua ci $i conduca bene, ci $i con- $erui bene, & bene $i $comparti$ca a bi$ogni. Egli è manife$to che nelle Citer- ne $i mettono l'acque de fiumi & delle fonti peri condotti, & le pioggie de tet- ti, & de piani, de terreni ancora hanno v$ato per tutto. ma a me piacque a$$ai la inuentione di quello Architettore, il quale fece all'intorno di vna grandi$si- 35 ma & rileuata pietra, po$ta in cima del Monte, vna fo$$a affonda dieci piedi, la quale come vna corona po$taui all'intorno raccoglie$$e, dalla ignuda $ommi- tà del Monte tutta la pioggia che vi cade$$e, & in luogo alquanto piu ba$lo $ot- to il colle in piano, fece vna con$erua di acqua da poterui andare per tutto di mattoni & di calcina alta trenta piedi, larga quaranta, & lunga quaranta; & in 40 que$ta condu$$e per condotti di doccioni $otto terra l'acqua co$i raccolta dal- la fo$$a. Et era quella fo$$a po$ta in molto piu alto luogo, che non era la coper- ta della con$erua, o bottino dell'acqua. Se tu farai nella citerna vn'$uolo di ghiaia cantoluta, o di rena del fiume gro$$a ben'lauata, o vero ne riempierai [389]LIBRO DECIMO. vna parte della Citerna come dire $ino all altezza di tre piedi ella ti darà vna acqua, pura, $incera, & fredda; & quanto que$to $uolo $arà piu gro$$o, tanto farà l'acqua piu chiara. L'acqua della citerna alcuna volta $enevà per le aperture del mal'murato, & $e$$o bottino. Alcuna volta $i corrompe per le brutture.

5

Et certo che egli è co$a dif$icile il voler tenere $errata l'acqua in vna prigione di muragl<007>a, $e la muraglia non $ara $aldi$sima; & $opratutto $ia fatta di pietre or- dinarie. Et $opra tutto bi$ogna, che vn $imile lauoro $ia a$ciutti$simo auanti che tu vi metta dentro l'acqua, percioche ella per la grauezza $ua prieme la mu raglia, & perle humettationi getta $udori, & trouati, i pori gli apre con $tillare 10 in quelli fino a tanto che $e ne uà poi come per cãnelle piu larghe liberamente.

Gli Antichi per riparare a que$ta incommodità vi prouedeuano, & ma$simo nelli angoli delle mura cõ farui piu, & piu intonichi l vn $opra l'altro, & faceua- no vna$corza con grandi$sima diligentia di Intonico $imile al Marmo. Ma e' non $i riparaua in modo alcuno meglio à $imili verlamenti di acqua, in que$to 15 luogo con co$a alcuna, che con il riempiere di creta infra il muro della Citerna & illato della fo$$a di detta, pigiata, & mazapicchiata, o pillata grã li$simam\~ete.

Io hò comandato che egli adoperino in que$to luogo creta a$ciutti$sima, & trita a gui$a di poluere. Sono alcuni, che pen$ano che $e tu torrai vn va$o di vetro, & lo empierai di $ale, & lo turerai con calcina $penta con olio bene, tal- 20 mente che non vi po$si entrare dentro acqua, & porrai que$to va$o, che $tia $o- $pe$o in mezo delle acque della citerna, e’t’auerrà che le acque di que$ta Citer- na nõ $i corrõperanno mai per gran t\~epo che elle vi $tieno. Aggiungõci alcuni ancora lo Argento viuo. Et alcuni pen$ano che $e $i toglie vn va$o nouo di terra pieno di Aceto $orti$simo, & turato beni$simo come ti di$si, & metta$i nella ci- 25 terna, pre$ti$simo ri$anera vna acqua, che $ia mucida. Dicono che l'acque della Citerna, & del pozzo diuentano piu purgate, & mett\~edoui$i d\~etro de pe$ciuoli, percioche e’pen$ano chei pe$ci $i nutri$chino, & $i pa$chino della mucidaglia dell'acqua, & della humidità del terreno. Dice$i quella $ententia di Epigenio. Queila acqua, che vna uolta $i $arà corrotta, & $i puri$ica in $pacio di t\~epo, & di 30 nuouo torna buona, que$ta dice non $i corromperà mai piu. Quella acqua che harà cominciato a puzzare, agitata a$$ai a$$ai, & tra$portata, & cõmo$$a, la$cerà il puzzo, il che è chiaro ancora che auieneal Vino, che tiene di mucido, & allo Olio. Dice Io$efo ch'e$$endo Moi$e arriuato in vn luogo arido, & nõ ui e$$endo altra acqua, che quella d'un pozzo amaro, & brutto, comandò che e'$e ne atti- 35 gne$$e, il che hauendo fatto, i $uoi$oldati, con dibatterla, & con il dimenarla in $i $atto modo, diuenne buona a bere. Egliè manife$to che le acque $i purga- no nel cuocerle, & nel di$tillarle. Le Acque ancora che tengono di $annitro & diamaro, dicono, che $i mitigano me$$oui dentro vna $tiacciata d'orozo fritto, di maniera che fra due hore tu ne potrai bere. Ma alle Citerne da bere, 40 oltre alle dette co$e, accioche l'acqua ui $ia piu purgata, $i aggiugne un pozzo piccolo accerchiato di $ue proprie mura, po$te in luogo commodo, che $ia al- quanto po$to colfondo piu ba$$o, che la Citerna. Et harà que$to pozzo nel $uo fianco alcune fine$trette rimurate con $pugne, lo pomici, accioche l'acqua non po$$a penetrare della Citerna in que$to pozzo, $e non ben purgata, & di- [390]DELLA ARCHITETTVRA $tillata da tutte legra$$ezze. Appre$$o a Tarragona in Hi$pagna $itruoua vna pomice bianca piena dipori, minuti$simi, periqualil’acqua $ubito $i $til- la limpidi$sima. Di$tilleras$i ancora $etu $errerai l’entrata per la quale ella ha- rà da venire con vn va$o $orato da ogni banda di $pe$si$simi bucolini, & r<007>pie- no di rena di$iume, di modo che l’acqua penetriper la rena $otilli$sima. Ap 5 pre$$o a Bologna hanno vn Tufo gialliccio, chetiene direna, peril quale l’ac- qua a gocciola, a giocciola $i di$tilla chiari$sima. Sono alcuni, che fanno il pa ne con l’acqua del Mare, la quale è piu atta che alcuna altra a corromper$i. Tanta po$$anza hanno le sì fatte $tillationi, che noi habbiamo racconte, che fanno la detta acqua, $ana, & buona. Dice Solino, che $e l’acqua di Mare $i co- 10 la per la Arzilla, ella diuenta dolce. Et $i è trouato, che doue ella $i cola piu, & piu volte per la $ottile rena di alcuno Torrente, ella la$cia la $ua $al$edine. Se tu metterai in Mare vn va$o diterra ben turato, e’ $i empierà d’acqua dolce. Et non $ia que$to $uor di propo$ito che in quei va$i, ne quali e’ poneuano l’acqua del Nilo, che fu$$e torbida, $e e’ fregauano intorno il labro, & il margine dell’ac- 15 qua con mandorla, in vn $ubito diuentaua chiara. Et que$te co$e $ieno a ba$tá- za. Se per auentura, i condotti de doccioni, o cãnelle comincia$sino a riturar$i per fango, mettiui dentro, ovna gallozola, o vna palletta fatta di $ughero legata a vn filo $ottile, & lungo, & quando la cor$iua harà condotta la palla con il filo per il condotto $ino all’altra te$ta: lega a que$to filo co$i $ottile, vn altro filo piu 20 gro$$o, & finalmente poi vna fune di herba. Dipoi con tirarlainanzi, & in die- tro piu volte $i caueranno $uori quelle co$e che vi haueuano fatta $eccata.

Del por le Vitinel prato, & in the modo le $elue cre$chino ne luoghi padulo$i, & come $i rimed{ij} alle Regioni che $ono molestate dall’ acque Cap. IX.

VEgniamo hora all’altre co$e. Dicemmo che glihabitatori hanno bi$o- gno di co$e da mangiare, & di ve$timenti, que$te co$e ci $arãno date dal la Agricultura, & lo andar dietro a que$te arti, non è no$tra intentione. Nondimeno hanno alcune co$e gli Architettori, che giouano allo Aratore, & 30 que$to, è che $e vno campo, o per la troppa aridità, o perla $ouerchia abbondã- tia dell’acqua, $arà tale che altrui non $e ne po$$a $eruire per cultiuarlo, di que- $te co$e ci giouerà dire breuemente alquanto. Farai in un prato, & in un luo go humido vna Vigna in que$to modo, Diuerrai da Leuante a Ponente a di- rittura con linee di$co$to parimente l’una da l’altra $o$$e piu afonde che tu po- 35 trai, larghe noue piedi & quĩdici piedo di$co$to l’una da l’altra, & il terreno, che tu cauerai delle $o$$e ammonterai in lo $pazzo, che ti re$ta tra l’una $o$$a, & l’altra di modo che col pendio riceua il Sole di mezo dì con que$to ordine fat- te que$te collinette, la Vite $arà piu $icura, & piu fertile. Per il contrario in un colle arido farai il prato in que$to modo. Farai vna $o$$a lunga, che non hab- 40 bia pendio, ma che l’acqua vi $i fermi nella piu alta parte con li argini pareg- g<007>ati, & fattia vn piano con la Liuella. Et in que$to condurrai l’acqua delle piu vicini fontane, & quella sboccando da gli lati vgualmente anna$$ierà la cam- pagna, che ella harà $otto. Nella campagna di Verona, piena diciotoli. & ignu- [391]LIBRO DECIMO. da & magra deltutto, hanno fatto che in alcuniluoghi, per lo $pe$lo darui del- l’acqua vi $i è fatta vna $corza di ce$pugli & vn’prato lieti$simo. Se tu vuoi che in luoghi paludo$i cre$ca la $elua, fenderai il terreno con lo aratro, & c$tirperai in$ino da le radici ogni ce$puglio. Doppo que$to, diuer$o leuãte $pargiui ghian de di Roueri con que$ta $orte di$ementa diuenterà <007>lluogo pieno diabbondan 5 tia di piante, dallequali l’humore $uperfluo in gran parte $arà $ucciato, oltra que$to & per il cre$cimento delle barbe, & delle foglie, che ca$cano & perlo ac cumularui$i de rami diuenterà il terreno l’un’dìpiu chel’altro alquanto piu $ol leuato. Se tu anna$$ierai ancora con acque torbide perche le vi$i fermino farai vna cro$ta all’altre acque, che vi $on’$otto, ma parleremo di que$te co$e altroue. 10 Ma $e la regione $arà mole$tata dalla abbondantia di troppe acque, $i come noi veggiam’che interuiene del Pò in Lombardia, o come veggiamo in Venetia, ci $ono molte co$e da con$iderare, percioche elle impediranno, o con lo e$$ere troppe o cõ il moto loro, o vero con l’una co$a & cõ l’altra: Dique$te co$e trat- teremo breuis$imamente. Appre$$o del lago de Mar$i, Claudio forò il Monte, & 15 condu$$e l’acqua, che gli auanzaua alla riua del fiume. Et for$e per la mede$ima cagione M. Curio fece che l’acqua del lago di pie di Luco $uperflua, $e n’anda$$e nel fiume della Nera, & veggiamo il lago della Riccia forato il Monte e$$ere $ta- to condotto nel lago Laurento: Dalche ne è nata quella Amenità de giardini, & quelle bo$caglie, che vi $ono $otto il Nemore$e per e$$er’rima$to il pae$e libe 20 ro dalle acque. Ce$are haueua ordinato che $i face$sino molte fo$$e pre$$o a Le- rida, con le quali voleua diuertire vna parte delle acque, del fiume Sicoro. Il fiu- me Erimanto per e$$er’$tato piegato in piu luoghi, è talmente con$umato dalli habitatori in adacquare i campi, che quelle acque, che gli auãzano sboccano in Mare $enza che habbino nome alcuno. Ciro diui$e il Gange con hauerui fatti 25 piu condotti, i quali Eutropio dice, che $urono quattroc\~eto $e$$anta, & che e’ lo ridu$$e tanto piccolo, che e’$i pa$$aua a piede a$ciutto. Appre$$o al Tumulo di Haliatte in Sardigna, il che in gran parte $eciono le $tiaue, vi è vn’lago fatto a ma no per riten ere le acque piouaue. Myri cauò vn’lago pre$$o a Me$opotamia $o- pra la città, il quale giraua di circuito 360. $tadii, & era cinquanta cubiti a $on- 30 do, nel quale voleuano chesbocca$$e il Nilo, $e alcuna volta ueni$$e troppo gro$ $o. Allo Eufrate accioche e’ non porti via le tetta della Città, oltre alle Mura- glie dalle quali era detenuto, vi aggiun$ono certi laghi, iquali $erui$sino per re- primere l’impeto del fiume. Aggiun$onui ancora $eni cauati di grandezza $tra- ordinaria, ne quali me$$a l’acqua a’$tagnare & a $tar’ quieta, gli $erui$$e per argi- 53 ne contro l’impetuo$e onde. Habbiamo adunque detto delle acque doue elle auanzano, & in alcune parte doue elle $on’mole$te col moto. Et$e ci re$ta à di- re co$a alcuna, che $accia a que$to propo$ito, lo diremo non molto doppo, quan do noi tratteremo del fiume, & del Mare.

Delle strade, o uero uiaggi per Terra, Delle uie per acqua, & dello Argine. Cap. X. 40

SEguita che la regione che da per $e non è ba$tante a generare tanti nutri- menti che ba$tino a $uoi habitanti, ella gli habbia d’altronde cõ piu cõmo dità che è po$sibile. Farãno a que$to propo$ito le $trade & i cãmini; i quali bi$ogna che $ieno tali che per e$si cõmodam\~ete & cõ facilità $i po$sino ne T\~epi [392]DELLA ARCHITETTVR A opportuni portare tutte le co$enece$$arie. Le $orte di uiaggi $ono due (il che dic\~emo altroue al luogo loro) quello <002> terra, & quell’altro <002> acqua, che la $tra- da nõ $ia fango$a, ne gua$ta dalle carra, oltre allo alzarla (nel modo che noi di- c\~emo) bi$ogna auertire che vi po$$a a$$ai il $ole, & i Venti; & le ombre poco. Ap- pre$$o al bo$co di Rau\~ena a que$ti t\~epi <002> hauer ipae$ani cõ tagliarui delli alberi 5 allargata la $trada, & fatto che v’entra il $ole, dicatiui$sima, è diu\~etata molto buona. Que$to $i può uedere $otto gli alberi, che $ono lũgo la $trada, che, per- che il terreno ĩ quel luogo $i ra$ciuga piu tardi $tãdoui a$$ai l’ombra vi $i fanno dal calpe$tio delle be$tie alcuni laghetti, o pozzanghere, i quali raccogli\~edo le pioggie, $empre $tãno humidicci, & s\~epre $i allargano. Ma il camino o $trada p 10 acqua $arà di due $orti, l’una che $i potra mettere in canali, come vn Fiume, o una fo$$a d’acqua; l’altra che nõ $i po$$a far co$i, come, èil Mare. Et parmi di po- ter dire che ne fiumi $ieno alcuni difetti nõ altrim\~eti che ne ua$i, doue <002> au\~etu ra eglino habbino il fondo, o i lati nõ atti, nõ faldi, o non cõmodi. Cõcio$ia che per reggere, & portare le Naui ci $ia bi$ogno di nõ poca acqua que$ta $e ella nõ 15 hà le ripe $alde, che la t\~eghino, sboccherà, & gua$tãdo le po$$e$sioni $i dilaterà, & $i perderà $parg\~edo$i, talm\~ete che gua$tera ancora le $trade <002> terra che nõ te ne potrai valere. Oltra di que$to $e il $ondo andrà torc\~edo in quà, & in là chi dubita? l’onda veloce ri$iuterà la Naue, che nõ potrà il cõtro all’acqua. Aggiu- gnici ancora che $e dal fondo vi $arà co$a alcuna $cabro$a, & che $i rilieui col dor 20 $o allo in$u$o, ípediràle Naui. Nello hauer portato lo Obeli$co di Egitto a Ro- ma conobbono che il Teuere era piu atto all’e$$er nauigato che il Nilo, quello hauer il fondo piu largo perla maggior parte, & que$to altro e$$er piu pot\~ete <002> la profondita delle acque. Neper que$to affare delle Naui, habbiamo tãto bi$o- gno della abbõdáza delle acque quãto de fondi. Ancor ch’e’ci gioui a$$ai la lar- 25 ghezza, percioche l’acque diuentano piu tarde per le Ripe. Quando il letto del fiume nõ farà $tabile, nõ hara anco que$to fiume leripe gagliarde, ogniletto di fiume è qua$i in$tabile $aluo che quello, che noi dic\~emo, ch’era buono <002> collo- carui $otto vna muraglia, cioè che quel terreno per la $ua $odezza di$prezzi il ferro, & $arà al tutto mutabile quelletto che harà le $ue ripe di creta, & che 30 correrà $ul piano della campagna, che harà $otto il terreno pieno di rileuati, & chele co$e vi rullino $opra. Quel fiume che harà cattiue $ponde, harà ancorail fondo a $caglioni doue alto, & doue ba$$o, & $arà inpedito, dalli e$crementi del le rouine, & de trõconi, o delle pietre, o delle machine che $eli attrauer$erãno quelle ripe $arãno deltutto cattiui$sime, & mutabili in oguí mom\~eto, lequali vi 35 $arãno $tate po$te dalle piene; da que$to $mottar delle ripe ne$eguitano quelle co$e, che $i dicono del fiume Meãdro, & dello Eufrate perche per fender quel- lo vn terreno debole $i muta ogni dì diletto hora in quà, & hora in là. Et a lo Eufrate $pe$$o $i rittura il canale del $uo cor$o, per lo $mottare delle $ue ripe, à $i $atti difetti delle ripe i no$tri antichi prouedeuano cõ fare la prima co$a vno 40 argine, & il modo del fare vno argine $i referi$ce a glialtri modi del far le mura glie, percioche egli è digrande importantia il $apere con che modo di linee tu l’habbi a tirare, o con che $orte lauoro tu l’habbia a fare, a fermarlo. Quello ar- gine che $i farà con linea diritta $econdo il cor$o del fiume nõ $arà certo disfat- to dall’onde. ma quello argine, che $arà fatto a trauer$o del fiume $e e’$arà de- [393]LIBRO DECIMO. bole, $arà dal fiume gittato per terra, o $e e’$arà ba$$o il fiume vi pa$$erà. Quel lo argine che in cote$to luogo non $aràgittato a terra, diuenterà maggiore piu l’un dì che l’altro $ino nel fondo. Perche il fiume vi porrà quelle co$e, che egli, harà condotteui, & ammontandoui$i qua$i per $alirui, $i alzerà di letto & la$cia- te qui quelle co$e, che e’ non potrà portare, o $pign ere piu auanti, $i voltera al- 5 troue. Se con l’impeto, & con la forza $ua e’ gitterà l’argine a terra, a l’hora farà lo sforzo $uo in quel modo che io ti di$si, riempierà i luoghi voti mouerà in di- uer$e parti il letto, & $ene porterà$eco tutte quelle co$e, che $e gli attrauer$eran no. ma la$cerà le co$e graui, & quelle che maluolentieri $i muouono (andando pian piano) in$ieme con la furia del cor$o, & di quì è che le piene nelle bocche 10 doue elle rompono ne campi, vi la$ciano la rena piu gro$$a nella parte piu alta, di poi $i truoualo accre$cim ento del terreno piu leggieri, & piu fango$o, Ma $e la piena $upererà lo argine, & li pa$$erà $opra al’hora $i commouerà il terreno $chernito per la caduta delle rouinanti onde, & le co$e commo$$e dal cor$o dell’ acque $aranno portate via fino à tanto, che cauatoui $otto vna $o$$a, $calzato det 15 to argine rouinerà. Ma $e la onda certamente correndo $i ri$cõtrerà in un argi- ne ne diritto, ne anche a trauer$o del $uo cor$o, ma co$i per $ianco, mole$terà & nocerà per il piegar$i & per la larghezza del fiume l’una & l’altra ripa, nõ meno que$ta dallaquale ella è riceuuta che quella altra nellaquale ella $i percuote. Et vn piegamento è qua$i il mede$imo che vna co$a attrauer$ata, per il che patirà delle 20 mede$ime offen$ioni, le quali $ono mole$te alle co$e attrauer$ate, & in$ieme ro- uinerà per l’impeto de l’acque, lequali certam\~ete $aranno tãto piu impetuo$e, & tanto piu mole$te, quãto pìu vi $aranuo in quelluogo ritro$i, veloci, & piu torbi di(per dir co$i) che vi gorgoglino; il ritro$o & lo aggiramento delle acque è co- me vn $ucchiello ne fiumi, al quale nõ è durezza alcuna, che lungamente glipo$ 25 $a re$i$tere. Et que$to $i può vedere $i a torno de ponti di pietra, quãto dalla par te di $otto $ieno $cauati & a $ondi di letto; $i ancora a torno a quei luoghi, del $iu me, doue egli $tretto dalle ripe sbocca in luoghi piu larghi; quãto l’acqua caden do & aggirãdoui$i con$umi & diuori cioche di ripa $e li oppone. Io ardi$co di dire che il ponte di Adriano in Roma è il piu gagliardo edifitio che mai $ia 30 $tato fatto da gli huomini, nodimeno le piene l’hanno ridotto a tale, che io du- bito che ei nõ po$$a re$i$tere molto tempo. Le piene ogni anno caricano le pi le di mole$tie, de pedali & de rami de gli alberi che elle lieuano via della campa gna, & in gran parte hanno riturati, i vani de gli archi. Per la qual co$a aduiene che le acque gon$iano, & per que$to ca$cano da alto ritro$i dacque precipito$a 35 mente, & mole$ti che quiui $i raggirano, adunque $cauano $otto le poppe de le pile, & fanno danno à vna tanta machina. In$ino à quì ba$ti de fianchi de fiumi. Tratteremo hora del fondo del fiume. Scriue Erodoto che Nicotrice pre$$o a Me$opotamia ritardò il cor$o dello Eufrate che andaua troppo veloce con farlo andar piegato & torto, & certamente|che e’lne $eguita di cio que$to 40 che lacqua $i mantien piu, doue ella corre piu tardi, & è que$ta vna co$a $imile, come $e alcuno $cenda da vno alto monte per vna via non precipito$a, ma hora per vn $entiero $u la man manca & hara $u lade$tra. Et che la velocità del fiume $ia cau$ata da lo hauere il fondo a pendio, è a$$ai manife$to. Il cor$o [394]DELLA ARCHITETTVRA del fiume troppo veloce & ancora il troppo tardi è nociuo all’unbi$ogno & al- l’altro, perche que$to caua $otto & fà roumare le ripe, & que$t’altro genera fa- cilmente l’herbe, & facilmente diacci, chi ri$trigne$si vn’ fiume harebbe for$e maggior’fondo, & chi abba$$a$si il letto del fiume, harebbe le acque piu ba$$e, nello abba$$are il letto del $iume & in leuar’via gli impedimenti, & in nettarlo, $i 5 tien’qua$i il mede$imo ordine, & la mede$ima regola, de quali ne diremo di- poi; ma lo abba$$areil letto in que$to lato $i farà indarno, $e già il fondo diuer- $o il Mare non $eguiterà parimente ba$$o che l’acque vi po$sino correre.

Dello addornare le $o$$e, che e’ non manchila abbondantia delle Acque, & 10 che ella non $ia impcdita. Cap. XI.

IO vengo a parlare delle $o$$e, egli è da de$iderare che labbondantia delle ac que nõ manchi, & che ella non $ia impedita dal $uo determinato ordine; che ella nõ mãchi habbiamo duoi modi, <007>l primo che donde noi pigliamo la ac- qu a ella $ia a$$ai. Il $ecõdo che hau\~edola pre$a ella $i mantenga a$$ai. Cõducera$ 15 $i vn’ cõdotto nel modo, che di$opra ti dic\~emo, & che l’u$o della gia cõdotta nõ $ia impedito, otteremo noi cõ l’hauerne cura & diligentia, $e noi cioè la nettere mo $pe$$o, & ne caueremo $pe$$o quelle co$e, che vi $i fu$sino cõdotte. Ma e’ di- cono che vna fo$$a da acqua è vn’fiume addorm\~etato, & però $e gli appart\~egono tutte quelle co$e, che a vn fiume, & innanzi tratto hà bi$ogno di $aldezza & fer- 20 mezza di fondo, & di fiãchi, accioche ella nõ $i $ucci, onõ ver$i per alcune $e$$u- re le acque, che ella riceuerà; & mede$imam\~ete bi$ogna che ella $ia piu affonda che larga, $i per poter’ reggere le naui, $i perche ella $ia n@@co ra$ciutta da Soli, & mãco generi herbe. Furono tirate molte fo$$e dallo Eu$rate nel Tigre, <002>che l’Eu frate è di letto piu alto, la Lõbardia parte d’Italia che è intorno al Pò, doue egli 25 èpiu ba$$o & intorno allo Adice $i nauiga tutta per le fo$$e, ilche in quel luogo è cõce$$o dalla pianura. Dice diodoro che Ptolomeo v$ciua del Nilo per vna fo$$a che egli apriua nauigando, & nauicato che egli haueua la $erraua. I rimedii per que$ti difefti $on que$ti, il ri$trignere, il nettare, il chiudere. I fiumi $i $tringono cõ gli argini, fà che la linea de gli argini nõ $ia repente ma $tringa & $erri apoco 30 apoco i fiãchi. Ma doue da vn’luogo $tretto tu harai a la$ciare v$cire vn’fiume in vn’luogo piu largo & piu aperto nõ ve lo la$ciare cadere a vn’tratto, ma allunga to il canale, fà che dipoi il fiume apoco apoco torni cõ allargar$i con l’onde alla $ua primiera larghezza, accio che egli nõ offen da & nõ faccia dãno cõ i $uoi im- portuni ritro$i & auolgim\~eti, cercãdo la lic\~etia $ubita della $ua libertà. Metteua 35 il fiume Mela nello Eufrate & Artanatrice Re, indotto for$e da de$iderio di ac- qui$tar$i fama, gli riturò lo e$ito, & inundò pertutto il pae$e, nõ molto doppo la gran machina, della impedita acqua roppe cõ tãta furia, & cõ tãto impeto delle onde, che ella ne portò $eco molte po$$e$siõi, & gua$tò gran parte della Galacia & della Frigia. Il Senato cõdannò l’in$olétia di que$to huomo in trenta tal\~eti, & 40 faccia appro$ito che noi habbiamo letto ancora che a$$ediãdo Iphicrate Stimfa le, $i sforzò di $errare con vna infinità di $pugne di pietra l’acqua del fiume Era- $io, il qual fiume pa$$a $otto il Mõte, & rie$cene gli Argiui, ma la$ciò $tare <002> au- uertim\~eto fattoli da Gioue. Lequali co$e e$s\~edo così è bene auertirne in que$ta [395]LIBRO DECIMO. maniera. Farai il lauoro degli Arginigagliardi$simo, & la gagliardezza te la darà la $aldezza del legname, & il modo, & la grandezza di tal lauoro, da quella parte che l’onda pa$$ando $opra harà a cadere, fa ch’ella nõ ca$chi a p<007>ombo da lato difuora, ma fa ch’ella vi uadia con dolce pendio, di modo ch’ella vicorra adagio, & $enza ritro$o, o auuolgimento d’acqua alcuno, che $e nel cadere ella 5 cominciera a cauarui $otto, riempiui $ubito non con legname minuto, ma con $a$si grandi, interi, $tabili, & accantonati, giouerà ancora il metterui fa$tella di $tipe, accioche l’acqua nõ arriui $ul $ondo $enõ rotta, & $tracca. In Roma ueggiã noi il Teuere e$$ere $tato ri$tretto dalle muraglie in molti lati. Semiramide nõ cõtenta di fare gli argini di mattoni, aggiũ$e a gli argini l’asfalto gro$$o quattro 10 cubiti, & ui fece ancora mura lunghe molti $tadij, di altezza ch'erano alpari del le Mura della città. Que$te $on co$e da Re. Noi $aremo cõtenti d’uno argine di terra, $i come Nicotrice li $ece di Terra appre$$o li A$sirij, o quali noi ueggiamo per la Lombardia, doue ueggiamo grãdi$simi fiumi qua$i $tare in Aria talm\~eto che in alcuni luoghi $oprauanzano con il loro piano, le altezze delle capãne. Et 15 $aracci a$$ai $e noi mureremo il ponte di muraglia $tabile. Sono alcuni che per fare gli argini lodano le piote piene di herba leuate dal prato, & à me ancora piacciono a$lai cõcio$ia che mediãte quelle barboline diu\~etano forti$simi, pur che $i a$$odino con batterli a$$ai. Tutta la ma$$a de gli argini certamente, & ma$- $imo quella parte che è bagnata dalle onde bi$ogna che $i a$$odi, & $i faccia du- 20 ri$sima, & $errata grãdi$simamente in modo che nõ $i po$$a nè penetrare nè ro- uinare. Sono alcuni, che inte$$ono negli Argini alcune pertiche di Vimini, lauo ro certo fermi$simo, ma di $ua natura $atto per a t\~epo, percioche e$$endo le per- tiche atte facilm\~ete a corrõper$i, accade chei raggi delle acq; entrano, & occupa no iluoghi del legname infracidato, & di quiui incominciando a pa$$are accre- 25 $ciuti, i canali de pori, ne $eguitano riui maggiori. Di que$to haremo noi mã- co paura $e noi ci $eruiremo di pertiche verdi. Altri piantano giu per le riue $aliconi, ontani, Pioppi, & altri Alberi che amano le acque, con ordini molto $pe$si. E'certam\~ete que$to molto commodo, ma èancor e$$o $ottopo$to a quel difetto che noi diceuamo delle pertiche, perche infracidati$i alcuna volta per 30 la vecchiaia, i piedi delli Alberi gia morti, ver$ano per li $traforamenti, & per le buche che per ciò vi rimangono. Altri, il che mi piace grandem\~ete piantano in $u le riue virgulti, & ogni $orte di herbe, che ama le acque, che produca piu barbe, che ella non fa rami, della quale $pecie è il $alcio, il giunco, le cãnuccie, & principalmente le Vetrici, percioche que$ta multiplica di a$$ai & molte bar- 35 be, & $pande molto lunghe, & molto viuaci barboline, & per il contrario fa ra- mi piu ba$si, & piu fle$sibili, che $cherzano con l’onde, & non $e gli con trapongono, & quel che gioua a$$ai que$ta pianta per il de$iderio che ella hà dell’acqua continouamente $i uà a ficcare nel fiume. Ma doue l’argine $arà fatto $econdo il cor$o del $iume, bi$ogna chela ripa vi$ia ignuda, & netta ac- 40 cioche ei non $i ri$contri co$a alcuna, per la quale $ia irritata la piaceuolez- za del cor$o. Madoue lo Argine $i contraporrà al fiume per uoltarlo, perche in que$to luogo e’re$i$ta piu gagliardamente, affortifichi$i con tauo- le. Ma$e tu harai a $cacciare, o a reggere tutto il pondo del fiume con vno [396]DELLA ARCHITETTVRA argine attrauer$o, alhora nella $tate quando le acque $aranno piu ba$le manife- $tando$i il letto del fiume, fà vn $odero, o vero vn graticcio con congiugnere in $ieme pedali di Rouere molto lunghi, & congiugni & incatena bene in$ieme con $pranghe que$to fodero, & metti, i pedali per il diritto del letto del fiume che con le te$te $caccino la corrente, & ficca per quanto il terreno te lo compor 5 ti, nella profondità del letto pali auzi per i buchi fatti in detti foderi. Fatto que $to $odero di$t\~ediui $u$o altri legni a trauer$o & $opra que$to fodero metti vna gran machina di $a$si, & murala con calcina, o doue tu non po$$a fare la $pe$a, legale in$ieme con fa$ci di ginepro intrame$colati con e$si $a$si. Di quì auuerrà che l'acqua non potrà muouere la $mi$urata grandezza del pe$o, & la $aldezza 10 del fodero, & $e l'acqua co $uoi ritro$i cercherà di $cauarui $otto il terreno, gio- uerà, & aiuterà al bi$ogno tuo, perche ella ne darà vtilità che aggrauando$i il detto fodero & andando$ene $ul fondo, trouerrà il tal pe$o $ede, da fermarui$i fermi$sima. Ma $e il fiume $arà pieno continouamente d'acque & profondo in modo che tu non po$$a metterui que$ti foderi, $eruirati di quei modi con i qua- 15 li ti dicemmo che tu face$si le pile de Ponti.

Con quali Argini $i affortifichi il Lito del Mare, in che modo $i faccia forte il Porto, & le entrate $ue, & con che artificio $i $erri l' Acqua, che non $e ne uadia. Cap. XII.

AFfortifichera$si ancora illito del Mare con Argini, ma non fatti come 20 quelli de fiumi perche l'acque de fiuminuocono con le loro ingiurie, ma non per quella via che fanno le onde del Mare. Percioche e' dicono che il Mare di $ua natura è quieto & tranquillo, ma che e' $i muoue per e$$ere $pinto sforzato da Venti, & di quìauiene che le onde per ordine l'una doppo l'altra contendono con il lito, doue $e e' $i metterà loro per argine à rincontro 25 alcuna co$a à trauer$o, & ma$simo $cabro$a & a$pra & pilo$a, elle vi $i cõtrapor- ranno con tutte le forze loro & riperco$$e $alteranno in alto romperanno$i, & ca$cando co$i rotte da altro $mouerãno il fõndo, & cauerannolo con la loro a$si- dua mole$tia, & rouineranno cio che $e li contraporrà. Et che que$to auuiene co$i, lo dimo$trano l'altezza de ifondi che $i truouano alle riue della marina. 30 Ma $e il litto $arà co$i ver$o il Mare con dolce pendio battuto dalle ond:, non hauendo percio il Mare cõmo$$o che combatta con l'onde ri$caldate, il mare la $cia lo impeto, & con onde piu quiete, & piu benigne ritorna in $e $te$$o, & $e egli harà pre$o, o portataco$a alcuna per il commuouere delle rene egli le la- $cerà & po$eralle in luogo piu quieto, per il che noi cono$ciamo che i liti, che 35 in que$to luogo $portano in Mare, di poco terreno l'un dì piu che l'altro cre$co no allo adentro ver$o il Mare. Ma doue il Mare percoterà in vna punta d'un monte, & che e' vi $arà la linea del lito torta a gui$a di cerchio, o d'arco, quiui il Mare andrà ratto $econdo il lito, & vi correrà, & vi $i aggirerà, onde anuiene, che in $imili luoghi per tutto, lungo il lito vi $ono canali profondi. Al- 40 tri dicono che il Mare di $ua natura hà il flu$$o & il reflu$$o, & hanuno con$ide- rato che l'huomo non muore mai, $e non quando il mare $cema, qua$i che que- $ta co$a dia di sè argomento che e$$o mare habbia aicuna anima, o moto co- mune & corri$pondente alla Vita de gli huomini, & di que$te co$e $ia detto [397]LIBRO DECIMO. a ba$tanza. Ma il cre$cere & lo $correre del Mare, è co$a manife$ta che in al- cuni luoghi $i varia. Il Mare di Negroponteogni giorno $i varia $ei volte alle onde. A Con$tantinopoli non $i varia $e non con lo andare nel Mare mag- giore. Nella propontide il Mare di $ua natura getta al lito tutte quelle co$e, che vi $ono condotte da fiumi, però che quelle co$e, che $i muouono median- 5 te le agitationi poi che elle hanno trouata la $ede da quietar$i, $i fermano. Ma veggendo noi che la maggior parte de liti gettano vna quantità di rena, & la$cia no ancora de $a$si, e' mi piace di raccontar quelle co$e, che io truouo appre$$o de Philo$ophi. Io hò detro altroue che la rena è fatta di fango, ra$ciutto dal So le, poi che il calor del Sole l'harà diui$a in minuti$simi corpicelli. Dicono che le 10 pietre $on generate da l'acqua del Mare, percioche e' dicono che l'acqua diuen ta tiepida per il Sole & per il moto $i $ecca, & percio $i $erra in$ieme, con$umate dal caldo le parti piu $ottili, & conduce$i a quella gro$$ezza, perche $e il Mare al cuna volta $i quieta un poco, fà a poco a poco vna $corza mucida, & qua$i fango $a, & rompe$i di poi que$ta $corza, & gua$ta$i per i moti, & per le ripercus$ioni 15 diuenta come zolle, & vno certo che, $imile alle $pugne, & que$te zolle $ono git tate $ul lito, nel qual luogo elleno pigliano le rene commo$$e, & $e le applica- no, & applicate$ele in que$ta maniera per la forza del Sole, & del Mare $iri$ecca no, & $i $errano piu in $ieme, & in proce$$o di tempo induri$cono talmente, che diuentano pietre. Que$te co$e hanno dette co$toro. Noi nondimeno veggia- 20 mo che alle foci de fiumi per tutto i liti cre$cono a$$ai, & ma$simo $e quei fiu- mi $ono di quelli, che corrino per campagne fciolte ne quali mettino molti al- tri fiumi. Percioche e' ragunano & gettano in $u le foci al lito del Mare di quà & di là a$$ai rena, & a$$ai $a$si come qua$i vno Argine, & fanno il lito piu aden- tro ver$o il Mare, ilche lo dimo$tra che co$i è lo Hi$tro & il Fa$$o de Colchi, & 25 molti altri & ma$simo il Nilo. Gli Antichi chiamarono lo Egitto ca$a del Nilo, & affermano che gia era ricoperto $ino alle Palude Pelu$ie dal Mare. Et dico- no che alla Cilicia fù aggiunto vna gran parte dal fiume. Ari$totile dice che il moto delle co$e è continuo, & che in proce$$o di tempo auerrà che il Mare $i $cambierà di luogo con imonti, di qui di$$e colui.

30 Cio ch'è $otterra in proce$$o di tempo, Si $coprirà pale$e, & uerrà fuori, Et le co$e $coperte andran' $otterra.

Torno hora a propo$ito. Oltra di que$to l'onde marine hanno ancora in $e que$ta natura, che vrtando in vna muriccia di $a$si oppo$ta loro, la battono & 35 gli fanno forza, & partendo$ene quanto piu d'alto ca$cano le acque commo$- $e, tanto piu cauano $otto la rena. Que$to $i può vedere, che alle ripe, & a gli $cogli doue è il mare pro$ondo, egli vi $i ripercuote piu forte, che doue ei non hà con chi combattere $aluo che con vn lito piaceuole & piano, le quai co$e e$$endo così, $arà certamente vna grandis$ima indu$tria, & da homo di gran- 40 dis$imo ingegno che tu raffreni l'impeto & gli $piriti del Mare; Percioche il ma re ingannerà in gran parte & le arti & la mano delli huomini, & non facilmen te $arà vinto dalle forze di quegli. Giouerà certamente il farui le ba$e de i fon- damenti in quei modi, che noi dicemmo altroue che s'a$pettauano à ponti.

[398]DELLA ARCHITETTVRA

Ma $e e' ci $arà dibi$oguo che per affortificare il porto e' $i habbia a fare vn Mo- lo nel Mare, cominceremoci da la terra ferma & dallo a$ciutto: & di poi produ- remo la muraglia in mare non tutta ad vn tratto, ma prima vna parte, & poi vn altra, & la prima co$a procureremo che que$ta muraglia $i ponga in terreno quanto più $i può $tabile, & pon\~edolo doue tu ti voglia e' bi$ogna amma$$arla 5 di pietre quanto più $i può grandi$sime. Di modo che la muraglia de $as$i $tia cõtro à l'onde qua$i vn poco a pendio, accio che il pe$o dell'onde, che vengono (per dir co$i) & le lor minaccie $i ammorzino, & nõ trouando doue dar di pet- to in piena, ritornãdo in dietro, nõ rompino ma $e ne ri$corrino piaceuolm\~ete. Percioche in que$to modo l'onda, che ritornerà ver$o il Mare, riceuerà & ritar- 10 derà, le altre onde, che doppo lei veniuano a proda, e' pare che ale bocche de fiumi $i debba o$$eruare i mede$imi ordini, che ne porti, cõcio$ia che le naui al t\~epo delle t\~epe$te $i rifugghino in quel luogo. La prima co$a io vorrei che le foci de fiumi $i affortifica$$ero, & $i $trigne$$ero cõtro le onde del Mare. Diceua Pro- pertio $ia vinto, o vinci altri, que$ta è la ruota di Amore, co$i interuiene in cote- 15 $to luogo; percioche cõtinouam\~ete o le foci $ono $uperate da lo impeto del Ma re, che nõ re$ta mai, & $ono riturate da la rena; oper il cõtrario cõ laloro a$sidui tà & con la perfidia del vincere $uperano l'impeti del Mare. Per il che mi piace- rà a$$ai, $e tu sboccherai vn fiume in Mare con duoi rami pur che le acque $ieno a ba$tanti. Et que$to non $olo perche alle Naui mutato$i vento $ieno piu pron- 20 te l'entrate, ma $e ancora ti $i cõtrapone$si alcuna forza di Tempe$te o che l'vna delle bocche per auentura tirando Au$tro fu$$e riturata, gonfiate le acque per le piene, non isboccando allaghino il pae$e,' ma che vi$ia via aperta da potere e$- $ere riceuute nel Mare. Di que$te $ia detto a ba$tanza. Re$taci a dire del nettare & votare. Cefare po$e vna gran cura nel nettare il Teuere. Era certamente ri- 25 pieno di pezzami & di ribalderia. Sono ancora & dentro & fuori della città non di$co$to dal Teuere monti non piccoli fatti di pezzami di terra cotta cauati del fiume, non mi ricordo d'hauer letto con quali artifitii caua$$ero tanta materia di vn fiume tanto po$$ente. Ma io mi pen$o che e' face$sino $teccati, con i qua- li mandato da parte il fiume, & cauatone l'acqua, e' caua$sino di poi gli impe- 30 dimenti, che vi erano. Gli $teccati $i $aranno in que$to modo, ordinerai traui piallate per lo lungo, & da l'vn capo à l'altro farai nella gro$$ezza de gli lati ca- nali di quà & di là a$$ondi quattro dita; larghi $econdo la gro$$ezza delle tauo- le, delle quali ti harai a $eruire per tal bi$ogno, & apparecchierai tauole vguali di gro$@ezza & di lunghezza, ordinate que$te co$e, ficca le tue traui, che ti di- 35 cemo, che elle $tieno a piombo con ragioneuoli $patii infra di loro, $econdo la lunghezza delle ordinate tauole, ficcate le traui & bene ordinate, metti le tauo- le $u da alto da le te$te, & fà che elle $cendino $ino nel fondo per i canali delle traui. Vn lauoro co$i fatto il Vulgo lo chiama catheratte, ma tu metti $opra le dette tauole, altre tauole, & $errale che elle $i cõgiunghino bene in$ieme, $com- 40 parti$ci poi in luoghi commodi & opportuni trombe torte da tirar $u l'acqua, trombe diritte, $chizzatoi, & $ecchie, & ogni in$trum\~eto da cauare acque, & ag- giugniui vna moltitudine di huomini, che in un $ubito $enza ripo$ar$i mai, o in- trametter t\~epo in mezo, cauino l'acqua dentro da lo $teccato, & $e e' ue ne en- [399]LIBRO DECIMO. tra$$e da banda alcuna, rituraui cõ panni & ti riu$cirà il lauoro come tu cerchi. Infra que$ta $orte di $teccato da acqua, & quell' altra di che noi ci $eruimmo nel murare de ponti ci è que$ta differentia, che quella bi$ognò che fu$$e $tabile, & da durare a$$ai, fino à tãto che le pile nõ pur fu$sino finite, ma che finite haue$- $ino fatta la pre$a & a$$odate$i. Ma que$ta qui è, per a tempo, & il dì dipoi che tu 5 harai cauato il fango l'harai a leuare uia, & portarla altroue. Io ti auuerti$co di que$to, o netti tu il fiume con que$to $teccato, o pur voltando il fiume in altra parte, guardati di non combattere con tutta labondanza, & con tutta la forza dell' acqua in vn mede$imo luogo a vn tratto, ma fà il tuo lauoro in piu uolte. Prima un membro, & poi un altro, quei lauori, che $i faranno contro il pe$o, & 10 contro l'impeto delle acque, $e $aranno fatti con uno arco che uolti il dor$o uer$o l'impeto delle acq;, re$i$terãno piu gagliardam\~ete. Faraia a fondo il $iume $e tu li farai vno argine a trauer$o il modo che l'acqua $i habbia ad alzare $u$o al- to, & che ella $i sforzi a gõfiare a$$ai, uerrati ancor di qui fatto que$to che l'onda, che pa$$erà di $opra colla $ua caduta vi cauerà vna fo$$a, & ancora quanto dalla 15 parte inferiore del fiume tu $cauerai piu a fondo, tanto il letto del fiume $i $ca- uerà $ino al $uo fonte; percioche l'acqua nello $pigner$i cõmuoue, & perturba continouam\~ete il terreno & lo porta uia. Purgherai ancora un riuo, & una fo$$a in que$to modo mettendoui dentro bufoli, $errala che l'acqua vi $i alzi; Dipoi fà che il be$tiame cõ correrui, & agitarui$i $pe$$o faccia l'acqua torbida, & $ubito 20 dà la uia a l acqua, ch'ella $e ne uadia precipito$a, & ch'ella laui. Et $e perau\~etura $arà co$a alcuna $otterrata nel fiume, o fittaui che li dia impedim\~eto, oltre all' al tre machine che sãno fare i Mae$tri, quella è atti$sima che tu vi cõduca vna naue carica, allaquale legherai forti$simamente qual co$a $i $ia que$ta, o palo, o qual altra co$a $i uoglia che tu habbia a $uerre. Dipoi $carica la naue del pe$o di che 25 era carica, di qui na$cerà che alleggerita$i di pe$o alzando$i $opra delle acque, ella $uerrà, & $ino dalle barbe, quel che tu gli harai legato, giouerà molto $e nel lo alzar$i la naue, tu aggirerai il palo come $i fa una chiaue. lo hò ueduto nel pae$e di Pale$trina vna creta humida, nella quale $e tu ui ficcheraio un palo o vna $pada non piu aftonda che vn cubito, non $arà mai po$sibile che con forza 30 alcuna di mano tu ne la po$$a cauare, ma $e nel uolerla cauare tu la girerai vn poco, come fanno coloro, che uogliono $orare cõ $ucchielli ti riu$ciràil cauarla piu facilm\~ete, Appre$$o à Genoua era uno $coglio a$co$o $otto le onde, che im- pediua le entrate Del Porto, trouo$si vn huomo a tempino$tri dotato di mara- uiglio$a arte & natura, che lo $cemò, & aper$e largamente detta entrata. E $par- 35 ta$i vna fama che co$tui $taua $otto le acque a$$ai, & che e' nõ ueniua fuor dell'ac que per rihaure il fiato $e non doppo lũgo t\~epo, cauerai il fango del fondo, cõ vna rete gro$$a, & rõchio$a d\~etroui vn'$acco perche $tra$cinãdola $e ne empierà, caueralo ancora doue il Mare nõ $arà molto fondo co uno in$trum\~eto di pala.

Fa di hauere due barcotte, in una delle quali rizza vno $tile in $u la poppa, nel 40 quale giuocolivna antenna lunga: non altrimenti che $i faccino un par di bi- lance ne loro $u$o, in l'una delle te$te di que$ta antenna, che pende dalla naue $ia accommodata vna pala larga tre piedi, & lunga $ei, i manifattori affondan- do que$ta, caueranno il fango, & lo gitteranno nell'altra barca quiui apparec- [400]DELLA ARCHITETTVRA chiata. Da que$ti principij $i potranno fare molte co$e $imili, & piu vtili, che $arebbono co$e lunghe a raccontarle. Ba$ti in$ino à qui di que$ti. Re$taci il chiuder l'acque. Serera$si il cor$o dell'acque con le cateratte, $erera$si ancora con li $teccati. L'uno, & l'altro hà bi$ogno di canali di pietra $aldi$sima, come ti dicemmo che $i faceua nelle pile. Alzeremo il pe$o delle cateratte, $enza peri- 5 colo de gli huomini, aggiugnendo al fu$o che lo tira alcune ruotte con denti, le quali noi moueremo come quelle de gli horiuoli, adattatii d\~eti d'un altro fu$o a tale lauoro, & a tal moto. Ma commodi$sima piu di tutte l'altre $arà quella ca- teratta, che $opra il mezo di $e $te$$a hara colocato vn fu$o a piõbo, ilquale $i uol ti, appichera$si al fu$o la cateratta quadrata, che $tia te$a come una uela quadra 10 $ta di$te$a in una naue da carico, che da l'un lato, & dall'altro po$$a e$$ere girata, & da poppa, & da prua, ma i lati di que$ta cateratta, o porta non debbono e$$ere vguali perche da piede ella $arà alquanto piu $tretta qua$i che tre dita che da capo; & di qui auuerrà che $i aprirà da un fanciulletto $olo, & per il contrario ancora $i $errerà da $e $te$$a, vinc\~edola il pe$o dello lato piu lungo di $opra. Farai 15 due cateratte, rinchiu$o il fiume in duoi lati, la$ciatoui uno $patio per quanto è lunga una Naue, accioche $e e' u' harà a $alire vna naue poi che la ui $arà arriuata chiugga$i la cateratta di $otto, & apra$i quella di $opra, ma $e ella harà a $cendere per il contrario $erri$i quella di $opra, & apra$i quella di $otto. Et co$i la$ciata an dare la naue con que$ta parte del fiume $arà portata dal fiume à $econda. Et il 20 re$to della acqua $arà mantenuta dalla cateratta di $opra. Non la$cerò in dietro quel che s'appartiene alle vie per non replicare que$te, Fara$si la $trada ben net ta, & ben pulita nelle città non la alzando di pezzami, ilche è mal fatto, ma piu to$to leuandone, & $pianando per tutto allo intorno, & portando via, accioche gli $pazzi, & il piano della città nõ venga $otterrato dallo alzarui$i delle $trade.

25 Del rimediare ad alcune co$e, & del re$$ettarle generalmente. Cap. XIII.

HOra andremo dietro a trattare delle altre co$e piu minute che $i po$$ono ra$$ettare con piu breuità che noi potremo. In alcuni luoghi per e$$erui- 30 $i condotta l'acqua, il pae$e vi è diuentato piu caldo, & in alcuni per il cõ- trario piu freddo. Pre$$o à Lari$$a in Te$$aglia vi era la campagna coperta di ac- qua morta, & tarda, & percio vi era l'aria gro$$a, & caldiccia; Dipoi cauatone l'acqua & ra$ciutta la campagna diu\~etò la regione piu fredda, di maniera, che gli Vliui da quiui inanzi, che prima vi erano in abondantia tutti allo intor- 35 no ui $i $eccauano. Per il contrario appre$$o a Filippici per e$$erui$i come dice Tcofra$to cauato l'acqua, & ra$ciutto il lago, auuenne che hebbono manco $tridori. Et $i crede che la cau$a di que$te co$e venga dalia aria che vi $pira pu- ra, o non pura: percioche e' dicono che l'aere gro$$o $i muoue piu tardi, ma che mantiene piu le impre$sioni calde, o fredde. Ma l'aria $ottile è piu atta 40 al fredda$i, & pre$to ancora $i ri$calda da raggi del Sole, & dicono che una cam- pagna non colriuata, & abbandonata, cau$a l' aria piu gro$$a, & meno benigna. Doue le $elue cre$chino ancora folte talmente che e' non ui entri Sole, ne vi penetrino i Venti, ui $arà certo laere piu crudo, Al lago Auerno erano le $pe- [401]LIBRO DECIMO. lonche delle $elue tanto folte che il zolfo e$alando per quei luoghi $tretti am- mazzaua gli vccelli, che ui uolauano $opra. Ce$are tagliate le $elue fece che di una aria pe$tilente diuenne benigna & amena. Pre$$o a Liuorno Ca$tello ma- ritimo di To$cana erano gli huomini $empre ne giorni caniculari oppre$$ati da graui$sime febbre, ma fatto gli Abitanti un muro ri$contro al Mare $i man- 5 tennono poi $ani, ma dipoi me$$a l'acqua ne $o$si per far l'edifitio piu $icuro, $on tornati di nuouo ad ammalarui$i; Scriue Varrone che hauendo lo e$$erci- to pre$$o à Corfù & morendo$i qua$i tutto di pe$te, $errò tutte le fine$tre che uer$o Au$tro erano aperte, & a que$to modo cãpò lo e$ercito. A Murano pati- $cono rare uolte di pe$te, $e b\~e Venetia lor città principale ne è mole$tata a$$ai, 10 & grauemente, & pen$ano che que$to accaggia per la grande abbõdanza delle fornaci de uetri, percioche egli è co$a manife$ta che l'aria $i purga marauiglio$a- mente da fuochi, & chei ueneni habbino in odio il fuoco ne è inditio, che egli hanno auuertito chei corpi morti de gli animali ueleno$inõ generano uermi- ni come gli altri, per que$to che la Natura del ueneno è diammazzare, & e$tin- 15 guere del tutto ogni forza di uita; ma $e i mede$imi $ono tocchi dalla $aetta, al- lhora generano uermi, percioche il ueneno loro è $p\~eto dal fuoco. Et che i uer mi $on generati ne corpi morti de gli animali nõ da altro, che da una certa po- t\~etia ignea della Natura, che muoue queilo humido, che è in quelli, atto à $piri ti uitali, lo $pegnere de quali $i a$petta proprio al ueleno doue egli $ia $uperio- 20 re, ma doue egli è $uperato dal fuoco nõ ui può niente. Se tu $uerrai herbe uele no$e, & ma$simo la $quilla, ti auuerrà che quel cattiuo nutrim\~eto della terra $a- rà attratto a $e dalle piãte buone, & pre$o tal nutrim\~eto $i gua$teranno. Gioue- rà piãtare una $elua, & ma$simo difrutti uer$o i uenti nociui, perche egli impor ta grãdemente da qual ombra di frondi, o foglie tu riceua l'aria. Dicono che la 25 $elua de gli arbori, che fanno la pece, gioua grandem\~ete a Ti$ici, & à coloro, che per lunga malattia nõ po$$ono rihauere le forze. Ma per il cõtrario quelli albe- ri, che hanno le foglie amare, percioche elle ne pre$tano arie pe$tifere. Se alcun luogo $arà humidiccio, paludo$o, & pantano$o, giouerà molto allargarlo, & far che u'entri a$$ai aria, percioche i puzzi & le nociue be$tiuole, che ui na$cono $i 30 $pegneranno pre$to per la aridità & per i venti. Appre$$o ad Ale$$andria vi èun luogo publico nel quale $i pongono & nõ altroue tutte le brutture, & tutti gli auanzaticci de pezzami della città, & di già hanno fatto un mõte tãto alto, che porge molta opportunità à nauigãti per entrare in porto, piu facilm\~ete adun- que i luoghi ba$si & voti mediãte vna legge $imile $i riempieranno. A Venetia 35 (ilche io lodo grandem\~ete) a t\~epi mia, cõ i nettam\~eti della città hanno amplia- to infra le Paludi piazze grãdi$sime. Coloro che cultiuano i cãpi pre$$o alle Pa- ludi dello Egitto dice Erodoto, che per fuggire & $chifare la mole$tia delle zan zare & delle Mo$che, dormono in Torri alti$sime. In Ferrara $ul Pò dentro al- la terra non $i veggono troppe zanzare. Ma fuori della città a chi non ui è auez- 40 zo $on co$a e$$ecrabile, pen$ano che elle $i caccino della città per la abbondan- tia de fuochi & de fummi, la Mo$ca nõ $tà volentieri ne all' ombra ne al freddo ne in luoghi uento$i, & ma$simo doue le fine$tre $arãno alte. Sono alcun che di cono che le Mo$che non entrano doue $ia $otterrata una coda di lupo, & che le [402]DELLA ARCHITETTVRA co$eveleno$e $i cacciano via con impiccar in aria vna $quilla. Ino$tri Antichi contro il gran caldo v$auano a$$ais$imi rimedii, in$ra i quali dilettauano i’porti chi $otto terra & in volta, che non hanno lumi $e non da lato di $opra. Diletta- uano ancorale $ale che haueuano gran $ine$tre, & dalla contraria parte dimezo dì. Et quelle ma$simo, che riceueuano li ombro$i venticelli da altre $tanze che 5 fu$sino mede$imamente coperte; Metello nato di Ottauia $orella di Augu$to coper$e il $oro di tende, accioche i litiganti vi pote$sino $tare piu $ani; mache per rin$re$car$i vaglia molto piu il vento che l'ombra, lo cono$cerai dal coprire i luoghi conle tende, che non vi po$$a venir venti. Plinio racconta, che nelle ca$e $i $oleuano fare i ricettacoli delle ombre, ma e' non de$cri$$e già in chemo 10 do fu$$ero fatti. Ma $ieno come $i voglino, e' bi$ogna imitare la Natura, e' $i può vedere che quando tu aliti con la bocca a$$ai aperta tu mandi fuori il fiato tiepi do, ma quando tu aliti con le labbra alquanto piu $trette, lo mandi fuori alquan to piu freddo, co$i in cote$to luogo nello edificio, doue il vento venga per luo- go piu aperto, & ma$simo veduto dal Sole egli è piu caldo, ma doue e' venga 15 per cammino piu $tretto, & piu ombro$o egli vi è & piu veloce & piu freddo, $e l'acqua calda $ia da vna cannella condotta per vn'altra che vi $ia pa$$ata la fredda $i raffredda. La $imile ragione certamente $arà della aria, cercano della cagio- ne per che $i auuenga che chi cammina al Sole non diuenta nero, & chi vi $tà fermo sì, ellaè co$a manife$ta, percioche per il moto $i muoue la aria, da la qua 20 le è impedita la $orza de raggi del Sole. Oltra di que$to perche la ombra $ia da per $e piu gelata, giouerà molto fare $tanze l'una $opra l'altra, & mura dietro al le mura. Et quanto que$te $aranno piulontane l'una da l'altra, tanto $arà l'om bra piu gagliarda che il caldo, fino a tanto che un luogo co$i coperto, & co$i ac- cerchiato non $i ri$caldi. Percioche que$to $patio, che è fra l'un muro 25 & l'altro, hà qua$i la mede$ima po$sanza, che harebbe un muro di gro$- fezza vguale, ma è miglior di quello, perche il muro $i $poglia piu tardi di quel- la vampa, che egli hà pre$a dal Sole, & tiene ancora piu lungamente il freddo che egli harà pre$o. In$ra que$te mura doppie, che noi habbian detto $i mantie ne vgualmente l'aria temperata, ne luoghi, doue gl'impeti de $oli offendano a$- 30 $ai, un muro fatto di pomice non piglia co$i pre$to il caldo, & manco lo ritiene. Sele porte delle camere $aranno con u$ci doppi cioè, s'elle $i $erreranno cõ vn v$cio di dentro, & con vno altro di fuori, talmente che infra l'una porta & l'al- tra $i rinchiugga tanto d'aria, quanto vn cubito, auerra che coloro, che parleran no dentro, non potranno in modo alcuno e$$ere inte$i da chi $arà fuori.

35 Che alcune co$e piu minute giouano à l'u$o del fuoco. Cap. XIIII.

HOra $e noi haremo à edificare in alcun pae$e, che $ia troppo freddo, $er- 40 uiremoci del $uoco. V$a$i il fuoco in uarii modi. ma quello v$o $arà piu di tutti gli altri cõmodo, che $arà in luogo $patio$o, & lumino$o, percioche $e tu farai fuoco in luogo che tu nõ po$$a mandare uia il fumo, o, in luogo $er- rato in uolta, ne darà aria mal conditionata che ti farà gli occhi ci$po$i, & ti [403]LIBRO DECIMO. indebolirà la ui$ta. Aggiugni che la ueduta delle $iamme & del chiarore del fuoco viuo èuno allegri$simo compagno a uecchi che $i $tanno al fuoco a ragio nare; ma nel mezo della gola del cammino da lato di $opra bi$ogna che vi $ia vna porticciuola attrauer$o di ferro, à la quale poi che $e ne $aràito tutto il fu- mo, & che la brace bene acce$a harà cominciata a couare $e $te$$a, tu dia la vol- 5 ta, & chiuggali la gola, accioche per quella apertura, o vano non po$$a penetra re alcun fiato di $uori; Il muro di$elice, o di marmo è, & freddo & humido, concio$ia che col $uo freddo ri$trigne l'aria, & la conuerte in $udore, quello che è di Tufo & di mattoni è piu commodo, poi che e'$arà a$ciutto del tutto; chi dormirà d\~etro a muraglia humida & nuoua & ma$simo $e ella $aràin volta, in- 10 correrà in graui$sime infermità di doglie, & di febbre, per la flemma & perica tarri; Son$i trouati alcuni, che hanno per tal conto per$o il vedere, & chi s'è rat trato di nerui, & alcuni che hanno per$o l'animo & la mente, & $on diuentati pazzi. Ma perche $i ra$ciughino pre$to $i hà à la$ciare i vani aperti à venti che $corrino. Migliore di tutti gli altri quante alla $anità $arà quel muro, che $i fa- 15 rà di matton crudi ra$ciutti già di duoi anni; la corteccia fatta di ge$$o per e$$e- re troppa $errata fà l'aria mal $ana, & è $pe$$o nociua a polmoni. Ma$e tu farai atorno alle mura un tauolato di Abeto, o di Albero $aràla $tanza piu $ana, nel- l'inuerno a$$ai ben tiepida, & la $tate non $arà molto calda, ma $arà for$e fa$tidio $a per i topi & <002> le cimici, que$to $chiferai tu $e tu riempierai i uani di Calamo, 20 o vero $e tu riturerai tutti i bucolini & tutti i luoghi doue $imili be$tiuole $i po te$sino ri$uggire; ritureranno$i beni$simo con creta con rapillo pe$ta & dime- nata con morchia. percioche que$ta $orte d'animali e$$endo generati di corrut tione hanno in odio del tutto l'olio.

In che modo le Tarantole, le Zanzale, le cimici, le Mo$che, i Topi, le Pulci, le Tignuole, 25 & $imili $i $pengbino, & $i mandin uia. Cap. XV.

MA dapoi che noi$iamo caduti in que$to di$cor$o e' mi piace di raccon- tare in que$to luogo alcune co$e, che io hò letto appre$$o di Authori gra ui. Egliè da de$iderare che vno edifitio nõ habbia in $emole$tia alcuna. 30 Quelli del Mõte Oeta faceuano $acrificio ad Ercole, perche egli gli haueua li- berati dalle zan zare, & i Meliunti perche egli haueua $cacciati i bruchi da le vi- gne; Gli Eolii $acrificauano'ad Appolline per la abbondanza de topi. Benefitio grande certam\~ete, ma e' nõ hanno già in$egnato in che modo e'face$sino que- $te co$e. Ancor che appre$$o di alcuni io truouo que$to. Gli A$sirii con un'pol- 35 mone abbronzato, & con la cipolla $quilla ancora che p\~eda dal cardinale dell'u $cio p\~e$auano che $i $caccia$sino tutti gli animali veleno$i. Dice Ari$totile che tu caccerai fuor di ca$a tutti gli animali, che vãno col corpo <002> terra $erpeggiando, cõ lo odore de la ruta: Et rinchiuderai in vna pentola $e tu vi metterai de la car ne, la moltitudine delli ve$pi; & cõ zol$o, & cõ rigano $aluatico, me$$o ne buchi 40 delle formiche le e$terminerai. Sabino Tyro $cri$$e a Mecenate che elle $ileua uano via $e cõloto di mare, o cõ cenere $e li riturauano i buchi. Plinio dice che elle $i mandauano via cõ l'herba gira$ole, & che que$to è rimedio effi caci$simo [404]DELLA ARCHITETTVRA Altri pen$ano che l'acqua con laquale $i $ia lauati mattoni, $ia loro molto inimi ca, me$$a neloro buchi. Appre$$o de gli Antichi affermano que$to che fra alcu ne co$e, & fra alcuni animali $ono in$ra loro innate & crudeli inimicitie dateli dalla natura, talmente che $ono pernitio$i l'uno a l'altro, & $i dano morte. Don de auuiene che la Donnola per il puzzo d'vna gatta abruciata, & i $erpenti per 5 l'odore del Leopardo $i fuggono, & dicono che $e tu appiccherai vna cimice al capo d'una mignatta, quādo per auentura ella $arà troppo forte attaccata a qual che m\~ebro d'un corpo humano, che ella $ubito $i $piccherà, & cadrà mal condi tionata, & per il cõtrario per il $umo d'una mignatta abruciata $i $cacciano & $i cauan $uori le cimici di qual $i voglia intimi re$ugii che ell'habbino. Dice Soli- 10 no che chi $pargerà la poluere pre$a della l$ola Athamo che è in Inghilterra, $u bito $i fuggiranno tutti i $erpenti. Il mede$imo dicono gli Hi$torici che fà la ter ra, che $i piglia in molti altri luoghi, & ma$simo nella I$ola Eubu$$a. Ma quella che $i piglia dell'I$ola Galeona de Garamanti ammazza gli $corpioni & i$erpen ti. Dice Strabone che in Lybia per paura delli $corpioni quando gli huomini 15 vanno a dormire, che e' $on $oliti di s$regar$i i piedi & iletti cõ lo aglio. In che modo e'$i ammazzino le cimici lo de$criue Sa$erno cõ que$te parole. Metti $ot to l'acqua vn Mellone di quelli, che ilatini chiamarono Cucumer anguinus, & gettala doue tu vuoi che elle non vi $i acco$teran no mai, overamente vgni il letto cõ fiele di Bu$olo me$colato con aceto. Altri vogliono che $i turino i bu- 20 chi cõ la feccia del vino. La barba del cerro dice Plinio è molto nimica alli Scor pioni, & cõtro a $imili nociue be$tiuole, & mas$inio contro à $erpenti il Fra$si- no, hà vna po$$anza miracolo$a. I $erpenti non $tanno mai $u le $oglie delle fel ci, manderanno$i i $erpenti via con lo ardere capelli di dõne, o corna di capra, o di ceruio, o $corze di cedro, o lacrime di galbano, o di Silero, o Ellera verde, 25 o ginepro, & quelli che $i vngono di $eme di Ginepro $on $empre $icuri dalla ingiuria de $erpenti. L'herba Haxo inebbria con lo odorato gli a$pidi, & s'addor mentano tanto che diuentano pigri, contro i bruchi comandano che ne gli or- ti $i $icchi vna te$ta di Caualla in cima d'un palo. I Platani $on nimici de Pippi- $trelli. Se tu anna$$ierai con acqua nella quale vi $i $ia cotto $iori di Sambuco tu 30 ammazzerai tutte le mo$che, ma que$to $i farà meglio con lo elleboro; Ammaz zeranno$i ancor le mo$che con la cocitura dello elleboro nero. Il dente cani- no in$ieme cõ la coda & co piedi $otterrato(come $i dice) in $ala, lieua via la mo le$tia delle mo$che, I ramarri non po$$ono $opportare lo odore del zafferano, il fumo de lupini abruciati ammazza le zanzare. Itopi dallo odore dello aco- 35 nito ancor che da di$co$to $aranno ammazzati. Oltra que$to i topi & le cimici hanno in odio i fumi del Vetriolo. Le pulci tutte $e ne andranno $e tu annaffie- rai le $tanze con cocitura di colloquintida, o di calcatreppolo, ma $e tu anna$- fierai con $angue di becco le vi correranno à monti, $caccion$i con lo odore del cauolo & molto piu con quello dello Oleandro, me$si in varit luoghi va$i 40 di acque per le $tanze $i $pegneranno $acilmente le pulci $altandoui dentro in- con$ideratamente. Le tignuole $i manderanno via col $eme dello A$$entio, & dello Aneto, con lo odore della $auina. Dicono che quella ve$ta non $ara tocca dalle Tignole che $arà $u le funi, ma $ia detto di que$te a ba$tanza. Le- [405]LIBRO DECIMO. quali $or$e$ono $tate molte più che non harebbe ricerco un con$iderato letto- re, ma perdonerammi poi che elle non $on co$e fuor di propo$ito per rimuo- uere gli inconuenienti dalle $tanze. Ancor che contro la mole$tia & l'odio$a a$siduità di co$i fatte, & fa$tidio$e pe$ti, non $ia co$a ne$$una, che paia che po$si giouare tanto che ba$ti.

5 De luogbi delle ca$e da $caldar$i & darinfre$car$i & dello emendare i difetti delle mura & ra$$ettarli. Cap. XVI.

TOrno à propo$ito, è co$a marauiglio$a perche co$i $ia, che $e tu parerai vna $ala di panni di lana, diuenterà il luogo alquanto piu tiepido, & $e tu 10 la parerai di panni Iini diuenterà piu fre$co, $e il luogo $arà troppo humi- diccio cauaui $otto fogne, o pozzi, & riempigli di pomici, o di ghiaia, accio che l'acqua non vi $i corrompa, dipoi di$tendiui $opra un $uolo di carboni alto un piede, & $opra que$to di$tendiui del $abbione, o piu pre$to mettiui docio- ni & ammattonaui poi di $opra. Giouerà certo grandemente $e l'aria $otto al pa 15 uimento potrà re$pirare, Ma contro allo impeto delli ardori del Sole & cõtro alle crudi t\~epe$te dello Inuerno farà molto bene, $e il piano per altro nõ vi $arà humido ma $ecco. Fa che $otto lo $pazzo della tua $ala ella $ia cauata $otto $ino à $ei braccia, & fagli per ammattonato $olam\~ete uno a$sito di legname $tietto, lo $pazzo nõ ammattonato, fà diuentar d\~etro unaaria freddi$sima molto piu che 20 tu nõ credere$ti, talm\~ete che chi ha ancora le pianelle in piede, $i $ente raffred- dare i piedi da legname $te$$o nõ che altro, $enza che ui $ia ammattonato di $or te alcuna, $aluo che di tauole; ma la coperta di detta $ala $opra il capo falla in uol ta, & ti marauiglierai quãto la $tate ella $ia fre$ca, & lo Inuerno tiepida. Et $e per auuentura accadrà quello di che $i duole il Satirico, che il pa$$ar delle carrette 25 perluogo $tretto delleuie, ne lieuino il $onno & rintuonino le uillanie delle importune $tiere, dõde lo Infermo mole$tato dallo $trepito pati$ca, a que$ta in- commodità impariamo dalla epi$tola del piu giouine Plinio, in che modo noi ci habbiamo à rimediare beni$simo, cõ que$te parole, A que$te $tanze è cõgiun ta la camera della notte & del $onno, ne $i $ente in quella le uoci de $erui, non il 30 mormorio del Mare, non il moto del temporale, nõ il lume de Baleni, ne e$$o giorno ancora, $e nõ aprile $ine$tre, tãto è ripo$ta & $ecreta. Etla ragione è che uno androne po$to infra il muro della camera & quello dell'orto, gli $eparal'u- no da l'altro, & in que$to modo $uani$ce mediante que$to $patio, ogni$uono & ogni romore. Vegniamo hora alle Mura, i difetti delle Mura $on que$ti, o el- 35 le $i pelano, o elle s'aprono, o gli o$$ami $i rompono, o elle $i piegano da lor diritti: Varie $ono le cau$e di que$ti di$etti, uarii ancora i Rimedii de le cau$e, alcunne ne $ono manife$te & alcune piu occulte, & non è co$i manife$to qual co$a $i gioui $e non doppo il riceuuto mancamento. Et alcune oltra que$te non $ono molto o$cure, ma for$e non uagliono tanto à danno delli edifitii, 40 quanto $i $ono per$ua$i gli huominiper la loro negligentia, le cau$e mani$e$te nelle mura $aranno que$te, come per modo di dire le il muro fu$$e piu $ottile, $e e' non fu$le ben conlegato in$ieme, $e fu$$e pieno di uani nociui, o finalmen- te $e non haue$$e o$$ami ba$tanti & gagliardi contro le ingiurie de temporali. [406]DELLA ARCHITETTVRA Ma quelle co$e, che di na$co$o o $uor di $peranza accaggiono, $on que$te, il mo- uimento della terra, le $aette, la inco$tantia del Terreno, & di tutta la natura, ma inanzi a tutte que$te co$e nuoce principalmente a tutte l'uniuer$ali parti dello edi$icio, la negligentia, & la tra$curataggine delli huomini, di$$e colui che il fico $aluatico è vno ariete $ordo contro le mura, ne è co$a da crederla à dir 5 quanto io habbia veduto pietre grandi$sime $mo$$e & cauate de luoghi loro, per la $orza, & qua$i per conio di una barbolina nata in$ra le cõgiũture, laquale $e alcuno da principio l'haue$$e $uelta uia, il lauoro $i $aria mantenuto eterno da tal pe$te, Io lodo grãdemente gli Antichi che $oldauano le $amiglie c'haue$sino ad hauere cura alli edificij publichi, & li di$endelsino. Agrippa per tal conto ne 10 la$ciò pagati dug\~eto cinquãta. Ma Ce$are. 460. & la$ciarono alli edificij quindi- ci piedi vicini che $te$sino liberi intorno alli Aquidotti, accioche i $ianchi, & le volte delli Aquidotti nõ fu$sino intrapre$i da alcuna radice di Alberi che gli ro uina$$ero, que$to mede$imo pare che face$sino ancorai priuati, in quelli edi$i- cij ch'e' uoleuano che fu$sino eterni, percioche nele muraglie de loro $epolcri, 15 $criueuano quante braccia di terreno la$cia$sino con$egrate alla religione altri quindici, & altri uenti, ma per nõ raccõtare que$te co$e, e'pen$ano cheli arbori cre$ciuti $i $p\~eghino, & $i leuino via del tutto, $e in que giorni che il Sole entra nella canicula e' $i taglian a un mezo braccio, & fattoui vn foro $i metta nella mi dolla olio petronio me$colato cõ poluere di zolfo, o veram\~ete $e della cocitura 20 de $ermenti delle faue abronzate $i annaffierà abbõdantem\~ete. Dice Columella che tu e$tirperai una $elua col fiore del lupino, & col $ugo della cicuta, cõmace- rato per vngiorno, & a$per$one nelle radici. Dice Solino che vno Albero tocco dal me$truo delle Dõne perde le $rondi, & altri dicono che elle $i $eccano. Dice Plinio che li alberi $i $eccano tocchi da la radice della pa$tinaca marina. Tor- 25 no hora alle co$e di $or ra. Se il muro $arà piu $ottile che il bi$ogno, alhorao noi applicheremo al vecchio vn'altro muro, tal che e diuentino vn muro $olo, o veramente per $chifare la $pe$a ui applicheremo $olamente o$$ami, cioè o pi- la$tri, o colonne, a gui$a di traui, & $i applichera l'un muro all'altro in que$to modo. Nel muro uecchio $i metteranno in piu luoghi alcune mor$e gagliar- 30 de di pietra ma viua, & $i fermeranno, che e$chino in $uori, di maniera che en- trino nel muro che tu harai a fare di nuouo, & che $ieno qua$i per legatura infra l'una corteccia, & l'altra del muro; & il muro nuouo in que$to luogo non $i dee fare $enon di pietre ordinarie. Applicherai nel muro uno pila$tro in que$to modo, di$egnerai con la matita la $ua larghezza nel muro uecchio, 35 dipoi da e$$o fondamento iucominciandoti, forerai il muro con una fine$tra, la larghezza dellaquale $ia alquanto maggiore, che quella che tu di$egna$ti con la matita nel muro. Ma la altezza della fine$tra non $arà molta. Dipoi riem- pi detta $ine$tra con pietre riquadrate con e$trema diligentia, & con filari ugua- li, & in que$to modo auerrà che quella parte del muro, che fu la$ciata den- 40 tro al $egno della matita, $arà intrapre$a dalla gro$$ezza del pila$tro, & il muro $arà diuentato piu gagliardo. Dipoi col mede$imo ordine che tu hai alzata que$ta prima parte del pila$tro, alzerai l'altre parti di $opra $ino a che tu ne uenga a l'ultimo fine del lauoro. Della $ottigliezza $ia detto a ba- [407]LIBRO DECIMO. $tanza. Ma doue mancheranno incatenature, v$eremo catene, o $pranghe di ferro, o piu pre$to di rame. Ma bi$ogna auertire che li o$$ami, non $i debi- litino con l'hauerli a forare. Ma $e perauentura il pe$o della $opra $tante terra $pignerà alcuno de gli lati, o con la humidità gli $arà danno, $à lungo il muro vna fo$la larga, $econdo che ricerca il bi$ogno, & muraui alcuni mezi cerchi, i 5 quali certamente riceuino la $orza del pe$o dell'aggrauante terreno, & aggiu- gniui in alcuni luoghi ua$elli, o doccie, per le quali $ene $coli, & $i purghi l'hu- more che vi di$tilla, o vero di$tendeui correnti per piano, che con le te$te loro piglino & tenghino il muro $pinto dall'aggrauante terreno, & a que$ti legni ne con$icca alcuni a trauer$o, & caricali poi di terreno po$ticcio. Giouerà certa- 10 mente que$to, percioche il terreno po$ticcio $i a$$oderà, & $i $trignerà in$ieme, auanti che il neruo del legname $i con$umi.

Di quelle co$e, allequali non $i puo prouedere, ma che $i po$$ono doppo il $atto emendare. Cap. XVII. 15

IO vengo a quelle co$e, alle quali non $i può prouedere, ma che doppo il fat- to $i po$$ono emendare. I peli nelle mura, o vero il pendere da $uoi diritti al cuna volta na$cerà dalle volte perche gli Archi $pigneranno le mura, o per- che nõ $aranno ba$tantia reggere il troppo mole$to pe$o: Ma i difetti graui qua 20 $i tutti $i fatti non vengono $e nõ da fondam\~eti; ma $e e' verranno, o daltronde, o da $ondamenti cene auuederemo da tali Inditii. Perciochei peli delle mura per cominciarmi da que$ti inuer$o quella parte, che nello andare in sù$i pieghe ranno ti dimo$treranno che $otto a quella, è la cau$a del loro di$etto. ma$eil pe lo nõ penderà in alcuna delle parti, ma $e ne andrà $u$o a dirittura & da capo $i 25 allargherà cõ$idereremo di quà & di là gli andari delle pietre percioche quegli che noi vedremo che penderãno dal piano; da quella parte dõde e' p\~ederanno ti dimo$trerãno che quiui $otto, il fondam\~eto è cattiuo. Ma $e dallo lato di$opra il muro $arà intero, & da ba$$o vi $arãno piu & piu peli in piu luoghi, i quali nel lo andare allo in sù, $i tocchino cõ le te$te l'unol'altro, al'hora dimo$trano che 30 le cantonate delle mura $tanno $alde, & che il difetto è nel mezo giù per la lun ghezza del fondam\~eto, ma $e vi $arà vn pelo$olo $i fatto, quanto egli $arà da alto piu aperto, tãto piu ti mo$trerà che le cantonate han fatto mutatiõe & per tãto bi$ogna prouedere a loro $ondam\~eti. Al'hora $econdo la grãdezza della mura- glia, & $ecõdo la fermezza del terreno cauerai lungo il muro vna fo$$a, o pozzo 35 $tretto, ma pro$ondo, tãto che tu truoui il $odo & il fermo, & quiui cauato il ter reno di $otto al fondam\~eto da ba$$o rimuraui pre$tam\~ete di pietre ordinarie, & la$ciali far la pre$a, quãdo tal muramento harà fatta la pre$a, $cauerai $imilmente vn altro pozzo in altro luogo, & mureraui $otto nel mede$imo modo, & la$cia- lo far pre$a. In que$to modo adunque con hauer fatte que$te $o$$e, metterai tu 40 $otto vn fermamento al muro. Ma $e tu non harai come vorre$ti $aldezza di ter reno. Alhora fatti certi pozzi o $o$$e in alcuni determinati luoghi poco di- $co$to dalle cantonate, & vicino alle radici del muro, da l'un lato, & da l'altro, cio è dalla banda che è al coperto, & da quella che è a lo $coperto, ficchin$i [409]LIBRO DECIMO. $ieme per il mouer$i, con trauicelle, & con ogni $orte di legnamento: Il modo da cignerla cõmodo è il $errarla bene con cerchi $tretti, & cõ conij; $ollenuerãla dipoi me$loui $otto vna traue a gui$a di manouella, il che noi chiamamo la $ta- dera, leuerali alcune co$e di $otto con farli a poco a poco vna fo$$a, & $i farà in que$to modo, comincerati dal mezo del lato $otto a le radici del fondamento 5 da ba$$o, & quiui a fondo cauerai vno vano non molto largo, ma alto tanto che tu po$$a metterui $otto a tua volonta pietre ordinarie $aldi$sime; nel riempiere que$to vano, non lo riempiere in $in da capo, ma la$carane alcuni palmi voti, i quali tu riempierai di conii di rouere non molto rari, con $i fatto lauoro affor- tificherai tutto il lato del tuo tempietto, che tu vuoi che vadia piu ba$$o. Poi 10 che il pe$o $arà tutto $u que$te co$e tu $mouerai accuratamente & bene e$si co- nii, o biette, & ridurrai il tuo muro, che pendeua a $uoi piombi giu$ti, quei va- ni poi che re$tano infra i conii riempierai tu di conii, o biette di pietra duri$- $ime. A Roma alla Chie$a maggiore di San Pietro, perche l’alie delle mura, che $on $opra le colonne pendendo da loro diritti minacciauano ruina al tet- 15 to. Io haueua pen$ato di rimediarui in que$ta maniera cia$cuna di quelle parti che pendeua, che da qual $i uoglia colonna era $o$tenuta, io m’era re$olu to di tagliarla & di leuarla via, & di rifar quel muro che io haue$$e leuato di la- uoro ordinario a piombo, la$ciando nel murare di quà & di là mor$e di pietra, & $pranghe gagliardi$sime, alle quali $i applica$$e il reftante della nuoua mu- 20 raglia. Vltimamente al Tetto io harei accomandata la traue $otto, la quale $i haueua a leuare quella parte del muro, che pendeua, à certe machine ritte $opra il Tetto che $i chiamano Capre, fermati, i piedi di dette Capre & di quà di là nelle parti delle mura & del tetto piu $tabili. Et que$to harei fatto $o- pra que$te & $opra le altre collonne, $econdo che fu$$e $tato il bi$ogno. La Ca- 25 pra è uno in$trumento nauale di tre legni, le te$te da capo de quali congiunte in$ieme $i $prangano & $i annodano, & i piedi $i collocano in triangolo. Di que$to in$trumento aggiuntoui taglie & carrucole ci $eruiamo noi commodi$- $imamente ad alzare, i pe$i aggiuntoci le taglie, & i uerricelli. Se tu harai a ri- mettere una corteccia di nuouo a un muro uecchio, o à riammattonare un pia 30 no, la prima co$a bagnaui bene con l’acqua chiara & con liqu<007>do fiore di calci- na me$colataui poluere di marmo cõ pennello & bianco, co$i terrà gli Arriccia ti & gli Intonichi. Ne la$trichi allo $coperto $e ui $aranno fe$si, vi rimedierai co$i tenere uagliate, & dibatutte con ol<007>o, & ma$simo di lino, mettendole in dette fe$$ure, o peli. A que$to lauoro $arà commodi$simo la creta, me$colata 35 con calcina uiua ben pe$ta & ben cotta nel forno, & $ubito $penta con olio, ha- uendo prima netto bene da ogni poluere dette fe$$ure, il che $i farà con nettar- li con penne, o co$e acute, & con il $offiare a$$ai de Mantici, & non ci faccian beffe di acconciarla dilig\~etemente; $e le Mura perauuentura $aranno alte fuor di mi$ura mettiui appia$trate nel muro, o cornici, o diui$ioni d<007> pitture, che di 40 uidino in luoghi conuenienti dette altezze. Et $e il muro $arà troppo lungo mettiui da capo a piede colõne nõ molto $pe$$e, ma alquãto men che rade, per ciocbe la ueduta $i fermerà & $i ritarderà come $e elle haue$$e trouati alberghi doue fermar$i, accio che manco $ia offe$a dalla troppa lunghezza, que$to faccia [410]DELLA AR CHITETTVRA ancora a propo$ito. Molte co$e certo per e$$er po$te in luogo troppo ba$$o, & per e$$er cinte di piu ba$$e mura, che non $i conueniua, parranno per tal conto & minori & piu $trette, che in verità non $ono. Et per l’oppo$ito mol- te co$e poi che elle $on fatte piu larghe, accommodate poi al pauimento, & al muro vedute da lontano $on maggiori, che non pareuano prima. Et è certo che le Sale, & le $tanze $i riducono ad e$$ere piu degne & molto piu eccellenti hauendo i vani accommodati, & la porta po$ta in luogo p<007>u ap@rto, & le fine$tre in luoghi delle Mura piu alti.

IL FINE. [411] TAVOLA DELLE COSE PIV NO TABILI. _ABBEVER ATOI_ # _151, 15_ Abbódátia Dea # _273, 45_ Abeto # _41, 25_ Abeto arde facilmen- # te # _44, 43_ Abitatione de’ priua- # ti # _131, 22_ Abitatione de Nob<007>li # _201, 16_ Accademia di Athene. # _317, 34_ Accampar$i ad a$$edio # _137, 34_ Achaia # _18, 42_ Acero # _41, 26. 44, 33. 46, 30_ Acque continoue $empre nociue # _66, 14_ Acqua come $i $ani # _11, 20_ Acque che nõ $i mouino, $i gua$tano # _13, 11_ Acque $i debbono a$$aggiare # _15, 35_ Acqua ottima # _16, 23_ Acqua di$costo da gli Edific{ij} # _34, 22_ Acqua nuoce piu alle poppe, che alle prue # de ponti # _116, 13_ Acque & loro cadute # _116, 26_ Acq; che ca$cono # _334, 32. 373, 42. 389, 3_ Acqua # _363, 19. 374, 1._ & per tutto Acque di diuer$e $ort<007> # _364, 8_ per tutto Acqua Gaderana fa cader la lana # _474, 28_ Acque uarie producano uar{ij} effetti # _364,_ # _30_ per tutto Acqua come $i generi # _365, 37. 366, 1._ _ # 372, 5_ Acque ne pozzi quando # _366, 8_ Acqua di piante # _366, 29_ Acqua di ferule # _366, 30_ Acqua di uermini # _366, 34_ Acqua di Fie$ole # _366, 35_ Acqua di Vrbino # _366, 35_ Acqua ne’ terreni piu $errati, & ne’ piu # $ciolti. # _367, 15_ _A_cqua nata dal tagliar d’una $elua # _367, 19_ _A_cqua ucrgine # _367, 25_ _A_cqua della _a_rzilla # _368, 24_ _A_cqua del Tufo # _368, 24_ _A_cqua della Ghiaia. # _368, 25_ _A_cqua trouata, perche $i perda tal uolta # _370, 14_ _A_cque come $i deono accõmodare # _370, 39_ _A_cqua fredda a che è buona # _371, 1_ _A_cqua calda a che è buona # _371, 1_ _A_cqua torba a che è buona # _371, 1_ _A_cque di $ette $orti, & loro bótà # _371, 25_ _A_cqua cotta # _372, 15_ _A_cq; piouane quádo $iripóghino # _372, 47_ _A_cqua piglia i $apori de’ terreni # _373, 27_ _A_cque quando condotte in Roma # _379, 35_ _A_cqua da Gonfiare # _381, 3_ _A_cqua di Citerna come $i ri$ani. # _383, 35_ _A_cqua di Mare # _384, 12_ _A_cqua di Nilo # _384, 12_ _A_cque ueloci come $i ritardino # _381, 26_ # _387, 40_ _A_cqua $al$a come diuenti dolce # _384, 12_ _A_cque per canali & docioni # _376, 10_ _A_cque che corrono a Settentrione # _374, 25_ _A_cque $coperte # _374, 39_ _A_cqua corre in molti pozzi # _374, 45_ _A_cqua come $i dia a condotti # _382, 8_ _A_cque come $i chiughino # _394, 3_ _A_ddornamenti # _170, 11. 187, 43. 249, 1._ # _265, 33. 326, 27. 352, 39. 353, 3, e 15_ _A_driano Papa # _45, 20_ _A_driano Imperadore # _169, 28_ [412] TAVOLA DELLE Agatocle # _333, 29_ Aggetti # _196, 42_ aia # _151, 43_ agricultura # _384, 30_ agrifoglio # _46, 28_ agrigenta po$ta da Dedalo # _104, 14_ aguglia condotta a Roma # _171, 36_ aguglia di Thebe # _171, 32_ aguglie # _307, 11_ aguti # _84, 27_ alatro città in Campagna # _23, 34_ alaba$tri # _248, 4_ Albani mor$i da ragnatelli # _17, 14_ Albani nõ teneuano cura de’ morti # _268, 6_ albero che fa la pece gioua a’ Ti$ichi # _395,_ # _27_ alberi uar{ij} buoni a gli edific{ij} # _44, 7_ alberi che male $i incollano # _47, 4_ alberi, & loro qualità, & proprietà # _47,_ # _18, & 43_ alberi ma$chi, & femine # _47, 42_ albero # _180, 2_ albere$e buono per calcina # _55, 23_ alberine monti pre$$o al lago di Garda # _48,_ # _30_ alberi tagl<007>ati, doue $i deono $erbare # _43, 4_ albero che fa la trementina # _167, 41_ alce$te # _260, 35_ ale$$andro _M_agno, perchenon po$e la città # nel monte ato # _14, 23_ ale$$andro Ma. nel d<007>$egnare il Faro # _107, 4_ ale$$andro Magno, non fornì il Faro # _201, 5_ ale$$andro _M_a. rizò dodici altari # _260, 35_ ale$$andro Seuero # _317, 36_ ale$$andro Macedone # _4, 15_ ale$$andria, perche non ar$e # _240, 14_ ale$$andria # _362, 43. 395, 32_ alleggerimenti de’ uiaggi # _266, 23_ alloggiamenti de gli e$erciti # _137, 16_ alloggiamenti in luoghi alti # _138, 3_ alloggiament<007> per atempo # _138, 16_ alloggiament<007> de gli Inghile$i # _138, 28_ alloggiamenti de France$i # _138, 31_ alloggiamenti de’ Bomani # _138, 38_ alloggiamenti per a$$ai tempo # _139, 12_ alloggiamenti di Nearco Capitano di Ale$ # $andro Magno # _138, 36_ alloggiamenti d<007> Licurgo # _139, 27_ alloggiamenti di Ale$$andro # _260, 38_ alloggiamenti a bene mutargli # _328, 30_ alloro # _46, 28. 168, 35. 334, 38_ altare # _248, 14_ altari a’ $epolchri # _269, 38_ altezza de’ fondamenti # _352, 24_ alzare di pietre grandi$$ime # _172, 10_ ama$o # _239, 43_ americi # _100, 39_ amfiteatro # _297, 10. 306, 15_ ammattonati per bagni # _95, 37_ ammattonati d’ Eliogabalo # _351, 37_ ammiano _M_arcellino # _30, 34_ andari de monti # _367, 40_ andito delle $tufe # _319, 18_ andito quanto largo # _331, 6, & 16_ and<007>to quanto lungo # _331, 6, & 16_ andro bagno # _44, 35_ androne # _124, 38_ anello delle porte # _247, 23_ angoli doue $i debbino porre # _22, 38_ angolia $quadra $otto, & $opra$quadra # _21, 18, 22, 20_ anguilla uiue $ei giorni fuori della acqua # _13, 33_ an<007>maluzzi come atomi # _19, 30_ annibale # _81, 26_ annubio # _60, 10_ antenne # _143, 31. 180, 2_ antio città lunga # _108, 19_ antiporto # _124, 36. 126, 44_ antiporto de’ palazzi # _327, 10_ antonio Caraccala # _333, 27_ api Dio # _249, 34_ appartamenti per il Marito, & per la _M_o # glie # _126, 9_ appiano Hi$torico # _15, 3_ aquila non è tocca dalla $aetta # _82, 4_ aquile ne’ capitelli # _328, 10_ aquidotti # _380, 13_ [413] COSE PIV NOT ABILI. arabia # _18, 35. 100, 32_ arabo # _363, 38_ arago f. # _363, 34_ arca di Noe di che legno $u$$e, & come # _347, 36_ archacheo # _270, 29_ archelao # _43, 22_ architettori lodati # _355, 45_ architettura accrebbe auttorità a’ Roma- # ni # _7, 24_ architettore chi $ia # _5, 30. 356, 22_ architettura cominciò in a$ia, fiorì in _G_re- # cia, et uenne perfetta in Italia # _136, 43_ archi de’ ponti # _115, 10. 117, 23_ archibu$iere, & cannoniere # _129, 19_ architettura $ormonta # _164, 5_ architettura nata in To$cana # _165, 25_ architettori $ettecento a un tratto in Ro- # ma # _165, 11_ archimede d<007>$$e che mouerebbe il @mondo # _171, 27. 173, 18_ arch<007> & pila$tri per i teatri # _213, 9_ architraui ne Temp{ij} # _213, 11. 225, 38_ architettore lodato # _238, 18_ archi. $i douerebbono leuare di $u pila$tri # _258, 8_ architettura che co $a de$ideri # _358, 5_ architettori perche $i $eruiranno de nume- # ri # _340, 10_ architettori come $i $eruiranno de numeri # _344, 18_ architettore che de$iderano # _352, 17. 354,_ # _16_ architettura # _354, 14_ archipen$olo # _354, 2. 376, 45_ architettore # _36, 41. 335, 25. 356, 18._ # _357, 18_ archimede, & $uo $epolcro # _281, 25_ archi che $i reggono $enza colonne # _33, 6_ architraue lodato dallo autore # _229, 23_ architraue Dorico # _226, 10_ architraue Ionico # _229, 10_ archipre{$s}o # _44, 45. 45, 13, & 15. 327, 24_ arco intero, $cemo, & composto # _21, 40_ arco come debbe e$$ere # _32, 40_ arco onde nato # _85, 22_ arco è fatto di piu con{ij} # _85, 36_ arco intero forti$simo # _86, 5_ arco a quinto aguto # _86, 31_ arco che $ia # _258, 23_ arco difronte # _242, 44_ arco trionfale, & $ua pianta # _292, 1_ argano # _180, 21_ argento, cioè acqua # _382, 27_ arg enti # _156, 13_ argini # _140, 1. 361, 2. 387, 2. 388, 41_ argonauti # _260, 32_ aria come $i pe$i # _366, 15_ aria non $i ri$ana # _361, 30_ aria come $i $ani # _11, 20_ aria gro$$a genera gro$siingegni, & la $ot- # tile $ottili # _11, 28_ aria Pallade, & Glaucope # _11, 39_ aria pura # _11, 40_ aria cattiua, & $uo<007> $egni # _30, 27_ aria & $uoi difetti # _11, 42_ aria & $ua natura # _229, 24_ aria quanto g<007>oui # _329, 24_ aria come $i purghi # _395, 10_ ari$totile che Regione ama$$e # _103, 20_ aristotile # _48, 8. 98, 18. 154, 30. 340, 6_ aristogitone # _262, 12_ armadure delle uolte # _90, 28_ arme # _156, 22. 239, 13_ armonia # _340, 28_ arpioni # _247, 7_ arriciato # _182, 44_ ar$inoef. # _364, 17_ arte ha $uperato la Natura # _349, 6_ arte$roof # _260, 38_ arthemi$ia # _38, 24_ artha$er$e # _360, 40_ ar$anali # _144, 43. 318, 5_ a$$edio # _140, 43_ a$sir{ij} # _100, 31_ a$ite Re d’ Egitto # _69, 5_ a$sicelle # _92, 44_ athenie$i & loro Repub. # _98, 4_ [414] TAVOLA DELLE _A_thenie$i perche ingegno$i piu de’ Theba- # ni # _11, 31_ _A_thene haueua tre porti # _120, 21_ _A_thenie$i, & loro $epolchri # _268, 40_ _A_to monte # _14, 23_ _A_trio # _153. 1_ _A_udi\~eze, come date da gli antichi # _127, 13_ _A_ugu$to # _261, 10_ _A_uertimenti # _26, 40_ _A_uertimenti delle co$e maritime # _142, 21_ _A_uertimenti da non contendere contro un # fiume # _393, 7_ _A_ulide # _51, 39_ _A_utore non crede a Greci # _196, 21_ _A_utori, che banno trattato di co$e che gio- # uano # _41, 1_ _A_utorità de’ grandi # _357, 40_ _A_u$terità # _241, 21_ B _BABBILONIA_ # _30, 30. 40, 18. 58, 45._ # _108, 24. 112, 47. 363. 35_ Babbilonia gira quarantatre miglia, & $ei # ottaui # _106, 20_ Bacco inuentore de’ Temp{ij} # _203, 29_ Bacco & $uoi termini # _260, 30_ Ba<007>a # _102, 45_ Balie # _289, 6_ Bal$amo # _249, 19_ Barbacani # _24, 7_ Barbe $ono nociue nelle muraglie # _75, 36_ Ba$a di una colonna grandi$sima # _272, 40_ Ba$a # _27, 18, & 39. 214, 44. 215, 10._ # _216, 1_ Ba$e de ponti # _115, 43_ Ba$ilice conuer$e in chie$e # _206, 3. 250, 4._ # _250, 16_ Ba$il<007>ca $enza la Naue cau$idica # _251, 1_ Ba$ilica con la Naue cau$idica # _253, 1_ Ba$ilica con portici doppi # _255, 1_ Ba$s<007>licata # _51, 20_ Ba$tone # _217, 9_ Beccatoi # _151, 15_ Becchi delle Naui # _261, 10_ Bellezza difende le muraglie # _162, 31_ Bellezza che $ia # _162, 40. 163, 5. 338. 1_ Bellezza onde na$ca # _336, 7, & 27_ Bellezze uarie che piacciono # _337, 1_ Beneuento # _60, 36_ Benignità # _354, 45_ Be$t<007>ami di due $orti # _149, 19_ Be$tiami perche non pa$chino quanto uo- # gliono # _363, 20_ Biade per uendere, & per $erbare # _42, 11_ Biade # _156, 31_ Bianco colore per lo autunno # _307, 3_ Bia$imi di chi mura # _36, 1_ Bia$imo de gli _A_rchitettori antichi # _83, 2_ Bilancia, & $uo e$empio # _174, 35_ Bilichi # _247, 11_ Bi$$eio castello lodati$simo # _104, 31_ Bitume # _58, 45_ Bocca # _338, 40_ Bocche, o foci de fiumi # _391, 21. 392. 13_ Bontà de terreni # _101, 1_ Bontà de glihuomini # _354, 45_ Borgogna non haueua città # _100, 5_ Boria # _355, 3_ Boria rouina gli _A_rchitettori # _358, 7_ Bo$co $acro # _317, 34_ Bo$$olo # _46, 1, & 26. 327, 24. 334, 35_ Bottaccio # _217, 8. 229, 42_ Bottaccino # _217, 9_ Bottega come # _159, 4_ Botti # _157, 22_ Bottino # _380, 23_ Braccio _F_iorentino è duoi piedi antichi. Branca or$ina # _259, 28_ Brindi$i # _266, 17_ Bruchi # _397, 34_ Bucefalia # _261, 21_ Budini hanno ca$e di legno # _59, 2_ Buoi $i rinfrancano con le parole # _60, 40_ C _CACCIE_ne gli _A_mfiteatri # _306, 15_ Cadmo inuentore d<007> statue in Grecia # _262, 9_ Cag<007>one perche le città s’infermino # _13, 1._ # _12, 45_ [415]COSE PIV NOT ABILI. Cagion del fare le città # _100, 20_ Cairo città lunga # _108, 21_ Calcina di che pietre $iabuona # _54, 43_ Calcina, & $uo pe$o # _55, 3_ calcina di frombole # _55, 17_ calcina di Albere$e # _55, 20_ calcina di Ostrighe # _55, 30_ calcina come s'ha a $pegnere # _56, 8_ calcina cotta a ba$tanza, bene, o male # $penta # _78, 23_ calcina quando ha fatta la pre$a # _79, 26_ calcina $penta con olio # _95, 20_ calcina per gli intonichi # _183, 39, & 45_ calcina $penta cõ zafferano, et latte # _238, 5_ calcina & $ue lodi # _68, 13_ calcina per il Mu$aico # _186, 9_ calcide$i $i fuggirono da Procida per itre- # muoti # _19, 4_ caldo $ouerch<007>o ri$olue # _14, 44_ caldi grandi nelle pianure # _105, 27_ calore, & $ua natura # _372, 31_ cambi$e abbruciatore de Temp{ij} # _239, 39_ # _363, 39_ camere # _124, 38.330, 42_ camera de danari # _144, 42_ camere per il marito, & per la moglie # _156, 1_ cammino, o $trada per acqua # _387, 10_ cammino # _154, 38_ campagna hatuoni d'ogni tempo # _18, 21_ campogna ha a$$ai tremoti # _18, 40_ campanile ne' muni$teri # _134, 10_ campana del cap<007>tello # _221, 22_ campagna # _362, 6_ campidoglio ar$o # _20, 10_ campidoglio giacoperto di bronzo # _187, 5_ canale # _379, 22_ canaletto # _217, 9_ canali dorici # _233, 16_ canali auolti # _233, 23_ canali quanto affondi # _233, 33_ canali di piombo # _381, 5_ canali di rame # _381, 5_ canali d<007> terra # _381, 5_ canali di legno # _381, 5_ candellieri # _249, 14_ cane$tre in cambio di capitelli # _328, 8_ Cani non entrano nel ternpio d'Ercole # _168, 27_ cannella de condotti # _380, 20_ cannoniere # _129, 20_ cannuccie # _389, 36_ cátonate _62, 32.71, 12. 73, 24,_ per tutto # _78, 35_ capi di Lioni nelle cornici # _230, 4_ capitello # _283. 218, 19. 221, 1_ capitolino hist. # _30, 30_ capitelli # _27, 19.217, 43_ capitelli perche # _213, 21_ capitello Dorico # _217, 43_ capitello to$cano o cópo$ito # _213, 43. 223, 1_ capit elli adorni uariamente # _328, 13_ capra in$trumento # _403, 26_ capua da antepor$i a Roma # _201, 3_ cappelletta # _153, 24_ cappelle # _208, 38, 209, 6, 237, 9_ cappellette per $epolcri # _271, 11_ carboni # _154, 25_ carboni ne fondamenti # _69, 14_ cardinali # _71, 17_ card<007>ni # _247, 7_ Carità # _133, 12_ carina de Nauili # _143, 7_ carne degli alberi # _48, 8_ carri hanno le ca$e di $ale # _59, 39_ carrucole # _175, 32_ carrettc con quatro cauagli # _293, 20_ Cartagine$i # _58, 44. 107, 42. 201, 44_ ca$a che$ia # _25. 9. 146, 40_ ca$a di Anchi$e # _131, 25_ ca$a per il contadino # _148, 41_ ca$a dentro & fuori della citta # _328, 26_ ca$a nella citta # _335, 20_ ca$e degli Egiz{ij} # _125, 24_ ca$e di villa per i nobili # _152, 13. 328, 30._ # _330, 9_ ca$e de ricchi # _158, 5. 335. 41_ ca$e de gli D{ij} # _203, 45_ [416]TAVOLA DELLE ca$a Regale come fatta # _327, 5_ ca$e di Babbillonia a 4. palchi # _328, 42_ ca$e in che conuengbino con gli edific{ij} # pub. # _331, 14_ ca$a lumino$a # _330, 19_ ca$$andrea # _51, 37_ ca$$etta di oro # _30, 31_ ca$tagno # _43, 30. 44, 30. 46, 18_ ca$tel $anto agnolo # _287, 22_ catene come $i rimettino # _401. 1_ cateratte come $i maneggino # _394, 5_ catene di ferro doue bi$ognino # _86, 22_ catone # _41, 37. 43, 14. 46, 28. 49, 9. 68, 19_ catullo # _240, 3_ cauagli # _149, 26_ cauea # _297, 10_ cauedio # _153, 1_ cecrope inuentore de' Temp{ij} # _203, 32_ cedro # _43, 25. 45, 45. 48, 26. 334, 42_ centro # _21, 35_ centro del $u$o della colonna # _196, 23_ centina della colonna # _196, 30_ cen$orino del di$egnare le terre # _107, 13_ cera liquida in cambio di colla # _184, 40_ ceraun{ij} hanno a$$ai $aette # _18, 23_ cerchio # _21, 24_ cerchio d'oro # _238, 7_ cerchio Ma$simo # _306, 4. 307, 4, & 15_ cerro # _46, 10_ Ce$are # _109, 30 39, 2, 25. 395, 2_ Ce$are fece $eminare una $elua di lauri # _261_ # _29_ che co$arenda la Regione gratio$a # _200, 30_ che i $aui debbono o$$eruare le regole della # arehitettura # _166, 2_ chernite Pietra # _52, 4_ che e' non $i debbe al primo gittare a terra # le muraglie antiche # _62, 40_ che non $i debbe murare $opra il uecchio # $enza e$aminar bene <007> fondament<007> # _66, 1_ che $i cauino i pozzi auanti a' fondamen- # ti # _66, 3_ che co$a offenda le muraglie # _72, 23_ che le co$e $i debbono riporre $eparatamen- # te # _158, 25_ che e' $i uadia in uilla di uerno # _159, 1_ che chi dice che l' Architettura non $i puo # o$$eruare a piac<007>mento, non $e ne intcn # de # _163, 29_ chia$$olini, & tetti infra ca$a, & ca$a # _159, 16_ chiane f. in To$cana # _51, 34_ chie$a di V at<007>cano # _24, 18_ chie$a di S. Marco in V enetia # _24, 34_ chie$a primitiua # _248, 26_ chiodi di ferro cattiui # _187, 21_ chiodo confitto per il con$olo # _361, 34_ chi camina al Sole non diuenta nero, ma chi # sta fermo # _395, 20_ chiu$i # _271, 42_ cicale non $i $entono in Napoli # _168, 24_ cicerone # _188, 4, 12, 26_ cicogne non uolano $offiando ostro # _13, 30_ ciech<007> $on buoni a girare i filatoi # _135, 13_ cilleno monte # _376, 24_ c<007>ma$ina # _226, 38_ cimice al capo di una mignatta che faccia # _393, 7_ cimiteri # _270, 11_ cingoli # _104, 18_ cinnamomo # _239, 11_ ciro # _240, 1_ circuito della città # _105, 38_ citerne giouano a fuggire i pericoli de' tre- # muoti # _66, 7_ citerne # _130, 30. 393, 17. 382, 22, & 45. # _383, 1_ per tutto città come $i debba collocare # _101, 19. 102_ # _15_ città di montagna # _103, 24_ città uolta a uarii uenti # _103, 32_ città ben ordinata # _99, 4_ città di Platone # _101, 39_ città $oprai liti # _102, 31_ città di Iolao $empre libera # _20, 5_ città di marina # _102, 40_ città in piano # _104, 37, 200, 38_ città tonda $aria capaci$sima # _108, 12_ [417]COSE PIV NOT ABILI. città diun Re # _122, 42_ città diun Signore nuouo # _122, 44_ città, & Naue, nè grande, nè piccola # _106,_ # _11_ città uenti$ette fece Seleuco # _261, 24_ città da migliorar$i # _360, 24_ città come fatta # _102, 4. 106, 27_ ciuette non $ono in Candia # _168, 25_ Claudio forò un monte # _386, 16_ clazomene # _103, 3_ cocchiglie # _151, 34_ cono$cere il bello onde na$ca # _337, 2_ cognitione # _354, 41. 356. 9_ colchi # _154, 36_ collarino della colonna # _169, 43_ collocatione # _337, 25_ colmo delle $trade # _118, 31_ colombaia # _150, 24_ colonna # _27, 4, & 30_ colonne per $epolchri # _271, 11_ colonne di piu maniere # _328, 1_ colonne, & loro o$$eruationi # _229, 4_ colonne, & loro proportione # _197, 9.2 14._ # _10_ per tutto colonne $pe$$e $opraui architraui # _32, 37_ colonne rade $opraui archi # _32, 38_ colonne $ono atte a forare il terreno # _70, 23_ colonna non $i può piantare a piõbo # _188, 5_ colonna quando $i ri rizzi # _188, 16_ colonne, & loro proprietà # _196, 5_ colonne di bronzo # _196, 16_ colonne allo $coperto # _233, 5_ colonne $canalate # _233, 8_ colonne con il $odo auolte # _235, 3_ colonne doriche, ct loro proportione # _235, 8_ colonne proportionatamente $compartite # nelle fabbriche Ioniche # _236, 1_ colonnat<007> diuer$i # _258, 18_ colonne di cinquanta braccia # _274, 5_ colonne $toriate # _274, 5_ colonne di $tatue d<007>$egnate # _274, 5_ colonne della loggia di dentro del teatro # _301, 6_ colonne ne' luoghi da pa{$s}eggiare # _309, 20_ colonne per le fine$tre # _332, 39_ colonne $empre in pari # _338, 36_ colonne come $i piantino # _347, 30_ colonne Doriche # _214, 2. 348, 5_ colonne Ioniche # _214, 4. 346, 10_ colonne Cor<007>nte # _214, 4. 348, 12_ colonna come $ir<007>metta $otto una mura- # glia # _402, 20_ colonne per le ca$e # _327, 36_ colori appropriati alle quattro $tagioni del # lo anno # _307, 2_ colo$$o in Roma # _335, 36_ Columella # _42, 14. 373, 14_ come $i debbino principiare le co$e # _61, 11_ Come $i po$sino tirarele diritture oltre al- # le mura # _64, 20_ come $i incatenino le mnra con le traui # _83, 10_ Come $i cono$chino i $ecoli futuri delle cit- # tà # _107, 15_ come $i facc<007>no iluoghi da difender$i dal cal # do # _395, 22_ comico coro # _299. 10_ comitio # _312, 18_ commodità del murare in uilla # _147, 10_ commodità delle ca$e # _126, 17_ commodità uniuer$ale diun palazzo # _136_ # _39_ comparatione # _25, 18. 26, 19. 68, 44._ # _72, 16. 138, 24_ comparatione di qual $i $ia co$a piu bella # _249, 4_ compo$itione # _354, 42_ communione antica # _248, 17_ cono$cere il bello onde na$ca, # _337, 3_ conigli # _150, 15. 360, 14_ condotti di Roma # _363, 44. 380, 1_ condotto da acqua di pelle di Tori # _363,_ # _40_ condotto alto uenti piedi # _363, 43_ condotto per un lago come # _381, 35_ condotti come $i nettino # _384, 17_ condotti d' acque $otterra # _370, 24. 380, 21_ con$erua della armi # _144, 42_ [418]TAVOLA DELLE Con$erue d' acque # _380, 22. 381, 32_ con$ideratione da uolere edificare # _21, 2_ con$ideratione da chi uuole murare # _59,_ # _30. 351, 44_ con$ideratione nel porre gli edifiz{ij} # _25, 30_ con$ideratione # _358. 27_ con$igl<007>o di fare i _M_odegli # _36, 10_ con$iglio $irag unauane Temp{ij} # _312, 22_ con$iglio de gli antichi # _338, 8_ con$iglio da $auio # _20, 19_ coperture # _28, 39. 29, 3 & 8, & 29 & 44_ # _91, 27 10, 28_ corda # _21, 30_ cori delle Tragedie # _295, 37_ _C_ornelio Cel$o # _309, 4_ cornelio Tacito # _38, 28_ cornici # _76, 6. 71, 34. 78, 35. 110, 28_ # _225, 45_ Corniciame Dorico # _228, 1_ corniciame Ionico # _231, 1_ corniciame _C_orinto # _232, 1_ corna di formiche # _239, 8_ cornici incambio di $tipiti # _247, 1_ cornici nelle ba$il<007>che # _258, 30_ corn<007>olio # _46, 29_ coro # _363, 38_ corona di cannella # _239, 8_ corpi morti $erbati # _270, 2_ corpi morti della giouentù nobile # _270, 6_ corpo compo$to # _337, 18_ corridoro diroma # _202, 42_ cor$o della acqua come $i raffreni # _381, 27_ corteccic di dentro, & di fuori delle mu- # ra # _74, 33_ corteccie quando # _96, 26_ corteccie di due $orti # _183, 32_ corte # _124, 38_ cortilc # _153, 4, 330, 41_ corui in$trumenti # _143, 33_ co$cie delle uolte # _91, 16_ co$e cbe $i a$pettano al murare # _11, 6_ co$e da apparecchiur$i per murare # _40, 27_ co$e create dalla Natura $ono piu durabili # che le ordinate dalla arte # _86, 36_ co$e nobili, & eccellenti come $i hanno ad # u$are # _327, 27_ co$e brutte $i hanno a noia # _337, 6_ co$e cccellenti, & friuole # _353, 6_ co$e che nuocono alle muraglie # _359, 45_ co$e tramutate # _337, 20_ co$e nece$$arie # _363, 8_ co$ta di Oropo ad aulide # _51, 39_ costume antico nel porre le citta # _19, 23_ co$tume degl<007> antichi nel de$criuere gli e$- # $erciti # _60, 28_ co$tume de gli antichi nel uendere le gabcl- # le allo incanto # _60, 32_ co$tume ant<007>co nel gittare i fondamenti # _69, 2_ co$tume antico dclle muraglie # _100, 1_ co$tume de Tede$chi # _100, 25, 326, 1_ co$tume de Greci # _164, 15, 201, 39_ co$tume de gli Italiani # _164, 45_ co$tume de gli Hebrei # _211, 19_ co$tume di Per$ia # _333, 29_ co$tume de gli Hebrei nel $eminare # _211, 19_ cotenna de gli alberi # _48, 7_ creatura in quaranta giorni # _339, 22_ credenciere doue # _156, 26_ creta da che nobilitata # _7, 22_ cre$o pre$entato da gli Spartiani # _249, 29_ creta di Pale$trina, # _393, 29_ Cte$ifone # _171, 40_ cubito Regio è il cubito doppio cubito è tre quart<007> di braccio Fiorentino cubo che $ia # _344, 31_ cucina doue stia bene # _155, 24_ cupola di Santa Reparata come $ia fatta # _90, 43_ curie di due $orti # _312, 23_ cur<007>a Eccle$iastica # _312, 28_ curia de' Senatori # _312, 25. 315. 1_ curro che $ia # _173, 27, & 35_ curtio # _40, 15_ cutrone in Ba$ilicat a non $entì mai di pe- # $te # _18, 18_ D _D_A_CHE_ procede il nõ $i $at<007>are # _351, 7_ [419]COSE PIV NOT ABILI. Danni delle fornaci # _56, 42_ Dario # _54, 4. 260, 38_ Dauitte # _40, 7_ Dedaio inuentore delle stufe # _6, 6. 104, 13._ # _333, 45_ Dcfen$ione de' porti # _144, 13_ Delfini $entono molto da lontano # _13, 30_ Delo non $ente tremuoti # _18, 36_ Demetrio nel por le città # _19. 24_ Dentali # _151, 35_ Dentello # _217, 8. 229, 39_ De$iderã$i quelle co$e che mancano # _350, 44_ De$ideran$i co$e ottime # _337, 35_ Destri $ono da fuggir$i # _157, 37_ Dìminore dello anno # _60, 15_ Diametro del cubo # _344, 44_ Diametri delle colonne # _196, 35_ Diapente che $ia # _340, 34_ Diapa$on che $ia # _340, 34_ Diate$$aron che $ia # _340, 34_ Diapa$on diapente che $ia # _340, 34_ Difetti che $i po$$on, & non po$$on correg- # gere # _359, 11_ Difetto de gli Ed<007>fic{ij} # _28, 16_ Difetto in _S._ Pietro di Roma # _28, 18_ Difetti nel pigliare i lumi # _31, 26_ Difetti del tempo de lo _A_uttore # _160, 39_ difetti delle pietre # _72, 37_ difetti della arte # _350, 1_ difetti della architettura # _349, 15,_ & per # tutto difetti delle arie # _103, 10_ difetti delle mura # _401, 17_ d<007>fferentia della cità diun Re a quella di # uno Signore # _124, 12_ differentia dalle mura alle uolte # _90, 4_ diletto de' uiandanti # _266, 29_ diligentia # _357, 1_ diligentia dello _A_uttore # _361, 3_ Dioceo Re de' Med{ij} # _351, 32_ Diodoro # _16, 21. 20, 7. 41, 17_ Dione _A_licar del cominciare le città # _106,_ # _42_ Dioni$io trouò i cori delle tragedie # _295, 37_ dipintore # _36, 38_ diracchio, già epidanno # _60, 36_ disdiapa$on che $ia # _340, 34_ di$egno delle mo$$e de gliarchi # _88, 1_ di$egno che $ia # _9, 29, & 41_ di$egno di che $i faccia # _21, 13_ di$egni delle $tufe # _321, 1_ d<007>$egno de' luoghi da pa$$eggiare # _311, 1_ di$egno del cerchio # _308, 1_ di$egno de' $epolchri # _270, 22_ di$$egno delle Moli # _278, 1_ di$egno delle Torri oucro $pecule # _284, 1_ di$egno del ponte di Ce$are # _114, 1_ di$egno del ponte # _288, 1_ di$egno del mercato # _290, 1_ di$egno dell' arco # _294, 1_ di$egni del teatro # _303, 304. 305_ di$egni delle curie # _313. 314. 316. 317_ di$ert<007> notabili # _14, 17_ di$gratia di Marco Antonio # _16, 35_ di$ordini che auengono a gli edific{ij} po$ti # infra due ualli # _15, 14_ diuer$i modi da $e pellire i morti # _268, 1_ diui$ione della architettura # _9, 25_ diui$ione delle Republiche # _97, 44. 99, 4_ diui$ione, & appartamenti de gli arcieri # _202, 9_ docioni, quando piglino ucnto # _382, 13_ donne de' Greci non compariuauo ne' con- # niti # _155, 35_ dorici # _213, 23_ dormire dentro a muraglie nuoue quanto # $ia nociuo # _397, 13_ dupla che $ia # _341, 15_ Dru$o come daua audienza. # _127, 13_ E _E_B_REI_, & loro $epolchri # _268, 43_ Ecbatana città # _363, 36_ Eccellentia nelle statue, & ne gli edific{ij} # _337, 12_ Edi$icare bene & presto # _40, 12_ Edificio uorria e$$ere commodamente ua- # rio # _26, 8_ Edific{ij} $ono di $ette $orti # _10, 22_ [420]TAVOLA DELLE Edific{ij} grandi uogliono gran membra # _25,_ # _20_ edificare è nato dalla nece$sità # _26, 4_ edific{ij} perche rouinati # _29, 1_ edific{ij} con$umati per la uecchiaia uer$o # mezzo dì # _74, 20_ edific{ij} perche fatti # _97, 15_ edific{ij} per rendere ragion<007> # _131, 44_ edific{ij} in che conuengono # _166, 32_ edific{ij} in che $ieno differenti # _176, 32_ edific{ij} di quante $orti # _199, 27_ edi$ic{ij} priuati # _325, 8_ edific{ij} moderati # _326, 22_ edific{ij} commodi # _329, 5_ edificio è qua$i uno animale # _336, 30_ edific{ij} di quante $orti # _10, 20_ egineti # _261, 9_ Egitto ca$a del Nilo # _391, 27_ Egitto, & $ue lodi # _101, 27_ Egitto granaio del mondo # _101, 32_ Egitto non ha pioggie # _18, 27_ Egitto ha aere temperati$simo # _12, 40_ Egitt{ij} # _98, 14. 107, 34_ Egitt{ij} hanno palagi di canne # _59, 9_ Egitt{ij} tr\~edono e$$ere i primi huomini crea # tida Dio # _12, 36_ Egitt{ij} mantengono il fuoco con lo $terco # delle be$tie # _59, 6_ elettione onde na$ca # _354, 41_ elbe$o fiume # _364, 20_ Eliogabalo # _38, 38. 351, 37_ Embrici # _93, 12, & 15. 93, 32_ Emilio Probo # _155, 35_ emi$$ario che $ia # _377, 39_ Enone uiffe di uuoua di uccelli # _14, 19_ entrata del Tempio # _241, 26_ entrate ne' Teatri # _298, 16_ Epe<007> inuentori de' luoghi per i giuochi # Olimpiaci # _295, 35_ epidamno hoggi D<007>racchio # _60, 36_ Epigenio delle acque # _383, 29_ epita$fii de' $epolchri # _270, 22_ ep<007>taffio del Sepolchro di Cyro # _272, 16_ epitaffii # _281, 1. 293, 26_ epitaffio di Omenea # _280, 28_ epigramma di Ennio # _280, 35_ epigramma di Belbo, & di Bebbra # _281, 1_ epilogo di ben murare # _81, 36_ epimenide # _295, 4_ eratostene # _376, 20_ Era$sio fiume $ecco con le $pugne # _388, 43_ erice # _240, 13_ ercole inuentore della $eherma # _295, 34_ erimanto fiume # _386, 24_ erithrei popoli # _19, 4_ erodoto # _59, 2. 363, 39. 387. 39_ errori ne' fondamenti non $ono $cu$abili # _64, 38_ e$alamenti # _361, 41_ e$culapio # _60, 10_ e$clamatione contro a' V e$coui # _248, 40_ e$iodo # _41, 34. 103, 45_ e$iti de fummi # _34, 10_ e$$empio della bellezza # _336, 38_ e$$ercito infermo come campa$$e # _395, 8_ e{$s}ercito di Dioni$io come guari$$e # _102, 24_ e$ercitatione # _356, 5_ e$ercit{ij} de' Giouani # _127, 2_ etiop<007>a non $ente Ostro # _18, 34_ eufrate # _363, 36_ eugenio # _45, 20_ euiani # _261, 7_ eurialo inuentore delle ca$e # _10, 17_ eu$ebio # _40, 10. 41, 18. 187, 30_ euripide # _123, 6. 128, 45_ F _F_A_BBRICII_ $i poteuano $otterrare in # piazza # _266, 34_ Facciata di dentro della ba$ilica # _352, 1_ Faggio # _44, 30. 46, 10_ Fama Dea # _273, 43_ famiglia del lauoratore # _148, 39_ famiglia de' Nobili # _152, 40_ fango come $i caui di un fiume # _393, 38_ faro # _102, 45. 107, 4_ fa$cia # _226, 18_ fa$$o fiume # _391, 26_ fattore di uilla # _149, 3_ [421]COSE PIV NOTABILI. febbre in Roma cau$ate dalle acque del Te- # uere # _371, 20_ felci a che buone # _94, 22_ fenice # _239, 44_ ferrara molestata dalle zanzare, # _395, 40_ ferro con che $i temperi per non arrugini- # re # _81, 6_ feruore di religione # _282, 11_ fiamma in mare # _360, 9_ fianchi delle uolte # _91, 15_ fianchi de' ponti # _115, 3. 117, 8_ fianchi delle città # _104, 4_ fico $aluatico nociuo alle muraglie # _400, 5_ fico di Egitto # _43, 31_ fidenati philo$ophi # _55, 2_ figure di stucco # _184, 22. 327, 24_ filari # _367, 43. 370, 19_ filippici # _394, 37_ filippo # _239, 13_ filoni del terreno # _64, 42_ filoni de' monti # _367, 43_ fimio Re # _261, 8_ fincstre ne' Teatri # _310, 5_ finestre graidi, opiccole, alte, oba$$e # _31, 1_ fine$tre de' Temp{ij} # _241, 16. 247, 39_ # _248, 3_ fine$tre delle Ba$iliche # _259, 3_ fine$tre delle curie # _313, 1. 315, 20_ fine$tre delle ca$e # _332, 24_ finestre adiacere # _332, 35_ fine$tre $compartite # _333, 42_ fine$tre adorne d'opera corinthia # _333, 35_ fine$tra $opra tetto # _310, 4_ finimenti # _75, 5_ finimento # _337, 25. 340, 13_ fitone # _334, 43_ fiumi che cre$cono per le Neui generano # cattiua aria # _13, 20_ fiumare, & loro pa$$aggio per le Città # _104, 49_ fiumi quando buoni # _154, 2_ fiumi cauar$i de' loro letti # _363, 14_ fiume è un ua$o # _365, 14_ fiume che $ia # _372, 18_ fiumi che condue bocche sboccano in ma- # re # _392, 19_ fiume come $i faccia affondo # _393, 12_ fiume come $i uoti quádo è ripieno # _393, 22_ flegias # _239, 44_ flu{$s}o, & re$lu$$o # _390, 41_ foderi # _382, 2_ foglie delli alberi co$cono prima quelle che # $ono uer$o mezo giorno # _74, 18_ foglie de' Capitegli # _221, 13_ fogne quanto utili # _119, 25_ fogne # _119, 4. 119, 14_ fogne delle fortezze # _130, 43_ fondamenti $otto colonne # _70, 10_ fondamenti a Bologna # _69, 33_ fondamenti $ino al piano del terreno # _68, 39_ fondamenti in acqua # _66, 38_ fondament<007> $i debbono $pianare # _66, 35_ fondamenti d<007>uer$i in diuer$i luoghi # _65, 28_ fondamenti ne' $iti a pendio # _66, 20_ fondamenti ne' pantani # _66, 27_ fondamenti # _27, 15. 62, 11. 63, 13. 69,_ # _22. 96. 15_ fondamenti come $irimed{ij}no # _401, 35_ fondo di una co$a che pe$i a$$ai, come debba # e$$er fatto # _179, 14_ fontane di acque # _334, 16, &_ pertutto fonte di Diana a camerino # _364, 18_ fonte freddo, & caldo # _364, 19_ fonte Sacro # _364, 22_ fonte che $alta # _364, 23_ fonte che fa uariare la lana # _364, 25_ fonte nato in un $ubito # _366, 24_ fonte che $ia # _372, 20_ fonte a Settentrione # _373, 20_ forbicia in$trumento # _181, 25_ fore$tieri doue $itengh<007>no # _156, 14_ forma di donna conueneuole # _336, 43_ formiche con$umano le pietre con i piedi, # _118, 13_ fornace $i fredda prima da ba$$o che da alto # _57, 35_ fortezze # _123, 39. 127, 34. 128, 6_ fortezza che $tia # _140, 32_ [422]TAVOLA DELLE Fortezze in piano, & in monte # _128, 12_ Fortezze piccole piu utili # _128, 44, & 31_ Fortezze d<007> mare # _129, 29_ Fortezza, & città $ono $imili # _130, 23_ fortezze pre$e, e di$e$e per le $ogne # _130, 41_ fo$$a # _379, 22, 388, 12_ fo$$o di Nerone # _39, 2_ fo$si lodati # _108, 43_ fo$si de gli alloggiamenti # _139, 35_ fragore d'aria corrotta # _30, 31, & 39_ Francia ha rari monstri # _18, 19_ Francia, & $ue Republ<007>che # _98, 7_ Francia $enzamura # _100, 4,. 109, 30_ fra$$ino # _41, 26. 46, 18_ fregio # _226, 23. 229, 34_ freddo, & $uanatura # _372, 29_ freddi grandi nelli pianure # _105, 26_ frondi in mezo alle pietre # _57, 10_ fronti$pit{ij} # _227, 6. 240, 42. 335, 35_ frontino # _59, 39_ frutti # _334, 30. 335, 4_ frutti abbruciati dal caldo, & dal freddo # _372, 38_ frutti dome$tici hanno manco uita che i $al # uatichi # _372, 8_ fune nelle caruccole # _181, 14_ fune con che $i bagnino # _181, 15_ funi meglio auuolte che annodate # _181, 21_ fuoco # _396, 41_ fuoco alle fornaci # _57, 24_ G _GAGGE # 143, 31_ Galatia ha uenti grandi$simi # _18, 31_ Galee # _143, 3_ galline # _150, 20_ gange fiume fu diui$o da Ciro # _386, 26_ garamanti # _13, 4_ garzoni di stalla # _156, 27_ Gellio inuentore delle ca$e # _41, 16. 43, 21._ # _10, 18_ gemme # _48, 44_ Genoue$i, & lor tetti # _93, 1_ gergento # _104, 14_ ge$si di quattro $orti # _55, 31, & 38_ ge$$o $odo appre$$o d<007> Rimini # _56, 3_ ge{$s}o come $i dee acconciare # _56, 6_ ge$$o me$colato con calcina # _81, 31_ ge$$o di Tripoli # _185, 28_ Gheppio alle colombaie # _150, 34_ giardino di Cicerone # _329, 37_ giardinieri # _335, 8_ giardini # _329, 16_ gige # _249, 23_ ginepro # _45, 44. 48, 28. 334, 42_ ginestra # _81, 22. 94, 21_ giorni caniculari per i pozi # _369, 11_ Gioue inuentore del Tempio # _203, 26_ giouanetti doue $i tenghino # _156, 17_ girelle # _174, 19_ gittature di ripieni # _75, 18_ giucatori come ue$titi # _307, 1_ giuggiolo # _47. 2_ giunco marino # _81, 22_ giuochi antichi # _295, 32_ giuoch<007> di cauagli # _295, 42_ giuochi di Teatri # _306, 14_ giuochi Nauali # _297, 4_ giuochi Circen$i # _297, 7_ giuochine gli Amfiteatri # _306, 15_ giuochi di Statue di bronzo alle fontane # _380, 7_ glaucope # _11, 39_ gloria rouina gli Architettori # _358, 8_ gloria # _273, 44_ gocciolatoio # _227, 3_ gordiani, & loro muraglie # _326, 13_ Gracco come de$$e audienza # _126, 13_ gradi del teatro # _297, 38_ gradi da $edere # _298, 7. 309, 25_ gradi <007>n tre partite # _398, 25_ gradi ad un filo # _299, 37_ gradi per lo inuerno # _309, 30_ gradi a mezzocerchio # _309, 44_ granaio # _144, 41. 156, 40_ granchi trouati in mezzo alle pietre # _57, 9_ grano # _156, 31_ grandezza del populo Romano # _329, 2_ grate dirame # _380, 31_ [423]COSE PIV NOTABILI. Gratia & piaceuolezza delle opere donde # deriui # _161, 41_ Gratia onde na$ca # _336, 6_ Grecia non era cinta di mura # _100, 4_ Greci ond'haue$$ero l'architettura # _163, 20_ Grinia inuentore de' Tegoli # _93, 8_ Grandatoio # _227, 11. 241, 4_ Gro$$ezza delle pile'de ponti # _116, 40_ Grotte # _334, 11_ Guardarobe di armi # _318, 6_ Gu$cio # _217, 9_ H _H_ER_BE_rare, & a$$ai # _335, 6_ Herbe nociue # _16, 36_ Herbe cattiue dãno acq; mal $ane # _374, 19_ Hermodoro primo che haue$$e $tatue in # Grecia # _262, 11_ Hyda$pe ha $empre pioggie nel principio # della$tate # _18, 28_ Hydra # _261, 37. 362, 20_ Hyerone Siracu$ano # _19, 6_ Hyppocrate # _13, 26. 339, 21. 373, 18_ Hy$tro f. # _391, 26_ Humanità # _354, 45_ Humido $ouerchio ri$olue # _14, 14_ Huomo differente da bruti perche # _99, 1_ Huomini di ba$$a mano non po$$ono mura- # re # _358, 2_ I _IA_no inuentore del Tempio # _203, 23_ Ia$one # _261, 1_ _I_ct<007>ophagi gittauano i morti nel mare # _268, 2_ _I_caro # _334, 1_ _I_ero$olima # _40, 7_ _I_magini delli D{ij} diche $i fanno # _46, 35_ _I_mba$amento delle pila$trate # _293, 32_ _I_mpo$te & loro $compartimento # _247. 17_ _I_ncanti a gli alberi, alterreno, alle rape al # Ba$ilicò # _60, 42_ _I_ncile che $ia # _376, 36_ _I_ndiani & loro repub. # _98, 24. 101, 14_ _I_ndia ha begli huomini et d'ingegno # _16, 21_ _I_ndiani hanno le ca$e di co$tole di balene # _59, 9_ _I_ndo fiume uolto altroue # _363, 15_ Indic{ij} da trouare lc acque # _367, 28_ _I_ndic{ij} di buona aria # _17, 25_ Indic{ij} del terreno # _62, 21. 65, 14_ _I_ndic{ij} da trouare l'acque # _366, 44. 370,_ # _31. 375, 34_ Ingle$i # _98, 11_ intaccature # _217, 33_ intauolato # _217. 9_ intemperantia # _355, 3_ intonichi # _182, 38. 183, 2. 184, 11, et 14_ _ # & 32. 238, 22_ intonichi di$tucco # _238, 24_ intri$o magro, & gra$$o # _78, 41_ intri$o per i pauimenti # _94, 23_ inst<007>nto di cono$cere il buono dal cattiuo # delle co$e # _35, 29_ in$trumenti di u<007>lla # _149, 8_ inuentione lodata # _355, 21_ inuentione onde na$ca # _354, 40_ Iolao truouò i gradi da $edere # _296, 13_ ionici # _213, 27_ iope edificata auanti al diluuio # _100, 8_ Io$efo # _40, 16. 101, 34_ Iperbio inuentore delle ca$e # _10, 18_ Ippodamo # _98, 17_ I$chia # _44, 18_ I$ide # _203, 33_ i$ole iperboree # _101, 13_ i$ole fortunate # _366, 29_ istoria & pittura $on $imili # _238, 34_ I$tria # _50, 45_ Italia perche mole$tata dalle armi # _100, 34_ Italia rinnouar$i # _282, 15_ Iulio Ce$are # _36, 4_ Iulio formeio # _60, 7_ L _LA__BER INTI_ # _333, 14. 355, 38_ Lacedemon{ij} # _107, 33. 261, 7_ Lago di pie di Luco # _51, 16_ Lago che fa uenire la rogna # _364, 10_ Lago della Riccia # _386, 19_ Lago di Sardigna # _386. 29_ [424]TAVOLA DELLE Lago di Me$opotamia # _386, 29_ Lago dello Eufrate # _386, 34_ Lago Auerno # _395, 1_ Laghi quando tristi # _154, 2_ Larghezza de fondamenti # _352, 24_ _L_arice # _45, 27, & 30. 46, 32. 327, 24_ _L_ari$$a # _394, 33_ _L_a$trico de ponti # _118, 5_ _L_astrichi $coperti come $i ra$$ettino # _403,_ # _34_ _L_auatoi # _151, 19_ _L_eccio # _44, 27. 46, 25_ _L_egature nelle mura # _75, 14_ _L_egatura da o$$a ad o$$a # _90, 3_ _L_egatura delle colonne # _182, 8_ _L_eggerezza # _355, 3_ _L_egge agraria perche recu$ata # _267, 14_ _L_egge d<007> _I_ulio _C_e$are # _328, 39_ _L_eggi, & o$$eruationi uarie # _167, 45_ _L_egge come $i dee maneggiare # _203, 8_ _L_egge di A$ite # _69, 5_ _L_egge delle dodici tauole # _268, 35_ _L_egge Pontificia # _269, 41_ _L_egge d<007> Pittaco $opra i $epolchri # _269, 6_ _L_eggiadria # _337, 28, & 37_ _L_egnami quando $ecchi # _44, 5_ _L_egnami quádo $i deono cauare # _43, 39_ Legni $i $otterrano, acciò $i $ecchino # _43, 33_ _L_egni $i $otterrano uerdi # _43, 37_ _L_egumi # _157, 2_ _L_emno I$ola nel mare Egeo # _18, 24_ _L_ibia non ha pioggie # _362, 29_ _L_ibia ha uenti dirado # _18, 29_ _L_ibri # _156, 7. 318, 1_ _L_ibrer<007>e # _317, 42. 318, 24_ _L_icurgo, & $uoi alloggiamenti # _139, 27_ Lig{ij} # _100, 41_ _L_inea diritta & torta # _21, 21_ _L_i$imach<007>a # _260, 31_ Litami # _157, 33_ Liti del mare come cre$chino # _390, 37_ _L_iti come commodi per le città # _102, 31_ Liuella # _376, 45_ _L_iuellare # _377, 10, & 28. 378, 15_ _L_iuio # _100, 39_ liuorno perche mal $ano # _395, 3_ locri pre$$o a cauo di $ole # _18, 18_ locu$te # _362, 32_ lodi delle traui # _83, 12_ lodi de gli antich<007> circa i $epolchri # _267, 29_ lodi de' Morti # _368, 19_ lodi di Moi$e # _295, 10_ lodi della Pittura # _238, 31_ lodi del Sacrificio # _248, 44_ lodidelle colonne # _27, 8_ lod<007> & difetti de gli edific{ij} # _35, 25_ logg<007>a de' giardini # _334, 31_ loggia del mercato # _289, 27_ loggie del teatro # _299, 20_ loggie di dentro # _299, 40 301, 24_ loggie di $otto # _300, 6_ loggia de litiganti # _312, 1_ loggia di Gaio Ce$are # _333, 34_ loggie de' nobili # _335, 25_ loto, o terra ĩ cábio di calcina # _59, 1 80, 22_ loto albero # _46, 25_ lucio Tarutio # _60, 5_ lucio Mummio trouò i giuochi Teatrali # _295, 39_ lumi $empre da alto # _31, 24_ luoghi freddi $ono piu $ani # _15, 1_ luogo per il Tempio # _206, 18_ luoghi per gli $pettacoli # _297, 11_ luogo del Con$igl<007>o # _312, 17_ luogo da notare ne' bagni # _317, 37_ luogo da $edere ne' bagni # _320, 18_ luoghida pa$$eggiare # _309, 3_ luoghi da ritrar$i # _330, 6_ luoghiper le $tatue # _333, 4_ luoghi da difender$i dal caldo # _399, 20_ luoghi da' ponti # _115, 16_ luoghi doue $i habbino a udire le uoci # _137, 11_ M _MADRE_ di famiglia # _155, 43_ Mae$trale uento fa to$sire # _13, 36_ Magazini # _130, 30_ Magna # _92, 44. 154, 36_ [425]COSE PIV NOTABILI. Maie$tà de' Tempi o$curi # _241, 21_ Malattie per conto dell'acque # _15, 38_ Malattie cau$ate da uicini # _19, 34_ Malattie in quaranta giorni # _339, 23_ Maluaui$chio # _184, 27_ Maniere de gli edific{ij} # _71, 27_ Maniere de gli _I_nterualli # _206, 18_ Maniera Dorica # _338, 25_ Maniera Ionica # _338, 26_ maniera Corinta # _358, 26_ manouelle # _174, 20_ Marco Antonio, & uero # _30, 35_ Marco Curtio sboccò il lago di pic di Luco # _386, 18_ mare mediterrano pati$ce di duoi $oli # _13,_ # _37_ mare è un ua$o # _365, 14_ mare $opra la terra # _376, 27_ mare di Negroponte $<007> uaria $e<007> uolte il # giorno # _391, 2_ mare della Propontide # _391, 2_ Mario doue mor<007>$$e # _286, 40_ marina # _154, 6_ marmi cre$cono nelle caue # _51, 14_ marmi in quantit à $empre in _A_$ia, # _58, 40_ marmo come $i $ega$$e anticaméte # _185, 15_ marmi # _80, 41. 327, 26_ marmo ro$$o è con$umato dalle $puzzaglie # _74, 15_ marmi $i macchiano dalla Calcina, & dalle # altre co$e # _78, 8_ marmi come $i mettino in opera # _78, 15_ marmo di bracc<007>a $ei forato # _381, 23_ mar$ilia hatetti di p<007>glia # _92, 42_ ma$$ageti # _363, 33_ Mastico, & olio di lino # _256, 33_ mastio delle Fortezze # _129, 42_ matematica # _356, 20_ mattoni # _52, 11_ mattoni quando $i debbino fare # _52, 31_ mattoni d'inuerno, & di$tate # _52, 34, et 35_ mattoni inuetriati # _52, 36_ mattoni gro$$i # _52, 41_ mattoni $ott<007>li # _53, 9_ mattoni quando $i arruotino # _53, 19_ mattoni quando $ecchi # _54, 26_ mattoni antichi # _53, 25_ per tutto mazzara # _362, 27_ mazzi da conficcare pali # _67, 2_ meandro f. # _386, 38_ macenate # _38, 26_ medea amazza $erpenti # _261, 35_ medicina come trouata # _163, 36_ mediocrità # _346, 11._ & per tutto mela # _59, 5_ melaf. # _388, 36_ mele di Colco # _16, 33_ membra delle cornici # _217, 7_ membra intagliate # _217, 23_ membra della ca$a # _330, 45_ memfi dotato di buona aria # _101, 7_ memfi giraua diciotto miglia, & $ei otta- # u<007> # _106, 19_ memfi come fatta # _108, 25_ memorie la$ciate a' posteri # _200, 25_ memorie delle uittorie # _260, 8, & 42_ men$ole # _229, 42_ menfoloni $otto le antenne del Teatro # _22, 42. 301, 45_ mercato de Greci, & de To$cani # _289_ # _18_ meriti d'uno architettore # _357, 26_ mercato # _144, 42_ merle # _151, 36_ metagene # _171, 40_ metalli non durano ne' tetti # _92, 36_ metello # _394, 6_ mete de Cerchi # _307, 26_ mezzi da muouere i pe$i # _181, 2_ meze colonne ne' teatri # _300, 25_ micerino Re di Egitto # _270, 3_ mina # _115, 25. 379, 23_ mini$tri pagati per conto de gli edific{ij} # _400, 11_ minos # _75, 14_ mi$ure di Colonne # _214, 37_ mode$tia de glihuomini # _354, 45_ mode$tia nel murare # _26, 2_ [426]TAVOLA DELLE Modegli, & loro utilità # _36, 15, & 30. # _353, 38. 357, 5_ Modo antico Romano era quarantaotto # libbre Modi dimurare pozzi # _370, 17_ Modi da condurre acque # _376, 1_ Modi di cauare pozzi # _369, 42_ Modo di allentare le armadure # _92, 6_ Modi da cominciare una città # _106, 33_ Modine da uer$are acque # _380, 44_ Moliper $epolcri # _271, 12. 277_ per tutto Molo nel mare # _392, 2_ Monte di pozzuolo forato # _38, 36_ Monte morello, perche $enza legnami # _66,_ # _18_ Monti come fatti # _367, 37_ Monti da Mezo dì, da Leuante da Setten- # trione # _153, 35_ Monte Tauro hauue gro$$i$$ime # _101, 9_ Mor$e # _73, 43_ Mortella # _334, 37_ Morti doue $i $otterauano anticamente # _266, 29_ Mortinel tempio come & doue # _267, 30_ Moro # _44, 33_ Mo$ca di Tolledo # _168, 29_ Mo$che come $i amazzino # _393, 40_ Mo$che non entrano nel Tempio di Herco- # le # _168, 29_ Mo$tri & $torpiati cau$ati dall'aria # _17, 30_ Mo$e lodato # _295, 10. 367, 19. 383, 34_ Mo$$e de gli archi # _85, 37_ Mouimento de pe$i # _172, 26_ Mulini di Roma antichi # _380, 3_ Mulacchie non entrano in Con$tantinopol<007> # _168_ Muli # _149, 40_ Munisteri # _132, 40. 133, 17, & 20,_ et _43_ Mura alte a proportione delle $tanze # _331, # _33_ Mura come $i deono fare # _79, 11. 331, 18_ Mura con$egrate a gli D{ij} # _100, 8_ Mura di Babbilonia # _202, 38_ Mura della Città, $ecódo l'autore # _202, 34_ Mura in Affrica, & in Spagna # _81, 11_ Mura della plebe Romana # _81, 28. 328, 37_ Mura che habbino in odio # _96, 23_ Mura delle città famo$e # _107, 39_ Mura d'una città # _109, 4_ Mura lodate # _109, 43_ Mura di Francia # _109, 30_ Muraglia gagliarde contro le batterie # _110, 15_ Mura de Teatri quanto gro$$e # _302, 4_ Muraglie de Gordiani # _326, 13_ Muraglie grandi, che non $i po$$ino adorna # re $ono bia$imate # _326, 35_ Muraglie di Eliogabalo # _351, 37_ Muraglie di Nerone # _351, 36_ Muraglie mai finite da chi le ha di$egnate # _358, 19_ Muraglie come $i ra$ciughino con pre$tez- # za # _397, 14_ _M_uraglia ordinaria # _71, 31_ _M_uraglia Amandorlata # _71, 36_ _M_uraglia incerta # _71, 39_ _M_uraglia da ba$$o # _72, 3_ _M_uraglia uguale per tutto # _74, 27_ _M_uraglia quanto dee ripo$ar$i # _79, 29_ _M_uraglia quanto ripigliarla # _79, 33_ _M_uraglia quando & come attaccar$i alla # uecchia # _79, 45_ _M_uraglie di terra # _80, 16_ _M_urare con con$iglio di buon mae$tro # _39, 33_ _M_urare in che con$i$ta # _61, 33_ _M_urare da $auio # _326, 42_ _M_uricciualo $otto le colonne # _300, 42_ _M_uro # _27, 2. 28, 7. 71, 6. 10, 27_ _M_uro del Tempio # _237, 26_ _M_uro quanto alto, & per tutto # _237, 27_ _M_uro come $i ingro$si # _400, 26_ _M_uro come $i affortifichi # _400, 31_ Muro come $i dirizzi # _402, 30_ Muro doppio di Roma # _110, 17_ _M_u$aico # _185, 44_ _M_u$aico piano # _186, 4_ _M_u$aico di rilieuo # _186, 4_ [427]_COSE PIV NOT ABILI._ _NABVCDONOSOR__40, 17_ Natale di Roma # _60, 5. 107, 32_ Natale del mondo # _60, 11_ Natura$i d<007>letta delle co$e tonde # _206, 32_ Natura # _337, 40. 338, 12. & 40_ Natura gode del temperamento # _135, 36_ Naue di Archimede # _179, 19_ Naue cau$idica nelle ba$iliche # _250, 9_ Naue è unafortezza che uà # _142, 19_ Naue di Tra. nel lago della Riccia # _142, 35_ Naui graui come $i muouino # _172, 45_ Naui $ono alloggiam\~eti di $oldati # _142, 15_ Naui & loro di$egno donde’ pre$o # _142, 41_ Naui da carico, et loro proportione # _143, 2_ Naui $ono $pecie di carra # _119, 43_ Nauil{ij} diuer$i in diuer$i mari # _144, 7_ Nearco d' Ale$$andro Magno # _138, 36_ Necep$o # _60, 10_ Ncrone, e $uoiarchitettori # _50, 37. 355, 40_ Nerone dedicò una $tatua al Sole # _40, 35_ Nerui delle muraglie # _91, 23_ Neur{ij} non hanno legne # _59, 5_ Nicchi # _334, 17_ Nicopoli fatta da Pompeio # _261, 23_ Nicori Regina # _115, 28_ Nigrigneo Architettore # _132, 19_ Nilo # _362, 24. 374, 5_ Niniue giraua $e$$anta miglia # _106, 20._ # _107, 37_ Nipoti di Protogene # _41, 19_ Noce # _46, 21_ Noce di Negroponte # _44, 34_ Nome a’ figliuoli quando # _339, 14_ Noue numero # _339, 18_ Nugoli come $i generino # _12. 5_ Numa # _107, 31_ Numero # _337, 25. 338, 33. 339, 33. 340,_ # _6. 344, 34_ Numeri mu$icali # _341, 29_ Numid{ij} perche uiuino a$$ai # _15, 3_ O _O_DIO de' Cittadini contro alle fortezze # _140, 33_ Odori abbruciar$i nel tempio in un di $olo # libre # 580. # _249, 21_ officio del di$egno # _9, 29_ officio d'huomo con$igliato # _35, 39_ officio del Pontefice # _132, 44_ olmo # _41, 26. 41, 41. 44, 19, 44, 33. 46, 18_ # _46, 28_ ontano # _44, 16_ onda # _217, 9. 387, 16, 391, 35_ openione de primi habitatori # _41, 13_ openione dello autore del Tempio. # _211, 33_ orate # _151, 35_ ordine, & regola in tutte le co$e # _106, 22_ ordini del terreno # _368, 9_ ornamento che $ia # _163, 14. 240;17_ ornamento della città # _201, 8. 204, 20_ Orniello # _46, 30_ ornamenti delle cupole # _240, 16. & 39_ ornamenti della Ritonda # _240, 25_ oro per cannelle # _381, 1_ oro ma$siccio per le comettiture # _238, 3_ o$tro fa amalare # _13, 35_ o$$a de gli Alberi # _48, 8_ o{$s}ami di mattoni cotti # _90, 9_ o$$ami # _75, 5. 78, 35. 89, 45. 91, 24. 96, 4_ o$$ami d'animali # _334, 10_ o$$a, & colonne in pari # _338, 36_ o$tinatione # _355, 3_ o$trighe # _334, 17_ Ottauiano Aug. non murò $ontuo$amente # _326, 10. 334, 9_ oxo f. $empre torbo # _371, 15_ P _P_Adiglione del Generale de gli e$$erciti # _140, 21_ Palazzo di un Re # _127, 32_ palazzo di un Signore # _127, 22_ palazzo del Magi$trato # _131, 20_ palazzo Principale in mezzo la terra # _136, 27_ palazzo doue s’ amini$tra ragione # _136,_ # _44_ Palazzoforte # _137, 2_ palcbi # _82, 14. 332, 8_ [428]_TAVQLA DELLE_ Palco del Teatro # _297, 24_ Palco della Scena # _298, 37_ Pali per fondare in acqua # _66, 43_ palla del bilico delle porte # _247, 21_ palmafa arco contro al pe$o # _45, 43_ palude Stinfalida # _360, 7_ palumbrota lunga 16 miglia # _108, 22_ pancone che recu$i il ferro non è tutso buo- # no per fondarui $opra # _65, 36_ pane con acqua di mare # _384, 7_ pani delle uite # _179, 7_ paraucnto de cammini # _155, 15_ paramenti lani, & lini # _399, 10_ parole intagliate nella $oglia d'un tempio # _238, 42_ partimez ine del muro # _71, 9_ parti, & membra delle porti # _247, 8_ parti del Teatro # _297, 21_ parti de Nauil{ij} # _143; 8_ parti del Tempio # _206, 28_ patrit{ij} habitauano in borgo # _123, 36_ pauimento ò piano delle cornici # _226, 39_ pauiment<007> delle logg<007>e # _333, 12_ pauimenti uar{ij} # _333, 16_ pauimento $opra ilquale $piouino itetti # _95,_ # _43_ pau$ania # _260, 33_ peli delle Mura # _401, 23_ pelle del Terreno # _368, 11_ pendio delle Strade # _118, 31_ pen$are alle acque fa uerir uoglia di downi- # re # _334, 24_ pera # _19, 41_ perche chi sta alfuoco diuenti grinzo # _154,_ # _32_ pericoli de Nauil{ij} # _142, 26_ perle poste in Mu$aico # _186, 2_ penni # _80, 36. 117, 33. 174, 17. 181, 10._ # _187, 23. & 27. 188, 22. 247,_ per$iani # _107, 35_ per$<007>i, & loro citta # _107, 35_ pertiehene gli argini # _389, 23_ perugia # _24, 13, 106, 5_ pefchiere da pe$ci # _151, 20 pe$i $oprail diaccio # _173, 5_ pe$i come $i tirino, & duoi piu facilmente # che uno # _179, 27_ pe$i grandi $i hanno a manegg<007>are $en$ata- # mente # _182, 23_ pe$o, & $uanatura # _172, 21_ pe$te $empre in Pera perche # _19, 42_ petc$iro # _60, 10_ pianta d<007> 24 angoli # _22, 31_ piante diuer$e # _22, 31_ piante, & altri legnami peri tetti # _84, 21_ piano di un pauimento # _94, 16_ pianure hanno gran caldi & gran freddi # _105, 26_ piani di tirarui $opra pe$i # _173, 13_ pianuzi # _217, 33_ pianta del Tempio # _206, 37_ pianta del cubo # _344, 40_ pianta della ba$ilica # _251, 1_ pianta del ponte # _288, 1_ pianta del Teatro # _297, 35_ piants d'alberi come $i$ecchino # _400, 19_ piastre di piombo per legature nelle mura # _77, 31_ Pia$tre di bronzo forate in cambio dimue- # triate # _259, 18_ piazza dello Anfiteatr@ # _306, 30_ piazza del Cerchio # _307, 19_ piazza del Teatro # _300, 33_ piazza delle $tufe # _320, 9_ piazze diuer$e # _289, 13_ picea albero # _41, 23. 44, 20. 45, 24. 46, 30_ pre di $tallo # _273, 6_ piede è la lunghezza d'un piede de l'buomo # cioè mezo braccio piene # _387, 13_ pietà, religione, & deuotione # _204, 24. &._ # _27_ pietre ne fondamenti di Iero$olima # _69, 17_ pietre, & loro origine # _48, 37_ pietre quando $i debbino cauare # _49, 9_ pietre quando mettere in opera # _49, 17_ pietre atte a $ender$i # _49, 41_ pietre che durano a$$ai # _50, 14_ [429]_COSE PIV NOT ABILI._ pietre d<007> bol$ena # _50, 31_ pietre da Albano, & da Gabinio # _50, 38_ pietre di Campagna # _51, 3_ pietre in romagna et pre{$s}o ad Imola # _51, 28_ pietre di faenza # _51, 32_ pietre in torno alle chiane # _51, 34_ pietra chernite # _52, 4_ pietre nelle fornaci come $i debbino mettere # _56, 35_ pietre, & loro natura # _49, 26_ pietre concaue dentro # _56, 38_ pietre $imili alle cocchiglie # _57, 14_ pietre di Verona <007>ntagl<007>ate come il cinque # foglie # _57, 16_ pietre di uarie $orte # _67, 40_ pietre quando bagnate a ba$tanza # _68, 8_ pietre murate una uolta non pigliano bene # la Calcina la $econda uolta # _68, 11_ pietre come create # _72, 44_ pietre come $i mcttino in opera # _73, 14_ pietre per ripieni # _75, 25_ pietre grandi come $i murino # _78, 43_ pietre o mattoni ben bagnati # _79, 37_ pietre non uogliono il piombo troppo caldo # _81, 9_ pietre per le pile de ponti # _116, 29_ pietra grand<007>$sima condotta da $emir amis # _170, 18_ pietre che rendono lume # _170, 34_ pietre grandi$sime come $i alzino # _172, 19_ pietre roze # _188, 30_ pietra che$ia # _200, 28_ pietre per le mura della citta # _202, 28_ pietre fenicie # _333, 26_ pietre # _352. 21_ pigliare diritture # _378, 26_ pilastrate # _300, 11_ pila$tri $opra le corn<007>ci # _258, 36_ pile de ponti # _115, 5, 115, 32_ pino # _41, 23. 44, 20. 45, 24. 46, 30_ pino $aluatico # _44, 32_ pioggia $empre nociua a gli edifizi{ij} # _29, 37_ pioggie come $i creino # _12. 5_ pioggia minuta # _371, 40_ pioggie di notte # _373, 12_ piombo $i gua$ta dallo $terco # _187, 27_ piombo del mezzo della colonna # _196, 29_ piote # _140. 7_ piperno, & $ue$trade # _111, 31. 202, 31_ pipi$irelli come $i $caccino # _398, 30_ pirramo nella pianura, # _365, 45_ piramidi # _259, 16, 271, 11. 271, 22_ pirgo # _92, 41_ pittagora della Natura # _340, 18_ pittaco, & $ualegge # _269, 6_ pittura lodata # _334, 20_ pitture de temp{ij} $econdo Platone # _325, 20_ p<007>ttura uaria per tutto # _334, 1_ pittura # _334, 6. 356, 20_ plateen$i, & loro muro # _109. 27_ platone de gli $piriti d'aria # _19, 16_ Platone & $ua repub. # _98, 26_ Platone, & $ua opinione per con$eruare # una città # _108, 4. 201, 20_ platone de $epolcri # _269, 23_ platone de gli cpitaffi # _280, 18_ platone uoleua le legg<007> in tauole di arcipre$- # $o # _45, 9_ platone nacque regnãdo Tarqu<007>no # _240, 7_ platone, & $ua opinione de morti # _269, 43_ plinio # _13, 26. 41, 15. 43, 18, 68, 21. 81, 24_ # _94. 38_ plinio del ricettacolo dell' ombra # _395, 9_ plutarco in$egnò i rimed{ij} contro all'herbe # ueleno$e # _16, 40_ plutarco # _75, 29_ plutarco del di$egnare le Città # _106, 31_ plutarco de gli Epidaur{ij} # _201, 29_ policrate Architettore # _14, 24_ poluere di Pozzuolo # _51, 38_ poluere nuoce a gliocchi et a polmoni # _259,_ # _16_ pompe<007>o # _17, 15_ pompeio perche bia$imato # _396, 15_ pomi $i gittauano ne Teatri # _306, 28_ pompeio fece Nicopoli # _261, 23_ pomponio # _100, 8_ ponte # _113, 6_ [430]TAVOLA DELLE Pontifice & $ua habitazione & per pon- # tefice, $intende ogni capo di Religione # _132, 2_ ponte di Ce$are # _114, 1_ ponte di Verona # _114, 8_ ponte di pietra # _115, 1_ ponte $opra il Nilo # _115, 26_ ponti leuatoi # _130, 1_ ponte di Adriano # _387, 31_ poppa de Nauil{ij} # _143, 7. 1_ porfido nelle fornace non la$cia cuocere. # _55, 7_ por$enna # _271, 41_ porta Ianuale # _168, 14_ porta del condotto # _380, 27_ porta della Ba$ilica # _259, 35_ porte # _31, 30_ porte doue $i debbino porre # _32, 4_ porte di dietro # _125, 25_ porte $egrette # _125, 25_ porte, & fine$tre quadrangulari # _241, 31_ porte, & fine$tre in caffo # _32, 8_ porte piu $trette da capo # _241, 33_ porte Doriche # _241, 40_ porte Ioniche # _241, 43_ porte Corinte # _242, 1_ porte come $i addornino # _333, 6_ porte di bronzo non $i conuengono alle ca- # $e. # _327, 20_ porte delle ca$e # _333, 3_ porte antiche # _110, 33_ porte d'oro d'auorio di statue # _247, 14_ porti, # _392, 12_ porti herbo$i cattiui # _120. 39_ portico # _124, 36. 211, 45. 331, 1_ portici de temp{ij} # _211, 5_ porto di Claudio # _38, 4_ porto di Adr<007>ano # _38, 4_ porto che $ia # _120, 12_ porto come buono # _120, 26_ porto $imile al Molo di Napoli # _121, 5_ po$$e$sione da frutto # _335, 14_ potenzie che $ieno # _344, 29_ pozzi pre$$o a lago di piediluco # _379, 34_ pozzi # _34, 30. 66, 7. 364. 2. 369, 22. 369_ # _29. 372, 20_ Pozzo affondo 100. braccia # _366, 11_ praterie in un colle arido # _384, 41_ pratello # _334, 32_ precetto de gli antichi # _47, 10_ prigioni di piu $orte # _145, 36_ principi proposti alle citta # _200, 1_ procida a continoui tremuoti # _19, 1_ proportione della porta Ionica # _244, 4_ proprieta di luoghi diuer$i # _19, 20_ proportione delle colonne # _27, 20_ proportione delle porte # _31. 40_ proportione delle porte corintie # _246, 4_ proportione delle torri # _282, 27_ proportione delle logge teatri # _300, 17_ proportione delle colonne de Colonnati da # pa$$eggiare # _300, 27. 309, 20_ proportione de colonnati per le ca$e # _335,_ # _25_ proportione per le $tanze # _346, 3_ pro$pettiua # _299. 6_ prua de Nauil{ij} # _143, 7_ ptolomeo come u$ciua del Nilo # _388. 27_ puglia, & $ue tarantole # _16, 41_ pulimento # _185, 22_ punta del bilico # _247, 19_ puntelli $i allentino # _91, 40_ punto da o$$eruar$i in dar principio alle co- # $e # _60, 1_ purità grata a Dio # _238, 13_ putti come $i allieuino # _138, 16_ putti in 40. giorni # _339, 28_ putti $cabbio$i # _340, 5_ Q _Q_Vadrupla # _341. 21_ Quali$tanze $ien meglio in uolta # _159,_ # _21_ Quali stanze da chiuder$i uer$o mezo dì # _159, 27_ Quaranta numero molto notato # _339, 20_ Quel che debbono fare coloro, che uoglio- # no che le loromuraglie $ieno lodate # _163,_ # _17_ [431]_COSE PIV NOT ABILI._ Quercia nuota per quaranta giorni # _42, 34_ Quercia # _44, 29_ Quindicimilia pezzi d'arme in un Tem- # pio # _239, 13_ _R_ADICE della pianta del cubo # _344, 4_ Radice de' numeri che $ia # _344, 29_ Raggidel Sole fanno maggiore impeto $o- # pra le co$e $errate, & den$e che $opra le # rade # _12, 32_ Raggio # _21, 40_ Ralla # _247, 18_ Ramarri come $i $caccino # _398, 35_ Rame # _80, 40. 93, 8_ Rannocchie in mezzo alle pietre # _57, 9_ Rannocchiella $caccia gli uccelli dalle $e- # mente # _82, 7_ Rapillo # _397, 23_ Rauenna ha fiati cattiui # _362, 38_ Regione aperta a' Soli # _362, 35_ Regione che $ia # _20, 40. 10, 28_ Regione da $cer$i # _11, 17_ Regione da migliorar$i # _360, 25_ Regione lodata # _167, 14_ Regolo de' dorici # _203, 7_ Regoletti # _226, 20_ Regolo # _354, 2. 376. 45_ Religionc, & $uo feruore # _282, 13_ Renadi caua, di fiume, di Mare, _57, 43. 58,_ # I. & _2. 58,_ II per tutto # _58, 44. 68, 19._ # _391, 10_ Renadi Tebe # _185, 24_ Republica bene ordinata # _99, 4_ Repercu$ione della uoce # _399, 31_ Rete $u per le funi delle naui # _143, 37_ R<007>cinti # _75, 43. 78, 35_ Ricchi in qual parte della città # _123, 28_ Riceuere de' forestier<007> # _201, 44_ Ricetto d<007> acque # _380, 17_ Riempiere per tutto le mura # _75, 32_ Rileuar$i da terra del Tempio # _211, 41_ Rileuar$i delle uolte # _239, 25_ Rimed{ij} contro al freddo # _14, 39_ Rimed{ij} chele $cale non nuochino a gli edi- # fici{ij} # _32, 24_ Rimed{ij} contro allo inuecchiar$i # _43, 12_ Rimed{ij} contro alle Mine # _108, 40_ R<007>med{ij} contro alle batterie # _141, 14_ Rimed{ij} & ordini di a$$edio # _151, 25_ Rimedio al male caduco # _169, 5_ Rimedio alle citerne che non $<007> corrompino # _383. 22_ Rinnouellare delli antichi # _269, 33_ Rinzafato # _183, 2, & 27_ Riparo per murare ne' fiumi # _115, 34_ Ripe de' fiumi # _386, 30_ Ripieni delle mura di due $orti # _74, 43_ Ripo$tigli per le ca$e # _125, 33_ Ripo$tigli da armi # _318, 6_ Riquadrature di sfondati ne palchi # _259, 21_ Ri$contri delle uie # _289, 1_ Ritiramenti della colonna # _196, 38_ Ritonda di Roma, & $ue mura # _237, 17_ Riuo come $i purghi # _393, 18_ Rodope Meretrice # _38, 20_ Rogna come $i guari$$e # _364, 31_ Roma $empre febriccio$a # _18, 42. 371, 16_ Roma alzata$i di piano # _23, 9_ Roma perche piu fredda # _112, 21_ Romani perche mandauano in Egitto piu # huomini al gouerno # _123, 18_ Romulo, & $ua Repub. # _98, 6. 106, 42_ Rond<007>ne come fail $uo nido # _79, 20. 157,_ # _42_ Ro$$o colore per la$tate # _307, 3_ Rouere # _41, 27. 42, 34. 44, 21. 45, 38._ # _47, 2_ Ruote # _174, 4_ S _S_ABEI non curauano de morti # _268, 7_ Sabbion ma$chio # _368, 19_ Sacrific{ij} diuer$i # _205, 35_ Sale per la $tate, et per lo inuerno # _174, 38._ # _154, 11. 330, 44_ Salamone # _40, 7_ Salone delle$tufe # _319, 14_ Salu$tio # _240, 3_ Samii, et loro t\~epio # _249, 27, et30. 363, 40_ [432]_TAV OLA DELLE_ Sanare un pae$e che pati$ca delle acque # _368, 12_ Santità de' $epolchri # _268, 27_ Sã Pietro di Roma coperto di Rame # _187, 9_ Sarcofago pietra # _51, 45. 271, 2_ $a$$iro$si # _368, 14_ $a$si ma$chi # _95, 29_ $atirico poema # _299, 10_ $atisfattione delle co$e belle onde na$ca # _166, 20_ $auii come dcbbino murare # _326, 42_ $boccatoio delle acque # _380, 24_ $caglioni # _34, 6. 273, 35_ $cale # _33, 18, & 31 pertutto_ $cale de' Teatri # _296, 31_ $carpa a mezi cerchi # _23, 45_ $carpe ne' monti # _24, 11_ $cauro # _117, 15_ $chizzatoi # _392, 42_ $coglio nel porto di Genoua come $i leuò # uia # _393, 34_ $commodit à nel murare nelle città # _147, 8_ $compartimento # _25, 4. 125, 7. 169, 35._ # _186, 30. 10, 27_ # contrafatto # _348, 27_ $corniciature delle impo$te # _247, 30_ $corpioni come $i ammazzino # _398, 22_ $corze del terreno # _370, 9_ $degno dell' Autor@ # _359, 38_ $ecoli di Roma # _107, 22_ $ecchie # _392, 42_ $egni da trouare l’acque # _369, 2_ $eleucia # _30, 36_ $eleuco $ece uenti$ette città # _261, 24_ $eli nuncii populi di Sicilia # _18, 39_ $elici # _51, 2. 368, 15_ $elua dell’aglio tormentata da’ tremuoti # _18, 39_ $elue di Torri # _282. 9_ $elue come $i $tirpino # _40, 22_ $elue ne' paduli come $i faccino # _385, 3_ $emiramis # _40, 19. 262, 28. 363, 36. $enato $i ragunaua nelle chie$e # _135, 20_ $enatori doue ne gli $pettacoli # _298, 38_ $eno fonte # _363 24_ $entent<007>e uarie # _238, 2_ $epolcro di Simandio # _238, 6, 281 28_ $epolcro di grande $pe$a # _38. 22_ $epolcro d<007> Ottone # _38, 28_ $epolchri de gli Antonini # _69, 20_ $epolcri quanto addorni # _266, 39_ $epolcri per le $trade che cau$auano # _267, 5_ $epolcri fatti $olamente a Nomi # _368, 14_ $epolcri a pochi $tatue a molt<007> # _268, 26_ $epolcri $acrati # _268, 29_ $epolcri de gli Egittii # _269, 15_ $epolcro di Augusto # _270, 24_ $epolcro di Eritrea # _270, 27_ $epolcro di Arcchacheo # _270, 29_ $epolchro uarii # _270, 40_ $epolcro di Caio Ce$are # _371, 21_ $epolcro di Claudio # _371, 21_ $epolcri come fatti per non e$$ere rou<007>nati # _271, 27_ $epolcri de’ To$cani # _271, 40_ $epolcr<007> di C<007>ro # _272, 6_ $epolcri di Sardanapalo # _281, 31_ $epolcri $empre # _268 38_ $erpe trouata rinchiu$a in un $a$$o # _57, 8_ $erpentino re$ifte alle fiamme # _55, 6_ $erpi in Con$tantinopoli # _168, 23_ $erpi ne’ capitegli # _328, 9_ $erraglio # _85, 38. 306, 38_ $erraglio del Teatro # _300, 40_ $er$e abbruciò i Tempii di Grecia # _204, 9_ $erue, & camerieri # _156, 24_ $eruio Tull<007>o # _240, 1_ $e$oflri Rede gli Egittii # _100, 29. 260, 41_ $e$o$e # _361, 5_ $e$quialtera # _341, 5_ $e$quitertia # _341, 5_ $e$si femin<007>liintagliatine le colõne # _260, 45_ $ete che $ia # _371, 10_ sfogat oi per le muraglie # _70, 42_ sfondati nelle uolte come $i faccino # _240,_ _ # 26_ $guardo nelle muraglie # _353, 30_ [433] COSE PIV NOTABILI. Sibariti infelici$simi $empre # _20,11_ Sibcilia con$ecrata a Cerere # _167,13.239_, # _17_ Siena $porca perche # _112,22_ Siena $i mura $enza hauer afar fondamenti # _62,16_ $im<007>litudine di $tatue # _348,44_ $iracu$ain cia$cun dì dell’anno uede il So- # le # _12,26_ $i$to delle stufe o Terme # _319,25_ $ito # _20,39 & 41.22.11 & 26,23,1. & # per tutto # _167,22.10,27.103,14._ # _204,18_ $malti # _94,31.95,8.186,20_ Socrate # _102,2_ Sopra$t nti delle Muraglie # _357,34_ Spagna a tempi di Plin<007>o uiueua di ghiáde # _14,20_ $pagna hàgrandi$simi uenti # _18,34_ $partiani # _249,28_ $pecula o uero Torre # _282,40_ $pedali # _135,1_ $pedali marauiglio$i in To$cana # _135,19_ $pedali g<007>a ded<007>cati ad E$culapio, & ad A- # polline # _135,25_ $pelonohe # _334,11_ $pettacolo degli Atenie$i # _295,6_ $pe$a gro$$a del Re Numa # _204,3_ Spiga C<007>ttà # _238,2_ $pina di Egitto # _43,19_ $piriti in aria # _19,11_ $pirito Igneo # _374,29_ $poglie # _260,24_ $pogliato # _319,45_ $ponde # _143,7.300,43_ $pranghe # _80,35.81,3_ $quadra antica # _62,32_ $quadra # _354,2_ $tabilità delle uolte acupola # _90,32_ $tagioni da mnrare # _59,40_ $tagno inanzi ale ca$e de Signori # _363,26_ $talla per 300 elefanti # _318,4_ $<007>alle in uolta # _151,8_ $talle per le be$tie uaccine # _149,24_ $tanghe # _174,20_ stanze, & loro grandezze # _331,26_ stanze per il $ale # _145,17_ stanze fre$che # _399,19_ stanze che non $entono romori di $trade # _399,26_ statue neltempio, # _263,36_ statue di Dio $e è ben farle # _263,20_ statua di uite trouata in Popolonia # _48,22_ # _263,44_ statue d’oro # _264,15.326,17_ statue ne gli archi # _293.13_ statuar{ij} di Egitto # _262,34_ $tatue quanto $i $ieno buone # _261,45_ $tatue in cambio di colonne # _235,2_ $tatue del $epolcro di Simandio # _261,41_ $tatue a molti $epolchri a pochi # _268,26_ $tatua d<007> Dercete # _261,31_ $tatue in cambio di$tipiti # _327,45_ statue dumila <007>n un tempio # _239,13_ $tatue $opra le colonne # _274,17_ $tatue ne temp<007> # _263,15_ $tatue infinitc in Roma # _262,15_ $tatue di che # _263,43 325,26_ $tatua di uita # _263,43_ $tatue di Ebano # _264,1_ $tatue di Pere # _264,3_ $tatue di pietra nera # _264,14_ $tatue di $ale # _239,18_ $tatue d<007> uetro # _236,18_ statue non di oro ne di argento # _264,20. & # per tutto statue di Pompeio. # _333,42_ statue di Giardini # _335,18_ $tatue grandi$sime, # _262,16_ sterchi # _157,33_ steccate # _393,30_ steccati # _361,14_ stipiti # _71.15_ stiuma di$tagno # _185,27_ strada per terra, & per acqua # _266,1_ strada fuori della città # _111,22_ strade dentro alle città # _394 23_ strada per che argine # _111,37_ [434] TAVOLA DELLE strade delle terre piccole # _112,9_ strada torta # _112,13_ strada $enza riu$ciuta # _112,35_ $trada mae$tra diricta al porto # _121,19_ $trnda lungo le mura # _203,20_ $trada d’ Eliogabalo # _286,17_ $trada larga 240. braccia # _286,21_ $trada piena di arcipre$si # _286,27_ $trada di San Paulo # _286,30_ $trada di $an Pietro di Roma # _286,31_ $trada di Tebe # _286,37_ strada $otto un fiume # _286,43_ $trada # _111,28.386,42_ $trada di Rauenna perche, & come $i mi- # gliora$$e # _386,5_ $trami # _157,30_ $tretto di Galipoli non ha tuoni ne baleni # _18,26_ $trumenti che $iano # _182,17_ $trumenti matematici # _318,25_ $tucco $imile al marmo # _184,10_ $tucco per mettere d’oro # _259,30_ $tudiare $empre # _356,11_ $tudio in tutte le co$e # _355,7_ $tud{ij}, & $cuole pub. # _134,40_ studianti doue debbono stare # _134,33_ $tufe & $ale per la primauera # _154,36_. # _159,36_ $tu$e di Eliogebalo # _319,1_ $tu$e tiepide # _319,31_ $ughi di acque # _16,19_ $ugo delterreno # _374,22_ $ugero # _44,32_ T TACITO # _50,37_ Tagliatura & fattura delle co$e mobi # li, & immobil<007> # _42,3_ tagliatura de gli alberi # _41,22.42,7.et 23_ Taglie # _175,32_ Talge # _101,15_ tanè colore $curo per lo inuerno # _307,4_ tarantole & tarantari di Puglia # _16,42_ tarpeia # _69,25_ tarquino # _24,16_ ta$sio # _41,16_ tauolati delle naui cadere & rimetter$i $u- # bito # _143,38_ tauole dimarmo come $i murino # _185,32_ tauole # _229,43_ tauole dipittura # _138,27_ tauole due di Ce$are co$torono a$$ai # _238,30_ tauole di bronzo in Campidogl<007>o # _238,38_ tauole di Pompeio # _333,42_ tazzadioro # _239,9.249,23_ tazzadiferro # _249,28_ teatro $econdo l’autore # _298,2_ teatri # _31,33.297,21. & 26.301,31_ tebe gira 20 miglia # _106,18_ tegolino # _93,13_ tegolimurati # _93,23_ tegolime$si d’oro # _187,5_ tegoli inuetriati # _187,10_ tegoli di piombo # _187,10_ tele$io statuario # _262,40_ telo$agi # _92,42_ tempio di Delfo # _239,41_ tempio di Delfo aï$o tre uolte # _20,8_ tempio nel D. di Spuleto $otterrato # _23,11_ tempio di Reuenna ha pertetto una tazza # di pietra di un $olo pezzo # _23,14_ tempio di Latona # _24,27_ tempio di Diana in Efe$o # _69,9.196,12_ # _240,4_ tempio di V e$pa$iano # _70,25_ tempio Principale # _132,11_ tempio in uolta # _239,37_ tempio inuolta $icuro dal $uoco # _132,29_ tempio di Iano # _168,15_ tempio di Iero$olima # _187,2_ temp<007>o antico non$i $a come # _203,38_ tempio antico in Atene # _203,39_ tempio in Campidoglio # _203,40_ tempio dentro alla citta, & fuori # _205,14_ tempio a Nettunno doue # _205,22_ tempio tondo a chi # _205,28_ tempio $econdo l’autore # _211,33.204,43_ tempio ad E$culapio # _205,23_ tempio de Miles{ij} # _204,37_ [435] COSE PIV NOTABILI. tempio de Sam{ij} # _204,39_ tempio alli Dei infernali # _205,33_ tempio alle Mu$e, & alle Nimfe # _206,13_ tempio quadro # _209,22_ tempio tondo # _205,31_ tempio To$cano antico # _209,34_ tempio $econdo Cicerone # _238,10_ temp<007>o de gli Atenie$i # _325,30_ temp<007>o de Lacedemon{ij} # _325,35_ tempio $enza ferramenti # _355,35_ tempio che $i piega$$e inuer$o una delle par- # ti come $i addir<007>zza$$e # _402,41_ tempio di V enere <007>n Er<007>ce di Sicilia non ar- # $e mai # _240,13_ Tempe # _362,19_ Tempera del ferr@ # _362,13_ tenda de Teatri # _300,3_ Teodoro architettore # _196,18.262,40_ Teofra$to # _13,26.41,22.43,13.46,25_. # _373,12_ Teofra$to in$egna guarire il mor$o della ui- # pera # _17,3_ Teogenio opera dell’ Autore; # _360,15_ termine ditutte le co$e # _352,35_ terme o bagni # _317,37.318,41_ termini # _307,8_ terra come $i $ani # _11,21_ Terra per mattoni # _52,24_ terra Samia # _54,31_ terra Aretina # _54,31_ terra Modone$e # _54,31_ terra $aguntea # _54,31_ terra Pergamea # _54,31_ terra perche Cerbero ò Lupo # _119,35_ terra ro$$a infra le commettiture delle pie- # tre grandi antiche # _79,8_ terra che amazza gli $corpioni # _398,14_ terrazzi o pauimenti $coperti # _94,5_ terrepo$to a bacio peggior che l’altre # _105_ # _11_ terreno come per fondarui $opra # _63,14_ terreno # _352,18_ terreno $ottile # _368,17_ te$ifo # _69,9_ te$ori trouati nel $epolcro di Dauid # _125,36_ te$te di marmo # _266,22_ te$te di Medu$a # _328,10_ teste di tori # _226,34_ tetto $icuri$simo # _93,34_ tetti de’ Temp{ij} # _237,41_ tetti # _77,42.82,1. & 14.92,26.92,41_ # pertutto # _93,5.130,26_ tetti de’ teatri # _301,40_ teuere piu nauigabile che il Nilo # _386,24_ teuere netto da Ce$are # _392,25_ Tiberio Ce$are # _41,45_ tiglio # _41,26_ tigrane # _201,9_ tigre fiume # _361,16.363,36_ tignuole come $i $penghino # _398,44_ tifinchio Cyclope # _10,18_ tifone # _19,1_ timoni # _143,23_ tiro hebbe ca$e alti$sime # _329,3_ tir$e # _361,13_ tito # _40,18.333.25_ titol<007> # _260,24_ Tito Liuio # _100,39_ toledo ha una mo$ca $ola in Beccheria # _167,29_ tolo Architettore # _196,18_ topi in gran moltitudine # _360,12_ tordi # _151,36_ torre di Babbilonia # _282,18_ torre di legname coperta di Allume non ar- # $e # _43,22_ torre $otterata$i qua$i tutta # _65,41_ torri come fatte # _110,35.282,3_ torre # _127,21.282,24 & pertutto To$cani inuentori delle $tatue # _262,5_ To$cani & lorotet<007>i # _93,1_ To$cani come de$ignauano le terre # _107,9_ To$cani in$egnarono a gli antichi # _205,12_ To$cani antichi u$aron i Capitelli ch’u$aron # poi i Dorici # _213,35_ Tragico poema # _229,6_ tramoggie # _151,11_ Tra$one inuentore delle ca$e # _10,18_ [436] TAVOLA DELLE traui di oro # _187,1_ traui d<007> leccio # _381,37_ traui # _82,30_ traui come $i debb<007>no conciare # _83,17_ traui come a$$ett are # _83,20_ traui a due a due come por$i # _83,25_ traui come anne$tr ar$i <007>n$<007>eme # _83,32_ traui come commetter$i # _83,40_ traui come metter$i # _84,41_ tre $ono le co$e principali nelle quali con$i- # ste la bellezza # _337,23_ tre armati $oli, guardare la entrata di una # prouin cia, # _360,32_ treuertini cre$ciuti in Roma # _51,14_ treuertini # _327,26_ tribune a $picchi $enza armadure # _90,41_ tribune ouero cappelle # _237,8_ tribula per lo Altare # _241,27_ tripla che $ia trogloditi, & loro u$anza circa i morti # _268,9_ trofei # _260,25.261,6_ trombe # _392,42_ tucidide # _100,3.109,27_ tufi commodi per le uolte # _90,16_ tuia albero # _45,4_ tuono nella mu$ica # _341,29_ V VALERII $i poteuano $epellire in # piazza # _266,33_ Valerio disfece la $ua ca$a in Roma # _326,4_ uani per iua$i deteatri # _301,12_ uani tre in una $cala # _33,19_ uani tra le colonne # _32,26_ uani quel che egli occupino # _32,24_ uani che $iano # _30,22.188,8_ uani doue $i debbino la$ciare # _32,10_ uani ciccbio finti # _32,14.188,39_ uani de lumi # _241,28_ uani del mezo alquanto piu larghi # _212,38_ uani in caffo # _212,28.10,28_ uani per finestre, & porte # _332,19_ uapori cattiui # _369,34_ uarietà de gli edifiz{ij} donde # _97,33_ uariet à è il condimento delle co$e # _26,16_ Varrone # _14,17.19.28,41,43 106,31._ # _240,3_ ua$o di piombo pieno d’acqua a $uoco non $i # fonde # _187,15_ ua$o marauiglio$o # _249,30_ ua$o di bronzo di libre _225_.a # _260_ ua$i trenta in un <007> ca$a # _334,44_ ua$o di un Pozzo # _370,23_ ua$o dirame o di bronzo ne teatri # _301,15_ ua$o di terra ben turato in mare s’empie di # acqua dolce # _384,12_ uccelletti piccoli # _150,43_ uccelli non entrauano nel Tempio d<007> Achil- # le # _168,26_ uccellami $i gettauano ne Teatri # _306,29_ uecchio marino non è tocco da Saetta # _82,4_ uecch<007> doue # _156,8_ uedere acuto di uno Spagnuolo # _64,30_ uegetio delle Mura # _42,16.108,26_ uelette # _141,39_ uelli ne fondamenti # _69,14_ uena di pietra bianca # _183,17_ uene delle pietre # _73,4_ uene dellegname, & delle pietre # _84,38_ uenezia # _24,34_ uentre della Colonna # _196,40_ uento che $ia # _12,5.12,13_ uenti douerrian g<007>ugnere rotti # _13,15_ uenti & fiati cattiui # _13,41_ uenti come $i pe$ino # _366,18_ uenti da fuggir$i nel porrele citta # _103,45_ uenti graui, & leggieri # _105,13_ uerde colore, per la primauera # _307,3_ uermi rinchiu$i nelle pietre # _56,44_ uerità ne guida al bene # _133,4_ uerona hà praterie artifiziate # _196,1_ ue$ta inuentrice delle ca$e$ # _41,18.10,17_ ue$tibolo # _320,11_ ue$coui # _248,35_ ue$timenti doue $i riponghino # _156,6_ uetri perche non appannino # _372,28_ uetrici # _388,36_ u$$izio del fattore di uilla # _150,7_ [437] COSE PIV NOTABILI. Vgualità, & corri$pondenza delle co$e # _348,33_ uia da Roma a porto # _111,45_ uia di T<007>boli # _118,15_ uia appia # _266,17.267,2_ uial<007> coperti # _334,32.335,1_ uie mae$tre, & non maestre # _111,3_ uigna in luoghi humidi # _384,35_ uilla doue # _147,30.148,10_ uilla de manco ricchi # _158,37_ uilumbrinel ducato di$puleto # _58.10_ uino # _157,15_ u<007>ni pigliano $apori del terreno # _373,30_ uirtù ne conduce a ben fare # _133,3_ uiti gro$si$sime # _48,25_ u<007>ti con lo Elleboro # _373,34_ uiticci de Capitelli # _221,14_ uite dura a$$ai tempo # _48,21_ uite che $<007>a # _179,5_ uittoria dea # _273,44_ uitruuio, & $ue opere # _24,4.41,32.46,9_. # _68,21,94,38.109,23.160,30_ uiuai # _151,20_ uliuelle # _181,40_ uliuo $aluatico, & dome$tico # _44,8.45_, # _39,46,3_ uliuo in atene # _167,39_ uoce doue meglio $i $enta # _206,10_ uolte a mezza botte $otto gli archi # _292,35_ uolta dauini # _157,7.et 16_ uolte a mezabotte a cupola a $pigoli # _89,1_ # pertutto # _332,10_ uolta a cupola auela # _89,41_ uolte $enza armadura # _90,22_ Volte armate, & nõ armate # _90,24 91,34_ uolte quando $i debbino gittare # _91,9_ uolte, & archi de ponti # _117,12_ uolte a cupola perfetta # _89,33_ uoluta del capello ionico # _218,32_ uolterra # _104,7_ urne # _270,16_ u$anza antica de camini # _154,20_ u$o quanto $ia utile # _356,5_ u$one inuentore del Tempio # _203,27_ utica, # _48,26_ utilità de gli $pettacoli # _295,16_ utilità della Architettura # _6,34_ uuouolo # _217,9_ Z ZAfferano $pegne le calcine # _138,5_ Zane # _32,21.248,1_ Zanzare come $i$chifino # _395,40_ Zanzare come $i ammazzino confumo di l<007>- # pini # _398,35_ Zelonio stagno # _364,32_ Zenodaro $cr<007>ttore celebrati$simo # _40,40_ Zoccolo # _27,17 28,1_ Zoccoli $opra il Diaccio # _179,24_ Zolle di Ca$$andrea diuentano pietre # _51,37_ Zolle di Arabia # _51,40_ REGISTRO. ABCDEFGHIKLMNOPQRSTVXYZ, AA BB CC DD. Tutt<007> $ono Quaderni, eccetto D D, ch’è Terno. IN VENETIA, Appre$$o France$co de’ France$chi, Sene$e. MDLXV. [438] [439] [440] [441] [442]