metadata: dcterms:identifier ECHO:1YZKBTHR.xml dcterms:creator (GND:117647993) Casati, Paolo dcterms:title (it) Fabrica, et uso del compasso di proportione, dove insegna à gli artefici il modo di fare in esso le necessarie divisioni, e con varij problemi ... dcterms:date 1685 dcterms:language ita text (it) free http://echo.mpiwg-berlin.mpg.de/ECHOdocuView/ECHOzogiLib?mode=imagepath&url=/mpiwg/online/permanent/library/1YZKBTHR/pageimg log: changed "potrà $imilmentə diuidere" to "potrà $imilmente diuidere" (approx. line 328) unknown: <006> = ℞ (prescription take), ℟ (response), or ꝶ (rum) (occurs 11 time(s)) <007> = i or ı (dotless i) (occurs 340 time(s)) <017> = ◻ [white medium square] and □ [white square]) (occurs 4 time(s)) <028> = + [plus sign]) (occurs 18 time(s)) <058> = *** (occurs 28 time(s)) this is a rotated D replacements: = <_> = parameters: despecs=1.1.2 [0001] [0002] [0003] FABRICA ET VSO Del Compa$$o di Proportione, Doue in$egna à gli ARTEFICI il modo di fare in e$$o le nece$$arie diui$ioni, _E con varij Problemi v$uali mo$tra l’vtilità_ _di que$to Stromento,_ PAOLO CASATI DELLA COMPAGNIA DI GIESV', _Dando le ragioni, & apportando le dimo$trationi di tutte le_ _operationi nella Fabrica, e nell V$o._ OPERA VTILE

Non $olo à Geometri, Agrimen$or<007>, Architetti c<007>uih, e militari, Pittori, Scoltori, & à tutti quelli, che v$ano del D<007>$$egno, mà anche à Bombardieri, Sergent<007> d<007> Battaglia, Mercanti, & altri, per molte operationi Ar<007>tmet<007>che, fatte con grandi$$ima fac<007>l<007>tà, _Accre$ciuta notabilmente in que$ta $econda Editione dal mede$imo Autore_.

IN BOLOGNA, Per Gio$effo Longhi 1685. _Conlic. de’Superiori_. [0004] [0005] Franci$cus Bellhomus Societatis Ie$u in Pro- uincia Veneta Præpo$itus Prouincialis.

_O_Pu$culum, cui titulus e$t, _Fabrica, & V$o_ _del Compa$$o di Proportione, &c._ à P. Paulo Ca$ato Societatis no$træ compo$itum, tres viri graues, ac docti eiu$dem no$træ Societatis perlegerunt, & in lucem edi po$$e iudicarunt. Quare facultate mi- hiconce$$a ab Adm. Reuer. P. Ioanne Paulo Oliva Vi- cario Generali pote$tatem facio, vt imprimatur, $i al{ij}s, ad quos $pectat, it a vi$umfuerit. Bononiæ die _26_. Octobris _1662_.

Franci$cus Bellhomus.

Locus <028> Sigilli.

[0006]

V.D. Fulgentius Orighetus Rector Pœniten- tiariæ, pro Illu$tri$simo, & Reuerendi$simo D. Io$epho Mu$otto Vicario Capitulari.

Reimprimatur.

Fr. Vincentius Vbaldinus Vicarius Generalis S. Officij Bonon. Ordinis Præd<007>cat.

[0007] TAVOLA De’ Capi contenuti in que$to Trattato. _C_Apo _1._ Checo$a $ia il Compa$$o di Proportione, & in che $ia fondato. # _Pag. 4._ Capo _2._ Come $i diuida il Compa$$o di Proportione per le $emplici longhezze di # linee rette, & v$o di que$ia linea Aritmetica. # _7_ Que$t. _1._ Come $i troui la partè determinat a in numeri d’vna linea data. # _10_ Que$t. _2._ Come ad vna linea data $i troui vna maggiore nella proportione determinata # in numeri. # _17_ Que$t. _3._ Come $i troui vna Quarta Proportionale, e $i continui vna proportione. # _19_ Que$t _4._ Come lo Stromento $erua di $cala vniuer$ale per qual$iu@glia di$$egno. # _21_ Que$t. _5._ Date du@ linee trouare la loro proportione in numeri. # _24_ Que$t. _6._ Dati gli A$si d’vn’ Ellip$i, de$criuere la $uæ circonferenza. # _27_ Que$t. _7._ Come potiamo $eruirci dello Stromento di Proportione, in vece delle Tauole # Trigonometriche, per la $olut<007>one di molti Triangoli. # _29_ Que$t. _8._ Come $erua per la Pro$pettiua lo Stromento. # _31_ Que$t. _9._ Come potiamo valerci dello Stromento per pratticaï in Numeri la regola # del Trè, ò Aurea, che vogliamo dire. # _34_ Que$t. _10._ Come d’vna linea data $i po$$ano prendere particelle piccioli$$ime, quante # le ne vorranno. # _51_ Capo _3._ Come s’habbia à diuider’il Compa$$o di Proportione per le Superficie piane, & # v$o di que$ta linea Geometrica. # _54_ Que$t. _1._ Data vna $igura regolare, come $i po$$a de$criuerne vn’ altra della $te$$a $pe- # cie nella proportione, che $i de$idera. # _67_ Que$t. _2._ Data vnafigura irregolare, come $i po$$a de$criuerne vna $imile nella brama- # ta proportione. # _74_ Que$t. _3._ Data vna linea in vn piano, come s’habbia à trouare la grandezza della linea, # che le corri$ponde in vn’altro piano $imile nella data proportione. # _77_ Que$t. _4._ Data due figure piane $imili trouar la loro proportione. # _82_ Que$t. _5._ Data due, ò piu figure piane $imili, trouarne vna $imile vguale à tutte quel- # le in$ieme. # _85_ Que$t. _6._ Data due figure piane $imili, e di$uguali, trouar’vna figura $imile vguale alla # loro differenza. # _86_ Que$t. _7._ Data due linee, come po$$a trouar$i la terza proportionale. # _87_ Que$t. _8._ Come $i troui vna media proportionale tra due linee date, e $i faccia vn Qua- # drato vguale ad vna figura rettilinea. # _89_ Que$t. _9._ De$criuere con facilità vna Parabola. # _90_ Que$t. _10_ Data vna Parabola in vn Cono dato, trouar vn Quadrato à lei vguale. # _91_ Que$t. _11._ Data due linee vguali, che $i tagliano per mezzo obliquamente, de$criuere in- [0008] # torno ad e$$e vn’ Ellip$i. # _92_ Que$t. _12._ Data vna portione di Ouato trouar il re$tante del$uo diametro. # _94_ Que$t. _13._ Dalli due diametri d’vn’ Ellip$i trouar l’area. # _96_ Que$t. _14._ Dato vn numero, trouare la $ua radice quadratæ. # _97_ Capo _4._ Come s’habbia à diuidere lo Stromento per i Corpi $olidi; & v$o di que$ta li- # nea Cubica. # _105_ Que$t. _1._ Tradue linee date, come $i trouino due medie continuamente proportionali: # ouero tra due numeri dati. # _113_ Que$t. _2._ Come $i po$$a ad vna linea data applicar’ vn $olido rettangolo vguale ad vn # Cubo dato. # _116_ Que$t. _3._ Dato vn $olido, come s’habbia à trouarne vn’ altro $imile nella data propor- # tione. # _118_ Que$t. _4._ Dati due Corpi $imili, come $i cono$ca la loro proportione. # _125_ Que$t. _5._ Come $i po$$afar’vn Cono vguale ad vn Cilindro dato, e che habbiano li dia- # metri delle ba$i, e gl’A$$i proportionali. # _128_ Que$t. _6._ Come $i troui vna Sfera vguale ad vn Cilindro dato. # _130_ Que$t. _7._ Data vna Parabola, trouare la proportione di due $egmenti terminati ad vn # mede$imo punto. # _132_ Que$t. _8._ Data vna Parabola terminata, tagliata da vna linea parallela, trouar la pro- portione delle parti nelle qualli è diui$a. # _133_ Que$t. _9._ Come d’vn numero dato $i troui la Radice Cubica. # _134_ Capo _5._ Come s’habbia à notare nello Stromento la Proportione de’Metalli; & v$o di # que$ta linea Metallica. # _145_ Que$t. _1._ Come $i po$$a cauare la proportione delle grauità $pecifiche di due, ò più # corpi. # _151_ Que$t. _2._ Dato vn corpo, la cui grandezza, e grauità $iano note, come $i po$$a trouarne # vn’altro d’altra materia, che in grauità habbia la proportione data. # _154_ Que$t. _3._ Come $i po$$a trouare la grandezza di qual$iuoglia pe$o, cono$cendone vn’ al- # tro d’altra materia. # _159_ Capo _6._ In qual maniera s’habbiano à notare nello Stromento li Gradi del Circolo: & # v$o di tal linea. # _160_ Que$t. _1._ Come $i po$$a de$criuer’vn’ angolo di quantità determinata. # _165_ Que$t. _2._ Come $i cono$ca lagrandezza, e quantitd d’vn’ angolo dato. # _168_ Que$t. _3._ Come con lo Stromento $i po$$a pratticare tuttala Trigonometria $enza Ta- # uole. # _171_ Que$t. _4._ Trouar in numeri la proportione di due rette con l’aiuto delle Tauole de’Se- # ni. # _175_ Que$t. _5._ Trouar in piccoli numeri i $eni de’ gradi del quadrante. # _177_ Que$t. _6._ Data vna linea corda d’vn’arco di determinata quantità, come $i troui il $uo # circolo. # _179_ Que$t. _7._ Come $i po$$a prendere qual$iuoglia parte determinata del circolo, c de$criue- # re qual$iuoglia figura regolare. # _181_ [0009] Que$t. _8._ Dato il diametro d’vna sfera, come $i trouila $uperficie sferica, e la $olidità # di qual$iuoglia $egmento di detta sfera, cono$ciuto nella quantità de’gradi d’vn circolo # ma$simo perpendicolare al piano della ba$e di detto $egmento. # _183_ Que$t. _9._ Data in gradila circonferenza d’vn $egmento di circolo, come $i troui l’area # di detto $egmento. # _189_ Capo _7._ Come nello Stromento s’habbiano à $egnare i lati delle figure regolari; v$o di # que$ta linea de’Poligoni. # _191_ Que$t. _1._ Come data vna linea $i po$$a farne vna figura Regolare, qual più piace, ò de- # $criuere l’angolo d’vna figura Regolare, di quelle, che $on $egnate nello Stromento. # _196_ Que$t. _2._ Data vna figura regolare, come $e le po$$a circo$criuere, ò in$criuer’ vn cir- # colo. # _198_ Que$t. _3._ Dato vn’arco, come $i po$$a facilmente trouare in e$$o la quantità d’vn grado, # & altre parti del circolo non $egnate nella linea de’ poligoni. # _199_ Que$t. _4._ Come $i cono$cala proportione de’lati delli poligoni de$oritti nello $te$$o circo- # lo; e poi anche la proportione delli $te$$i poligoni. # _203_ Que$t. _5._ Dato vn Poligono regolare, trouarne vn’altro à lui vguale. # _206_ Capo _8._ In qual maniera s’habbia à $egnare nello Stromento la linea d’vguaglianza tra # piani regolari di$$omigliante, & v$o di que$ta linea trasformatoria. # _207_ Que$t. _1._ Data vna figura regolare, trasformatoria in vn’altra vguale di più, ò meno # lati. # _211_ Que$t. _2._ Data vna figura regolare trouarne vn’altra regolare diuer$a, à cui habbia la # data Proportione. # _212_ Que$t. _3._ Date due figure regolari diuer$e, cono$cere, che proportione habbiano trà di # loro. # _213_ Que$t. _4._ Data l’area d’vn poligono regolare, trouaril $uo lato. # _214_ Que$t. _5._ Dati due poligoni regolari diuer$i vguali, trouare la proportione de’ circoli, # ne’quali e$$i $i de$criuono. # _215_ Que$t. _6._ Data vna figuraregolare far’vn circolo a lei vguale, e dato vn circolo far vn # quadrato vguale. # _215_ Que$t. _7._ Date due figure regolari di$$imili, e di$uguali, farne vna vguale à tutte due, e # di$$omigliante. # _216_ Que$t. _8._ Dati due poligoni regolari di$$imili, e di$uguali, trouar’vn’altra figura di$$imi- # le, che $ia vguale alla loro differenza. # _217_ Capo _9._ In qual maniera habbia à $egnar$i la linea de’corpi regolari, & v$o di que$ta # linea. # _218_ Que$t. _1._ Cono$ciuto il diametro d’vna sfera, come $i po$$a formar’vn cubo, ò altro $oli- # do regolare, che capi$ca in e$$a. # _223_ Que$t. _2._ Data vna piramide trouar la s$era, che contenga vn’ altra piramide in data # proportione. # _223_ Que$t. _3._ Dato il diametro della sfera trouar la proportione de’corpi regolari in$crit- # ti. # _224_ Que$t. _4._ Data vna sfera trouar i lati de’corpi ordinati circo$critti. # _227_ [0010] Que$t. _5._ Come dato vn corpo regolare $i trasformi in vn’altro, chegli $ia vguale. # _228_ Capo _10._ Come $i po$$a diuidere vna linea, che $erua per quadrare tutti i Segmenti del # Circolo, efigure in$critte: & v$o di que$t a linea Quadratrice. # _231_ Que$t. _1._ Se due Circoli di$uguali $i tagliano, come $i troui la quantità dell’area, in cui # communicano, e la lunula che re$ta. # _236_ Que$t. _2._ Dato vn trapezio in vn Circolo, e$egmento di circolo, trouare la $ua quanti- # tà. # _239_ Que$t. _3._ Dato vn $egmento di circolo, ò troppo grande, ò troppo piccolo, come $i deb- # ba operare per trouar la linea, che dia il quadrato vguale al $egmento. # _240_ Que$t. _4._ Data vna portione di Circolo trouare la $ua grandezza in mi$ura determina- # ta. # _242_ Que$t. _5_ Dato vn Segmento di Circolo, trouare la proportione, che il Segmento hà ad # vn dato Triangolo, che in e$$o capi$ce. # _244_ Capo Vltimo. Come $i po$$ano con gran facilità fabricare molti Compa$$i di proportione # altrigrandi, altri piccoli. # _246_ Conchiu$ione. # _248_ [0011] DELLA FABRICA, ETVSO Del Compa$$o di Proportione.

IO non pretendo di $criuere co$a nuoua, mà impiegarmi in materia vtile. Ciò che del- l’Organo $i dice e$$er’vn Compendio de gli Stromenti Mu$icali à cagione deìla molti- plicità, e varia combinatione de’regi$tri, che contiene, parmi po$$a vgualmente dir$i del Compa$$o di Proportione, cioè, che $ia vn Compendio di molti $tromenti Geometrici inuentati per la facilità di molte operationi, poiche contiene varietà di linee diuer$a- mente diui$e, e $eruendo variamente conforme alla diuer$a apertura di detto Compa$$o, comprende vna grand’vniuer- $alità d’operationi. Mà alcuni $i trouano proui$ti di $imile Stromento fabricato con grand’accuratezza, e politezza in Francia, ò in Fiandra, à quali però non $erue più che vna bel- la pittura nella lor galeria, il cui v$o fini$ce, con e$$er’attenta- mente rimirata: e$$endoche ne cono$cono le linee, che vi $ono notate, $e non for$i quanto dalle parole aggiunte à cia$- [0012] cuna linea intendono qualche co$a, ne $anno $eruir$i del detto Stromento. Altri poi $ono, che veramente $ariano capaci di $eruir$ene con loro grand’vtilità, e piacere; mà la difficoltà di far venire da pae$i $tranierilo Stromento, e l’ignoranza de’no$tri Artefici Italiani, quali (per alrro capaci di farlo molto e$$attamente) non $anno fabricarlo, è cagione, che manchino di tal commodità. Quindi è, che à gl’vni, & à gl’altri de$iderando di far co$a vtile, acciò e chi l hà $appia $eruir$ene, e chi ne manca po$$a facilmente proueder$ene, mi $on ri$oluto in primo luogo di mo$trar' il modo, con cui hab- biano à diuider$i le linee, che in que$to Stromento s’hanno à de$criuere; le quali diui$ioni, ò $i potranno $are da gli $te$$i Artefici, ò chi non $i fida$$e della lor diligenza, potrà farle egli $te$$o, doppo che dall’Art fice fatto $arà tutto il mate- riale dello Stromento; nel che non $itroua tale d<007>fficoltà, che non po$$a con poco trauaglio trouar$i Artefice, che lo faccia. Dipoi alla de$crittione di cia$cuna linea $oggiungo in alcune que$tioni l’v$o dello Stromento con tal linea. Dalle quali que$tioni cia$cuno col$no ingegno potra trouarne dell’altre, & ampliare l’v$o dello Stromento; poiche io pretendo di $criuere breuemente in$ieme, e mo$trare la $trada à quei, che non la $anno.

Da ciò $i vede per qual cagione io habbia $critto in forma $emplice, & in lingua Italiana: e$$endo che così era conue- niente di fare à chi voleua e$$er’inte$o dalli no$tri Artefici Ita- liani: Oltre che e$$endo molti, iquali non hanno l’v$o della lingua Latina così famigliare, e pure affettionando$i alle co- $e Mattematiche, $penderiano vtilmente molto tempo, che loro sfugge otio$amente, hò de$iderato di far loro in ciò co$a grata, mentre non $ono ritirati dalla lettione di que$ta Ope- retta dalla qualità dell’Idioma.

[0013]

E $e ad alcuno pare$$e $uperflua que$ta mia fatica;e$$endo che di que$to Stromento è $tato $critto da altri; $appia, che tal’obiettione à me ancora è venuta in mente prima di met- tetmi à $criuere que$ti fogli; e quello che più mi ritraeua, era il dubbio probabili$simo d’incontrar mi à dire molte co$e der- te da altri, e $oggiacer’alla ripren$ione d’hauer copiato. Mà finalmente mi $on la$ciato vincere dal de$iderio non di mia lode, mà dell’altrui vtilità; tenendo per certo, che sì come non o$tante $ia $tato $critto da altri di que$ta Mareria, ad ogni modo io non hò hauuto forruna di vedere mai alcun’Autore, fuorche il Galilei, di cui nel 1642. ventidue anni prima di $criuere que$t’Operetta, nella Libreria no$tra del Collegio Romano mi capitò vn picciolo libretto di que$ta Materia, da me allhora poco inte$o; così à molti altri poteua accadere $i- mile di$gratia, che non capita$$e loro alle mani alcuno di que’ buoni Autori; e perciò capitando loro que$ta mia Operetta, ne potranno trarre qualche vtilità. Oltre che vediamo da tanti Huomini $aggi e$$er$i $piegati gli mede$imi $ei primi li- bri d’Euclide, e pur niuno $i $tima inutile, portando$i con ciò qualche maggior facilità a’principianti_:_ e così per la $te$$a cagione hò creduto non e$$er que$ta mia fatica $uper flua, mentre non $criuo per Mattematici prouetti, ma per principianti, e poco e$perti nelle co$e della Geo- metria. E per que$to per lo più cito le propo$itioni d’Euclide, con le quali $i dimo$trano le co$e, che vado dicendo. § § § § § §

[0014] CAPO PRIMO. Che co$a $ia il Compa$$o di Proportione, & in che $ia fondato.

IL Compa$$o di Proportione non è altro, che vno Stro- mento compo$to di due regole piane, e diritte di ma- teria $olida (ò $ia legno, ò ottone, ò argento) nell’vna delle due e$tremità vnite in$ieme in modo, che $i po$$ino allargar, e $tringere sì, che ri$trette $i combacino, & allargate $i $ten- dano à formar vna $ola regola diritta. Che $e bene non è a$$oluta mente nece$$ario, che po$$ano tanto allargar$i, ò $trin- ger$i, ad ogni modo così riu$cirà più vtile lo Stromento.

Si chiama _Compa$$o_, perche il $uo v$o è con allargarlo, ò $tringerlo à $omiglianza del Compa$$o, con cui $i de$criuo- no i circoli maggiori, ò minori. Si dice poi _di Proportione_, perche $erue à trouar linee nella proportione, che $i de$idera.

Dal centro dunque, circa di cui $i muouono le due regole (il quale conuien che $ia accurati$$imamente $egnato nella $uperfieie dello Stromento, e $i troua nell’inter$ettione delli lati interiori delle due regole, prolongati con linee occulte, e $ottili$$ime, ba$tando poi $egnare vi$ibilmente $olamente il punto, che corri$ponde al centro) $i tira $opra cia$cheduna regola vna linea retta, e que$ta $i diuide con la de$iderata pro- portione; auuertendo, che l’vna, el’altra linea $ia vguale, e $imilmente diui$a. E ciò fatto, s’hà lo Stromento, di cui hab- biam bi$ogno per poter diuidere $imilmente qualunque altra linea, che non $ia maggiore della di$tanza, che è trà li due e$tremi punti delle linee de$critte sù le regole, quando $tanno di$te$e, e fanno vna regola $ola.

Siano dunque le due regole AB, AC, congionte nel pun- [0015]_Fondamento._ to A, circa di cui, come intorno à centro, $i po$$ano girare; e $ul piano della regola AB tiri$i dal centro A, vna linea ret- ta AE, e $imilmente $ul piano dell’altra regola $itiri dall’i$te$- $o centro la retta vgnale all’AE. Se que$te due linee AE, AL $aranno $im<007>lmente diui$e, qualunque linea, che non $ia mag- giore della d<007>$tanzatra E, L, quando $ono le due regole di- $te$e in vna $ola, $i potrà $imilmente diuidere. Come $e per e$$empio AE, & AL $ono $imilmente diui$e in H, & I, $ia vna linea, che $ia la d<007>$tanza EL; $e $i pigliarà la di$tanza HI, e $i tra$portarà nella linea data, que$ta $arà diui$a nella $te$$a proportione, che è diui$a la linea AE in H. E perche le due regole congiunte in A $i puonno allargar, e $tringere, $i vede, che tutte le linee, le quali po$$ono capire trà la minima, e la ma$$ima di$tanza di E, & L, tutte $i po$$ono diuidere nella $te$$a proportione di AE diui$a in H. Dal che $i raccoglie, che quanto più lunghe $aranno le regole AB, AC, anche magg<007>ore $arà l’v$o loro per la diu<007>$ione di linee molto maggiori.

Auuerta$i però, che, $e bene $in’hora non s’è parlato che di diui$ioue di linea retta, non è, che à que$t’v$o $olamente $i ri$tringa il Compa$$o di Proportione, di cui parliamo; mà ciò s’è detto per più facile intelligenza de gl’ine$perti: poiche più à ba$$o $i $piegaranno gl’v$i molto maggiori, che per vna $emplice diui$ione. Quindi è, che per e$$er più obuio, e com- mune l’v$o di que$to Stromento per le diui$ioni, è anche chia- mat@ da molti _Stromento delle Parti_; $e ben’il vocabolo di _Compa$$o, ò S<007>romento di Proportione_ pare più proprio, perche comptende più vniuer$almente il fine, à cui$erue.

Hor’acciò s’intenda fondamentalmente l’v$o di que$to Stromento, e vegga$i, come quellc due di$tanze EL, & HI [0016]_CAPO I_. hanno trà di $e la proportione di AE, & AH, $ia nella $econ- da figura il triangolo I$o$cele AEL, e prenda$i AH vguale alla AI, e tiri$i la linea HI. E' manife$to, che li due triangoli AEL, AHI $ono $imili; perche gl’angoli HI, $on vguali trà di $e (per la 5. del 1.) e cia$cuno è la metà del complemento dell’ angolo A, à due angoli retti _(_per la 32. del 1) e per la $te$$a ragione anche cia$cuno de gli an- goli E, & L è la metà dello $te$$o complemen- to. Dunque l’angolo I è vguale all’ angolo L, e l’angolo H vguale all angolo E: dunque li due triangoli A H I, AEL $ono equiangoli; dunque (per la 4 del 6.) $ono ilati proportionali c<007>rca gl’angoli vguali; dunque come AE ad EL, così AH à HI, e permutando come AE ad AH, così EL à HI. Se dunque HI $i trasferirà $opra la EL, e $ia EK $a- rà la EL diui$a in K proportionalmente alla diui$ione di AE in H.

E que$ta è la dimo$trazione generale, qualunque $ia la pro- portione, in cu<007>$ia diui$a la linea retta tirata $ul piano delle regole dello Stromento. E perche varie a$$ai puonno e$$ere le proportioni, nelle quali $i può diuidere vna linea, così $opra la $te$$a faccia della regola dello Stromento $i tirano diuer$e linee variamente diui$e, acciò le $te$$e due regole vengano à $eruirci per tanti Stromenti, quante linee $ono tirate in vna delle $udette regole. Sì che tutto l’ artificio di que$to Stro- mento con$i$te in mettere $opra le $ue regole quelle propor- tioni, con cui $i può de$iderare d’hauer altre linee in propor- tioni $imili; ancorche quelle linee non fo$$ero commen$ura- bili alle linee de$critte nello Stromento.

Da quel che s’è detto è manife$to, che li due ttiangoli AEL, [0017] [0017a]_Capo Secondo_. [0018] [0019]_Fondamento_. AHI, deuono e$$ere nell’ i$te$$o piano; onde $e la linea AE fo$$e $opra vna $upe<007> ficie incuruata, non procederebbe la di- mo$trazione: Perciò $i vede, quanto $ia nece$$ario, che le re- gole $iano così ben’aggiu$tate e $ode, che ne in $e $te$$e facil- mente s’incuruino, & anche allargate $i con$eruino nell’i$te$$o piano Deuono poi e$$ere cia$cuna tanto larghe, che vi po$- $a capire tutta la moltitudine delle linee, che vi $i vorranno tirare, $enza confu$ione, & in modo, che li numeri notati alli punti delle diui$ioni $i po$$ano commodam\~ete o$$eruare $en- za pericolo d’errore, con prender’il numero corri$pondente ad vn punto per vn’altro.

Auuerta$i e$$er nece$$ario nell’o perationi prendere col Cõ- pa$$o accuratamente la lunghezza delle linee, e perciò con- uiene, che le $ue punte $iano ben’ acute: e $e tali non fo$$ero, $i potranno alle gambe del Compa$$o con $ottili cordicelle da liuto legare $trettamente due aghi da cucire, le cui punte $ono $ottili$$ime, & acute, quanto ba$ta ad ogni più accurata operatione.

_CAPO SECONDO._ Come $i diuida il Compa$$o di Proportione per le $emplici lunghezze di linee Rette, & v$o di que$ta linea Aritmetica.

IL primo, e più facile v$o di que$to Stromento è in ordine alle $emplici lung hezze di linee Rette perciò da que$te $i comincia. Si tirano dunque dal centro A due linee rette AE, AL, e que$te $i diuidono nelle più minute parti vguali, che $i può, $alua la di$tintione nece$$aria, per non confonder$i nel numerarle, & hauuto ri$guardo alla lunghezza delle regole. E quì fà di me$tieri apportarui tutta la diligenza, per poter [0020]_CAPO II_. dipoi $eruir$ene con $ieurezza. Communemente $i diuide in cento parti, sì perche que$ta è diui$ione $officiente, sì perche dentro que$to numero $i trouano quelle proportioni, che communemente $ono v$uali, potendo$i ma$$ime tutte ridur- re à ragione di cente$ime, perle operationi Mecaniche, alle quali $eruono gli Stromenti. Mà $elo Stromento fo$$e a$$ai lungo, $i potrà diuidere in 150. ouero in 200. particelle. E perche que$ta linea è talmente diui$a, che le di$tanze dal centro A vanno $empre cre$cendo con vgual differenza, co- me le progre$$ioni Aritmetiche hanno vguali gl’incrementi, ò decrementi de’$uoi termini, perciò que$ta linea diui$a in particelle vguali, con ragione $i può chiamare linea Arit- metica.

Diuida$i dunque la linea AE _(_ele diui$ioni fatte in que$ta $i tra$portino nella A L) con vn ben’ acuto, e $odo compa$- $o in due parti vguali; e cia$cuna $arà di 50. particelle cente- $ime, onde al punto della diui$ione $i noti il numero 50. Di- poitutta la linea AE $i diuida in cinque parti vguali, e cia$cu- na $arà di 20. particelle: onde doueranno $egnar$i con li nu- meri 20. 40. 60. 80. Cosìhauuta$i la di$tanza trà 40. e 50. shà la decima parte ditutta la linea AE, e con que$ta comin- ciando da A $i $egnano di dieci in dieci_:_ con che anche $i pro. ua, $e le prime diu $ioni furono accuratamente fatte. Simil- mente $e vna di que$te decime $i diuide per metà (ouero $e ne piglino trè decime, e $i diuidano per metà) s’hauranno le di- ui$ioni di cinque in cinque, e la linea AE $arà diui$a in 20. parti vguali. E sì come le decime furono notate col numero, & vna lineetta tra$uer$ale, così la metà delle decine $i nota con vna $ola lineetta più piccola, acciò $ubito $i po$$a cono- $cere, e numerare le particelle, le altre poi $i $egnano con [0021]_Linea Aritmetica_. $oli punti. Finalmente cia$cuna di que$te parti vente$ime $i diuide in cinque particelle vguali, e $arà tutta la l<007>nea AE di- ui$a in cento particelle vguali.

E perche for$i il diuider’ vna di quelle parti vente$ime in cinque particelle vgual<007> r<007>u$cirebbe a$$ai difficile, pigli$<007> da A $in a 30. e $ia la linea RS diui$a in $ei di quelle parti vente- $ime. Tutta la RS $i diuida in c<007>nque parti vguali, il che $i farà appl<007>cando la RS all’interuallo 100. 100. come più à ba$$o $i dirà, e ’l’in- teruallo 20. 20. s’applichi alla linea RS in _a, b, c, d_; poiche la di$tanza tra il numero 5. & il punto _a_, $arà appunto la quinta parte di tutta quella vente$ima della linea AE: Il che è man<007>fe$to, perche RS è particelle 30; R _a_, che è quinto di RS, è particelle 6; dunque la di$tanza di 5, & _a_, è la trente$ima di tutta la RS, e così la cente$ima di AE.

Ora per prouare $e $ia giu$ta la diui$ione, $i prenda R _a_, e $e replicata cade nel 60. ella è giu$ta, e $egnarà tutti l<007> punti numerati dal 6. Così pre$a 5 _b_ $i repl<007>chi, e $e è giu$ta, comin- ciando da A centro, caderà nel 70. & in tutti li numeri molti- plici di 7. Così 10 _c_, darà 8, & i $uoi moltiplici, cadendo pre- ci$amente in 80: e così anche 15 _d_, darà 9. & i $uoi moltipli- ci, cadendo nel 90. Et in que$ta maniera traportando li $u- detti interualli non $olo dalli punti delle decime, mà anche dalle loro metà, come da 5. 15. 25. &c. $i verranno à $egnar tutti i punti della linea AE con molta aggiu$tatezza, ò $e furo- no già $egnati, $i cono$cerà la buona diu<007>$ione.

[0022]_CAPO II_. _QVESTIONE PRIMA_. _Come $i troua la parte determinata <007>n numeri_ _d’ vna l<007>nea data._

SIa data la linea MN longhezza della Cortina in vn di$- $egno d<007> qualche Fortezza, e volendo$i prende<007>e la dif- fe$a dal quinto della Cort<007>na, $i cerch<007> la $ua quinta parte. Allarghi$i lo Stromento in mo- do, che la di$tanza 100. 100. $ia la MN: poi e$$endo 20. la quinta parte di 100. $i pigli la di$tanza 20. 20, ritenendo la $te$$a apertura dello $tromento, e que$ta $ara la MO quinta parte cercata d<007> MN. Mà $e la linea fo$$e tale, che la parte cercata fo$$e molto piccola, $i prenda l’interuallo del re$to: come nella figu- ra antecedente; $e della linea RS $i de$idera la parte trente$ima, s’appl<007>chi RS all’ interual- lo 30. 30. & à quell’a pertura $i prenda l’<007>nter- uallo 29. 29. & il Compa$$o tagliando 29 par- ti della l<007>nea RS, la$cierà vna trente$ima. Pre$o dipoi l’interuallo 28 28. e que$to applicato al- la linea RS, la$cierà due trente$ime, e così di mano in mano. Se bene fatta la prima ope- ratione, $e l’interuallo S_i_ è di parti 29, vgua- le à que$to $ia R _e_, $imilmente di part<007> 29: la di$tanza _i e_ è di particelle 28: que$ta dunque applicata da S, darà S _u_ parti 28: così _u e_ $arà part<007>27. e perciò que$ta applicata da S, darà S @ di part<007> 27; e cos<007> dell’altre.

[0023]_Linea Aritmetica_.

Che $e $i cerca$$e tal parte, la quale non fo$$e preci$amente nel numero 100; pigli$i vn’altro numero, che habbia tal par- e, e $opra di quello $<007> ponga la longhezza MN, e poi il nu- mero, che $arà la parte cercata del numero pre$o, darà la lon- ghezza cercata. Per cagion d’e$$empio $i de$ideri della data linea MN vna parte, che $ia quattro vndecime. Non $i po- tendo il 100 diuidere giu$tamente per 11, prendo vn nume. 10 qual$iuoglia, che $ia numerato dall’ 11; e$ia 88. Apro lo Stromento in modo, che MN $ia la di$tanza di 88; e perche l’vndecima parte di 88 è 8, que$to replico quattro volte, e 32 $ono quattro vndecime: p<007>glio dunque la di$tanza 32. 32, & è MR quattro vndecime di MN. Vn’ altra maniera di trouar vna parte a$$ai piccola, vedrai nel capo 7, que$t<007>o- ne 3. nel fine.

Di quì $i vede, che data vna linea maggiore, $e ne può tro- uar vna minore in qual$iuoglia proportione di quelle, che con numeri $i ponno e$primere, pigliando dentro à 100 dne numeri nella data proportione; & applicata la linea data al maggiore di que$ti due numeri, il minor numero darà la line@ minore cercata. E $e per auuentura li due numeri e$primen- ti la proportione fo$$ero tali, che eccede$lero il 100, $i ridu- cano à cente$ime; che per l’operatione Mecanica vi $arà po- chi$$imo sbaglio. Il che $i fà (per ricordarlo alli meno prat- tici) moltiplicando per 100 il Con$eguente della Proportio- ne, & diuidendo il prodotto per l’Antecedente; e s’haurà la proportione e$pre$ia con due noui termini, il maggior de’ quali $arà il 100. & il minore, che $i cerca, $arà il Quotiente, che ri$ulta da cotal diui$ione. Sia per cagion d’ e$$empio la mede$ima linea MN, e $e ne cerchi vna minore, ò parte di MN in tal proportione, che $iano come 3, 22 {8/50}, che è quan- [0024]_CAPO II_. to dire come 150 à 108. Moltiplico 108 per 100, & è 10800, que$to d<007>uido per 150, ene viene 72. Applico dun- que la linea data al 100. 100, e la di$tanza 72. 72, mi dà MX, che è quello, che $i cercaua. In que$to e$$empio però, perche 150, e 108 $ono a mbidue par<007>, ba$ta diuidere cia$cu- no per metà, e ne’ numeri 75, e 54 s’e$prime la $te$$a propor- tione; onde applicando MN à 75. 75. la di$tanza 54. 54 da- rà l’i$te$$a MX.

Mà $e la l<007>nea data fo$$@ così lunga, che ò non haue$$imo Compa$$o così grande, che ba$ta$$e à prenderla tutta, per ap- plicarla al no$tro stromento, ò lo Stromento fo$$e così picco- lo, che allargato non pote$$e capire tutta la linea data; Al- lhora vna cotal linea $i diuida per mezo, e $e ancora riu$ci$$e troppo lunga, la metà $i diuida di nuouo per mezo, e s’haurà la quarta parte, e que$ta quarta parte s’applichi allo Stro- mento, come s ella fo$$e la linea propo$ta, e $i cerchi la parte determinata come $opra; e poi que$ta replicata tante volte, in quante parti è $tata diui$a la linea data, $arà la parte, che $i de- $idera: onde $e $olo $i diui$e in due que$ta parte trouata, $i rad- doppia, e $e quella fù diui$a in quattro, que$ta $i repl<007>ca quat- tro volte, perche le parti con i moltiplici han la $te$$a pro- portione (per la 15. del 5.) Così figurandoci vna linea lunga 300 determinate particelle, $i prende la $ua quarta parte, che $ia 75. e s’applichi allo Stromento 75. 75, e $e $i vogliono due terzi di tutta la data linea (che $ono 200) $i prendano li due terzi di 75, che $ono 50. e perche la linea tutta fù diui$a in quattro, $i replichi que$ta linea trouata tra 50. 50 quat- tro volte, e $aranno appunto li due terzi della linea data, cioè 200; poiche come 50 à 75, così 200 à 300.

Che $e dalla l<007>nea data $i doue$$e cauar vna parte denomi- [0025]_Linea Aritmeticæ_. nata da vn numero Primo maggiore del 100, che è il ma $$i- mo della linea dello Stromento, t<007>ri$i vn’ altra linea arbitra- ria, che faccia angolo con la l<007>nea data; & in quella prenda$i $eparatamente l’ecce$$o $opra il 100, e poi il 100, con hauer data allo Stromento quell’apertura, che più piacerà. Dipoi congionti gli e$tremi con vna linea, $i tiri à que$ta dall’ e$tre- mo della prima diui$ione vna parallela; & $i hauerà l’<007>ntento. Sia data la li- nea BC della quale diui$a in parti 111, $i vogliano 11 parti. Tiri$i ad arbitrio la li- nea CA, & a- perto arbitra- riamente lo Stromento, prenda$i l’interuallo 11. 11, e $ia CE_:_ @ndi la di$tanza 100. 100, e $ia EA. Dunque CA è di parti 111. Congionga$i AB, & à que$ta linea $i tiri parallela la EF; e così delle 111 parti ditutta la BC, ne $aranno 11 la parte CF: poiche come CE à CA, così CF a CB. L’i$te$$o s’intenda, $e l’ecce$$o $opra 100 non doue$$e e$$ere la parte cercata; mà per e$empio $i vole$$ero 58 delle 111. Fatta CA di 111, prenda$i in e$$a CH 58 parti come $opra, e tirata la parallela HI, $i hauerà l’<007>ntento, cioè IC 58.

Mà for$i per gli Artefici, che per lo più cercano vna parte aliquota, ò più parti aliquote non maggiori delle decime, tornarà commodo vn’altra $orte di linea Aritmetica, in cui $iano notate le parti aliquote $<007>n alle decime; come $e $i pren- da la ST, & <007>n e$$a $i noti la $ua metà, il terzo, il quarto, e [0026]_CAPO II._ così di mano in mano $in alla decima; e per maggior com- modità dell operare, parimente, $i notino le frattioni non equiualenti ad vn’altra parte aliquota, ò ad v@’ altra frattio- ne; e que$te frattioni $i notino al $uo punto con due numeri, cioè col $uo Numeratore, e $uo De- nominatore: Così $i deue notare; mà non {6/10}, che à quella $ono vguali; mà non {4/6}, ò,, e così de gli altri. Solo deue auuertir$i di mettere li numeri con tal di$tintione, che non generino confu$ione, onde vno $i prenda per vn’altro. Nella $te$$a maniera $ia diui- $a, e notata la SV totalmente vguale alla ST. Non con$egliarei però di mettere que$ta linea (la quale però chiama$i Diui$oria) $opra dello Stro- mento, in cui deuono metter$i le al- tre linee, delle quali $i dirà più auan- ti; à fine che li numeri di que$ta line@ non $i confondano con quelli d’altre linee vicine; Mà $arei di parere, che $i mette$$e que$ta in vno Stromento particolare, ma$$ime, che gli Artefici più ordinarij non hanno bi$ogno di quell’altre linee, e di que$ta puonno grandemente giouar$i.

L’v$o di que$ta linea è manife$to; perche po$ta la l<007>nea da diuider$i, ò di cui $i voglia vna parte determinata, nell’ e$tremità alli punti 1. 1, l’inter- [0027]_Linea Aritmetica._ uallo corri$pondente alla parte cercata $ubito la darà. Che $e la linea data $o$se troppo lunga, $i tagli per mezo, ò in quat- tro parti, e conla meta, ò il quarto applicato alli punti 1. 1. $i operi come $opra; poiche la parte trouata dourà raddop- piar$i, ò quadruplicar$i per hauere la parte da principio cer- cata. Così potrebbono i Legnaiuol<007> in vn gran Compa$$o d<007>legno, computando le $ue punte nella lunghezza, de$cri- uere le $udette parti; perchecon detto Compa$$o pre$a la lunghezza della linea da d<007>uider$i, $ubito gl’<007>nterualli notati sù le gambe del Compa$$o lot darebbono la parte cercata.

Potrà anche que$ta linea Diu<007>$or<007>a $eru<007>re à Moltiplicar, e D<007>u<007>dere qual$<007>uoglia numero, <007>l cu<007> Moltiplicatore, ò Diui- $ore $<007>a vn numero <007>n e$$a notato. L’operatione è fondata $o- pra la verità nota à gli Aritmetici, che nella moltiplicatione l’Vn<007>tà al Moltiplicatore hà la $te$$a proportione, che il Mol- t<007>pl<007>cato al Prodotto, e nella Diu<007>$<007>one l’<007>$te$$a proport<007>one ha <007>l D<007>ui$ore all’Vnità, che ha <007>l D<007>ui$o al Quotiente; e$$endo manife$to, che tante volte l’vnità è contenuta dal Moltiplica. tore, ò dal D<007>u<007>$ore, quante volte il Moltiplicato è contenu. to dal Prodotto, ò il Quotiente dal Diu<007>$o. Or habbia$i vna Scala di parti minuti$$ime, la quale à molti v$i può $eruire, & in e$$a $i prenda con vn Compa$$o vn numero di particelle corri$pondente al numero dato da moltiplicar$i: $e il Molti- pl<007>catore è numero intiero, quella grandezza di linea pre$a col Compa$$o, $i appl<007>chi all’ interuallo della parte aliquora denom<007>nata da tal numero; come $e fo$$e 7, $i applichi alli Punti 7. 7. D<007>poi prenda@i nell’e$tremità l’interuallo 1. 1, & applicato alla Scala $odetta, $i trouarà nel numero delle par- ticelle e$pre$$o il numero Prodotto, e$$endo che il primo in- terual@o al $econdo, per la co$truttione, è come {1/7} ad 1, cioè, [0028]_CAPO II._ come 1 à 7: dunque le particelle applicatelal primo interual- lo $ono come 1 à 7 in riguardo delle particelle trouate col $e- condo interuallo, cioè il Moltiplicato al Prodotto. Così do- uendo$i moltiplicar 14 per 7; piglio nella Scala 14 particel- le, & allargo lo Stromento tanto, che le po$$i appl<007>care al 7. 7; quindi prendo l’<007>nteruallo 1. 1, & applicatolo alla Scala trouo parti 08; e tanto $i fà moltiplicando 14. pe 7.

Mà $e il Moltiplicatore fo$$e vnode’ otti notat sù lo Stro- me <007>to, deue operar$i differentemente; cioè <007>l numero Molti. pl<007>cando $i applica alli punti 1. 1; e l’<007>nteruallo del rotto da- to darà <007>l Prodotto. Così volendo molt<007>plicar l’i$te$$o 14 per {6/7}, applico <007>l numero dato all’interuallo e$tremo 1. 1; e l’<007>nter- uallo {6/7}. {6/7} darà nella $cala 12, che è <007>l numero Prodotto, e$- $endo come l’V nità à {6/7}, così 14 à 12.

Similmente nella Diu<007>$ione prendo nella Scala il numero dato da diuider$i, & allargo lo Stromento sì, che cap<007>$ca trà l’e$tremità 1. 1; dipoi all’interuallo corri$pondente al nume- ro intiero del Diui$ore trouo la linea, che sù la Scala dà il Quotienre. Habbia$i à diuidere 176 per 8: Nella $cala pren- do 176, e l’appl<007>co allo Stromento in 1. 1: all’interuallo 8. 8; trouo tal linea, che sù la Scala mi dà 22: poiche come 1 ad {1/8}, cioè come il Diui$ore 8 à 1, cos<007> <007>l Diui$o 176 à 22 Quotiente.

Mà $e il Diui$ore fo$$e vn Rotto delli notati, à quell’inter- uallo douria applicar$i il numero Diui$o, perche l’interuallo 1. 1 dar<007>a il Quotiente cercato, à cui il diui$o hauerebbe la $te$$a proportione, che hà <007>l Diu<007>$ore all’ Vnità. Habbia$i à diuidere 176 per {2/3}: pre$a dalla Scala la lunghezza di parti 176, l’appl<007>co alli punti {2/3}. 3: dipoi l’interuallo 1. 1, tra- portato sù la Scala darà <007>l Quotiente 264: po<007>che veramen- [0029]_Linea Aritmetica._ teil Rotto {2/3} $i contiene 264 volte nel numero 176, e co- me il Diui$ore {2/3} all’ vnità, così il Diui$o 176, al Quotien- te 264.

_QVESTIONE SECONDA_. _Come ad una linea data $i troua una maggiore nella proportione_ _determinata in numeri_.

LI due numeri, co’quali s’e$prime la proportione deter- minata $e $o$$ero a$$ai piccioli, $i moltiplichino per qual$iuoglia numero tale, che il prodotto dalla moltiplica- tione per il maggiore non ecceda 100. Poi $i piglino que$ti due prodotti come Antecedente, e Con$eguente della Pro- portione, e la linea data s’applichi nello Stromento al nume- ro minore, poicheil numero maggiore darà la lunghezza del- la linea cercata. Sia la figura prima della que$tione prece- dente, data la linea H, la quale debba ad vn’altra linea hauer la proportione di 3 à 7. Moltiplico così il 3 come il 7 per 10, e $ono 30, e 70. Allargo lo Stromento, & applico la linea H alla di$tanza 30, 30; e poi ritenendo lo Stromento così allar- gato, prendo la di$tanza 70. 70, e $arà la linea MN cercata. In que$ta maniera $e fo$$e data in di$$egno vna fronte huma- na, quanto è dal mezo doue fini$cono le $opraciglia $in alla radice de’capegli, $i trouerà la lunghezza della faccia, piglian- do vna linea trè volte maggiore: E perche la faccia è la de- cima parte, come $criue Vitruuio lib. 3. cap, 1. ò come altri vogliono, la nona parte di tutta la giu$ta $tatura humana, data la fronte $i pigli vna lina, che $ia 30, ouero 27 volte maggio. re, e $i haurà l’altezza del corpo proportionato.

[0030]_CAPO II._

Che $e la linea dataf $$e così grande, che non capi$$e com- modamente nell’apertura dello Stromento, operi$i come s’è detto nel fine della que$t<007>one precedente; cioè pigl<007>$<007> vna $ua pa@@e al<007>quora, econ e$$a s’operi al modo detto; po<007>che que- $ta linea trouata, e replicata tante volte, in quante parti la li- nea data fù d<007>ui$a, $arà appunto la linea cercata.

Se finalmente la proport<007>one fo$le determ<007>nata in numeri ambidue maggiori di 100. riduca$i à denominat<007>one di cen- te$ime, facendo come il Con$eguente maggiore all’ Antece- dente, minore nella Proportione data, così 100 ad vn’ altro numero, e con que$ti due vltim<007> s’operi, applicando la linea data al numero m<007>nore trouato, e la d<007>$tanza 100. 100, darà la linea cercata. Mà $e de’ numeri e$primenti la proportio- ne, $ol’il magg<007>ore eccede$$e 100, ba$terà, appl<007>cata la linea data al numero minore, pigliare per la linea cercata prima la di$tanza 100. 100, poi la di$tanza del re$to del numero, e di que$te due di$tanze farne vna $ola linea.

Così per e$$empio habbiamo dato il Semidiametro d’vn cerchio, e vogliamo vna linea retta pro$$imamente vguale al- la Semicirconferenza. Sappiamo per la Dottrina d’Archi- mede, che la Circonferenza al Diametro (l’i$te$$o è delle loro metà) è minore, che la tripla è dieci $ettante$ime, mà maggio- re, che la t@ipla è dieci $ettantune$ime. Sì che la prima pro- portione di 7 à 22, la $econda di 71 à 223. Sia dunque <007>l $e- midiametro dato la linea B, la quale applicata al 7. 7, ouero 14. 14, darà nelli 22. 22, ouero 44. 44, la linea C vn poco maggiore della vera Semicirconferenza. Per hauer poil’al- tra proportione applich<007>$<007> la linea B alli 71. 71, e poi per li 223, pigli$<007> due volte 100. 100, e poi 23. 23. e $arà vna li- nea di 223 particelle, delle quali B ne hà 71, così poco d<007>f- [0031]_Linea Aritmetica._ ferente dalla linea C, che riu$cirà in$en$ibile la differenza. Mà $e la linea B fo$$e $tata mol- to maggiore, allhora $aria riu$cita que$ta $e- conda linea minore di C, con differenza tale, che per hauer la Semicirconferenza pro$$ima alla vera, $i douria à que$ta minore di C ag- giungerela metà della accennata differenza.

_QVESTIONE TERZA._ _Come $i troui vna Quarta Proportionale,_ _e $i continui vna Proportione._

QVando $on date trè linee, & alla Terza $i cerca vna Quarta, che $ia nella pro- portione della Prima alla Seconda, $enza che $ia e$pre$$a in numeri la proportio- ne, $i tra$porta la Prima dal centro dello Stro- mento A $opral’vno, e l’altro lato; e$e non cade preci$amente $opra alcuno de’ punti $e- gnati, ba$ta leggiermente con la punta del Compa$$o tagliar à trauer$o la linea tra l’vn punto, el’altro, tanto che $i po$$a ricono$cere. Poi s’allarghi lo Stromento tanto, che trà li due punti già $egnati con la punta del Compa$$o capi$ca la fe- conda delle linee date. Finalmente la Terza $i tra$porti $i- milmente dal centro A $opra l’vno, el’altro lato, e $i $egni il $uo termine; poiche la di$tanza trà que$ti due punti vltima- mente $egnati è la Quarta Proportionale, che $i cerca.

Siano date trè linee 1. 2 3. e $i cerchi la Quarta nella pro- portione della prima alla Seconda. Tra$porto la Prima $o- [0032]_CAPO II._ pra l’vno, e l’altro lato dello Stromento dal centro A, e$e- gno le linee laterali nelli punti R, S: Dipoi lo Stromento tanto s’allarga, chela Seconda capi$ca nella di$tanza RS. Il che fattto applico la Terza sù l’vno, e l’altro lato, e $egnati li punti T, V, p<007>endo la di$tanza T, V, & è la Quarta propor- tionale cercata. La dimo$trazione è manife$ta dalla $econ- da figura.

[0033]_Linea Aritmetica._

Di quì appari$ce, come date due linee $i poffa trouar la. Terza in Proportione continua, e così di mano in mano: e$- $endo che di trè continuamente proportionali, la Seconda hà ragione di Con$eguente, e d Antecedente; e perciò la di$tan- za li tra$porta dal centro A dello Stromento $opra de’lati, co- me s’ella fo$$e vna Terza per trouar la Quarta. Così $ia data la linea AB diui$a in D, e $i debba tagliar in proportione con- tinua, come AB ad AD, così AD ad vn’altra. Piglio sù lo Stromento AB, AC vguali alla data AB, l’allargo tanto che capi$ca la Seconda trà BC. Poi tra$porto la di$tanza BC in AD, AE, ela di$tanza DE è la Terza proportionale; qua- le tra$portata in AF, AG dà la diftanza FG Quarta propor- tionale: Così FG trasferita in AH, AI dà la Qu<007>nta HI; & HI applicata in AK, AL dà la Se$ta KL e così di mano in mano. Onde trasferite le diui$ioni F, H K, O, sù la linea data AB, que$ta $arà diui$a, come $i cercaua, e come AB ad AD, così AD ad AE, cosi AE ad AH, così AH ad AK, & AK ad AO.

La ragione di ciò è chiara, per quello, che s’è mo$trato nelcap I. e$$endo come AB à BC (intendan$i tirate le line BC, DE, &c.) così AD, cioè BC à DE cioè AF; dunque AB, AD, AF $ono continuamente proportionali.

_QVESTIONE QVARTA._ _Come lo Stromento $erua di Scala vniuer$ale per qual$iuoglia_ _di$$egno._

SI trouano alle volte di$$egni già fatti, ne v’è aggiunta la Scala per poter ridurre tutte le linee ad vna mifura Ho- mogenea: altre volte s’hà à far qualche di$$egno, & il douer [0034]_CAPO II._ à cia$cuno far la $ua Scala particolare, è fatica a$$ai noio$a; perciò lo Stromento di Proportione $eruirà diScala vniuer- fale, ò $iano fatti li di$$egni, ò da far$i.

Primieramente, $ia data la Campagna di$$egnata ne’$uoi termini A B C D E F, di cui $i de$idera $apere la grandezza. Se vno de’lati è cono$ciuto in mi$ura, s’applichi quella linea al numero corri$pondente nello Stromento: Come $e il lato AF $i $ape$$e e$$ere pa$$i 79. la lunghezza AF s’applichià 79. 79, el’altre linee tutte applicate allo Stromento, ritenuta la [0035]_Linea Aritmetica._ primiera appertura mo$treranno di quanti pa$$i $iano; & ope. rando conforme alli precetti della Geode$ia, $i verrà à troua- re la grandezza di tutta la Campagna. Et acciò chinon è prattico, po$$a quì apprendere la forma, piacemi di mo$tra- re, come $i tirino le linee per cauarne poi la grandezza dell’ area.

Dal punto A alla linea A B tiri$i la perpendicolare AG: po$cia dall angolo più ba$$o E $i tira la EH perpendicolare al- la AG; che perciò EH vien ad e$$er parallela alla AB (per la 28. del primo) è doppo que$to dall angolo p ù interno, che quì è B $i tira la linea BI parallela alla AH: onde $i hà il paral- lelogrammo A I.

Doppo que$to dall’angolo D $i tirino due linee DK, DL perpendicolarialle linee BI, & EI, $opra le qualicadono; e $i hà il piccolo Rettangolo KL. E perche re$ta il Trapezio BK DC, t<007>ri$i la linea DB, che lo diuide in due Triangoli. Si che dall’area cauati li parallelogrammi, re$tano li Triangoli: Ne’ quali $e non v’è angolo Retto, tiri$i da vn’angolo al lato op. po$to vna perpendicolare. Così li Triangoli BKD, DLE, EHG per e$$er rettangoli, non han bi$ogno d’altra perpen- dicolare, come ne’Triangoli, AGF, BCD, fà di me$tieri ti- rare le perpendicolati GN, DM.

Ora $e vno de’lati è cono$ciuto, come AF pa$$i 79 aperto lo Stromento in modo, che trà 79, e 79 capi$ca la linea AF, ritenga$i la $te$$a apertura, & applicando cia$cuna linea $i tro- uerà la $ua grandezza. Ma per non prender$i fatica $ouer- chia, ba$ta nelli parallelogrammi prendere la mi$ura de’due lati, che fanno l’angolo Retto; e que$ti moltiplicati in$ieme danno l’area de’$udetti parall logrammi. Nelli Triangoli poi fi piglia la mi$ura della perpendicolare, e della ba$e, $opra [0036]_CAPO II._ di cui ella cade; e moltiplicata la Perpendicolare per la metà della ba$e, $i hà l’area del triangolo (per la 41. del 1.) E ridot- te in vna $omma tutte que$te aree, danno tutta l’area della Campagna di$$egnata.

Quindi $i caua, che $e il dato di$$egno fo$$e Topografia di pae$e non tanto grande, che $en$ibilmente s’allontana$$e dal- l’e$$er piano, con ogni facilità $i potrà cono$cere la d<007>$tanza d’vn luogo dall’altro, purche vna qualche di$tanza $ia nota, $eruendo que$ta per dar vna deter minata apertura allo Stro- mento: come facilmente $i raccogl<007>e da c<007>ò, che s’è detto $in’hora.

Mà per traportar vn di$egno di grande in piccolo, ò di piccolo in grande, non è di me$tieri dir altra co$a più parti- colare, poiche ciò è manife$to da ciò che $i è detto nella que$tione antecedente, non e$$endo que$to altra co$a, che trouare la Quarta proportionale.

_QVESTIONE QVINTA_. _Date due linee trouare la loro proportione in numeri._

E’Vero, che non tutte le linee $ono trà di loro commen- $urab<007>li, ne hanno la proportione, che $i po$$a e$pri- mere con numeri, come è man<007>fe$to dalla Geometria, e dal l<007>bro Decimo d’Eucl<007>de; ad ogni modo per le operationi Me- caniche, alle volte ci ba$ta $apere, quali $iano que’ numeri, che p<007>ù da vicino e$primono la proportione, ò almeno li ter- mini (per dir così) e$trin$eci della proportione, cioè quelli, che $ono immediatamente maggiori, & immediatamente mi- nori del douere; tra’ quali prendendo$i il mezo Aritmetico [0037]_Linea Aritmetica._ $i hà quel che $i cerca, per quanto $i può hauere Fi$ica- mente.

Ora per operare più $peditamente in que- $ta occa$ione, $arà bene hauer due Compa$- $i, co’quali $i prenda i$qui$itamente la lun- ghezza (ò $e fo$$ero troppo lunghe, la metà, ò altra parte aliquota) di cia$cuna delle date linee, acciò variando$i l’apertura dello Stro- mento, $i ritenga $empre nelli due Compa$$i aperti la $te$$a lunghezza delle linee date da poter$i applicar allo Stromento.

Siano dunque date le due linee C, B, la cui proportione in numeri $i cerca. Prenda$i con vn Compa$$o accuratamente la lunghez- za di C, e con l’altro Compa$$o quella di B, dipoi s’applichi la lunghezza d<007> C al 100, 100, e con la lunghezza di B $i vegga $opra qual numero dello Stromento aperto ella ca- da, e $ia per cagion d’e$$empio $u’l 32, 32; e diremo, che C à B hà la proportione di 100 à 32. Mà $e la lunghezza di B fo$$e minore del- la di$tanza 32, 32, e maggiore della di$tanza 31, 31, diremo, che la proportione di 100 à 31 è maggior della vera, e quella di 100 à 32 è minor della vera: onde e$- $endo la differenza d’vna $ola cente$ima parte di C, ba$terà per l’ordinario prendere la B per 31 {1/2}.

Auanti però che $i venga à que$to di prendere litermini e$trin$eci della proportione, cioè il maggior, & il minore, conuien tentare in altri numeri, ma$$ime di quelli, che $i chia- mano _Primi_, cioè che non hanno altro numero, che li mi$uri, [0038]_CAPO II._ & applicata ad e$$i la lunghezza di C, vedere $e la lunghezza di B $i po$$a applicare preci$amente ad alcun numero dello Stromento, ò al contrario applicata la B ad alcun numero Primo, vedere $e la C $i po$$a applicare à qualche numero pre- ci$amente nello Stromento. Quando dunque $i troua <007>nutile ogni pruoua per hauer il numero preci$amente, allhora con- uien oprare come di $opra, prendendo il maggior, & il mino- re. Et in tal ca$o è meglio applicar la C al ma$$imo numero dello Stromento, cioè al 100, più to$to, che ad altro nume- ro più piccolo, perche e$$endo la differenza de’due termini trouati d’vna $ola cente$ima, $empre più s’acco$terà al vero, che $e $i veni$$e ad adoprar vna differenza denominata da vn numero minore di 100, e$$endo à tutti manife$to, che è mi- nor vna cente$ima parte, che vna nouante$ima $ettima del tutto.

Mà per operar ancora più preci$amente in ca$i $imili, doue non $i po$$ano hauere li numeri preci$i, meglio $arà trouare la differenza d’vna parte cente$ima della linea minore B, perche que$ta è minor differenza, che vna cente$ima della maggio- re C, perche le parti hanno la proportione de’ Moltiplici, e de gl’Intieri (per la 15, del 5.) e così c’acco$taremo p<007>ù al vero. Tale dunque $arà l’aperatione. La linea minore B, s’applichi nello Stromento al 100. Poì la fte$$a B $i caui dalla maggiore C, quante volte $i può, e $iano per e$$empio trè volte; $i che re$ta vna parte della C, minore della data B; e $ia que$to re$tante IO. Onde di quali parti 100 è B, di tali 300 è CI. Pre$a dunque col Compa$$o la IO, & applicata allo Stromento, trouo che è maggiore, che la di$tanza 14, 14 è minore che trà 15. 15. Sì che dico, che B à C, hà la propor- tione maggiore di 100 à 315, e minore di 100 à 314; poiche [0039]_Linea Aritmetica._ la linea C è minore di 315, e maggiore di 314. E per il contra- rio C à B hà la proportione minore di 315 à 100, e maggiore di 314 à 100, come è manife$to dalla 26. de l 5.

Ora $e fi farà come 315 à 100, così 100 à 31 {235/315}; c come 314 à 100, così 100 à 31 {266/314}; $i vede chiaramente, che hab- biamo li due Con$eguenti maggior, e minore della propor- tione in termini più vicini trà di $e, che non erano prima 31, e 32, mettendo la linea maggiore C per 100: poiche ridotte le due frattioni allo $te$$o Denominatore 98910, il Numera- tore della prima $arà 73790, quello della $econda 83790. Eridotti tutti gl’Intieri alla denominatione commune troua- ta, $arà la linea C 9891000, e la linea B $arà maggiore di 3140000, e minore di 3150000; onde la differenza è di 10000 particelle di tutta la C; la qual differenza è minore, che la cente$ima parte della $te$$a C; poiche que$ta cente$i- ma è delle particelle di C 98910.

_QVESTIONE SESTA._ _Dati gli A$si d’ vn’ Ellip$i, de$criuere la $ua_ _circonferenza._

SIa data la linea AB A$$e maggiore, ela linea C A$$e mi- nore d’ vn’Ellip$i, e $i voglia de$criuere l’Ouato, di cui $ono A$$i. Primieramente per la Que$t. 5. antecedente $i troui in numeri la loro proportione, e $ia per e$empio come di 5 à 3. Dipoi circa AB come diametro $i de$criua vn circo- lo: e dal punto e$tremo A $i prendano di quà, e di là archi vguali ad arbitrio AS, AR; AD, AF; AH, AI &c. e con linee rette congionti li punti vgualmente di$tanti dall’e$tre- [0040]_CAPO II._ mità A, taglieranno il diametro AB ad angoli retti in O, M, P &c. E così le linee per- pendicolari alla AB $a- ranno parallele trà di lo- ro, & ordinatamente applicate così al diame- tro del circolo, come all’ A$$e maggiore dell’ El- lip$i.

Mettan$i dunque cia$- cuna delle applicate nel circolo ad vn numero della linea Aritmetica, che habbia vn’altro nu- mero, à cui ella $ia come 5 à 3, come $aria 50, 50; e 30, 30: perche il $econ- do interuallo 30, 30, darà l’Applicata dell’Ellip$i: Così OR ad OV; MF ad MN; PI à PQ, e così $u$$eguentemente, $aranno come 5 à 3, e pigliara$$i ad OV vguale OG, & à MN vguale MK &c. perche la linea tirata per li punti Q, N, V, A, G, K, &c. $arà Elliptica.

Ciò $i demo$tra, perche nell’ Ellip$i i Quadrati delle Ap- plicate hanno la proportione delli rettangoli fatti dalli $eg- menti del diametro, à cui $ono Applicate: e nel circolo i Quadrati delle perpendicolari OR, MF $ono vguali alli ret- tangoli AOB, AMB fatti dalli $te$$i $egmenti: dunque co- me il Quadrato di OV al Quadrato di MN, così il Quadra- to di OR al Quadrato di MF. Dunque per la 22. del 6. co- me OV ad MN, così OR ad MF, e permutando come OV [0041]_Linea Aritmetica._ ad OR, così MN ad MF; e perche OV ad OR per la co- $truttione $ono come l’A$$e maggiore AB all’A$$e minore C, cioè come le loro metà EX ad EL; dunque il Rettangolo AEB al Rettangolo AOB è come il Quadrato della metà dell’A$$e minore al Quadrato dell’Applicata OV.

QVESTIONE SETTIMA. Come potiamo $eruirci dello Stromento di Proportione, in vece delle Tauole Trigonometriche, per la $olutione di molti Triangoli.

SE bene ciò appari$ce a$$ai chiaramente da ciò, che s’è detto nella que$tione 4.ad ogni modo per maggior $pie- gatione è bene accennarlo quì più particolarmente. Sia per cagione d’e$$empio vna Torre, la cui altezza, e di$tanza da noi, de$ideriamo di cono$cere. Pren- da$i vn piano di qualunque $or- te, come $aria vna tauola, MHC, e $i ponga in $ito verticale con la Torre, di mode, che la linea ret- ta del $uo lato MH $ia parallela all’Orizonte: poi collocato l’oc- chio nel punto M, e riguardando la cima della Torre, $ia il raggio vi$uale la linea MB, la quale $i $egni. Fatto que$to, $i ritiri l’o$$eruatore più indietro, in modo però, che nella $te$- $a dirittura $iano la Torre, & i luoghi delle due o$$eruationi: & in que$to $econdo luogo di nuouo collocata la tauoletta [0042]_CAPO II._ MHC come prima, $i noti il raggio vi$uale MC, il quale ne- ce$$ariamente cade di $otto di BM, douendo l’i$te$$a Torre in $ito più lontano apparire $otto angolo minore; e così CMH deue e$$ere minore di BMH: e $e tutto ciò $arà fatto accura- tamente, habbiamo tutto ciò, che ci fà di me$tieri al no$tro intento.

Tiri$i dunque in vn piano à parte la linea IN indefinita, e dal puuto I $i tiri vn’altra linea parimenti indefinita, mà che faccia in I l’angolo vguale all’angolo CMH, che è il minore delli due o$$eruati. Dipoi nella IN pigli$i il punto O arbi- trariamente, e $i faccia in O vn’altr’angolo vguale all’ angolo BMH, che è il maggiore delli due o$$eruati. Et in tal manie- ra IO rappre$enta la di$tanza delli due luoghi dell’ o$$erua- tione; ele due linee OA, IA, che s’incontrano in A, rappre- $entano li due raggivi$uali, che $i terminano nella cima della Torre. E che s’incontrino in A, è manife$to, perche li due angoli AOI, AON $on vguali à due retti (per la 13. del lib. 1.) l’angolo AIO è minore dell’angolo AON, per la con. $truttione, dunque li due AIO, AOI $on minori di due retti; dunque quelle due linee $on conuergenti, e da quella parte s’incontrano; e ciò $i fà in A. Se dunque dal punto A, $opra la linea IN parallela all’Orizonte, $i tirarà la perpendicola- re AN, que$ta $arà l’altezza della Torre $opra l’altezza dell’ occhio dell’o$$eruatore, la quale ponendo$i IS, ò la $ua vgua- le OR, $arà tutta l’altezza della Tore AL, e la $ua di$tanza $arà ON, cioè RL.

Ora portando $opra dello Stromento la linea IO come 100, trouo per la que$tione precedente, che AN è 374, & ON 328. Sì che e$$endo nota la di$tanza de’ due luoghi dell’ o$$eruationi per cagion d’e$$empio di pa$$i 18, trouo, che $e [0043]_Linea Aritmetica._ IO 100 è pa$$i 18, AN 374 è pa$$i 67 {1/3} pro$$imamente, & ON 328 è pa$$i 59. Se dunque all’altezza AN pa$$i 67 {1/5} s’ag- gionga l’altezza dell’ occhio $opra il piano del piede della Torre, per e$$empio di piedi Romani 6, $arà tutta l’altezza cercata AL di piedi 342 {2/3}, ela di$tanza cercata ON, ouero RL di piedi 295.

Di quì è manife$to, che dato qualunque triangolo, $i può trouare la proportione de’$uoi lati; e $e vno di que$ti è cono- $ciuto in mi$ura determinata, $i verrà anche in cognitione del- la quantità de gl’altri due lati nella $te$$a mi$ura.

QVESTIONE OTTAVA. Come $erua per la Pro$pettiua lo Stromento.

SIa l’occhio O, il punto della vi$ta C, in di$tanza di piedi 10 {1/2}; l’altezza dell’occhio OB piedi 6; à cuiè vguale DC. AB è l’Orizonte. Non e$$endoui $patio nel Piano da- te per tutte le di$tanze, così potra$$i operare con la $ola linea DC, col Compa$$o di Proportione.

[0044]_CAPO II._ Primo, Data la di$tanza dell’ oggetto, trouare in qual parallela all’ Orizon@ale ca$chi.

Prenda$i DC, e $i metta $ul Compa$$o di Proportione al numero corri$pondente alla di$tanza dell’ oggetto dall’ oc- chio; e poi al numero corri$pondente alla di$tanza dell’oc- chio dal Quadro, $i trouera quanto $otto al punto della vi$ta C $i debba tirare la cercata parallela. Sia la di$tanza dell’og- getto BA piedi 28 {1/2}, & OC piedi 10 {1/2}. Metto la DC all’in- teruallo 57, 57: e pre$o l’interuallo 21, 21. mi viene CE, per cu $i tirarà la parallela EF. La ragione per la $omiglian- za de’ triangoli ADE, OCE è manife$ta, perche come AD à OC, così DE à EC, e componendo come AD <028> OC(cioè AB) à OC, così DC à CE.

Secondo, Data la lon@ananza dell’ oggetto dal piano Verticale, in cui è l’A$$e Vi$uale, trouare il $uo luogo nella data di$tanza.

Prenda$i la CE, e $i metta al numero dell’altezza dell’oc- chio $opra l’Orizonte; & al numero della di$tanza dell’ogget- to dal mezzo, $i hauerà l’interuallo douuto nella parallela tro- uata. Sia dunque data la di$tanza di piedi 5.3′, come $aria DG. Perche CD è 6 piedi, intenda$i 60′. Dunque CE po- $ta al 60. 60, l’interuallo 53.53 darà EI. ($e CE è troppo piccola, prenda$i il triplo, e poi della linea trouata $i prenda la terza parte, e $arà la EI). La ragione è, perche come CD à DG, così CE à El.

[0045]_Linea Aritmetica._ Terzo, Dato il luogo nel piano della Per$pettiua, data la di$tanza dell’ occbio dal quadro, e data l’altezza perpendicolare del corpo, trouar il punto doue $i terminarà.

Sia il punto I il luogo nel piano della Per$pettiua: l’altez- za data $ia di piedi 15 {3/8}, cioè BS; la di$tanza dell’ occhio OC piedi 10 {1/2}. Facia$i come CO ad SB, così CH, cioè EI data, ad I T. Ora CO ad IB è come 21 à 30 {3/4}; me$la dunque la EI all’ interuallo 21. 21, l’inter- uallo 30 {3/4}. 30 {3/4} darà la IT cercata.

Di qua $i vede quanto facile $arà trouare le conuer$e di que$te trè propo$itioni. Primo, $e $i farà come CE à CD, così OC à BA, s’haurà la di$tanza dell’oggetto. Secondo, $e come CE à EI, così CD à DS, s’haurà la di$tanza dall’a$se vi$uale. Terzo, $e come EI à IT, così CO à BS, s’haurà di quanta altezza perpendicolare $ia l’oggetto vi$to in IT.

[0046]_CAPO II._ _QVESTIONE NONA._ Come potiamo valerci dello Stromento per pratticar in Numeri la Regola del Trè, ò Aurea, che vogliamo dire.

QVe$ta prattica veramente non può riu$cire tanto preci- $a per ragione de’ Rotti, mà per gl’Intieri appari$ce facili$$ima, e pre$ta. Si pigli dal centro A dello Stromento con vn Compa$$o la di$tanza $in al punto corri- $pondente al $econdo numero delli trè dati (ò per parlare più vniuer$almente, corri$pondente al numero, che è il Con$e- guentetrà li dati) & à que$ta di$tanza s’allarghilo Stromen- to, applicandola al punto corri$pondente al numero, che è Primo Antecedente della Proportione: perche all’incontro del punto, che corri$ponde al Terzo numero, ò al Secondo Antecedente, $i prenderà la di$tanza nello Stromento; e que$ta applieata dal Centro A $opra la linea dello Stromento mo$trerà il Quarto numero cercato.

Sia per cagion d’e$$empio, ch’io habbia comprato 54 braccia di panno per 36 zecchini; & vn’amico ne vorrebbe hauere 2 I braccia; Quanto hà egli à pagare per $ua parte? Piglio col Compa$$o nello Stromento dal centro $in al pun- to 36; que$ta di$tanza applico al 54. 54. E ritenendo que$ta apertura piglio la di$tanza 21.21. Que$ta traporto dal cen- tro dello Strumento sù la linea, e vedendo che cade $ul pun- to 14, dico al mio amico, toccali per $ua parte à pagare 14 zecchini.

La dimo$tratione di ciò è manife$ta, perche $e di quali par- ti 54 è AE, ditali 36 s’è pre$a EL, dell’i$te$$a mi$ura hauen- [0047]_Prattica in numeri della Regola del Trè._ done AH 21, $eguirà che HI applicata dal punto A alla li- nea AE caderà in vn punto, che mo$trarà di quante parti ella $ia in mi$ura homogenea al termine $uo corri$pondente, e caderà nel punto 14.

E perche i’e$$empio po$to è della regola, diretta, mettiamone vn’altro dell’@uer$a. Hò vna la$tra d’argento lunga piedi 2 {1/2}, elarga oncie 7: Vorei che l’orefice ne face$$e vna della $te$$a gro$$ezza, mà larga oncie 10; Quanto dourà e$$er longa? Quì è certo, che il Primo Antecedente deue e$$ere que$to numero, che è po$to nelterzo luogo, cioè il 10; ela proportione ordinata $arà come 10 à 7, così 30 (poiche piedi 2 {1/2} $ono oncie 30) ad vn’altro. Pre$a dal centro la di- $tanza $in al punto 7 la colloco trà 10.10, e ritenuta la $te$$a apertura dello Stromento, prendo la di$tanzatrà 30. 30; e que$ta di$tanza applicata alla linea dal centro, trouo, che ca- de nel punto 21; e così dico, che la lunghezza cercata dourà e$$ere di oncie 21. Così d’vno $quadrone di$oldati, che hà 60 di fronte, e 25 di fianco, volendo metterne 40 di fianco, $i cerca, quanti $ariano di fronte: la proportione ordinata $arà come 40 à 25, così 60, ad vn’ altro, & operando, come s’è detto, $i trouarà venire 37 difronte: vero è che ne auan- zeranno 20: e perciò $itrouerà che la punta del Compa$$o caderà tra’l 37, e 38.

Potrebbe occorrere, che li numeri fo$$er ò troppo grandi, ò troppo piccioli, $i che ò non $i troua$$ero per la $ua gran- dezza nella linea $egnata dello Stromento, che $ol arriua al Ioo, ò non $i pote$$ero commodamente applicar all’apef- tura dello Stromento per la $ua picciolezza. Se fo$$ero trop- [0048]_CAPO II._ pograndi, conuien diuiderli, e prenderne vna parte aliquo- ta; $e fo$$ero troppo piccioli, conuien pigliare li loro multi- plici. E perche que$to può occorrere in più modi, per di- $tintione più chiara, $arà bene parlar di cia$cuno partico- larmente.

Primo delli trè numeri dati $e $olo il Secondo Antecedente della Proportione è maggiore di 100, $i prenda la $ua metà, ò il terzo, e poi il numero trouato $i raddoppij, ò $i triplichi, e s’haurà il quarto numero cercato. Per e$$empo, 24 per$one in vn tal tempo con$umano 30 $acchi di farina: in tempo vguale 120 per$one quanta ne con$umeranno? La di$tanza del centro $in à 30, applica$i trà 24. 24; e perche 120 non fi troua nella linea, prendo la $ua metà 60, ela di$tanza 60, 60, applicata alla linea, trouo e$$er 75; dunque que$ta rad- doppiata, dico richieder$i 150 $acchi di farina per 120 per$one.

Secondo, $e $olo il Primo Antecedente, ò $olo il Primo Con$eguente, ò ambidue, ò l’vn, e l’altro Antecedente $ono maggiori di 100; l’vno, el’Altro Antecedente, ò li primi An- recedente, e Con$eguente, $imilmente $i diuidano, e con quel- le parti s’operi, come quelle fo$$ero li termini dati. In vn capitale di $cudi 2000 s’è fatta perdita di $cudi 1120; io che cihaueuo per mia parte 75 $cudi, quanto vengo à perdere? Perche li due priminumeri $on troppo grandi, leuo à cia$cuno vn zero, e re$tano le loro decime parti 200, e 112: e perche que$tiancora $on troppo grandi, li diuido per metà, e $ono le lor vente$ime parti 100, e 56. Prendo dunque dal centro al punto 56, e l’applico tra 100.100: poi trà 75.75 prendo la di$tanza, & applicata alla linea dello Stromento, trouo ch’el- la è 42; e perciò dico e$$er la perdita, che mi tocca di 42 $cudi.

[0049]_Prattica in numeri della Regola del Trè._

Terzo, $e tutti trè li numeri dati $ono maggiori di 100, conuien diuiderli tuttitrè: E ciò $i può far ò diuidendoli $imil, mente, come $e 200 dà 150, che darà 160? perche, tutti di- ui$i per metà, dico, $e 100 dà 75, che darà 80? & applicati li 75 tra 100. 100, la di$tanza 80. 80, mi darà 60, e que$to raddoppiato fà 120, che è quello che $i cerca: Ouero $i pon- no diuidere $imilmente $olamente due, cioè ò li due Antece- denti, ò il Primo Antecedente col $uo Con$eguente, e di quell’altro numero che re$ta, prenderne quella parte che più piacerà; poiche quello, che $i trouarà, $arà parte $imile del Quarto, che $i cerca. Così $tando nello $te$$o e$$empio, $e 200 dà 150, che darà 160? Piglio la metà del primo, e del $econdo 100 è 75, e del terzo 160 piglio la quarta parte 40, & opro come prima, pigliando vltimamente la di$tanza trà 40, 40, e mi viene 30, il quale quadruplicato mi dà 120: ouero delli due Antecedenti propo$ti 200, e 160. piglio la metà 100, e 80, e del primo con$eguente 150 piglio la terza parte 50, & oprando, come s’è più volte detto, trouo 40, il qual’è la terza parte del numero cercato, cioè di 120.

La ragione di que$to modo d’operare $tà fondato nella 15, & 11 del lib. 5. d’Euclide, cioè, che le parti hanno le propor- tioni de’ $uoi intieri, ele proportioni $imili ad vna $te$$a pro- portione $ono $imili trà di loro. E perciò $e $ia come A al B, così C al D, e$$endo {1/2} A al {1/2} B, come A al B, anche $arà co- me {1/2} A al {1/2} B, così C al D, e$$endo come C al D, così {1/3} C al {1/3} D $arà per con$eguenza, come {1/2} A al {1/2} B, così {1/3} C al {1/3} D. E perche $e come A al B, così C al D, vale anche permutan- do, come A al C, così B al D, ne $eguirà con l’i$te$$o di$cor$o, che come {1/2} A al {1/3} C, così {1/2} B al {1/3} D. Et in tal modo è manife- $ta la ragione delle $opraccennate operationi. E quello, che [0050]_CAPO II._ quì s’è detto de gl’Intieri ri$petto alle loro parti, così vale la forma di di$correre delle parti, ri$petto de gl’Intieri, fatta $o- lo la conuer$ione de’ter mini, per ciò che appre$$o $i dirà de gl’Intieri ri$petto de’ $uoi moltiplici. Il che hò voluto così breuemente accennare, per non replicar con tedio più volte lo $te$$o.

Quarto, $e $olo il $econdo Antecedente $arà troppo picco- lo, ba$terà raddoppiarlo, ò triplicarlo, e $eruir$i di que$to, co- me $e fo$$e il vero Antecedente, perche del numero, che $i tro- uerà, dourà pigliar$i la metà, ò il terzo, per hauer il numero, che $i cerca. Per e$$empio. V na fontana, che getta l’acqua fempre vniformemente, hà riempito vn va$o capace di 54 botti d’acqua in 23.ore, quant’ore ci vogliono per empir vno capace di $ol 7 botti? Piglio dal centro $in al punto 23. e que$ta di$tanza applico all interuallo 54. 54. Dipoi perche 7.7. è troppo vicino, piglio la di$tanza 14. 14. e que$ta ap- plicata dal centro cade $ul punto 6; onde perche il 7 $i rad- doppiò, prendo la metà di 6, e dico; che in 3 ore s’em pirà il va$o capace di $ol 7 botti. E’vero, che ciè qualche differen- za, e non $ono preci$amente 3 ore, mà $olo 2 {53/54}, il che nell’ operatione, c’habbiamo per la mano, non è da con$iderar$i.

Quinto, mà $e $olo il Primo Antecedente, ò $olo il Primo Con$eguente, ò ambidue, ò l’vn, el’altro Antecedente fo$$ero troppo piccioli, tutti due gl’Antecedenti, ò li Primi Antece- dente, e Con$eguente, $imilmente $i moltiplichino, raddop- pino, ò triplichino, e s’opri, come $e que$ti fo$$ero li numeri dati, perche ne verrà il numero cercato. Così s’io dico 7 mi dà 10, che midarà 3? raddoppio il 7, & il 3, come troppo piccioli, & opro, come $e cerca$$i, 14 midà 10, che mi darà 6? e trouo, ch’è vn poco più di 4.

[0051]_Prattica in numeri della Rego’a de’Trè._

Se$to, $e tutti trè li numeri dati $ono troppo piccioli, òtut. ti $i moltiplichino vgualmente, & il numero, che $itrouerà dourà diuider$i per il moltiplicatorepre$o, come $e tutti $i raddoppiarono, $i deue prendere la metà del trouato, per ha- uer quello, che $i cercaua, come è mani$e$to. Ouero due, cioè ò li due Antecedenti, ò li due Primi termini $i ponno moltiplicare $imilmente, e l’altro numero moltiplicar altri- menti, perche quel che $i trouerà, $i dourà diuidere per il nu- mero, che moltiplicò que$t’ vltimo. Per e$$empio: d’vn drappo alto cinque quarte il Sarto me ne fece prendere brac- cia 7 {1/2}, ora per far vna $imil ve$te d’vn drappo alto $ol 3 quarte, quante braccia hò à comprarne? E’certo, che quì è la proportione euer$a, cioè che le altezze, e le lunghezze $o- no reciprocamente proportionali, e come la $econda altezza alla prima aitezza, così la prima lunghezza alla $econda lun- ghezza, che $i cerca: Sidice dunque, come 3 al 5, così 7 {1/2} ad vn altro: quadruplico il 3, & il 7 {1/2}, e$ono 12, e 30; duplico il 5, & è 10. Oprodunque con que$titrè numeri 12, 10, 30; e pre$adal centro la d<007>$tanza $in al punto 10, l’applico al 12. 12; e pre$o l’interuallo 30. 30, trouo e$$ere 25. Ora perche il 5 $olo $i duplicò, piglio la metà di 25, edico, che del $econ- do drappo me ne fan di me$tieri braccia 12 {1/2}. Eque$to $te$- $o haurei trouato, $e haue$$i duplicato rutti trè li numeri; per- che come 6 al 10, così 7 {1/2} al 12 {1/2}.

Mà perche $pe$$o occorre, che l’interuallo, che $i troua, non cade preci$amente $ul punto $egnato da qualche numero intiero, $i potrà trouare la frattione, & auuicinar$i più al ve- ro in que$to modo. Si prenda dal centro dello $tro mento con vn’altro Compa$$o la di$tanza $in’al punto pro$$imamente maggiore, & il numero dital punto $i moltiplichi, quanto $i [0052]_C A P O II_. può, purche non pa$$i il 100, & allargato lo Stromento, à que$to numero moltiplice s’applichi la lunghezza pre$a con que$to $econdo Compa$$o; e poi $i vegga in qual’ interuallo capi$ca la longhezza trouata col primo Compa$$o; perche la frattione aderente all’intiero già cono$ciuto, haurà per De- nominatore il numero, che fù il moltiplicatore, e quanti pun- ti $i trouano mancare per giungcr à quella di$tanza maggio- re, tanta deue e$$ere la differenza tra’l Numeratore, & il De- nominatore della frattione. Sia per e$$empio nell’o peratione trouata vna tal lunghezza, che applicata dal centro cada tra li punti 19, e 20; onde s’argui$ce, che il numero cercato è 19 con vnafrattione. Ora con vn $econdo Compa$$o pre$ala di$tanza dal centro $in’à 20, $e applico que$ta al 40. 40, che è duplo di 20, non mi può dare $e non {1/2}, $e al 60. 60, che è triplo, po$$o trouar li Terzi, $e al 80. 80, che è quadruplo, trouerò li Quarti, e finalmente $e al 100. 100, che è quintu- plo, trouerò li Quinti. Sia dunque applicata alli 100. 100: e poi col primo Compa$$o, che daua quella mi$ura minore di 20, e maggiore di 19, veggoin qualinteruallo $i po$$a appll- care, etrouo che al 97. 97, onde mancando 3 al 100 dico, chela frattione aderente al 19 è {2/5}; $e $i fo$$e applicata al99, $aria $tato il numero cercato 19 {4/5}.

La ragione di que$ta operatione è, perche quelle 20 par- ticelle applicate al 100. 100, vengono come ad e$$ere diui$e in 100 parti, cioè cia$cuna ne’$uoi quinti; ora $e di quali 100 parti $ono le 20, ditali 97 $ono quell’altre, è manife$to; che à que$te mancano {3/5} per arriuar à 20, ecosì $ono 19 {2/5}. Mà $e la di$tanza prima trouata fo$$e $tata maggiore di 24, e dal centro $in à 25 $i fo$$e applicata al 100. 100, la frattione $a- ria di Quarti, e cadendo la di$tanza trouata $ul 97. 97, $aria [0053]_Prattica in numeri della Regola delTrè._ il numero cercato 24 {1/4}, poiche mancano {3/4}, per e$$ere {100/4}, c<007>oè 25.

For$i riu$cirà ad alcuno più facile que$t’altro modo. Quan- dola mi$ura trouata, e dalcentro applicata $ula linea dello Stromento non cade in vn punto intiero, pigli$i con vn’altro Compa$$o la mi$ura $in al punto pro$$imamente minore: & il numero di tal punto moltiplicato, sì che non arriui à 100, s’a- pra lo Stromento, & al punto, che corti$ponde al numero moltiplicato, s’applichi la lunghezza pre$a col $econdo Com- pa$$o; poi applicatala mi$ura, che dà il primo Compa$$o, il numero de’ punti, ehe eccedono quel moltiplicato, $arà il Numeratore della frattione, il cui Denominatore è quel che fù il Moltiplicatore. Sia la mi$ura trouata maggiore di 17: Prendo con vn’altro Compa$$o dal centro $inal punto 17; e que$ta di$tanza applico al numero 68. 68, quadruplo del 17: e perciò la frattione haurà il 4 per Denominatore: applicata poi quella mi$ura trouata maggiore di 17, trouo che capi$ce al 71. 71: e perciò dico, che e$$endo l’ecce$$o di 3 punti, la frattione $arà {3/4}, ecosì il numero, che $i cercaua è 17 {3/4}.

Laragione di que$to modo d’operare è, perche in quell’- applicatione al numero quadruplo vengono le 17 vnità ad e$$er diui$e in tutt<007> <007> $uoi Quarti, che $ono 68; dunque $e la mi$ur a trouata hà di tali Quarti 71, $arà il $uo numero 17 {3/4}.

Auuerta$i quì, che può occorrere, che la mi$ura tolta col primo Compa$$o non po$$a applicar$i preci$amente a due punti $imili, come 71, e 71; ma $olo a 71, e 72; & in tal ca$o è$egno, che è più di trè quarti: e $e cade così preci$amente $u due punti 71, e 72, $i può prendere per vna metà; $e ca- de$$e $ul 71, & alla metà del 72, $i potria prendere per vn Quarto. Ora mettiamo, che cada $u li 71. 72; e così oltre [0054]_C A P O II._ li {3/4}, v’èla metà d’vn Quarto, che è {1/8}, che aggiunto alli {3/4} $o- no in tutto {7/8}. Sefo$$e caduto alla metà del 72. era vn Quarto d’vn Quarto, cioè {1/16}, ecosì tutta la frattionc {13/16}.

E per non la$ciare di $piegare anche meglio l’v$o di que$to Stromento, per trouare con più preci$ione le frattioni aggiun- te agl’intieri, $enza obligarcia prendere li numeri moltiplici, ma$$ime, che bene $pe$$o appena $i ponno raddoppiare, ò tri- plicare; perciò aggiungerò anche que$to modo d’operare. Pre$o dunque, come $i di$$e, con vn $econdo Compa$$o dal centro $in al numero pro$$imamente minore, s’apra lo Stro- mento, e que$ta di$tanza s’applichi a quell’interuallo, che più piace, in maniera però, che poila di$tãza, che dà l’altro Com- pa$$o po$$a capire almeno tra 100. 100; & il numero dital interuallo $arà il Denominatore della frattione. Di poi rite- nuta l’a pertura mede$ima dello Stromento, $i vegga in qual interuallo capi$ca la prima mi$ura. Il numero de’ punti, che que$to $econdo interuallo è di$tante dal primo già co$tituito, $i moltiplichi per l’Intiero nu mero, che $i pre$e pro$$imamen- ce minore; e ciò per la molti plicatione $i produce, $arà il Nu- meratore della frattione.

Sia la mi$ura trouata maggiore di 6, ma minore di 7. Pren- do dal centro $in al 6, e que$ta di$tanza applico ad arbitrio ad wn numero, per e$$empio al 50. 50:e perciò le parti della frat- tione $aranno cinquante$ime. Quindi applicata la mi$ura trouata, veggo che cade $ul 53, 53. Dunque pre$o l’ecce$$o 3, lo moltiplico per il numero intiero 6, e $i fà 18, per nu- meratoredella frattione; e perciò dico, che la mi$ura trouata dà il nu mero cercato 6 {18/50}.

La dimo$tratione di que$ta operatione $i vede dalla figura pre$ente doue BC è parallela alla DE, e prendendo$i BF [0055]_Fratticain numeri della Regola delTrè._ vguale alla DE, e congiun- gendo$i li punti E, F con vna linea retta EF, viene ad e$$er EF parallela alla BD per la 33. del libro 1. Dunque per la 2. del lib. 6. come AE ad EC, così BF à FC: dunque il rettangolo fatto dalle due EC, BF, cioè DE, appli- cato alla prima AE darà la FC: come appari$ce dalla 16. del lib. 6. Se dunque DE è il numero 6. collocato $u lo Stromen- to nelli punti 50. 50, cioè in AD, AE, ela mi$ura trouata BC s’addatta alli punti B, & C 53. 53, $arà come AE 50, ad EC 3, così Bf, cioè DE 6 alla FC; e perciò EC 3 moltiplicando DE 6 $à 18 da diuider$i per AE 50; onde il Quotiente {18/56} è la FC da aggiunger$i alla BF, cioè alla De 6; ecosì tutta la BC è 6 {18/50} numero cercato.

Di quì $i vede, che $e le due mi$ure pre$e co’due Compa$$i, come s’è detto, cade$$ero in tal apertura dello Stromento, che non fo$$ero di$tanti, che vn punto $olo, il Numeratore della frattione $arà il numero intiero pre$o. Come per e$$empio, $e il numero è 27, & è applicato all’interuallo 43. 43, e l’altra mi$ura cade $ul 44. 44, diremo, che il numero cercato è 27 {27/44}. Laragione è, perche l’vnità moltiplicando il 27 non lo muta.

Finalmente s’auuerta in que$to modo, che $e la di$tanza EC fo$$e di molti punti, & il numero DE fo$$e così grande, che riu$ci$$e difficile moltiplicarlo per EC così alla mente, $i dourà applicare la DE più vicina al centro A, che così la BC riu$cirà più vicina alla DE, & EC $arà numero minore.

In vn’altra maniera potiamo $eruirci di que$to stromento per trouar il quarto numero proportionale $enza applicar i [0056]_C A P O II_. numeri al lato dello Stromento, ma a gl’interualli: e poten- doci ogni punto $eruir per due, anche $enza compa$$o molto grande faremo ciò che de$ideriamo. Per e$$empio 168 mi dà 72, che co$a mi darà 63? Diuido li 168, & li 72 per me- tà, e $ono 84, e 36. A qualunque apertura dello Stromento prendo l’interuallo 84. 84, con vn compa$$o, e col $econdo compa$$o alla $te$$a apertura dello Stromento prendo 36, 36. Ritengo li Compa$$i così, & applico il primo compa$$o al terzo numero dato, cioè à 63. 63. allargando lo Stromento, & a que$ta apertura applicando il $econdo compa$$o, trouo che cade nell’interuallo 27. 27. onde conchiudo, che il quar- to numero cercato è 27. Que$ta prattica è manife$ta per la co$truttione dello Stromento; perche di quali parti 84 era la prima linea compre$a dal primo compa$lo, di tali 36 era la $econda: ora pre$a la prima di 63, la $econda viene ad e$- $ere di 27.

Que$to modo d’operare mo$tra vna grandi$$ima facilità per $ciogliere le que$tioni appartenenti al moltiplico de’capitali, quando corrono intere$$i $opra intere$$i, cioè che il frutto di cia$cun anno a capo d’anno s’accre$ce al capitale: il che $i fà, e$$endo noto, quanto per cento $ia il frutto, perche $e il 100 guadagna nel primo anno per e$$empio 4. $arà il capitale del $econdo anno 104; e così bi$ogna dire, $e 100 a capo del pri- mo anno dà 104, che co$a darà 104 a capo del $econdo anno? e $i troua, che dà 108 {16/100}. E poi $eguitando all’ i$te$$o modo a replicare la regola del Trè, $e 100 dà 104, che co$a darà 108 {16/100} a capo del terzo anno? tante volte $i replicherà, quan- ti $on gl’anni, che $i la$cia il denaro a moltiplico. Il che, co- me $i vede, porta tempo, e fatica nel calcolo. Ma $e le linee Aritmetiche dello Stromento $ono accuratamente diui$e, [0057]_Prattica in numeri della Regola del Trè_. que$ta operatione $i farà con pochi$$imo trauaglio.

Sapendo$i quanto per cento $i guadagna, prenda$i la metà del 100, che è 50, ela metà del frutto annuo: & aperto lo Stromento ad arbitrio, prenda$i l’interuallo 50. 50, ma con- $erui$i il compa$lo così aperto, come $i pre$e que$ta prima mi$ura, ouero $i tiri vna linea vguale à tal’apertura, per hauer- ne memoria, ouero $i prenda que$ta prima lunghezza vguale ad vn numero determinato di punti pre$i $ul lato dello Stro- mento; e poi con vn’altro Compa$$o ($e per altro in vno de’ modi detti non $i con$erua$$e memoria della prima larghez- za) e$$endo ancora lo Stromento allargato come prima, $i prenda l’interuallo corri$pondente alla metà del capitale, e del frutto; e così $e il frutto è 4 per 100, prenda$i 52. 52, $e fo$$e 6 per 100, prenda$i 53. 53; e così de gl’altri. Que$ta larghezza vltima di Compa$$o per il $econdo anno, di nuouo s’applichi al 50. 50, allargando lo Stromento, e di nuouo $i prenda il 52. 52, $e fù alli 4, ouero il 53. 53, $e fù alli 6 per 100. Di nuouo que$t’vltima lunghezza per ilterzo anno s’ap- plichi al 50. 50, con allargare lo Stromento, & al 52. 52 s’ha- urà la lunghezza conueniente al terzo anno; e così tante vol- te, quanti $on gl’anni, che $i la$cia a moltiplico. Finalmente $i paragoni la prima larghezza, che fù pre$a da principio con que$t’vltima trouata; ela proportione di quella prima a que$t’vltima è la proportione del capitale me$$o da principio allo $te$$o accre$ciuto d’anno in anno, con i frutti, che diuen- tarono capitale. Così $e furono alli 4 per 100, troueremo che li 100 in capo a dieci anni diuentano 148 {1/4} qua$i, cioè vn poco più d’vn quinto: Onde dico, $e in dieci anni 100 mi danno 148 {1/4}, nello $te$$o tempo vn capitale di dieci mila $cudi diuerrà 148 25.

[0058]_C A P O II_.

In altra maniera $i può operare ritenendo $empre la me- de$ima apertura dello Stromento, ma prendendo nel $uo lato inumeri. Per e$$empio $ia al 4 per 100: prenda$i dal centro A $in al 52 la di$tanza, e que$ta $i metta tra 50, 50, e que$ta è l’apertura dello Stromento $enza mutarla. Ora prenda$i la metà del numero del capitale, e $e è troppo grande, pren- da$i vna parte aliquota di e$$o; come $e fo$$e il capitale 300 Scudi, la $ua metà è 150, prenda$i 75, che è la 4. parte. E col compa$$o pre$o l’interuallo 75. 75, metta$i vna punta nel cen- tro, e $u li lati dello Stromento leggiermente $i $egni con l’al- tra punta; prenda$i que$to interuallo tra li $egni fatti, e di nuouo dal centro $i traporti, e $egni$u li lati; e ciò tante volte $i replichi, quanti $ono gli anni: così $e fo$$ero cinque anni, $i prendano cinque volte gl’interualli, e l’vltimo, cioè il quin- to interuallo traportato dal centro $ul lato dello Stromento, darà il numero cercato; e caderà pro$$imamente al punto 91. Si che 75 $cudi a capo di cinque anni danno 91 $cudi pro$$i- mamente; e perche 75 è la quarta parte di 300, diremo che 300 $cudi a capo di cinque anni $aranno pro$$imamente $cu- di 364. Di que$to modo d’operare la ragione è manife$ta, perche ritenuta $empre l’apertura mede$ima dello Stromento tutti <007> lati a gl’interualli $ono come 50 à 52, cioè 100 a 104; e perche gl’interualli $ucce$$iuamente $i traportano $u li lati, perciò $empre $i cõtinua la proportione i$te$$a di 100 a 104.

Che $e haue$$i curio$ità di prouarlo col calcolo, $e non prenderai di volta in volta le frattioni pro$$ime alla vera ora maggiori, ora minori, ma tutta la frattione intiera (la quale è nel $econdo anno di cente$ime, nel terzo di dieci- mille$ime, e così ogn’anno aggiungendo due zeri al denomi- natore) trouerai nel decimo anno vna frattione, che haurà [0059]_Prattica in numeri della Regola del Trè_. per denominatore l’vnità con diciotto zeri, & il numeratore tale, che è pro$$imo ad vn quarto d’vnità. E $e cerca$$i per vent’anni, l’vltimo denominatore $aria di 38 zeri, $empre due meno del doppio del numero de gl’anni, e$$endo che per il primo anno non $i fà la diui$ione per 100, e per gli altri anni $i aggiongono $empre due zeri al denominatore. In $omma (perche que$te co$e $i $criuono per li meno e$perti) ba$terà per il fecondo anno moltiplicar il capitale col frutto in $e $te$- $o, e per l’i$te$$o capitale col frutto, cioè per 104, ouero 105, ò altro, moltiplicar di mano in mano i prodotti; e poi veden- do quante volte hai fatto tal moltiplicatione, taglia dal nu- mero vltimamente prodotto due volte altre tante figure; co- me $e hai fatto la moltiplicatione cinque volte, taglia alla de- $tra dieci figure, e que$te $ono il numeratore della frattione aderente al numero d’intieri $ignificato dall’altre figure re- $tanti; e que$to $aria il moltiplico del capitale fatto in 6 anni. Onde $i vede e$$er qua$i vna progre$$ione Geometrica, la cui Radice è il capitale col frutto, cioè 104, &c. principiante dall’vnità. E perciò in tal ca$o conuiene trouar quella Pote- $tà, ò quel Grado della Progre$$ione, il cui E$ponente è il nu- mero de gl’anni (nel che $e bene vi$ono alcuni compendij, v’è però di molta fatica,) e trouato tal Grado della detta progre$- $ione, tagliarne, come s’è detto, le figure alla de$tra due meno del doppio del numero di tal Grado, perche realmente il pri- mo termine della progre$$ione non è l’vnità, ma il 100. Il che $ia detto per mo$trare di quanto compendio $ia l’v$o di que- $to Stromento, con cui pre$ti$$imo $i fà co$a per altro opero$a.

Quindi volendo $i $a pere in quanto tempo raddoppiara$$i il Capitale, $i piglia vna linea, & all’interuallo 50. 50, $ia appli- cata tal linea, dipoinel modo detto, con$iderato il frutto an- [0060]_C A P O II_. nuo, tante volte $i replica l’operatione, $in che $i venga ad ha- uer allargato il compa$$o, in modo che comprenda il doppio della linea data da principio: e con quante operationi verrai ad hauere tal linea doppia della data, tanti anni $i ricercano per raddoppiar il capitale.

Dalle co$e dette $i raccoglie anche il modo per tramutar tra di $e le $pecie delle monete, e$$endo cono$ciuto il lor valo- re, riducendolo prima alla mede$ima $emplice denominatio- ne; come $e il valore d’vna $pecie di moneta fo$$e compo$to di lire, e $oldi, $i riduce il valor d’ambidue in $oldi, e così dell’ altre denominationi di valore, e quando fatta que$ta riduttio- ne riu$ci$$ero i numeritroppo grandi, ba$terà prendere, di ambidue l<007> numeri e$primenti il valore, vna mede$ima parte aliquota. Per e$$em pio s’hanno a ridurre Ongari in Doppie; e$$endo il valor dell’Ongaro 17 giulij, quello della Doppia 30 giulij, è manife$to, che 30 Ongari $ono 17 Doppie, per- che l’i$te$$o numero $i produce prendendo$i trenta volte il 17, e prendendo$i dici$ette volte il 30. Dunque il numero de gl’Ongari al numero delle Doppie $arà reciprocamente co- me il valor della Doppia al valore dell’Ongaro. Perciò aper- to ad arbitrio lo Stromento, prendo con vn compa$$o l’inter- uallo 30. 30, e con vn’altro compa$$o l’interuallo 17. 17. Po$cia per ridurre vn numero d’Ongari in Doppie, applico il primo compa$$o all’interuallo corri$pondente al numero dato de gl’Ongari, & il $econdo compa$$o con la $ua apertu- ra caderà nel numero competente delle Doppie, ò $e $i fo$$e pre$a vna parte aliquota del numero de gl’Ongari, s’haurà $i- mile parte del numero delle Doppie. Così $e fo$$ero dati 180 Ongari, prendo la metà, che è 90, & applico l’apertura del primo compa$$o all’interuallo 90. 90; & il $econdo com- [0061]_Pratticain numeri della Regola del Trè_. pa$$oapplicato, caderà al 51. 51. Dunque conchiudo, che 90 Ongari$ono Doppie 51, e perciò 180 Ongari $ono Dop- pie 102. Per il contrario $e vole$$i cambiar Doppie in Ongari, al numero delle Doppie applico il $econdo compa$$o, con cui $i pre$e il valore delli Ongari; e l’altro compa$$o darà il numero de gl’Ongari: Siano date Doppie 204, perche il nu- mero è troppo grande, piglio la $e$ta parte, che è 34, & ap- plico il $econdo compa$$o con la $ua apertura all’interuallo 34. 34, e poi l’altro compa$$o cadendo nell’interuallo 60. 60, mo$tra, che $i come il 34 era la $e$ta parte del numero delle Doppie, così il 60 è il $e$to delnumero de gl’Ongari, onde Doppie 204 $i cambiano in Ongari 360.

Che $e il valore è compo$to di diuer$e $pecie, come in Vene- tia lo Scudo è lire 9 $oldi 6, & il Zecchino nuouo lire 17, con- uien ri$oluer tutto in $oldi, $i che lo Scudo è $oldi 186, & il Zecchino $oldi 340, e perciò 340 Scudi $ono Zecchini 186, e nella $te$$a proportione $ono le parti aliquote $imili. Onde perche il 340, & il 186 $on troppo grandi, $i prende la lor quarta parte 85, e 46 {1/2}, come $e que$to fo$$e il valore (pi- gliando$i ade$$o non più il valor in $oldi, mà in gro$$etti, e$$en- done 85 gro$$etti in vn Zecchino, e 46 {1/2} in vno Scudo) e $i opera come di $opra.

Auuerta$i in que$te operationi e$$ere molto meglio, e più $icuro, quando quella prima apertura dello Stromento arbi- traria $i piglia a$$ai grande, perche poi nelle $eguenti opera- tioni rie$ce maggior di$tintione, $enza pericolo di prender vn’ intiero di più. Vero è che que$ta operatione, come mec- canica, non darà la preci$ione della frattione aderente a gl’in- tieri, mà que$ta poi $i troua, e$$endo a$$ai hauer $ubito notitia de gl’intieri con qualche facilità. Come nel propo$to e$$em- [0062]_CAPO II_. pio $i vuol $apere quanti Zecchini ci vogliono per far la $om- ma di cento $cudi. Pre$i gl’interualli 85, e 46 {1/2}, applico il maggiore all’interuallo 100.100, che è il numero dato de gli $cudi, & il minore veggo e$$er più di 54, e meno di 55, onde dico li 100 Scudi cambiar$i con Zecchini 54, & alcune lire di più: E que$te $i trouano paragonato in$ieme il valore di 100 Scudi, e di 54 Zecchini, poiche la loro differenza è quel- lo, che deue aggiunger$i alli 54 Zecchini trouati.

E que$to che s’è detto della tra$mutatione delle monete tra diloro, $i deue intendere di tutte l’altre mi$ure, ò $iano dell’i$te$$o pae$e con diuer$e denominationi, o $iano di pae$i diuer$i con l’i$te$$a denominatione sì, ma con grandezze di. uer$e; perche hauuta$i la loro proportione, $i tramutano con proportione reciproca. Così perche lo $tadio Romano è pa$$i 125, & il miglio pa$$i 1000, mille $tadij Romani $ono 125 miglia Romane: e perche lo $tadio Greco era di piedi antichi Romani 600, elo $tadio Ale$$andrino di piedi 720, è manife$to, che 600 $tadij Ale$$andrini erano 720 $tadij Gre- ci: Onde $i vede correr quì la $te$$a operatione, che s’è detta per la tra$mutatione delle monete.

Ma for$i troppo lungamente ci $iamo fermati in mo$trare que$to v$o dello Stromento di Proportione nella Regola del Trè, per de$iderio d’e$$er meglio inte$i dalli principianti: i quali dalle co$e quì dette, potranno raccogliere ciò che deb- ba far$i in ca$i $imili.

[0063]_Trouar Particelle piccioli$sime d’vna linea_. QVESTIONE DECIMA. Come d’vna linea data $i po$$ano prendere particelle piccioli$sime quante $e ne voranno.

QVe$ta que$tione in $o$tanza non è di$ferente da quello, che s’è detto nella prima, e $econda que$tione di que- $to capo $econdo, ad ogni modo per facilità mag- giore di chi non fo$$e così prattico, ò non haue$$e così ben compre$o, ciò che iui s’è detto, $i con$idera quì la prattica di trouare vna linea, che contenga vn determinato numero di minute particelle d’vna linea data.

E quì conuien o$$eruare, che $e bene la linea dello Stro- mento non è attualmente diui$a, che in 100 parti vguali, ad ogni modo e$s\~edo all’occhio a$$ai manife$ta la metà di cia$cu- na dique$te cente$ime, vien ad e$$ere virtualmente $egnata in 200 parti. Quindi è, che $e d’vna linea applicata all’interuallo 100. 100. vole$$i hauere {157/200}, ba$ta ch’io cerchi l’interuallo 78 {1/2}. 78 {1/2}, perche cia$cuna parte delle $egnate nello Stro- mento vale per due. Così d’vna linea data $e bramo hauere {141/153} diui$o per metà li 153, viene 76 {1/2}, & a que$to interuallo 76 {1/2}. 76 {1/2} applicata la linea data, l’interuallo del numero, che è la metà del 141, cioè 70 {1/2}. 70 {1/2}, mi darà la parte che $arà {141/153} della linea data.

Mà $e vole$$i, che tali particelle non fo$$ero leuate, ma aggiunte ad vna linea vguale, ò moltiplice alla data; $e bene ba$terebbe tirar vna linea indefinita, e da quella leuar vna parte vguale, ò moltiplice alla data linea, & a que$ta parte leuata aggiungere le $udette particelle; ad ogni modo alle [0064]_CAPO II_. volte per ragione, ò della picciolezza della linea, ò del poco numero di dette particelle, riu$cirebbe incommodo il prenderle $epara- tamente: Perciò in tal occa$ione applicata la linea data al numero, che è la metà del deno- minatore delle particelle, $i intenderanno gl’intieri vguali alla data linea ri$oluti in $imili particelle, & alla lor $omma aggiunto il nu- mero delle particelle: ò più to$to intenda$i vna $ola parte vguale alla linea data ri$oluta in tali particelle, con l’aggiunta del loro nu- mero; e la metà di tal $omma darà il punto nello Stromento, doue $i trouerà la linea, che $i cerca.

Per e$$empio è data la linea H, e ne vor- rei vna, che della detta linea fo$$e 1 {71/100}. Perche 100 è il denominatore delle particel- le, applico la linea H all’interuallo 50. 50. Dipoi intendo quell’ altra linea nella parte vguale alla H diui$a in 100 particelle; e perciò tutta $ara {171/100} della H. Dunque la metà di 171, cioè l’interuallo 85 {1/2}. 85 {1/2}, mi darà nell’inde- finita MN la parte MX, che $arà 1 {71/100} della li- nea H. Che $e haue$$i voluto vna linea, che di detta linea H fo$$e 4 {71/100}; haurei in vna linea pre$o trè vol- te la lunghezza della H, & a que$te haurei aggiunta que$ta trouata MX; etutta la linea compo$ta $aria $tata quella, che $i cercaua.

E que$to che s’è detto delle parti cente$ime, s’intende, quando la linea data non è così grande, che $e ne po$$a pren- [0065]_Trouar particelle piccioli$sime d’vna linea_. der ò il quinto, ò il decimo, ò altra tal parte da poter$i com- modamente applicar allo Stromento. Poiche $e la data linea fo$$e così grande, che $e ne pote$$e prendere la quinta parte, & applicarla all’interuallo 100.100, $i potriano hauere le mille$ime, prendendo quel numero di mille$ime, che auanza, cauatine tutti li quinti del mille, cioè tutti li 200, & applican- do la metà del re$to all’interuallo, che gli corri$ponde. Come $e $i vole$$ero {792/1000} della linea; que$ta diui$a in cinque parti, & applicato vn quinto d’e$$a all’interuallo 100.100, cauo dal 792 trè volte il 200, e perciò prendo vna linea, che $ia trè quinti della data, e que$ta $arà {600/1000}: il re$to 192 applico all’ interuallo della $ua metà, cioè a 96. 96, & aggiunta alli detti trè quinti la longhezza trouata in que$to interuallo, tutta $arà {792/1000} della data linea. E que$ta aggiunta al doppio della li- nea data, farà vna lunghezza, che $arà alla data come 2 {792/1000}. E così dell’altre.

Nella $te$$a maniera $e la linea data fo$$e così lunga, che la $ua decima parte pote$$e commodamente applicar$i all’iter- uallo 50. 50, commodi$$imamente $i trouerà vn’altra linea in proportione $uperpartiente di mille$ime; perche e$$endo vna decima della linea applicata al 50.50, s’intende detta Deci- ma diui$a in 100; e così tutta la linea in 1000. Onde ogni me- tà de’punti$egnati nello Stromento, valendo vna cente$ima della Decima, vien ad e$$er {1/1000} della linea intiera. Quindi $e della linea data, la cui Decima s’è applicata all’interuallo 50. 50, vorrò vn’altra linea, che $ia 1 {96/1000}, prendo il numeratore, come $e fo$$e 196, e la $ua metâ 98 applico all’interuallo 98. 98, e que$ta lunghezza aggiungo à noue decime di tutta la linea, poiche ne pre$i vna da principio. E generalmente in que$to metodo d’operare, tutto il numero $i butti in mille$i- [0066]_CAPO II_. me, e poi delle centenara, che $ono in tal numero, $i prendo- no tante decime della data linea, ma vnadi meno, e col re$to s’operi come s’è detto. Così $i voglia vna linea, che $ia della data 3 {240/1000}; tutto è 3240 mille$ime: delle 32 centenara ne pi- glio 31, ecosì replico la data linea trè volte, e v’aggiungo vna decima: del re$to 140 opro come s’è detto, & aggiungo a que$ta linea di 31 decime della data l’interuallo 70. 70, che è la metà di 140: & in tal modo $arà la linea 3 {240/1000} della data.

_CAPO TERZO_. Come s’habbia a diuider il Compa$$o di Proportione per le Superficie Piane, & v$o di que$ta linea Geometrica.

POiche que$te co$e non $i $criuono per huomini dotti, conuien ricordar à quelli, che $ono men’e$perti, che fi- gure $imili $on quelle, che tra di loro hanno gl’angoli vguali (a benche gl’angoli di cia$cuna $iano tra di $e di$uguali) & i lati, che fanno gl’angoli in vna, $ono proportionali alli lati, che fanno gl’angoli vguali nell’altra figura; come le defini$ce Euclide nel principio del libro 6, & ilati, che nell’vna, e l’altra figura $i corri$pondono, $i chiamano _Lati Homologi_. In oltre (come $i dimo$tra nella 19. e 20. del lib. 6.) così li triangoli, come l’altre figure poligone $imili, hanno trà di loro la pro- portione duplicata, della proportione, che $i troua trà li lati Homologi; cioè continuando la proportione de’$udetti lati, come il primo termine al terzo, così le figure trà di loro. On- de $e per cagion d’e$$empio vn lato è la metà dell’altro, con- uien continuare la proportione di 1 a 2, con vn terzo termi- ne, e$arà 4; e così la proportione di quelle due $uperficie [0067] [0067a] _Capo Terzo_ [0068] [0069]_Linea Geometrica_. piane $imili è come 1 a 4 Così $e li lati fo$$ero come 2 a 3, que$ta proportione $i continua in tre termini, cioè 4, 6, 9, ele $uperficie $ono trà di loro come 4 a 9: e così di tutte l’altre.

Ora $icome nelli numeri, quando $on trè minimi numeri continuamente proportionali, li due e$tremi $ono numeri quadrati, per il primo corollario della prop. 2. del lib. 8. e li numeri piani $imili hanno la proportione duplicata della pro- portione de’lati Homologi, per la 18. del lib. 8. onde ne $ie- gue, che li numeri piani $imili hanno trà diloro la proportio- ne de’Numeri Quadrati de’lati Homologi; Così parimenti le $uperficie piane $imili, hauendo la proportione duplicata de’ lati Homologi, la qual proportione i$te$$a $i troua trà li qua- drati de’$udetti lati Homologi, $i dicono hauere trà di loro la proportione delli quadrati de’lati homologi; E$e ben $i potria dire, che dette $uperficie $imili hanno la proportione de’trian- goli $imili, e $imilmente po$ti $opra li detti lati Homologi; ad ogni modo per e$$er grande la varietà de’triangoli $imili, che $opra detti lati $i ponno intendere, perciò $i dice più to$to, che hanno la proportione de’quadrati di detti lati, poiche per la vguaglianza de gl’angoli, e de’lati, che è nel quadrato, dato vn lato, e cono$ciuto tutto il quadrato.

Quindi è, che per cono$cere qual proportione habbiano due figure $imili, ba$ta cono$cere qual proportione habbiano li quadrati de’loro lati Homolgi. E per il contrario cono$ciu- ta la proportione de’quadrati, $i manife$tarà quella de’lati, la qual è $ubduplicata di quella de’quadrati. Onde $e $aranno date due linee, e $i de$iderino due quadrati nella proportio- ne di dette due linee; conuien trouar trà quelle vna media proportionale, & i quadrati della prima, e della $econda han- no la proportione della prima alla terza: e ciò che de’quadra- [0070]_CAPO II_. ti $i dice, s’intenda anche delle figure $imili, e $imilmente po- $te $opra la prima, e $econda linea delle trè continuamente proportionali. Perciò volendo $opra vnalinea retta $egnar ilati di figure $imili, le quali habbiano vna determinata pro- portione, ba$terà che $opra detta linea $i $egnino i lati de’ quadrati nella $te$la proportione. E que$ti $ono facili a tro- uar$i per la 47. del Lib. 1.

Per venir dunque all’atto di $egnar, e diuidere lo Stro- mento per $eruircene nelle $uperficie piane, $itiri dal centro A, vna linea retta AZ; & vn’altra vguale A S: le quali nonè nece$$ario $egnare $in ad A, ma ba$terà, che comincino à ve- der$i in F, e G; in maniera tale però, che la di$tanza A F $ia capace di 15 diui$ioni, ca$o ch’ella fo$$e {1/2} di tutta la AZ; di che $i vedrà la ragione poco appre$$o.

Di poi la di$tanza A F dal punto F $i vada replicando nel- la linea A Z, in maniera, ch’ella venga diui$a in parti vguali; che quì non ponno commodamente e$$ere più di 8. Mà per far più diui$ioni conuerrebbe, che lo Stromento fo$$e più lun- go. Eciò che $i dice della linea A Z, $i faccia anche nella A S, $enza che habbiamo più di me$tieri diricordarlo. Alli punti notati $i $criuano li numeri quadrati, intendendo$i nel punto F 1, e cosìne gl’altri, 4, 9, 16, 25, 36, 49, 64, i quali $ono li numeri quadrati di 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, conforme, che A 4 è dupla di A F, & A 9 è tripla della $te$$a A F, e così dell’altre. E più volontieri da me $i notano le diui$ioni di tal linea con li $o pradetti numeri quadrati, acciò quelli $te$$i manife$ti- no l’v$o dital Linea e$lere per le figure piane. La ragione poi di notare tali numeri è, perche e$$endo A 4 doppia di A F, il quadrato di A 4 è quadruplo del quadrato di AF: e perche A 9 è tripla di AF, il$uo quadrato è noncuplo, ecosì de gl’altri.

[0071]_Linea Geometrica_.

Volendo$i dunque notare $u la linea AZ ilati de’quadrati, che vanno cre$cendo $econdo l’ordine naturale de’numeri, $i vede che e$$endo dall’vnità al 4 la di$ferenza 3, e dal 4 al 9 la differenza 5, dal 9 al 16 la differenza 7, e così di mano in mano aggiungendo li numeri di$pari, nece$$ariamente ne $ie gue, che delle $ette parti della linea F 64 la prima $i diuide in trè, la $econda in cinque, la terza in $ette, la quarta in noue, la quintain vndici, la $e$ta in tredeci, e la $ettima in quindeci. Perciò $i di$$e, che la di$tanza AG, ò AF, che $i piglia per il lato del primo Quadrato, douea e$$er tanto lunga, che fo$$e capace di 15 diui$ioni. Onde appari$ce, che volendo$i pro- $eguire oltre 64, conuerrebbe che lo Stromento fo$$e a$$ai più lungo, acciò la AF $i piglia$$e così grande, che vi $i pote$- $ero commodamente notare tutte le diui$ioni nece$$arie per l’vltima parte, le quali, come s’è accennato, vanno $empre cre$cendo di moltitudine, conforme cre$cono li numeri di$pa- ri. Quindi è, che riu$cendo que$te diui$ioni tra di loro di$u- guali, & in maniera, che la di$tanza dal centro A à cia$cun- punto non hà la proportione del numero, che gli corri$pon- de, cioè A 1 ad A 2, nonè come à 2, anzi più to$to A 2 è tra A 1, & il $uo duplo Media Proportionale di medietà Geo- metrica; perciò que$ta linea in tal modo diui$a può, e $uole da molti chiamar$i linea Geometrica, à differenza della pri- ma, che habbiamo chiamato Aritmetica nel Capo prece- dente.

Mà per fare nella linea AZ le diui$ioni per notar’i lati de’ Quadrati moltiplici del Quadrato di AF, $econdo l’ordine naturale de’ numeri, è nece$$ario $opra vn piano (e $arà otti- ma vna la$tra dirame ben pulita, poiche in e$$a appari$cono facilmenteli $ottili$$imi $egni, che $i faranno colla punta del [0072]_CAPO III_. Compa$$o) tirar vna linea vguale alla AZ dello Stromento, & in e$$a prender AC vguale alla AF, dello Stromento, e que$ta replicarla in 4, 9, 16, &c. E per hauer poile altre diui$ioni, dal punto A $i tiri la perpendicolare AB vguale alla AC: ma auuerta$i di metter ogni diligenza per farla giu$ti$$imamen- te perpendicolare, e preci$amente vguale alla AC; perche in vna di que$te due co$e, che $i manchi, ridonda poinelle diui$ioni non picciola imperfettione. Perciò $arà bene fare la $udetta perpendicolare più lunga del bi$ogno, acciò $i po$- $ano far le pruoue più accertate, $e l’angolo A $ia retto: e tro- uato$iretto, allhora $e ne taglia la AB vguale alla AC. E ciò fatto, tutto è preparato per le diui$ioni de$iderate.

Prenda$i dunque la di$tanza BC, e $i traporti in AD, e $arà A D il lato del Quadrato duplo del Quadrato di AC; come appari$ce dalla 47.dellib. 1. e$$endo vgualitra di$eilati AB, A C. Quindi pre$a la di$tanza BD $i tra$porti in AE, e que$to $arà illato del quadrato tripolo del quadrato di AC; perche il quadrato di BD, cioè di AE è vguale alli quadrati di DA, & AB, cioè à trè quadrati di AB, cioè di AC. E così $u$$e- guentemente pigliando la di$tanza B 4, e tra$portandola dal punto A, s’haurà il lato del quadrato quintuplo, & in tal ma- niera $i procederà in cia$cun punto, pigliando la di$tanza da quello al punto B, e traportandola sù la linea, che $i diuide.

E per non far molta fatica poco vtilmente, facendo diui- $ioni non tanto aggiu$tate, $i potranno di tanto in tanto nel progre$$o far alcune proue per vedere, $e le diui$ioni $on fate giu$tamente. Ora perche A 4 è il doppio di AC, cioè AB, pre$o$i da principio, ne $e ne può fi$icamente dubitare, pren- deremo la di$tanza A 4, e po$to vn piede del compa$$o in B, vedremo $e l’altro piede cade giu$tamente in E, e $arà $egno, [0073]_Linea Geometrica_ che AE è pre$a giu$tamente per il lato del triplo Quadrato. E perche AE fù fatta vguale alla BD, $arà anche $egno, che A D fù pre$a con preci$ione. Mà per e$$aminar anche di van- taggio $e AD $ia giu$ta, ella $i replichi in H, $i che AH $ia- doppia di AD: dunque il quadrato di AH è quadruplo del quadrato di AD; e perche il quadrato di AD $i $uppone du- plo del quadrato di AC, ne $eguirà, che il quadrato di AH $ia ottuplo di quello di AC. Dunque in H cade la diui$ione 8. Ora prendendo$i la di$tanza A 9, $i traporti dal punto B in H, poiche e$$endo BH lato del quadrato noncuplo, $arà manife- $to, che AH è lato dell’ ottuplo, e per con$eguenza AD del duplo, come $i cercaua d’e$$aminare. Che $e in que$te proue non $i troua$$ero corri$ponder$i li punti così preci$amente, di nuouo s’e$$amini la rettitudine dell’angolo A, e l’vguaglianza di AB con AC, & emendate que$te $i proceda auanti.

Trouati giu$ti que$ti punti e$$aminati, con e$$i $e ne po- tranno e$$aminare de gl’altri, ò anche da principio notare con $icurezza; perche $e AD replicata in H cade nel 8, repli- cata di nuouo darà il lato del qnadrato noncuplo di AD, cioè 18, e di nuouo replicata darà il lato del $edecuplo, cioè 32, e pre$a la quinta volta caderà nel termine del lato del Quadra- to, che contiene 25 volte il Quadrato di AD, cioè 50 volte il primo Quadrato di AC Così parimenti AE, che è 3 dupli- cata darà 12, triplicata darà 27, quadruplicata 48. Così A 5 duplicata darà 20, e triplicata 45. A 6 duplicata darà 24, e triplicata 54. A 7 duplicata darà 28, e triplicata darà 63. A 10 duplicata darà 40. A 11 duplicata darà 44, e così del- l’altre $in’à A 15, che duplicate darà 60.

Per e$$aminare poi gl’altri punti, $i prenda da vno di que$ti già certi, e determinati la di$tanza $in’à B, e s’applichi in A, [0074]_CAPO III_. e caderà nel punto pro$$imamente maggiore; di nuouo $i prenda dall’i$te$$o punto $in’ad A, e s’applichi in B, e caderà nel punto pro$$imamente minore, $e da principio s’oprò giu- $tamente. Come per e$$empio, habbiamo certo il punto di 16, prendo la di$tanza B 16, e dourà darmi A 17; e così A 16 dourà dare B 15: il che $e $arà, mo$trerà, che quando $i pre$e B 14 per notare A 15, s’era oprato bene. E così de gl’ altri.

Vn’altra maniera a$$ai facile per trouare ilati de’quadrati $i hà colbene- ficio d’vn $e- micircolo de- $critto $opta la lunghezza, di cui deu’ e$- $ere la linea Geometrica; e $ia il $emi- circolo $opra la linea AZ.

Prenda$i il lato del primo quadrato in vna commoda di- $tanza dal centro dello $tromento; e $ia AF, la quale $ia ap- plicata al $emicircolo dall’e$tre mità del diametro A, e dal punto F $i tiri la perpendicolare FG, che prolongata in D ta- gliarà il lato del rettangolo AC. Ora la di$tanza AG $i re- plichi in H, I, K, &c. quante volte ci può capire; e $imilmen- re la BD $i replichi in E, O, &c. le quali $ono vguali alle prime. Tirate dunque le linee EH, OI, &c. $aranno tutte parallele alla DG, e perciò perpendicolari al diametro AZ, e$ega- ranno la circonferenza in S, T, V, X, Y. Dico che A Sè il lato del quadrato duplo di AF, & AT è lato dd triplo, e così di [0075]_Linea Geometrica_ mano in mano. Onde $e que$te linee AS, AT, &c. $i trapor- taranno $u la linea Geometrica da diuider$i, $arà fatta la giu- $ta diui$ione.

E che que$ti$ian’i lati che $i cercano, è manife$to dall’ 8. del 6. perche AF è media proportionale trà AZ, & AG, on- de per la 17 del 6 il quadrato di AF è vguale al rettangolo di A Z in AG. Similmente per la $te$$a ragione il quadrato di A S è vguale al rettangolo di AZ in AH: dunque li quadrati di AF, & AS, $ono come i rettangoli di AZ in AG, & AZ in A H. Mà perche que$ti rettangoli hanno la $te$$a altezza A Z, $ono per la prima del 6. come le ba$i AG, & AH, e di que$te la $econda è dupla della prima;dunque anche il rettan- golo di AZ, & AH, cioè il quadrato di AS è doppio del ret- tangolo di AZ in AG, cioè del quadrato di AF.

Così dimo$trara$$i il rettangolo di AZ in AI, cioè il qua- drato di _A_ T, e$ler triplo del rettangolo di _A_ C in _A_ G, cioè del quadrato di _A_ F, e$$endo che _A_ I è tripla di _A_ G. E così dituttigli altri. _A_uuerta$i però, che per hauer il $emicirco- lo preparato conforme all’intento, ba$terà $egnare nella cir- conferenza i punti doue $i taglia dalla regola applicata alli punti oppo$ti del rettangolo _A_ C, $enzatirare le linee paral- lele, ne meno le linee $uttendenti gli archi; perche ba$tarà prendere con il compa$$o le di$tanze _A_ F, _A_ S, _A_ T, &c. etra- portarle sù lo $tromento.

Fatte sù la la$tra dirame que$te diui$ioni (le quali fatte vna volta per vno $tromento, $eruiranno all’_A_rtefice per molti altri $enza nuoua fatica) altro non re$ta, che con diligenza- traportarle sù la linea _A_ Z dello $tromento e nello $te$$o tem- po, che vna diui$ione $i $egna nell’_A_ Z, $i deue $egnare nell’ _A_ S, acciò cia$cuna $ia vgualmente pre$a dal centro A. E nel [0076]_CAPO III._ traportarle $timo $arà più facile, e$icuro prender $empre nel- la linea la di$tanza di cia$cun punto dall’_A_: $e for$i nel pro- gre$$o, quando conuien’allargar’ a$$ai il compa$$o, non $i giu- dica$$e di prendere le di$tanze da traportar$i da vn qualch’ al- tro punto più vicino; nel chel i$perienza in$egnerà a cia$cu- no ciò, che gli tornerà più a conto per la facilità d’operare, e per la $icurezza della preci$ione, & aggiu$tatezza nece$$aria al fine prete$o. Mà $e tirate sù lo $tromento le linee _AZ_, & _AS_, ti fida$$i d’allargar lo $tromento in modo, che fo$$i $icuro, che le dette due linee face$$ero vn’angolo retto (il che cono- $cere$ti con l’applicatione d’vna $quadra giu$ti$$ima, ouero fatto vn quadrato d’vna linea vguale ad _A_ F, allarga$$i lo $tro- mento in modo, che il diametro di detto quadrato fo$$e l’in- teruallo FG) in tal ca$o, $enza traportar le diui$ioni fatte pri- ma in vna la$tra, $i potriano far’ immediatamente nello $te$- $o $tromento ritenuto in quella apertura, poiche è lo $te$$o, che $e fo$$e vna la$tra.

Se ben’il modo $in’ora pre$critto per $egnar’i lati de’qua- drati è $icur<007>$$imo, e Geometrico, e perciò il più preci$o; nientedimeno ò gl’_A_rteficinon vorranno prender$i tanta bri- ga, la quale for$i $timeranno maggiore di quello, che real- mente è, ò alcuno temerà, che quello traportare li punti del- la la$tra sù lo $tromento po$$a portar qualche variatione, ò anche $i vorrà con altro modo di operare prouare, quanto preci$amente $iano notati li punti in que$ta linea quadratica, ò Geometrica, che chiamar la vogliamo. Perciò ecco vn’al- tra forma mecanica, in cui ci $eruirà la linea Aritmetica del Capo precedente.

Que$to con$i$te in e$trarre la Radice quadrata di cia$cun numero dall’ 1 $in’al 64, come $e fo$$e quadrato: e $e ben’è [0077]_Linea Geometrica_ certo, che non e$$endo tutti quadrati, non hanno preci$amen- te la Radice, ad ogni modo $i può auuicinar’a$$ai alla vera Ra- dice, con inue$tigare in parti mille$ime la frattione, che s’ag- giunge al numero intiero. Il che $i fà con aggiunger’al nume- ro, la cui radice quadrata $i cerca, $ei zeri, poiche così verrà vna radice di quattro figure, el’vltime trè $aranno mille$ime: così per hauere la radice di 3, cauo la radice quadrata dal 3000000, e venendo 1732, dico la radice del 3 e$$er 1 {732/1000}. E così de gl’altri numeri, come nella tauoletta quì aggiunta $i può vedere; in cui dirim petto à cia$cun numero $tà la $ua radice, le cui trè vltime figure $ono mille$ime parti dell’vnità. Mà perche nè meno $i vien preci$amente nel numero delle mille$ime, perciò quando vi$i dourebbe aggiunger qualche co$a, s’è po$to il $egno †; come quando l’vltima figura è vn poco troppo grande, e $i douria leuar qualche co$a, s’è po- $to il $egno-: Tutta però la differenza dell’ aggiunger, ò leuare non arriua ad vna mille$ima; onde $i vede, che nell’o- peratione ordinaria di $tromento non molto grande non può e$$er la differenza d’vna punta di compa$$o; e perciò $i può adoperare francamente tutto il numero notato.

[0078]_CATO III._ ######## _Tauola de’ numeri con le $ue Radici Quadrate e$pre$$e \\ in particelle M<007>lle$ime dell’ Vnità._ Quad. # Radici # Quad. # Radici # Quad. # Radici # Quad. # Radici 1 # 1000 # 17 # 4123† # 33 # 5744† # 49 # 7000 2 # 1415- # 18 # 4242† # 34 # 5830† # 50 # 7071† 3 # 1732† # 19 # 4359- # 35 # 5916† # 51 # 7142- 4 # 2000 # 20 # 4472† # 36 # 6000 # 52 # 7212- 5 # 2236† # 21 # 4582† # 37 # 6082† # 53 # 7280† 6 # 2450- # 22 # 4690† # 38 # 6164† # 54 # 7348† 7 # 2646- # 23 # 4796- # 39 # 6245- # 55 # 7416† 8 # 2828† # 24 # 4898† # 40 # 6324† # 56 # 7484- 9 # 3000 # 25 # 5000 # 41 # 6404- # 57 # 7550- 10 # 3162† # 26 # 5099† # 42 # 6480† # 58 # 7616- 11 # 3316† # 27 # 5169† # 43 # 6558- # 59 # 7682- 12 # 3465- # 28 # 5292- # 44 # 6633† # 60 # 7746- 13 # 3606- # 29 # 5386- # 45 # 6708† # 61 # 7810† 14 # 3742- # 30 # 5478- # 46 # 6782† # 62 # 7874† 15 # 3872† # 31 # 5568- # 47 # 6856- # 63 # 7937† 16 # 4000 # 32 # 5656† # 48 # 6928† # 64 # 8000

E per $odisfar’al dubbio, che alcuno potria hauere, per qual cagione potendo$i tutte le Radici notare vn poco mag- giori, ò tutte vn poco minori, altre $i $iano notate maggiori del douere col $egno--, altre minori col $egno †; dico e$$er$i ciò fatto, perche la radice vera è più vicina al numero $egna- to, che à quello, che fo$$e minore, ò maggiore per vna mil- le$ima: e pois’è hauuto ri$guardo di far sì, che con que$ta al- ternatione ora di più, ora di meno $i venga a con$eruare quanto $i può la giu$ta mi$ura, la quale, aggiunte in$ieme quelle piccole, & in$en$ibili differenze, nel progre$$o verreb- be ad alterar$i notabilmente.

Che $e la lunghezza del lato del primo quadrato non fo$$e tale, che occorre$$e e$$er $ollecito delle parti mille$ime, ba- $terà prenderele cente$ime, la$ciando l’vltima figura della [0079]_Linea Geometrica_ tauoletta, ma$$ime $e haue$$e aggiunto il $egno--, e fo$$e minore di 5: e $e que$t’vltima figura fo$$e maggiore del 5, & haue$$e aggiunto il $egno †, potrà accre$cer$i la penultima fi- gura d’vn’ vnità. Come per e$$empio, la radice di 2 è 1.415, ba$terà prendere 141, cioè applicata AF all’interuallo 50. 50 (come s’è detto nel Cap.2. Que$t. 9.) pigliare l’interuallo del- la metà di detto numero, cioè 70 {1/2}. 70 {1/2}, e que$ta $arà la lunghezza di A 2, lato del quadrato duplo. Per il contrario la radice di 8 è 2828 †, perche l’vltima figura è 8 †, accre- $co la figura penultima 2 d’vn’vnità, onde $ia la radice in een- te$ime 283; e così con$iderata que$ta, come $e fo$$e 183, prendo l’interuallo della metà 91 {1/2}. 91 {1/2}, e dal punto F tra- portandolo, $arà tutta la A 8 radice del quadrato ottu plo: e così de gi’altri. Quando poi l’vltima figura fo$$e maggiore del 5, & haue$$e il $egno--, ouero minore del 5 col $egno †, $i può $icura mente prendere, come $e non fo$$e, $enza peri- colo disbaglio notabile, ma$$ime quando nella radice ante- cedente $i fo$$e aggiunta l’vnità alla penultima figura nel mo- do detto.

Mà $e vole$$i ampliar l’v$o di que$ta linea Geometrica à numeri moltiplici dell<007> numeri in e$$a $egnati, cioè alli dop- pij, triplici &c. ba$terà nella AF, & AG la$ciate occulte, $e- gnare il lato de’ quadrati $ubmultiplici del quadrato di AF; perche con vn compa$$o prendi la lunghezza AF, e quefta applica all’interuallo 2. 2. Dipoi ritenuta quella $te$$a aper- tura dello $tromento, prendi l’interuallo FG, e que$to trapor- tato dal punto A nelle linee AF, AG, $egnerà il punto del la- to del quadrato, che è la metà del quadrato d<007> AF. Nell’i- $te$$o modo la lunghezza AF applica all’ interuallo 33, e l’interuallo FG darà la quãtità da $egnar$i nelle line AF, AG, [0080]_CAPO III._ e $arà il lato del quadrato, che è la terza parte del quadrato di AF. E così procedendo in altri numeri, $e vorrai la quarta, ò quinta, ò $e$ta parte del quadrato di AF. Quindi è che cer- cando illato d’vn quadrato, che $ia al quadrato dato di AF, come 1 12 à 1, $arà l’i$te$$o, che trouare quello, che $ia come 56 à {1/2} del quadrato AF; ouero volendo vn quadrato, che $ia come 147 à 1, $arà l’i$te$$o, come $e vole$$i quello, che è co- me 49 à {1/3} del quadrato di AF. Nel che $arà vn gran compen- dio nell’operare. Noi però di fatto non habbiamo $egnato que$ti punti delle parti del quadrato di AF, per sfuggire la confu$ione del Lettore, acciò nella figura vedendo li molti- plici, eli $ubmoltiplici di AF, non prende$$e gl’ vni in vece de gl’altri.

E per non replicar più volte l’i$te$$o con tedio di chi legge, auuerti, che que$to $te$$o, che s’è detto del $egnare le parti del quadrato in que$ta linea Geometrica, $i potrà far’anche nella linea cubica, di cui $i parlerà nel Capo $eguente, ado prando l’i$te$$o modo per $egnare nelle AH, AI i lati de’cubi $ubmoltiplici. Onde propo$ta vna proportione moltiplice, il cui termine maggiore $upera il ma$$imo $egnato nello $tro- mento, diuidital numero per vno delli denominatori delle parti notate, & il quotiente darà l’intiero, che hà alla detta parte l’i$te$$a proportione; come appari$ce e$$ere 147 à 1, come 49 à {1/2}.

[0081]_Linea Geometrica_ QVESTIONE PRIMA. Data vna figura regolare, come $i po$$a de$criuerne vn’ altra della $te$$a $pecie nella proportione, che $i de$idera.

FIgura Regolare $i chiama quella, che hà ne’$uoi termini, da’ quali è compre$a, tutte le le parti vniformi; perciò quelle, che hanno molti lati, & angoli, $aranno Regolari, $e $aranno Equilatere, & Equiangole; & il Circolo $e bene non hà, propriamente parlando, nè lati, nè angoli, è però figura regolare, perche le parti della circonferenza, che lo termina, $ono vniformemente di$po$te: il che non $i può dire dell’El- lip$i, della Parabola, nè dell’Hiperbola, perche con tutto che i termini di tali figure $iano regolati da certe, e deter minate conditioni, non $ono però in ogni $ua parte vniformi. Quin- diè, che delle Fortezze alcune $i chiamano Regolari, perche la figura, che $i fortifica è Regolare, cioè Equilatera, & Equi- angola. E $e bene è manife$to, che non tutte le linee della fort<007>ficatione $ono trà loro vguali, e$$endo certo, che la faccia del Baloardo, la $palla, ò fianco, ela cortina, $ono trà di loro di$uguali: ad ogni modo, perche tutte le cortine trà di loro, tutte le $palle de’Baloardi trà di loro, e tutte le faccie trà di loro $ono vguali, anche per que$to capo $i puonno chiamar Regolari, à d<007>$ferenza dell’Irregolari, doue le cortine $ono trà di loro di$uguali, ele parti d’vn Baloardo non $on’vguali alle lor’homogenee d’vn’altro Baloardo. Noi però quì par- lando di figure Regolari, prendiamo quelle, che a$$oluta- mente parlando $on’Equilatere, & Equiangole, con$iderãdo- le a$$olutamente in $e $te$$e, e non come ordinate nel circolo.

[0082]_CAPO III._

Sia primiera- mente data in nu- meri la proport<007>o- ne, che deuono hauere le due figu. re regolari $imili; & applicato il lato della figura data al numero delle linee Geometri- che AZ, AS, l’in- teruallo, che $arà al numero, che corri$ponde alla, figura cercata, darà il lato, che $i de$idera. Per cagione d’e$$empio, $ia data la linea R lato dello $pa- tio, in cui $tà ord<007>nata vna Batta- glia quadra di terreno, e voglia- mo vn’altr’ area pur quadra, che $ia il doppio, e quattro quinti della prima: sì che la propor- tione della prima alla $econda è di 5 à 14. Appl<007>co dunque la linea R all’interuallo 5. 5, e poil’interuallo 14. 14 mi darà la linea Slato del quadrato, che $i cerca.

La dimo$tratione di ciò non è punto diffe- rente da quella, che s’apportò per fonda- mento nel Capo 1. Sia AH vguale all’A 5. & AE vguale all’A 14: HI $ia la linea R, & EL la linea S. Ora perchecome AH ad AE, così HIad EL, come già $i dimo$trò, $arà an- [0083]_Linea Geometrica._ che come il quadrato d’AH al quadrato d’AE, così il quadra- to di HI, cioè di R, al quadrato d’EL, cioè di S, per la 22 del lib. 6: li due primi quadrati $ono come 5 à 14, per la con$trut- tione dello $tromento; dunque anche li quadrati di R, & S hanno la $te$$a proportione.

Dalla $te$$a propo$itione 22 dellib. 6 $i dimo$tra, che qual $i voglia altra $pecie di figure $im<007>li, e $imilmente po$te $opra le due $econde linee R, & S, $iano di quanti lati, & angoli e$- $ere $i vogliano, hanno trà di loro la proportione de’quadra- ti delle due prime linee $egnate sù lo $tromento: E così $e la linea Sfo$$e data lato d’vn pentagono regolare da fortificar$i, e vole$$imo metter’in di$$egno vn’altro pentagono minore nella proportione di 14 à 10, applicata la linea S alli punti 14. 14, prenda$i la di$tanza 10. 10, e $arà la linea T lato del pentagono regolare, à cui mancano due $ettimi del maggiore pentagono.

E perche $pe$$o occorre, che douendo$i vn di$$egno tra- portare digrande in piccolo $econdo vna data proportione, & il lato dato è così grande, che non capi$ce nello $tromen- to; prenda$ivna parte aliquota di detto lato, e con e$$a s’ope- ri, come $e fo$$e il lato $te$$o, perche $i trouerà la parte ali- quota $imile del lato cercato; come $e la $o pradetta linea S fo$$e la $e$ta parte dellato del pentagono maggiore, la linea T trouata $arà la $e$ta del minore. Perche come S à T, così il $e$tuplo di S al $e$tuplo di T, dunque per la 22 del 6, come il pentagono di Sal pentagono d<007> T, cioè come 14 à 10, così il pentagono del $e$tuplo di S, al pentagono del $e$tuplo di T.

Per il contrario volendo$i tta$portar’vn di$$egno d’vna fi- gura regolare di piccolo in grande, può e$$er’il lato dato tale, che non capi$ca nell’interuallo del minore de’due numeri [0084]_CAPO III._ e$primenti la proportione; & in tal ca$o $i trouino altri due termini maggiori nella $te$$a proportione: Come pere$$em- pio, $i debba trouar’il lato d’vn poligono maggiore del poli- gono dato nella proportione di 3 à 2. Perche il lato S dato non capi$ce nell’interuallo 2. 2, in vece delli due numeri 2, e 3, prendo 14, e 21 nella $te$$a proportione; & applicato il la- to S al punto 14. 14, la di$tanza 21. 21, cioè la linea V $arà illato cercato del poligono $e$quialtero del dato.

Ciò che de’poligoni regolari $i dice, dee intender$i anche de’circoli, i quali per la 2 del lib. 12 $ono nella proportione de’quadrati de’$uoi diametri, e perche li quadrati de’ diametri $ono quadrupli de’quadrati de’$emidiametri, $aranno anchei circoli nella proportione de’quadrati delli $emidiametri. Sì che volendo due circoli in vna determinata proportione, ba- $terà trouar’i lati de’quadrati nella $te$$a proportione, e quel- le linee $aranno li $emidiametri de’circoli nella bramata pro- portione. Sia data la forma per improntar’vna moneta d’ar- gento; e $e ne vuol far vn’altra per improntar vna moneta, che nella $te$$a gro$$ezza $ia il doppio della prima. Sia la linea R il $emidiametro della moneta ABC; applico R al punto 5. 5, e pre$o l’interuallo 10. 10, trouo T $enndiametro della mo- neta DEF, che $arà doppia della prima: perche e$$endo am- bidue della $te$$a gro$$ezza, come $i $uppone, hanno la pro- portione delle lor ba$i circolari, per la 11 del lib. 12, e que$te hanno la proportione de’quadrati delli loro $emidiametri, co- me s’è detto; e tali quadrat<007> $ono come 10 à 5, c<007>oè vnodop- pio dell’altro.

Di quì vedendo$i, che cauato il circolo minore del mag- giore, re$ta il cingolo, ò annello DEFABC vguale al circolo minore ABC, perche egliè la metà del maggiore, $i raccoglie [0085]_Linea Geometrica_ il modo di trouar’vna portione annulare, che habbia la bra- mata proportione ad vn circolo dato, ò ad vn’altra portione annulare. Primieramente dal circolo ABC $i voglia cauar’ vna portione, che $ia {2/5} dello $te$$o circolo. Veggo, che ba- $ta trouar’il $emidiametro d’vn circolo, che $ia al dato circolo, come 3 à 5, & applicato il $emidiametro dato al 5. 5, l’inter- uallo 3. 3 midà il $emidiametro del circolo HIK, che de$crit- to dallo $te$$o centro la$cia il cingolo ABC, KHI, che è {2/5} del dato circolo ABC.

Secondo. E’dato il circolo HIK, e voglio trouar’vna por- tione annulare, che lo contenga vna volta, e due terzi, cioè, che $ia come 5 à 3, mà che le circonferenze, che la terminano $iano ambidue maggiori di quella del circolo dato. Applico il $emidiametro dato al punto 3. 3. E poi à mio piacere prendo vn’interuallo di qualche punto maggiore, come $aria 10. 10, econ que$to dallo $te$$o centro de$criuo la circonfe- renza DEF. Quindi $e voglio l’altra circonferenza ancor maggiore, perche il cingolo deue e$$ere come 5 à 3, prendo l’interuallo di cinque punti più di$tanti dal 10. 10, cioè 15. 15, ede$critta la circonferenza LMN $arà il cingolo LMNF- DE al circolo HIK, come 5 à 3: poiche il circolo LMN al cir- colo HIK è come 15 à 3: & al circolo DEF, come 15 à 10, dunque leuato DEF dal circolo LMN, quel che rimane è al dato circolo HIK, come 5 à 3. Mà $e voglio, che la circonfe- renza maggiore $ia DEF, prendo l’interuallo di cinque punti minori del 10, & è 5. 5; onde la circonferenza ABC termi- narà il cingolo DEFABC, che $arà al dato circolo, come 5 à 3, come è manife$to per lo $te$$o di$cor$o.

Ora dal $opradetto raccogliendo$i, come li due cingoli AHBICK, & LDMENF $ono come 2 à 5, è chiaro il modo [0086]_CAPO III_. di far due cingoli nella data proportione; come cia$cuno $enz’altro nuouo di$cor$o può per $e $te$$o raccoglier da quel che $in’ora s’è detto.

Nella $te$$a maniera volendo$i vn circolo vguale à tutta la $uperficie sferica d’vn globo dato, poiche $i sà da Archime- de lib. de Sph. & Cylind. prop. 30. che que$ta è quadrupla del circolo ma$$imo di detta sfera, prenda$i il diametro del globo dato, e ponga$i nella linea Geometrica all’interuallo d’vn numero, di cui vi $ia il quadruplo come al 6.6, e prenda$i l’interuallo 24.24, che darà il diametro del circolo vguale alla $uperficie sferica del globo. ll che $i può fare col $olo rad- doppiare il diametro del globo. Quindi hauendo$i vn globo piccolo, nella cui $uperficie fo$$ero de$critte le $telle, e$e ne vole$$e far vn’altro, la cui $uperficie fo$$e $ette volte maggio- re, acciò più di$tintamente compari$$ero le $telle; primiera- mente troui$i il diametro del circolo vguale alla data $uperfi- cie sferica, come $i è detto; dipoi que$to diametro trouato $i metta all’interuallo d’vn numero, a cui $ia nella linea Geo- metrica notato vn’altro $ettuplo, come $e $i prende$$e 4. 4, e poi 28.28, e que$to $econdo interuallo darà il diametro d’vn circolo vguale ad vna $u perficie sferica $ettupla della $uperfi- cie data Perciò diui$o tal diametro trouato in due parti vguali, la $ua metà $arà il diametro del globo di tal $uper- ficie.

Mà $e la proportione, in cui $i deuono formare li due po- ligoni $imili regolari fo$$e e$pre$$a non in numeri, ma con li- nee; conuerrà trà le due linee e$primenti la proportione tro- uare vna Media proportionale, per la 13 del lib. 6, e $egnate $ottilmente le prime due delle trè continue proportionali sù le linee Geometriche AZ, AS, (ca$o che non cade$lero in al- [0087]_Linea Geometrica_ cuno de’punti in e$$e notati) s’applichi il lato del dato poligo- no all’interuallo, che gli corri$ponde, maggiore, ò minore che $ia, el’altro interuallo darà il lato cercato dell’altro poli- gono. Sia e$- pre$$a la pro- portione con le due linee AB, BC, que$te $i vni$cano in vna, e tuta la AC diui$a per metà in D, all’ interuallo DA $i de$eriua il $emicircolo AEC: e dal punto B alzata la per- pendicolare BE, $arà la Media proportionale trale due date. Dunque sù le linee Geometriche dello $tromento AZ, AS, cominciando dal centro A, $i $egnino $ottilmente colla punta del Compa$$o le linee BE, & AB: e $e illato dato deue e$$er minore di quello, che $i cerca, que$to s’applichi nello $tro- mento all’interuallo, doue furono $egnati li ter mini della BE, perche li ter mini della maggiore AB $egnati nello $tromen- to, daranno l’interuallo per il lato maggiore. La ragione di que$ta operatione è, perche come le linee $egnate ne’lati, così $ono gl’interualli de’loro e$tremi, come più volte s’è detto; dunque come i quadrati delle $udette linee, così li quadrati de gl’interualli, per la 22 dellib.6. Mà il quadrato di AB al qua- drato di BE è come la linea AB alla BC, per la 20 dellib.6; dunque anche i quadrati de gl’interualli, cioè li poligoni $imi- li, $ono come AB à BC; come $i cercaua.

Quì però deue auuertir$i, che que$ta operatione non è alli. [0088]_CAPO III_. gata à que$ta linea AZ diui$a per le $uperficie, mã trouata la Media proportionale $i può pratticare anche cõ la linea $em- plicemente diui$a in parti vguali come nel Capo 2. Dal che $i caua, che con quella $ola linea diui$a vgualmente $i puonno far le operationi de’piani, $e la proportione de’numeri s’e$pri- me in linee nella $te$$a proportione rationale, come s’è in$e- gnato nella Que$t. 1. e 2. del Capo 2. e poi tra que$te $i pren- da vna Media proportionale: poiche traportate la prima, e la $econda di que$te tre proportionali $ul lato dello $tromen- to, gl’interualli daranno ciò, che $i cerca; come dal già detto è manife$to. Mà per leuar la briga di trouare la Media pro- portionale, $i fà que$t’altra diui$ione della linea AZ per i lati de’quadrati commen$urabili.

Che $e la proportione fo$$e e$pre$$a con due figure rettili- nee di$$imili, & irregolari; que$te, per la 14 dellib. 2, $i ridu- cano à quadrati; e poi, come il lato d’vn quadrato al lato dell’- altro quadrato, così $i faccia il lato del poligono regolare da- to, al lato cercato del poligono $imile, che $i de$idera.

QVESTIONE SECONDA. Data vna figur a irregolare, come $i po$$a de$criuere vna $imile nella bramata proportione.

DVe maniere $i puonno tenere per venir all’ e$$ecutione di que$to problema. La prima è, pigliando i lati del- la figura data, etraportando cia$cuno sù lo $tromento al nu- mero corri$pondente all’antecedente della data proportione, epigliando poi, per illato, che $i cerca, l’interuallo, che dà il numero, con cuis’e$prime il con$egaente di detta proportio. [0089]_Linea Geometrica_ ne; auuertendo di far l’angolo $ul fine d’vna linea trouata vguale all’angolo, che nell’i$te$$a po$itura gli corri$ponde nel- la figura data. Sia vn Baloardo ABCDEF, e $e ne voglia far’ vn $imile, ma $ia vn quarto più di capacità, & ampiezza. Dunque il Dato al Cercato, deue e$$ere, come 4à 5. ouero come 16 à 20, come più tornerà commodo e$primere la propor- tione con numeri maggiori, ò minori.

Per tanto tirate le due linee RF, FS, che facciano l’angolo RFSvguale al’angolo AFE, per la 23 del lib. 1, $i prenda la mez- za gola FA, es’applichi all’inter- uallo 16. 16, poiche l’intetuallo 20. 20 darà FL, eperciò anche la $ua vguale FM mezze gole del Baloardo maggiore che s’hà à de- $criuere. Ciò fatto, dalli punti L, & M s’alzino due linee indefinite, che facciano l’angolo FLI vguale all’angolo FAB, el’angolo FMK vguale all’angolo FED; & applicato il fianco AB all’interuallo 16.16, $i trouarà l’inter- uallo 20.20, che $arà LI, & il $uo vguale MK fianchi del Ba- loardo maggiore. Quindi $i faccia l’angolo I vguale all’an- golo B, el’angolo K vguale all’angolo D, e le due linee IH, KH s’incontreranno nel punto H; e $arà $egno, che $i $ia ben’opra- to, $e applicando BC all’interuallo 16.16, l’interuallo 20.20 darà preci$amente IH.

E' dunque il Baloardo LIHKMF in proportione $e$qui- [0090]_CAPO III._ quarta al Baloardo dato: poiche, per la 20 del lib. 6. più vol- te mentouata, $ono nella duplicata proportione de’lati homo- logi, cioè come i quadrati di detti lati: ora perche il quadra- to di AF, al quadrato di LF è come 16 à 20, cioè come 4 à 5, anche il Baloardo dato al Baloardo fatto è come 4 à 5.

La $econda maniera è, con prender vn’angolo della figura, e da quello tirar linee rette à tutti gl’angoli, che e$cano fuori della figura data: poiche trouata vna $ola linea sù lo $tro- mento, con $olo tir ar linee parallele alli lati della data figura, $arà fatto ciò, che $i cerca. Sia dato lo $te$$o Baloardo ABC- DEF, e $en’habbia à fare, come di $opra, vno $e$quiquarto. Prendo il punto F, e tiro la Capitale FC, prolongandola an- che fuori; $imilmente prolongo FB, FD, FA, FE. Doppo di che applico la Capitale FC all’interuallo 16.16, e l’inter- uallo 20.20 mi dà FH Capitale del maggior Baloardo. Ora dal punto H tiro due parallele alle due faccie CB, CD, che rincontrando le prolongate FB, FD in I, & K, fanno le faccie del nuouo Baloardo HI, HK, e $imilmente dalli punti I, & K tirando$i le IL, KM parallele alle BA, DE, s’hauranno li fian- chi del Baloardo maggiore, e determinaranno le $ue mezze gole LF, & MF. La dimo$tratione è la $te$$a, che di $opra, per la 20 del lib. 6, e$$endo manife$to per il paralleli$mo del- le linee, che cosìl’vno, come l’altro Baloardo $ono ri$oluti in triangoli $imili.

Fatto$i il di$$egno à que$to modo del maggiore intorno al minore (l’i$te$$a for ma d’operare $i tiene, quando data vna figura maggiore, $e ne voglia far vna minore) non è difficile il traportarlo $eparatamente, ò col Compa$$o di tre punte, $o- Prapplicandole alli punti FLI, & alla linea FR applicando le punte, che danno la di$tanza FL, poiche l’altra punta mo- [0091]_Linea Geometrica_ $tra il punto I, per tirar la linea LI, e così di mano in mano: Ouero col Compa$$o ordinario di due punte, col beneficio de gl’archi, che $i tagliano, cioè nella FR piglia$<007> la FL, poi all’interuallo LI $i de$criue vn’arco occulto, & all’interuallo FI $e ne de$criue vn’altro pur occulto, che tagliando il primo in I, dà il punto per tirar la LI. Similmente à gl’interualli IH, & FH altri due archi daranno nella lor’ inter$ettione il punto H;e nella $te$$a maniera $i trouerà il punto K, & il punto M: e congiunti tali punticon linee, $arà traportato il di$egno fat- to intorno alla figura minore data.

_QVESTIONE TERZA._ Data vna linea in vn piano, come s’habbia à trouarela grandezza dellalinea, che le corri$ponde in un’ altro piano $imile nella data proportione.

OCcorre alcune volte, che e$$endo data vna $uperficie piana, in cui $ono de$critte varie linee, $enza prender$i la briga di de$criuere tutta l’altra $uperficie $imile maggior, ò minore nella data proportione, vorriamo $apere, quanta douria e$$ere la grandezza d’vna linea, che in quella $uperficie da far$i corri$ponde$$e ad vna tal linea, che habbiamo nella $uperficie data. L’operatione è facile, poiche ba$terà nello $tromento prendere nella linea A Z li due numeri e$primenti la data proportione de’piani, & applicata la data linea all’ in- teruallo del numero congruente, l’interuallo dell’ altro nume- ro darà la linea cercata.

Sia per cagion d’e$lempio dato in piccolo il di$$egno d’vn’ Orologio à Sole, e$i voglia $apere, quanto maggiore dourà [0092]_CAPO III._ e$$ere lo $tile d’vn’Orologio totalmente $imile in vn’altro pia- no dato maggiore. Se non sò quanto maggiore, $ia que$to $econdo piano. Prendo la lunghezza, ò la larghezza del da- to Orologio, & applicatala alla lunghezza, ò larghezza del piano, in cui s’hà à de$criuereil nuouo Orologio, veggo, che proportione habbiano le lunghezze tra loro, ò le larghezze tra loro (poiche è tutto il mede$imo) e pre$i li quadrati de’ numeri e$primenti la proportione di dette lunghezze, ò larghezze, que$ti daranno la proportione de’ piani. Così $e la lunghezza del di$$egno $i contiene $ei volte nella lunghezza del piano, le $uperficie de gl’Orologi $aranno come 1 à 36. Dunque prendo la lunghezza dello $tile A B nel di$$egno, e nello $tromento l’applico all’ in- teruallo 1. 1; poiche l’interuallo 36. 36 mi darà CD lun- ghezza dello $tile per l’Orologio da de$criuer$i nel piano, che è 36 volte maggiore.

Egli è vero, che cono$ciuta la proportione de’ lati delle $u- perficie, il trouar poi que$te linee $i può fare per quello, che s’è detto nel primo Capo, con la linea dello $tromento diui$a in parti vguali per le linee $emplici, poiche tali linee hanno tra di loro la proportione de’lati delle figure $imili; Mà $e $ia data la proportione $olamente de’ piani, e non quella de’lati, conuien’ operare con que$ta linea AZ dello $tromento nel modo detto: e così $e la proportione de’piani fo$$e data, co- me 1 à 24, la lunghezza dello $tile douria e$$ere CE, prenden- do$i l’interuallo 24.24.

La dimo$tratione di ciò, che s’è operato è, perche la pro- [0093]_Linea Geometrica_. portione, che vna linea hà ad vn’altra linea dello $te$$o piano, è l’i$te$$a con la proportione, che nell’altro piano $imile han- no le due linee homologe, e permutando &c. Dunque data la proportione de’ piani $imili, le linee homologe de’ detti piani $ono tali, che li loro quadrati $ono nella proportione de’piani dati. Dunque pigliando$i nello $tromento tali due linee, che li loro quadrati hanno la proportione de’ piani da- ti, quella è la grandezza cercata della linea homologa alla li- nea data.

Mà $e occore$$e, che la linea data fo$$e così grande, che nello $tromento non capi$$e all’interuallo del numero, che le corm$ponde ne’ termini della proportione data, prenda$i vn a parte aliquota di detta linea, poiche l’interuallo dell’altro nu- mero della proportione darà vna $imile parte aliquota della linea, che $i cerca: perche e$$endo le parti nella proportione de’$uoi intieri, per la 15 del lib. 5, anche i quadrati delle parti hanno la proportione de’ quadrati de’ $uoi intieri, per la 23 dellib. 6. Come $e la proportione de’ piani doue$$e e$$ere, come 4 à 63, e la linea nel piano dato fo$$e lunga vn palmo, que$ta non capirebbe nell’interuallo 4.4; prenda$i dunque tal parte, che commodamente vi capi$ca, e $ia la quinta parte; que$ta s’applichi all’interuallo 4 4, el’interuallo 63. 63 darà la quinta parte della linea, che $i cerca.

Che $e alcuno de’termini della proportione fo$$e e$pre$$o con vn numero maggiore di quelli, che $ono notati nella li- nea AZ, vegga$i s’egli $i può diuidere per qualche numero quadrato, e $erua$i del quotiente, per pigliar nello $tromen- to l’interuallo, che à tal numero corri$ponde; e poique$to in- teruallo $i replichi tante volte, quante vnità $ono nella radice di quel numero quadrato, che $eruì per diui$ore; che così s’ha- [0094]_CAPO III._ urà tutta la linea cercata. Per e$$empio, $ia dato il $emidia- metro d’vn circolo, e $i de$ideri il $emidia metro d’vn’altro cir- colo, che ri$petto al primo $ia come 2 {22/25} à 1. la proportione dunque è come 72 à 25. Applico alli punti 25 25 il dato $e- midiametro; e perche nella linea AZ dello $tromento non v’è il num. 72, diuido que$to per vn numero quadrato, come per 9, la cui radice è 3: evenendo il quotiente 8, prendo l’in- teruallo 8.8: e perche 3 è radice del 9 diui$ore, triplico la li- nea trouata all’ interuallo 8. 8, e cosìhò il $emidiametro cer- cato d’vn circolo, che $arà al dato circolo, come 72 à 25. La ragione è, perche l’interuallo 8. 8 dà il raggio d’vn circolo, che è al dato, come 8 à 25. Mà il raggio triplo di quello, è raggio d’vn circolo non cuplo; dunque d’vn circolo, che è come 72.

Similmente $e ambidue li numeri fo$$ero troppo grandi, ne $i pote$$ero diuidere per lo $te$$o numero quadrato, ba$terà diuidere cia$cuno per quello, che $i può, edella linea data prendere la parte, che dimo$tra la radice quadrata del Diui- $ore del numero, che le corri$ponde. Per e$$empio nella fig. 15 la linea CD è in vna figura piana, e $i cerca la grandezza di quella, che le corri$ponde in vn’altra figura piana, che$ia alla data figura, come 99 à 80. Diuido 80 per il quadrato di 2, che è 4, & il quotiente è 20: perciò diui$a la CD per me- tà (poiche 2 è la radice del Diui$ore) que$ta metà applico all’interuallo 20. 20. Poi diui$o il 99 per 9, il quotiente 11 mi mo$tra, che debbo prendere l’interuallo 11. 11, e perche la radice del diui$ore è 3, triplico que$t’ interuallo, e $arà ciò che $i cercaua. La ragione è, perche l’interuallo 20. 20 è l’interuallo 11. 11, dannoi lati de’quadrati, che $onocome 20 à 11. Dunque il primo lato duplicato è lato d’vn qua- [0095]_Linea Geometrica_. drato, che è quadruplo di 20, cioè come 80, & il $econdo la- to triplicato è lato d’vn quadrato noncuplo di 11, cioè co- me 99.

Se poi li due numeri e$primenti la proportione del piano $ono tali, che niuno d’e$$i $i po$$a diuidere per alcuno de’nu- meri quadrati, $i riducano ad altri numeri, che pro$$imamente e$primano la data proportione, $e bene non tanto preci$a- mente; quando l’operatione Mecanica non richiede tanta ac- curatezza. Il che $i fà prendendo ò il ma$$imo numero, ò vno de’maggiori di quelli, che $ono notati nello $tromento, e que. $to moltiplicato per il minore delli due della proportione, il prodotto diui$o per l’altro numero, chere$ta, cioè per il ter- mine maggiore della proportione, il quotiente darà l’altro numero, che $arà il termine minore, con cui $i e$prime la pro- portione ridotta à que$ta nuoua denominatione. Per e$$em- pio debbano e$$er due piani, che habbiano la proportione di 223 à 71: prendo per nuouo termine maggiore 62, che mol- tiplicato per il minore 71, produce 4402, il quale diui$o per il maggiore 223, dà per nuouo termine 19 {165/223}, che è qua$i 19 {3/4}: onde prendendo l’interuallo vn poco minore di 20.20, s’haurà quanto ba$ta per operare fi$icamente. Che $e vi fo$$e di me$tieri di maggior preci$ione, conuerrebbe in tal ca$o operare conforme alle regole della Geometria, trouando la media proportionale tra due linee, che haue$$ero la propor- tione data de’piani, e quella media $aria la lunghezza cercata della linea.

[0096]_CAPO III_. _QVESTIONE QVARTA_. Date due figure piane $imili trouar laloro proportione.

NOn $i vuol negare, che vi $iano delle $igure $imili, la cui proportione non $i può e$primere con numeri, come quelle, che $ono incommen$urabili, & hanno i lati homologi incommen$urabili di lunghezza, e di potenza, come $i parla nellib. 10 d’Euclide. Adogni modo, per la prattica, à cui $er- ue que$to $tromento, ba$terà trouare appre$$o di poco, qual $ia la loro proportione. E per far ciò, con due di$tinti com- pa$$i $i prenda la lunghezza de’lati homologi delle figure, cioè di quelli, che $ono frapo$ti fra gl’angoli $imili, e po$ta la li- nea minore ad vn’interuallo, che $i $timerà più à propo$ito, con- forme à ciò che la prattica in$e- gnarà, vegga$i sù qual’ interuallo capi$ca l’altra linea maggiore; & inumeri, ne’quali caderà que$ta applicatione, e$primeranno la proportione. Come per @$$em- pio, $ono dati li due Baloardi $i- mili, e $i de$idera $apere, che pro- portione habbiano; prendo con due compa$$i la lunghezza delle faccie CD, & HK; & applicata CD all’interuallo 24. 24, trouo, che HK cade nell’interuallo 30. 30, onde cauo, che le lor’aree $ono come 24 à 30, cioè come 4 à 5.

[0097]_Linea Geometrica._

Equì è da auuertire e$$er meglio applicare la linea minore à tal’a pertura dello $tromento, che la maggiore venga à ca- dere ver$o li numeri maggiori, perche e$$endo li punti delle diui$ioni ver$o il fine dello $tromento tra diloro poco di$tanti, $i vien’anche à trouare più preci$amente l’interuallo capace della maggiore, pa$$ando$i dall’vn punto all’ altro con poca differenza, doue che nelle parti dello $tromento più vicine al centro non è così facile, che $i affron- ti preci$amente in tal’apertura, che li due Compa$$i $i po$$ano giu$tam\~e. te applicare a’pun- ti, che $i cercano. Così $ia il circolo HIK la larghezza d’vn cannello di bronzo, per cui vno riceue l’acqua dal bottino d’vna fontana; & il circo- lo DEF $ia la lar- ghezza d’vn’altro cannello, per cui l’acqua della $te$$a fontana $i deriua ad vn’altro: $i cerca la pro- portionc dell’acqua, che cia$cuno riceue, quanto è per que$to capo. Prendo il $emidiametro, ò il diametro del primo, e l’applico all’interuallo 15. 15; dipoi veggo doue cada il $emidiametro, [0098]_CAPO III_. ò dia metro dell’altro, e trouo, che cade nel 50; dunquc argo- mento, che l’acqua $i diuide trà que$ti due nella proportione di 15 à 50, cioè di 3 à 10.

Che $e le linee date fo$$ero troppo lunghe, già dalle co$e dette di $opra $i caua, in qual maniera po$$iamo $eruirci delle lor parti aliquote. Se $i piglia d’amendue la $te$$a parte ali- quota, come la metà, ò il terzo di cia$cuna, li numeri in cui cadono, e$primono la proportione, perche la $te$$a propor- tione è de’quadrati de gl’intieri, e de’quadrati delle parti $i- mili. Se vna linea è $tata applicata intiera, e dell’altra s’è ap- plicata vna parte, il numero in cui cade, $i moltiplichi per il quadrato del denominatore della parte; come $e la linea mi- nore $i fo$$e applicata al 27. 27, e della maggiore pre$a la metà, cade$$e nel 18. 18, perche il 2 è denominatore della parte, cioè della metà, piglio il $uo quadrato 4, e moltiplica- to per e$$o il 18, trouo, che viene 72; onde dico, che li piani $ono come 27 à 72, cioè come 3 à 8. Se in vece della metà haue$$e pre$o il terzo, e fo$$e caduto nell’ interuallo 8. 8, per- che 9 è quadrato del 3 denominatore della parte pre$a, mol- tiplicato 8 per 9, all’i$te$$o modo $i $aria trouato 72. Se fi- nalmente d’vna linea $i fo$$e pre$a la metà, dell’altra il quin- to, il num. della prima $i molti plicarebbe per 4, e quello del- la $econda per 25, che $onoi quadrati de’denominatori delle parti pre$e, & i prodotti e$primerebbono la proportione cercata de’ piani $imili.

[0099]_Linea Geometrica_ _QVESTIONE QVINTA._ _Date due, ò piu figure piane $imili, trouarne vna $imile vguale_ _à tutte quelle in$ieme_.

OCcorre alle volte hauer’alcune figure la $omma delle quali $i vuol’hauere in vna $ola figura $imile à quelle: e $e bene ciò $i può pratticare, mediante la 47 del lib. 1, come appari$ce da ciò, che s’è detto nella de$crittione di que$te linee Geometriche; ad ogni modo $enz’altro trauaglio facil- mente $i troua il lato della figura, che $i cerca mediante que- $to $tromento. Siano dati due, ò più pentagoni, per farne vno $imile vguale à tutti in$ieme. Prendo con tanti compa$- $i, quante $ono le figure date, li lati di dette figure, e confor- me alla Que$tione precedente trouo la proportione di dette figure tra di loro: e con$iderati i numeri e$primenti la pro- portione, li riduco in vna $omma, & il numero, che ne ri$ulta è quello, à cui nelle linee Geometriche $i deue prender l’in- teruallo, per hauer’il lato del pentagono, che $i cerca. Così $e $i è trouato, che la proportione delli dati due pentagoni è co- me 7 à 10. il pentagono vguale à tutti due $arà come 17; on- de ritenuta quella $te$$a apertura dello $tromento, prendo l’interuallo 17. 17, e que$to è illato del pentagono vguale al- li due pentagoni dati.

Mà $e e$$endo più di due le figure date, ò non haue$$i tanti compa$$i, quante $on quelle, ouero nella $te$$a apertura di $tromento non $i troua$$e, che cade$$ero giu$tamente sù li punti, $i faccia così: $e ne prendano due di quelli, che caden- do sù li punti mo$trano la proportione, e $e ne troui vno [0100]_CAPO III_. vguale à quelli, come $opra, & è $tato all’interuallo 17. 17. Ritengo con vn compa$$o que$to interuallo, e con vn’altro compa$$o prendo il lato del terzo pentagono dato, & appli- cando que$ti due compa$$i alle linee Geometriche con altra apertura di $tromento, trouo la proportione loro, e cadano per e$$em pio sù li punti 12. 12, e 13. 13: dunque il pentago- no vguale à que$ti due $arà come 25, & all’interuallo 25. 25, haurò il lato conueniente al pentagono vguale alli tre penta- goni dati.

_QVESTIONE SESTA_. _Date due figure piane $imili, e di$uguali, trouar’vna figura $imile_ _vguale alla lor differenza_.

QVe$ta operatione $eguita per il conuer$o della prece- dente, perche $e vniti i numeri e$primenti la propor- tione $i troua la $omma, $ottratto il minore dal maggiore $i hà il re$iduo. Dati dunque due Baloardi $imili nella figura della que$tione 4, $e ne voglia far’vno vguale alla lor differenza; prendo in e$$i due lati homologi, per e$$em- pio le mezze gole FE, FM, & applicatele allo $tromento nel- le linee Geometriche, trouo, che cadono ne’ punti 16, e 20; onde la proportione de’piani è nota; $ottrago il 16 dal 20, & il re$iduo 4 mi mo$tra, che all’interuallo 4. 4, haurò la mez- za gola del Baloardo $imile vguale alla loro differenza.

[0101]_Linea Geometrica_ QVESTIONE SETTIMA. Date due linee, come po$$a trouar$i la terza proportionale.

SI piglino le lunghezze delle due linee date con due di- $tinti compa$$i, es’appplichino allo $tromento nel mo- do detto alla que$tione precedente: e $i o$$erui $opra quali numeri cadano. Dipoi la lunghezza della prima s’applichi nella linea Aritmetica, di cui $i parlò nel Capo 2, al numero, che le corri$ponde; perche l’interuallo, che nella $te$la linea Aritmetica darà l’altro numero corri$pondente nella linea Geometrica, $arà la terza proportionale, che $i cerca.

Siano date due linee T, V, alle quali conuenga trouare la terza proportionale: le applico nella linea Geometri- ca AZ, AS, etro- uo, che T cade nell’ interuallo 17. 17, & V ca- de nell’interuallo 33. 33. Perciò nella linea Aritmetica A E, AL della figura 1 applico la linea data T all’interuallo 17. 17, el’interuallo 33. 33, nella $te$$a linea darà la terza propor- tionale X. La dimo$tratione è manife$ta, perche di tre con- tinue proportionali la proportione della prima alla terza è duplicata della proportione della prima alla $econda, cioè [0102]_CAPO III_. come il quadrato della prima al quadrato della $econda, così la prima alla terza. Or e$$endo il quadrato di T al quadrato di V, come 17 à 33, come mo$trò la linea Geometrica, & e$- $endo la T alla X, come 17 à 33, come s’è fatto con la linea Aritmetica; ne $eguita, che la T alla X hà la proportione del quadrato di D al quadrato di V, e perciò cont<007>nua la propor- tione della linea T alla linea V.

Quindi $e $arà dato il quadrato HO $opra la linea HI, che rappre$enta vn campo di terra; e $arà data la linea KL fianco d’vn’ altro pezzo diterra, che debba e$$er’ vguale al detto quadrato HO, $i vede e$$er nece$$ario trouar’vna Terza pro- portionale, à fine, che $i faccia il rettangolo vguale al qua- drato, per la 17 del lib. 6. Applico dunque le due linee HI, KL alla linea Geometrica, e vego, che cadono ne gl’interual- li quella 14. 14, que$ta 49. 49. Perciò nella linea Aritmeti- ca applico la linea KL all’<007>nteruallo 49. 49, el’interuallo 14. 14 nella $te$$a linea Aritmetica midà la KM, onde il rettan- golo ML è vguale al quadrato HO.

Della $te$$a maniera dato vn $egmento di circolo, $i troua- rà il diametro di e$$o circolo: poiche diui$a la corda per mez- zo, e tirata à perpendicolo vna linea indefinita, $i ponga in primo luogo l’altezza del $egmento, nel $econdo la metà del- la corda, e troui$i la terza proportionale: e que$ta aggionta all’altezza del $egmento, darà il diametro del circolo, come appari$ce dalla 13 del lib. 6.

[0103]_Linea Geometrica._ QVESTIONE OTTAVA. Come $i troui vna media proportionale tra due linee date, e $i faccia vn Quadrato vguale ad vna figura rettilinea.

SE la proportione delle linee date è cono$ciuta in nume. ri, $i applichi nella linea Geometrica vna delle date li- nee all’interuallo d’vno de’numeri, ch’e$primono la propor- tione delle due linee e$treme, poiche l’interuallo corri$pon- dente all’altro di detti numeri darà la lunghezza della media proportionale. Mà $e non $i sà, che proportione habbiano tra d<007> loro le due linee e$treme date, que$ta $i troui sù la linea Aritmetica nel modo in$egnato alla Que$tione 5. del Cap. 2, e poi s’opri, come s’è detto.

Sia dato vn triangolo KSL nella fig. della que$t. antece- dente, e $i voglia vn quadrato, che gli $ia vguale. Per quel- lo, che $i caua dalla 41. del lib. 1, il $udetto triangolo è vguale al parallelogrammo rettangolo, che habbia la $te$$a ba$e, e la metà dell’ altezza perpendicolare, ò la $te$$a altezza è la metà della ba$e. Dunque $e $i trouerà vna media proportio- nale tra la ba$e, e la metà dell’ altezza perpendicolare del triangolo, que$ta $arà il lato del quadrato vguale al triango- lo dato KSL, e$$endo che per la 17 del 6, il quadrato di quel- la è vguale alrettangolo $otto le due e$treme. Diuido dun- que per metà l’altezza SL in R, e nella linea Aritmetica ap- plicate KL, & LR, trouo, che la prima è 49, la $econda 14: perciò nella linea Geometrica applico KL all’ interuallo 49. 49, e nella $te$$a pre$o l’interuallo 14. 14, dà la linea HI me- [0104]_CAPO III_. dia proportionale cercata, il cui quadrato HO è vguale al da- to triangolo KSL. E che HI $ia la media proportionale cer- cata è manife$to, perche per la co$truttione dello $tromento il quadrato di KL al quadrato di HIè come 49 à 14, cioè co- me la linea KL ad LR: dunque e$$endo la proportione di KL ad LR duplicata della proportione di KL ad HI, $aranno continuamente proportionali KL, HI, LR. Che $e la figura $ia di molti lati, $i ri$olua in triangoli, & in cia$cheduno $i tiri la perpendicolare, etroui$i il quadrato di cia$cun triangolo, e poi per la que$t. 5. $i troui il quadrato vguale à tutti que$ti quadrati.

QVESTIONE NONA. De$criuere con facilità vna Parabola.

EDimo$trato, che nella Parabola li quadrati delle linee Applicate al diametro $ono in tal proportione, quale hanno le Saette (che $ono la parte del diametro intercetta tra’l punto dell’ Applicatione, & il Vertice della Parabola) e$$endoche cia$cun Quadrato delle Applicate è vguale al ret- tangolo fatto dalla Saetta, e dal lato Retto; e perciò hauen- do tutti i rettangoli l’altezza mede$ima, che è il lato Retto, hanno la proportione delle ba$i, cioè delle Saette.

Pre$o dunque il Diametro della Parabola $i diuida in quan- te $i vogliano parti vguali cominciando dal Vertice, e per i punti delle diui$ioni $i tirino linee parallele tra di loro, ò $iano perpendicolari al diametro, ò oblique, come più piacerà. Dipoi prenda$i il lato Retto, $e è dato, e tra e$$o, e la prima Saetta, troui$i vna Media proportionale, per la que$t. 8, e que- [0105]_Linea Geometrica_ $ta $arà la grandezza della prima Applicata. Ciò fatto, pon- ga$i que$ta prima Applicata tra li punti 1. 1. della linea Geo. metrica; e po$cia pre$a la di$tanza 2. 2. $i ponga nella $econ- da parallela, e $arà la $econda Applicata; nella terza paral- lela $i metta la di$tanza 3. 3. e $arà la terza Applicata, e così di mano in mano. Finalmente la linea, che pa$$arà per que- $ti punti e$tremi delle Applicate, $arà Parabolica.

Che $e il lato Retto non è dato, prenda$i la prima Appli- cata grande ad arbitrio, e $i operi, come $i è detto; e ad vna delle Saette, & alla $ua Applicata trouando$i per la que$t. 7. la Terza Proportionale $arà illato Retto di tal Parabola.

QVESTIONE DECIMA. Data vna Parabola in vn Cono dato, trouar vn Quadrato à lei vguale.

SIa dato il Cono ABC, e dal punto D $ia fatta la Settione, che genera la Parabola FDG. Or e$$endo DE paralle- la ad AB, come CA à CB, così CD à CE, la quale perciò, per la que$t. 3. del capo 2, $arà no- ta. E perche CB è diametro del circolo BFCG, tagliata ad angoli retti dalla $ettione FG, perciò tra CE, & EB $i troui la Media Proportionale, e $arà EG, conforme alla 13. del 6. Ora il Ma$$imo Triangolo della Parabola ha per ba$e FG, e per altezza ED A$$e della Parabola, e perciò è vguale al rettangolo fatto da ED, EG. [0106]_CAPO III_. Dunque tra ED, EG $i troui vna Media proportionale, e $ia per cagione d’e$empio la linea H; & il quadrato di que$ta $a- râ vguale al Triangolo ma$$imo della Parabola FDG. Final- mente, perche dalle co$e dimo$trate da Archimede la Para- bola al $uo ma$$imo Triangolo è come 4 à 3, quella linea vl- timamente trouata Hponga$i nella linea Geometrica all’in- teruallo 3. 3, e poi $i prenda l’interuallo 4. 4: che que$to darà vna linea il cui quadrato è vguale alla Parabola data, e$$endo anch’egli $e$quiterzo del ma$$imo Triangolo mede$imo.

QVESTIONE VNDECIMA. Date due linee vguali, che $itagliano per mezzo obliquamēnte, de$criuere intorno ad e$$e vn’ Ellip$i.

SIano le due linee AB, CD, che $i tagliano per mezzo ob- liquamente in E; & intorno ad e$$e habbia$i à de$criuer vn’ Ellip$i, di cui elle $ono i diametri coniugati vguali. Prima $i trouino gli A$$i: il che breuemente $i fà tirando le linee AC, AD; e que$te diui$e vgual- mente in F, e G, dal centro E $i tirino le linee EH, EI indefinite: Que$te $i di- mo$tra, che $onogli A$$i, perche e$$en- do li punti D, A, C, e$tremità delli dia- metri vguali dati nella circonferenza dell’Ellip$i, così la linea AD, come la AC $ono Applicate, quella al diame- tro EI, e que$ta al diametro EH. Ora perche AE è vguale ad EC, per l’hipo- [0107]_Linea Geometrica_ te$i, & AF vguale à FC per la co$truttione, e FE è commu- ne, $ono li Triangoli AFE, CFE vguali, egli angoli po$ti à F $ono vguali, e perciò retti: dunque il diametro EH è A$$e. Similmente $i dimo$tra gli angolià Ge$$er retti, cper con$e- guenzail diametro EI e$$er A$$e.

Per trouar il termine de gli A$$i, dal punto A $i tiri vna pa- rallela all’altro diametro DC, la quale è Tangente dell’Ellip- $i, e taglia gli A$$i in H, & I. Troui$i dunque tra EF, & EH, la media Proportionale EL, per la que$t. 8, e que$to è il termi- ne dell’ A$$e maggiore: e $imilmente tra EG, & EI troui$i la Media proportionale EK, & è K termine dell’ A$$e minore. Tirata per tanto la KL è Applicata al diametro AB.

Ciò fatto, nel Diametro AB prendan$i quelli punti che $i vogliono M, P, & altri, e $i tirino linee parallele all’Applica- ta KL, ò pure al diametro DC, che tutto torna allo $te$$o. E per hauere la quantità di que$te, $i prenda, per la que$t. 8, la media proportionale tra li due $egmenti del diametro: così tra AM, MB $ia MN; e tra AP, PB $ia PR, e così dell’altre: perche li punti N, R, &c. $ono anch’e$$i nella circonferenza $te$$a con gli altri. Il che $i dimo$tra, perche nell’ Ellip$i i Quadrati delle Applicate $ono nella proportione delli Ret- tangoli fattidalli $egmenti del diametro, à cui$ono Applica- te. Onde come il rettangolo AOB al rettangolo AMB, così il Quadrato OL al Quadrato MN: e così in realtà $ono, e$- $endo$i po$te OL, MN medie Proportionali.

E che li Quadrati delle Applicate all’vno de’Diametri con- iugati vguali, $iano vguali alli Rettangoli fatti dalli $egmenti, è manife$to; perche come il rettangolo AEB al Quadrato EC, così il rettangolo AOB al Quadrato OL: Mà ilrettangolo AEB è vguale al Quadrato EC (e$$endo vguali le trè linee [0108]_CAPO III_. EA, EB, EC, per l’hipote$i) dunque anche il rettangolo AOB è vguale al Quadrato OL, & AMB al Quadrato MN.

Auuerta$i dalli meno prattici, che tal modo di de$criuere l’Ellip$i con le Medie proportionali al modo $odetto, conuie- ne $olo alli diametri coniugati vguali.

Nella maniera che $i è de$crita vna quarta parte dell’El- lip$i, $i fà il quadrante oppo$to; e l’i$te$lo artificio $i v$a con gli altri quadranti; il che non hò fatto in que$to e$empio per isfuggire la confu$ione delle linee. Che poi HS, & IZ $iano gli A$$i, che ad angoli retti $i tagliano in E, è mani$e$to; per- che da E v$cendo trè linee EA, EC, ED vguali, quello è cen- tro del circolo, che pa$$a per li punti e$tremi, onde CAD è an- golo retto, e$$endo nel $emicircolo; e perciò AC, & IE $ono parallele, e l’angolo IEF è vguale all’angolo AFE retto, poi- che tutti due in$ieme $i vguagliano à due retti.

QVESTIONE DVODECIMA. Data vna portione di Ouato trouar il re$tante del $uo diametro.

SIa data la portione Elliptica BAC, in cui $ia tirata la retta BC, e diui$a per mezzo in D; à que$ta tiri$i parallela vn’altra linea EF $imilmente diui$a in G. Quindi per D, e G tirata la retta DA $a- rà parte del Diametro, di cui $i cerca il re- $iduo DH. Prendan$i le Applicate DC, e FG, e la proportione de’ loro Quadrati $i troui nella linea Geometrica: Dipoinella linea Aritmeti- [0109]_Linea Geometrica_ ca $i troui la proportione delle linee GA, DA.

Ora, perche come il Quadrato di GF al Quadrato di DC, così è il rettangolo AGH al rettangolo ADH; perc<007>ò à fine di trouare la DH, que$ta $i metta I<006> al modo gli Algebri$ti. E$apponga$i, che GA $ia 3, e DA $ia 5: dunque GD è 2: e così GH è 2 + I<006>. Dunque il rettangolo _A_GH è 6+3<006>, & il rettangolo _A_DH è 5<006>. Quindiè, che trouato$i il Quadrato di GF e$$ere 17, & il Quadrato di DC 25 (per cagion d’e$$em- pio) $arà come 17à 25, così 6 + 3<006>, à 5<006>: e per la 16 del 6, ò 19 del 7. $aranno 85 <006> vguali à 150 † 75<006>, e leuate da ambe le parti 75<006>, re$tano 10<006> vguali à 150; diui$o 150 per 10, il Quotiente 15 dà la quantità di vna Radice, cioè DH, che è 15 parti di quelle, che in DA $ono 5; e tutto il diametro AH è di parti 20.

Quindi per vedere $e il diametro _A_H $ia A$$e dell’Ellip$i, o$$erui$i, $el’angolo CDA $ia retto, ò nò: il che facilmente $i farà mettendo nella linea Geometrica la DC all’<007>nteruallo 25.25, come $i trouò; e vedendo doue capi$ca la DA, aggion- gan$i que$ti due Quadrati. Dipoi tirata la retta _A_C anch’ella applicata alla linea Geometrica, ritenuta la $te$$a apertura dello $tromento, mo$trarà il $uo Quadrato: il quale $e $arà vguale alla $omma di que’due Quadrati, l’angolo CD_A_ è ret- to, per la 48 del 1: $e è maggiore, l’angolo è ottu$o per la 12 del 2, e $e è minore l’angolo è acuto per la 13 del 2. Se dunque non è angolo retto, quel diametro non è _A_$$e.

[0110]_CAPO III_. QVESTIONE DECIMATERZA. Dalli due diametri d’vn Ellip$i trouar l’area.

PRimieramente $i faccia come 14 à 11, così il Quadrato del diametro maggiore ad vn’altro, e $arà l’area del circolo di detto diametro, per la 2. di Archimede lib. de di- men$. circuli. Dipoi per le co$e dimo$trate dall’ i$te$$o _A_rchi- mede lib. de Conoid. & Sphæroid. prop 5. Faccia$i come il diametro maggiore al minore, così il Quadrato del diame- tro maggiore ad vn’altro, e $arà l’area dell’Ellip$i.

Perciò nelle linee Geometriche ponga$i la l<007>nea data, che è maggior diametro dell’Ellip$i, all’interuallo 14. 14, e di poi prenda$i l’interuallo 11. 11, e $arà lato d’vn Quadrato vguale al circolo di detto diametro.

Dipoi habbia$i in numeri la proportione delli due Dia- metri dati, e $ia per cagion d’e$$empio 15 a 13: Dunque quell’interuallo trouato tra 11. 11, $i ponga tra 15. 15, poi- che l’interuallo 13. 13, darà illato del Quadrato, che è vguale all’area dell Ellip$i cercata.

Finalmente que$t’vltimo lato trouato $i paragoni col dia- metro maggiore dato, e sì come è noto il Quadrato di e$$o diametro maggiore, così$arà noto il Quadraro del lato vlti- mamente trouato, e per con$eguenza $arà nota l’area dell’ Ell<007>p$i.

[0111]_Linea Geometrica_ _QVESTIONE DECIMAQVARTA._ _Dato vn numero, trouare la $uaradice quadrata._

E’Vero, che non tutti li numeri $ono quadrati, e perciò non hanno la radice preci$a, ad ogni modo, per le ope. rationi Fi$iche, ci ba$ta la radice più vicina ne’numeri intieri, e nel formare $quadroni quadri di gente, non occorre $aper li rotti. Mà perche tutti li numeri di$otto del 100. $ono di due $ole figure, perciò nello $tromento non $i trouerà imme- diatamente, che la radice di numeri non maggiori di quattro figure, perche vn numero ditre, ò quattro figure hà la radice di due figure, mà $e il numero habbia cinque, ò $ei figure, la radice è di tre figure, come è manife$to, & allhora $i richiede qualch’altro artificio da $piegar$i. Ora $e è nota la proportio- ne di due quadrati, la $ubduplicata è la proportione delle loro radici, e così di quali parti è vna, ditali $arà anche l’altra. Per- ciò dato vn numero, $appiamo, che proportione habbia ad vn’altro numero, pre$i tutti due come quadrati nella linea Geometrica. E $e $arà nota la radice d’vno nella linea Arit- metica, $i manife$terà anche l’altra radice in particelle $imili. Quindi è, che dato vn numero d’alcune figure, ne piglio vn’altro ad arbitrio, mà preci$amente quadrato, il quale ò tutto intiero, ò gettati via li zeri, $ia tra li numeri $egnati nella linea Geometrica. Et il numero dato ò tutto intiero, ò getta- te via tante figure, quanti zeri $i leuarono dal quadrato pre- ci$o, lo prendo al $uo interuallo nella linea Geometrica, allar- gato lo $tromento ad arbitrio: e poi con vn’altro Compa$$o prendo l’interuallo del numero preci$amente quadrato nel [0112]_CAPO III._ modo detto, tolto ad arbitrio. Po$cia nella linea Aritmetica applico que$to $econdo interuallo al numero, che è radice co- no$ciuta del quadrato precilo, el’altro interuallo darà nella linea Aritmetica la radice cercata.

Sia dato il numero di Soldati 5400, di cui de$idero la radice quadrata per $apere, quanti debbano e$$er per fronte, volen- do far $quadrone quadro di gente; leuo li due zeri, & aperto lo $tromento ad arbitrio, prendo nella linea Geometrica l’in- teruallo 54. 54. Eritenuta quell’apertura di $tromento, pi- glio nella $te$$a linea l’interuallo d’vn numero preci$amente quadrato, come 4.9. 16, ò altro tale. Sia pre$o per e$$empio l’interuallo 9. 9, la cui radice è nota e$$ere 3. Ora perche $i gettaron via due zeri dal numero dato 5400, s’intendono le- uati due zeri anche dal 900; $ono dunque li due quadrati ap- plicati nella proportione di 900 à 5400; e così la radice del primo è 3 con vn zero, cioè 30. l’interuallo dunque 9. 9 del- la linea Geometrica applicato nella linea Aritmetica al 30. 30, l’apertura dell’altro Compa$$o, che daua 54. 54 nella li- nea Geometrica, caderà nella linea Aritmetica all’interuallo 73. 73, e così dico la radice del numero 5400 e$$ere 73, e perciò e$$ere 73 file di Soldati, cia$cuna delle quali ne hà 73 difronte.

L’i$te$$o $arebbe, $e in vece di prendere 9. 9 $i fo$$e pre$o 25. 25, poiche quell’interuallo 25. 25 della linea Geometri- ca applicato nella linea Aritmetica al 50. 50, $imilmente hauria dato l’intiero 73 per radice del 5400. Mà perche quell’interuallo è vn poco maggiore del 73. 73, è $egno, che al numero 73 và aggiunta vna frattione.

Mà $e il numero dato fo$$e $tato 5486, $aria $tato bene in vece di 54 prendere 55, poiche quel numero più s’acco$ta [0113]_Linea Geometricâ_ al 5500, & allhora la radice, che viene 74 è pro$$ima alla vera: il che deue far$i, quando $i tagliano due figure, che pa$- $ano la metà di 100, poiche in vece del numero <007>ntiero s’ope- ra col $ubcentuplo.

Che $eil numero, di cui $i cerca la radice, fo$$e piccolo in modo, che nello $tromento non $i pote$$e facilmente prender nella linea Aritmetica l’interuallo proprio, $i prenda il decu- plo, e $i trouerà in decime la frattione attaccata all’intiero. Come per e$$empio, cerco la radice di 18 piedi, che $ono l’a- rea d’vn piano da ridur$i in quadro: prendo nella linea Geo- metrica l’interuallo 18. 18, e poi nella $te$$a prendo l’inter- uallo d’vn numero quadrato, per e$$em pio 49. 49, la cui ra- dice è 7: mà perche rie$ce ò $commodo, ò impo$$ibile met- tere quell’interuallo nella linea Aritmetica al 7. 7, lo metto al 70. 70, e trouando, che il primo interuallo pre$o cade qua$i al 42 {1/2}. 42 {1/2}, poiche li 70 non erano $e non 7, così li 40 non $ono $e non 4, & il re$to dà li decimi d’vn’intero, perciò dico, che la radice di piedi 18 è piedi 4 {1/4} qua$i, ma certo è più di 4 {1/5}, perche cade in vn’interuallo maggiore di 42. 42, cioè maggiore di 4 {2/10}.

Occorrendo poi, che il numero fo$$e ditre $ole figure, ò anche di due, ma maggiore del ma$$imo quadrato notato nella linea Geometrica, prenda$i vna parte aliquota di e$$o tale, che $ia minore del numero 64 ma$$imo delli notati nel- la linea: e que$to interuallo s’applichiad vn’altro numero in tal linea, il qual’habbi vn’altro così moltiplice, come tutto il numero è moltiplice di quella parte pre$a; e que$to vltimo in- teruallo del moltiplice $arà l’interuallo, che nella linea Arit- metica mo$trerà, quanti intieri, e quante decime habbia la radice. Per e$$empio, cerco la radice di 96: perche è troppo [0114]_CAPO III._ grandeil numero, piglio la metà 48, e prendo nella linea Geo- metrica l’interuallo 48. 48, e con vn’altro Compa$$o l’inter- uallo per e$$empio 4. 4, la cui radice è 2, ma per commodità nella linea Aritmetica s’applicherà all’interuallo 20. 20, onde poi s’hauranno li decimi dell’vnità: $e $i applica$$e alla linea Arit metica, l’interuallo pre$o 48. 48 non hauriamo $e non la radice della metà del quadrato, & e$$a caderebbe all’interual- lo 69. 69, cioè la radice $aria 6 {9/10}, onde per hauer la radice del doppio quadrato, cioè di 96, conuerrebbe raddoppiare la radice trouata, e tra 69 decime, e 138 decime trouare il medio proportionale 9 {7/10}. Mà per trouare ciò $enza fatica di calcolo in trouar que$to medio proportionale, prendo quell’- apertura di compa$$o, che pigliaua l’interuallo 48. 48, e l’ap- plico nella linea Geometrica all’interuallo 10. 10, e poi _(_per- che 48 è la metà di 96) prendo l’interuallo del doppio di 10, cioè 20. 20, e que$to applico alla linea Aritmetica, in cuil’a- pertura dell’altro Compa$$o è applicata al 20. 20, e trouo, che que$t’vltimo interuallo cade nel 97. 97, e qua$i nel 98. 98, onde conchiudo, chela radice del numero 96 è 9 {7/10}, e qua$i 9 {8/10}.

E perche operando in tal maniera occorrerà, che l’interual- lo vltimo da applicar$i alla linea Aritmetica $arà tale, che non capirà nell’interuallo dell’a pertura dello $tromento, perciò ti- ri$i vna linea lunga quanto porta que$t’interuallo pre$o nella linea Geometrica: e poi pre$o nell’ Aritmetiche l’interuallo 100. 100, $i leui dalla linea tirata; il re$to della linea s’appli- chi all’interuallo dell’ Aritmetiche, e s’haurà il numero da aggiunger$i al 100: tutte le decine $aranno vnità, il re$to da- rà i decimi dell’vnità. Per e$$empio cerco la radice di 156: perche è troppo grande, piglio la terza parte, che è 52, e nel- [0115]_Linea Geometrica._ le linee Geometriche prendo l’interuallo 52. 52, e con quell’ apertura prendo l’interuallo d’vn numero quadrato, per e$- $empio 4, la cui radice è 2, e que$to interuallo s’applicherà nell’Aritmetiche al 20. 20. Dipoi quell’apertura di compa$- $o, che daua l’interuallo 52. 52, allargato lo $tromento, la metto nelle $te$$e linee Geometriche ad vn numero, che hab- bia il triplo, per e$$empio al 15. 15, e poi prendo il triplo, cioè 45. 45. E que$to è l’interuallo, che darà la radice di 156. Mâ perche applicato il $econdo Compa$$o nelle linee Arit- metiche, come $i di$$e, al 20. 20, que$t’ altro interuallo non ci capi$ce; perciò alla mi$ura di que$to interuallo tiro vna linea, e pre$o il ma$$imo interuallo delle linee Aritmetiche 100, 100, lo taglio dalla linea de$critta, e quel che auanza della linea, l’applico allo $tromento, e vedo, che cade all’in- teruallo 24. 24: onde conchiudo e$$ere 124 decime, cioè 12 {4/10} la pro$$ima radice di 156.

Di quì $i caua il modo ditrouar la radice quadrata anche de’ numeri maggiori di quattro figure, perche $e $arà il num. 18412, dicui $i cerchila radice quadrata, getto via le due vltime figure 12, e del re$to 184 prendo la quarta parte, che è 46, e nelle linee Geometriche prendo la di$tanza 46. 46, e con vn’altro Compa$$o l’interuallo di qualche numero qua- drato, per e$$empio 9. 9; e così, come quello 46 è di centina- ra, così anche que$to 9, onde $ono due quadrati 900, e 4600; e que$to è la quarta parte del numero propo$to, dunque ap- plicando que$to interuallo ad vn numero, di cui $i troui il quadruplo, per e$$empio al 15. 15, l’interuallo 60. 60, $arà la radice del quadrato 18400. Dunque applicato quell’in- teruallo 9.9, pre$o da principio col $econdo Compa$$o, alla linea Aritmetica al punto 30. 30, l’altro Compa$$o con l’a- [0116]_CAPO III._ pertura dell’vltimo interuallo pre$o darà nelle $te$$e linee Aritmetiche vn’interuallo maggiore dell’interuallo 100.100. Perciò da vna linea vguale à que$t’interuallo cauo l’interuallo 100.100, & applicato il re$to di detta linea, trouo, che cade all’interuallo 35. 35, & vn poco più; onde conchiudo, che la radice del numero propo$to 18412 è 135, e qualche co$a di vantaggio.

Due co$e quì $ono da auuertire: la prima è, che li 100 pun- ti della linea Aritmetica potendo$i prendere per 200, $i può rendere più breue l’operatione, poiche applicando$i all’inter- uallo 15. 15, come $e fo$$e 30. 30, verrà l’altro interuallo alli punti 67 {1/2}. 67 {1/2}, in circa, onde immediatamente $i caua e$- $er la radice 135 in circa, come prima. La $econda è, che $e da principio $i darà alle linee Geometriche l’apertura, pren- dendo prima nella linea Aritmetica $opra illato la lunghezza corri$pondente al numero, che è radice del quadrato preci$o, come di 30 punti, ò di 15, che s’intendano valer 30, e que$ti s’applichino al 9. 9, e poi pre$o l’interuallo corri$pondente del numero dato, que$to poi applicato allato dello $tromen- to sù la linea Aritmetica, $i potranno hauer le frattioni ade- renti nel modo, che s’è detto nel Capo 2. que$t. 7. ver$o il fine.

Seil numero dato fo$$e così grande, che lidue numeri mol- tiplicati in$ieme, che lo producono, fo$$ero ambidue mag- giori di quelli, che$on notati nelle linee, $e ne prendano tre, che $iano minori, e lo mi$urino, moltiplicati tra di loro. Per e$$empio $ia il numero dato 604812, leuate le due vltime fi- gure, re$ta 6048, il quale $i produce dal 72 per 84, niuno de’ quali $i troua notato nelle linee Geometriche. Perciò pren- do tre numeri, che in$ieme moltiplicatilo producono, e $ono [0117]_Linea Geometrica_ 56. 9. 12. Ecosì pre$o l’interuallo 56. 56, deuo trouar’il la- to del quadrato noncuplo, e perciò l’applico al 4. 4, il cui noncuplo è 36, el’interuallo 36. 36 $arà il lato del quadrato noncuplo del primo. E perche à que$to $i deue trouar’il duo- decuplo, applico que$to $econdo interuallo al 5. 5, e piglio il duodecuplo, che $arà all’interuallo 60. 60, e con que$to ope- rando nelle linee Aritmetiche, come s’è detto, trouo la ra- d<007>ce quadrata del numero dato 604812 e$$ere 777, e qua$i 778, poiche nella linea de$critta $i può leuare $ette volte l’interuallo 100. 100, & il re$tante è qua$i 78.

Mà cercando la Radice Quadrata d’vn Rotto, prendi nel- le linee Geometriche li due interualli corri$pondenti al Nu- meratore, & al Denominatore: dipoi traportali nelle linee Aritmetiche, aprendo lo $tromento in modo, che capi$ca, l’interuallo del numero, che vuoi ritenere; poiche l’altro in- teruallo nelle $te$$e linee darà il numero cercato.

Sia il Rotto {4/9}, di cui $i cerca la Radice Quadrata: prendo nelle linee Geometriche 4.4, con vn Compa$$o, e con vn’al- tro 9. 9. Dipoi volendo ritener il Numeratore 4; apro lo $tromento in modo, che l’interuallo del primo Compa$$o $i addatti alli punti 4.4, nelle linee Aritmetiche; poiche l’altro Compa$$o $i addattarà alli punti 6. 6: onde dirò che la radi- ce cercata è {4/6}, cioè {2/3}. Ouero addattando il $econdo Com- pa$$o, che corri$ponde al Denominatore, alli punti 9. 9, tro- uo che l’altro corri$ponde alli 6. 6: onde dirò, che la Radice cercata è {6/9}. E perche il 4, & il 9 $ono interualli troppo pic- coli, in lor vece $i prendano li moltiplici, cioè 40, e 90, ò qual$iuoglia altro. II che molto più $erue, quando il Rotto dato non hà la Radice preci$a, poiche $i trouarebbe la Radi- ce più vicina alla vera. Così cercando la Radice di {4/10} $i tro- [0118]_C A P O III._ uarebbe ben $i e$$er di denominatione maggiore di {4/6}, mà $i $appia appre$$o di poco quanto maggiore; mà applicando$i li Compa$$i al decuplo, $i trouarà e$$er di denominatione maggiore di {40/63}. Quindi e$$endo il denominatore troppo pic- colo, la frattione con lo $te$$o Numeratore è maggiore del douere.

Que$to modo dioperare è fondato nella regola per troua- re tal Radice Aritmeticamente, la quale $i appro$$imi alla vera; cioè $i moltiplica il Numeratore per il Denominatore: del prodotto $i caua la Radice Quadrata pro$$ima; e que$ta $i mette per Denominatore al Numeratore dato, ouero per Numeratore al dato Denominatore. Così per {4/10} $i caua la Radicc di 40 fatto dal 4 in 10, & è 6 {4/13}: onde la Radice pro$- $imamente è {52/82}, ouero {82/130}; la prima è maggiore del douere, e$$endo che quadrando$i vien vna frattione maggiore di {4/10}; la $econda è minore del douere, perche quadrando$i dà vna frattione minore di {4/10}.

E’la ragione di que$to prendere la Media Proportionale tra il Numeratore, & il Denominatore dati, caua$i dalla na- tura delli Quadrati, che$ono nella duplicata proportione de’ $uoi lati. Perciò volendo$i la Radice Quadrata d’vn Rotto, $i cerca vna frattione, il cui Numeratore $ia al Denominatore nella proportione $ubduplicata del Numeratore al Denomi- natore della frattione data. E così ritenuto il primo Nume- ratore, que$ta Media Proportionale è il Denominatore; e $e que$ta $i mette per Numeratore, re$ta il primo Denomina- tore.

[0119]_Linea Cubica_ _CAPO QVARTO._ _Come s’habbia à diuidere lo Stromento per i corpi $olidi:_ _& u$o di que$ta linea Cubica._

SI come le $uperficie $ono terminate da linee, dalle quali riceuono la denominatione, così li corpi $olidi $ono ter- minati da $uperficie, e da que$te, ò per la qualità loro, ò per la moltitudine vien denominata la figura $olida; perchc s’ella è vna $uperficie $ola in tutti i $uoi punti vgualmente di$tante dal centro, che s’intende nel mezzo della $olidità del corpo, $arà quel corpo vna sfera; ma $e non hà que$ta vgual di$tanza dal centro, $arà ben sì sferoidale la figura, ma non sfera; tale è la $uperficie d’vn vouo, & altre tali ò Elliptiche, ò P$eudoel- liptiche; ma $e $ono più $uperficie terminanti il corpo di di- uer$o genere, cioè altre $uperficie piane, altre curue, & incli- nate à far’vn’angolo $olido, dalla qualità delle $uperficie $i denominarà il corpo, ò Cono, ò Cilindro, ò con altro nome compo$to; come li Conoidi Parabolici, ò Hiperbolici, &c. Que’$olidi però, che più communemente $i con$iderano, $ono quelli, che hanno molte faccie, e $on terminati da $uperficie piane; e conforme al numero, e qualità di tali $uperficie $ono chiamati tali corpi, come cia$cuno sà, e può facilmente vede- re nelle defin<007>tioni del lib. 11. d’Euclide.

Ora nella gui$a, che quelle $uperficie $i dicono $imili, le quali hanno vgual numero di l<007>nee, che le terminano, e tra loro proportionali: Così le figure $olide $imili (che tanto è, quanto dire corpi $imili) s’intendono e$$er quelle, che $ono terminate da vgual numero di $uperficie $imili. Onde $e le [0120]_C A P O IV._ $uperficie d’vn corpo $aranno non $olamente vguali di nu- mero, ma anche di grandezza alle $uperficie d’vn’altro cor- po, tali due corpi$aranno vguali, e $im<007>li; ma $e le $uperficie vguali di numero, e di$uguali di grandezza $ono $imili, li cor- pi $ono ben sì $imili, ma non vguali. Di que$ta maniera vn cubo è $imile all’altro cubo, perche così l’vno, come l’altro hanno $ei faccie piane, e cia$cheduna è quadrata; e poiche tutti li quadrati $on $imili, perciò anche li cubi $ono $imili: ma $e vn quadrato d’vno $arà maggiore d’vn quadrato dell’altro, $aranno i cubi di$uguali. Paragonando poi due Parallele pi- pedi (chi non è così prattico de’vocaboli, s’imagini vna tra- ue, vna tauola, ò co$a tale ben $quadrata) hanno ben sì cia- $cuno $ei piani quadrilateri, de’quali li due oppo$ti $ono pa- ralleli, ma a fine che $iano $imili li Parallelepipedi, conuiene che detti piani d’vno $iano $imili alli piani dell’altro. Mà par- lando de’Coni, e de’Cilindri, $e bene potria dir$i e$$er tra loro $imili quelli, che hanno le ba$i, e le $uperficie Coniche, ò Ci- lindriche $imili; ad ogni modo per e$$er più immediatamente nota la lunghezza della lor ba$e, e la lor’altezza perpendi- colare, ò per parlar più generalmente, il lor’A$$e, quelli $ono Coni, ò Cilindri $imili, che hanno gli a$$i, & i diametri delle ba$i proportionali; il che però $i deue intendere con la mede- $ima inclinatione dell’a$$e alla ba$e, come è manife$to, per- che $e vn’a$$e cade$$e perpendicolare alla ba$e, e l’altro a$$e fo$$e obliquo, con tutto, che dettia$$i haue$$ero nella lunghez- za loro la proportione delli diametri delle ba$i, non per tan- to $ariano $imilii Coni, ò Cilindri.

Perme$$e que$te co$e, per più chiara intelligenza, auuerto, che nelle cofe $eguenti prenderò il nome di _Lati Homologi_ nel $en$o mede$imo, che s’è detto nel Capo precedente; e per [0121]_Linea Cubica_ nome di _Piani Homologi_ intenderò que’ piani, che ne’ due corpi $imili $ono $imilmente po$ti in ordine à gl’altri piani delle figure, che terminano.

E$$endo dunque l’v$o di que$to $tromento di Proportione in ordine alle figure $imili, per poter’ in e$$o de$criuere due li- nee talmente d<007>ui$e, che po$$ano $eruir’ al fine prete$o in or- dine a’corpi $olidi, conuien $upporre ciò che nel lib. 11, e 12 d’Euclide s’in$egna, cioè, che li $olidi $imili $ono nella tripli- cata proportione de’lati homologi, come le sfere $ono nella triplicata proportione de’$uoi diametri. Il che è quanto dire, che dati due lati homologi di due corpi $imili, ò due diametri di due sfere, $e $i continuarà la proportione $in’al quarto ter- mine; qual proportione hà il primo al quarto termine, tale è d’vn $olido all’altro, ò d’vna sfera all’altra. Sì che date quat- tro linee continuamente proportionali, come la prima alla quarta, così il $olido sù la prima al $olido $imile sù la $econda.

Quindiè, che data in linee la proportione, che debbano hauere due $olidi, conuiene tra quelle trouare due medie con- tinuamente proportionali, per potere sù la prima, e sù la $e- conda fare li $olidi $imili, come auuertiti furono da Platone quei di Delo, quando cercauano di raddoppiare l’ altare d’Apolline (il qual’era $timato vno de’ $ette miracoli, per e$- $er fatto tutto d<007> $ole corna de$tre, $enza e$$er’ incollate, ne le- gate in$ieme, come riferi$ce Plutarco nel fine del l<007>bro _De $o-_ _lertia animalium_) conforme all’Oracolo hauuto, & e$$i in ve- ce di raddoppiarlo, ne haueano fatto vno quattro volte mag- giore del douere, come dice lo $te$$o Plutarco nel libro de Genio Socratis; Et è a$$ai noto appre$$o molti Scittori e$$ere que$ta la famo$a duplicatione del Cubo, cioè l’inuentione di due medie proportionali tra due e$treme, l’vna delle quali $ia doppia dell’altra.

[0122]_CAPO IV_.

Varij $ono $tati li tentatiui, evarie $ono le forme per tro- uare mecanicamente que$te due medie proportionali; e chi vuole può vedere nell’ Annotationi di Guglielmo Filandro $opra il libro 9. di Vitruuio cap. 3. qual fo$$e il Me$olabio d’Erato$tene; nel Villalpando tom. 1. part. 2. lib. 1. cap. 3. prop. 12. E nella Geometria di Renato di Chartes $ul prin- ci pio del lib. 3. trouerà, come perl’inuentione delle medie proportionali, egli $i $erua d’vno Stromento da lui propo$to nel principio del lib. 2. Ma quanto appartiene al no$tro fine pre$ente, meglio $arà $eruirci d’vna tauola di numeri, co’qua- li $i notaranno tanto preci$amente, quanto ba$ta, per l’ope- rationi mecaniche, li punti richie$ti in ordine alli $olidi.

E perche tra li $olidi il più cono$ciuto, e facile ad hauer$i la $ua mi$ura è il cubo, come quello, che hà le tre dimen$ioni di tal maniera vguali, che data la lunghezza d’vna $ua linea, e que$ta moltiplicata in $e $te$$a, $e $i moltiplica di nuouo il pro- dotto per la mede$ima, $i fà nota la $ua $olidità; e date quat- tro linee continuamente proportionali, come il cubo della prima al cubo della $econda, così qual $i voglia $olido sù la prima ad vn’altro $olido $imile sù la $econda, e$$endo che tan- to i cubi, quanto quegl’ altri $olidi $ono nella proportione della linea prima alla quarta: Perciò $egnando$i nello $tro- mento di Proportione i lati de’ cubi, che vanno cre$cendo $e- condo la $erie naturale de’numeri, $i vengono ad hauere pari- menti $egnati i lati homologi di qualunque $olidi $imili. Quin- di è, che tal linea $i chiama più to$to col nome $pecifico di Cubica, che col generico di Stereometrica; sì perche tutti li cubi $ono $imili, sì anche perche riducendo le proportioni a’numeri, $i trouano le medie proportionali coll’e$trattione della radice cubica.

[0123]_Linea Cubica_

Sì che per formare la $otto$citta tauoletta, in cui $i notano le proportioni, che hà la radice di cia$cun cubo alla radice del primo cubo, conuiene tra li due numeri e$primenti la propor- tione de’ cubi trouare il primo de’ due medij proportionali; perche que$to $arà la radice del cubo, che hà al cubo del pri- mo numero la proportione, che hà il quarto numero al pri- mo, com’è manife$to da quello, che delle linee s’è detto. E perche la maggior parte de’numeri non hà la radice cubica preci$a, & aggionger’à gl’intieri frattioni di diuer$e deno- minationi, $aria co$a, che nella prattica porterebbe molto di- $turbo, quindiè, che riu$cirà commodi$$imo intendere l’vni- tà diui$a in mille particelle, perche così tutte le frattioni ag- giunte à gl’intieri $aranno di mille$ime;e nel numero, che ver- rà per radice, le tre vltime figure $aranno numeratore delle parti mille$ime aggiunte à gl’ intieri $ignificati dal re$to delle figure antecedenti nel modo detto nel Capo precedente, do- ue $i parlò delle radici de’ quadrati.

Sia dunque nella fig. dello Stromento tirata dal centro del- lo $tromento la linea AL, ela AM, nella quale $i prendano AH, & AI vguali, e perciò non è nece$$ario, che que$te parti AH, AI $iano vi$ibili; e s’intenda AH e$$er’ il lato del primo cubo; que$ta $i replichi quante volte $i può, nelli numeri 8, e 27, in maniera, che A 8 è doppia, & A 27 è tripla della lun- ghezza AH. E per que$to s’è notato nel $econdo punto 8, e nelterzo 27, per denotare, che il cubo di A 8 contiene otto volte, & il cubo di A 27 contiene venti$ette volte il cubo di AH. E $e la linea AL fo$$e più lunga, che $i pote$$e vn’altra volta replicare, nel quarto punto $i notarebbe 64, percheil cubo della linea quadrupla di AH, contiene 64 cubi di AH. Ma perche $i vede che tra 8, e 27, è molto più tra 27, e 64 [0124]_CAPO IV_. cadono molti numeri, onde dette parti deuon’ e$$er capaci di molte diui$ioni, perciò s’è pre$o da principio la linea AH vn poco grand<007>cella; altrimenti non riu$cirebbe commoda la diui$ione. E que$ta è la cagione, che non capirà $e non circa 50 diui$ioni tutta la AL: la quale in vno $tromento più gran- de, in cui po$$a prender$i a$$ai più lunga la AH, riu$cirà anche capace di più numero di lati cubici.

Mà per $egnare li lati de gl’altri cubi, e vedere, come $i $ia fatta la $eguente tauoletta delle radici, conuien trouare tra l’vnità, & il numero di cia$cun cubo il primo delli due medij continuamente proportionali; il che $i fà moltiplicando il quadrato del primo nel quarto numero; e la radice cubica del prodotto è il $econdo numero, che $i cerca. Il fondamen- to di ciò fare è, perche dati quattro termini continuamente proportionali A, B, C, D, il piano fatto dalli due e$tremi A in D, è eguale al piano fatto dalli due medij Bin C, per la 16 del 6, e 19 del 7. Dunque li $olidi fattì dalli due piani detti, e dal primo termine, $ono vguali, e così il quadrato del primo nel quarto A quadrato in D, e vguale al $olido fatto dallitre primi A in B in C. E perche A, B, C, $ono continua- mente proportionali, il piano fatto da gl’e$tremi, A in C, è vguale al quadrato del medio, B quadrato per la 17 del 6, e 20 del 7, li $olidi fatti da que$ti due piani, e dal $econdo ter- mine B $ono vguali, e così A in B in C, cioè, come $opra s’è dimo$trato, A quadrato in D, è vguale al cubo di B $econdo termine delli quattro. Dunque e$$endo noti li due e$tremi, moltiplicato il quadrato del primo nell’ altro e$tremo, il lato cubico del prodotto è il $econdo termine delli quattro con- tinuamenre proportionali. Nella $te$$a maniera $i dimo$tra, che moltiplicato il quadrato del quarto termine nel primo, la [0125]_Linea Cubica_. radice cubica del prodotto è il terzo termine delli quattro.

Di quì $i vede, che $e il primo termine AH $ia 1000, & il $uo doppio 2000, il quadrato del primo 1000000 moltipli- cato per 2000, darà il $olido 2000000000, la cui radice cu- bica 1259 è il $econdo termine delli quattro, & è radice del cubo doppio del cubo di AH. Elo $te$$o s’intende diqual$i- uoglia altro numero: onde ba$terà à cia$cun numeroal 3, al 4, al 9, &c. aggiunger noue zeri, perche così la radice cubica $arà di quattro figure, la prima delle quali mo$tra, quante volte $i debba prender la linea AH, e le tre vltime figure mo- $treranno, quante mille$ime della $te$$a AH $i debbano di più aggiungere. Che $e $i fo$$ero per AH pre$e $olo le cente$i- me, con aggiunger’ ad e$$a due zeri, allhora à gl’altri numeri doueua aggiunger$i $olamente $ei zeri, e la radice di tre $igu- re hauria con le due vltime mo$trato il numero delle cente- $ime. Ma perche volendo $eruirci $olo delle cente$ime $i opera con più preci$ione, cono$ciuto il numero delle mil- le$ime, perciò nell’anne$$a tauolletta $i $on po$te le mille$i- me, $egnando le radici $in’al cubo, che è cinquanta volte maggiore del cubo di AH.

[0126]_CAPO IV_. ######## _Tauola de’numeri con le $ue Radici Cubicbe e$pre$$e \\ in particelle Mille$ime dell’ Vnità._ Cubi # Radici # Cubi # Radici # Cubi # Radici # Cubi # Radici 1 # 1000 # 16 # 2520 - # 31 # 3142 - # 46 # 3583† 2 # 1259† # 17 # 2572 - # 32 # 3175 - # 47 # 3609 - 3 # 1442† # 18 # 2620† # 33 # 3208† # 48 # 3634† 4 # 1187† # 19 # 2664 - # 34 # 3240 - # 49 # 3660 - 5 # 1710 - # 20 # 2715 - # 35 # 3271† # 50 # 3684† 6 # 1817† # 21 # 2759 - # 36 # 3301† 7 # 1913 # 22 # 2702† # 37 # 3332† 8 # 2000 # 23 # 2844 - # 38 # 3362 - 9 # 2080† # 24 # 2885 - # 39 # 3391† 10 # 2154† # 25 # 2924† # 40 # 3420 - 11 # 2224 - # 26 # 2962† # 41 # 3448† 12 # 2290 # 27 # 3000 # 42 # 3476† 13 # 2352 - # 28 # 3037 - # 43 # 3504 - 14 # 2410† # 29 # 3072† # 44 # 3530† 15 # 2466† # 30 # 3108 - # 45 # 3557 -

Il modo di $eruir$i di que$ta Tauola per portare sùle linee AL, AM le diui$ioni, e$$endo lo $te$$o con quello, che s’è det- to di $opra nelle Radici de’Quadrati, non hà bi$ogno di più lunga e$po$itione. E finita la diui$ione di tutta la linea, $i po- tranno notare tutte le decine, e con vna lineeta $egnare la metà delle decine, acciò con maggior facilità $i po$$ano pren- deri punti corri$pondent<007> à que’ numeri che più piaceranno.

In que$ta linea Cubica non potiamo hauere nel diuiderla que’vantaggi compendio$i, che s’hebbero nella linea Geo- metrica, raddo ppiando, ò triplicando i lati $egnati; perche il lato doppio dà il cubo ottuplo, e così A 2 raddoppiata cade nel punto 16, A 3 duplicata nel punto 24, A 4 nel punto 32, A 5 nel 40, A 6 nel 48; & oltre di que$te niun’ altra $i può raddoppiare; onde que$t<007> $oli punti $i puonno e$$aminare.

[0127]_Linea Cubica_

Segnati di que$ta maniera nelli lati dello Stromento i lati de’eubi, che vanno cre$cendo conforme alla $erie naturale de’numeri, è manife$to per la dimo$tratione fondamentale portata nel capo 1, che anche gl’interualli dello Stromento allargato danno i lati de’Cubi, che $ono nella $te$$a proportio- ne indicata dalli numeri notati nello Stromento: poiche e$- $endo quattro linee proportionali (cioè li due lati nello Stro- mento, e li due interualli loro corri$pondenti) i $olidi $imili $opra di e$$e $ono proportionali per la 37. del lib. 11.

_QVESTIONE PRIMA_. _Tra due linee date, come $i trouino due medie continuamente_ _Proportionali: ouero tra due numeri dati_.

SE la proportione delle due linee date non è cono$ciuta in numeri, $i cerchi per la que$t. 5. del capo 2, la quale tro- uata, s’applichi nella linea cubica dello Stromento la prima delle date linee all interuallo del numero, che le corri$ponde, perche l’interuallo dell’altro numero nella $te$$a linea cubica, darà la $econda delle quattro proportionali. Di poi l’ altra delle due date linee, allargando, ò $tringendo lo Stromento, s’applichi all’interuallo del numero, chele corri$ponde, per- che l’interuallo del numero corri$pondente all’ altra, darà la terza delle Quattro Proportionali.

Siano date due linee R, S, le quali $i troua, che hanno la proportione di 29 à 42; applico la linea R all’inter- uallo 29, 29 della linea cubica dello Stromento, e ritenuta la $te$$a aper- [0128]_CAPO IV_. tura, prendo l’interuallo 42. 42, e mi dà la linea A prima del- le due medie. Di poi applico la linea S all’interuallo 42, 42 della linea cubica, e l’interuallo 29. 29, mi dàla linea B $econ- da delle due medie. Onde le quattro R, A, B, S, $ono contin- uamete Proportionali: il che così $i dimo$tra. Il cubo di R al cubo di A è come 29 à 42, per la co$truttione dello $tro- mento, e per la propo<007>tione, che gl’interualli pre$i hanno conilati dello $tromento; dunque la linea R alla linea A hà la proportione $ubtripl<007>cata di 29 à 42, cioè della linea R alla linea S: dunquetra R, & S po$te due medie in continuata proportione la linea A è la $econda proportionale. Simil- mente il cubo di S al cubo di B è nella proportione di 42 à 29, per la co$truttione dello Stromento, & applicatione fat- ta: dunque la linea S alla linea B, hà la proportione $ubtripli- cata di 42 à 29, e per conuer$ione B à S, hà la $ubtriplicata di 29 à 42, cioè di R à S: E$$endo dunque la proportione di R ad A, e quella di B ad S, $ubtriplicate della proportione di R ad S, re$ta che anche quella di A à B, $ia $ubtriplicata della $te$$a; e perciò come R ad A, così A à B, così B à S.

L’i$te$$o $i farà dati due numeri, tra’quali $i vole$$ero due medij proportionali; come per e$$empio tra 8, e 27. A qual- $iuoglia apertura dello Stromento nella linea cubica, prendo con due Compa$$i gl’interualli 8, 8, e 27, 27. Dipoi trapor- tando il primo interuallo $u la linea Aritmetica all’interuallo S, 8, applico l’altro Compa$$o, e veggo che cade nell’ inter- uallo 12, 12; onde dico, che il num. 12 è il $econdo propor- tionale. Quindi ritenendo l’interuallo pre$o con que$to $e- condo Compa$$o, l’applico nella $te$$a linea Aritmetica al punto 27, 27, $tringendo lo Stromento, come fà di bi$ogno, e con$iderando che l’interuallo pre$o col primo Compa$$o, [0129]_Linea Cubica_. cade nel punto 18, 18, dico che il terzo proportionale è 18; onde $ono continuatamente Proportionali 8. 12. 18. 27. e tra li due e$tremi propo$ti, $i $ono trouati due medij propor- tionali.

E quì s’auuerta ciò che in altre occa$ioni s’è detto, che $e non fo$$e commodo applicare alla linea Aritmetica il Com- pa$$o con la $ua apertura pre$a nella linea cubica, quella $te$- $a apertura s’applichi ad alcun numero moltiplice, ò $ubmol- tiplice, poiche l’altro Compa$$o darà vn numero $imilmente moltiplice, ò $ubmoltiplice del numero, che $i cerca. Così$e l’interuallo primo non $i può applicare all’interuallo della li- nea Aritmetica 8. 8, s’applichi al numero triplo 24. 24, per- che così il $econdo interuallo caderà nel 36. 36 triplo del 12, che $i cerca: e $e il $econdo interuallo s’applicherà al numero duplo 54. 54, il primo interuallo caderà nel 36. 36 duplo del 18, che $i cerca.

Quando però li due numeri dati non $ono $imili $olidi, non $i troueranno li due medij proportionali preci$i, ma vi $aran- no aggiunte frattioni, che $olo s’auuicineranno al vero $enza dar preci$ione, come $i può raccogliere dalla 19, e 21 del lib. 8, e per trouar tali frattioni, potremo valerci dell’ artificio mo$trato nel Capo 2 alla Que$t. 7, quando le linee, ò apertu- re del Compa$$o, che per lo $te$$o $i prendono, non cadono preci$amente ne’ punti dello $tromento.

[0130]_CAPO IV_. _QVESTIONE SECONDA_. _Come $i po$$a ad vna linea data applicar’ vn $olido rettangolo_ _vguale ad vn Cubo dato_.

HAuendo il corpo tre dimen$ioni in Lunghezza, Lar- ghezza, e Gro$$ezza, che altri chiamano Altezza, ò Profondità, $i dice, che vn $olido $ia applicato ad vna linea data, quando $i $uppone, che detta linea $ia vna delle $ue tre dimen$ioni, e $i determina, quali, e quanto grandi $iano l’al- tre due dimen$ioni dello $te$$o corpo. E per maggior facilità di que$to e$$empio, ma$$ime che è conforme all’v$o più com- mune, $uppongo e$$er’ <007>l $olido, che deue applicar$i alla data linea, rettangolo; poiche poi $opra la $te$$a ba$e qual$iuo. glia parallelepipe- do, che habbia la $te$$a altezza per- pendicolare, gli $a- rà vguale, per la 30 del lib. 11, e per con$eguenza $arà vguale al dato cu- bo.

Sia dunque dato il cubo V T il cui lato V S, e $ia datà lalinea CD, la quale debba e$$ere vna delle dimen$ioni del $o- [0131]_Linea Cubica_ lido rettangolo vguale al cubo dato. In due maniere ciò $i può fare. Primieramente con trouare alle linee CD, VS vna terza proportionale E, perche il $olido fatto da que$te tre, cioè il $olido C I H è vguale al dato cubo fatto dalla media V S, per la 36 del lib. 11. Secondariamente con trouare la quarta proportionale, mettendo CD la prima, & VS la $e- conda; poiche il quadrato della prima con la quarta fanno vn $olido vguale al cubo della $econda. Dunque con due Com- pa$$i prendendo le linee CD, & VS, vedo nella linea cubica, $opra quali interualli cadano, etrouando, che cade la CD nell’interuallo 29. 29, e la V S nell’interuallo 4. 4, applico la CD nella linea Aritmetica al punto doppio del 29, cioè al 58. 58, & all’interuallo 8. 8 doppio del 4 trouo la quarta proportionale F. Dunque della CD fatto il quadrato CM, pre$a DL vguale alla F quarta proportionale, $arà il $olido CML vguale al cubo dato.

Così $e fo$$e dato vn pezzo di marmo ben $quadrato, che fo$$e per ogni ver$o $ette palmi, e da vn’altro gran pezzo di marmo, che per vn ver$o è 10 palmi, per l’altro 11, e per il terzo 4 palmi, $i doue$$e cauar’ vn pezzo vguale al primo, ma quadro in vna delle faccie; facilmente $i cauerà in numeri, quanta debba e$$er la gro$$ezza. Primieramente $i pigli il cu- bo di 7, & è il pezzo cubico dato 343 palmi $olidi. Dipoi il pezzorozzo non può $quadrar$i, che con hauer 10 palmi in quadro, e così il quadrato di 10 è 100; per il quale diuiden- do il cubo 343, viene per la gro$$ezza cercata palmi 3 {43/100}. Mà $e non $ape$$i alcun numero, che mi$ura$$e i lati de’ $udetti pezzi di marmo, prendo con vn Compa$$o tal parte aliquota dellato del cubo, che po$$a commodamente capire ne gl’in- terualli dello Stromento: e $imile parte aliquota prendo nel [0132]_CAPO IV_. lato mezzano dell’altro pezzo di marmo, per e$$empio la de- cima parte. Et applicando que$te due mi$ure à gl’interualli della linea cubica, o$$eruo in quali numeri cadano; perche la proportione, che hauranno que$ti due numeri, tale dourà ha- uer’il lato mezzano o$$eruato alla linea della gro$$ezza, che $i cerca. Laragione di que$ta operatione è, perche e$$endo le mi$ure pre$e con i Compa$$i cia$cuna la decima parte del lato, il cubo di tal parte è vna mille$ima di tutto il cubo di quei lati intieri: dunque li cubi delle parti hanno la propor- tione de’cubi intieri. Dunque per l’applicatione fatta allo Stromento trouando$i in numerila proportione de’ cubi, due linee, che $iano nella $te$$a proportione di que$ti numeri $o- no due e$treme di quattro continuatamente proportionali: Dunque anche le decuple di que$te $ono $imilmente e$treme di quattro proportionali, delle quali la prima è il lato, di cui $i deue far’ il quadrato, la $econda è il lato del cubo dato, ela quarta $arà que$ta trouata, la quale col quadrato della prima farà vn $olido vguale al cubo della $econda.

QVESTIONE TERZA. Dato vn $olido, come s’habbia à trouare vn’ altro $imile nella data proportione.

PO$$ono li $olidi e$$ere Regolari, ò Irregolari; Regolari, quando tutte le linee, & i piani del corpo $ono vguali tra diloro; Irregolari, quando non v’è que$ta vguaglianza. Nell’operatione v’è que$ta $ola differenza, che ne’ Regolari trouata vna linea, che habbia la douuta proportione con il la- to del $olido $imile, non s’hà à cercar’ altra linea; mà ne gl’Ir- [0133]_Linea Cubica_ regolari conuien far que$ta operatione circa tutte le linee, che concorrono alla co$titutione dell’ angolo $olido. Ne lle sfere ba$ta trouar’ il diametro, ma per li Coni, e Cilindri $i. mili conuien trouare il diametro della ba$e, e l’a$$e.

Se dunque il cor- po dato è cubo, ò altro de’ corpi Re- golari, vegga$i con quali numeri $i e- $prima la propor- tione data, & il la- to del corpo dato $i applichi nella li- nea cubica all’ in- teruallo del nume- ro, che gli corri- $ponde, e l’ inter- uallo dell’ altro nu- mero darà il lato, che $icerca. Così $e al cubo VST $i debba farne vno, che $ia {7/8} di quello, applico il lato V S all’interuallo 8. 8, e l’inter- uallo 7. 7, mi darà il lato del cubo cercato. Mà $e fo$$e dato DAH $olido di lati di$uguali, e conueni$$e farne vn $imile, che fo$$e parimenti {7/8}, applico D I all’interuallo 8. 8, e l’ inter- uallo 7. 7 dà il lato homologo RB. Dipoi all’i$te$$o interual- lo 8. 8 applico I A, e la di$tanza 7. 7 dà il lato homologo BK, che col primo trouato faccia l’angolo R BK vguale all’angolo D I A. Finalmente allo $te$$o interuallo 8. 8 applico IH, e la di$tanza 7. 7 dà il terzo lato homologo B O, il quale con il $econdo trouato faccia l’angolo KBO vguale all’ angolo AIH: [0134]_CAPO IV_. e compiti tutti li parallelogrammi, $arà fatto il corpo RKO $imile al dato DAH; e che è à quello, come 7 à 8. Che $ia $imile è chiaro, per l’vguaglianza de gl’angoli, circai quali $ono i lati homologi, cia$cuno pre$o nello Stromento à gl’i- $te$$i interualli, e perciò nella medefima proportione; onde li piani RK, DA; e li piani KO, AH, e RO, DH $ono $imili. E perche, per la 33 dellib. 11, li $olidi $imili $ono nella pro- portione triplicata de’lati homologi, cioè nella proportione de’cubi di detti lati homologi, e$$endo tali cubi, come 7 à 8, per la co$truttione dello Stromento, anche li $olidi $imili RKO, DAH $ono come 7 à 8.

L’i$te$$o modo $i dourà tenere ne’ Coni, e Cilindri $imili, $eruendo$i de gl’interualli delli $te$$i numeri peri diametri delle ba$i, e per gl’a$$i.

Così li Pittori, per e$primere vn corpo, che $ia più picco- lo di vn’ altro $imile in data proportione, $i $eruiranno di que- $ta linea cubica; altrimenti $e per far’vn dito la metà più pic- colo, lo face$$ero la metà più corto, $aria rappre$entato vn dito otto volte minore: perciò applicato il dito maggiore all’interuallo 2. 2 di que$ta linea cubica, l’interuallo 1. 1 darà la lunghezza de$iderata; e così dell’altre parti. Quindi è, che deuono auuertire li Pittori altra co$a e$$ere far’vn Quadro la metà più piccolo, altra co$a far le figure in e$$o la metà più piccole: perche l’impicciolire il Quadro è impicciolir’ vna $uperficie, doue che l’impicciolire le figure, è far corpi mi- nori: in quello $erue la linea Geometrica, & in que$to la Cubica.

Così parimenti $eruirà que$ta linea Cubica alli Scultori, & alli Fonditori nel far le for me per Campane, Artiglierie, ò co$e $omiglianti, $e vole$$ero far’vna Statua, ò altra figura $i- [0135]_Linea Cubica_. mile ad vna data. Poiche cia$cheduna parte applicata all’in- teruallo conueniente, s’haurà la mi$ura corri$pondente nella figura $imile.

Mà commodi$$i mo riu$cirà que$to no$tro Compa$$o di Proportione alli Bombardieri, per notar li diametri delle palle, e dalla grandczza della bocca dell’ Artiglieria raccoglier la loro portata, e formarne li $uoi Calibri, ò Colibri, come altri li chiamano; e con ragione da molti $i deplora l’ignoran- za di molti di que$ta profe$$ione, che hanno Calibri $propo- $itati$$imi; mà con que$ta linea Cubica fatta nel Compa$$o di Proportione con qualche accuratezza, e diligenza, potrà cia- $cuno e$$aminare nel $uo Calibre, $e $iano ben notati li diame- tri; e con $omma facilità, e pre$tezza potrà notare li diametri delle palle di ferro, di piombo, di pietra à ragion di libre ò communi di 12 oncie, ò, come in moltiluoghi s’ v$a, di 16. oncie.

Habbia$i noto il diametro d’vna palla, il cui pe$o $i sà, per cagion d’e$$empio, di libre 7, que$to diametro $i noti sù la Regola, ò Calibre, e nella linea Cubica s’applichi all’inter- uallo 7. 7; perche ritenuta quell’apertura dello Stromento, prendendo tutti gl’interuali da 1 $in’ à 50, e traportandoli sù la Regola, s’hauranno li diametri delle palle $in’ à 50 libre di pe$o, della $te$$a materia, di cui era quella, il cui diametro era noto. E que$to, che s’è fatto con vna palla di ferro, $aputa$i la proportione, che hà la pietra col ferro, $i potrà fare con le palle di pietra: onde $e la pietra, con$orme all’ opinione de’ Bombardieri, è la terza parte del pe$o del ferro in parità di mole, conuerrà pigliar’vna linea, che $ia diametro d’vna sfe- ra, la qual $ia tre volte tanto, quanto la palla di ferro nota di libre 7, e $arà il diametro della palla di pietra di libre 7, & ap- [0136]_CAPO IV_. Plicato all’interuallo 7. 7, nella linea Cubica, all’i$te$$o modo s’hauranno li diametri delle palle di pietra. Ne differente $arà la forma per le palle di piombo, perche $upponendo$i il pe$o del piombo $e$quialtero à quello del ferro, $i prenderà il diametro della palla di piombo, di pe$o vguale con quella di ferro, che $ia diametro d’vna sfera, la qual fia {2/3} della pal. la di ferro. E finalmente per notare le palle à ragion d’oncie 16 per libra, auuerti che 4 libre da oncie 12 fanno 3 libre da oncie 16 l’vna: perciò prendi il diametro trouato di libre 4 piccole, e notatolo $opra vn lato della Regola, ò Calibre $ia il diametro di libre 3 gro$$e, e que$to diametro applicato nello Stromento all’interuallo 3. 3, s’hauranno da gl’altri interualli tutti li diametri delle palle à ragion di pe$o d’oncie 16 per li- bra. Dal che cia$cun vede, che que$ti diametri $on tali, che cia$cuno aggiunge vn terzo di pe$o alle palle, che hanno la, $te$$a denominatione nella $erie de’diametrià ragione d’oncie 12 per libra. E così il diametro di 45 libre gro$$e è il diame- tro di libre 60 piccole, perche come 16 à 12, così 60 à 45.

E così $i faccia rifle$$ione, quanto più giu$ti $aranno com- munemente li diametri delle palle notate, e pre$e dal Com- pa$$o di Proportione $egnato nella linea Cubica, come hab- biamo detto in que$to Capo, che con la forma pre$critta da Luigi Colliado nella $ua Prattica Manuale di Artiglieria trat- tato 4 cap. 32, doue cia$cuno potrà e$$aminare, quanto s’al- lontani dalla preci$ione. E $ia per e$$empio ciò ch’ egli dice per hauer’il diametro d’vna palla di due libre; prenda$i, dice egli, il diametro d’vna palla d’vna libra, e diui$o in quattro parti, vna $e ne aggiunga, sì che il diametro di vna libra è co- me 4, e quello di due è come 5; li cubi$ono 64, e 125, e pure que$to, per e$$er doppio, douria e$$ere 128, onde manca [0137]_Linea Cubica_ dalla preci$ione {3/64}. Mà nel no$tro Stromento il diametro di vna palla d’vna libra è 1000, quello di due è 1259, il cubo di que$to è 1995616979, il quale douria e$$ere 2000000000, e perciò manco della preci$ione {4383021/1000000000}, doue che li {3/64} ridotti alla $$e$ta denominatione, $ono {46875000/1000000000}, che è vna differenza dieci volte maggiore di quella, che viene dal modo da noi tenuto. Cosìper il diametro della palla di 3 lib. diuide in $et- te parti quello di due, & vna di que$te aggiunge, onde il dia- metro di due al diametro di tre libre è come 7 à 8; il diametro di due era {5/4} del primo diametro, dunque il diametro di tre libre è {10/7} del primo diametro, com’è manife$to, $e le due pro- portioni 4 à 5, e 7 à 8 $i continuano in tre termine 28. 35. 40. Dunque il diametro d’vna lib. al diametro di tre libre è come 7 à 10: il cubo di quello è 343, il cubo di que$to è 1000, e pur’il triplo del primo è 1029; sì che è minor del douere di {29/343}, le qualiridotte $ono {84548104/1000000000}. Mà nel no$tro Stromen- to il diametro della palla di tre libre è 1442, il cui cubo 2998442888 mãca dal triplo cubo del primo 3000000000 $olamente di {1557112/1000000000}. Dal che manife$tamente appari$ce, quanto più accuratamente con qne$ta maniera po$$ano far$i Calibri giu$ti$$imi, e con facilità grandi$$ima, & e$$aminare igià fatti.

Mà $e il Bombardiere haurà $eco que$to Stromento di Proportione, haurà $eco vn Calibre vniuer$ale per tutti i Pae$i, $econdo la diuer$ità de’ pe$i; poiche cono$ciuto il dia- metro d’vna palla di determinato pe$o di quel pae$e, ritenuta quell’apertura dello Stromento, à cui tal diametro è applica- to al numero corri$pondente alle libre del pe$o, $ubito $i co- no$cerà il diametro di qual $i voglia altra palla di tal materia di qual $i voglia pe$o.

[0138]_CAPO IV_.

Quindi volendo diametri di palle minori d’ vna libra, metta il diametro d’vna libra al numero 12. 12, e potrà ha- uer il diametro d’vna, due, e più oncie, & anche minori dell’ oncia, $e trouato il diametro d’vn’ oncia $i applichi ad vn nu. mero capace della diui$ione cercata; così mettendo$i al 50. 50, $i potrà hauer il diametro d’vna palla, che $ia {1/50} d’oncia.

Che $e per auuentura la proportione, che deuono hauer’i $olidi $imili fo$$e e$pre$$a in numero maggiore del 50, che $i troua nella linea Cubica dello Stromento, come $e la propor- tione fo$$e di 40 à 72, $i riduca à minor termini, come di 10 à 18, ouero di 5 à 9, e con que$ti numeri $i operi, come$e in e$$i fo$$e data la proportione, poiche in realtà è la $te$$a pro- portione diuer$amente e$pre$$a. Mà $e li numeri della Pro- portione non haue$$ero alcuna commune mi$ura, come 49 à 60, s’applichi il lato del $olido dato all’interuallo 49. 49; dipoi ritenuta quell’ apertura dello Stromento, diui$o il 60 per alcun numero, che lo mi$uri, $ia per cagion d’e$$empio, il 12, che lo mi$ura per 5, prendo l’interuallo 12. 12, e con$er- uo que$ta lunghezza, la quale applico all’interuallo di qual- che numero, che habbia tra’numeri della linea vn numero quintuplo à cagione, che il 12 mi$uraua per 5 il 60; e per e$- $empio l’applico al 7. 7; Quindi al quintuplo di 7, cioè all’in- teruallo 35. 35 haurò il lato del $olido, che $arà come 60 in, riguardo del dato, che è 49. E che ciò $ia, è chiaro dall’ope- ratione, perche nella prima operatione $i trouò il lato d’vn, $olido, che al 49 era come 12; nella $econda operatione s’è trouato il lato d’vn $olido quintuplo di quello, e perciò pren- dendo$i cinque volte il 12, vien’ad e$$ere 60. Così per hauer’ il lato del $olido, che $ia come 51 ad vn’ altro il cuilato s’ad- datta all’interuallo 28. 28, prendo l’interuallo 3. 3: que$to [0139]_Linea Cubica_ applico, aprendo lo Stromento, al punto 2. 2; & al 34. 34 trouo la grandezza del lato di 51: perche 34 contiene il 2 dieci$ette volte; all’interuallo 2. 2 fù applicato il lato del $oli- do 3; dunque il 3 pre$o 17 volte dà 51. Di quì appari$ce, che $e il numero maggiore $i mi$ura dall’ 8, pre$o l’altro numero, che lo mi$ura, e raddoppiato l’interuallo, $arà il lato cercato; Come $e $i vole$$e il lato di 96, il quale $i mi$ura dal 12 per 8; pre$o l’interuallo 12. 12, eraddoppiato, darà ciò, che $i cer- ca, perche illato doppio dà il cubo ottuplo, e così il 12 ottu- plicato è 96.

Mà quando occorre$$e, che il numero maggiore di 50 fo$- $e numero primo, non mi$urato da altro numero, che dall’ vnità, e per con$eguenza di$pari, come $e fo$$e 83, $i potrà $enza pericolo di errore $en$ibile prendere la metà del nu- mero all’interuallo 41 {1/2}. 41 {1/2}, e poi applicata que$ta di$tan- za al punto 25. 25, l’interuallo 50. 50 darà il lato cercato di 83: perche $e bene quel lato, che dà il 41’ pre$o à occhio, non è così preci$o, è però tanto poca la differenza, che per l’operatione $i$ica non porta errore notabile.

QVESTIONE QVARTA. Dati due corpi $imili, come $i cone$ca la loro proportione.

COn due Compa$$i $i prendano i due lati homologi, & applicati nella linea Cubica à gl’ interualli, ne’quali caderanno con preci$ione la maggiore che $i potrà, i numeri, che corti$pondono e$primeranno la pro portione. E $e i lati de’ corpi dati fo$$ero troppo grandi per applicargli allo $tro- mento, $i opericon vnalor parte aliquota $imile, perche il $o- [0140]_CAPO IV_. lido $imile $opra la parte del lato d’vno, hà al $olido $imile $o- pra parte $imile dellato dell’altro la proportione, che hanno tra di loro gl’intieri $olidi $imili $opra i lati intieri.

Prendiamo l’e$$empio dalli Bombardieri, i quali danno il vento alle palle dell’ artiglieria, cioè prendono le palle vn, poco minori di quello, che richiede la bocca del pezzo, à fine che mancando per auuentura, come $pe$$o accade, la douuta rotondità alla palla, non re$ti impedita dal poter$i $pinger à ba$$o, quanto conuiene, ò nello $parare non incontra$$e con, qualche piccola prominenza à $errar così giu$to, che perico- la$$e il pezzo. Due $ono le prattiche, che adoprano. Pri- mieramente prendono il diametro della bocca del pezzo, e diui$olo in 21 parti, ne danno 20 per il diametro della palla. Ora per $apere, che proportione habbia la palla, che real- mente s’ adopra, à quella, che giu$tamente porta il pezzo, s’ella fo$$e i$qui$itamente polita, e li$cia; prenda$i il diametro dell’ anima del pezzo, e nella linea cubica dello $tromento s’applichi all’ interuallo di quel numero, che è il pe$o della palla, che lo denomina, e $ia vn cannone da 40, onde dourà applicar$i all’interuallo 40. 40; e poi $i vegga à che interual- lo $i po$$a applicare il diametro della palla, ch’è {20/21} del diame- tro del pezzo, e $i trouerà, che cade tra li numeri 34, e 35, onde $i raccoglie, che tal palla non arriua à 35 libre di pe$o, mà è circa 34 {1/2}. E cio $i conferma, $e delli due diametri 21, e 20 $i prendano i cubi 9261, & 8000: & e$$endo il primo libre 40, $i faccia come 9261 à 8000, così libre 40 à libre 34 {5/9}, & in que$ta maniera, $e la portata del pezzo fo$$e di libre 50, dato il vento alla palla, con leuare al $uo diametro {1/31}, $aria la palla $olo di libre 43 {1/5} poco meno.

[0141]_Linea Cubica_

La $econda maniera è tale; il cir- colo CDAB $ia la bocca del pezzo, e dal punto A s’applichi il $emidia- metro in AB, & AD: e pre$o l’inter- uallo DB, dal punto A $i tagli il dia- metro AC nel punto E; & del re$tan- te EC $i la$ci vn terzo IC; & IA $arà il diametro della palla, à cui s’è dato il vento. Per $aper dunque quanto meno pe$i della giu$ta portata del pezzo, s’applichi nella linea cubica il diametro AC al numero del pe$o, che denomina il pezzo, per e$$empio da 40, all’interuallo 40. 40; e poi il numero dell’interuallo, in cui cade il diametro AI manife$tarà il pe$o vero della palla 35. Eque$to $i confermarà, $e pre$o il diametro AC, come 200, trouerò tanto nella linea Aritmetica dello $tromento, quanto nelle Tauole Trigonometriche, che BD corda digr. 120, cioè AE è 173, e per con$eguenza EC 27, la cui terza parte 9 è CI; e perciò IE 18 aggiunta alla EA 173 da tutto il diametro della palla AI 191, & AC è 200; i quali numeri nella tauoletta po$ta in que$to Capo $ono radici delli cubi 7, & 8: e così $e 8 dà libre 40, 7 ne darà 35. Come pure con que$to metodo, $e l’anima del pezzo fo$$e capace di palla di libre 50, datogli il vento, $i trouerà, che $arà $olo di libre 43 {3/4}.

Dalle co$e dette $i caua, come $i po$$a anche venir’in cognitione della $olidità de’ corpi vuoti, quando la vacuità di dentro è capace d’vn corpo $olido $imile à quello di tutto il va$o $e fo$$e pieno. Come nella figura 20, $e $ia dato il va$o BEV, la cui vacuità $i riem pireb- [0142]_CAPO IV._ be con vn corpo $imile, e $ia la $ua bocca OI, in maniera che, come DE ad EV, così OS ad SI, e come ED à DB, così SO ad OT profondità della capacità del va$o. Applico il lato DE all’interuallo 18. 18, e pre$o col Compa$$o il lato OS, trouo, che cade nell’interuallo 9.9, onde argomento, che la $olidità del va$o è tanta, quanta è la capacità $ua.

_QV ESTIONE QVINTA_. _Come $i po$$a far’vn Cono vguale ad vn Cilindro dato, e che_ _habbiano li diametri delle ba$i, e gl’ A$si proportionali_.

OGni Cono paragonato con vn Cilindro, che habbia la ba$e, e l’a$$e, vguale alla ba$e, & all’ a$$e del Cono, è la terza parte del Cilindro, per la 10 del lib. 12, e perciò da- to il Cilindro, ba$terà trouar’il diametro della ba$e, e l’a$$e d’vn $imile Cilindro, che fo$$e tre volte maggiore, perche il Cono, che haurà que$to diametro della ba$e, e que$to a$$e, e$$endo la terza parte di que$to Cilindro triplo del primo, $arà vguale al primo Cilindro. Ora perche li Cilindri $imili $ono nella triplicata proportione delli diametri delle ba$i, per la 12 del lib. 12, cioè come i cubi di detti diametri; perciò applicato il dia- metro del Cilindro dato AB à qual $i voglia numero della linea cubica, come per e$$empio all’interuallo 6. 6@@ renda$i il numero triplo (poiche il Cilindro da far$i deue e$$er triplo) e l’interuallo 18. 18, darà la linea [0143]_Linea Cubica_ EF diametro della ba$e il cui centro è G. Dipoi all’i$te$$o interuallo 6. 6, applica- to l’a$$e CD del Cilindro dato, l’inter- uallo 18. 18, darà l’a$$e GH; e perciò il Cilindro EIF è $imile al Cilindro ADB, e$$endo come AB ad EF diametri, co- sì CD à GH a$$i; & e$$endo il cubo di EF triplo del cubo di AB, per la con$truttione dello $tromento, anche il Cilindro EIF è triplo del Cilindro dato ADB: Dunque e$$endo il Ci- lindro EIF triplo an che del Cono EHF $opra la $te$$a ba$e GEF, con la $te$$a altezza GH $arà il Cono EHF vguale al Ci- lindro dato ADB, & hauranno li diametri delle ba$i, e gl’a$$i proportionali, come s’era propo$to.

[0144]_CAPO IV_. _QVESTIONE SESTA_. _Come $i troui vna Sfera vguale ad vn Cilindro dato_.

SE fo$$e data vna gran Colonna, e $i vole$$e $apere, quan- to, ò quale douria e$$er’ il diametro d’vna sfera vguale alla colonna (la quale $uppongo e$$er’ vn cilindro retto, cioè, che l’a$$e cade perpendicolare nella ba$e; $e nò, facilmente $i ridurrà ad vn cilindro retto, che habbia l’i$te$$a ba$e, e l’i$te$- $a altezza perpendicolare, che $ia a$$e, come $i raccoglie dal Corollario della 11 del lib. 12) prenda$i il diametro della ba- $e, e l’altezza di tal cilindro; $i troui la lor proportione in numeri, per la que$t. 5. del cap. 2. e nella linea cubica dello $tromento applicato il diametro all’ interuallo del numero, che gli corri$ponde, $i prenda l’interuallo, che dà l’altro nu- mero corri$pondente all’a$$e. Que$ta di$tanza trouata s’ap- plichi nello $tromento all’ interuallo 2. 2, poiche l’interuallo 3. 3 darà il diametro cercato della sfera vguale al cilindro. E $e gl’interualli 2. 2, e 3. 3 fo$$ero troppo piccolli, $i pren- dano li loro equemoltiplici in qualunque proportione. Sia nell’i$te$$a fig. 21 dato il cilindro EIF, à cui $i voglia far’vna sfera vguale; $i troua, che il diametro della ba$e EF all’ a$$e GH è come 91 à 200, cioè come 5 à 11, nella linea cubica applico EF all’interuallo 5. 5, e l’interuallo 11. 11 mi dà la linea R. Applico la linea R all’interuallo 2. 2, e l’interuallo 3. 3 mi dà la linea S diametro della sfera MN vguale al dato cilindro EIF.

Per dimo$trare, che ciò $ia, prenda$i la linea R diametro, & a$$e del cilindro quadroto KPXL, & in que$to cilindro s’in- [0145]_Linea Cubica_ tenda la sfera, il cui centro Q, e così il diametro della ba$e del cilindro KL, come l’altezza KP $ia vguale al diametro della sfera. Ora perche li cubi di EF, e di R $ono come 5, e 11, per la co $truttione dello $tromento, la proportione di 5 à 11, cioè di EF à GH, è triplicata della proportione de’lati, cioè di EF à R; dunque R è la $econda di quattro continuata- mente proportionali, delle qualli EF è la prima, e GH la quar- ta; e $ia V la terza. Dunque perche le ba$i de’ cilindri EIF, KPL $ono nella proportione duplicata de’ diameri EF, KL, cioè R, le ba$i di detti cilindri $ono come EF prima alla V terza. Mà come EF à V, così R à GH; dunque come la ba- $e, il cui diametro EF, alla ba$e, il cui diametro KL, così l’al- tezza PK per la co$truttione vguale alla linea R, all’altezza GH. Dunque, per la 15 del lib. 12, reciprocando$i le ba$i, e l’altezze, i due cilindri EIF, KPL $ono vguali. Dunque la sfera QZOY, il cui diametro è la linea R vguale all’altezza del cilindro, & il cui circolo ma$$ime è vgualle alla ba$e di det to cilindro, è $ub$e$quialtera al cilindro, cioè come 2 à 3, per il Manife$to 9 del lib. 1. de Sphæra; & Cylindro d’Archime- de. Dunque e$$endo$i pre$a la linea R lato del cubo 2, e la linea S lato del cubo 3, la sfera MN, il cui diametro è la li- nea S è $e$quialtera della sfera QZOY, il cui diametro è la li- nea R. Dunque così la sfera MN, come il cilindro KPL e$- $endo $e$quialteri della $te$$a sfera Q Z O Y, $ono vguali; dunque anche la s$era MN è vguale al dato cilindro EIF.

[0146]_CAPO IV_. _QVESTIONE SETTIMA_. _Data vna Parabola, trouare la proportione di due $egmenti_ _terminati ad vn mede$imo punto_.

SIa data la Parabola ABC, & in e$$a due $egmenti AFB, e BC terminati nello $te$lo punto B. Si cerca la propor- tione di que$ti due $egmenti. Tiri$i il Diametro BD: il che $i farà, $e con- gionte le e$tremità de’ $egmenti con la retta AC, à que$ta dal punto B $i tirarà parallela la BG; e così I’vna come I’altra parallela diui$e per mezzo in H & I; la retta HI prodot- ta $in in F $arà il diametro, à cui $ono Applicate HE, IB. Dunque $ia BD parallela alla FH, e $arà diametro, e$$endo che nella Parabola tuttii diametri $on paralleli all’ A$$e. Sì che il diametro BD taglia la AC in E.

Ora perche li $egmenti AFB, e BC hanno tra di loro la tri- plicata proportione della linea AE all’EC, come dimo$tra Gregorio di S. Vicenzo lib. 5. Quadr. circ. prop. 260; metta$i la linea AE in qual$iuoglia interuallo della linea Cubica; e quell’interuallo, doue capirà la linea EC col numero oppo- $to dimo$trarà la proportione delli due $egmenti: poiche e$- $endo triplicata della proportione di AE ad EC, $arà la me- de$ima delli Cubi di dette linee AE, EC.

[0147]_Linea Cubica_ _QVESTIONE OTTAVA_. Data vna Parabola terminata, tagliata da vna linea parallela, trouar la proportione delle parti, nelle qualli è diui$a.

SIa data la Parabola DBE terminata dalla linea DE; & à que$ta $ia parallela la linea AC. Si cerca la propor- tione del $egmento ABC al re- $tante DACE. Diui$e le due pa- rallele in mezzo in F, c G, $ia ti- rata la BG diametro della Para- bola. Ora perche le line BF, BG $ono nella duplicata proportione di AF à DG (e$$endo tra di loro come $i quadrati delle ordinatamente Applicate, alli quali $on vguali i Rettãgoli da e$$e $aette & illato Retto) cioè di tut- te le intiere AC, DE; la proportione del Triango$o ABC, al Triangolo DBE è compo$ta della proportione delle ba$i AC, DE, e dell’ altezze BF, e BG, cioè è triplicara di AC à DE.

Mà perche la Parabola ABC alla Parabola DBE è nella proportione del $uo Triangolo ma$$imo ABC a$ Triangolo ma$$imo DBE; dunque la Parabola ABC alla Parabola DBE è nella triplicata proportione della linea AC alla linea DE. Metta$i dunque nella linea Cubica dello $tromento à qual$i- uoglia interuallo $a linea DE, etroui$i doue capi$ca l’inter- uallo AC, che $arà manife$ta la proportione delle due Para- bole: e pre$a la differenza trà di loro, $arà manife$ta la pro- portione del$egmento ABC al re$tante DACE.

[0148]_CAPO IV_. _QVESTIONE NONA_. _Come d’vn numero dato $i troui la Radice Cubica_.

APerto lo Stromento; gl’interualli de’numeri nelle linee cubiche danno i lati de’cubi, i qualli hanno tra diloro la proportione e$pre$$a dalli numeri adiacenti. Dunque $e detti lati s’applicheranno ad interualli delle linee Aritmeti- che, $i cono$cerà la proportione di detti lati; la qual’è la $ub- triplicata della proportione de’Cubi. Dunque cono$ciuta la proportione di due cubi, & il lato d’vno di e$$i, $i cono$cerà anche l’altro. Quindi è, che applicato vn cubo ad vn nu- mero delle linee cubiche, e pre$o il lato d’vn’altro cubo co- no$ciuto nella $ua radice, & applicata que$ta all’interuallo corri$pondente nelle linee Aritmetiche, l’altro lato del cubo dato $i cono$cerà, e$$endo applicato all’interuallo proportio- nato delle linee $te$$e Aritmetiche. Perciò dato vn numero pre$o come cubo; & applicato alle linee cubiche (nel modo proportionatamente, che $i di$$e dell’ e$trattione della radice quadrata con le linee Geometriche) quelche re$ta tagliate via le tre vltime figure, e pre$o l’interuallo d’vno de’numeri cubi $egnati nelle linee, cioè 8, ouero 27, radice de’ quali $o- no 2, e 3, e que$to poinelle $inee Aritmetiche applicato al 20. 20, ouero al 30. 30, l’altro interuallo applicato alla $te$$a li- nea, darà la radice cubica cercata. E la ragione, perche $i buttino via le tre vltime figure, è perche li cubi di 20, e di 30 $ono 8000, e 27000, e così gettate via le tre vltime figure, re$ta la proportione de’cubi e$pre$$a in numeri minori, che $ono $egnati nelle linee dello Stromento: & applicati poi [0149]_Linea Cubica_. gl’interualli alli 20, ouero 30, & à numeri corri$pondenti, vengono le radici cercate.

Cerchi$i la radice cubica del numero 14119; gettate via le tre $igure 119, il re$to 14 applico all’interuallo 14. 14 del- le linee cubiche: poicon vn’altro Compa$$o prendo l’inter- uallo 8. 8 nella $te$$a apertura dello Stromento. Poinelle li- nee Aritmetiche applico que$to $econdo interuallo pre$o alli punti 20. 20, che è la radice di 8000, e vedendo, che il primo interuallo pre$o applicato à que$te $te$$e linee Aritmetiche cade al 24. 24, e vn poco più; dico, che la radice cubica del dato numero 14119 è 24 con vna frattione aderente. Che $e le tre vltime figure tagliate pa$$ano li 500, $i può accre$cer d’vn’vnità il numero, che re$ta, poiche più s’acco$ta al mille. Così cercando$i la radice di 19864, $i può in vece del 19 prendere il 20, & operando come prima, $i troua e$$er la $ua radice 27, e poco più.

Mà $e il numero re$tante fo$$e maggiore del ma$$imo no- tato nelle linee cubiche, prenda$i vna parte aliquota tale, che nelle linee cubiche $iano due numeri così moltiplici l’vno dell’altro, come il tutto è moltiplice della detta parte aliquo- ta: come $e $i prende la $e$ta parte, vi$ia vn numero $e$tuplo d’vn’altro. Et in tali occa$ioni è bene nel principio prendere piccola apertura dello Stromento, per poter poi applicar quell’interuallo pre$o à numeri minori, come mo$trerà l’i$pe- rienza. Cerchi$i la radice cubica di 336212: tagliate le tre vltime figure, re$ta 336, il qual’è troppo grande; piglio dunque la $ettima patte di 336, cioè 48, & aperto lo Stro- mento, prendo nelle linee cubiche l’interuallo 48. 48, e con vn’altro Compa$$o l’interuallo 8, 8. Mà perche il lato pre$o di 48 è $olo il lato d’vn cubo $ub$ettuplo del cubo dato, per- [0150]_CATO IV_. ciò cerco nella linea cubica due numeri, vno de’ quali$ia $et- tuplo dell’altro, e$ono 5, e 35, perciò quell’ interuallo pre$o 48. 48, allargando lo Stromento, lo metto alli punti 5. 5, & allhora prendo l’interuallo 35. 35, che è quello, che $i cerca- ua. Quindi l’interuallo, che fù pre$o tra 8. 8, applico nelle linee Aritmetiche al 20. 20; & in quell’apertura di Stromen. to trouando, che l’vltimo interuallo s’applica nelle dette linee Aritmetiche alli punti 69. 69, & vn poco più, dico, che la ra- dice del numero 336212 è 69 con vna frattione.

Quando poi l’interuallo vltimo riu$ci$$e così grande, che fo$$e maggiore dell’interuallo 100. 100 della linea Aritmeti- ca, $i de$criue vna linea vguale à tal’ interuallo delle linee Cu- biche vltimamente trouato, e cauatone la di$tanza 100. 100 delle Aritmetiche, s’applica il re$to della linea, e $i vede quan- to di più vada aggiunto al 100. Cerchi$i la radice cubica di 1840325, gettate le tre vltime figure, diuido il re$to 1840 in quaranta parti, e trouo, che la $ua quarante$ima patte è 46. Apro mediocremente lo Stromento, e prendo col primo Compa$$o l’interuallo 46. 46, e col $econdo Compa$$o l’in- teruallo 8, 8. Dipoi, perche il cubo 46. 46 và moltiplicato 40 volte, applico quell’interuallo pre$o col primo Compa$- $o all’interuallo 1. 1, e poi prendo l’interuallo 40, 40. Et operando poi, con hauer’ applicato l’interualo pre$o col $e- condo Compa$$o alli punti 20. 20 delle linee Aritmetiche, trouo, che eccede l’altro Compa$$o la ma$$ima di$tanza 100. 100: perciò da vna linea de$critta vguale all’vltimo in- teruallo pre$o col Compa$$o alli punti 40, 40 delle cubiche, cauo l’interuallo 100. 100 dell’Aritmetiche, & applico à quello il re$to della linea de$critta, e cadendo alli punti 22, dico, che la radice cubica del numero dato 1840325, è 122 con qualche frattione.

[0151]_Linea Cubica._

Quì pure nelnumero così grande, che due numeri, i quali moltiplicati in$ieme lo producono, $ono maggiori delli nota- ti nella linea cubica dello $tromento, $e ne piglino 3, ò anche quattro, dalla moltiplicatione de’quali vien prodotto il nu- mero, chere$ta, leuate le tre vltime figure, nel modo detto, quando $i parlò dell’e$trattione della radice quadrata. Così cercando la radice cubica di 3600000, leuate le tre vltime figure, re$ta 3600, che $i fà dal 60 per 60: po$$o dunque prendere tre numeri 15. 15. 16, e pre$o l’interuallo 15. 15, prender poiillato del cubo quindecuplo di que$to, applican- do quell’interuallo al 3. 3, epoi prendendo i’interuallo 45. 45, & hauuto que$to, s’hà à prender’il lato del cubo $edecu- plo, il che $i farà applicando que$to $econdo interuallo tro- uato al 3. 3, e poi prendendo l’interuallo 48. 48, & operan- do con que$to nel modo detto, nelle linee Aritmetiche $i tro- ua, che la radice cubica di 3600000, $arà 153 in circa.

Finalmente per i piccoli numeri s’opera $enza tagliarne alcuna figura; e s’hanno l’intieri con le decime. Cerco la ra- dice del numero 47; prendo l’interuallo 47. 47, & anche 8. 8, que$to $econdo nelle linee Aritmetiche applico al 20. 20, e l’altro cade nel 36. 36, poco più: onde dico, che la radice cu- bica di 47 è 3 {6/10}, poco più: perche per radice di 8 douea, prender$i 2, e non 20; dunque hauuti$i i decimi del cubo preci$o, vengono li decimi del cubo dato non così preci$o. Cerco la radice di 180, prendo il quinto 36, e l’interuallo 36. 36 applico ad vn’altro numero, dicui $ia il quintuplo nelle linee cubiche, per e$$empio al 5. 5, e poi prendo l’interuallo quintuplo 25. 25. Poi applicato l’interuallo 8. 8, pre$o da principio al 20. 20, delle linee Aritmetiche, trouo, che l vlti- mo interuallo cade nelle linee Aritmetiche al 56. 56, e qua- [0152]_C A P O IV._ $i 57. 57. onde conchiudo, che la radice cubica di 180 è 5 {6/10} in circa.

Che $e il numero dato non fo$$e intiero, ma vn rotto, di cui $i cerca$$e la radice cubica; $arà $acile il trouarla; cioè nelle linee cubiche applicando all’interuallo corri$pondente al nu- mero, che $i vuol ritenere (ò $ia il Numeratore, ò pure il De- nominatore) i$ compa$$o con quell’apertura, che $i vuole; e di poicon altro compa$$o prendendo l’interuallo ri$pondente all’altro numero della frattione data; poiche nelle linee Aritmetiche applicato il primo compa$$o al numero, che $i vuol ritenere della data frattione, ouero ad vn $uo moltiplice, (il che $arà meglio, per hauer la radice più vicina alla preci$io- ne) l’ltro compa$$o mo$trarà il numero cercato. Sia per ca- gione d’e$empio dato il roto {4/7}, di cui $i vuole la radice cubi- ca: prendo nelle cubiche l’interuallo 4. 4. (poiche voglio ri- tener il Numeratore) e con altro compa$$o l’interuallo 7. 7. Quindi applico il primo compa$$o nelle linee Aritmetiche al decuplo di 4, cioè al 40, & il $econdo compa$$o caderà all’in- teruallo 48. 48, poco più: onde la radice $arà pro$$imamen- te {40/48}, cioè pro$$imamente {5/6}, il cui cubo {125/216} è poco maggiore del cubo dato {4/7}. Che $e nelle linee cubiche prendo col primo compa$$o l’interuallo 7. 7, e col $econdo 4. 4, nelle Aritmeti- che applico il primo compa$$o al 70. 70, & il $econdo cade all’interuallo 58.58. onde la radice è pro$$imamente {58/70}, cioè {29/35}; il cui cubo {24389/42875} è poco minore del cubo dato {4/7}. La ragio- ne di que$to modo di operare è manife$ta, perche cercando $i laradice cubica ad vn numero rotto, $i cerca vna frattione, il cui Numeratore al $uo Denominatore habbia la propottio- ne $ubtriplicata del Numeratore al Denominatore della data frattione. Ora per la con$truttione dello $tromento $i hanno [0153]_Linea Cubica_ i lati de’cubi, che $ono nella $ubrriplicata proportione de gli $te$$i cubi; dunque prendendo come cubi il Numeratore, & il Deno minatore, gl’interualli, che alli loro numeri corri$pon- dono, $ono nella $ubtriplicata proportione; e perciò e$ami- nata la loro quantità nelle linee Aritmetiche, $i hauranno due numeri nel$a $ubtriplicata proportione, come $i cerca. Per- ciò à fine di cauare la $udetta radice Cubica $enza lo $tromen- to, ba$tarà moltiplicar il quadrato del Numeratore 4, cioè 16, per il Denominatore 7, e dal prodotto cauata la radice cubica $arà la prima delle due medie proportionali tra 4, e 7, e perciò Denominatore $otto il Numeratore 4. Ouero il quadrato del Denominatore 7, cioè 49, $i moltiplicarà per il Numeratore 4, e dal prodotto la radice cubica $arà la $econ- da delle due medie tra 4, e 7, e perciò Numeratore, a cui per Denominatore $i dà il 7.

In que$to luogo, come per aggiunta, mi per$uado non $ia per e$$er di$caro al mio Lettore, $e proporrò vna maniera, a$$ai facile per trouar la radice cubica de’ numeri, almeno molto vicina alla preci$ione, della quale non $i curano più che tanto quelli, che cercano tali compendij, di$$i vicina alla preci$ione, non perche non $i po$$a hauere la radice preci$a, quando ella c’è, ma perche in alcuni numeri grandi, come ap- pre$$o $i vedrà, non $empre s’affronterà.

Per li numeri, che non $iano maggiori di $ei figure, e per- ciò la radice non è che di due figure, $eruirà con ogni preci$io- ne la $eguente tauoletta, in cui nel capo di cia$cun’ordine, dou’è C 2. C 3. &c. $i mo$tra che, quando la prima nota del- la radice è 2, ouero 3, ò qualunque altro numero, tutto quel- lo, che $i dourà cauare, è vno de’numeri po$ti in quell’ordine venendo à ba$$o; e nella prima colonna, doue $on po$te le 9 [0154]_C A P O IV._ radici, corri$ponde a$ numero la figura, che $i deue aggiun- ger’alla radice trouata da principio.

R # C. # C. 1 # C. 2 # C. 3 # C. 4 # C 5 # C. 6 # C.7 # C.8 # C.9 1 # 1 # 331 # 1261 # 2791 # 4921 # 7651 # 10981 # 14911 # 19441 # 24571 2 # 8 # 728 # 2648 # 5768 # 10088 # 15608 # 22328 # 30348 # 39368 # 49688 3 # 27 # 1197 # 4167 # 8937 # 15507 # 23877 # 34047 # 46017 # 59787 # 75357 4 # 64 # 1744 # 5824 # 12304 # 21184 # 32464 # 46144 # 52224 # 80704 # 101584 5 # 125 # 2375 # 7625 # 15875 # 27125 # 41375 # 58625 # 78875 # 102125 # 128375 6 # 216 # 3096 # 9576 # 19656 # 33336 # 50616 # 71469 # 95976 # 124056 # 155736 7 # 343 # 3913 # 11683 # 23653 # 39823 # 60193 # 84763 # 113523 # 146503 # 183673 8 # 512 # 4832 # 13953 # 27872 # 46592 # 70112 # 98432 # 131552 # 169472 # 212192 9 # 729 # 5859 # 16389 # 32319 # 53649 # 80379 # 112509 # 150039 # 192969 # 241299

Sia dato il numero 438976, da cui de- 438976 # 76 343 95976 95976 0 ue$i e$trarre la radice cubica. Noto li punti $otto il 6, el’8 al modo con$ueto: e nel $econdo ordine, che è de’cubi, trouo, che il cubo pro$$imamente minore di 438 è 343 cubo di 7; dunque noto 7 per radice, e leuo 343 dal 438, e re$ta 95. A que$te figure 95, che $on re$tate, aggiungo l’altre tre figure del numero dato, & è 95976.

Ora perche la radice trouata da principio è 7, cerco nell’ ordine C. 7, venendo à ba$$o vn numero vguale, ò pro$$ima- mente minore del 95976, e lo trouo preci$amente à dirittu- ra della radice 6 nella prima colonna: perciò aggiungo il 6 alla radice 7, e fatta l’e$trattione, nulla rimane; onde conchiu- do, che il num. dato 438976 è preci$amente cubo, e la $ua ra- diee è 76.

[0155]_Linea Cubica_

Nell’i$te$$a maniera dato 749812, leuo dal 749 il cubo di 9, che è 729, e rimane 20. Il numero, che re$ta è 20812. Ora perche la radi- 749812 # # 20812 # 90 729 # # 24570 20812 ce è 9, cerco nella colonna C. 9 vn nu- mero pro$$imamente minore, e niuno ve n’è; onde aggiungo il o alla radice, che $arà 90, e re$ta per numeratore della frattione adiacente il numero 20812; e per denominatore al modo $olito $arà il triplo della radice trouata, cioè 270, mo$tip$icato per la- $te$$a radice, & il prodotto 24300 $arà il denominatore, oue- ro moltiplicato per la radice accre$ciuta dell’vnità, cioè per 91, & il prodotto 24570 $arà il denominatore, a cui per lo più torna bene aggiungere l’vnità, onde $ia 24571, quello dà la frattione maggiore, e que$to minore del douere.

Mà $e il numero dato fo$$e 57649, le- uo dal 57 il cubo di 3, che è 27, e re$ta 57649 # 38 27 30649 27872 2777 30; sì che il numero rimanente per la $e- conda operatione è 30649. Cerco dun- que neila colonna C. 3 vn numero pro$- $imamente minore di que$tc, che è rima- $to, e trouo 27872, quale cauo dal 30649, ere$ta 2777. E perche all’ in- contro del $udetto numero 27872 $i troua la radice 8, ag- giungo que$ta al 3, & è la radice del numero dato 38 con vna frattione, il cui numeratore è quel 2777, che re$tò, & il de- nominatore è il triplo della radice 38 moltiplato per 39, per hauer $a frattione minore, ouero il triplo quadrato della ra- dice 38, per hauer la frattione maggiore.

La ragione di que$to modo d’operare è, perche i numeri di cia$cuna area della tauoletta $ono quelli, che $i fanno dal [0156]_CAPO IV._ triplo quadrato del numero po$to in cima (pre$o però come numero decadico, cioè non 2, ma 20, e così de gl’altri) molti- plicato nel numero laterale corri$pondente della radice, e di più dal quadrato della rad<007>ce po$ta nella prima colonna nel triplo del primo numero della radice pre$o pure come deca- d<007>co, e di più dal cubo della detta $econda figura della radice. Per e$$empio, $otto il C. 3. $i troua corri$pondente alla radi- ce laterale 3 il numero 8937. Que$to $i fà dal quadrato di 3 (cioè dello 30 po$to in cima) pre$o tre volte, & è 2700, mol- tiplicato per $a $econda radice laterale 3, onde è 8100. Di più il triplo della prima radice, che era 3 (cioè 30) è 90, e que$to $i moltiplica per il quadrato della $econda radice 3, cioè per 9, e$i fà 810. Fina$mente prendo il cubo della $e- conda figura della radice 3, cioè 27, & aggiunti in$ie me que- $ti tre numer<007> $olidi 8100, 810, 27, $i fà la $omma 8937: E que$to numero $i dourâ $empre cauare nella $econda ope- ratione, quando la prima figura della radice $arà 3, e la $econ- da $arà parimenti 3. L’i$te$$o s’intenda fatto in tutti gl’altri numeri areali di que$ta tauoletta. Onde fatta la fatica vna volta in far la tauoletta, rie$ce poi facile l’operatione nel mo- do detto.

Che $e il numero dato $arà maggiore di $ei figure, $i diuida per vn numero cubo, di cui $ia cono$ciuta la radice, e del quo- tiente rima$to minore di $ette figure $i caui nel modo predet- to la radice; poiche $e que$ta radice trouata $i moltiplicarà per la rad<007>ce nota del cubo, che fù diui$ore, $i produrrà la ra- dice cercata del numero dato. La ragione di ciè è manife$ta, perche come l’vnità al diui$ore, così il quotiente al numero diui$o; dunque e$$endo l’i$te$$a la lor proportione $ubtriplica- ta, è ancho come la radice cubica dell’vnità alla radice cubi- [0157]_Linea Cubica_ ca del diui$ore, così la radice cubica del quotiente alla radice cubica del numero diui$o; que$ta dunque $i fà con la molti- plicatione delle radici cubiche del quotiente, che è trouata, e del diui$ore, che $i $uppone nota. Sia dato il numero 32001- 3504000, di cui $icerca la radice cubica. Mi è noto, come $uppongo, che 438976 è numero cubo, la cui radice è 76. Prendo quel numero per d<007>ui$ore del numero dato, e mi vien per quotiente 729000; di que$to cerco la radice cubica nel modo $opradetto, etrouata e$$er 90, moltiplico 90 per 76 radice del diui$ore, e$i produce 6840 radice cercata del nu- mero dato. Così $ia dato 128024064: que$to diuido per 343 cubo del 7: del quotiente 373248 trouo la radice e$$ere 72; e que$ta moltiplicata per 7 radice del diui$ore, produce 504 radice cercata del numero dato.

Ma $e vn numero $arà così grande, che non ti $ia noto vn cubo, che diuidendo$o la$ci per quotiente meno di 7 figure, diuidilo per qucl cubo, che ti è noto: & il quotiente troppo grande diuidi $imilmente per vn cubo noto, $in che habbi vn quotiente piccolo à tuo modo, dal quale po$$i cauar la radi- ce: dipoi que$ta radice moltiplicata $ucce$$iuamente con le radici de’cubi pre$i per diui$ori, darà fina$mente la radice cercata.

Di quì hai vn modo a$$ai facile per cauare la radice cubica anche $enza que$ta tauoletta, $e $olamente $aprai i primi no- ue cubi, diuidendo per e$$i il tuo numero, $in che re$ti vn quo- tiente minore di 4 figure, di cui ti $arà nota la radice; e que$ta poi moltiplica per tutte le radici de’cubi diui$ori. Sia dato lo $te$$o numero poco prima po$to 128024064: lo diuido per 729 cubo del 9, & il quotiente 175616 diuido di nuouo per 343 cubo del 7, e viene il quotiente 512, la cui radice è [0158]_CAPO IV._ preci$amente 8. Dunque moltiplicate infieme que$te tre ra- dici 9, 7, 8, $i produce dell’8 in 9 il 72, e que$to per il 7 dà 504 radice del detto numero.

Dal che potrai anche inferire la facilità del $eruir$i delli cu- bi di 10, 100, 1000, &c. tagliando dal dato numero alla de- $tra tanti numeri ternarij di figure, che non re$tino più di tre figure, delle quali prendi il cubo maggiore con la $ua radice, e quel che auanza del numero re$tato aggiungi alle figure ta- gliate, e $erue per numeratore della frattione, il cui denomi- natore $arà il triplo quadrato della radice trouata, aggiunti tanti zeri, quante figure tag$ia$ti fuora: Dipoi que$ta radi- ce trouata moltipl<007>ca per il 10, ouero 100, &c. conforme taglia$t<007> fuora 3, ò 6, ò 9 figure, e $i produrrà la radice cer- cata; è ben vero, che $arà vn poco maggiore del douere, co- me per il contrario, $e haue$$i accre$ciuto d’vn’vnità quel tri- plo quadrato della radice, verrebbe vn poco minore del do- uere. Così $ia dato l’i$te$$o 128024064: taglio $ei figure, che è come diuiderlo per 1000000, cubo del 100, re$ta 128 {024064/1000000}, da cui cauato 125 cubo di 5, re$ta 3 con la frat- tione: Dunque, poiche 75 è il triplo quadrato di 5, la radi- ce $arà 53 {024064/1000000/75}, cioè 5 {3024064/75000000}, que$ta radice moltiplicata per 100 radice del cubo diui$ore, produce 504, con l’aggiun- ta d’vna frattione, la quale fà il numeratore troppo grande, che $e in vece del 75 haue$$i pre$o 76, $aria venuto meno di 504, onde $i caua douer$i prendere 504.

[0159]_Linea Metallica_ CAPO V. Come s’habbia à notare nello Stromento la Proportione de’Metalli; & v$o di que$ta linea Metallica.

HAbbiamo $in’ora nelle linee $egnate sù lo Stromento, ri$guardato preci $amente le grandezze, ò $iano lun- ghezza, ò aree, ò corpi, $enza tener conto della materia; Ora per cagion d’e$$empio, onde altri potrà à $uo talento de- $criuerne altre, con$ideriamo le grandezze in materie deter- minate in quanto $i po$$ono paragonar’in$ieme, e $iano li me- talli, aggiungendoui la Calamita, il Marmo, e la Pietra, per hauer dieci materie da paragonar’in$ieme. In due maniere $i può in$tituire que$ta comparatione, cioè nella grauità, e$- $endo vguale la lor mole; ouero nella mole, e$$endo vguale illor pe$o. Mà perche hauere nello Stromento vna linea di- ui$a nella proportione della grauità, è co$a, che non hà mol- ta difficoltà, poiche è vna diui$ione di linea $emplice, e tutte le $ue operationi non $olo $i puonno facilmente fare con la li- nea Aritmetica, hauuto ri$guardo alla Tauoletta, che quì $i porrà, nella cui $econda colonna s’e$primono le proportioni delle grauità; ma anche $enza la Tauoletta $i potranno caua- re dallo Stromento nel modo, che quì à ba$$o nella Que$t. 1. $i dirà; perciò è meglio hauer le proportioni de’lati cubici, ouero delli diametri delle sfere, ch’e$$endo di diuer$a mate- ria, $ono però di vgual pe$o; e que$to hauendo qualche diffi- coltà, conuerrà quì $piegare, acciò $i vegga il modo, che $i de- ue tenere; poiche li meno prattici vi ci potriano prendere non piccolo sbaglio.

[0160]_CAPO V_.

Suppongo noto dalla Statica, che la $pecie della grauità de’ corpi paragonati in$ieme $i cono$ce dal pe$o di cia$cuno nell’ i$te$$o mezzo, in cui grauitano, e$$endo di mole vguali: così perche vna palla di ferro pe$ata nell’aria $i troua e$$ere libre 21, doue che vna di pietra della $te$$a grandezza pe$ata pure nell’aria, non è che libre 7, perciò dice$i, che il ferro è tre vol- te più pe$ante della pietra. In oltre $uppongo ciò, che nella Statica $i dimo$tra, che le grauità $pecifiche de’ corpi, e le lo- ro moli $ono reciprocamente proportionali, cioè, come la grauità $pecifica del primo, alla grauità $pecifica del $econdo, quando le moli $ono vguali, così quando le grauità a$$olute $on’vguali, la mole del $econdo alla mole del primo. E per $tare nell’e$$empio propo$to del ferro, e della pietra, il ferro è in $pecie tre volte più pe$ante della pietra; dunque quando faranno due ma$le, vna di ferro, e l’altra di pietra vguali di pe$o, la ma$$a di pietra $arà reciprocamente tre volte mag- giore di quella di ferro. Così perche in mole vguale il pe$o dell’oro è come 100, & il pe$o del rame è come 47 {1/3}, così in pe$o vguale la mole del rame $arà come 100, ela mole dell’ oro $arà come 47 {1/3}; ecosì di tutte l’altre grauità.

Quindiè, che cono$ciuta la proportione, che hanno le gra- uità $pecifiche de’corpi propo$ti, $i verrà a trouar la propor- tione della loro $olidità, quando $i $uppongano di pe$i vgua- li, $e $i riuoltarà la proportione delle grauità in modo, che quello, ch’era con$eguente nelle grauità, diuenga anteceden- te della proportione nelle $olidità. Onde e$$endo li dieci cor- pi propo$ti nella grauità tali, che l’oro è il più pe$ante, e la pietrail più leggiero, per il contrario, $e $i faranno dieci palle di pe$o vguale, quella di pietra è la più grande, e quella d’oro la più pic cola.

[0161]_Linea Metallica_

E prima di pa$$ar’ auanti, mi conuien quì auui$are, che $i troua appre$$o gl’ Autori qualche diuer$itànel determinare le proportioni delle grauità $pecifiche; e ciò è potuto accadere $enza alcun errore, ò imperfettione nelle lor’ i$perienze, per- che il ferro, ò l’argento, ò l’oro di tutte le miniere non è per- fettamente $imile, ne tuttii marmi $ono giu$tamente pe$anti à vn modo, e da que$ta diuer$ità de’ corpi o$$eruati hà potu- to na$cere la diuer$ità delle proportioni, che $i $ono deter- minate: anzi deue auuertir$i, che $i troua diuer$ità di pe$o nel metallo coniato, e nel metallo fu$o, perche nel fonderlo non $i conden$a tanto, quanto nel batterlo per coniarlo, e così nella $te$$a mole $i può trouare diuer$ità di pe$o tra argento, & argento tolto dalla $te$$a miniera. Mà purche $i prenda la proportione trouata da alcun’e$$atto, e diligente o$$eruatore, tanto ba$ta; perche nell’operatione fi$ica, à cui $erue que- $to Stromento di Proportione, di cui trattiamo, non può riu- $cir’errore notabile. A me è piacciuta la proportione ap- portata dal Mer$ennio ne’$uoi Hidraulici, come quella, che mettendo la grauità dell’oro, come 100, e paragonando con e$$a l’altre grauità, mo$tra alla prima a$$ai intelligibiln ente la loro proportione.

[0162]_CAPOV._ #### _Tauola delle granità $pecifiche d’ alcuni corpi, della $olidità \\ delle sfere vgualmente pe$anti, e loro diametri \\ in particelle mille$ime_. Corpi # Grauità \\ $pecifiche # Solidità \\ delle sfere, \\ ò de’cubi # Proportioni \\ de’ diametri, \\ ò lati cub. Pietra # 14 # 100 # 4. 641 † Marmo # 21 # 66 {2/3} # 4. 055 -- Calamita # 26 # 53 {11/13} # 3. 776 † Stagno # 38 {1/4} # 36 {23/38} # 3. 320 † Ferro # 42 # 33 {1/3} # 3. 218 † Rame # 47 {1/3} # 29 {27/47} # 3. 094 -- Argento # 54 {1/2} # 25 {37/54} # 2. 950 † Piombo # 60 {1/2} # 23 {17/321} # 2. 850 -- Argento viuo # 71 {1/2} # 19 {41/71} # 2. 695 † Oro # 100 # 14 # 2. 410 †

Or’ecco in qual maniera s’è fatta que$ta Tauoletta, in cui nella prima colonna $ono po$ti i corpi per ordine, come van- no cre$cendo di grauità, e calando di mole; nella $econda $ono le grauità $peeifiche, cioè i pe$i di detti corpi, quando $ono di mole vguali; nella terza la $olidità delle sfere fatte di cia$cun corpo, sì che però $iano di pe$o vguali: e quel che delle sfere $i dice, s’intende de’ cubi, e di qual$iuoglia altro corpo $imile, poiche tutti $ono nella triplicata proportione [0163]_Linea Metallica_ de’ lati homologi, come le sfere $ono nella triplicata propor- portione de’diametri: nella quarta poi $ono le proportioni de’ diametri del@e sfere, ò lati de’ cubi: Ecco, dico, in qual maniera s’è fatta que$ta Tauoletta. Perche la grauità della pietra è 14, e l’altra e$trema dell’oro è 100, la mole della pie- tra $i pone 100, e quella dell’oro 14. Dipoi paragonando la pietra cel marmo, quella è in grauità 14, e que$to 21; dunque quella in mole è 21, e que$to 14, ma s’è po$ta la mole della pietra 100, dunque dico, $e 21 dà 14, 100 danno 66 {2/3}, e que$ta $arà la mole del marmo. Nell’i$te$$a maniera s’ande- rà paragonando la grauità della pietra con la grauità de gl’ altri, e $i farà reciprocamente tale la mole della pietra alla mole di detti corpi. E que$to compendio$amente $i fà pi- gliando il numero 1400, e diuidendolo per cia$cun numero delle grauità, cioè per 26 grauità della calamita, & il quo- tiente 53 {11/@@} è la mole della calamita; per 38 {1/4} grauità dello $tagno, & il quotiente 36 {23/38} è la mole dello $tagno, ecosì de gl’ altri.

E perche nello Stromento conuien notare la proportione $ubtriplicata delle sfere, ò de’ cubi, perciò da c<007>a$cun nume- ro delle $olidità $i caua la radice cubica, aggiungendo à cia- $cun numero noue zeri, à fine d’hauer la radice in parti mille- $ime: nel che s’è operato nella $te$$a maniera, che nel Capo 4. onde circa il modo di $eruirci de’ numeri della quarta co- lonna per notar le diui$ioni dello Stromento, non occorre re- plicar ciò, che già di $opra s’è detto.

Per venir dunque all’e$$ecutione dal centro dello Stro- mento, tiro le due @inee AP vguali; e pongo, che A P $ia dia- metro d’vna palla di pietra, il quale conforme alla Tauoletta è 464 cente$ime_:_ onde $i può intendere tutta la linea diui$a [0164]_CAPO V._ in 116 parti, cia$cuna delle quali $ia {4/100}. Quindi è, che pren- dendo la metà della linea AP, $arà di que$te parti 58; e perciò nella linea Aritmetica dello Stromento applico la metà di AP all’interuallo 58. 58; & hò lo Stromento aperto per po- ter $egnare occultamente nella linea AP gl’intieri, che $ono 4. E$$endo dunque cia$cuna di quelle 116 parti di {4/100}, vn’intiero ne contiene 25: onde prendendo l’interuallo 25.25, dal pun- to A, @o $egno occulta mente nella linea AP, replicandolo $o- lo tre volte ne’punti a, b, c: perche tanto ba$ta per il re$to dell’operatione. Sì che vna di que$te parti vltimamente trouate è 100 di quelle particelle, delle quali tutta la AP è 464.

Dunque per hauer le parti cente$ime in ordine à $egnar nella linea AP gl’altri diametri, la grandezza d’vna di que$te parti vltimamente trouate per vn’intiero, applico nella $te$$a linea Aritmetica all’interual@o 50. 50; eritenuto lo Stromen- to nel@a $te$$a apertura pa$$o all’inue$tigatione de gl’ altri dia- metri nel modo che nella Que$t. 10. del Cap. 2. $i di$$e. Così perche il diametro della sfera di marmo è 405, prendo 105, & all’interuallo della metà cioè al 52 {1/2}. 52 {1/4} hò la parte da aggiunger alli tre intieri, cioe dal punto c $in’all’M; e così di quali parti AP è 464, di tali e$$endone Ac 300, e c M 105, tutta @a AM è 405 diametro d’vna sfera di marmo di pe$o vguale alla sfera di pietra. Così per la calamita alli due in- tieri A b aggiungo l’interuallo della metà di 178, cioè di 89. 89, & è b C; onde AC è il diametro per la calamita: E così de gl’altri. Similmente per l’argento, <007>l cui diametro è 295, prendo alla metà di 295 l’interuallo 97 {1/2}. 97 {1/2}, e l’aggiungo ad vn intiero, cioè dal pnntoa, onde AA è il diametro di vna sfera d’argento. E nella i$te$$a maniera s’anderanno aggiun- [0165]_Linea Metallica_ gendo ne gl’altri ad vn intiero gl’interualli proportionati; il che già tante volte s’è detto, che non occorre replicarlo.

Quì auuerto che nello Stromento $i $on po$te le lettere ini- tiatiue de’nomi ltaliani, e per l’argento viuo, già che hà otte- nuto da’Chimici il nome di Mercurio fattogli già commune, s’è po$ta la lettera M, la qual’e$$endo la più vicina alla lettera O, e $apendo$i, che doppo l’oro l’argento viuo è il più pe$an- te, ogn’vno facilmente intende e$$ere la M per l’argento vi- uo. Sarà poi lecito à qual$iuoglia Artefice porre quelle let- tere, che più gli piacerà, purche $iano tali, che $i po$$a facil- mente cono$cere qual nome dimo$trino.

_QVESTIONE PRIMA._ Come $i po$$a cauare la proportione delle grauità $pecifiche di due, ò più corpi.

GIà s’è detto, che le grauità $pecifiche $ono reciproca- mente, come le moli, e grandezze delli pe$i a$$oluta- mente vguali; onde è manife$to, che hauendo$i nello Stro- mento la proportione $ubtriplicata delle moli, que$ta pro- portione triplicata darà la proportione delle moli, e rouer- $ciata $arà proportione delle grauità $pecifiche. Si può dun- que in due maniere operare. Primieramente, allargando lo Stromento, quanto piace, e prendendo con due Compa$$i gl’interualli de’due corpi, la cui proportione delle grauit à $pe- ci$iche $i cerca: dipoi con la linea Aritmetica per la Que$t. 5. del Cap. 2 $i vegga, che proportione in numeri habbiano quelli due interualli pre$i: li numeri $i cubichino, e $arà nota la proportione cercata, $e $i riuolterà. Per e$$empio voglio [0166]_CAPO V._ paragonar l’oro con la pietra, prendo gl’interualli dell’vno, e dell’altra, e con la linea Aritmetica trouo alla pietra corri- $ponder 100, & all’oro 51, & vn poco più, qua$i 52: piglio il cubo di 100, che è 1000000, & il cubo di 51, che è 132651 e dico, che l’oro alla pietra in mole vguale, è di pe$o, come 1000000, à 132651 in circa, cioè come 100 à 13 {2651/10000}. Mà pre$o il cubo di 52, che è 140608 trouo, che è come 100 à 14 {608/10000}, onde, poiche il 52 è $tato pre$o troppo grande, @e grauità $pecifice $ono come 100, e 14.

Secondariamente $i può fare con più facilità, quando nello stromento vi $ia la linea cubica; poiche il primo modo pro- po$to è buono, quando nello Stromento e$$endoui la $inea metallica non v’è la cubica. Prendan$i come prima gl’inter- ualli della linea metallica, e $i vegga nella linea cubica, à quali interualli s’addattino, & i numeri della linea cubica mo$tre- ranno i termini della Proportione reciproca, poiche mo- $trano la proportione delle grandezze. Così l’interuallo FF nella linea metallica corri$pondente al ferro portato sù la li- nea cubica all’interuallo 13. 13, l’interuallo CC corri$pon- dente alla calamita, cadendo nella linea cubica all’interuallo 21. 21, dimo$tra, che la mole della calamita alla mole del fer- ro è come 21 à 13, e perciò reciprocamente la grauità del ferro alla grauità della calamita è come 21 à 13.

La d<007>mo$tratione è chiara: perche gl’interualli CC, & FF $ono nella proportione di AC ad AF, per quello che s’è det- to nel Capo 1; dunque e$$endo que$te, per la con$truttione dello Stromento nella proportione $ubtriplicata delle gran- dezze, anche gl’interualli CC, FF $ono nella $te$$a propor- tione $ubtriplicata; dunque que$te portate come interualli della linea cubica, $ono nella $te$$a proportione, in cui $ono [0167]_Linea Metallica_ ilati cubici $egnati nella $te$$a linea cubica: dunque i $olidi de gl’interualli CC, FF $ono nella proportione de’cubi de’ lati cubici corri$pondenti; e così i numeri e$primenti la propor- tione de’cubi, e$primono anche quella delle grandezze de<_>2 $olidi metallici, e per con$eguenza reciprocamente pre$i an- che la proportione delle grauità $pecifiche.

Quindi è, che $aputo$i il pe$o d’vna palla di ferro, che por- ta vn cannone, $i potrà facilmente $apere, quante libre porti di palla di pietra; poiche trouata la proportione delle graui- tà $pecifiche, come 3 à 1, $e la palla di ferro è di libre 60, quella di pietra vguale è libre 20.

E quì $i può auuertire la diuer$a forma, con cui $i può in di$$egno e$primere la proportione delle grauità di due corpi; perche $e $i vuol’ e$primere con sfere, ò con cubi, ba$terà prendere gl’interualli della linea metallica, e $opra quelli, co- me $opra diametri, ò $emidiametri de$cri- uere le sfere, ò come $opra lati de$criuer i cubi, ò altri $olidi $imili, poiche recipro- camente pre$i e$primeranno la proportio- ne delle grauità $pecifiche. Così per e$- primere la proportione dell’ oro al ferro, nella linea metallica all’interuallo dell’oro prendo qualunque $emidiametro, e de- $criuo la sfera A; e ritenuta la $te$$a aper- tura dello Stromento, prendo l’interuallo del ferro, e que$to mi $erue di $emidiame- tro per la sfera B, & in tal maniera la pro- portione della grauità dell’oro alla grauità del ferro, è quella della sfera B alla sfera A. Mà $e $i vorrà con linee e$primere la $te$$a proportione, non ba$terà de$criuere due linee, che [0168]_CAPO V._ $iano gl’interualli dell’oro, e del ferro nella linea metallica; mà ò conuiene continuar la proportio ne di dette linee $in al- la quarta proportionale, e come la proportione della prima alla quarta è la proportione della grandezza de’ pe$i vguali di oro, e di ferro, così la proportione della quarta alla prima è la proportione della grauità $pecifica dell’ oro alla grauità del ferro; ò traportati que$ti interualli alla linea cubica, ve- dendo, che l’interuallo del ferro po$to al 50. 50, l’interuallo dell’ oro cade nel 21. 21, conuiene nella linea Aritmetica prendere due interualli nella proportione di 50 à 21, e $iano le linee R, S, onde l’oro al ferro di mole vguale è in grauità, come R ad S.

_QVESTIONE SECONDA_. Dato vn corpo, la cui grandezza, e grauità $iano note, come $i po$$a trouarne vn’altro d’altra materia, che in grauità habbia la proportione data.

PErche in que$ta que$tione $i $uppone nota la grauità, ela grandezza del corpo, poco importa, che detto corpo $ia regolare, e$$endo che $i può operare, come $e $i haue$@e vna sfera di pe$o vguale, mentre non $i cerca im mediatamen- te la proportione, ne $a $imilitudine della grandezza, mà de’pe$i.

Sia per e$$empio vn pezzo di marmo di pe$o 40 libre, e $i voglia hauer’vna palla, ò vn cubo di piombo vguale di pe$o al marmo. Conuien dunque trouar, ò il diametro d’vna sfe- ra, ò il lato d’vn cubo di marmo vguale alla grauità del pez- zo di marmo dato. Sia per e$$empio cono$ciuto il lato d’vn [0169]_Linea Metallica_ cubo di marmo, che pe$i due libre, e $ia la linea M: que $ta nella linea cubica s’ applichi all’interuallo 2. 2, & all’inter- uallo 40. 40, s’haurà la linea N lato d’ vn cubo di marmo di libre 40 vguale al pezzo dato. Si porti dunque la li- nea N nella linea metallica all’interuallo del marmo MM, e nella $te$$a linea metallica ritenuta l’apertura dello Stromen- to, l’interuallo del piombo PP, darà la linea P lato d’vn cubo di piombo di libre 40.

Mà $e $i cerca$$e vn cubo di piombo, ch’in vna $tadiera equilibra$$e vn’altro pe$o maggiore, è manife$to dalle ragio- ni $tatiche, che li pe$i deuono hauere la proportione recipro- ca delle lunghezze de bracci della $tadiera, pigliandoli dal punto, da cui ella $tà $o$pe$a; e perciò al pe$o dato conuien trouar v’altro pe$o della $te$$a materia, che $ia minore nella proportione de’bracci della $tadiera; & hauuto il lato cubico, ò diametro sferico di tal pe$o minore applicato alla linea metallica, $ubito $i trouerà il lato, ò il diametro del cubo, ò della sfera dell’altra materia, che $i cerca. Così $ia la $tadie- ra AB $o$tenuta nel punto C, $i che il braccio CB $ia noue volte maggiore del braccio CA, e dall’ e$tremità A debba $o$pender$i vn pe$o di 450 libre di $tagno; dunque e$$endo BC à CA, come 9 à 1, il pe$o che in A è 450 libre, vien equi- librato in B da libre 50. Ora facciamo, che $ia noto il dia- metro di vna palla di $tagno di lib. 3, s’appli chi tal diametro nella linea cubica all’interuallo 3. 3, e l’interuallo 50. 50, da- rà il diametro d’vna palla di $tagno di lib. 50. Que$to dia- metro trouato $i porti nella linea metallica all’ interuallo SS [0170]_CAPO V._ dello $tagno, poiche l’interuallo PP del piombo darà il dia- metro d’vna palla di piombo dilibre 50, che po$ta in B, equi- librerà le libre 450 di $tagno po$te in A.

Quì però deue intender$i la $tadiera equilibrata da $e me- de$ima, perche altrimenti nelle $tadiere communi non riu$ci- rebbe aggiu$tato il pe$o, a cagione che il braccio lungo del- la $tadiera hà li $uoi momenti di grauità.

Auuerta$i in que$te operationi riu$cir a$$ai commodo prendere le sfere; perche quando fo$$ero grandi a$$ai, $i può operare col $emidiametro più to$to, che col diametro, e s’hà l’apertura del Compa$$o per de$criuer la sfera; ma $e $i pren- de$@e la metà dellato cubico, conuerria pigliar il cubo otto volte minore del pe$o dato, e $i trouerebbe il lato d’vn cubo otto volte minoré del douere: onde finita l’operatione, $aria di me$tieri raddoppiar il lato trouato.

In oltre $i deue auuertire da chi non fo$$e tanto prattico della Geometria, che quando $i tratta $olamente d’e$primere la proportione, tanto è trouar li diametri delle sfere, quanto ilati de’cubi; perche le sfere e$$endo tra di $e nella triplicata proportione de’loro d<007>ametri, hanno la proportione de’cubi de gli $te$$i diametri; Mà $e $i tratta$$e d’e$primere le gran- dezze, non è l’i$te$$o prender le sfere, & i cubi, come è ma- nife$to; poiche la sfera circo$critta dal cilindro è à que$to co- me 2 a 3, & il cilindro cir@o$critto dal cubo è nella propor- tione del circolo al quadrato d@l diametro, cioè come 11 a 14: onde ne viene, che que$ti tre corpi sfera, cilindro, e cu- bo, à quali $erue l’i$te$$a linea di diametro alli rotondi, e di la- to al cubo, $ono nella proportione di 22. 33. 42, e così il cubo alla sfera è come 21 à 11; dal che appari$ce quanto enorme sbaglio faria chi in ciò opera$$e $enza la douuta rifle$- $ione.

[0171]_Linea Metallica_

Dal che così di pa$$aggio po$$iamo raccogliere, come $i po$$a trasformar vn cubo in vna sfera, & al contrario. Perche $e $arà dato il lato d’vn cubo, è manife$to, ehe di quali parti quel cubo è 21, la sfera che habbia diametro vguale $arà $olo 11: ponga$i dunque quel lato del cubo dato nella linea cubi- ca, come $e fo$$e diametro d’vna sfera all’interuallo II. II, e pre$o l’interuallo 21.21, que$to $arà il diametro della sfera, la quale e$$endo alla sfera del primo diametro, come 21 à 11, vien ad e$$er vgual al cubo dato, perla 7 del lib. 5. E $e la sfera s’haurà à cangiar in cubo, ponga$i il diametto di detta sfera come latò d’vn cubo all’interuallo 21. 21, e pre$o l’in- teruallo 11. 11, $arà lato d’vn cubo, che $arà al cubo del pri- mo lato, come 11 à 21, e perciò vguale alla sfera del primo diametro pre$o, come lato di cubo.

Fatta poi que$ta trasformatione di sfera in cubo vguale della $te$$a materia, $arà facile, per quel ches’è detto con la linea metallica trouar la sfera, \‘c’lcubo vguale di pe$o, che $ia d’altra materia.

L’i$te$$a forma d’operare $i terrà nella trasformatione di sfera, ò cubo in cilindro, hauendo ri$guardo alla propor- tione delle loro grandezze; e $eruendo$i della linea Cubica, Geometrica, e poi della linea Metallica per la diuer$ità della materia in ordine al pe$o. Così e$$endo data la sfera S d’ar- gento, e $i voglia vn cilindro d’oro vguale di pe$o, il cilindro quadrato CE, che hà per ba$e il circolo ma$$imo della sfera, e per altezza il diametro della $te$$a sfera, è $e$quialtero alla sfera: dunque trouando$i con la linea Geometrica il diame- tro d’vn circolo $ub$e$quialtero, e $ia CF, il cilindro CG d’al- tezza vguale al diametro della sfera $arà vguale alla $te$$a sfe- ra, poiche anch’egliè $ub$elquialtero del cilindro CE, ha- [0172]_CAPOV._ uendo la proportione delle ba$i, per la 11 del lib. 12. Dunque il cilindro CG d’argento è vguate alla sfera S d’argento. Or volendo$i vn cilindro quadrato, che fia vguale al cilindo CG, e per confeguenza alla sfera da- ta S, tra il diametro della ba$e CF, e l’altezza FG $itroui la $econda delle quattro continuatamente proportio- nali, per la Que$t. 1. del Cap. 4. col mezzo della linea cubica, e $ia CO, diametro della ba$e del cilindro, à cui e$$endo vguale l’altezza OL, $arà il ci- lindro CL quadrato vguale al cilindro CG, cioè alla sfera; e$$endo che le ba- $i, e l’altezze di que$ti due cilindri $o- no reciproche, come s’è dimo$trato nella Que$t. 6. del Cap. 4. perche per la co$truttione il circolo del diametro CF al circolo del diametro CO è co- mela prima alla terza proportionale, tra le quali la linea CO è la $econda. Or c$$endo come la prima alla terza, così la $econda alla quarta, cioè CO, ouero OL vguale altezza, all’ altezza FG, $i rende manife$to, che $i reciprocano le ba$i, e l’altezze. Tra- portato dunque CO nella linea metallica all’interuallo AA dell’argento, prenda$i l’interuallo OO dell’oro, e $ia la linea IM diametro della ba$e, & MK altezza vguale: onde il cilin- dro d’oro IK e$$endo $imile al cilindro CL d’argento, & e$- $endo per la co$truttione dello $tromento nella proportione [0173]_Linea Metallica_ reciproca delle grauità $pecifiche, $aranno detti due cilindri equiponderanti, e perciò il cilindro d’oro IK $arà di pe$o vguale alla sfera S d’argento.

_QVESTIONE TERZA._ Come $i po$$a trouare la grandezza di qual$iuoglia pe$o, cono$cendone vn’altro d’al<007>ra materia.

DAlle co$e dette $in’ora è manife$to, che $apendo$i la, grandezza d’vn pe$o in materia determinata di quel- le, che $ono nella linea metallica $ubito $i troua la grandezza del corpo d’vgual pe$o in figura $imile, e di materia diuer$a. Po$cia con la linea cubica $i troua la grandezza del pe$o, che $i cerca. Per cagione d’e$$empio $i cerca di far’ vn va$o di capacità cubica in modo, che capi$ca libre 3200 d’argento viuo: è noto il diametro d’vna palla diferro di 3 libre. Per- che $i cerca illato cubico del va$o, $i riduca la grandezza del- la palla ad vn cubo vguale, trouando il lato del cubo di ferro di 3 libre, come s’è detto nella Que$t. precedente: e que$to lato cubico nella linea metallica s’applichi all’interuallo del ferro FF, perche l’interuallo del mercurio MM darà il lato di vn cubo d’argento viuo di 3 libre. Que$to lato trouato s’ap- plichi nella linea cubica all’interuallo 3. 3, e l’interuall 0 50. 50, darà illato d’vn cubo di 50 libre d’argento viuo. Dun que que$to lato quadruplicato darà il lato d’vn cubo 64 volte maggiore del cubo di libre 50, cioè del cubo di lib. 3200 d’argento viuo, come $i cercaua.

Quando il numero, che denomina il pe$o è grande a$$ai, per trouar pre$to vn lato, che con replicarlo alcune volte dia [0174]_CAPOV._ il lato, che $i cerca, prenda$i vn numero cubo, che lo mi$uri per vn’altro num. minore del 50 (po$to che la linea cubica, dello $tromento non ecceda li 50) ò di qual$iuoglia altro, che $ia il ma$$imo de’numeri notati nella linea cubica. Così per trouar’il diametro d’vna sfera di marmo, che pe$i libre 4000, $e prende$$i il cubo di 4, cioè 64, verrebbe il quotiente 62 {1/2} maggiore del 50, che è il ma$$imo delli notati nella linea cu- bica; perciò pre$o il cubo di 5, cioè 125, e per 125 diui$o il 4000, viene il quotiente 32. Et in tal maniera operando, come prima, cioè trouato il diametro della sfera di marmo di lib. 3 vguale alla sfera di ferro cono$ciuta, & applicato nella linea cubica tal diametro all’interuallo 3. 3, prenda$i l’interuallo 32. 32; e perche il 4000 fù diui$o per il cubo di 5. per que$to quell’interuallo 32. 32 deue replicar$i cinque volte, e quello $arà il diametro d’vna palla di marmo di 4000 libre.

_CAPO VI._ In qual maniera s’habbiano à notare nello Stromento li Gradi del Circolo: & v$o di tal linea.

PEr la nece$$ità, che s’hà molte volte di di$$egnar’ alcune piante di campi, e co$e $imili, ò per l’v$o della Gnomo- nica, conuien fare angoli di mi$ure determinate in gradi, i quali $ono quelle 360 parti, in cui s’intende diui$a la circon- ferenza di cia$cun circolo, come è noto. A que$to fine mol- ti hanno de$critta vna quarta parte dicerchio diui$a ne’$uoi gradi, e dalla circonferenza vltima tirate per cia$cun grado linee rette al centro, vengono à diuidere $imilmente altri [0175]_Gradi del Circolo_ archi più piccoli de$critti dal mede$imo centro, per poter$i $eruire ora di que$to, ora di quell’ arco di maggior, ò minor di$tanza dal centro, conforme al bi$ogno occorrente. Mà di quanta imperfettione ciò $ia, è manife$to, per la confu$ione, che $aria, $e fo$$ero molti gli archi de$critti l’vno vicino all’al- tro, e per la difficoltà, che tutte le linee $iano giu$ti$$imamen- te tirate; oltre che coll’auuicinar$i tra di loro, quanto più s’ac- co$tano al centro, vengon’ à far confu$ione, e$pe$$o non $al- uano l’vguaglianza della diui$ione. Perciò $i sfuggono tutti que$ti inconuenienti nello Stromento di Proportione, il qua- le $erue per diuider tutti li circoli po$$ibili, li cui $emidia me- tri puonno capire tra la minima, e la ma$$ima dilatatione dello $tromento nel luogo, doue s’applica il $emidiametro, come $i dirà.

Tirando$i dunque nello $tromento vna linea retta, è certo, che que$ta non và diui$a in parti vguali, come vna linea cir- colare è diui$a in parti vguali, che $i chiamano Grandi; poi- che in tal linea reta dello $tromento $i $egnano non gl’archi, mà le corde $ottendenti à gl’archi, e con e$$e s’opera nel mo- do, che $i $piegarà à ba$$o. E che tali corde de gl’archi, che cre$cono vgualmente in numero di grandi, non cre$cono anch’e$$e vgualmente, è manife$to dalla dottrina de’Seni, che quì $i $uppone. Onde grauemente errarebbe l’ Artefice, che vna tal linea tirata nello $tromento per vn quadrante di cerchio, vole$$e diuider’in 90 parti vguali; perche così fa- cendo, que$ta linea non $aria punto differente dalla $inea Aritmetica, di cuis’è parlato nel Capo 2. E così e$$endoci o$ferto vno Stromento di Proportione, $e applicati due com- pa$$i à due numeri nella linea Aritmetica, quelle due di$tan- ze vengono ad applicar$i à due numeri $imili nella linea de’ [0176]_CAPO VI._ gradi, ò del quadrante del cerchio, $arà $egno euidente non e$$er$i fatta tal linea dall’ Artefice $econdole regole debite, e lo $tromento è inutile.

Ora douendo$i notare nello $tromeuto le corde de gl’ar- chi, $i puonno notare, ò quelle di tutto vn $emicircolo, ò $ol quelle d’vn quadrante; e torna più à conto notar $ol que$te del quadrante, perche in tal modo rie$cono le diui$ioni della linea più di$tinte, e notabili, e per altro que$te ba$tano per qual$iuoglia arco anche maggiore. Se pur non fo$$e così lun- go lo $tromento, che riu$ci$$e commodo il notarui tutto vn $emicircolo. Perciò qui parleremo $olo della diui$ione per il quadrante, perche da ciò $arà manife$to, quanto s’habbia à fare volendo$i fare per il $emicircolo.

Per tanto voltato lo $tromento dall’altra faccia oppo$ta alla $egnata già per linee rette $enza relatione al circolo, $i ti- rino dal centro nell’vno, e nell’altro braccio due linee rette vguali, cialcuna delle quali $i $uppone e$$er corda dell’arco di 90 gradi. Conuien dunque trouare, qual $ia il $emidia- metro d’vn circolo, la di cui quarta parte habbia per corda la linea data. Il che $i fà in tal maniera. Supponga$i, che la linea retta tirata nello $tromento $ia la A B corda dell’ arco di gradi 90, ecerchi$i il $emidiametro, cioè la corda di gr. 60. Diuida$i vgual- mente la AB in C, e $i alzi la per- pendicolare CD vguale alla CB, e per il punto D $i tiri la retta BD, à cui prenda$i vguale BE, & il punto Eè il termine della corda di gr. 60 nel cerchio, di cui la AB è corda di gr. 90. Perche $e $i tira la retta DA, li due triangoli [0177]_Gradi del Circolo_ ACD, BCD hanno per la co$truttione vguali i lati CA, CB, c la CD è commune, e gl’angoli al punto C $ono fatti vguali dalla perpendicolare CD, dunque, per la 4 del lib. 1, le ba$i DB, DA $ono vguali, e gl’angoli vguali. E perche per la co- $truttione ambidue $ono i$o$celi, e$$endo le tre line AC, CD, CB vguali, gl’angoli CDB, CDA $ono $emiretti, per la 5, e 32 del lib. 1. e così tutto l’angolo ADB è retto: Onde e$$endo $<007>mili li triangoli BCD, BDA, come CB $emidiametro à BD corda di gr. 90. così anche BD $emidia metro, cioè BE, à BA corda di gradi 90. E per prouare $e habbi operato giu$ta- mente, prolonghi$i la BD in F, tanto che BF $ia vguale alla BA, e fatto centro in E all’interuallo EB, $i de$criua l’arco BF, e$e pa$$erà preci$a mente per il punto F, $arà $egno, che s’operò giu$tamente: Perche dal centro C de$critto il qua- drante BD, $ono due circoli, che $i toccano interior mente nel punto B, e così la retta BDF tagliando dell’vno, e dell’al- tro archi $imili (come $i può facilmente raccogliere dalla 20, ò anche dalla 32 del l<007>b. 3.) fà che tanto l’arco BF, quanto l’arco BD $iano di gr. 90. Similmente $i prouerà con alzare dal punto E vna perpendicolare, e perciò parallela alla CD, la quale cadendo nel punto F, $arà indicio, che s’oprò giu- $tamente. Perche e$$endo $imili li triango li BCD, BEF, co- me BD à BC, così BF, cioè BA à BE, per la 4 del l<007>b. 6. Ne $ono inutili que$te proue, perche conuien’operare con e$$at- tezza nel for mare lo $tro mento.

Sia dunque $o pra vna la$tra piana di rame, ò altra materia piana con$i$tente, la linea RS longhezza della linea, che può tirar$i nel lato dello $tromento, e conforme al modo detto $ia R C la corda di gr. 60. Perciò all’interuallo CR fatto centro in C, $i de$criua vn àrco, & applicata l’apertura del Compa$- [0178]_CAPO VI._ $o dal punto R, $i taglia l’arco nel punto 60. Que$t’arco R 60 diui$o per metà, per la 30 del lib. 3. darà il punto 30; onde la di$tanza di R 30 replicata dal punto 60, darà 60. 90, e così R 90 $arà il quadrante del cerchio, e $i $arà operato giu$ta- mente, $e l’apertura R 90 comprenderà preci$a mente la li- nea R S. Così le $olite $ubdiui$ioni daranno tutti li 90 gradi del quadrante, quali conuien notare con grandi$$ima e$atez- za, quanto $arà pò$$ibile; poiche diui$o R 30 per metà, darà R 15; e diui$o R 30 in tre parti vguali, darà R 10; le quali parti R 10, & R 15 replicate, daranno la diui$ione di tutte le decine per metà. Sì che $ol re$ta diuidere R 5 in cinque gradi vguali: il che for$i non riu$cirebbe così aggiu$tato, $e $i ten- ta$$e immediatamente replicando cinque volte la piccola apertura del Compa$$o; perciò prendo vn’ interuallo mag- giore, e lo diuido con ogni diligenza in cinque parti vguali, e $ia R 45, poiche la $ua quinta parte RI contine 9 gradi;e così que$t’a pertura replicata, caderà in O, E, V, cioè ne’gradi 18, 27, 36, e così di mano in mano. Applicata poi que$ta $te$- $a apertura alli punti già notati, e replicata conuenientemen- te, verranno ad e$$er $egnati tuttili gradi.

Che $e più to$to vole$$imo prendere vn’interuallo minore, e replicarlo più $pe$$o (il che for$i non riu$cirà tanto accura- to, poiche quanto più $i replica il Compa$$o, la punta tanto più $patio rubba) $i può diuidere R 30 in cinque parti vgua- li, cia$cuna delle quali contiene 6 gradi, e replicato quell’in- teruallo conuenientemente al modo detto, cominciando or da vno, or da vn’altro de’punti già $egnati, verranno ad e$$er notati tutti li gradi.

Fatta que$ta diui$ione del quadrantc ne’$uoi gradi, $i pren- dano dal punto R gl’interualli à cia$cun grado, e $i notino [0179] [0179a]_Capo VI._ [0180] [0181]_Gradi del Circolo_ nella linea RS, e que$te $ono le corde di cia$cuno di quegl’ar- chi, che deuono notar$i nello $tromento: e perciò tali diui$io- ni deuono trasferir$i nelle linee AC, AQ dello $tromento. Se bene io con$egliarei più to$to prendere nell’arco R 90 immediatamente le corde di cia$cun’arco, e tra$portarle sù lo $tromento; poiche così pare l’operatione $ia per riu$cire più e$atta.

Da que$ta co$truttione, e dalle ragioni di $opra più volte addotte, $i rende manife$to, che e$$endo lilati AC, AQ diui$i nella proportione ditutte le corde de gl’archi del quadrante, il cui $emidiametro è A 60, data qua$$iuoglia apertura dello $tromento, l’interuallo 60. 60 $arà la quantità del $emidia. metro del circolo, e tutti gl’altri interualli daranno le corde de gl’archi corri$pondenti di detto circolo.

_QVESTIONE PRIMA._ Come $i po$$a de$criuer’ vn’angolo di quantità determinata.

GIà $i sà, che la quantità de gl’angoli $i denomina dalla moltitudine de’gradi del circolo, che habbia il centro nel punto, doue s’vni$cono le due linee, che fanno l’angolo; e la quantità de’gradi della circonferenza compre$a tra dette due linee denomina l’angolo di tanti, ò tanti gradi. Onde ne viene, che douendo$i de$criuer’vn’angolo, dall’e$tremo d’vna linea data, come da centro à qualunque interuallo, $i de$cri- ue occultamente vn’arco minore della $emicirconferenza, più, ò meno, $econdo che l’angolo deu’e$$er maggior, ò mi- nore; poiche dal punto, doue la data linea taglia la detta cir- conferenza, prendendo$i l’arco della determinata quantità, [0182]_CAPO VI_. $i trouerà il punto, per il quale dalcentro tirata vna linea farà l’angolo cercato.

Debba$i per cagione d’e$$empio de$criuere l’Angolo del centro d’vna Fortezza rego- lare di cinque baloardi; il qual’è digr. 72. Sia la linea CL, che partendo dal centro della fortezza, $ia in$ieme $emidiametro del circolo, in cui $i de$criue il Poligono in- teriore. Dal punto C, come centro all’interuallo CL $i de$criua l’arco LM. Po$cia nello Stromento s’applichi la linea CL all’interuallo de’gradi 60. 60: & in quella apertura dello Stromento prenda$i l’interual- 1072. 72; e que$to applicato all’arco de$critto, $arà LN. Dun- que dal punto C al punto N tirata la CN, $arà LCN l’angolo del centro d’vn Pentagono regolare, cioè digradi 72.

Mà $e $i vole$$e de$criuere l’angolo del mede$imo Penta- gono $enza $aper$i il centro della figura, per de$criuerui vn Baloardo, ba$terà leuare l’angolo del centro, che è gr. 72 da due Retti, cioè da 180, ere$tano gr. 108. Sia dunque la linea BA, & il punto A, doue deu’e$$er l’an- golo, $ia centro dell’arco BO (pre- $o l’interuallo AB, ò tutto, come in quefta figura, ò $ol parte d’vna linea maggiore, $e AB fo$$e a$$ai più lunga) da cui $i deuono pren- dere gr. 108. Nello Stromento s’applica AB all’interuallo de’gr. [0183]_Gradi del Circolo_ 60. 60; e perche non vi $on notati $e non i gradi del quadran- te, e que$to angolo è a$$ai maggiore, perciò con la $te$$a a pertura del Compa$$o prendo primieramente BC, che è gradi 60; e perche il re$iduo $in alli 108, $ono gradi 48, pren- do l’interuallo 48. 48, e lo trasferi$co in CD; onde vien ad e$$erel’arco BD gr. 108 e tirara la linea AD darà l’angolo del pentagono BAD.

Ora $e $opra l’angolo BAD del pentagono vole$$imo de- $criuere il baloardo col $uo angolo proportionato, primiera- mente $i diuide l’angolo BAD per metà, onde e$$endo BD gr. 108, prenda$i nello Stromento l’interuallo 54. 54, e $arà BE: e così applicata la riga alli punti AE, $i tiri la Capitale I. A, che prolongata taglia per mezzo l’angolo del Poligono, e giungerebbe $in al centro. Supponga$i che in L debba e$$er la punta del Baloardo. E perche alla forma a$$ai commune, e pratticata $i fà l’angolo del Baloardo, che $ia due terzi dell’ angolo del Poligono, e$$endo que$to gr. 108, quello $arà gr. 72, & il $emiangolo del Baloardo gr. 36. Fatto dunque centro in L à qualunque interuallo, per e$$empio LM, $i de$criua vn arco di quà, e di là; & applicata nello Stromento la linea LM all’interuallo 60. 60, prenda$i l’interuallo 36. 36, & applica- to nell’arco de$critto, dal punto M $i prenda vguale MN, & MO: e tirate le linee LN, LO, $arà l’angolo del Baloardo NLO di gr. 72, come $i richiedeua.

Che $e occorre$$e de$criuer vn’angolo, che oltre li gradi haue$$e anco li minuti, conuien auuertire, $e la figura da de- $criuer$i è grande, ò pur piccola; perche nelle piccole vua cotal differenza di minuti non è notabile: onde $e li minuti $ono a$$ai meno di 30, $i puonno la$ciare, $e pa$$ano notabil- mente li 30, $i puonno prendere per vn grado di più; così in [0184]_CAPO VI_. vece digr. 10. m. 12. ba$ta prendere nello Stromento l’inter- uallo 10. 10: & in vece digr. 10. m. 49. $i può prendere nello Stromento l’interuallo 11. 11. Che $e li minuti aggionti alli gradi s’auuicinano più, ò meno alli 30, $i puonno pigliare nello Stromento li due numeri vicini, cioè il minore in vn braccio, & il maggiore nell’altro braccìo dello Stromento; così per gr. 10. m. 28, ouero per gr. 10. m. 36. $i può prende- re nello Stromento l’interuallo 10. 11, & $arà pro$$imamen- te ciò che $i de$idera. Ma $ela figura fo$$e notabilmente grande, in tal ca$o conuerrà de$criuer vn arco con vna grand’ apertura di Compa$$o, $iche il $emidiametro $ia grande da applicar$i all’interuallo 60. 60, dipoi $i prenda nell’ arco de- $critto il numero de’gradi intieri, e poi il numero d’vn grado di più, e quella differenza à occhio $i può diuidere $econdo il numero de’minuti aggionti; così per l’angolo digr. 10. m. 12, prendo prima l’interuallo 10. 10, e poil’interuallo 11. 11, e $egnati nell’arco de$critto, piglio à occhio la quinta parte della differenza tra que$ti due $egni, che corri$ponde alli mi- nuti 12; e tirata la linea darà l’angolo de$iderato.

_QVESTIONE SECONDA._ Come $i eono$ca la grandezza, e quantità d’vn’angolo dato.

DA ciò, che s’è detto nella precedente Que$tione è co$a facili$$ima, $e $arà dato vn’angolo, cono$cere deter- m<007>natamente in gradi, quanta $ia la $ua grandezza, fatto cen- tro nel punto, oue le due linee $i toccano, & à qualunquein- teruallo de$critto vn arco, che tagli amendue quelle linee, perche applicata la larghezza del Compa$$o, alla cui apertura [0185]_Gradi del Circolo_ $i de$cri$$e l’arco alli punti 60. 60, dello Stromento po$cia co’l Compa$$o pre$a la grandezza dell’arco de$critto com- pre$o tra le due linee date, s’applichi allo Stromento, & ap- parirà di quanti gradi $ia l’angolo dato. Così le due linee RS, RT fanno l’angolo SRT, la cui quantità $i de$idera cono$cere. Dal punto R all’inter- uallo RA de$criuo l’arco AB occulto (ouero per più fac<007>lità $egno le due linee ne’punti A, e B $enza de$criuere l’arco) e l’apertura del Compa$$o RA applico all’interuallo 60. 60 nello Stromento. Dipoi prendo col Com- pa$$o la di$tanza AB, & applicata allo Stro- mento ritenuto nella $te$$a apertura, trouo, che ca$ca all’interuallo 253. 25 {1/3}, e così dico l’angolo SRT e$$ere digr. 25. m. 20.

Similmente $e $arà tirata la linea TS, e fatto il triangolo, cono$cerò, quanto $ia l’ang. S, $e alla lunghezza ST prendeiò vguale SC, & applicata que$ta lunghezza ST alli punti 60. 60 dello Stromento, prenderò col Compa$$o la di$tanza TC, e ritenuta la $te$$a apertura dello Stromento, trouando, che la di$tanza TC s’applica giu$tamente nello Stromento all’in- teruallo 90. 90, dico che l’angolo Sè retto, e perciò l’angolo T è <007>l complemento dell’angolo R, e per con$eguenza è di gr. 64. m. 40.

Di qui è manife$to il modo di cauare dall’ombra d’vn cor- po, la cui altezza è cono$ciuta, quanta $ia l’altezza del Sole $opra l’Orizonte. Sia dunque l’altezza perpendicolare d’vn ba$tone piedi 6, e mi$urando la longhezza dell’ombra, trouo che è piedi 2. oncie 10 {1/2}. Si che que$te due mi$ure $ono oncie 72, & oncie 34 {1/2}. Dunque alargatolo Stromento à mio pia- [0186]_CAPO VI._ cere, prendo nella linea Aritmetica l’interuallo 72. 72, & in vn piano delcriuo à tal’interuallo vguale la linea RS: e poi pre$o l’interuallo 34 {1/2}. 34 {1/2}, glide$criuo vguale la linea ST, che cade perpendicolarmente in S. Quindi tirata la linea RT mo$trarà il raggio del $ole, come RS rappre$enta l’altezza del ba$tone, & ST la longhezza dell’ ombra. Cerco dunque nel modo detto di $opra la quantità dell’angolo T, e que$ta è l’altezza del Sole $opra l’Orizonte.

Di que$to modo potranno $eruir$i iPittori, per non far l’ombre de’corpi, ò troppo corte, òtroppo lunghe, quando la co$a dipinta rappre$enta vn fatto operato in ora determi- nata del giorno in vn luogo determinato; perche per e$$em- pio $e $i dourà dipinger il Miracolo di S. Pietro, quando ri$a- nò lo $torpiato alla Porta $pecio$a del Tempio di Gierufa- lemme, bi$ogna auuertire di non far l’ombre delle fabriche in modo, che non corri$pondano con le altezze, all’hora nona, cioè tre ore doppo mezzo dì (parlando dell’ ore di$uguali) circa il fine di Maggio in Gierufalemme. Che $e bene nonè nece$$aria in ciò vna certa preci$ione Mattematica per l’v$o de’ Pittori, ad ogni modo $i può errare a$$ai in ciò, e mo$tra. re d’hauer fatto l’ombre, & il $ito del Sole à ca$o.

Mà $e l’angolo dato fo$$e così grande, che de$critto l’arco, non $i pote$$e nello Stromento trouare la $ua quantità, $i po- trà prender in due volte: Come nella figura della que$tione precedente l’angolo BAD è tale, che aperto lo Stromento all’interuallo AB applicato alli punti 60. 60, la di$tanza BD non capi$ce nello Stromento, perciò pre$o ad arbitrio vn’interuallo, pere$$empio 80. 80, & applicato all’arco de- $critto BD, $aranno BI gr. 80; il re$to dell’arco ID applico al- lo Stromento, ecade nell’interuallo 28. 28; onde alli gradi [0187]_Gradi del Circolo_ 80. aggiontigradi 28, tutto l’arco BD, e per con$eguenzala quantità dell’angolo dato BAD, ègr. 108.

_QVESTIONE TERZA_. come con lo Stromento $i po$a pratticare tutta la Trigonometria $enza Tauole.

SE Bene di que$to $i parlò qualche co$a nel cap. 2. Que$t. 6, ad ogni modo $arà meglio più vniuer$almente $pie- gare quì l’v$o dello Stromento nella $olutione prattica de’ triangoli, e $eruirà per quelli che non $i curano di tanta pre- ci$ione, quanta oprando co’numeri $i troua coforme alle re- gole della Trigonometria.

E quì $uppongo ciò che è noto, che delle $ei parti, cioè di tre lati, etre angoli, che $ono in vn triangolo, conuien $aper- ne tre, per cono$cere l’altre tre. Se $ono datitutti tre gl’an- goli, non $i può cono$cere, quanta $ia la longhezza de’lati, ma $olo la proportione, che li lati hanno tra di loro, e$$endo- che li triangoli equiangoli, e$imili tra di loro, hanno ben $i i lati proportionali, ma non vguali. Onde $e $aranno dati tre angoli d’vn triangolo, faccia$i qualunque triangolo con detti tre angoli, enella linea Aritmet. applicato vno de’lati all’interuallo, che più piacerà, $i troueranno gl’altri, e $arà manife$ta la lor proportione. Siano litte angoli dati gr. 25. m. 20, gr. 19. m. 40, gradi 135. Sopra la linea RT, faccio l’angolo TRC gr. 25. m. 20, el’angolo RTC digradi 19. m. 40, ecosì rie$ce il terzo angolo TCR [0188]_CAPO VI._ gradi 135. Ora applico la linea RT nella linea Aritmetica all’interuallo 80. 80, eritenuta quell’apertura dello Stromen- to, veggo che il lato RC cade all’interuallo 38. 38, & il lato CT cade all’interuallo 48. 48, dal che cauo la proportione de’tre lati e$$ere 160, 76, 96.

Mà $e $aranno dati li tre lati d’vn triangolo, $i troueranno li tre angoli, prendendo nella linea Aritmetica tre interualli nella proportione de’lati dati; e formatone vn triangolo, $i cerchi la quantità di due angoli nel modo detto nella Que- $tione precedente, perche il terzo angolo $arà noto, e$$endo il complemento $in a’ gradi 180. Così date le di$tanze di tre luoghi di pa$$i 160. 76. 96, prendo nella linea Aritmetica gl’interualli della metà di detti num. cioè 80. 38. 48, e forma- to il triangolo TCR, cerco come $opra s’è detto gl’angoli R, & T, e così $i fà noto anche il terzo angolo.

Mà $e non fo$$ero date le mi$ure delli trè lati, e$olamente fo$$e propo$to vn triangolo, dicui $i de$idera $apere gli ango- li:circa il Triangolo $i de$criua il circolo per la 5. del lib. 4. (cioè $i troui il centro, e da quel punto $in all’e$tremità d’vno de gliangoli $i prenda la di$tanza, che è il Raggio del circo- lo) & il$emidiametro di tal circolo portato tra li punti 60. 60, vegga$i à qual interuallo capi$ca cia$cuno de’lati dati; poiche il numero corri$pondente nello Stromento, darà il doppio dell’angolo oppo$to allato applicato: e$$endoche tal lato è Corda dell’ arco notato, & è $otten$a all’angolo fatto nelcentro, che è doppio dell’angolo alla circonferenza, qual è l’angolo cercato oppo$to al lato dato.

Quando li dati $ono mi$ti d’angoli, elati, ò $ono due an- goli, & vn lato, ò due lati, & vn angolo: e que$to in due ma- niere, poiche è il lato adiacente alli due angoli dati, ouero [0189]_Gradi del Circolo_ oppo$to ad vn di loro; e $imilmente ò è l’angolo compre$o dalli due lati dati, ouero oppo$to ad vno d<007> detti lati.

Sia dato vn lato, e gl’angoli adiacenti; $ia AB parte del$a riua d’vn fiume, cono$ciuta in mi$ura di piedi 90; e $i de$ideri $apere la di$tanza AC, che trauer$a il fiume. Sia o$$eruato in A l’angolo CAB, di gradi 78, & in B l’angolo ABC di gradi 35; de$criuo nell’e$tremità della linea AB li due angoli con- forme alle $opradette mi$ure o$$eruate, cioè ABC gr. 35, e BAC gr. 78; onde le linee BC, AC $i rincontrano in C. Ap- plicata dunque la linea AB sù la linea Aritmetica alli punti 90. 90, trouo, che AC cade nell’interuallo 56. 56, dal che cõ- chiudo, che la di$tanza dal punto A al punto C, che tra- uer$a il fiume è di piedi 56: e così la di$tanza BC è di piedi 95 {1/2}.

Mà $e fo$$e dato illato A B con l’angolo B adiacente, e l’angolo C oppo$to, $arà anche noto il terzo angolo A, che è complemento alli due retti; e così $i de$criuerà la figura, come $e fo$$e dato il lato con li due angoli B, & A adiacenti, e s’operarà, come poco fà $i diceua.

Ora $ian dati due lati con l’angolo compre$o: de$criua$i l’angolo dato, come s’è detto nella prima Que$tione, e $i prenda la lunghezza de’lati proportionata à ilati dati; poile e$tremità de’lati $i congiungano, e s’haurà il triangolo, in cui $i cono$ceranno l’altre parti, come $opra. Sia nella figura antecedente, dato l’angolo compre$o dalli lati dati di gr. 25. [0190]_CAPO VI._ 20. & il lato RT $ia pa$$i 92, & RS pa$$i 83; & appunto con tal proportione $iano le linee RT, RS: tiro la linea TS; & ap- plicata RT nella linea Aritmetica all’interuallo 92. 92, tro- uo che TS cadendo nell’interuallo 40. 40, mo$tra che la di- $tanza di S da T è di pa$$i 40. Così cercando nel modo $pie- gato nella 2. Que$tione, $i trouerà l’angolo S retto, e l’altro re$ta noto, per e$$er il complemento delli due cono$ciuti $in’à gradi 180.

Siano finalmente dati due lati, & vn angolo oppo$to ad vno diloro. In que$to ca$o conuien o$$eruare $e l’angolo da- to è oppo$to allato maggiore, ò pur al minore de’dati; per- che $e è oppo$to al lato maggiore, non v’è bi$ogno d’altra precognitione; mà $e fo$$e oppo$to allato minore, allhora può dar$i ca$o, in cui $ia nece$$ario $aperela $pecie dell’ango- lo oppo$to allato maggiore, cioè $e $ia ottu$o, ò pur acuto. ll che $i vedrà chiaramente dalla prattica, che quì $oggionge- rò. Sia dato vn’angolo di gr. 67. oppo$to ad vn lato di piedi 90, & adiacente ad vn lato di piedi 56. Tiro la linea CA di piedi 56, e faccio l’angolo C di gr. 67. tirando la CB indefi- nita. Poi nella linea Aritmetica po$to il lato CA all’inter- uallo 56. 56, prendo l’interuallo 90. 90, e dal punto A, come da centro de$criuo con quell’apertura di Compa$$o vn’arco, che taglia l’indefinita CB nel punto B: e così tirata la retta AB, $arà l’altro lato de’dati oppo$to all’angolo dato: onde $arà con$tituito tutto il triangolo ABC, e nel modo detto $i cono$ceranno l’altre parti incognite. Ora perche la linea AB è maggiore, che AC, è manife$to chel’arco occulto de- $critto non taglia l’indefinita CB, $e non nel pnnto B da que- $ta parte oppo$ta all’angolo dato: e così il lato dato non può hauer altra po$itura che AB.

[0191]_Gradi del Circolo_

Mà $e dato l’i$te$$o angolo C gr. 67. il lato adiacente fo$$e 70 piedi, cioè C D, & il lato oppo$to fo$$e piedi 65, applicata C D nella linea Aritmetica all’interuallo 70. 70, e pre$a la di- $tanza 65. 65, de$critto dal centro D vn’arco, che tocchi l’in- definita C B nel punto E, tirata la linea D E, è manife$to, che l’angolo D E C è retto, ne altra può e$$ere la po$itione del lato oppo$to di piedi 65.

Che $e finalmente dati gl’i$te$$i lati di piedi 90, e piedi 56, $ia dato l’angolo B digr. 35. oppo$to allato minore, pre$a A C di tali parti 56, delle quali A B è 90, e dal punto A de$crit- to vn’arco, $i vede, che tag$ia l’indefinita B C in due punti C, & l, e così non $appiamo $e dobbiamo più to$to $eruirci della A C, ò pure della A I, $e non $i sà, $e l’angolo oppo$to al lato maggiore dato A B, $ia acuto, come A C B, ò pur ottu$o, co- me A I B.

QVESTIONE QVARTA. Trouar in numeri la proportione di due rette con l’ aiuto delle T auole de’ Seni.

COn tutto, che nell’ v$o della linea Aritmetica dello Stromento $i $ia mo$trato, come po$$a trouar$i la pro- portione di due linee date, ad ogni modo chi de$idera$$e auuicinar$i anche p<007>ù alla preci$ione, & e$primerla con nu- meri maggiori, potria $eruir$i di que$ta linea de’ gradi, doue $ono notate le corde de gl’archi del Quadrante: le quali cor- de $ono il doppio del $eno della metà dell’arco: cos<007>la metà della corda d<007> gradi 74, è il $eno di gradi 37.

Date dunque due linee, la maggiote s’applichi in que$ta [0192]_CAPO VI_. linea de’gradi all’interuallo 60. 60, e s’intenderà diui$a in tan- te particelle, di quante è il raggio delle Tauole de’ Seni, poi la linea minore delle date $i vegga à qual interuallo preci$a- mente cade nella $te$$a linea de’ gradi dello Stromento, e prenda$i la metà di detti gradi, il cui $eno trouato nelle tauo- le $i raddoppia, e $i hà il numero corri$pondente alle particel- le contenute nella linea minore data: Come $e delle due li- nee R T, R S, nella figura dell’ antecedente que$tione 3. pag. 171. io cerco la proportione, applico la maggiore R T nella linea de’gradi all’interuallo 60. 60; poi veggendo, che la mi- nore R S cade nell’interuallo di gr. 53 {1/2}, cerco nelle tauole il leno di gr. 26. m. 45. (che è la metà di detti gr. 53 {1/2}) e rad- doppiato il numero di que$to $eno trouato, haurò il numero de$le particelle corri$pondenti alla linea R S, dando alla R T il numero del raggio delle tauole.

Che $e le due linee date non fo$$ero con notabil ecce$$o differenti, potria la minore applicar$i all’interuallo 60. 60, e poi vedere doue capi$ca la maggiore, e cercare come pri- ma il $eno della metà de’gradi, e raddoppiarlo; e que$te $aran- no le particelle della linea maggiore, po$ta la minore col nu- mero del raggio.

Mà $e dato il numero del raggio alla minore, $a linea mag- giore fo$$e così grande, che eccede$$e l’ interuallo 90. 90. (come nella $te$$a figura applicata T S all’interuallo 60. 60, e cercando$i il numero delle particelle di T R) prenda$i l’inter- uallo 90. 90; e leui$i dalla linea maggiore, quante volte $i può, e quante volte s’è pre$o, tante volte $i pigl<007> i$ doppio del $eno di gr. 45, e $ia T E vna volta il doppio del $eno di gradi 45. Dipo<007> il re$tante della linea, cioè E R s’applichi nello Stromento alla linea de’ gradi, e cadendo nell’interuallo 54. [0193]_Gradi del Circolo_ 54, prenda$i il $eno di gr. 27, e $i raddoppij, e que$to s’ag- giunga al doppio de$ $eno di gr. 45 già pre$o, e così s’haurà il numero delle particelle della linea T R corri$pondenti alle parti del raggio a$$egnate alla linea minore T S.

QVESTIONE QVINTA. Trouar in piccolinumeri i$eni de’ gradi del quadrante.

ALcuna volta conuien operare $enza hauer le tauole de’ Seni, e pur $i vuole ri$oluer il triangolo non così me- canicamente, come s’è detto nella Que$t. 3. di que$to Capo; & in tal ca$o potiamo $eruirci dello Stromento per trouar i Seni de gl’angoli. E perche nello Stromento $ono $egnate le corde de gl’archi, già $i vede, che volendo <007>l $eno d’vn’agolo, conuien prendere la corda d’vn arco doppio; così per trouar il $eno dell’ angolo di gr. 37, $i deue prendere la corda dell’ arco di gr. 74.

Primieramente dunque allargato ad arbitrio lo Stromen- to, con vn Compa$$o prendo l’interuallo 60. 60 nella linea de’ gradi, e que$to è il raggio. Poi ritenuta la $te$$a apertura dello Stromento, con vn’altro Compa$$o prendo l’interuallo dell’arco doppio dell’angolo, il cui $eno $i de$idera, e volen- do$i il $eno di gr. 37, prendo l’interuallo 74. 74. Fatto que- $to, ritenuta l’apertura de’due Compa$$i, applico nella linea Aritmetica l’apertura del Compa$$o, che dà il raggio alli pun- ti 50. 50 (intendendo$i cia$cuno diui$o in due, onde è come $e il raggio fo$le 100) e l’altro Compa$$o con la $ua apertura applico nella $te$$a linea Aritmetica, e cade nell<007> punti 60. 60; <007>l che mo$tra, che la corda di gr. 74 è di parti 120 di quel- [0194]_CAPO VI_. le, delle quali il raggio è 100; e per con$egûenza il $eno di gr. 37. è particelle 60. L’i$te$$a forma $i tiene per trouare qual$iuoglia altro $eno.

Quì per\‘c conuien’ o$$eruare, che e$$endo nello Stromento fatta la diui$ione delle corde $olo per il quadrante, non $i po- trà trouar’ il $eno, $e non di gr. 45. nel modo detto; doue che $e nello Stromento fo$$ero le corde per tutto il $emicircolo, come $i può fare nell<007> Stromenti, che $ono a$$ai lunghi, con que$to metodo $i trouerebbono li $eni di tutti i gradi del qua- drante. Ma non hauendo$i $e non le corde del quadrante nello Stromento, in occa$ione, che il doppio dell’angolo, il cui $eno $i cerca, eccede$$e li gr. 90, cerchi$i il $eno del com- plemento dell’angolo dato, e que$to moltiplicato in $e $te$$o, $i caui dal 10000 quadrato del raggio; poiche il re$tante è il quadrato del $eno, che $i cerca. Per e$$empio, de$idero il $e- no di gr. 50: que$t’arco raddoppiato è gr. 100, i quali non $o- no nello Stromento. Cerco dunque nel modo detto di $opra il $eno del complemento, cioè di gr. 40, prendendo la corda di gr. 80. la quale trouo di particelle 129; onde il $eno di gr. 40 è 64 {1/2}: il cui quadrato 4160, leuato dal 10000 quadra- to del raggio 100, la$cia 5840, la cui radice quadrata 76 è il $enocercato di gr. 50, le quali co$e $on manife$te, per la dot- trina de’$eni, e$$endo che il quadrato del raggio è vguale alli quadrati de’$eni di due angoli, che in$ieme fanno gr. 90.

Aggionga$i quì, che mo$te volte potrà oprar$i con la cor- da dell’arco doppio così bene, come col $eno dell’angolo da- to, poiche hanno tra diloro la $te$$a proportione le parti, & i moltiplici: ne meno $arà nece$$ario prendere il raggio, ma ba$terà nella linea de’gradi prendere le corde de gl’archi dop- pij, e poi trasferitele à gl’<007>nterualli della linea Aritmetica, $i [0195]_Gradi del Circolo_ cono$cerà la loro proportione, e s’operarà, come $e s’haue$- $ero li $eni de gl’angoli. Sia per e$$empio il triangolo AIB, di cui $ono dati gl’an- goli IAB gr. 32, IBA gr. 35, & il lato A I piedi 56: cer- chi$i la quantità del lato I B. Ora perche i lati, & i $eni de gl’angoli oppo$ti $ono pro- portionali, e le corde de gl’- archi doppij $ono propor- tionali alli $eni delle loro metà, anche i lati del triangolo, e le corde de gl’archi doppij de gl’angoli dati, $ono tra di loro proportionali. Prendo dunque nella linea de’ gradi le corde de gl’archi 70, e 64, e traportata nella l<007>nea Aritmetica la corda di gr. 70 all’interuallo 100. 100, trouo, che la corda di gr. 64 cade all’interuallo 91 {1/2}, 91 {1/2}. Dunque oprando, come $e que$ti fo$$ero li $eni de gl’angoli dati, dico, come 100 à 91 {1/2}, eosì A I piedi 56 à I B piedi 51 {1/48}.

QVESTIONE SESTA. Data vna linea corda d’ vn arco di determniata quantità, come $i <007>roui il $uo circolo.

SIa dato vn triangolo ABC, e $ia il lato A B oppo$to ad ad vn’angolo di gr. 42, e voglia de$ctiuer$i vn circolo intorno ad vn taltriangolo. E dunque manife$to, che la da- ta linea del triangolo in$critto nel circolo è corda d’vn’arco doppio dell’angolo oppo$to, che è angolo alla circonferen- [0196]_CAPO VI._ za di cuiè doppio l’angolo al centro, per la 20, del libro 3. Dunque la data linea A B applico nella linea de’gradi dello Stromento all’ inter- uallo 84 84, eritenuta quell’ apertura di Stromento, prendo l’interuallo 60. 60; e que$to è il $emidiametro del circolo, in cui il triangolo dato $i de$criue. Per tan- to con quell’ apertura di Compa$$o dalli punti A, & B de$criuo due archi occulti, che $i tagliano in D, onde è il $emidiame- tro A D, & èil punto D centro del circo- lo circo$critto al dato triangolo.

E così generalmente data vna linea, che $ia corda d’vn’ arco, quella s’applichi al numero de’gradi di detto arco; poi ritenuta quell’a pertura di Stromento, $i prenda l’interuallo 60. 60, e que$ta $arà la quantità del $emidiametro del circolo, in cui la data linea è corda dell’arco determinato.

Che $e la linea data $offe corda d’vn’arco maggiore del quadrante, al$hora que$ta $i diuide per mezzo con vna linea perpendicolare indefinita: poiad vn’e$tremità di detta linea $i faccia vn’angolo, che $ia la metà del re$iduo $in’ al $emicir- colo, cioè $in a gradi 180; poiche doue $arà tagliata la per- pendicolare indefinita, iui$aràil centro del circolo, che $i de- $idera. Così $ia la linea MN corda digr. 136, la quale non è nello Stromento, in cui $olo $on’i gradi del quadrante. Que- $ta $i diuida per mezzo in P, e $ia la perpendicolar indefinita PK. Or il re$iduo da 136 $in à 180 è 44, la cui metà è gradi 22. Faccia$i dunque nell’e$tremità M l’angolo PMO, come s’è detto nella prima Que$tione, digr. 22: e la linea MO $arà il $emidiametro del Circolo, il cui centro è il punto O, & in [0197]_Gradi del Circolo_ cui la linea MN è corda di gr. 136. Il che è manife$to, per- che $e $i tira la linea ON, li due triangoli OPM, OPN rettan- goli in P hanno il lato OP commune, elilati PM, PN vguali per la co$truttione, dunque per la 4 del lib. 1. gl’angoli POM, PON $ono vguali: l’angolo POM è complemento dell’an- golo OMP digr. 22, dunque POM è gr 68. e per con$eguen- za anche PON è gr. 68; ondetutto l’angolo MON, cioè l’ar- co di cui MN è corda, è di gr. 136.

_QVESTIONE SETTIMA._ Come $i po$$a prendere qual$iuoglia parte determinata del circolo, e de$criuere qual$iuoglia figura regolare.

SE il circolo è dato, e $i de$idera vna $ua parte aliquota, diuida$i il numero de’ gradi 360 per il denominatore della parte che $i de$idera, & il quotiente $arà il numero de’ gradi, la corda de’quali applicata al circolo prenderà la parte cercata. Il che $i fà applicando prima il $emidiametro del circolo dato all’interuallo 60. 60 nella linea de’ gradi nello Stromento: e poi prendendo l’in- teruallo corri$pondente al nume- ro de’ gradi trouati nel quotiente della diui$ione.

Sia dato il circolo, il cui $emi- diametro BC; e $i cerchi l’ottaua, parte: Diuido 360 per 8, evien il quotiente 45. Applico dunque nello Stromento nella linea de’ gradi all’interuallo 60. 60 la linea [0198]_CAPO VI._ BC; e ritenuta quell’apertura, prendo l’<007>nteruallo 45. 45, e que$to applicato al circolo dato in CD, que$ta è l’ottaua patte di detto circolo; e così replicata diuiderà il circolo in ot- to parti vguali; e le linee tirate alli punti di dette diui$ioni de- $criueranno vn’ottangolo regolare. Così per de$criuere vna figura di noue lati vguali, diuido 360 per 9, & il quotiente 40 mo$tra, che deuo prendere la corda digr. 40. & oprare come $opra, e $arà CE la nona parte del circolo.

Mà $e la parte del circolo cercata non fo$$e aliquota, fac- cia$i come il denominatore al numeratore della parte cerca- ta, così gr. 360. ad vn’altro numero, e verrà il numero de’ gradicompetenti alla parte, che $i de$idera. Così de$ideran- do$i hauere d’vn circolo vn’arco, che $ia {5/9}, faccia$i come 9 à 5, così 360 à 200. Dunque deuono pigliar$i dal circolo dato gradi 200; i quali $e bene non $i puonno pigliare nello Stro- mento tutti in$ieme, ad ogni modo $i puonno pigliar per par- ti; onde e$$endo più del $emicircolo, prolongato il $emidia- metro CB in F, $arà CEDF gr. 180; e rimanendo gradi 20 fin’à 200, prendo gr. 20 nello Stromento allargato in 60. 60, all’interuallo di BC, e $ono FG; e così tutto l’arco CDGè {5/9} del circolo, cioè gr. 200. In $omigliante maniera, per prender la terza parte del circolo, che è gr. 120, $i prendono due volte 60, ò qual$iuoglia a$tri due numeri, che aggiunti in$ieme fac- ciano la $te$$a $omma digr. 120.

Che $e fo$$e data vna linea, e conueni$$e farne vn poligo- no regolare, diuidan$i gr. 360 per il denominatore del poli- gono; alli gradi del quotiente s’applichi nello $tromento la linea data, e ritenuta quell’ apertura dello Stromento, pren- da$i l’interuallo 60. 60, e $arà quello il $emidiametro del cir- colo, a cui applicata la linea data, $arà il lato del poligono, e [0199]_Gradidel Circolo_ replicata formarà il detto poligono cercato. Sia data la linea KL, e $i de$ideri vn pentagono regolare, di cui ella $ia lato. D<007>uido 360 per 5 denominatore del poligono, & è il quo- tiente 72: perciò cerco il circolo, in cui KL $ia corda di gradi 72 nel modo detto nella precedente Que$tione: il che faccio, applicando la linea KL all’interuallo 72. 72 nella linea de’ gradi; e poi pre$o l’interuallo 60. 60, trouo e$$er’vguale alla linea BC; e di que$ta $eruendomi, come di $emidia metro, de- $criuo il circolo CDG, à cui applicata, e replicata la linea KL, formarà il pentagono.

_QVESTIONE OTTAVA._ Dato il diametro d’vna sfera, come $i troui la $uperficie sferica, ela $olidita di qual$iuoglia $egmento di detta sfera, cono$ciuto nella quantità de’ gradi d’vn circolo ma$simo perpen- dicolare al piano della ba$e di detto $egmento.

SI come nel circolo altra co$a è il $egmento, & altra il $et- tore, poiche $egmento è quello, che da vna linea retta, e parte della circonferenza $i comprende, e $ettore è quello, che vien compre$o da due linee rette v$cite dal centro, e dalla circonferenza, che da dette linee rette vien’intercetta: Così parimente nella sfera $egmento è quella parte $olida, che $i comprende da vn piano, che taglia la sfera, e dalla $uperficie sferica: doue che il $ettore è compre$o da vna $uperficie conica, la cui cima è nel centro della sfera, e della $uperficie sferica, che vientagliata dalla detta $uperficie conica. Quindi ciò che $i comprende dal piano CTRH, e dalla $uperficie sfe- [0200]_CAPO VI._ rica CAR, ouero dalla $uperficie sferica CBR, è $egmento della sfera: mà il $olido compre$o dal- la $uperficie conica CSR, e dalla $uper- ficie sferica CAR, è $ettore della sfera.

Or per trouare la $uperficie di tutta la sfera data, ba$ta prendere per $emi- dia metro d’vn circolo tutto il diame- tro della sfera, poiche quel circolo $arà vguale alla $uperficie della sfera;e$$endo che la $uperficie di qual$iuoglia sfera, come d<007>mo$tra Archimede lib. 1. de Sphoer. & Cylindro, prop. 30, è qua- drupla del circolo ma$$imo di detta sfe- ra; & il circolo, il cui diametro è dop- pio del diametro dell’ifte$$o circolo ma$- $imo, è quadruplo di detto circolo, per la 2. dellib. 12, e perciò il circolo, <007>l cui raggio è vguale al diametro della sfera, è vguale alla $uperficie di tutta la sfera, per la 7. del lib. 5. E perche il circolo è vguale al triangolo, li di cui lati po$ti ad angolo retto, $ono il raggio, e la circon- ferenza (come nel lib. de dimen$. circ. mo$tra Archimede) e perciò al paralle- logrammorettangolo fatto dal raggio, e dalla $emicirconfe- renza; perla 41 del lib. 1. d’Euclide; ne $eguita, che il ret- tangolo fatto da tutto il diametro, etutta la circonferenza $arà quadruplo del circolo. Dunque dato il diametro della sfera, $i cono$ce la circonferenza, la quale è al diametro pro$- $imamente come 355 à 113; e moltiplicato il diametro per [0201]_Gradi del Circolo_ la circonferenza del circolo ma$$imo, s’haurà tutta la $uperfi- cie del$a sfera. In que$ta maniera facilmente troueremo tut- ta la $uper$icie della terra, il di cui giro nel libro, che intitolai, _Terra Machinis mota_ di$$ert. 2. n. 22. mo$trai molto proba- bilmente e$$ere di pa$$i romani antichi 30598162. $e que$to giro moltiplicato per 113, diuideremo il prodotto per 355, poiche verrà il diametro della terra di pa$$i romani antichi 9739696. moltiplicato dunque il giro per il diametro, $i tro- uerà la $uperficie di tutta la terra e$$ere di pa$$i romani antichi quadrati 298016796038752, cioè miglia quadrate 298016796, e pa$$i quadrati 38752.

Mà per trouare la $uperficie d’vn $egmento di sfera, $e $i cerca la $ola $uperficie sferica cono$ciuta ne’gradi del circolo ma$$imo perpendicolare alla ba$e di detto $egmento, pren- da$i la metà del numero di detti gradi, & applicato nelle linee de’gradi nelio Stromento il $emidiametro della sfera, il qual è anche $emidiametro del circolo ma$$imo, all’interuallo de’ gradi 60. 60, prenda$i l’interuallo della metà di detti gradi, e que$to $arà il $emidiametro del circolo vguale alla $uperficie sferica cercata d<007> detto $egmento. Mà $e $i prenderà l’inter- uallo del numero intiero de’gradi dati, que$to $arà tutto il dia- metro del circolo, che è la ba$e del $egmento. Il che è mani- fe$to nella $te$$a figura, in cui al piano CHRT è perpendico- lare, il circolo ma$$imo BCAR, & il punto A è l’apice del $egmento C A R, come il punto B è l’apice del $egmento C B R: dunque per la prop. 36. del lib. 1. de Sphœra, & Cylind. d’Archimede, la linea A C è raggio del circolo vguale alla $u- perficie sferica C A R, e per la prop. 37. la linea BC è raggio del circolo vguale alla $uperficie sferica CBR. Ora tanto la linea A C, quanto la B C, $ottendono la metà de’gradi del cir- [0202]_CAPO VI._ colo ma$$imo, che pa$$a per detti $egmenti. Doue che la CR, che $ottende tutto l’arco di detto circolo ma$$imo, è il diametro del circolo, che è ba$e delli $egmenti.

E $e vorremo trouar in numeri la $uperficie sferica $udetta, cerchiamo per e$$empio nella terra, quanta $ia la $uperficie, compre$a dal circolo polare, e $ia il polo A, nel meridiano BRAC $ia AC gr. 23 {1/2}. Apro lo Stromento ad arbitrio, e con vn Compa$$o pre$o l’interuallo de’gradi 60. 60, con vn altro Compa$$o prendo l’interuallo 23 {1/2}. 23 {1/2}. Dipo<007> appli- cato l’vno, el’altro Compa$$o nella linea Aritmetica, il primo all’interuallo 100. 100, el’altro doue s’addata, trouo, che di quali parti il $emidiametro è 100, & il diametro è 200, di ta- li qua$i 41 è AC $ottendente gr. 23 {1/2}. Dunque come 200 à 41, così il diametro della terra di pa$$i 9739696, alla $otten- dente di gr. 23 {1/2}, cioè pa$$i 1996637. $emidiametro del cir- colo vguale alla $uperficie sferica CAR compre$a dal circolo Polare. Faccia$i per tanto come 113 à 355, così il $emidia- metro 1996637 alla $emicirconferenza di detto circolo, che è pa$$i 6272620; e moltiplicato <007>l $emidiametro per la $emi- circonferenza $arà tutta l’area del circolo pa$$i quadrati 12524145178940, e così la $uperficie sferica compre$a nel circolo polare è miglia quadrate 12524145, e pa$$i quadra- ti 178940.

Trouata que$ta $uperficie sferica, $itrouarà la $olidità del $ettore SRAC, poiche que$ta è vguale al cono, la cui ba$e è vguale alla $uperficie sferica, CAR, è l’altezza vguale al rag- gio della sfera AS, come in$egna Archimede lib. 1. de Sph{ae}r. & Cylind. prop. 38. Dunque moltiplicata la ba$e perla terza parte dell’altezza, s’haurà la $olidità del cono vguale al $etto- re. Si che la terza parte del raggio del globo della terra, e$- [0203]_Gradi del Circolo_ $endo pa$$i 1623282 moltiplicata per la $uperficie sferica trouata 12524145178940, dà la $olidità di tutto il $ettore, mig$ia cubiche 20330219434. e pa$$i $olidi 360081080.

F<007>nalmente per hauere la $olidità del $olo $egmento CRA, $i cerchi la $olidità del cono CSR, trouando la $ubten$a di tut- to l’arco CAR, che è gradi 47. il che $i fà applicando il $emi- diametro della sfera alli gr. 60. 60, e poi pre$o l’interuallo 47. 47, e nella linea Aritmetica applicato il raggio della sfera al 100. 100, la $ubten$a d<007> gr. 47, cioè CR è qua$i 80; e que$ta come diametro darà la grandezza del circolo CT RH; e la SI $eno del complemento della metà de’gradi dati, $arà l’altezza del cono, la terza parte dunque di tal altezza moltiplicando la grandezza del circolo ba$e del cono, dà la di lui $ohdità; la quale leuata dalla $olidità del $ettore, la$cierà la $olidità cercata del $egmento CRA.

Vn’altra maniera v<007> $arà per trouar la $uperficie sferica di qual$iuoglia $egmento, e delle zone, $e faremo rifle$$ione, che Archimede al manife$to 9. doppo la prop. 31. del lib. 1. de Sphœra, & Cylindro, mo$tra, che la $uperficie del cilindro con le ba$i è $elquialtera alla $uperficie della sfera, il cui ma$- $imo c<007>rcolo è vguale alla ba$e di detto cilindro circo$critto à detta sfera: onde ne$egue, che detratte le ba$i, re$ta la $uper- ficie cilindrica vguale alla $uperficie sferica. Ora $ia alla sfe- ra BRAC circo$critto il cilindro IK, e con li piani OF, ZP pa- ralleli $ia tagliata la sfera, & il cilindro. Come di $opra $i è detto, il circolo, di cui $ia raggio la linea AC, è vguale alla $uperficie sferica CAR. Ma per la prop. 13. dello $te$$o lib. d’Archimede, la linea media proportionale trà il lato, & il diametro della ba$e del cil<007>ndro retto, è raggio d’vn circolo vguale alla $uperficie cilindrica; dunque $ela $te$la CA è me- [0204]_CAPO VI._ dia proportionale tra il lato del cilindro KF, & il diametro della ba$e OF, $arà la $uperficie cilindri- ca KO vguale alla $uperficie sferica d’al- tezza vguale CAR. E che CA $ia media proportionale trà KF, & OF, così è ma- nife$to. OF è vguale ad IM, cioè à KM, cioè ad AB diametro del circolo, e tirata la BC, l’angolo BCA nel $emicircolo è retto; e la CH è perpendicolare alla ba$e BA, dunque, per l’8. del 6. CA è media tra BA, & AH, cioè tra OF, e KF.

Nella $te$$a maniera $i mo$tra, che la $uperficie cilindrica KZ è vguale al cir- colo, di cui è raggio l’AD; & all’i$te$$o circolo è vguale la $uperficie sferica D A E. Dunque leuata la cilindrica K O, e la sferica CAR vguali, rimane la cilindrica FZ vguale alla zona della sfe- rica D C R E.

Sì che $e la $uperficie sferica è di $eg- mento, troui$i il $eno ver$o della metà de’gradi dati, cioè AH, e que$to $i mol- tiplichi per il giro del circolo ma$$imo della sfera: e $e la $uperficie sferica è d’vna zona, prenda$i la differenza de’$eni ver$i de’ due gradi e$tremi della larghezza di detta zona, cioè HV, e $i moltiplichi per l’i$te$$o giro del circolo ma$$imo della sfera, e s’haurà la $uperficie, così sfe- rica CRED, come cilindrica FZ corri$pondente. Mà $e nelle linee Geometriche applicarai le due linee _A_C; _A_D, e per [0205]_Gradi del Circolo_ la Que$t. 6. del Capo 3. trouerai il raggio del circolo vguale alla differenza de’circoli di dette due linee AC, AD, haurai il circolo vguale alla zona C R E D.

_QVESTIONE NONA._ Data in gradi la circonferenza d’vn $egmento di circolo, come $i troui l’area d<007> detto $egmento.

ES$endo che per l’vltima del 6. d’Euclide li $ettori del cir- colo hanno tra di $e la proportione de gl’archi, da’ quali $ono compre$i, il $ettore à tutto <007>l circolo hà la proportione del $uo arco à tutta la circonferenza. Si che nella figura 24, $e $arà dato il circolo BR AC, & il $egmento di circolo CRA, tirate dal centro le linee SC, SR, il $ettore SCAR à tutto il cir- colo, hà la proportione, che hà l’arco CAR à tutta la circon- ferenza. Quindi è, che cono$ciuti li gradi dell’arco del $eg- mento, $e $i fà come gr. 360, alli gradi cono$ciuti del $egmen- to, così l’area di tutto il circolo ad altro, verrà ad hauer$i l’a- rea del $ettore SCAR: E $e da que$to $i leua il triangolo CSR (<007>l quale $i troua moltiplicando CI $eno della metà de’gradi cono$c<007>uti del $egmento, per SI $eno del complemento di di detta metà) rimane l’area del $egmento CRA.

Dunque applicato il raggio del circolo dato all’interuallo de’gradi 60. 60. prenda$i l’interuallo congruente alli gradi dati del $egmento: ouero $e $olo $o$$e dato il $egmento, per la Que$t. 6. di que$to Capo, $i troui il raggio del $uo circolo. Et applicati que$ti due interualli (cioè il raggio del circolo, e la corda del $egmento) nelle linee Aritmetiche $i troui la lor proportione, e della CR già cono$ciuta in numeri $i prenda [0206]_CAPO VI._ la metà CI. Quindi per la Que$t. 5. $i troui il $eno del com- plemento della metà de’gradi dati, cioè la SI, e que$to molti- plicato per CI darà la quant<007>tà del triango$o da leuar$i dal $ettore, acciò re$ti l’area del $egmento.

Sia dato il $egmento, il cui arco $ia di gr. 47. Se i$ diametro è 100000, e la circonferenza 314159, l’area del circolo fat- ta dalla metà del diametro, e dalla metà della circonferenza è di part<007>celle quadrate 7853975000. Dunque come gr. 360 à gr. 47, così 7853975000 all’area del $ettore di gr. 47, c<007>oè à 1025380069. Quindi aperto lo Stromento, e pre$i gl’interualli 47. 47, e 60. 60, trouo che di quali parti 50 è il raggio di tali qua$i 40 è la $ubten$a di gr. 47. dunque la metà è parti qua$i 20. E perche la metà de’gr. 47 è 23 {1/2}, il cui complemento è gr. 66{@/2} trouo con aprire di nuouo lo Stro- mento, come prima, che il $eno di gr. 66{@/2} è di parti 45, del- le quali il raggio è 50. Ora perche il diametro $i po$e 100000 il raggio non è 50; ma 50000, e così alli numeri trouati con lo Stromento aggiongo trè zeri; onde moltiplco 20000 per 45000, e $i produce l’area nel triangolo 900000000, che leuata dal $ettore trouato 1025380069 la$cia per area del $egmento dato 125380069.

Di quì $i vede ciò, che debba far$i, quando il $egmento dato è maggiore del $emicircolo, come il $egmento CRB: poiche operando$i, come prima, $i troua da principio tutto il $ettore SCBR: e poi trouata l’area del triangolo CSR, que- $ta non $i leua dal $ettore trouato; mà $e gl’aggionge per ha- uer tutto il $egmento CRB.

E $e $arà vna parte di circolo compre$a da due linee’ paral- lele, troui$i la quantità de’due $egmenti, che e$$e fanno, e la differenza di detti $eg menti, è l’area dello $patio compre- [0207]_Linea de’ Poligoni_ $o dalle due linee parallele, e da gl’archi trà e$$e intercetti, come è manife$to.

_CAPO VII._ Come nello Stromenio s’ habbiano à $egnare ilati delle figure regolar<007>; v$o d<007> que$ta linea de’ Poligoni.

DA quello, che s’è detto nella Que$t. 7. del Capo pre- cedente, doue habbia mo in$egnato il modo di troua- uare il lato di qual$iuoglia figura regolare, non pare nece$$a- rio de$criuere nello Stromento i lat<007> delle figure <007>egolari, che puonno de$criuer$i nello $te$$o circolo, ad ogni modo per la breuità dell’operare, $arà vtile porre nello Stromento que$ta linea de’Poligoni.

Tirate dunque ne’ lati dello Stromento le due linee AR, AT, acciò rie$cano più di$tinte le diui$ioni, prenda$i tutta la linea A R, per il lato del triangolo equilatero, che può de- $criuer$i nel circolo: poiche come que$ta figura è la minore di tutte quelle, che nello $te$$o c<007>rcolo puonno de$criuer$i, $e $i con$idera l’area, e capacità $ua, così il $uo lato è il maggio- re di tutti. Ora po$ta la detta linea AR, per lato del trian- golo, è manife$to, ch’ella è corda della terza parte del circo- lo, cioè di gr. 120. Conuien dunque trouar il $emidiametro del $uo circolo: il quale $e non $i troua nel modo detto nella Que$tione 6. del Capo precedente, può trouar$i nel modo $eguente.

Sia la linea A B lato del triangolo, e corda di gr. 120; dun- que dal centro del circolo tirati li $emidia metri, faranno gli angoli alla ba$e vguali di gr. 30 per cia$cuno. E per far ciò, [0208]_CAPO VII._ prendo nell’e$tremltà della data linea due parti vguali tra di loro BC, AD, & allo $te$$o interuallo dalli punti B, & C de- $criuo due archi occu$ti, che $i $egano in E; e $imilmente dal- li punti C, & E de$criuo due altri archi occulti, che $i taglia- no in F. Nella $te$$a maniera opero dalli punti A, & D allo $te$$o interuallo de$criuendo due archi, che $i tagliano in G: e dalli punti G, & D due altri, che $i $egano in H. Po$cia dal punto B per F, & dal punto A per H, tiro due linee, che $i incontrano in I, e dico, che I è il centro del circolo, e l’ango- lo AIB, è di gr. 120. e$$endo, che li due angoli ABI, BAI $o- no cia$cuno di gradi 30. Il che così $i rende manife$to. Ti- rin$i le linee AG, GD, DH, HG, e perche per la co$truttione gl archi occulti tutti $ono $tati de$critti allo $te$$o interuallo, l<007> due triangoli ADG, DHG $ono equilateri, e tra di loro vguali; dunquel’angolo DAG è di gradi 60, come anche [0209] [0209a]_Capo VII._ [0210] [0211]_Linea de’ Poligoni_ tutti gl’altri. Or e$$endo ne’ triangoli ADH, AGH li due lati AD, DH vguali alli due lati AG, GH, ela ba$e AH com- mune, per l’8. del lib. 1. gl’angoli DAH, GAH $ono vguali; dunque l’angolo DAH è gr. 30. E la $te$$a forma di dimo- $trare $aria per prouare, che CBF $ia digr. 30. Dunque e$- $endo vguali li due angoli BAI, ABI, anche i $ati IA, IB $ono vguali: Dunque fatto centro in l all’interuallo IB $i de$criua il circolo, e l’arco oppo$to all’ angolo AIB $arà gr. 120; il che $i renderà manife$to $e dal punto A applicato il $emidiametro alla circonferenza diuiderà in L preci$amente per metà, in modo, che AL; LB $iano vguali, e prolongata la AI in K, $i che $ia diametro del circolo, riu$cirà parimenti BK vguale à BL, & LA.

Trouato illato dell’e$$agono, che è la corda dell’arco AL, la quale nella linea AB traportata è _A_ 6, $i cerca il lato del quadrato nello $te$$o circolo: il che $i fà diuidendo per mezzo l’arco LB, ouero dal centro I, tirando vna perpendicolare al diametto AK, e cade in M, $i che AM traportata nella linea data AB, $ia A 4 lato del quadrato.

Per hauer il lato del pentagono, diuida$i, come in$egna Ptolomeo nel lib. 1. dell’ Almage$to, per mezzo il $emidia- metro IK, nel punto N, e dal punto N all’interuallo NM, $i de$criua vn’arco occulto, che taglia il diametro in O; poiche dal punto O, tirata la linea OM, que$ta è illato del pentago- no da applicar$i all’arco AP, e nella linea A B $arà A 5. E per con$eguenza OI è il lato della figura d<007> dieci angoli applicata all’arco A Q, e nella linea Ab $arà A 10.

Per illato della figura di $ette lati non v’è forma propria- mente Geometrica; ma tentando $i può trouare, ò la $ettin a parte di tutto il circolo, e que$t’ arco darà la corda, che $arà [0212]_CAPO VII._ lato dell’eptagono, ouero la $ettima parte del $emicircolo, e due di que$te $aranno la $ettima ditutto il circolo.

Or hauendo gl’archi, che $onola 4. 5. 6. 7. 10. parte del circolo, diuidendoli per mezzo, e $ubdiuidendoli hauremo la 8. 16. 12. 14. 20. parte del circolo con la $ua corda da $e- gnar$i nella linea A B. Pertrouare la 9 parte, $i può diuider in 3 parti l’ arco ALB, e la terza parte $ia A R, quale perciò $arà la 9 di tutto il circolo. E que$ta diui$a per mezzo da- rà la 18.

Mà per la decimaquinta parte, $i prenderà l’ arco A P, che è la quinta, e l’ arco A B, che è la terza parte del circolo, e la loro differenza PB diui$a per mezzo s’applichi all’arco A S, che que$ta $arà la 15 parte di tutto il circolo, come con$ta dalla 16. dellib. 4.

Si che non re$tano, che la 11. 13. 17. 19. parte del circo- lo, la quale non $i troua, che mecanicamente tentando con la replicatione del Compa$$o. ll che $e bene è di qualche noia nella fabrica dello Stromento, ad ogni modo apporta poi fa- cilità per $empre nell’ altre occa$ioni: e la prattica di tal di- ui$ione non rie$ce tanto $commoda, quando il circolo è così grande, che la corda della terza parte $ia vguale alla linea dello Stromento, e di tal grandezza deue intender$i la linea A B della pre$ente figura, $e bene s’è fatta quì a$$ai più piccola.

Che $e bene quando lo Stromento è a$$ai lungo, vi $i puon- no commodamente notare li lati delle figure anche di più an- goli, nulladimeno ne’ mediocri ba$terà $in alla figura di 20 angoli, come s’è fatto nella figura 27.

Mà $e que$taforma d’oprare $in’ ora accennata, non pia- ce$$e come troppo opero$a, potremo hauere l’i$te$$o intento [0213]_Linea de’Poligoni_ con l’ aiuto della tauola de’ $eni, e della linea aritmetica dello Stromento; e$$endo che in tal modo hauremo, quanto ba$te- rà, per le operationi Fi$iche. Ora primieramente diuida$i il circolo, cioè gr. 360. per il numero de’lati della figura, e s’haurà $a quantità de’ gradi, che toccano à cia$cun lato. Di- poi que$to numero de’ gradi trouati diuida$i per metà, e di que$ta metà $i cerchi il $eno nelle tauole, come $i vede fatto nella $eguente tauoletta, in cui nella prima colonna $onoi numeri de’lati delle figure regolari; nella $econda $ono i gra- di de gl’archi, che toccano à cia$cun lato di cia$cuna figura _Proportione de’lati de’Poligoni de$critti nello $te$$o circolo, enumero\\de’ gradi, che prende cia$cun lato di dette figure._ Fig. # # Arco # # Metà # Seno 1 # G. # M. # G. # M. 2 # # # 3 # 120 # # 60 # # 866 4 # 90 # # 45 # # 707 5 # 72 # # 36 # # 587 6 # 60 # # 30 # # 500 7 # 51 # 25 # 25 # 42 # 433 8 # 45 # # 22 # 30 # 382 9 # 40 # # 20 # # 342 10 # 36 # # 18 # # 309 Fig. # # Arco # # Metà # Seno 11 # 32 # 43 # 16 # 21 # 281 12 # 30 # # 15 # # 258 13 # 27 # 41 # 13 # 50 # 239 14 # 25 # 42 # 12 # 51 # 222 15 # 24 # # 12 # # 204 16 # 22 # 30 # 11 # 15 # 195 17 # 21 # 10 # 10 # 35 # 183 18 # 20 # # 10 # # 173 19 # 18 # 54 # 9 # 27 # 164 20 # 18 # # 9 # # 156 nella terza la metà di detti gradi, e nella quarta il $eno di cia- $cuna. Ciò fatto tiri$i $opra vn piano vna linea retta vgua- [0214]_CAPO VII._ le alla linea AR, ouero AT dello Stromento nella figura 27, e pre$a col Compa$$o la lunghezza di tal linea, s’applichi nel- la linea Aritmetica dello Stromento all’ interuallo 86 {1/2}, 86 {1/2}, poiche douendo quella e$$er corda digr. 120, il $eno di gradi 60 è 866. E ritenuto lo Stromento in quell’ apertura, pren- da$i il $eno 707, all’interuallo 70 {1/2}. 70 {1/2} per il lato del qua- drato, e que$to $i $egni nella linea tirata, che rappre$enta la linea dello Stromento AR. E così di mano in mano confor- me alla quantità de’$eni notati: perche $e bene que$ti $ono $e- ni della metà de gl’archi, $ono metà delle corde, e que$te han- no tra loro la mede$ima proportione, che detti $eni.

Finita, che $ia nella linea tirata que$ta diui$ione, $i traporta sù le linee AR, AT dello Stromento, il quale hauendo le li- nee lateral<007> diui$e nella proportione de’ lati delle figure rego- lariri$petto al mede$imo circolo, in cui capifcano, è manife- $to, che anche gl’interualli hauranno $<007>mile proportione, co- me più volte s’è dimo$trato.

_QVESTIONE PRIMA._ Come data vna linea $i po$$a farne vna figura Regolare, qual più piace, ò de$criuere l’ angolo d’vna figura Regolare, di quelle, che $on $egnate nello Stromento.

SIa data vna linea AB nella figura 35, e di e$$a voglia far$i vna figura di cinque lati vguali. Que$ta s’applichi nella linea de’poligoni AR, AT dello Stromento, all’ interuallo 5. 5: e perche il lato dell’a$$agono è vguale al $emidiametro del circolo, in cui hà da formar$i il cercato pentagono, ritenuta quell’apertura dello Stromento, prenda$i l’interuallo 6. 6, e [0215]_Linea de’Poligoni_ con tal’interuallo dall’ e$tremità A, & B della linea data $i de- $criuano due archetti, che $i tagliano in C, e con quello $te$$o interuallo dal centro C $i de$criua il circolo ABD- EF, nel quale replicata la linea A B, s’haurà il pentagono cercato.

Che $e$olo $icerca$$e di far’vn’ an- golo del Pentagono all’ e$tremità A della linea data, trouato come prima il centro C, ba$terà de$criuere occul- tamente l’arco A F, & ad e$$o applicare la linea A B, $iche $ra la retta A F, e $arà fatto l’angolo BAF del pentagono. Il che è vn pran compendio d’operare per chi hà da far in grande il di$$egno d’vna fortezza regolare.

Quindi è, che $e la linea data fo$$e molto grande, in modo, che non $i pote$$e prender tutta col Compa$$o, ò non capi$$e nell’interuallo dello Stromento, ba$terà $olo pigliarne vna parte nell’e$tremità, qualunque ella $ia ad arbitrio, ò $ia ali- quota, ò nò, e con quella far l angolo de$iderato del poligo- no, nel modo che s’è detto: perche allongata poi que$ta linea tirata per far l’angolo, $inche $ia tanto quanto la prima, fatto nella $ua e$tremità vn angolo vguale al già trouato, e co- sì di mano in mano verrà à compir$i la figura bramata. Co- me per e$$empio, $e c’imaginiamo la linea A B prolongata alla lunghezza di quattro palmi, que$ta non può tutta capire nello Stromento: perciò ne prendo $olo la parte A B, e come $e con quella $ola doue$$i operare, quella applico nello Stro- mento, & opero come s’è detto: poiche prolongata poi A F tanto ch’anch’ella $ia di quattro palmi, nella $ua e$tremità fac- cio vn’altr’angolo vguale all’ angolo BAF, e così di mano in mano $in che $ia compita la figura.

[0216]_CAPO VII._ _QVESTIONE SECONDA._ Data vna figura regolare, come $e le po$$a circo$criuere, ò in$criuer’ vn circolo.

PEr la circo$erittione del circolo non $i richiede più che trouar’il centro della figura regolare data: la quale $e hà numero pari di $ati, come 6, 8, &c. ba$ta dalli due angoli oppo$ti tirar’vna diagonale, e da altri due angoli oppo$ti vn’ altra diagonale, la quale diuiderà per mezzo la prima, & il punto dell’inter$ettione è il centro della figura; e l’interuallo dal detto punto $in’ad vno de gl’angoli è il $emidia metro del circolo, che $i circo$criue alla figura.

Mà $e la data figura è di numero di$uguale dilati, conuien’ applicar’ il lato di detta figura nella linea de’poligoni nello Stromento all’interuallo corri$pondente alla figura (così $e è vn pentagono s’applica all’interuallo 5.5.) e poi pre$o l’in- teruallo 6. 6, de$criuere, come nella Que$tione precedente, due archi occulti, che $i tagliano in C; e que$to è il centro della figura, & all’interuallo CA $e le circo$criue il circolo ABDF.

Per i$criuere poi il circolo, ba$ta, trouato come prima il centro della data figura, diuider per mezzo vno de’lati, come AB in H, e dal centro C all’interuallo CH de$criuer’ il circo- lo HIKLM, il quale $arà in$critto alla detta figura, poiche tutti i lati di e$$a lo toccano; come facilmente $i può dimo- $trare dalle co$e, che dice Euclide nellib. 4. in $omigliante propo$ito.

[0217]_Linea de’Poligoni_ _QVESTIONE TERZA._ Dato vn’arco, come $i po$$a facil mente trouare in e$$o la quantità d’vn’ grado, & altre partidel circolo non $egnate nella linea de’ poligoni.

SE bene que$to problema facilmente $i mette in prattica con la linea de’gradi dello Stromento, nondimeno con- uien pratticarlo con que$ta linea de’ poligoni, perche que$ta prattica darà lume per varie diui$ioni a$$ai minute anche di lin ee rette.

Sia dato l’arco AB, di cui $i de$idera $apere, quanto $ia grande la quantità d’vn grado. Cerchi$i, per la 25. del lib. 3. il centro di tal’ar- co; il che breuemente $i fà prendendo ad arbitrio AC, e dalli punti A, & C de$crit- ti occultamente à qual$iuo- glia interuallo due archi, che $i tagliano in E, & F, per li punti E, & F $i tiri vna li- nea retta indefinita, e lo $te$- $o faccia$i prendendo ad ar- bitrio BD, e per li punti del- l’inter$ettioni de gl’archi occulti G, & H $imilmente $i tiri vna linea retta indefinita; la quale taglierà la prima nel punto I; e que$to è il centro del circolo, di cui l’arco dato AB è parte. [0218]_CAPO VII._ Pre$o dunque il $emidiametro di tal circolo, cioè l’interuallo IA, ouero IB, l’applico nella linea de’poligoni alli punti 6.6, e ritengo que$ta apertura dello Stromento.

Ora quì conuiene far rifie$$ione à ciò, che o$$eruò Euclide nell’vltima propo$itione del libro 4. doue in$egnò à de$cri- uere la figura di quindici lati, col beneficio de’lati del trian- golo, e del pentagono: & è, che moltiplicando in$ieme li de- nominatori di due figure regolari, cioè i numeri de’loro lati, $i hà il denominatore d’vn’altra nuoua figura; e la differenza de gl’archi corri$pondenti al lato di dette due figure contiene tante parti di que$ta nuoua figura, quanta è la differenza de’ numeri de’lati di quelle figure. Così il triangolo hà trè lati, il pentagono cinque, moltiplico 3, per 5, & hò 15; e perche la differenza di 3 à 5 è 2, perciò dall’ i$te$$o punto del circolo applicato il lato del triangolo, & il lato del pentagono, la dif- ferenza de gl’archi corri$pondenti à que$ti lati contiene due parti delle quindici del circolo. E $e la differenza del nume- ro de lati delle figure $ia l’vnità, applicati i loro latial circolo, re$tarà la differenza de gl’archi la parte competente alla nuo- ua figura: Così applicato il lato del quadrato, e del pentago- no, la differenza è la vente$ima parte del circo$o, perche 4 moltiplicato per 5, fà 20. Il che è manife$to, perche delle 20 parti vn quarto ne leua 5, e delle $te$le 20 vn quinto ne leua quattro; dunque la differenza d’vn quarto, e d’vn quin- to è vna vente$ima.

Suppo$ta que$ta dottrina veri$$ima, e chiari$$ima, hauendo noi nella linea de’poligoni illato della figura di 20, & il lato della fig. di 18 lati, moltiplicando 20 per 18, habbiamo 360, che è il numero de’gradi ditutto il circolo; e perche la diffe- renzatra 20, e 18 è 2, perciò pre$o nello Stromento nella li- [0219]_Linea de’Poligoni_ nea de’poligoni l’interuallo 18. 18, l’applico all’arco dato, & è A K: di poi pre$o l’interuallo 20. 20, l’applico nello $te$$o arco dal punto K, & è K L; onde re$ta A L due trecen$e$$ante- $ime di circolo, e $e A L $i diuiderà per mezzo, hauremo il gra- do del circolo.

Che $e prende$$imo l’interuallo, che diuide il circolo in 20, e quello, che lo diuide in 19 parti, la differenza loro $arà{1/380} del circolo, così per diuider il circolo in 63 parti, prendo due nu- meri, che moltiplicati facciano 63, e que$ti $ono 7, e 9, la differenza de’quali è 2. Dunque applicato al circolo il lato della figura di $ette, e quello di noue lati, la differenza $arà {2/63} del circolo, e diui$a per mezzo, darà l’arco, la cui corda è lato della figura di 63 lati.

Di quì $i vede, che hauendo noi nella linea de’poligonii lati di diciotto figure, combinandole à due à due, $i ponno fa- re 162 combinationi, e trouar’i lati di altre 162 figure, oltre le notate nello Stromento. Mà perche alcune differenze comprenderebbono numero di$uguale di parti, $aria a$$ai dif- ficile il trouarle, perciò meglio è $eruir$i $olo di quelli, che hanno ne’numeri la differenza, che è numero pari, e riceue $ubdiui$ione. Come per e$$empio, $e prendiamo il lato di 20, e queilo di 13, la differenza $arà {9/260} del circolo; e troppo difficile riu$cirebbe diuidere in $ette parti quella particella, che è la differenza de gl’archi: $e pur non s’adopra$$e ne gli archi l’indu$tria, che nelle linee rette habbiamo mo$trata nel Cap.2. e$pre$$a doue vna vente$ima $i diui$e in cinque parti. Mà $e prendiamo il lato di 11, e quello di 19, la dif$erenza $arà{8/209} del circolo; la qual differenza diui$a, e due altre volte $ubdiui$a, finalmente re$ta {1/209} del circolo.

Da que$te co$e quì dette $i raccoglie vn modo facili$$i mo [0220]_CAPO VII._ per pigliar in vna retta linea data vna particella, che per altro $aria difficile à trouare, quando il numero delle parti è nume- ro compo$to: cioè trouando due numeri differenti tra di loro $olamente per l’vnità, ouero per il binario, ò quaternario, i quali in$ieme moltiplicati, facciano il numero, che denomi- na le parti.

Per e$$empio voglio vna $ettante$ima $econda della linea retta MN. Veggo, che il 72 $i fà dalla molti- plicatione di 8 per 9, onde cauo, che la diffe- renza dell’ottaua, e della nona parte di detta linea MN è la $ettante$ima $econda cercata. Applico dunque nella linea Aritmetica dello Stromento la linea M N al interuallo 80. 80, perche all’ interuallo 10. 10, haurò l’ ottaua parte, che $arà ML. Dipoi l’i$te$$a MN appli- co all’interuallo 90. 90, & all’interuallo 10. 10, haurò la nona parte, la quale $arà LI, e la- $cierà la differenza IM {1/72} di tutta la linea; per- che delle 72 particelle vn’ ottauo ne contiene 9, & vn nono ne contiene 8, dunque la diffe- renza d’vn’ottauo, e d’vn nono è {1/72}.

E' vero, che $i può fare più breuemente, e $arà maniera commune anche quando la parte è denominata da vn numero primo; cioè $i metta la linea data all’interuallo della deno- minatione delle parti, & all’ apertura mede$i- ma $i prenda l’interuallo pro$$i mamente mi- nore, poiche leuato que$to dalla linea data, il rimanente $arà la parte cercata. Così po$ta la MN all’ interuallo 72. 72, prenda$i l’inter- [0221]_Linea de’Poligoni_ uallo 71. 71, e $arà NI; dunque IM è vna $ettante$ima $econ- da, come $i cercaua. E di que$ta maniera conuerà operare, quando il numero della parte cercata cade$$e nelli punti vi- cini al centro dello Stromento, che per il gruppo dello $te$$o Stromento, non vi$i puonno prendere: onde conuiene pren- dere l’interuallo, che porta la d<007>fferenza tra il Numeratore, & il Denominatore della parte cercata. Così $e vole$ti @ del- la MN, veggo che la differenza tra il 3, e 72 è 69; perc<007>ò po- $ta la MN alli punti 72 72, prendo 69. 69, e leuato dalla MN que$t’interuallo, il re$iduo $arebbe {3/72}.

Che $e la linea data fo$$e piccola a$$ai, come ML, e $i vede$- $e diuidere in parti 9; perche $aria $commodo l’applicarla allo Stromento, prolongo la linea ML tanto, che la replico otto volte $in ad N: dipoi applicata la MN all’ottuplo di par- ti 9, cioè al 72, prendo poi 71. 71, e $arà NI, onde re$tando IM {1/72} di MN, $arà per con$equenza {1/9} di ML: e così potrà, $e $i vorà, continuar ladiui$ione di ML in tutte le $ue none par- ti prendendo$i 70. 70, e traportandolo dal punto N ver$o M, che la$ciarà {2/72}, cioè {2/9} di ML, &c.

_QVESTIONE QVARTA._ Come $i cono$ca la proportione de’lati delli poligoni de$critti nello $te$$o circolo; e poi anche la proportione dell<007> $te$si poligoni.

DAlla tauoletta po$ta in que$to Capo è manife$ta la pro- portione de’lati de’poligoni; mà non $i può $empre hauere que$ta tauoletta alla mano, come s’hà lo Stromento. Per cono$cer dunque la proportione di detti lati conuiene vedere, $e $i vog$iono con relatione al$emidiametro, ò $olo [0222]_CAPO VII._ tra di loro. Per e$$empio voglio $apere, che proportione habbia il lato del pentagono al lato del decagono. Po$$o con$iderarli a$$olutamente tra di loro $enza riguardo del lato dell’e$$agono, che è vgual al $emidia metro; ouero determina- ta la quantità delle particelle del $emidiametro, con$iderare quante di quelle particelle contenga cia$cuno di detti lati. Nel primo ca$o con due Compa$$i prendo gl’interualli 5. 5, e 10. 10, nella linea de’poligoni. Dipoi nella linea Aritme- tica applico il lato del pentagono all’interuallo 100. 100, e trouando, che il lato del decagono cade nell’interuallo 52. 53, dico, che la loro proportione è come di 100 à 52 {1/2}. Mà volendo$i la loro proportione in riguardo del lato dell’ e$$a- gono, conuiene prendere trè mi$ure, cioè oltre li due detti in- terualli pigliar’anche quello di 6. 6, e que$to nella linea Arit- metica porre all’interuallo 100. 100, e così trouera$$i la pro- portione del lato del pentagono à quello del decagono, come 58 {1/2} à qua$i 31.

Trouata la proportione de’lati di due figure, in riguardo al lato dell’e$$agono po$to come 100, $i trouerà la proportio- ne di dette figure, cercando l’area d’vno de’triangoli di cia- $cuna, e poi moltiplicando que$t’area, per il numero de’lati di cia$cuna. L’area poi di cia$cun trian- golo $i troua con la moltiplicatione della metà del lato per la perpendico- lare, che in e$$o cade dal centro; cioè moltiplicando AH per CH, come $i caua dalla 42. dellib. 1. Si troua poi la grandezza della perpendicolare CH, ò con lo Stromento applicando CA $emidiametro nella linea Aritme- [0223]_Linea de’Poligoni_ tica all’interuallo 100. 100, ò dal quadrato della CA 100, cauando il quadrato della metà del lato cono$ciuto. E$$en- do dunque il lato del pentagono in riguardo del $emidiame- tro del circolo, à cui è in$critto, come 58 {1/2}, la $ua metà è 29 {1/4}, il cui quadrato è 855 {9/16}, il quale $ottratto dal quadrato del $emidiametro, re$ta il quadrato della CH, e la radice 95 {1/2} in circa è la quantità della perpendicolare CH. Moltiplicato dunque CH 95 {1/2} per HA 29 {1/4}, l’area d’vn triangolo quinta parte del pentagono è 2793 {1/2}, e que$ta moltiplicata per 5. numero de’lati per con$eguenza de’triangoli del pentagono, $arà tutta l’area del pentagono 13976. Il che pure $i $aria trouato, $e pre$a la metà del giro del pentagono (che è 292 {1/2}) cioè 146 {1/4} $i fo$le moltiplicata per la perpendicolare 95 {1/2} @ poiche $aria venuta l’area del pentagono allo $te$$o modo 13967.

Ora per trouar l’area del decagono, il cui lato è qua$i 31, & il mezzo giro 155, in circa, trouola perpendicolare cauan- do dal quadrato del $emidiametro, cioè da 10000, il quadra- to della metà del lato 15 {1/2}, cioè 240, e re$tano 9760 qua- drato della perpendicolare, quale perciò è 98. Moltiplica- to dunque 155 per 98 {3/4}, $i produce l’area del decagono 15306. Dal che conchiudo, che il pentagono, & il deca- gono de$critti nello $te$$o circolo $ono come 13967, e 15306, & in minori termini, poiche li numeri non $on tanto preci$i, come 14 à 15. E nella $te$$a forma $i procederà nel- la comparatione dell’altre figure, doue $i vedrà, che quanto minore è il lato, tanto più và cre$cendo l’area.

[0224]_CAPO VII._ _QVESTIONE QVINTA._ _Dato vn poligono regolare, trouarne vn’altro à lui vguale._

SE $arà data vna figura regolare, & vn’altra diuer$a $e ne de$ideri à lei vguale, primieramente per la Que$tione antecedente $i troui la proportione di tali figure nello $te$$o circolo, come $e $ia dato vn pentagono, e $i voglia vn deca- gono à lui vguale, $i troua, che il pentagono al decagono nel- lo $te$$o circolo è come 14 à 15. Dipoi il lato della data figu- ra s’applichi nelle linee de’poligoni all’interuallo conuenien- te, come nel ca$o no$tro all interuallo 5.5, e $i prenda l’inter- uallo della $pecie della figura, che $i cerca, come quì è il de- cagono, e $arà 10. 10. Finalmente perche il decagono è co- me 15, al pentagono, che è come 14; nelle linee Geometri- che all’interuallo 15. 15, applico que$to lato trouato del de- cagono; e pre$o l’internallo 14. 14, $arà illato d’vn decago- no, che è al decagono in$critto nello $te$$o circolo col penta- gono dato, come 14 à 15, cioè come il pentagono dato al decagono nello $te$$o circolo: Dunque que$t’ vltimo inter- uallo pre$o è il lato del decagono vguale al dato pentagono; poiche così il decagono di que$to lato, come il pentagono dato hanno la $te$$a proportione di 14 à 15 al decagono nel- lo $te$$o circolo con la figura data, per la 7 del 5.

[0225]_Trasformatoria de’ Piani_ _CAPO VIII._ In qual maniera s’ habbia à $egnare nello Stromento la linea d’vgualianza trà piani regolari d<007>$$omiglianu: & v$o di que$ta linea trasformatoria.

COnuien talhora cangiar’vna figura piana in vn’altra di $pecie differente, e $e bene d<007> c<007>ò s’e parlato nel Capo antecedente alla Que$t. 1. nientedimeno per farlo più pre$to, e con facilità, $i può nel no$tro Stromento $egnar il lato di cia$cuna figura. E perche le figure Irregolari non hanno al- cuna determinatione, potendo e$$er molto varia la loro irre- golarità, perciò $olamente $i con$iderano le reglari, poiche cono$ciuto vn lato, tutti gl’altri $on noti, e$$endo tra di $e vguali.

Primieramente fà di me$tieri cono$cere la proportione de’lati delle figure di$$omiglianti, ma $econdo l’area, ò $uper- ficie tra di$e vguali. E perche tutte le figure regolar<007> puon- no concepir$i, come de$critte nel circolo; dal cu<007> centro tira- te à cia$cun’ angolo linee rette, l’area $i diuide in tantitrian- goli vguali, quanti $ono i lati di cia$cuna di dette figure, per- ciò ba$terà trouar la ba$e d’vno di detti triangoli. Onde no- ta, che $ia l’area d’vna figura, que$ta $i diuiderà in tante parti, quanti $ono i lati della figura, che $i de$idera, e que$to quo- tiente $arà l’area del triangolo, che è tal parte di detta figu- ra. Del qual triangolo i$o$cele e$$endo cono$ciuta l’area, e la proportione de’lati (poiche per il Capo antecedente $i co- no$ce la proportione dellato della figura al $emid<007>ametro del circolo, in cui è de$critta, ò almeno $i può cauare dalle rauole de’$eni) $i troua la grandezza della ba$e.

[0226]_CAPO VIII._

Dunque $uppo$to il lato del triangolo equilatero e$$er 1000, trouo la $ua area nel modo commune à tutti li trian- goli, cioè dalla metà del giro di tutto il triangolo $ottraendo cia$cuno de’lati, e moltiplicate in$ieme le trè differenze, e que$to prodotto moltiplicato per la detta metà del giro, cauo la radice quadrata, che $arà l’area cercata. Perciò e$$endo vn lato 1000, tutto il giro è 3000, e la metà 1500; dunque le trè differenze $ono 500, 500, 500, le quali moltiplicate in$ieme, fanno 125000000, e que$to prodotto moltiplicato per 1500 metà del g<007>ro del triangolo, dà 187500000000; la cui radice quadrata è 433012 area del dato triangolo equilatero.

Ora volendo$i illato d’vn quadrato vguale al dato trian- golo, prendo la quarta parte dell’area trouata del triangolo, & è 108253, e que$ta è l’area del triangolo, che è la quarta parte del quadrato vguàle al dato triangolo. Et in que$to piccolo triangolo, quarta parte del quadrato li lati po$ti, co- me 1000, la ba$e è 1414 <006> 2000000. Dunque perche li triangol<007> $imili $ono nella proportione duplicata de’lati, cioè le lor’aree $ono come li quadrati de’lati homologi, per la 19. del lib. 6, trouata l’area corri$pondente à que$ti trè lati ne’termini della proportione cono$ciuta, $e $i farà come l’area trouata all’area cono$ciuta 108253, così il quadrato della ba$e 1414 ad vn’altro verrà il quadrato della ba$e, che $i cer- ca. Quindiè, che data la proportione de’lati del triangolo 1000, 1000, 1414, $i troua l’area 499999: ecosì come que$ta à 108253, così il quadrato della ba$e, che è 2000000 (ouero 1999396 $e $i prende per ba$e 1414 preci$amente) à 433012, quadrato della vera ba$e, che $i cerca; quale per- c<007>ò $arà 658 <028>, etale $arà illato del quadrato vguale al da- to tr<007>angolo.

[0227]_Trasformatoria de’ Piani_

Con l’i$te$$o metodo $i trouano i lati del pentagono, e$$a- gono, & altri vguali al dato triangolo, cioè prendendo per il pentagono la quinta parte dell’area del triangolo equilatero po$to, per l’Eptagono la $ettima parte, &c. E poi cono$ciu- ta la proportione del lato di cia$cuna figura al $emidiametro del circolo, in cui ella può de$criuer$i, $i troua l’area di que$to triangolo i$o$cele; e finalmente facendo$i, come la quinta, ò $ettima, &c. parte del triangolo equilatero po$to, à que$t’area vltimamente trouata, così il quadrato del lato del pentago- no, ò eptagono, &c. al quadrato del lato vero cercato; onde la radice di que$t’vltimo quadrato $arà il lato, che $i cerca: e così $i $ono trouati ilati d’a$cune figure regolari, come nell’ anne$$a Tauoletta $i troua notato. Econ que$ta proportione # # # # _Lati di figure regolari tra di loro vguali_. Triangolo # 1000. # Ottangolo # 299<028> Circolo # 742<028> # Nonangolo # 264<028> Quadrato # 658<028> # Decangolo # 237<028> Pentagono # 502 --- # Vndecangolo # 214<028> E$$agono # 408<028> # Dodecangolo # 197 --- Eptagono # 342 --- $i diuidono le linee AN, AV nella fig. dello Stromento pag. 164. pig$iando tutta la AN per 1000 lato del triangolo, il quale $i $egna con la nota Δ per contradi$tinguerlo dal 3, che $i $egna nell’altra linea, in cui $ono le parti del circolo, e chia- miamo linea de’poligoni. Così per il pentagono $i prende A 5 di pati 502-- di quelle, delle quali tutta la AN è 1000; e ne$lo $te$$o modo dell’altre tutte.

[0228]_CAPO VIII._

Col mede$imo metodo approuarei, che nella $te$$a linea $i $egna$fe il Diametro del circolo vguale all’i$te$$o triangolo, la cui area è di parti 433012 quadrate. Perche il circolo è vguale al triangolo rettangolo fatto dal $emidia- metro, edalla circonferenza, e perciò vguale al Rettangolo $otto il $emidiametro, ela $emicircon$erenza, onde que$t<007> la- ti hanno la proportione mede$<007>ma del diametro alla circon- ferenza, cioè di 113 à 355; perciò moltiplicato 355 per 113 l’area del circolo $arà 40115. Siche habbiamo due aree di circoli, vna d<007> 40115, l’altra di 433012; e perche $ono i circoli comei quadrati del diametro, prenda$<007> il quadrato del diametro 226, cioè 51076, e faccia$i, come il circolo 40115 al circolo 433012, così il quadrato 51076 al quadro 5513- 28: la cui radice quadrata 742 <028> è la quantità del diame- tro del circolo, che dourà prender$i dal punto A, e verrà à cadere tra’l quadrato, & il Triangolo, e $i potrà $egnare ò con la figura circolare Θ, ouero con le lettere Dia; acciò s’in- tenda quello e$$er il diametro del circolo, la cui area è di parti 433012, vguale al Triangolo equilatero, li cui lati fono vguali alla linea AN di parti 1000. Così con vna tal diui- $ione $egnata per il circolo, $i potrà immediatamente quadra- re il circolo, e$$endoui il quadrato vguale al dato Triangolo, al qual è vguale il Circolo del diametro notato.

Quindi è manife$to, che dato qualunque lato di triangolo, à cui $i de$idera altra figura regolare vguale, gl’interualli dell’ apertura dello Stromento $aranno nella $te$$a proportione, in cui $ono diui$i i lati dello $te$$o Stromento, come più volte di $opra s’è detto.

[0229]_Trasformatoria de’ Piani_ _QVESTIONE PRIMA._ Data vna figura regolare, trasformarla in vn’altra vguale dipiù, ò meno lati.

HAbbia$i per cagione d’e$$empio vna la$tra d’argento quadrata, e voglia$i farne vn’altra d’vgual gro$lezza, mà di figura e$$agona, $i cerca la grandezza del lato dell’e$$a- gona. Nella linea trasformatoria, ò d’vguaglianza, comun- que chiamar la vogliamo, s’applichi all’interuallo del qua- drato il lato dato; e ritenuta quell’ apertura, prenda$i nella $te$$a linea l’interuallo 6. 6, e que$to riu$cirà il lato cercato dell’e$$agono.

Mà $e fo$$e la la$tra così grande, che non capi$ce il lato del quadrato ne gl’interualli dello Stromento, e $i vole$$e $ape- re in numeri di quanti deti $arà la lunghezza del lato trouato dell’e$$agono, così può operar$i. Allargato lo Stromento à qual$iuogl<007>a apertura, prenda$i con due Compa$$<007> gl’inter- ualli corr<007>$pondenti al quadrato, & all’e$$agono nella linea trasformatoria. Dipo<007> nella linea Aritmetica $<007> vegga con l’applicatione de’due Compa$$<007>, che proportione habbiano tra d<007>loro que’ due lati; e trouando che <007>l lato del quadrato à quello dell’e$$agono vguale è come 100 à 62, con la rego- la del trè dico, $e 100 danno 62, illato d’vna la$tra quadrata d<007> deti 20, mi darà in vna la$tra vguale e$$agona, il lato di deti 12 {2/3}.

Che $e non $i pote$$e prendere preci$amente in denomina- tione di mi$ura cono$ciuta di palmi, deti, &c. il lato del qua- drato, e nondimeno fo$$e a$$a<007> grande, prendo la metà, ò al- [0230]_CAPO VIII._ tra parte aliquota di detto lato, e l’applico all’interuallo del quadrato nella linea trasformatoria, e poi prendo il lato del- la figura, che $i de$idera, nell’interuallo della $te$$a linea tra- sformatoria; perche moltiplicando que$ta tante volte, in quante parti fù diui$o l’altro lato della figura data, s’haurà il lato cercato. La ragione d<007> ciò è manife$ta; perche i lati del- le figure $imili $ono nella proportione $ubduplicata nelle $te$- $e figure, dunque pre$a la metà del lato dato, que$ta è lato d’vn quadrato $ubquadruplo del primo: Dunque illato del- l’altra figura trouato (e$$endo al quadrato d<007> quella metà vguale l’e$$agono di que$to lato trouato) è lato d’vn’e$$agono $ubquadruplo al dato quadrato. Ora raddoppiato il lato trouato $arà lato d’vn’altro e$$agono quadruplo di que$to; Dunque l’e$$agono della linea doppia del lato trouato è vguale al quadrato dato.

_QVESTIONE SECONDA._ Data vna figura regolare trouarne vn’altra regolare diuer$a, à cui habbia la data Proportione.

QVe$ta operatione è facile adoprando$i la linea trasfor- matoria, e la linea Geometrica: poiche prima nel<007>a trasformatoria $i troua l’vguale, poi nella Geometrica $i tro- ua quella, che hà la data proportione. Sia dato vn triango- lo, e $i de$idera vn’ottangolo, che contenga tre volte, e mez- za detto triangolo, cioè che $ia al triangolo, come 7 à 2. Pon- go dunque nella linea trasformatoria <007>l lato dato del triango- lo all’interuallo proprio: quindi prendo nella $te$$a linea l’in- teruallo 8. 8, e que$to è l’ottangolo vguale al triangolo dato. [0231]_Trasformatoria de’ Piani_ Conuien dunque trouare vn’ottangolo, che à que$to $te$$o ottangolo $ia come 7 à 2: perciò il lato trouato dell’ottan- golo vguale applico nella linea Geometrica all’interuallo 2. 2: e pre$o nella $te$$a linea Geometrica l’interuallo7.7, que- $to $arà il lato dell’ ottangolo, che è come 7, in riguardo del primo ottangolo, cioè del triangolo dato, che è come 2.

Che $e de$ideri cono$cer in numeri illato di que$to ottan- golo, che è al triangolo dato, come 7 à 2: $i troua con l’ap- plicatione de’lati del triangolo, & ottangolo vguali nella linea Aritmetica, che $ono come 100 à qua$i 30: dipoii lati de gl’ottangoli, che $ono come 2 à 7, applicati $imilmente al- la linea Aritmetica, trouo che $ono come 30 à 56, onde raccolgo, cheil lato del triangolo dato allato d’vn’ottango- lo, che lo contiene trè volte, e mezza è come 100 à 56.

_QVESTIONE TERZA._ _Date due figure regolari diuer$e, cono$cere, che proportione_ _habbiano tra di loro._

SIano date due figure diuer$e regolari, per e$$empio vn pentagono, & vn triangolo: applico nella linea trasfor- matoria il lato della figura, che hà meno angoli, cioèil lato del triangolo, & à que$ta appertura all’interuallo 5. 5. nella $te$$a trasformatoria prendo il lato del pentagono vg uale. Po$cia que$to lato d’vn pentagono vguale al triangolo dato, & il lato del pentagono dato, applico nella linea Geometri- ca, come $i di$$e nel Capo 3. Que$t. 4. e così trouata la pro- portione de’pentagoni di que$ti due lati, $i fà manifefta la proportione del pentagono, etriangolo dati.

[0232]_CAPO VIII._

La ragione di que$ta operatione è manife$ta dalle co$e più volte dette, e dalla co$truttione dello Stromento nella diui- $ione di que$te linee, delle quali ci $eruiamo.

_QVESTIONE QVART A._ _Data l’area d’vn poligono regolare, trouar il $uo lato._

ES$endoche ogni area s’intende compo$ta di quadretti di determinata mi$ura, data l’area, deue e$ler dato il lato di cia$cun quadretto. Ora $upponga$i data l’area d’vn pen- tagono di 400 palmi quadrati, e cerchi$i quanto grande $ia il lato del detto pentagono. Trouifi il lato d’vn quadrato di 400 palmi, cauando dal dato numero la radice quadrata, che è 20, & in vn piano $i de$criua vna linea, che $i $upponga di 20 particelle, cia$cuna delle quali $e ben piccola rappre$enti vn palmo. Que$ta linea s’applichi nella linea trasformato- ria all’interuallo proprio del quadrato, & à quella apertura dello Stromento $i prenda l’interuallo 5. 5, del pentagono. Il che fatto, que$ti due interualli del quadrato, e del pentago- no s’applichino nella linea Aritmetica, e $i trouerà, che $e il lato del quadrato 400, è 20, il lato del pentagono di 400 pal- miè 15 {1/4}.

Si che data qual$iuoglia area $i caua la radice quadrata; e po$ta vna linea di tante mi$ure s’applica nella trasformatoria all’interuallo del quadrato; poiche l’interuallo corri$ponden- te alla denominatione del poligono dato, $arà il lato della fi- gura, la cui area è vguale al quadrato della linea $uppo$ta, cloè all’area data.

[0233]_Trasformatoria de’ Piani_ _QVESTIONE QVINT A._ _Dati due poligoni regolari diuer$i vguali, trouare la porportione_ _de’ circoli, ne’ quali e$si $t de$criuono._

E’Manife$to, che li poligoni vguali diuer$i non $i puonno de$criuere nello $te$$o circolo; dunque il poligono di più lati $i de$criue in vn circolo minore, che quello di meno lati, ma vguale d’area. Cerchi$i dunque la proportione de’ circoli.

Il che $i fà trouando la proportione de’ $emidiametri. E $ia per e$$e mpio vn triangolo, & vn’eptagono vguali.

Primieramente applico nella linea de’poligoni il lato del triangolo all’interuallo 3.3, e prendo l’interuallo 6.6, e que- $to è il $emidiametro del circolo, in cui $i de$criue il dato triangolo. Similmente nella $te$$a linea de’poligoni applico il lato dell’eptagono all’interuallo 7. 7, e con quell’ apertura prendo l’interuallo 6. 6, il quale $farà il femidiametro del cir- colo, in cui $i de$criue il dato eptagono. Pre$i dipoi que$ti due $emidiametri, s’applicano nella linea Geometrica, & in quella $i troua la proportione de’circoli, come s’è detto nella Que$t. 4. del Cap. 3.

QVESTIONE SESTA. _Data vna figura regolare far’vn circolo à lei vguale, e dato_ _vn circolo far vn quadrato vguale._

SE non fo$$e nella linea $egnato anche il diametro del cir- colo vguale à cia$cuna delle figure notate nella linea [0234]_CAPO VIII._ trasformatoria; è facile il trouar$i in que$to modo. Data la figura, $i trasformi in quadrato: il lato di que$to quadrato nella linea Geometrica s’applichi all’interuallo 11. 11; pren- da$i nella $te$$a linea Geometrica l’interuallo 14. 14, e que$to è il diametro del circolo, che $icerca; la ragione è manife$ta, perche per le co$e dimo$trate da Archim. il quadrato del dia- metro è al circolo, come 14, à 11; il quadrato di que$t’ vltima linea è al quadrato po$to all’interuallo 11. 11, cioè al poligo- no dato, come 14 à 11, dunque il dato poligono, & i$ circo- lo del diametro vltimamente trouato $ono tra di $e vguali per la 7. del 5.

Quindi dato vn circolo, $arà facili$$imo il quadrarlo: per- che applicato il diametro dato alli punti 14. 14: prenda$i l’in- teruallo 11. 11, e que$ta linea darà vn quadrato vguale al cir- colo dato; e$$endoche il circolo al quadrato del $uo diametro è come 11 à 14.

_QVESTIONE SETTIMA._ _Date due figure regolari di$simili, e di$uguali, farne vna vguale_ _à tutte due, e di$$omigliante._

QVe$ta operatione $i fà con ridurre le due di$$imili à $omiglianza, e poi vnirle in vna $imile, e finalmente trouare vna di$$imile. Sia dato vn pentagono, & vn quadrato di$uguali, e $i voglia far vn triangolo vguale alla $omma del pentagono, e del quadrato. Prima riduca$i il pen- tagono in quadrato, in que$to modo. Nella linea trasforma- toria s’applichi il lato del pentagono dato a$l’interuallo 5. 5, e poi prenda$i l’interual$o de’quadrati, <058> <058> che $arà il la- [0235]_Trasformatoria de’ Piani_ to del quadrato, vguale al dato pentagono. Di poihauen- do$i già que$to lato d’vn quadrato, & il lato del quadrato da- to, s’applichino tutti due nelle linee Geometriche, per tro- uar la lor proportione, e $i faccia vn quadrato vguale à tutti due, come s’è detto nel Cap. 3. Que$t. 5. e $arà que$to qua- drato vguale al pentagono, & al quadrato dati. Finalmente il lato di que$to quadrato nelle linee trasformatorie s’appli- chi all’interuallo proprio de’quadrati, e con quella apertura s’haura all’interuallo ΔΔ proprio de’triangoli il lato deltrian- golo vguale al dato quadrato, e per con$eguenza alle due fi- gure date di$$imili, e di$eguali.

E $e fo$$ero molte le figure date da vnir$i, $i continui l’o- peratione nello $te$$o modo; come $e oltre i$ pentagono, e quadrato dati vi fo$$e anche vn triangolo, e poitutti in$ieme haue$$ero à far’ vn’ottangolo; trouato il triangolo vguale al pentagono, & al quadrato dati, così il lato di que$to, come del dato triangolo s’applichino nelle linee Geometriche, e $i troui vn triangolo eguale à tutti due; e finalmente il lato di tal triangolo vguale à tutte trè le figure date s’applichi nelle linee trasformatorie all’interuallo del triangolo, poiche rite- nuta quell’ a pertura di Stromento, l’interuallo 8. 8, darà il lato dell’ottangolo vguale alle trè figure date.

_QVESTIONE OTTAVA._ _Dati due poligoni regolari di$simili, e di$uguali, trouar’ vn’ altra_ _figura di$simile, che $ia vguale alla loro differenza._

SIa dato nello $te$$o circolo vn triangolo, & vn quadrato, li quali nece$$ariamente $ono di$uguali, e $i voglia far [0236]_CAPO VIII._ vn’e$$agono vguale alla differenza tra il triangolo, e quadra- to dati. Nelle linee trasformatorie applicato il lato del trian- golo dato, $i troui il lato d’vn quadrato à lui vguale; Dipoi que$to lato trouato, & il lato dato del quadrato, s’applichi- no nelle linee Geometriche, e trouata la loro proportione $i troui il lato del quadrato vguale alla $oro differenza, per quel che s’è detto nel Cap. 3. Que$t. 6. Finalmente que$to lato del quadrato vltimamente trouato s’applichi nelle linee trasfor- matorie all’interuallo de’quadrati, poiche nelle $te$$e linee l’interuallo 6. 6, darà il lato dell’e$$agono vguale à quel qua- drato, che è la differenza de’ due quadrati applicati, cioè del triangolo, e del quadrato dati.

In tutte que$te operationi $e le linee, che $ono lati delle figure date, fo$$ero troppo grandi, $i prendano le parti ali- quote, ricordando$i poi di moltiplicare l’vltima linea troua- ta $econdo la denominatione della parte aliquota pre$a; co- me $e $i pre$e il terzo della linea, quella trouata $arà $ola- mente il terzo di quella, che $i cerca, e così dourà triplicar$i: $e $i pre$e il quarto, que$ta dourà quadruplicar$i, e così dell’altre.

CAPO IX. In qual maniera habbia à $egnar$i la linea de’ corpi regolari, & v$o di que$ta linea.

COrpi regolari $i chiamano quelli, che hanno le loro $u- perficie piane, dalle quali $ono compre$i, $imili, & vguali: E perche ogni angolo $olido è fatto almeno da trè $uperficie, ne può e$$ere $e non minore di quattro angoli ret- [0237]_Corpi Regolari_ ti, perciò niun corpo regolare può hauere l’angolo $olido fat- to, ò da $ei triangoli equilateri, ò da quattro quadrati, perche que$ti <007>n$ieme fanno quattro angoli retti, e non $aria ango- lo, mà vn piano: quattro pentagoni vguali farebbono più di quartro retti; tre e$$agoni fariano giu$tamente quattro ret- t<007>, e tre eptagoni ò di più lati fariano più di quattro retti; on- de con$ta, che l’angolo $olido non può e$$er fatto, che ò da tre, quattro, e cinque triangoli equilateri, ò datre quadrati, ò da tre pentagon<007> equilateri; e per con$equenza $olo cinque corpi regolari $ono po$$@bili. Ora $e di trè triangoli equila- teri $i faccia vn’angolo $olido, tutto il corpo haurà quattro faccie, e $i chiama retraedro, che vuol dire di quattro faccie, ouero piramide; $e $i faccia vn’angolo $olido di quattro trian- gol<007> equ<007>lateri $i forma l’octaedro, cioè d’otto faccie; $e di c<007>nque triangoli equ<007>lateri, $i formi l’angolo $olido, ne viene l’<007>co$aedro di venti faccie. Dipoi l’angolo $olido $i fà di trè quadrati, e $e ne forma il cubo, ouero exaedro di $ei faccie: e finalmente di tre pentagoni equ<007>lateri $i fà l’angolo $olido del dodecaedro di dodic<007> faccie.

Per trouar dunque i lati di que$ti cinque corpi regolari contenuti in vna mede$ima sfera, ci $eruiremo del modo da- to da Euclide nell’vltima propo$itione del lib. 13. Si tiri nel- lo Stromento la linea, che deue à que$to effetto $eruire, e $ia la l<007>nea AP, ouero AM. A que$ta linea $e ne tiri in vn pia- no vna vguale, e $ia la linea AB, la quale diuida$i in modo, che BC $ia la metà, BD la terza parte, BE la quinta parte. E dal centro C $i de$criua il $emicircolo AFB. S’alzino poi le perpendicolari CF, DG, EH, e $i t<007>rino le linee AF, che è lato dell’octaedro, AG, che è lato della piramide, ouero tetraedro BG, che è lato del cubo. E que$ta linea BG $i ta- [0238]_CAPO IX._ gli nell’e$trema, e media ragione, cioè in modo, che il qua- drato del $egmento mag- giore $ia vgual’al rettango- lo fatto da tutta, e dal $eg- mento minore, come s’in- $egna nella 30 del l<007>bro 6, ouero nell’ 11. del l<007>b. 2; e $ia il $egmento maggiore BK, che è lato del dodecae- dro. Finalmente della linea BH, come di $emidiametro $i formi il $emicircolo BOL; d<007>uida$i l’arco per metà <007>n O, & il $emid<007>ametro HL per metà in N: pren- da$i l’interuallo NO; & à que$to $ia vgua- le NI: e così $arà HI lato del decagono, & IO lato del pentagono; e $i trasferi- $cano nell’altra figura in modo, che BI $ia vguale à IO, & IH $ia il lato del decago- no nel circolo BOL, $arà dunque BI lato dell’ ico$aedro.

Trouate que$te mi$ure, $itrasferi$cono $opra lo Stromen- to, in cui AP è diametro della sfera, A4 vguale ad AG, A8 vguale ad AF, A 6 vguale à BG, A 20 vguale à BI, A 12 vguale à BK; & in tal maniera $ono $egnati i lati de’corp<007> re- golari, che puonno de$criuer$i nella $te$$a sfera.

E perche $e bene tutte que$te linee $ono tra di loro incom- men$urabili di longhezza, nondimeno li lati del tetraedro, octaedro, e cubo $ono col diametro della sfera commen$ura- bili di potenza (gl’altri due lati del dodecaedro, & ico$aedro $on’affatto irrationali) e $ono iloro quadrati in que$ta pro- [0239]_Corpi Regolari_ portione, cioè del diametro della sfera, come 6, del lato del- la piramide, come 4, del lato dell’octaedro, come 3, del la- to del cubo, come 2, come $i vede appre$$o il Clauio nella dimo$tratione della $udetta prop. vlt. del lib. 13. perciò $i potrà prouare con la l<007>nea Geometrica dello Stromento, $e tali lat<007> da noi trouati nel primo modo applicati in e$$a corri- $pondano giu$tamente alli numeri di 6. 4. 3. 2. acciò $iamo $icuri, che l’operatione fù giu$ta.

Quindi $i potrà in numeri determinare la quantità di que- $te linee in proportione al diametro della sfera, quale mettia- mo e$$ere di particelle 2000. Dunque il $uo quadrato 4000000, che è al quadrato del lato della Piramide come 6 à 4, darà 2666666 quadrato, la cui radice 1633- è il la- to della Piramide. Similmente come 6 à 3, così il quadrato 4000000 al quadrato 2000000, la cui radice 1414 <028> è il lato dell’octaedro. E come 6 à 2, così il quadrato 4000000 al quadrato 1333333, la cui radice 1154 <028> è il lato del Cubo.

Mà per ilati delli altri due corpi regolari $i richiede mag- gior indu$tria, poiche il lato del Cubo 1154 deue diuider$i nella media, & e$trema ragione, cioè come 1000 à 618. pro$. $imamente, & il $egmento magg<007>ore 713 $arà il lato del do- decaedro, come $i hà dal primo corollario della prop. 17. del lib. 13. d’Euclide. E per trouar il lato dell’Ico$aedro, primie- ramente deue trouar$i il raggio di quel circolo, che compren. de lecinque ba$i delli cinque triangoli, che co$titui$cono l’an- golo $olido di que$to corpo: Ora per il primo corollario del- la prop 16. del lib. 13. il quadrato di quel raggio è la quinta parte del quadrato del diametro della sfera; onde $arà 800000 il quadrato, e la $ua radice 894 <028> è il raggio di det- [0240]_CAPO IX_. to circolo. Dipoi e$$endo noto que$to circolo, deue trouar$i il lato del Pentagono compre$o in que$to circolo; po<007>che que$to è il $ato cercato dell’ Ico$aedro, e$$endo ba$e d’vno dell<007> cinque triangoli equilateri, che fanno l’angolo $olido. Per trouar que$to lato del Pentagono (il cui quadrato per la 10 del 13. è vguale alli quadrati del Raggio, e del Decago- no nell’ i$te$$o c<007>rcolo) bi$ogna trouar il lato del Decagono po$to il Raggio 894, cioè tagliar il Raggio nella e$trema, e media ragione, e$$endoche il $egmento maggiore è il lato del Decagono per il corollario della 9. del 13. Quindi $arà il la- to del Decagono 552: il cui quadrato 304704 aggionto al quadrato del Raggio, che è 800000 dà 1104704 quadrato del lato del Pentagono; e perciò $arà la $ua radice 1051 il la- to cercato dell’Ico$aedro.

# # _Diui$ioni della linea per i corpi regolar<007> in$critti \\ nella mede$ima sfera._ Diametro della sfera. # 2000 Piramide. # 1633--- Octaedro. # 1414<028> Cubo. # 1154<028> Ico$aedro. # 1051 Dodecaedro. # 713<028> [0241]_Corpi Regolari_ _QVESTIONE PRIMA._ Cono$ciuto il diametro d’vna sfera, come $i po$$a formar’ vn cubo, ò altro $olidoregolare, che capi$ca in e$$a.

QVelli, che $i dilettano dentro sfere di vetro formare di piccole regolette te$$ute in$ieme varie figure, come $e fo$$ero linee, hauranno l’v$o di que$to problema. Il diametro della sfera dato s’applichi all’ interuallo vltimo della linea de’ corpi regolari; e di poi pre$o l’interuallo del cubo, $e $i de$idera formare vn cubo, ò di qualunque altro $o- lido, che vogl<007>a formar$i, cioè l’interuallo 6. 6, in quella $te$- $a linea, e s’haurà il lato del cubo. Se $i vole$$e formar’ vna piramide, prenda$i l’interuallo 4.4, in quella linea de’cor- piregolari.

_QVESTIONE SECONDA._ Data vna piramide trouar la sfera, che contenga vn’ altra piramide in data proportione.

SIa data vna piramide, e $i de$ideri vna sfera, che conten- ga vna piramide, che al$a data $ia come 9, à 8. Troui$i illato della piramide, che $ia come 9 à 8, ri$petto della pira- mide data: e perche i $olidi $imili $ono nella triplicata pro- portione de’lati Homologi, cioè, come i cubi de’lati, illato della piramide data s’applichi nella linea cubica dello Stro- mento all’interuallo 8. 8; e pre$o l’interuallo 9.9, $arà lato della piramide, che alla prima $arà come 9 à 8. Quel$to lato [0242]_CAPO IX._ trouato s’applichi nella linea de’corpi regolari all’interuallo 4.4, proprio del tetraedro, el’interuallo e$tremo darà il dia- metro della sfera, che contiene vna piramide, che è $e$quiot- taua della piramide data.

_QVESTIONE TERZA._ Dato il diametro della sfera trouar la proportione de’corpi regolari in$critti.

SIa data vna sfera, il cui diametro è noto, e$i cerchi la proportione di detta sfera à cia$cuno de’corpi regolari in$critti. Ogni sfera è vguale al cono, la cui ba$e è vguale alla $uperficie sferica, e l’altezza vguale al raggio, come di- mo$tra Archimede nel l<007>b. 1. de Sph{ae}r. Cyl. dunque dato il diametro $i troua la circonferenza del ma$$imo circolo, e que- $ta moltiplicata per il $udetto diametro dà la $uperficie sferi- ca, ba$e del cono, e que$ta poi moltiplicara per la terza par- te del raggio, cioè il $e$to del diametro dà la $olidità del cono vguale alla sfera; perche $e la ba$e $i moltiplica$$e per tuttta l’altezza, $aria la $olidità del cilindro di ba$e, & altezza vgua- le; dunque e$$endo il cono la terza parte di tal cilindro, perla 10. del lib. 12. è manife$to, che$i deue moltipliar $olo per la terza parte dell’altezza. Per trouar poila $olidità d’vn corpo regolare in$critto; Primo, $i troua il lato di detto corpo, ap- plicando il d<007>a metro della sfera all’e$tremità della linea de’ corpi regolari, econ vn’altro Compa$$o $i prenda l’interual- lo competente al corpo, che $i cerca: e que$ti due interualli applicati nella linea Aritmetica, danno in numeri homologi al d<007>ametro della sfera, illato del corpo, per e$$empio dell’ [0243]_Corpi Regolari_ ico$aedro, che con$ta di 20 faccie triangolari equilatere. Se- condo trouato il lato del triangolo equilatero $i cerchi la $ua area, trouando $a perpendicolare, che da vn’angolo cade nel mezzo del lato oppo$to: il che $i fà nella linea Geometrica, applicando il lato del triangolo, ela metà di detto lato, à due numeri, de’quali nece$$ariamente vno è quadruplo dell’altro, per e$$empio 48, e 12, e pre$a la differenza 36 piglio l’inter- uallo 36. 36, & applico nella linea Aritmetica il lato del triangolo al $uo numero competente trouato nella prima operatione, e poi veggo qual interuallo comprenda quella di$tanza vltimamente pre$a, che è illato d’vn quadrato, a cui il quadrato del lato del triangolo è come 4 à 3, e que$to mol- tiplicato per la metà del lato del triangolo dà l’area del trian- golo. Terzo, perche il corpo i$critto nella sfera è vguale à tante piramidi, che hanno la cima nel centro della sfera tra di $oro vguali, per hauer le ba$i, e gl’a$$i vguali, conuien tro- uare la perpendicolare, che dal centro della sfera cade nel piano del triangolo. Ora $e il piano del triangolo s’intenda prolongato per ogni parte, taglia la sfera, e fà vn circolo, in cui è i$critto detto triangolo. Prenda$i dunque il lato del triangolo, e nella linea de’poligoni s’applichi all’interuallo proprio del triangolo, econ vn’altro compa$$o $i prenda il raggio del $uo circolo, cioè il lato dell’e$$agono: e nella linea Aritmetica applicato il lato del triangolo al numero, che gli compete già trouato, vegga$i à qual numero cada il raggio del circolo. Cadendo dunque dal centro della sfera la per- pendicolare nel centro di tal circolo, è noto il raggio del cir- colo, & è noto il raggio della sfera oppo$to all’angolo retto, dunque applicati que$ti due raggi alla linea Geometrica, $i troua la proportione de’loro quadrati, & alla differenza di [0244]_CAPO IX._ tali quadrati applicato il Compa$$o, $i troui poi nella linea Aritmetica la $ua quantità in parti homologhe al raggio della sfera, e per con$eguenza al lato del corpo, che $icerca. E que$ta è l’altezza della piramide triangolare. Quarto, per- che la piramide per la 7. del 12 è la terza parte del pri$ma, che hà l’i$te$$a ba$e, e la i$te$$a altezza, $i moltiplichi l’area trouata del triangolo per la terza parte di que$ta altezza tro- uata, e $arà la $olidità della piramide. Finalmente que$ta $o- lidità trouata $i moltiplichi per il numero delle faccie del cor- po regolare, che $i cerca, e s’haurà tutta la $olidità di detto corpo; e per con$eguenza la proportione, che hà alla sfera.

Ciò che s’è detto de’corpi, le cui faccie $ono triangolari, $i deue proportionata mente intendere del dodecaedro, le cui faccie $ono pentagone: perche trouato il lato del dodecae- dro, che è il lato del pentagono, $i troua il raggio del circolo, in cui capi$ce detto pentagono, e diui$o per metà il lato del pentagono in e$$o cade $a perpendicolare dal centro, la qua- le può il quadrato, che è differenza trà il quadrato del rag- gio trouato del circolo, & il quadrato della metà del lato del pentagono: e cos<007>4; $i troua l’area d’vno de’cinque triangoli i$o$celi, ne’quali $i diuide il pentagono; onde $i vien à cono- $cerel’area di detto pentagono. Poi dal quadrato del raggio della sfera leuato il quadrato del raggio di detto circolo, re- $ta il quadrato della linea, che dal centro della sfera cade perpendicolarmente nel piano pentagonico, & è l’altezza della piramide, che è la duodecima parte dell’octaedro: co- me è manife$to.

Quanto poi al cubo è manife$to, ch’egli è alla sfera dello $te$$o diametro con il $ato del cubo, come 21 à 11, come s’o$- $eruò nel Cap. 5. que$t. 2. Mà il cubo in$critto nella sfera è [0245]_Corpi Regolari_ tale, che il $uo lato è di potenza $ubtripla alla potenza del diametro della sfera, per la 15. del lib. 13. Dunque prenda$i la terza parte del quadrato del diametro della sfera, e di que$ta prenda$i la radice quadrata: la quale moltiplicata nel $uo quadrato darà la $olidità del cubo in$critto. Cos<007>4; po$to il diametro della sfera e$$er 2000, il $uo quadrato è 4000000 di cui la terza parte è 1333333 {1/2}; e la radice qua$i 1154 {1/2} è lato del cubo, che mo$tiplicato per il $uo quadrato, dà la $o$i- dità 1537999990, doue che il cubo circo$critto vien’ad e$- $ere 8000000000.

_QVESTIONE QVART A._ _Data vna sfera trouar i lati de’corpi or dinati circo$critti._

LI corpicirco$critti alla sfera hanno i loro piani, che toc- cano la sfera; e perciò l’altezza delle piramidi, che han- no per bale tali piani, è vguale al raggio della sfera data. Ora perche il corpo in$critto, & il circo$critto $ono $imili, hanno anche ilati homologi, e li piani $ono $imili: e per con$eguen- za le pitamidi, nelle quali $i ri$oluono, hauendo trà di loro la proportione de’$uoi tutti, per la 15. del 5. hanno la propor- tione triplicata de’lati homologi. Mà perche le piramidi hanno le ba$i $im<007>l<007>, que$te ba$i hanno la proportione dupli- cata de’lati homologi; e perche le piramidi hanno trà di$e la proport<007>one compo$ta della proportione delle ba$i, e del- le altezze, e$$endo le ba$i nella duplicata proportione de’lati, $eguita, che le altezze habbiano la $te$$a proportione de’lati. Ora e$$endo data la sfera, & il $uo raggio, habbiamo l’altez- za della piramide maggiore, che è parte del corpo circo$crit- [0246]_CAPO IX._ to. Nello Stromento data la sfera habbiamo il lato del cor- poin$critto. dunque nel modo detto nella Que$tione pre- cedente, $i troui la perpendicolare, che dal centro della sfera cade $ul piano del corpo in$critto. E poi faccia$i, come la perpendicolare trouata, allato del corpo in$critto, così il $e. midiametro della sfera al lato del corpo circo$critto, che $i cerca.

Di quì è manife$to, che hauendo $e piramidi $udette la proportione triplicata de’lati delle ba$i, cioè la triplicata del- l’altezze, anche il corpo in$critto, & il circo$critto hanno la, proportione triplicata della perpendicolare dal centro della sfera sù la faccia del corpo in$critto, al $emidiametro della $te$$a sfera; e così cono$ciuta detta perpendicolare, & il rag- gio della sfera, e pre$i i loro cubi, que$ti daranno la propor- tione delcorpo in$critto, al circo$critto, nella $te$$a sfera.

_QVESTIONE QVINT A_. _Come dato vn corpo regolare $i trasformi in vn’altro,_ _che gli $ia vguale_.

SIa dato vn’ico$aedro, e $i voglia far’vna piramide à lui vguale. Come s’è detto nella Que$t. 3. $i troui la pro- portione dell’ico$aedro, e della piramide in$critti nella $te$$a sfera. Dipoinella linea delli corpi regolari applicato il lato dato dell’ico$aedro all’interuallo 20. 20, $i prenda il lato del- la piramide nella $te$$a sfera all’interuallo 4.4. E finalmente nelle linee cubiche s’applichi que$to lato della piramide all’ nteruallo d’vn numero, à cui $ia vn’altro numero di dette lineenella proportione, che $i trouò e$$ere l’ico$aedro alla [0247]_Corpi Regolari_ piramide; perche l’interuallo di quell’ altro numero darà il lato della piramide, che alla piramide in$critta nella $te$$a sfera con l’ico$aedro hà la proportione, che l’i$te$$o ico$aedro hà alla piramide $eco in$etitta; Dunque per la 7. del 5. la pi- ramide di que$t’ vltimo lato trouato è vgualle all’ico$aedro dato.

Da ciò, che quì $i è detto, potranno ad imitatione della linea Trasformatoria de’Poligoni trouar$i ilati di tutti i cin- que corpi regolari, & il diametro della sfera, i quali corpi $iano tra di $e vguali; onde $i potriano $egnare nella $te$$a linea de’corpi regolari, mà tirata (non così à trauer$o, come per più di$tintione $i è fatto nella figura po$ta alla pag. 164.) per il lungo de’lati dello Stromento come l’altre linee, acciò così rimanendo le d<007>$tanze delle mi$ure notate alquanto maggiori, vi $i po$$ano con di$tintione $egnar i punti, che cor- ri$pondono alli lati de’corpi, che $i vguagliano. Nel che $i deuono auuertire due co$e: la prima è, che que$ti punti no- tati per l’vguaglianza $udetta non $i notino con inumeri, co- me $i $on notati li corpi in$critti nella $te$$a sfera, mà con la lettera capitale de’loro nomi; cioè il Dodecaedro col D, l’Ico$aedro con l’I, il Cubo col C, la Sfera con S, l’Ottaedro con l’O, e la Piramide con P. La $econda è, che cre$cendo ilati con l’ordine, con cui quì $i $ono annouerati, conuien. auuertire, che il maggior lato di tutti è quello della Pirami- de, ò Tetraedro: e così que$to deue metter$i nel fine della linea, ò più à ba$$o, ò alquanto più $opra del punto, doue è notato il diametro della sfera per li corpi in$critti: altrimen- ti $e à ciò non $i haue$$e il douuto riguardo, correrebbe peri- colo, che non vi fo$$e luogo per il lato della Piramide, che douria e$$ere più lungo ditutta la linea tirata $ul lato dello [0248]_CAPO IX_. Stromento. Perciò auuerta$i di metter il diametro della Sfe- ra notato con la lettera S, come $i è detto, circa li trè quinti di tutta la linea AP, ouero altra più lunga tirata $ul lato dello Stromento; perche in tal modo vi$arà luogo per il lato della Piramide: e$$endo, che li lati de’corpi vguagliati $ono pro$- $imamente nella proportione, che quì metto per facilità de gli artefici, che vole$$ero valer$i delli numeri per far la $udet- ta d<007>ui$ione, per trasformar vn corpo in vn’altro vguale.

# # _Lati de’ corpi vguagliati._ Piramide # 100. Octaedro # 63--- Sfera # 61--- Cubo # 49. Ico$aedro # 37. Dodecaedro # 24<028> [0249]_Quadratrice de’Segmenti del Circolo_ _CAPO X_. _Come $i po$$a diuidere vna linea, che $erua per quadrare_ _tutti <007> Segmenti del Circolo, e figure in$critte:_ _& v$o dique$ta linea Quadratrice._

ES$endo$i que$to opu$colo $tampato alcuni anni $ono, ec- co mi capitan’<007>n mano le Operationi del Compa$$o Geometrico del Galilei; & all’Operat. 31. trouo v$ar$i da lui certe linee, che chiama Aggiunte, e $eruono à riquadrare i Segmenti del Circolo, e per con$eguenza anche le figure in$critte al Circolo benche Trapezie, cioè à ritrouar vna li- nea, che fatta lato d’vn quadrato, darà vn’area vguale al pro- po$to Segmento, ouero alla figura rettilinea, ò mi$ta, che $ia di linee rette, e di curue circolari. Mi pare vtile que$ta l<007>nea, perciò in que$ta $econda impre$$ione aggiongo quì la $ua de- $crittione, & v$o, à fine che chi haue$$e alcuno Stromento for- mato à $o miglianza di quello del Galilei, $appia valer$ene, & intenda come $ia fatta la diu<007>$ione dital linea, la quale io chiamo Quadratrice; e$$endo che dà li lati de’quadrati vguali alli Segmenti di circolo propo$ti.

Primieramente è nece$$ario determinare la lunghezza del- la linea da tirar$i $ul lato dello Stromento; e que$to $i farà tro- uando la linea, ilcui quadrato $ia vguale al $emicircolo, che $i $uppone e$$er il maggior delli $egmenti, che $i notano nella linea. L’area dunque del $emicircolo è vguale al rettangolo fatto dal Raggio, e dalla quarta parte della circonferenza: perciò inte$o i$ diametro e$$ere 200000, la circonferenza è 628318; ela quarta parte 157079 moltiplicata per il Rag- [0250]_CAPO X_. gio 100000. darà l’area 15707900000: $a radice quadra- ta di que$to numero è 125331 di quelle parti, delle quali il Raggio è 100000. Dal che $i vede, che tutta la linea tirata dal centro deue in maniera diuider$i, che delle cinque parti di tutta; le quattro par- ti cominciando dal centro $i diano al Rag- gio, e tutta $arà il lato del quadrato vgua- le al $emicircolo: Perciò prenda$i A <058> 100, & A <017> 125 {1/3} perche poi sì come l’interuallo <058> <058> $arà il Raggio, così l’<007>n- teruallo <017> <017> $arà il lato del quadrato vgua- le al $emicircolo di quel Raggio.

Fatto que$to, $i deue determinare in quante parti vguali $i vuole diuidere l’al- tezza del $emicircolo, la qual è vguale al Raggio, per hauer con ciò le diuer$e altezze di varj $egmenti. E$$endoche l’i- $te$$a linea A <058>, che $i è po$ta raggio d’vn $emicircolo, può in vn’altro circolo maggiore e$$ere la metà della corda d’vn’ arco minore del $emicircolo, e perciò l’al- tezza del $egmento $arà minore di A <017>. Il Galilei la diui$e in 20 parti vguali, onde non ne $egnò $e non 18, perche l’vltime due cadeuano nel gruppo dello Stromen- to. Veroè, che $e la linea fo$$e a$$ai lun- ga, $i potria la parte A <058> diuidere in maggior numero di parti; mà auuerta$i, che po$$ano e$$er i punti $enza confu$io- ne. Qu<007> per chiarezza maggiore $i è fat- [0251]_Quadratrice de’Segmenti del Circolo_ ta la diui$ione in 20 parti, e dal modo, che in que$te $i ado- prarà, $arà manife$to ciò, che douria pratticar$i in qualunque altra diui$ione. Solo auuerta$i, che il $egno <058>, e linumeri $i mettono dalla parte di fuori della linea, perche nell’i$te$$a linea $i deuono far le altre diui$ioni, che $eruano per ilati de’ quadrati corri$pondenti, & inumeri $i metteranno dalla parte di dentro.

Ora per intender il modo da tener$i in tro- uare l’ aree di cia$cun $egmento, la metà del- la cui corda $ia vguale al Raggio A <058> dello Stromento, e le altez- ze $iano differenti cia$- cuna per vna ò più ven- te$ime parti del Rag- gio di che manchino; Con$ideri$i la pre$ente figura, nella quale CD è corda del $egmento C O D A, e la mede$ima linea era diametro del circolo mi- nore già $tatuito, e così la meta della corda $udetta AD è 100000. Sia altezza del $egmento la perpendicolare OA, la quale s’intenda prolongata $in alla circonferenza in B; e perciò OB è diametro del circolo, e$$endo che pa$$a per il centro, come quella, che taglia CD per mezzo ad angoli ret- ti; come $i caua dalla terza del libro terzo. Dunque DA è media proportionale tra OA, & AB per la 13. del lib. $e$to, e così e$$endo nota la prima OA altezza del $egmento, e la [0252]_CAPO X_. $econda, AD metà della corda, $i verrà in cognitione della terza AB. Sia dunque OA 19 di quelle parti delle quali ne $ono 20 in AD: $i che diui$o il quadrato di AD 100000. 00000. per OA 95000, il quotiente darà AB 105263; à cui aggionto AO 95000, tutto il diametro OB è noto 200263; e que$to diui$o per mezzo dà il Raggio OI 100131 dal qual Raggio leuata l’altezza del $egmento OA 95000, rimane AI 5131 altezza perpendicolare del triangolo CID, che dourà leuar$i dal $ettore I C O D, per hauere la quantità del $egm\~eto dato. Dũque il triangolo CID $arà 513100000, vguale al rettangolo fatto dal perpendicolo IA, e da A D me- tà della ba$e CD.

Ora perche il Settore $i fà dal Raggio, e dalla metà dell’ arco, perciò conuien inue$tigare la metà dell’arco COD, cioè l’arco O D, che è mi$ura dell’angolo OID. Mà perche nel triangolo rettangolo D A I è noto il lato D A 100000, & il lato AI 5131, prenda$i que$to numero come Tangente dell’ Angolo A D I, e nella tauola delle Tangenti $i troua corri- $pondere à gr. 2. 5' 6 {1/4}; perilche $i notifica il $uo complemen- to quantità dell’angolo DIA, e dell’arco OD gr. 87. 3’{3/4}.

Notificata la quantità dell’arco OD in gradi, re$ta ridurla à parti $imili alle particelle del $uo Raggio OI. E perche in ogni circolo la proportione del Raggio alla $emicirconferen- za è come 100000 à 314159, faccia$i il terzo termine dell’ analogia il Raggio OI già trouato 100131, e $arà il quarto termine 314570 $emicirconferenza del circolo, di cui è Rag- gio OI. Il che fatto in$titui$ca$i que$ta $econda analogia: $e gr. 180 danno particelle 314570, che daranno gr. 87. 3' {3/4}? e trouaremmo particelle 152151, che $ono l’arco O D. Mol- tiplichi$i que$t’arco OD trouato per il Raggio IO, e $arà tut- [0253]_Quadr atrice de’ Segmenti del Circole_ ta la quantità del Settore ICOD 15235031781: dal Settore $i leua l’area del triangolo CID 513100000, & il re$iduo 14721931781 èla quantità cercata del $egmento dato CO DA. Que$to numero $i accorci delle due vltime figure 81, e dal re$to $i caui la Radice quadrata 121.33. nella quale le due vltime figure 33 $i $on $eparate con vn punto, per $igni- ficare, che di quali 100 partiè la metà della corda del $eg- mento dato, di tali 121, e di più 33 cente$ime, cioè{1/3} deue e$$ere la linea, il cui quadrato $ia vguale al dato $egmento. E così di tal lunghezza è A 1 de’numeri interiori in propor- tione di A <058> come 100.

Con que$to metodo $i trouano le altre linee quadratrici de’ $egmenti, che hanno minor altezza: e così nell’ anne$$a Ta- uoletta nella prima colonna $i mettono per ordine li $egmen- ti, come $on notate le $ue altezze nella linea dello $tromento cominciando dalli più alti, e così il primo hà pet altezza {19/20}, il $econdo ne hà 18 vente$ime, e così per ordine, come di- mo$tra la $econda colonna. Il re$tante è chiaro dal titolo di cia$cuna colonna. E fina$mente l’vltima colonna contiene le Radici abbreuiate del quadrato vguale all’ area del $eg- mento, poiche que$te $on quelle, ehe deuono notar$i nella linea Quadratrice dello Stromento; e le due vltime figure $eparate col punto, dinotano le parti cente$ime d’vn’ intiero; acciò $i vegga quel che $i deue aggiongere all’ intieri: così al numero 6 interiore deue e$$ere A6 parti 100.95, cioè pochi$- $<007>mo meno di parti 101 delle quali A <058> è 100.

Dalla con$truttione di que$ta linea Quadratrice $i rende manife$to il $uo v$o: e$$endoche A <058> e la metà della corda d’vn legmento: A 3, per e$$em pio, de’numeri e$teriori è l’al- tezza del $egmento, & A 3 de’numeri ntieriori è la linea, che [0254]Quadratrice de’S Ordine de’ Segmenti # Altezza de’Segmenti # Metà dell’ Angolo \\ del \\ Settore # # # In parti de # # Gr. M. # Perpen- \\ dico. del \\ Triang. # Raggio \\ del \\ Circolo # 1 # 19 # 87 # 3 {3/4} # 5131 # 100131 # 1 2 # 18 # 83 # 58 {1/2} # 10555 # 100555 # 1 3 # 17 # 80 # 43 {3/4} # 16323 # 101323 # 1 4 # 16 # 77 # 19 {1/6} # 22500 # 102500 # 1 5 # 15 # 73 # 44 {2/5} # 29166 # 104166 # 1 6 # 14 # 69 # 59. # 36428 # 106428 # 1 7 # 13 # 66 # 2 {6/7} # 44423 # 109423 # 1 8 # 12 # 61 # 55 {2/3} # 53333 # 113333 # 1 9 # 11 # 57 # 37 {1/3} # 63409 # 118409 # 1 10 # 10 # 53 # 7 {4/5} # 75000 # 125000 # 1 11 # 9 # 48 # 27 {1/3} # 88611 # 133611 # 1 12 # 8 # 43 # 36 {1/6} # 105000 # 145000 # 1 13 # 7 # 38 # 34 {5/6} # 125357 # 160357 # 1 14 # 6 # 33 # 24 # 151666 # 181666 # 1 15 # 5 # 28 # 4 {1/3} # 187500 # 212500 # 1 16 # 4 # 22 # 37 {1/6} # 240000 # 260000 # 1 17 # 3 # 17 # 3 {2/3} # 325833 # 340833 # 1 18 # 2 # 11 # 26 # 495000 # 505000 # 1 [0255]enti del Circolo. # # # # ali la metà della corda è 100000. # Area \\ del \\ Settore # Area \\ del \\ Segmento # Radici quara- \\ te abbreuiare. 1 # 15235031781 # 14721931781 # 121.33 7 # 14819494235 # 13763994235 # 117.32 2 # 14465074126 # 12832774126 # 113.28 9 # 14177697500 # 11927697500 # 109.21 2 # 13964702292 # 11048102292 # 105.10 8 # 13835427144 # 10192627144 # 10095 7 # 13802288951 # 9359988951 # 96.74 5 # 13882499169 # 8549199169 # 92.46 3 # 14100498947 # 7759598947 # 88.08 1 # 14488875000 # 6988875000 # 83.59 5 # 15097374945 # 6236274945 # 78.97 6 # 16000170000 # 5500170000 # 74.16 7 # 17314867789 # 4779167789 # 69.13 0 # 19238429400 # 4071829400 # 63.81 4 # 22124225000 # 3374225000 # 58.08 3 # 26687180000 # 2687180000 # 51.83 0 # 34591141170 # 2007841170 # 44.80 7 # 50892385000 # 1392385000 # 37.31 [0256]_CAPO X_. dà vn quadrato vguale à quel $egmento. Dunque dato qua- lunque $egmento di circolo, la metà della $ua corda $i appli- chi all’interuallo <058> <058>: poi ritenuta l’apertura mede$ima dello Stromento $i veda à che interuallo delli numeri e$teriori capi$ca l’altezza data del $egmento, e $ia per e$$empio alli punti 3. 3. e$teriori; perciò prendendo$i l’interuallo 3. 3. delli numeri interiori $i haurà la linea, che dà il quadrato vguale al dato $egmento.

_QVESTIONE PRIMA_. Se due Circoli di$uguali $i tagliano, come $i troui la quantità dell’area, in cui communicano, e la lunula che re$ta.

HAbbia$i riceuuta $opra vna carta la $pecie optica dell’ Ecli$$e del Sole, e $ia ADB il termine dell’o$curatione, e voglia$i $apere, quanta $ia la parte del di$co Solare o$cura- ta, e coperta dalla luna. Tiri$i alli punti A & B, doue le cir- conferenze $i tagliano, la corda A B, e que$ta diui$a per mez- zo in F $ia tagliata dalla perpendicolare DC: Quindi la metà della corda A B, cioè F B, $i applichi nelle linee Quadratrici all’interuallo <058> <058>, poi pre$a l’altezza FD vegga$i à quall’interuallo de’nume- ri e$teriori ella capi$ca; & alli numeri interiori corri$pondenti $i haurà la li- nea del quadrato vguale al $egmento A D B F.

Similmente pre$a la altezza FC, & applicata alli numeri e$teriori, doue capi$ce, $i vedrà qual interuallo debba [0257]_Quadratrice de’Segmenti del Circolo_ pigliar$i de’numeri interiori per hauer la linea del quadrato vguale al $egmento ACBF. Hauute que$te due linee de’ quadrati vguali alli due $egmenti, conforme alla Que$t 5. del capo 3. $i trouarà il lato d’vn quadrato vguale à tutti due li $u- detti quadrati, cioè à tutta la parte o$curata ADBCA. E que- $to, che $i è detto dell’Ecl<007>$$e del Sole, deue intender$i anche di quello della Luna, che cade nel cono ombro$o della Terra, come è manife$to.

Et acciò qualche principiante non $tima$$e difficile l’haue- re que$te linee, cioè la corda AB, e le altezze FD, FC, à ca- gione del moto, che fà la $pecie optica del Sole, ò della Luna $opra il piano, doue $i riceue; $appia che ba$ta notare con vn punto li due termini A e B, che $on manife$ti, e $ubito ad ar- bitrio notare vn punto, per e$$empio 1 nel giro dell’ombra, & vn’altro punto arbitrario nelgiro dell’imagine lucida, per e$$empio S. Poiche hauuti que$ti punti $arà facile con $uo agio finire l’imagine circolare, e trouare i centri delli due cir- coli; e$$endo che perla 25. del lib. 3. e la quinta del lib. 4. per li tre punti S A B $i tira il circolo, il dicui centro $i troua O, e perli trè punti A I B $imilmente $i tira il circolo, il dicui cen- tro $itroua V. E di que$ta maniera $arà facile trouare il dia- metro del circolo, da cui $i deue cauare la parte o$curata ADBCA.

Per vedere quanta $ia la parte o$curata di tutto il di$co lu- mino$o, prenda$i il diametro del di$co lumino$o, e nelle linee Geometriche $i applichi all’interuallo 14. 14, e ritenuta quel- l’apertura dello Stromento prenda$i l’interuallo 11. 11. poi- che que$to è il lato del quadrato vguale à tutto il circolo, il cui diametro $i è pre$o. Di poi ritenuta pure l’i$te$$a apertu- ra, nelle mede$ime linee $i vegga, doue capi$ca la linea tro- [0258]_CAPO X_. uata lato del quadrato vguale alla parte o$curata ADBCA, & il numero corri$pondente à que$to interuallo paragonato con 11, mo$trarà la proportione di detta parte o$curata al circolo intiero: onde la differenza $arà la quantità della par- te ancora lumino$a_:_ e così $arà quadrata anche la lunula ASBDA.

Di quì $i vede, che $ia meglio compire tutto il cerchio quando $ia data vna $unula, in cui tirata la corda, che vni$ca le punte e$treme, e que$ta diui$a per mezzo da vna perpen- dicolare, veni$$e l’altezza maggiore della metà della $udetta corda; perche $aria $egno, che il $egmento $ia maggiore del $emicircolo: come $e la $unula data fo$$e AGBDA, troui$i il centro O del circolo e$teriore, e $i compi$ca il circolo con l’aggionta dell’arco ACB: poiche trouata, come $opra, la quantità della parte ADBCA, e leuata, come $i è detto dal circolo intiero, rimarrà la cercata quantità della lunula AGBDA.

Mà $e l’altezza della perpendicolare, che cade in mezzo della corda, che vni$ce le punte e$treme della Lunula data, $arà minore della metà di detta corda, $arà $egno, ch’il $eg- mento è minore del $emicircolo: tale $arebbe la lunula SGE LS. Tirata la corda SE, diuida$i per mezzo in H dalla per- pendicolare GH; così $i hanno due $egmenti $ull’<007>$te$$a corda, l’altezza del minore è H L, quella del maggiore è H G. Dun- que applicata HE all’interuallo <058> <058>, conforme alle due al- tezze HG, HL $i trouino le linee de’quadrati vguali alli $eg- menti predetti: Quindi per la Que$t. 6. del capo 3. nelle linee Geometriche $i troui la differenza di que$ti quadrati, e la li- nea, il cui quadrato è vguale à tal differenza, darà il quadra- to vguale alla lunula SGELS.

[0259]_Quadratrice de’Segmenti del Circolo_ _QVESTIONE SECONDA_. Dato vn trapeZio in vn Circolo, e $egmento di circolo, trouare la $ua quantità.

NOn tuttili trapezj $on tali, che po$$a loro circo$criuer$i vn circolo; perche i quadrilateri de$critti in vn circo- lo hanno gli angoli oppo$ti vguali à due retti per la 22. del lib.3. Onde à que$ti $oli è ri$tretta la pre$ente Que$tione. Sia dato il Trapezio ABCD nel $egmento circolare AOD. Pri- mieramente diuida$i in mezzo nel punto Elacorda AD, & alzata la perpendicolare EO, cerchi$i nel modo detto in que$to Capo la li- nea, che dà il quadrato vguale al $egmento AODEA. Dipoi cia$- cheduno de gl’altri lati del Trape- zio, i quali $ono corde di particolari $egmenti, $imilmente $i diuidano per mezzo, e $i habbiano dalle perpendicolari le altezze delli $egmenti. E con quelle corde, & altezze nel modo predetto $i trouino i quadrati vguali à cia$cun delli trè $egmenti. Que$ti trè quadrati minori $i vni$cano in vn $ol quadrato, per la Que$t. 5. del capo 3. e que$to quadrato $i le- ui dal quadrato vguale à tutto il $egmento AODEA, per la Que$t. 6. del capo 3. & il quadrato vgualle alla differenza, che rimane è la quantità del Trapezio propo$to.

Que$to, che $i è detto del modo di trouare l’area de’Trape- zj in$critti nel circolo, deue intender$i dell’ altre figure m ol- tilatere, ò $iano dilati vguali, ò di$uguali, trouando le linee [0260]_CAPO X_. de’ quadrati vguali alli particolari $egmenti, e que$ti quadra- ti vniti leuandoli dal quadrato vguale à tutto il $egmento, che capi$ce tutta la figura; poiche la differenza che re$ta è la cer- cata quantità della figura propo$ta.

_QVESTIONE TERZA_. Dato vn $egmento di circolo, ò troppo grande, ò troppo piccolo, come $i debba operare per trouar la linea, che dia il quadr ato vguale al $egmento.

ALle volte occorre, che $ia propo$to vn $egmento con la corda, ò con l’altezza così piccola, ò così grande, che non $i po$$ano commodamente applicare à gl’interualli della linea quadratrice, perciò $arà nece$$ario nelle troppo piccole valer$i delle moltiplici, e nelle troppo grandi $eruir$i d’vna parte aliquota; perche poi la linea trouata nella $te$$a proportione $i $minui$ce, con cui l’altre $i accrebero, ò $i ac- cre$ce, $e l’altre furono $minuite. Così $e le mi$ure del $eg- mento furono raddoppiate, $i toglie la metà della linea tro- uata; $e quelle furono dimezzate, que$ta $i raddoppia.

Mà può accadere, che $e bene la metà della corda commo- damente capi$ce nell’interuallo <058> <058>, l’altezza del $egmento $ia minore di quelle, che corri$pondono à gl’interualli de’pun- ti notati e$teriormente, il che occorrerà ogni volta, che la proportione dell’altezza alla metà della corda $arà minore d’vna decima parte di detta metà; poiche $olamente vi $ono $egnate 18 vente$ime di tutta la A <058>. Et in tal ca$o non va- lerebbe raddoppiar, ò triplicare la mezzacorda, e l’altezza; perche rimanendo $empre la mede$ima proportione, non $i [0261]_Quadratrice de’Segmenti del Circolo_ potria trouar $egnato alcun punto, che de$$e interuallo $offi- ciente all’iutento. Perciò $i vede, che in quante più parti vguali $i potrà commodamente diuidere la corda propo$ta A <058> nello ftromento, tanto maggiore $arà il$uo v$o, e$$endo che più dirado occorrerà hauere vn $egmento, la cui altezza $ia molto m<007>nore; e$e il gruppo dello $tromento impedi$ce il$uogo per l<007> punti 19. 19, for$i non impedirà per li punti 37 37; $e tutta la linea fof$e diui$a in 40 parti vguali. Oltre d<007> che que$te minor<007> diui$ioni daranno più e$attamente le al- tre altezze de’$egmenti.

In ca$o però che $i face$$ero que$te più minute diui$ioni, deue auuertir$i, che caderanno alle volte i punti delli numeri e$ter<007>ori, e delli interiori, così vicini, che $i dubitarà, à quali numeri e$$i appartengono. Perciò io con$igliarei, che alla linea Quadratrice $i tira$$e parallela dalla parte difuori vn’al- tra linea vicina, alla quale dalli punti delle parti vguali $i tira$- $ero lineette, poiche tali punti, da quali v$ci$$ero tali lineette tra$uer$ali, $i ricono$cerebbero per appartenenti alli numeri e$teriori; e così alli numeri interiori apparterebbono gli al- tri punti, dalli quali non v$ci$$ero $imili lineette, e $i togliereb- be il pericolo d<007> prender vn punto per vn’altro vicino.

Quando dunque l’altezza del $egmento è minore della de- cima parte della metà della corda, troui$i la loro proportio- ne, come $i di$$e alla Que$t. 5. del capo 2, e $tatuita la mezza corda come 100000, $i faccia l’altezza data del $egmento à que$to numero nella proportione trouata: così trouata la proportione della mezza corda all’altezza e$$ere di 12 à 1, diuida$i 100000 per 12, e$arà l’altezza 8333. dipoi con que$ta mi$ura $i operi nella maniera adoperata in que$to ca- po per trouare le quantità de’lati del quadrato da notar$i sù [0262]_CAPO X._ lo $tromento (il che quìnon fà bi$ogno di replicare) e cosi $i haurà cognitione di quel picco$o $egmento.

QVESTIONE QVART A. Data vna portione di Circolo trouare la $ua grandezza in mi$ura determinata.

SOno alle vo$te date alcune portioni circolari, che non $ono de$critte in carta da poter$ene traportare le linee con il Compa$$o; perciò date le loro mi$ure, $i trouano linee nella $te$$a proportione, e con quelle $i opera sù lo Stromen- to nel modo detto. Sia, per cagione d’e$empio, data nella parte $uperiore d’vna porta, che tondeggia, vna portione circolare, e $i vuol $apere di quante braccie, ouer oncie, qua- drate $ia quello $patio.

Prenda$i la mi$ura della larghezza, che $ia braccia 5, e del- l’altezza, che $ia braccia vno, & oncie noue: la metà della corda è braccia 2 {1/2}, cioè oncie 30, e l’altezza è oncie 21. Nelle linee Aritmetiche con due Compa$$i prendan$i due interualli, che habbiano la $te$$a proportione di 30 à 21; e $iano 100. 100, e 70. 70. le quali lunghezze quanto $i pren- deranno maggiori, tanto più e$atta riu$cirà l’operatione. La lunghezza, che rappre$enta la metà della corda del $egmen- to circolare, $i applichi nelle Quadratrici all’interuallo <058> <058>, e l’altra che rappre$enta l’altezza, $i applichi alli punti de’nu- meri e$teriori doue capi$ce, e $arà all’interuallo 6. 6. Perciò ritenuta l’apertura $te$$a dello Stromento, con que$to mede- fimo Compa$$o allargato $i prenda nelli punti de’numeri in- teriori l’interuallo 6. 6. Po$cia ritornando alle linee Aritme- [0263]_Quadratrice de’$egmenti del Circolo_ tiche, di nuouo $iapplichi il primo Compa$$o all’interuallo 100. 100, evegga$i doue darà l’apertura di que$to $econdo Compa$$o, che $arà alquanto maggiore; e $i trouarà e$$ere 101, $e il primo Compa$$o $i applicarà alli punti 50. 50, per- che il $econdo caderà nel 50 {1/2}. 50 {1/2}. Ora dica$i, $e la mezza corda 100 dà la linea 101, il cu<007> quadrato è vguale al $egmen- to, vna linea di oncie 30 darà vna linea di oncie 30 {3/10}; il cui quadrato {91809/100} $arà l’area di detta portione circolare data, cioè oncie quadrate 918: e perche ogni braccio quadro con- tiene oncie 144, la $ua area $arà braccia 6, oncie 54, cioè braccia 6 {3/8} di mi$ura piana.

Mà $e mi$urando il $egmento propo$to, $i troua$$e l’altez- za e$$ere maggiore della metà della larghezza, $aria $egno, che quel $egmento fo$$e maggiore del $emicircolo: & in tal ca$o conuerrebbe trouare l’altezza dell’altro $egmento mi- nore, e con quella $i operarebbe nel modo $odetto, trouan- do la quantità di quel $egmento minore; e que$ta leuata dal- la quantità di tutto il circolo, il re$iduo darebbe la grandez- za del propo$to $egmento. Per trouar dunque l’altezza del $egmento minore, faccia$i come l’a$tezza data D C alla C B metà della data larghezza, così C B à C E: e que$ta terza pro- portionale, trouata per la Que$t. 7. del capo 3. è il re$iduo del d<007>ametro del Circolo, altezza del $egmento minore. Siche applicata C B all’<007>n- teruallo <058> <058>, e C E all’interuallo de’numeri e$teriori doue capi$ce, $i haurà dall’interuallo de’numeri inte- riori corri$pondentila linea del qua- drato vguale al $egmento minore. [0264]_CAPO X._ Or e$$endo già noto il diametro del circolo, $i troui la linea del quadrato à lui vguale, per quello che $i è detto nel capo 8. e dal quadrato vguale al circolo $i leui il quadrato vguale al $egmento minore, come per la Que$t. 6. del capo 3. & ilre- $iduo $arà la cercata quantità del $egmento maggiore pro- po$to.

QVESTIONE QVINT A. Dato vn Segmento di Circolo, trouare la proportione, cheil Segmento hàad vn dato Triangolo, che in e$$o capi$ce.

SIa dato il Segmento di circolo C O D B C, in cui il ma$$i- mo triangolo è quello, la cui altezza è la mede$ima con l’altezza del Segm\~eto, cioè la perp\~e- dicolare, che cade nel mez- zo della corda C D, cioè BO. Ora $ia dato il Triangolo C A D, di cui $i voglia $apere, che parte $ia del $egmento dato. Compi$ca$i il ma$$imo Trian- golo COD, il quale e$$endo sù la mede$ima ba$e CD, hà al Triangolo CAD la proportione delli perpendicoli, cioè di OB ad AE.

Primieramente e$$endo larea del ma$$imo triangolo vgua- le al rettangolo fatto da OB, e BC, troui$i tra que$te due linee la media proportionale, e$ia H, per la Que$t. 8. del capo 3. & il quadrato dique$ta linea H $arà vguale al detto Triango- lo ma$$imo COD, perla 17. del lib. 6.

[0265]_Quadratrice de’Segmenti del Circolo_

Dipoi nelle linee Quadratrici di que$to capo $i applichi BC metà della corda alli punti <058> <058>, e l’altezza BO $i troui ne gl’interualli de’numeri e$teriori, poiche all’interuallo de’ numeri interiori corr<007>$pondenti $i haurà la linea I, che dà il quadrato vguale al $egmento dato. Si che il dato $egmento di circolo al Triangolo ma$$imo che capi$ce, hà la proportio- ne del quadrato di I al quadrato d<007> H, c<007>oè la duplicara pro- portione di que$ta $econda linea I trouata, à quella H, che in primo luogo $i trouò. Dunque cerch<007>$i, per la Que$t. 7. del capo 3, à que$te due la terza proportionale K; & il $egmen- to al Triangolo ma$$imo hà la proportione della linea I alla linea K.

Finalmente per la Que$t. 3. del capo 2. $i faccia come B O ad EA, così K ad L: onde ne$iegue, perl’ 11. del lib. 5, che il triangolo C O D al triangolo C A D $ia come K ad L. Dun- que il $egmento del circolo al Triangolo C O D è come la linea I alla linea K; & il Triangolo C O D al Triangolo C A D è come la linea K alla linea L: dunque perla 22. del libro 5. $aràil dato $egmento del circolo al triangolo dato C A D in- chiu$o, come la linea I alla linea L. Perciò volendo$i $aper in numerila proportione, $i portino le dette due linee I, & L sù le linee Aritmetiche; e gl’interualli, ne’quali capiranne, daranno i numeri, che e$primono la cercata proportione del $egmento al triangolo dato in e$$o.

[0266]_CAPO VLTIMO._ _Come $i po$$ano con gran facilità fabricare molti Compa$si_ _d<007> proportione altri grandi, altri piccoli_.

DAlle co$e dette in tutto que$to Trattato della diligen- za, con cui deuono far$i le diui$ioni delle linee de- $critte (alcune delle quali non $i può negare, che ricercano molto particolar’ attentione, acciò $iano diui$e accuratamen- te) potrà per auuentura $pauentar$i qualche. Artefice, te- mendo, che rie$ca la fattura così lunga, e trauaglio$a, che douendo$i condegnamente ricompen$are, venga à riu$cire tanto cara, che trouando$i pochicompratori, venga à trarne poco guadagno. Per facilità dunque de gl’Artefici, a’ quali non ba$ta hauerne fatto vno, ò anche d’altri, i quali vole$- $ero con poca fatica diuidere le linee tirate nel $uo Compa$$o di proportione, $oggiongo per fine di que$to Trattato que- $to Capo, i$ quale in $o$tanza non è altro, che la prattica di quanto di$opra s’è detto.

Prouegga$i dunque l’Artefice d’vn Compa$$o di propor- tione con le regole a$$ai lunghe, $opra delle quali $iano tira- te dal centro varie linee rette nell’vna, e nell’ altra faccia, e que$te linee diuida nella maniera, che habbiamo mo$trato, ne $timi alcuna diligenza $uperflua, ne perduto il rempo, che v’impiegarà, à fine, che le diui$ioni $iano accurati$$ime; per- che fatta vna volta que$ta fatica, non haurà più à replicarla, e gli $eruirà per tutta la $ua vita, e de’ $uoi figliuoli, perche que$to Compa$$o di proportione dourà ritener appre$$o di $e, e non venderlo, per non nece$$itar$i ad vna nuoua fatica.

Occorrendo poi far vn’ a$tro Stromento vguale, ò più [0267]_Fabricar Compa$si_ grande, ò più piccolo del $uo gia fatto, qual però $i $uppone de’ più lunghi, che $ogliano communemente far$i, $i tirino dal centro le linee, che poi$i vogliono diuidere; e fatto que- $to, la lunghezza di cia$cuna linea ponga$i nell e$tremo in- teruallo della linea $imile dello Stromento già perfettionato: poiche ritenuta quell’a pertura dello Stromento, ba$terà tra- portare cia$cun’ interuallo $opra la linea, che $i vuol diuidere; & in tal maniera que$ta $arà diui$a nella $te$$a proportione, che la linea dello Stromento maggiore. Così volendo $e- gnare la linea metallica, per e$$empio, prendo la di$tanza dal centro dello Stromento, $in’all’ e$tremità della linea da diui- der$i, & alargo lo Stromento già fatto, in modo, che tutta quella linea capi$ca nell’vltimo interuallo della linea metal- lica PP, doue è $egnata la pietra. Dipoi prendo l’interuallo MM per il marmo, e que$ta longhezza traporto dal centro $opra la linea che $i diuide, nell’vno, e nell’altro braccio, e $i $egnarà il punto per il marmo. E così $u$$eguentemente ne gl’altri punti CC, SS, &c. onde $arà diui$a la linea Metallica nel nuouo Stromento, $econdo la proportione, con cui fù diui$a quella del primo Stromento: l’i$te$$o s’intende di qual- $iuoglia altra linea da diuider$i. Nel che $i vede quanto gran compendio di fatica $ia que$to.

Di quì $i vede, che $e vn’amico habbia vn Compa$$o di proportione, diligentemente fatto da buon’artefice, cia$cuno potrà con gran facilità far$ene vno da $e, cauando da quello le diui$ioni nel modo, che s’è detto douer fare l’Artefice. On- de con molto poca $pe$a può e$lere proui$to d’vn buono Stromento.

[0268]_Conchiu$ione._

EQue$te co$e ba$tino per la $piegatione della Fabrica, & V$o del Compa$lo di proportione, dalle quali cia$cu- no potrà andar inuentando altre operationi. Sì come anche puonno de$criuer$i altre linee, nelle quali $iano altre propor- tioni, $econdo il piacere di cia$cuno: come $arebbe vna linea delle fortificationi, nella quale $i $egna$$e la proportione delle parti di e$$a, cioè la capitale, & il fianco del baloardo in cia- $cuna fortezza di più angoli, $upponendo$i la mezzagola, & il fianco vguali al $e$to di tutto il lato del poligono: & io per sfuggire la confu$ione, tal linea $egnarei, co- me nella pre$ente figura, pigliando per e$- $empio A4 per la capitale in vna fortezza di 4 baloardi, e perciò notarei al punto 4 anche la lettera C, per denotare, che è $a ca- pitale, e poi il fianco del baloardo di tal for- tezza notarei AF. Dal che ne verrebbe, che data vna fortezza di 4 baloardi da de$cri- uer$i, tagliato per mezzo l’angolo con vna capitale indefinita, $i prenderebbe il $e$to del lato del poligono fortificabile, e que$to applicato all’interuallo FF, che è tra il 4, & ilcentro A, l’interuallo CC, che è di rimpetto al 4, daria la quantità della capitale determinata. Per la fortezza poi di cinque baloardi hauuta $i la proportione della capitale, e del fianco per mezzo del calcolo, prenderei dal centro A tal di- $tanza per A 5, la quale fo$$e la capitale del baloardo dital fortezza, che prendendo$i il fianco proportionato AF, cade$- $e tra il punto $egnato 5, & il $egnato 4; perche in tal modo [0269]_Conchiu$ione._ que$te lettere CF, $ignificarebbono la capitale, & il fianco del baloardo di fortezza di cinque ba$tioni. L’i$te$$o dico in or dine ad altri punti per fortezza di p<007>ù baloardi. A me poi pìace più $egnar il fianco, e la capitale, perche con que$te$i può anche operare per la fortificatione irregolare, quanto lo permetterà la $te$$a irregolatità.

Ciò che per modo d’e$$e m p<007>o s’è detto della linea delle fortificationi, con notare que$te due $ole diui$ioni, s’intenda anche, ò notando altre proportioni d’altre linee appartenen- ti alla fortificatione, ò pur anche altre linee d’altre co$e, e proportioni, $econdo il piacere di cia$cuno. Così perche $pe$$o può venir’ occa$ione di tagliar’ vna linea nella media, & e$trema ragione, potrebbe$i nello Stromento tirar’ vna li- nea nell’vno, e nell’ altro braccio, la quale à que$t’ effetto $er- ui$$e, tagliandola con que$ta proportione, poiche qual$iuo- glia linea data applicata all’e$tremo interuallo, $aria tagliata $imilmente, prendendo l’interuallo de’ punti, ne’ quali le li- nee laterali furono così diui$e. Se bene $e non hai tal linea preci$amente diui$a nello Stromento, ba$terà, che applica- ta tutta la linea all’interuallo 100. 100, prendi l’interuallo 38. 38, e con que$to diuida$i la linea data; perche il $egmen- to maggiore 62. hà per $uo quadrato 3844. poco maggio- re del rettangolo fatto da tutta 100, e dal minor $egmento 38, cioè poco maggiore di 3800, come richiede cotal $et- tione. Se tutta la linea fo$$e 1000, le parti $ariano 618, e 382, & il quadrato del maggior $egmento è 381924 poco minore del rettangolo 382000.

Mà ciò $i fà con preci$ione maggiore $e la data linea $i ap- plichi nelle linee che moftranole corde de gliarchi, all’inter- uallo 60. 60; po<007>prenda$il’interuallo 36. 36, che que$to da- [0270]_Concbiu$ione._ rà il $eg mento maggiore; e$$endo che il primo interuallo è la- to dell’ E$$agono, il $econdo è lato del Decagono de$critti nell’i$te$$o cerchio; e dalla Prop.9. dellib.13.d’Euclide $i hà il Corollario, che tagliato illato dell’E$$agono nella media, & e$trema ragione, il $eg mento maggiore è il lato del Deca- gono. Che $e $i vole$$e, che la data linea fo$$e l’vno de’$eg- menti, e bi$ogna$$e farui vn’aggionta, $i che tutta fo$$e taglia- ta nella media, & e$trema ragione, $arà pronto il modo per la $te$$a Prop. 9. dellib. 13. S’ella è il $egmento maggiore, $i applichi al 60.60, e pre$o l’interuallo 36.36. gli $i aggionga: per il contrario, $e la linea data è il $egmento minore, $i ap- plichi al 36.36, egli $i aggiongerà l’interuallo 60.60; che così tutta la compo$ta $arà, quale$iricerca.

IL FINE. [0271] [0272] [0273] [0274]