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author | Klaus Thoden <kthoden@mpiwg-berlin.mpg.de> |
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date | Fri, 02 Dec 2016 14:37:22 +0100 |
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<pb> <C>DISCORSO DI DOMENICO MELLINI.</C> <C><I>Nel quale $i proua contra l'oppenione di alcuni non $i potere artifizialmente ritrouare, ne dare ad vn corpo compo$to di Materia corrottibile vn Mouimento, che $ia contmouo & perpetuo.</I></C> <C>CON LICENZIA DE' SVPERIORI.</C> <FIG> <C>IN FIORENZA <I>Appre$$o di Bartolommeo Sermartelli.</I> MDLXXXIII.</C> <pb n=3> <C>ALL'ILL VSTRISSIMO S. FRANCESCO BARBOLANI DE SIGNORI CONTI DI MONTAGVTO.</C> <C>Gouernatore dell'Arme, & Ca$tellano delle Fortezze della Terra di Porto Ferraio per Sua Altezza Sereni$sima & mio Signore O$$eruan- di$simo.</C> <FIG> <p><I>ESSENDOMI ve nuto in fanta$ia di $cri uere contra ad vna nuoua, & $trauagan- te Oppenione, la quale hanno alcuni Inrgegne- ri, & della quale io mi ricordo hauermi piu di vna volta ragionato V.S. Illu$tri$ $ima quando io era co$tà: & ri$olutomi di ciò fare, deliberai anco in vn tempo me de$imo di dedicare à lei, come à Per$ona</I> <pb n=4> <I>dame $ingolarmente amata & riuerita, & di molta intelligenza, & $qui$ita co- gnizione delle Filo$ofia & delle Matema tiche; & di ogni piu nobile Arte, che àfa mo$o Capitano $i appartenga; tutto quello, che io $criueßi intorno à cotale credenza, & non piu pen$ata & non riu$cibile in- uenzione del Moto perpetuo. Scritto adunque $opra di co$i fatta materia vn pic ciolißimo trattato, ò per meglio dire breue Di$cor$o; ne faccio piu che volentieri vn pre$ente alla S. V. Illu$trißima: non per- pche io creda con que$to mio pouero Dono & prima che hora de$tinatole, di potere di punto piu arricchirla di honore & di lode oltre à quello, che $i facciano la $ua Dottrina & il$uo valore, non meno il- lustrato dalla Nobiltà del $angue, che'$i $ia dalla chiarezza de'$uoi proprij fatti; ma per honorare me ste$$o col ve$tire que sta mia Operetta del chiarore del $uo No me, & mo$trarmi à lei, & à gl'altri buo</I> <pb n=5> <I>no cono$citore di quanto ella vaglia; & far $apere à cia$cuno, che io l'ho in quel pre gio maggiore, che ella merita, & à me $i conuiene: & finalmente per darle occa$io ne & prouocarla à dimostrare con quelle piu viue ragioni, che $aprà v$are ella, & che non ho appieno $aputo. v$are io, l'erro- re altrui; & quella Verità, l'Amore del- la quale, & non altro, mi hà inuitato & mo$$o allo $criuerne. Accettilo, la prego, con lieta fronte: & per la $ua natural gen tilezza & Bontà continoui di amarmi. Baciole le mani, & le prego dal Nostro Signore Dio ogni pro$perità & contento.</I> <p><I>Di Fiorenza il di. 15. di Gennaio 1582.</I> <p><I>Della S. V. Illu$trißimà</I> <p><I>Affezionatißimo Seruitore</I> <p><I>Domenico Mellini.</I> <pb n=6> <C>DISCORSO DI DOMENICO MELLINI.</C> <C><I>Nel quale $i proua contra l'oppenione di alcuni non $i potere artifizialmente ritrouare, ne dare ad vn corpo compo$to di materia corrottibile vn Mouimento, che $ia continuo & perpetuo.</I></C> <FIG> <p>POI che tra quelli, i quali fan- no profe$sione di veramen- te e$$ere Ingegneri, & di $ape re con l'Arte fabbricare & comporre $tormenti & Ma- chine marauiglio$e; alcu- ni ne $ono, che hanno openione, ($e io non m'inganno) $trauagante & contraria in tutto alla Ragione & al Di$cor$o naturale, Repugnante alla filo$ofia, & alla $perien- za & al vero: & quella, come creduta da loro per buona, & hauuta per certa, vanno $e- minando & $pargendo tra le per$one meno in- tendenti per vera; Et que$ta e, che $i po$$a $en- za fallo per via & mezzo dell'Arte trouare lo Moto perpetuo: & fare vn'corpo, che $i muo- <pb n=7> ua $empre $enza giamai re$tare di muouer$i: & tra e$si $ene ritrouano di quelli, che per e$$ere for$e di manco intelligenza & di piu ardire, af- fermano di hauerlo trouato; piacemi di chia- ramente dimo$trare à co$i buoni Huomini & à qualunche in que$to crede$$e loro troppo, come quelli $i facciano à credere co$a, la qua- le e$$ere non può: & que$ti anco eglino $i in- gãnino. Ne à ciò $ono mo$$o da altro, che da lo amore, che io porto alla verità, & dal de$iderio, che io hò che la $ia cono $ciuta, amata & dife$a; & dal dolermi, che Huomini per altro Vertuo $i & da bene, & che non a torto riputano $e $te$ $i, & $ono riputati da altri $olenni Fabbricato- ri & gran Mae$tri di artificio $amente fabbrica re & cõporre varij & diuer$i $tormenti & Ma- chine, nõ meno nece$$arie che cõmode & vtili all'v$o delle Mecchaniche, & al $eruigio del Vi uere humano de gl'Huomini nella Pace, che le $i $iano vtili$sime & nece$$ari$sime nella Guer- ra, $iano grauemente da co$i fatto & notabile errore $oprapre$i: il quale gli fa cono$cere per di ghiribizzo$o ingegno $i, ma contra al trop- po loro alto pre$umer$i, per di poca cognizio- ne delle Matematiche; della Filo$ofia; & in par- ticolare della Dottrina delle Mecchaniche, & in que$to affare per di poco, per non dire di ne$$uno giudicio. <p>Sono adunque per sgannarli, $e di co$i pia- cerà à Dio, & lo $pero; con fare toccare con le mani à loro, & à chi gli ode tale co$a dire, co- <pb n=8> me' non fù mai per l'addietro chila ricerca$$e, & quello che e più, chi ne dice$$e parola, & for- $e vi pen$a$$e. Et che ne per Arte, ne por for za humana, è po$sibile formare Machina, ne comporre $tormento, ò trouare co$a in ter- ra, la quale compo$ta, fatta & fabbricata dal- l'artifizio dell'huomo, continouamente, $enza intermi$sione & in perpetuo ($e tanto fu$$e per durare il Mondo) $i po$$a girare & muouere: ne via ne modo di farla muouere perpetuamente. Et che tanto maggiore, è l'errore, nel quale e'$o no; quãto e'$i accorgono meno, che quãdo pure &ptail; la ragione & regole dell'Arte vniuer$almente pre$e, & $ecõdo i termini del Di$cor$o humano di$corrente infino ad vn certo che; & $econdo i principii di Filo$ofia & di Matematica pote$$e e$$ere vero il loro ghiribizzo, la Materia, la qua le contiene in $e difetti innumerabili, & nel- l'operare non corri$ponde, ne vbbidi$ce in tut to all'humano intelletto, $arebbe loro di pure troppo impedimento alla con$ecuzione del fi- ne propo$to$i, come $i dimo $trerà piu di $otto. Et che il non poter$i hauere, nõ che $cienza, ma ne anco leggieri notizia di vn fatto, il quale deb be e$$ere dimo $trato & chiarito vero da vna co $i fatta $perienza particolare, & ri$ultante da lo $tare la co$a $te$$a, & lo $te$$o fatto in vn me de$imo modo $empre, & $enza variare; il che non cade $otto lungo tempo, ma $otto lo per- petuo & da durare infino al ce$$are del Moui- mento del Cielo, & al principio del futuro & <pb n=9> $empiterno $ecolo, il quale non può e$$ere com pre$o dalla breui$sima Vita di vn'huomo, ne eziandio dall'Età di piu huomini, ne di tutti in $ieme; ne anco dalla intelligenza di e$si; poiche non è co$a vera, & vno impo$sibile: potendo accadere infiniti impedimenti, come io manife $terò, per i quali quella co$a, che per qual- che $pazio ditempo, ancora che lungo, $i mo- ue$$e, re$ti di muouer$i in tutto; dà pur trop- po ad intendere, che il cercare quello, che non s'intende, & nõ $i sà che po$$a e$$ere & po$$a tro uar$i, è vno auuolger$i il ceruello indarno. Ne io per me credo che'$ia per e$$ere alcuno fuori di quelli, che hanno que$ta nuoua oppenione, ne alla fine anco eglino, che nõ $ia per cono$ce re, come Pazzia $ia veram&etilde;te il p&etilde;$are, che' $i po $a fare cõ le $ue ghiribizzo $e & fallaci inuenzio ni, & &ptail; mezzo dell'Arte & della Materia $ogget ta al tempo & di $ua natura alterabile & corrot tibile, & come $i è di gia detto, non vbbidiente in tutto all'intelletto; & dalla quale pende ogni imperfezzione, &qtilde;llo che Dio $olo può fare con la $ua infinita vertù & omnipotenza; & che nel Corpo Cele$te $olam&etilde;te per la $ua nobili$sima natura, figura & forma $i potrebbe dare, $e'fu$ $e però per muouer$i eternamente comenõ è, douendo $ecõdo lo diuino volere di colui, che di nulla, & con lo atto della $ua intelligenza & volontà omnipotentemente lo creò; vna $ia- ta, & quando che fia, per $empre fermar$i. Ne $i dee marauigliare alcuno, che gli Huomini <pb n=10> mortali non po$$ano fare quello; che ne anco la Natura Mini$tra di Dio, & di lui infinitamen- te meno, & di loro a$$ai viepiu potente, può fa re. Et $e bene Ari$totile di$$e, che l'Arte fa & conduce à perfezzione alcune co$e, le quali non fà, & non riduce al perfetto la Natura, della quale ella è imitatrice, come di$$e il me- de$imo filo $ofo nello $te$$o luogo del $econdo libro della Fi$ica, anzi è qua$i Figliuola l'Arte della Natura, & que$ta di Dio, à cui l'è Nipo- te, $econdo che $cri$$e il no$tro Dotti$simo & marau iglio$i$simo Poeta Dante; non è però chel'Arte a$$olutamente po$$a piu della Natu ra, & $ia da piu di quella. Perche con tutto che l'Arte faccia delle co$e, le quali non può fa re la Natura, come $ono tutte le Fattiue & Arti fiziali, & in altre l'aiuti di maniera, che la le ri duce à maggiore perfezzione, il che la Natu- ra nõ fà da $e: come $i vede nell'Arte della Medi cina, che euacua i cattiui humori, & gli trae fuo ri del corpo, ri$tora le forze nell'ammalato, & rimette vn'o$$o nel luogo $uo, e$$endone v$cito per qualche accidente; & nell'Agricoltura la quale addime$tica molte Piante, & fa altri effet ti mirabili; non è perciò che quella $ia altro che imitatrice & aiutatrice di e$$a Natura, la quale ancora che aiutata da co$a a$$ai minore di $e, non è per que$to da manco di quella: Si come l'Arte non è da meno de' $uoi $tormen- ti, da quali l'è tuttauia & intanto aiutata ne $uoi effettiartifiz iali; che la non può fare, ne <pb n=11> operare co$a veruna $enza e$si. Ne $anno an- cora co$toro, non $apendo per quello che io mi creda, di $apere quello, che'$i $timano di $a pere, perche non $anno, che la co$a non po$$a $tare, & $tia altramenti; che ogni Mouimento ò è naturale alla co$a mobile, perche ella hab- bia il principio del muouer$i dentro di $e, co- me hanno gli Animali: ò è violento, cioe fat- to da cagione & da principio, che è fuori del mobile, & à quello non naturale. Et che $e gl'è naturale, & il corpo mobile compo$to di materia libera da contrari, & però non $ogget ta alla corruzzione, di figura sferica, mo$$o cir colarmente, & da intelligenza incorporea, in- fatigabile & eterna, doppo che la fù creata, che non può e$$ere altro, che il Moto del cie- lo, & il corpo Cele$te. Et che $e l'altre co$e, benche mo$$e naturalmente, non $ono perpe- tue, ne eterne, ne il mouimento loro; tanto meno $aranno Perpetui il corpo da' $opradet- ti Ingegneri ordinato, & il Moto da loro da- togli in qual $i voglia modo. Puo$si etiandio credere, che' non $appiano per quello che di cono, Che nullo Violento può e$$ere perpe- tuo. La qual co$a è chiari$sima appre$$o de Prencipi de filo$ofi, & di chi $a, che $e la Vio- lenza fatta contra la Natura di alcuna co$a du- ra$$e lungamente, & da quella non fu$$e $upe- rata & vinta, che' $aria forza, che'la corrom- pe$$e & di$trugge$$e quella tal co$a. & la ra- gione è, perche la $upererebbe nel contra$to, <pb n=12> & vincerebbe la Natura, vertù & forza di e$$e contra la quale l'adopera$$e: & co$i non $areb- be perpetua la violenza, $i come la non può e$$ere, ne per con$equente il Moto Perpetuo vanamente ricerco & propo$to. Ma per co- minciare homai à $coprire la chiarezza della ve rità del mio proponimento, ba$teuole come l'è per di$sipare la folta nebbia, & le o$cure te- nebre, dalle quali $ono cotali Artifici inuol- ti, & venire al prencipale mio intendimento, hò pen$ato che'$ia bene di prima fermare & e$- $ere daccordo con gli Inue$tigatori & ritro- uatori del Moto perpetuo, che $ia quello ap- punto che eglino intendano per perpetuo Mo to; accioche il mio Ragionamento nõ fu$$e & re$ta$$e vano, cõ lo hauere pre$uppo$to co$a di uer$a dalla loro intelligenza: & anco perche eglino nõ habbiano luogo di ritirar$i, ne occa $ione di dire, Noi non vogliamo dire que$to, ne di affermare cotal co$a intendiamo. Per conuenire adunque ne termini dico. Che $e co$toro per Mouimento Perpetuo intendono vn mouimento il qualenon $ia perfornir mai, & che da quei ritrouato per vertù & forza del loro ingegno, & dell'Arte, & dato da e$si in- fatto vna volta artifizio$amente ad vn corpo ar ti$iziale per mezzo di vn Motore, che $enza in- terme$sione lo muoua, habbia a durar $empre, & fare che quel Corpo s&etilde;za ce$$are giamai pũ to dal muouer$i, giri, & $i tramuti da luogo a luogo per tanto tempo quanto durerà il mon <pb n=13> do; che que$to non $i può $enza altro, ne in al- cun'modo fare; & che gl'è vn pen$iero vano, $i come $i dichiarerà. Et che vogliano dire & in- ferire que$to, & non altro, pare che non $i po$ $a dubitare, po$cia che le parole v$ate da quel- li, lo $ignificano apertam&etilde;te, dicendo eglino di volere comporre & fabbricare vno Ordigno, che $i muoua $empre $enza mai re$tare, cõ dar gli vn Moto che $ia perpetuo. Et $e anco la lo- ro int&etilde;zione fu$$e di volere dire, che dato vna fiata $ola il mouimento à tale corpo, e'fu$$e per muouer$i di poi $empre da $e, & $enza che altro motore lo moue$$e, fuori della vertù & forza impre$$agli dal principio dal $uo primo Mouente; $i come $i vede nella Ruota del Va- $ellaio, & nel Paleo & Trottola, che girano poiche Colui, il quale cominciò à girarle, la- $ciò di muouerle; que$to $arebbe viepiu im- po$sibile, & al tutto incredibile: po$cia che e$ $ere non può, che il Moto $i faccia, $e il Motore & il Mobile non $ono in$ieme, & attualmente $i toccano cioe, $e il Mouente non tocca $em- pre il Mobile di maniera che infra di loro non $ia di mezzo co$a veruna, come dichiarò Ari- $totile nel $ettimo della Fi$ica; ò vertualmente cioe, cõ lo imprimere nel Mobile della $ua ver tù, la quale però durerebbe poco, come $i ve- de nel moto di quelle co$e, le quali $ono tira- te, ò auuentate con mano, ò con qualche $tor mento. Et que$to etiandio fa che non può e$ $ere Perpetuo quello, che è Violento. Ma $e <pb n=14> eglino intende$$ero di fabbricare vn' Corpo & dargli il Moto per forza di qualch'altra co$a, la quale habbia vertù & potenza di muouerlo, & per continouo toccamento & impul$ione lo muoua $enza mai re$tare per lungo $pazio di tempo, & infino à tanto, ò che dalla parte del Mouente, ò dall'alterazione dello Spazio, ò da altro $imile accidente & impedimento è non fu$$e di nece$sità che' $i ferma$$e: $i come noi veggiamo per e$$empio accadere in vno Hori uolo, che vadia per vertù & forza della Molla & della corda, que$to $i potrebbe ammettere & concedere loro; ma non gia che tal Moto $i dice$$e & $i chiama$$e Perpetuo, come' lo chia mano. Concio$ia che co$i fatto Moto, & $imi le à quello de gli Horiuoli, $arebbe a$$ai diuer $o dal perpetuo, di che $i ragiona: & il modo del chiamarlo, cioè il dirlo Perpetuo, $arebbe improprio à tale qualità di mouimento, $otto- po$to al potere e$$ere interrotto. Et $e' dice$ $ero di intendere di potere trouare modo $e- condo le regole dell'Arte, la quale con$idera gli Vniuer$ali, che tal Moto fu$$e perpetuo; Ri $pondo: che non è po$sibile, non $i potendo in que$to ca$o ridurre in atto, & introdur$i nella Materia quello, che fu$$e in potenza $econdo quei Principij Vniuer$ali & veri in con$idera- zione a$tratta: & che tale potenza, $arebbe va na & ozio$a, non $i potendo ridurre all'atto pratico, & mettere in e$$ecuzione & in fatto. Et in oltre, che la con$iderazione, che $i fa- <pb n=15> ce$$e intorno alle Regole & principij, $opra quali eglino vorriano fondare la loro intenzio ne, nece$$ariamente rinchiude & comprende dentro di $e la materia, $enza la quale nõ $i può fare quello che' vogliono, & che' promettono, & alla quale bi$ogna applicarla. Ne $i può an co prouare la loro intenzione doppo il fatto & compo$izione della loro imaginata Machi- na, & per ancora non ritrouata, che che in con trario ne dicano alcuni: de quali altrui alla $i- cura $i può far beffe; & credere che ne $iano à quelle mede$ime, chene $ono coloro, i quali cercano quello, che eglino affermano di ha- uere trouato; $e non con a$pettare, $e non pa recchi età, & tutti gli anni del mondo, alme- no vn lunghi$simo tempo. Et $e alcuno pure face$$<*> nuouo in$tanza con dire; che ba$te- ria trouare lo Moto perpetuo dalla parte del Motore: & che all'hora lo haueranno troua- to, quando da loro fia trouato, come è, vn Mo- tore naturale & perpetuo, atto à muouere per petuamente, pure che la Materia & corpo Mo bile lo comporta$$e. Et che que$to è, & $areb be la $tella Tramontana: & il corpo mobile $a rebbe la Calamita, mentre ch'e fu$$e po$sibi- le che la $i moue$$e, ò fu$$e mo$$a; $ono forza- to à ri$pondere, dicendo prima; Che $e' voglio no $tare in propo$ito, & non riuolgere il det- to loro, che è di volere trouare il Moto per- petuo, & darlo ad vn corpo da e$si fanta$tica- mente compo$to; che que$to non può e$$ere. <pb n=16> Perche quando $i dice Moto, $i pre$uppone qualche corpo. Adunque non s'intende dal- la parte del Motore $olo, ma dalla parte del mobile & del Motore in$ieme. Poi, che'non accade che $i affatichino più, non de$ideran- do $e non di trouare vn Motore atto di $ua na tura à muouere perpetuamente & continoua mente, po$cia che la Intelligenza, che muoue il Cielo, come di gia & a$$ai prima che hora $i sà, è atta à muouerlo $empre; & il Cielo at- to ad e$$er mo$$o, $e bene come $i è detto, ce$- $erà vna fiata per $empre: Et la $tella Polare è atta à muouere la Calamita; & que$ta ad e$$er mo$$a, quanto $i $ia però per la $ua propria na tura, & ogni volta che la fu$$e libera da ogni im pedimento: & che que$te due co$e come note à cia$cuno, non deono e$$ere cercate piu co- me nuoue. Ma poiche co$toro di contino uo vanno cercando Motore perpetuo, à fine di tro uare perpetuo Moto, $egno e$pre$$o è, che' vo gliano altri Motori fuori di que$ti: ò che non habbiano cognizione alcuna di e$si, & $iano in tutto, come $i dice al Buio; & argomento chiari$simo, che contradicano à loro mede$i- mi, & non intendano $e $te$si: & tanto meno quanto ad intendere & dire co$i, intendereb- bono & fauellerebbono piu da Filo$ofi che da Ingegneri & Artefici: Et facendo, farebbono & opererebbono piu da Artefici che da Filo- $ofi. Il che implica contradizzione. Però non $i può conchiudere, che $ignifichino que$to, <pb n=17> ma quello appunto, che le parole loro $uona- no, & che di $opra $i è $tabilito. Soggiungo oltra à di ciò, che come niuna co$a naturale, non che artifiziale, non $i muouerà piu forni to che fia que$to Mondo, & mancherà in tut- to la generazione & corruzzione, per che man cherà il Moto, perche $econdo il beneplaci- to di Dio, & al tempo pre$critto dalla Diui- na Mae$tà $ua ce$$erà il Mouimento del Cielo: co$i il Moto perpetuo & imaginario, del qua- le $i ragiona, non $i può in cotal gui$a dare à Mobile veruno, che po$$a durare infino à che il Cele$te Mouimento $i fermi: douendo tut- to ciò che'face$$ero e$$ere $ottopo$to ad infini ti accidenti, i quali gua$terebbero di gran tem po innanzi in tutto, ò in parte ogni loro Com ponimento & artifizio$o Ordigno. Ne voglio la$ciare eziandio di dire, che $e eglino nõ vole$ $ero inferire altro che darci ad intendere, che quanto $i $ia per i Principij & Regole dell'Ar- te loro, tal Moto Perpetuo $i può trouare, ogni volta però che la Materia, & il Tempo lo pati- $cano, che' non direbbero, ne farebbero co- $a alcuna di piu di quello, cha $ia $tato detto, trouato & fatto infino ad hora, come $i vede ne qua$i infiniti Horiuoli, che per lo Mondo $o- no: & che in vano $i affaticherebbero à cerca- re altro, $e gia eglino nõ de$$ero al corpo fab- bricato vn Moto, il quale fu$$e per durare piu lungo tempo, che non dura quello di qual $i voglia Horiuolo. La qual co$a $i può fare, & <pb n=18> for$e non e molto difficile. Con que$te inten zioni, & con co$i fatti pre$uppo$ti proceden- do auanti, dico che in ogni Mouimento, ò $ia na turale, ò $ia artifiziale & violento, $ono da con $iderar$i cinque co$e, le quali nece$$ariamente concorrono à tale Mouimento, in co$ifatta gui $a, che'non può $enza alcuna di quelle far$i, & $ono que$te. Il Corpo Mobile: il Motore: il Termine d'onde'debbe cominciare: & il Ter- mine doue è debbe fornire: dentro all'vno & all'altro de quali, cioetra ambidue, $i compren de lo Spazio & luogo: & finalmente il Tempo, il quale non è altro che la mi$ura del Moto $e- condo il prima & il poi. A volere adunque che' $i po$$a conforme al parere degl'inuento- ri del Moto perpetuo, dare cotale Mouimento, bi$ogna per via dell'Arte fabbricare vn Cor- po atto ad e$$ere mo$$o. Et que$to bi$ogna per forza & a$$oluta nici$tà, che $ia compo$to di qualche Materia: la quale quantunque di natura $ua $ia forte, & lungamente durabile, $ia nondimeno $ottopo$ta alla corruzzione; & doppo qualche $pazio di tempo, ò $i corrom- pa quanto alla $ua $o$tanza in tutto: ò imparte: ò almeno $i alteri quanto alla figura & forma accidentale: come $arebbe per e$$empio, $e co$i fatto corpo fu$$e di Legno, ò di Rame quãto al la Materia: & quãto alla figura, Circolare, Triã golare, ò Pentagono; perche' può accadere, & $enza dubbio accaderebbe qualche volta, che con$umato & mangiato il rame & il ferro dal- <pb n=19> la ruggine & dal tempo, & logoro dal conti- nouo Moto, $i come ancorail legno intarlato & infracidato, & la pietra con$umata, ò $i gua $ta$$e & diuenta$$e di$utile, ò $i altera$$e nella $ua figura, rompendo$i, ò torcendo$i dima- niera, che' non pote$$e fare l'effetto, al quale è fu$si $tato ordinato. Et co$i il Moto ce$$a$$e per difetto del corpo Mobile, ò mutato per corruzzione, ò alterato per qualche $emplice gua$tamento. Et quello, che io dico della cor ruzzione della $o$tanza, & dell'alterazione della figura & forma accidentale, intendo eziã dio didire del Pe$o & della Grauezza: la qua- le $cemerebbe in$ieme con lo $cemare della quantità della Materia, della quale il corpo fu$ $e compo$to. Ma che dirò io di quella co$a, $opra della quale il fabbricato corpo $i haue$- $e à muouere, & ponghiamo per ca$o, circo- larmente; po$cia che anco que$ta $arebbe Ma- teriale, & $ottopo$ta à mede$imi auuenimen- ti? Quello $te$$o appunto, che del corpo Mo- bile: aggiugnendo oltre à ciò, che la $arebbe verbigrazia vna linea, che co$i mi piace per ho ra di chiamarla, hauendo ri$petto alla $ua lun- ghezza $olamente, terminata da due punti, i quali $i potriano chiamare Poli, $i come quel- la $i potria appellare A$$e, intorno & $opra di cui $i volge$$e & moue$$e detto Corpo. Et qui non $ia chi mi pigli nelle parole; perche io hab bi chiamato linea quell'ago, $tile ò trauer$a, ò comunche la $i chiami altramenti, che fu$$e di <pb n=20> ferro, ò di acciaio, ò di vetro, ò dilegno, ò di altra Materia; perche di gia mi $ono dichia rato, con dire di hauere hauuto $olamente ri- $petto alla lunghezza di tal co$a. Et sò mol- to bene qual $ia propriamente la linea, & che differenza $ia tra quella, & il corpo. Il$omi- migliante dico dell' e$tremità dell'A$$e di gia detto, da me chiamate col nome di Poli, per la $imilitudine & conuenienza, che le hanno in buona parte cò Poli del Mondo: i quali $i ima- ginono, & $ono $i$si in Cielo $enza hauere di bi$ogno di e$$ere $o$tentati da altra co$a fuori del Cielo, &|di loro $te$si. il che non accade di que$ti: à quali è di nece$sità di altro $o$tentaco lo oltra al loro A$$e, come noi veggiamo e$$e re nella Ruota degli Arrotatori, & nello $tor mento chiamato Burbera, con che i Muratori tirano sù à braccia picciola quantità di Mate- ria da murare, che l'vna & l'altra è retta da due co$ce di legname: & nell' A$$e & ago, dentro al quale $tanno comme$$e le Ruote di vn Car- ro, $o$tenuto & retto dalle mede$ime Ruote. Et perche qualch'vno potrebbe dire, che cota le Moto perpetuo $i potrebbe dare ad vn'cor- po, il quale $i moue$$e & gira$$e come la Ruo ta del Va$ellaio, la quale è po$ta & billicata $o pra vn' Perno; ri$pondo che del Corpo & del Perno potrebbe auuenire, & auuerrebbe il mede$imo gua$tamento, & gl'altri impedimen ti e$pre$si di $opra. Et perche io hò detto in- fino à qui, che co$i tatto corpo $i potrebbe <pb n=21> muouere ò $opra vn Perno, come la Ruota del Va$aio, ò $opra vna linea & A$$e, come vna Palla, la quale $i volga & giri $opra due Poli, è nece$$ario che io ragioni di quel Moto che fu$$e fatto per dirittura & progre$siua- inente: il quale ò $i farebbe $opra vna linea ter minata & $inita, col fare ritornare il Mobile, giunto & arriuato che' fu$$e all'e$tremità del- la detta linea indietro: ò $i farebbe $opra vna linea infinita, & $enza che il corpo ritorna$$e giamai nel muouer$i à dietro: ò $i farebbe $i- nalmente per modo di Trepidazione, Tremo- lamento & Crollo: & in$ieme in$ieme $e que- $to $i po$$a fare per mezzo dell'Arte; & per con$equente $ia da concedere à quei della con traria oppenione. Per e$$ere adunque ben chiari del vero, mi comincerò di qui. E chiara co$a, che ogni Mouimento, che $i fà da luo- go à luogo, ò gl'è diritto, ò gl'è torto & à chiocciola, ò Circolare; & però $i fà ò dal mezzo ver$o il di$opra; & que$to $i dice all'in sù; & tale è il Mouimento del fuoco: ò $i fa ver$o il di$otto, & chiama$si all'ingiù, & que- $to è il Moto delle graui, come di vn $a$so, di vn legno & di vna Zolla di Terra. ò $i fa intor- no al mezzo & centro: & $i dice far$i ingiro & circolarmente; come il Moto del Cielo, & come appari$ce e$$ere il Moto della Ruota de gl'Arrotatori: ò $i fà $econdo i tre $iti & ri$pet ti di gia detti; & $i appella Moto fatto à Vite & à Chiocciola, perche $ifà all'insù, all'ingiù <pb n=22> & in giro in vn'Tempo mede$imo: $i come appa ri$ce nel muouer$i della Vite di vno Strettoio da Vino, ò di altro ordigno, che $i muoua sù per quella, mentre che la $ta ferma & immobi- le: come $i vede in quelle Nottole degli Stret- toi, che adoperano i legatori de' libri: & in quelle di quelli, dentro à quali le Donne ten- gono li loro Veli, & altri Drappi in $oppre$- $a, perche piglino le pieghe. Le quali Not tole, voltando $i $econdo il tutto & di fuori cir colarmente; & $econdo la parte & di dentro $piralmente & à Chiocciola, & $opra la li- nea Chiocciolare & à Vite, gli $tringono & $er $ono. In qualunche modo adunque de'tre di gia detti que$to Moto $i tenta$$e di fare, non riu$cirebbe. Perche quella co$a, $opra la qua le egli douerria far$i, anch'ella $arebbe Mate- riale, & perciò $oggetta al gua$tamento, & alla corruzzione, $i come il corpo Mobile. A que- $to $i aggiugne; che $e'$i face$$e $opravna Linea retta, & come $i dice, per vna lunghezza, ò la detta linea $arebbe terminata, ò nò. Se la fu$$e terminata & finita, di nece$sità bi$ognerebbe, che tale Mouimento dura$$e $olamente tanto quanto la linea fu$$e lunga; & che arriuato il Mobile all'e$tremità di quella, $i ferma$$e, & manca$$e il $uo Moto: ò che' $i face$$e col tor- nare del corpo Mobile all'indietro, & al prin- cipio d'onde' cominciò. Da che ri$ultereb- be, che tal Moto non fu$$e di numero, ne pro- priamente vno, ma molti & contrarij Moti. <pb n=23> Perche douendo concorrere à que$to tre co$e & que$ta è la prima cioè, l'vnità & mede$i- mità del corpo Mobile nel muouer$i. La $e- conda è l'o$$eruanza di vno $te$$o modo nel muouer$i. Et la Terza è la continouazione del Mouimento, il quale non $ia interrotto da quie tealcuna, come dimo$trò Ari$totile nel quin to della Fi$ica; non vi concorrerebbe altramen ti vna mede$ima forma di Moto. imperoche il corpo $i mouerebbe quando all'innanzi, & quando all'indietro: ne vi $arebbe la cõtinoua zione del Mouimento. Concio$ia che fu$$e nece$$ario, che nel punto, doue' comincia$$e à tornare à dietro, interueni$$e qualche quie- te del corpo Mobile, che tanto, ò quanto $i fer merebbe in quello. il che fù chiaramente, pro uato da Ari$totile nell'ottauo de' principij na turali: doue egli prouò manife$tamente $opra vna linea diritta & terminata, non poter$i fare il Moto infinito, ne cotinouato. Et qui è da au uertire, che il mede$imo inconueniente, il qua le accadrebbe nella linea finita, accadrebbe ancora nella linea circolare, cioè Se il Moto non $i face$$e circolarmente, ma $opra & d'in torno ad vn' Cerchio. Et perche que$to s'in tenda meglio, $i è da $apere, che gl'è differen- za non piccola da muouer$i vna co$a $opra vna linea circolare & vn' cerchio; à muouer$i cir- colarmente. Imperoche il primo modo $i fà quando vn' corpo mouendo $i $opra di vna cir- colar linea; arriuato che gli è al punto d'on- <pb n=24> de è $i partì, ritorni indietro. Et que$to $i fà & $i dice per Retroce$sione: come $arebbe & $i direbbe, quando è ritorna$$e indietro sù per vna linea retta finita. Nel qual ca$o è nece$$a rio, che interuenga qualche Quiete di mezzo. Il muouer $i circolarmente è, quando il corpo $i muoue in giro perfettamente & all'intorno col trapa$$are lo termine, donde il Moto co- minciò, & $enza giamai tornare indietro, nel che non accade quiete, ne $o$ta alcuna. Et ri tornando al mio propo$ito dico, che quando il corpo artifiziale $i moue$$e $opra la detta li- nea finita & Terminata, il Moto di quello man cherebbe to$to che il corpo arriua$$e all'e$tre- mità della linea; & co$i non $arebbe perpetuo non che eterno: benche dell'eterno propria- mente per hora non $i ragiona, ne appre$$o di noi Chri$tiani, illuminati dall'infallibile lume della Santi$sima & Cattolica fede, $i dà. Et $e' ritorna$$e all'indietro al punto d'onde'comin- ciò à muouer$i, & del continouo anda$$e all'in nanzi, & ritorna$$e indietro, non $arebbe al- tramenti perpetuo: perche non $arebbe vn'$o lo, ne continouato: $i come dichiarò Ari$toti- le nell'ottauo della Fi$ica. Et $e qualch'vno di ce$$e, che ancora che co$i fatto corpo Artifi- ziale $i moue$$e $opra di vna linea finita, & che arriuato all'e$tremità di quella ritorna$$e indie tro, & del continouo anda$$e innanzi & indie tro, interrompendo lo $uo Mouimento con fermar$i infinite volte, & e$$ere interrotto non <pb n=25> da vna Quiete $ola, ma da infinite: le quali fa- riano che' non fu$$e vn' Moto $olo, ma infiniti & contrarij; nondimeno per la Vertù del Mo- tore, durazione del Corpo, & con$eruazione del Luogo, & cõtinouazione di quel Mouimen to, quatunque $pezzato, $e bene poco appa- rentemente, & non vno, ne continouo, hauen do ri$petto alle tante pau$e, & à termini, i qua li $cambieuolmente $i confonderebbono, per- che quello, che hora fu$$e il termine d'onde, diuenterebbeil Termine al quale; $i potrebbe in vn'certo modo, & largamente pigliandolo dire, Che quel Moto fu$$e vno & perpetuo; in quanto e' dura$$e $empre à quel modo; ri- $pondo. Che' $arebbe vero, che tal Mouimen to compo$to di piu Moti fu$$e per durar $em- pre, ogni volta che le cagioni, dalle quali e' bi $ognerebbe che' dipende$$e, per forza fu$$e- ro perpetue. Ma le non potriano e$$ere tali: Adunque ne anco il Moto potria e$$ere perpe- tuo. Et che le dette Cagioni non po$$ano, & non pote$$ero e$$ere perpetue, $i dimo$tra in que$ta maniera. Ad ogni Effetto concorrono Quattro Cagioni, le quali $ono ò interne, co- me la Materia & la Forma: ò e$terne, come l'Ef ficiente & la Finale: & ne que$te, ne quelle $o- no perpetue, come à tal Moto $i ricercherebbe douendo e$$ere perpetuo. Imperoche la Ma- teria, la quale è il principio paziente, & nel qua le $i riceue il Moto; & non è altro per dirlo piu chiaramente, che il Corpo Mobile, è corrot- <pb n=26> tibile, $i come $ono tutti gl'altri corpi $u- blunari. <p>La Forma $omigliantemente, la quale altro non è, che l'acqui$to del luogo, fatto $ucce$si- uamente dal Mobile, non può di $ua natura, durare. perche corrompendo$i il $uo $ogget- to, cioè il corpo Mobile, nel quale gl'è, for- za è, che anco ella $i corrompa & manchi. L'A gente ancora egli, che nel ca$o no$tro è, & $a- rebbel' Artefice & la cau$a Motrice & il Moto re, per e$$ere per propria natura $ua generabi le & corrotttbile, $enza dubbio veruno man- cherebbe: & mancando que$ti mancherebbe etiandio il Fine, che dall'Agente dipende, & al quale l'Agente & Motore a$pira & muoue. Adunque per ne$$una delle dette Quattro Cau $e potrà e$$ere il Moto perpetuo. Ma perche que$ta Argomentazione & Ragione Quadri- partita conchiude vniuer$almente, & da ogni $ua parte procede contra la propo$ta, afferman te poter$i ritrouare & dare il Moto perpetuo, $eguiterò di valermi di $peciali ragioni, & che riguar dino modi particolari di muouere. Et però non o$tante, che per quella $i $ia proua- to il Mouimento perpetuo, non $i potere da- re, ne dalla parte del Mobile, ne dall'acqui$to $ucce$siuo del luogo & forma del Moto, che comprendei termini à Quo, & ad Quem: ne dalla parte del Motore, ne da quella del Fine; dico nondimeno, che dato, & non conceduto che' pote$$e accadere, che il Moto per ri$pet- <pb n=27> to del Mobile; & di quella co$a, $opra della quale è $i moue$$e, pote$$e e$$ere perpetuo & durar $empre, nel modo però che hor hora $i è detto; non $arebbe per ciò vero dalla parte del Motore. il quale di nece$sità bi$ognerebbe che fu$$e tale, che' pote$$e Riflettere lo corpo Mobile, & farlo ritornare in dietro: $i come per e$$empio, $i vede in alcune Statuette, fatte & formate di ge$$o, & dentro piene di Ruote, fabbricate & compo$te in$ieme come quelle degl'Horiuoli. Le quali picciole Statue, tra gl'altri Mouimenti che lefanno, camminando $opra di vna Tauola, ò altro luogo piano & li- $cio vna certa lunghezza, $i riuoltano dipoi da per loro: $i come io veddi gia in Fiorenza, e$$endo fanciulletto, & dipoilo anno 1562. à Trento, doue vn Tede$co ne haueua vna bella, $timata da lui cento $cudi. la quale nel cammi nare $i moueua di maniera, che'pareua, che cõ dolcezza & vezzo $aggine anda$$e ballando, m&etilde; tre che cõ l'atteggiare del capo, $onaua vn Liu to cheteneua in braccio. Ma ne anco que$to ba$terebbe. Perche il Moto di que$te $tatuet te, non pure non può e$$ere perpetuo, ma ne anco di lunga & continouata durazione: e$$en do ogni co$a concorrente à quello Materiale & finita; & potendo per molto poco gua$tar $i & fermar$i gli ordigni, che lo cagionaua- no: come ne gli Horiuoli ad ogni punto $i ve de auuenire. il che da altro non procede, $e non da que$to: ch'ogni volta che la Molla, ò la cor- <pb n=28> da, che $ono la mi$ura del Moto & del Tem- po, $i e tutta $uolta dal $uo Rocchetto, in- torno & $opra al quale la $taua raccolta; re- $tano le Ruote di girare, & l'Horiuolo tut- to di muouer$i. Onde à volere che' $i muo- ua, è di nece$sità ricaricarlo $pe$$o, & ogni tanto tempo. Adunque non continouo, ne perpetuo. Et $e $i dice$$e, che' $i potreb- be fare $opra vna linea non terminata & infi- nita: que$to $i negherebbe per me, perche non $i può prouare e$$er vero, poi che' non è, nè può e$$ere in modo alcuno, per non $i dare, ne concedere vna linea attualmente in- finita: & que$ta non $i dare & non $i concede- re, perche la maggior linea, che $i po$$a troua- re, ò dare nell 'Vniuer$o è il Diametro del Mondo, il quale è finito: come $i dimo$tra nel primo del Cielo. <p>Le mede$ime co$e $i potriano dire contra al detto Moto, $e fu$$e fatto per via di Trepida- zione, di Tremolamento & di Crollo. Ne $i marauigli alcuno, che io habbi ragionato del Moto, ragionando del Corpo Mobile; poi che il Mouimento è atto di quello, come altre$i del Motore, benche diuer$amente: come in molti luoghi ne in$egnò Ari$totile, & particolarmen te nel 3. della Fi$ica. Et que$to ba$ti hauer detto del Corpo Mobile & artifiziale. Segui- terò hora di Trattare del Motore. Non hà dubbio veruno, che il Motore, il quale dee perpetuamente Muouere il corpo digia tante <pb n=29> volte da me nominato, di nici$tà, $arà ò co$a na turale, ò fatta d'all' Arte. Se la $arà naturale, $arà verbigrazia vn'Fiume, ò altra acqua corr&etilde;te & deriuata da quella, la quale mouerà tal corpo, volgendolo come $i vede fare delle Ruote de' no$tri Mulini. nelle $car$elle delle quali perco t&etilde;do l'acqua corrente del Fiume & della Gora, le fa girare. co$a, che accade ancora à quelle de' Mulini fabbricati ĩ $u le Barche, come io hò ve duto $opra il Pò:i quali $ialzano & abba$$ano $econdo che l'acqua cre$ce & $cema. Que$to Motore, ancora che for$e non punto meno at- to per $ua natura di qualunch'altro à mouere lungamente & in perpetuo, pigliando que$ta voce Perpetuo, per modo di larga $ignifica- zione, la quale importi vna lunga, & $e non continouata, almeno poco apparentemente in- terrotta durazione di moto; non $arebbe pe- rò $enza molta difficultà, & impedimenti no- tabili. Imperoche oltre all'immoderata quan tità di acqua, la quale potria col venire di vna piena, fare che il fiume cre$ce$$e co$i sforma- tamente, che' rouina$$e & porta$$e via ognie- difizio $opra di quello fabbricato; potrebbe $eccar$i & mancare, per e$$ere diuertito, & ri- uolto altroue: ò per e$$ere inghiottito dal ter- reno con l'occorrenza di qualche apertura fat ta da Tremuoto, che veni$$e. Potrebbe per auuentura e$$ere cotal Motore Rena, la quale à poco à poco $cendendo da alto à ba$$o, & battendo $opra di qualche Molla: ò altra co$a <pb n=30> $i fatta, face$$e muouere lo detto corpo in gi- ro. Ma que$to hauerebbe in $e due impo$si- bilità, le quali ridurrebbono la co$a à tale, che ò il Moto non $i farebbe, ne $i darebbe in mo- do alcuno: ò non durerebbe molto, non che fu$$e perpetuo. L'vno $arebbe la quantità del la Rena: la quale bi$ognerebbe, che fu$$e infi- nita, douendone $empre $cendere della nuo- ua da vna Tramoggia per dire co$i, ò da altra co$a $imile à quella. Et che la Rena fu$$e infi- nita, $arebbe al tutto impo$sibile: perche l'in- finito attuale non $i dà, ne può dar$i. Et che' $ia vero, $i può con$iderare, che $e la Rena fu$ $e di quantità infinita, per forza occuperebbe tutto il luogo de gl'altri corpi dell'Vniuer$o: ò vn' corpo penetrerebbe l'altro: & il corpo & luogo che la contene$$e, $aria anch'e$$o infini- to: & co$i $ariano due Infiniti: che è molto maggiore inconueniente & impo$sibile. L'al- tra impo$sibilità $arebbe il non potere $eruir$i $empre della Rena mede$ima, quando la fu$$e buona quantità, ma finita. Concio$ia che non $i fu$$e per trouare modo, che con qual- che po$sibilità, per non dire ageuolezza, $i po- te$$e ridurre tutta la detta Rena nel luogo, do- ue la fu$$e $tata prima, $e non in altra gui$a, col riuoltare almeno di quella Machina, & di quel $eno, $pazio & riccettacolo, doue la fu$- $e tutta caduta: $i come $i vede in vno Horiuolo fatto à poluere: ò in alcuni Tabernacoli, che co $i gli chiamo, per non $apere con che altro piu <pb n=31> accomodato nome chiamargli, i quali fatti di legname, hanno dentro di loro, & ne $one pie ni, certi figurini di rilieuo, rappre$entãti varij & diuer$i Artefici, lauoranti di piu e$$ercizij, che congegnatiui cõ gran Mae$tria, & cõ mol ta indu$tria, $i piegano & muouono, faccendo diuer$e attitudini & ge$ti per forza di certa Re na, che cade per via occulta dalla $ommità di detti Tabernacoli giu al piano di e$si; & nel $uo cadere fa muouere & lauorare tutti quei figurini. Et come quella Rena è tutta cadu- ta al ba$$o, re$tano di muouer$i, infino à che riuolta tutta quella Machina, & quel Taberna- colo capo piedi & $otto$opra; & alzata vna picciola cataratta & bietta, la Rena torna nella parte $uperiore: & quella abba$$ata, la quale chiude vna apertura a$$ai larga, per la quale la Rena pa$$a pre$to nell'e$$ere ri- dotta di$opra, cade dipoi la mede$ima Rena per picciolo foro à poco, à poco, dando in sù la Molla, che muoue l'altra, alla quale $ono i fi- gurini attaccati. Di que$ti $tormenti ne fù do nato vno all'Illu$tri$simo & Eccellenti$simo Signore Don Pietro de Medici mio Signore e$$endo egli fanciullo, portatogli della Ale- magna, doue gl'era $tato fatto. Potrebbe for $e anco e$$ere il Motore, $econdo qualch'vno vn'Fiato; il quale v$c&etilde;do verbigrazia di vn'gran Mantice, ò di vna Canna & fi$tola, dentro al- la quale e'fu$$e raccolto, percote$$e il Mobi- le, & lo face$$e muouere. Ma que$to $areb- <pb n=32> be impo$sibile: perche il detto fiato bi$ogne- rebbe che fu$$e ò finito, ò infinito. Se fu$- $e finito; ne $eguiterebbe, che e$$alando & v$cendo fuori $i con$umerebbe; e$$endo che da ogni co$a finita leuando $i del continouo qualche parte finita, la $i con$umi; come ci in$egnò Ari$totile nel primo della Fi$ica. Se infinito, bi$ognerebbe ancora, che per e$$e re il detto fiato corpo; che $i de$$e l'in$inito in atto contra à quello, che è determinato nel 3. libro della Fi$ica, & nel primo del Cielo: oltre che il corpo, che lo haue$$e a cõtenere, $arebbe anco e$$o infinito in atto, che $arebbe il $ecõdo incoueniente: & di piu vi farebbe di bi$ogno, anzi a$$oluta nici$tà vi $aria di vn' Motore, che fu$$e d'infinita Vertù. La quale non $i può ri trouare ne nell'Artefice, ne in qualunch'altro Agente fuori della prima Cagione, che è Dio: ne in qual $i voglia co$a artifiziale, ne naturale. Et $e ci fu$$e chi $oggiugne$$e, che tal fiato & Vento potrebbe e$$ere tirato & raccolto $uc- ce$siuamente, & à poco à poco con vn Manti- ce, ò $imile $tormento, da vn' Agente & Mo- tore, che alzandolo face$$e che' tira$$e à $e il fia to; & la$ciandolo abba$$are, fu$$e cagione che' lo manda$$e fuori, & che il Vento nell'v$cire di quella Machina percote$$e & volta$$e il Mobi- le; direi, che que$to $arebbe vn'dare vn'Moto- re, che moue$$e il Motore Mouente il Mobile immediatamente: il quale ò $arebbe animato, caduco & mortale: & perciò non atto à muoue <pb n=33> re s&etilde;pre: ò inanimato naturale, ò artifiziale, & bi $ogno$o di vno altro agente & Motore, & quel lo di vn'altro con procedere in infinito, che è anco impo$sibile. Et $e alcuno dice$$e, che'$i potria muouere per forza di Ruote & di con- trape$i, $i come $i moueua quel corpo sferico, compo$to gia & fabbricato con Arte maraui- glio$a & $tupenda da Lorenzo della Volpaia; & che anco hoggidi $i ritroua nella Ricchi$si- ma, & veram&etilde;te Reale Guardaroba del no$tro Sereni$simo Gran DVCA di To$cana, nel qua le $i vedeuano, & veggiono i Moti di tutti i Pia neti, & dell'ottaua sfera; Ri$ponderei, che tut ti que$ti Motori, $i come, gl'altri di qualun- que $orte e'$i fu$$ero, ò naturali, ò artifiziali, ò mi$ti, $arebbero ridotti $otto le Regole del- l'Arte, & per mezzo di quella adattati all'arti$i zio di gia detto: Et tutti forza $arebbe, che qualche volta, & bene $pe$$o fu$$ero impe- diti nellaloro operazione da piu & diuer$e ca- gioni, contrarietà, alterazioni, mutazioni, & gua$tamenti, & altre co$e accidentali, proce- denti dalla Materia, di $ua natura alterabile & corrottibile; & dal Tempo, che à lungo anda- re gua$ta, con$uma & di$$olue ogni co$a: ne pati$ce che in qual $i voglia, dal Cielo della Lu na in giù, $ia $tabilità, ne lunga durazione, non che perpetuità. E $imilmente da auuertire per confutazione di tanto incoueniente & im po$sibile, che $enza il toccamento continouo & $cambieuole del Mobile & del Motore, non <pb n=34> $i potrebbe mai fare, ne dare mouimento al- cuno, & tanto meno il perpetuo: e$$endo a$$o- lutam&etilde;te nece$$ario, che p cotal Toccam&etilde;to $i logora$$e dell'vno & dell'altro, ò del corpo mo bile, $e non del motore: & co$i $i di$co$ta$$e- ro l'vno dall'altro di maniera, che'non $i tocca$ $ero: & per tal cagione ce$$a$$e il moto. Inol- tre, $e chiara co$a è, che ogni mouente inani- mato, $ecõdo la $ua propria natura, non $i muo ua, ne po$$a muouere, $e non ad vna differen- za $ola di luogo, come $i vede nel fuoco: il qua le di $ua natura $i muoue $olamente all'insù: & in vna Zolla di Terra, che $i muoue all'ingiù; non è po$sibile, che i $opra detti Motori, ò altri $omiglianti muouano à piu differenze di luogo: come $arebbe all'innanzi, & all'indie- tro, & col fare, che i termini $i varino, cioè, che il Termine à cui, diuenti al quale: & que- $to quello: come può fare, & fà vn' Motore ani mato, & che hà il principio in $e mede$imo di poter$i muouere per propria elezzione, & $i muoue dou è vuole. <p>La qual co$a non potendo fare in modo al- cuno i $opranominati Motori; è impo$sibile per mezzo di quelli dare ad vn' corpo artifi- ziale mouimento perpetuo. Ma perche qui mi potrebbe e$$ere oppo$to, che io non haue$ $i fatto menzione dell' Ariento viuo, atto $econ do lo parere di alcuni à potere dare il Moto à qualche corpo, come parue che afferma$$e an- cora Ari$totile nel primo libro dell'Anima; do <pb n=35> ue egli ragionò della Statua di Venere, fatta di legno da Dedalò: la quale $i moueua per for- za dell'Ariento viuo, che vi era dentro. La qual co$a fù ancora $critta & prima da Plato- ne: il quale fece menzione delle Statue di Deda lò con dire, che le erano fuggitiue, ne $i pote- uano fare $tare ferme $e non legando le: ma non di$$e in vertù di che co$a le $i moue$$ero, ri$pon do; Che quando è fu$$e vero, che l'Ariento vi uo le haue$$e $enza l'aiuto di altra co$a fatte muouere, il che io non credo; non però $i con chiude la perpetuità di quel Moto, per ri$pet- to della Statua, non atta à durare $empre. Et ag giungo di piu, l'Ariento viuo non e$$er ba$te- uole per muouere da $e corpo alcuno: ma$si- mamente $egl'hauerà in $e qualche grauezza; ma hauer di bi$ogno, che qualch'altra co$a lo aiuti, & concorra $eco nel muouere del corpo Mobile. Et che ciò $ia vero, lo dimo$tra la $pe rienza, mae$tra delle co$e, & alla quale chi non crede, $i può dire; che $ia fuori di $e. Vede$i adũ que manife$tamente che'tutto che lo Ariento viuo sfugga il Tatto & $ia sdrucciolante, mo- bile & fuggitiuo, non però $i muoue $e' non è tocco, ò mo$$o il luogo, doue gl'è, ancora che non terminato, ne ri$tretto da quello. La qual co$a mi fà credere, & può ad altri dare à ba$tanza ad intendere, che quando vna Statua ne fu$$e in buona parte piena, non per ciò $i mouerebbe: ne l'Ariento per $e $te$$o la mo- ueria; e$$endo che' $arebbe all'hora termina- <pb n=36> to $econdo la piu parte delle Dimen$ioni di quel' corpo. Et $e co$toro pure $i imagina$- $ero di fare vn' Corpo sferico pulito, li$cio & $drucciolante, come $arebbe per e$$em- pio vna Palla di materia leggiera, & atta à pi- gliare pulimento, & diuentare li$cia; & di em- pierla infino ad vn' certo che, perche riuoltan do$i quella, lo Ariento viuo pote$$e muouer$i per luogo vacuo dialtro corpo, eccettuatane l'Aria, & aiutarla rotolare & voltar$i, con po- $arla $opra vn' piano pulito, li$cio & $druccio lante, molto bene liuellato, doue la $i riuolge$ $e & gira$$e come il meglio, & quanto la po- te$$e. Et inoltre pote$$ero fabbricare vn' Cor po di tanta perfetta ritondità, & vn' piano co- $i pari & $pianato, cheil corpo sferico po$an- do$i $opra del piano, lo tocca$$e in co$i piccio la parte, che qua$i per nici$tà & per forza del non trouare appena doue fermar$i, & dell'A- riento viuo, che fu$$e dentro di quella, la fu$$e nece$sitata à muouer$i; non per que$to $arebbe che il corpo, & il piano come materiali non fu$ $ero $ottopo$ti alla corruzzione, & ad altriac- cidenti, ne' quali gli incorrerebbono à qual- che tempo, ma$simamente in vn lungo pro ce$- $o di quello. Et perche da mede$imi Ingegne- ri, ò da chi vole$$e la loro oppenione $o$tenta- re, mi potrebbe e$$ere $oggiunto, Che quan- tunque e' non $i po$$a negare, ne in tutto, ne in parte quello, che infino ad hora $i è detto da me, per prouare, che gl'è impo$sibile per via <pb n=37> dell'Arte & ingegno humano trouare & dare il Moto perpetuo; & che tal co$a particolar- mente non e' comportata dalla caducità & in obbedienza della Materia, della quale il corpo Mobile douerrebbe e$$ere compo$to: ne an- co dal Motore, alterabile & corrottibile, $i co- me è cia$cuno di quelli, de' quali $i è ragiona- to: ne dallo Spazio: ne dal Tempo; non è però, che tale oppenione $ia vana del tutto & fal$a: anzi che la $i può prouare e$$ere vera; & il Mo to Perpetuo poter$i trouare, dare & concede- re: poiche per la co$a Mobile $i potrebbe da re & a$$egnare la Calamita, ò il ferro & accia- io calamitato: & per Motore la Stella Tramon tana & $ua Vertù: con la quale la tira & riuol ge à sè, non pure la Calamita, ma il ferro & acciaio: $e però que$to è vero, & non per il contrario, cioe che la Calamita di $ua propria natura, & il ferro & acciaio calamitato $i muo uano & riuoltino alla Tramontana: co$a, che come in fatto $i vede negl'Horiuoli da Sole, & nelle Bu$$ole e$$ere vera: co$i non $i sà chi $ia l'Agente, & il Paziente. Ionondimeno rimet tendomene à chi piu intende di me, credo che la Vertù attiua & Motrice $ia nella Stella, cor- po nobili$simo, cele$te & nõ $oggetto alla cor ruzzione, perche co$i $ia piaciuto à chi la creò & con$erua; & non nella Calamita, corpoter- reno, mi$to & corrottibile: <p>Et che il Motore in que$to ca$o non $i po- crebbe corrompere, anzi $arebbe perpetuo: <pb n=38> ne per accidente, & modo alcuno, potria e$$e- re impedito dal $empre muouere, & tirare à $e quel Mobile cõ la mede$ima Vertù, & nella ma niera che' fà hoggidi. Et che e$$endo la Ca- lamita per e$$ere anch'ella $empre della $te$$a natura & attitudine à muouer$i ver$o la Tra- montana, ò ad e$$ere mo$$a da lei, $i come l'è hora; che $empre $aria tirata in ogni parte, do ue la fu$$e, infino à quanto il Mondo dura$$e. al qual termine poi, marauiglia nõ $arebbe che manca$$e il Moto trouato & dato, po$cia che mancare dee il Mouimento del Cielo, & la in fluenza di quello, in$ieme cõ la generazione & corruzzione delle co$e dal Cielo in giù: & con tutto ciò $aria verificato, che' $i fu$$e potuto trouare & dare lo Moto perpetuo. Et che' non è inconueniente alcuno, ne repugna alla ragione, che' $i dica, che' $i po$$a trouare & da re vn' Moto perpetuo, in quel modo, che da Ari$totile $i dice nel primo del Cielo, Che ogni grandezza $i può diuidere in parte, che di nuouo $i può $empre diuidere: il che non è altro, che poter$i diuidere in infinito. <p>Et che in infinito $econdo Euclide $i può tira- re vna Linea, $e bene non $i è trouato mai chi la tira$$e. Però, che pre$uppo$to, che la Ca- lamita pote$$e $empre muouer$i da $e ver$o la Tramontana, ò e$$er mo$$a da quella, come la farebbe per la propria Vertù, & $e la non ha- ue$$e impedimento, alcuno; tal Moto $arebbe perpetuo a$$olutamente dalla parte del Moto- <pb n=39> re, che con la mede$ima Vertù & forza, che'ti- ra hoggidi, & riuolge a $e la Calamita, la tire- rebbe $empre, per e$$ere perpetuo & incorrot tibile. A que$ta oppo$izione, & nuouo pen- $iero ri$ponderò, parte col negare quello, che per gli auuer$arij $i pre$uppone nel princi- pio della loro in$tanza, cioè; che la Calamita $i muoua, ò po$$a e$$er mo$$a $empre & contino uamente, $enza hauere impedimento, che $i cõ traponga accidentalmente alla $ua natural Ver tù, dicendo con Epicarmo, Che fatti i pre$up po$ti fal$i, non è po$sibile di$correr bene, ne conchiudere il vero: & parte con prouare, che que$to non può far$i: & che co$toro non intendono loro mede$imi, ne $anno quello, che' $i vogliono dire. Primieramente adun- que, niego il pre$uppo$to. il quale douendo toccare à prouare à loro, $arà da e$si co$i be- ne, & con qvella po$sibilità & ageuolezza pro- uato e$$er vero, che $arebbe dimo$trare, che tra lo Diametro, & la co$ta, fu$$e qualchepro- porzione. Et che $arebbe prouare, che quel- lo, chenon $olamente à Priori; ma ne anco à Po$teriorinon $i può prouare, pure $i proua$ $e. Non $i può adunque prouare à priori: per che nel pre$uppo$to $i comprende il $empre muouer$i, ò e$$ere $empre mo$$a, non $econdo la po$sibilità della $ua natura & vertù, & $econ do la ragione in vniuer$ale & a$tratto; ma $e- condo il $en$o & in fatto. Et perche il $empre inferi$ce & importa continouo & perpetuo, <pb n=40> del quale non $i può hauere cognizione $e non in vn' Tempo, quando non $arà piu Tempo: il che implica cõtradizzione, & impo$sibilità, non potendo $tare in$ieme Tempo & non Tem po. Adunque non $i può prouare à Priori. A Po$teriori $imilmente, non è po$sibile pro- uare tale pre$uppo$to, per la ragione hora ho ra detta. La quale chiari$ce, che ne$$uno può auuerare quello e$$ere in fatto, di che non $i può hauere in fatto $cienza & notizia alcuna. A dunque ne anco à po$teriori è po$sibile co- tal co$a prouare. Secondariamente dico, che il pre$uppo$to è fal$o per $e $te$$o, cioè $enza ha uere ri$petto & con$iderazione à gli accidenti & impedimenti, & lo prouo co$i. Quello, che è atto nato, & di $ua natura determinato, mouendo$i da $e, ò e$$endo mo$$o da altri, ad vn' particolar' $ito, & ad vn' punto $olo, come à $uo proprio & naturale Termine & fine; & à quello nece$$ariamente per $ua proprietà, ò di chi lo muoua & tiri, acqui$tato che lo hà, $i fer ma & ce$$a di piu muouer$i: & tanto piu age- uolmente & prima re$ta di muouer$i, quanto la Vertù attatrice & motrice, che lo hauerà mo$$o, $arà piu gagliarda & piu potente. Ma tale è la Calamita, la quale per occulta Vertù & qualità non inte$a $i riuolge, ò è riuoltaper forza al punto & al $egno della Tramontana, dalla mede$ima Stella, à cui trouata che la l'ha, $i ferma & più non $i muoue. Adunque non è po$sibile, che la Calamita $i muoua $empre. <pb n=41> Adunque vano il pre$uppo$to, & dimo$trato vano dalla Sperienza, piu potente & piu forte di ogni ragione. Imperoche noi veggiamo lo Ago calamitato & Lancetta di vno Horiuo lo da Sole, & co$i quello delle Bu$$ole muo- uer$i ad ogni altro $ito fuori della Tramonta- na, nõ per muouer$i ad alcuno, che nõ $ia quel lo: ma per muouer$i alla mede$ima Tramonta- na, & $olamente à dirittura di quella fermar$i. La qual co$a dimo$tra, quel $egno e$$ere il fine del $uo Moto: & che lo hauerlo con$eguito è la cagione del $uo fermar$i. Et che, ò $ia la Ver tù nella Calamita, ò nella Stella, la Calamita non $i muoue & ferma ad altro $egno, $e la non è mo$$a & ferma per forza & opera altrui; ma però la$ciata operare $econdo la $ua natura, $enza fermar$i altroue; ritorna al $egno del no- $tro Polo. <p>Adunque non è vero, che la Calamita $ia il Mobile perpetuo, che i ghiribizzatori cerca- no in darno. Ne anco può e$$ere; poiche in ogni Moto è nece$$ario non pure il Mouente, ma il corpo, che dee e$$ere mo$$o, come $i di$- $e di $opra, quando $i mo$trò, che ad ogni Mo to cinque co$e concorrono: Et che $e il Mo- tore debbe perpetuamente muouere, perpe- tuamente ancora debbe il corpo e$$ere mo$$o. la qual co$a $i è dimo$trata non potere della ca lamita auuenire. Chi non vede per tanto, che il volere, che la Calamita, che non $i muoue, ne è mo$$a $empre & di continouo; anzi $i vol- <pb n=42> ge & ferma alla Tramontana, $ia quella co$a, nella quale come in Mobile, dee e$$ere l'atto del Motore, che perpetuamente muoua, & ca gioni il Moto perpetuo, è vna baia: Si come baia è, che' $i po$$a colorire vn' di$egno in aria & mettere in atto vno impo$sibile non pure $trauagante capriccio: al quale $i contrapon- gono non pure molti & molti, ma qua$i infi- niti impedimenti, & difficultà innumerabili. Ne bi$ogna che' replichino, che ciò che $i ra- giona & afferma da loro, hauerebbe luogo & $arebbe vero ognivolta che dalla parte del Mo bile, cioè della Calamita, non ci fu$$ero impe- dimenti, come non ci $ariano dalla parte del Motore, cioè della $tella Polare: la quale è in corrottibile, et atta a $empre muouere: ma que $to $arebbe vn' ritirar$i dalla prima conuen- zione fatta infra di noi, quando conuenimo nel Termine, & $ignificato della loro Propo$i- zione: la quale, fù che' $i po$$a trouare & da- re in verità & in fatto il Moto perpetuo: & nõ come' vorriano hora, imaginario & fonda- to $opra pre$uppo$ti non veri; & in $ul dire, ca$o che co$i fu$$e, & che co$i pote$$e e$$ere: che tanto è quanto dire nulla: anzi dire & mo $trare di volere fare co$e nuoue, marauiglio$e & $tupende, ma con la imaginazione & in $ogno. <p>Puo$si in oltre con$iderare, che $e natural- mente $i pote$$e, & tra le co$e naturali ritro- uare cotal Moto, che' non $arebbe piu officio <pb n=43> di co$toro il cercarne & il trouarlo durabile perle centinaia de'gl'anni, $e non eternamente; ò almeno per le Decine, che' $i $ia de Filo$o- fi & de Medici: anzi molto piu proprio di que $ti: i quali potriano a$$egnare il Mouimento del Cielo, ben che $aputo & inte$o da tutti; & il Moto & battere del pol$o; che di quelli, i quali promettendo in ciò di operare come Ar tefici indu$trio$i & di $ingolare Eccellenza; mo$trano $enza altro, che l'opera loro debba e$$ere artifiziale, & non naturale. Adunque maggiormente $ottopo$ta alla corruzzione, & manco perfetta: adunque manco durabi- le: adunque non perpetua. Et que$to ba$ti ha uere ragionato del Motore. il quale non è po$ $ibile, & $ia di qualunque qualità & $orte $i vo glia, & con ogni $qui$ito, & da me non pen$a- to artifizio adattato & adoperato à perpetua- mente muouere lo corpo fabbricato da' $o- pradetti Ingegneri, che lo muoua di Moto perpetuo, & $enza mai re$tare. Ragionerò hora con breuità, & piu di$tintamente della qualità del detto Moto. il quale per non po- tere e$$ere $e nõ Violcto & Locale, forza è che $ia tale, che $i po$$a chiamare $econdo vna di quelle Quattro Differenze, che da Ari$totile furono notate nel $ettimo della Fi$ica, & que- $te $ono. Il Pignere: il Portare: il Tirare à $e; & il Girare. <p>Se tal Mouimento adunque $i face$$e per im pul$ione, & per linea retta, cioè perche il <pb n=44> Mobile de$$e la pinta al corpo Mobile con $e- guitare ditoccarlo $empre, non potrebbe e$- $ere il Moto pepetuo: in quel modo che non può e$$er Perpetuo ciò che è Violento. <p>Ne comporterebbelo Spazio finito, che in e$- $o $i face$$e vn' Moto in$inito. Se' fu$$e per e$pul$ione, cioè percheil Motore pigne$$e & di$co$ta$$e da $e il Mobile, & non lo $eguita$$e, ne accadrebbe il mede$imo, che $i vede acca- dere nel tirare che $i fà di vn' $a$$o. nel qual ca$o, quegli che lo tira, non lo $eguita, ne lo và toccando & $pignendo continouamente: anzi che il $a$$o $e ne và, & $i muoue $pinto della for za impre$$agli dal Motore, & aiutato dall' A- ria per alquanto Spazio, poiche gl'è v$cito di mano à colui, che lo tra$$e: ne $i muoue per- petuamente, ne in infinito: perchela Violen- za manca, & per con$equente il Moto: la per petuità del quale non comporta eziandio la Terminazione dello Spazio. Adunque in que $to modo non $i può dare il Moto perpetuo: come ne ancora $e $i cagiona$$e dallo e$$ere il Mobile portato. perche ne $eguirebbe il me- de$imo, per cagione dello $pazio finito; & per gl'impedimenti & o$tacoli, co$i del non pote- re e$$ere portato innanzi & indietro, per non $i potere muouere lo Agente & Motore $econ do la volontaria & propria $ua determinazio- ne; come di altro, che potrebbe accadere dalla parte della co$a, che lo porta$$e. la quale $i po tria alterare & gua$tare: non a ltramenti che <pb n=45> lo $te$$o corpo Mobile, per e$$ere di $ua natu- ra à ciò $ottopo$to, Materiale & non $en- za priuazione di contrarietà. Ma che direi io, quando tàl Moto $i face$$e col tirare à $e il Mouente lo corpo Mobile? Ri$ponderei, che ad ogni modo, anzi tanto meno potrebbe e$- $ere perpetuo. Et per dichiararmi, à fine di e$$er meglio inte$o, fo que$ta di$tinzione. Che il Tirare à $e, $i fa in tre modi. Primieramente il Motore, come fine, tira à $e il Mobile: come Verbigrazia il Guadagno tira il Mercatante à Fiorenza. Secondariamente il Tira à $e, come alterante & imprimente nel Mobile qualche nuoua qualità accidentale: Si come l'Ambra ri$caldata dallo $tropicciamento, tira à $e la pa glia: & la Calamita il ferro, & il ferro Calami tato, hauendo riceuuto dalla Calamita vna Ver tù & qualità occulta, tira à $e l'altro ferro non Calamitato. Et finalmente tira il Motore lo Mobile à $e, come Agente violento, il quale operi per lo mezzo del Moto locale, & $enza alcuna alterazione nel corpo Mobile: <p>Si come quando $i tira vna Naue allito. Nel primo modo non $i potrebbe fare il Moto per petuo, per non $i trattare in que$ta nuoua in- uenzione, ne in que$to mio ragionamento di Moto trouato dall'Arte, & fatto per mezzo di Motori intelligibili. Et perche con$eguito che fu$$e il fine, ce$$erebbe il Moto: poiche chiunque muoue, non per altro muoue, $e nõ perche gli manca alcuna co$a; & $e non à $e, <pb n=46> à chi è prouede: & quella con$eguita che gl'hà re$ta di muouere. E in oltre da auuertire, che $e il Motore moue$$e per lo Fine, & non lo pote$$e con$eguire, ne acqui$tare ne al Mobi- le, ne à $e; ò non moueria in ordine al Fine: ne il Fine mouerebbe come de$iderato: ò il me- de$imo Motore moueria in vano. La qual co $a è a$$urdi$sima & $conueneuoli$sima à dir$i poiche ogni Agente adopera per lo Fine. <p>Nel $econdo modo $omigliantemente, non $i potrebbe fare: per la ragione, che non vuole, che quando la co$a è giunta, & arriuata al $uo Termine, la $i muoua piu: anzi chiede di fer- mar$i: come di nici$tà la Paglia quando la toc ca l'Ambra; & il ferro tocca la Calamita, che que$to & quella $i ferma. <p>Nella Terza maniera finalmente non $i po- trebbe dare il Moto perpetuo: perche il tira- re $empre, & $empre muouere tirando à $e, ò ad altra co$a, per via di Moto locale il Mobile, ricercherebbe di$tanza infinita tra'l Motore e'l Mobile; & vertù infinita nel Mouente, ò fu$ $e artifiziale, ò naturale. Le quali co$e non $i concedono; come ne anco la durazione per petua delle co$e $ublunari nel mede$imo e$$e- re & $tato: ò $iano fatte dalla Natura, ò ritro- uate dall' Arte. <p>Re$tacihorà à ragionare de' Termini: den- tro à quali cotal Moto nece$$ariamente dec far$i; & dello Spazio & del Luogo piu partico larmente, & del Tempo. <pb n=47> <p>De'Termini, come che poco ci $ia che ra- gionarne, dirò nondimeno, che non e$$endo quelli altro che termini & e$tremità dello Spa zio; ci mo$trano & fanno cono$cere, che il detto Spazio, del quale e' $ono l'vltimo, da ogni parte $ia $inito. Se adunque lo $pazio $a rà finito & terminato, come di nece$sità dee e$ $ere, non $i dando lo $pazio attualmente infi- nito; forza anco $arà, che il Moto fatto in e$$o $ia finito. Et $e que$to $arà finito; finito $arà ancora il Tempo; ma lo $pazio & il luogo, den- tro & $opra del quale $i di$egna, che $i habbia à fare il Moto perpetuo, non può e$$ere $e non fi nito: Adunque finito $arà il Moto & finito il Tempo. adunque non $i darà il Moto, perpe- tuo, di che $i ragiona: Adunque non vera la propo$izione de gl'Ingegno $i Arteficr. E di piu da con$iderare, Che i Termini dal Quale & à Cui, ò $ono vna co$a mede$ima in fatto, ma diuer$i & di$tinti $econdo la con$iderazione: ò $ono di$tinti & diuer$i in fatto & realmente, & $econdo la con$iderazione. Se'fu$$ero nel propo$ito no$tro, nel $econdo modo, come'$o no quando il Moto locale $i fa per vna lunghez za finita, perche della infinita, la quale non $i dà, non $i po$$ono a$$egnare Termini; lo Spazio adunque $arebbe finito, & il Moto & il Tem- po finito, come $i è detto. Et $e infra e$si il Mo bile $i moue$$e perpetuamente, hora dall'vno all'altro; & da que$to à quello, con l'andare innanzi & indietro, non $arebbe vn'Moto $o- <pb n=48> lo, ma piu Moti contrari, & non vno contino no, ne perpetuo: Et i Termini dello Spazio, nel quale e' $i face$$e, non $ariano di$tinti in fatto & in con$iderazione: che $arebbe contra rio à quello, che pure hora $i è detto & pre- $uppo$to per via & ragione diui$iua, & s'im- plicherebbe contradizzione. Se' fu$$ero nella prima maniera, come' $ono quando il Moto $i fà circolarmente, ad ogni modo $ariano Ter- mini di vno Spazio finito, & $imilmente fini- to il Moto, & il Tempo: Si come per e$$em- pio, il Cielo $i muoue da Oriente ver$o Occi- dente: & quantunque il Termine à Quo & d'onde, che èl'Oriente; & il Termine ad Quem & al quale, ch'è il mede$imo Oriente, $iano re- almente vna co$a mede$ima; $ono nondimeno diuer$i $econdo i diuer$i ri$petti del Mobile & del $uo mouimento. Sono vna co$a mede$i- ma quanto al $oggetto, ch'e la puntal parte del Cielo, chiamata Oriente: perche mouendo $i il corpo Cele$te dall' Oriente, ch'è termine dal quale, ver$o la $ua parte dinanzi, la quale è l'Emi$perio di $opra, & ver$o l'Occidente; tor na al mede$imo Oriente, come à Termine al Quale. Et que$to Termine con$iderato co- me fine, $i chiama ad Quem & al Quale: $i co me con$iderato come principium vnde motus E Termine à Quo & dal Quale. Ma perche que $ti nonpo$$ono in modo alcuno, ne inqual $i voglia Tempo, impedire la durazione del Mo- to nel Mobile, ne lo Motore, perche non $ono <pb n=49> co$a materiale: ma $olamente terminarlo & far lo finito, non $ene può dire altro. Lo Spazio & il Luogo, altre$i per$e$te$$o, & come rinchiu $o tra' Termini, & da e$si compre$o, ci dimo- $tra, che il Moto, il quale $i face$$e $opra quel- lo, nece$$ariamente $arebbe finito. Adunque non perpetuo. Adunque vana la inu enzione dico$toro. Et perche qualch'vno potrebbe dirmi, Que$to non s'inferire concludentemen te, & non e$$er vero: imperoche ancora il Mo to del Cielo è finito quanto à $e, & à $uoi Ter- mini: nondimeno è continouo & perpetuo: & co$i potria e$$ere il Moto, del quale $i ragio na. A que$ta obbiezzione ri$pondo; Che, $e bene il Moto Cele$te è finito, & $i fa dentro à certi Termini, & Spazio, & Luogo finito, è però continouo, & per durare $enza im- pedimento alcuno infino alla fine del Mon- do: & $i può chiamare perpetuo, & in vn'cer to modo $empiterno, per le $ucce$siue & conti nouamente rinnouate circolazioni & riuolu- zioni, fatte & cagionate dalla $ua Intelligenza, la quale è immateriale, incorrottibile, $piritale & eterna à parte po$t, cioe doppo il principio della $ua creazione. Ma che tale non è, ne può e$$ere il Motore cagionante l'immaginato Mo to perpetuo. Et però l'argomento non valere, ne tenere. non per cagione della diuer$ità del la Terminazione: ma per la perpetua iterazio- ne, & rinnouazione $ucce$siua, & continoua della circolazione & riuolgimento del Mobi- <pb n=50> le, & diuer$ità & vertù del Motore. Può di più accadere, che per qualche accidente & Sini- $tro, vn'altro corpo $ia mo$$o, & $i muoua per lo mede$imo $pazio; & attrauer$ando$i al Mo bile artifiziale, il quale $i moue$$e &ptail; alcunalun ghezza; ò acco$tando$i à quello, quando e'fa- ce$$e il $uo Moto circolarmente, ò in giro; lo face$$e fermare, & co$i fu$$e d'impedimento al la cõtinouazione di quel Moto, & ageuolmen te in$ieme in$ieme alla $ua durazione & perpe- tuità. Et perche que$to può far$i qua$i che in infiniti modi per dire co$i, la$cerò di piu ra gionarne. Il Tempo finalmente anch'egli, dal la $ua parte non comporteria la perpetuità del Moto. perche e$$endo il Tempo mi$ura di Mo- to, & il Moto finito, come $i è dichiarato: $a- rà eziandio il Tempo finito & non perpetuo. <p>Et $e alcuno $i contrapone$$e dicendo, che a$$ai $arebbe, che il t&etilde;po che mi$ura$$e lo ritro uato Moto perpetuo, fu$$cil mede$imo, che mi $ura$$e la durazione del Moto del Cielo; ri$põ do, niuno altro Mouimento fuori di quello, po tere durare tanto, per nõ e$$ere il Mobile, ne il Motore di quella natura & perfezzione, che è il corpo Cele$te, & la Intellig&etilde;za, che lo muoue & perche le co$e di qua giù nõ $ono &ptail;petue, ma dal Tempo con$umate & disfatte. Io hò in fino à qui prouato, conforme al Titolo della Qui$tione propo$ta, & alla prome$$a fattane, Che il Moto perpetuo non $i po$$a in modo al cuno ritrouare, ne dare in fatto & realmente, <pb n=51> per via & mezzo dell'Arte, cioè fare che ũ C or po fabbricato da quella, attualm&etilde;te $i muoua, ò $ia mo$$o $empre, $enza giamai re$tare, $e nõ quãdo re$terà il Mouimëto del Cielo: ne in co $a fuoridi quel corpo $opra mondano trouar lo, ne a$$egnarlo: & dimo$tro la verità della mia Conchiu$ione, argomentando dalla par- te del Corpo Mobile, artifiziale in tutto, ò na- turale: dalla parte del Motore qualunque' $i fu$$e, Eccettuatone però le Intelligenze: Da Termini, & dallo Spazio & dal Luogo tra e$si compre$o; & dal Tempo: co$e tutte apparte- nenti à qualunque Mouimentó: Et per ogni ver$o $coperto la fallacia & vanità dell'openio ne contraria alla mia: & manife$tato la verità del mio proponimento, con piu & diuer$e ra- gioni. le quali tutte $aranno hora da me rac- colte, in vna pro cedente informa Sillogi$tica: accioche come la mia Conchiu$ione è vna; co- $i in vna $ola ragione, di cui le propo$izioni & le parti $i $iano prima prouate e$$er vere; $i $cuopra & veggia ad vn'tratto il vero del mio proponimento, & la concludente confutazio ne & di$truzzione della contraria propo$ta: & con l'vna & con l'altra in$ieme $i conchiug- ga & termini lo mio Di$cor$o: & $i ponga fi- ne à que$to mio Ragionamento: & la detta Ra gione $arà que$ta. <p>Cinque co$e $i richieggono ad ogni moui- mento, che $i habbia à fare, & $ono que$te. Il Corpo Mobile: il Motore: lo Spazio per lo <pb n=52> quale e' dee far$i: i Termini del detto Spazio: & il Tempo. Adunque tante nece$$ariamen- te deono concorrere al Moto perpetuo, di che $i cerca. Adunque tutte cinque deono e$$ere perpetue<SUP>1</SUP>, & perpetuamente concorrere al detto Moto, $e'dee e$$ere perpetuo. Ma ne il Corpo mobile cõpo$to, & trouato da qual $i voglia Ingegnere può e$$er perpetuo, come ne anco perpetuo il Motore. Non può e$$ere in finito lo Spazio, dentro al quale $i face$$e tal Moto; ne la co$a $opra della quale e' $i face$$e: ne i Termini $uoi po$$ono e$$ere vna co$a me- de$ima in fatto; & diuer$i & di$tinti $econdo la realità & con$iderazione. Non può e$$ere il tempo finito: Adunque dal primo all'vltimo non può e$$ere, ne trouar$i, ne dar$i il Moto perpetuo in modo alcuno: come partitamente $i è dimo$trato di$opra. Et però vane tutte le fatiche di coloro, i quali $i $ono me$si, ò $i mette$$ero à cercare tal co$a, impo$sile à tro- uar$i & fabbricar$i dall'humano ingegno, & che per mezzo della $perienza nõ $i può proua re; ne per via della ragione & Di$cor$o dimo $trare e$$er vera, come la non è. Perche toglien do$i homai da co$i fatta impre$a qualunque In gegnere, & nobile Artefice $i $ia; attenda à quello, che cade $otto la po$sibilità & $otto le forze dell'Arte, & che può arrecare vtile & honore à $e $te$$o, & giouamento à gl'altri. <C>IL FINE.</C>