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author Klaus Thoden <kthoden@mpiwg-berlin.mpg.de>
date Wed, 29 Nov 2017 16:55:37 +0100
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<pb id="p.0001">
<HEAD>TRE DISCORSI
SOPRA IL MODO
D'ALZAR ACQVE
DA' LVOGHI BASSI.</HEAD>
<fig>
<p>Per adacquar terreni.
<p>Per leuar l'acque $orgenti, &amp; piouute dalle c&atilde;-
pagne, che non po$$ono naturalmente dare
loro il decor$o.
<p>Per mandare l'acqua da bere alle Citt&agrave;, che
n'hannobi$ogno, &amp; per altri $imili v$i.
<HEAD>Opera non piu $tampata.</HEAD>
<fig>
<HEAD>IN PARMA,
Appre$$o Seth Viotti. 1567</HEAD>
<pb>
<HEAD>ALL' ILLVSTRISSI-
MO, ET ECCELLENTISS.
SIGNORE, ET PADRON MIO
OSSER. IL SIG. A LESSANDRO
FARNESE PRINCIPE DI PIA-
CENZA, ET PARMA. &amp;c.</HEAD>
<fig>
<p>HO INTESO DA HVOMINI VE-
riteuoli, Illu$tri$$imo &amp; Eccellen
ti$$imo Principe, che V.E.e$$endo
nella Corte di Spagna, madre de
la vera creanza; dopo i piu graui
&amp; honorati $uoi negocij, $i pren-
deua molte volte grandi$$imo pia
cere in intendere le ragioni di
varij, &amp; begli effetti mathemati-
ci: percioche non $olamente voleua $apere le po$itioni,
che appert&etilde;gono alla cognitione della Sfera, &amp; dell'A$tro
labio, per conto delle nauigationi de'Portughe$i, &amp; de'
Ca$tigliani alle prouincie ritrouate, &amp; $oggiogate di nuo-
uo; delle quali &egrave; qua$i bi$ogno ad ognuno de i principali
Caualieri di quella corte $aperne bene, &amp; artificio$amen-
te ragionare con quel potenti$$imo Re: ma anco cercaua
di cono$cere gli aui$i, che $ono di grandi$$ima vtilit&agrave; per
l'Architettura, &amp; $pecialmente per l'v$o de gli e$$erciti;
&amp; per lo mantenimento, &amp; di$truggimento delle fortezze.
Della qual co$a, per e$$ere ella veramente degna di Prin-
cipe magnanimo, &amp; che gia $icuramente $ia incaminato
per la $trada dell'honore, &amp; della vera gloria; ne $ent&igrave;
quella contentezza, che $i $uol $entire delle buone nuoue
<foot>a 2</foot>
<pb>
di quei Signori, che s'amano $inceramente. E'ben vero,
ch'io non me ne marauigliai quanto pareua, che merita$-
$e l'e$$ere co$a rara, che vn Principegiouane, &amp; per diuer-
$e occa$ioni diuertito, &amp; tirato a'piaceri dell'appetito;
vince$$e il commune abu$o dell'ignoranza, &amp; $i sforza$$e
d'informare l'intelletto $uo di quelle ragioni, che molto
meglio $i conuengono a gra<I>n</I> Signori, che tante altre vane
occupationi; nelle quali ogni volgare potrebbe, &amp; $apreb-
be goder$i a$$ai ageuolmente: imperoche giudicai, che
cio e$$endo proprio, &amp; qua$i naturale de'$uoi maggiori,
lui fa$$e $tato po$to nell'animo dalla $ucce$$ione del $an-
gue, col mezo di quelle impre$$ioni, che da piccioli $i $o-
gliono riceuere per la c&otilde;$uetudine, &amp; per gli honoratira-
gionamenti, che tuttod&igrave; $i $entono. Che $i $a bene quanto
la felice memoria del Santi$$imo PAOLO Terzo fu$$e ot-
timamente i$trutta di tutte le piu nobili di$cipline: e$$en-
do anco noti$$imo ad ognuno il gran giudicio, che hebbe
gia l'Illu$tri$s. di SANT'ANGELO, &amp; che $oglia hora ha-
uere il prudenti$$imo Cardinal FARNESE in tutte le qui-
$tioni, che circa qualunque $oggetto lui po$$ono e$$ere
propo$te. &amp; per la$ciare l'Auo, &amp; il Padre; l'ottime parti
de'quali noi tutti per e$perienza habbiamo prouato, &amp;
ogni giorno prouiamo; chi non ammira il $opra humano
di$cor$o, che continuamente ha mo$trato, $i nel gouerno
de gli Stati, come nelle attioni ciuili; &amp; in ogni $orte d'ar-
tificio$e operationi l'Altezza della Sereni$$ima $ua Ma-
dre Madama MARGHERITA d'Au$tria; la quale per
que$to, oltre a qualunque altro $egnale, fa cono$cere, che
ella &egrave; veramente figliuola dell'inuitti$$imo Imperadore
CARLO $uo padre? Onde io non hebbi per marauiglio-
$o, benche raro effetto, che da tali alberi, &amp; da tali radici
in vn'aere temperato, &amp; in vn terreno fertile, come &egrave; la
Corte di Spagna, na$chino hora fiori di $oaui$$imo odore;
talche nell'auenire $i debbano a$pettare $aporiti$$imi, &amp;
pretio$i$$imi frutti. Mi allegrai dunque a$$ai fra me $te$-
$o, &amp; poi anco con que$ta mia cari$$ima patria; preueden-
do di quanta vtilit&agrave;, &amp; di quanto ornamento que$ti hon<*>-
<pb>
$ti pen$ieri, &amp; tratenimenti di Vo$tra Eccellenza pote$-
$ero lei e$lere principali$$ima cagione: percioche $e be-
ne l'Illu$tri$$imo Signore il Duca $uo padre ha gia fat-
to quanto $ia $tato po$$ibile col fauorire ogni maniera
di virtuo$i, &amp; con l'ordinare diuer$i magi$trati, accio-
che col mezo de'Filo$ofi, &amp; de'Mathematici $i po$$a
ornare, &amp; in molti auenimenti co$i de'co$tumi, come
d'altre parti, rendere ogni hora piu perfetta que$ta no-
bili$$ima Citt&agrave;; vi re$tano tuttauia molte co$e, le quali
$on $icuro, che a poco a poco venendo opportunamen-
te in iuce con la forza d'ambedue VV.EE. in$ieme la
faranno piu pre$to degna d'inuidia appre$$o delle mag-
giori Citt&agrave; d'Italia, che ella $ia per hauere giu$ta ca-
gione d'inuidiare veruna huona conditione a qual $i
voglia de gli $tati de gli altri Principi. Il che tanto piu
fermamente $i d&egrave; a$pettare, quanto per e$$ere homai
dalla loro incomparabile prudenza ributtati tutti li col-
pi dell'auer$a fortuna, che $i lungamente, &amp; non mai
meriteuolmente ha trauagliata que$ta $ua Illu$tri$$i ma
ca$a: &amp; e$$endoui le fondamenta $tabili$$ime del $an-
gue reale del grandi$$imo Re FILIPPO, col quale
doppiamente $ono congiunte, &amp; incorporate; &egrave; da te-
nere per certi$$imo, che non piu gli animi loro $aran-
no diuertiti in altri piu importanti, &amp; graui pen$ieri;
&amp; attenderanno con piu libera mente (benche $econ-
do che ha $upportato il tempo non habbiano manca-
to $ino ad hora) alla buona cura, &amp; all'ottimo gouer-
no de gli $tati loro. Per le quali cagioni, &amp; per mol-
te altre per hora trala$ciate; io, che quale io mi $ia,
molto tempo ha $ono diuoti$$imo $eruidore dell'Illu-
$tri$$im&ograve; Signore il Duca $uo padre, $ono gia anco di-
uenuto affettionati$$imo a V. Ecc. Et perche io de$i-
dero con qualche $egno di $incera, &amp; non adulatoria
riuerenza baciarle humilmente le mani, &amp; offerirmele
per $eruidore in quanto s'e$tenderanno le deboli forze
mie; le mando hora que$to $aggio di qualchuna di
quelle opere, che po$$ono na$cere col mezo mio a be-
<pb>
neficio publico: &amp; le dono vn picciolo di quei frntti,
del $apor de'quali ho gia detto, ch'ella gu$tandoli $uol
$entire hone$li$$imo piacere. Que$ti $ono tre di$cor$i,
fatti da me $opra vna machina, la quale e$$endo for-
mata con belle ragioni mathematice, &amp; naturali; $pe-
ro, che debba e$$ere d'ine$timabile vtilit&agrave; a qua$i tut-
ti gli huomini, &amp; a tutte le prouincie: non $olo per-
che &egrave; atta a portare il nutrimento dell humido, quan-
do manca loro, all'herbe de'prati, alle biade, &amp; a tut-
te le piante; ma anco perche potr&agrave; alzar l'acque a gli
e$$erciti, &amp; alle terre murate per bere, &amp; per diuer$i
altri v$i di grandi$$ima commodit&agrave;. E'vero, che que-
$to dono non &egrave; intieramente fatto di mio; auenga che
la maggior parte di lui ha hauuto origine dalla libera-
lit&agrave;, &amp; dal fauore dell'Illu$tri$$imo $uo padre; il quale
m'ha aiutato alla buona riu$cita di que$ta impre$a
quanto po$$a magnanimo, &amp; intendente Signore bene
animato, &amp; indu$trio$o $eruidore. Nulladimeno pre-
go humilmente V. Ecc.che l'accetti da me, $e non per
altro almeno perche &egrave; pure accompagnato dalla gran-
de o$$eruanza, che ho $empre tenuto ver$o il co<*>te$i$-
$imo $angue $uo. Et po$cia che la riuerenza, &amp; l'affet-
tione mia $ono creature de'meriti di lei, io de$idero
grandemente, ch'ella $i degni riporle nelluogo di quel-
le co$e, delle quali ella pen$a di $eruir$i, come di par-
te di $ua vera, &amp; legitima po$$e$$ione, o paterna here-
dit&agrave;. Io nell'auenire non $ar&ograve; molto $ollecito in mo-
$trarmi alla pre$enza di lei; perche $o, che fra l'altre
$ue buone parti, ella non tiene piu conto di quel che
$i conuiene, di que$te $uperficiali cerimonie. Sar&ograve; pe-
ro $empre apparecchiato ouunque io mi ritroui, per
$eruirla, &amp; vbidirla $e le piacer&agrave; di comandarmi, od
io mi $entiro atto a fare co$a vtile, &amp; honoreuole per
lei. In que$to mezo, per quanto mi $ar&agrave; conce$$o da
miei ordinarij $tudij delle prattiche di medicina, $ot-
to l'ombra $ua attender&ograve; a te$$ere alcune tele (s<*>io n&otilde;
m'inganno) d'vtili$$ime $ila: fra le quali n'&egrave; gia leua-
<pb>
ta dall'or$aio, &amp; accommodata al $ubbio vna qua$i fi-
gurata alla dama$china; in cui $ar&agrave; chiaramente di$e-
gnato il modo, col quale $i potranno diuidere l'alluuio
ni, &amp; l'i$ole de'fiumi molto piu facilmente, &amp; con piu
giu$ta ragione, che non &egrave; mai $tato fatro $ino ad hora.
Co$i baciandole humilmente le mani me le raccoman-
do; ne potendo altro de$iderarle, $olamente le de$ide-
ro buona fortuna.
<p>Di Piacenza alli x d'Aprile. M D LXVII.
<p>Di V.Illu$tri$s.Eccellenza
humili$s. $eruidore
<I>Giu$eppe Ceredi.</I>
<pb>
<p>Nel primo di$cor$o, $i mo$trano tutte le machine artifi-
cio$e v$ate $ino a que$ti tempi pertirare l'acque in alto.
Et $coprendo$i l'imperfettione d'ognuna di loro, $i pon-
gono a paragone con la Chiocciola: della compo$itio-
ne di cui $i $criuono i veri precetti, tolti da diuer$i au-
tori, &amp; da molte ragioni mathematice, &amp; naturali.
Oue occorre anco trattare della cagioni, della forza
del monimento dell'acqua; &amp; $i fanno belle confidera-
tioni circa il moto perpetuo; con altre co$e degne d'e$-
$ere auertite.
<p>Nel $econdo, $i ragiona de gli i$tromenti del moto della
Chiocciola; &amp; $i pongono le proportioni de'motori a'
pe$i, $econdo la velocit&agrave;, &amp; tardit&agrave; del moto: aggiun-
gendoui$i molte co$e appertenenti alla $cienza de'pe$i,
&amp; a qua$i tutti gli ordigni delle machine motrici.
<p>Nel terzo, $i $omma, &amp; $i $ottragge l'vtile, &amp; il danno co$i
delle $pe$e, &amp; del guadagno; come della $anit&agrave;, &amp;
dell'infirmit&agrave; publica; &amp; d'altri dubbij, che po$$ono
$eguire all'v$o della Chiocciola. Et in tutti $i diui$ano
molti capi notabili, come nella tauola $i contiene.
<HEAD>Con licenza de'Superiori.</HEAD>
<pb>
<HEAD>TAVOLA DEL PRIMO DISCORSO.</HEAD>
Nece$$ita dell'humido, per la generatione, &amp; man-
  tenimento delle piante, &amp; de gli animali. faccia                                1
Animali maggiori di corpo nelle regioni humide.                                       1
Opinione di Talete filo$ofo circa iprincipij de'corpi
  mi$ti.                                                                              1
Regioni diuenute fertili per l'acque condotteui, &amp; ter-
  re dishabitate per la troppa $iccit&agrave;.                                        2
Diligenza v$ata per hauere acque.                                                     2
Eufrate, &amp; Tigre da lontana regione tirati a Babilonia.                           2
Acquedotto grandi$$imo di Semiramis.                                                  2
Canali artificio$i di pelli di toro fatti dal Re Arabo per
  tirar l'acque de'fiumi a gli e$$erciti per la rena.                                 2
Fo$$a de'Samij di marauiglio$a grandezza.                                             2
O$tentatione de'Greci, &amp; $pecialmente de'Lacedemo-
  nij in cumular l'acque.                                                             2
Grandezza de'Romani nelle fabriche dell'acque.                                        2
Vanit&agrave;, &amp; lu$$uria de'Romani nelle fabriche dell'acque.                    2
Machine diuer$e ritrouate per diuer$i v$i dell'acqua.                                 3
Modo d'alzar acqua in gran copia na$co$to $ino a'no-
  $tritempi.                                                                          3
Cagione del commun giudicio di non poter$i alzarle
  acque in gran quantit&agrave;.                                                      3
Citt&agrave; diuer$e d'Europa, che hanno care$tia d'acqua
  per bere.                                                                           4
Tede$chi hanno grandi$$imo bi$ogno d'alzare gran
  quantit&agrave; d'acqua, &amp; non hanno ancora ritrouato
  i$tromento facile per que$to v$o.                                                   4
Machine per a$ciugar l'acque nelle fabriche de'ponti,
  &amp; de'moli de'porti.                                                             4
Magnanimit &agrave; di Ce$are in nettare il fondo al Teuere.                          4
Ragione della fabrica della Chiocciola male interpre-
  tata da Vitrunio.                                                                   5
I$cu$atione de gli Alamani.                                                           5
Quali co$e $ieno concor$e nel Ceredi per la perfetta
  fabrica di que$ta machina.                                                          6
<foot>b</foot>
<pb>
Arti operatrici non $i po$$ono $aper bene, $enza e$$er-
  citarle, &amp; porle in prattica.                                                   6
Ari$totele diligenti$$imo $crittore delle cagioni de gli
  effetti mecanici.                                                                   6
Natura &egrave; mathematica, &amp; mecanica nell'opere $ue.                           6
Buona $orte d'vn ritrouato di certi $critti greci di He-
  rone, di Pappo, &amp; Dioni$odoro.                                                  6
Liberalit&agrave; grandi$$ima dell'Illu$tri$simo Sig. Giouan
  Giacomo Triuulzi.                                                                   6
Liberalit&agrave; incomparabile dell'Illu$tri$$imo Signore
  il Duca Ottauio Farne$e.                                                            7
Giudicio grande dell'i$te$$o in tutte le co$e, &amp; $pecial-
  mente ne gli artificij mathematici.                                                 7
Quali impedimenti po$$ono attrauer$ar$i nell'opera-
  tioni de gli e$tetti nuoui.                                                         7
Cagione perche i buoni effetti dell'opere mathema-
  tice $ieno rari.                                                                    8
Prome$$a del Ceredi.                                                                  8
Mercurio e$$endo l'Iddio dell'eloquenza contra ra-
  gione $ourapo$to a'mercatanti.                                                      9
Diui$ione della materia de'pre$enti di$cor$i.                                         9
Artificio de'Pittori in na$condere le linee di cui $i
  $eruono in figurare.                                                                9
Mi$ura de'Geometri in dare il decor$o all'acque.                                     10
Due modi di far caminar l'acqua in lungo $enza p&etilde;dio.                         10
Vitruuio nella dottrina del decor$o dell'acque male
  inte$o da tutti gli interpreti $uoi.                                               10
Il Valla Piacentino ne'$uoi libri di Geometria hau&etilde; do
  tra$portato molte co$e da Pappo, figura diecinoue
  i$tromenti perfar andar l'acqua $&etilde;pre alla liuella.                         11
Auertimento vtile circa lo circolare dell'acque a mo-
  to perpetuo.                                                                       11
Diui$ione delle cagioni delle machine hydraulice.                                    11
Machina vige$ima, oltre a'diecinoue i$tromenti del
  Valla, fatta in San Giorgio maggiore di Venetia.                                   11
Opinione di Plinio, &amp; d'altri Filo$ofi delle cagioni
  delle fonti.                                                                       12
<pb>
Giulio Ce$are Scaligero huomo arguto, ma poco pra-
  tico de gli artificij mathematici.                                                 12
Gieronimo Cardani Milane$e mathematico, &amp; medi-
  dico eccellenti$$imo.                                                              12
Ragione d'Archimede delle co$e, che $tanno a galla
  nell'acqua.                                                                        12
Machina vige$ima prima d'vn Filo$ofo Milane$e vtile
  per i$chiffare la decaduta nel decor$o dell'acque.                                 13
Machina vige$ima $econda di San Pietro in Ge$$a.                                     13
Machina vige$ima terza fabricata dall'Illu$tri$s.Sig.
  Don Fetrante Gonzaga.                                                              13
Machina xxiiij fabricata nel porto d'Ancona.                                         13
Machina xxv commune in Alamagna.                                                     13
Machina xxvj di Liegi in Fiandra de$critta da Michele.                               13
Machina xxvij $ul Reno de$critta da vn'Alamano.                                      14
Machina xxviij &amp; xxix de$critte dall'Agricola.                                   14
Giudicio dell'vtilit&agrave; di tutte le $ouradette machine.                         14
Machina xxx dichiarata da Mario Pellegrino.                                          15
Machina xxxj dipinta appre$$o di Flauio Vegetio.                                     15
I$tromenti per alzar l'acque dalle $entine delle naui.                               15
Machina xxxij de$critta da Vitruuio.                                                 15
Machina del Giardino di Parma.                                                       15
Machina xxxiij atti$$ima per cagionar fontane.                                       15
Altro giudicio delle $ouradette machine.                                             16
Machina xxxiiij po$ta $u l'Adige nel Verone$e.                                       16
Machina xxxv imperfetta, &amp; contra la $cienza de'pe$i.                            17
Machina xxxvj &amp; xxxvij po$te a Lucia Fucina.                                     17
Machina xxxviij vtili$$ima di Paladio archit. famo$o.                                17
Alfarabio Arabo $crittore delle ragioni mecanice.                                    18
Machina xxxix corretta con la $cienza de'pe$i.                                       18
Machina xxxx di M.Carlo da Vrbino n&otilde; ancor pub.                               19
Modelli diuer$i di molti$$ime machine nelle $tanze de
  Proueditori di commune in Venetia,                                                 19
Machina del Bo$$io Piacentino di qualche vtilit&agrave; in
  alcuni bi$ogni.                                                                    19
Paragone di tutte le $ouradette machine c&otilde; la Chioc-
  ciola ben formata.                                                                 19
<foot>b 2</foot>
<pb>
Cagione perche la Chiocciola non $i $ia fabricata be-
  ne $ino a que$titempi.                                                             20
Imperfettione delle regole di Vitruuio.                                              20
Sper&atilde;za di M&otilde;$ig. Barbaro di produr il moto perpetuo.                  20
Proua dell'imperfettione delle regole di Vitruuio.                                   20
Vera ragione perche l'acqua $aglia nella Chiocciola.                                 22
Ragione d'alcuni ingegno$i c&otilde;tra la $per&atilde;za di M.Bar.                  23
Dife$a di Mon$ig. Barbaro.                                                           25
Ragione della $mi$urata grauezza della Chioc.di Vit.                                 25
Fondamenti $opra li quali Mon$ig. Barbaro edific&ograve; la
  $peranza del moto perpetuo.                                                        25
Cagione dell'inganno del detto Mon$ig. da cui $i $co-
  pre l'impo$$ibilit&agrave; del moto perpetuo.                                      26
Proportione del pe$o, &amp; forza dell'acqua c&otilde; la decad.                     26
Differenza fra la forza de'corpi $odi, &amp; de'corpi li-
  quidi $econdo Archimede.                                                           27
Ragione della forza dell'acqua nelle ruote da pale.                                  27
Che $i potrebbono a$$ettare le ruote di gran lieua in
  picciola decaduta,                                                                 27
Proportione della decaduta d&etilde;tro, &amp; fuora della chio.                     28
E$$empio methodico per cono$cere la forza dell'ac-
  qua nelle decadute.                                                                30
Errore c&otilde;mune, &amp; di grandanno c&otilde;tra le proportioni
  del moto, &amp; pe$o in dar decaduta a'molini terragni.                            31
Chiocciola c&otilde;po$ta c&otilde; grande indu$tria da gli Alama.                   32
Roma nell'vltimo diluuio del Teuere a$ciutta dalle
  chiocchiole Alamane.                                                               33
Imperfettione della chiocciola de gli Alamani.                                       33
Chiocciola de gli Alamani tra$portata in Italia dallo
  Illu$tri$s.Sig.Ve$pa$iano Gonzaga.                                                 33
Edificio belli$$imo alla Giodecca di Venetia con le
  chiocciole Alem fatto da M. Ale$$andro Bologne$e.                                  33
Speranza vana, &amp; c&otilde;tra la ragione di M.Ale$$andro.                        33
Somiglianza del pol$o humano al moto ordinato nell'
  ordigno di M.Ale$$andro.                                                           34
Regole vere, &amp; perfette di Pappo, &amp; di Dioni$odoro
  antori greci per fabricare la chiocciola.                                          34
<pb>
E$$ame perche Vitruuio fu$$e imperfetto ne'precetti.                                 34
Lode d'alcuni Architetti, che $eguono piu pre$to la ra-
  gione, che l'autorit&agrave; de'Scrittori.                                         35
Simmetria della chiocciola ragioneuolm&etilde;te formata.                            36
Effetti della chiocciola c&otilde;po$ta c&otilde; la vera $immetria.                 37
Maraniglio$o $paragno di fatica nel mouere i corpi
  graui, &amp; liquidi in alto con la chiocciola.                                    37
Ragione perche la chioc. vinca delle $ei parti le cinq;
  ogn'altra machina v$ata $ino a que$ti tempi.                                       37
Effetti grandi nati dal moto delle $pire delle quali &egrave;
  compo$ta la chiocciola.                                                            38
La natura, gli animali, &amp; le piante $i $eruono del mo-
  to $pirale per $alire in alto.                                                     38
Archimede, &amp; altri Filo$ofi ammae$trati dall'opere
  della natura, &amp; dall'i$tinto de gli animali.                                   39
<HEAD>TAVOLA DEL SECONDO DISCORSO.</HEAD>
Potenza del moto locale.                                                          40
Effetti prodotti dalla natura del moto locale.                                       40
Forza motrice rende $uperiore vna $petie d'animali
  all'altra, &amp; vn'huomo all'altro.                                               40
Forza de gli e$$erciti, &amp; dell'armate p&etilde;de dal moto lo.                   41
Principi giudicio$i hanno in gran pregio gli ingegnie-
  ri della forza de moti locali.                                                     41
Filo$ofi varij hanno trouato le ragioni di moltiplicare
  in infinito le forze humane permouer pe$i.                                         41
Archimede Siracu$ano, &amp; opere $ue.                                               41
Pe$o marauiglio$o della Guglia di Roma, &amp; della cu-
  pola della Rotonda di Rauenna.                                                     42
I$tromenti diuer$i gagliardi$$imi per mouer pe$i.                                    42
Effetti $ourahumani prodotti da diuer$i Capitani col
  mezo di varij i$trementi mathematici.                                              42
Trauagliata inuentione per alzar le naui $ommer$e
  dal fondo del mare.                                                                42
Cagione perche $i $ieno ingannati coloro, che pen$a-
  rono di poter mouere la chiocciola di Vitruuio.                                    43
Quali machine $ieno a propo$ito per mouere la chioc.                                 44
<foot>b 3</foot>
<pb>
Machine motrici quanto piu hanno il moto gagliar-
  do, tanto piu l'hanno tardo.                                                       44
Proportione dell'aumento della velocit&agrave; del moto al-
  la forza, con l'e$$empio particolare accommodato.                                  44
Cagione vera dell'accre$cimento della forza nelle ma-
  chine motrici.                                                                     44
<*>it&agrave; delle machine a moto orizontale, &amp; a moto
  ver$o il centro del mondo.                                                         45
Ragione della gran forza, &amp; della gran tardit&agrave; delle
  martinelle, &amp; delle vide perpetue.                                             46
R<*>ota, che con vn giro $olo cagionaua 13000 giri.                                  46
Machina rara d'vn'horiuolo donata da Ferdinando
  Re de'Romani a Solimano Re de'Turchi come, &amp;
  con qual magi$tero fu$$e fabricata.                                                46
I$tromento d'ine$timabile forza, che fu gia nella roc-
  chetta del ca$tello di Milano, con che arte c&otilde;po$to.                        47
Errore, &amp; $ua cagione di chi pen$a cagionare gagliar-
  do, &amp; veloce moto con la forza de'contrape$i.                                  47
Modello ingegno$s.d'vn Tede$co per fare vn molino
  tirato contra la $cienza, &amp; proportione de'pe$i.                               48
Cagione $peciali$$ima perche molti effetti rie$cono in
  modelli piccioli, &amp; non $eguono poi in opera reale.                            48
Prome$$e marauiglio$e, &amp; contra le ragioni naturali,
  &amp; mathematice d'Abel Fulone.
Abel Fulone ingegno$i$$imo in ritrouati de'modelli.                                  48
Il Re France$co grandi$$imo amatore de'virtuo$i.                                     48
Principi per la maggior parte poco giudicio$i ne gli
  effetti delle $cienze.                                                             48
Statera del molino di San Nicol&ograve; del Lido proportio-
  nata alla forza del motore piu di qualunq; altra.                                  49
E$$empio di quattro ruote deambulatorie.                                             49
Prima ruota da acqua gagliardi$$ima.                                                 49
Seconda ruota, v$ata ne gli Arzan&agrave;, &amp; in altri luoghi.                    49
Terza ruota d'Alamagna m&etilde; gagliarda, &amp; imperfetta.                        50
Quarta ruota a torto lodata da molti architetti, per
  e$$ere la meno perfetta di tutte le deambulatorie.                                 50
Di$cor$o dell'vtilit&agrave; di que$te ruote in mouor le chioc.                      51
<pb>
Venti forme di ruote motrici figurate dall'Agricola.                                 51
Machine di Schemnico, &amp; di Melibocco iu Alamagna.                                51
I$tromenti diuer$i del moto vi$ti in Venetia nella $ala
  de'modeili di mare.                                                                52
Lode d'vn Soriano marauiglio$o nel mouer pe$i.                                       52
Na ligli ingegno$i da lui fabricati per leuar dal fon-
  do del mare le co$e $ommer$e.                                                      52
Egittij, &amp; Caldei autori delle mathematice.                                      52
Greci hanno dato buon'ordine alle co$eritrouate da
  gli Egittij, &amp; da'Caldei.                                                      52
Modelli belli$$imi del Ru$celli, &amp; lode dell'i$te$$o.                            52
Prome$$a del Ceredi di aumentare la forza del moto-
  re $enza cagionare la tardit&agrave; nel pe$o, &amp; $enza e$-
  $ere contra alla $cienza de'pe$i.                                                  53
Lodi veri$$ime del molto R.P. Don Stefano Cataneo                                    53
Aratro vtili$$imo ritrouato da que$to Abbate.                                        53
Di$cor$o $opra le commodit&agrave; della Chiocciola.                                 53
Figura della cigognola trouata per mouer la chioc.                                   54
Cagione delle piegature delle cigognole.                                             54
Errori di molti che pen$arono d'accre$cere la forza a
  vetti con le piegature, con le ragioni loro.                                       55
Prome$$e vane tratte da punti delle linee $pirali.                                   55
Cagione di detti errori, &amp; di$$olutione delle ragioni.                           55
Mercurio perche adorato per l'Iddio dell'eloquenza.                                  56
Il Ceredi tocca alcune co$e delle piegature de'vetti
  perche alcuno non ne ha mai $critto in particolare.                                57
A quali s'appert&etilde;gono l'impre$e di <*>dur effetti nuoui.                      57
Primo ca$o nel quale conuengono le piegature.                                        58
Secondo ca$o in cui $ia lecito la piegatura.                                         58
Errore primo nella piega de'vetti.                                                   58
Errore de'vetti Ted.delle viti perpetue, &amp; de'tiratori.                          59
Errore de'vetti delle machine hidraulice da pi$telli.                                60
Inciampo di M.Ce$are Buonaca$a architetto famo$o.                                    60
Leggierezza d'vno archit. Fr&atilde;ce$e in formare vn vette
  per aumentare la forza a'remi delle galee.                                         61
Granchio pre$o del Fulone in correggere il detto vette.                              61
Errore d'vn letterato in far molini a gli Anconitani.                                62
<pb>
Campagne de'Rauennati $ommer$e per li molini edi-
  $icati $ul $iume.                                                                  62
Cagione dell'errore detto poco ha.                                                   63
Speranza, &amp; effetto vano di M.A. Buonaruoti &itilde;formar
  vn vette, &amp; vna lieua per mouere la chioc. di Vitru.                           63
Ragione, &amp; e$perienza della forza della detta lieua.                             64
O<*>o Magno $crittore delle hi$torie $ettentrionali.                                 65
Cagione dell'inganno di Michel Angelo.                                               65
Il Filandro $copre vn gro$$o fallo del Gaetta architet.                              65
Claudio Tolomeo eccitt&ograve; gli Academici Romani al-
  la correttione di Vitruuio.                                                        66
R&agrave;gione, &amp; vtilit&agrave; del vette formato per dare il moto
  alla chiocciola ben compo$ta.                                                      66
Figura di tre chiocciole con vn moto $olo.                                           69
Figura di $ei chiocciole con duoi moti.                                              70
Di$cor$o $opra la proportione dell organo, che mo-
  ue$$e le chiocciole con vn cauallo.                                                71
Prome$$a del Ceredi di volere compire di $criuere del-
  le proportioni de'gradi co$i delle qualit&agrave; elem&etilde;tari
  come dell altre co$e apperten&etilde;ti all'arti operatrici.                       73
Figura del detto organo del cauallo.                                                 75
E$$ortatione ad i$chiffare gli i$tromenti da ruote da
  denti, &amp; da fu$a.                                                              76
Nicol&ograve; Tartaglia inuentore della ragione dell'equi-
  librio nella $tatera, della quale non ragion&ograve; Ari-
  $totele nelle qui$tioni delle $tatere.                                             76
Ragione delle ruote, che ageuolano il moto col moui-
  mento dell'aere, &amp; con l'impul$ione.                                           76
Imperfettione di tal ragione.                                                        77
Di$cordia $ra Platone, &amp; Ari$totele nella cagione del
  moto impul$iuo dell'aere.                                                          77
Modo di fare il moto impul$iuo piu facile.                                           77
Figura della chiocciola aiutata dal moto della ruota.                                78
Alamani tengono il moto di tal ruota per la met&agrave;
  della forza del motore.                                                            79
Il Po $ul Pia centino haueua cor$o diuer$o da quello,
  che ha hora.                                                                       79
<pb>
Danni che $eguiuano dalla diui$ione dell'acque del Po.                               79
Galeazzo Duca di Milano liberali$$imo in fabricare.                                  80
Vtilit&agrave; $eguite all'vnione dell'acque del Po.                                 80
Luogo commodo, &amp; $icuro per $ituare le machine, le
  quali col cor$o del fiume moue$$ero le chiocciole.                                 81
Ragione ditale commodit&agrave; &amp; $icurezza.                                     81
<HEAD>TAVOLA DEL TERZO DISCORSO.</HEAD>
<p>De$iderio commune de gli huomini ne gli effetti
  delle co$e.                                                                        83
Socrate con$igliaua, che s'attende$$e all'operationi,
  la$ciando le $peculationi.                                                         83
Ri$po$ta arguti$lima d'vn Spartano rozzo ad vn Filo-
  $ofo Atenie$e.                                                                     83
Che altro $ia il di$correre con ragione, altro il porre
  i di$cor$i in e$$ecutione.                                                         84
Opinione d'Ari$totele della prattica $enza la $cienza,
  &amp; della $cienza $enza la prattica.                                             84
Per qual ragione l'acqua della chiocciola habbia mag-
  gior pendio, &amp; piu veloce cor$o dell'ordinario.                                85
Regole de Geometri nel dare il decor$o all'acque.                                    85
Frecetto di Vitruuio delle decadute, non o$$eruato
  communemente.                                                                      85
Nauiglio di Milano tirato con molto minore decadu-
  ta, che non in$egna Vitrunio.                                                      85
L'acqua pin veloce in cor$o rie$ce in molto maggiore
  quantit&agrave;, che la meno veloce nell'i$te$$o canale.                           85
Mi$ura dell'altezza delle ripe d'alcuni fiumi.                                       85
Quanto terreno $i $oglia ad acquare con vn canale da
  prato di $e $$anta oncie Piacentine d'acqua.                                       85
Quante volte in vn me$e $i $ogliono adacquare i prati.                               86
Per quanti me$i dell anno $i dia l'acqua a prati.                                    86
Con quante chiocciole $i cauer&agrave; vn canale d'acqua.                            86
Quanto co$ter&atilde;no gli huomini che mouer&atilde;no le chioc.                    86
Il terrcno mediocre adacquato quanto fieno $oglia
  produrre in tutti e tre tagli dell'herba.                                          86
<pb>
Qual prezzo $oglia hauere il fieno.                                                  87
Somma delle $pe$e fatte per mouere le chiocciole, &amp;
  per tutta l'agricoltura de'prati.                                                  87
Che le chiocciole, oltra l'ordinario dell'altre machi-
  ne, $ono durabili.                                                                 87
Che le chioc. portano poca $pe$a in e$$ere ra$$ettate.                               87
Somma del guadagno che re$ta da'prati $ottratte tut-
  te le $pe$e, &amp; l'entrata che $i cauaua prima.                                  88
Diuer$i auertimenti che fanno che la chiocciola $i puo
  v$are in molti luoghi, &amp; in molti modi.                                        88
L'acqua de'fiumi trapela per le vene $otterranee, &amp;
  puo tenere abondanti d'acque le fo$$e cauate alla
  liuella del fondo del fiume vicino.                                                89
Modo Geometrico di tirare i canali dal fiume all'ar-
  gine $enza pericolo di di$a$tro alcuno.                                            89
Leggi municipali $opra la fabrica de'canali.                                         90
Somma della $pe$a in fabricare la machina.                                           90
Agricoltori affermano che vna maggior quantit&agrave; di
  acqua bagna piu terreno che vna minore alla pro-
  portione.                                                                          90
La chiocciola $ar&agrave; a propo$ito per leuare l'acque $or-
  genti, &amp; piouute dalle campagne, &amp; dalle valli, che
  per cio non $i po$$ono coltiuare.                                                  90
La chiocciola puo $eruire per mandare l'acqua da be-
  re, &amp; per altri v$i per Roma, per Ferrara, &amp; per al-
  tre Citt&agrave;, che n'hanno bi$ogno.                                             91
Campagne di ri$o troppo $pe$$e non $i de permettere,
  che $i facciano in luoghi, che non $ono e$po$ti a ven-
  ti boreali.                                                                        92
Ale$$andria maggiore, Rauenna, &amp; Venetia pre$er-
  uate da venti $ettentrionali.                                                      92
Pigneta maggiore di Rauenna ha nociuto a$$ai alla
  $anit&agrave; dell aere di que$ta Citt&agrave;.                                    92
Piacenza edificata in $ito molto $alubre.                                            92
Citt&agrave; $ignoreggiate da'venti au$trali, abondano di
  malatie pericolo$e.                                                                92
Vtilit&agrave; dell'adacquare i prati quanto alla bont&agrave; del-
<pb>
  l'aere.                                                                            93
Pioggie amare tirate da'vapori de'terreni $ecchi, ni-
  mici$$ime alle piante, &amp; a gli animali.                                        93
Giudicio d'He$iodo lodato per hauer trala$ciato i pre-
  cetti della $tercoratione.                                                         93
Danno del lezzo del ledame generato dall'abondanza
  de'prati.                                                                          94
Rimedio propo$to dal Ceredi, &amp; approuato da tre
  collegij de'Medici, per leuare il danno del $ucco
  putrido riceuuto ne'frutti per la $tercoratione.                                   94
Oppo$itione dell'Archinto fatta nel con$iglio dell'en-
  trate $traordinarie di Milano.                                                     94
Que &egrave; copia di prati non &egrave; abondanza di biade.                         94
Lodeggiano $ouente non hanno biade per tutto l'an-
  no, per la copia dell'acque, &amp; de'prati.                                       94
Ri$olutione del $ouradetto con$iglio, &amp; ragione d'e$$a.                          95
Oppo$itione fatta in Ferrara contra l'v$o della chioc.                               95
Ri$po$ta a detta oppo$itione.                                                        95
In qual tempo dell'anno li fiumi habbiano meno ac-
  qua per ordinario.                                                                 95
Cagione della copia dell'acqua ne'fiumi.                                             95
Luogo oue hanno incominciato a lauorare le chioc-
  ciole, &amp; a produre gli effetti diui$ati.                                       96
Ognuno, $e non con la ragione, almeno col $en$o, &amp;
  con la proua puo cono$cere la grande vtilit&agrave; del-
  la chiocciola.                                                                     96
Ri$po$ta di Talete Mile$io ad vno che lo bia$maua per-
  che atrendeua alli $tudi di filo$ofia che non rendono
  guadagno.                                                                          96
Guadagno ine$timabile fatto da Talete col mezo del-
  la filo$o$ia.                                                                      96
Ri$po$ta del Ceredia coloro che $cherni$cono l'opere
  mathematice.                                                                       97
<HEAD>IL FINE.</HEAD>
<pb>
<HEAD>ERRORI OCCORSI NELLO STAMPARE.</HEAD>
Facciate.  Righe.   Errori.                  Correttioni.
     1      21      Mele$io                  Mile$io
     2       5      Me$$agieri               Me$$ageti
             7      acquido$o                acquido$a
     5       9      da huomini               da buoni
     8       3      di Galeno                &amp; di Galeno
            17      $o$tentare               $ottentrare
            35      antichi$$ima             vtili$$ima
     9      10      viddero                  vollero
    10       5      $cemare                  $entire
    11      24      intentioni               inuentioni
    13      26      hydranlice               hydraulice; &amp; co$i s&etilde;pre
    15      18      machinaCte$ibio          machina di Cte$ibio.
    16       2      capello                  ca$tello
    18      13      $piritali                $pirali, &amp; co$i $empre
    16      36      di tre oncie             di piu di tre oncie
    20      31      i$perienza               i$peranza
    27      29      a$pettare                a$lettare
    28      20      cono$ciuta               cono$ciuto
    32      23      egli poteua              egli $i poteua.
    35      38      $anno                    fanno
    36      24      &amp; leuandola          eleuandola
    37      24      Le infermit&agrave;      La infermit&agrave;
    38      25      Lenlab                   Leulab
            27      Epicidi                  Epicioli
            27      de circoli               de circoli $pirali
    39      10      lupilo                   lupulo
    40      11      tra$mutationi            tra$mutationi: fra le
                       della luna               quali
    41       7      gro$$ima                 gro$li$$ima
    47      18      capello                  ca$tello
    48      15      que$ta machina           que$ta macina
    56      23      dheuerne                 d'hauerne
    58       7      come $a                  come fa
    61       4      $tauagante               ftrauagante
    62       1      C. $ouerchi              C. $ono $ouerchi
    72      15      la liena                 la lieua
    81      13      cherobare                cherobate, &amp; co$i s&etilde;pre
    88       7      acqua, coloro            acqua, a coloro
            34      hiouamento               giouamento
    89       5      Ragnatella               Raganella
            34      Agricoltura              Architettura
    91       5      per l'import&atilde;za   per l'impotenza
    92       2      da propor$i              da prepor$i
    93      25      caldi$$imi bene          caldi$$imi $ieno bene
<p>Nell'vltima faccia della epi$tola nella prima riga debbe dir$i dell'or-
$oio, &amp; accomandata.
<pb>
<HEAD>DE' TRE DISCORSI SOPRA
IL MODO D'ALZAR ACQVE
DA' LVOGHI BASSI.</HEAD>
<fig>
<HEAD><I>DISCORSO PRIMO.</I></HEAD>
<p>D<I>I</I> QVANTO <I>bi$ogno, &amp; commodi-
t&agrave; $ia $empre $tata l'hone$ta abondan-
za delle buone acque, non $olamente
la natura i$te$$a delle co$e chiaram&etilde;te
lo mo$tra; ma ne fanno anchora cer-
ti$$ima fede la gran cura, &amp; diligen-
za, $i da moderni, come da gli anti-
chi u$ata in fabricare uarie $orti d'ac-
quedotti, &amp; ritrouare diuer$e machi-
ne, col mezo delle quali pote$$ero godere del benificio di $i utile, et
nece$$ario elemento. Imperoche quanto a gli effetti naturali, e$-
$endo l'humido $peciali$$ima cagione, &amp; qua$i legame dell'unione
di questi corpi inferiori; ne potendo alcun $oggetto animato rice-
uere d'altronde il nutrimento del proprio calor uitale, da cui deri-
uano tutte l'operationi della generatione, &amp; dell'accre$$imento,
&amp; mantemmento loro; anzi uedendo$i manifestamente, che allho
ra ne $egue incorrigibile di$trugimento, &amp; ultimo fine a tutte le $o
$tanze composte, quando lor uien meno il licore, ch'accoppia, &amp;
$tringe in$ieme le diuer$e parti de gli elementi; &amp; che porge il ci-
bo di cui $i pa$ce il calor della uita; $ia<*> sforzati a confe$$are,
che non $enza gran ragione quel grau<*> filo$ofo Talete Mele-
$io fu indotto a pen$are, che l'acqua fu$$e primo principio, &amp; auto-
re dello $tato di que$te compo$itioni elementari. Et perci&ograve; quell'i-
$te$$i Filo$ofi, che ripre$ero Talete di que$t<*> $ua opinione; afferma
rono poi, che dali'abondanza dell'humido $ono i pe$ci maggiori in
mare di qualunque animal di terra; &amp; ne pae$i freddi, &amp; humi-
di gli huomini, i $erpenti, &amp; l'altre co$e animate banno corpi di</I>
<foot><I>A</I></foot>
<p n=>2</p>
<I>piu gran mi$ura, che gli altri dell'iste$$a $pecie in l'altre regioni.
Ne fu marauiglia $e $cri$$e Ari$tobulo, che piu di mille terre fu-
rono da proprij habitatori abbandonate, quando il fiume Indo
mand&ograve; altroue lontano dal primiero canale, il cor$o dell'acque $ue:
&amp; $ei Ma$$ageri commciarono con maggior numero a coltiuare,
&amp; a leuare dal nome di luogo di$erto la regione loro, quando aper
to m piu luogbi il fiume. Arago, la re$ero acquido$o, &amp; a$$ai me-
no $terile, che per auanti $tata non era; $imilmente quanto a gli ar-
ti$icij di molti $egnalati huomim di tutte le prouincie, &amp; di tutte
l'et &agrave; u$ati per hauer copia d'acque, $ono $tate fatte opere di ma-
rauiglio$a con$ideratione, $i per $ommini$trare il douuto humore
alle piante, &amp; a tutti gli animali, &amp; per dar materia commoda a
diuer$e arti mecanice di potere fabricare molte co$e a bi$ogni del-
la uita humana; come per hauere arti$icio$e fontane, &amp; altri lauo
ri, o di hone$to piacere, o di leggiera, &amp; uana o$tentatione. Per-
cioche appre$$o de gli antichi Barbari, oltre che furono tirati con
incredibile trauaglio, &amp; $pe$a l'Eufrate, &amp; il Tigre a Babilonia
da a$$ai lontana regione; Semiramis anco introdu$$e nella citt&agrave;
Echatana un grandi$$imo acquedotto, largo quindici piedi, per
un'alto monte forato nello $pacio di <*>nticinque $tadi: &amp; il Re
Arabo hauendo fatto canali di pelli di toro, che $i piegauano, lor
conduceua in$ieme con l'e&szlig;ercito per tirar l'acque da' fiumi per
quei luoghi aridi, &amp; de$erti; oue egli a$pettaua Cambi$e. Co$i ap
pre$$o de' Greci non fu di puoca marauiglia tenuta quella fo$$a de'
Samij, laquale e$$endo lunga $ettanta $tadi, era tirata per un mon
te alto cento uenticinque cubiti. Et uenne gia in Grecia a tanta
o$tentatione la magnificenza del mouere, &amp; cumular l'acque; che,
come $cri$$e Xenofonte, a grandi huomini di Lacedemonia era da-
to titolo di maggior grandezza, $e innanzi alla ca$a loro, uicino
alle porte, haue$$ero hauuto un grandi$$imo, &amp; profondi$$imo $ta-
gno. Gli Romani poi con la potenza, &amp; grandezza loro, uin$ero
in maniera tutte l'altre nationi in cotali $pe$e, che non pure $i mo-
$trarono grandi$$imi per lo gran numero de gli acquedotti, de qua-
li ci ragiona Giulio Frontino, &amp; molti altri $crittori; ma $i $cuo-
prirono anco per molto ambitio$i, &amp; uani con le troppo delicate,
&amp; $ontuo$e Therme, co i Laghi fatti ad u$o de'giuochi delle batta-
glie nauali, con le Fontane di troppo di$ordinata $pe$a, &amp; con $imi-</I>
<p n=>3</p>
<I>li co$e, che di poco minor piacere $enza trauaglio alcuno, $i $oglio-
no ne'luoghi $uoi ottenere da gli huomini moderati, con gli effetti
$oli della madre no$tra natura. Et fu $i forte il de$iderio di quei po
tenti$$imi Imperatori in que$t'opere dell'acque, che qua$i garreg-
giando a pruoua l'un dell'altro, $i sforzauano dopo le grandi$si-
me moli de gli acquedotti, che ancora $i $coprono qua$i in tutte le
prouincie; hora d'a$ciugar laghi, hora di mutare il cor$o a'fiumi,
hora di cauare longhi$$ime fo$$e nauigabili, hora di tagliar l'I$th-
mo, &amp; hora di fare altre grandi$$ime co$e od utili, o uane, $econ-
do che la lor natura, &amp; giudicio o buono, o reo loro inchinaua, et
per$uadeua: qua$i che non $i pote$$e la$ciare piu honorata, et chia
ra memoria della magnanimit&agrave;, &amp; potenza loro, che con $imili,
o buone opere, o $ciocche o$tentationi.</I>
<p><I>Nelle machine anchora, le quali non con il di$cor$o naturale,
come le $opradette fabriche; ma con qualche uiolenza, &amp; arti$i-
eio mandano, &amp; alzano l'acque da luogo a luogo per li bi$ogni, o
commodit&agrave;, o piaceri de gli huomini; &amp; $pecialmente per $oueni-
re a gli e$$erciti; $ono $tati ui$ti in tutti li tempi ingegno$i$$imi ri-
trouati: e$$endo che o per la ragione del non poter$i dar luogo $en-
za corpo, &amp; corpo $enza luogo; o per la $cienza del muouer pe$i,
o per altra indu$tria (come piu di $otto $i uedr&agrave;) d'ageuolare il
moto a corpi liquidi, $i $iano introdotti diuer$i in$tromenti co$i da-
gli antichi, come da i moderni; liquali oltra la uaghezza de gli
artificio$i effetti, $ono anco riu$citi in non poca utilit&agrave; di tutti quel
li, che hanno cono$ciuto, &amp; u$ato la bont&agrave;, &amp; perfettione loro.
Ma benche molti $ottili, &amp; dotti huomini, Greci, Latini, &amp; Bar
bari $i $ieno lungamente affaticati con la $corta delle ragioni ma-
thematiche, &amp; natur ali; &amp; con uarie e$perienze; di porgere aiu-
to a $i belle, &amp; utili impre$e; ni$$uno &egrave; per&ograve; mai $tato, che $i $ap-
pia, $ino a'no$tri tempi, il quale habbia dato modo di leuare gran
quantit&agrave; d'acqua, alta $econdo il bi$ogno, per adacquar terreni,
a$ciugar ualii, far macinar molini, &amp; altre co$e $imili, oue $i ri-
cerca copia d'acqua, in modo che la$pe$a del motore, &amp; del fabri-
care, &amp; mantener le machine, non $ia caduta o maggiore, o qua$i
pare all'utile, che puo $eguire da tali inuentioni. Et $e pure qual-
ch'uno di quei buoni antichi Greci ha la$ciato regole, con le quali
$apendole alcun'huomo indu$trio$o, $i pote$$e for$e incaminare alla</I>
<foot><I>A</I> 2</foot>
<p n=>4</p>
<I>buona riu$cita di questi effetti; elle $ono per la malignit&agrave; de'tem-
pi pa$$ati, &amp; per la poca diligenza de $crittori meno antichi (co-
me io far&ograve; chiaro piu da ba$$o) di maniera re$tatenelle tenebre, che
que$ti effetti $ono $tati qua$i $empre giudicati da molti in altro pru
denti huomini, per impo$$ibili a por$i in reale e$$ecutione. Il qual
giudicio molto maggiormente &egrave; $tato confermato, perche $i uede,
che molte grandi, &amp; ricche citt&agrave; d'Europa, hanno fiumi di otti-
me, &amp; abbondati acque, che lor pa$$ano a canto; come Roma il
Teuere, Ferrara il P&ograve;, Toledo in I$pagna il Tago, &amp; molte ter-
re lungo al Reno, &amp; al Danubio, &amp; altre in altre prouincie; &amp;
tuttauia non hanno mai potuto tirar l'acque di quelli dentro alle
proprie mura, o $opra alle ripe, per u$o nece$$ario, &amp; commodit&agrave;
de $uoi cittadini: anzi con grandi$$ime $pe$e a poco a poco le fanno
portare a gli huomini, &amp; a $omari nelle ci$terne delle ca$e de pri-
uati. Senza che hauendo grandi$$imo bi$ogno gli Tede$chi, huo-
mini (come ognun $a) di $oprema eccellenza in l'opere di queste
ingegno$e machine, di alzar l'acque per u$o delle minere delle qua
li $ono ricchi$$imi (perche hora &egrave; nece$$ario a$ciugar l'acque, che
in grandi$$ima copia, &amp; con impedimento maggior d'ogn'altro,
dalle uene $otterranee, $orgono nella caua delle mine; &amp; hora &egrave;
molto commodo condurle dalle ualli, o dalle fonti piu ba$$e a luo-
ghi piu erti, oue $i lauano iminerali) non &egrave; ancora mai $tato da lo
ro po$to in opera machina alcuna, frale molte, che $i $on uedute,
la quale con la quantit&agrave; dell'acqua, che leua, &amp; con utile mag-
gior della$pe$a, fu$$e atta a $odisfare a i $opradetti bi$ogni d'adac-
quar terreni, &amp; di co$e $imili. Con tutto ci&ograve;, que$ti ualenti, &amp;
giudicio$i huomini $i dourebbero pur ricordare, che appre$$o di
molti $crittori, tenuti per ueriteuoli; $ra i quali u'&egrave; anco Vitruuio;
<*>i &egrave; re$tata chiara memoria, come gli antichi con machine rimo-
ueuano l'acque de'fiumi, che con la $ua grandi$$ima quantit&agrave; uie-
tauano, che non $i pote$$ero gettare, &amp; stabilire le fondamenta a
grandi$$imi, &amp; forti$$imi ponti; &amp; come nel fabricare i moli alle
bocche de' porti, tirauano tutta l'acqua del mare, benche copio$i$
fima, che loro $i faceua incontra, per impedire il lauoro incomin-
ciato. Ne douriano hauer$i la$ciato u$cir di mente, che Giulio
Ce$are, con animo ueramente magnanimo, a$ciug&ograve; il Teuere per
nettargli il fondo, ilquale per e$$ere cre$ciuto da pezzami, &amp; altr<*></I>
<p n=>5</p>
<I>brutezze, non $olo non haueua il decor$o libero; ma molte fiate
ancora non daua il pa$$aggio alle naui come auanti $oleua, &amp; co-
me $arebbe stato conueneuole. Dalla quale opera $i giudica, che
haue$$ero origine alcuni monti non piccioli di pezzami, &amp; d'al-
tre materie, che ancor $i ueggono non molto di$co$to dalle ripe di
tra$teuere. Et tuttauia $i $a, che in que$ta impre$a non fu fatto al
tro ua$o, o canale per dare con altra nuoua $trada il pa$$aggio al-
l'acque, m&etilde;tre che qua$i all'a$ciutto $i lauoraua nel letto primiero:
percioche &egrave; tenuto per fermo da huomini architetti (&amp; uno d'e$-
$i &egrave; l'Alberti) i quali hanno molto bene ricono$ciuto il pae$e, che
cio non fu$$e e$$equito con altro, che con l'aiuto di diuer$e machi-
ne, lequali alzauano il fiume ne'fo&szlig;i ordinari de' campi, &amp; a po-
co a poco lo faceuano sboccare al mare, o nell'i$te$$o canale piu a
ba$$o, oue ancora non $i nettaua.</I>
<p><I>Ora fra queste machine, $on $icuri&szlig;imo, che chi legger&agrave; atten
tamente que$ti no$tri di$cor$i, $i la$cier&agrave; facilmente per$uadere, che
la prima, &amp; la piu utile fu$$e que$ta, di cui principalmente $iamo
per ragionare. Le uere regole della fabrica di cui in$ieme con l'anti
chi$simo $uo authore, interpretate, &amp; tradotte molto imperfetta-
mente da Vitruuio i$te$$o, &amp; da tutti gli altri, che dopo lui $ono
$tati, per la malignit&agrave; de' tempi $ono dimorate in maniera occulte,
che non mai perfettamente (s'io non m'inganno) ella s'&egrave; potuto fa
bricare $in'a que$ti tempi: ne quali mi &egrave; $tato aui$o di hauere in mo
do trouato la uerit&agrave;, &amp; la piu $oda ragione del belli&szlig;imo artificio
di lei, che homai non ui $ar&agrave; piu co$a da notar$i, che ui $i debba ag
giungere, o permutare. Il che a quanto beneficio di qua$i tutte le
prouincie $ia per riu$cire, coloro i$te&szlig;ine $aranno te$timonij, che
dopo qualch'anno ne $entiranno utilit&agrave;, non mai prima ne credu-
ta ne for$e imaginata. Non dico io gia per questo, che i belli in-
gegni di quelle potenti citt&agrave;, &amp; delli Alamanni detti puoco ha, $i
debbano notare di tra$curagine; po$cia che $in qui non &egrave; stato lor
conce$$o di poter battere nello $copo di questo gioueuoli&szlig;imo ma-
gi$tero: percioche non m'&egrave; na$costo, che anch'e&szlig;i $ono gionti (co-
me io dir&ograve; piu diffu$amente $criuendo delle ragioni della fabrica)
a tant'alto, &amp; giusto $egno, quanto $i pote$$e da chiera sforzato
a $aettare al buio, in ber$aglio mobile, &amp; in luogo $opramodo tor
to, anzi a mille mani inchinato. Solamente po$$o con qualche ra-</I>
<foot><I>A</I> 3</foot>
<p n=>6</p>
<I>gione affermare, che qua$i per accidente, &amp; oltra ogni mio prin-
cipal pen$iero, $ono concor$e in me tutte quelle parti, che $ogliono
e$$ere atte a partorire $imili effetti; &amp; di rado $i $ono ritrouate in-
$ieme unite in qualunque di coloro, che pure $ono $tati auth ori di
molti&szlig;ime, &amp; belli&szlig;ime inuentioni. Imperoche e$$endomi io do-
po imiei piu graui $tudij, ne' quali (come $anno i nostri Piacenti-
ni) mi $oglio &amp; con la mente, &amp; con l'opere e$$ercitare; tra$lul-
lato molte uolte ne' campi delle certi&szlig;ime demo$trationi mathema
tice, hora $implici hora mi$licate d'altre $orti di $cienze; &amp; fra
l'altre nelle regole delle proportioni, &amp; della $cienza del mouer
pe$i; mi $ouenne (il che bene &egrave; ricordato da Ari$totele, &amp; da Ga
leno) che ni$$una $cienza, od arte, il cui ultimo fine $ia posto nel-
l'operatione, $i pu&ograve; perfettamente po$$edere; $e chi ha appre$lo i
precetti di lei, non conferma lor poi con uarie e$perienze molte uol
te, &amp; $icur amente riu$cite. Onde deliberai di uolermi anco pi-
gliare alquanto di piacere nel porre in reale effetto circa qualche
$oggetto utile, quelle norme, che contra il $uo uero fine, commune
mente $ono inte$e $olamente in a$tratto da gli huomini $cientiati.
Et tanto maggiormente fui $o$pinto a ci&ograve;, quanto io gia haueuo ue
duto chiaramente, che il grande Ari$totele, oltra che ci haueua
la$ciato quella diuina opera delle cagioni de gli effetti mecanici,
era anco con le proprie mani $tato primiero introduttore di alcuno
materiale, &amp; artificio$o in$tromento. Et per qual cagione $i do-
ueua egli $degnare a prender$i hone$to diporto col porre in e$$ecit-
tione tante belle ragioni mathematice, &amp; naturali; $e la natura
i$te$$a, qua$i diuenuta mecanica, nella fabrica del mondo, &amp; di
tutte le forme delle co$e, pare che a bello $ludio $i $ia ingegnata di
produrre ogn'hora piu artificio$i organi; dall'e$$empio de quali inui
tati noi huomini con l'aiuto del di$cor$o, &amp; delle mani, po&szlig;iamo
$occorrere al mancamento di quelle parti nelle quali nece$$aria-
mente $iamo creati qua$i piu imperfetti di qualunque altro anima-
le? S'aggiun$e a que$to un ca$o di non picctola importanza. Auen
ga che qua$i a $orte mifur uenduti da chilor non cono$ceua, certi
$critti di Herone, di Pappo, &amp; di Dioni$idoro tolti dalla libraria,
che fa gia del dotti&szlig;imo Giorgio Valla no$tro Piacentino, il quale
per gli meriti $uoi inalzato dalla liberalit&agrave; dell'Illu$tri&szlig;imo Si-
gnor Giouan Giacomo Triulzi, che allhora gouernaua lo $tato di</I>
<p n=>7</p>
<I>Milano, hebbe facult&agrave; di poter raccogliere tutti i piu degni au-
tori Greci che dalla grecia, in quei tempi oppre$$a dalla $ua mag-
gior rouina erano per diuer$i mezi tra$portati nella nostra Italia:
Ne' quali $critti non mai $tampati, o tradotti, che $i $appia; con-
fe$$o di hauere ritrouato molte co$e di quelle, ch'io $ono per di-
re piu di $otto, &amp; che dopo molte po$itioni d'Euclide, d'Archime
de, d'Appollonio Pergeo, &amp; di molti altri piu nuoui, che gia co-
no$ciute da chi ha uoluto, &egrave; nece$$ario, che s'habbiano alla mano
in que$te operationi; m'hanno fatto non poco lume nel camino,
ch'io pen$o hauer finito dello $tabilimento di questa macchina. Ma
piu d'ogn'altra co$a mi $erm&ograve; in questo mio proponimento, &amp; fu
cagione, ch'io qua$i o$tinatam&etilde;te $ia peruenuto alla $ine di que$t'o-
pera; il fauore, &amp; la liberalit&agrave; incomparabile dell'Illu$tri$$imo,
&amp; Eccellenti$$imo Duca, et Signor no$tro il Signor O</I>TTAVIO <I>Far
ne$e alla cui Eccellenza hauendo io molto familiarmente, per $ua
gran corte$ia, manife$tato il mio di$egno; non $olamente, per e$$e-
re ella molto auezza alle ragioni mathematice, &amp; $pecialmente
all'appertenenti all'u$o della guerra, ne re$t&ograve; capaci$$ima, &amp; lo lo-
d&ograve; a$$ai; ma ordin&ograve; anco a $uoi The$orieri, liquali allhora $i dole-
uano, che le bor$e erano qua$i uote dalle molte $pe$e fatte per l'Illu-
$tri$$ima Signora la Principe$$a no$tra, che mi fu$$e sbor$ata una
buona $omma di $cudi; con l'amto de quali $enza molto di$commo
do delle mie $ostanze, &amp; $enza ritirarmi ponto dalla mia princi-
pale profe$$ioni, ho potuto fabricare qua$i infiniti modelli piccioli,
&amp; grandi; aggiugnendo, mutando, &amp; leuando molte co$e, $econ-
do che o la conditione della materia, od il concor$o di molte cagio-
ni lontane, et uicine; o la uariet&agrave; de' mezzi, od il grado delle pro-
portioni, o la forza de motori, o molti altri impedimenti, che po$-
$ono attrauer$ar$i, lo ricercauano. Che $i s&agrave; bene da quei $cientiati,
che pure una uolta $i $ono dati all'operatione, che $i numero$o, &amp;
grande &egrave; il mucchio di quelle o$$eruationi, le quali tutte aun trat-
to bi$ogna hauere nella fanta$ia per far na$cere qualche nuouo, &amp;
importante e$$etto, che qua$i $empre &egrave; impo$$ibile a$$ettarle bene
in$ieme, et indrizzarle $icuramente all'opera ordinata; $e non do-
po molti errori in uarij tempi dall'e$perienza ricono$ciuti, &amp; di
modo corretti co la ragione, che alla perfine $i uenga alle uera per-
fettion dell'arte, &amp; alla ferma produttione dell'effetto, che s'a$pet</I>
<foot><I>A</I> 4</foot>
<p n=>8</p>
<I>taua. Della qual materia, perche e$$endo ella molto nece$$aria, in
altri mei $critti ne ragioner&ograve; in lungo $econdo la $entenza d'Ari-
$totele, di Galeno; non dir&ograve; altro per hora, $e non che per certi
mei particolari aui$i, &amp; per la gran corte$ia, &amp; magnanimit&agrave;
dell'Illu$tri$$imo mio Signore, &amp; padrone, non &egrave; auenuto a me ci&ograve;
che $uol qua$i $empre auenire a coloro, che $i pongono in tali ope-
rationi. Imperoche gli huomini ingegno$i che non $ono $cientiati,
non fanno mai co$a buona $e non a ca$o: &amp; non $apendo intraccia-
re la cagione de gli errori, che $eguono ne $uoi lauori, $pauentati fi-
nalmente dalla difficult&agrave; de' ca$i $ucce$$i, la$ciano l'impre$e abban-
donate; allegando poi mille fauole, &amp; menzogne per i$cu$ar$i.
Gli $cientiati, per la maggior parte $i contentano di $apere in uni-
uer$ale, &amp; di pa$cer$i l'intelletto $apendo $olamente parlar con ra-
gione $enza e$perienza alcuna; Et $e pure a qualchuno di loro uien
uoglia di render perfetto l'habito della mente, con la pruoua de gli
effetti; s'&egrave; prudente, $i frena a$$ai, con$iderando a quante $pe$e con
longhi$$ima pacienza lui $ia bi$ogno $o$tentare, et a quali calonnie
del uolgo ignorante, $e per qualche di$a$tro non $i face$$e bene, gli
$ia nece$$ario a $ottopor$i. Ma $e pure non o$tante ogni sbarra,
egli pa$$a all'operatione, di rado &egrave; che $tracco dalle $pe$e, che tan-
to piu paiono graui quanto piu $ono pre$enti; &amp; fatto impatiente
da gli errori, che $eguono per non poter$i bene hauer l'occhio,
a tutte le co$e, che $i debbono accoppiare in$ieme; ultimamente non
$i ritiri, &amp; non $i contenti d'hauer cono$ciuto di quanto honore ap
pre$$o de' buoni $ieno degni coloro, che riducono a fine qual $i uo-
glia dell'arti, &amp; ritrouati utili, o commodi alla congregatione de
gli huomini. Onde e$$endo io a$$ai $icuro dalle male lingue del uul-
go per lo fauore del Principe, ilquale pagato$i delle mie ragioni,
era per difendere ogni mio fatto, ancorche $ini$tramente riu$cito;
anzi non comportando la liberalit&agrave; $ua, ch'io mi $gomenta$$i per
qualunque $pe$a fatta in uano nello $tabilimento di molte e$perien-
ze; ni$$uno (come io $timo) haur&agrave; per co$a marauiglio$a $e da me
in cui erano anco l'altre $opradette circo$tanze, piu pre$to, che da
cia$cheduno altro, $ia $tato con mio maggior piacere, che traua-
glio qua$i ritrouata l'antichi$$ima Chiocciola de gli antichi.</I>
<p><I>Di questa dunque inuitato dal buon e$$empio della liberalit&agrave;
del mio Signore, ho deliberato di uoler dare libero, &amp; chiaro ra-</I>
<p n=>9</p>
<I>guaglio ad ogn'uno, che con qualche attentione legger&agrave; i pre$enti
di$cor$i: facendo aperte in maniera tutte le uere norme del com-
porla, &amp; ra$$ettarla, che $enza ueruna difficult&agrave; $i potr&agrave; man-
dare, da chi che $ia, in utili$$ima e$$ecutione. Ne uoglio che i le-
gami dell'auaritia po$$ino $i fattam&etilde;te nel petto mio, che i priuileg
gij di qua$i tutti i Principi d'Italia concedutimi per cotale indu-
stria, mi $ieno piu gioueuoli di ci&ograve; che mi $ar&agrave; utile la ragioneuole
corte$ia, &amp; di$cretione di quelli, che con $ua grandi$$ima utili-
t&agrave; $aranno per goder$ene: auenga che non mi piacque mai in tut-
to la fittione de gli antichi, li quali uiddero, che Mercurio, con
tutto che fu$$e l'Iddio dell'ingegno, &amp; dell'eloquenza, haue$$e an
co officio d'e$$ere $opraposto alle mercatantie. Sia mercatante chi
uole de'frutti delle $cienze, &amp; de parti della diuina $o$tanza del-
l'intelletto; che a me ba$ter&agrave; l'e$$ere in que$to diuenuto mecanico
alla $embianza d'Hipocrate, Platone, Aristotele, &amp; Galeno;
et co$i d'hauer fatto qualche beneficio a gli hnomini d'auenire; $en
za ch'io $ia tenuto mercatante col uendere, o tener na$co$te le co-
$e appartenenti all'util commune, per cauarne maggior $omma di
danari. Ma accioche io po$$a mo$trare piu chiaramente a cia$che-
duno la perfettione di questa Chiocciola, partir&ograve; questo mio ra-
gionamento in tre di$cor$i: nel primo de quali diui$er&ograve; tutte le ma-
chine utili u$ate per alzar acque sin'a que$ti tempi, ponendole con
la Chiocciola a paragone, &amp; dar&ograve; le regole uere difabricarla, &amp;
riporla conragione nelluogo $uo. Nel $econdo tratter&ograve; delli or-
gani del moto di lei, oue uerr&agrave; occa$ione di qualche bello, &amp; faci-
le auertimento circa la $cienza del muouer pe$i. Nel terzo uerr&ograve;
a $ommare, &amp; $ottraggere l'utile, &amp; il danno co$i della $anit&agrave;, co
me dell'agricoltura, che a gli Economici da l'u$o di questo in$tro-
mento &egrave; per douer riu$cire. E ben uero, che quali i buoni pittori
nell'opere $ue gia finite, na$condono i ponti geometrici, &amp; le linee
di pro$pettiua, dalle quali $icuramente, &amp; con arte $ono guidati
allo $coprimento della bellezza, che hanno uoluto figurare; ne ac-
con$entono, che quelle co$e, che tuttauia lor $ono $corta, &amp; $o$te-
gno, rendano l'opere gia stabilite men belle, &amp; chiare a gli occhi
de' riguardanti; la$ciando poi l'aggio a'periti di poterle compa$$a-
re, &amp; mi$urare ad ogni arbitrio $uo; tale io la cui principale in-
tentione &egrave; di uoler piu pre$to co'fatti giouare altrui, che con le pa-</I>
<p n=>10</p>
<I>role in$egnare, non m'allargher&ograve; molto in mo$trarele $ottili ragio
ni mathematice delle quali mi $ono $eruito: ma $olamente dicendo
di$tintamente quanto potr&agrave; e$$ere inte$o da ogni mediocre ingegno,
porr&ograve; innanzi a gli occhi quei colori, &amp; quelle ragioni, che ba$te-
ranno a far piu pre$to $cemare, che pienamente intendere il uero
magistero di que$to in$tromento.</I>
<p><I>L'acqua e$$endo corpo graue, non $i mouer&agrave; mai naturalmente
daluogo a luogo; $e il $egno, oue incomincia a mouer$i, non &egrave;
piu alto di quello, uer$o cui s'haur&agrave; a mouere. Et perci&ograve; afferma-
no li Geometri, che $i per la figura sferica della terra, la quale per
ogni mille pa$$i s'alza circa diece dita; $i anco per lo pendio, che
bi$ogna, che habbiano i corpi graui; e$$er fatti certi dall'e$perien-
za, che ad ogni otto $tadi $i ricerca almeno un piede di decaduta.
Con tutto ci&ograve; con uarij ingegni $i pu&ograve; fare, che l'acqua $i moua a
luogo, od uguale a liuella, o piu alto di quello, onde incominci&ograve; a
mouer$i. A luogo a ponto ugale $i fa caminare in doi modi: oue-
ro abba$$andola prima, &amp; poi alzandola, come $i fa ne ponti cana
li, che i Lombardi chiamano Gatti; ouero alzandola prima, &amp;
poi abba$$andola, come s'u$a in quei $ioni, ch'adoprano i cu$todi
delle porte della no$tra citt&agrave; per tirare il uino fuor delle botti al t&eacute;-
po delle uendemie. Il primo modo na$ce dall'equilibrio del pe$o del
l'acqua, che $cende; al pe$o di quella, che poggia: &amp; &egrave; $tato in$e-
gnato da Vitruuio meglio, che da ogn altro, nell'ultimo capo del
$uo ottauo libro. Egli $erue per cacciare i canali pieni d'acqua $ot
to alle fo$$e, $otto ad altri canali, $otto a $tagni, per le ualli, &amp; per
altri luoghi ba$$i piu di quelli, oue $i uogliono condurre; &amp; &egrave; mol-
to bene po$to in prattica $ul Padouano. Oue ho ui$to molte uolte
quattro, o cinque di questi acquedotti incrociati, hor con angoli
retti hor con acuti; l'uno $otto all'altro, per non perdere il pendio,
Euero che Vitruuio al mio giudicio, non &egrave; $tato bene inte$o dal Fi-
landro, ne da gli altri piu celebrati $uoi interpreti; liquali tutti
con una uoce dicono, che nella dottrina di Vitruuio $empre conuie-
ne auertire, che il luogo, al qual $i uuole condur l'acqua, $ia piu
ba$$a, che il luogo dal qual $i conduce; &amp; tuttauia da Vitruuio
i$te$$o $i cono$ce, per chi ben lo con$idera, che con questa ragione
facendo continuati canalialti, &amp; ba$$i, $i farebbe andar l'acqua
$empre alla liuella in in$iaito; come ancora mo$tra manife$tamen-</I>
<p n=>11</p>
<I>te l'u$o commune. Il $econdo modo il quale $egue il meto dell'aere
&egrave; molto ben dichiarato dal Valla no$tro Piacentino nel $e$to libro
della $ua Geometria: hauendo egli in ci&ograve; tra$portato molte co$e da
Pappo, &amp; $igurando da que$ta i$te$$a ragione diecenoue belli$$imi,
&amp; tutti diuer$i in$tromenti per mouer l'acque; con arti$icio uera-
mente molto diletteuole, ma che non rende altro guadagno, $e non
che facendo $paragno della naturale decaduta, alza $olamente al-
la liuelia; di maniera, che non $arebbero utili $e non per $chifar di
forare quelli impedimenti, che $ono trapo$ti $ra termine, eterni-
ne. Dunque di tali ordigni, perche non fanno al propo$ito no$tro,
il quale &egrave; di uolere alzare gran quantit&agrave; d'acqua di gran lunga piu
alta, che alla liuella, &amp; che non &egrave; il ponto, da cui $i moue; non di-
r&ograve; piu di quello, che ho gia detto; quando io haur&ograve; aui$ato li $tu-
dio$i, che $e mai inuaghiti della bellezza di $i ingegno$i effetti (&amp;
$e ne ueggono molti in Murano ne' ua$i di uetro; &amp; molti $ra Te-
de$chi ne ua$i di rame, o di $tagno) &amp; della dolcezza della cogni
tione di qualche cagione loro, $i eccita$$ero a uoler fare qualche no
ua opera; non $i la$cia$$ero in conto alcuno per$uadere, che con que
$tri mezi $i pote$$ero circolar l'acque a moto perpetuo, et far $onta
ne, &amp; altre co$e qua$i-eterne: come molti poco prudenti, &amp; male
intendenti delle mere, &amp; molte ragioni di questi accidenti, con $ilo
graui$$imo danno, &amp; uergogna hanno gia uoluto fare. Percioche
io loro a$$icuro, che non $i potendo mai nelle $opradette diecenoue
intentioni &amp; in altre $imili, andare col moto piu ad alto che alla li
uella; ogni $pe$a, &amp; ogni fatica riu$cir&agrave; lor uana, &amp; $lranamente
uergogno$a.</I>
<p><I>Quelle machine poi che leuano le co$e liquide piu alto, che alla
liuella; o lo fanno perche non $i pu&ograve; dar corpo $enza luogo, o luo-
go $enza corpo; o per l'uno, &amp; l'altro in$ieme, o principalmente
con la $cienza del mouer pe$i, o per altra indu$tria come dir&ograve; piu
di$otto.</I>
<p><I>Primieramente dalla ragione, che non $i dia corpo $enza luo-
go; deriu&ograve; la machina gia fatta in $an Giorgio maggiore in Vene-
tia, per dar l'acqua alla fonte del belli$$imo chio$tro di mezzo.
Imperoche e$$endo raccolta l'acqua in una gran ci$terna, laquale
haueua la bocca molto alta in gui$a di canna di pozzo; erano
certi canaletti di piombo, che dal fondo della ci$terna conduceuano</I>
<p n=>12</p>
<I>l'acqua in un'altra ci$terna piu alta, da cui poi con moto naturale
ella $cendeua alla fontana. Nella canna, o bocca della ci$terna di
$otto, era, un forte coperchio di legname, ilquale a $e$ta occupaua
giu$tamente tutto lo $patio della canna piena d'acqua; &amp; e$$endo
$pinto uer$o il fondo a poco a poco da un graue c&otilde;trape$o $in'alla fi-
ne della c&atilde;na; sforzaua qua$i tutta l'acqua della ci$terna ba$$a, a
$alir nell'altra; d'onde $cendeua poi, &amp; cagionaua la fonte. Fu
fatta $econdo la ragione di Plinio, ilquale accenn&ograve; nel $uo $econdo
libro, che le fonti $orgono in cima de monti per lo gran pe$o della
terra, laquale premendo gagliardamente l'acque, che di continuo
$i raccogliono nelle cauerne $otterranee, le caccia per diuer$e uie
all'erta; $inche trouano $trada aperta per potere u$cire. Ma ue-
ramente io mo$tre rei qu&atilde;to que$ta opinione di Plinio, &amp; d'alcuni
altri naturali, $ia lontana dal uero, $e ci&ograve; fu$$e mio proponimento
in questi pochi $critti, &amp; $e tal materia non fu$$e gia impre$a dal-
l'Eccellenti$$imo Me$$er Gieronimo Cardani primo lettore di me-
dicina nello $tudio di Bologna, per diffender$i da certe calunnie, &amp;
da certi tiri di Giulio Ce$are Scaligero; il quale a mio giudicio $cri
ue piu pre$to di que$te co$e con $tile arguto, et artificio $o, che c&oacute; buo
na, et ragioneuole e$perienza, ch'egli n'habbia mai uisto, o po$to
in e$$ecutione. Come che $ia, questa macchina, oltra che n&oacute; pu&ograve; ca
uare gran quantit&agrave; d'acqua, ha anco fra l'altre, due importanti$-
$ime imperfettioni. Vna &egrave;, che non in un mede$imo modo $o$tiene il
pe$o l'acqua piu profonda, &amp; la meno profonda: Ilche chiaram&etilde;te
&egrave; dimo$trato da Archimede nel libro delle co$e, che $tanno a galla
nell'acqua; &amp; confermato dalle naui de fiumi, lequali entrate in
mare con l'iste$$o pe$o, non s'abba$$ano tanto $otto l'acqua piu
profonda del mare, quanto faceuano nella piu ba$$a de'fiumi: &amp;
perci&ograve; ne $egue, che $e il contrape$o far&agrave; giusto effetto quando $a-
r&agrave; qua$i uicino al fondo della canna, il mede$imo non lo potr&agrave; fare
quando $ar&agrave; nella cima della piu alta bocca; $e non ui $i trouer&agrave;
$empre qualch'uno pre$ente, il quale lo renda piu graue, &amp; meno
graue, $econdo che piu o meno s'auicina al fondo. L'altra &egrave; che
non e$$endo po$$ibile di giustamente moderare la grauezza del con
trape$o, auiene $ouente, che le canne di piombo, o d'altro metallo,
che menano l'acqua ad alto, non po$$ono riceuere tutta l'acqua, che
lor manda la compre$$ione del pe$o; $i che $dru$ci$cono, &amp; la$cianla</I>
<p n=>13</p>
<I>ir$ene oue piu natur almente &egrave; inchinata; &amp; for$e per tali impedi-
menti non s'&egrave; mai ui$to, che l'effetto di que$to tuttauia ingegno$o
ritrouato, $ia $tato durabile per piu di doi o tre me$i.</I>
<p><I>Qua$i $imile a que$ta, quanto alla ragione $u quella di quel $ilo-
$ofo Milane$e; il quale con prodiga, &amp; ine$timabile $pe$a, opr&ograve; che
l'acqua con l'i$te$$o $uo pe$o pa$$aua in altri canali pia ba$$i, &amp; poi
s'alzaua: ma quanto all'effetto $u diuer$a; perche egli non puote
mai farla auanzare l'altezza della liuella: &amp; co$i benche re$ta$$e
ingannato del moto perpetuo, ch'egli cercaua; guadagn&ograve; tuttauia
il pendio naturale dell'acqua, con piu i$pedita $lrada, che non &egrave;
quella de ponti canali.</I>
<p><I>Con l'i$te$$a cagione lauora la tromba po$ta in $an Pietro in
Ge$$a; leuando con non poca $atica, poca quantit&agrave; d'acqua, &amp; po-
co alta. Pure $atisfa a$$ai bene al bi$ogno di quel luogo.</I>
<p><I>Diuer$a da que$ta fu $olam&eacute;te nella $tatera, che la moueua, quel
la che gia fece fabricare l'Illu$tri$$imo Signor Don Ferrante alla
Gonzaga.</I>
<p><I>Ne con altro fondamento leuaua l'acqua colui, che fabric&ograve; il
belli&szlig;imo molino nel porto d'Ancona; $e bene la qualit&agrave; del moto,
la quale era $enza $tatera alcuna, che fu$$e principalmente appe$a
al palo, che uolendo cagionare il uoto alzaua l'acqua, era a$$ai di$
$imile, &amp; molto fatico$a.</I>
<p><I>Mafratutte l'altre di que$ta $orte, belli&szlig;ima, et utili$$ima &egrave; quel
la, la quale &egrave; in generale u$o di qua$i tutte le nobili citt&agrave; d'Ala-
magna; &amp; &egrave; de$critta dall'Agricola nel $uo $e$to libro de metalli,
&amp; dipinta alla $ettima figura delle machine hydranlice. Che ue-
ramente $e que$t'in$tromento caccia&szlig;e gran quantit&agrave; d'acqua; co-
m'&egrave; ingegno$o, poco fatico$o, &amp; come la manda alti&szlig;ima, $are&szlig;i
mo liberi da ogm cura di cercare altra uia chefu$$e atta a $eruirci
meglio. Veggala chi uole appre$$o dell'Agricola.</I>
<p><I>Raddoppiata, &amp; triplicata di trombe con la mede$ima ragione
&egrave; quella che in Liegi citt&agrave; di Fiandra, fa utili&szlig;imo effetto nel tirar
l'acqua del profondo, &amp; qua$i $otterraneo fiume, che le pa$$a per
mezzo. Et $e non fu$$e tale in$tromento, male la farebbono molti
di quei cittadini: per e$$ere qua$i tutte l'acque di quei terreni bi-
tumino$e, &amp; la terra i$te$$a c&oacute;po$ta in maniera, che qua$i abbrug
gia al $uoco come carboni, Michele da Liegi la dipin$e in uer$i</I>
<p n=>14</p>
<I>beroici Latini, tanto leggiadramente, &amp; con $i belle figure di poc-
$ia; che mi fa qualche fiata tra$ecolare, pen$ando come $iapo&szlig;i-
bile, che un'huonio di natione barbaro, habbia $piegate co$e $i du-
re, &amp; o$cure in $ua natura, con tanta facilit&agrave;, &amp; eleganza. Con
tutto ci&ograve; que$ta machina ba$ta bene per hauer acqua da bere; ma
per adacquare terreni $arebbe di ni$$uno ualore: tanto piu che alla
puoca quantit&agrave; d'acqua, che trahe, ricerca uno gagliardi$$imo
motore.</I>
<p><I>Sul Reno ue ne fu un'altra, a ponto come que$ta: ma era mo$-
$a dal $unne; &amp; percio pareua in molte parti diuer$a. E dichiara-
ta da uno eccellenti$$imo autore in una $ua epi$tola $tampata in Lo-
<*>ania in$ieme con diuer$e altre epi$tole di molti ualenti huomini
<*>ede$chi.</I>
<p><I>Quelle due poi che hanno doi moti l'un $opra l'altro; &amp; $ono di-
pinte, &amp; de$critte da Giorgio Agricola nella decima, &amp; duode-
cima figura delle machine hydranlice; uengono anco formate con
l'i$te$$a ragione: &amp; ueramente $ono d'utilit&agrave; incomparabile a ri-
$petto dell'altezza, &amp; della quantit&agrave; dell'acqua tirata dall'altre:
$e non fu$$e che ricercano un fiume di ueloci$$imo cor$o, che lor dia
il moto; talche alcuna uolta &egrave; bi$ogno $eruir$i d'un'altra machina
per cacciar l'acqua ado$$o a queste, accioche $i po$$ino mouere. Si
ueggono in molti luoghi delle minere di Sa$$ogna, &amp; di Bauiera.</I>
<p><I>Ora tutte le $opradette machine $arebbero inutili per adacquar
<*>erreni, per la poca quantit&agrave; dell'acqua, che leuano: &amp; oltra di
questo la maggior parte di loro &egrave; di $pe$a intollerabile, co$i a fa-
bricarle, come a mantenerle: talche l'entrata dell'agricoltura non
le $arebbe a$$ai. Senza che ricercano $i prattichi mae$tri in ra$$et
tarle, che come gia mi di$$e l'Eccellenza dell'Illu$tri$$imo Signor
Duca no$tro, quando faceua fabricare la machina per la belli$$i-
ma $ontana del giardino $uo di Parma, que$te non $ono opere, co-
m'egli uide per proua d'altri, che da Fiaminghi prattichi$$imi, &amp;
patienti$$imi in $imili magi$teri.</I>
<p><I>Per lo contrario, dalla ragione, che non $i po$$a dar luogo $en-
za corpo, hanno hauuto origine le machine, che con le palle, &amp;
con quadri attaccati alle catene, pa$$ano $enza tramezzo d'aere,
giu$tamente per li cannoni; &amp; mentre che e$$i $ono tirati, &amp; uol-</I>
<p n=>15</p>
<I>tati a torno dalle ruote col mezzo delle statere, mo$$e o da huomi-
ni, o da caualli; o dal cor$o di qualche $iume; traggono l'acqua al
buco alto per onde ella rie$ce poi. Sono in u$o a$$ai per leuar l'ac-
qua dalle fondamenta delle fabriche po$te in luoghi aquido$i; &amp;
erano anticamente di gran commodit&agrave; a gli e$$erciti. Sono anco
de$critte da Mario Pellegrino, &amp; dipinte in cinque uarie figure
dal moderno Plinio nella materia minerale.</I>
<p><I>Ma piu era adoprato da gli e$$erciti il Sione dritto, compo-
$lo con la mede$ima norma: di cui ne pongono la figura il Valturio
nel decimo libro, &amp; Flauio Vegetio nel $uo libro delle machine
militari; E bello, &amp; facile in$tromento, &amp; quando non leua l'ac-
qua piu d'un braccio, o circa: ne $orbe grandi$$ima quantit &agrave;.</I>
<p><I>Sott'a que$te $i riferi$cono tutte le canne con cui $i uota la $enti-
na alle naui, &amp; alle galee: che $e bene uariano alquanto in-
fra di loro, $ono tuttauia compo$te da i mede$imi principij $opra-
detti.</I>
<p><I>In$ieme $i compone l'una, &amp; l'altra ragione $opraposta, nella
machina Cte$ibio; in$egnata, &amp; figurata da Vitruuio: laquale
boggid&igrave; &egrave; $i celebrata per ogni luogo, che pochi $ono gli huomini
nobili, che non ne $appiano ragionare. In Milano, in Venetia, in
Genoua, &amp; in Napoli, ne $ono $tato fatte molti$$ime: &amp; in uero
ni$$una caccia l'acqua piu alta di que$ta; ma uuole gagliardo moto-
re, &amp; di rado &egrave; che pa$$i un'anno a non $i guastare, &amp; $pecialmen-
te nelle linguette, &amp; nelle cuciture delle canne. Pure, $e le canne
$ono di bronzo, &amp; in luogo delle linguette ui $i pongano pallotole
di metallo, che giu$tamente chiudano il fondo delle canne de pe$tel
li, durano molto piu. Co$i $i crede che far&agrave; quella del giardino di
Parma, po$cia ch'&egrave; fatta con gran cura di Sua Eccellenza che n'&egrave;
intendenti$$ima.</I>
<p><I>I mantici ancora quando leuano l'acqua alta quanto $i uuole, $i
$eruono dell'una, &amp; dell'altra ragione in$ieme: auenga che alzan
do$i, &amp; non $i potendo riempir d'aere, $i rie<*>piono d'acqua: &amp;
abba$$ando$i, chiu$a ch'&egrave; la uia ond'entra l'acqua dalla linguetta,
&egrave; sforzata a riu$cire per la canna dritta orizontale di$o pra. Si ue
de la figura di questa machina fatta co'mantici, nel decimo libro
di Roberto Valturio, oue tratta delle machine militari: $enza
sh'&egrave; po$ta in effetto in Milano in tre, o quattro luoghi: Et c&tilde; que$ta</I>
<p n=>16</p>
<I>circolaua l'acqua colui, che portaua per Italia l'anno pa$$ato il mo
dello di quel capello, in cui $i cagionauano piu di ottanta diuer$i mo
ti, col moto di doi, o tre in$tromenti; benche egli non la$cia$$e ue-
dere $e non una ruota dentata, &amp; un'altra difu$a. Imperoche co-
m'io ben m'auidi; dalle bolle, che mandaua fuora per la cima del-
la colonna, ch'era in mezzo della fontana, un manticetto mo$$o
in$ieme con l'altre co$e dal moto della maggior ruota, cacciaua di
nuouo l'acqua gia caduta a ba$$o al ua$etto, ch'era in cima della
detta colonna. Et questo a mio giudicio era il piu bello artificio,
che fu$$e in quell'opra riguardata con tanto piacere, &amp; maraui-
glia dalla gente uolgare. Nel resto, ne per l'architettura, ne per
la $cienza del mouer pe$i, era riu$cibile, &amp; buona a por$i in reale
effetto.</I>
<p><I>Sin qui, qua$i tutte le $opradette machine $ono uiolente, &amp; fan
no forza alla natura; non tanto per lo pe$o dell'acqua, che poggia
in alto, quanto per le troppo temute minaccie, che ogn'hora $i le
fanno del luogo $enza corpo, &amp; del corpo $enza luogo: &amp; perci&ograve;
non &egrave; marauiglia $e non $ono durabili, &amp; $e ricercano potenti$$imi
motori a ri$petto dell'altezza, &amp; della quantit&agrave; dell'acqua. Ma
quelle, ch'io breuemeute $criuer&ograve; hor'hora, prima ch'io ragioni
della Chiocciola, non hanno altra ragione, che la $cienza del mo-
uer pe$i; ne altro contrario, che la naturale grauezza dell'acqua;
onde $ono anco piu durabili, &amp; cauano maggior quantit&agrave; d'acqua
ad hone$ta altezza data la parit&agrave; nell'altre co$e, &amp; $ono le $otto-
$critte.</I>
<p><I>Innanzi a tutte, qu&atilde;do $i pu&ograve; ben ra$$ettare in luogo commodo,
&egrave; utili$$ima la ruota, ch'&egrave; in u$o $ul Verone$e nell'Adige. Alza
l'acqua $opra qual $i uoglia ripa in buona quantit&agrave;, &amp; &egrave; mo$$a a
ponto nell'e$trema circonferenza come conuiene a dare il moto $e-
condo la uera ragione delle $tatere: Onde e$$endo maggiore il pe-
$o, che corre nell'ale de$tre, &amp; $ini$tre della ruota, che il pe$o del-
l'acqua alzata, &amp; poi uer$ata dalle ca$ette di mezzo; &egrave; facil co$a,
che faccia effetto di non puoca utilit&agrave;. Nulla di meno non $i pu&ograve;
porre $e non in fiume di $tabile cor$o, &amp; di ferme ripe. Et anco
nel cre$cere del fiume &egrave; impedita dalla troppo abondanza dell'ac-
qua; all'hora piu quando maggiore &egrave; il bi$ogno d'adacquare: cio&egrave;
nel principio di Giugno, per e$$er$i dileguate a piu potere le neui</I>
<p n=>17</p>
<I>de'monti, dal che ne $eguono le piene di qua$i tutti li $iumi.</I>
<p><I>Non con $i buona arte del pe$o $i fabrica il timpano de$critto da
Vitruuio nella $econda parte del nono capo del decimo libro, &amp; po-
sto nel quarto libro fra le figure di Flauio Vegetio: percio che $e
bene con le i$te$$e cagioni, &amp; qua$i nell'i$te$$o modo, che fa la ruo-
ta di Verona, alza, &amp; uer$a l'acqua; ha nondimeno il principio
del $uo mouimento molto uicino al centro: cio&egrave;, per lo $patio, che
puo girare un'huomo con una cigognola: il quale non s'&egrave; mai ui$to
che pa$$i dodici oncie: onde e$$endo il raggio, alla fine di cui &egrave; po$to
il pe$o, molto piu lungo che il raggio della cigognola, non $olo que-
$ta machina non &egrave; aiutata dalla $cienza de'pe$i, ma &egrave; fatta qua$i al
contrario.</I>
<p><I>Alla qual co$a uolendo fare qualche prouedimento alcuni $ci&eacute;-
tiati huomini, hanno piu pre$to abbracciata la dottrina dell'i$te$$o
Vitruuio nel principio del $ouradetto nono capo del decimo libro;
facendo il timpano in modo, che l'acqua non re$ta $empre nella fine
del raggio maggiore; anzi quanto piu $i leua, tanto piu s'auicina
al centro, &amp; e$ce per i colombari de'perni, non alzando piu, che
per la met&agrave; del diametro del timpano. Di piu fuora de'precetti di
Vitruuio, hanno anco fatto, che il raggio, oue &egrave; il motore, &egrave; al-
quanto piu lungo, che il raggio, che riceue il pe$o: ordinando un
cauallo, che con un giro maggiore, che il timpano non &egrave;; &amp; con
una ruota dentata, che batte in una rocchetta di fu$a cacciata $u
i perni; non $olo muoue con piu facilit&agrave;, ma anco a$$ai uelocemen-
te. Due di que$te machine $i ueggono a Lucia Fucina $ette miglia
lontano da Venetia; con una delle quali, che &egrave; la minore, $i leua
l'acqua, che $orge di $ouerchio in certe campagne lauorate, &amp; $i
tragetta nella ualle uicina; con l'altra, che &egrave; la maggiore, s'alza
l'acqua della Brenta per mandarla oltra l'argine, che &egrave; $ra la Bre<*>
ta, &amp; il mare; accioche $e ne riempino le barche, &amp; $i conducan<*>
alla citt&agrave; per u$o delle ci$terne.</I>
<p><I>Ma il Paladio, Architetto in Venetia di grandi$$imo credito,
me ne mo$tr&ograve; per $ua gran corte$ia una molto eccellente, &amp; non an-
cor publicata; la quale gia m'era stato a$$ai lodata dal Clari$$imo
Signor Marcantonio Barbaro fratello del Reuerendi&szlig;. &amp; dotti$$i-
mo eletto d'Acquilegia, a cui meritamente quei nobili Vinitiani
commettono il giudicio di qua$i tutte l'opere mathematice. Et in</I>
<foot><I>B</I></foot>
<p n=>18</p>
<I>nero io confe$$o, che dopo la Chiocciola $abricata nel modo, ch'io
diro di $otto, que$to $ia il piu utile i$tromento di quanti $e ne $ieno
$abri<*>at<*> $in'ad hora per alzare acque a mediocre altezza: impe-
roche le bocche, per onde que$to timpano riceue l'acqua, $i piega-
no qua$i in gui$a di lumaca uer$o il centro; cagionando, che in uno
i$te$$o tempo il pe$o $cendendo monti, &amp; col $uo piegato decor$o
ageuoli il moto a $e mede$imo, $in che giunga al mezzo, onde poi
rie$ce per gli gia detti colombari. Io baueuo bene letto la de$crit-
tione di que$ta tale machina appre$$o di Alfarabio dotti$$imo. Ara
bo nelle $ue mecanice: &amp; anco il Caccialupi no$tro me n'haueua
mo$trato molto prima per co$a $ecreta un picciolo modello; ma con
tutto cio que$ta del Paladio &egrave; molto piu per$etta; auenga che &egrave; ti-
rata con la mi$ura d'Archimede de'ponti delle linee $piritali, delle
quali non ragiona Alfarabio: $iche $i puo fabricare &amp; piu giu$ta,
&amp; piu facilmente, &amp; con maggior $icurezza di buon'effetto. tut-
tauia io ho poi trouato, che que$to, per altro utili$$imo i$tromento,
cede alla Chiocciola $i nella quantit&agrave;, &amp; nell'altezza dell'acqua,
come nella forza del motore, &amp; nel uantaggio del fabricarlo, &amp;
mantenerlo.</I>
<p><I>Dopo i timpani, $ono state in pregio per un tempo appre$$o de'
metallieri le machine fatte con molte $ecchie legate alle catene, che
$i uolgono con diuer$i motori $opra duoi $ubbij; uno alto, &amp; un ba$-
$o. Elle $ono de$critte in un modo da Vitruuio, &amp; dipinte in tre
diuer$i modi dall' Agricola nelle tre prime figure delle machine da
acqua del $e$to libro de'metalli. hora $i u$ano poco, perche l'e$pe-
rienza ha mo$trato, che non durano, che non alzano acqua con lo
i$te$$o motore al pare di molti de'$ouradetti i$tromenti, &amp; che $ono
di gran $pe$a a fabricarle, &amp; mantenerle. pure quando $i puo $er-
uire del cor$o impetuo$o di qualche acqua, $i potrebbono tolerare:
&amp; in ogni ca$o che s'haue$$ero a fare (ilche pero non con$iglio ad
alcuno) auerti$ca$i almeno, che i $ubbij, $oura i quali $i uolgono le
catene, non habbiano molto diametro; per non incorrere nell'er-
rore di quel Cremone$e, che gia ne fece una, che haueua le ruote,
foura le quali $i gir auano le catene; qua$i piu grandi delle ruote,
che dauano il moto: il che rende il pe$o $enza comparatione piu
graue, che non $arebbe, $e, come io ho detto, il $ubbio $ar&agrave; di mi-
nore diametro.</I>
<p n=>19</p>
<p><I>Fra le $ouradette $i potr&agrave; riporre il ritrouato di Me$$er Carlo
d'Vrbino, arte$ice di belli$$imo ingegno; benche $in'ad hora non fia
publicamente pale$ato.</I>
<p><I>Molte altre machine in modelli, che non $ono mai stato po$te in
opera reale, ho io ui$to in diuer$i luogbi; &amp; $peciamlente nelle ca-
mere $ecrete dell' ufficio de' Proueditori di commune in Venetia:
oue ognuno, che $i per$uade hauere ritrouato alcuna ingenio$a, &amp;
bella co$a porta i modelli, per ottenere qualche priuilegio, ma pen
dono tutte dalle ragioni $ouradette. Et perche non hanno maggio-
re per$ettioue, o commodit&agrave; dell'altre annouerate di $opra, $on $i-
curi$$imo, che re$teranno na$co$te perpetuamente. Non la$cier&ograve;
pero di dire, che il Bo$$io no$tro Piacentino gia $e ne imagin&ograve; una,
che non $i douendo leuare l'acqua molto alta, a$$ai facilmente, &amp;
con qualche utilit&agrave; hauerebbe $eruito in un mediocre bi$ogno. Ha-
ueua duoi $ecchioni a$$ettati in maniera in un legno torto in gui$a
della lettera. S. &amp; fi$$o nel mezzo del luogo da cui $i doueua cauar
l'acqua, che quando l'uno $i riempiua, l'altro $i uotaua: &amp; co$i
facendo duoi moti $ino al piano del terreno, quando l'uno s'alzaua,
l'altro s'abba$$aua, moueuan$i poi con una statera a$$ai bene c&oacute;-
pa$$ata: di modo che il moto fatto da un cauallo $arebbe $eguito
a$$ai facile, &amp; ueloce.</I>
<p><I>Re$ta hora la Chiocciola, la quale compo$ta nel modo, ch'io $o-
no per dire, di gran lunga auanza quanti i$tromenti $i $ieno mai
potuto imaginare, per leuare a$$ai acqua, per farla montare a gr&aacute;
de altezza, &amp; per poter$i girare facilmente; pur che ui $ia ag-
giunto l'organo del moto, di cui $i ragioner &agrave; nel $econdo di$cor$o:
di maniera, che data la parit&agrave; nell'altre co$e, $empreuincer&agrave; ogni
altra machina in quel partito-di cui $i uorr&agrave; fare il paragone. che
$e qual $i uoglia ordigno le $ar&agrave; pare in leuar l'i$te$$a quantit&agrave; del-
l'acqua, &amp; all'i$te$$a altezza; haur&agrave; poi bi$ogno di molto mag-
giori forze per poterlo mouere. $e le $ar&agrave; pare nella gaglierdia del
motore, &amp; nella copia dell'acqua, le ceder&agrave; nell'altezza. &amp; $e
hauer&agrave; altezza, &amp; motore uguale; l'acqua $i trouer &agrave; e$$ere a$$ai
meno: imperoche una Chiocciola compo$ta, come $i uedr&agrave;, con la
forza d'un'huomo $olo di mediocre lena, <*>ra almeno dodici oncie
d'acqua $econdo la mi$ura Piacentina (che &egrave; un quadro di tre on-
cie nette per ogni lato) alta circa $ette braccia di dodici oncie per</I>
<foot><I>B</I> 2</foot>
<p n=>20</p>
<I>braccio, con cor$o a$$ai piu inchinato, &amp; ueloce, che non $i d&agrave; or-
dinariamente al moto de'riui, che ci $eruono per adacquare. Et un
cauallo che non $ia de'piu gagliardi, ne tira all'i$te$$a altezza, &amp;
con <*>i$te$$e circo$tanze, piu di mezo canale da prato; cio&egrave;, un
quadro di $ei oncie per ognilato: al qual $egno, &amp; alle quali con-
ditioni non e$$endo$i ancora mai auicinata per molto $patio alcuna
dell'altre machine; &amp; potendo $i que$ta fabricare, &amp; mantenere
con pochi$$ima$pe$a, a ri$petto dell'utile; anzi e$$endo forti$$ima,
&amp; durabile in ogni $ua parte fuor della credenza d'ognuno, che
non l'habbia prouata; non &egrave; $enza ragione, che $i debbano a$pet-
tare da lei effetti per adacquare terreni, &amp; per altri u$i, con l'uti-
lit&agrave; grandi$$ima, ch'io diui$er&ograve; nel terzo di$cor$o. Aggiunge$i
che ogni mediocre arte$ice, pur che n'habbia una fiata $abricato
una $econdo le norme, ch'io fra poco apertamente dimo$trer&ograve;, $ar&agrave;
atto con non molta fatica, &amp; $enza commettere errore alcuno a $a
bricarne, &amp; ra$$ettarne quante ba$teranno per li $eruigi di mol-
ti$$imi buomini. Ma $e non &egrave; stato po$ta in u$o $ino ad hora, $ono
ficuro, che la grande autorit&agrave; di Vitruuio, il quale $olo fra tutti li
$crittori cono$ciuti n'ha trattato; &amp; l'imperfettione delle regole,
ch'egli ha la$ciato, ne $ieno stato $peciali$$ima, &amp; forti$$ima cag<*>-
ne: tanto piu che coloro, che pur alla fine hanno inte$o le $ue diffi-
cili norme, &amp; l'hanno ridotte all'opera, $i $ono ritrouati ingan-
nati in molte co$e: &amp; $oura ogni altra, nella forza del motore, il
quale ui bi$ogna $i gagliardo, che mi di$$e gia il Clari$$imo Signore
Pandol$o Contareni, che molti nobili Vinitiani, $ra'quali anc'e$$o
n'era uno, molte n'haueuano fabricato con effetto $empre uano, &amp;
fallace per molti ri$petti; &amp; $pecialmente per la grandi$$ima diffi-
cult&agrave; del mouerla, talche finalmente ognuno stracco dalle $pe$e,
l'haueua la$ciata, &amp; piu pre$to s'era accommodato con qualche
altro magi$tero. Per la qual co$a mi $ono a$$ai marauigliato, che
il dotti$$imo Mon$ig. Barbaro entra$$e mai in i$perienza (come egli
$criue ne'$uoi commentari $opra Vitruuio) che con que$to i$trom&eacute;-
to tirato al modo di que$to autore, facendo$i cadere l'acqua ado$$o
a qualche ruota fi$$a in lui mede$imo, $i pote$$e cagionare il moto
perpetuo, $i lungamente cercato in uano da tanti belli$$imi ingegni
&amp; non mai ancora ritrouato. Abenche io $coprir&ograve; piu di $otto la
origine di que$ta $peranza, quando io hauer&ograve; prima fatto manife-</I>
<p n=>21</p>
<I>sta <*>imper$ettione delle regole di Vitruuio, &amp; rintracciata la ue-
ra ragione dell'a$ce$a dell'acqua in que$ta machina: dalla qual ra-
gione n&oacute; $olo $i haur&agrave; il modo di poterla fabricare, ma anco la uia
di cono$cere ogni granchio pre$o in tal materia da chi che $ia.</I>
<p><I>Tre dunque $ono in $o$tanza le regole date da Vitruuio nella
compo$itione di que$to i$tromento. La prima, che la traue del $o-
$tegno di mezo, la quale nell' auenire da noi $ar&agrave; dimandata ani-
ma, $ia gro$$a tante dita, quanti piedi tutta la machina $i uorr&agrave; far
lunga: il che per e$$ere il piede di $edici dita, non uuol dire altro,
$e n&oacute; che debba que$t'anima e$$ere $edici uolte pin lunga, che gro$-
$a. L'altra &egrave;, che s'habbia a tirare il canale caminando per gli in-
crociamenti de gli ottanti. La terza, che il canale $i debba fare
alto di $ponde in maniera, che tutta la machina re$ti gro$$a l'otta-
ua parte della lunghezza. Ora pigli$i un'anima poniamo ca$o
gro$$a mezo braccio: ella, $econdo la prima regola, $ar&agrave; lunga
otto braccia: il $uo canale, $e $ar&agrave; $implice, per la $econda regola
$ar &agrave; largo diciott'oncie; $e $ar&agrave; doppio, $ar&agrave; largo noue. perche
e$$endo la circonferenza dell'anima poco piu di diciott'oncie, gli
ottanti $aranno di circa due oncie, &amp; un quarto. $i che in capo di
quattr'ottanti, che &egrave; tutto il pendio dell'anima, &amp; $ono circanoue
oncie, $i chiuder&agrave; il canale quando $ar&ograve; doppio. Per la terza re-
gola, tutta la gro$$ezza dell'i$tromento $ar&agrave; un braccio. Ponga$i
co$i fabricato all'opera, &amp; $ia la $ua eleuatione delle cinque parti
le tre. &egrave; co$a chiara, che $ar&agrave; bi$ogno, che entri $otto l'acqua qu&aacute;-
to importa tutta la gro$$ezza $ua; &amp; di piu tutta la larghezza
della bocca del canale o $ia doppio, o $ia $implice; altrimenti $i uede
per la ragione, &amp; per l'e$perienza, ch'egli non ander&agrave; pieno. Si
perdono aduuque nece$$ariamente $otto la $uperficie dell'acqua,
circa uent'oncie. Il re$to &egrave; $ei braccia, &amp; quattr'oncie; le quali
uolendo fare un moto $olo, alzano poco piu di tre braccia, &amp; me-
zo; che uolendone far duoi, conuerebbe che il ua$o, che riceue$$e
l'acqua del primo i$tromento, per darla al $econdo, fu$$e almeno
profondo un braccio, &amp; mezzo; &amp; co$i leuerebbe al primo i$tro-
mento lunghezza di qua$i tre braccia, re$tando il primo moto di
poco piu di due braccia: il quale pero $arebbe molto di$$icile, ceden
do a molti altri de'$oura detti i$tromenti qua$i in tutte le circo$tan-
ze: ne $e ui fu$$e un $olo canale, benche piu largo, hauerebbe mol-</I>
<foot><I>B</I> 3</foot>
<p n=>22</p>
<I>ta acqua; per non e$$ere atto a mandarla $e non per la met&agrave; del gi-
ro: anzi tanto meno l'alzerebbe, quanto piu $arebbe sforzato a
na$conder$i $otto l'acqua, per la larghezza $ua. Similmente $e noi
raddoppiando la gro$$ezza dell'anima, uole$$imo raddoppiare la
lunghezza, haure$$imo hene il uantaggio del moto di $opra, $e non
ue ne doue$$e e$$ere $e non uno; ma douendouene e$$ere duoi, l'ef-
f<*>o tornerebbe alla mede$ima proportione; pur che non uole$$imo
fare $i lungo l'i$tromento, che ba$ta$$e a tutta l'altezza intiera <*>
co$a molto strauagante, $i per la $mi$urata gro$$ezza dell'i$tro-
mento, che non $i potrebbe qua$i mai ra$$ettare a $uo luogo, come
per la $traordinaria forza, che ui bi$ognerebbe a poterlo mouere.</I>
<p><I>Impe roche la uera ragione, perche l'acqua in que$to ordigno $a-
glia in alto, non pende da altro, che dal pendio della gro$$ezza de
l'anima, dal quale il canale prende la $ua decaduta: in maniera,
che $eruando la proportione, tanto $i potr&agrave; fare il canale piu largo,
&amp; che renda piu copia d'acqua, quanto $ar&agrave; maggiore il diame-
tro dell'anima. onde ritrouando$i l'acqua per lo giro del motore,
$empre in luogo eleuato, &egrave; forza, che per la naturale grauezza,
$empre $cenda; &amp; co$i correndo per la $ponda fatta co'regoli, che
noi chiamiamo uermi, &amp; che le $erue per fondo del canale; tanto
$cendendo a$cenda, quanto $ar&agrave; eleuata l'anima dal punto di $opra.
E'ben uero, che $e l'eleuatione dell'anima di giro in giro del canale
fu$$e maggiore, che il pendio; l'acqua non potrebbe montare. Et
perche caminando le $ponde del canale per gli ottanti, &amp; alzando
l'i$tromento delle cinque parti le tre, la decaduta re$ta $empre al-
quanto maggiore, che la $alita: quindi auiene, che l'acqua $i uede
poggiare $enza impedimento alcuno, come $e il canale $ar&agrave; noue
oncie, &amp; il pendio $ei, alzando la larghezza del canale, che uiene
ad e$$ere lunghe</I>zz<I>a dell'i$tromento delle cinque parti le tre; la ele-
<*>atione $ar&agrave; poco piu di cinque oncie, &amp; un ter</I>z<I>o; &amp; il pendio
$ar&agrave; di $ei oncie, hauendo uantaggio di hone$ta decaduta in $i bre-
ue $patio.</I>
<p><I>Quiui dicono alcuni, che $i uede, che l'anima detta di $opra,
raddoppiata in gro$$ezza per raddopiarla in lughezza, haurebbe
tante uolte decaduta d'un bracc<*>o per un canale largo diciott'oncie,
&amp; alto $ei, quanti mezi giri de'uermi entra$$ero a circondarla d<*>
<*>ngo intieramente; &amp; $arebbe decaduta di circa dodici bracci<*></I>
<p n=>23</p>
<I>in tutto; che in duoi uermi cre$cono in uentiquattro. al moto del-
la quale ognuno puo giudicare, che non ba$terebbe la maggiore,
&amp; piu gagliarda ruota, mo$$a dal piu ueloce fiume, in cui $i $oglio-
no fabricare molini. auenga che $ia bi$ogno, che il motore habbia
maggior forza in girare la machina, che l'acqua in $cendere per $i
gran pendio a moto contrario al moto di lui. Et a que$ta co$a han-
no anco detto, che non aucrt&igrave; il giudicio$i$$imo Mon$ig. Barbaro,
&amp; s'imaginano, che $olamente egli uedendo, che l'acqua con moto
uaturale $cendendo a$cendeua, &amp; non hauendo riguardo, che il
moto del giro di fuora, $ia contrario al moto gagliardi$$imo della
decaduta di dentro; ne for$e hauendo bene con$iderata la cagione
dell'a$cendere dell'acqua, o $attone egli ste$$o alcuna ragioneuole
e$perientia, prende$$e $peranza di poter fare il moto perpetuo con
que$ta machina a que$to modo formata, con la quale ne anco &egrave; po$-
$ibile a farlo a tempo, $e non con uiolenti$$imo mouimento i$tranio.
percioche $econdo co$toro, $ia come $i uoglia la forza del motore,
certa co$a &egrave;, che $empre $ar&agrave; maggiore la decaduta dell'acqua den-
tro all'i$tromento, che quella dell' i$te$$a gia u$cita fuora. che $e
l'anima $ar&agrave; gro$$a mezo braccio, &amp; lunga otto; la decaduta di
dentro $ar&agrave; circa cinque braccia, &amp; quattr'oncie in un uerme $olo;
&amp; quella di fuora tutta non potr&agrave; e$$ere piu che quattro braccia,
&amp; noue oncie; &amp; minore anco $arebbe, $e l'acqua batte$$e $opra
qualche ruota fermata nell'i$tromento; la quale $e fu$$e picciola,
hauerebbe poca leuatura, $cemando tuttauia la decaduta quanto
importa$$e parte della $ua larghezza, od almeno il luogo della
Chioceiola oue $i ferma$$e: $e fu$$e grande, quanto acqui$ta$$e di le-
uatura, tanto perderebbe nella $ce$a dell'acqua: &amp; co$i re$terebbe
molto inferiore di forze al moto di dentro; $e pure il $ito dell'altez-
za $ua $opporta$$e, che una ruota grande nello $patio di $otto haue$-
$e il pa$$aggio. Ne gioua al giudicio di co$toro, che $i dica, che il
pendio di dentro $i con$idera $olamente per que$ta particella, che
au&aacute;za l'eleuatione; che $arebbe nella gia detta Chiocciola per ogni
noue oncie di lunghezza duoi terzi d'oncia, o circa: $iche in tutta
lei fanno $omma di poco piu di $ette oncie; &amp; co$i la decaduta di
fuora per un $olo canale, $arebbe di gran lunga maggiore, &amp; po-
trebbe ageuolmente uincere, &amp; sforzare il moto dell'interno pen-
dio. Non gioua cio, dicono, co$a alcuna alla $peranza del moto</I>
<foot><I>B</I> 4</foot>
<p n=>24</p>
<I>p<*>rpetuo: percioche affermano, che in ogni ca$o la $ce$a di $ei on-
cie per ogni noue di lungbezza, re$ta $empre in $uo uigore, ne $en-
za lei $i cagionerebbe la $alita. &amp; $e bene quando ella $i con$idera
a ri$petto dell'eleuatione, au anza di poco; non &egrave; per que$to, che
non concorra $empre tutta all'operatione: &amp; in ogni canale l'ac-
qua, che mentre $i gira $i troua nella parte di $opra, cade per tutta
la $ce$a dell'anima, che &egrave; $ei oncie, $inche di nuouo alzata torna
tante uolte a cadere, quanti $ono li mezi riuolgimenti de'uermi.</I>
<p><I>Alle quali po$itioni io ri$pondo, che for$e $arebbeno uere, quan-
do l'anima fu$$e fondo del canale, &amp; li uermi fu$$ero $ponda: per-
che allhora la decaduta di mezo giro in mezo giro, $empre $areb-
be quanto il diametro dell'anima. ma$e la co$a ste$$e co$i, qual
uantaggio hauerebbe que$to i$tromento, a ri$petto de gli altri, in
mandare molto piu facilmente maggior copia d'acqua? Se bi$o-
gna$$e alzare tutta l'acqua, ch'egli haue$$e dentro, per $i alta de-
caduta in ogni $olo canale, &amp; poi anco che alla fine l'acqua non $i
troua$$e alta, $e non poco piu, che la met&agrave; di lui; non $arebbe a$$ai
meglio $eruir$i del piu imperfetto timpano di Vitruuio, col quale
data la parit&agrave; dell'altezza, in cui nell'ultimo $i troua l'acqua, $i
potrebbe farne leuare l'i$te$$a quantit&agrave; con a$$ai minore, &amp; piu fa-
cile pendio? Tuttauia $i uede pure con la proua, che que$to in$tro-
mento, qu ando &egrave; ben compo$to, di gran lunga uince tutti gli altri
con le circo$tanze, ch'io di$$i poco piu di $opra. Ne di que$to uti-
li$$imo effetto n'&egrave; uera, &amp; prima cagione altra co$a, che l'e$$ere
l'ordine de'uermi in uece del fondo del canale, &amp; l'e$$ere l'anima
da un lato, &amp; la coperta dall'altro, in luogo di $ponde: per che a
que$to modo il pendio di dentro $ar&agrave; $olamente quella partieella,
che auanza l'eleuatione: &amp; $arebbe nella gia detta Chiocciola,
che habbia $ei oncie di dametro nell'anima, per ogni noue oncie di
limghezza, circa duoi terzi d'oncia: $iche per ogni uerme in tut-
ta lei rendono $omma di poco piu di $ette oncie, &amp; in duoi uermi di
poco piu di quattordici. Con $i poco pendio (il che non auiene in
qualunque altro i$tromento) l'acqua $i troua alta piu di $ei parti di
piu di lui; di modo ch'egli almeno con $ei gradi di meno di forza,
alza l'i$te$$a quantit&agrave; d'acqua all'altezza, che fanno tutte l'altre
machine, o con l'i$te$$a forza ne tira $ei uolte piu alla mede$ima
<*>leuatione, Ragione chiari$$ima oltre le $ouradette e$perienze,</I>
<p n=>25</p>
<I>che le co$e $ieno a que$to modo, &egrave;, che $e $i $ar&agrave; un'anima picciola
di quattr'oncie di diamctro, pur che il uerme $ia tanto alto, che il
canale riccua l'i$te$$a quantit&agrave; dell'acqua, non $i mouer&agrave; per que-
$ta cagione piu facilmente, che $e ella $ar&agrave; alta $ei oncie, &amp; hab-
bia il uerme ba$$o alla proportione dell'i$te$$a copia dell'acqua. &amp;
nondimeno e$$endo la decaduta di dentro un ter</I>z<I>o manco, doureb-
be e$$ere un terzo piu leggiera. Solamente ha l'anima picciola
qualche $iata alcun uantaggio, per e$$ere il pe$o $opra di lei alqu&aacute;-
to piu uicino al centro: perche l'anima di quattr'oncie leuer&agrave; do-
dici oncie d'acqua con il uerme alto due oncie: $iche la $uperficie di
fuora del pondo, $ar&agrave; lontana dal centro quattr'oncie; &amp; quella di
dentro due. ma l'anima di $ei oncie tirer&agrave; l'i$te$$e dodici oncie, col
uerme poco meno alto d'una oncia, &amp; meza: onde la $uper$icie di
fuora del pondo $ar&agrave; di$tante dal centro piu di quattr'oncie; &amp;
quella di dentro $ar&agrave; lontana almeno tre: di modo, che il pe$o,
quando $egua que$ta $immetria, che non $empre $egue, re$ter&agrave; al-
quanto meno graue; benche non per cagione che ui $ia minore la
decaduta dell'anima.</I>
<p><I>Ora con tutto che il pendio $ia $i poco, &amp; con tanto gran uan-
taggio dentro alla Chiocciola; nulla dimeno non $i debbiamo ma-
rauigliare, s'ella, formata al modo di Vitruuio, $ia graui$$ima a
mouer$i: imperoche e$$endo huopo per alzare a$$ai l'acqua, farla
$mi$urata in gro$$e</I>zz<I>a, accioche $e le dia la longhe</I>zz<I>a, che re$ta
utile, &amp; quella che $i perde di $otto, &amp; di $opra; &amp; co$i facendo$i
un canale, che porta le migliaia di libre d'acqua; non &egrave; gran co$a,
che $i graue carico ricerchi potenti$$imo motore: ancorche per ogni
mezo giro non s'haue$$e a tirare tutta l'acqua alta $e non un brac-
cio: tanto piu che la gro$$e</I>zz<I>a dell'anima, che conuiene hauer$i,
per dare la lunghe</I>zz<I>a alla machina, nuoce a$$ai, rimouendo molto
la graue</I>zz<I>a del carico dal centro, in cui $i gira. onde $empre re-
$teranno ingannati coloro, che $eguendo le regole di Vitruuio, cre-
deranno di poter fabricare tale i$tromento con utilit&agrave; maggiore,
o pare a molti de'$ourapo$ti.</I>
<p><I>Ma quanto alla $peranza di Mon$ig. Barbaro, dico, ch'egli con
molto forte ragione $i mo$$e a credere, che con que$to i$tromento
meglio, che con ogni altro, $i fu$$e potuto cagionare il moto perpe-
<*>o: perche mi per$uado, che un tanto huomo di$corre$$e molto</I>
<p n=>26</p>
<I>bene $opra le co$e dette di $opra, del pendio di dentro, &amp; della ca-
duta di fuora; &amp; $coprendo, che tutta l'acqua gia u$cita puo $cen-
dere per tutto lo $patio dall'altezza, a cui &egrave; stato leuata; la quale
<*> maggiore, che tutto il contrario decor$o di dentro congiunto in-
<*>ne; conchiude$$e, che l'acqua gia u$cita pote$$e mouere la non
ancora u$cita, in$ieme con la machina i$te$$a: percioche la machi-
na, tolto uia il decor$o dell'acqua, $e fu$$e bene diece uolte piu gra-
ue, che non &egrave;, o fu$$e tutta di piombo, $i potrebbe mouere $u le pun
te de'perni con leggieri$$ima fatica, a ri$petto di quella, che ui bi-
$ogna e$$endoui il decor$o. ilche $i far&agrave; chiaro &amp; con l'e$perien</I>z<I>a,
&amp; con la ragione nel $econdo di$cor$o. Pen$o bene, che egli (tale
&egrave; l'u$anza di qua$i tutti gli huomini $cient$ati, &amp; $petialmente di
quelli, che $ono occupati in co$e maggiori) non ne ueni$$e mai alla
proua: che quando egli ui fu$$e uenuto, come ho fatto io piu d'una
fiata, et in piu d'un modo; piu pre$to per porre in pratica le propor
tioni mathematice, &amp; per cono$cerle a$$ai meglio con l'e$perienza,
che per altro; &amp; haue$$e ueduto, che l'effetto a$pettato non ne fu$-
$e mai potuto na$cere, hauerebbe $enza dubbio, $aluaudo la $ua
uera ragione, trouatone un'altra oppo$ta, che haue$$e impedito ta-
le operatione; o cono$cendo oue mancaua quella primiera, haue-
rebbe piu facilmente giudicato dal uero. La cagione che non la-
$cia $eguire que$to effetto, &egrave;, perche $e bene l'acqua gia u$cita ha
maggiore decaduta, &amp; piu alto moto, che quella, che ancora ri-
mane dentro, non batte pero tutta in una uolta $opra la ruota or-
dinata per partorire il moto perpetuo; an</I>z<I>i ui corre di parte in
parte $econdo che di mano in mano rie$ce dall'i$tromento; il che n&oacute;
auiene dentro, oue l'acqua, che riempie tutta la lunghezza del ca-
<*>ale, non minore, che l'altezza della decaduta di fuora, per ogni
mezo giro, $eruando l'i$t<*>$$a quantit&agrave;, tutta in$ieme $i moue nel $uo
pendio. &amp; &egrave; piu gagliardo il moto di mille libre d'acqua in i$patio
d'un braccio a piombo, che il moto di cento libre in i$patio di tre
braccia mede$imamente a piombo: po$cia che ui bi$ognerebbe a$-
$ai piu forza a tirare in alto un carico di mille libre per lo $patio di
un braccio, che il carico di cinquanta, o cento libre per lo $patio
di tre braccia. che $e bene l'impeto dell'acqua quando corre qua$i
perpendicolarmente, puo a$$ai; nondimeno tanto perde di forza,
per la quantit&agrave;, &amp; per lo pe$o, che $empre $i fa minore nella deca-</I>
<p n=>27</p>
<I>duta, che s'auicina alla perpendicolare, quanto n'acqui$ta dali'im-
peto, che le s'aggiunge dalla uelocit&agrave; del moto. &amp; tanto muoue
l'acqua con poca decaduta, &amp; poco impeto, $eruando qua$i l'i$te$$a
quantit&agrave; in$ieme col pe$o, quanto $cemando a$$ai, moue con l'im-
peto della uelocit&agrave; del cor$o qua$i a piombo. Se una pietra, od al-
tra materia non liquida $i moue$$e, certo &egrave;, come mo$tra Archi-
mede, che molto maggiore $arebbe la forza $ua, mouendo$i a linea
retta uer$o il centro, che mouendo$i per altro tanto $patio con moto
qua$i piano: perche la quantit&agrave; ne'cor pi $odi, &amp; duri re$ta l'i$te$-
$a; &amp; il pe$o quanto piu $i mone rettamente, diuiene $empre piu
graue. non &egrave; co$i ne'corpi liquidi, ne'quali la quantit&agrave; non re$ta la
mede$ima, con tutto che quella, che re$la, $i faccia piu graue, &amp;
meni maggiore impeto, che s'ella corre$$e a moto qua$i ori</I>z<I>ontale.
Onde ueggiamo ne'molini terragni, l'acqua, che prima era capita
da un canale grande con mediocre cor$o, pa$$are tutta per un pic-
cioli$$imo canaletto con a$$ai maggiore impeto, che prima: ma n&oacute;
stando ella raccolta in$ieme, con a$$ai minore grauezza, la quale
$egue la quantit&agrave;. Che $e uorremo che la quantit&agrave;, &amp; il pe$o $ie-
no gli mede$imi, ma che habbiano bi$ogno di canale piu stretto,
&amp; piu lungo, per la uelocit&agrave; del moto; dico che la quantit&agrave;, &amp; il
pe$o po$ti a que$to modo, non $ono altro, che l'impeto: potendo t&aacute;-
to l'uno quanto l'altro. di maniera che non minore $arebbe la for-</I>
z<I>a, $e la decaduta fu$$e la met&agrave; meno alta, pur che la quantit&agrave;, &amp;
il pe$o in $ua natura re$ta$$e maggiore, &amp; batte$$e nelle pale della
ruota con maggiore larghezza del canale, &amp; delle pale, che la ri-
ceuono; $e non fu$$e, che con maggiore decaduta piu ageuolmente,
$econdo l'u$o commune, $i fanno le ruote piu grandi, &amp; di maggio-
re leuatura, il che gioua a$$ai. Ho detto $econdo l'u$o commune,
perche da chi $ape$$e bene la ragione, $i potrebbono anco a$pettare
le ruote grandi, oue fu$$e poca decaduta. A benche nel moto di
que$to i$tromento alzando$i egli poco, &amp; douendo$i la$ciare al-
quanto di decaduta all'acqua gia u$cita, non $i potrebbe acconciare
ruota di tanta leuatura, che ba$ta$$e per farlo mouere da $e mede-
$imo. auenga che la ruota dalla parte di $otto non haurebbe $patio
capace per la$ciarla pa$$are, &amp; finire liberamente il $uo giro. Si
puo anco aggiungere, che $e la Chiocciola haur&agrave; un canale $olo,
non mander &agrave; l'acqua, $e non in una parte del tempo del giro; &amp;</I>
<p n=>28</p>
<I>quella di dentro $i mouer &agrave; in tutto il giro, re$tando la copia che rie-
$ce a$$ai minore. $e haur&agrave; duoi canali, bi$ogner&agrave; raddoppiare la
quantit&agrave;, &amp; la decaduta di dentro, &amp; co$i raddoppiare anco la
forza interna.</I>
<p><I>Dico di nuouo per maggior chiarezza (tal modo di replicare c&otilde;
molti mezi, ogni uolta piu facili, &egrave; stato lodato, &amp; $ouente o$$er-
uato da Galeno nelle materie utili, oue $ia bene il di$correre atten-
tamente con l'animo) che non u$ceudo da una Chiocciola in un gi-
ro, poniamo ca$o piu che $ei pe$i d'acqua, ella non haur&agrave; maggior
forza in mouere, con tre baaccia di decaduta, in longhezza di al-
tre tre braccia, di quella che haueranno circa $e$$antaquattro pe$i,
che tutti in un tempo $i mouono di dentro, con circa quatordici ou-
cie di pendio in duoi canali. uguale forza in ambedue que$te ac-
que $arebbe, $e quella, che rie$ce fu$$e tre pe$i, con cinque braccia
di decaduta; &amp; quella, che riman chiu$a nell'i$tromento, non fu$$e
$e non quindeci pe$i, con un braccio di pendio: perche $i come di
fuora la decaduta cre$ce quattro quinti, co$i il pe$o di dentro cre-
$cerebbe quattro quinti; &amp; tanta &egrave; la proportione del pe$o alla ca-
duta, quanta dalla caduta al pe$o; tanto acqui$tando$i d'impeto,
quanto $i perde di pe$o. Ma &egrave; cono$ciuta dal $en$o, che l'acqua
contenuta dalla Chiocciola non $olo uince di quattro quinti, ma di
piu a$$ai quella, che rie$ce per ogni giro, &amp; che la decaduta di fuo-
ra, quando la Chiocciola &egrave; piena, per un $ol canale (il che $i dir&agrave;
nell'i$tromento de gli Alemani) o per duoi, non uince mai in piu
di quattro quinti, o circa il pendio di dentro. abenche $i puo anco
con la ragione prouare, che l'acqua di dentro uinca d'a$$ai piu di
quattro quinti quella che rie$ce per ogni giro: percioche in otto
braccia $ono almeno piu di dieci riuolgimenti del uerme, che oc-
cupano noue oncie di lunghezza per cia$cheduno. &amp; in un gi<*>
intiero della Chiocciola, nel quale tutta l'acqua di dentro decade
due uolte, non ne rie$ce $e non la contenuta dell'ultimo mezo riuol-
gimento uicino alla bocca di $opra: adunque l'acqua di fuora con
qualunque impeto $i uoglia, dando$ile la decaduta, che puo porta-
re in lunghezza la eleuatione della Chiocciola; non uincer&agrave; mai
in forza quella di dentro. Si potrebbe ben for$e proportionare in
tal $ito la ruota, &amp; la decaduta con tal lunghezza, che $e l'acqua
u$ci$$e continuamente per tutto il giro, pare forza haurebbe l'una</I>
<p n=>29</p>
<I>a<*> altra: ma non rie$ce $e non per mezo il giro. adunque la gia
<*>$cita re$ter&agrave; $uperata per la met&agrave;. Ne nuoce cio che $i potrebbe
dire, che l'interno pendio di circa $ette oncie in detto i$tromento,
$ia per la lunghezza di otto braccia, che rendono dodici, compu-
tati li riuolgimenti, &amp; la decaduta di fuora, $i po$$a fare in lun-
ghezza di $olamente tre, o quattro braccia; cio&egrave;, $ino al mezo de
la Chiocciola, o circa: imperoche non importa che la decaduta $ia
in maggiore lunghezza, purche quando ella $i uorr&agrave; fare maggio-
re in minore lunghezza, l'acqua $ia l'i$te$$a; &amp; $empre ui $i troui
l'i$te$$a proportione di forza, per l'accre$cimento di quella, &amp; lo
accorciamento di que$ta. $i puo fare che la lunghezza cre$ca, &amp;
la decaduta $cemi: che la decaduta cre$ca, &amp; la lunghezza $cemi
quanto $i uuole, che $empre re$ter&agrave; l'i$te$$a forza nell'i$te$$a quan-
tit&agrave; d'acqua. Quanto l'acqua andr&agrave; piu ueloce, per e$$ere accre-
$ciuto il pendio, &amp; $cemata la lunghezza, tanto piu $ar&agrave; impe-
tuo$a; benche minore in quantit&agrave;, &amp; capita da piu stretto, &amp; me-
no alto canale $empre alla proportione; tanto perdendo della gra-
uezza, &amp; quantit&agrave; $ua naturale nell'i$te$$a lunghezza, quanto
n'acqui$ta per la uelocit&agrave;, &amp;, come dicono i Geometri, per lo $ito.
All'oppo$ito quanto l'acqua andr&agrave; piu tarda per e$$er$i accre$ciuta
la lunghezza, &amp; alzato il pendio; tanto l'acqua la$cier&agrave; dell'im-
peto, &amp; del pe$o $econdo il $ito, stagnando in $e ste$$a: ma haur&agrave;
hi$ogno di piu alto, &amp; lungo canale, che capi$ca la $ua naturale
quantit&agrave;, &amp; grauezza, la quale re$ta piu unita.</I>
<p><I>Belli$$ima &egrave; ueramente que$ta $peculatione, da cui pende in gran
parte la ragione di tutti li moti, che $i po$$ono fare con la forza de
l'acqua, &amp; da cui ottimamente $i puo leuare dall'animo di molti il
$opra humano de$iderio di uolere fare il moto perpetuo; il quale il
grande I</I>DDIO <I>non ha uoluto ordinare ne i cieli i$te$$i, che pur
$ono tenuti eterni per lo loro mouimento eterno, $enza aggiunger-
ui un motore, che anco e$$o $ia eterno, diuer$o dalla $o$tanza loro.
Abenche dunque la caduta di $ette oncie di tutta l'acqua dr dentro
$ia in i$patio di dodici braccia di lunghezza, non $ar&agrave; pero mai
sforzata da quella di fuora, $e bene sbocca$$e continuamente, &amp;
fu$$e in quanto minore lunghezza, &amp; piu alto pendio $i uoglia.
Non &egrave; gia molto difficile ad imaginar$i, &amp; intender$i que$to per ue
ro da chi &egrave; alquanto e$$ercitato nelle proportioni mathematice, &amp;</I>
<p n=>30</p>
<I>geometrice. tutta uia perpiu facilit&agrave;, &amp; perche $ar&agrave; utile ad in$i-
nite opere, col modo che $ogliono Platone, &amp; Galeno; porremo
con tal methodo un'e$$empio tolto dalla natura i$te$$a del $oggetto
di cui $i ragiona; che qua$i $empre egli $ar &agrave; in uece di ragione de-
mo$tratiua. Sia un canale di larghzza di otto braccia, &amp; hab-
bia l'acqua alta poniamo ca$o $ei oncie. habbia una caduta di $ette
oncie, con lunghezza di noue oncie. haur&agrave; poniamo ca$o quattro
gradi di forza. stringa$i dopo que$ta decaduta, la larghezza del
canale a poco a poco alla duodecima parte di lui; di modo, che la
bocca di $otto $ia otto oncie, $eruando la mede$ima altezza. ma$e
gli dia dodici uolte tanta decaduta in dodici uolte tanta lunghez-
za, quanta haueua prima; che $ar&agrave; ottanta quattr'oncie di deca-
duta, in lunghezza di cento otto oncie. co$i il canale della deca-
duta nel cominciare $ar&agrave; otto braccia, nel finire otto oncie; qua$i
in figura d'un triangolo equilatero, la cui ba$i $ia otto braccia, gli
lati noue, inchinati per ottanta quattro oncie. Allhora dico, che
l'acqua u$cir&agrave; tutta alta come prima per lo canale co$i ri$tretto, n&oacute;
rigorgando mai in dietro; &amp; haur&agrave; tanta forza ne piu ne meno
nel fondo del canale piu stretto, con l'impeto, &amp; la uelocit&agrave;; $e
bene la quantit&agrave; iui $ar&agrave; $cemata; quanta n'haueua prima nella
fine della larga, &amp; poca decaduta di $ette oncie; &amp; tanta nel me-
zo, quanta n'haueua prima nel mezo dell'altro: &amp; co$i dell'altre
parti alla proportione: purche ognuna di que$te larghezze habbia
l'incontro pare alla fua mi$ura. Similmente nella i$te$$a $econda
decaduta, tanta &egrave; la forza nel mezo per la quantit&agrave;, quanta nel
fine, per la uelocit&agrave;, &amp; per l'impeto: &amp; co$i nell'altre parti tutte
$erua l'i$te$$a proportione. Ma $e la decaduta $i face$$e maggiore,
&amp; in minor lunghezza; come s'ella fu$$e di cento oncie, in lun-
ghezza di ottanta, allhora l'acqua non ba$terebbe a riempire il
triangolo; &amp; $arebbe me$tieri, ch'egli o $i rin$tringe$$e, o non ha-
ue$$e l'acqua alta come prima: $arebbe tuttauia di pare impeto,
&amp; di pare pe$o alla $ouradetta in ogni parte di lei, facendo$i le par
ti tanto piu breui, quanto $i fu$$e accorciata la lunghezza. Per
lo contrario, $e $oemando la decaduta ella $i e$tende$$e in maggiore
lungezza, l'acqua farebbe rigorgo, &amp; non potrebbe pa$$are tutta
per la bocca di $otto; s'ella, accioche le $ponde non fu$$ero troppo
ba$$e, non s'allarga$$e. &amp; in tal maniera $i uaria la proportione</I>
<p n=>31</p>
<I>$econdo che &egrave; diuer$a la lunghezza, &amp; l'altezza della decaduta,
restando l'i$ie$$a forza per le norme delle dette mi$ure.</I>
<p><I>Da $imili proportioni po$$ono deriuare belli$$ime, &amp; utili$$i-
me ragioni per molti effetti: pur per non e$$ere cio principale fine
in que$ti $critti, la$cierenio, che $ieno raccolte da chi uorr&agrave; porui
alquanto di studio. una $ola per $aggio dell'altre non trala$cier&ograve;.
&amp; &egrave; que$ta. Che errano a$$ai in dare la forza a'molini terragni
coloro, (&amp; non ho ancor ui$to alcuno, che non lo faccia) che non
ri$tringendo il canale ordinario della decaduta, $empre a poco a
poco $ino in fine, ma facendo la bocca di lei a$$ai piu stretta, che la
larghezza del canale ordinario di $opra, $ono cagione, che l'ac-
qua, che &egrave; per cadere, rigorga, &amp; qua$i stagna, con poco utile a
ri$p etto del danno. &amp; quella, che decade, e$$endo imboccata nel
principio della decaduta in poca quantit&agrave;, $i troua in a$$ai minore
nella fine, oue batte la ruota: cio&egrave;, che $e nel principio &egrave; alta quat-
tro oncie, $i troua a$$ai meno alta nella $ine, benche c&oacute; piu gagliar-
do impeto. ilche non auerrebbe, $e la bocca nel principio fu$$e lar-
ga come il canale ordinario, &amp; poi a poco a poco $i stringe$$e alla
proportione della decaduta: percioche l'acqua quanto piu abba$-
$ando$i $i stringe$$e, tanto manco perderebbe di altezza; &amp; co$i
nella fine hauerebbe la mede$ima profondit&agrave;, che nel principio; &amp;
tanto piu hauerebbe d'impeto, &amp; di forza, quanto maggiore ri-
tene$$e l'altezza. Ho detto con poca utilit&agrave; a ri$petto del danno,
perche $e bene lo stagnare di $opra alza l'acqua, &amp; &egrave; cagione, che
ella s'imbocchi piu alta nella decaduta, che non farebbe; tuttauia
que$ta altezza, &amp; que$ta quantit&agrave; $i perde per la maggior parte,
$pargendo$i per la lunghezza, &amp; larghezza del canale ordinario
di $opra: ilche non hauerebbe facendo$i come s'&egrave; detto: anzi tutta
la quantit&agrave;, &amp; il pe$o del canale ordinario, pa$$erebbe $enza per-
der$erne una giocciola in modo alcuno; &amp; $i trouerebbe a$$ai piu
alta in fondo, che non fa stagnando nel canale largo di $opra. Il
mede$imo adunque auerra in que$ta machina, $e in fare la decadu-
ta di fuora $i accorcier&agrave; la lunghezza, &amp; s'accre$cer&agrave; il pendio,
la proportione $ar&agrave; in maniera, che la forza $ar&agrave; l'i$te$$a di dentro
&amp; fuora in qualunque parte del $ito $i uoglia; purche $i $erui la $im
metria del punto del lungo al punto del corto pendio, &amp; l'acqua
corra continuamente co$i fuora come dentro. ma que$to come ho</I>
<p n=>32</p>
<I>arco accennato di $opra, non &egrave; in effetto: peroche l'acqua d'un ca-
nale di dentro cade $ette oncie, due uolte in un giro, &amp; quella di
fuora non rie$ce $e non una uolta: $iche $e bene la decaduta, &amp;
la lunghezza fu$$e pare in ambedue l'acque; la quantit&agrave;, &amp; la
grauezza naturale re$ta la met&agrave; meno di fuora, &amp; con meza la
forza $olamente: perche $e l'acqua dentro &egrave; alta tre oncie, non $a-
r&agrave; di fuora, data la parit&agrave; nell'altre co$e, $e n&otilde; una &amp; meza; &amp; in
ogni ca$o re$ter&agrave; infericre per la met&agrave; de'gradi. Similmente $e il
canale $ar&agrave; doppio, &amp; in un giro intiero $empre uer$era acqua,
la decaduta anco dentro $i radoppier&agrave;, &amp; re$ter&agrave; l'i$te$$a propor-
tione. molto maggior danno $eguirebbe, $e fu$$e $emplice il cana-
le, nel modo, che $egue, introdotto da gli Alamani: perche non
sbocca $e non per la quarta parte del giro.</I>
<p><I>Gli Alamani huomini $opra tutti gli altri indu$trio$i in tali ri-
trouati, &egrave; ueri$imile, che haue$$ero con$ideratione $opra la mag-
gior parte de'$ouradetti impedimenti nati da'precetti di Vitruuio:
imperoche molto tempo ha, che compo$ero que$to i$tromento con
l'anima piu $ottile, &amp; piu lunga; con il canale piu stretto, con il
pendio minore, &amp; con il uerme altrimente tirato, che non in$egna
Vitruuio: ne in co$a alcuna o$$eruarono le regole di que$to autore.
Trouarono, s'io non m'inganno, la ragione detta poco auanti del-
l'a$ce$a dell' acqua in que$to i$tromento; dalla quale conchiu$ero,
ch'egli potcua far lungo quanto l'anima poteua $o$tenere $en</I>z<I>a
piegar$i; non hauendo riguardo alla gro$$ezza di lei. Di piu, che
il canale $i poteua far largo, &amp; stretto; purche camina$$e $empre
ad un modo, $econdo l'eleuatione, che $e gli uoleua dare. Oltra cio
che il uerme $i poteua far alto quanto $i uoleua, compa$$ando pero
ogni co$a con la forza del motore. Co$i $i ri$ol$ero di fermarlo con
l'anima di poco diametro, per fare il pe$o piu uicino al centro; &amp;
di tanta lunghe</I>zz<I>a quanto giudicarono ba$tare, accio non $i pie-
ga$$e. $opra que$ta tirarono un uerme $olo, caminando a$$ai piu
stretto, che per gli ottanti; &amp; non la$ciando parte alcuna di lei,
che non haue$$e canale per riempir$i d'acqua. al</I>z<I>arono poi tant<*>
li uermi per la gro$$e</I>zz<I>a dell'i$tromento quanto era a$$ai a riceue-
re pe$o atto ad e$$ere mo$$o da mediocre motore. <*>que$to modo
oprarono, che con piu corta Chiocciola l'acqua poggiaua a$$ai piu
in alto, che c&oacute; gli aui$i di Vitruuio: $i perche non perdeuano molta</I>
<p n=>33</p>
<I>parte di lei $otto la $uperficie dell'acqua, $i anco perche e$$endo ti-
rato il canale a$$ai piu stretto, che per gli ottanti, $i poteua $are la
eleuatione a$$ai maggiore: e$$endo che il pendio del uerme mi$ura-
to dalla gro$$e</I>zz<I>a dell'anima, re$ta $empre $uperiore all'eleuatione
fatta per poco meno che a piombo. Con que$to i$tromento co$i
compo$to, un Tede$co con $uo grandi$$imo guadagno, &amp; ine$tima-
bile bene$icio della $anit&agrave; publica, uot&ograve; in breue tempo qua$i tutte
le Cantine, &amp; i luoghi ba$$i di Roma, che $i riempirono dell'acqua
del Teuere nell'ultimo $uo diluuio: ne da indi in qua per molto tem
po $i &egrave; mai piu ueduto in Italia. Ho pero inte$o, che l'Illu$tri$$imo
Sig. Ve$pa$iano Gonzaga ne fece portare a gli anni pa$$ati uno di
Alamagna, fatto di fuora alla $embian</I>z<I>a della Chiocciola figura-
ta $ra le machine di Flauio Vegetio. Et io nel verno pa$$ato alla
Giudecca in Venetia ne uidi $ei belli$$imi accoppiati, &amp; ri</I>zz<I>ati in
uno edificio di grandi$$ima $pe$a; apparecchiato per uolere fare un
molino da acqua in quella Citt&agrave;, che n'ha ine$timabile bi$ogno, da
un Me$$er Ale$$andro Bologne$e; huomo, come io conobbi poi, a$-
$ai giudicio$o, d'a$$ai buone lettere; &amp; che non $olamente opera
bene nell'arte del di$egno, &amp; del toccar di penna; ma anco ad imi-
tatione d'. Archimede, lauora con le proprie mani eccellentemente
in que$te fabriche mecanice. Ma que$to ordigno co$i formato, ben-
che $chi$$i molte delle imperfettioni dette, manca pero in quello, che
importa $opra ogni altra co$a; cio&egrave;, nella quantit&agrave; dell'acqua: per
cioche con un canale $i stretto, &amp; picciolo pochi$$ima acqua $i puo
leuare; &amp; quella poi rie$ce tanto di rado, che in ogni giro non
sbocca $e non per la quinta, o quarta parte del tempo, che ui corre
a compirlo. $en</I>z<I>a che $i $pe$$i $ono li riuolgimenti del canale, che
anco con que$ta poca acqua $i fa il pendio di dentro maggiore, &amp;
molto piu di$$icile. Et $e $i uole$$e fare il uerme piu alto, cio&egrave;, in
gro$$e</I>zz<I>a dell'in$tromento, per hauer piu acqua, la fatica $arebbe
anco maggiore: perche cre$cerebbe il pendio in lunghe</I>zz<I>a in$ieme
con l'accre$cimento del pe$o dell'acqua, facendo$i anco piu lontano
dal centro. Io stimo che que$to ualent'huomo $pera$$e, per la ue-
locit&agrave; del moto, che haueua ordinato con una ruota di piu di cento
denti, che era per uoltare le rocchette di circa dodici fu$a fi$$e ne'
perni di $opra delle chiocciole, di $upplire al difetto del canale pic-
ciolo, &amp; dello $patio per tanto tempo trala$ciato del cor$o dell'ac-</I>
<foot><I>C</I></foot>
<p n=>34</p>
<I>qua; accioche quello, che non poteua fare con la quantit&agrave; di lei
chiu$a nel canale, face$$e con la pre$te</I>zz<I>a del farla entrare, &amp; u$ci
re: a $omiglian</I>z<I>a del no$tro pol$o, il quale quando non puo tirare
a$$ai aere per e$$ere poco eleuato, $i s$or</I>z<I>a almeno di farlo con mo-
uer$i con piu frequen</I>z<I>a, &amp; maggiore uelocit&agrave;. La quale imagi-
natione, in$ieme con altre tali, $e fia riu$cibile nell'opere mecanice,
oue i motori non $ono potenti$$imi, &amp; $i mantengono con graui$$i-
ma $pe$a; quelli lo uedranno, che con qualche attentione leggeran-
no il $econdo di$cor$o. ba$ti per hora l'hauere accennato, che il ue-
dere come que$to i$tromento al</I>z<I>a qua$i tanto, quanto &egrave; lungo, non
debbe allettare alcuno a $eruir$ene in opere, oue $i ricerchi gran
copia d'acqua: tanto piu, che come $i uedr&agrave; nel ter</I>z<I>o di$cor$o, for-
mandolo al modo, che diremo hor'hora, $i puo $ituare in modo che
anco girato da una statera, tirata da un cauallo; benche non $ia
eleuato piu che delle cinque parti le tre, non $ar&agrave; huopo che il rag-
gio del timpano dentato $ia molto lungo; &amp; in tal gui$a ne $eguir&agrave;
molto maggior copia d'acqua alla mede$ima alte</I>zz<I>a, con moto a$-
$ai ueloce, &amp; con piu leggiera fatica.</I>
<p><I>Pappo, &amp; Dioni$odoro; quello nel trattato de gli i$tromenti me-
canici, &amp; que$ti in certi pe</I>zz<I>ami d'un'opera di $imile materia, di
cui non $i legge il titolo, e$$endoui re$tato $olamente il nome dell'
autore; con facili$$ima breuit&agrave; mo$trano la uera, &amp; piu utile uia
di fabricare la Chiocciola. Piglia (dice Pappo) un $o$tegno, che
non $i pieghi, tornito a $e$ta; lungo, &amp; alto quanto ba$ter&agrave; a tira-
re duoi canali di $pire equidi$tanti, capaci di tanta quantit&agrave; d'ac-
qua quanta potr&agrave; e$$ere mo$$a dal motore, che hai ordinato, all'al-
te</I>zz<I>a, che ti fa bi$ogno. Vi aggiunge Dioni$odoro, che l'eleua-
tione $i far&agrave; $econdo la ragione del pendio de'uermi a ri$petto di lei.
Dio buono con quanta breuit&agrave;, &amp; chiare</I>zz<I>a, hanno que$li duoi
ualenti Greci compre$o tutto il magi$tero di $i utile i$tromento?
Dicono, che il $o$tegno $i faccia lungo quanto bi$ogna, purche non
$i pieghi, non hauendo riguardo alla gro$$e</I>zz<I>a: perche la lunghe</I>z
z<I>a di que$to i$tromento, $e non $i piegher&agrave;, potr&agrave; e$$ere tirata in
infinito. Ne mi $ono mai potuto imaginare, che co$a ragioneuol-
mente pen$ata $pinge$$e Vitruuio a $criuere quel precetto, cagione
di tanta imperfettione: non fu perche egli haue$$e dubbio, che la
lunghe</I>zz<I>a maggiore della decima $e$ta parte, non fu$$e per reggere</I>
<p n=>35</p>
<I>rettamente al pe$o, uedendo$i il contrario per e$perien</I>z<I>a. non $u
perche la lunghe</I>zz<I>a maggiore fu$$e atta ad impedire la $alita dell'
acqua, po$cia che in ogni punto di tale i$tromento $i po$$a comin-
ciare, &amp; finire il moto; &amp; per l'i$te$$a ragione po$$a $eguire a qua-
lunque alte</I>zz<I>a egli $egue dentro alla mi$ura di Vitruuio. non fu
per che il motore non fu$$e per hauer $or</I>z<I>a, $e $i face$$e piu lungo,
&amp; haue$$e tuttauia l'anima gro$$a $econdo que$ta mi$ura: perche
egli non determina la for</I>z<I>a del motore, ne il numero de gli huomi-
ni, che l'hanno a mouere: &amp; per l'oppo$to &egrave; fal$o, che facendo$i
un'anima $ottile, come di due, o tre oncie; ogni fanciullo non fu$$e
atto a mouerla a$$ai piu lunga, che con que$ta $immetria. Perche
fu adunque? Io stimo, che quello Scrittore per altro marauiglio-
$o, face$$e in que$to cio che ha fatto in molte altre co$e, &amp; cio che
fanno anco hoggid&igrave; molti altri. &amp; che uedendo alcune fabriche
approuate dal tempo, &amp; dall'u$o; $en</I>z<I>a cercarne $ottilmente la
cagione, de$criuono le mi$ure loro come norme di tutte l'altre; &amp;
co$i non la$ciano il modo di potere uariare $econdo l'occa$ioni. Se
la colonna dorica, poniamo ca$o, $i far&agrave; di marmo, o di pietra du-
ra, con la mi$ura di Vitruuio; non $i d&egrave; a$$ermare, che non $ar&agrave;
buona; che per tale molte uolte nelle fabriche qua$i eterne l'ha mo
$trato la proua. ma s'ella per la grande</I>zz<I>a, &amp; alte</I>zz<I>a della fa-
hrica ha da e$$ere in modo, che o la pietra non ui $ia, o non ui $ia al
propo$ito, haura$$i a stabilire di mattoni, o d'altra materia men
forte, con l'i$te$$a $immetria? Il $imile dico di molte altre co$e, che
po$$ono oppor$i. Quindi &egrave; nato, che molti de i piu eccellenti archi-
tetti d'hoggid&igrave;, con$iderate bene le ragioni, &amp; le circo$tan</I>z<I>e tutte
delle fabriche, che hanno a di$egnare, s'allontanano molte uolte
da i precetti di que$to autore. ne $anno, $econdo la per$ua$ione di
alcuni altri, che a gui$a di Medici empirici, u$ano gli i$te$$i rime-
di in diuer$e et&agrave;, diuer$i temperamenti, diuer$e regioni, diuer$i
membri, &amp; for$e anco diuer$e cagioni d'una i$te$$a infirmit&agrave;. Vi-
truuio, s'io non m'inganno, uide una Chiocciola con le mi$ure
$critte da lui, fare ottimo effetto nella quantit&agrave; dell'acqua; ma che
al</I>z<I>aua poco, perche for$e il bi$ogno, quando $i fabric&ograve;, con buona
ragione, non ne uoleua piu; &amp; $en</I>z<I>a rintracciare, od almeno in-
$egnare altra cagione, $cri$$e i precetti, $econdo la mi$ura di quella
aggiung endoui, che al</I>z<I>aua poco.</I>
<foot><I>C</I> 2</foot>
<p n=>36</p>
<p><I>Si puo adunque fare il $oftegno lungo, &amp; $ottile quanto $i uuole:
si po$$ono tirare i canali equidi$tanti larghi, stretti, &amp; alti quan-
to $i uuole: ma bi$ogna che tutte que$te co$e $ieno proportionate
alla forza del motore, &amp; all'altezza, che $i ricerca. ilche a che
con$idera la ragione $ouradetta della cagione della cleuatione, per
cui l'acqua pogg ia in alto (io n&oacute; replicher&ograve; fuor di propo$ito le co$e
gia dichiarate) non $ar&agrave; molto difficile, o trauaglio$o ad intender-
$i. ma per porlo in e$$ecutione, &amp; fermare $icuramente con l'e$pe-
rienza l'e$$etto guidato dalla ragione &egrave; stato nece$$ario farne mol-
ti modelli piccioli, et grandi; hor con una gro$$ezza, &amp; lunghez-
za d'anima; &amp; hor con una lunghezza, et altezza de'canali, hor
con un'altra per poter proportionare il tutto al motore, &amp; all'or-
gano $uo. Alla perfine &egrave; conchiu$o, che l'anima $ia tredici braccia
lunga, &amp; gro$$a quattr'oncie. che e$$endo d'abete, legname di for-
ti$$imo nerbo, in tal mi$ura non $i piegher&agrave;, &amp; $ar&agrave; leggieri$$ima.
Li canali larghi $ei oncie, alti due oncie, o poco piu: tirati con uer
mi di $alice: inchiodati c&oacute; piccioli chiodi l'un $opra l'altro; perche
null'altro legno $eruirebbe alle pieghe delle $pire: &amp; e$$endo im-
pecciato dura, &amp; re$i$te lungamente all'acqua. La coperta pari-
mente $ia d'abete, inchiodata $u i uermi, impecciata dentro, &amp; di
fuora, &amp; bene ri$tretta con certe coreggie di ferro arti$icio$e, che
non accade a de$criuere, potendo$i uedere in opera. Co$i formata
stara' na$c o$ta con tutta la bocca un braccio $otto l'acqua. Il re$to
$ar&agrave; dodici braccia, che alzano, &amp; leuandola delle cinque parti le
tre, $ette braccia, &amp; tre oncie, &egrave; poco piu di meza. Et perche il
pendio re$ta di duoi quinti per ogni $ei oncie, che $ono quarantotto
quinti, cio&egrave;, noue oncie, &amp; tre quinti; $i puo alzare piu delle cin-
que parti le tre; &amp; fare che l'eleuatione, fuora della $uperficie de
l'acqua, $ia almeno $ette braccia, &amp; mezo. a que$ta foggia l'ac-
qua, per e$$ere il canale doppio, $ar&agrave; dodici oncie di fuora, &amp; di
dentro, $econdo la mi$ura Piacentina; con cor$o di pendio di circa
noue oncie: o facendo l'eleuatione nel $econdo modo di circa $ei on-
cie, in lunghezza di circa diciotto braccia, per li riuolgimenti de'
uermi: il quale pendio, come diremo nel terzo di$cor$o, &egrave; molto
maggiore dell'ordinario, &amp; mena a$$ai piu acqua del $olito.</I>
<p><I>Dalle ragioni dette auiene, che quando $i ferma que$to i$trom&eacute;-
to, ancor ch'egli $ia $ituato obliquamente col $uo giu$to pendio,</I>
<p n=>37</p>
<I>l'acqua $i troua nondimeno e$$ere fermata alla liuella, ne mai pure
una gocciola ne torna in dietro per l'inchinamento $uo alla bocca
di $otto, $e bene $empre re$ta aperta: auenga che tornandone, $ali-
rebbe in alto $enza arti$icio alcuno. Si uede ancora qualmente con
i$traordinaria indu$tria (in cio &egrave; la forza di que$to marauiglio$o
magi$tero) s'auanza piu di cinque $e$ti del pendio in fare a$cende-
re a qualunque altezza $i uoglia, grandi$$ma quantit&agrave; d'acqua;
perche con poco piu di noue oncie di pendio, &amp; con manco a chi fa-
r&agrave; come poco ha habbiamo detto, l'acqua $i trouer&agrave; montata circa
$ette braccia, &amp; mezo. il che non occorre, ne puo occorrere, in
qualunque altra machina: e$$endo nece$$ario in qual che $ia, fuor
di que$ta, che per tanta decaduta $i alzi l'acqua per quanta $i uuo-
le che $aglia. Tale Chiocciola ha la ragione de gli. Alamani, di
fare il pe$o uicino al centro quanto ha potuto tolerare la proportio
ne dell'altre co$e: cio&egrave;, leuando a quanta altezza, &amp; quanta co-
pia d'acqua po$$a e$$ere leuata dalla forza d'un'huomo di mediocre
lena, che habbia a durare, col mezo dell'organo, di cui $i dir&agrave; fra
poco. &amp; &egrave; $i compa$$ata la quantit&agrave; con l'eleuatione, &amp; con la for
za del motore, che, come io credo, nulla piu ui $i potr&agrave; aggiungere
per cauar l'acqua a maggiore altezza, che $i po$$a. che quando
cio non fu$$e, $i potrebbe formare piu corta, &amp; piu gro$$a; $i che
cauerebbe tanto piu acqua. Et per dare una $omiglianza di $og-
getto a$$ai piu noto ad alcuni, li Medici anc'e$$i $ono sforzati a di-
$correre nel mede$imo modo di proportioni. Le infermit&agrave;, con le
$ue cagioni, &amp; l'altre co$e; oltra gli accidenti appartenenti a lei;
$ono come il pe$o: il calore naturale, &amp; le potenze dell'anima $ono
$imili al motore: li medicamenti, &amp; la ragione del uiuere s'ap-
pareggiano all'organo del moto. Quando que$te co$e hanno pro-
portione infra di loro, il Medico con$egui$$e il fine de$iderato,
all'oppo$to, $e od il calore &egrave; piu debole, che non conuiene, o l'in$ir-
mit&agrave; troppo graue; o gli stromenti del uitto, &amp; de'medicamenti
non hanno i gradi, &amp; le conditioni, che loro s'appertengono, $i
grande &egrave; il ualore delle proportioni, che $ini$tro &egrave; $empre l'effetto,
che ne rie$ce. Vi &egrave; pero gran differenza in altro infra di loro: per
che l'opere mathematice, oltra le certi$$ime $ue dimo$trationi, $e
o per la materia, o per li gradi delle co$e, o per lo concor$o di mol-
te, &amp; talhora contrarie cagioni, hanno qualche impedimento, $i</I>
<foot><I>C</I> 3</foot>
<p n=>38</p>
<I>po$$ono $coprire, &amp; a$$icurare col $en$o: &amp; una fiata, che $ieno ca-
duto bene, $empre che $i $eruer&agrave; il mede$imo ordine, $aranno il me
de$imo: e$$endo che $empre po$$ono concorrere le mede$ime co$e.
Non &egrave; co$i nelle medicinali, oue oltra che le ragioni per la mag-
gior parte $ono artificio$amente congietturali; &amp; non $ono i $uoi
gradi, &amp; le $ue cagioni co$i apertamente cono$ciute dal $en$o; di
rado &egrave; che non $i uarijno in tante maniere, quanti $ono i $oggetti
in$ieme con le circo$tanze loro. ne una e$perienza fatta bene una
uolta, $eruir&agrave; con quelli i$te$$i mezi$icuramente, &amp; con giu$ta pro
portione per alcun'altra: anzi qua$i $empre, $e non $i mutano infi-
niti auertimenti, re$ter&agrave; nell'altre occa$ioni del tutto fallace.</I>
<p><I>Ora che di$corro io con la mi$ura delle proportioni $opra la for-
za dell'utili$$imo artificio della Chiocciola, $e $i uede apertamente,
che il mouimento delle $pire, con le quali ella &egrave; compo$ta, ageuola
la $alita a qua$i tutte le co$e co$i naturali, come artificiali? Il Sole
col moto delle $pire, mouendo$i ogni giorno un grado per l'obliquit&agrave;
del Zodiaco; hor s'auicina, hor s'allontana da no$tri capi: &amp; in
tal gui$a arrecandoci diuer$e mutationi ne'quattro tempi dell'an-
no, &egrave; cagione, che tutte quelle $pire co$pirino alla con$eruatione di
que$ti corpi inferiori. di $pire altre$i &egrave; il moto della Luna, &amp; di
tutte l'altre stelle fi$$e, &amp; erranti: qua$i null'altro mouimento nelle
loro sfere fu$$e piu atto a partorire la lontananza della loro cadu-
ta, &amp; il uicinato della loro $alita appo diuer$e nationi; che il pog-
giare, &amp; lo $cendere col uiaggio delle $pire. ne altro fra'corpi
cele$ti fu il moto Lenlab del grandi$$imo Hiparco, il qual moto
molto &egrave; celebrato dal $ottile Auerrois, per i$chifare i giri c&oacute;trari,
&amp; gli Epicidi nelle sfere; che la potenza, &amp; il concor$o de'circoli.
Onde l'huomo qua$i mondo picciolo, et in$ieme con lui la maggior
parte de gli animali meno perfetti, non $olamente ne'riuolgimenti
delle budella; ma anco nelle fila di molte altre parti, per le quali
montano, &amp; $cendono gli humori; ci mo$trano la gran commodit&agrave;
del tratto delle $pire: di cui hora, accio ch'io non incorra in troppo
affettata o$tentatione di dottrina medicinale, non &egrave; bene, che $e ne
ine$tino piu lunghi $ermoni. ba$ti dire, che gli i$te$$i animali nella
$alita di qualche monte, o d'altro pendio, con appetito ueramente
$ano, eleggono il camino delle $pire, come meno fatico$o, piu pre$to
che alcuno de gli altri. Se i $erpenti hanno a $alire alla cima d'un'</I>
<p n=>39</p>
<I>albero, qual moto in$egna loro l'i$tinto $uo piu facile, che lo $pirale?
non s'aiutano a$$ai con l'ageuolezza di lui, il Nibbio, lo Sparuie-
re, l'Aquila, il Falcone, &amp; altri augelli mentre $eguendo l'appe-
tito naturale piace loro di uolare a$$ai in alto? Che piu? le piante,
che (come dicono i Filo$ofi) non hanno moto progre$$iuo, quando
non $ia conce$$a loro forza di leuar$i da $e ste$$e uer$o il cielo, &amp;
habbiano uicino un'albero, o qual $i uoglia appoggio fermo, non
con altra norma $ono ammae$trate nell'a$cendere dalla $agace na-
tura, che con l'accre$cimento delle $pire. &amp; quindi la uite, l'hel-
lera, la zucca, il lupilo, &amp; altre $imili piante, $i sforzano con
que$te $pire d'abbracciare il $o$tegno $uo, &amp; co$i piu facilmente
giungere alla fine dell'erto camino incominciato. La$cio gli ritro-
uati de gli huomini, po$cia che tutti pendono dalle cagioni $oura-
dette formate tutta uia, &amp; inte$e per l'e$$empio dell'opere della
madre natura: percioche da que$te conobbero Archimede, &amp; gli
altri, che quanto piu la $alita de'corpi graui fu$$e uicina alla per-
pendicolare, tanto piu $arebbe fatico$a; &amp; che ni$$un corpo era
piu atto ad hauerla meno perpendicolare, che il $o$tegno rotondo
col uiaggio delle $pire.</I>
<p><I>Accettiamo adunque la Chiocciola formata nel modo mo$trato
di $opra, per uno i$tromento, in cui conuengono tutte le cagioni,
per le quali contra l'ordine naturale, $i puo dare il moto uer$o il
cielo a'corpi liquidi, &amp; graui: facendo che l'altezza delle $ei par-
ti, non affatichi $e non per una: percioche oltra la ragione della
$pire, tirate ad imitatione della natura, ha di piu l'artificio della
$immetria dell'inchinamento, che $opra ogni credenza de'uolgari,
rende leggiero il pondo, &amp; il giro dal motore; il quale ageuoli$$i-
mamente le d&agrave; (per co$i dire) molto forte impul$ione. Ma tempo
&egrave; hormai che per farlo anco piu facile, $i di$corra alquanto $opra
l'organo di lui: ilche con quella maggiore breuit&agrave;, &amp; chiarezza,
che $ar&agrave; po$$ibile u$are in tal materia, $i far&agrave; nel $eguente di$cor$o.</I>
<HEAD><I>IL FINE.</I></HEAD>
<foot><I>C</I> 4</foot>
<p n=>40</p>
<HEAD>DE TRE DISCORSI SOPRA</HEAD>
<HEAD>IL MODO D'ALZAR ACQVE
DA' LVOGHI BASSI.</HEAD>
<fig>
<HEAD><I>DISCORSO SECONDO.</I></HEAD>
<p>S<I>I</I> GRANDE <I>&egrave; la potenza del moto
locale, che qua$i tutte le $o$tanze, &amp;
l'opere della natura, &amp; de gli huomi-
ni o $i cono$cono, o $i conducono a fine
col mezo $uo. Il moto retto, &amp; il cir-
colare ci $coprono le forme de gli ele-
menti, &amp; de'cieli; &amp; ni$$una opera-
tione de'corpi naturali rie$ce qua giu,
di cui non $ia mezo, come d'uniuer$al
cagione, il mouimento delle stelle; &amp; come di piu uicina, le tra$inu
tationi della luna: fra le quali, $e uero &egrave; cio che in$egna Ari$totele,
$empre precede il moto locale. Ma quanto piu que$to moto $ar&agrave;
ueloce, &amp; gagliardo; tanto piu gli effetti, &amp; l'opere della natura
$aranno potenti, &amp; facili: il che $i uede nel cor$o de'Pianeti, &amp; di
tuttele stelle; nell'e$$alati one de'uenti, ne'terremoti, nelle procelle
del mare, ne i tuoni, ne i baleni, &amp; $pecialmente nel grande artifi-
cio, che ha u$ato la madre natura, formando $i belli, &amp; diuer$i
organi del moto ne gli animali, &amp; dando loro la facult&agrave; dell'ani-
ma motrice piu gagliarda, che $ia stato po$$ibile al grado della
perfettione delle forme loro. onde quelli ammali, che $ono di mag-
giori for</I>z<I>e in que$ta facult&agrave;, $ono a$$ai piu pre</I>zz<I>ati, &amp; temuti da
gli altri del $uo genere: &amp; fra quelli gli huomini da gli huomini
i$te$$i. tali $ono fra gli animali di ter ra, l'elefante, il leone, il ca-
uallo, il toro: fra gli augelli il griffo, l'aquila, il falcone: fra'$er-
penti li dragoni: &amp; fra pe$ci molti, de'quali hora non importa ra$-
$egnarne il nome. L'huomo cono$ce ndo que$to, con l'aiuto del di-
$cor$o, che a lui &egrave; stato conce$$o in uece di tutte quelle parti, nelle</I>
<p n=>41</p>
<I>quali egli cede a gli altri animali, &amp; gli altri corpi inferiori; con-
tra l'impeto loro ha oppo$to le ca$e, le fortezze, l'armature; &amp; ha
anco procacciato d'hauere moti gagliardi$$imi in $uo fauore, o per
di$ender$i da altri, o per $oggiogare $otto l'imperio $uo chi piu egli
$i $ar&agrave; per$ua$o, che $ia bene: <*>peroche gli e$$erciti, che $ono com
po$ti d'huomini, di caualli, di elefanti, di $aette, d'armi in ha$ta,
d'archibu$i, di bombarde, &amp; di tanti altri i$trementi, non $ono
altro, che un'unione di co$e, atta a partorire gagliardi$$imo moto
locale: ne con altro me</I>z<I>o, che con que$to, ognuna di loro &egrave; guida-
ta all'opera del $uo fine. Per l'i$te$$a cagione l'armate di mare, c&oacute;
la figura bene, &amp; mathematicamente proportionata de'lor legni;
con l'albero, &amp; le uele, co'remi, col timone, &amp; con gli altri i$tro-
menti, in niente altro piu uagliono, che nell'impeto del mouimento
loro. per la qual co$a non &egrave; marauiglia $e tutti gli huomini $aui, et
$pecialmente i Signori, in ogni et&agrave; hanno hauuto cari$$ani i ritro-
uati di $imili impetuo$i, &amp; $oprahumani i$tromenti: &amp; $e diuer$i
acuti Filo$ofi $i $ono affaticati per $aperne le ragioni, &amp; porle in
opera con utili$$ime e$perienze: percioche uennero que$ti ualenti
huomini a tal $egno, che moltiplicando con diuer$i mezi la forza
d'un $olo, o di pochi huomini qua$i in in$inito, faceuano opere ma-
rauiglio$e; hora alzando corpi di $imi$urata grauezza molto in
alto, hora trahendoli in piano, &amp; hora $uellendo materie duri$$i-
me, &amp; forti$$imamente stabilite; &amp; hora oprando in altra ma-
niera, che molte co$e $i piega$$ero, uolge$$ero, &amp; $pinge$$ero, che
ordinariamente con $oprahumana fatica non $i $arebbeno potuto
mouere. Fra que$ti, come ognuno $a, fu eccellenti$$imo. Archime
de Siracu$ano, di cui $i legge, che con gli artificij $uoi moueua una
naue da carico per una piazza, come $i $uol tirare un cauallo per
la briglia: &amp; $i $a, che il gran Marcello nell'e$pugnatione di Sira-
co$a, riceu&egrave; piu danno dalle machine di lui uoltate da pochi$$imi
huomini, che da tutto il numero del re$to de'$oldati, che era po$to
per dife$a, &amp; pre$idio di quella citt&agrave;. Et perche la$ciarono quei
ualent'huomini in i$critti le ragioni della $cienza dell'opere $ue,
&egrave; auenuto, che anco dopo loro $ucce$$iuamente di tempo in tempo,
$i $ieno ueduti auenimenti qua$i $opranaturali, co$i ne'ritrouati di
diuer$e machine appertenti a qua$i infiniti u$i, come ne gli effetti
lungamente rima$i a notitia di chi gli ha uoluto uedere. Chi non</I>
<p n=>42</p>
<I>&egrave; sforzato (per darne qualche manife$to e$lempio) a dare fede a $i
utile mae$tria, uedendo il grandi$$imo $a$$o dell'obeli$co detto la
Guglia, inalzato prima $u l'alti$$ime Piramidi d'Egitto, &amp; poi
abba$$ato, &amp; tra$portato dall'Egitto a Roma? Chi non $i maraui-
glia dell'e$perienza, che uede, &amp; tocca riu$cita a'tempi piu nuoui,
con$iderando, &amp; mi$urando la pietra tutta d'un pezzo, po$ta per
cupola, &amp; coperchio non $olamente del uacuo, ma anco della gro$-
$ima muraglia della gran mole chiamata la Rotonda di Rauenna?
Quindi hebbero origine gli artificij del mouere $u i Perni, $u i Ro-
toli, &amp; conle Trocchie. quindi $i cagionarono le ragioni delle
statere di qua$i innumer abili $orti di martinette, di molte uiti per-
petue, &amp; tiratori di metalli: di uarie ruote, che $i chiamano De-
ambulatorie; perche dentro, o $opra di loro ui camina qualche
corpo mobile: delle ruote delle Carrette, delle Girelle, di diuer$e
forme d'Argani, delle Lieue, delle Tanaglie, del Timone, de gli
Alberi, et de'Remi delle naui, &amp; di tanti altri i$tromenti, de'quali
non $olo ragiona Ari$totele nelle $ue qui$tioni mecanice, come di
co$e miracolo$e appre$$o de gli huomini, che n&oacute; $ono $cientiati; ma
dopo lui Archimede in alcuni luoghi, &amp; Herone, con molti altri
eccellenti Scrittori co$i greei come latini. Li quali i$tromenti, con
chiara e$perienza $i prouano hauere ine$timabile forza, dalli mol-
ti effetti, che ancora in que$ti tempi ne $eguono, quando talhora
i Capitani piu indu$trio$i o $pingono, &amp; leuano facilmente ponti
mobili di $mi$urato pe$o, $opra qualche acqua, od altezza di mu-
raglia; o cacciano machine grandi$$ime, &amp; graui$$ime oue piu lor
piace con facilit&agrave; non pen$ata; o $uellono, &amp; rompono ferri forti$-
$imi; &amp; altre materie duri$$ime oltra al credere d'ognuno, che n&oacute;
n'ha ui$ta l'e$perienza, od inte$a la ragioue. La$cio la trauaglia-
ta, &amp; moderna inuentione di leuare le gro$$e naui $ommer$e, tutte
intiere dal $ondo del mare, $olamente con la proportione della na-
turale leggierezza dell'aere, alla grauezza dell'acqua, &amp; della
terra: co$a in uero molto ragioneuole, di $ottili$$imo ingegno, &amp;
di incomparabile utilit&agrave;; $e le ricchezze de gli huomini priuati
regge$$ero alle molte $pe$e, che $arebbeno di me$tieri, quando fuor
de'modelli, nell'opere grandi, con molte e$perienze, per le quali
ogni hora piu $i correggono gli errori, ella $i uole$$e alla perfine ti-
rare alla perfettione. La$cio anco molti altri ritrouati, che alla</I>
<p n=>43</p>
<I>giornata $i $coprono; fra quali &egrave; la terribili$$ima uiolenza delle
mine: percioche io di$egno quanto prima, &amp; con la chiarezza che
$ar&agrave; po$$ibile di uenire alla ragione dell'organo della Chiocciola.</I>
<p><I>Pareua adunque da principio, che la Chiocciola ancorche gro$-
$a, &amp; lunga molto piu, ch'io non ho diui$ato di $opra, con l'aiuto
d'alcuno di que$ti i$tromenti, $i fu$$e potuto mouere ageuoli$$ima-
mente da ogni mediocre motore: tanto piu mouendo$i di $otto $u la
punta del perno, &amp; di $opra $ul perno fo$tenuto da non molto lungo
cerchietto di bronzo: percioche &egrave; cono$ciuto, che quanto meno il
pe$o tocca del corpo, in cui $i $o$tiene, tanto piu &egrave; facile a mouer$i.
Onde $oleua dire Archimede, che e$$endo il mondo di forma sfe-
rica, la quale non tocca il piano, $e non in un punto, po$to ch'egli
fu$$e $odo, &amp; ui $u$$e la $oglia dura $opra cui $i uolta$$e, $i $arebbe
potuto mouere con non molta fatica. Et $i ueggono le campane, co-
me che non habbiano l'equilibrio d'ogni intorno quale hanno le
ruote, mouer$i, &amp; girar$i con facilit&agrave; grandi$$ima da mediocre
motore. ne per que$to ri$petto &egrave; appo de gli huomini intendenti
contra la ragione, che il gran Curione moue$$e $u i rotoli i duoi $uoi
grandi$$imi Teatri, dopo che erano finiti gli atti delle $cene, per
farne compiuto l'Anfiteatro: &amp; $e i grandi$$imi triangoli delle
$cene antiche, $oura i quali in tre diuer$e faccie erano dipinte le
pro$pettiue delle</I> C<I>omedie, delle Tragedie, &amp; delle Satire in bre-
ui$$imo tempo da pochi huomini $i uoltauano $u i perni, &amp; $i adag-
giauano alla materia di quel poema, che allhora $i uoleua rappre-
$entare. Et in uero $e la Chiocciola fu$$e tutta $oda di marmo, o di
metallo; &amp; $i moue$$e $u le punte de'perni, con pochi$$ima forza
$i potrebbe girare a$$ai uelocemente; pur che non haue$$e altro mo-
uimento di corpo graue dentro a $e ste$$a, contrario al giro del mo
tore di fuora. ma come habbiamo detto nel primo ragionamento,
l'acqua in quella a$cendendo, $cende per tanto pendio, quanto la
decaduta del uerme auanza l'eleuatione: &amp; percio &egrave; bi$ogno, che
ui $ia almeno tanta forza, che ba$ti a uincere la decaduta interna
di tutto quel pe$o. al quale il moto de'perni non gioua co$a alcu-
na; aiutando $olamente il giro del pe$o dell'i$tromento, $enza ri-
guardare la detta decaduta. nella qual co$a &egrave; facile il giudicare,
che $i $ieno ingannati coloro, che $eguendo le regole di Vitruuio in
formarlo, l'hanno fatto $i lungo, &amp; gro$$o, &amp; di capacit&agrave; di tanto</I>
<p n=>44</p>
<I>pe$o, che non l'hanno poi potuto $uperare nella $ua interiore deca-
duta, con lo i$tranio motore.</I>
<p><I>Fra gli i$tromenti motiui ni$$uno $arebbe $tato al propo$ito della
Chiocciola, $e non quelli che mouono in giro. le Trocchie, le Ta-
naglie, &amp; gli altri $imili, che $olamente $eruono al moto fatto per
linea retta, n&oacute; cadono $otto la pre$ente con$ider atione. &amp; $e bene
quelle machine, che mouono in giro, po$$ono anco mouere a linea
retta; come la martinett a lungo all'ha$ta dentata, &amp; alcune del-
l'altre ruote $ui $ubbio; non $ono pero per pigliar$i nell'occa$ione,
che ci s'appre$enta, $e non in quanto rendono il moto circolare.
Ora in tutte que$te $empre &egrave; auenuto, che quanto piu $i moltiplica
la forza, tanto piu $i ritarda la uelocit&agrave; del moto del pe$o. ne an-
cor s'&egrave; ui$to con ragione, od e$perienza alcuna, che po$$a stare in-
$ieme, che la forza nell'i$te$$o motore $ia a$$ai ingagliardita, &amp;
che la uelocit&agrave; $ia re$tata la mede$ima nel pe$o di lui: $e di tanto
alla proportione non cre$ce la uelocit&agrave;, che cagiona il moto, di qu&aacute;
to cre$ce la forza: ilche non puo auenire con l'i$te$$o motore, &amp;
$pecialmente in quelle ruote, che hanno il moto da'corpi animati,
per non e$$ere eglino potenti per mouere molto uelocemente. &amp; $e
per fare poche fu$a nelle rocchette, che mouono il pe$o, come $ono
quelle, che ruotano le macine; &amp; a$$ai denti ne'timpani, che uol-
tano le rocchette, $i far&agrave; il mouimento del pe$o ueloci$$imo; $ar&agrave;
nece$$ario di tanto accre$cere la forza, &amp; la uelocit&agrave; del primo mo
tore, di quanto $i far&agrave; piu ueloce il moto del pe$o. Habbia una
rocchetta, che uolga il pe$o, diece fu$a: habbia il timpano $uo al-
tri tanti denti: $ia mo$$a con una ruota maggiore fi$$a nel $ubbio
del timpano. $ar&agrave; mo$$a poniamo ca$o da duoi gradi di forza, con
duoi gradi di uelocit&agrave;, in uno i$te$$o giro: tuttauia maggiore $ar&agrave;
le uelocit&agrave; della circonferenza della ruota piu grande. &amp; per cio
$ar&agrave; bi$ogno, che il motore di quella parte $ia piu ueloce: &amp; la ue-
locit&agrave; $i fa per uno accre$cimento di forze: che $e il motore uolge
la ruota in tanto $patio di tempo con duoi gradi di uelocit&agrave;, non la
potr&agrave; mouere nella met&agrave; meno $patio, $e la forza non $i raddop-
pier&agrave;. aggiungan$i poi altri tanti denti nel timpano, co'quali il
pe$o faccia duoi giri, mentre che il timpano ne fa uno; allhora &egrave; ne
ce$$ario o che il moto nel pe$o $ia l'i$te$$o, &amp; quel dell'altre ruote
$i ritardi a$$ai, o ui s'aggiunga altra tanta forza, la quale $eru&aacute;do</I>
<p n=>45</p>
<I>l'i$te$$a uelocit&agrave;, che prima nel timpano, &amp; nella ruota maggiore,
oue &egrave; il motore, la raddoppi poi nel pe$o. co$i $i cono$ce, che la ue-
locit&agrave; $i cagiona con grandi$$imo aumento di forze; &amp; che, data
la parit&agrave; in iutte le co$e, quanto cre$ce la forza, tanto $cema la
zelocit&agrave; nel pe$o.</I>
<p><I>Imperoche que$ti effetti non accadono per altra cagione, che
per lo moto delle statere, nelle quali il pe$o, che $i trcua nel raggio
maggiore, quanto $ar&agrave; piu lontano dal centro, che lo $o$tiene, $em-
pre alla proportione $uperer&agrave; $econdo il $ito quello che $i troua nel
raggio minore. Ho detto $econdo il $ito, perche il cerchio, che fa
il pe$o nel maggiore, quanto $ar&agrave; piu lontano dal centro, occuper&agrave;
piu gran giro; &amp; la parte di lui in lunghezza di linea a quella che
fa il raggio minore, $ar&agrave; meno o bliqua, &amp; andr &agrave; piu rettamente
uer$o il centro del mondo: &amp; percio hauendo il pe$o qua$i $ito ret-
to, $ar&agrave; di tanto piu graue, quanto egli s'allontana dall'obliquit&agrave;
del minor giro del raggio piu breue. il mede$imo $i d&egrave; intendere
ne iraggi lunghi, che $i mouono a moto orizontale: come &egrave; $ouen-
te ne gli argani, nelle uiti, &amp; nelle martinette; nelle quali col pe$o
dell'i$te$$o raggio lungo $i moue il pe$o del raggio corto: ancor che
il moto di quello non $ia uer$o il centro della terra, ma piu pre$to
orizontale, &amp; talhora anco uer$o il cielo: peroche quando cio
auiene, non &egrave; mai col pe$o della grauezza naturale $olamente, la
quale $empre mira il centro del mondo, ma con la forza dell'anima
motrice, o di qualche altra co$a, che non $ia impetuo$a per lo pe$o
$olo. &amp; que$te tali non hanno per centro altro, che il centro $opra
cui $i moue il pe$o i$te$$o, $ia pure $ituato come $i uoglia: che $e piu
da que$to centro s'allontana un braccio, che l'altro; minor forza,
od impul$ione $i ricer ca a fare il giro; o uada uer$o il cielo, o come
uien meglio per lo fine propo$lo. auenga che il luogo a cui mira la
forza motrice, che non $ia naturale del pe$o, non &egrave; altro, che ogni
punto di tutto il cerchio intiero fatto d'un braccio lungo, il quale
punto $ia oppo$to per diametro a quello, in cui ella $i troua nell'atto
del mouere: talche a que$to modo in ogni $ito $eguir&agrave; la ragione de
la forza motrice, che $eguiua dal pe$o naturale nel $ito di fare il
cerchio uer$o il centro del mondo. Adunque il raggio lungo delle
statere con minor pe$o hauendo fatto aumento di forza per lo $ito,
mouer &agrave; il raggio piu breue con maggior pe$o, &amp; li cerchi d'ambi</I>
<p n=>46</p>
<I>duoi loro $i faranno in un'i$te$$o tempo; ma quello del maggiore $a-
r&agrave; piu ueloce, perche piu grande &egrave; lo $patio, che haur&agrave; a pa$$are.
Oltra cio, $e il braccio corto non haur&agrave; immediatamente il pe$o,
ma mouer&agrave; un'altro raggio lungo d'una'altra statera nel raggio
minore di cui $ia po$to il pe$o; allhora $ar&agrave; come $e fu$$e allungato
il raggio lungo alla prima statera. con tutto cio molto piu tardo
$ar&agrave; il mouimento del pe$o, &amp; $ar&agrave; bi$ogno, che il minor raggio
della prima statera $i riuolga molto piu d'una uolta, prima che il
$econdo habbia compito il $uo riuolgimento. onde moltiplicando$i
le statere, $empre piu $i uerrebbe ad allungare il raggio maggiore
della prima, &amp; ad accre$cere la forza del motore con l'i$te$$o dia-
metro del giro primiero, ritar dando$i pero $empre la uelocit&agrave; del
pe$o: peroche nelle statere moltiplicate a que$to modo &egrave; nece$$ario
che la prima $ia ruotata molte fiate auanti che l'ultima, oue &egrave; il pe-
$o, $i giri $olo una uolta. Da que$to na$ce, che gli argani, &amp; piu
le martinette, &amp; le uiti perpetue di molti ritegni, che $i chiamano
pani, $ono tardi$$ime nel moto; ne $ono utili oue $ia bi$ogno d'hone-
sta uelocit&agrave;. &egrave; uero, che oue conuengono, le uiti perpetue hanno
que$to uantaggio, che non la$ciano $correre il pe$o dal luogo a cui
l'hanno tirato una fiata, benche non ui $ia di nuouo altro $o$tegno:
il che non auiene ad alcuno de gli altri i$tromenti. Per lo contrario
$e i raggi uguali delle ruote moueranno raggi minori nel $ubbio de
l'altre ruote maggiori, procedendo con duoi, o tre ordini a que$to
modo; come $i puo uedere in tutti gli horiuoli da ruote, $i moltipli-
cher&agrave; a$$ai$$imo la uelocit&agrave;, &amp; il numero de'giri nella ruota, che
moue il pe$o: tuttauia la fatica del motore $ar&agrave; grandi$$ima a ri$pet
to del pe$o, che mouer &agrave;. Ho ui$to io una ruota, che c&oacute; un giro $olo,
&amp; col mezo di $ei altre ruote era cagione, ch'un'altra, che uoltaua
un leggieri$$imo pe$o, face$$e cento trentamila giri, piu ueloci, &amp;
meno, $econdo che era temperata dal ritegno di quello i$tromento,
che $i chiama il tempo. Et con tale artificio era formata quella
belli$$ima machina de$critta dal Giouio, che gia mand&ograve; in dono
Ferdinando, allhora Re de'Romani, a Solimano Imperadore de'
Turchi. Che $e bene da gli huomini, che non s'intendono d'a$tro-
logia, era creduto, che dentro a quella ui fu$$ero i moti de'Pianeti
alla $imilitudine di quelli del cielo, cio non era pero uero in altro,
$e non che alcuna di quelle ruote finiua il $uo riuolgimento in tren-</I>
<p n=>47</p>
<I>ta anni come fa Saturno, alcuna in dodici come Gioue, alcuna in
duoi come Marte, alcuna in uno come il Sole, &amp; co$i dell'altre
ruote alla $omiglianza de gli altri &lsquo;Pianeti. Adunque $e il pe$o,
che hanno a mouere que$ti i$tromenti fu$$e graue, m$$una molla,
ancor che gagliar di$$ima; et ni$$un c&oacute;trape$o, ancor che graui$$imo
loro ba$terebbe. il $ine del loro mouimento &egrave; $olamente un picciolo
raggio di ferro per mo$trar l'hore, od un martelletto per $onarle.
All'oppo$to, $e in que$to i$tromento il motore fu$$e oue &egrave; il pe$o, &amp;
il pe$o oue &egrave; il motore, con molto minore gagliar dezza di molla,
o di contrape$o $i mouerebbe a$$ai piu graue, &amp; difficil pondo:
benche con tardit&agrave; tanto maggiore che prima, quanto $arebbe bi-
$ogno, che la ruota del motore fu$$e di qua$i innumer abile propor-
tione piu ueloce: &amp; all'hora l'horiuolo $arebbe in foggia d'una
martinetta, &amp; $pecialmente quel da molla, in cui non fia dfficil co-
$a oprare, che la statera della molla uince$$e in lunghezza il rag-
gio della prima, &amp; piu ueloce ruota. Nel qual modo conobbi io
gia, che $u fabricato quel belli$$imo i$tromento po$to al tempo del
Duca France$co ultimo $opra la porta della Rocchetta del capello
di Milano. con quello, qual $i uogha huomo, stando nella came-
ra del Ca$tellano, chiudeua qua$i in un $ubito la porta della roc-
chetta, &amp; a poco a poco alzaua il ponte, ancor che carico di genti
armate. ma e$$endo egli poi $concertato, &amp; dato ad un ualente
mae$tro che lo racconcia$$e; per la morte del Duca, &amp; del mae$tro
non &egrave; mai piu stato po$to al $uo luogo: anzi non e$$endo a pena co-
no$ciuto da gli heredi del mae$tro, che n&oacute; ne $anno l'arte, $e ne gia-
ce $prezzato, &amp; tenuto in pochi$$imo conto. Ora dalle $ouradette
con$iderationi appare manife$tamente quanto contra ragione fu$$e
per$ua$o quel gran Principe Italiano a uolere con ine$timabile $pe-
$a fabricare molini, che con la forza de'contrape$i, per $ei hore c&oacute;-
tinue face$$ero opera $imile a quella de glialtri molini or dinari: pe-
roche n&oacute; &egrave; uero, che potendo$i cagionare dal moto d'un contrape$o,
che $cenda per lo $patio di tr&eacute;ta, o quaranta braccia le centinaia di
migliaia di giri, li quali a finir$i portino tempo di cinque, o $ei ho-
re, $i po$$a poi anco fare, che il pe$o mo$$o $ia in grauezza, &amp; in
uelocit&agrave; $imile ad una macina ordinaria, quando calca $ul grano.
Io non credo, per le ragioni dette di$opra, che a produrre tale ef-
fetto ba$ta$$ero duomila pe$i di contrape$i. &amp; que$ta &egrave; $enza dub-</I>
<p n=>48</p>
<I>bio la $peciali$$ima cagione, perche in qua$i tutti li modelli piccioli
gli effetti di $imili operationi rie$chino beni$$imo, &amp; in opera reale
poi facciano re$tare ingannati i loro antori, li quali non hauendo
alla mano le ragioni delle proportioni del motore al pe$o, &amp; del
pe$o alla uelocit&agrave;; &amp; non $apendo la uera cagione della moltipli-
catione della forza, $i per$uadono, che $i po$$ino fare co$e contra-
rie, come &egrave; il moltiplicare la uelocit&agrave; non accre$cendo le forze alla
mi$ura del pe$o, &amp; del corpo $opra cui $i moue. Tale era il belli$-
$imo modello d'acciaio, portato gia molti anni a Venetia da uno
molto ingegno$o, &amp; ricco Tede$co; &amp; raccomandato $enza con$i-
derare piu oltra dall'Imperadore Ferdinando: percioche con una
molla moueua una macina picciola d'acciaio $u i perni con mara-
uiglio$a uelocit&agrave;, per lo $patio di piu di tre hore; &amp; in un $ubito
caricata la molla, di nuouo per altro tanto $patio la ruotaua. non-
dimeno que$ta machina non calcaua $e non col perno. onde giudi-
co, che anco una macina ordinaria $i potrebbe mouere con ruote
grandi, &amp; con una molla grande alla proportione, $e non calca$$e:
ma calcando, $arebbe bi$ogno fare aumento nella forza di tanto,
di quanto tutto il piano della macina &egrave; maggiore, che la punta del
fu$o, che la $o$tiene: ilche $e $ia po$$ibile a por$r in opera, uegganlo
coloro, che alcuna fiata $i $ono dati alle reali e$perienze de gli effet-
ti artificio$i. Quindi anco &egrave; auenuto ch'io non ho mai uoluto dare
fede alle tante prome$$e d'Abel Fulone Cameriere del Re France-
$co uecchio di Francia, fatte nel principio del trattato del $uo in-
gegno$i$$imo Olometro; oue allega l'autorit&agrave; del Re i$te$$o, come
te$timonio di ui$ta. io ho bene $empre creduto, che in uarie inuen-
tioni di piccioli modelli egli fu$$e eccellenti$$imo, &amp; con quelli di-
letta$$e a$$ai l'animo del $uo Re, il quale da natura fau&ouml;riua li uir-
tuo$i; &amp; era a$$ai inchinato, $enza e$$erne pero molto fondato ne
le $cienze, come $ono qua$i tutti i Principi, a$imili artificio$i, &amp;
utili magi$teri. con tutto cio quei $uoi carri, che camina$$ero con
la forza del proprio carico, &amp; quelle circolationi perpetue delle
acque morte, &amp; altri $imili effetti, od haueuano qualche co$a ce-
lata a bello studio al Re, per piu dilettarlo, o $enza dubbio alcuno
non $arebbono riu$cite oue fu$$e stato bene il trarne piu pre$io uti-
le, cbe piacere. &amp; quindi &egrave; auenuto, s'io n&oacute; m'inganno, che dopo
tanto tempo non $e n'&egrave; mai ui$to proua ueruna utile in alcun luogo</I>
<p n=>49</p>
<I>Per gli i$te$$i auertimenti ancora $i puo far giudicio della $peranza
che $i deueua porre nell'organo del moto fabricato in Venetia da
quello indu$trio$o, &amp; dotto Bologne$e, di cui ho ragionato alqu&aacute;-
to nel precedente di$cor$o. e$$endo che una ruota dentata doueua
per ogni $uo giro uoltare, almeno dodici uolte, $ei chiocciole. Ala-
mane piu graui a$$ai, per la ragione gia detta, di quella ch'io ho
formato di $opra: $enza pero accre$cere alla proportione la forza
del motore, il qual doueua e$$ere uno, o duoi caualli con uantaggio
di $olamente due braccia, o circa nel raggio lungo della statera,
accioche $i face$$e il giro piu pre$to, &amp; il mouimento delle chioc-
ciole piu ueloce. $e il raggio dentato fu$$e stato la met&agrave; piu corto,
&amp; con la met&agrave; meno denti, il braccio lungo della statera haureb-
be auanzato l'altro di gran parte, &amp; la uelocit&agrave; n&oacute; haurebbe fat-
to tanto aumento come faceua. percio $cemando il pe$o doppiam&eacute;
te, la quarta parte $olamente della forza haurebbe ba$tato, per la
ragione detta. Gia l'e$perienza l'haueua mo$trato nel molino fatto
$ul lido di San Nicol&ograve;, in cui que$ta i$te$$a statera co$i moderata,
&amp; tirata da duoi caualli a pena poteua uoltare con mediocre uelo-
cit&agrave; una macina, la quale $enza dubbio, benche calca$$e, era d'a$-
$ai minor pe$o, che l'acque di quelle $ei chiocciole non erano nel
pendio de'riuolgimenti loro. ma il de$iderio di fare, che la ueloci-
t&agrave; $atisface$$e alla poca quantit&agrave; dell'acqua leuata dalle chiocciole
Alamane, diede certi$$ima occa$ione a que$to inganno.</I>
<p><I>Ma per dare qualche e$$empio a maggiore chiarezza della uti-
lit&agrave;, &amp; del danno, che potrebbe $eguire $e $i moue$$ero le chioccio-
le con qualchuno di que$ti i$tromenti, $ar&agrave; bene adducere l'u$o di
quelli, che $arebbono stati piu a propo$ito. Que$te $ono le ruote
chiamate deambulatorie, &amp; $ono di quattro $orti. La prima &egrave;
quella, che ordinariamente $i moue col cor$o dell'acqua, che con-
tinuamente batte l'ultima circonferenza di lei: &egrave; gagliardi$$ima
$opra l'altre, per la uelocit&agrave; del motore; &amp; perche non $olo ha la
impul$ione col moto del corpo graue, ma l'ha uer$o il centro del
mondo; concorrendoui ambedue le cagioni dette poco fa nelle ra-
gioni delle statere. L'altra &egrave; $ituata nell'i$te$$o modo, $e non che
il motore ui camina dentro. &amp; perche egli &egrave; animato, &amp; conti-
nuamente a$cende, non puo e$$ere molto ueloce. tale &egrave; la ruota del
pozzo maggiore di Sal$o: tale &egrave; quella che $ul Duomo di Milano</I>
<foot><I>D</I></foot>
<p n=>50</p>
<I>alza con duoi huomini $ino alla cima della torre una Campana di
trecento pe$i: &amp; tali $ono quelle de gli Arzan&agrave;, con le quali $i
traggono le galee dentro, &amp; fuora dell'acqua; &amp; gli altri gran-
di$$imi pe$i $i mouono come $i uuole. In alcune minere d'Alama-
gna per ordinario certe capre, &amp; certi gro$$i cani le uolgono, quan
do il pe$o non &egrave; de'piu graui, con facilit&agrave; ine$timabile. Scriue an-
co Olao Magno $crittore dell'hi$torie de'pae$i boreali, che gli or$i
in Sarmatia $ono ammae$trati a uoltarle con ageuolezza incom-
par abile, &amp; con pe$i maggiori a$$ai, che non s'alzerebbono col
mouimento de gli huomini. La terza ha pur anco il motore ani-
mato nell'ultima circonferenza, ma l'ha di fuora, potendo e$$ere
od huomo, o cauallo, o bue, od altro animale, che mentre s'affret-
ta d'andare innanzi, cedendoli la ruota, rimane $empre nell'i$te$$o
luogo. &egrave; de$critta dall' Agricola nella nona $igura delle machine
$piritali. L'ultima non ha il pe$o del raggio maggiore $pinto qua$i
rettam&eacute;te uer$o il centro del mondo come le $ouradette: piu pre$to
ua qua$i orizontale, dando poco pendio al pe$o, che moue: &amp; per
cio li caualli, &amp; i buoi, quanto $ia per la decaduta, ui po$$ono ca-
minare $opra a$$ai commodamente. Vna in que$ta forma ne fu fat-
ta a Barcone $ul Piacentino, &amp; una ue n'&egrave; in Venetia a San Gio-
uanni &amp; Polo, che fa a$$ai buono effetto in girare uelocemente la
macina d'un molino: tuttauia ha bi$ogno di quattro caualli, che $i
mouono $i $concertatamente, $entendo$i $empre mancare il $o$tegno
$otto a'piedi, che $ud ano copio$amente in breue tempo, &amp; non po$-
$ono lungamente durare: talche per la $ouerchia fatica molti$$imi
ne muoiono. ne &egrave; marauiglia che cio auenga, andando il pe$o, che
moue $u que$ta ruota a linea qua$i piana uer$o il centro del mondo,
&amp; non uenendo la forza dell'impul$ione de gli animali d'altronde,
che da que$to poco pendio, il quale $e fu$$e maggiore non potrebbe
poi e$$ere a propo$ito per li caualli, od altre be$tie $imili. &Egrave;adun-
que, contra il commune parere, la meno pe rfetta di tutte le ruote
deambulatorie. ne altro ha per$ua$o alcuni mathematici, &amp; ar-
chitetti a porla in u$o, che il uolere $chiffare la $pe$a de gli huomi-
ni, che mouono la $econda, &amp; la terza delle quattro dette. &amp; tut-
tauia mo$tra poi l'e$perienza, che li molti animali, che ui $ono me-
$tieri, &amp; ui muoiono, portano molto piu $pe$a, che $e fu$$e $ituata
in foggia di quelle due. Que$te ultime tre adunque (po$eia che</I>
<p n=>51</p>
<I>della prima, oue &egrave; gran decaduta d'acqua copio$a, n&oacute; accade a du-
bitarne, &amp; fa poco al $eruigio delle no$tre Chiocciole) $ono tarde
nel moto, ne po$$ono rendere uelocit&agrave; nel pe$o, $e li denti del raggio
corto non $ono molti, &amp; le fu$a delle rocchette pochi$$ime: allhora
ne $egue cio ch'io di$$i nell'organo di Me$$er Ale$$andro: cio&egrave;, che
il braccio lungo della statera uince il breue di poco, &amp; la forza del
motore non &egrave; moltiplicata conueneuolmente, $i che ba$ti a ri$petto
della uelocit&agrave;, ma la uelocit&agrave; nella chiocciola &egrave; di maggiore uti-
lit&agrave;, che altra co$a ui concorra: perche non uer$ando ella mai ac-
qua $e non $i gira, quanto piu uelocemente, &amp; con frequenza $ino
ad un certo termine $i uolter&agrave;, tanto piu $pe$$o, &amp; uelocemente
uer$er&agrave; con abondanza d'acqua a$$ai maggiore. Dico $ino ad un
certo termine, perche non &egrave; bene, che la uelocit&agrave; $ia tanta, che n&oacute;
la po$$a tolerare il pendio di dentro. altrimente l'acqua far&agrave; ri-
gorgo, ne potr&agrave; alzar$i i$peditamente. Co$i, $e la chiocciola $ar&agrave;
tanto grande, che habbia bi$ogno di $imile i$tromento, caminer&agrave;
$i tarda, che la quantit&agrave; dell' acqua u$cita da una molto minore,
mo$$a con hone$ta uelocit&agrave;, $ar&agrave; piu copio$a. Aggiunge$i che tali
i$tromenti $ono di grandi$$ima $pe$a, $i per loro ste$$i, come per la
stanza, che conuiene apparecchiare: ne po$$ono tra$portar$i da
luogo a luogo $econdo diuer$e occorrenze, &amp; occa$ioni, che $oglio-
no intrauenire, $enza gran perdita di tempo, &amp; di danari. anzi
a$$ettandole a no$tro u$o, haurebbeno bi$ogno di continua cu$todia
in tutti e tempi dell'anno, per li pericoli del fuoco, &amp; altri $imili
di$a$tri. Il mede$imo $i de intendere delle uiti perpetue, delle mar-
tinelle, &amp; di tutti gli i$tromenti, che ritardano il moto nel pe$o.
fra'quali for$e uenti forme ne $ono state $igurate dal diligenti$$imo
Giorgio ne' $uoi minerali: a benche anco in quelli ne $ono alcuni,
che uogliono motori di straordinaria lena: come &egrave; la machina che
$i fabric&ograve; alle radici del monte Melibocco, la quale era uoltata da
uenti quattro caualli, entrandone otto per uolta alla fatica, per lo
$patio di quattro hore: &amp; come erano le tre ordinate l'una $opra
l'altra nel monte Carpato in Schemnicio, che $i moueuano con no-
uanta$ette caualli, a fine di leuare l'acqua dalle ricch<*>me mine-
re, accioche per tale impedimento elle non s'abandona$$ero, come
gia per l'i$te$$a cagione $u la$ciato l'utili$$imo cauamento de'me-
talli in Frimbergo.</I>
<foot><I>D</I> 2</foot>
<p n=>52</p>
<p><I>Molti i$tromenti del moto, che non $ono in u$o ordinario piccioli
&amp; grandi ho io ui$to nella Sala de' modelli di mare, che &egrave; nel pa-
lazzo di San Nicol&ograve; del lido, mo$tratimi da quel famo$o Soriano,
il quale hauendo accopiate in$ieme le trocchie, gli argani, &amp; i ro-
toli, &amp; hauendo fabricato duoi nauigli di gran $pe$a, con tale ar-
ti$icio, che $e bene n&oacute; $ono molto ueloci, reggono pero ad ogni gra-
ui$$imo carico a ri$petto de gli altri; caua del piu cupo fondo del
mare a pezzo a pezzo tutte le co$e graui, che $ono $ommer$e, &amp;
$i $ommergono alla giornata: &amp; gia ha leuato buona parte della
materia del Galeone di quella Illu$tri&szlig;. Signoria, che a$fond&ograve; a gli
anni pa$$ati. Co$tui &egrave; molto ualent'huomo in $imili impre$e: &amp; ho
inte$o da alcuni nobili Vmitiani, che ha anco trouato il modo, col
quale le galee gro$$e (co$a utili$$ima, &amp; non mai piu fatta) $i po-
tranno mouere in mare $enza uele, &amp; $enza uenti. &amp; ueramente
ogni ragioneuole effetto $i puo $perare da un tale huomo, il quale,
come io conobbi ragionando in lungo con lui al meglio ch'io puoti,
per non hauere egli punto di cognitione della lingua latina, &amp; po-
chi$$ima dell'italiana; ha letto, et inte$o la maggior parte di quelli
autori Caldei, &amp; Egittij, che non hanno $entito l'ingiurie del tem
po, &amp; da'quali gli antichi Greci tra$portarono la miglior parte de
principij mathematici; in maniera, che $i po$$ono piu pre$to loda-
re per hauer dato buon'ordine alle materie, che per hauerle ritro-
uate, o notabilmente accre$ciute. Vidi anco molte belle inuentio-
ni in $imile $oggetto in ca$a del diuino Signor Girolamo Ru$celli
(felice memoria) re$tando stupefatto in cono$cere, che un'huomo
in modo raro ne'precetti delle tre lingue, che $i puo meriteuolmen-
te chiamare il moderno Ari$tarco, &amp; l'antico Varone; $ia poi an-
co $i eccellente nell'altre dottrine, &amp; $pecialmente in que$te mathe
matice. &amp; fu pur anco frutto dell' ine$timabile corte$ia di quel
gentili$$imo $pirito, che non mi cono$cendo a pena, $olo perche $i
auide, ch'io haueua qualche gu$to di $imili co$e, mi $coper$e uolen-
tieri, &amp; liberamente alcuni ritrouati, che altri haurebbono tenuti
$ecreti per trarne $econdo l'occa$ione qualche $omma di denari.
Nulladimeno tutti que$ti i$tromenti nel no$tro proponimento non
$arebbono di giouamento alcuno; non tanto perche $ono digrandi$-
$ima $pe$a al paragone dell'utile dell' agricoltura, quanto perche
ricercano buomini d'altro ingegno, &amp; prattica, che non po$$ono</I>
<p n=>53</p>
<I>e$$ere in maneggiar loro, i mini$tri delle no$tre coltiuationi.</I>
<p><I>Non uoglio gia per le ragioni $ouradette in tutto affermare,
che non $i po$$a di nuouo proporre qualche modo, il quale con tutto
che non $ia contrario a'principij della $cienza de'pe$i, po$$a dare
grande aumento alla forza $enza $cemare la primiera uelocit&agrave; del
pondo: anzi $e la bont&agrave; d'alcuni Principi, od il commune danno,
ch'io non uorrei, che per cio ne $egui$$e all'armate Chri$tiane, non
mi s'opporranno, cio $i potr&agrave; col mezo mio cono$cere, come po$$i-
bile, &amp; come effetto gia con$ermato con ragioneuole e$perienza.
Il che non meno $i farebbe chiaro con l'utili$$ino, &amp; degno di $om-
ma lode Aratro del molto Reuerendo Padre il P. Don Ste$ano Ca
taneo Nouare$e, Monaco della Congregatione Ca$$ine$e, &amp; hora
digni$$imo. Abbate di San Proclo di Eologna: imperoche que$to
rari$$imo ingegno dopo gli studi non $olamente delle $acre lettere,
nelle quali con piu che mediocre cognitione della lingua latina, gre
ca, &amp; hebrea egli &egrave; con$umati$$imo (come bene ha mo$trato quan-
do a nome di tutta la congregatione $ua $edeua nel Concilo di Tren
to) ma di tutte le tre parti della filo$o$ia, le quali $ono con ottimi
fondamenti po$$edute da lui, s'&egrave; anco pre$o hone$to piacere in fa-
bricare, con l'aiuto della $cienza de'pe$i, uno artificio$o aratro, che
guidato da un'huomo $olo, $enza buoi, in terreno, che non $ia trop-
po $a$$o$o, far&agrave; poco meno dell'opera, che $i $uol fare con un'aratro
commune tirato da un par di buoi. Io $pero che per uniuer$ale be-
neficio egli porr&agrave; finalmente ogni ri$petto da canto, &amp; lo publiche-
r&agrave; in nome $uo: perche in nome di uno, o di duoi $uoi amici egli ha
gia uoluto farlo; ancora che quegli huomini da bene non habbiano
uoluto ue$tir $i delle penne del Pauone, &amp; defraudare il meritato
honore appre$$o di coloro, che non $ono uolgari malegni, all'amico
$uo, che $i corte$emente, &amp; $i mode$tamente $e n'ha uoluto priuare:
tenendo troppo conto d'un certo ri$pett&ograve;, al mio giudicio piu au$te-
ro, che non comporta la publica utilit&agrave;,</I>
<p><I>Con$iderando io adunque le $ouradette ragioni, giudicai, che
fu$$e bene a proportionare talmente la Chiocciola, che $i fu$$e po-
tuto a$$ettare con ageuolezza in ogni luogo, oue &egrave; l'acqua corr<*>te,
oue &egrave; morta, oue li fiumi $cemano, &amp; cre$cono, oue $i po$$ono rac-
cogliere l'acque $orgenti, &amp; fin almente ouunque $ia acqua di qua-
lunque $orte da leuar$i. Di piu auert&igrave;, che $i pote$$e tra$portare</I>
<foot><I>D</I> 3</foot>
<p n=>54</p>
<I>da luogo a luogo $enza $pe$a, $enza fatica, &amp; $enza perdita di
tempo: $i che anco oltra ad ogni altro commodo, dopo il tempo de
l'adacquare, $i pote$$e conducere in luogo $icuro da ogni di$a$tro.
&amp; per cio ele$$i di darle un'organo del moto leggiero, &amp; di pochi$-
$ima $pe$ i in fabricarlo; mo$$o in maniera da un'huomo $olo, che
la $pe$a del motore non fu$$e graue, a ri$petto dell'utile. Que$to &egrave;
stato una Cigognola ritorta nella forma, che qu&igrave; di$otto &egrave; figurato.</I>
<fig>
<p><I>Per intendere la forma di cui, conuiene $apere, che qua$i tutti
i piu periti arte$ici, &amp; $pecialmente gli Alamani, hanno $empre
dato qualche piega alle cig ognole, delle quali $i $ono $eruiti per
braccio lungo di statera, in alzare, &amp; girare li pe$i: facendolo
alcuna fiata per commodi t&agrave;, alcun'altra per non impedire la forza
ordmaria del uette, (co$i $i potr&agrave; nominare taluolta que$to i$tro-
mento con nome qua$i latino, ad imitatione de'latini, che trasfor-
mando le uoci greche in con$onanza latina, u$auano con piu chia-
rezza li termini della materia, che era loro alle mani) Ma que$te
piegature poi $ono pa$$ate in $i grande abu$o, che un uette qua$i $em
pre &egrave; giudicato di poca forza, $e non &egrave; curuo in qualche parte di
lui. Et quindi &egrave; for$e anco deriuato il nome di cigognola per ec-
cellenza; qua$i che que$ti uetti non $ieno buoni, $e non $ono ritorti
alla $embianza del collo della Cigogna, che in molte gui$e $i $uole</I>
<p n=>55</p>
<I>riuolgere. Sono poi anco stati alcuni lettterati, che non facendo-
ne e$perienza alcuna, n'hanno uoluto rintracciare la ragione, &amp;
hanno finalmente detto, che la piegatura rende piu lunga linea in
minore diametro, &amp; che tutta la lunghezza della linea co$i cur-
ua, ha forza come $e fu$$e retta, &amp; di$te$a: re$tando con tutto cio
il giro d'a$$ai minore diametro, &amp; di comm&oacute;dita ine$limabile al
motore: percioche $i potr&agrave; fare una cigognola d'un mezo cerchio
intiero, il quale haur&agrave; circonferenza d'un braccio, &amp; mezo; &amp;
il diametro non $ar&agrave; pero piu che circa un braccio. onde il motore
che non potrebbe fare circuito di tre braccia di diametro, $e il uet-
te fu$$e di$te$o, ne far&agrave; uno di due a$$ai commodamente, $aluando
la forza del moto per la piegatura, come $e lo face$$e di tre. &Egrave;ben
uero che affermano, che nelle statere, oue il pe$o naturale opera,
inchinando uer$o il centro del mondo, cio non $arebbe di molto gio
uamento; &amp; che in quel ca$o $ia bene $eguire la ragione della lun-
ghezza del diametro; non hauendo riguardo alla piegatura. ma
oue la forza $ola animata non $i propone altro centro, che il punto
oppo$to diametralmente al luogo in cui ella $i ritroua, in tal ca$o le
piegature $ono d'utilit&agrave; ine$timabile: percioche dicono, che la cur-
uit&agrave; $empre allontana la $ucce$$ione del moto dal centro $opra cui $i
moue il pe$o. Ilche $i cono$ce chiaramente, $econdo co$toro, nelle
ruote, la circonferenza delle quali &egrave; $o$tenuta dalle fu$a; po$cia che
hanno a$$ai piu forza, che non porta il raggio della statera, &amp; la
impul$ione dell'aere. Dalle quali ragioni stimo io, che $ieno state
accettate c&oacute;munemente da ognuno tante uarie pieghe fatte in ogni
$orte d'i$tromenti del moto, con tanta $icurezza, che molti hanno
hauuto a dire, che con que$ta $ola uia $i puo aumentare la forza,
rimouendo la tardit&agrave;: in modo che $e $i $egui$$ero li precetti d'Ar-
chim&egrave;de nel $uo libro delle linee $piritali, in fare le cigognole, ne
$eguiriano effetti marauiglio$i: percioche potendo$i fare i giri pic-
cioli, non o$tante, che le statere $ieno fatte piu lunghe, &amp; piu ga-
gliarde; chi dubiter&agrave;, che non debba re$tare l'i$te$$a uelocit&agrave; nel
pe$o con l'aumento della forza? Ma tutte que$te imaginationi $i
prouano con l'e$perienza, &amp; con altra piu $oda ragione e$$ere sta-
te mal con$iderate: imperoche molti$$ime e$perienze, che io con
graue $pe$a ho fatte non poche fiate, hanno mo$trato, che quanto
alla forza ordinaria le cigognole $ieno rette, o curue cadono in un</I>
<foot><I>D</I> 4</foot>
<p n=>56</p>
<I>mede$imo; &amp; che $empre la mi$ura della forza $i piglia dal punto
in cul $i troua il motore, al punto, che per linea retta u&agrave; al centro
del pe$o: ne piu, ne meno come $e il uette fu$$e tutto retto dal cen-
tro $ino a quel punto, &amp; come $e $i moue$$e col pe$o naturale uer$o
il centro del mondo. Oltra di que$to, il douer uuole, che $e il uette
per una par te di lui s'allontana dal centro del pe$o (que$ta &egrave; ragio
ne, che conuince del tutto) &amp; per l'altra s'auicina, tanto perda di
forza per la parte, che s'auicina, quanto n'acqui$ta per quella,
che s'allo itana, alla proportione: &amp; per l'oppo$ta ragione perda a
quella per cui acqui$ta. ne la ragione delle ruote puo tanto, che la
forza loro, quando &egrave; maggiore, che non importa la lunghezza
del raggio, non $i debba tutta tirare dall'impul$ione, &amp; dal moui-
mento dell'aere. anzi $i uede, che con l'i$te$$a gagliardezza mo-
uer&agrave; un'huomo pian piano, $enza impul$ione d'aere, una ruota di
raggi, tolta uia la circonferenza continua, come $e ui fu$$e l'i$te$$a
circon$erenza, la quale non pa$$a$$e la lunghezza de'raggi.</I>
<p><I>Io m'aueggo, che in tali $oggetti $arebbe bene hauere l'arte del
dire di Mercurio, il quale fu adorato da gli antichi per lo Iddio
dell'eloquenza piu pre$to perche con le $ole parole, $enza ge$ti, &amp;
$enza figure $i faceua intendere chiaramente da ognuno, in qua-
lunque o$cura materia egli ragiona$$e, che per altra cagione. pure
non potendo e$$ere qu&igrave; hora l'eloquenza di quello Iddio, &amp; $pecial-
mente con meco, che tanto $olamente m'arrogo d'heuerne acqui-
$tato, quanto ba$ta a fare cono$cere, anco con mediocre fatica, la-
uerit&agrave; delle co$e, ch'io tratto: non fia for$e male, ch'io de$criua al-
cune figure delle piu importanti; nelle quali con $uo non prima p&eacute;-
$ato danno, molti per altro ualent'huomini hanno pre$o granchi di
non leggiera con$ideratione. Ilche io far&ograve; tanto piu uolentieri,
quanto non ui e$$endo $in'ad hora stato alcuno de gli autori latini,
od altra lingua, che n'habbia $critto particolarmente; $on $icuro,
ch'io $chiffer&ograve; nell'auenire a chi legger&agrave; attentamente que$ti pochi
$eritti, molti trauagli, &amp; non poche $pe$e, $e mai prende$$e lui de-
$io d'occupar$i nell'operationi di que$ti ingegno$i ritrouati. che ue-
ramente $i dolce &egrave; il uedere na$cere qualche bello effetto, &amp; cono-
$cerne la cagione in $imili magi$teri, che pochi$on coloro, che pur
una uolta n'habbiano $entito l'odore, che non ghiribizzino molte
uolte da $e ste$$i per dar fine a qualcheduna delle molte imagina-</I>
<p n=>57</p>
<I>tioni di uarij effetti utili, &amp; come a prima giunta $i mo$trano a$$ai
riu$<*>li, che loro $i uolgono per la fanta$ia. ma tutta uia que$ti
pen$ieri, $e n&oacute; $ono in capo d'huomo piu che mediocremente $cien-
tiato; &amp; come dice Galeno, che e$$endo da natura prudente, gia
habbia con lungo tempo, &amp; grande studio fatto molte $icure pro-
ue; per la maggior parte rie$cono $allaci: non $enza uergogna, &amp;
danno notabile dell'autore $uo, s'egli n&oacute; $ar&agrave; in maniera agiato de'
beni della fortuna, che po$$a $penderne una parte $enza pregiudi-
cio dell'economica, in que$ti hone$ti, &amp; anco quando c'ingannano
lodeuoli piaceri. imperoche tante cagioni di tutti quattro i gene-
ri, &amp; di tutti gli i$tromenti, &amp; mezi, con tante proportioni di
gradi, talhora ui concorrono; che $e bene non deue e$$er tenuta per
ignoranza gro$$a quella che nelle primiere operationi impedi$ce gli
e$$etti de$iderati; quella tuttauia di coloro, che $i per$uadono d'e$-
$ere quanto $i conuiene ammae$trati nell'arti, che ui bi$ognano, &amp;
non $ono, non merita e$cu$atione alcuna.</I>
<p><I>In duoi ca$i adunque puo e$$ere di giouamento la piegatura delle
cigog nole: uno &egrave; quando il $ito del motore animato lui produce piu
forza una uolta, che l'altra: &amp; que$ta $i dee piu pre$to chiamare
comm odit&agrave;. L'altra &egrave; quando $enza la piegatura il moto in una
parte di lui $i rende difficili$$imo, &amp; qua$i impo$$ibile: &amp; que$to &egrave;
quando il motore moue con qualche mezo. La figura della prima
&egrave;$econdo il uette d'alcune martinette tede$che, &amp; &egrave; que$ta.</I>
<fig>
<p n=>58</p>
<p><I>Rella quale $i uede, che per l<*>piegatura la parte del moto piu fa-
tico$a $i far&agrave; finire con la mano alquanto rimota dal petto, oue ella
ba maggior forza, che quando &egrave; lui troppo uicina. L'altra figu-
ra della $econda &egrave; la $eguente: u$ata $pecialmente nel mouimento
delle ruote, che $i uoltano co'piedi, o che col uette moueno altre co$e</I>
<fig>
<I>Nella quale $e la corda fu$$e appe$a ad un uette diritto, &amp; tira$$e
perpendicolarmente come $a, non $olo non mouerebbe, ma talhora
$arebbe cagione, che la ruota $i ferma$$e, &amp; re$ta$$e immobile: per
cioche tirando la corda il uette in $e ste$$o uer$o il $uo centro, non
potrebbe cedere alla forza motiua, mentre che per l'impul$ione
del mouimento primo, non pa$$a$$e la linea perpendicolare: &amp;
pa$$ata che l'haue$$e, non tirerebbe con la forza della mi$ura di
tutto il uette: perche $empre il principio del moto della corda $a-
rebbe piu uicino al centro, che all'e$tremit&agrave; del uette. Dal che $i
puo comprendere quanto errino coloro, che fanno que$ti uetti, che
non s'allontanano tanto per la curuit&agrave; loro dal centro uer$o i lati,
quanto l'e$tremit&agrave; &egrave; lontana dall'i$te$$o a linea dritta: &amp; $ono nel
modo della figura, che $egue, o $imile.</I>
<p n=>59</p>
<fig>
<p><I>In ogni altro ca$o le piegature $ono $ouerchie, &amp; di $peranza in
tutto uana. Primieramente quel tanto lodato nelle uitil perpetue,
&amp; ne'tir atori da metalli; non merita la lode, che piu ragioneuol-
mente $i deurebbe dare al raggio corto, che moue il pe$o, od alla
moltiplicatione delle statere. &Egrave;que$to.</I>
<fig>
<p><I>Faccia$i adunque un cerchio dal centro al mezo della piegatu-
ra: faccia$ene un'altro dal centro all'e$tremit&agrave; del uette: Non $i
trouer&agrave; per la ragione del diametro del circolo, che il diametro,</I>
<p n=>60</p>
<I>che d&agrave; la $orza al moto, $i $ia allungato ne anco un punto. Dopo
que$to &egrave; il mezo cerchio, adoprato $ouente in Alemagna, nelle
machine hidranlice da pi$telli.</I>
<fig>
<p><I>Nel mezo della piegatura egli $i rimoue dal c&eacute;tro per la met&agrave;, nel
fine n&oacute; ha piu u&aacute;taggio nel giro come $e fu$$e diametro retto. Vn'al-
tro ue n'&egrave; qua$i in forma del pletro della lira, a cui donaua il uanto
di forza M. Ce$are Buonaca$a architetto di gran riputatione aben
che piu pre$to doueua darlo alla proportione del pe$o alle statere.</I>
<fig>
<p n=>61</p>
<p><I>Se bene que$to uette par che habbia uantaggio nella parte della
statera nel punto.</I> A. <I>$ino alla piegatura nel punto. B. lo perde pero
per l'altra parte, che $e gli oppone dal punto. B. $ino al punto. C.
che &egrave; nel centro. Di piu con un'altro molto stauagante un'Archi-
tetto France$e $i pen$&ograve; di potere moltiplicare la forza nel moto de'
remi delle galee, &amp; $i trou&ograve; ingannato.</I>
<fig>
<p><I>Perche il riuolgimento, che &egrave; nel punto.</I> A. <I>non cre$ce piu di
quello, che &egrave; nel punto. B. &amp; nel punto. C. &amp; &egrave; $uperato da quella,
che &egrave; nel punto. D. il quale ha tutta la forza, come $e fu$$e retto.
Alla qual co$a uolendo fare prouedimento il Fulone ne form&ograve; un'
altro in que$to modo.</I>
<p n=>62</p>
<fig>
<p><I>Egli ha tutta la forza nel punto.</I> A. <I>il punto. B. &amp; il punto. C.
$ouerchi, per che $ono pari in di$tanza. Il punto. D. non $olamente
non aggiunge forza, ma leua la gia acqui$tata: perche s'auicina
piu al centro: &amp; co$i il prouedimento fu uano. Nell' errore di
auicinare la uirt&ugrave; motrice con l'e$tremit&agrave; del uette al centro, in-
cor$e quel grand'huomo, che gia prome$$e di uoler fare quei $i fa-
cili molini a gli Anconitani, de'quali $i pen$auano poi $eruir$i gli
Rauennati, poi che furono accordati con l'Illu$tri$$imo Cardinale
di Sant' Angelo, che $i rouina$$ero le macine edificate $ul fiume,
dal quale ne $eguiua danno$i$$imo diluuio alle loro campagne.
Haueua que$to letterato, &amp; indu$trio$o huomo fatto duoi uetti lun
ghi, ritorti, &amp; fi$$i nel $ubbio del timpano dentato; uno oppo$to
all'altro per cagione dell'equilibrio. all'e$tremit&agrave; di que$ti attac-
caua una catena, la quale giungeua qua$i al centro; &amp; era girata
da due alette picciole, mo$$e da duoi altri uetti $imili, tirati pur
anch'e$$i da un'altra catena, uoltata da altre due picciole ale, &amp;
finalmente mo$$a da un uette ordinario. Il uette lungo era in que-
sto modo.</I>
<p n=>63</p>
<fig>
<p><I>Nel quale $e la catena tira$$e $enza auicinar$i mai piu al cen-
tro di quello, che &egrave; l'e$tremit&agrave; di lui, gagliardi$$ima ueramente fa-
rebbe la forza, per la lunghezza del $uo diametro. ma e$$endo
nece$$ario, che s'auicini $e $i d&egrave; mouere dalle due ale, tanto il uet-
te perde della forza gia acqui$tata, quanto la catena s'appropin-
qua al centro. Ho inte$o che il ualent'buomo ne fece la proua pri-
ma che ne ragiona$$e con al cuno, in uno edificio grande come ha-
ueua ad e$$ere in effetto, in cui tuttauia la macina non calcaua: &amp;
perche li riu$c&igrave; come haueua de$iderato, &amp; con facilit&agrave; ine$tima-
bile, non $i cur&ograve; di prouare nella macina, che calca$$e. Ilche credo
che aueni$$e perche la ragione uera di tirare il uette nell'e$tremit&agrave;
$ua l'haueua $i per$ua$o, che non con$ider&ograve; l'oppo$ta; cio&egrave;, che la
forza del motore nell'alette, era uicina al centro. Vn$imile er-
rore pre$e il diuino Michel' Angelo Buonaruoti, quando era gio-
uane, &amp; pen$aua di uoltare la mal formata chiocciola di Vitruuio
(che que$to diuino $pirito fu piu uolte in humore di uolerlariduce-
re alla perfettione: &amp; for$e, $e non fu$$e stato diuertito da molte
altre impre$e, l'haurebbe fatto: percioche l'Eccellenza dell'Illu-
$tri$$imo Signore il Duca no$tro mi di$$e gia, che n'haueua ui$to una</I>
<p n=>64</p>
<I>fabricata da lui gia uecchio, a$$ai grande; la quale $e $i fu$$e potut<*>
mouere un poco meglio, uer$aua gran quantit&agrave; d'acqua ad hone$ta
altezza) con una lieua, che haue$$e il braccio corto fi$$o nel uette
a que$to modo.</I>
<fig>
<p><I>La lieua era in uero fatta con gran ragione, &amp; approuata dal-
l'u$o de'Mo$couiti: li quali, come ce ne mo$tra la figura Olao Ma-
gno nell'Hi$torie de'popoli $ettentrionali: con una $i fatta lieua
mo$$a in giro, uoltano uelocemente ruote grandi$$ime, &amp; graui,
con le quali purgano, &amp; lauano li metalli nell'acque; &amp; co$i st&aacute;-
do di$tanti col braccio lungo della lieua, hanno forza grandi$$ima,
&amp; non $i bagnano per lo $pruzzar dell'acqua, come farebbono $e il
uette $econdo l'u$o ordinario fu$$e uicino alla ruota. ma nella ci-
gognola non s'auide $e non dopo il fatto, che il raggio, che s'ap-
pre$$a al centro, ruba qua$i tutta la lena al re$to del uette: &amp; &egrave; ne
piu ne meno, come $e la lieua fu$$e fi$$a in un uette lungo tanto qu&aacute;-
to &egrave; dal centro al punto oue ella &egrave; fi$$a. Veramente $e que$to i$tro-
mento fu$$e caduto bene a quel ualent'huomo, $arebbe stato il piu
gagliardo, &amp; facile per mouere in giro, fra quanti $ono mai stato
cono$ciuti. auenga che con il uette $i poteua dare al pe$o quanto
raggio lungo s'haue$$e uoluto, &amp; con la lieua $i $uperaua almeno
di $ei parti il raggio breue. Talche un'huomo $olo $aluando l'i$te$-
$a uelocit&agrave;, &amp; non facendo con le braccia maggior giro di quel che</I>
<p n=>65</p>
<I>$i $oglia ordinariamente da ognuno, haurebbe oprato almeno per
la forza d'altri diece. tutto l'inganno fu nella piegatura: di cui $i
po$$ono dare due certi$$ime regole: vna quando $i con$idera la for-
za in un raggio $olo; &amp; &egrave; che tanto $empre acqui$ta di forza il
uette, quanto l'e$tremit&agrave; di lui, in cui &egrave; il motore od animato, od
innanimato, s'allontana dal centro: non hauendo riguardo a tutte
le parti, ancor che $u$$ero o piu rimote, o piu propinque. l'altra,
quando $i con$idera la forza in duoi raggi; &amp; &egrave; che la piegatura
dell'uno non nuoce alla forza dell'altro, $e n&oacute; quanto l'e$tremitati $i
ritrouano rimote dal punto $opra cui $i moue la statera. &amp; con
que$ta $econda $i portano molte commodit&agrave; a'motori, per alzare
piu alto $enza di$c&oacute;modar$i, che n&oacute; $i farebbe con la statera retta,
&amp; per mouere diuer$e co$e, &amp; diuer$amente con un moto $olo.
Delle quali, perche hora non fanno al propo$ito della Chiocciola no
$tra, non &egrave; bene, che $e ne dica altro. Vno eccellente Architetto
Napoletano, che $i chiamaua il Gaietta, pen$&ograve; di fuggire il gran-
chio di Michel'angelo, &amp; inciamp&ograve; in un'altro di gran lunga peg-
giore. Form&ograve; il uette in $imil figura.</I>
<fig>
<p><I>Ciudicando con que$to riuolgimento di raddoppiare la lena: per-
che il raggio non s'appre$$aua al centro per uia diametrale. Ma il
Filandro nell' Academia di Roma, allhora che a per$ua$ione di</I>
<foot><I>E</I></foot>
<p n=>66</p>
<I>Me$$er Claudio Tolomei quelli huomini dotti$$imi $i diedero a cor-
reggere, &amp; illu$trare l'opera di Vitruuio lungamente giaciuta nel-
le tenebre, col compa$$o in mano fece lui cono$cere, che que$to uet-
te ha maggior forza, che qualunque de gli altri communi; ne ha-
uerebbe giouato in altro, che in tenere $i$$a la lieua col perno della
Chiocciola. imperoche facendo$i il cerchio nella $ua piegatura,
haur&agrave; di diametro, poniamo ca$o, un braccio; facendo$i nell'e$tre-
mit&agrave;, non ne haur&agrave; ne anco due oncie; &amp; tanto gietta per una li-
nea, quanto guadagna per l'altra; $e non che una $i troua lontana
alquanto dall'altra: &amp; da que$ta di$tanza $olamente $i piglia la
ragione della forza. Ne gioua che ui $ia di$ferenza, per co$i di-
re, dal moto impul$iuo, al moto attratiuo; perche nell'attratione,
od impul$ione fatta uer$o la piegatura, la forza &egrave; l'i$te$$a, uolendo
mouere in giro. non $arebbe gia co$i $e $i uole$$e mouere a moto
retto: perche nel giro il punto $olamente, oue &egrave; il motore, lauora;
facendo il cerchio col diametro, che egli ha dal $uo centro. Alla
di$ferenza de'moti perche non hanno hauuto l'occhio molti per al-
tro galant'huomini, $ono $drucciolati molte uolte, quanto $ia per
que$te inuentioni, dalla $ua primiera riputatione.</I>
<p><I>Ba$tino per hora que$ti e$$empi, de'quali habbiamo diui$ato $in
qu&igrave;, li quali $enza dubbio $aranno di grande utilit&agrave; per i$chiffare
molti errori, ne'quali tutto d&igrave; $i $cuopre, che alcuni belli ingegni
$ogliono incorrere. Et po$cia che a ba$tanza habbiamo trattato di
que$to argomento per intendere la forza del no$tro uette; tornando
al propo$ito di lui, dico che la piegatura in quello non gioua $e non
alla commodit&agrave; del motore, &amp; in tanto ageuola il moto, quanto
cagiona l'equilibrio nel pe$o di $e ste$$o.</I>
<p n=>67</p>
<fig>
<p><I>Tutto cio che &egrave; dal punto.</I> A. <I>$ino al punto. B. &egrave;$ouerchio, quanto
$ia per la forza, che uiene dalla natura del uette: per che la parte,
che &egrave; dal punto. B. al punto. C. $e gli oppone con uguale potenza.
Voglio dire, che facendo$i il cerchio nel punto. B. $ar&agrave; uinto in dia-
metro da quello, che $ar&agrave; fatto nel punto. D. &amp; dal grado di tal
uittoria na$ce tutta la forza. Ma perche quando il motore ha
mandato l'e$tremit&agrave; del uette uer$o il centro del'mondo, e$$endo il
uette in$ieme col manico $uo, graue di circa trenta libre, &egrave; poi bi-
$ogno, che $ia alzato un'altr&agrave; uolta con piu fatica di molto (all'in
giu il uette ui corre c&oacute; moto naturale, &amp; all'in $u bi$ogna tirarlo)
percio &egrave; stato utili$$imo aggiungerui quella parte, circuendo dal
punto.</I> A. <I>$ino al punto. C. po$cia che in tal maniera s' &egrave; fatto l'equi-
librio, &amp; la parte aggiunta con la $ua grauezza leua l'altra: di
modo che in ogni giro $i $ottragge fatica al motore di alzare tren-
ta libre di pe$o, o circa, all'altezza di due braccia: la qual fatica
$ola $arebbe atta a $neruare in breui$$imo tempo ogni gran lena di
huomo. $enza che douendo$i alzare que$to pe$o, quando le mani
$ono piu uicine al petto, nel qual $ito $i $ente (&amp; $i potrebbe anco
prouare con ragione parte medicinale, &amp; parte mathematica)
che la uirt&ugrave; loro manca a$$ai, &egrave; stato molto commodo lo $cemare
il pe$o con l'equilibrio. abenche di tale equilibrio ne dir&ograve; anco
qualche co$a fra poco, di$correndo $opra la statera del Tartaglia,</I>
<foot><I>E</I> 2</foot>
<p n=>68</p>
<I>trala$ciata da Ari$totele. Ora con que$to uette l'huomo ha un
braccio di raggio lungo, &amp; non e$$endo la Chiocciola nel $uo pe$o
piu che ott'oncie gro$$a, il raggio corto del pondo che comincia nel
mezo del perno $ar&agrave; di quattr'oncie, $i che il uette uincer&agrave; di due
parti, &amp; un'huomo haur&agrave; forza di tre, $e fu$$ero col uette di pare
raggio.</I>
<p><I>Si potr&agrave; dunque porre que$ta Chiocciola in qualunque luogo $i
uoglia, che $empre un'huomo di mediocre lena alzer&agrave; dodici oncie
d'acqua continua, &amp; con maggior cor$o dell'ordinario, all'altez-
za di circa $ette braccia. Ne la $pe$a del mantenere il motore $a-
r&agrave; tanta, che l'utile dell'acqua non pa$$i di gran lunga ogni danno.
Ilche chiaramente $i mo$trer&agrave; nel terzo di$cor$o. Se l'altezza de
la ripa non $ar&agrave; piu che $ette braccia, $i fara un moto $olo nella fog-
gia, che nella prima delle due $eguenti figure $i contiene, $egnata
per numero di</I> 69. <I>&amp; per regi$tro di E</I> 3.
<HEAD>Dichiaratione della prim a delle due
$eguenti figure.</HEAD>
<p><I>A. Il uette.</I>
<p><I>B. Acqua, che s'alza.</I>
<p><I>C. Acqua, che rie$ce.</I>
<p><I>D. Linea della eleuatione di $ette braccia, &amp; mezo.</I>
<p><I>E. Chiocciola lunga tredici braccia, gro$$a circa noue oncie.</I>
<p><I>F. Perno di $opra lungo fuor della Chiocciola un braccio, o circa.</I>
<p><I>G. Canale, che riceue l'acqua, &amp; la porta uia.</I>
<p><I>Se l'altezza della ripa pa$$er&agrave; dalle $ette braccia $ino alle tre-
dici, o circa, $i faranno duoi moti: &amp; allhora $i perde d'altezza
quanto importa la profondit&agrave; del ua$o, che porge l'acqua al $econ-
do ordine, che $ar&agrave; circa un braccio $olamente: &amp; $econdo Vi-
truuio, come habbiamo dichiarato di $opra, $arebbe in tanta al-
tezza piu di quattro. La figura &egrave; quella $econda delle due che $e-
guono, $egnata per numero</I> 70. <I>&amp; per regi$tro E</I> 4.
<p n=>69</p>
<fig>
<foot><I>E</I> 3</foot>
<p n=>70</p>
<fig>
<foot><I>E</I> 4</foot>
<p n=>71</p>
<HEAD>Dichiaratione della $econda figura
delle due precedenti.</HEAD>
<p><I>A. Acqua, che s'alza.</I>
<p><I>B. Linea di $ette braccia, &amp; mezo della prima eleuatione.</I>
<p><I>C. Linea di altre $ette braccia, &amp; mezo della $econda eleuatione<*>
ma$e ne perde un braccio nella prima, per l'altezza del ca-
nale di legno.</I>
<p><I>D. Canale di legno, che riceue l'acqua dal primo ordine, &amp; la
porge al $econdo.</I>
<p><I>E. Canale, che uni$ce l'acqua, &amp; la mena uia.</I>
<p><I>F. Chiocciola lunga tredict braccia, gro$$a circanoue oncie.</I>
<p><I>G. So$tegni del primo ordine fi$$i nel canale di legno.</I>
<p><I>Si uede, che ognuno di que$ti pezzi &egrave; mobile, &amp; $i puo tra$por-
tare ouunque $i uuole.</I>
<p><I>Si fa anco $apere, che in tutte que$te figure s'&egrave; hauuto poca cura
per tirarle in pro$pettiua, facendo li $corzi, &amp; l'ombre, $econdo
l'arte: percioche co$i figurando non $i $arebbe potuto hauer la mi-
$ura giu$ta delle parti: anzi molte co$e, che $econdo la ragione di
pro$pettiua non $arebbono ui$te, $i $ono qua$i di$egnate al contra-
rio, accioche $i $coprano.</I>
<p><I>Ma $e qualchuno non $i curer &agrave; di fare maggiore i$pe$a per una
$iata, &amp; uorr &agrave; fabricare uno edificio stabile, cu$todito continua-
mente per gli pericoli, che po$$ono accadere; $i potr &agrave; $eruire della
statera del molino edificato nel lido di San Nicol&ograve;: perche in uero
&egrave; tale, che non moltiplicando$i piu la uelocit &agrave; delle chiocciole, che
quando elle $on mo$$e da huomini, un cauallo ne potr &agrave; mouere tre
a$$ai commod amente: pur che il raggio della lieua, a cui $i lega il
cauallo, $ia proportionato di forza al timpano dentato, &amp; alle fu-
$a delle rocchette. Sieno adunque le rocchette di otto fu$a in dia-
metro di circa mezo braccio: $ia il timpano dentato di quaranta
denti, in diametro di due braccia: $ia la lieua tirata dal cauallo
circa cinque braccia: ella uincer &agrave; di quattro parti il $emidiame-
tro, cio&egrave;, il raggio del timpano, &amp; $ar &agrave; anco aiutata alquanto</I>
<foot><I>E</I> 5</foot>
<p n=>72</p>
<I>dalla lieua della rocchetta. Et perche il giro del cauallo $ara di
circa trent'un braccio; &amp; quel dell'huomo fatto col uette, che &egrave; un
braccio, non &egrave; $e non poco piu di $ei braccia, il cauallo uincer &agrave; di
circa cinque parti: &amp; tante a punto $ono le uolte, che fanno le
Chiocciole in un giro del cauallo: perche l'otto delle fu$a entra cin-
que uolte nel quar&aacute;ta de'denti, $iche la uelocit &agrave; $ar &agrave; qua$i l'i$te$$a:
auengache per ogni $ei braccia del giro del cauallo, la Chiocciola
$i uolter &agrave; una uolta, come $i uoltaua una uolta nelle $ei braccia del
giro dell'huomo; $pecialmente $e $i computer &agrave;, che il cauallo per
ordinario puo hauere moto alquanto piu ueloce, che il giro dell'huo
no. La forza anco, $upponendo che il cauallo n'habbia per tre
buomini, quando ui fu$$e parit &agrave; in ogni parte, ba$ter &agrave; a$$ai bene:
perche le Chiocciole $imilmente $ono tre, &amp; la statera del cauallo,
in$ieme con quella della rocchetta, uince di quanto ba$ta; cio&egrave;, di
piu di due parti di piu. Se la liena del cauallo $ar &agrave; piu lunga, il
moto $ar &agrave; piu facile, quanto al pe$o; ma bi$ogner &agrave;, uolendo $alua-
re la uelocit &agrave; nel pe$o, che il cauallo s'affretti piu in caminare; per
che far &agrave; piu gran giro, ne for$e meno s'affaticher &agrave; per la fretta c&otilde;
men graue pe$o, che con poco piu graue, hauendo pa$$o alquanto
piu tardo. Se il timpano $i far &agrave; di piu denti, in$ieme con la state-
ra lung a del cauallo, per $aluare l'i$te$$a uelocit &agrave;, &amp; leuare la fret-
ta al motore, l'effetto riu$cir &agrave; in un mede$imo con quel di $opra,
ch'io ho lodato. tuttauia $i far &agrave; piu $pe$a nella machina, &amp; occu-
pera$i piu grande $patio fuor di propo$ito. Se la lieua non $ar &agrave; piu
lunga della $ouradetta, &amp; il timpano haur &agrave; piu denti, cio&egrave;, cin-
quanta, o $e$$anta; allhora quanto $i uorrebbe, che cre$ce$$e la ue-
locit &agrave;, tanto $i rende difficile il moto al cauallo; $i per lo raggio del
pe$o, che $i fa piu lungo allargando$i il timpano dentato, $i per la
forza, che non aumenta alla proportione della uelocit &agrave;: ne &egrave; la
peggiore statera di que$ta, nella quale il cauallo a pena con gran-
di$$ima fatica $i potr &agrave; mouere. Faccia$i adunqne que$to i$tromento
con la $immetria, che s'&egrave; detto poco ha.</I>
<p><I>Quiui $arebbe tempo opportuno di di$correre $e i gradi o della
forza, o del pe$o, o delle qualit &agrave; naturali aggiunti in$ieme $i mol-
tiplicano alla proportione <*> come $e ad un grado di freddo ui $e n'ag
giunga un'altro grado pare, $e la forza d'ambiduoi in$ieme $ar &agrave;
doppia in operatione a ri$petto d'ognuno di loro, &amp; co$i di molte</I>
<p n=>73</p>
<I>altre piu dubbio$e proportioni. &amp; certo il $aper$i di que$ta mate-
ria &egrave; molto nece$$ario a tutte l'arti, che hanno il $uo fine nell'opera-
tioni. ma perche io non $criuo que$ti di$cor$i pen$ando, che gli
huomini $cientiati ui debbano porre molto studio, ma $olamente
ho loro raccolto qua$i alla sfuggita, per mo$trar l'u$o della Chioc-
ciola, il quale $eguir &agrave; piu dall'e$perienza, che da altro; io trala-
$cier&ograve; per hora di ragionarne: tanto piu che con uie piu nece$$aria,
&amp; importante occa$ione n'ho gia $critto (s'io non m'inganno) qu&aacute;
to $i conuiene in altri libri latini, che io ho ancora per le mani, di
alcune materie medicinali; &amp; $pecialmente di molte appertenenti
alle $ublimationi: imperoche la proportione di que$ti gradi a Me-
dici $pecialmente (benche pochi $e ne curino) &egrave; cagione di far riu-
$cire effetti alcuna $iata pe$$imi nelle compo$itioni de'medicamenti,
&amp; nell'altre co$e, che $i generano dalla mi$tione delle qualitati ele-
mentari. &amp; il mede$imo auiene nell'operationi di qua$i tutte l'al-
tre arti. Il Monte, &amp; il Fraca$torio ambiduoi Verone$i, quello
nel $uo libro de'medicamenti, &amp; que$ti nel trattato de'morbi con-
tagio$i, accennarono di uoler ri$oluere que$to $oggetto trala$ciato,
od almeno non trattato quanto $i conuiene da Galeno, &amp; da tutti
gli altri buoni Scrittori antichi; &amp; non lo compirono di fare per le
molte occupationi, &amp; per la morte, che loro s'interpo$e. Io $ono
gia tanto auanti nell'i$te$$a fatica, ch'io $pero, $e il Signor I</I>DDIO
<I>mi conceder &agrave; $olamente la met &agrave; di quegli anni, che per lo cor$o na-
turale $i po$$ono promettere alla mia temperatura, ancorche de-
bole, di fare in modo, che $e non perfettamente, almeno con gran-
de utilit &agrave; de gli studio$i $ar &agrave; per me trattato que$to utili$$imo ar-
gomento. Hora torniamo all'organo del moto da u$ar$i col caual-
lo, la figura di cui &egrave; la $eguente.</I>
<foot><I>E</I> 6</foot>
<p n=>74</p>
<p><I>A. Chiocciole di tredici braccia di lungbezza, $ituate $econdo la
$ua giu$ta eleuatione.</I>
<p><I>B. Rocchette fi$$e in un palo orizontale, che con un uette fi$$o nella
Cigognola delle Chiocciole danno loro il mouimento.</I>
<p><I>C. Subbio dritto uer$o il cielo, che $i gira di $otto $opra un perno
apuntato, &amp; di $opra dentro ad un cerchietto di bronzo.</I>
<p><I>D. Timpano dentato.</I>
<p><I>E. Lieua a cui s'attac ca il cauallo.</I>
<p><I>F. Ruota per ageuolare il moto con l'impul$ione dell'aere.</I>
<p><I>G. Canale, che riceue l'acqua.</I>
<p n=>75</p>
<fig>
<pb>
<fig>
<foot><I>E</I> 7</foot>
<p n=>76</p>
<p><I>Nondimeno e$$orto tutti quelli, che $ono per $eruir$i della Chioc-
ciola, che piu pre$to la facciano uoltare da gli huomini col uette
$ouradetto, che da'caualli con timpani dentati: percioche oltra
che la fabrica $i far &agrave; con minor $pe$a, &amp; $i potr &agrave; portare in diuer$i
luoghi $econdo il bi$ogno, non hauendo$i cagione di farla cu$todire
<*>utto l'anno; $i potr &agrave; anco alzare l'acqua con doppio ordine, come
s'&egrave; figurato di $opra: il che malageuolmente $i potrebbe $are con
caualli, &amp; $i $chiffer &agrave; il danno grande, che potrebbe molte uolte
$eguire, $e rompendo$i un dente nel timpano, od un fu$o nelle roc-
chette, $i dimora$$e buon $patio di tempo $enza poter cauar acqua,
quando piu ne fu$$e il di$aggio. che certo que$ti i$tr om&etilde;ti da ruote,
da denti, &amp; da fu$a hanno qua$i $empre bi$ogno di buoni mae$tri,
che loro tengono agiu$tati, &amp; racconciati; altrimenti $i fermano
$ouente $enza poter lauorare: talche e$$endo $oportabile la $pe$a de
gli huomini (come $i mo$trer &agrave; nel terzo ragionamento) a ri$petto
del guadagno, &amp; riu$cendo con piu commodit &agrave;, con piu facilit &agrave;, e<*>
piu $icuramente non po$$o $e non ragioneuolmente con$igliare, che
ella s'anteponga a qualunque artificio di quelle ruote dentate.</I>
<p><I>Re$ta hora, che io breuemente ragioni alquanto circa due altre
conditioni utili alla Chiocciola. una &egrave;, di darle il moto quando $<*>
uolta da gli huomini un poco piu facile, che non &egrave; detto di $opra.
l'altra &egrave; di $egnare un luogo $ul Piacentino, oue a$$ai ageuolmente
ella $i protrebbe mouere col cor$o del fiume: &amp; il mede$imo $i fa-
rebbe ne gli altri fiumi quando le circo$tanze fu$$ero l'i$te$$e. Qu&atilde;
to alla prima &egrave; da $apere, che Nicol&ograve; Tartaglia ne'$uoi que$iti, &amp;
anco nel trattato de'pe$i, rintracci&ograve; una ragione a$$ai buona, di cui
non ne di$$e parola alcuna Ari$totele nelle qui$tioni delle statere,
con la quale egli prou&ograve;, che una statera di pare raggio, &amp; uguale
pe$o nell'e$tremit &agrave; de'raggi, ancorche $ia uoltata in mille parti, ri-
torner &agrave; $empre da $e ste$$a, $e co$a alcuna non la sforza, al giu$ti$-
$imo equilibrio: imperoche in qualunque altro $ito fuora del perp&etilde;
dicolare, &amp; dell'equilibrio $ar &agrave; po$to il pe$o piu eleuato di que$ta
statera, $empre haur &agrave; $otto di $e lo $patio piu retto, per cui haur &agrave;
a pa$$are: &amp; percio $ar &agrave; $empre piu graue $econdo il $ito, $inche $i
troui nell'equilibrio; oue &egrave; sforzato a fermar$i ritrouando$i ambi-
doi li pe$i in ogni co$a uguali, et per la natura della $ua piu propria
grauezza, &amp; per la conditione del $ito. Da que$ta ragione hanno</I>
<p n=>77</p>
<I>cauato alcuni, che $ia bene, uolendo$i mouere un pe$o in giro a porli
$opra almeno due di que$te statere incrocciate ad angoli retti, con
quattro palle di pe$o uguale, una per ogni e$tremit &agrave;: perche dicono
che sforz&atilde;do$i que$ti pe$i tornar $empre all'equilibrio, &amp; e$$endo-
uene $empre uno ($e non in quel breui$$imo $patio ch'egli &egrave; nella li-
nea perpendicolare) che re$ta di $opra inchinato all'equilibrio, le
$tatere qua$i da $e $te$$e, o c&oacute; poco aiuto uoltano il pe$o in giro $opra
cui $on fi$$e. Quando il pe$o s'haue$$e a mouere per mezo giro $o-
lamente, que$ta ragione $arebbe uera anco con una $tatera $ola; ma
douendo$i mouere per un giro intiero, la palla, che nel mezo giro
&egrave; $tata in fauore nell'altro mezo s'oppone altrotanto per hauer $ito
contrario. &amp; benche $ia aiutato dall'altro pe$o dell'altra statera,
che $cende, il guadagno n&oacute; &egrave; maggior della perdita; &amp; quanto $ia
per que$ta ragione tanto uiene a punto come $e non ui fu$$ero ne $ta
tere, ne palle: $iche que$t'opera &egrave; in tutto $ouerchia. L'impul$ione
dell'aere fatta con forza d'un corpo graue puo bene aiutare alqu&atilde;
to; percioche l'aere di $opra dal pe$o ba$$o, $pinta dal pe$o alto cac-
cia il pe$o ba$$o, a cui per la $ua grauezza l'aere $otto di lui cede
a$$ai; tanto piu quando ha incominciato a circolare, &amp; ad ondeg-
giare nel modo, che in$egnano i Filo$o$i, &amp; $pecialmente Auerrois
(perche in que$ta cagione &egrave; di$cordia fra Platone, &amp; Ari$totele)
di$putando $opra il moto della naue nel fiume, &amp; della $aetta nell'
aere. Piu continuo tuttauia farebbe il circolare, &amp; l'ondeggiare
dell'aere, $e il corpo mo$$o non u$ci$$e mai dell i$te$$o luogo: come
auene nelle ruote giu$te, &amp; c&otilde;tinue per ogni parte di loro: nel mo
to delle quali l'aere n&oacute; rende fatica mentre che $i taglia, ne la uelo-
cit &agrave; $i ritarda per dar tempo all'aere, che entri nel luogo del corpo
mo$$o; accioche o non $i dia il uacuo, od il moto in un'i$tante: dal-
che auiene che quanto piu i raggi delle ruote Jono acuti in ambidoi
i lati in forma di rombo, tanto meno impedi$cono. Et qu&aacute;do alcuni
hanno detto che nelle ruote da'raggi l'aere, che &egrave; nel mezo di loro
gira come $e fu$$e un corpo c&oacute;tinuo, que$to $i puo for$e ueri$icare nel
le ruote che $i mouono $u i perni fermi, che $opra gli a$$i mobili n&otilde;
$arebbe uero. Meglio adunque uerrebbe $e $i c&oacute;pone$$e una ruota
a cui la Chiocciola fu$$e $o$tegno, &amp; ambedue $i gira$$ero $u i perni
mede$imi, la quale nella no$tra Chiocciola potrebbe e$$ert di $ei
braccia di diametro, nel modo figurato qu&igrave; appre$$o.</I>
<p n=>78</p>
<fig>
<p n=>79</p>
<p><I>A. Chiocciola di tredici braccia di lunghezza.</I>
<p><I>B. Ruota per ageuolare il moto fi$$a nella Chiocciola.</I>
<p><I>C. Eleuatione d&euml;lla Chiocciola di $ette braccia, &amp; mezo.</I>
<p><I>Imperoche la statera di que$ta ruota in ogni parte di lei ha l'equi
librio, &amp; non $i mouendo mai fuora dell'i$te$$o luogo, col mouim&etilde;-
to dell'aere fatto dalla grauezza $ua, da cui na$ce il giro, gioue-
rebbe a$$ai al moto. ilche di maniera $i uede per e$peri&etilde;za in mol-
ti i$tromenti, che afferma l' Agricola que$te ruote in Alemagna
$opperire per la met &agrave; della forza del motore: percioche oue bi$o-
gnano duoi huomini $enza la ruota, non ne $ogliono adoperare $e
non uno quando quella ui $ia. Ma io non ho uoluto aggiungerui
que$ta ruota prima, perche l'huomo ba$ta a$$ai da $e ste$$o $enza
altro aiuto; poi perche in ogni ca$o mi piace, che que$to i$tromento
$ia ageuole in maneggiar$i, in por$i al $ito dell'opra $ua, &amp; in tra-
$portar$i $enza impedimento, &amp; fatica da luogo a luogo, $econdo
l'occa$ione. l'ho bene aggiunta nel fu$o del timpano dentato dell'
organo del cauallo; perche quello $i $uppone che debba e$$ere sta-
bile, &amp; ben cu$todito.</I>
<p><I>Quanto alla $econda, $criue il Ce$arie$e, &amp; $i puo comprende-
re da'$egni la$ciati, che gia molti anni il Po, poi che haueua la$cia-
to Portalbera, luogo uicino ad Arena di Beccaria, $i partiua in
tre rami; il de$tro de'quali uenendo in giu correua lungo alla col-
lina di Sarmedo, $empre $econdandola $ino a Piacenza, oue &egrave; ho-
ra il Poggio de'Ratti, il Pizzo di San Si$to, &amp; tutti gli altri luo-
ghi rileuati, che allhora erano ripe. il $econdo pa$$aua qua$i a
canto al colle di San Colombano, dello Spedaletto, della Somaglia
del Corno, &amp; di tutta quella co$ta, che ancora $i uede di l&agrave; dal Po.
il terzo $cendeua nel mezo di que$ti duoi, qua$i nel $ito oue corre
hora. Da que$ta diui$ione ne na$ceuano tre graui danni: uno, che
e$$endo partite l'acque, nel tempo, ch'elle $ono ba$$e, il fiume non
era nauigabile per li Burchi gro$$i del $ale, et dell'altre mercantie:
onde tutte le $ome, che ueniuano da Ferrara, da Venetia, &amp; da gli
altri pae$i b&agrave;$$i, $i $caricauano alla Somaglia, co$i detta da que$te
$ome, &amp; compiuano il re$to del uiaggio per terra. l'altro danno
era, che nel tempo delle piene de fiume, non e$$endo ne culto, ne</I>
<p n=>80</p>
<I>arginato il terreno, che giaceua $ra un corno, &amp; l'altro. l'acque,
$alendo $opra le ripe $i congiungeuano $ouente in$ieme; &amp; $i per la
$mi$urata larghezza, come per l'inequalit &agrave; dell'acqua, la quale
era nell'alueo $uo alti$$ima, &amp; $opra le ripe pochi$$ima, con copia
grande di lutto, non $i poteuano qua$i mai uaricare. il terzo era
la gran perdita di $i gran $patio di pae$e, che non $i poteua con utile
maggiore della $pe$a ne arginare da tante parti, ne coltiuare. Il
Duca Galeazzo Vi$conte, quello che edific&ograve; il belli$$imo ponte $ul
Ticino, &amp; il $uperbo palazzo del capello di Pauia; qua$i in em&eacute;-
da della prodigalit &agrave;, che egli haueua u$ato in tirare un muro in
fortezza di uenti miglia di circuito, &amp; di piu d'altro tanto in tra-
mezi per li parchi delle fiere; $i deliber&ograve; con animo ueramente rea-
le di fare un gran beneficio a'$uoi popoli (que$ta fu bene una $pe$a
magnanima, &amp; degna di uero principe) liberandoli da quei primi
danni; &amp; e$$endo cagione, che $i gran $patio di campagna $i pote$$e
coltiuare. Hauendo adunque cono$ciuto che il $ito lo fauoriua a$-
$ai, percioche il fiume oue incominciaua a partir$i haueua un pen-
dio maggiore dell'ordinario, tir&ograve; un forti$$imo argine da ambedue
le $ponde, incominciando molto di $opra, oue il fiume cadeua piu
ueloce, a li<*>ea a poco a poco fatta retta, &amp; qua$i pararella, $ino
alla bocca del Tidone, &amp; del Lambro, che &egrave; il cor$o di circa $ette
miglia: &amp; co$i ri$trin$e tutti quei tre rami in quel di mezo, oue
ancora $i trouano uniti. da indi in qua il fiume &egrave; stato nauigabile,
$i uarica da tutto tempo, &amp; s'&egrave; po$to tanto terreno alla coltura, che
$i fa conto, che hoggid&igrave; da quello, che &egrave; fra una antica ripa, &amp; l'al-
tra, $e ne caua piu di cento mila $cudi ogni anno. Cau&ograve; poi anco
dal Lago maggiore que$to Principe, per fare il $eruigio compito,
un braccio d'acqua nauigabile, che $i chiama il Nauiglio, &amp; lo
condu$$e a Milano, facendolo uicino a Pauia sboccare nel Ticino;
accioche tutte le merci, che $i mena$$ero per Po, $i pote$$ero c&otilde;dur
re $ino a Milano $empre per acqua. Ma poi che furono fatti li doi
forti$$imi argini detti, $eguirono tre effetti: uno che il cor$o del fiu-
me n&oacute; muta $ito come nell'altre parti: l'altro ch'egli &egrave; ueloci$$imo,
&amp; impetuo$o; $i perche $cende a linea retta $enza romper$i in an-
golo alcuno, $i perche cade da luogo alto, et c&oacute; grandi$$imo pendio:
il terzo na$ce da que$ti duoi, &amp; &egrave; che per le piene quantunque gr&aacute;
di$$ime non s'alza mai l'acqua fuor delle ripe; perche la uelocit &agrave;,</I>
<p n=>81</p>
<I>&amp; rettitudine del cor$o, la porta uia tutta ancorche copio$i$$ima.
Et per cio dal Tidone, $ino ad Arena, non $i fanno argini in alcu<*>
luogo. di $otto dal Tidone la decaduta &egrave; minore, il cor$o &egrave; torto,
&amp; rotto da gli angoli, &amp; percio il fiume $i rallenta, &amp; stagnando
alquanto, $alta fuor delle ripe, $iche ui bi$ognano gli argini a rite-
nerlo. Se uno $ar &agrave; alla bocca del Tidone in mezo del Po, guard&atilde;do
in $u, uedr &agrave; $ino a Portalbera a linea retta, $enza hauere impedi-
mento alcuno: il che for$e per $i lungo $patio non auiene in altra
parte di que$to fiume: ne auerrebbe qu&igrave;, $e non ui fu$$e interuenuto
la magnanmit &agrave; di quello honorati$$imo Principe. Le ripe di que-
$to tratto $ino ad Arena $ono alte, &amp; il fondo del fiume oue comin
cia in maggior pendio &egrave; piu alto alla liuella (come io prouai di du-
gento in dagento braccia col cherobare, &amp; col traguardo) che il
piano del poggio di San Si$to: in manier a che $e $i pote$$e far la $pe
$a de gli argini, &amp; de'cauamenti, &amp; $pecialmente delli gatti, per
pa$$are i terreni, che ui $ono in mezo, $i tirerebbe l'acqua a Pia-
cenza (quanto $ia per la decaduta) poi che fu$$e alzata $opra le
ripe. In que$to luogo adunque, oue le ripe $ono ferme, il cor$o del-
l'acqua stabile, &amp; il fiume non e$ce mai fuora del $uo letto ordina-
rio, non $arebbe contra ragione il fare alcune machine $o$tenute
dalle barche, come $i fanno i molini: $opra le quali, con l'aiuto de
le ruote uoltate dal cor$o impetuo$o del fiume, $i gira$$ero le chioc-
chiole proportionate all'altezza delle ripe, &amp; alla forza del mo-
tore. ilche facilmente $i potrebbe ordinare da chi intende$$e que$to
magi$tero, potendo$i con quelle dar l'acqua a tutto il terreno, che &egrave;
fra il Tidone, la collina, &amp; il Po. Ma po$cia che que$te conditioni
non po$$ono e$$ere uniuer$almente per tutto, &amp; il far la $pe$a con
molte machine $ul fiume, $arebbe opera piu pre$to da qualche gran
Principe denaro$o, che da priuati; $ar &agrave; bene per hora appigliar$i
alla Chiocciola mo$$a da gli huomini, nel modo detto piu auanti:
perche co$i l'impre$a &egrave; piu $icura, $i puo $ituare la Chiocciola in
ogni luogo, la $pe$a &egrave; pochi$$ima in fabricarla, &amp; oltra ad ogni $pe
$a in mantenerla, l'entrata per la maggior parte $i raddoppia.
Legga il $eguente di$cor$o, chi cio uorr &agrave; uedere, &amp; toccare chia-
ramente.</I>
<HEAD><I>IL FINE.</I></HEAD>
<p n=>83</p>
<HEAD>DE' TRE DISCORSI SOPRA
IL MODO D'ALZAR ACQVE
DA' LVOGHI BASSI.</HEAD>
<fig>
<HEAD><I>DISCORSO TERZO.</I></HEAD>
<p>I<I>O</I> SO, CHE <I>dalla maggior parte di
coloro, che leggono que$ti miei ragio-
namenti, $ono a$pettato a que$ta ulti-
ma parte, come ad ultimo fine della
machina, &amp; delle tante ragioni, che
di $opra $i $ono annouerate: impero-
che poco &egrave; il numero di quelli, che ne
di$cor$i delle co$e, il fine delle quali &egrave;
l'operatione, apprezzino la uaghez-
za delle cagioni loro; $e non ne ueggono poi $ubito $eguire utilit &agrave;
alcuna manife$ta, &amp; approuata dall'e$perienza. Gli huomini,
per lo piu, con un certo i$tinto $eguendo l'aui$o di Socrate, la$ciano
le $peculationi a quelli $piriti, che non di$tratti dalla nece$$it &agrave; delle
conditioni con$eruatrici della uita ciuile, tentano qua$i tra$mutar$i
nella natura delle menti cele$ti; &amp; piu pre$to appigli&atilde;do$i all'ope-
rationi, cercano quanto prima di cono$cerne l'u$o, per con$eguirne
piu uicino, che $ia po$$ibile, l'utilit &agrave;, che da principio $i propo$ero.
Ma io non uorrei dare occa$ione a qualchuno di que$ti prattici del
mondo, che dice$$e a me qua$i nell'i$te$$o modo, benche in diuer$o
$oggetto, cio che fu ri$po$to a quel gran filofefo Atenie$e da un Spar
tano del tutt o ignorante delle $cienze: percioche dicendogli il Fi-
lo$ofo, che $i marauigliaua, che in I$parta non ui fu$$e alcuno, che
$ape$$e rendere ragione della $cienza ciuile, o $ape$$e le cagioni de
le uirt&ugrave; morali, delle quali &egrave; conueneuole, che $ia ornato l'ammo
no$tro: ri$po$e lui lo Spartano, &amp; io mi marauiglio a$$ai piu, che
in I$parta, oue non $i $a di$put are delle uirt&ugrave;, &amp; de'uitij, $ieno per
la maggior parte huomini di buoni co$tumi, &amp; $i uiua generalm&etilde;-</I>
<p n=>84</p>
<I>te $econdo la forma delle buone leggi; &amp; in Atene, oue da tutte
l'hore s'imparano le $cienze, &amp; le cagioni del bene operare, $iene
qua$i tutti gli huomini, &amp; $pecialmente i Filo$o$i, $celerati, &amp; di
uita stranamente di$$oluta. Conchiudendo per tal ri$po$ta, che al-
tro &egrave;il di$correre con ragione nell'operotioni, altro il porle in e$$e-
cutione. Gioua alcun a uolta piu, come dice Ari$totele, nell'arti
una buona prattica, &amp; con$uetudiue di bene operare; &amp; un lungo
u$o con$ermato, da molte e$perienze; che la $ola $pecul&agrave;tione, non
approuata da uarij effetti caduti, $econdo l'ordine della ragione:
percio io dopo il di$cor$o dell&egrave; ragioni, me ne uengo in que$ta par-
te, come ho fatto nella fabrica della Chiocciola, &amp; dell'organo del
moto $uo, alla proua, &amp; a gli effetti prome$$i da quelle. Far&ograve;
adunque il conto in que$to terzo ragionamento dell'utile, &amp; del
danno, che puo $eguire dall'u$o della Chiocciola; per quelli acci-
denti, che tutto d&igrave; $i ueggono per e$perienza: &amp; poi dir&ograve;in quai
luoghi ella $i ueder &agrave; in que$ti principij lauorare, &amp; produrre l'u-
tilit &agrave;, che hauremo conchiu$o, che ne debba riu$cire. Ma perche
l'utilit &agrave; puo e$$ere di tre $orti, una circa l'entrata dell'agricoltura,
$ottrati che $aranno tutti li danni, &amp; tutte le $pe$e: l'altra circa
la $anit &agrave; de'corpi no$tri: la terza circa il beneficio publico, che
appertiene all'u$icio de'magi$trati: percio di parte in parte $uccin-
tamente mo$treremo la uerit &agrave; d'ognuna di loro.</I>
<p><I>Gia &egrave; conchiu$o di $opra, che la Chiocciola no$tra alza almeno
dodici oncie d'acqua $econdo la mi$ura Piacentina, alta circa $ette
braccia. che $i puo mouere da un'huomo di mediocre lena. che $i
puo $ituare in ogni luogo, &amp; in tutte l'acque &amp; correnti, &amp; mor-
te. che $i puo raddoppiare, &amp; triplicare il moto $ino all'altezza
di circa uenti braccia. &amp; che $i puo tra$portare da luogo a luogo,
&amp; $erbare in $icuro per ogni pericolo. Hora pa$$iamo piu auanti
ad e$$aminare certi altri capi, che o concorrono nece$$ariamente
alla generatione del guadagno, od almeno le portano grandi$$ima
commodit &agrave;.</I>
<p><I>Primier amente dico, che le dodici oncie d'acqua, cherie$cono,
&amp; pa$$ano per la Chiocciola quando $i moue con la uelocit &agrave;, che le
puo dare un'huomo di mediocre lena, che s'habbia a mantenere;
hanno piu ueloce il cor$o, che da'Geometri, &amp; da gli Architetti
non $i $uole a$$egnare ordinariamente al moto dell'acque. Lami-</I>
<p n=>85</p>
<I>nor decaduta $econdo loro, come accennai di $opra, &egrave; per ogni otto
stadi un piede: la maggiore, ne'fiumi nauigabili non dee e$$ere per
ogni otto stadi piu di $ei piedi; perche e$$endo piu, le naui non po-
tranno commodamente e$$ere tirate contra il cor$o del fiume. Vi-
truuio ne d&agrave; a gli acquedotti, per ogni cento picdi, almeno mezo
piede: la qual regola uince ogni commune e$perienza, &amp; $e fu$$e
o$$eruata, di rado $i potrebbono condurre l'acque per lungo $patio
da luogo a luogo, auenga che di rado $i trouano $iti di tanto pendio.
Non $i $arebbe gia potuto fare con quella il Nauiglio di Milano,
il quale, come $criue il Ce$arie$e, che fu pre$ente mentre $i com-
pa$$aua la decaduta di lui col cherobare, hebbe fra le quattro parti
piu delle tre meno, che non $criue Vitruuio, &amp; uenne beni$$mo:
in modo che chi glie n'haue$$e uoluto dar piu, il $ito non l'haurebbe
$opportato. Ma la Chiocciola uince di gran lunga in decaduta la
$mi$urata regola di Vitruuio: perche e$$endo lunga tredici braccia
in circa uenti braccia di lunghezza computato il riuolgimento del
uerme, ha piu di cinque oncie di pendio; $i che n'ha qua$i tanto,
come $e $econdo il precetto di Vitruuio haue$$e lunghezza di piu
di ottanta braccia. Epoi co$a chiara, il che s'&egrave; mo$trato piu adie-
tro, che uincendo l'acqua in cor$o, uince in quantit &agrave;: adunque
que$te dodici oncie riu$ciranno a molto maggiore quantit &agrave;, che
quelle del cor$o ordinario.</I>
<p><I>Oltre a cio faccio $apere, perche n'ho le mi$ure, che per ordina-
rio le ripe del Po, quando l'acqua &egrave; piu ba$$a, non $ono molto piu
alte di tredici braccia Piacentine, &amp; ricercano duoi ordini di
chiocciole. ma quelle de gli altri fiumi come il Tanaro, l'Ambro
l'Adda, l'Oglio, &amp; altri tali non pa$$ano in molti luoghi l'altez-
za di $ette braccia, alla quale un'ordine $olo di chiocciole ba$ter &agrave;.
il che &egrave; anco in alcune acque morte, o poco correnti; come &egrave; nella
morticcia, &amp; altre $imili.</I>
<p><I>Di piu, $i $a da ognuno, che habbia qualche prattica dell'agri-
coltura, che un canale da prato di $e$$anta oncie d'acqua $econdo la
mi$ura Piacentina, che $ono tre oncie, &amp; tre quarti Milane$i, an-
corche non $ia dell'acqua di Po, la quale &egrave; gra$$i$$ima, adacquer &agrave;
in un giorno naturale, cio&egrave;, in uentiquattro hore, circa cento per-
tiche di terreno; $e bene egli non $ar &agrave; di $ua natura molto humido;
perche per ordinario n'adacquer &agrave; per ogni $ei hore xxy. pertiche.</I>
<p n=>86</p>
<p><I>Eancora manife$to, che communemente a i prati non $i $uol dar
l'acqua $e non ogni quindeci giorni una u&ouml;lta, &amp; che non $entono
$iccit &agrave; d'importanza, pur che $icno adacquati due uolte per ogni
me$e. dalle quali due po$itioni $i conchiude, che un canale da pra-
to d' acqua, correndo continuamente, adacquer &agrave; ogni quindici
giorni una uolta mille cinquecento pertiche di terra, cio&egrave;, cento
per ogni giorno; &amp; ritornando di nuouo non la$cier &agrave; loro manca-
re mai l'acqua per tutti li bi$ogni.</I>
<p><I>Similmente $i $a, che per ordinario a i prati, &amp; $pecialmente
a quelli, che fu$$ero lungo il Po, oue il terreno &egrave; a$$ai humido, non
s'incomincia a dar l'acqua, $e non da mezo Maggio, $ino a mezo
Ago$to; che &egrave; lo $patio di tre me$i. talche $onente il primo fieno
$i taglia $enza acqua, &amp; la $iccit &agrave; $i $ente $olamente nel $econdo,
&amp; nel terzo.</I>
<p><I>Si puo anco facilmente far conto, che cauando una chiocciola
dodici oncie d'acqua, cinque chiocciolene caucranno con un moto
$olo, cio&egrave;, all'altezza di circa $ette braccia, $e$$anta oncie, che $o-
no il canale da prato detto di $opra: onde ui bi$ogneranno cinque
huomini per uoltarle. ma accioche que$ti habbiano tempo di man
giare, di dormire, &amp; di ri$torar$i, $ar &agrave; bene a poruene altri cin-
que; li quali di quattro in quattro hore $ottentrino a que$ta medio
cre fatica, &amp; facciano correre l'acqua il giorno, &amp; la notte con-
tinuamente, &amp; con facilit &agrave; maggiore, che non &egrave; $egare il fieno, &amp;
fare l'altre opere ru$ticali.</I>
<p><I>Que$ti dieci huomini dando loro il lauoro per tre me$i continui,
&egrave; $enza dubbio, che $acendo$i le $pe$e da loro i$te$$i, $i pagheranno
con tre $cudi al me$e per cia$cheduno, a fare il partito gra$$o: &amp;
co$i dando $pe$a di trenta $cudi ogni me$e, in tre me$i co$teranno
nouanta $cudi, che $ono, a $ei libre l'uno, libre cinquecento quar&atilde;-
ta. Euero che i Gentilhuomini per la maggior parte loro condu-
ranno con a$$ai minor prezzo, $eruendo$i di quei $uoi lauoranti,
che $ul Piaccntino $i chiamano Brazzenti.</I>
<p><I>Nell'i$te$$o modo &egrave; chiaro, che ogni pertica di terra, a cui non
manchi mai acqua, per tutti li tre tagli dell'herba, produce alme-
no un terzo di carro di fieno ogni anno, oltra li pa$coli delli quar-
tiruoli; $i che mille cinquecento pertiche produranno almeno cin-
quecento carri di fieno.</I>
<foot><I>F</I></foot>
<p n=>87</p>
<p><I>S'&egrave; ancora prouato, che da molti anni in qu&agrave; il $ieno non s'&egrave;mai
uenduto manco di uenti libre per carro, &amp; molte fiate s'&egrave;uenduto
uenticinque, &amp; trenta libre. tuttauia in que$to conto ponga$i al
mino<*> prezzo, che $i po$$a, &amp; $ia libre $edici per carro: di manie-
ra, che cinquecento carra $i uenderanno alla Ca$$ina almeno libre
ottomila, &amp; tanto $i cauer &agrave; almeno di mille cinquecento pertiche
di prato.</I>
<p><I>Ora conuiene $ottraggere prima cio che $i cauaua del terreno
auanti che fu$$e prato; che al piu, $econdo il commune u$o, &egrave; libre
due per pertica: abenche la maggior parte del terreno, che s'affit-
ta, quando &egrave; del tutto $enza acqua, pa$$a di poco tre reali per per-
tica. co$i mille cinquecento pertiche rendeuano libre tremila.</I>
<p><I>Aggiunga$i a que$te la $pe$a de gli huomini, che mouono le
Chiocciole dette di $opra, che &egrave; in un moto $olo libre cinquecento
quaranta: $i che in tutto $ono libre tremila cinquecento quaranta:
&amp; in duoi moti libre mille ottanta. in tutto libre quattro mila
ottanta.</I>
<p><I>La $pe$a dell'agricoltura in acconciare li prati, tagliare il fieno,
condurlo alle ca$$ine, dare il ledame, &amp; altre $imili co$e, anch'e$$a
deue e$$ere $ottrata: &amp; ne i prati, che $i chiamano prata, qua$i
parata, non puo e$$ere di piu che $ette $oldi per pertica, o circa. &amp;
$ono in mille cinquecento pertiche libre ciuquecento uenticinque.
in tutto $ono libre quattromila cinquecento cinque.</I>
<p><I>Si puo dare per le $pe$e di acconciare, &amp; ra$$ettare le Chioccio-
le ogni anno $otto$opra al piu un $cudo per cia$cheduna: perche $o-
no forti$$ime, &amp; in maniera ben formate, che ne per lungo u$o, ne
per ogni gran perco$$a $i potrebbono gua$tare in co$a di molta im-
portanza. Li perni che $i logorano piu di qualunque altra co$a,
$ono in maniera temperati, &amp; ben po$ti, che $i po$$ono leuare con
pochi$$ima fatica, &amp; $pe$a, ba$tando che s'acconcino una uolta
l'anno prima che $i pongano all'opera. La coperta ancora benche
$ia artificio$amente, &amp; fortemente stabilita, s'alza nondimeno
ageuolmente; &amp; percio $i puo anco fare prouedimento dentro nell'
anima, &amp; ne'riuolgimenti de'uermi, con non molta indu$tria: in
modo che ogni ordinario mae$tro $ar &agrave; a propo$ito per cio fare. Et
$i uedr &agrave; per e$perienza, che una Chiocciola ben tenuta far &agrave; buona
opera per piu di uenti anni. la qual conditione non &egrave; ancora stata</I>
<p n=>88</p>
<I>ui$ta in alcuna dell'altre machine u$ate $ino a que$ti tempi. Adun-
que co$tando la $pe$a del racconciarla, &amp; ra$$ettarla dieci $cudi, il
tutto $ar &agrave; libre quattromila cinquecento $e$$anta cinque.</I>
<p><I>Dia$i anco per le $pefe di nettare li canali, &amp; pagare, come $i
dice il Camparo, o cu$tode dell'acqua, libre cento cinquanta: cl e
$aranno libre quattromila $ettecento quindici. tuttauia la $pe$a<*>e
canali dell'acqua, coloro che l'hanno uicina al $uo terreno, &amp; $i l
fatto i$te$$o, non $ar &agrave; di con$ideratione, &amp; $i puo hauere com<*> io
dir&ograve; in certi auertimenti di $otto.</I>
<p><I>Le libre dugento ottanta cinque, che auanzano a compire la
$omma di libre cinque mila, $i po$$ono mettere a conto del premio
dell'inuentione $econdo la forma de'priuilegij ottenuti: ancora che
come ho gia detto, l'animo mio non $ia di farne mercatantia.</I>
<p><I>Dalle cinque $ino alle ottomila libre, tutto s'auanza. &amp; alla
perfine $i comprende, che il terreno, che al piu rendeua libre tre-
mila, con l'aiuto della Chiocciola $ottratto ogni danno, &amp; ogni
$pe$a (la$cio il prezzo dell'acqua publica per chi n'haur &agrave; bi$ogno,
perche non e mio ufficio a ragionarne) render &agrave; libre $eimila, &amp;
almeno, oue anco $aranno nece$$arij duoi moti, raddoppier &agrave; l'en-
trata: che oue non $ar &agrave; me$tieri hauerne $e non uno, s'auanzer &agrave;
di piu la $pe$a di dieci huomini per tre me$i, &amp; la $pe$a di cinque
$cudi meno, $critta per racconciare le Chiocciole. &amp; $arebbeno in
tutto libre cinquecento $ettanta di piu. Qual utile dunque ne $e-
guirebbe $e il fieno $i uende$$e uenti, &amp; uenticinque libre per car-
ro, come &egrave; auenuto molte uolte? Facciane il conto chi uuole, che a
me ba$ta hauerlo fatto $ul minor prezzo, &amp; $ule maggiori $pe$e.</I>
<p><I>Non uoglio la$ciare, dopo il $oura$critto conto, di dare alcuni
utili auertimenti nel pre$ente negocio. &amp; $ono que$ti.</I>
<p><I>Che le ripe del Po, per e$$ere state inondate, &amp; alzate dalla
piena del fiume, $ono piu alte alla liuella di tutti li campi, che $ono
dentro alli duoi colli detti alla fine del $econdo ragionam&etilde;to: au&etilde;-
ga che per e$$ere que$ti campi dife$i da gli argini, non $onoeleuati
dal fango al pare delle ripe, che $ono $ra gli argini, &amp; il fiume. il
che $ar &agrave; di hiouamento a dar la decaduta facile all'acqua, poi che
$ar &agrave; tirata $ule ripe. &amp; il mede$imo dico de gli altri fiumi argi-
nati, percioche oue non $ia que$to uantaggio, $ar &agrave; nece$$ario alzar
l'acqua tanto $opra il piano delle ripe, quanto $ar &agrave; a$$ai per dare la</I>
<foot><I>F</I> 2</foot>
<p n=>89</p>
<I>decaduta ragioneuole alla lunghezza del canale, che $i uorr &agrave;fare.</I>
<p><I>Che ui $ono molte bocche di torrenti, le quali han&ngrave;o di continuo
copia d'acqua $orgente, &amp; le cui ripe non $ono alte piu di dieci
braccia, o circa: come $ono la bocca del Tidone alla Seccamelega,
la bocca della Ragnatella da Calenda$co in gi&ugrave;, la bocca della Nu-
ra da Roncaglia in gi&ugrave;, la bocca della Chiauena da Caor$o in gi&ugrave;,
&amp; altre d'altri $imili in diuer$i luoghi.</I>
<p><I>Che uicino a'$iumi ui $ono molti stagni, fo$$e, &amp; lagune abon-
danti d'acqua; la quale $e $i caua$$e, di nuouo tornerebbe per le
uene $otterranee, ne mancherebbe mai; po$cia ehe $empre $cema-
no, &amp; cre$cono $econdo lo $cemare, &amp; il cre$cere del fiume: &amp; pa-
rimente hanno le ripe $econdo l'altezza delle ripe del $iume.</I>
<p><I>Che ni$$un pozzo uicino a'$iumi ha maggior pro$ondit &agrave; quan-
do l'acqua $ua &egrave; piu ba$$a, dalla $uperficie del terreno alla $uperfi-
cie di lei, di quella delle ripe del $iume uicino: uotando$i anco que-
$ti pozzi, &amp; riempendo$i alla liuella della $uper$icie del fiume.
Dal che $i cono$ce, che chi non &egrave; lontano da'fiumi, &amp; uole$$e hauer
l'acqua dal $uo i$te$$o terreno nel fatto proprio, non accaderebbe,
che face$$e altro, che una fo$$a profonda alla liuella del fondo del
fiume, in cui $itua$$e le Chiocciole: perche co$i facendo cauerebbe
quant'acqua le fu$$e commoda, entrandone di continuo altratanta
dal fiume per le uene $otterranee. &amp; que$to $i uede ogni d&igrave; per e$pe
rienza nelle fo$$e cauate accidentalmente dalle piene del $iume.
Eben uero, che l'acqua non puo e$$ere gra$$a al pari di quella del
$iume, &amp; $pecialmente del Po; perche la$cia gran parte della $ua
gra$$ezza per la rena, &amp; per li pori di $otterra.</I>
<p><I>Che $enza pericolo alcuno di mal'euento, o di$a$tro importante
$i po$$ono fare fo$$e, che uenghino da'$iumi $in dentro a gli argini
loro, &amp; portino tant'acqua continuamente quanta ba$ter &agrave; per lo
bi$ogno: perche $i uede nel Po oue &egrave; rapaci$$imo, che con tutto che
ui $ieno li canali delli ri$iuti d'alcune acque $orgenti, &amp; d'alcuni
$colatori, che $i uni$cono con l'acqua del $iume, non per que$to ne
$egue danno di con$ideratione: ma molto meno ne $eguirebbe, $e
$econdo la uera ragione d'agricoltura, $u$$ero cauati non ad ango-
lo retto, come $ono, ma ad angolo acuto tirato dal $iume all'argine
con linea contraria al cor$o dell'acqua.</I>
<p><I>Che per uigore delle leggi municipali, &amp; per con$uetudine an-</I>
<p n=>90</p>
<I>ti<*>a ognuno &egrave; tenuto a concedere il pa$$aggio $ul $uo terreno all'ac-
que, che $i conducono: pur che i canali $i facciano con manco
danno, che $i puo; &amp; $i paghi il terreno occupato, o $i concedino le
quindecine a coloro per lo terreno de'quali $i fanno pa$$ar l'acque.
Nondimeno chi uorr &agrave; cauar le fo$$e $ul $uo campo $ino alla liuella
del fondo del fiume uicino, haur &agrave; l'acqua in fatto $enza$pe$a di far
canali, &amp; $enza $eruir$i di quelle leggi, od hauer cagione di farla
cu$todire, accioche non li $ia inuolata, &amp; diuertita per lo uiaggio.</I>
<p><I>Che la machina atta a leuare un canale d'acqua $ouradetto, $i
fabrichera con i$pe$a di dugento cinquanta $eudi, o circa; compu-
tato ogni co$a, eccetto la$pc$a del cauare le fo$$e, &amp; di farle il co-
perchio delle cannuccie, o della paglia, che $ar &agrave; di pochi$$ima con-
$ideratione: &amp; co$i l'auanzo del primo anno, pa$$er &agrave; la $pe$a del-
la machma, &amp; d'ogni altra co$a, che po$$a correre.</I>
<p><I>Che facendo$i le fo$$e $ul terreno, che $i uuole adacquare, non $i
perder &agrave; punto d'acqua per le uene delli canali, che a cuna $iata ne
a$ciugano gran quantit &agrave;.</I>
<p><I>Che $e non $i uorr &agrave; mettere all'opera cinque Chiocciole per un
canale d'acqua, $e ne potr &agrave; mettere tre, &amp; due, $econdo il numero
delle pertiche, che $i uorranno tra$inutare in prato, &amp; ogni co$a
$eguir &agrave; qua$i alla proportione: $e non che dicono gli e$perti dell'a-
gricoltura, che maggior quantit &agrave; d'acqua bagna alquanto piu che
alla proportione: cio&egrave;, $e mezo canale ne bagna cinquecento per-
tiche, un canale ne bagner &agrave; piu di mille. il che $e $ia uero, &amp; on-
de na$ca, importa poco a cercarlo di pre$ente, ne $arebbe tempo
hora trattarne come $i conuerrebbe.</I>
<p><I>Che l'acque piouute, &amp; $orgenti $i potrebbono con que$to i$tro-
mento leuar dalle campagne, che naturalmente non po$$ono dare
loro la decaduta, &amp; percio re$tano $enza coltura. ilche auiene in
molti$$imi luoghi del Padouano, del Ferrare$e, del Mantouano,
del Rauennate, &amp; di qua$i tutti i pae$i piu ba$$i, con grandi$$imo
danno de'loro habitanti. &amp; tuttauia con pochi$$ima $pe$a a ri$pet-
to dell'utile, col mezo della no$tra Chiocciola, s'a$ciugherebbono
per la maggior parte. tanto piu in tutti quei luoghi (&amp; di que$ti
n'ho ui$ti, &amp; mi$urati molti) oue la maggiore altezza a cui bi$o-
gna$$e alzar l'acque, non pa$$a mai $ette braccia, che &egrave; $olamente
un'ordine di Chiocciole. ma in alcuni terreni l'acqua piouuta &egrave; $i</I>
<foot><I>F</I> 3</foot>
<p n=>91</p>
<I>poca, &amp; con $i poca eleuatione $e le darebbe in molti modi il de-
cor$o, che hora, che $ar &agrave; manife$tato que$to ordigno $i facile, &amp;
$icuro in ogni co$a, $aranno piu pre$to d'accu$ar$i di gro$$i$$ima
ignoranza, o di tra$curaggine, o di troppa morbidezza quei pa-
droni, che non ui faranno prouedimento, che da i$cu$ar$i per l'im-
portanza, o per la difficult &agrave;. Tuttauia non uorrei, che alcuno $i
per$uade$$e, che nelle ualli uicino al mare, oue $on certi coperchi di
terra grandi, &amp; continui, che qua$i montano $opra l'acqua, &amp; $i
chiamano Cori, o doue un qualche fiume uicino, di que$ti che $ono
qua$i $o$tenuti da gli argini in aere, accioche piu facilmente sboc-
chino in mare, manda l'acque $orgenti in gran copia alle campa-
gne piu ba$$e; ne que$to, ne altro i$tromento fu$$e per leuar l'acqua,
che di continuo in tanta quantit &agrave; u'abonderebbe, quanta ne fu$$e
rimo$$a: percioche in que$ti luoghi l'acqua n&otilde; pare molta, ne mol-
to alta; perche conuiene che stia alla liuella dell'origine $ua. &amp; $e
cio non fu$$e, alti$$ima $empre $arebbe, per la detta origine, che
$empre maggior copia ne manderebbe: onde quanto $e ne leua$$e,
tanto ne $ottentrerebbe all'i$te$$a liuella. Et que$ta &egrave; la ragione per
cui di $opra ho lodato il cauar le fo$$e alla liuella del fondo de'fiumi
uicini, per hauer acqua continua da alzar$i per adacquar terreni.
Solamente $i puo $icuramente promettere effetto utili$$imo oue $i
uede o che le uene dell'acqua $orgente n&otilde; $ono gagliardi$$ime, o che
il decor$o naturalmente non $i puo dar libero all'acque piouute.</I>
<p><I>Vltimamente, che con que$ti i$tromenti $i potrebbe mandare
l'acqua per Roma del Teuere, per Ferrara del Po, &amp; per altre
Citt &agrave; da altri fiumi, od acque di qualunque $orte per u$o delle ca$e
de'priuati, &amp; de'giardini, con a$$ai minor $pe$a, che non $i fa por-
tando$i da'$omari, &amp; da gli huomini: percioche pochi$$imi huo-
mini, o caualli a ri$petto di quelli, che hora ui bi$ognano, ba$te-
rebbono a uoltar le Chiocciole per alzar l'acqua, la quale $corre-
rebbe poi da $e sto$$a a i luoghi ordinati. Et $in qu&igrave; $ia detto a$$ai
circa le $pe$e, &amp; il guadagno.</I>
<p><I>Quanto poi al danno della $anit &agrave;, io non uorrei, che per la com
modit &agrave; della Chiocciola, &amp; per l'auaritia de gli huomini $i face$-
$ero troppo numero$i, &amp; capaci $eminati di ri$o. Euero che una
Chiocciola $ola lauorando di continuo porgerebbe quanta acqua $i
ricerca$$e ad ogni gran campo di que$ia $emenza. ma $e cio $i fa-</I>
<p n=>92</p>
<I>ce$$e in troppo $pe$$i luoghi, il danno publico $enza uerun dubbio
$arebbe da propor$i al guadagno de'priuati: imperoche richieden-
do la coltura del ri$o, che $empre le campagne $ieno molte morbi-
de, &amp; qua$i coperte d'acqua, in foggia di poco profonde paludi,
non $arebbe $e non da temere, che tale humidit &agrave; ri$caldata, &amp; n&otilde;
di$cipata da'raggi del $ole, cagiona$$e putrefatione nell'aere, &amp;
fu$$e origine a'uicini habitatori di qualche infirmit &agrave; uniuer$ale, &amp;
pericolo$a; in quci luoghi $pecialmente che non $ono e$po$ti a'uenti
$ettentrionali: percioche in quelli, a'quali quei $ignoreggiano, la-
humidit &agrave; dell'aere $i con$uma, &amp; non ui puo $eguire danno di con-
$ideratione: come ben $i legge appre$$o di Strabone autore graui$-
$imo d'Ale$$andria maggiore in Egitto, &amp; di Rauenna in Italia,
con le quali $i puo anco annouerare Venetia: percioche con tutto
che $ieno edificate in mezo alle paludi, &amp; di ragione doue$$ero e$-
$ere $ottopo$te a malattie pericolo$i$$ime, $i pre$eruano nondimeno
con l'aiuto de'uenti freddi, &amp; $ecchi boreali, che $ouente $offiano in
quelle regioni. abenche la Pigneta maggiore piantata da'tempi
di Strabone in qua, ha nociuto a$$ai a Rauenna, talche per molti
anni $in che a poco a poco $i $ono a$ciute, &amp; alzate molti$$ime pa-
ludi, &egrave; dimorata con l'aere $opra modo mal $ano. &amp; quindi auiene
anco che l'aere di Piacenza no$tra &egrave; a$$ai $alubre: concio$ia che
dalla parte d'Au$tro, uento pernicio$o, &egrave; dife$a dalle montagne, &amp;
con la $elua piantata nel terrapieno delle mura; &amp; dalla parte di
Settentrione, che &egrave; in luogo a$$ai emin&etilde;te uer$o il Po, l'&egrave; $gombra-
ta ogni humidit &agrave;, &amp; corruttione dal Rouaio, che qua$i di continuo
ui percuote. il che $i prou&ograve; manife$tamente nella state pa$$ata, da
la quale, e$$endo ella $eguita ad uno uerno humido con poco freddo,
&amp; ad una primauera tutta acquido$a, &amp; humidi$$ima, $i doueua-
no a$pettare generalmente tutte quelle infirmit &agrave;, delle quali ragio
na Hipocrate in que$to ca$o nel terzo de'$uoi Afori$mi. &amp; non-
dimeno per la forza di que$ti uenti di Settentrione, che nel princi-
pio della state regnarono per molti giorni in que$ta citt &agrave;, auenne
che da molti anni in qua non $ia mai stato minor numero di malati
dentro a lei, che ne i me$i della state pa$$ata. &amp; per lo contrario,
nelle citt&agrave; uicine, come Pauia, &amp; Cremona, le quali piu pre$to
$ono e$po$te a'fiati de'uenti au$trali, ue ne $ono morti tanti de'po-
ueri, &amp; de'ricchi, che &egrave; stato giudicato da gli huomini periti una</I>
<foot><I>F</I> 4</foot>
<p n=>93</p>
<I>meza pe$tilenza. In que$li luoghi adunque non boreali, non $i
facciano ri$ari troppo $pe$$i, $e gia da $ua natura il $ito non fu$$e
tanto ar$iccio, che una ragioneuole humidit &agrave; porta$$e piu pre$to
qualche temperamento ne'$ecchi$$imi giorni della state, che altri-
menti. non &egrave; co$i ne'prati, perche non s'adacquano $e non ogni
quindeci giorni una uolta, &amp; l'humido loro non &egrave; paludo$o, ne tale
che non $i po$$a ageuolmente di$$oluere da'raggi del $ole: anzi $e le
campagne de'prati fu$$er o grandi$$ime, &amp; adacquate ogni quindi-
ci giorni una fiata, poiterebbono que$ta utilit &agrave;, che l'aere tempe-
rato da'uapori loro, non $arebbe $ouerchiamente $ecco, $i che fu$$e
di e$tremo danno alla $alute de gli animali: potendo anco dare oc-
ca$ione, che talhora $i leua$$ero uapori piaceuoli dalla terra, li
quali nella meza regione dell'aere conuertiti in acqua, $cende$$ero
di nuouo in quelle pioggie, che $ono tanto de$iderate nelle $ecchi$-
$ime, &amp; caldi$$ime stagioni. le quali pioggie tanto piu $arebbeno
utili, quanto meno haurebbeno di quel $apore amaro, che, come
dice Teofra$to, $ogliono hauere, quando per gran forza del calore
del $ole $ono tirati uapori adu$ti dall'ar$iccio, &amp; qua$i in tutto ab-
bruggiato terreno, &amp; tra$mutati in pioggia amara, et molto dan-
no$a $i per dar l'humido alle piante, &amp; per dar l'acqua, che $i be-
ue a'pozzi, &amp; alle ci$terne, come per alzare un qua$i fuoco na$co-
$to nell'aere, nimici$$imo al fonte della uita, &amp; al fine della re$pi-
ratione. In $omma il beneficio, che ci promettono i precetti di
Aetio, &amp; di tutti li medici di maggiore autorit &agrave;, quando uoglio-
no, che ne'tempi caldi$$imi bene inaffiate le stanze de gli amalati
difebri acute, $i puo generalmente a$pettare dall'inacquar$i le c&atilde;-
pagne al tempo della state. Solamente $i potrebbe dubitare, che
e$$endoui grandi$$ima copia di fieno, &amp; con$eguentemente di leda-
me fatto da gli armenti, che lo mangia$$ero, non $i genera$$ero poi
anco quei danni, che po$$ono nuocere alla $anit &agrave; de gli huomini per
l'abondante stercoratione. Io $&ograve;, che He$iodo ne'$uoi libri della
agricoltura &egrave; stato lodato da molti buoni, &amp; graui Filo$ofi, per-
che non fece memoria alcuna dello sterquilinio; giudicando$i, che
egli drizza$$e piu pre$to i $uoi documenti alla $anit &agrave; de gli huomi-
ni, che all'abondanza, &amp; alla ricchezza: concio$ia, che $e bene
dal ledame ne uenga maggior copia de'frutt<*>della terra, pure e$$i
hanno poi c&otilde; $eco l'humido col quale $i $ono pa$ciuti, &amp; accre$ciuti</I>
<p n=>94</p>
<I>putrido, pien di lezzo, &amp; molto auer$arlo al nutrimento del ca-
tor uitale. ma io gia duoi anni a que$to difetto propo$i un rimedio
approuato di commune concordia dalle con$ultationi di tre collegij
di Medici di Padua, di Pauia, &amp; di Piacenza, come ne $ono te-
$timonij l'Eccellenza dell'Illu$tri$s. Sig. il Duca no$tro, l'Eccellente
&amp; Illu$tre Sig. Domenico della Torre Luogotenente di quella nel
Con$iglio di giu$titia, &amp; della Camera; alla cui $cienza, pruden-
za, &amp; bont &agrave; ogni co$a $i puo credere, &amp; diferire: l'Illu$tre, &amp;
Hccellente Con$igliere il Sig. Bartolomeo Turchi Verone$e, &amp; gli
Eccellenti Medici del collegio no$tro, che tutti l'hannolette, &amp; ot-
timamente con$iderate. percio io a$pettando qualche migliore oc-
ca$ione non dir&ograve; $oura cio per hora altro, $e n&otilde; che $i grande &egrave; l'in-
gordiggia d'alcuni, che ancorche non $i fu$$e propo$to prouedimen-
to ueruno, re$to $icuri$$imo, che non re$terebbono per que$to, pur-
che per altro tenghino la Chiocciola al propo$ito dell'utile loro, di
$eruir$i di lei, &amp; far quanto maggior cumulo di ledame fu$$e loro
po$$ibile.</I>
<p><I>Due altre danno$e oppo$itioni mi furo no fatte gia un'anno fa,
(que$ta parte &egrave; quella, ch'io di$$i, che apperteneua alla cura de'
Magi$trati) una nel Con$iglio dell'entrate staordinarie di Milano
dall'Eccellente, &amp; Illu$tre Sig. Ale$$andro Archinto; l'altra in
Ferrara da uno intendente Gentilhuomo di S.E. L'Archinto poi
che hebbe ottimamente capito, &amp; con$iderato il magi$tero di que-
$ta machina, Per mia fe, di$$e, $i d&egrave; $perare, che que$to debba e$$e-
re nno utili$$imo ritrouato per li prati; ma per le biade, dell'abon-
danza, delle quali que$to no$tro Magi$trato ne tiene $peciali$$ima
cura, $ar&agrave; tutto l'oppo$ito: po$cia che il terreno, che $i conuertir &agrave;
in prati potrebbe facilmente e$$er tanto, che leuando$i lui con que-
$ta commodit &agrave; dalla coltura delle biade, il re$to for$e non ba$ter &agrave;
per l'abondanza dello Stato. &amp; $arebbe pur meglio, $pecialmente
per li poueri, che loro manca$$e piu pre$to la carne, &amp; il formag-
gio, che il pane. Prima che il Lodeggiano haue$$e l'acqua tirata
dalla Muzza $empre era diuitio$o d'ogni $orte di biade: poi che la
maggior parte di lui fu conuertito in prati, per la commodit &agrave; di
quell'acqua, non puo e$$ere $i poco stretto il raccolto, che la citt &agrave;
$ua non ha pane intieramente per tutto l'anno. $i che quanto piu
que$to pae$e &egrave; fatto ricco d'entrata, tanto meno &egrave; re$tato abondante</I>
<p n=>95</p>
<I>del primlero alimento de'proprij habitatori. Nulladimeno la ri$e-
lutione di quel Con$iglio, poi che kebbe auertito, che l'acqua $uole
anco e$$er<*> molto gioueuole al miglio, alle faue, a'fagiuoli, &amp; all
altre $emenze di Marzo, che $ono la maggior $omma del uitto de
poueri, fu che $i la$cia$$e pur porre in u$o $i utile i$tromento: che
poi a $uo tempo $i $arebbe bene fatto riparo, che non $i face$$ero di
nuouo con l'aiuto $uo piu prati, che non $opporta$$e la conditione
d'ogni luogo, &amp; del numero de gli $udditi a quello Stato: tanto piu
che di parte in parte s'haueua la ra$$egna in i$critti d'ogni co$a co-
me $i conuiene. Il Ferrare$e altre$i oppo$e, che riu$cendo que$to mio
aui$o, $i $arebbe facilmente leuato tant'acqua non $olamente dal
P&ograve; &amp; per uia aperta &amp; per le uene $otterranee, ma da tutti li fiu-
mi li quali portando lui il tributo delle proprie acque, l'accre$cono,
&amp; lo fanno molto c&otilde;modamente nauigabile, che uicino a Ferrara
oue egli $i diuide in tanti rami, che a pena ade$$o in certi tempi $i
puo nauigare, non $arebbe marauiglia s'egli per molto piu lungo
$patio di tempo nega$$e il pa$$aggio alle naui cariche: con gran tra
uaglio di tutte le citt &agrave; di $opra, le quali $i $eruouo delle merci Vi-
nitiane. A cui fu ri$po$to, che cio non $i doueua $i facilmente te-
mere in un fiume, che per la $ua gr&atilde;dezza era chiamato il Re de
gli altri: tanto piu che il braccio maggiore di Loredo, che porta a
Venetia, non era ancora mai uenuto alla ba$$ezza, ch'egli diceua.
Oltre a cio che ne'tempi $olamente dell'autunno, &amp; del uerno, $e
non pioue largamente, l'acque di que$to fiume $ogliono in parte
mancare: nella primauera, &amp; nella state $empre $ono abondanti$-
$ime, &amp; molte fiate piu che non $i uorrebbe: percioche le neui, &amp;
le cauerne ancora piene dell'acque $otterranee, in$ieme col freddo,
che nel tempo della state $i ritira nelle $pelunche, &amp; &egrave; cagione, che
l'aere ingro$$ando$i $i tra$muti in acqua, $ogliono mantenere il fiu-
me gagliardo qua$i $empre per tutto Ago$to, cio&egrave;, $in che dura la
opportunit &agrave; d'adacquare i prati. che dopo Ago$to quando ce$$ano
le cagioni $ouradette, &amp; l'acque $cemano, non &egrave; piu utile, come
ognuno $&agrave;, cacciare humidit &agrave;$ouerchia $opra l'herbe: e$$endo che
le notti $ono lunghe, &amp; il $ole non molto<*>potente: talche il calore
delle piante incomincia piu pre$to a ritirar$i alle radici, che ad ha-
uer bi$ogno d'humore come materia atta a cacciar fuora le foglie,
&amp; l'herbe. ma che in ogni ca$o anco a que$to $i $arebbe potuto fare</I>
<p n=>96</p>
<I>prouedimento nel modo che fanno i Signori Vinitiani nell'acque
della Brenta, del Brentone, &amp; del Bacchiglione; le quali la state
per certi giorni della $ettimana $i la$ciano alla nauigatione, per
certi altri $i diuerti$cono all'u$o dell'agricoltura. &amp; in que$to mo-
do partendo l'utile, &amp; il danno in ambiduoi quelli u$i, $i $eruono
dell'acque molto prudentemente per l'uno, &amp; per l'altro bi$ogno.</I>
<p><I>Ha incominciato a lauorare que$ta machina $opra il terreno de
la Mezana de i Signori Ca$ali, lontano circa tre miglia da Pia-
cenza, a beneficio del molto Magnifico Sig. Giouan Ga$paro mio
amici$$imo: oue $i uede in proua reale, &amp; in effetto di chiara e$pe-
rienza la quantit &agrave; dell'acqua, l'altezza, la facilit &agrave; del moto, &amp;
tutte l'altre po$itioni affermate di $opra, &amp; che ricercano la cer-
tezza della cognitione de $en$i. Ma &egrave; hormai for$e tempo, che
la$ciando la $ua parte al commune giudicio de gli huomini, la$ci
anco a$$ai opportunamente alcune altre particolarit &agrave;, che oltra
alle gia dette $i potrebono ($enza dir pero co$a $ouerchia, come mi
$ono sforzato di o$$eruare $ino a que$to termine) commodamente
diui$are: &amp; co$i ponga fine a que$ti, s'io non m'inganno, non del
tutto inutili ragionamenti. Io lo far&ograve; dunque $ubito che c&otilde; pochi$-
$ime parole haur&ograve; mo$trato, che con l'e$perienza della Chiocciola
$i ri$ponder &agrave; per auentura ad alcuni nel modo, che come dice Ari-
$totele nella $ua Politica, gia ri$po$e Talete Mile$io ad altri di $i-
mile natura. A que$to gran filo$ofo fu rimprouerato da uno di co-
$toro, li quali non adorano, &amp; non cono$cono altro, che l'oro; che
egli $cioccamente $eguiua gli studi di filo$ofia, po$cia che non ar-
reccauano guadagno alcuno; anzi erano cagione, che egli getta$$e
i danari, che per altra uia lui ueniuano in mano: onde non haueua
mai accre$ciute le $o$tanze de'beni della fortuna, &amp; $empre era re
$tato pouero. Ri$e Talete del uano giudicio di quel huomo uolga-
re. &amp; hauendo preui$to da'$egni naturali col mezo della filo$ofia,
che a quello allhora pre$ente anno, nel quale era stato grandi$$ima
abondanza d'oglio, ne doueua $eguire; perche $arebbono diuenuti
sterili gli uliui, una grandi$$ima care$tia; raccol$e con l'aiuto de
gli amici quanta maggior $omma di danari egli puote, co'quali
comper&ograve;, &amp; inarr&ograve; qua$i tutto l'oglio di Chio, &amp; di Mileto. E$-
$endo poi uenuto il tempo della precono$ciuta care$tia, &amp; uenduto
l'oglio da lui per tutto il maggior prezzo, che egli haueua uoluto,</I>
<p n=>97</p>
<I>ne tra$$e guadagno ine$timabile: &amp; con que$ta occa$ione fece ue-
dere, che a'Filo$ofi non mancauano uie di far$i ricchi, pur che $e ne
fu$$ero curati. Co$i io $pero che la proua $ganner &agrave; alcuni, li quali
talhora $i $ono burlati dell'opere mathematice, $coprendo loro, che
gli huomini $cientiati, fra'quali io confe$$o d'e$$ere il minimo, $e ui
uole$$ero applicare il pen$iero, &amp; u$a$$ero con prudenza il
$apere loro, $arebbono per cauare piu hone$to guada-
gno per $e, &amp; con gran beneficio de gli altri, de
la prattica delle $cienze, che gli huomini
uolgari con quanti auanzi d'auari-
tia adopera$$ero per amma$-
$are quelle $o$tanze,
che poi gli here-
di $uoi n&otilde;
$pendono for$e
come $i conuerrebbe
$econdo la uera ragione.</I>
<HEAD><I>IL FINE DEL TERZO, ET</I>
VLTIMO DISCORSO.</HEAD>
<fig>
<p n=>98</p>
<p>O<I>C</I>TAVIVS <I>F</I>ARNESIVS <I>Placen
ti&aelig;, &amp; Parm&aelig; Dux $ecundus. &amp;c.
Dat&aelig; $unt nobis $upplices litter&aelig; ab
Egregio Phy$ico D. Io$eph Ceredo,
infra$cripti exempli, uidelicet,
Illu$tri$$imo, &amp; Eccellenti$s. Sig. Duca.
Benche molti ingegno$i, &amp; dotti huo-
mini co$i antichi come moderni, $i $ie-
no sforzati $in'hora di trouare i$tro-
menti, co'quali pote$$ero alzare acqua per diuer$i u$i; ni$$uno &egrave; pe-
ro mai stato (che $i $appia) il quale, leuandone gran quantit &agrave;,
l'habbia alzata alto $econdo il bi$ogno per adacquar terreni, a$ciu
gar ualli, far macinar molini, &amp; altre co$e $imili in modo, che la
$pe$a del motore, &amp; del fabricare, &amp; mantenere la machina non
$ia riu$cita o maggiore, o qua$i pare all'utile, che puo $eguire da
tali inuentioni. Maio con la $corta delle ragioni mathematice, &amp;
naturali; &amp; con le proue di diuer$i modelli piccioli, &amp; grandi,
dopo molta indu$tria, lunghe fatiche, &amp; graui $pe$e ho finalmente
corretto in maniera, &amp; ridotto a tal perfettione la dottrina de gli
antichi in fabricare la Chiocciola; &amp; anco ho di nuono ritrouato
un'organo $i gagliardo per mouerla facilmente, &amp; a$$ai uelocem&etilde;-
te, che con mediocre $pe$a, a ri$petto dell'utile, co$i in fabricarla,
come in mouerla, &amp; mantenerla $odisfer &agrave; ottimamente a tutti gli
$oura$critti, &amp; a molti altri bi$ogni: percioche un'huomo $olo,
benche di mediocri forze, alzer &agrave; con que$to i$tromento, &amp; con
l'organo del moto $uo, piu di $ette braccia, dodici oncie d'acqua
almeno, $econdo la mi$ura Piacentina: &amp; un cauallo, a$$ettando
le Chiocciole nel modo, che io ho po$to in prattica, n'alzer &agrave; alme-
no mezo canale da prato alla mede$ima altezza, &amp; con la mede-
$ima uelocit &agrave;: potendo$i anco raddoppiare, &amp; moltiplicare il mo-
to a qualunque altezza $i uoglia in infinito; &amp; uariare a giu$ta
proportione l'altezza d'ogni pezzo particolare $econdo la quan-
tit &agrave; dell'acqua, che $i ricerca. Et perche non &egrave; conueneuole, che
alcuna hone$ta indu$tria, &amp; fatica, la quale $ia per partorire be-
ne$icio a molti, re$ti $enza qualche honore, &amp; premio: Percio
$upplico a V.E. che uoglia concedermi priuilegio, che ni$$uno di
qualunque grado, o conditione $i uoglia, o Capitolo, Congregatio-</I>
<p n=>99</p>
<I>ne, od Vniuer$it &agrave;in que$to $uo Stato di Piacenza, &amp; di Parma,
&amp; ne gli altri ancora, po$$a dentro allo $patio di uenticinque anni
auenire fabricare, ne hauere, ne u$are, ne in acque publiche, ne in
priuate per adacquar terreni, o fare qualunque altro effetto que-
$to i$tromento, ne l'organo del moto di lui; $enza e$pre$$a, &amp; au-
tentica licenza ottenuta da me, o da miei heredi in i$critti. impo-
nendo quelle pene, che le parranno giu$te, a chi contraface$$e: &amp;
ordinando a'$uoi Magi$trati, &amp; Officiali, che inuiolabilmente fac-
ciano o$$eruare quanto circa que$to per V.E. $ar &agrave; ordinato. Et de-
$ider andole ogni contentezza humilmente le bacio le mani.</I>
<p><I>Di V.E. Illu$tri&szlig;.</I>
<p><I>humili&szlig;. $eruidore Giu$eppe Ceredi Fi$ico.</I>
<p><I>Qu&aelig; cum a nobis, no$tri$&qacute; Magi$tratibus, &amp; Con$iliarijs ad quos
$pectat, optime $int perpen$a, &amp; examinata, uideantur&qacute;; tam ex
re ip$a propo$ita, qu&agrave;m ob Oratoris $cientiam, &amp; prudentiam
iamdiu nobis per$pectam; publico, priuato&qacute;; commodo plurimum
collatura: Iccirco per has no$tras decernimus, &amp; uolumus nulli
hominum cuiu$cunq; gradus, &amp; prout in datis litteris, extiterint
in Parmen$i, Placentino, &amp; quocunq; alio no$tro Dominio, licere
$pacio uigintiquinq; annorum pro<*>ime futurorum, fabricare in-
$trumentum ab antiquis auctoribus Cocleam nuncupatum; nec
media organa&qacute;; motus eiu$dem, eo&qacute;;, aut eis uti in publicis flumi-
nibus, aut priuatorum aquis, pro agrorum irrigatione, aut edu-
ctione aquarum ad alium quencunq; finem, ab$q; expre$$a, &amp; in
$criptis auctentica licentia a dicto D. Io$eph, aut h&aelig;redibus, ac
$ucce$$oribus $uis impetrata; $ub p&oelig;na ami$$ionis machin&aelig;, $iue
machinarum; &amp; ulterius $cutorum auri quingentorum a $ingulis
e xigenda quotie$cunq; contrafeci$$e comperti fuerint. Cuius p&oelig;-
n&aelig; dimidiam partem no$tr&aelig; Ducali camer&aelig;, alteram uero dimidi&atilde;
$upplicanti, eiu$&qacute;; h&aelig;redibus, &amp; $ucce$$oribus quibu$cunq;, hac
conce$$ione durante applicari debere tenore pr&aelig;$entium irreuoca-
biliter decernimus. Mandantes Pr&aelig;toribus, Con$iliarijs, Redi-
tuum Magi$tris, Fi$calibus, ceteri$&qacute;; Magi$tratibus, ac Officiali-
bus tam pr&aelig;$entibus, qu&agrave;m futuris, quoruncunq; locorum, $eu
terrarum ex Ditionibus no$tris, ut opportuna, &amp; ualida in huius
no$tr&aelig; conce$$ionis fauorem proclamata publicare, conditione$&qacute;ue</I>
<p n=>100</p>
<I>appo$itas, ac p&oelig;nas iniunctas exequi curent, ha$&qacute;ue no$tras iu$ti
priuilegij litteras inuiolabiliter ob$eruent, &amp; ob$eruari cogant.
In quorum fidem pr&aelig;$entes fieri, $igilli&qacute;; no$tri impre$$ione muni-
ri iu$$imus. Dat. Placenti&aelig; Idibus Decembris. M. D. LXVI.</I>
<HEAD>OCTAVIVS F. DVX.</HEAD>
<p>Io. Bapti$ta Picus Sec.
<HEAD>Locus $igilli pendentis.</HEAD>
<p>Il mede$imo, &amp; c&otilde; l'i$te$$e c&otilde;ditioni $i puo vedere alla Se-
cretaria di Milano nel libro delle patenti. fogli. 148.
<p>Similmente $i vede l'i$te$$o nella Secretaria dell'Illu$tri$s.
Signoria di Venetia, nelle filzze dell'Archiuio dell'an-
no 1565. alli 19 di Febraro.
<p>Co$i fu conce$$o da Sua Santit &agrave;, come appare nel libro de
le Bolle patenti del 1566 alli 18 di Marzo.
<p>Co$i da molti altri Principi, come $i vede ne'priuilegij
autentici, che $ono appre$$o di me.
<p>Ancora ch'io habbia que$ti priuilegij di qua$i tutti li mag
giori Potentati d'Italia, della $o$tanza i$te$$a che &egrave; conte-
nuta in quello dello Illu$tri$s. Sig. Duca no$tro: io non ho
pero pen$ato di $eruirmene (come ho anco detto di$opra)
con auaritia: ma $olamente ho deliberato d'accettare cio
che corte$emente, &amp; ragioneuolmente mi $ar &agrave; offerto da
quelli, che vorranno accre$cere l'entrate loro, con que$to
ritrouato. Et $on $icuro, che ni$$uno, che non $ia piu che
rozzo, &amp; ingrato $ar &agrave; per portar$i in modo, che $i leui l'a-
nimo a'dotti indu$trio$i, &amp; di qualche $pirito, che for$e
hanno piu bi$ogno de'beni della fortuna, che non ho io, di
affaticar$i, &amp; i$pendere del $uo, per far publico beneficio
con l'opere ritrouate di nuouo alla congregatione de gli
huomini.
<HEAD>IL FINE.</HEAD>