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@@ -0,0 +1,1485 @@
+<pb>
+<C>DE GLI ELEMENTI,
+E DI MOLTI LORO
+NOTABILI EFFETTI.</C>
+<FIG>
+<C>IN. VENETIA, M. D. LVII.
+Con priuilegio per anni X.</C>
+<pb>
+<C>ALL' HONORATISS. S.
+IL S. PAOLO GIVSTINIANO,
+Abbate di S. Andrea di Bu$co,
+PAOLO MANVTIO.</C>
+<p>PERCHE potrebbe cader in
+pen$iero a V. S. che quel-
+la $eruit&ugrave;, la quale gi&agrave; pre-
+$i con e$$olei, merc&egrave; della
+$ua humanit&agrave;, $e ne anda$-
+$e mancando col tempo, ma$$imamen-
+te non e$$endomi lecito di ui$itarla, per
+que$ta mia piu to$to mole$ta, che pe-
+riglio$a indi$po$itione de gli occhi: ho
+uoluto, per mezzo di qualche $egno
+dell' animo mio, confermarmi nella
+po$$e$$ione della $ua gratia, facendomi
+ricono$cere per quell' affettionato $er-
+uitore, ch io le fui in$ino dal primo gior
+no, che la mia felice fortuna mi diede
+occa$ione di cono$cerla. nel qual tem-
+<pb>
+po co$i humanamente mi accol$e, che
+ne porter&ograve; $empre $colpita la memo-
+ria. et hora, perche l' affetto mio in-
+terno d' alcuno e$trin$eco effetto $i co
+no$ca, mando in luce $otto il $uo hono
+rato nome que$to trattato de gli ele-
+menti: il quale douer&agrave; e$$er grato a
+qualunque il legger&agrave;, e per la breuit&agrave;,
+e per la chiarezza. a V. S. rendomi
+certo che $ar&agrave; cari$$imo, come a quel-
+la, cui diletta oltra modo lo $tudio del-
+le belle $cienze, e, per impiegarui la
+maggior parte del tempo, $i &egrave; ritirata
+in luogo ameno, e $olitario, e uiue fe-
+lice uita, accompagnata $empre da'
+$uoi $anti pen$ieri, lontana dall' ambi-
+tione, e da molte altre pa$$ioni, che
+tormentano gli animi di chi nelle fal$e
+apparenze del mondo giudica e$$er ri-
+po$to il $ommo bene. Que$to libret-
+to adunque le mando, per ui$itarla in
+quel modo, che mi &egrave; conce$$o, non po
+<pb n=III>
+tendo io uenire per$onalmente: pre-
+gandola a non mi$urare l' animo mio
+con co$i picciolo effetto, ma tenere per
+fermo, che il de$iderio, ch' io ho di ho-
+norarla, $ia di gran lunga $uperiore al-
+le forze. e for$e un giorno miglior oc-
+ca$ione mi $i offerir&agrave;, &amp; aprira$$i piu lar
+go campo, doue io po$$a tra$correre
+per le $ue lodi, e della $ua nobili$$ima
+ca$a, onde tanti ualoro$i heroi $ono u-
+$citi, &amp; e$cono tuttauia, degni di $em-
+piterna lode. Tra tanto accetti beni-
+gnamente quel ch' io le porgo; e, quan
+to a' miei meriti manca, $oppli$ca ella
+con l' humanit&agrave; $ua. e co$i e$$a $te$$a in
+un mede$imo tempo mi obligher&agrave;, e
+far&agrave; degno di $eruirla, aiutando la mia
+imperfettione con quelle parti, che in
+lei $ono perfette.
+<pb n=IIII>
+<C>DE GLI ELEMENTI.</C>
+<p>SCRIVONO GLI antichi
+philo$ophi, che l' huomo
+&egrave; compo$to de' quatro ele-
+menti. e pare ueramente,
+che la no$tra comple$$ione il confermi,
+e$$endo in noi i quatro humori, che
+rappre$entano i quatro elementi, la co
+lera il fuoco, il $angue l' aria, il fleg-
+ma l' acqua, la melancolia la terra. la
+onde &egrave; brutta co$a all' huomo, e trop-
+po indegna di lui, il non $aper ragio-
+nare di quelle parti, ond' egli &egrave; com-
+po$to. il che mi ha mo$$o a raccorre, e
+diuolgare, a notitia commune, in lin-
+gua uolgare Italiana quel che da' dot-
+ti$$imi philo$ophi intorno a cotale ma-
+teria &egrave; $tato di$putato in diuer$i libri,
+la$ciando da canto le co$e $ouerchie, e
+$ciegliendo le piu degne di e$$er inte$e,
+con quella breuit&agrave;, e chiarezza, che
+<pb>
+ho $aputo maggiore. Venendo adun-
+que al $oggetto, che ci habbiamo pro-
+po$to, comincieremo, a u$o de gli an-
+tichi, dalla definitione, con la quale il
+tutto $i comprende. poi uerremo alle
+parti, e cia$cuna con tutto quello, che
+da cia$cuna dipende, &amp; intorno a cia-
+$cuna $i con$idera, tratteremo ordina-
+tamente, in $tile rime$$o, e piano, $en-
+za ornamenti di parole, de' quali la ma
+teria, per $e $te$$a nobile, &amp; alta, non
+ha bi$ogno. Elemento &egrave; quello, onde
+alcuna co$a $i fa, nella quale rimanga:
+&amp; &egrave; indiui$ibile $econdo $pecie. Que$ta
+&egrave; la uera definitione dello elemento: e
+proua$i di parte in parte con que$te ra-
+gioni. Se dell' elemento niuna co$a $i
+face$$e; di niuna co$a potrebbe e$$er e-
+lemento. percioche, e$$endo quatro
+$orti di cau$e, la cau$a efficiente, la fi-
+nale, la materiale, la formale; l' ele-
+mento $i appartiene alla materiale. Et
+<pb n=V>
+ogni materia &egrave; nella co$a, della quale &egrave;
+materia: onde nel primo della phi$ica
+$i uede, che l' elemento &egrave; differente
+dalla priuatione in que$to, che l' ele-
+mento rimane dopo che la co$a &egrave; fatta,
+e la priuatione non rimane. &egrave; dunque
+l' elemento, come cau$a materiale, nel-
+la co$a, della quale egli &egrave; elemento. et
+&egrave; indiui$ibile $econdo $pecie: perche
+non $i pu&ograve; diuidere in co$a, la quale
+habbi forma; e$$endo, che $i diuide im-
+mediate nella materia prima, la quale
+di $ua natura &egrave; informe; e nella forma,
+la quale non ha corpo, e per $e non ha
+forma. onde l' una e l' altra $ono prin-
+cipio de gli elementi $emplici, ma non
+$ono gi&agrave; elemento. E$$endo adunque
+gli elementi compo$ti immediate di ma
+teria prima, e di forma; ragioneuol-
+mente $i po$$ono chiamare corpi $em-
+plici, o corpi primi: perche non $ono
+compo$ti di altri corpi. Volle Platone,
+<pb>
+come $i uede nel Timeo, ($e per&ograve; fu
+opinione di lui, e non di Pithagora)
+che gli ementi fo$$ero compo$ti di $u-
+perficie, e, per e$$ere primi corpi, di
+$uperficie prime. e perche le prime $u
+perficie, ouero figure piane, $ono i tri-
+angoli, &amp; il circolo: $egue di nece$sit&agrave;,
+che fo$$ero compo$ti o di triangoli in-
+$ieme col circolo, o di triangoli $oli. il
+circolo non $i pu&ograve; dire che habbi parte
+nella compo$itione de gli elementi; i
+quali $ono corpi retti; &amp; egli a' corpi
+retti non pu&ograve; conuenir$i. re$ta adun-
+que, che $iano compo$ti di triangoli. e
+$e di triangoli, di quelle $pecie, che fra
+i triangoli $ono prime. e le prime $ono
+quelle, c' hanno l' angolo retto: il qua
+le precede all' acuto, &amp; all' ottu$o.
+perche il retto ha natura di unit&agrave;, non
+potendo mai e$$er uariato, uedendo$i
+che tutti gli angoli retti $ono eguali fra
+loro: ma l'acuto e l' ottu$o po$$ono
+<pb n=VI>
+e$$ere piu e meno acuto &amp; ottu$o, ne $o-
+no tutti eguali fra loro. ele$$e adunque
+Platone alla compo$itione de gli ele-
+menti i triangoli rettangoli, cio&egrave; l' I$o-
+$cele, e lo Scaleno. la quale opinione
+&egrave; confutata da Ari$totele in molti luo-
+ghi, e $opra tutto nel terzo del cielo,
+&amp; ancora da Galeno nel libro de gli ele
+menti. Ana$agora credendo chei cor-
+pi delle parti $imilari fo$$ero la materia
+di tutte le co$e; e uedendo tutte le co-
+$e e$$er generate da gli elementi; giudi-
+c&ograve;, che in e$$i elementi fo$$ero le parti
+$imilari e qua$i i $emi di tutte le co$e,
+onde elle $i genera$$ero, e na$ce$$ero. la
+quale opinione &egrave; confutata da Ari$to-
+tele nel primo della phi$ica. Democri-
+to, al cui parere dipoi $i acco$t&ograve; Epicu
+ro, di$$e che la materia di tutte le co$e
+erano corpi indiui$ibili, i quali egli chia
+m&ograve; atomi. e di que$ti atomi uolle che
+fo$$ero compo$ti gli elementi. il che $e
+<pb>
+co$i fo$$e; non potrebbono e$$er detti
+elementi; e$$endo, che $i ri$oluereb-
+bono in altri corpi, cio&egrave; ne gli atomi; e
+co$i non $arebbono, come dice la diffi-
+nitione di Ari$totele, indiui$ibili $econ
+do $pecie. ma ancor que$ta opinione di
+Democrito &egrave; confutata da Ari$totele
+con molte ragioni &amp; euidenti argomen
+ti nel terzo libro del cielo, &amp; altroue.
+Poi che adunque gli elementi non $ono
+compo$ti ne di triangoli, ne di parti $i-
+milari, ne di atomi: re$ta, che $iano
+compo$ti di materia e forma. e proua-
+$i co$i. Qualunque co$a &egrave; in atto; oue-
+ro &egrave; atto per $e e$i$tente; ouero ha l'at-
+to, per il quale ella &egrave;. niuno corpo pu&ograve;
+e$$er atto per $e e$i$tente: (perche l' at-
+to per $e e$i$tente &egrave; forma a$tratta, e $e-
+parata da materia) nece$$ario &egrave; dunque
+che gli elementi, i quali $ono corpi in
+atto, habbino l' atto, per cau$a del qua
+le $iano elementi. et e$$endo co$i; $e-
+<pb n=VII>
+gue, che $iano compo$ti di materia, e
+di atto, cio&egrave; forma $o$tantiale, per cau
+$a della quale $iano. Veggiamo hora,
+$e $ono immortali, o generabili e cor-
+rottibili. Muouon$i di moto retto na-
+turalmente. i moti retti $ono contrarii
+l' uno a l'altro. $ono adunque gli ele-
+menti fra loro contrarii. e perche ogni
+$o$tanza, che ha contrario, &egrave; corrotti-
+bile; $egue, che gli elementi per la lo-
+ro contrariet&agrave; $iano corpi corrottibili.
+non dico gi&agrave;, che la $o$tanza habbi al-
+cuno contrario per $e, e $econdo la $o-
+$tanza. ma dico, che gli elementi $o-
+no contrarii quanto alle loro proprie
+qualit&agrave;, $enza le quali non po$$ono e$-
+$ere. Oltre a ci&ograve;, $e gli elementi fo$$e-
+ro incorrottibili; non $i potrebbe di lo
+ro fare un corpo mi$to, il quale haue$-
+$e un' altra natura, oltre a quelle, che
+$ono in atto ne gli elementi. e nondi-
+meno uede$i, che tutti i corpi mi$ti han
+<pb>
+no una natura diuer$a dalle nature de
+gli elementi. perche qual &egrave; quel corpo,
+il quale habbi in atto le nature di tutti
+gli elementi, cio&egrave; $ia freddo e caldo, hu
+mido e $ecco? il che $arebbe, $e i cor-
+pi mi$ti fo$$ero generati de gli elementi
+incorrotti. ma perche non &egrave;; re$ta, che
+$iano generati de gli elementi corrotti,
+cio&egrave; quando una qualit&agrave; di$trugge l' al
+tra: perche la materia rimane la mede
+$ima. Sono adunque gli elementi la ma
+teria di tutti i corpi mi$ti: onde &egrave; nece$-
+$ario, che le loro forme $iano le piu im
+perfette di tutte le forme $o$tantiali.
+perche di$truggendo$i per riceuere al-
+tre forme; ne $egue, che $iano piu im-
+perfette; e$$endo, che al piu nobile ce
+de il manco nobile. Et &egrave; da $apere, co
+me $i uede nella metaphi$ica, e ne' pri
+mi trattati della phi$ica, che gli elemen
+ti, e que$to mondo inferiore, per la im
+perfettione che hanno per e$$ere lonta-
+<pb n=VIII>
+ni$$imi dal primo principio, $ono $otto-
+po$ti ad ogni mutatione: e mede$ima-
+mente, perche $ono molto lontani dal-
+l' uno, il quale &egrave; principio &amp; origine di
+ogni $tato &amp; ordine, hanno in $e gran-
+de moltitudine, e di$ordine. onde na-
+$ce, che in molte mi$tioni de gli ele-
+menti molte co$e auuengono $econdo
+il ca$o, e non $econdo l' ordine natu-
+rale, come quando na$ce un mo$tro, o
+quando $i fanno gli aborti. Dice ancora
+Ari$totele nelle metheore, che gli ele-
+menti e que$to mondo inferiore $ono
+come materia, &amp; i corpi cele$ti e le men
+ti loro $ono cau$a efficiente. perilche
+non &egrave; marauiglia, $e ne gli elementi $i
+fanno molte co$e, la cui cagione non $i
+pu&ograve; riferire alle proprie nature e for-
+me de gli elementi, ma &egrave; nece$$ario che
+$i riferi$ca a' corpi cele$ti, la uirt&ugrave; &amp; at-
+tione de' quali riceuono gli elementi,
+hauendo hauuto dal fattore uniuer$ale
+<pb>
+que$ta legge, che ubbidi$cano a' cieli.
+Sono gli elementi corpi $emplici: &amp; al
+corpo $emplice $i conuiene il moto $em
+plice: &amp; i moti $emplici, come mo$tra
+Ari$totele nel primo del cielo, $i trag-
+gono dalle figure $emplici; le quali $o-
+no due, la retta, e la circolare: e per
+con$equenza due $ono i moti, il retto,
+&amp; il circolare. il circolare naturalmen
+te $i conuiene a' corpi cele$ti; i quali
+non $ono ne graui, ne lieui, e non $ono
+ad alcuna generatione o pa$$ione $ot-
+topo$ti, e di $ua natura $i girano attor-
+no $enza alcuna fatica. il moto circola-
+re adunque non $i conuiene a gli ele-
+menti; i quali hanno grauit&agrave;, e leggie-
+rezza. &egrave; dunque nece$$ario, che $i con
+uenga loro il moto retto: il quale &egrave; di
+due $orti, dal mezzo, &amp; al mezzo. e
+per&ograve; cia$cheduno elemento natural-
+mente $i muoue o al mezzo; al quale
+quando egli &egrave; peruenuto, $i ferma;
+<pb n=IX>
+ouero dal mezzo, &amp; a$cende uer$o il
+cielo. Aggionge una ragione Ari$tote
+le nel primo libro del cielo, per proua-
+re il moto retto ne gli elementi: che tra
+due punti po$$ono e$$er piu linee a con-
+giugner l' uno con l' altro: ma la piu
+breue &egrave; la retta. onde alcuni, nel defi-
+nire la linea retta, dicono ch' ella &egrave; una
+piccioli$$ima lunghezza tra duo punti.
+gli elementi adunque, come $ono fuo-
+ri del proprio luogo, cercano di ritor-
+narui piu to$to, che $i po$$a; e per&ograve; $i
+muouono di moto retto. Il principio
+di que$to moto retto, $i dubita, s' egli
+&egrave; intrin$eco nell' elemento, o e$trin$e-
+co. Ari$totele nell' ottauo della phi$i-
+ca pare che connumeri gli elementi fra
+quelle co$e, che non $i muouono per
+lor mede$ime, ma $ono mo$$e da altri:
+e$$endo, che l' e$$er mo$$o da $e $te$$o,
+pare che $olo &agrave; gli animali $i po$$a attri
+buire, i quali po$$ono ancora ripo$are
+<pb>
+per loro mede$imi. oltre a ci&ograve;, quelle
+co$e, che $i muouono per lor mede$i-
+me, $i diuidono in una parte, la quale
+per $e, cio&egrave; immediate, muoue; &amp; in
+una, la quale per $e, cio&egrave; immediate,
+&egrave; mo$$a. il che non pu&ograve; conuenir$i &agrave;
+gli elementi: i quali ne per lor mede$i-
+mi $i fermano, quando uogliono, anzi
+$i muouono di moto continuo, $e non
+hanno alcuno impedimento, infin che
+al proprio loro e naturale luogo non
+$ono peruenuti; ne $i diuidono, come
+gli animali, in una parte per $e mouen
+te, &amp; in una per $e mo$$a, cio&egrave; nella for
+ma immediate mouente, e nel corpo
+immediate mo$$o: perche $ono compo
+$ti di forma imperfetti$$ima, e di mate
+ria prima; la quale &egrave; ente in pura po-
+tenza. onde pare, che gli elementi non
+per lor mede$imi, ma per cagione e-
+$trin$eca $i muouano. Contro &agrave; que$ta
+opinione $i pu&ograve; dire, che gli elementi
+<pb n=X>
+$i muouono di moto naturale: anzi,
+che il moto loro &egrave; $emplice: perche la
+forma $emplice &egrave; principio di moto $em
+plice; e $emplice &egrave; la forma de gli ele-
+menti, perche immediate $ono compo
+$ti di materia e forma. e quella co$a, la
+quale naturalmente &egrave; principio di mo
+to, &egrave; principio di quella, nella quale
+ella &egrave;, come dice Ari$totele nel $econ-
+do della phi$ica. pare adunque, che
+gli elementi non per e$trin$eco princi-
+pio, ma per intrin$eco $i muouano. ol
+tre a ci&ograve;, il mouente pro$simo, &amp; il
+mo$$o $ono in$ieme, come dimo$tra
+Ari$totele nel $ettimo della phi$ica.
+mouendo$i adunque gli elementi gra-
+ui di$cendendo, &amp; i lieui a$cendendo;
+niuno principio e$trin$eco, che gli muo
+ua, ui $i cono$ce. Hora, per e$plicare
+que$ta que$tione, bi$ogna con$iderare
+quel che dice Ari$totele nell' ottauo
+della phi$ica, e nel quarto del cielo.
+<pb>
+Prima $en$ibilmente $i cono$ce, che gli
+elementi non da e$trin$eco principio,
+ma dalla propria forma, e propria leg-
+gierezza, o grauezza, come da princi
+pio di moto, $ono mo$$i. onde per in-
+trin$eco principio, ma non per&ograve;, come
+gli animali; per lor mede$imi $i muo-
+uono. perche la inclinatione motiua
+de gli animali l'appetito o rationale, o
+$en$itiuo, come dimo$tra Ari$totele nel
+terzo dell'anima. et ogni appetito del-
+l'animale $egue l'appren$ione o del be
+ne, o del male. et ogni appren$ione &egrave;
+propria &amp; intrin$eca operatione dell'a-
+nimale. e per&ograve; l'animal $i muoue per
+$e mede$imo, perche egli mede$imo $t
+&egrave; cagione di quella inclinatione, cio&egrave;
+dell'appetito, dal quale egli &egrave; mo$$o.
+ma ne gli elementi niuna co$a &egrave;, la qua
+le po$$a e$$er cagione della leggierez-
+za, o grauezza; le quali cau$ano il lor
+moto: e$$endo, che il generante l'ele-
+<pb n=XI>
+mento gli diede in$ieme con la forma
+que$ta inclinatione, la quale egli ha al
+luogo $uo proprio e naturale. dunque
+gli elementi non da lor mede$imi, ma
+da un'altra cagione $ono mo$$i, cio&egrave;
+dal generante, dal quale hanno l'incli-
+natione &agrave; quelluogo, oue naturalmen
+te tendono. hanno per&ograve; intrin$ecamen
+te il principio pro$$imo del moto, cio&egrave;
+quella inclinatione, per la quale cia$-
+cheduno al $uo luogo tende: la quale
+inclinatione non &egrave; altro, che la loro
+propria grauezza, o leggierezza, pro$
+$imo principio del lor moto. Dubita$i
+ancora, $e que$ta grauezza, o leggie-
+rezza, per la quale, come principio in-
+trin$eco, gli elementi a$cendono o di-
+$cendono, $ono forme $o$tantiali, o pu
+re certi accidenti, li quali $eguono le
+forme e nature de gli elementi. Alcu-
+ni dicono, che Auerroe fu di opinione,
+che la grauezza e leggierezza fo$$ero
+<pb>
+forme $o$tantiali e $pecifice de gli ele-
+menti. perche la natura &egrave; principio di
+moto a quella co$a, doue ella &egrave;. et e$-
+$endo la grauezza e leggierezza prin-
+cipii intrin$eci del moto naturale de gli
+elementi; $egue, che elle $iano de gli
+elementi non materia, ma natura: e$-
+$endo che, quanto alla materia, non $o
+no differenti, ma $i bene quanto alla
+grauezza, e leggierezza. Contro a
+que$ti $i ri$ponde, che ni$$una $o$tanza
+&egrave; $en$ibile per $e $te$$a, come dice Ari-
+$totele nel $econdo dell'anima. perche
+i $en$i uer$ano circa le $corze delle $o-
+$tanze, cio&egrave; circa gli accidenti: ma alla
+midolla, cio&egrave; alla $o$tanza, $olo la men
+te penetra. la grauezza e la leggierez-
+za da $e $te$$e $ono compre$e dal $en$o,
+ne $olamente dall'huomo, ma ancora
+da gli animali irrationali, uedendo$i,
+che alcuni muli, e qua$i tutti i cameli
+mo$trano di$entire il troppo pe$o. $o-
+<pb n=XII>
+no adunque la grauezza, e la leggierez
+za non $o$tanze, ma accidenti. oltre a
+ci&ograve;, Ari$totele nel $econdo libro delle
+parti de gli animali connumera gli acci
+denti de gli elementi, e dopo la calidi-
+t&agrave; e la frigidit&agrave; fa mentione della gra-
+uezza e leggierezza. ne &egrave; difficil co$a
+&agrave; ritrouare la ragione, che in contrario
+&egrave; addotta. percioche la natura, oltre al-
+l'e$$ere principio &agrave; quella co$a, doue
+ella &egrave;, e principio intrin$eco; &egrave; princi-
+pio primo, come nella $ua diffinitione
+$i dice; al qual principio primo &egrave; con-
+giunto l'i$trumento proprio, cio&egrave; l'ac
+cidente proprio, col quale la natura
+opera. dunque la grauezza e leggie-
+rezza, perche non $ono principii pri-
+mi, non $ono nature; ma perche $e-
+guono la natura, $i pu&ograve; dire che $iano
+ne gli elementi $econdo la natura; $i co
+me ancora i moti, i quali da e$$i princi-
+pii $eguono, $econdo la natura $ono ne
+<pb>
+gli elementi. percioche il fuoco $econ-
+do la natura &egrave; lieue, e $econdo la natu
+ra a$cende. e per contrario la terra &egrave;
+graue, e tende al centro. ne molto mi
+muouono i luoghi di Auerroe, addot-
+ti &agrave; que$to propo$ito. percioche molte
+uolte, quando non $appiamo le pro-
+prie forme, cio&egrave; le ultime differenze,
+u$iamo nell' e$plicare le nature delle
+co$e, in luogo de'loro proprii nomi, i
+uocaboli de gli accidenti, i quali ci $o-
+no piu noti, e piu famigliari al $en$o;
+onde na$ce la cognitione dell'intellet-
+to. Quanto al moto de gli elementi,
+mo$tra Ari$totele nel quarto della phi
+$ica, ch'egli &egrave; piu e meno ueloce $econ
+do la rarit&agrave; e den$it&agrave; del mezzo. onde
+alcuni philo$ophi moderni hanno det-
+to, che gli elementi $i muouono acci-
+dentalmente, perche $i muouono $e-
+condo la diui$ione del mezzo. ma la
+uerit&agrave; &egrave;, che gli elementi $i muouono
+<pb n=XIII>
+accidentalmente, non $emplicemente,
+ma $emplicemente per $e, &amp; in un cer-
+to modo accidentalmente. perche quel
+la co$a propriamente e $emplicemente
+&egrave; mo$$a accidentalmente, la quale in
+quel modo &egrave; mo$$a e portata, come co
+lui, il quale da una carretta o da una na
+ue uien portato; come $i uede nel quin
+to della phi$ica. ilche non $i pu&ograve; attri-
+buire a gli elementi; i quali per lor me-
+de$imi $i muouono &amp; in $u &amp; in giu; &amp;
+il moto loro non dipende d'altra cagio
+ne, che dalla grauezza e leggierezza.
+onde po$$i affermare con uerit&agrave;, che $i
+muouono di moto naturale $emplice-
+mente, &amp; accidentale in un certo mo-
+do. perche $i muouono piu e meno ue-
+locemente per la re$i$tenza, che ritro-
+uano o maggiore, o minore nel mez-
+zo. Quanto al numero de gli elemen
+ti, mo$tra Platone nel Timeo, che non
+po$$ono e$$ere piu che quatro. ma per-
+<pb>
+che la ragione, la quale egli u$a a que-
+$ta dimo$tratione, non &egrave; tolta da i prin
+cipii proprii, i quali per $e conuenga-
+no a'corpi naturali, ma &egrave; tolta dalle
+qualit&agrave; matematice: (e dicono i logi-
+ci, che nelle argumentationi il pa$$are
+da genere a genere &egrave; uitio: benche Ari
+$totele mede$imo u'incorra nel primo
+del cielo; oue, dimo$trando i generi
+de i moti $emplici, piglia la $ua ragio-
+ne da le figure geometrice) noi a dimo
+$trare il numero de gli elementi u$ere-
+mo una ragione naturale, tolta dalla na
+tura del moto retto. Due $ono i gene-
+ri del moto retto, uno al mezzo, l'al-
+tro dal mezzo. al mezzo $i muoue
+quell'elemento, che &egrave; $emplicemente
+graue, cio&egrave; la terra: dal mezzo quel-
+lo, che &egrave; $emplicemente lieue, cio&egrave; il
+fuoco. hora, perche la natura, quanto
+po$$ibile &egrave; $tato, $i &egrave; sforzata ancora ne'
+generi diuer$i e contrarii di rappre$en-
+<pb n=XIIII>
+tare la unit&agrave;; e con marauiglio$o arti$i
+cio di maniera ha colligate tutte le co-
+$e l'una con l'altra, che l'ultimo del
+genere $uperiore &egrave; molto uicino al ge-
+nere inferiore; accioche in que$to mo-
+do tutte le co$e $o$$ero in un certo mo-
+do indiui$e fra $e, e face$$ero una for-
+ma dell'uniuer$o. per tal cagione alla
+con$titutione dell'uniuer$o era nece$-
+$ario che que$ti due e$tremi elementi,
+cio&egrave; la terra &amp; il fuoco, fo$$ero legati
+in$ieme con un mezzo. il qual mezzo,
+impo$$ibile era, che fo$$e un $olo ele-
+mento. percioche e$$endo l'elemento
+corpo $emplice, bi$ognaua ch'egli ha-
+ue$$e moto $emplice e retto. et hauen-
+do moto retto, bi$ognaua che $i mo-
+ue$$e o al mezzo, o dal mezzo. $e $i mo
+ueua al mezzo; $i moueua di moto con
+trario al moto del fuoco. $e $i moueua
+dal mezzo; bi$ognaua che $i moue$$e
+di moto contrario al moto della terra.
+<pb>
+e co$i douendo e$$ere contrario di ne-
+ce$$it&agrave; alla natura di uno de gli e$tremi,
+ne $eguiua che non poteua e$$ere mez-
+zo fra tutti due: e$$endo, che il mez-
+zo &egrave; quello, il quale partecipa della na
+tura di l'uno el'altro e$tremo. non po
+tendo adunque e$$ere mezzo un $olo
+elemento; $egue, che $iano due. l'uno
+e l'altro de' quali &egrave; graue e lieue, e
+muoue$i e dal mezzo, &amp; al mezzo:
+nondimeno l'uno &egrave; lieue a$$olutamen-
+te, &amp; $ecundum quid graue; (co$i par-
+lano i philo$ophi) &amp; il mede$imo a$$o-
+lutamente $i muoue dal mezzo, &amp; $e-
+cundum quid tende al mezzo: l'altro
+a$$olutamente &egrave; graue, &amp; $ecundum
+quid lieue; &amp; il mede$imo a$$olutamen
+te $i muoue al mezzo, &amp; $ecundum
+quid al mezzo. ilche di un $olo mezzo
+fra gli e$tremi non $i pu&ograve; dire. $ono
+adunque quatro elementi. de' quali, di
+ce Ari$totele nel quarto del cielo, che
+<pb n=XV>
+alla terra, per e$$ere ella totalmente gra
+ue, in niun luogo $i conuiene la leggie-
+rezza; &amp; al fuoco, per e$$er egli total-
+mente lieue, in niun luogo $i conuiene
+la grauezza: ma all'aria, &amp; all'acqua
+dice che l'una e l'altra $i conuiene.
+perche $ono in alcun luogo graui, &amp; in
+alcuno lieui: e$$endo l'acquagraue nel
+luogo del fuoco e dell'aria, lieue nel
+luogo della terra; e l'aria lieue nel luo
+go dell'acqua e della terra, graue nel
+luogo del fuoco. Oltre alla ragione da
+noi po$ta a dimo$trare che gli elementi
+$iano quatro, Ari$totele ne adduce un'
+altra nel primo della meteora, tolta dal
+la proportione, che deue e$$ere fra gli
+elementi, quanto alla materia. percio-
+che, e$$endo gli elementi contrarii, $e
+alcuno di loro fo$$e maggiore del do-
+uere, con la operatione e forza $ua cor
+rumperebbe e $truggerebbe gli ele-
+menti a lui contrarii. onde bi$ogna che
+<pb>
+fra que$ti corpi $ia tale proportione,
+che l'uno non auanzi l'altro di mate-
+ria. e per&ograve;, oltre all'acqua e la terra,
+i quali $ono a'$en$i manife$ti, quel ri-
+manente di $patio, che &egrave; di $otto al cie-
+lo della Luna, non pu&ograve; e$$ere ripieno
+di un $ol corpo; ma bi$ogna, che $iano
+due. Hora, per incominciare a ra-
+gionare particolarmente intorno a cia-
+$cheduno elemento, $i pu&ograve; dire che il
+fuoco $ia piu nobile di tutti, come piu
+propinquo, e piu $imile al corpo cele-
+$te. perche, oltre all'hauere una gran
+di$$ima calidit&agrave;, la quale di tutte le qua
+tro qualit&agrave; prime &egrave; la piu attiua, e lei
+u$a la natura, madre di tutte le co$e, co
+me principale i$trumento nella genera-
+tione e con$eruatione di tutti i corpi
+mi$ti, ma$$ime de gli animati, cio&egrave; de'
+piu perfetti; egli ha in $e meno mate-
+ria, che tutte le co$e mortali; &egrave; di gran
+dezza $uperiore a gli altri elementi;
+<pb n=XVI>
+ha il moto circolare, come il corpo ce
+le$te. benche que$to moto non &egrave; in lui
+da natura, ne dalla $ua propria forma:
+ne &egrave; ueramente circolare e $emplice,
+come tengono alcuni: non potendo
+del fuoco, che &egrave; corpo $emplice, e$$e-
+re piu che un moto $emplice natural-
+mente, cio&egrave; dal mezzo uer$o il cielo.
+pare adunque, che, $e que$to $uo mo-
+to circolare non $emplice non &egrave; natu-
+rale, $ia uiolento. ma non &egrave; co$i. per-
+che niuna co$a uiolenta pu&ograve; e$$ere per-
+petua: et il moto circolare del fuoco
+&egrave; perpetuo: onde non pu&ograve; e$$ere uio-
+lento. che moto dunque $ar&agrave;? $ar&agrave; ne
+$econdo la natura di e$$o elemento, ne
+uiolento, ma e fuori della natura $ua, e
+fuori del uiolento. La cau$a di que$to
+moto circolare nel fuoco, non &egrave; dub-
+bio, che &egrave; il corpo cele$te, circolarmen
+te mo$$o. ma in che modo il cielo po$$a
+muouere la sfera del fuoco, hauendo il
+<pb>
+$uo moto circolare $emplici$$imo, $en-
+za inclinare mai in una parte piu che in
+un'altra; &amp; hauendo la $uperficie con
+caua, e molli$$ima, $enza alcuna ruga,
+$enza alcuna eminenza; $i pu&ograve; dubi-
+tare ragioneuolmente, e nondimeno
+$oluere la dubitatione in que$to modo.
+il luogo contiene il locato, &amp; al corpo
+contenuto &egrave; a gui$a della forma alla ma
+teria, o del tutto alla parte. non deue
+adunque alcuno marauigliar$i, $e con
+niuna uiolenza, ma $olo con la con-
+giuntione, che &egrave; fra il fuoco &amp; il con-
+cauo del cielo, luogo naturale di e$$o
+fuoco, il cielo muoue circolarmente il
+fuoco, corpo a lui pro$$imo. &egrave; dunque
+que$to moto cau$ato da principio e-
+$trin$eco, cio&egrave; dal cielo, il quale con-
+duce $eco il fuoco congiunto. Po$$ia-
+mo ancora dire, che di que$to moto &egrave;
+cagione quella qualit&agrave; cele$te, la qua-
+le pa$$a ne gli elementi, &amp; &egrave; cagione
+<pb n=XVII>
+della generatione de' corpi mi$ti. per-
+che girando$i continuamente il cielo, &amp;
+in$ieme con lui la $ua qualit&agrave;; non &egrave;
+marauiglia, $e da que$ta qualit&agrave; il fuo-
+co circolarmente &egrave; mo$$o: dalla quale
+ancora dipende il moto del mare Ocea
+no. et in fine per cagione di que$ta qua
+lit&agrave; tutti gli elementi imitano il moto
+circolare del cielo, eccetto la terra, e
+quella portione de gli elementi, la qua
+le dentro alle cauerne di e$$a terra &egrave; rin
+chiu$a. perche la terra, parte per e$$er
+$imile al centro, il quale nel moto del-
+la sfera &egrave; immobile, e parte per e$$er
+pondero$a e den$a, ad ogni moto &egrave; inet
+ti$$ima, quando ella $i ritruoua nel luo
+go $uo proprio e naturale. da que$to
+moto circolare inequale e$$endo gira-
+ta la sfera del fuoco, &egrave; nece$$ario che al
+cuna uolta qualche parte di e$$o fuoco
+$i aduni e $i conden$i. la qual parte con-
+den$ata di $ubito gitta $plendore, e di-
+<pb>
+uiene illu$tre. il che prima per la $om-
+ma rarit&agrave; del corpo igneo non poteua
+e$$ere. ma perche il corpo igneo di $ua
+natura tende alla rarit&agrave;, &amp; il calore con
+den$ato ri$olue e rarefa: di nuouo quel
+la parte dell'elemento conden$ata $i
+di$$olue, e $pari$ce di$ubito quella fiam
+ma. Auiene alcuna uolta, che un'esha
+latione $ecca, ri$oluta dalla terra, do-
+po ch'&egrave; a$ce$a alla regione del fuoco,
+$i accende per il moto della sfera, &amp; il
+fuoco dall'uno e$tremo di lei fino al'al
+tro di $ubito tra$corre: e co$i fanno$i le
+$telle correnti: che co$i chiamiamo
+quelle apparenze. alcuna uolta quel-
+la eshalatione $ecca, ri$tretta e ri$o$pin
+ta dalla conden$atione dell aria $upe-
+riore, cio&egrave; del uapor freddo, uiene
+cacciata con impeto uer$o la terra: dal
+qual moto acce$a, prende $omiglianza
+di una $tella, che cade. Ma, per torna-
+re onde partimmo, quando nella sfera
+<pb n=XVIII>
+del fuoco $i &egrave; talmente conden$ata una
+parte dell'elemento, che difficilmente
+$i di$$olue; &amp; in oltre ui $i &egrave; aggiunta la
+eshalatione dalla terra ri$oluta: alho-
+ra $i forma il cometa, &amp; altre $imili ap-
+parenze. il cometa &egrave; di due $orti. l'u-
+no $i forma nell'inferior parte dell'ele
+mento igneo. e que$to non appari$ce
+mai congiunto ad alcuna delle $telle er
+ranti, o fi$$e. e benche $i muoua di mo
+to circolare, nondimeno il $uo moto
+non &egrave; pari al moto cele$te, ma $empre
+ua perdendo, talmente che que$to co
+meta non $i uede mai $ottopo$to ad una
+mede$ima regione del cielo, anzi di con
+tinuo re$ta piu a dietro. e la cagione &egrave;;
+perche e$$endo la sfera del fuoco gira-
+ta a torno dalla uertigine del cielo, con
+moto per&ograve; differente; &egrave; nece$$ario, che
+la parte dell'elemento inferiore $ia piu
+tarda della $uperiore del mede$imo ele
+mento, e molto piu della sfera cele$te.
+<pb>
+e perche non &egrave; molto, che un cometa
+di que$ta $orte fu o$$eruato acco$tar$i
+piu ogni giorno al polo uer$o Setten-
+trionale: non &egrave; marauiglia, $e dalla
+uertigine del circolo equinottiale e di
+quella parte che &egrave; nel mezzo del cielo,
+alcu na parte dell'elemento igneo uie-
+ne $p inta uer$o Settentrione, &amp; alcuna
+uer$o mezzo di; oue la uertigine cele-
+$te &egrave; minore, che nel mezzo del cielo.
+L'altro cometa $i forma nella parte $u-
+periore dell'elemento, piu uicina al cie
+lo: doue il lume di alcuna $tella fi$$a, o
+errante ri$plende nel cometa, come in
+uno $pecchio, il quale non la figura, ma
+$olo il lume rappre$enti. per la quale
+ri$plendenza il raggio ritorna in $e $te$-
+$o, e $i fa ui$ibile: &amp; alhora pare che la
+$tella errante, o fi$$a habbi aggiunta u-
+na coda, ouero una chioma. e que$ti
+cometi $eguono il cor$o di quella $tella,
+o almeno co$i poco gli re$tano a dietro,
+<pb n=XIX>
+che col $en$o, $aluo che dopo un certo
+$patio di tempo, non $i pu&ograve; compren-
+dere. e que$ta qua$i parit&agrave; di cor$o pro
+cede dalla uicinit&agrave;, che ha la parte del-
+l'elemento conden$ata con la sfera ce-
+le$te; perche come piu uicina piu forte
+$i muoue di moto circulare, che l'altre
+parti del mede$imo elemento piu lon-
+tane dal cielo. E dalla mede$ima cagio
+ne uuole Ari$totele che $ia formata la
+uia lattea. la quale opinione non han-
+no $eguito i Peripatetici, uedendo che
+la uia lattea &egrave; perpetua &amp; immutabile,
+e parendo loro marauiglia, che la con-
+$i$tenza del corpo igneo $empre in un
+modo per$eueri in e$$a uia, ne mai in al
+cuna parte $i muti. e per&ograve; $i $ono indot
+ti &agrave; credere piu to$to, che la uia lattea
+$ia un certo accidente del corpo cele-
+$te per la moltitudine delle innumera-
+bili $telle, che $ono in e$$o cielo: le qua-
+li $ono tanto minute, che i loro corpi
+<pb>
+di$tintamente non $i po$$ono uedere:
+ma ueggon$i in$ieme confu$i turti i lo-
+ro lumi, i quali ci dimo$trano quel can-
+dore della uia lattea po$si ancora dire,
+che quelle parti del cielo $iano piu den-
+$e, e per&ograve; piu $plendide; e$$endo pro-
+prio lo $plendore delle co$e cele$ti. et
+oltre al $uo $plendore, il lume di quel-
+le tante minute $telle, refratto in e$$e
+parti del cielo, ui aggionge chiarezza;
+$i come luce la luna per la refle$sione
+del lume del $ole. L'elemento igneo
+non $i truoua $emplice $aluo che uicino
+all'orbe cele$te. gli altri elementi non
+$i truouano $emplici in alcuna parte: $e
+per auentura non uogliamo dire, che
+$emplice $ia quella parte della terra,
+la quale, pre$$o al centro ri$tretta, non
+ammette la uirtu &amp; attione degli al-
+tri elementi. E uer&ograve;, che quella parte
+delfuoco $emplice non &egrave; $empre $empli
+ce, ma $i corrompe, non per uicinit&agrave;
+<pb n=XX>
+di contrario alcuno, ma perche la uer-
+tigine dell'elemento non &egrave; uniforme:
+onde na$ce, che le parti di e$$o elemen
+to fluttuano, e per la fluttuatione $ono
+$pinte in giu uer$o l'aria, oue arriuate $i
+corrompono, e riceuuta dall'aria l'hu
+midit&agrave;, la quale di natura &egrave; graue, di-
+$cendono finalmente uer$o la terra: oue
+$eruono in$ieme con gli altri elementi
+alla generatione de' i mi$ti. Dopo il fuo
+co $egue l'aria.nella quale alcuni acci-
+denti $olamente appari$cono, &amp; in alcu
+na parte di e$$a aria non hanno con$i$ten
+za, come l'iride, l'area, i due, e qual-
+che uolta tre $oli, le uirghe: alcuni appa
+ri$cono, &amp; $ono ueramente nell'aria,
+come le nuuole, le pioggie, le grandi-
+ni, le rugiade, la neue, la pruina, i ful
+mini, i uenti, e $imili. e $i come di quei
+primi accidenti &egrave; una cau$a generale,
+cio&egrave; la re$le$sione de i raggi del $ole, &amp;
+alcuna uolta della luna, e degli altri pia
+<pb>
+neti, benche rare uolte; co$i di que$ti
+$econdi accidenti la cau$a &egrave; l'e$nalatio-
+ne $ecca della terra, e l'humida dell'ac
+qua, l'una e l'altra ri$oluta per la uir-
+t&ugrave; del $ole, e delle $telle. ma parliamo
+prima della cau$a de i primi accidenli.
+Circa la luna, &amp; alcuna uolta, benche
+di rado, circa il $ole, $i ferma un'aria
+caligino$a, mi$ta di e$halatione e di ua-
+pore, e di co$i piccioli corpi unita, che,
+riceuendo come $pecchi il lume di quel
+pianeta, circa il quale $ono, non po$$o-
+no per la picciolezza loro rappre$enta
+re la figura del pianeta, ma rappre$en-
+tano il colore. &amp; alhora $i forma quell'
+accidente, che &egrave; chiamato area: la cui
+figura &egrave; de$critta d'Ari$totele nella
+Meteora. Alcuna uolta l'aria &egrave; tal-
+mente conden$ata per l'e$halatione,
+che di tutti quei corpi minuti ri$tretti
+in$ieme non molti $pecchi $i fanno, ma
+un $olo. ilquale rappre$enta &amp; il colo-
+<pb n=XXI>
+re e la figura di quella $tella, circa la
+quale &egrave; fatta l'e$halatione. onde alcu-
+na uolta $i ueggono due o tre $oli. il che
+$criuono gli hi$torici e$$er $tato $pe$$e
+uolte tenuto per prodigio. L'iride $i
+forma, quando una nuuola piena di ru
+giada &egrave; oppo$ta al $ole. Le uirghe $ono
+come iride imperfette. Re$ta, che par
+liamo de i $econdi accidenti; i quali ap
+pari$cono, e ueramente $ono nell'aria.
+Il uapore, dopo ch'&egrave; a$ce$o nella par-
+te $uperiore dell'aria, alcuna uolta ab
+bandonato da quel calore, dal quale
+egli era $tato tirato in $u, e rarefatto,
+a poco a poco $i uni$ce, e per la unione
+ingro$$ato di$cende in gocciole minu-
+ti$sime: e chiama$i rugiada. alcuna uol
+ta que$to uapore per la frigidit&agrave; dell'a-
+ria $i raccoglie prima in nuuola, dipoi
+in acqua, e di molte minute gocciole $i
+fanno goccie maggiori, le quali dipoi
+cadono in terra: e chiama$i pioggia. ma
+<pb>
+$e occorrer&agrave;, che $ia nell'aria co$i gran
+frigidit&agrave;, ri$tretta in uno per il calore
+circo$tante, che, prima che l'acqua
+cada in terra, $i aggiacci:$i fanno le gran
+dini. ma $e per la troppa frigidit&agrave; dell'a
+ria, non in un $olo luogo unita, ma $par
+$a per ogni parte dell'aria, il uapore,
+prima che in acqua $i raccolga, $i con-
+den$a: $i fanno le neui, e le pruine; le
+quali hanno fra loro quella proportio-
+ne, che hanno le rugiade, e le pioggie,
+$omigliando la pruina alla rugiada, e la
+neue alla pioggia. nell'aria adunque $i
+fanno que$ti accidenti per il uapore: il
+quale di continuo tirato dalla uirt&ugrave; del
+$ole, e delle $telle, $i ri$olue dalla ter-
+ra e dall'acqua, e dipoi mutato nelle
+forme predette ritorna alla terra &amp; al-
+l'acqua. Ma quando una e$halatione
+$ecca, ri$oluta dalla terra, nell'a$cen-
+dere rincontra uapori freddi, li quali
+$empre di$cendono uer$o la terra; e me
+<pb n=XXII>
+$colata con e$$o loro, non pu&ograve; ne dal pe
+$o loro e$$er depre$$a in giu, ne con la
+leggierezza $ua $olleuar$i in $u: $pinta
+da uiolenza per la mi$tione del $uo con-
+trario, per trauer$o &egrave; portata: &amp; alho-
+ra $i fanno grandi$simi uenti, quando &egrave;
+nell'aria gran copia di eshalatione, e di
+uapori: ma $e &egrave; picciola, $i fanno aure
+piaceuoli e leggieri. E quando nelle nu
+uole e ne i uapori $ar&agrave; rinchiu$a que$ta
+eshalatione $ecca, e, $pinte le nuuole
+di $opra dalla frigidit&agrave;, $ar&agrave; cacciata
+uer$o la terra: alhora uengono a gene-
+rar$i uenti, che $offiano dalle nuuole.
+ma $e que$ta mede$ima eshalatione,
+non bene ri$tretta in uno, ma $par$a e-
+$ce fuori con impeto per le nuuole; $i
+accende, e fa i fulguri, &amp; i tuoni. ma
+quando conden$ata, e me$colata col
+uapor freddo, con gran forza &egrave; caccia-
+ta: alhora $i fanno i fulmini: i quali, co
+me $i uede nella Meteora, $ono di piu
+<pb>
+$orti. Dopo l'aria ci re$ta a ragionare
+dell'acqua. il quale elemento, $i come
+ancora l'aria,non &egrave; in alcuna parte $em
+plice, e$$endo alterato continuamente
+dall'elemento $uperiore, cio&egrave; dall'a-
+ria, ma molto piu dall'inferiore, cio&egrave;
+dalla terra; laquale, per e$$ere corpo
+den$o, &egrave; piu atta ad operare, che l'a-
+ria, &amp; a re$i$tere all'operatione dell'e-
+lemento uicino, cio&egrave; a quella parte, che
+nell'elemento uicino &egrave; a lei contraria.
+onde &egrave; piu atta ad alterare, che ad e$$er
+alterata. L'acqua circonda tutta la
+terra d'ogni parte: intendendo, che
+l'aria uicina alla terra $ia acqua per la
+maggior parte: perche &egrave; piena di uapo
+ri: i quali non $ono altro, che acqua
+rarefatta. onde di$$e Homero, che un
+certo fiume Oceano circonda tutta la
+terra. tutti i mari deriuano dall'Ocea
+no, eccetto il Ca$pio, il quale d'ogn'
+intorno &egrave; cinto dalla terra. Nell'Ocea
+<pb n=XXIII>
+no $i ueggono due moti. l'uno &egrave;, che
+l'acqua continuamente $i muoue da o-
+riente uer$o occidente, come manife-
+$tamente comprendono quelli, che na
+uigano l'Oceano. perche $e $i partono
+da Nerito, promontorio di Spagna, per
+arriuare in Inghilterra, fanno la naui-
+gatione piu tarda, che partendo d'In-
+ghilterra per arriuare in Spagna. quel-
+li ancora, che $i pa rtono di Spagna per
+arriuare a quelle i$ole, le quali a'gior-
+ni no$tri ritrou&ograve; Columbo Genoue$e
+uer$o ponente, forni$cono il lor uiag-
+gio in manco di un me$e: ma ritornan-
+do in Spagna, tardano tre e quattro
+me$i. il mede$imo moto hanno o$$erua
+to i Portughe$i nauigando intorno all'
+Africa per arriuare in India. che, quan
+tunque habbino il uento in poppe ga-
+gliar di$simo, nondimeno &agrave;a $uperare il
+promontorio, che $i chiama Capo di
+buona $peranza, durano infinita fatica,
+<pb>
+per il cor$o dell'acqua da oriente in oc
+cidente. L'altro moto &egrave;, che per $ei
+hore continue cre$ce l'oceano, &amp; al-
+trettante hore decre$ce. et &egrave; co$i gran-
+de que$to moto, che nella Fiandra $i
+ueggono alcune uolte ritornare a die-
+tro i fiumi per il cre$cimento del mare,
+&amp; &agrave; Londra in Inghilterra il fiume Ta-
+mi$o, che &egrave; lontano dal mare intorno a
+cinquanta miglia, mede$imamente ri-
+tornare uer$o il $uo fonte, e cre$cere
+qua$i tre pa$$a. Veggon$i ancora que$ti
+due moti nel mare mediterraneo, ma
+non co$i grandi, come nell'oceano.
+nell'Adriatico $eno quelli, che nauiga-
+no co$teggiando l'I$tria, la Dalmatia,
+l'Albania, $entono un continuo moto
+del mare uer$o occidente: il quale poi
+nella parte, doue &egrave; Venetia, $i riuolge
+uer$o mezzo di, cio&egrave; uer$o la Roma-
+gna, e di la uer$o oriente, cio&egrave; uer$o la
+Puglia. e que$to moto da'marinari prat
+<pb n=XXIIII>
+tichi facilmente &egrave; cono$ciuto. onde $i
+pu&ograve; dire, che $ia circolare il moto del
+mare mediterraneo. perche dall'Elle
+$ponto $i muoue uer$o occidente, e col
+mede$imo moto co$teggia tutto il lido
+di terra ferma in$ino alle colonne di
+Hercole: doue riuolgendo$i, per la co
+$ta dell'Africa, e dell'Egitto $i muoue
+uer$o oriente, cio&egrave; uer$o la Soria. Ho-
+ra &egrave; da con$iderare la cau$a di que$ti
+moti nell'uno e l'altro mare. Il mo
+to dell'Oceano uer$o occidente &egrave; cau-
+$ato dal moto diurno de' cieli: i quali
+infondono parte della loro qualit&agrave; nel-
+l'Oceano, onde egli $econdo il moto
+loro $i muoue. e po$si dire, che il mo-
+to del mare Adriatico, il quale &egrave; parte
+del mediterraneo, deriui dalla mede-
+$ima cau$a. perche, non potendo l'ac-
+qua, per e$$ere rinchiu$a da terra fer-
+ma d'ogni parte, muouer$i di perpe-
+tuo moto da oriente in occidente, $e-
+<pb>
+condo che la uirt&ugrave; cele$te la conduce,
+imita nel modo, che pu&ograve;, il moto cir-
+colare de' cieli, e co$i ua girando intor
+no a'lidi di terra ferma nel modo, che
+$i &egrave; detto. Veniamo hora al cre$cimen-
+to e decre$cimento di $ei in $eihore. il
+quale ueggiamo continuamente &agrave; Ve-
+netia, ma non co$i grande, come $i ue-
+de nell'Oceano. Non &egrave; dubio, che la
+cau$a del cre$cimento dell'acqua non
+&egrave; altro, che una rarefattione e tumefat
+tione, per la quale cre$ce il mare, e $i
+diffonde uer$o la terra. e parimente la
+cau$a del decre$cimento non &egrave; altro,
+che una conden$atione di e$$a acqua,
+per la quale ritorna nella $ua unione, e
+dalla terra, oue $i era $par$a, $i diparte,
+percioche, $e que$ta non fu$$e la cau$a,
+onde uerrebbe tanta copia di acqua
+per co$i grande cre$cimento, e doue ri
+tornerebbe nel decre$cimento? poi che
+dunque que$to principio &egrave; manife$to,
+<pb n=XXV>
+re$ta che con$ideriamo, onde na$ce que
+$ta rarefattione, e conden$atione del-
+l'acqua, l'una cau$a del cre$cimento,
+l'altra del decre$cimento. E noto ad
+ogniuno, che ogni rarefattione $i fa per
+uir t&ugrave; del calore, e, ce$$ando lui, ce$$a.
+et all'incontro, ogni conden$atione $i
+fa per uirt&ugrave; della frigidit&agrave;: come $i ue-
+de nell'acqua, che po$ta al fuoco bol-
+le, e leuatane ce$$a di bollire poi che a-
+dunque la cau$a di que$to cre$cimento
+dell'acqua &egrave; una uirt&ugrave; calida; diciamo,
+mo$si dall'e$perienza, che que$ta uir-
+t&ugrave;, onde $i gon$ia il mare, dipende dal-
+la Luna, il cui tepore principalmente
+pare che $ia accommodato &agrave; di$porre
+et alterare l'humore di cie$chadun cor
+po.diuidiamo poi il cielo in quatro par
+ti eguali, con due circoli, il meridiano;
+e l'orizonte retto, il quale diuidi il me
+ridiano &agrave; i poli con anguli retti sferali.
+e troueremo, che, quando la Luna dal
+<pb>
+punto dell'orizonte retto,il quale hab
+biamo po$to, $i muoue uer$o il meridia
+no $opra l'orizonte, alhora l'acqua
+della prima quadra $i gonfia e $i diffun-
+de. ma quando $i muoue dal meridia-
+no uer$o l'altro punto dell'orizonte
+retto, alhora l'acqua decre$ce. quan-
+do poi da que$to punto dell'orizonte
+retto $i muoue $otto terra uer$o il meri
+diano,mede$imamente fa gonfiare &agrave; noi
+e cre$cere l'acqua della detta prima
+quadra: e pa$$ando il meridiano per gi-
+re al primo punto dell'orizonte retto,
+onde incominci&ograve; &agrave; muouer$i, la mede-
+$ima acqua decre$ce. e nel mede$imo
+c&otilde;$iderando $i trouer &agrave; la cau$a di cia$cu
+na quadra. la quale non &egrave; altro, che la
+Luna. il cui lume, et in$ieme quel te-
+pore, che accompagna il lume, quan-
+to piu $i auicina alla linea perpendicula
+re, &amp; a gli anguli retti, fatti da e$$a linea
+perpendicularmente cadente; tanto ha
+<pb n=XXVI>
+maggiore uirt&ugrave;, e per&ograve; tanto piu ri$cal
+da. et all'incontro, quando da la linea
+perpendiculare, e dall'angulo retto $i
+diparte, e fra l'angolo ottu$o, ha mi-
+nor uirt&ugrave;, e per&ograve; meno ri$calda: $i co-
+me ancora prouiamo ne'raggi del So-
+le, per que$ta cagione, quando la Luna
+a$cende da oriente uer$o mezzodi, &amp;
+il $uo lume dall'angulo ottu$o $e ne ua
+all'angulo retto, alhoral'acqua $i gon
+fia: e quando ella dipartendo$i dal mez
+zodi $e ne ua uer$o l'occidente, dal-
+l'angulo retto all'ottu$o, alhora l'ac-
+qua $i conden$a e decre$ce. e que$ta &egrave;
+ueri$sima cau$a del moto dell'acqua,
+mentre che la Luna dall'oriente al-
+l'occidente camina. ma,dapoi che ella
+dall'occidente $i parte andando uer$o
+il punto di mczza notte,per qual cagio
+ne l'acqua $i gonfii; e, quando ella dal
+punto di mezza notte partendo $e ne
+ua uer$o oriente, per qual cagione l'ac
+<pb>
+qua $i conden$i; &egrave; grandi$sima difficul-
+t&agrave; a $aperne il uero, ma $i riferir&agrave; quel
+che a diligenti $crittori piu probabile &egrave;
+paruto. Dicono, che la parte oppo$i-
+ta del cielo, ferita da i raggi della Luna,
+$i altera, e riceue da lei qua$i la mede$i
+ma uirt&ugrave;. e per&ograve; quando la Luna dipar
+tendo dall'occidente $e ne ua uer$o il
+punto di mezza notte, allhora quella
+parte del cielo, che &egrave; dal punto del-
+l'orizonte retto, cio&egrave; dall'oriente, al
+meridiano, fa gonfiare l'acqua della
+quadra &agrave; lei ri$pondente, per il rifle$$o
+del lume, il quale poi che il cielo ha ri-
+ceuuto dalla Luna oppo$ita, lo rende a
+quella parte dell'acqua, che &egrave; $ottopo
+$ta a lui; onde ella per uirtu di quel lu-
+me $i gonfia. et il mede$imo $i dice,
+quando la Luna partendo dal punto di
+mezza notte camina $otto a'i piedi no-
+$tri uer$o l'oriente, e fa cre$cere quel-
+la quadra dell'acqua, che &egrave; dal meri-
+<pb n=XXVII>
+diano no$tro all'occidente, e$$endo fe-
+rito il cielo $opra$tante a detta quadra
+da'i raggi oppo$iti di lei. Contro a que-
+$ta ragione $i oppone, che, e$$endo la Lu
+na molto minor della terra, la ombra
+di e$$a terra, la quale na$ce da'i raggi e
+dal lume della Luna $ottopo$ta, tanto
+piu cre$ce, quanto piu la Luna perpen-
+dicularmente $i $ottopone a lei. onde
+pare, che i raggi di e$$a Luna non po$-
+$ano ferire la parte oppo$ita del cielo, e
+per&ograve; che il cielo da quella parte non
+po$$a riflettere i raggi lunari uer$o la
+terra e uer$o il mare, e$$endo che per
+l'ombra della terra interpo$ta non puo
+uedere la Luna, ne participare di quel
+la uirt&ugrave;, la quale mediante i raggi di lei
+potrebbe riceuere. A que$ta oppo$itio
+ne $i ri$ponde co$i. E$$endo la terra, $e $i
+fa paragone fra lei e'l cielo, $imile al
+punto; l'ombra $ua, benche grande,
+non pu&ograve; offu$care $aluo che una mini-
+<pb>
+ma parte di e$$o cielo: e per&ograve; le altre
+parti uicine alla parte offu$cata po$$ono
+riceuere il lume da'raggi della Luna,
+e renderlo alla terra &amp; al mare. e co$i
+pare che la ragione detta di $opra $i con
+fermi. e benche co$i paia, nondimeno
+mi na$ce un dubio, dal quale la mente
+mia non $i di$$olue: &amp; &egrave; que$to. E$-
+$endo il corpo cele$te diafano e per$pi-
+cuo, come puo egli rimettere il lume
+alla terra &amp; all'acqua? e$$endo che
+quei corpi riflettono il lume, i quali non
+$ono diafani, ma $ono terminati dalla
+parte po$teriore da qualche corpo den
+$o. perche $e noi miriamo in un$pec-
+chio, la cui parte po$teriore non $ia
+den$a, ma diafana: lo $pecchio non ri-
+flette il lume, ne ci dimo$tra la no$tra
+figura: la quale portata da'raggi del
+no$tro colore arriua allo $pecchio, e n&otilde;
+trouando re$i$tenza di corpo den$o op
+po$ito, trappa$$a $enza fermar$i. ma $e
+<pb n=XXVIII>
+al mede$imo $pecchio po$poniamo al-
+cun corpo den$o: alhora uediamo, che
+egli ci riflette il lume, e ci rende la no-
+$tra figura;la quale trouando la re$i$ten
+za del corpo den$o oppo$ito, non trap-
+pa$$a, ma $i ferma. oltre a ci&ograve;, $e il cie-
+lo riceuendo il lume dalla Luna oppo$i
+ta lo communica$$e alla terra &amp; al ma-
+re, onde auerrebbe, che alcuna uolta
+le notti a cielo $ereno $ono tanto o$cu-
+re, che non ueggiamo pur un minimo
+$egno di que$ta rifie$sione di lume?
+non &egrave; adunque il lume, ma qualche al-
+tra qualit&agrave;, con la quale la Luna muo-
+ue l'acqua, e la quale il cielo riceuen-
+do dalla Luna, e communicandola al-
+l'acqua, la fa cre$cere e gonfiare. e co$i
+mettendo fine a que$ta parte, cio&egrave; in-
+quanto $i appartiene alla uirt&ugrave; della Lu
+na cau$ante il moto dell'acqua, di che
+per&ograve; non re$tiamo &agrave; pieno $odisfatti, $e
+guiremo dicendo, che il Sole ancor e-
+<pb>
+gli con la $ua uirt&ugrave; alcuna uolta fa il me
+de$imo effetto: come ogni me$e $i pu&ograve;
+o$$eruare ne'i quadri della Luna. per-
+cioche, quando dopo il plenilunio la
+Luna $i acco$ta al Sole nonanta gradi;
+&egrave; nece$$ario, che nel mede$imo tempo
+la Luna dal punto di oriente nell'ori-
+zonte retto, che habbiamo con$tituito,
+a$cenda uer$o il meridiano, &amp; il Sole
+dal punto di mezza notte camini uer$o
+oriente. e nel mede$imo modo, dopo
+la congiuntione della Luna, quando el
+la dal mede$imo punto di oriente a-
+$cende uer$o il meridiano, il Sole dal
+meridiano de$cende uer$o l'occa$o.nel
+qual tempo, cio&egrave; due uolte al me$e, $i
+uede che non &egrave; il flu$$o e reflu$$o, o al-
+meno &egrave; qua$i in$en$ibile. e chiama$i ac-
+qua di fiele. onde $i cono$ce, che an-
+cora il Sole opera in parte a muouere
+&amp; acquetare l'acqua. E ancora nota-
+bile co$a, che il moto dell'acqua in-
+<pb n=XXIX>
+comincia nel fondo, &amp; a$cende alla
+$uperficie. perche alla bocca del no-
+$tro porto, oue $ono edificati i due ca-
+$telli, $i o$$erua, che entrando per quel-
+l'adito l'acquain que$te lagune, doue
+&egrave; Venetia, qua$i dopo $ei hore di con-
+tinuo flu$$o, entrando tuttauia l'ac-
+qua, nondimeno $i uede l'acqua, che
+tocca i muri de' ca$telli, e$$er decre-
+$ciuta qua$i un mezzo pi&egrave;, prima che
+incominci il reflu$$o. uedendo$i adun-
+que, che l'acqua in$ieme e decre$ce, &amp;
+in quella $uperficie, che $i uede, entra
+tuttauia; non &egrave; da dubitare, che il prin
+cipio del flu$$o e del reflu$$o $i fa prima
+nel fondo. E ancora e$traordinario il
+moto dell'acqua dal Bo$phoro, e dal-
+l'Elle$ponto. perche $empre fa il flu$-
+$o, ne mai il reflu$$o. il che auiene per
+la copia de' fiumi. i quali entrano nel
+mare. Segue la terra. la quale $i pu&ograve;
+credere che $ia $emplice pre$$o al cen-
+<pb>
+tro del mondo, $i come il fuoco pre$$o
+al concauo del cielo: intendendo per&ograve;,
+che que$ta $implicit&agrave; non $ia eterna, ma
+di lunghi$simo tempo. perche una co-
+$a corro ttibile non pu&ograve; eternamente
+durare in un mede$imo $tato, onde &egrave;
+credibile, che, oltre a'raggi cele$ti, e
+la uirt&ugrave; della qualit&agrave; cele$te, alcuna for
+za uiolenta di terremoto conduca fino
+al centro parte dell'aria, &ograve; dell'acqua,
+e che di nuouo poi alluogo della prima
+terra $ucceda altra terra. E perche $e-
+condo l'ordine di natura deueua l'ac-
+qua $opra$tar da ogni parte la terra: la
+mede$ima natura ha alterato l'ordine
+$uo ratione finis, come dicono i philo-
+$ophi; acci&ograve; che gli animali in que$ta e-
+minenza della terra pote$$ero uiuere: $i
+come ancora nel picciolo mondo, cio&egrave;
+nell'animale, $ono molte co$e contra
+la natura della materia, ratione finis;
+come quell'o$$o, che $i chiama $inci-
+<pb n=XXX>
+put; il quale e$$endo duri$simo, e mol
+to terreo, e per&ograve; graue, doueua e$$ere
+ratione materi&aelig; nella inferior parte del
+l'huomo, e nondimeno ratione finis fu
+po$to dalla natura nella $uperiore, per
+a$sicurare contra gli accidenti la piu
+nobil parte di e$$o huomo. La terra ha
+$imilitudine dell'animale. perche $i co
+me egli ha il $angue, il quale tra$corren
+do per le uene tutto il corpo nodri$ce:
+co$i ella ha le acque, le quali o in fiumi,
+o in fonti, o in altra forma le humetta-
+no, &amp; nodri$cono: egli ha lo $pirito, el-
+la il uapore etereo, &amp; l'eshalatione i-
+gnea; dalli quali fomentata genera e no
+dri$ce; egli ha le o$$a, ella i monti: i
+quali la prouida natura produ$$e ancor
+e$si ratione finis; a fine, che dalla loro
+$ommit&agrave; de$cende$$ero i fiumi, e riga$-
+$ero la terra in $eruitio de gli animali. e
+perche alcuni credono, che i monti $ia-
+no eterni: $i pu&ograve; credere, che $iano e-
+<pb>
+terni e$$endo $empre monti, ma che $i
+diminui$cano per la forza dell'acque e
+de' uenti, e di nuouo $i accre$cano par
+te per la uirt&ugrave; del calore etereo, e par-
+te per l'operatione dell'aria frigida, la
+quale aggionge materia di$po$ta a con-
+uertir$i in $a$$o. E que$te co$e ba$tino,
+quanto alla terra in generale. Quanto a
+quella parte, che &egrave; habitabile, Ari$to-
+tele, e gli auttori piu antichi credette-
+ro, tutta quella zona della terra, la qua
+le &egrave; $oggetta al polo artico, e uicina,
+e$$er inhabitabile per il troppo freddo,
+e continuo giazzo: perche piu di tutte
+&egrave; lontana dal $ole: il quale la tocca co'
+$uoi raggi tanto obliqui, che non han-
+no qua$i forza alcuna a ri$caldare, e ge
+nerare. all'incontro credettero, tutta
+quella zona della terra, la quale $oggia
+ce al circulo equinottiale, &amp; &egrave; rinchiu
+$a da i tropici, per il troppo caldo e$$er
+inhabitabile: perche il $ole tutta la feri-
+<pb n=XXXI>
+$ce co' raggi diretti, o poco obliqui.
+fra que$te po$ero una zona temperata,
+&amp; idonea alla generatione; la quale noi
+habitiamo. e per la mede$ima ragione
+credettero, uer$o il polo antartico e$-
+fer pae$e inhabitabile per il troppo fred
+do, e dipoi una zona temperata qua$i
+fino al tropico di Capricorno. e nella no
+$tra zona habitabile tenne Ari$totele il
+quarto clima e$$er piu temperato; $ot-
+to'l quale &egrave; la maggior parte della Gre
+cia. que$ta ful'opinione de gli antichi.
+ma Auicenna dipoi tenne, che il Sole
+ri$calda$$e la terra non tanto con ferirla
+co'raggi diretti, quanto con dimorar-
+ui $opra lungo $patio. perilche, e$$en-
+do che il $ole dimora a$$ai circa i tropi-
+ci per l'obliquit&agrave; e fle$$o del zodiaco,
+e nel circulo equinottiale pochi$simo
+dimora, ma di $ubito trappa$$a; giudi-
+c&ograve; Auicenna, $otto il circulo equinot-
+tiale e$$er pae$e, non per il troppo cal-
+<pb>
+do inhabitabile, ma temperati$sima, e
+molto accommodata all'habitatione,
+per e$$er iui continuo equinottio. alla
+qual po$itione benche Auerroe con
+molte ragioni habbi c&otilde;tradetto in quel
+la paraphra$i, la quale $cri$$e $opra la
+meteora; nondimeno que$ta que$tio-
+ne &egrave; $tata deci$a a tempi no$tri dall'e-
+fperienza. perche nella nauigatione de
+Spagnuoli, e $opra tutto de Portughe
+$i $i &egrave; ritrouato, che $otto il circulo e-
+quinottiale, e fra i topici ui habitano di
+molte genti, di colore non nero, come
+gli Etiopi, ma bruno. onde $i uede, che
+Auicenna hebbe opinione bona, quan
+to al credere quella zona e$$er habita-
+bile: ma s'ingann&ograve;, quanto al crede-
+re che ella fo$$e temperati$sima. il che
+$i cono$ce dal colore, e dalle operatio-
+ni di quelle genti: perche $ono imbel-
+li, e timide, e d'ingegno molto inferio
+re a'Greci; i quali habitano il quarto
+<pb n=XXXII>
+clima. $otto a' tropici $ono regioni piu
+calde, che $otto il circulo equinottiale,
+ma non per&ograve; inhabitabili, eccetto le $o
+litudini dell'Africa piene di arena: le
+quali per&ograve; non $ono in tutto uuote, e$-
+$endo habitate da gli Etiopi, e dai Tro
+gloditi. dalla quale e$perienza $i &egrave; cono
+$ciuto, che quell'incommodo, il qua-
+le ha quella zona per i raggi perpendi-
+culari del Sole, &egrave; ricompen$ato dalla po
+ca, anzi qua$i niuna dimora del Sole
+nel circulo equinottiale: perche il zo-
+diaco iui &egrave; diretto, e non torto, come
+ne i tropici. oltre a ci&ograve;, il continuo e-
+quinottio, e finalmente l'allontananza
+del Sole dal loro orizonte, il quale di-
+$cende precipite, e $e ne u&agrave; diritto $ot-
+to i piedi di quei popoli; &amp; all'incon-
+tro $otto i tropici, e pre$$o ai tropici la
+dimora del Sole per il fle$$o del zodia-
+co, i giorni e$tiui piu lunghi, la $ce$a del
+Sole $otto l'orizonte non co$i grande,
+<pb>
+fanno l'e$tate piu calda, che $otto l'e-
+quinottiale. Quanto a gli Etiopi, la cau
+$a, perche $olamente in Africa $i ritruo
+uino, $arebbe a$$ai o$cura, $e non $i con-
+$idera$$e la qualit&agrave; del pae$e. perche
+grandem&etilde;te importa la conditione del
+la terra $ottopo$ta, cio&egrave;, $e &egrave; piana, &ograve;
+montuo$a; $e bagnata da'fiumi, &ograve; $ec-
+ca; $e $a$$o$a, &ograve; areno$a, &ograve; di gra$$o ter
+reno. percioche tutte que$te conditio
+ni po$$ono a$$ai circa la temperie, &ograve; la
+intemperie di un pae$e. importa anco-
+ra molto, quali $iano i uenti, e da che
+luoghi uengano, $e da luoghi paludo$i,
+&ograve; da caldi, &ograve; da freddi. le quali differen
+ze hanno forza di dar diuer$a natura a
+pae$i contermini, e po$ti $otto la mede
+$ima plaga del cielo: onde $ono alcuni
+caldi, alcuni freddi; alcuni di aria $alu-
+bre, alcuni di offen$iua. perilche nella
+Libia, oue &egrave; campagna areno$a, e niu-
+no fonte, la terra riceue dal Sole gran-
+<pb n=XXXIII>
+di$simo calore, e dal canto $uo ri$calda
+l'aria parimente, onde $i muta la com
+ple$sione de gli habitanti, e diuengono
+Etiopi per l'ecce$siuo caldo. il che non
+auiene ne gli altri luoghi $oggetti, o ui-
+cini al tropico, per e$$erui copia di fon
+ti, e di monti, e di paludi: onde gli ha-
+bitanti non $ono Etiopi, ma bruni. per
+che alla generatione di tutte le co$e, ol-
+tra le cau$e cele$ti, &egrave; di momento gran
+de la qualit&agrave; della materia $oggetta: al-
+la quale perche non attendono gli a$tro
+loghi, molte uolte rie$cono bugiardi.
+Gli elementi, per e$$ere mutabili &amp; al-
+terabili l'uno con l'altro, fanno tutti i
+corpi mi$ti. et ogni alteratione dipen-
+pe dalle loro qualit&agrave; prime, l'una con-
+traria all'altra: perche le $econde qua
+lit&agrave; dipendono dalle prime, come da
+principii. le prime $ono cono$cibili dal
+tatto, e piu attiue di tutte: e $ono qua-
+tro, calidit&agrave;, frigidit&agrave;, humidit&agrave;, $icci
+<pb>
+t&agrave;. delle quali po$siamo formare $ei con
+giuntioni, due impo$sibili, e quatro
+po$sibili. le impo$sibili $ono, calidit&agrave;
+con frigidit&agrave;, humidit&agrave; con $iccit&agrave;: per-
+che niuno corpo $i ritruoua, nel quale
+$iano $omma calidit&agrave; con $omma frigidi
+t&agrave;, o $omma humidit&agrave; c&otilde; $omma $iccit&agrave;:
+non potendo due contrarii e$$er in$ie-
+me in un $ubietto. le po$sibili $ono, ca-
+lidit&agrave; con humidit&agrave;, calidit&agrave; con $iccit&agrave;,
+frigidit&agrave; con humidit&agrave;, frigidit&agrave; con $ic
+cit&agrave;. delle quali quatro qualit&agrave; e$$endo
+partecipe ogni corpo mi$to, uiene &agrave; par
+ticipare di tutti quatro gli elementi. Et
+&egrave; d'auertire, che Ale$$andro Aphro-
+di$eo, e Galeno coetaneo di Ale$$an-
+dro, e Philopono tennero, che que$te
+quatro qualit&agrave; fo$$ero le forme de gli
+elementi. il che &egrave; manife$ti$simo erro-
+re. perche ogni forma di qual $i uoglia
+corpo &egrave; $o$tanza, per que$ta ragione.
+$e il fuoco, uerbi gratia, &egrave; $o$tanza; &amp;
+<pb n=XXXIIII>
+&egrave; fuoco per la forma, che gli da l'e$$e-
+re: $egue, che la forma, la quale lo fa
+e$$ere $o$tanza, ancor ella fia $o$tanza:
+perche $e non fo$$e, non potrebbe da-
+re al fuoco quel che ella non haue$$e.
+onde u$ano di dire i philo$ophi: pro-
+pter quod unumquodque tale e$t, &amp; il-
+lud magis. $e adunque ogni forma &egrave; $o
+$tanza; non po$$ono le qualit&agrave; e$$er for
+me, e$$endo, come $a ogniuno, acciden
+ti:e quello, che &egrave; accidente ad un $ubiet
+to, non pu&ograve; e$$ere $o$tanza all'altro: la
+quale &egrave; propo$itione famo$a &amp; appro-
+uata, e caua$i dal primo della phi$ica,
+da quelle parole: Quod uere e$t, acci-
+dit nulli. onde Auerroe nel commen-
+tario $opra l'ottauo della metaphi$ica
+riprende Ale$$andro, per hauer detto,
+che nel fuoco la calidit&agrave; &egrave; forma $o$tan-
+tiale. oltre a ci&ograve;, $e la materia &egrave; nel ge-
+nere della $o$tanza: ragioneuole mi pa
+re, che molto piu ui debba e$$ere la for
+<pb>
+ma: la quale ogniuno $a che &egrave; piu nobi
+le della materia. Aggiungo: $e ne$$una
+$o$tanza &egrave; per $e $en$ibile, come dice
+Ari$totele nel $econdo de anima: come
+po$$ono le prime qualit&agrave; e$$er $o$tanze,
+le quali $ono $en$ibili e cono$cibili al
+tatto? Ecci ancora que$ta ragione, $e le
+prime qualit&agrave; $o$$ero forme; $eguireb-
+be, che ogni elemento hauerebbe due
+formc; hauendo ogni elemento due
+qualit&agrave;. il che &egrave; co$a impo$sibile.