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author | Klaus Thoden <kthoden@mpiwg-berlin.mpg.de> |
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date | Wed, 29 Nov 2017 16:55:37 +0100 |
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<pb id="p.0001"> <HEAD>TRE DISCORSI SOPRA IL MODO D'ALZAR ACQVE DA' LVOGHI BASSI.</HEAD> <fig> <p>Per adacquar terreni. <p>Per leuar l'acque $orgenti, & piouute dalle cã- pagne, che non po$$ono naturalmente dare loro il decor$o. <p>Per mandare l'acqua da bere alle Città, che n'hannobi$ogno, & per altri $imili v$i. <HEAD>Opera non piu $tampata.</HEAD> <fig> <HEAD>IN PARMA, Appre$$o Seth Viotti. 1567</HEAD> <pb> <HEAD>ALL' ILLVSTRISSI- MO, ET ECCELLENTISS. SIGNORE, ET PADRON MIO OSSER. IL SIG. A LESSANDRO FARNESE PRINCIPE DI PIA- CENZA, ET PARMA. &c.</HEAD> <fig> <p>HO INTESO DA HVOMINI VE- riteuoli, Illu$tri$$imo & Eccellen ti$$imo Principe, che V.E.e$$endo nella Corte di Spagna, madre de la vera creanza; dopo i piu graui & honorati $uoi negocij, $i pren- deua molte volte grandi$$imo pia cere in intendere le ragioni di varij, & begli effetti mathemati- ci: percioche non $olamente voleua $apere le po$itioni, che appert&etilde;gono alla cognitione della Sfera, & dell'A$tro labio, per conto delle nauigationi de'Portughe$i, & de' Ca$tigliani alle prouincie ritrouate, & $oggiogate di nuo- uo; delle quali è qua$i bi$ogno ad ognuno de i principali Caualieri di quella corte $aperne bene, & artificio$amen- te ragionare con quel potenti$$imo Re: ma anco cercaua di cono$cere gli aui$i, che $ono di grandi$$ima vtilità per l'Architettura, & $pecialmente per l'v$o de gli e$$erciti; & per lo mantenimento, & di$truggimento delle fortezze. Della qual co$a, per e$$ere ella veramente degna di Prin- cipe magnanimo, & che gia $icuramente $ia incaminato per la $trada dell'honore, & della vera gloria; ne $entì quella contentezza, che $i $uol $entire delle buone nuoue <foot>a 2</foot> <pb> di quei Signori, che s'amano $inceramente. E'ben vero, ch'io non me ne marauigliai quanto pareua, che merita$- $e l'e$$ere co$a rara, che vn Principegiouane, & per diuer- $e occa$ioni diuertito, & tirato a'piaceri dell'appetito; vince$$e il commune abu$o dell'ignoranza, & $i sforza$$e d'informare l'intelletto $uo di quelle ragioni, che molto meglio $i conuengono a gra<I>n</I> Signori, che tante altre vane occupationi; nelle quali ogni volgare potrebbe, & $apreb- be goder$i a$$ai ageuolmente: imperoche giudicai, che cio e$$endo proprio, & qua$i naturale de'$uoi maggiori, lui fa$$e $tato po$to nell'animo dalla $ucce$$ione del $an- gue, col mezo di quelle impre$$ioni, che da piccioli $i $o- gliono riceuere per la cõ$uetudine, & per gli honoratira- gionamenti, che tuttodì $i $entono. Che $i $a bene quanto la felice memoria del Santi$$imo PAOLO Terzo fu$$e ot- timamente i$trutta di tutte le piu nobili di$cipline: e$$en- do anco noti$$imo ad ognuno il gran giudicio, che hebbe gia l'Illu$tri$s. di SANT'ANGELO, & che $oglia hora ha- uere il prudenti$$imo Cardinal FARNESE in tutte le qui- $tioni, che circa qualunque $oggetto lui po$$ono e$$ere propo$te. & per la$ciare l'Auo, & il Padre; l'ottime parti de'quali noi tutti per e$perienza habbiamo prouato, & ogni giorno prouiamo; chi non ammira il $opra humano di$cor$o, che continuamente ha mo$trato, $i nel gouerno de gli Stati, come nelle attioni ciuili; & in ogni $orte d'ar- tificio$e operationi l'Altezza della Sereni$$ima $ua Ma- dre Madama MARGHERITA d'Au$tria; la quale per que$to, oltre a qualunque altro $egnale, fa cono$cere, che ella è veramente figliuola dell'inuitti$$imo Imperadore CARLO $uo padre? Onde io non hebbi per marauiglio- $o, benche raro effetto, che da tali alberi, & da tali radici in vn'aere temperato, & in vn terreno fertile, come è la Corte di Spagna, na$chino hora fiori di $oaui$$imo odore; talche nell'auenire $i debbano a$pettare $aporiti$$imi, & pretio$i$$imi frutti. Mi allegrai dunque a$$ai fra me $te$- $o, & poi anco con que$ta mia cari$$ima patria; preueden- do di quanta vtilità, & di quanto ornamento que$ti hon<*>- <pb> $ti pen$ieri, & tratenimenti di Vo$tra Eccellenza pote$- $ero lei e$lere principali$$ima cagione: percioche $e be- ne l'Illu$tri$$imo Signore il Duca $uo padre ha gia fat- to quanto $ia $tato po$$ibile col fauorire ogni maniera di virtuo$i, & con l'ordinare diuer$i magi$trati, accio- che col mezo de'Filo$ofi, & de'Mathematici $i po$$a ornare, & in molti auenimenti co$i de'co$tumi, come d'altre parti, rendere ogni hora piu perfetta que$ta no- bili$$ima Città; vi re$tano tuttauia molte co$e, le quali $on $icuro, che a poco a poco venendo opportunamen- te in iuce con la forza d'ambedue VV.EE. in$ieme la faranno piu pre$to degna d'inuidia appre$$o delle mag- giori Città d'Italia, che ella $ia per hauere giu$ta ca- gione d'inuidiare veruna huona conditione a qual $i voglia de gli $tati de gli altri Principi. Il che tanto piu fermamente $i dè a$pettare, quanto per e$$ere homai dalla loro incomparabile prudenza ributtati tutti li col- pi dell'auer$a fortuna, che $i lungamente, & non mai meriteuolmente ha trauagliata que$ta $ua Illu$tri$$i ma ca$a: & e$$endoui le fondamenta $tabili$$ime del $an- gue reale del grandi$$imo Re FILIPPO, col quale doppiamente $ono congiunte, & incorporate; è da te- nere per certi$$imo, che non piu gli animi loro $aran- no diuertiti in altri piu importanti, & graui pen$ieri; & attenderanno con piu libera mente (benche $econ- do che ha $upportato il tempo non habbiano manca- to $ino ad hora) alla buona cura, & all'ottimo gouer- no de gli $tati loro. Per le quali cagioni, & per mol- te altre per hora trala$ciate; io, che quale io mi $ia, molto tempo ha $ono diuoti$$imo $eruidore dell'Illu- $tri$$imò Signore il Duca $uo padre, $ono gia anco di- uenuto affettionati$$imo a V. Ecc. Et perche io de$i- dero con qualche $egno di $incera, & non adulatoria riuerenza baciarle humilmente le mani, & offerirmele per $eruidore in quanto s'e$tenderanno le deboli forze mie; le mando hora que$to $aggio di qualchuna di quelle opere, che po$$ono na$cere col mezo mio a be- <pb> neficio publico: & le dono vn picciolo di quei frntti, del $apor de'quali ho gia detto, ch'ella gu$tandoli $uol $entire hone$li$$imo piacere. Que$ti $ono tre di$cor$i, fatti da me $opra vna machina, la quale e$$endo for- mata con belle ragioni mathematice, & naturali; $pe- ro, che debba e$$ere d'ine$timabile vtilità a qua$i tut- ti gli huomini, & a tutte le prouincie: non $olo per- che è atta a portare il nutrimento dell humido, quan- do manca loro, all'herbe de'prati, alle biade, & a tut- te le piante; ma anco perche potrà alzar l'acque a gli e$$erciti, & alle terre murate per bere, & per diuer$i altri v$i di grandi$$ima commodità. E'vero, che que- $to dono non è intieramente fatto di mio; auenga che la maggior parte di lui ha hauuto origine dalla libera- lità, & dal fauore dell'Illu$tri$$imo $uo padre; il quale m'ha aiutato alla buona riu$cita di que$ta impre$a quanto po$$a magnanimo, & intendente Signore bene animato, & indu$trio$o $eruidore. Nulladimeno pre- go humilmente V. Ecc.che l'accetti da me, $e non per altro almeno perche è pure accompagnato dalla gran- de o$$eruanza, che ho $empre tenuto ver$o il co<*>te$i$- $imo $angue $uo. Et po$cia che la riuerenza, & l'affet- tione mia $ono creature de'meriti di lei, io de$idero grandemente, ch'ella $i degni riporle nelluogo di quel- le co$e, delle quali ella pen$a di $eruir$i, come di par- te di $ua vera, & legitima po$$e$$ione, o paterna here- dità. Io nell'auenire non $arò molto $ollecito in mo- $trarmi alla pre$enza di lei; perche $o, che fra l'altre $ue buone parti, ella non tiene piu conto di quel che $i conuiene, di que$te $uperficiali cerimonie. Sarò pe- ro $empre apparecchiato ouunque io mi ritroui, per $eruirla, & vbidirla $e le piacerà di comandarmi, od io mi $entiro atto a fare co$a vtile, & honoreuole per lei. In que$to mezo, per quanto mi $arà conce$$o da miei ordinarij $tudij delle prattiche di medicina, $ot- to l'ombra $ua attenderò a te$$ere alcune tele (s<*>io nõ m'inganno) d'vtili$$ime $ila: fra le quali n'è gia leua- <pb> ta dall'or$aio, & accommodata al $ubbio vna qua$i fi- gurata alla dama$china; in cui $arà chiaramente di$e- gnato il modo, col quale $i potranno diuidere l'alluuio ni, & l'i$ole de'fiumi molto piu facilmente, & con piu giu$ta ragione, che non è mai $tato fatro $ino ad hora. Co$i baciandole humilmente le mani me le raccoman- do; ne potendo altro de$iderarle, $olamente le de$ide- ro buona fortuna. <p>Di Piacenza alli x d'Aprile. M D LXVII. <p>Di V.Illu$tri$s.Eccellenza humili$s. $eruidore <I>Giu$eppe Ceredi.</I> <pb> <p>Nel primo di$cor$o, $i mo$trano tutte le machine artifi- cio$e v$ate $ino a que$ti tempi pertirare l'acque in alto. Et $coprendo$i l'imperfettione d'ognuna di loro, $i pon- gono a paragone con la Chiocciola: della compo$itio- ne di cui $i $criuono i veri precetti, tolti da diuer$i au- tori, & da molte ragioni mathematice, & naturali. Oue occorre anco trattare della cagioni, della forza del monimento dell'acqua; & $i fanno belle confidera- tioni circa il moto perpetuo; con altre co$e degne d'e$- $ere auertite. <p>Nel $econdo, $i ragiona de gli i$tromenti del moto della Chiocciola; & $i pongono le proportioni de'motori a' pe$i, $econdo la velocità, & tardità del moto: aggiun- gendoui$i molte co$e appertenenti alla $cienza de'pe$i, & a qua$i tutti gli ordigni delle machine motrici. <p>Nel terzo, $i $omma, & $i $ottragge l'vtile, & il danno co$i delle $pe$e, & del guadagno; come della $anità, & dell'infirmità publica; & d'altri dubbij, che po$$ono $eguire all'v$o della Chiocciola. Et in tutti $i diui$ano molti capi notabili, come nella tauola $i contiene. <HEAD>Con licenza de'Superiori.</HEAD> <pb> <HEAD>TAVOLA DEL PRIMO DISCORSO.</HEAD> Nece$$ita dell'humido, per la generatione, & man- tenimento delle piante, & de gli animali. faccia 1 Animali maggiori di corpo nelle regioni humide. 1 Opinione di Talete filo$ofo circa iprincipij de'corpi mi$ti. 1 Regioni diuenute fertili per l'acque condotteui, & ter- re dishabitate per la troppa $iccità. 2 Diligenza v$ata per hauere acque. 2 Eufrate, & Tigre da lontana regione tirati a Babilonia. 2 Acquedotto grandi$$imo di Semiramis. 2 Canali artificio$i di pelli di toro fatti dal Re Arabo per tirar l'acque de'fiumi a gli e$$erciti per la rena. 2 Fo$$a de'Samij di marauiglio$a grandezza. 2 O$tentatione de'Greci, & $pecialmente de'Lacedemo- nij in cumular l'acque. 2 Grandezza de'Romani nelle fabriche dell'acque. 2 Vanità, & lu$$uria de'Romani nelle fabriche dell'acque. 2 Machine diuer$e ritrouate per diuer$i v$i dell'acqua. 3 Modo d'alzar acqua in gran copia na$co$to $ino a'no- $tritempi. 3 Cagione del commun giudicio di non poter$i alzarle acque in gran quantità. 3 Città diuer$e d'Europa, che hanno care$tia d'acqua per bere. 4 Tede$chi hanno grandi$$imo bi$ogno d'alzare gran quantità d'acqua, & non hanno ancora ritrouato i$tromento facile per que$to v$o. 4 Machine per a$ciugar l'acque nelle fabriche de'ponti, & de'moli de'porti. 4 Magnanimit à di Ce$are in nettare il fondo al Teuere. 4 Ragione della fabrica della Chiocciola male interpre- tata da Vitrunio. 5 I$cu$atione de gli Alamani. 5 Quali co$e $ieno concor$e nel Ceredi per la perfetta fabrica di que$ta machina. 6 <foot>b</foot> <pb> Arti operatrici non $i po$$ono $aper bene, $enza e$$er- citarle, & porle in prattica. 6 Ari$totele diligenti$$imo $crittore delle cagioni de gli effetti mecanici. 6 Natura è mathematica, & mecanica nell'opere $ue. 6 Buona $orte d'vn ritrouato di certi $critti greci di He- rone, di Pappo, & Dioni$odoro. 6 Liberalità grandi$$ima dell'Illu$tri$simo Sig. Giouan Giacomo Triuulzi. 6 Liberalità incomparabile dell'Illu$tri$$imo Signore il Duca Ottauio Farne$e. 7 Giudicio grande dell'i$te$$o in tutte le co$e, & $pecial- mente ne gli artificij mathematici. 7 Quali impedimenti po$$ono attrauer$ar$i nell'opera- tioni de gli e$tetti nuoui. 7 Cagione perche i buoni effetti dell'opere mathema- tice $ieno rari. 8 Prome$$a del Ceredi. 8 Mercurio e$$endo l'Iddio dell'eloquenza contra ra- gione $ourapo$to a'mercatanti. 9 Diui$ione della materia de'pre$enti di$cor$i. 9 Artificio de'Pittori in na$condere le linee di cui $i $eruono in figurare. 9 Mi$ura de'Geometri in dare il decor$o all'acque. 10 Due modi di far caminar l'acqua in lungo $enza p&etilde;dio. 10 Vitruuio nella dottrina del decor$o dell'acque male inte$o da tutti gli interpreti $uoi. 10 Il Valla Piacentino ne'$uoi libri di Geometria hau&etilde; do tra$portato molte co$e da Pappo, figura diecinoue i$tromenti perfar andar l'acqua $&etilde;pre alla liuella. 11 Auertimento vtile circa lo circolare dell'acque a mo- to perpetuo. 11 Diui$ione delle cagioni delle machine hydraulice. 11 Machina vige$ima, oltre a'diecinoue i$tromenti del Valla, fatta in San Giorgio maggiore di Venetia. 11 Opinione di Plinio, & d'altri Filo$ofi delle cagioni delle fonti. 12 <pb> Giulio Ce$are Scaligero huomo arguto, ma poco pra- tico de gli artificij mathematici. 12 Gieronimo Cardani Milane$e mathematico, & medi- dico eccellenti$$imo. 12 Ragione d'Archimede delle co$e, che $tanno a galla nell'acqua. 12 Machina vige$ima prima d'vn Filo$ofo Milane$e vtile per i$chiffare la decaduta nel decor$o dell'acque. 13 Machina vige$ima $econda di San Pietro in Ge$$a. 13 Machina vige$ima terza fabricata dall'Illu$tri$s.Sig. Don Fetrante Gonzaga. 13 Machina xxiiij fabricata nel porto d'Ancona. 13 Machina xxv commune in Alamagna. 13 Machina xxvj di Liegi in Fiandra de$critta da Michele. 13 Machina xxvij $ul Reno de$critta da vn'Alamano. 14 Machina xxviij & xxix de$critte dall'Agricola. 14 Giudicio dell'vtilità di tutte le $ouradette machine. 14 Machina xxx dichiarata da Mario Pellegrino. 15 Machina xxxj dipinta appre$$o di Flauio Vegetio. 15 I$tromenti per alzar l'acque dalle $entine delle naui. 15 Machina xxxij de$critta da Vitruuio. 15 Machina del Giardino di Parma. 15 Machina xxxiij atti$$ima per cagionar fontane. 15 Altro giudicio delle $ouradette machine. 16 Machina xxxiiij po$ta $u l'Adige nel Verone$e. 16 Machina xxxv imperfetta, & contra la $cienza de'pe$i. 17 Machina xxxvj & xxxvij po$te a Lucia Fucina. 17 Machina xxxviij vtili$$ima di Paladio archit. famo$o. 17 Alfarabio Arabo $crittore delle ragioni mecanice. 18 Machina xxxix corretta con la $cienza de'pe$i. 18 Machina xxxx di M.Carlo da Vrbino nõ ancor pub. 19 Modelli diuer$i di molti$$ime machine nelle $tanze de Proueditori di commune in Venetia, 19 Machina del Bo$$io Piacentino di qualche vtilità in alcuni bi$ogni. 19 Paragone di tutte le $ouradette machine cõ la Chioc- ciola ben formata. 19 <foot>b 2</foot> <pb> Cagione perche la Chiocciola non $i $ia fabricata be- ne $ino a que$titempi. 20 Imperfettione delle regole di Vitruuio. 20 Sperãza di Mõ$ig. Barbaro di produr il moto perpetuo. 20 Proua dell'imperfettione delle regole di Vitruuio. 20 Vera ragione perche l'acqua $aglia nella Chiocciola. 22 Ragione d'alcuni ingegno$i cõtra la $perãza di M.Bar. 23 Dife$a di Mon$ig. Barbaro. 25 Ragione della $mi$urata grauezza della Chioc.di Vit. 25 Fondamenti $opra li quali Mon$ig. Barbaro edificò la $peranza del moto perpetuo. 25 Cagione dell'inganno del detto Mon$ig. da cui $i $co- pre l'impo$$ibilità del moto perpetuo. 26 Proportione del pe$o, & forza dell'acqua cõ la decad. 26 Differenza fra la forza de'corpi $odi, & de'corpi li- quidi $econdo Archimede. 27 Ragione della forza dell'acqua nelle ruote da pale. 27 Che $i potrebbono a$$ettare le ruote di gran lieua in picciola decaduta, 27 Proportione della decaduta d&etilde;tro, & fuora della chio. 28 E$$empio methodico per cono$cere la forza dell'ac- qua nelle decadute. 30 Errore cõmune, & di grandanno cõtra le proportioni del moto, & pe$o in dar decaduta a'molini terragni. 31 Chiocciola cõpo$ta cõ grande indu$tria da gli Alama. 32 Roma nell'vltimo diluuio del Teuere a$ciutta dalle chiocchiole Alamane. 33 Imperfettione della chiocciola de gli Alamani. 33 Chiocciola de gli Alamani tra$portata in Italia dallo Illu$tri$s.Sig.Ve$pa$iano Gonzaga. 33 Edificio belli$$imo alla Giodecca di Venetia con le chiocciole Alem fatto da M. Ale$$andro Bologne$e. 33 Speranza vana, & cõtra la ragione di M.Ale$$andro. 33 Somiglianza del pol$o humano al moto ordinato nell' ordigno di M.Ale$$andro. 34 Regole vere, & perfette di Pappo, & di Dioni$odoro antori greci per fabricare la chiocciola. 34 <pb> E$$ame perche Vitruuio fu$$e imperfetto ne'precetti. 34 Lode d'alcuni Architetti, che $eguono piu pre$to la ra- gione, che l'autorità de'Scrittori. 35 Simmetria della chiocciola ragioneuolm&etilde;te formata. 36 Effetti della chiocciola cõpo$ta cõ la vera $immetria. 37 Maraniglio$o $paragno di fatica nel mouere i corpi graui, & liquidi in alto con la chiocciola. 37 Ragione perche la chioc. vinca delle $ei parti le cinq; ogn'altra machina v$ata $ino a que$ti tempi. 37 Effetti grandi nati dal moto delle $pire delle quali è compo$ta la chiocciola. 38 La natura, gli animali, & le piante $i $eruono del mo- to $pirale per $alire in alto. 38 Archimede, & altri Filo$ofi ammae$trati dall'opere della natura, & dall'i$tinto de gli animali. 39 <HEAD>TAVOLA DEL SECONDO DISCORSO.</HEAD> Potenza del moto locale. 40 Effetti prodotti dalla natura del moto locale. 40 Forza motrice rende $uperiore vna $petie d'animali all'altra, & vn'huomo all'altro. 40 Forza de gli e$$erciti, & dell'armate p&etilde;de dal moto lo. 41 Principi giudicio$i hanno in gran pregio gli ingegnie- ri della forza de moti locali. 41 Filo$ofi varij hanno trouato le ragioni di moltiplicare in infinito le forze humane permouer pe$i. 41 Archimede Siracu$ano, & opere $ue. 41 Pe$o marauiglio$o della Guglia di Roma, & della cu- pola della Rotonda di Rauenna. 42 I$tromenti diuer$i gagliardi$$imi per mouer pe$i. 42 Effetti $ourahumani prodotti da diuer$i Capitani col mezo di varij i$trementi mathematici. 42 Trauagliata inuentione per alzar le naui $ommer$e dal fondo del mare. 42 Cagione perche $i $ieno ingannati coloro, che pen$a- rono di poter mouere la chiocciola di Vitruuio. 43 Quali machine $ieno a propo$ito per mouere la chioc. 44 <foot>b 3</foot> <pb> Machine motrici quanto piu hanno il moto gagliar- do, tanto piu l'hanno tardo. 44 Proportione dell'aumento della velocità del moto al- la forza, con l'e$$empio particolare accommodato. 44 Cagione vera dell'accre$cimento della forza nelle ma- chine motrici. 44 <*>ità delle machine a moto orizontale, & a moto ver$o il centro del mondo. 45 Ragione della gran forza, & della gran tardità delle martinelle, & delle vide perpetue. 46 R<*>ota, che con vn giro $olo cagionaua 13000 giri. 46 Machina rara d'vn'horiuolo donata da Ferdinando Re de'Romani a Solimano Re de'Turchi come, & con qual magi$tero fu$$e fabricata. 46 I$tromento d'ine$timabile forza, che fu gia nella roc- chetta del ca$tello di Milano, con che arte cõpo$to. 47 Errore, & $ua cagione di chi pen$a cagionare gagliar- do, & veloce moto con la forza de'contrape$i. 47 Modello ingegno$s.d'vn Tede$co per fare vn molino tirato contra la $cienza, & proportione de'pe$i. 48 Cagione $peciali$$ima perche molti effetti rie$cono in modelli piccioli, & non $eguono poi in opera reale. 48 Prome$$e marauiglio$e, & contra le ragioni naturali, & mathematice d'Abel Fulone. Abel Fulone ingegno$i$$imo in ritrouati de'modelli. 48 Il Re France$co grandi$$imo amatore de'virtuo$i. 48 Principi per la maggior parte poco giudicio$i ne gli effetti delle $cienze. 48 Statera del molino di San Nicolò del Lido proportio- nata alla forza del motore piu di qualunq; altra. 49 E$$empio di quattro ruote deambulatorie. 49 Prima ruota da acqua gagliardi$$ima. 49 Seconda ruota, v$ata ne gli Arzanà, & in altri luoghi. 49 Terza ruota d'Alamagna m&etilde; gagliarda, & imperfetta. 50 Quarta ruota a torto lodata da molti architetti, per e$$ere la meno perfetta di tutte le deambulatorie. 50 Di$cor$o dell'vtilità di que$te ruote in mouor le chioc. 51 <pb> Venti forme di ruote motrici figurate dall'Agricola. 51 Machine di Schemnico, & di Melibocco iu Alamagna. 51 I$tromenti diuer$i del moto vi$ti in Venetia nella $ala de'modeili di mare. 52 Lode d'vn Soriano marauiglio$o nel mouer pe$i. 52 Na ligli ingegno$i da lui fabricati per leuar dal fon- do del mare le co$e $ommer$e. 52 Egittij, & Caldei autori delle mathematice. 52 Greci hanno dato buon'ordine alle co$eritrouate da gli Egittij, & da'Caldei. 52 Modelli belli$$imi del Ru$celli, & lode dell'i$te$$o. 52 Prome$$a del Ceredi di aumentare la forza del moto- re $enza cagionare la tardità nel pe$o, & $enza e$- $ere contra alla $cienza de'pe$i. 53 Lodi veri$$ime del molto R.P. Don Stefano Cataneo 53 Aratro vtili$$imo ritrouato da que$to Abbate. 53 Di$cor$o $opra le commodità della Chiocciola. 53 Figura della cigognola trouata per mouer la chioc. 54 Cagione delle piegature delle cigognole. 54 Errori di molti che pen$arono d'accre$cere la forza a vetti con le piegature, con le ragioni loro. 55 Prome$$e vane tratte da punti delle linee $pirali. 55 Cagione di detti errori, & di$$olutione delle ragioni. 55 Mercurio perche adorato per l'Iddio dell'eloquenza. 56 Il Ceredi tocca alcune co$e delle piegature de'vetti perche alcuno non ne ha mai $critto in particolare. 57 A quali s'appert&etilde;gono l'impre$e di <*>dur effetti nuoui. 57 Primo ca$o nel quale conuengono le piegature. 58 Secondo ca$o in cui $ia lecito la piegatura. 58 Errore primo nella piega de'vetti. 58 Errore de'vetti Ted.delle viti perpetue, & de'tiratori. 59 Errore de'vetti delle machine hidraulice da pi$telli. 60 Inciampo di M.Ce$are Buonaca$a architetto famo$o. 60 Leggierezza d'vno archit. Frãce$e in formare vn vette per aumentare la forza a'remi delle galee. 61 Granchio pre$o del Fulone in correggere il detto vette. 61 Errore d'vn letterato in far molini a gli Anconitani. 62 <pb> Campagne de'Rauennati $ommer$e per li molini edi- $icati $ul $iume. 62 Cagione dell'errore detto poco ha. 63 Speranza, & effetto vano di M.A. Buonaruoti ĩformar vn vette, & vna lieua per mouere la chioc. di Vitru. 63 Ragione, & e$perienza della forza della detta lieua. 64 O<*>o Magno $crittore delle hi$torie $ettentrionali. 65 Cagione dell'inganno di Michel Angelo. 65 Il Filandro $copre vn gro$$o fallo del Gaetta architet. 65 Claudio Tolomeo eccittò gli Academici Romani al- la correttione di Vitruuio. 66 Ràgione, & vtilità del vette formato per dare il moto alla chiocciola ben compo$ta. 66 Figura di tre chiocciole con vn moto $olo. 69 Figura di $ei chiocciole con duoi moti. 70 Di$cor$o $opra la proportione dell organo, che mo- ue$$e le chiocciole con vn cauallo. 71 Prome$$a del Ceredi di volere compire di $criuere del- le proportioni de'gradi co$i delle qualità elem&etilde;tari come dell altre co$e apperten&etilde;ti all'arti operatrici. 73 Figura del detto organo del cauallo. 75 E$$ortatione ad i$chiffare gli i$tromenti da ruote da denti, & da fu$a. 76 Nicolò Tartaglia inuentore della ragione dell'equi- librio nella $tatera, della quale non ragionò Ari- $totele nelle qui$tioni delle $tatere. 76 Ragione delle ruote, che ageuolano il moto col moui- mento dell'aere, & con l'impul$ione. 76 Imperfettione di tal ragione. 77 Di$cordia $ra Platone, & Ari$totele nella cagione del moto impul$iuo dell'aere. 77 Modo di fare il moto impul$iuo piu facile. 77 Figura della chiocciola aiutata dal moto della ruota. 78 Alamani tengono il moto di tal ruota per la metà della forza del motore. 79 Il Po $ul Pia centino haueua cor$o diuer$o da quello, che ha hora. 79 <pb> Danni che $eguiuano dalla diui$ione dell'acque del Po. 79 Galeazzo Duca di Milano liberali$$imo in fabricare. 80 Vtilità $eguite all'vnione dell'acque del Po. 80 Luogo commodo, & $icuro per $ituare le machine, le quali col cor$o del fiume moue$$ero le chiocciole. 81 Ragione ditale commodità & $icurezza. 81 <HEAD>TAVOLA DEL TERZO DISCORSO.</HEAD> <p>De$iderio commune de gli huomini ne gli effetti delle co$e. 83 Socrate con$igliaua, che s'attende$$e all'operationi, la$ciando le $peculationi. 83 Ri$po$ta arguti$lima d'vn Spartano rozzo ad vn Filo- $ofo Atenie$e. 83 Che altro $ia il di$correre con ragione, altro il porre i di$cor$i in e$$ecutione. 84 Opinione d'Ari$totele della prattica $enza la $cienza, & della $cienza $enza la prattica. 84 Per qual ragione l'acqua della chiocciola habbia mag- gior pendio, & piu veloce cor$o dell'ordinario. 85 Regole de Geometri nel dare il decor$o all'acque. 85 Frecetto di Vitruuio delle decadute, non o$$eruato communemente. 85 Nauiglio di Milano tirato con molto minore decadu- ta, che non in$egna Vitrunio. 85 L'acqua pin veloce in cor$o rie$ce in molto maggiore quantità, che la meno veloce nell'i$te$$o canale. 85 Mi$ura dell'altezza delle ripe d'alcuni fiumi. 85 Quanto terreno $i $oglia ad acquare con vn canale da prato di $e $$anta oncie Piacentine d'acqua. 85 Quante volte in vn me$e $i $ogliono adacquare i prati. 86 Per quanti me$i dell anno $i dia l'acqua a prati. 86 Con quante chiocciole $i cauerà vn canale d'acqua. 86 Quanto co$terãno gli huomini che mouerãno le chioc. 86 Il terrcno mediocre adacquato quanto fieno $oglia produrre in tutti e tre tagli dell'herba. 86 <pb> Qual prezzo $oglia hauere il fieno. 87 Somma delle $pe$e fatte per mouere le chiocciole, & per tutta l'agricoltura de'prati. 87 Che le chiocciole, oltra l'ordinario dell'altre machi- ne, $ono durabili. 87 Che le chioc. portano poca $pe$a in e$$ere ra$$ettate. 87 Somma del guadagno che re$ta da'prati $ottratte tut- te le $pe$e, & l'entrata che $i cauaua prima. 88 Diuer$i auertimenti che fanno che la chiocciola $i puo v$are in molti luoghi, & in molti modi. 88 L'acqua de'fiumi trapela per le vene $otterranee, & puo tenere abondanti d'acque le fo$$e cauate alla liuella del fondo del fiume vicino. 89 Modo Geometrico di tirare i canali dal fiume all'ar- gine $enza pericolo di di$a$tro alcuno. 89 Leggi municipali $opra la fabrica de'canali. 90 Somma della $pe$a in fabricare la machina. 90 Agricoltori affermano che vna maggior quantità di acqua bagna piu terreno che vna minore alla pro- portione. 90 La chiocciola $arà a propo$ito per leuare l'acque $or- genti, & piouute dalle campagne, & dalle valli, che per cio non $i po$$ono coltiuare. 90 La chiocciola puo $eruire per mandare l'acqua da be- re, & per altri v$i per Roma, per Ferrara, & per al- tre Città, che n'hanno bi$ogno. 91 Campagne di ri$o troppo $pe$$e non $i de permettere, che $i facciano in luoghi, che non $ono e$po$ti a ven- ti boreali. 92 Ale$$andria maggiore, Rauenna, & Venetia pre$er- uate da venti $ettentrionali. 92 Pigneta maggiore di Rauenna ha nociuto a$$ai alla $anità dell aere di que$ta Città. 92 Piacenza edificata in $ito molto $alubre. 92 Città $ignoreggiate da'venti au$trali, abondano di malatie pericolo$e. 92 Vtilità dell'adacquare i prati quanto alla bontà del- <pb> l'aere. 93 Pioggie amare tirate da'vapori de'terreni $ecchi, ni- mici$$ime alle piante, & a gli animali. 93 Giudicio d'He$iodo lodato per hauer trala$ciato i pre- cetti della $tercoratione. 93 Danno del lezzo del ledame generato dall'abondanza de'prati. 94 Rimedio propo$to dal Ceredi, & approuato da tre collegij de'Medici, per leuare il danno del $ucco putrido riceuuto ne'frutti per la $tercoratione. 94 Oppo$itione dell'Archinto fatta nel con$iglio dell'en- trate $traordinarie di Milano. 94 Que è copia di prati non è abondanza di biade. 94 Lodeggiano $ouente non hanno biade per tutto l'an- no, per la copia dell'acque, & de'prati. 94 Ri$olutione del $ouradetto con$iglio, & ragione d'e$$a. 95 Oppo$itione fatta in Ferrara contra l'v$o della chioc. 95 Ri$po$ta a detta oppo$itione. 95 In qual tempo dell'anno li fiumi habbiano meno ac- qua per ordinario. 95 Cagione della copia dell'acqua ne'fiumi. 95 Luogo oue hanno incominciato a lauorare le chioc- ciole, & a produre gli effetti diui$ati. 96 Ognuno, $e non con la ragione, almeno col $en$o, & con la proua puo cono$cere la grande vtilità del- la chiocciola. 96 Ri$po$ta di Talete Mile$io ad vno che lo bia$maua per- che atrendeua alli $tudi di filo$ofia che non rendono guadagno. 96 Guadagno ine$timabile fatto da Talete col mezo del- la filo$o$ia. 96 Ri$po$ta del Ceredia coloro che $cherni$cono l'opere mathematice. 97 <HEAD>IL FINE.</HEAD> <pb> <HEAD>ERRORI OCCORSI NELLO STAMPARE.</HEAD> Facciate. Righe. Errori. Correttioni. 1 21 Mele$io Mile$io 2 5 Me$$agieri Me$$ageti 7 acquido$o acquido$a 5 9 da huomini da buoni 8 3 di Galeno & di Galeno 17 $o$tentare $ottentrare 35 antichi$$ima vtili$$ima 9 10 viddero vollero 10 5 $cemare $entire 11 24 intentioni inuentioni 13 26 hydranlice hydraulice; & co$i s&etilde;pre 15 18 machinaCte$ibio machina di Cte$ibio. 16 2 capello ca$tello 18 13 $piritali $pirali, & co$i $empre 16 36 di tre oncie di piu di tre oncie 20 31 i$perienza i$peranza 27 29 a$pettare a$lettare 28 20 cono$ciuta cono$ciuto 32 23 egli poteua egli $i poteua. 35 38 $anno fanno 36 24 & leuandola eleuandola 37 24 Le infermità La infermità 38 25 Lenlab Leulab 27 Epicidi Epicioli 27 de circoli de circoli $pirali 39 10 lupilo lupulo 40 11 tra$mutationi tra$mutationi: fra le della luna quali 41 7 gro$$ima gro$li$$ima 47 18 capello ca$tello 48 15 que$ta machina que$ta macina 56 23 dheuerne d'hauerne 58 7 come $a come fa 61 4 $tauagante ftrauagante 62 1 C. $ouerchi C. $ono $ouerchi 72 15 la liena la lieua 81 13 cherobare cherobate, & co$i s&etilde;pre 88 7 acqua, coloro acqua, a coloro 34 hiouamento giouamento 89 5 Ragnatella Raganella 34 Agricoltura Architettura 91 5 per l'importãza per l'impotenza 92 2 da propor$i da prepor$i 93 25 caldi$$imi bene caldi$$imi $ieno bene <p>Nell'vltima faccia della epi$tola nella prima riga debbe dir$i dell'or- $oio, & accomandata. <pb> <HEAD>DE' TRE DISCORSI SOPRA IL MODO D'ALZAR ACQVE DA' LVOGHI BASSI.</HEAD> <fig> <HEAD><I>DISCORSO PRIMO.</I></HEAD> <p>D<I>I</I> QVANTO <I>bi$ogno, & commodi- tà $ia $empre $tata l'hone$ta abondan- za delle buone acque, non $olamente la natura i$te$$a delle co$e chiaram&etilde;te lo mo$tra; ma ne fanno anchora cer- ti$$ima fede la gran cura, & diligen- za, $i da moderni, come da gli anti- chi u$ata in fabricare uarie $orti d'ac- quedotti, & ritrouare diuer$e machi- ne, col mezo delle quali pote$$ero godere del benificio di $i utile, et nece$$ario elemento. Imperoche quanto a gli effetti naturali, e$- $endo l'humido $peciali$$ima cagione, & qua$i legame dell'unione di questi corpi inferiori; ne potendo alcun $oggetto animato rice- uere d'altronde il nutrimento del proprio calor uitale, da cui deri- uano tutte l'operationi della generatione, & dell'accre$$imento, & mantemmento loro; anzi uedendo$i manifestamente, che allho ra ne $egue incorrigibile di$trugimento, & ultimo fine a tutte le $o $tanze composte, quando lor uien meno il licore, ch'accoppia, & $tringe in$ieme le diuer$e parti de gli elementi; & che porge il ci- bo di cui $i pa$ce il calor della uita; $ia<*> sforzati a confe$$are, che non $enza gran ragione quel grau<*> filo$ofo Talete Mele- $io fu indotto a pen$are, che l'acqua fu$$e primo principio, & auto- re dello $tato di que$te compo$itioni elementari. Et perciò quell'i- $te$$i Filo$ofi, che ripre$ero Talete di que$t<*> $ua opinione; afferma rono poi, che dali'abondanza dell'humido $ono i pe$ci maggiori in mare di qualunque animal di terra; & ne pae$i freddi, & humi- di gli huomini, i $erpenti, & l'altre co$e animate banno corpi di</I> <foot><I>A</I></foot> <p n=>2</p> <I>piu gran mi$ura, che gli altri dell'iste$$a $pecie in l'altre regioni. Ne fu marauiglia $e $cri$$e Ari$tobulo, che piu di mille terre fu- rono da proprij habitatori abbandonate, quando il fiume Indo mandò altroue lontano dal primiero canale, il cor$o dell'acque $ue: & $ei Ma$$ageri commciarono con maggior numero a coltiuare, & a leuare dal nome di luogo di$erto la regione loro, quando aper to m piu luogbi il fiume. Arago, la re$ero acquido$o, & a$$ai me- no $terile, che per auanti $tata non era; $imilmente quanto a gli ar- ti$icij di molti $egnalati huomim di tutte le prouincie, & di tutte l'et à u$ati per hauer copia d'acque, $ono $tate fatte opere di ma- rauiglio$a con$ideratione, $i per $ommini$trare il douuto humore alle piante, & a tutti gli animali, & per dar materia commoda a diuer$e arti mecanice di potere fabricare molte co$e a bi$ogni del- la uita humana; come per hauere arti$icio$e fontane, & altri lauo ri, o di hone$to piacere, o di leggiera, & uana o$tentatione. Per- cioche appre$$o de gli antichi Barbari, oltre che furono tirati con incredibile trauaglio, & $pe$a l'Eufrate, & il Tigre a Babilonia da a$$ai lontana regione; Semiramis anco introdu$$e nella città Echatana un grandi$$imo acquedotto, largo quindici piedi, per un'alto monte forato nello $pacio di <*>nticinque $tadi: & il Re Arabo hauendo fatto canali di pelli di toro, che $i piegauano, lor conduceua in$ieme con l'eßercito per tirar l'acque da' fiumi per quei luoghi aridi, & de$erti; oue egli a$pettaua Cambi$e. Co$i ap pre$$o de' Greci non fu di puoca marauiglia tenuta quella fo$$a de' Samij, laquale e$$endo lunga $ettanta $tadi, era tirata per un mon te alto cento uenticinque cubiti. Et uenne gia in Grecia a tanta o$tentatione la magnificenza del mouere, & cumular l'acque; che, come $cri$$e Xenofonte, a grandi huomini di Lacedemonia era da- to titolo di maggior grandezza, $e innanzi alla ca$a loro, uicino alle porte, haue$$ero hauuto un grandi$$imo, & profondi$$imo $ta- gno. Gli Romani poi con la potenza, & grandezza loro, uin$ero in maniera tutte l'altre nationi in cotali $pe$e, che non pure $i mo- $trarono grandi$$imi per lo gran numero de gli acquedotti, de qua- li ci ragiona Giulio Frontino, & molti altri $crittori; ma $i $cuo- prirono anco per molto ambitio$i, & uani con le troppo delicate, & $ontuo$e Therme, co i Laghi fatti ad u$o de'giuochi delle batta- glie nauali, con le Fontane di troppo di$ordinata $pe$a, & con $imi-</I> <p n=>3</p> <I>li co$e, che di poco minor piacere $enza trauaglio alcuno, $i $oglio- no ne'luoghi $uoi ottenere da gli huomini moderati, con gli effetti $oli della madre no$tra natura. Et fu $i forte il de$iderio di quei po tenti$$imi Imperatori in que$t'opere dell'acque, che qua$i garreg- giando a pruoua l'un dell'altro, $i sforzauano dopo le grandi$si- me moli de gli acquedotti, che ancora $i $coprono qua$i in tutte le prouincie; hora d'a$ciugar laghi, hora di mutare il cor$o a'fiumi, hora di cauare longhi$$ime fo$$e nauigabili, hora di tagliar l'I$th- mo, & hora di fare altre grandi$$ime co$e od utili, o uane, $econ- do che la lor natura, & giudicio o buono, o reo loro inchinaua, et per$uadeua: qua$i che non $i pote$$e la$ciare piu honorata, et chia ra memoria della magnanimità, & potenza loro, che con $imili, o buone opere, o $ciocche o$tentationi.</I> <p><I>Nelle machine anchora, le quali non con il di$cor$o naturale, come le $opradette fabriche; ma con qualche uiolenza, & arti$i- eio mandano, & alzano l'acque da luogo a luogo per li bi$ogni, o commodità, o piaceri de gli huomini; & $pecialmente per $oueni- re a gli e$$erciti; $ono $tati ui$ti in tutti li tempi ingegno$i$$imi ri- trouati: e$$endo che o per la ragione del non poter$i dar luogo $en- za corpo, & corpo $enza luogo; o per la $cienza del muouer pe$i, o per altra indu$tria (come piu di $otto $i uedrà) d'ageuolare il moto a corpi liquidi, $i $iano introdotti diuer$i in$tromenti co$i da- gli antichi, come da i moderni; liquali oltra la uaghezza de gli artificio$i effetti, $ono anco riu$citi in non poca utilità di tutti quel li, che hanno cono$ciuto, & u$ato la bontà, & perfettione loro. Ma benche molti $ottili, & dotti huomini, Greci, Latini, & Bar bari $i $ieno lungamente affaticati con la $corta delle ragioni ma- thematiche, & natur ali; & con uarie e$perienze; di porgere aiu- to a $i belle, & utili impre$e; ni$$uno è però mai $tato, che $i $ap- pia, $ino a'no$tri tempi, il quale habbia dato modo di leuare gran quantità d'acqua, alta $econdo il bi$ogno, per adacquar terreni, a$ciugar ualii, far macinar molini, & altre co$e $imili, oue $i ri- cerca copia d'acqua, in modo che la$pe$a del motore, & del fabri- care, & mantener le machine, non $ia caduta o maggiore, o qua$i pare all'utile, che puo $eguire da tali inuentioni. Et $e pure qual- ch'uno di quei buoni antichi Greci ha la$ciato regole, con le quali $apendole alcun'huomo indu$trio$o, $i pote$$e for$e incaminare alla</I> <foot><I>A</I> 2</foot> <p n=>4</p> <I>buona riu$cita di questi effetti; elle $ono per la malignità de'tem- pi pa$$ati, & per la poca diligenza de $crittori meno antichi (co- me io farò chiaro piu da ba$$o) di maniera re$tatenelle tenebre, che que$ti effetti $ono $tati qua$i $empre giudicati da molti in altro pru denti huomini, per impo$$ibili a por$i in reale e$$ecutione. Il qual giudicio molto maggiormente è $tato confermato, perche $i uede, che molte grandi, & ricche città d'Europa, hanno fiumi di otti- me, & abbondati acque, che lor pa$$ano a canto; come Roma il Teuere, Ferrara il Pò, Toledo in I$pagna il Tago, & molte ter- re lungo al Reno, & al Danubio, & altre in altre prouincie; & tuttauia non hanno mai potuto tirar l'acque di quelli dentro alle proprie mura, o $opra alle ripe, per u$o nece$$ario, & commodità de $uoi cittadini: anzi con grandi$$ime $pe$e a poco a poco le fanno portare a gli huomini, & a $omari nelle ci$terne delle ca$e de pri- uati. Senza che hauendo grandi$$imo bi$ogno gli Tede$chi, huo- mini (come ognun $a) di $oprema eccellenza in l'opere di queste ingegno$e machine, di alzar l'acque per u$o delle minere delle qua li $ono ricchi$$imi (perche hora è nece$$ario a$ciugar l'acque, che in grandi$$ima copia, & con impedimento maggior d'ogn'altro, dalle uene $otterranee, $orgono nella caua delle mine; & hora è molto commodo condurle dalle ualli, o dalle fonti piu ba$$e a luo- ghi piu erti, oue $i lauano iminerali) non è ancora mai $tato da lo ro po$to in opera machina alcuna, frale molte, che $i $on uedute, la quale con la quantità dell'acqua, che leua, & con utile mag- gior della$pe$a, fu$$e atta a $odisfare a i $opradetti bi$ogni d'adac- quar terreni, & di co$e $imili. Con tutto ciò, que$ti ualenti, & giudicio$i huomini $i dourebbero pur ricordare, che appre$$o di molti $crittori, tenuti per ueriteuoli; $ra i quali u'è anco Vitruuio; <*>i è re$tata chiara memoria, come gli antichi con machine rimo- ueuano l'acque de'fiumi, che con la $ua grandi$$ima quantità uie- tauano, che non $i pote$$ero gettare, & stabilire le fondamenta a grandi$$imi, & forti$$imi ponti; & come nel fabricare i moli alle bocche de' porti, tirauano tutta l'acqua del mare, benche copio$i$ fima, che loro $i faceua incontra, per impedire il lauoro incomin- ciato. Ne douriano hauer$i la$ciato u$cir di mente, che Giulio Ce$are, con animo ueramente magnanimo, a$ciugò il Teuere per nettargli il fondo, ilquale per e$$ere cre$ciuto da pezzami, & altr<*></I> <p n=>5</p> <I>brutezze, non $olo non haueua il decor$o libero; ma molte fiate ancora non daua il pa$$aggio alle naui come auanti $oleua, & co- me $arebbe stato conueneuole. Dalla quale opera $i giudica, che haue$$ero origine alcuni monti non piccioli di pezzami, & d'al- tre materie, che ancor $i ueggono non molto di$co$to dalle ripe di tra$teuere. Et tuttauia $i $a, che in que$ta impre$a non fu fatto al tro ua$o, o canale per dare con altra nuoua $trada il pa$$aggio al- l'acque, m&etilde;tre che qua$i all'a$ciutto $i lauoraua nel letto primiero: percioche è tenuto per fermo da huomini architetti (& uno d'e$- $i è l'Alberti) i quali hanno molto bene ricono$ciuto il pae$e, che cio non fu$$e e$$equito con altro, che con l'aiuto di diuer$e machi- ne, lequali alzauano il fiume ne'foßi ordinari de' campi, & a po- co a poco lo faceuano sboccare al mare, o nell'i$te$$o canale piu a ba$$o, oue ancora non $i nettaua.</I> <p><I>Ora fra queste machine, $on $icurißimo, che chi leggerà atten tamente que$ti no$tri di$cor$i, $i la$cierà facilmente per$uadere, che la prima, & la piu utile fu$$e que$ta, di cui principalmente $iamo per ragionare. Le uere regole della fabrica di cui in$ieme con l'anti chi$simo $uo authore, interpretate, & tradotte molto imperfetta- mente da Vitruuio i$te$$o, & da tutti gli altri, che dopo lui $ono $tati, per la malignità de' tempi $ono dimorate in maniera occulte, che non mai perfettamente (s'io non m'inganno) ella s'è potuto fa bricare $in'a que$ti tempi: ne quali mi è $tato aui$o di hauere in mo do trouato la uerità, & la piu $oda ragione del bellißimo artificio di lei, che homai non ui $arà piu co$a da notar$i, che ui $i debba ag giungere, o permutare. Il che a quanto beneficio di qua$i tutte le prouincie $ia per riu$cire, coloro i$teßine $aranno te$timonij, che dopo qualch'anno ne $entiranno utilità, non mai prima ne credu- ta ne for$e imaginata. Non dico io gia per questo, che i belli in- gegni di quelle potenti città, & delli Alamanni detti puoco ha, $i debbano notare di tra$curagine; po$cia che $in qui non è stato lor conce$$o di poter battere nello $copo di questo gioueuolißimo ma- gi$tero: percioche non m'è na$costo, che anch'eßi $ono gionti (co- me io dirò piu diffu$amente $criuendo delle ragioni della fabrica) a tant'alto, & giusto $egno, quanto $i pote$$e da chiera sforzato a $aettare al buio, in ber$aglio mobile, & in luogo $opramodo tor to, anzi a mille mani inchinato. Solamente po$$o con qualche ra-</I> <foot><I>A</I> 3</foot> <p n=>6</p> <I>gione affermare, che qua$i per accidente, & oltra ogni mio prin- cipal pen$iero, $ono concor$e in me tutte quelle parti, che $ogliono e$$ere atte a partorire $imili effetti; & di rado $i $ono ritrouate in- $ieme unite in qualunque di coloro, che pure $ono $tati auth ori di moltißime, & bellißime inuentioni. Imperoche e$$endomi io do- po imiei piu graui $tudij, ne' quali (come $anno i nostri Piacenti- ni) mi $oglio & con la mente, & con l'opere e$$ercitare; tra$lul- lato molte uolte ne' campi delle certißime demo$trationi mathema tice, hora $implici hora mi$licate d'altre $orti di $cienze; & fra l'altre nelle regole delle proportioni, & della $cienza del mouer pe$i; mi $ouenne (il che bene è ricordato da Ari$totele, & da Ga leno) che ni$$una $cienza, od arte, il cui ultimo fine $ia posto nel- l'operatione, $i può perfettamente po$$edere; $e chi ha appre$lo i precetti di lei, non conferma lor poi con uarie e$perienze molte uol te, & $icur amente riu$cite. Onde deliberai di uolermi anco pi- gliare alquanto di piacere nel porre in reale effetto circa qualche $oggetto utile, quelle norme, che contra il $uo uero fine, commune mente $ono inte$e $olamente in a$tratto da gli huomini $cientiati. Et tanto maggiormente fui $o$pinto a ciò, quanto io gia haueuo ue duto chiaramente, che il grande Ari$totele, oltra che ci haueua la$ciato quella diuina opera delle cagioni de gli effetti mecanici, era anco con le proprie mani $tato primiero introduttore di alcuno materiale, & artificio$o in$tromento. Et per qual cagione $i do- ueua egli $degnare a prender$i hone$to diporto col porre in e$$ecit- tione tante belle ragioni mathematice, & naturali; $e la natura i$te$$a, qua$i diuenuta mecanica, nella fabrica del mondo, & di tutte le forme delle co$e, pare che a bello $ludio $i $ia ingegnata di produrre ogn'hora piu artificio$i organi; dall'e$$empio de quali inui tati noi huomini con l'aiuto del di$cor$o, & delle mani, poßiamo $occorrere al mancamento di quelle parti nelle quali nece$$aria- mente $iamo creati qua$i piu imperfetti di qualunque altro anima- le? S'aggiun$e a que$to un ca$o di non picctola importanza. Auen ga che qua$i a $orte mifur uenduti da chilor non cono$ceua, certi $critti di Herone, di Pappo, & di Dioni$idoro tolti dalla libraria, che fa gia del dottißimo Giorgio Valla no$tro Piacentino, il quale per gli meriti $uoi inalzato dalla liberalità dell'Illu$trißimo Si- gnor Giouan Giacomo Triulzi, che allhora gouernaua lo $tato di</I> <p n=>7</p> <I>Milano, hebbe facultà di poter raccogliere tutti i piu degni au- tori Greci che dalla grecia, in quei tempi oppre$$a dalla $ua mag- gior rouina erano per diuer$i mezi tra$portati nella nostra Italia: Ne' quali $critti non mai $tampati, o tradotti, che $i $appia; con- fe$$o di hauere ritrouato molte co$e di quelle, ch'io $ono per di- re piu di $otto, & che dopo molte po$itioni d'Euclide, d'Archime de, d'Appollonio Pergeo, & di molti altri piu nuoui, che gia co- no$ciute da chi ha uoluto, è nece$$ario, che s'habbiano alla mano in que$te operationi; m'hanno fatto non poco lume nel camino, ch'io pen$o hauer finito dello $tabilimento di questa macchina. Ma piu d'ogn'altra co$a mi $ermò in questo mio proponimento, & fu cagione, ch'io qua$i o$tinatam&etilde;te $ia peruenuto alla $ine di que$t'o- pera; il fauore, & la liberalità incomparabile dell'Illu$tri$$imo, & Eccellenti$$imo Duca, et Signor no$tro il Signor O</I>TTAVIO <I>Far ne$e alla cui Eccellenza hauendo io molto familiarmente, per $ua gran corte$ia, manife$tato il mio di$egno; non $olamente, per e$$e- re ella molto auezza alle ragioni mathematice, & $pecialmente all'appertenenti all'u$o della guerra, ne re$tò capaci$$ima, & lo lo- dò a$$ai; ma ordinò anco a $uoi The$orieri, liquali allhora $i dole- uano, che le bor$e erano qua$i uote dalle molte $pe$e fatte per l'Illu- $tri$$ima Signora la Principe$$a no$tra, che mi fu$$e sbor$ata una buona $omma di $cudi; con l'amto de quali $enza molto di$commo do delle mie $ostanze, & $enza ritirarmi ponto dalla mia princi- pale profe$$ioni, ho potuto fabricare qua$i infiniti modelli piccioli, & grandi; aggiugnendo, mutando, & leuando molte co$e, $econ- do che o la conditione della materia, od il concor$o di molte cagio- ni lontane, et uicine; o la uarietà de' mezzi, od il grado delle pro- portioni, o la forza de motori, o molti altri impedimenti, che po$- $ono attrauer$ar$i, lo ricercauano. Che $i sà bene da quei $cientiati, che pure una uolta $i $ono dati all'operatione, che $i numero$o, & grande è il mucchio di quelle o$$eruationi, le quali tutte aun trat- to bi$ogna hauere nella fanta$ia per far na$cere qualche nuouo, & importante e$$etto, che qua$i $empre è impo$$ibile a$$ettarle bene in$ieme, et indrizzarle $icuramente all'opera ordinata; $e non do- po molti errori in uarij tempi dall'e$perienza ricono$ciuti, & di modo corretti co la ragione, che alla perfine $i uenga alle uera per- fettion dell'arte, & alla ferma produttione dell'effetto, che s'a$pet</I> <foot><I>A</I> 4</foot> <p n=>8</p> <I>taua. Della qual materia, perche e$$endo ella molto nece$$aria, in altri mei $critti ne ragionerò in lungo $econdo la $entenza d'Ari- $totele, di Galeno; non dirò altro per hora, $e non che per certi mei particolari aui$i, & per la gran corte$ia, & magnanimità dell'Illu$tri$$imo mio Signore, & padrone, non è auenuto a me ciò che $uol qua$i $empre auenire a coloro, che $i pongono in tali ope- rationi. Imperoche gli huomini ingegno$i che non $ono $cientiati, non fanno mai co$a buona $e non a ca$o: & non $apendo intraccia- re la cagione de gli errori, che $eguono ne $uoi lauori, $pauentati fi- nalmente dalla difficultà de' ca$i $ucce$$i, la$ciano l'impre$e abban- donate; allegando poi mille fauole, & menzogne per i$cu$ar$i. Gli $cientiati, per la maggior parte $i contentano di $apere in uni- uer$ale, & di pa$cer$i l'intelletto $apendo $olamente parlar con ra- gione $enza e$perienza alcuna; Et $e pure a qualchuno di loro uien uoglia di render perfetto l'habito della mente, con la pruoua de gli effetti; s'è prudente, $i frena a$$ai, con$iderando a quante $pe$e con longhi$$ima pacienza lui $ia bi$ogno $o$tentare, et a quali calonnie del uolgo ignorante, $e per qualche di$a$tro non $i face$$e bene, gli $ia nece$$ario a $ottopor$i. Ma $e pure non o$tante ogni sbarra, egli pa$$a all'operatione, di rado è che $tracco dalle $pe$e, che tan- to piu paiono graui quanto piu $ono pre$enti; & fatto impatiente da gli errori, che $eguono per non poter$i bene hauer l'occhio, a tutte le co$e, che $i debbono accoppiare in$ieme; ultimamente non $i ritiri, & non $i contenti d'hauer cono$ciuto di quanto honore ap pre$$o de' buoni $ieno degni coloro, che riducono a fine qual $i uo- glia dell'arti, & ritrouati utili, o commodi alla congregatione de gli huomini. Onde e$$endo io a$$ai $icuro dalle male lingue del uul- go per lo fauore del Principe, ilquale pagato$i delle mie ragioni, era per difendere ogni mio fatto, ancorche $ini$tramente riu$cito; anzi non comportando la liberalità $ua, ch'io mi $gomenta$$i per qualunque $pe$a fatta in uano nello $tabilimento di molte e$perien- ze; ni$$uno (come io $timo) haurà per co$a marauiglio$a $e da me in cui erano anco l'altre $opradette circo$tanze, piu pre$to, che da cia$cheduno altro, $ia $tato con mio maggior piacere, che traua- glio qua$i ritrouata l'antichi$$ima Chiocciola de gli antichi.</I> <p><I>Di questa dunque inuitato dal buon e$$empio della liberalità del mio Signore, ho deliberato di uoler dare libero, & chiaro ra-</I> <p n=>9</p> <I>guaglio ad ogn'uno, che con qualche attentione leggerà i pre$enti di$cor$i: facendo aperte in maniera tutte le uere norme del com- porla, & ra$$ettarla, che $enza ueruna difficultà $i potrà man- dare, da chi che $ia, in utili$$ima e$$ecutione. Ne uoglio che i le- gami dell'auaritia po$$ino $i fattam&etilde;te nel petto mio, che i priuileg gij di qua$i tutti i Principi d'Italia concedutimi per cotale indu- stria, mi $ieno piu gioueuoli di ciò che mi $arà utile la ragioneuole corte$ia, & di$cretione di quelli, che con $ua grandi$$ima utili- tà $aranno per goder$ene: auenga che non mi piacque mai in tut- to la fittione de gli antichi, li quali uiddero, che Mercurio, con tutto che fu$$e l'Iddio dell'ingegno, & dell'eloquenza, haue$$e an co officio d'e$$ere $opraposto alle mercatantie. Sia mercatante chi uole de'frutti delle $cienze, & de parti della diuina $o$tanza del- l'intelletto; che a me ba$terà l'e$$ere in que$to diuenuto mecanico alla $embianza d'Hipocrate, Platone, Aristotele, & Galeno; et co$i d'hauer fatto qualche beneficio a gli hnomini d'auenire; $en za ch'io $ia tenuto mercatante col uendere, o tener na$co$te le co- $e appartenenti all'util commune, per cauarne maggior $omma di danari. Ma accioche io po$$a mo$trare piu chiaramente a cia$che- duno la perfettione di questa Chiocciola, partirò questo mio ra- gionamento in tre di$cor$i: nel primo de quali diui$erò tutte le ma- chine utili u$ate per alzar acque sin'a que$ti tempi, ponendole con la Chiocciola a paragone, & darò le regole uere difabricarla, & riporla conragione nelluogo $uo. Nel $econdo tratterò delli or- gani del moto di lei, oue uerrà occa$ione di qualche bello, & faci- le auertimento circa la $cienza del muouer pe$i. Nel terzo uerrò a $ommare, & $ottraggere l'utile, & il danno co$i della $anità, co me dell'agricoltura, che a gli Economici da l'u$o di questo in$tro- mento è per douer riu$cire. E ben uero, che quali i buoni pittori nell'opere $ue gia finite, na$condono i ponti geometrici, & le linee di pro$pettiua, dalle quali $icuramente, & con arte $ono guidati allo $coprimento della bellezza, che hanno uoluto figurare; ne ac- con$entono, che quelle co$e, che tuttauia lor $ono $corta, & $o$te- gno, rendano l'opere gia stabilite men belle, & chiare a gli occhi de' riguardanti; la$ciando poi l'aggio a'periti di poterle compa$$a- re, & mi$urare ad ogni arbitrio $uo; tale io la cui principale in- tentione è di uoler piu pre$to co'fatti giouare altrui, che con le pa-</I> <p n=>10</p> <I>role in$egnare, non m'allargherò molto in mo$trarele $ottili ragio ni mathematice delle quali mi $ono $eruito: ma $olamente dicendo di$tintamente quanto potrà e$$ere inte$o da ogni mediocre ingegno, porrò innanzi a gli occhi quei colori, & quelle ragioni, che ba$te- ranno a far piu pre$to $cemare, che pienamente intendere il uero magistero di que$to in$tromento.</I> <p><I>L'acqua e$$endo corpo graue, non $i mouerà mai naturalmente daluogo a luogo; $e il $egno, oue incomincia a mouer$i, non è piu alto di quello, uer$o cui s'haurà a mouere. Et perciò afferma- no li Geometri, che $i per la figura sferica della terra, la quale per ogni mille pa$$i s'alza circa diece dita; $i anco per lo pendio, che bi$ogna, che habbiano i corpi graui; e$$er fatti certi dall'e$perien- za, che ad ogni otto $tadi $i ricerca almeno un piede di decaduta. Con tutto ciò con uarij ingegni $i può fare, che l'acqua $i moua a luogo, od uguale a liuella, o piu alto di quello, onde incominciò a mouer$i. A luogo a ponto ugale $i fa caminare in doi modi: oue- ro abba$$andola prima, & poi alzandola, come $i fa ne ponti cana li, che i Lombardi chiamano Gatti; ouero alzandola prima, & poi abba$$andola, come s'u$a in quei $ioni, ch'adoprano i cu$todi delle porte della no$tra città per tirare il uino fuor delle botti al té- po delle uendemie. Il primo modo na$ce dall'equilibrio del pe$o del l'acqua, che $cende; al pe$o di quella, che poggia: & è $tato in$e- gnato da Vitruuio meglio, che da ogn altro, nell'ultimo capo del $uo ottauo libro. Egli $erue per cacciare i canali pieni d'acqua $ot to alle fo$$e, $otto ad altri canali, $otto a $tagni, per le ualli, & per altri luoghi ba$$i piu di quelli, oue $i uogliono condurre; & è mol- to bene po$to in prattica $ul Padouano. Oue ho ui$to molte uolte quattro, o cinque di questi acquedotti incrociati, hor con angoli retti hor con acuti; l'uno $otto all'altro, per non perdere il pendio, Euero che Vitruuio al mio giudicio, non è $tato bene inte$o dal Fi- landro, ne da gli altri piu celebrati $uoi interpreti; liquali tutti con una uoce dicono, che nella dottrina di Vitruuio $empre conuie- ne auertire, che il luogo, al qual $i uuole condur l'acqua, $ia piu ba$$a, che il luogo dal qual $i conduce; & tuttauia da Vitruuio i$te$$o $i cono$ce, per chi ben lo con$idera, che con questa ragione facendo continuati canalialti, & ba$$i, $i farebbe andar l'acqua $empre alla liuella in in$iaito; come ancora mo$tra manife$tamen-</I> <p n=>11</p> <I>te l'u$o commune. Il $econdo modo il quale $egue il meto dell'aere è molto ben dichiarato dal Valla no$tro Piacentino nel $e$to libro della $ua Geometria: hauendo egli in ciò tra$portato molte co$e da Pappo, & $igurando da que$ta i$te$$a ragione diecenoue belli$$imi, & tutti diuer$i in$tromenti per mouer l'acque; con arti$icio uera- mente molto diletteuole, ma che non rende altro guadagno, $e non che facendo $paragno della naturale decaduta, alza $olamente al- la liuelia; di maniera, che non $arebbero utili $e non per $chifar di forare quelli impedimenti, che $ono trapo$ti $ra termine, eterni- ne. Dunque di tali ordigni, perche non fanno al propo$ito no$tro, il quale è di uolere alzare gran quantità d'acqua di gran lunga piu alta, che alla liuella, & che non è il ponto, da cui $i moue; non di- rò piu di quello, che ho gia detto; quando io haurò aui$ato li $tu- dio$i, che $e mai inuaghiti della bellezza di $i ingegno$i effetti (& $e ne ueggono molti in Murano ne' ua$i di uetro; & molti $ra Te- de$chi ne ua$i di rame, o di $tagno) & della dolcezza della cogni tione di qualche cagione loro, $i eccita$$ero a uoler fare qualche no ua opera; non $i la$cia$$ero in conto alcuno per$uadere, che con que $tri mezi $i pote$$ero circolar l'acque a moto perpetuo, et far $onta ne, & altre co$e qua$i-eterne: come molti poco prudenti, & male intendenti delle mere, & molte ragioni di questi accidenti, con $ilo graui$$imo danno, & uergogna hanno gia uoluto fare. Percioche io loro a$$icuro, che non $i potendo mai nelle $opradette diecenoue intentioni & in altre $imili, andare col moto piu ad alto che alla li uella; ogni $pe$a, & ogni fatica riu$cirà lor uana, & $lranamente uergogno$a.</I> <p><I>Quelle machine poi che leuano le co$e liquide piu alto, che alla liuella; o lo fanno perche non $i può dar corpo $enza luogo, o luo- go $enza corpo; o per l'uno, & l'altro in$ieme, o principalmente con la $cienza del mouer pe$i, o per altra indu$tria come dirò piu di$otto.</I> <p><I>Primieramente dalla ragione, che non $i dia corpo $enza luo- go; deriuò la machina gia fatta in $an Giorgio maggiore in Vene- tia, per dar l'acqua alla fonte del belli$$imo chio$tro di mezzo. Imperoche e$$endo raccolta l'acqua in una gran ci$terna, laquale haueua la bocca molto alta in gui$a di canna di pozzo; erano certi canaletti di piombo, che dal fondo della ci$terna conduceuano</I> <p n=>12</p> <I>l'acqua in un'altra ci$terna piu alta, da cui poi con moto naturale ella $cendeua alla fontana. Nella canna, o bocca della ci$terna di $otto, era, un forte coperchio di legname, ilquale a $e$ta occupaua giu$tamente tutto lo $patio della canna piena d'acqua; & e$$endo $pinto uer$o il fondo a poco a poco da un graue cõtrape$o $in'alla fi- ne della cãna; sforzaua qua$i tutta l'acqua della ci$terna ba$$a, a $alir nell'altra; d'onde $cendeua poi, & cagionaua la fonte. Fu fatta $econdo la ragione di Plinio, ilquale accennò nel $uo $econdo libro, che le fonti $orgono in cima de monti per lo gran pe$o della terra, laquale premendo gagliardamente l'acque, che di continuo $i raccogliono nelle cauerne $otterranee, le caccia per diuer$e uie all'erta; $inche trouano $trada aperta per potere u$cire. Ma ue- ramente io mo$tre rei quãto que$ta opinione di Plinio, & d'alcuni altri naturali, $ia lontana dal uero, $e ciò fu$$e mio proponimento in questi pochi $critti, & $e tal materia non fu$$e gia impre$a dal- l'Eccellenti$$imo Me$$er Gieronimo Cardani primo lettore di me- dicina nello $tudio di Bologna, per diffender$i da certe calunnie, & da certi tiri di Giulio Ce$are Scaligero; il quale a mio giudicio $cri ue piu pre$to di que$te co$e con $tile arguto, et artificio $o, che có buo na, et ragioneuole e$perienza, ch'egli n'habbia mai uisto, o po$to in e$$ecutione. Come che $ia, questa macchina, oltra che nó può ca uare gran quantità d'acqua, ha anco fra l'altre, due importanti$- $ime imperfettioni. Vna è, che non in un mede$imo modo $o$tiene il pe$o l'acqua piu profonda, & la meno profonda: Ilche chiaram&etilde;te è dimo$trato da Archimede nel libro delle co$e, che $tanno a galla nell'acqua; & confermato dalle naui de fiumi, lequali entrate in mare con l'iste$$o pe$o, non s'abba$$ano tanto $otto l'acqua piu profonda del mare, quanto faceuano nella piu ba$$a de'fiumi: & perciò ne $egue, che $e il contrape$o farà giusto effetto quando $a- rà qua$i uicino al fondo della canna, il mede$imo non lo potrà fare quando $arà nella cima della piu alta bocca; $e non ui $i trouerà $empre qualch'uno pre$ente, il quale lo renda piu graue, & meno graue, $econdo che piu o meno s'auicina al fondo. L'altra è che non e$$endo po$$ibile di giustamente moderare la grauezza del con trape$o, auiene $ouente, che le canne di piombo, o d'altro metallo, che menano l'acqua ad alto, non po$$ono riceuere tutta l'acqua, che lor manda la compre$$ione del pe$o; $i che $dru$ci$cono, & la$cianla</I> <p n=>13</p> <I>ir$ene oue piu natur almente è inchinata; & for$e per tali impedi- menti non s'è mai ui$to, che l'effetto di que$to tuttauia ingegno$o ritrouato, $ia $tato durabile per piu di doi o tre me$i.</I> <p><I>Qua$i $imile a que$ta, quanto alla ragione $u quella di quel $ilo- $ofo Milane$e; il quale con prodiga, & ine$timabile $pe$a, oprò che l'acqua con l'i$te$$o $uo pe$o pa$$aua in altri canali pia ba$$i, & poi s'alzaua: ma quanto all'effetto $u diuer$a; perche egli non puote mai farla auanzare l'altezza della liuella: & co$i benche re$ta$$e ingannato del moto perpetuo, ch'egli cercaua; guadagnò tuttauia il pendio naturale dell'acqua, con piu i$pedita $lrada, che non è quella de ponti canali.</I> <p><I>Con l'i$te$$a cagione lauora la tromba po$ta in $an Pietro in Ge$$a; leuando con non poca $atica, poca quantità d'acqua, & po- co alta. Pure $atisfa a$$ai bene al bi$ogno di quel luogo.</I> <p><I>Diuer$a da que$ta fu $olaméte nella $tatera, che la moueua, quel la che gia fece fabricare l'Illu$tri$$imo Signor Don Ferrante alla Gonzaga.</I> <p><I>Ne con altro fondamento leuaua l'acqua colui, che fabricò il bellißimo molino nel porto d'Ancona; $e bene la qualità del moto, la quale era $enza $tatera alcuna, che fu$$e principalmente appe$a al palo, che uolendo cagionare il uoto alzaua l'acqua, era a$$ai di$ $imile, & molto fatico$a.</I> <p><I>Mafratutte l'altre di que$ta $orte, bellißima, et utili$$ima è quel la, la quale è in generale u$o di qua$i tutte le nobili città d'Ala- magna; & è de$critta dall'Agricola nel $uo $e$to libro de metalli, & dipinta alla $ettima figura delle machine hydranlice. Che ue- ramente $e que$t'in$tromento cacciaße gran quantità d'acqua; co- m'è ingegno$o, poco fatico$o, & come la manda altißima, $areßi mo liberi da ogm cura di cercare altra uia chefu$$e atta a $eruirci meglio. Veggala chi uole appre$$o dell'Agricola.</I> <p><I>Raddoppiata, & triplicata di trombe con la mede$ima ragione è quella che in Liegi città di Fiandra, fa utilißimo effetto nel tirar l'acqua del profondo, & qua$i $otterraneo fiume, che le pa$$a per mezzo. Et $e non fu$$e tale in$tromento, male la farebbono molti di quei cittadini: per e$$ere qua$i tutte l'acque di quei terreni bi- tumino$e, & la terra i$te$$a cópo$ta in maniera, che qua$i abbrug gia al $uoco come carboni, Michele da Liegi la dipin$e in uer$i</I> <p n=>14</p> <I>beroici Latini, tanto leggiadramente, & con $i belle figure di poc- $ia; che mi fa qualche fiata tra$ecolare, pen$ando come $iapoßi- bile, che un'huonio di natione barbaro, habbia $piegate co$e $i du- re, & o$cure in $ua natura, con tanta facilità, & eleganza. Con tutto ciò que$ta machina ba$ta bene per hauer acqua da bere; ma per adacquare terreni $arebbe di ni$$uno ualore: tanto piu che alla puoca quantità d'acqua, che trahe, ricerca uno gagliardi$$imo motore.</I> <p><I>Sul Reno ue ne fu un'altra, a ponto come que$ta: ma era mo$- $a dal $unne; & percio pareua in molte parti diuer$a. E dichiara- ta da uno eccellenti$$imo autore in una $ua epi$tola $tampata in Lo- <*>ania in$ieme con diuer$e altre epi$tole di molti ualenti huomini <*>ede$chi.</I> <p><I>Quelle due poi che hanno doi moti l'un $opra l'altro; & $ono di- pinte, & de$critte da Giorgio Agricola nella decima, & duode- cima figura delle machine hydranlice; uengono anco formate con l'i$te$$a ragione: & ueramente $ono d'utilità incomparabile a ri- $petto dell'altezza, & della quantità dell'acqua tirata dall'altre: $e non fu$$e che ricercano un fiume di ueloci$$imo cor$o, che lor dia il moto; talche alcuna uolta è bi$ogno $eruir$i d'un'altra machina per cacciar l'acqua ado$$o a queste, accioche $i po$$ino mouere. Si ueggono in molti luoghi delle minere di Sa$$ogna, & di Bauiera.</I> <p><I>Ora tutte le $opradette machine $arebbero inutili per adacquar <*>erreni, per la poca quantità dell'acqua, che leuano: & oltra di questo la maggior parte di loro è di $pe$a intollerabile, co$i a fa- bricarle, come a mantenerle: talche l'entrata dell'agricoltura non le $arebbe a$$ai. Senza che ricercano $i prattichi mae$tri in ra$$et tarle, che come gia mi di$$e l'Eccellenza dell'Illu$tri$$imo Signor Duca no$tro, quando faceua fabricare la machina per la belli$$i- ma $ontana del giardino $uo di Parma, que$te non $ono opere, co- m'egli uide per proua d'altri, che da Fiaminghi prattichi$$imi, & patienti$$imi in $imili magi$teri.</I> <p><I>Per lo contrario, dalla ragione, che non $i po$$a dar luogo $en- za corpo, hanno hauuto origine le machine, che con le palle, & con quadri attaccati alle catene, pa$$ano $enza tramezzo d'aere, giu$tamente per li cannoni; & mentre che e$$i $ono tirati, & uol-</I> <p n=>15</p> <I>tati a torno dalle ruote col mezzo delle statere, mo$$e o da huomi- ni, o da caualli; o dal cor$o di qualche $iume; traggono l'acqua al buco alto per onde ella rie$ce poi. Sono in u$o a$$ai per leuar l'ac- qua dalle fondamenta delle fabriche po$te in luoghi aquido$i; & erano anticamente di gran commodità a gli e$$erciti. Sono anco de$critte da Mario Pellegrino, & dipinte in cinque uarie figure dal moderno Plinio nella materia minerale.</I> <p><I>Ma piu era adoprato da gli e$$erciti il Sione dritto, compo- $lo con la mede$ima norma: di cui ne pongono la figura il Valturio nel decimo libro, & Flauio Vegetio nel $uo libro delle machine militari; E bello, & facile in$tromento, & quando non leua l'ac- qua piu d'un braccio, o circa: ne $orbe grandi$$ima quantit à.</I> <p><I>Sott'a que$te $i riferi$cono tutte le canne con cui $i uota la $enti- na alle naui, & alle galee: che $e bene uariano alquanto in- fra di loro, $ono tuttauia compo$te da i mede$imi principij $opra- detti.</I> <p><I>In$ieme $i compone l'una, & l'altra ragione $opraposta, nella machina Cte$ibio; in$egnata, & figurata da Vitruuio: laquale boggidì è $i celebrata per ogni luogo, che pochi $ono gli huomini nobili, che non ne $appiano ragionare. In Milano, in Venetia, in Genoua, & in Napoli, ne $ono $tato fatte molti$$ime: & in uero ni$$una caccia l'acqua piu alta di que$ta; ma uuole gagliardo moto- re, & di rado è che pa$$i un'anno a non $i guastare, & $pecialmen- te nelle linguette, & nelle cuciture delle canne. Pure, $e le canne $ono di bronzo, & in luogo delle linguette ui $i pongano pallotole di metallo, che giu$tamente chiudano il fondo delle canne de pe$tel li, durano molto piu. Co$i $i crede che farà quella del giardino di Parma, po$cia ch'è fatta con gran cura di Sua Eccellenza che n'è intendenti$$ima.</I> <p><I>I mantici ancora quando leuano l'acqua alta quanto $i uuole, $i $eruono dell'una, & dell'altra ragione in$ieme: auenga che alzan do$i, & non $i potendo riempir d'aere, $i rie<*>piono d'acqua: & abba$$ando$i, chiu$a ch'è la uia ond'entra l'acqua dalla linguetta, è sforzata a riu$cire per la canna dritta orizontale di$o pra. Si ue de la figura di questa machina fatta co'mantici, nel decimo libro di Roberto Valturio, oue tratta delle machine militari: $enza sh'è po$ta in effetto in Milano in tre, o quattro luoghi: Et c˜ que$ta</I> <p n=>16</p> <I>circolaua l'acqua colui, che portaua per Italia l'anno pa$$ato il mo dello di quel capello, in cui $i cagionauano piu di ottanta diuer$i mo ti, col moto di doi, o tre in$tromenti; benche egli non la$cia$$e ue- dere $e non una ruota dentata, & un'altra difu$a. Imperoche co- m'io ben m'auidi; dalle bolle, che mandaua fuora per la cima del- la colonna, ch'era in mezzo della fontana, un manticetto mo$$o in$ieme con l'altre co$e dal moto della maggior ruota, cacciaua di nuouo l'acqua gia caduta a ba$$o al ua$etto, ch'era in cima della detta colonna. Et questo a mio giudicio era il piu bello artificio, che fu$$e in quell'opra riguardata con tanto piacere, & maraui- glia dalla gente uolgare. Nel resto, ne per l'architettura, ne per la $cienza del mouer pe$i, era riu$cibile, & buona a por$i in reale effetto.</I> <p><I>Sin qui, qua$i tutte le $opradette machine $ono uiolente, & fan no forza alla natura; non tanto per lo pe$o dell'acqua, che poggia in alto, quanto per le troppo temute minaccie, che ogn'hora $i le fanno del luogo $enza corpo, & del corpo $enza luogo: & perciò non è marauiglia $e non $ono durabili, & $e ricercano potenti$$imi motori a ri$petto dell'altezza, & della quantità dell'acqua. Ma quelle, ch'io breuemeute $criuerò hor'hora, prima ch'io ragioni della Chiocciola, non hanno altra ragione, che la $cienza del mo- uer pe$i; ne altro contrario, che la naturale grauezza dell'acqua; onde $ono anco piu durabili, & cauano maggior quantità d'acqua ad hone$ta altezza data la parità nell'altre co$e, & $ono le $otto- $critte.</I> <p><I>Innanzi a tutte, quãdo $i può ben ra$$ettare in luogo commodo, è utili$$ima la ruota, ch'è in u$o $ul Verone$e nell'Adige. Alza l'acqua $opra qual $i uoglia ripa in buona quantità, & è mo$$a a ponto nell'e$trema circonferenza come conuiene a dare il moto $e- condo la uera ragione delle $tatere: Onde e$$endo maggiore il pe- $o, che corre nell'ale de$tre, & $ini$tre della ruota, che il pe$o del- l'acqua alzata, & poi uer$ata dalle ca$ette di mezzo; è facil co$a, che faccia effetto di non puoca utilità. Nulla di meno non $i può porre $e non in fiume di $tabile cor$o, & di ferme ripe. Et anco nel cre$cere del fiume è impedita dalla troppo abondanza dell'ac- qua; all'hora piu quando maggiore è il bi$ogno d'adacquare: cioè nel principio di Giugno, per e$$er$i dileguate a piu potere le neui</I> <p n=>17</p> <I>de'monti, dal che ne $eguono le piene di qua$i tutti li $iumi.</I> <p><I>Non con $i buona arte del pe$o $i fabrica il timpano de$critto da Vitruuio nella $econda parte del nono capo del decimo libro, & po- sto nel quarto libro fra le figure di Flauio Vegetio: percio che $e bene con le i$te$$e cagioni, & qua$i nell'i$te$$o modo, che fa la ruo- ta di Verona, alza, & uer$a l'acqua; ha nondimeno il principio del $uo mouimento molto uicino al centro: cioè, per lo $patio, che puo girare un'huomo con una cigognola: il quale non s'è mai ui$to che pa$$i dodici oncie: onde e$$endo il raggio, alla fine di cui è po$to il pe$o, molto piu lungo che il raggio della cigognola, non $olo que- $ta machina non è aiutata dalla $cienza de'pe$i, ma è fatta qua$i al contrario.</I> <p><I>Alla qual co$a uolendo fare qualche prouedimento alcuni $cié- tiati huomini, hanno piu pre$to abbracciata la dottrina dell'i$te$$o Vitruuio nel principio del $ouradetto nono capo del decimo libro; facendo il timpano in modo, che l'acqua non re$ta $empre nella fine del raggio maggiore; anzi quanto piu $i leua, tanto piu s'auicina al centro, & e$ce per i colombari de'perni, non alzando piu, che per la metà del diametro del timpano. Di piu fuora de'precetti di Vitruuio, hanno anco fatto, che il raggio, oue è il motore, è al- quanto piu lungo, che il raggio, che riceue il pe$o: ordinando un cauallo, che con un giro maggiore, che il timpano non è; & con una ruota dentata, che batte in una rocchetta di fu$a cacciata $u i perni; non $olo muoue con piu facilità, ma anco a$$ai uelocemen- te. Due di que$te machine $i ueggono a Lucia Fucina $ette miglia lontano da Venetia; con una delle quali, che è la minore, $i leua l'acqua, che $orge di $ouerchio in certe campagne lauorate, & $i tragetta nella ualle uicina; con l'altra, che è la maggiore, s'alza l'acqua della Brenta per mandarla oltra l'argine, che è $ra la Bre<*> ta, & il mare; accioche $e ne riempino le barche, & $i conducan<*> alla città per u$o delle ci$terne.</I> <p><I>Ma il Paladio, Architetto in Venetia di grandi$$imo credito, me ne mo$trò per $ua gran corte$ia una molto eccellente, & non an- cor publicata; la quale gia m'era stato a$$ai lodata dal Clari$$imo Signor Marcantonio Barbaro fratello del Reuerendiß. & dotti$$i- mo eletto d'Acquilegia, a cui meritamente quei nobili Vinitiani commettono il giudicio di qua$i tutte l'opere mathematice. Et in</I> <foot><I>B</I></foot> <p n=>18</p> <I>nero io confe$$o, che dopo la Chiocciola $abricata nel modo, ch'io diro di $otto, que$to $ia il piu utile i$tromento di quanti $e ne $ieno $abri<*>at<*> $in'ad hora per alzare acque a mediocre altezza: impe- roche le bocche, per onde que$to timpano riceue l'acqua, $i piega- no qua$i in gui$a di lumaca uer$o il centro; cagionando, che in uno i$te$$o tempo il pe$o $cendendo monti, & col $uo piegato decor$o ageuoli il moto a $e mede$imo, $in che giunga al mezzo, onde poi rie$ce per gli gia detti colombari. Io baueuo bene letto la de$crit- tione di que$ta tale machina appre$$o di Alfarabio dotti$$imo. Ara bo nelle $ue mecanice: & anco il Caccialupi no$tro me n'haueua mo$trato molto prima per co$a $ecreta un picciolo modello; ma con tutto cio que$ta del Paladio è molto piu per$etta; auenga che è ti- rata con la mi$ura d'Archimede de'ponti delle linee $piritali, delle quali non ragiona Alfarabio: $iche $i puo fabricare & piu giu$ta, & piu facilmente, & con maggior $icurezza di buon'effetto. tut- tauia io ho poi trouato, che que$to, per altro utili$$imo i$tromento, cede alla Chiocciola $i nella quantità, & nell'altezza dell'acqua, come nella forza del motore, & nel uantaggio del fabricarlo, & mantenerlo.</I> <p><I>Dopo i timpani, $ono state in pregio per un tempo appre$$o de' metallieri le machine fatte con molte $ecchie legate alle catene, che $i uolgono con diuer$i motori $opra duoi $ubbij; uno alto, & un ba$- $o. Elle $ono de$critte in un modo da Vitruuio, & dipinte in tre diuer$i modi dall' Agricola nelle tre prime figure delle machine da acqua del $e$to libro de'metalli. hora $i u$ano poco, perche l'e$pe- rienza ha mo$trato, che non durano, che non alzano acqua con lo i$te$$o motore al pare di molti de'$ouradetti i$tromenti, & che $ono di gran $pe$a a fabricarle, & mantenerle. pure quando $i puo $er- uire del cor$o impetuo$o di qualche acqua, $i potrebbono tolerare: & in ogni ca$o che s'haue$$ero a fare (ilche pero non con$iglio ad alcuno) auerti$ca$i almeno, che i $ubbij, $oura i quali $i uolgono le catene, non habbiano molto diametro; per non incorrere nell'er- rore di quel Cremone$e, che gia ne fece una, che haueua le ruote, foura le quali $i gir auano le catene; qua$i piu grandi delle ruote, che dauano il moto: il che rende il pe$o $enza comparatione piu graue, che non $arebbe, $e, come io ho detto, il $ubbio $arà di mi- nore diametro.</I> <p n=>19</p> <p><I>Fra le $ouradette $i potrà riporre il ritrouato di Me$$er Carlo d'Vrbino, arte$ice di belli$$imo ingegno; benche $in'ad hora non fia publicamente pale$ato.</I> <p><I>Molte altre machine in modelli, che non $ono mai stato po$te in opera reale, ho io ui$to in diuer$i luogbi; & $peciamlente nelle ca- mere $ecrete dell' ufficio de' Proueditori di commune in Venetia: oue ognuno, che $i per$uade hauere ritrouato alcuna ingenio$a, & bella co$a porta i modelli, per ottenere qualche priuilegio, ma pen dono tutte dalle ragioni $ouradette. Et perche non hanno maggio- re per$ettioue, o commodità dell'altre annouerate di $opra, $on $i- curi$$imo, che re$teranno na$co$te perpetuamente. Non la$cierò pero di dire, che il Bo$$io no$tro Piacentino gia $e ne imaginò una, che non $i douendo leuare l'acqua molto alta, a$$ai facilmente, & con qualche utilità hauerebbe $eruito in un mediocre bi$ogno. Ha- ueua duoi $ecchioni a$$ettati in maniera in un legno torto in gui$a della lettera. S. & fi$$o nel mezzo del luogo da cui $i doueua cauar l'acqua, che quando l'uno $i riempiua, l'altro $i uotaua: & co$i facendo duoi moti $ino al piano del terreno, quando l'uno s'alzaua, l'altro s'abba$$aua, moueuan$i poi con una statera a$$ai bene có- pa$$ata: di modo che il moto fatto da un cauallo $arebbe $eguito a$$ai facile, & ueloce.</I> <p><I>Re$ta hora la Chiocciola, la quale compo$ta nel modo, ch'io $o- no per dire, di gran lunga auanza quanti i$tromenti $i $ieno mai potuto imaginare, per leuare a$$ai acqua, per farla montare a grá de altezza, & per poter$i girare facilmente; pur che ui $ia ag- giunto l'organo del moto, di cui $i ragioner à nel $econdo di$cor$o: di maniera, che data la parità nell'altre co$e, $empreuincerà ogni altra machina in quel partito-di cui $i uorrà fare il paragone. che $e qual $i uoglia ordigno le $arà pare in leuar l'i$te$$a quantità del- l'acqua, & all'i$te$$a altezza; haurà poi bi$ogno di molto mag- giori forze per poterlo mouere. $e le $arà pare nella gaglierdia del motore, & nella copia dell'acqua, le cederà nell'altezza. & $e hauerà altezza, & motore uguale; l'acqua $i trouer à e$$ere a$$ai meno: imperoche una Chiocciola compo$ta, come $i uedrà, con la forza d'un'huomo $olo di mediocre lena, <*>ra almeno dodici oncie d'acqua $econdo la mi$ura Piacentina (che è un quadro di tre on- cie nette per ogni lato) alta circa $ette braccia di dodici oncie per</I> <foot><I>B</I> 2</foot> <p n=>20</p> <I>braccio, con cor$o a$$ai piu inchinato, & ueloce, che non $i dà or- dinariamente al moto de'riui, che ci $eruono per adacquare. Et un cauallo che non $ia de'piu gagliardi, ne tira all'i$te$$a altezza, & con <*>i$te$$e circo$tanze, piu di mezo canale da prato; cioè, un quadro di $ei oncie per ognilato: al qual $egno, & alle quali con- ditioni non e$$endo$i ancora mai auicinata per molto $patio alcuna dell'altre machine; & potendo $i que$ta fabricare, & mantenere con pochi$$ima$pe$a, a ri$petto dell'utile; anzi e$$endo forti$$ima, & durabile in ogni $ua parte fuor della credenza d'ognuno, che non l'habbia prouata; non è $enza ragione, che $i debbano a$pet- tare da lei effetti per adacquare terreni, & per altri u$i, con l'uti- lità grandi$$ima, ch'io diui$erò nel terzo di$cor$o. Aggiunge$i che ogni mediocre arte$ice, pur che n'habbia una fiata $abricato una $econdo le norme, ch'io fra poco apertamente dimo$trerò, $arà atto con non molta fatica, & $enza commettere errore alcuno a $a bricarne, & ra$$ettarne quante ba$teranno per li $eruigi di mol- ti$$imi buomini. Ma $e non è stato po$ta in u$o $ino ad hora, $ono ficuro, che la grande autorità di Vitruuio, il quale $olo fra tutti li $crittori cono$ciuti n'ha trattato; & l'imperfettione delle regole, ch'egli ha la$ciato, ne $ieno stato $peciali$$ima, & forti$$ima cag<*>- ne: tanto piu che coloro, che pur alla fine hanno inte$o le $ue diffi- cili norme, & l'hanno ridotte all'opera, $i $ono ritrouati ingan- nati in molte co$e: & $oura ogni altra, nella forza del motore, il quale ui bi$ogna $i gagliardo, che mi di$$e gia il Clari$$imo Signore Pandol$o Contareni, che molti nobili Vinitiani, $ra'quali anc'e$$o n'era uno, molte n'haueuano fabricato con effetto $empre uano, & fallace per molti ri$petti; & $pecialmente per la grandi$$ima diffi- cultà del mouerla, talche finalmente ognuno stracco dalle $pe$e, l'haueua la$ciata, & piu pre$to s'era accommodato con qualche altro magi$tero. Per la qual co$a mi $ono a$$ai marauigliato, che il dotti$$imo Mon$ig. Barbaro entra$$e mai in i$perienza (come egli $criue ne'$uoi commentari $opra Vitruuio) che con que$to i$tromé- to tirato al modo di que$to autore, facendo$i cadere l'acqua ado$$o a qualche ruota fi$$a in lui mede$imo, $i pote$$e cagionare il moto perpetuo, $i lungamente cercato in uano da tanti belli$$imi ingegni & non mai ancora ritrouato. Abenche io $coprirò piu di $otto la origine di que$ta $peranza, quando io hauerò prima fatto manife-</I> <p n=>21</p> <I>sta <*>imper$ettione delle regole di Vitruuio, & rintracciata la ue- ra ragione dell'a$ce$a dell'acqua in que$ta machina: dalla qual ra- gione nó $olo $i haurà il modo di poterla fabricare, ma anco la uia di cono$cere ogni granchio pre$o in tal materia da chi che $ia.</I> <p><I>Tre dunque $ono in $o$tanza le regole date da Vitruuio nella compo$itione di que$to i$tromento. La prima, che la traue del $o- $tegno di mezo, la quale nell' auenire da noi $arà dimandata ani- ma, $ia gro$$a tante dita, quanti piedi tutta la machina $i uorrà far lunga: il che per e$$ere il piede di $edici dita, non uuol dire altro, $e nó che debba que$t'anima e$$ere $edici uolte pin lunga, che gro$- $a. L'altra è, che s'habbia a tirare il canale caminando per gli in- crociamenti de gli ottanti. La terza, che il canale $i debba fare alto di $ponde in maniera, che tutta la machina re$ti gro$$a l'otta- ua parte della lunghezza. Ora pigli$i un'anima poniamo ca$o gro$$a mezo braccio: ella, $econdo la prima regola, $arà lunga otto braccia: il $uo canale, $e $arà $implice, per la $econda regola $ar à largo diciott'oncie; $e $arà doppio, $arà largo noue. perche e$$endo la circonferenza dell'anima poco piu di diciott'oncie, gli ottanti $aranno di circa due oncie, & un quarto. $i che in capo di quattr'ottanti, che è tutto il pendio dell'anima, & $ono circanoue oncie, $i chiuderà il canale quando $arò doppio. Per la terza re- gola, tutta la gro$$ezza dell'i$tromento $arà un braccio. Ponga$i co$i fabricato all'opera, & $ia la $ua eleuatione delle cinque parti le tre. è co$a chiara, che $arà bi$ogno, che entri $otto l'acqua quá- to importa tutta la gro$$ezza $ua; & di piu tutta la larghezza della bocca del canale o $ia doppio, o $ia $implice; altrimenti $i uede per la ragione, & per l'e$perienza, ch'egli non anderà pieno. Si perdono aduuque nece$$ariamente $otto la $uperficie dell'acqua, circa uent'oncie. Il re$to è $ei braccia, & quattr'oncie; le quali uolendo fare un moto $olo, alzano poco piu di tre braccia, & me- zo; che uolendone far duoi, conuerebbe che il ua$o, che riceue$$e l'acqua del primo i$tromento, per darla al $econdo, fu$$e almeno profondo un braccio, & mezzo; & co$i leuerebbe al primo i$tro- mento lunghezza di qua$i tre braccia, re$tando il primo moto di poco piu di due braccia: il quale pero $arebbe molto di$$icile, ceden do a molti altri de'$oura detti i$tromenti qua$i in tutte le circo$tan- ze: ne $e ui fu$$e un $olo canale, benche piu largo, hauerebbe mol-</I> <foot><I>B</I> 3</foot> <p n=>22</p> <I>ta acqua; per non e$$ere atto a mandarla $e non per la metà del gi- ro: anzi tanto meno l'alzerebbe, quanto piu $arebbe sforzato a na$conder$i $otto l'acqua, per la larghezza $ua. Similmente $e noi raddoppiando la gro$$ezza dell'anima, uole$$imo raddoppiare la lunghezza, haure$$imo hene il uantaggio del moto di $opra, $e non ue ne doue$$e e$$ere $e non uno; ma douendouene e$$ere duoi, l'ef- f<*>o tornerebbe alla mede$ima proportione; pur che non uole$$imo fare $i lungo l'i$tromento, che ba$ta$$e a tutta l'altezza intiera <*> co$a molto strauagante, $i per la $mi$urata gro$$ezza dell'i$tro- mento, che non $i potrebbe qua$i mai ra$$ettare a $uo luogo, come per la $traordinaria forza, che ui bi$ognerebbe a poterlo mouere.</I> <p><I>Impe roche la uera ragione, perche l'acqua in que$to ordigno $a- glia in alto, non pende da altro, che dal pendio della gro$$ezza de l'anima, dal quale il canale prende la $ua decaduta: in maniera, che $eruando la proportione, tanto $i potrà fare il canale piu largo, & che renda piu copia d'acqua, quanto $arà maggiore il diame- tro dell'anima. onde ritrouando$i l'acqua per lo giro del motore, $empre in luogo eleuato, è forza, che per la naturale grauezza, $empre $cenda; & co$i correndo per la $ponda fatta co'regoli, che noi chiamiamo uermi, & che le $erue per fondo del canale; tanto $cendendo a$cenda, quanto $arà eleuata l'anima dal punto di $opra. E'ben uero, che $e l'eleuatione dell'anima di giro in giro del canale fu$$e maggiore, che il pendio; l'acqua non potrebbe montare. Et perche caminando le $ponde del canale per gli ottanti, & alzando l'i$tromento delle cinque parti le tre, la decaduta re$ta $empre al- quanto maggiore, che la $alita: quindi auiene, che l'acqua $i uede poggiare $enza impedimento alcuno, come $e il canale $arà noue oncie, & il pendio $ei, alzando la larghezza del canale, che uiene ad e$$ere lunghe</I>zz<I>a dell'i$tromento delle cinque parti le tre; la ele- <*>atione $arà poco piu di cinque oncie, & un ter</I>z<I>o; & il pendio $arà di $ei oncie, hauendo uantaggio di hone$ta decaduta in $i bre- ue $patio.</I> <p><I>Quiui dicono alcuni, che $i uede, che l'anima detta di $opra, raddoppiata in gro$$ezza per raddopiarla in lughezza, haurebbe tante uolte decaduta d'un bracc<*>o per un canale largo diciott'oncie, & alto $ei, quanti mezi giri de'uermi entra$$ero a circondarla d<*> <*>ngo intieramente; & $arebbe decaduta di circa dodici bracci<*></I> <p n=>23</p> <I>in tutto; che in duoi uermi cre$cono in uentiquattro. al moto del- la quale ognuno puo giudicare, che non ba$terebbe la maggiore, & piu gagliarda ruota, mo$$a dal piu ueloce fiume, in cui $i $oglio- no fabricare molini. auenga che $ia bi$ogno, che il motore habbia maggior forza in girare la machina, che l'acqua in $cendere per $i gran pendio a moto contrario al moto di lui. Et a que$ta co$a han- no anco detto, che non aucrtì il giudicio$i$$imo Mon$ig. Barbaro, & s'imaginano, che $olamente egli uedendo, che l'acqua con moto uaturale $cendendo a$cendeua, & non hauendo riguardo, che il moto del giro di fuora, $ia contrario al moto gagliardi$$imo della decaduta di dentro; ne for$e hauendo bene con$iderata la cagione dell'a$cendere dell'acqua, o $attone egli ste$$o alcuna ragioneuole e$perientia, prende$$e $peranza di poter fare il moto perpetuo con que$ta machina a que$to modo formata, con la quale ne anco è po$- $ibile a farlo a tempo, $e non con uiolenti$$imo mouimento i$tranio. percioche $econdo co$toro, $ia come $i uoglia la forza del motore, certa co$a è, che $empre $arà maggiore la decaduta dell'acqua den- tro all'i$tromento, che quella dell' i$te$$a gia u$cita fuora. che $e l'anima $arà gro$$a mezo braccio, & lunga otto; la decaduta di dentro $arà circa cinque braccia, & quattr'oncie in un uerme $olo; & quella di fuora tutta non potrà e$$ere piu che quattro braccia, & noue oncie; & minore anco $arebbe, $e l'acqua batte$$e $opra qualche ruota fermata nell'i$tromento; la quale $e fu$$e picciola, hauerebbe poca leuatura, $cemando tuttauia la decaduta quanto importa$$e parte della $ua larghezza, od almeno il luogo della Chioceiola oue $i ferma$$e: $e fu$$e grande, quanto acqui$ta$$e di le- uatura, tanto perderebbe nella $ce$a dell'acqua: & co$i re$terebbe molto inferiore di forze al moto di dentro; $e pure il $ito dell'altez- za $ua $opporta$$e, che una ruota grande nello $patio di $otto haue$- $e il pa$$aggio. Ne gioua al giudicio di co$toro, che $i dica, che il pendio di dentro $i con$idera $olamente per que$ta particella, che auáza l'eleuatione; che $arebbe nella gia detta Chiocciola per ogni noue oncie di lunghezza duoi terzi d'oncia, o circa: $iche in tutta lei fanno $omma di poco piu di $ette oncie; & co$i la decaduta di fuora per un $olo canale, $arebbe di gran lunga maggiore, & po- trebbe ageuolmente uincere, & sforzare il moto dell'interno pen- dio. Non gioua cio, dicono, co$a alcuna alla $peranza del moto</I> <foot><I>B</I> 4</foot> <p n=>24</p> <I>p<*>rpetuo: percioche affermano, che in ogni ca$o la $ce$a di $ei on- cie per ogni noue di lungbezza, re$ta $empre in $uo uigore, ne $en- za lei $i cagionerebbe la $alita. & $e bene quando ella $i con$idera a ri$petto dell'eleuatione, au anza di poco; non è per que$to, che non concorra $empre tutta all'operatione: & in ogni canale l'ac- qua, che mentre $i gira $i troua nella parte di $opra, cade per tutta la $ce$a dell'anima, che è $ei oncie, $inche di nuouo alzata torna tante uolte a cadere, quanti $ono li mezi riuolgimenti de'uermi.</I> <p><I>Alle quali po$itioni io ri$pondo, che for$e $arebbeno uere, quan- do l'anima fu$$e fondo del canale, & li uermi fu$$ero $ponda: per- che allhora la decaduta di mezo giro in mezo giro, $empre $areb- be quanto il diametro dell'anima. ma$e la co$a ste$$e co$i, qual uantaggio hauerebbe que$to i$tromento, a ri$petto de gli altri, in mandare molto piu facilmente maggior copia d'acqua? Se bi$o- gna$$e alzare tutta l'acqua, ch'egli haue$$e dentro, per $i alta de- caduta in ogni $olo canale, & poi anco che alla fine l'acqua non $i troua$$e alta, $e non poco piu, che la metà di lui; non $arebbe a$$ai meglio $eruir$i del piu imperfetto timpano di Vitruuio, col quale data la parità dell'altezza, in cui nell'ultimo $i troua l'acqua, $i potrebbe farne leuare l'i$te$$a quantità con a$$ai minore, & piu fa- cile pendio? Tuttauia $i uede pure con la proua, che que$to in$tro- mento, qu ando è ben compo$to, di gran lunga uince tutti gli altri con le circo$tanze, ch'io di$$i poco piu di $opra. Ne di que$to uti- li$$imo effetto n'è uera, & prima cagione altra co$a, che l'e$$ere l'ordine de'uermi in uece del fondo del canale, & l'e$$ere l'anima da un lato, & la coperta dall'altro, in luogo di $ponde: per che a que$to modo il pendio di dentro $arà $olamente quella partieella, che auanza l'eleuatione: & $arebbe nella gia detta Chiocciola, che habbia $ei oncie di dametro nell'anima, per ogni noue oncie di limghezza, circa duoi terzi d'oncia: $iche per ogni uerme in tut- ta lei rendono $omma di poco piu di $ette oncie, & in duoi uermi di poco piu di quattordici. Con $i poco pendio (il che non auiene in qualunque altro i$tromento) l'acqua $i troua alta piu di $ei parti di piu di lui; di modo ch'egli almeno con $ei gradi di meno di forza, alza l'i$te$$a quantità d'acqua all'altezza, che fanno tutte l'altre machine, o con l'i$te$$a forza ne tira $ei uolte piu alla mede$ima <*>leuatione, Ragione chiari$$ima oltre le $ouradette e$perienze,</I> <p n=>25</p> <I>che le co$e $ieno a que$to modo, è, che $e $i $arà un'anima picciola di quattr'oncie di diamctro, pur che il uerme $ia tanto alto, che il canale riccua l'i$te$$a quantità dell'acqua, non $i mouerà per que- $ta cagione piu facilmente, che $e ella $arà alta $ei oncie, & hab- bia il uerme ba$$o alla proportione dell'i$te$$a copia dell'acqua. & nondimeno e$$endo la decaduta di dentro un ter</I>z<I>o manco, doureb- be e$$ere un terzo piu leggiera. Solamente ha l'anima picciola qualche $iata alcun uantaggio, per e$$ere il pe$o $opra di lei alquá- to piu uicino al centro: perche l'anima di quattr'oncie leuerà do- dici oncie d'acqua con il uerme alto due oncie: $iche la $uperficie di fuora del pondo, $arà lontana dal centro quattr'oncie; & quella di dentro due. ma l'anima di $ei oncie tirerà l'i$te$$e dodici oncie, col uerme poco meno alto d'una oncia, & meza: onde la $uper$icie di fuora del pondo $arà di$tante dal centro piu di quattr'oncie; & quella di dentro $arà lontana almeno tre: di modo, che il pe$o, quando $egua que$ta $immetria, che non $empre $egue, re$terà al- quanto meno graue; benche non per cagione che ui $ia minore la decaduta dell'anima.</I> <p><I>Ora con tutto che il pendio $ia $i poco, & con tanto gran uan- taggio dentro alla Chiocciola; nulla dimeno non $i debbiamo ma- rauigliare, s'ella, formata al modo di Vitruuio, $ia graui$$ima a mouer$i: imperoche e$$endo huopo per alzare a$$ai l'acqua, farla $mi$urata in gro$$e</I>zz<I>a, accioche $e le dia la longhe</I>zz<I>a, che re$ta utile, & quella che $i perde di $otto, & di $opra; & co$i facendo$i un canale, che porta le migliaia di libre d'acqua; non è gran co$a, che $i graue carico ricerchi potenti$$imo motore: ancorche per ogni mezo giro non s'haue$$e a tirare tutta l'acqua alta $e non un brac- cio: tanto piu che la gro$$e</I>zz<I>a dell'anima, che conuiene hauer$i, per dare la lunghe</I>zz<I>a alla machina, nuoce a$$ai, rimouendo molto la graue</I>zz<I>a del carico dal centro, in cui $i gira. onde $empre re- $teranno ingannati coloro, che $eguendo le regole di Vitruuio, cre- deranno di poter fabricare tale i$tromento con utilità maggiore, o pare a molti de'$ourapo$ti.</I> <p><I>Ma quanto alla $peranza di Mon$ig. Barbaro, dico, ch'egli con molto forte ragione $i mo$$e a credere, che con que$to i$tromento meglio, che con ogni altro, $i fu$$e potuto cagionare il moto perpe- <*>o: perche mi per$uado, che un tanto huomo di$corre$$e molto</I> <p n=>26</p> <I>bene $opra le co$e dette di $opra, del pendio di dentro, & della ca- duta di fuora; & $coprendo, che tutta l'acqua gia u$cita puo $cen- dere per tutto lo $patio dall'altezza, a cui è stato leuata; la quale <*> maggiore, che tutto il contrario decor$o di dentro congiunto in- <*>ne; conchiude$$e, che l'acqua gia u$cita pote$$e mouere la non ancora u$cita, in$ieme con la machina i$te$$a: percioche la machi- na, tolto uia il decor$o dell'acqua, $e fu$$e bene diece uolte piu gra- ue, che non è, o fu$$e tutta di piombo, $i potrebbe mouere $u le pun te de'perni con leggieri$$ima fatica, a ri$petto di quella, che ui bi- $ogna e$$endoui il decor$o. ilche $i farà chiaro & con l'e$perien</I>z<I>a, & con la ragione nel $econdo di$cor$o. Pen$o bene, che egli (tale è l'u$anza di qua$i tutti gli huomini $cient$ati, & $petialmente di quelli, che $ono occupati in co$e maggiori) non ne ueni$$e mai alla proua: che quando egli ui fu$$e uenuto, come ho fatto io piu d'una fiata, et in piu d'un modo; piu pre$to per porre in pratica le propor tioni mathematice, & per cono$cerle a$$ai meglio con l'e$perienza, che per altro; & haue$$e ueduto, che l'effetto a$pettato non ne fu$- $e mai potuto na$cere, hauerebbe $enza dubbio, $aluaudo la $ua uera ragione, trouatone un'altra oppo$ta, che haue$$e impedito ta- le operatione; o cono$cendo oue mancaua quella primiera, haue- rebbe piu facilmente giudicato dal uero. La cagione che non la- $cia $eguire que$to effetto, è, perche $e bene l'acqua gia u$cita ha maggiore decaduta, & piu alto moto, che quella, che ancora ri- mane dentro, non batte pero tutta in una uolta $opra la ruota or- dinata per partorire il moto perpetuo; an</I>z<I>i ui corre di parte in parte $econdo che di mano in mano rie$ce dall'i$tromento; il che nó auiene dentro, oue l'acqua, che riempie tutta la lunghezza del ca- <*>ale, non minore, che l'altezza della decaduta di fuora, per ogni mezo giro, $eruando l'i$t<*>$$a quantità, tutta in$ieme $i moue nel $uo pendio. & è piu gagliardo il moto di mille libre d'acqua in i$patio d'un braccio a piombo, che il moto di cento libre in i$patio di tre braccia mede$imamente a piombo: po$cia che ui bi$ognerebbe a$- $ai piu forza a tirare in alto un carico di mille libre per lo $patio di un braccio, che il carico di cinquanta, o cento libre per lo $patio di tre braccia. che $e bene l'impeto dell'acqua quando corre qua$i perpendicolarmente, puo a$$ai; nondimeno tanto perde di forza, per la quantità, & per lo pe$o, che $empre $i fa minore nella deca-</I> <p n=>27</p> <I>duta, che s'auicina alla perpendicolare, quanto n'acqui$ta dali'im- peto, che le s'aggiunge dalla uelocità del moto. & tanto muoue l'acqua con poca decaduta, & poco impeto, $eruando qua$i l'i$te$$a quantità in$ieme col pe$o, quanto $cemando a$$ai, moue con l'im- peto della uelocità del cor$o qua$i a piombo. Se una pietra, od al- tra materia non liquida $i moue$$e, certo è, come mo$tra Archi- mede, che molto maggiore $arebbe la forza $ua, mouendo$i a linea retta uer$o il centro, che mouendo$i per altro tanto $patio con moto qua$i piano: perche la quantità ne'cor pi $odi, & duri re$ta l'i$te$- $a; & il pe$o quanto piu $i mone rettamente, diuiene $empre piu graue. non è co$i ne'corpi liquidi, ne'quali la quantità non re$ta la mede$ima, con tutto che quella, che re$la, $i faccia piu graue, & meni maggiore impeto, che s'ella corre$$e a moto qua$i ori</I>z<I>ontale. Onde ueggiamo ne'molini terragni, l'acqua, che prima era capita da un canale grande con mediocre cor$o, pa$$are tutta per un pic- cioli$$imo canaletto con a$$ai maggiore impeto, che prima: ma nó stando ella raccolta in$ieme, con a$$ai minore grauezza, la quale $egue la quantità. Che $e uorremo che la quantità, & il pe$o $ie- no gli mede$imi, ma che habbiano bi$ogno di canale piu stretto, & piu lungo, per la uelocità del moto; dico che la quantità, & il pe$o po$ti a que$to modo, non $ono altro, che l'impeto: potendo tá- to l'uno quanto l'altro. di maniera che non minore $arebbe la for-</I> z<I>a, $e la decaduta fu$$e la metà meno alta, pur che la quantità, & il pe$o in $ua natura re$ta$$e maggiore, & batte$$e nelle pale della ruota con maggiore larghezza del canale, & delle pale, che la ri- ceuono; $e non fu$$e, che con maggiore decaduta piu ageuolmente, $econdo l'u$o commune, $i fanno le ruote piu grandi, & di maggio- re leuatura, il che gioua a$$ai. Ho detto $econdo l'u$o commune, perche da chi $ape$$e bene la ragione, $i potrebbono anco a$pettare le ruote grandi, oue fu$$e poca decaduta. A benche nel moto di que$to i$tromento alzando$i egli poco, & douendo$i la$ciare al- quanto di decaduta all'acqua gia u$cita, non $i potrebbe acconciare ruota di tanta leuatura, che ba$ta$$e per farlo mouere da $e mede- $imo. auenga che la ruota dalla parte di $otto non haurebbe $patio capace per la$ciarla pa$$are, & finire liberamente il $uo giro. Si puo anco aggiungere, che $e la Chiocciola haurà un canale $olo, non mander à l'acqua, $e non in una parte del tempo del giro; &</I> <p n=>28</p> <I>quella di dentro $i mouer à in tutto il giro, re$tando la copia che rie- $ce a$$ai minore. $e haurà duoi canali, bi$ognerà raddoppiare la quantità, & la decaduta di dentro, & co$i raddoppiare anco la forza interna.</I> <p><I>Dico di nuouo per maggior chiarezza (tal modo di replicare cõ molti mezi, ogni uolta piu facili, è stato lodato, & $ouente o$$er- uato da Galeno nelle materie utili, oue $ia bene il di$correre atten- tamente con l'animo) che non u$ceudo da una Chiocciola in un gi- ro, poniamo ca$o piu che $ei pe$i d'acqua, ella non haurà maggior forza in mouere, con tre baaccia di decaduta, in longhezza di al- tre tre braccia, di quella che haueranno circa $e$$antaquattro pe$i, che tutti in un tempo $i mouono di dentro, con circa quatordici ou- cie di pendio in duoi canali. uguale forza in ambedue que$te ac- que $arebbe, $e quella, che rie$ce fu$$e tre pe$i, con cinque braccia di decaduta; & quella, che riman chiu$a nell'i$tromento, non fu$$e $e non quindeci pe$i, con un braccio di pendio: perche $i come di fuora la decaduta cre$ce quattro quinti, co$i il pe$o di dentro cre- $cerebbe quattro quinti; & tanta è la proportione del pe$o alla ca- duta, quanta dalla caduta al pe$o; tanto acqui$tando$i d'impeto, quanto $i perde di pe$o. Ma è cono$ciuta dal $en$o, che l'acqua contenuta dalla Chiocciola non $olo uince di quattro quinti, ma di piu a$$ai quella, che rie$ce per ogni giro, & che la decaduta di fuo- ra, quando la Chiocciola è piena, per un $ol canale (il che $i dirà nell'i$tromento de gli Alemani) o per duoi, non uince mai in piu di quattro quinti, o circa il pendio di dentro. abenche $i puo anco con la ragione prouare, che l'acqua di dentro uinca d'a$$ai piu di quattro quinti quella che rie$ce per ogni giro: percioche in otto braccia $ono almeno piu di dieci riuolgimenti del uerme, che oc- cupano noue oncie di lunghezza per cia$cheduno. & in un gi<*> intiero della Chiocciola, nel quale tutta l'acqua di dentro decade due uolte, non ne rie$ce $e non la contenuta dell'ultimo mezo riuol- gimento uicino alla bocca di $opra: adunque l'acqua di fuora con qualunque impeto $i uoglia, dando$ile la decaduta, che puo porta- re in lunghezza la eleuatione della Chiocciola; non uincerà mai in forza quella di dentro. Si potrebbe ben for$e proportionare in tal $ito la ruota, & la decaduta con tal lunghezza, che $e l'acqua u$ci$$e continuamente per tutto il giro, pare forza haurebbe l'una</I> <p n=>29</p> <I>a<*> altra: ma non rie$ce $e non per mezo il giro. adunque la gia <*>$cita re$terà $uperata per la metà. Ne nuoce cio che $i potrebbe dire, che l'interno pendio di circa $ette oncie in detto i$tromento, $ia per la lunghezza di otto braccia, che rendono dodici, compu- tati li riuolgimenti, & la decaduta di fuora, $i po$$a fare in lun- ghezza di $olamente tre, o quattro braccia; cioè, $ino al mezo de la Chiocciola, o circa: imperoche non importa che la decaduta $ia in maggiore lunghezza, purche quando ella $i uorrà fare maggio- re in minore lunghezza, l'acqua $ia l'i$te$$a; & $empre ui $i troui l'i$te$$a proportione di forza, per l'accre$cimento di quella, & lo accorciamento di que$ta. $i puo fare che la lunghezza cre$ca, & la decaduta $cemi: che la decaduta cre$ca, & la lunghezza $cemi quanto $i uuole, che $empre re$terà l'i$te$$a forza nell'i$te$$a quan- tità d'acqua. Quanto l'acqua andrà piu ueloce, per e$$ere accre- $ciuto il pendio, & $cemata la lunghezza, tanto piu $arà impe- tuo$a; benche minore in quantità, & capita da piu stretto, & me- no alto canale $empre alla proportione; tanto perdendo della gra- uezza, & quantità $ua naturale nell'i$te$$a lunghezza, quanto n'acqui$ta per la uelocità, &, come dicono i Geometri, per lo $ito. All'oppo$ito quanto l'acqua andrà piu tarda per e$$er$i accre$ciuta la lunghezza, & alzato il pendio; tanto l'acqua la$cierà dell'im- peto, & del pe$o $econdo il $ito, stagnando in $e ste$$a: ma haurà hi$ogno di piu alto, & lungo canale, che capi$ca la $ua naturale quantità, & grauezza, la quale re$ta piu unita.</I> <p><I>Belli$$ima è ueramente que$ta $peculatione, da cui pende in gran parte la ragione di tutti li moti, che $i po$$ono fare con la forza de l'acqua, & da cui ottimamente $i puo leuare dall'animo di molti il $opra humano de$iderio di uolere fare il moto perpetuo; il quale il grande I</I>DDIO <I>non ha uoluto ordinare ne i cieli i$te$$i, che pur $ono tenuti eterni per lo loro mouimento eterno, $enza aggiunger- ui un motore, che anco e$$o $ia eterno, diuer$o dalla $o$tanza loro. Abenche dunque la caduta di $ette oncie di tutta l'acqua dr dentro $ia in i$patio di dodici braccia di lunghezza, non $arà pero mai sforzata da quella di fuora, $e bene sbocca$$e continuamente, & fu$$e in quanto minore lunghezza, & piu alto pendio $i uoglia. Non è gia molto difficile ad imaginar$i, & intender$i que$to per ue ro da chi è alquanto e$$ercitato nelle proportioni mathematice, &</I> <p n=>30</p> <I>geometrice. tutta uia perpiu facilità, & perche $arà utile ad in$i- nite opere, col modo che $ogliono Platone, & Galeno; porremo con tal methodo un'e$$empio tolto dalla natura i$te$$a del $oggetto di cui $i ragiona; che qua$i $empre egli $ar à in uece di ragione de- mo$tratiua. Sia un canale di larghzza di otto braccia, & hab- bia l'acqua alta poniamo ca$o $ei oncie. habbia una caduta di $ette oncie, con lunghezza di noue oncie. haurà poniamo ca$o quattro gradi di forza. stringa$i dopo que$ta decaduta, la larghezza del canale a poco a poco alla duodecima parte di lui; di modo, che la bocca di $otto $ia otto oncie, $eruando la mede$ima altezza. ma$e gli dia dodici uolte tanta decaduta in dodici uolte tanta lunghez- za, quanta haueua prima; che $arà ottanta quattr'oncie di deca- duta, in lunghezza di cento otto oncie. co$i il canale della deca- duta nel cominciare $arà otto braccia, nel finire otto oncie; qua$i in figura d'un triangolo equilatero, la cui ba$i $ia otto braccia, gli lati noue, inchinati per ottanta quattro oncie. Allhora dico, che l'acqua u$cirà tutta alta come prima per lo canale co$i ri$tretto, nó rigorgando mai in dietro; & haurà tanta forza ne piu ne meno nel fondo del canale piu stretto, con l'impeto, & la uelocità; $e bene la quantità iui $arà $cemata; quanta n'haueua prima nella fine della larga, & poca decaduta di $ette oncie; & tanta nel me- zo, quanta n'haueua prima nel mezo dell'altro: & co$i dell'altre parti alla proportione: purche ognuna di que$te larghezze habbia l'incontro pare alla fua mi$ura. Similmente nella i$te$$a $econda decaduta, tanta è la forza nel mezo per la quantità, quanta nel fine, per la uelocità, & per l'impeto: & co$i nell'altre parti tutte $erua l'i$te$$a proportione. Ma $e la decaduta $i face$$e maggiore, & in minor lunghezza; come s'ella fu$$e di cento oncie, in lun- ghezza di ottanta, allhora l'acqua non ba$terebbe a riempire il triangolo; & $arebbe me$tieri, ch'egli o $i rin$tringe$$e, o non ha- ue$$e l'acqua alta come prima: $arebbe tuttauia di pare impeto, & di pare pe$o alla $ouradetta in ogni parte di lei, facendo$i le par ti tanto piu breui, quanto $i fu$$e accorciata la lunghezza. Per lo contrario, $e $oemando la decaduta ella $i e$tende$$e in maggiore lungezza, l'acqua farebbe rigorgo, & non potrebbe pa$$are tutta per la bocca di $otto; s'ella, accioche le $ponde non fu$$ero troppo ba$$e, non s'allarga$$e. & in tal maniera $i uaria la proportione</I> <p n=>31</p> <I>$econdo che è diuer$a la lunghezza, & l'altezza della decaduta, restando l'i$ie$$a forza per le norme delle dette mi$ure.</I> <p><I>Da $imili proportioni po$$ono deriuare belli$$ime, & utili$$i- me ragioni per molti effetti: pur per non e$$ere cio principale fine in que$ti $critti, la$cierenio, che $ieno raccolte da chi uorrà porui alquanto di studio. una $ola per $aggio dell'altre non trala$cierò. & è que$ta. Che errano a$$ai in dare la forza a'molini terragni coloro, (& non ho ancor ui$to alcuno, che non lo faccia) che non ri$tringendo il canale ordinario della decaduta, $empre a poco a poco $ino in fine, ma facendo la bocca di lei a$$ai piu stretta, che la larghezza del canale ordinario di $opra, $ono cagione, che l'ac- qua, che è per cadere, rigorga, & qua$i stagna, con poco utile a ri$p etto del danno. & quella, che decade, e$$endo imboccata nel principio della decaduta in poca quantità, $i troua in a$$ai minore nella fine, oue batte la ruota: cioè, che $e nel principio è alta quat- tro oncie, $i troua a$$ai meno alta nella $ine, benche có piu gagliar- do impeto. ilche non auerrebbe, $e la bocca nel principio fu$$e lar- ga come il canale ordinario, & poi a poco a poco $i stringe$$e alla proportione della decaduta: percioche l'acqua quanto piu abba$- $ando$i $i stringe$$e, tanto manco perderebbe di altezza; & co$i nella fine hauerebbe la mede$ima profondità, che nel principio; & tanto piu hauerebbe d'impeto, & di forza, quanto maggiore ri- tene$$e l'altezza. Ho detto con poca utilità a ri$petto del danno, perche $e bene lo stagnare di $opra alza l'acqua, & è cagione, che ella s'imbocchi piu alta nella decaduta, che non farebbe; tuttauia que$ta altezza, & que$ta quantità $i perde per la maggior parte, $pargendo$i per la lunghezza, & larghezza del canale ordinario di $opra: ilche non hauerebbe facendo$i come s'è detto: anzi tutta la quantità, & il pe$o del canale ordinario, pa$$erebbe $enza per- der$erne una giocciola in modo alcuno; & $i trouerebbe a$$ai piu alta in fondo, che non fa stagnando nel canale largo di $opra. Il mede$imo adunque auerra in que$ta machina, $e in fare la decadu- ta di fuora $i accorcierà la lunghezza, & s'accre$cerà il pendio, la proportione $arà in maniera, che la forza $arà l'i$te$$a di dentro & fuora in qualunque parte del $ito $i uoglia; purche $i $erui la $im metria del punto del lungo al punto del corto pendio, & l'acqua corra continuamente co$i fuora come dentro. ma que$to come ho</I> <p n=>32</p> <I>arco accennato di $opra, non è in effetto: peroche l'acqua d'un ca- nale di dentro cade $ette oncie, due uolte in un giro, & quella di fuora non rie$ce $e non una uolta: $iche $e bene la decaduta, & la lunghezza fu$$e pare in ambedue l'acque; la quantità, & la grauezza naturale re$ta la metà meno di fuora, & con meza la forza $olamente: perche $e l'acqua dentro è alta tre oncie, non $a- rà di fuora, data la parità nell'altre co$e, $e nõ una & meza; & in ogni ca$o re$terà infericre per la metà de'gradi. Similmente $e il canale $arà doppio, & in un giro intiero $empre uer$era acqua, la decaduta anco dentro $i radoppierà, & re$terà l'i$te$$a propor- tione. molto maggior danno $eguirebbe, $e fu$$e $emplice il cana- le, nel modo, che $egue, introdotto da gli Alamani: perche non sbocca $e non per la quarta parte del giro.</I> <p><I>Gli Alamani huomini $opra tutti gli altri indu$trio$i in tali ri- trouati, è ueri$imile, che haue$$ero con$ideratione $opra la mag- gior parte de'$ouradetti impedimenti nati da'precetti di Vitruuio: imperoche molto tempo ha, che compo$ero que$to i$tromento con l'anima piu $ottile, & piu lunga; con il canale piu stretto, con il pendio minore, & con il uerme altrimente tirato, che non in$egna Vitruuio: ne in co$a alcuna o$$eruarono le regole di que$to autore. Trouarono, s'io non m'inganno, la ragione detta poco auanti del- l'a$ce$a dell' acqua in que$to i$tromento; dalla quale conchiu$ero, ch'egli potcua far lungo quanto l'anima poteua $o$tenere $en</I>z<I>a piegar$i; non hauendo riguardo alla gro$$ezza di lei. Di piu, che il canale $i poteua far largo, & stretto; purche camina$$e $empre ad un modo, $econdo l'eleuatione, che $e gli uoleua dare. Oltra cio che il uerme $i poteua far alto quanto $i uoleua, compa$$ando pero ogni co$a con la forza del motore. Co$i $i ri$ol$ero di fermarlo con l'anima di poco diametro, per fare il pe$o piu uicino al centro; & di tanta lunghe</I>zz<I>a quanto giudicarono ba$tare, accio non $i pie- ga$$e. $opra que$ta tirarono un uerme $olo, caminando a$$ai piu stretto, che per gli ottanti; & non la$ciando parte alcuna di lei, che non haue$$e canale per riempir$i d'acqua. al</I>z<I>arono poi tant<*> li uermi per la gro$$e</I>zz<I>a dell'i$tromento quanto era a$$ai a riceue- re pe$o atto ad e$$ere mo$$o da mediocre motore. <*>que$to modo oprarono, che con piu corta Chiocciola l'acqua poggiaua a$$ai piu in alto, che có gli aui$i di Vitruuio: $i perche non perdeuano molta</I> <p n=>33</p> <I>parte di lei $otto la $uperficie dell'acqua, $i anco perche e$$endo ti- rato il canale a$$ai piu stretto, che per gli ottanti, $i poteua $are la eleuatione a$$ai maggiore: e$$endo che il pendio del uerme mi$ura- to dalla gro$$e</I>zz<I>a dell'anima, re$ta $empre $uperiore all'eleuatione fatta per poco meno che a piombo. Con que$to i$tromento co$i compo$to, un Tede$co con $uo grandi$$imo guadagno, & ine$tima- bile bene$icio della $anità publica, uotò in breue tempo qua$i tutte le Cantine, & i luoghi ba$$i di Roma, che $i riempirono dell'acqua del Teuere nell'ultimo $uo diluuio: ne da indi in qua per molto tem po $i è mai piu ueduto in Italia. Ho pero inte$o, che l'Illu$tri$$imo Sig. Ve$pa$iano Gonzaga ne fece portare a gli anni pa$$ati uno di Alamagna, fatto di fuora alla $embian</I>z<I>a della Chiocciola figura- ta $ra le machine di Flauio Vegetio. Et io nel verno pa$$ato alla Giudecca in Venetia ne uidi $ei belli$$imi accoppiati, & ri</I>zz<I>ati in uno edificio di grandi$$ima $pe$a; apparecchiato per uolere fare un molino da acqua in quella Città, che n'ha ine$timabile bi$ogno, da un Me$$er Ale$$andro Bologne$e; huomo, come io conobbi poi, a$- $ai giudicio$o, d'a$$ai buone lettere; & che non $olamente opera bene nell'arte del di$egno, & del toccar di penna; ma anco ad imi- tatione d'. Archimede, lauora con le proprie mani eccellentemente in que$te fabriche mecanice. Ma que$to ordigno co$i formato, ben- che $chi$$i molte delle imperfettioni dette, manca pero in quello, che importa $opra ogni altra co$a; cioè, nella quantità dell'acqua: per cioche con un canale $i stretto, & picciolo pochi$$ima acqua $i puo leuare; & quella poi rie$ce tanto di rado, che in ogni giro non sbocca $e non per la quinta, o quarta parte del tempo, che ui corre a compirlo. $en</I>z<I>a che $i $pe$$i $ono li riuolgimenti del canale, che anco con que$ta poca acqua $i fa il pendio di dentro maggiore, & molto piu di$$icile. Et $e $i uole$$e fare il uerme piu alto, cioè, in gro$$e</I>zz<I>a dell'in$tromento, per hauer piu acqua, la fatica $arebbe anco maggiore: perche cre$cerebbe il pendio in lunghe</I>zz<I>a in$ieme con l'accre$cimento del pe$o dell'acqua, facendo$i anco piu lontano dal centro. Io stimo che que$to ualent'huomo $pera$$e, per la ue- locità del moto, che haueua ordinato con una ruota di piu di cento denti, che era per uoltare le rocchette di circa dodici fu$a fi$$e ne' perni di $opra delle chiocciole, di $upplire al difetto del canale pic- ciolo, & dello $patio per tanto tempo trala$ciato del cor$o dell'ac-</I> <foot><I>C</I></foot> <p n=>34</p> <I>qua; accioche quello, che non poteua fare con la quantità di lei chiu$a nel canale, face$$e con la pre$te</I>zz<I>a del farla entrare, & u$ci re: a $omiglian</I>z<I>a del no$tro pol$o, il quale quando non puo tirare a$$ai aere per e$$ere poco eleuato, $i s$or</I>z<I>a almeno di farlo con mo- uer$i con piu frequen</I>z<I>a, & maggiore uelocità. La quale imagi- natione, in$ieme con altre tali, $e fia riu$cibile nell'opere mecanice, oue i motori non $ono potenti$$imi, & $i mantengono con graui$$i- ma $pe$a; quelli lo uedranno, che con qualche attentione leggeran- no il $econdo di$cor$o. ba$ti per hora l'hauere accennato, che il ue- dere come que$to i$tromento al</I>z<I>a qua$i tanto, quanto è lungo, non debbe allettare alcuno a $eruir$ene in opere, oue $i ricerchi gran copia d'acqua: tanto piu, che come $i uedrà nel ter</I>z<I>o di$cor$o, for- mandolo al modo, che diremo hor'hora, $i puo $ituare in modo che anco girato da una statera, tirata da un cauallo; benche non $ia eleuato piu che delle cinque parti le tre, non $arà huopo che il rag- gio del timpano dentato $ia molto lungo; & in tal gui$a ne $eguirà molto maggior copia d'acqua alla mede$ima alte</I>zz<I>a, con moto a$- $ai ueloce, & con piu leggiera fatica.</I> <p><I>Pappo, & Dioni$odoro; quello nel trattato de gli i$tromenti me- canici, & que$ti in certi pe</I>zz<I>ami d'un'opera di $imile materia, di cui non $i legge il titolo, e$$endoui re$tato $olamente il nome dell' autore; con facili$$ima breuità mo$trano la uera, & piu utile uia di fabricare la Chiocciola. Piglia (dice Pappo) un $o$tegno, che non $i pieghi, tornito a $e$ta; lungo, & alto quanto ba$terà a tira- re duoi canali di $pire equidi$tanti, capaci di tanta quantità d'ac- qua quanta potrà e$$ere mo$$a dal motore, che hai ordinato, all'al- te</I>zz<I>a, che ti fa bi$ogno. Vi aggiunge Dioni$odoro, che l'eleua- tione $i farà $econdo la ragione del pendio de'uermi a ri$petto di lei. Dio buono con quanta breuità, & chiare</I>zz<I>a, hanno que$li duoi ualenti Greci compre$o tutto il magi$tero di $i utile i$tromento? Dicono, che il $o$tegno $i faccia lungo quanto bi$ogna, purche non $i pieghi, non hauendo riguardo alla gro$$e</I>zz<I>a: perche la lunghe</I>z z<I>a di que$to i$tromento, $e non $i piegherà, potrà e$$ere tirata in infinito. Ne mi $ono mai potuto imaginare, che co$a ragioneuol- mente pen$ata $pinge$$e Vitruuio a $criuere quel precetto, cagione di tanta imperfettione: non fu perche egli haue$$e dubbio, che la lunghe</I>zz<I>a maggiore della decima $e$ta parte, non fu$$e per reggere</I> <p n=>35</p> <I>rettamente al pe$o, uedendo$i il contrario per e$perien</I>z<I>a. non $u perche la lunghe</I>zz<I>a maggiore fu$$e atta ad impedire la $alita dell' acqua, po$cia che in ogni punto di tale i$tromento $i po$$a comin- ciare, & finire il moto; & per l'i$te$$a ragione po$$a $eguire a qua- lunque alte</I>zz<I>a egli $egue dentro alla mi$ura di Vitruuio. non fu per che il motore non fu$$e per hauer $or</I>z<I>a, $e $i face$$e piu lungo, & haue$$e tuttauia l'anima gro$$a $econdo que$ta mi$ura: perche egli non determina la for</I>z<I>a del motore, ne il numero de gli huomi- ni, che l'hanno a mouere: & per l'oppo$to è fal$o, che facendo$i un'anima $ottile, come di due, o tre oncie; ogni fanciullo non fu$$e atto a mouerla a$$ai piu lunga, che con que$ta $immetria. Perche fu adunque? Io stimo, che quello Scrittore per altro marauiglio- $o, face$$e in que$to cio che ha fatto in molte altre co$e, & cio che fanno anco hoggidì molti altri. & che uedendo alcune fabriche approuate dal tempo, & dall'u$o; $en</I>z<I>a cercarne $ottilmente la cagione, de$criuono le mi$ure loro come norme di tutte l'altre; & co$i non la$ciano il modo di potere uariare $econdo l'occa$ioni. Se la colonna dorica, poniamo ca$o, $i farà di marmo, o di pietra du- ra, con la mi$ura di Vitruuio; non $i dè a$$ermare, che non $arà buona; che per tale molte uolte nelle fabriche qua$i eterne l'ha mo $trato la proua. ma s'ella per la grande</I>zz<I>a, & alte</I>zz<I>a della fa- hrica ha da e$$ere in modo, che o la pietra non ui $ia, o non ui $ia al propo$ito, haura$$i a stabilire di mattoni, o d'altra materia men forte, con l'i$te$$a $immetria? Il $imile dico di molte altre co$e, che po$$ono oppor$i. Quindi è nato, che molti de i piu eccellenti archi- tetti d'hoggidì, con$iderate bene le ragioni, & le circo$tan</I>z<I>e tutte delle fabriche, che hanno a di$egnare, s'allontanano molte uolte da i precetti di que$to autore. ne $anno, $econdo la per$ua$ione di alcuni altri, che a gui$a di Medici empirici, u$ano gli i$te$$i rime- di in diuer$e età, diuer$i temperamenti, diuer$e regioni, diuer$i membri, & for$e anco diuer$e cagioni d'una i$te$$a infirmità. Vi- truuio, s'io non m'inganno, uide una Chiocciola con le mi$ure $critte da lui, fare ottimo effetto nella quantità dell'acqua; ma che al</I>z<I>aua poco, perche for$e il bi$ogno, quando $i fabricò, con buona ragione, non ne uoleua piu; & $en</I>z<I>a rintracciare, od almeno in- $egnare altra cagione, $cri$$e i precetti, $econdo la mi$ura di quella aggiung endoui, che al</I>z<I>aua poco.</I> <foot><I>C</I> 2</foot> <p n=>36</p> <p><I>Si puo adunque fare il $oftegno lungo, & $ottile quanto $i uuole: si po$$ono tirare i canali equidi$tanti larghi, stretti, & alti quan- to $i uuole: ma bi$ogna che tutte que$te co$e $ieno proportionate alla forza del motore, & all'altezza, che $i ricerca. ilche a che con$idera la ragione $ouradetta della cagione della cleuatione, per cui l'acqua pogg ia in alto (io nó replicherò fuor di propo$ito le co$e gia dichiarate) non $arà molto difficile, o trauaglio$o ad intender- $i. ma per porlo in e$$ecutione, & fermare $icuramente con l'e$pe- rienza l'e$$etto guidato dalla ragione è stato nece$$ario farne mol- ti modelli piccioli, et grandi; hor con una gro$$ezza, & lunghez- za d'anima; & hor con una lunghezza, et altezza de'canali, hor con un'altra per poter proportionare il tutto al motore, & all'or- gano $uo. Alla perfine è conchiu$o, che l'anima $ia tredici braccia lunga, & gro$$a quattr'oncie. che e$$endo d'abete, legname di for- ti$$imo nerbo, in tal mi$ura non $i piegherà, & $arà leggieri$$ima. Li canali larghi $ei oncie, alti due oncie, o poco piu: tirati con uer mi di $alice: inchiodati có piccioli chiodi l'un $opra l'altro; perche null'altro legno $eruirebbe alle pieghe delle $pire: & e$$endo im- pecciato dura, & re$i$te lungamente all'acqua. La coperta pari- mente $ia d'abete, inchiodata $u i uermi, impecciata dentro, & di fuora, & bene ri$tretta con certe coreggie di ferro arti$icio$e, che non accade a de$criuere, potendo$i uedere in opera. Co$i formata stara' na$c o$ta con tutta la bocca un braccio $otto l'acqua. Il re$to $arà dodici braccia, che alzano, & leuandola delle cinque parti le tre, $ette braccia, & tre oncie, è poco piu di meza. Et perche il pendio re$ta di duoi quinti per ogni $ei oncie, che $ono quarantotto quinti, cioè, noue oncie, & tre quinti; $i puo alzare piu delle cin- que parti le tre; & fare che l'eleuatione, fuora della $uperficie de l'acqua, $ia almeno $ette braccia, & mezo. a que$ta foggia l'ac- qua, per e$$ere il canale doppio, $arà dodici oncie di fuora, & di dentro, $econdo la mi$ura Piacentina; con cor$o di pendio di circa noue oncie: o facendo l'eleuatione nel $econdo modo di circa $ei on- cie, in lunghezza di circa diciotto braccia, per li riuolgimenti de' uermi: il quale pendio, come diremo nel terzo di$cor$o, è molto maggiore dell'ordinario, & mena a$$ai piu acqua del $olito.</I> <p><I>Dalle ragioni dette auiene, che quando $i ferma que$to i$tromé- to, ancor ch'egli $ia $ituato obliquamente col $uo giu$to pendio,</I> <p n=>37</p> <I>l'acqua $i troua nondimeno e$$ere fermata alla liuella, ne mai pure una gocciola ne torna in dietro per l'inchinamento $uo alla bocca di $otto, $e bene $empre re$ta aperta: auenga che tornandone, $ali- rebbe in alto $enza arti$icio alcuno. Si uede ancora qualmente con i$traordinaria indu$tria (in cio è la forza di que$to marauiglio$o magi$tero) s'auanza piu di cinque $e$ti del pendio in fare a$cende- re a qualunque altezza $i uoglia, grandi$$ma quantità d'acqua; perche con poco piu di noue oncie di pendio, & con manco a chi fa- rà come poco ha habbiamo detto, l'acqua $i trouerà montata circa $ette braccia, & mezo. il che non occorre, ne puo occorrere, in qualunque altra machina: e$$endo nece$$ario in qual che $ia, fuor di que$ta, che per tanta decaduta $i alzi l'acqua per quanta $i uuo- le che $aglia. Tale Chiocciola ha la ragione de gli. Alamani, di fare il pe$o uicino al centro quanto ha potuto tolerare la proportio ne dell'altre co$e: cioè, leuando a quanta altezza, & quanta co- pia d'acqua po$$a e$$ere leuata dalla forza d'un'huomo di mediocre lena, che habbia a durare, col mezo dell'organo, di cui $i dirà fra poco. & è $i compa$$ata la quantità con l'eleuatione, & con la for za del motore, che, come io credo, nulla piu ui $i potrà aggiungere per cauar l'acqua a maggiore altezza, che $i po$$a. che quando cio non fu$$e, $i potrebbe formare piu corta, & piu gro$$a; $i che cauerebbe tanto piu acqua. Et per dare una $omiglianza di $og- getto a$$ai piu noto ad alcuni, li Medici anc'e$$i $ono sforzati a di- $correre nel mede$imo modo di proportioni. Le infermità, con le $ue cagioni, & l'altre co$e; oltra gli accidenti appartenenti a lei; $ono come il pe$o: il calore naturale, & le potenze dell'anima $ono $imili al motore: li medicamenti, & la ragione del uiuere s'ap- pareggiano all'organo del moto. Quando que$te co$e hanno pro- portione infra di loro, il Medico con$egui$$e il fine de$iderato, all'oppo$to, $e od il calore è piu debole, che non conuiene, o l'in$ir- mità troppo graue; o gli stromenti del uitto, & de'medicamenti non hanno i gradi, & le conditioni, che loro s'appertengono, $i grande è il ualore delle proportioni, che $ini$tro è $empre l'effetto, che ne rie$ce. Vi è pero gran differenza in altro infra di loro: per che l'opere mathematice, oltra le certi$$ime $ue dimo$trationi, $e o per la materia, o per li gradi delle co$e, o per lo concor$o di mol- te, & talhora contrarie cagioni, hanno qualche impedimento, $i</I> <foot><I>C</I> 3</foot> <p n=>38</p> <I>po$$ono $coprire, & a$$icurare col $en$o: & una fiata, che $ieno ca- duto bene, $empre che $i $eruerà il mede$imo ordine, $aranno il me de$imo: e$$endo che $empre po$$ono concorrere le mede$ime co$e. Non è co$i nelle medicinali, oue oltra che le ragioni per la mag- gior parte $ono artificio$amente congietturali; & non $ono i $uoi gradi, & le $ue cagioni co$i apertamente cono$ciute dal $en$o; di rado è che non $i uarijno in tante maniere, quanti $ono i $oggetti in$ieme con le circo$tanze loro. ne una e$perienza fatta bene una uolta, $eruirà con quelli i$te$$i mezi$icuramente, & con giu$ta pro portione per alcun'altra: anzi qua$i $empre, $e non $i mutano infi- niti auertimenti, re$terà nell'altre occa$ioni del tutto fallace.</I> <p><I>Ora che di$corro io con la mi$ura delle proportioni $opra la for- za dell'utili$$imo artificio della Chiocciola, $e $i uede apertamente, che il mouimento delle $pire, con le quali ella è compo$ta, ageuola la $alita a qua$i tutte le co$e co$i naturali, come artificiali? Il Sole col moto delle $pire, mouendo$i ogni giorno un grado per l'obliquità del Zodiaco; hor s'auicina, hor s'allontana da no$tri capi: & in tal gui$a arrecandoci diuer$e mutationi ne'quattro tempi dell'an- no, è cagione, che tutte quelle $pire co$pirino alla con$eruatione di que$ti corpi inferiori. di $pire altre$i è il moto della Luna, & di tutte l'altre stelle fi$$e, & erranti: qua$i null'altro mouimento nelle loro sfere fu$$e piu atto a partorire la lontananza della loro cadu- ta, & il uicinato della loro $alita appo diuer$e nationi; che il pog- giare, & lo $cendere col uiaggio delle $pire. ne altro fra'corpi cele$ti fu il moto Lenlab del grandi$$imo Hiparco, il qual moto molto è celebrato dal $ottile Auerrois, per i$chifare i giri cótrari, & gli Epicidi nelle sfere; che la potenza, & il concor$o de'circoli. Onde l'huomo qua$i mondo picciolo, et in$ieme con lui la maggior parte de gli animali meno perfetti, non $olamente ne'riuolgimenti delle budella; ma anco nelle fila di molte altre parti, per le quali montano, & $cendono gli humori; ci mo$trano la gran commodità del tratto delle $pire: di cui hora, accio ch'io non incorra in troppo affettata o$tentatione di dottrina medicinale, non è bene, che $e ne ine$tino piu lunghi $ermoni. ba$ti dire, che gli i$te$$i animali nella $alita di qualche monte, o d'altro pendio, con appetito ueramente $ano, eleggono il camino delle $pire, come meno fatico$o, piu pre$to che alcuno de gli altri. Se i $erpenti hanno a $alire alla cima d'un'</I> <p n=>39</p> <I>albero, qual moto in$egna loro l'i$tinto $uo piu facile, che lo $pirale? non s'aiutano a$$ai con l'ageuolezza di lui, il Nibbio, lo Sparuie- re, l'Aquila, il Falcone, & altri augelli mentre $eguendo l'appe- tito naturale piace loro di uolare a$$ai in alto? Che piu? le piante, che (come dicono i Filo$ofi) non hanno moto progre$$iuo, quando non $ia conce$$a loro forza di leuar$i da $e ste$$e uer$o il cielo, & habbiano uicino un'albero, o qual $i uoglia appoggio fermo, non con altra norma $ono ammae$trate nell'a$cendere dalla $agace na- tura, che con l'accre$cimento delle $pire. & quindi la uite, l'hel- lera, la zucca, il lupilo, & altre $imili piante, $i sforzano con que$te $pire d'abbracciare il $o$tegno $uo, & co$i piu facilmente giungere alla fine dell'erto camino incominciato. La$cio gli ritro- uati de gli huomini, po$cia che tutti pendono dalle cagioni $oura- dette formate tutta uia, & inte$e per l'e$$empio dell'opere della madre natura: percioche da que$te conobbero Archimede, & gli altri, che quanto piu la $alita de'corpi graui fu$$e uicina alla per- pendicolare, tanto piu $arebbe fatico$a; & che ni$$un corpo era piu atto ad hauerla meno perpendicolare, che il $o$tegno rotondo col uiaggio delle $pire.</I> <p><I>Accettiamo adunque la Chiocciola formata nel modo mo$trato di $opra, per uno i$tromento, in cui conuengono tutte le cagioni, per le quali contra l'ordine naturale, $i puo dare il moto uer$o il cielo a'corpi liquidi, & graui: facendo che l'altezza delle $ei par- ti, non affatichi $e non per una: percioche oltra la ragione della $pire, tirate ad imitatione della natura, ha di piu l'artificio della $immetria dell'inchinamento, che $opra ogni credenza de'uolgari, rende leggiero il pondo, & il giro dal motore; il quale ageuoli$$i- mamente le dà (per co$i dire) molto forte impul$ione. Ma tempo è hormai che per farlo anco piu facile, $i di$corra alquanto $opra l'organo di lui: ilche con quella maggiore breuità, & chiarezza, che $arà po$$ibile u$are in tal materia, $i farà nel $eguente di$cor$o.</I> <HEAD><I>IL FINE.</I></HEAD> <foot><I>C</I> 4</foot> <p n=>40</p> <HEAD>DE TRE DISCORSI SOPRA</HEAD> <HEAD>IL MODO D'ALZAR ACQVE DA' LVOGHI BASSI.</HEAD> <fig> <HEAD><I>DISCORSO SECONDO.</I></HEAD> <p>S<I>I</I> GRANDE <I>è la potenza del moto locale, che qua$i tutte le $o$tanze, & l'opere della natura, & de gli huomi- ni o $i cono$cono, o $i conducono a fine col mezo $uo. Il moto retto, & il cir- colare ci $coprono le forme de gli ele- menti, & de'cieli; & ni$$una opera- tione de'corpi naturali rie$ce qua giu, di cui non $ia mezo, come d'uniuer$al cagione, il mouimento delle stelle; & come di piu uicina, le tra$inu tationi della luna: fra le quali, $e uero è cio che in$egna Ari$totele, $empre precede il moto locale. Ma quanto piu que$to moto $arà ueloce, & gagliardo; tanto piu gli effetti, & l'opere della natura $aranno potenti, & facili: il che $i uede nel cor$o de'Pianeti, & di tuttele stelle; nell'e$$alati one de'uenti, ne'terremoti, nelle procelle del mare, ne i tuoni, ne i baleni, & $pecialmente nel grande artifi- cio, che ha u$ato la madre natura, formando $i belli, & diuer$i organi del moto ne gli animali, & dando loro la facultà dell'ani- ma motrice piu gagliarda, che $ia stato po$$ibile al grado della perfettione delle forme loro. onde quelli ammali, che $ono di mag- giori for</I>z<I>e in que$ta facultà, $ono a$$ai piu pre</I>zz<I>ati, & temuti da gli altri del $uo genere: & fra quelli gli huomini da gli huomini i$te$$i. tali $ono fra gli animali di ter ra, l'elefante, il leone, il ca- uallo, il toro: fra gli augelli il griffo, l'aquila, il falcone: fra'$er- penti li dragoni: & fra pe$ci molti, de'quali hora non importa ra$- $egnarne il nome. L'huomo cono$ce ndo que$to, con l'aiuto del di- $cor$o, che a lui è stato conce$$o in uece di tutte quelle parti, nelle</I> <p n=>41</p> <I>quali egli cede a gli altri animali, & gli altri corpi inferiori; con- tra l'impeto loro ha oppo$to le ca$e, le fortezze, l'armature; & ha anco procacciato d'hauere moti gagliardi$$imi in $uo fauore, o per di$ender$i da altri, o per $oggiogare $otto l'imperio $uo chi piu egli $i $arà per$ua$o, che $ia bene: <*>peroche gli e$$erciti, che $ono com po$ti d'huomini, di caualli, di elefanti, di $aette, d'armi in ha$ta, d'archibu$i, di bombarde, & di tanti altri i$trementi, non $ono altro, che un'unione di co$e, atta a partorire gagliardi$$imo moto locale: ne con altro me</I>z<I>o, che con que$to, ognuna di loro è guida- ta all'opera del $uo fine. Per l'i$te$$a cagione l'armate di mare, có la figura bene, & mathematicamente proportionata de'lor legni; con l'albero, & le uele, co'remi, col timone, & con gli altri i$tro- menti, in niente altro piu uagliono, che nell'impeto del mouimento loro. per la qual co$a non è marauiglia $e tutti gli huomini $aui, et $pecialmente i Signori, in ogni età hanno hauuto cari$$ani i ritro- uati di $imili impetuo$i, & $oprahumani i$tromenti: & $e diuer$i acuti Filo$ofi $i $ono affaticati per $aperne le ragioni, & porle in opera con utili$$ime e$perienze: percioche uennero que$ti ualenti huomini a tal $egno, che moltiplicando con diuer$i mezi la forza d'un $olo, o di pochi huomini qua$i in in$inito, faceuano opere ma- rauiglio$e; hora alzando corpi di $imi$urata grauezza molto in alto, hora trahendoli in piano, & hora $uellendo materie duri$$i- me, & forti$$imamente stabilite; & hora oprando in altra ma- niera, che molte co$e $i piega$$ero, uolge$$ero, & $pinge$$ero, che ordinariamente con $oprahumana fatica non $i $arebbeno potuto mouere. Fra que$ti, come ognuno $a, fu eccellenti$$imo. Archime de Siracu$ano, di cui $i legge, che con gli artificij $uoi moueua una naue da carico per una piazza, come $i $uol tirare un cauallo per la briglia: & $i $a, che il gran Marcello nell'e$pugnatione di Sira- co$a, riceuè piu danno dalle machine di lui uoltate da pochi$$imi huomini, che da tutto il numero del re$to de'$oldati, che era po$to per dife$a, & pre$idio di quella città. Et perche la$ciarono quei ualent'huomini in i$critti le ragioni della $cienza dell'opere $ue, è auenuto, che anco dopo loro $ucce$$iuamente di tempo in tempo, $i $ieno ueduti auenimenti qua$i $opranaturali, co$i ne'ritrouati di diuer$e machine appertenti a qua$i infiniti u$i, come ne gli effetti lungamente rima$i a notitia di chi gli ha uoluto uedere. Chi non</I> <p n=>42</p> <I>è sforzato (per darne qualche manife$to e$lempio) a dare fede a $i utile mae$tria, uedendo il grandi$$imo $a$$o dell'obeli$co detto la Guglia, inalzato prima $u l'alti$$ime Piramidi d'Egitto, & poi abba$$ato, & tra$portato dall'Egitto a Roma? Chi non $i maraui- glia dell'e$perienza, che uede, & tocca riu$cita a'tempi piu nuoui, con$iderando, & mi$urando la pietra tutta d'un pezzo, po$ta per cupola, & coperchio non $olamente del uacuo, ma anco della gro$- $ima muraglia della gran mole chiamata la Rotonda di Rauenna? Quindi hebbero origine gli artificij del mouere $u i Perni, $u i Ro- toli, & conle Trocchie. quindi $i cagionarono le ragioni delle statere di qua$i innumer abili $orti di martinette, di molte uiti per- petue, & tiratori di metalli: di uarie ruote, che $i chiamano De- ambulatorie; perche dentro, o $opra di loro ui camina qualche corpo mobile: delle ruote delle Carrette, delle Girelle, di diuer$e forme d'Argani, delle Lieue, delle Tanaglie, del Timone, de gli Alberi, et de'Remi delle naui, & di tanti altri i$tromenti, de'quali non $olo ragiona Ari$totele nelle $ue qui$tioni mecanice, come di co$e miracolo$e appre$$o de gli huomini, che nó $ono $cientiati; ma dopo lui Archimede in alcuni luoghi, & Herone, con molti altri eccellenti Scrittori co$i greei come latini. Li quali i$tromenti, con chiara e$perienza $i prouano hauere ine$timabile forza, dalli mol- ti effetti, che ancora in que$ti tempi ne $eguono, quando talhora i Capitani piu indu$trio$i o $pingono, & leuano facilmente ponti mobili di $mi$urato pe$o, $opra qualche acqua, od altezza di mu- raglia; o cacciano machine grandi$$ime, & graui$$ime oue piu lor piace con facilità non pen$ata; o $uellono, & rompono ferri forti$- $imi; & altre materie duri$$ime oltra al credere d'ognuno, che nó n'ha ui$ta l'e$perienza, od inte$a la ragioue. La$cio la trauaglia- ta, & moderna inuentione di leuare le gro$$e naui $ommer$e, tutte intiere dal $ondo del mare, $olamente con la proportione della na- turale leggierezza dell'aere, alla grauezza dell'acqua, & della terra: co$a in uero molto ragioneuole, di $ottili$$imo ingegno, & di incomparabile utilità; $e le ricchezze de gli huomini priuati regge$$ero alle molte $pe$e, che $arebbeno di me$tieri, quando fuor de'modelli, nell'opere grandi, con molte e$perienze, per le quali ogni hora piu $i correggono gli errori, ella $i uole$$e alla perfine ti- rare alla perfettione. La$cio anco molti altri ritrouati, che alla</I> <p n=>43</p> <I>giornata $i $coprono; fra quali è la terribili$$ima uiolenza delle mine: percioche io di$egno quanto prima, & con la chiarezza che $arà po$$ibile di uenire alla ragione dell'organo della Chiocciola.</I> <p><I>Pareua adunque da principio, che la Chiocciola ancorche gro$- $a, & lunga molto piu, ch'io non ho diui$ato di $opra, con l'aiuto d'alcuno di que$ti i$tromenti, $i fu$$e potuto mouere ageuoli$$ima- mente da ogni mediocre motore: tanto piu mouendo$i di $otto $u la punta del perno, & di $opra $ul perno fo$tenuto da non molto lungo cerchietto di bronzo: percioche è cono$ciuto, che quanto meno il pe$o tocca del corpo, in cui $i $o$tiene, tanto piu è facile a mouer$i. Onde $oleua dire Archimede, che e$$endo il mondo di forma sfe- rica, la quale non tocca il piano, $e non in un punto, po$to ch'egli fu$$e $odo, & ui $u$$e la $oglia dura $opra cui $i uolta$$e, $i $arebbe potuto mouere con non molta fatica. Et $i ueggono le campane, co- me che non habbiano l'equilibrio d'ogni intorno quale hanno le ruote, mouer$i, & girar$i con facilità grandi$$ima da mediocre motore. ne per que$to ri$petto è appo de gli huomini intendenti contra la ragione, che il gran Curione moue$$e $u i rotoli i duoi $uoi grandi$$imi Teatri, dopo che erano finiti gli atti delle $cene, per farne compiuto l'Anfiteatro: & $e i grandi$$imi triangoli delle $cene antiche, $oura i quali in tre diuer$e faccie erano dipinte le pro$pettiue delle</I> C<I>omedie, delle Tragedie, & delle Satire in bre- ui$$imo tempo da pochi huomini $i uoltauano $u i perni, & $i adag- giauano alla materia di quel poema, che allhora $i uoleua rappre- $entare. Et in uero $e la Chiocciola fu$$e tutta $oda di marmo, o di metallo; & $i moue$$e $u le punte de'perni, con pochi$$ima forza $i potrebbe girare a$$ai uelocemente; pur che non haue$$e altro mo- uimento di corpo graue dentro a $e ste$$a, contrario al giro del mo tore di fuora. ma come habbiamo detto nel primo ragionamento, l'acqua in quella a$cendendo, $cende per tanto pendio, quanto la decaduta del uerme auanza l'eleuatione: & percio è bi$ogno, che ui $ia almeno tanta forza, che ba$ti a uincere la decaduta interna di tutto quel pe$o. al quale il moto de'perni non gioua co$a alcu- na; aiutando $olamente il giro del pe$o dell'i$tromento, $enza ri- guardare la detta decaduta. nella qual co$a è facile il giudicare, che $i $ieno ingannati coloro, che $eguendo le regole di Vitruuio in formarlo, l'hanno fatto $i lungo, & gro$$o, & di capacità di tanto</I> <p n=>44</p> <I>pe$o, che non l'hanno poi potuto $uperare nella $ua interiore deca- duta, con lo i$tranio motore.</I> <p><I>Fra gli i$tromenti motiui ni$$uno $arebbe $tato al propo$ito della Chiocciola, $e non quelli che mouono in giro. le Trocchie, le Ta- naglie, & gli altri $imili, che $olamente $eruono al moto fatto per linea retta, nó cadono $otto la pre$ente con$ider atione. & $e bene quelle machine, che mouono in giro, po$$ono anco mouere a linea retta; come la martinett a lungo all'ha$ta dentata, & alcune del- l'altre ruote $ui $ubbio; non $ono pero per pigliar$i nell'occa$ione, che ci s'appre$enta, $e non in quanto rendono il moto circolare. Ora in tutte que$te $empre è auenuto, che quanto piu $i moltiplica la forza, tanto piu $i ritarda la uelocità del moto del pe$o. ne an- cor s'è ui$to con ragione, od e$perienza alcuna, che po$$a stare in- $ieme, che la forza nell'i$te$$o motore $ia a$$ai ingagliardita, & che la uelocità $ia re$tata la mede$ima nel pe$o di lui: $e di tanto alla proportione non cre$ce la uelocità, che cagiona il moto, di quá to cre$ce la forza: ilche non puo auenire con l'i$te$$o motore, & $pecialmente in quelle ruote, che hanno il moto da'corpi animati, per non e$$ere eglino potenti per mouere molto uelocemente. & $e per fare poche fu$a nelle rocchette, che mouono il pe$o, come $ono quelle, che ruotano le macine; & a$$ai denti ne'timpani, che uol- tano le rocchette, $i farà il mouimento del pe$o ueloci$$imo; $arà nece$$ario di tanto accre$cere la forza, & la uelocità del primo mo tore, di quanto $i farà piu ueloce il moto del pe$o. Habbia una rocchetta, che uolga il pe$o, diece fu$a: habbia il timpano $uo al- tri tanti denti: $ia mo$$a con una ruota maggiore fi$$a nel $ubbio del timpano. $arà mo$$a poniamo ca$o da duoi gradi di forza, con duoi gradi di uelocità, in uno i$te$$o giro: tuttauia maggiore $arà le uelocità della circonferenza della ruota piu grande. & per cio $arà bi$ogno, che il motore di quella parte $ia piu ueloce: & la ue- locità $i fa per uno accre$cimento di forze: che $e il motore uolge la ruota in tanto $patio di tempo con duoi gradi di uelocità, non la potrà mouere nella metà meno $patio, $e la forza non $i raddop- pierà. aggiungan$i poi altri tanti denti nel timpano, co'quali il pe$o faccia duoi giri, mentre che il timpano ne fa uno; allhora è ne ce$$ario o che il moto nel pe$o $ia l'i$te$$o, & quel dell'altre ruote $i ritardi a$$ai, o ui s'aggiunga altra tanta forza, la quale $eruádo</I> <p n=>45</p> <I>l'i$te$$a uelocità, che prima nel timpano, & nella ruota maggiore, oue è il motore, la raddoppi poi nel pe$o. co$i $i cono$ce, che la ue- locità $i cagiona con grandi$$imo aumento di forze; & che, data la parità in iutte le co$e, quanto cre$ce la forza, tanto $cema la zelocità nel pe$o.</I> <p><I>Imperoche que$ti effetti non accadono per altra cagione, che per lo moto delle statere, nelle quali il pe$o, che $i trcua nel raggio maggiore, quanto $arà piu lontano dal centro, che lo $o$tiene, $em- pre alla proportione $upererà $econdo il $ito quello che $i troua nel raggio minore. Ho detto $econdo il $ito, perche il cerchio, che fa il pe$o nel maggiore, quanto $arà piu lontano dal centro, occuperà piu gran giro; & la parte di lui in lunghezza di linea a quella che fa il raggio minore, $arà meno o bliqua, & andr à piu rettamente uer$o il centro del mondo: & percio hauendo il pe$o qua$i $ito ret- to, $arà di tanto piu graue, quanto egli s'allontana dall'obliquità del minor giro del raggio piu breue. il mede$imo $i dè intendere ne iraggi lunghi, che $i mouono a moto orizontale: come è $ouen- te ne gli argani, nelle uiti, & nelle martinette; nelle quali col pe$o dell'i$te$$o raggio lungo $i moue il pe$o del raggio corto: ancor che il moto di quello non $ia uer$o il centro della terra, ma piu pre$to orizontale, & talhora anco uer$o il cielo: peroche quando cio auiene, non è mai col pe$o della grauezza naturale $olamente, la quale $empre mira il centro del mondo, ma con la forza dell'anima motrice, o di qualche altra co$a, che non $ia impetuo$a per lo pe$o $olo. & que$te tali non hanno per centro altro, che il centro $opra cui $i moue il pe$o i$te$$o, $ia pure $ituato come $i uoglia: che $e piu da que$to centro s'allontana un braccio, che l'altro; minor forza, od impul$ione $i ricer ca a fare il giro; o uada uer$o il cielo, o come uien meglio per lo fine propo$lo. auenga che il luogo a cui mira la forza motrice, che non $ia naturale del pe$o, non è altro, che ogni punto di tutto il cerchio intiero fatto d'un braccio lungo, il quale punto $ia oppo$to per diametro a quello, in cui ella $i troua nell'atto del mouere: talche a que$to modo in ogni $ito $eguirà la ragione de la forza motrice, che $eguiua dal pe$o naturale nel $ito di fare il cerchio uer$o il centro del mondo. Adunque il raggio lungo delle statere con minor pe$o hauendo fatto aumento di forza per lo $ito, mouer à il raggio piu breue con maggior pe$o, & li cerchi d'ambi</I> <p n=>46</p> <I>duoi loro $i faranno in un'i$te$$o tempo; ma quello del maggiore $a- rà piu ueloce, perche piu grande è lo $patio, che haurà a pa$$are. Oltra cio, $e il braccio corto non haurà immediatamente il pe$o, ma mouerà un'altro raggio lungo d'una'altra statera nel raggio minore di cui $ia po$to il pe$o; allhora $arà come $e fu$$e allungato il raggio lungo alla prima statera. con tutto cio molto piu tardo $arà il mouimento del pe$o, & $arà bi$ogno, che il minor raggio della prima statera $i riuolga molto piu d'una uolta, prima che il $econdo habbia compito il $uo riuolgimento. onde moltiplicando$i le statere, $empre piu $i uerrebbe ad allungare il raggio maggiore della prima, & ad accre$cere la forza del motore con l'i$te$$o dia- metro del giro primiero, ritar dando$i pero $empre la uelocità del pe$o: peroche nelle statere moltiplicate a que$to modo è nece$$ario che la prima $ia ruotata molte fiate auanti che l'ultima, oue è il pe- $o, $i giri $olo una uolta. Da que$to na$ce, che gli argani, & piu le martinette, & le uiti perpetue di molti ritegni, che $i chiamano pani, $ono tardi$$ime nel moto; ne $ono utili oue $ia bi$ogno d'hone- sta uelocità. è uero, che oue conuengono, le uiti perpetue hanno que$to uantaggio, che non la$ciano $correre il pe$o dal luogo a cui l'hanno tirato una fiata, benche non ui $ia di nuouo altro $o$tegno: il che non auiene ad alcuno de gli altri i$tromenti. Per lo contrario $e i raggi uguali delle ruote moueranno raggi minori nel $ubbio de l'altre ruote maggiori, procedendo con duoi, o tre ordini a que$to modo; come $i puo uedere in tutti gli horiuoli da ruote, $i moltipli- cherà a$$ai$$imo la uelocità, & il numero de'giri nella ruota, che moue il pe$o: tuttauia la fatica del motore $arà grandi$$ima a ri$pet to del pe$o, che mouer à. Ho ui$to io una ruota, che có un giro $olo, & col mezo di $ei altre ruote era cagione, ch'un'altra, che uoltaua un leggieri$$imo pe$o, face$$e cento trentamila giri, piu ueloci, & meno, $econdo che era temperata dal ritegno di quello i$tromento, che $i chiama il tempo. Et con tale artificio era formata quella belli$$ima machina de$critta dal Giouio, che gia mandò in dono Ferdinando, allhora Re de'Romani, a Solimano Imperadore de' Turchi. Che $e bene da gli huomini, che non s'intendono d'a$tro- logia, era creduto, che dentro a quella ui fu$$ero i moti de'Pianeti alla $imilitudine di quelli del cielo, cio non era pero uero in altro, $e non che alcuna di quelle ruote finiua il $uo riuolgimento in tren-</I> <p n=>47</p> <I>ta anni come fa Saturno, alcuna in dodici come Gioue, alcuna in duoi come Marte, alcuna in uno come il Sole, & co$i dell'altre ruote alla $omiglianza de gli altri ‘Pianeti. Adunque $e il pe$o, che hanno a mouere que$ti i$tromenti fu$$e graue, m$$una molla, ancor che gagliar di$$ima; et ni$$un cótrape$o, ancor che graui$$imo loro ba$terebbe. il $ine del loro mouimento è $olamente un picciolo raggio di ferro per mo$trar l'hore, od un martelletto per $onarle. All'oppo$to, $e in que$to i$tromento il motore fu$$e oue è il pe$o, & il pe$o oue è il motore, con molto minore gagliar dezza di molla, o di contrape$o $i mouerebbe a$$ai piu graue, & difficil pondo: benche con tardità tanto maggiore che prima, quanto $arebbe bi- $ogno, che la ruota del motore fu$$e di qua$i innumer abile propor- tione piu ueloce: & all'hora l'horiuolo $arebbe in foggia d'una martinetta, & $pecialmente quel da molla, in cui non fia dfficil co- $a oprare, che la statera della molla uince$$e in lunghezza il rag- gio della prima, & piu ueloce ruota. Nel qual modo conobbi io gia, che $u fabricato quel belli$$imo i$tromento po$to al tempo del Duca France$co ultimo $opra la porta della Rocchetta del capello di Milano. con quello, qual $i uogha huomo, stando nella came- ra del Ca$tellano, chiudeua qua$i in un $ubito la porta della roc- chetta, & a poco a poco alzaua il ponte, ancor che carico di genti armate. ma e$$endo egli poi $concertato, & dato ad un ualente mae$tro che lo racconcia$$e; per la morte del Duca, & del mae$tro non è mai piu stato po$to al $uo luogo: anzi non e$$endo a pena co- no$ciuto da gli heredi del mae$tro, che nó ne $anno l'arte, $e ne gia- ce $prezzato, & tenuto in pochi$$imo conto. Ora dalle $ouradette con$iderationi appare manife$tamente quanto contra ragione fu$$e per$ua$o quel gran Principe Italiano a uolere con ine$timabile $pe- $a fabricare molini, che con la forza de'contrape$i, per $ei hore có- tinue face$$ero opera $imile a quella de glialtri molini or dinari: pe- roche nó è uero, che potendo$i cagionare dal moto d'un contrape$o, che $cenda per lo $patio di tréta, o quaranta braccia le centinaia di migliaia di giri, li quali a finir$i portino tempo di cinque, o $ei ho- re, $i po$$a poi anco fare, che il pe$o mo$$o $ia in grauezza, & in uelocità $imile ad una macina ordinaria, quando calca $ul grano. Io non credo, per le ragioni dette di$opra, che a produrre tale ef- fetto ba$ta$$ero duomila pe$i di contrape$i. & que$ta è $enza dub-</I> <p n=>48</p> <I>bio la $peciali$$ima cagione, perche in qua$i tutti li modelli piccioli gli effetti di $imili operationi rie$chino beni$$imo, & in opera reale poi facciano re$tare ingannati i loro antori, li quali non hauendo alla mano le ragioni delle proportioni del motore al pe$o, & del pe$o alla uelocità; & non $apendo la uera cagione della moltipli- catione della forza, $i per$uadono, che $i po$$ino fare co$e contra- rie, come è il moltiplicare la uelocità non accre$cendo le forze alla mi$ura del pe$o, & del corpo $opra cui $i moue. Tale era il belli$- $imo modello d'acciaio, portato gia molti anni a Venetia da uno molto ingegno$o, & ricco Tede$co; & raccomandato $enza con$i- derare piu oltra dall'Imperadore Ferdinando: percioche con una molla moueua una macina picciola d'acciaio $u i perni con mara- uiglio$a uelocità, per lo $patio di piu di tre hore; & in un $ubito caricata la molla, di nuouo per altro tanto $patio la ruotaua. non- dimeno que$ta machina non calcaua $e non col perno. onde giudi- co, che anco una macina ordinaria $i potrebbe mouere con ruote grandi, & con una molla grande alla proportione, $e non calca$$e: ma calcando, $arebbe bi$ogno fare aumento nella forza di tanto, di quanto tutto il piano della macina è maggiore, che la punta del fu$o, che la $o$tiene: ilche $e $ia po$$ibile a por$r in opera, uegganlo coloro, che alcuna fiata $i $ono dati alle reali e$perienze de gli effet- ti artificio$i. Quindi anco è auenuto ch'io non ho mai uoluto dare fede alle tante prome$$e d'Abel Fulone Cameriere del Re France- $co uecchio di Francia, fatte nel principio del trattato del $uo in- gegno$i$$imo Olometro; oue allega l'autorità del Re i$te$$o, come te$timonio di ui$ta. io ho bene $empre creduto, che in uarie inuen- tioni di piccioli modelli egli fu$$e eccellenti$$imo, & con quelli di- letta$$e a$$ai l'animo del $uo Re, il quale da natura fauöriua li uir- tuo$i; & era a$$ai inchinato, $enza e$$erne pero molto fondato ne le $cienze, come $ono qua$i tutti i Principi, a$imili artificio$i, & utili magi$teri. con tutto cio quei $uoi carri, che camina$$ero con la forza del proprio carico, & quelle circolationi perpetue delle acque morte, & altri $imili effetti, od haueuano qualche co$a ce- lata a bello studio al Re, per piu dilettarlo, o $enza dubbio alcuno non $arebbono riu$cite oue fu$$e stato bene il trarne piu pre$io uti- le, cbe piacere. & quindi è auenuto, s'io nó m'inganno, che dopo tanto tempo non $e n'è mai ui$to proua ueruna utile in alcun luogo</I> <p n=>49</p> <I>Per gli i$te$$i auertimenti ancora $i puo far giudicio della $peranza che $i deueua porre nell'organo del moto fabricato in Venetia da quello indu$trio$o, & dotto Bologne$e, di cui ho ragionato alquá- to nel precedente di$cor$o. e$$endo che una ruota dentata doueua per ogni $uo giro uoltare, almeno dodici uolte, $ei chiocciole. Ala- mane piu graui a$$ai, per la ragione gia detta, di quella ch'io ho formato di $opra: $enza pero accre$cere alla proportione la forza del motore, il qual doueua e$$ere uno, o duoi caualli con uantaggio di $olamente due braccia, o circa nel raggio lungo della statera, accioche $i face$$e il giro piu pre$to, & il mouimento delle chioc- ciole piu ueloce. $e il raggio dentato fu$$e stato la metà piu corto, & con la metà meno denti, il braccio lungo della statera haureb- be auanzato l'altro di gran parte, & la uelocità nó haurebbe fat- to tanto aumento come faceua. percio $cemando il pe$o doppiamé te, la quarta parte $olamente della forza haurebbe ba$tato, per la ragione detta. Gia l'e$perienza l'haueua mo$trato nel molino fatto $ul lido di San Nicolò, in cui que$ta i$te$$a statera co$i moderata, & tirata da duoi caualli a pena poteua uoltare con mediocre uelo- cità una macina, la quale $enza dubbio, benche calca$$e, era d'a$- $ai minor pe$o, che l'acque di quelle $ei chiocciole non erano nel pendio de'riuolgimenti loro. ma il de$iderio di fare, che la ueloci- tà $atisface$$e alla poca quantità dell'acqua leuata dalle chiocciole Alamane, diede certi$$ima occa$ione a que$to inganno.</I> <p><I>Ma per dare qualche e$$empio a maggiore chiarezza della uti- lità, & del danno, che potrebbe $eguire $e $i moue$$ero le chioccio- le con qualchuno di que$ti i$tromenti, $arà bene adducere l'u$o di quelli, che $arebbono stati piu a propo$ito. Que$te $ono le ruote chiamate deambulatorie, & $ono di quattro $orti. La prima è quella, che ordinariamente $i moue col cor$o dell'acqua, che con- tinuamente batte l'ultima circonferenza di lei: è gagliardi$$ima $opra l'altre, per la uelocità del motore; & perche non $olo ha la impul$ione col moto del corpo graue, ma l'ha uer$o il centro del mondo; concorrendoui ambedue le cagioni dette poco fa nelle ra- gioni delle statere. L'altra è $ituata nell'i$te$$o modo, $e non che il motore ui camina dentro. & perche egli è animato, & conti- nuamente a$cende, non puo e$$ere molto ueloce. tale è la ruota del pozzo maggiore di Sal$o: tale è quella che $ul Duomo di Milano</I> <foot><I>D</I></foot> <p n=>50</p> <I>alza con duoi huomini $ino alla cima della torre una Campana di trecento pe$i: & tali $ono quelle de gli Arzanà, con le quali $i traggono le galee dentro, & fuora dell'acqua; & gli altri gran- di$$imi pe$i $i mouono come $i uuole. In alcune minere d'Alama- gna per ordinario certe capre, & certi gro$$i cani le uolgono, quan do il pe$o non è de'piu graui, con facilità ine$timabile. Scriue an- co Olao Magno $crittore dell'hi$torie de'pae$i boreali, che gli or$i in Sarmatia $ono ammae$trati a uoltarle con ageuolezza incom- par abile, & con pe$i maggiori a$$ai, che non s'alzerebbono col mouimento de gli huomini. La terza ha pur anco il motore ani- mato nell'ultima circonferenza, ma l'ha di fuora, potendo e$$ere od huomo, o cauallo, o bue, od altro animale, che mentre s'affret- ta d'andare innanzi, cedendoli la ruota, rimane $empre nell'i$te$$o luogo. è de$critta dall' Agricola nella nona $igura delle machine $piritali. L'ultima non ha il pe$o del raggio maggiore $pinto qua$i rettaméte uer$o il centro del mondo come le $ouradette: piu pre$to ua qua$i orizontale, dando poco pendio al pe$o, che moue: & per cio li caualli, & i buoi, quanto $ia per la decaduta, ui po$$ono ca- minare $opra a$$ai commodamente. Vna in que$ta forma ne fu fat- ta a Barcone $ul Piacentino, & una ue n'è in Venetia a San Gio- uanni & Polo, che fa a$$ai buono effetto in girare uelocemente la macina d'un molino: tuttauia ha bi$ogno di quattro caualli, che $i mouono $i $concertatamente, $entendo$i $empre mancare il $o$tegno $otto a'piedi, che $ud ano copio$amente in breue tempo, & non po$- $ono lungamente durare: talche per la $ouerchia fatica molti$$imi ne muoiono. ne è marauiglia che cio auenga, andando il pe$o, che moue $u que$ta ruota a linea qua$i piana uer$o il centro del mondo, & non uenendo la forza dell'impul$ione de gli animali d'altronde, che da que$to poco pendio, il quale $e fu$$e maggiore non potrebbe poi e$$ere a propo$ito per li caualli, od altre be$tie $imili. Èadun- que, contra il commune parere, la meno pe rfetta di tutte le ruote deambulatorie. ne altro ha per$ua$o alcuni mathematici, & ar- chitetti a porla in u$o, che il uolere $chiffare la $pe$a de gli huomi- ni, che mouono la $econda, & la terza delle quattro dette. & tut- tauia mo$tra poi l'e$perienza, che li molti animali, che ui $ono me- $tieri, & ui muoiono, portano molto piu $pe$a, che $e fu$$e $ituata in foggia di quelle due. Que$te ultime tre adunque (po$eia che</I> <p n=>51</p> <I>della prima, oue è gran decaduta d'acqua copio$a, nó accade a du- bitarne, & fa poco al $eruigio delle no$tre Chiocciole) $ono tarde nel moto, ne po$$ono rendere uelocità nel pe$o, $e li denti del raggio corto non $ono molti, & le fu$a delle rocchette pochi$$ime: allhora ne $egue cio ch'io di$$i nell'organo di Me$$er Ale$$andro: cioè, che il braccio lungo della statera uince il breue di poco, & la forza del motore non è moltiplicata conueneuolmente, $i che ba$ti a ri$petto della uelocità, ma la uelocità nella chiocciola è di maggiore uti- lità, che altra co$a ui concorra: perche non uer$ando ella mai ac- qua $e non $i gira, quanto piu uelocemente, & con frequenza $ino ad un certo termine $i uolterà, tanto piu $pe$$o, & uelocemente uer$erà con abondanza d'acqua a$$ai maggiore. Dico $ino ad un certo termine, perche non è bene, che la uelocità $ia tanta, che nó la po$$a tolerare il pendio di dentro. altrimente l'acqua farà ri- gorgo, ne potrà alzar$i i$peditamente. Co$i, $e la chiocciola $arà tanto grande, che habbia bi$ogno di $imile i$tromento, caminerà $i tarda, che la quantità dell' acqua u$cita da una molto minore, mo$$a con hone$ta uelocità, $arà piu copio$a. Aggiunge$i che tali i$tromenti $ono di grandi$$ima $pe$a, $i per loro ste$$i, come per la stanza, che conuiene apparecchiare: ne po$$ono tra$portar$i da luogo a luogo $econdo diuer$e occorrenze, & occa$ioni, che $oglio- no intrauenire, $enza gran perdita di tempo, & di danari. anzi a$$ettandole a no$tro u$o, haurebbeno bi$ogno di continua cu$todia in tutti e tempi dell'anno, per li pericoli del fuoco, & altri $imili di$a$tri. Il mede$imo $i de intendere delle uiti perpetue, delle mar- tinelle, & di tutti gli i$tromenti, che ritardano il moto nel pe$o. fra'quali for$e uenti forme ne $ono state $igurate dal diligenti$$imo Giorgio ne' $uoi minerali: a benche anco in quelli ne $ono alcuni, che uogliono motori di straordinaria lena: come è la machina che $i fabricò alle radici del monte Melibocco, la quale era uoltata da uenti quattro caualli, entrandone otto per uolta alla fatica, per lo $patio di quattro hore: & come erano le tre ordinate l'una $opra l'altra nel monte Carpato in Schemnicio, che $i moueuano con no- uanta$ette caualli, a fine di leuare l'acqua dalle ricch<*>me mine- re, accioche per tale impedimento elle non s'abandona$$ero, come gia per l'i$te$$a cagione $u la$ciato l'utili$$imo cauamento de'me- talli in Frimbergo.</I> <foot><I>D</I> 2</foot> <p n=>52</p> <p><I>Molti i$tromenti del moto, che non $ono in u$o ordinario piccioli & grandi ho io ui$to nella Sala de' modelli di mare, che è nel pa- lazzo di San Nicolò del lido, mo$tratimi da quel famo$o Soriano, il quale hauendo accopiate in$ieme le trocchie, gli argani, & i ro- toli, & hauendo fabricato duoi nauigli di gran $pe$a, con tale ar- ti$icio, che $e bene nó $ono molto ueloci, reggono pero ad ogni gra- ui$$imo carico a ri$petto de gli altri; caua del piu cupo fondo del mare a pezzo a pezzo tutte le co$e graui, che $ono $ommer$e, & $i $ommergono alla giornata: & gia ha leuato buona parte della materia del Galeone di quella Illu$triß. Signoria, che a$fondò a gli anni pa$$ati. Co$tui è molto ualent'huomo in $imili impre$e: & ho inte$o da alcuni nobili Vmitiani, che ha anco trouato il modo, col quale le galee gro$$e (co$a utili$$ima, & non mai piu fatta) $i po- tranno mouere in mare $enza uele, & $enza uenti. & ueramente ogni ragioneuole effetto $i puo $perare da un tale huomo, il quale, come io conobbi ragionando in lungo con lui al meglio ch'io puoti, per non hauere egli punto di cognitione della lingua latina, & po- chi$$ima dell'italiana; ha letto, et inte$o la maggior parte di quelli autori Caldei, & Egittij, che non hanno $entito l'ingiurie del tem po, & da'quali gli antichi Greci tra$portarono la miglior parte de principij mathematici; in maniera, che $i po$$ono piu pre$to loda- re per hauer dato buon'ordine alle materie, che per hauerle ritro- uate, o notabilmente accre$ciute. Vidi anco molte belle inuentio- ni in $imile $oggetto in ca$a del diuino Signor Girolamo Ru$celli (felice memoria) re$tando stupefatto in cono$cere, che un'huomo in modo raro ne'precetti delle tre lingue, che $i puo meriteuolmen- te chiamare il moderno Ari$tarco, & l'antico Varone; $ia poi an- co $i eccellente nell'altre dottrine, & $pecialmente in que$te mathe matice. & fu pur anco frutto dell' ine$timabile corte$ia di quel gentili$$imo $pirito, che non mi cono$cendo a pena, $olo perche $i auide, ch'io haueua qualche gu$to di $imili co$e, mi $coper$e uolen- tieri, & liberamente alcuni ritrouati, che altri haurebbono tenuti $ecreti per trarne $econdo l'occa$ione qualche $omma di denari. Nulladimeno tutti que$ti i$tromenti nel no$tro proponimento non $arebbono di giouamento alcuno; non tanto perche $ono digrandi$- $ima $pe$a al paragone dell'utile dell' agricoltura, quanto perche ricercano buomini d'altro ingegno, & prattica, che non po$$ono</I> <p n=>53</p> <I>e$$ere in maneggiar loro, i mini$tri delle no$tre coltiuationi.</I> <p><I>Non uoglio gia per le ragioni $ouradette in tutto affermare, che non $i po$$a di nuouo proporre qualche modo, il quale con tutto che non $ia contrario a'principij della $cienza de'pe$i, po$$a dare grande aumento alla forza $enza $cemare la primiera uelocità del pondo: anzi $e la bontà d'alcuni Principi, od il commune danno, ch'io non uorrei, che per cio ne $egui$$e all'armate Chri$tiane, non mi s'opporranno, cio $i potrà col mezo mio cono$cere, come po$$i- bile, & come effetto gia con$ermato con ragioneuole e$perienza. Il che non meno $i farebbe chiaro con l'utili$$ino, & degno di $om- ma lode Aratro del molto Reuerendo Padre il P. Don Ste$ano Ca taneo Nouare$e, Monaco della Congregatione Ca$$ine$e, & hora digni$$imo. Abbate di San Proclo di Eologna: imperoche que$to rari$$imo ingegno dopo gli studi non $olamente delle $acre lettere, nelle quali con piu che mediocre cognitione della lingua latina, gre ca, & hebrea egli è con$umati$$imo (come bene ha mo$trato quan- do a nome di tutta la congregatione $ua $edeua nel Concilo di Tren to) ma di tutte le tre parti della filo$o$ia, le quali $ono con ottimi fondamenti po$$edute da lui, s'è anco pre$o hone$to piacere in fa- bricare, con l'aiuto della $cienza de'pe$i, uno artificio$o aratro, che guidato da un'huomo $olo, $enza buoi, in terreno, che non $ia trop- po $a$$o$o, farà poco meno dell'opera, che $i $uol fare con un'aratro commune tirato da un par di buoi. Io $pero che per uniuer$ale be- neficio egli porrà finalmente ogni ri$petto da canto, & lo publiche- rà in nome $uo: perche in nome di uno, o di duoi $uoi amici egli ha gia uoluto farlo; ancora che quegli huomini da bene non habbiano uoluto ue$tir $i delle penne del Pauone, & defraudare il meritato honore appre$$o di coloro, che non $ono uolgari malegni, all'amico $uo, che $i corte$emente, & $i mode$tamente $e n'ha uoluto priuare: tenendo troppo conto d'un certo ri$pettò, al mio giudicio piu au$te- ro, che non comporta la publica utilità,</I> <p><I>Con$iderando io adunque le $ouradette ragioni, giudicai, che fu$$e bene a proportionare talmente la Chiocciola, che $i fu$$e po- tuto a$$ettare con ageuolezza in ogni luogo, oue è l'acqua corr<*>te, oue è morta, oue li fiumi $cemano, & cre$cono, oue $i po$$ono rac- cogliere l'acque $orgenti, & fin almente ouunque $ia acqua di qua- lunque $orte da leuar$i. Di piu auertì, che $i pote$$e tra$portare</I> <foot><I>D</I> 3</foot> <p n=>54</p> <I>da luogo a luogo $enza $pe$a, $enza fatica, & $enza perdita di tempo: $i che anco oltra ad ogni altro commodo, dopo il tempo de l'adacquare, $i pote$$e conducere in luogo $icuro da ogni di$a$tro. & per cio ele$$i di darle un'organo del moto leggiero, & di pochi$- $ima $pe$ i in fabricarlo; mo$$o in maniera da un'huomo $olo, che la $pe$a del motore non fu$$e graue, a ri$petto dell'utile. Que$to è stato una Cigognola ritorta nella forma, che quì di$otto è figurato.</I> <fig> <p><I>Per intendere la forma di cui, conuiene $apere, che qua$i tutti i piu periti arte$ici, & $pecialmente gli Alamani, hanno $empre dato qualche piega alle cig ognole, delle quali $i $ono $eruiti per braccio lungo di statera, in alzare, & girare li pe$i: facendolo alcuna fiata per commodi tà, alcun'altra per non impedire la forza ordmaria del uette, (co$i $i potrà nominare taluolta que$to i$tro- mento con nome qua$i latino, ad imitatione de'latini, che trasfor- mando le uoci greche in con$onanza latina, u$auano con piu chia- rezza li termini della materia, che era loro alle mani) Ma que$te piegature poi $ono pa$$ate in $i grande abu$o, che un uette qua$i $em pre è giudicato di poca forza, $e non è curuo in qualche parte di lui. Et quindi è for$e anco deriuato il nome di cigognola per ec- cellenza; qua$i che que$ti uetti non $ieno buoni, $e non $ono ritorti alla $embianza del collo della Cigogna, che in molte gui$e $i $uole</I> <p n=>55</p> <I>riuolgere. Sono poi anco stati alcuni lettterati, che non facendo- ne e$perienza alcuna, n'hanno uoluto rintracciare la ragione, & hanno finalmente detto, che la piegatura rende piu lunga linea in minore diametro, & che tutta la lunghezza della linea co$i cur- ua, ha forza come $e fu$$e retta, & di$te$a: re$tando con tutto cio il giro d'a$$ai minore diametro, & di commódita ine$limabile al motore: percioche $i potrà fare una cigognola d'un mezo cerchio intiero, il quale haurà circonferenza d'un braccio, & mezo; & il diametro non $arà pero piu che circa un braccio. onde il motore che non potrebbe fare circuito di tre braccia di diametro, $e il uet- te fu$$e di$te$o, ne farà uno di due a$$ai commodamente, $aluando la forza del moto per la piegatura, come $e lo face$$e di tre. Èben uero che affermano, che nelle statere, oue il pe$o naturale opera, inchinando uer$o il centro del mondo, cio non $arebbe di molto gio uamento; & che in quel ca$o $ia bene $eguire la ragione della lun- ghezza del diametro; non hauendo riguardo alla piegatura. ma oue la forza $ola animata non $i propone altro centro, che il punto oppo$to diametralmente al luogo in cui ella $i ritroua, in tal ca$o le piegature $ono d'utilità ine$timabile: percioche dicono, che la cur- uità $empre allontana la $ucce$$ione del moto dal centro $opra cui $i moue il pe$o. Ilche $i cono$ce chiaramente, $econdo co$toro, nelle ruote, la circonferenza delle quali è $o$tenuta dalle fu$a; po$cia che hanno a$$ai piu forza, che non porta il raggio della statera, & la impul$ione dell'aere. Dalle quali ragioni stimo io, che $ieno state accettate cómunemente da ognuno tante uarie pieghe fatte in ogni $orte d'i$tromenti del moto, con tanta $icurezza, che molti hanno hauuto a dire, che con que$ta $ola uia $i puo aumentare la forza, rimouendo la tardità: in modo che $e $i $egui$$ero li precetti d'Ar- chimède nel $uo libro delle linee $piritali, in fare le cigognole, ne $eguiriano effetti marauiglio$i: percioche potendo$i fare i giri pic- cioli, non o$tante, che le statere $ieno fatte piu lunghe, & piu ga- gliarde; chi dubiterà, che non debba re$tare l'i$te$$a uelocità nel pe$o con l'aumento della forza? Ma tutte que$te imaginationi $i prouano con l'e$perienza, & con altra piu $oda ragione e$$ere sta- te mal con$iderate: imperoche molti$$ime e$perienze, che io con graue $pe$a ho fatte non poche fiate, hanno mo$trato, che quanto alla forza ordinaria le cigognole $ieno rette, o curue cadono in un</I> <foot><I>D</I> 4</foot> <p n=>56</p> <I>mede$imo; & che $empre la mi$ura della forza $i piglia dal punto in cul $i troua il motore, al punto, che per linea retta uà al centro del pe$o: ne piu, ne meno come $e il uette fu$$e tutto retto dal cen- tro $ino a quel punto, & come $e $i moue$$e col pe$o naturale uer$o il centro del mondo. Oltra di que$to, il douer uuole, che $e il uette per una par te di lui s'allontana dal centro del pe$o (que$ta è ragio ne, che conuince del tutto) & per l'altra s'auicina, tanto perda di forza per la parte, che s'auicina, quanto n'acqui$ta per quella, che s'allo itana, alla proportione: & per l'oppo$ta ragione perda a quella per cui acqui$ta. ne la ragione delle ruote puo tanto, che la forza loro, quando è maggiore, che non importa la lunghezza del raggio, non $i debba tutta tirare dall'impul$ione, & dal moui- mento dell'aere. anzi $i uede, che con l'i$te$$a gagliardezza mo- uerà un'huomo pian piano, $enza impul$ione d'aere, una ruota di raggi, tolta uia la circonferenza continua, come $e ui fu$$e l'i$te$$a circon$erenza, la quale non pa$$a$$e la lunghezza de'raggi.</I> <p><I>Io m'aueggo, che in tali $oggetti $arebbe bene hauere l'arte del dire di Mercurio, il quale fu adorato da gli antichi per lo Iddio dell'eloquenza piu pre$to perche con le $ole parole, $enza ge$ti, & $enza figure $i faceua intendere chiaramente da ognuno, in qua- lunque o$cura materia egli ragiona$$e, che per altra cagione. pure non potendo e$$ere quì hora l'eloquenza di quello Iddio, & $pecial- mente con meco, che tanto $olamente m'arrogo d'heuerne acqui- $tato, quanto ba$ta a fare cono$cere, anco con mediocre fatica, la- uerità delle co$e, ch'io tratto: non fia for$e male, ch'io de$criua al- cune figure delle piu importanti; nelle quali con $uo non prima pé- $ato danno, molti per altro ualent'huomini hanno pre$o granchi di non leggiera con$ideratione. Ilche io farò tanto piu uolentieri, quanto non ui e$$endo $in'ad hora stato alcuno de gli autori latini, od altra lingua, che n'habbia $critto particolarmente; $on $icuro, ch'io $chifferò nell'auenire a chi leggerà attentamente que$ti pochi $eritti, molti trauagli, & non poche $pe$e, $e mai prende$$e lui de- $io d'occupar$i nell'operationi di que$ti ingegno$i ritrouati. che ue- ramente $i dolce è il uedere na$cere qualche bello effetto, & cono- $cerne la cagione in $imili magi$teri, che pochi$on coloro, che pur una uolta n'habbiano $entito l'odore, che non ghiribizzino molte uolte da $e ste$$i per dar fine a qualcheduna delle molte imagina-</I> <p n=>57</p> <I>tioni di uarij effetti utili, & come a prima giunta $i mo$trano a$$ai riu$<*>li, che loro $i uolgono per la fanta$ia. ma tutta uia que$ti pen$ieri, $e nó $ono in capo d'huomo piu che mediocremente $cien- tiato; & come dice Galeno, che e$$endo da natura prudente, gia habbia con lungo tempo, & grande studio fatto molte $icure pro- ue; per la maggior parte rie$cono $allaci: non $enza uergogna, & danno notabile dell'autore $uo, s'egli nó $arà in maniera agiato de' beni della fortuna, che po$$a $penderne una parte $enza pregiudi- cio dell'economica, in que$ti hone$ti, & anco quando c'ingannano lodeuoli piaceri. imperoche tante cagioni di tutti quattro i gene- ri, & di tutti gli i$tromenti, & mezi, con tante proportioni di gradi, talhora ui concorrono; che $e bene non deue e$$er tenuta per ignoranza gro$$a quella che nelle primiere operationi impedi$ce gli e$$etti de$iderati; quella tuttauia di coloro, che $i per$uadono d'e$- $ere quanto $i conuiene ammae$trati nell'arti, che ui bi$ognano, & non $ono, non merita e$cu$atione alcuna.</I> <p><I>In duoi ca$i adunque puo e$$ere di giouamento la piegatura delle cigog nole: uno è quando il $ito del motore animato lui produce piu forza una uolta, che l'altra: & que$ta $i dee piu pre$to chiamare comm odità. L'altra è quando $enza la piegatura il moto in una parte di lui $i rende difficili$$imo, & qua$i impo$$ibile: & que$to è quando il motore moue con qualche mezo. La figura della prima è$econdo il uette d'alcune martinette tede$che, & è que$ta.</I> <fig> <p n=>58</p> <p><I>Rella quale $i uede, che per l<*>piegatura la parte del moto piu fa- tico$a $i farà finire con la mano alquanto rimota dal petto, oue ella ba maggior forza, che quando è lui troppo uicina. L'altra figu- ra della $econda è la $eguente: u$ata $pecialmente nel mouimento delle ruote, che $i uoltano co'piedi, o che col uette moueno altre co$e</I> <fig> <I>Nella quale $e la corda fu$$e appe$a ad un uette diritto, & tira$$e perpendicolarmente come $a, non $olo non mouerebbe, ma talhora $arebbe cagione, che la ruota $i ferma$$e, & re$ta$$e immobile: per cioche tirando la corda il uette in $e ste$$o uer$o il $uo centro, non potrebbe cedere alla forza motiua, mentre che per l'impul$ione del mouimento primo, non pa$$a$$e la linea perpendicolare: & pa$$ata che l'haue$$e, non tirerebbe con la forza della mi$ura di tutto il uette: perche $empre il principio del moto della corda $a- rebbe piu uicino al centro, che all'e$tremità del uette. Dal che $i puo comprendere quanto errino coloro, che fanno que$ti uetti, che non s'allontanano tanto per la curuità loro dal centro uer$o i lati, quanto l'e$tremità è lontana dall'i$te$$o a linea dritta: & $ono nel modo della figura, che $egue, o $imile.</I> <p n=>59</p> <fig> <p><I>In ogni altro ca$o le piegature $ono $ouerchie, & di $peranza in tutto uana. Primieramente quel tanto lodato nelle uitil perpetue, & ne'tir atori da metalli; non merita la lode, che piu ragioneuol- mente $i deurebbe dare al raggio corto, che moue il pe$o, od alla moltiplicatione delle statere. Èque$to.</I> <fig> <p><I>Faccia$i adunque un cerchio dal centro al mezo della piegatu- ra: faccia$ene un'altro dal centro all'e$tremità del uette: Non $i trouerà per la ragione del diametro del circolo, che il diametro,</I> <p n=>60</p> <I>che dà la $orza al moto, $i $ia allungato ne anco un punto. Dopo que$to è il mezo cerchio, adoprato $ouente in Alemagna, nelle machine hidranlice da pi$telli.</I> <fig> <p><I>Nel mezo della piegatura egli $i rimoue dal cétro per la metà, nel fine nó ha piu uátaggio nel giro come $e fu$$e diametro retto. Vn'al- tro ue n'è qua$i in forma del pletro della lira, a cui donaua il uanto di forza M. Ce$are Buonaca$a architetto di gran riputatione aben che piu pre$to doueua darlo alla proportione del pe$o alle statere.</I> <fig> <p n=>61</p> <p><I>Se bene que$to uette par che habbia uantaggio nella parte della statera nel punto.</I> A. <I>$ino alla piegatura nel punto. B. lo perde pero per l'altra parte, che $e gli oppone dal punto. B. $ino al punto. C. che è nel centro. Di piu con un'altro molto stauagante un'Archi- tetto France$e $i pen$ò di potere moltiplicare la forza nel moto de' remi delle galee, & $i trouò ingannato.</I> <fig> <p><I>Perche il riuolgimento, che è nel punto.</I> A. <I>non cre$ce piu di quello, che è nel punto. B. & nel punto. C. & è $uperato da quella, che è nel punto. D. il quale ha tutta la forza, come $e fu$$e retto. Alla qual co$a uolendo fare prouedimento il Fulone ne formò un' altro in que$to modo.</I> <p n=>62</p> <fig> <p><I>Egli ha tutta la forza nel punto.</I> A. <I>il punto. B. & il punto. C. $ouerchi, per che $ono pari in di$tanza. Il punto. D. non $olamente non aggiunge forza, ma leua la gia acqui$tata: perche s'auicina piu al centro: & co$i il prouedimento fu uano. Nell' errore di auicinare la uirtù motrice con l'e$tremità del uette al centro, in- cor$e quel grand'huomo, che gia prome$$e di uoler fare quei $i fa- cili molini a gli Anconitani, de'quali $i pen$auano poi $eruir$i gli Rauennati, poi che furono accordati con l'Illu$tri$$imo Cardinale di Sant' Angelo, che $i rouina$$ero le macine edificate $ul fiume, dal quale ne $eguiua danno$i$$imo diluuio alle loro campagne. Haueua que$to letterato, & indu$trio$o huomo fatto duoi uetti lun ghi, ritorti, & fi$$i nel $ubbio del timpano dentato; uno oppo$to all'altro per cagione dell'equilibrio. all'e$tremità di que$ti attac- caua una catena, la quale giungeua qua$i al centro; & era girata da due alette picciole, mo$$e da duoi altri uetti $imili, tirati pur anch'e$$i da un'altra catena, uoltata da altre due picciole ale, & finalmente mo$$a da un uette ordinario. Il uette lungo era in que- sto modo.</I> <p n=>63</p> <fig> <p><I>Nel quale $e la catena tira$$e $enza auicinar$i mai piu al cen- tro di quello, che è l'e$tremità di lui, gagliardi$$ima ueramente fa- rebbe la forza, per la lunghezza del $uo diametro. ma e$$endo nece$$ario, che s'auicini $e $i dè mouere dalle due ale, tanto il uet- te perde della forza gia acqui$tata, quanto la catena s'appropin- qua al centro. Ho inte$o che il ualent'buomo ne fece la proua pri- ma che ne ragiona$$e con al cuno, in uno edificio grande come ha- ueua ad e$$ere in effetto, in cui tuttauia la macina non calcaua: & perche li riu$cì come haueua de$iderato, & con facilità ine$tima- bile, non $i curò di prouare nella macina, che calca$$e. Ilche credo che aueni$$e perche la ragione uera di tirare il uette nell'e$tremità $ua l'haueua $i per$ua$o, che non con$iderò l'oppo$ta; cioè, che la forza del motore nell'alette, era uicina al centro. Vn$imile er- rore pre$e il diuino Michel' Angelo Buonaruoti, quando era gio- uane, & pen$aua di uoltare la mal formata chiocciola di Vitruuio (che que$to diuino $pirito fu piu uolte in humore di uolerlariduce- re alla perfettione: & for$e, $e non fu$$e stato diuertito da molte altre impre$e, l'haurebbe fatto: percioche l'Eccellenza dell'Illu- $tri$$imo Signore il Duca no$tro mi di$$e gia, che n'haueua ui$to una</I> <p n=>64</p> <I>fabricata da lui gia uecchio, a$$ai grande; la quale $e $i fu$$e potut<*> mouere un poco meglio, uer$aua gran quantità d'acqua ad hone$ta altezza) con una lieua, che haue$$e il braccio corto fi$$o nel uette a que$to modo.</I> <fig> <p><I>La lieua era in uero fatta con gran ragione, & approuata dal- l'u$o de'Mo$couiti: li quali, come ce ne mo$tra la figura Olao Ma- gno nell'Hi$torie de'popoli $ettentrionali: con una $i fatta lieua mo$$a in giro, uoltano uelocemente ruote grandi$$ime, & graui, con le quali purgano, & lauano li metalli nell'acque; & co$i stá- do di$tanti col braccio lungo della lieua, hanno forza grandi$$ima, & non $i bagnano per lo $pruzzar dell'acqua, come farebbono $e il uette $econdo l'u$o ordinario fu$$e uicino alla ruota. ma nella ci- gognola non s'auide $e non dopo il fatto, che il raggio, che s'ap- pre$$a al centro, ruba qua$i tutta la lena al re$to del uette: & è ne piu ne meno, come $e la lieua fu$$e fi$$a in un uette lungo tanto quá- to è dal centro al punto oue ella è fi$$a. Veramente $e que$to i$tro- mento fu$$e caduto bene a quel ualent'huomo, $arebbe stato il piu gagliardo, & facile per mouere in giro, fra quanti $ono mai stato cono$ciuti. auenga che con il uette $i poteua dare al pe$o quanto raggio lungo s'haue$$e uoluto, & con la lieua $i $uperaua almeno di $ei parti il raggio breue. Talche un'huomo $olo $aluando l'i$te$- $a uelocità, & non facendo con le braccia maggior giro di quel che</I> <p n=>65</p> <I>$i $oglia ordinariamente da ognuno, haurebbe oprato almeno per la forza d'altri diece. tutto l'inganno fu nella piegatura: di cui $i po$$ono dare due certi$$ime regole: vna quando $i con$idera la for- za in un raggio $olo; & è che tanto $empre acqui$ta di forza il uette, quanto l'e$tremità di lui, in cui è il motore od animato, od innanimato, s'allontana dal centro: non hauendo riguardo a tutte le parti, ancor che $u$$ero o piu rimote, o piu propinque. l'altra, quando $i con$idera la forza in duoi raggi; & è che la piegatura dell'uno non nuoce alla forza dell'altro, $e nó quanto l'e$tremitati $i ritrouano rimote dal punto $opra cui $i moue la statera. & con que$ta $econda $i portano molte commodità a'motori, per alzare piu alto $enza di$cómodar$i, che nó $i farebbe con la statera retta, & per mouere diuer$e co$e, & diuer$amente con un moto $olo. Delle quali, perche hora non fanno al propo$ito della Chiocciola no $tra, non è bene, che $e ne dica altro. Vno eccellente Architetto Napoletano, che $i chiamaua il Gaietta, pen$ò di fuggire il gran- chio di Michel'angelo, & inciampò in un'altro di gran lunga peg- giore. Formò il uette in $imil figura.</I> <fig> <p><I>Ciudicando con que$to riuolgimento di raddoppiare la lena: per- che il raggio non s'appre$$aua al centro per uia diametrale. Ma il Filandro nell' Academia di Roma, allhora che a per$ua$ione di</I> <foot><I>E</I></foot> <p n=>66</p> <I>Me$$er Claudio Tolomei quelli huomini dotti$$imi $i diedero a cor- reggere, & illu$trare l'opera di Vitruuio lungamente giaciuta nel- le tenebre, col compa$$o in mano fece lui cono$cere, che que$to uet- te ha maggior forza, che qualunque de gli altri communi; ne ha- uerebbe giouato in altro, che in tenere $i$$a la lieua col perno della Chiocciola. imperoche facendo$i il cerchio nella $ua piegatura, haurà di diametro, poniamo ca$o, un braccio; facendo$i nell'e$tre- mità, non ne haurà ne anco due oncie; & tanto gietta per una li- nea, quanto guadagna per l'altra; $e non che una $i troua lontana alquanto dall'altra: & da que$ta di$tanza $olamente $i piglia la ragione della forza. Ne gioua che ui $ia di$ferenza, per co$i di- re, dal moto impul$iuo, al moto attratiuo; perche nell'attratione, od impul$ione fatta uer$o la piegatura, la forza è l'i$te$$a, uolendo mouere in giro. non $arebbe gia co$i $e $i uole$$e mouere a moto retto: perche nel giro il punto $olamente, oue è il motore, lauora; facendo il cerchio col diametro, che egli ha dal $uo centro. Alla di$ferenza de'moti perche non hanno hauuto l'occhio molti per al- tro galant'huomini, $ono $drucciolati molte uolte, quanto $ia per que$te inuentioni, dalla $ua primiera riputatione.</I> <p><I>Ba$tino per hora que$ti e$$empi, de'quali habbiamo diui$ato $in quì, li quali $enza dubbio $aranno di grande utilità per i$chiffare molti errori, ne'quali tutto dì $i $cuopre, che alcuni belli ingegni $ogliono incorrere. Et po$cia che a ba$tanza habbiamo trattato di que$to argomento per intendere la forza del no$tro uette; tornando al propo$ito di lui, dico che la piegatura in quello non gioua $e non alla commodità del motore, & in tanto ageuola il moto, quanto cagiona l'equilibrio nel pe$o di $e ste$$o.</I> <p n=>67</p> <fig> <p><I>Tutto cio che è dal punto.</I> A. <I>$ino al punto. B. è$ouerchio, quanto $ia per la forza, che uiene dalla natura del uette: per che la parte, che è dal punto. B. al punto. C. $e gli oppone con uguale potenza. Voglio dire, che facendo$i il cerchio nel punto. B. $arà uinto in dia- metro da quello, che $arà fatto nel punto. D. & dal grado di tal uittoria na$ce tutta la forza. Ma perche quando il motore ha mandato l'e$tremità del uette uer$o il centro del'mondo, e$$endo il uette in$ieme col manico $uo, graue di circa trenta libre, è poi bi- $ogno, che $ia alzato un'altrà uolta con piu fatica di molto (all'in giu il uette ui corre có moto naturale, & all'in $u bi$ogna tirarlo) percio è stato utili$$imo aggiungerui quella parte, circuendo dal punto.</I> A. <I>$ino al punto. C. po$cia che in tal maniera s' è fatto l'equi- librio, & la parte aggiunta con la $ua grauezza leua l'altra: di modo che in ogni giro $i $ottragge fatica al motore di alzare tren- ta libre di pe$o, o circa, all'altezza di due braccia: la qual fatica $ola $arebbe atta a $neruare in breui$$imo tempo ogni gran lena di huomo. $enza che douendo$i alzare que$to pe$o, quando le mani $ono piu uicine al petto, nel qual $ito $i $ente (& $i potrebbe anco prouare con ragione parte medicinale, & parte mathematica) che la uirtù loro manca a$$ai, è stato molto commodo lo $cemare il pe$o con l'equilibrio. abenche di tale equilibrio ne dirò anco qualche co$a fra poco, di$correndo $opra la statera del Tartaglia,</I> <foot><I>E</I> 2</foot> <p n=>68</p> <I>trala$ciata da Ari$totele. Ora con que$to uette l'huomo ha un braccio di raggio lungo, & non e$$endo la Chiocciola nel $uo pe$o piu che ott'oncie gro$$a, il raggio corto del pondo che comincia nel mezo del perno $arà di quattr'oncie, $i che il uette uincerà di due parti, & un'huomo haurà forza di tre, $e fu$$ero col uette di pare raggio.</I> <p><I>Si potrà dunque porre que$ta Chiocciola in qualunque luogo $i uoglia, che $empre un'huomo di mediocre lena alzerà dodici oncie d'acqua continua, & con maggior cor$o dell'ordinario, all'altez- za di circa $ette braccia. Ne la $pe$a del mantenere il motore $a- rà tanta, che l'utile dell'acqua non pa$$i di gran lunga ogni danno. Ilche chiaramente $i mo$trerà nel terzo di$cor$o. Se l'altezza de la ripa non $arà piu che $ette braccia, $i fara un moto $olo nella fog- gia, che nella prima delle due $eguenti figure $i contiene, $egnata per numero di</I> 69. <I>& per regi$tro di E</I> 3. <HEAD>Dichiaratione della prim a delle due $eguenti figure.</HEAD> <p><I>A. Il uette.</I> <p><I>B. Acqua, che s'alza.</I> <p><I>C. Acqua, che rie$ce.</I> <p><I>D. Linea della eleuatione di $ette braccia, & mezo.</I> <p><I>E. Chiocciola lunga tredici braccia, gro$$a circa noue oncie.</I> <p><I>F. Perno di $opra lungo fuor della Chiocciola un braccio, o circa.</I> <p><I>G. Canale, che riceue l'acqua, & la porta uia.</I> <p><I>Se l'altezza della ripa pa$$erà dalle $ette braccia $ino alle tre- dici, o circa, $i faranno duoi moti: & allhora $i perde d'altezza quanto importa la profondità del ua$o, che porge l'acqua al $econ- do ordine, che $arà circa un braccio $olamente: & $econdo Vi- truuio, come habbiamo dichiarato di $opra, $arebbe in tanta al- tezza piu di quattro. La figura è quella $econda delle due che $e- guono, $egnata per numero</I> 70. <I>& per regi$tro E</I> 4. <p n=>69</p> <fig> <foot><I>E</I> 3</foot> <p n=>70</p> <fig> <foot><I>E</I> 4</foot> <p n=>71</p> <HEAD>Dichiaratione della $econda figura delle due precedenti.</HEAD> <p><I>A. Acqua, che s'alza.</I> <p><I>B. Linea di $ette braccia, & mezo della prima eleuatione.</I> <p><I>C. Linea di altre $ette braccia, & mezo della $econda eleuatione<*> ma$e ne perde un braccio nella prima, per l'altezza del ca- nale di legno.</I> <p><I>D. Canale di legno, che riceue l'acqua dal primo ordine, & la porge al $econdo.</I> <p><I>E. Canale, che uni$ce l'acqua, & la mena uia.</I> <p><I>F. Chiocciola lunga tredict braccia, gro$$a circanoue oncie.</I> <p><I>G. So$tegni del primo ordine fi$$i nel canale di legno.</I> <p><I>Si uede, che ognuno di que$ti pezzi è mobile, & $i puo tra$por- tare ouunque $i uuole.</I> <p><I>Si fa anco $apere, che in tutte que$te figure s'è hauuto poca cura per tirarle in pro$pettiua, facendo li $corzi, & l'ombre, $econdo l'arte: percioche co$i figurando non $i $arebbe potuto hauer la mi- $ura giu$ta delle parti: anzi molte co$e, che $econdo la ragione di pro$pettiua non $arebbono ui$te, $i $ono qua$i di$egnate al contra- rio, accioche $i $coprano.</I> <p><I>Ma $e qualchuno non $i curer à di fare maggiore i$pe$a per una $iata, & uorr à fabricare uno edificio stabile, cu$todito continua- mente per gli pericoli, che po$$ono accadere; $i potr à $eruire della statera del molino edificato nel lido di San Nicolò: perche in uero è tale, che non moltiplicando$i piu la uelocit à delle chiocciole, che quando elle $on mo$$e da huomini, un cauallo ne potr à mouere tre a$$ai commod amente: pur che il raggio della lieua, a cui $i lega il cauallo, $ia proportionato di forza al timpano dentato, & alle fu- $a delle rocchette. Sieno adunque le rocchette di otto fu$a in dia- metro di circa mezo braccio: $ia il timpano dentato di quaranta denti, in diametro di due braccia: $ia la lieua tirata dal cauallo circa cinque braccia: ella uincer à di quattro parti il $emidiame- tro, cioè, il raggio del timpano, & $ar à anco aiutata alquanto</I> <foot><I>E</I> 5</foot> <p n=>72</p> <I>dalla lieua della rocchetta. Et perche il giro del cauallo $ara di circa trent'un braccio; & quel dell'huomo fatto col uette, che è un braccio, non è $e non poco piu di $ei braccia, il cauallo uincer à di circa cinque parti: & tante a punto $ono le uolte, che fanno le Chiocciole in un giro del cauallo: perche l'otto delle fu$a entra cin- que uolte nel quaráta de'denti, $iche la uelocit à $ar à qua$i l'i$te$$a: auengache per ogni $ei braccia del giro del cauallo, la Chiocciola $i uolter à una uolta, come $i uoltaua una uolta nelle $ei braccia del giro dell'huomo; $pecialmente $e $i computer à, che il cauallo per ordinario puo hauere moto alquanto piu ueloce, che il giro dell'huo no. La forza anco, $upponendo che il cauallo n'habbia per tre buomini, quando ui fu$$e parit à in ogni parte, ba$ter à a$$ai bene: perche le Chiocciole $imilmente $ono tre, & la statera del cauallo, in$ieme con quella della rocchetta, uince di quanto ba$ta; cioè, di piu di due parti di piu. Se la liena del cauallo $ar à piu lunga, il moto $ar à piu facile, quanto al pe$o; ma bi$ogner à, uolendo $alua- re la uelocit à nel pe$o, che il cauallo s'affretti piu in caminare; per che far à piu gran giro, ne for$e meno s'affaticher à per la fretta cõ men graue pe$o, che con poco piu graue, hauendo pa$$o alquanto piu tardo. Se il timpano $i far à di piu denti, in$ieme con la state- ra lung a del cauallo, per $aluare l'i$te$$a uelocit à, & leuare la fret- ta al motore, l'effetto riu$cir à in un mede$imo con quel di $opra, ch'io ho lodato. tuttauia $i far à piu $pe$a nella machina, & occu- pera$i piu grande $patio fuor di propo$ito. Se la lieua non $ar à piu lunga della $ouradetta, & il timpano haur à piu denti, cioè, cin- quanta, o $e$$anta; allhora quanto $i uorrebbe, che cre$ce$$e la ue- locit à, tanto $i rende difficile il moto al cauallo; $i per lo raggio del pe$o, che $i fa piu lungo allargando$i il timpano dentato, $i per la forza, che non aumenta alla proportione della uelocit à: ne è la peggiore statera di que$ta, nella quale il cauallo a pena con gran- di$$ima fatica $i potr à mouere. Faccia$i adunqne que$to i$tromento con la $immetria, che s'è detto poco ha.</I> <p><I>Quiui $arebbe tempo opportuno di di$correre $e i gradi o della forza, o del pe$o, o delle qualit à naturali aggiunti in$ieme $i mol- tiplicano alla proportione <*> come $e ad un grado di freddo ui $e n'ag giunga un'altro grado pare, $e la forza d'ambiduoi in$ieme $ar à doppia in operatione a ri$petto d'ognuno di loro, & co$i di molte</I> <p n=>73</p> <I>altre piu dubbio$e proportioni. & certo il $aper$i di que$ta mate- ria è molto nece$$ario a tutte l'arti, che hanno il $uo fine nell'opera- tioni. ma perche io non $criuo que$ti di$cor$i pen$ando, che gli huomini $cientiati ui debbano porre molto studio, ma $olamente ho loro raccolto qua$i alla sfuggita, per mo$trar l'u$o della Chioc- ciola, il quale $eguir à piu dall'e$perienza, che da altro; io trala- $cierò per hora di ragionarne: tanto piu che con uie piu nece$$aria, & importante occa$ione n'ho gia $critto (s'io non m'inganno) quá to $i conuiene in altri libri latini, che io ho ancora per le mani, di alcune materie medicinali; & $pecialmente di molte appertenenti alle $ublimationi: imperoche la proportione di que$ti gradi a Me- dici $pecialmente (benche pochi $e ne curino) è cagione di far riu- $cire effetti alcuna $iata pe$$imi nelle compo$itioni de'medicamenti, & nell'altre co$e, che $i generano dalla mi$tione delle qualitati ele- mentari. & il mede$imo auiene nell'operationi di qua$i tutte l'al- tre arti. Il Monte, & il Fraca$torio ambiduoi Verone$i, quello nel $uo libro de'medicamenti, & que$ti nel trattato de'morbi con- tagio$i, accennarono di uoler ri$oluere que$to $oggetto trala$ciato, od almeno non trattato quanto $i conuiene da Galeno, & da tutti gli altri buoni Scrittori antichi; & non lo compirono di fare per le molte occupationi, & per la morte, che loro s'interpo$e. Io $ono gia tanto auanti nell'i$te$$a fatica, ch'io $pero, $e il Signor I</I>DDIO <I>mi conceder à $olamente la met à di quegli anni, che per lo cor$o na- turale $i po$$ono promettere alla mia temperatura, ancorche de- bole, di fare in modo, che $e non perfettamente, almeno con gran- de utilit à de gli studio$i $ar à per me trattato que$to utili$$imo ar- gomento. Hora torniamo all'organo del moto da u$ar$i col caual- lo, la figura di cui è la $eguente.</I> <foot><I>E</I> 6</foot> <p n=>74</p> <p><I>A. Chiocciole di tredici braccia di lungbezza, $ituate $econdo la $ua giu$ta eleuatione.</I> <p><I>B. Rocchette fi$$e in un palo orizontale, che con un uette fi$$o nella Cigognola delle Chiocciole danno loro il mouimento.</I> <p><I>C. Subbio dritto uer$o il cielo, che $i gira di $otto $opra un perno apuntato, & di $opra dentro ad un cerchietto di bronzo.</I> <p><I>D. Timpano dentato.</I> <p><I>E. Lieua a cui s'attac ca il cauallo.</I> <p><I>F. Ruota per ageuolare il moto con l'impul$ione dell'aere.</I> <p><I>G. Canale, che riceue l'acqua.</I> <p n=>75</p> <fig> <pb> <fig> <foot><I>E</I> 7</foot> <p n=>76</p> <p><I>Nondimeno e$$orto tutti quelli, che $ono per $eruir$i della Chioc- ciola, che piu pre$to la facciano uoltare da gli huomini col uette $ouradetto, che da'caualli con timpani dentati: percioche oltra che la fabrica $i far à con minor $pe$a, & $i potr à portare in diuer$i luoghi $econdo il bi$ogno, non hauendo$i cagione di farla cu$todire <*>utto l'anno; $i potr à anco alzare l'acqua con doppio ordine, come s'è figurato di $opra: il che malageuolmente $i potrebbe $are con caualli, & $i $chiffer à il danno grande, che potrebbe molte uolte $eguire, $e rompendo$i un dente nel timpano, od un fu$o nelle roc- chette, $i dimora$$e buon $patio di tempo $enza poter cauar acqua, quando piu ne fu$$e il di$aggio. che certo que$ti i$tr om&etilde;ti da ruote, da denti, & da fu$a hanno qua$i $empre bi$ogno di buoni mae$tri, che loro tengono agiu$tati, & racconciati; altrimenti $i fermano $ouente $enza poter lauorare: talche e$$endo $oportabile la $pe$a de gli huomini (come $i mo$trer à nel terzo ragionamento) a ri$petto del guadagno, & riu$cendo con piu commodit à, con piu facilit à, e<*> piu $icuramente non po$$o $e non ragioneuolmente con$igliare, che ella s'anteponga a qualunque artificio di quelle ruote dentate.</I> <p><I>Re$ta hora, che io breuemente ragioni alquanto circa due altre conditioni utili alla Chiocciola. una è, di darle il moto quando $<*> uolta da gli huomini un poco piu facile, che non è detto di $opra. l'altra è di $egnare un luogo $ul Piacentino, oue a$$ai ageuolmente ella $i protrebbe mouere col cor$o del fiume: & il mede$imo $i fa- rebbe ne gli altri fiumi quando le circo$tanze fu$$ero l'i$te$$e. Quã to alla prima è da $apere, che Nicolò Tartaglia ne'$uoi que$iti, & anco nel trattato de'pe$i, rintracciò una ragione a$$ai buona, di cui non ne di$$e parola alcuna Ari$totele nelle qui$tioni delle statere, con la quale egli prouò, che una statera di pare raggio, & uguale pe$o nell'e$tremit à de'raggi, ancorche $ia uoltata in mille parti, ri- torner à $empre da $e ste$$a, $e co$a alcuna non la sforza, al giu$ti$- $imo equilibrio: imperoche in qualunque altro $ito fuora del perp&etilde; dicolare, & dell'equilibrio $ar à po$to il pe$o piu eleuato di que$ta statera, $empre haur à $otto di $e lo $patio piu retto, per cui haur à a pa$$are: & percio $ar à $empre piu graue $econdo il $ito, $inche $i troui nell'equilibrio; oue è sforzato a fermar$i ritrouando$i ambi- doi li pe$i in ogni co$a uguali, et per la natura della $ua piu propria grauezza, & per la conditione del $ito. Da que$ta ragione hanno</I> <p n=>77</p> <I>cauato alcuni, che $ia bene, uolendo$i mouere un pe$o in giro a porli $opra almeno due di que$te statere incrocciate ad angoli retti, con quattro palle di pe$o uguale, una per ogni e$tremit à: perche dicono che sforzãdo$i que$ti pe$i tornar $empre all'equilibrio, & e$$endo- uene $empre uno ($e non in quel breui$$imo $patio ch'egli è nella li- nea perpendicolare) che re$ta di $opra inchinato all'equilibrio, le $tatere qua$i da $e $te$$e, o có poco aiuto uoltano il pe$o in giro $opra cui $on fi$$e. Quando il pe$o s'haue$$e a mouere per mezo giro $o- lamente, que$ta ragione $arebbe uera anco con una $tatera $ola; ma douendo$i mouere per un giro intiero, la palla, che nel mezo giro è $tata in fauore nell'altro mezo s'oppone altrotanto per hauer $ito contrario. & benche $ia aiutato dall'altro pe$o dell'altra statera, che $cende, il guadagno nó è maggior della perdita; & quanto $ia per que$ta ragione tanto uiene a punto come $e non ui fu$$ero ne $ta tere, ne palle: $iche que$t'opera è in tutto $ouerchia. L'impul$ione dell'aere fatta con forza d'un corpo graue puo bene aiutare alquã to; percioche l'aere di $opra dal pe$o ba$$o, $pinta dal pe$o alto cac- cia il pe$o ba$$o, a cui per la $ua grauezza l'aere $otto di lui cede a$$ai; tanto piu quando ha incominciato a circolare, & ad ondeg- giare nel modo, che in$egnano i Filo$o$i, & $pecialmente Auerrois (perche in que$ta cagione è di$cordia fra Platone, & Ari$totele) di$putando $opra il moto della naue nel fiume, & della $aetta nell' aere. Piu continuo tuttauia farebbe il circolare, & l'ondeggiare dell'aere, $e il corpo mo$$o non u$ci$$e mai dell i$te$$o luogo: come auene nelle ruote giu$te, & cõtinue per ogni parte di loro: nel mo to delle quali l'aere nó rende fatica mentre che $i taglia, ne la uelo- cit à $i ritarda per dar tempo all'aere, che entri nel luogo del corpo mo$$o; accioche o non $i dia il uacuo, od il moto in un'i$tante: dal- che auiene che quanto piu i raggi delle ruote Jono acuti in ambidoi i lati in forma di rombo, tanto meno impedi$cono. Et quádo alcuni hanno detto che nelle ruote da'raggi l'aere, che è nel mezo di loro gira come $e fu$$e un corpo cótinuo, que$to $i puo for$e ueri$icare nel le ruote che $i mouono $u i perni fermi, che $opra gli a$$i mobili nõ $arebbe uero. Meglio adunque uerrebbe $e $i cópone$$e una ruota a cui la Chiocciola fu$$e $o$tegno, & ambedue $i gira$$ero $u i perni mede$imi, la quale nella no$tra Chiocciola potrebbe e$$ert di $ei braccia di diametro, nel modo figurato quì appre$$o.</I> <p n=>78</p> <fig> <p n=>79</p> <p><I>A. Chiocciola di tredici braccia di lunghezza.</I> <p><I>B. Ruota per ageuolare il moto fi$$a nella Chiocciola.</I> <p><I>C. Eleuatione dëlla Chiocciola di $ette braccia, & mezo.</I> <p><I>Imperoche la statera di que$ta ruota in ogni parte di lei ha l'equi librio, & non $i mouendo mai fuora dell'i$te$$o luogo, col mouim&etilde;- to dell'aere fatto dalla grauezza $ua, da cui na$ce il giro, gioue- rebbe a$$ai al moto. ilche di maniera $i uede per e$peri&etilde;za in mol- ti i$tromenti, che afferma l' Agricola que$te ruote in Alemagna $opperire per la met à della forza del motore: percioche oue bi$o- gnano duoi huomini $enza la ruota, non ne $ogliono adoperare $e non uno quando quella ui $ia. Ma io non ho uoluto aggiungerui que$ta ruota prima, perche l'huomo ba$ta a$$ai da $e ste$$o $enza altro aiuto; poi perche in ogni ca$o mi piace, che que$to i$tromento $ia ageuole in maneggiar$i, in por$i al $ito dell'opra $ua, & in tra- $portar$i $enza impedimento, & fatica da luogo a luogo, $econdo l'occa$ione. l'ho bene aggiunta nel fu$o del timpano dentato dell' organo del cauallo; perche quello $i $uppone che debba e$$ere sta- bile, & ben cu$todito.</I> <p><I>Quanto alla $econda, $criue il Ce$arie$e, & $i puo comprende- re da'$egni la$ciati, che gia molti anni il Po, poi che haueua la$cia- to Portalbera, luogo uicino ad Arena di Beccaria, $i partiua in tre rami; il de$tro de'quali uenendo in giu correua lungo alla col- lina di Sarmedo, $empre $econdandola $ino a Piacenza, oue è ho- ra il Poggio de'Ratti, il Pizzo di San Si$to, & tutti gli altri luo- ghi rileuati, che allhora erano ripe. il $econdo pa$$aua qua$i a canto al colle di San Colombano, dello Spedaletto, della Somaglia del Corno, & di tutta quella co$ta, che ancora $i uede di là dal Po. il terzo $cendeua nel mezo di que$ti duoi, qua$i nel $ito oue corre hora. Da que$ta diui$ione ne na$ceuano tre graui danni: uno, che e$$endo partite l'acque, nel tempo, ch'elle $ono ba$$e, il fiume non era nauigabile per li Burchi gro$$i del $ale, et dell'altre mercantie: onde tutte le $ome, che ueniuano da Ferrara, da Venetia, & da gli altri pae$i bà$$i, $i $caricauano alla Somaglia, co$i detta da que$te $ome, & compiuano il re$to del uiaggio per terra. l'altro danno era, che nel tempo delle piene de fiume, non e$$endo ne culto, ne</I> <p n=>80</p> <I>arginato il terreno, che giaceua $ra un corno, & l'altro. l'acque, $alendo $opra le ripe $i congiungeuano $ouente in$ieme; & $i per la $mi$urata larghezza, come per l'inequalit à dell'acqua, la quale era nell'alueo $uo alti$$ima, & $opra le ripe pochi$$ima, con copia grande di lutto, non $i poteuano qua$i mai uaricare. il terzo era la gran perdita di $i gran $patio di pae$e, che non $i poteua con utile maggiore della $pe$a ne arginare da tante parti, ne coltiuare. Il Duca Galeazzo Vi$conte, quello che edificò il belli$$imo ponte $ul Ticino, & il $uperbo palazzo del capello di Pauia; qua$i in emé- da della prodigalit à, che egli haueua u$ato in tirare un muro in fortezza di uenti miglia di circuito, & di piu d'altro tanto in tra- mezi per li parchi delle fiere; $i deliberò con animo ueramente rea- le di fare un gran beneficio a'$uoi popoli (que$ta fu bene una $pe$a magnanima, & degna di uero principe) liberandoli da quei primi danni; & e$$endo cagione, che $i gran $patio di campagna $i pote$$e coltiuare. Hauendo adunque cono$ciuto che il $ito lo fauoriua a$- $ai, percioche il fiume oue incominciaua a partir$i haueua un pen- dio maggiore dell'ordinario, tirò un forti$$imo argine da ambedue le $ponde, incominciando molto di $opra, oue il fiume cadeua piu ueloce, a li<*>ea a poco a poco fatta retta, & qua$i pararella, $ino alla bocca del Tidone, & del Lambro, che è il cor$o di circa $ette miglia: & co$i ri$trin$e tutti quei tre rami in quel di mezo, oue ancora $i trouano uniti. da indi in qua il fiume è stato nauigabile, $i uarica da tutto tempo, & s'è po$to tanto terreno alla coltura, che $i fa conto, che hoggidì da quello, che è fra una antica ripa, & l'al- tra, $e ne caua piu di cento mila $cudi ogni anno. Cauò poi anco dal Lago maggiore que$to Principe, per fare il $eruigio compito, un braccio d'acqua nauigabile, che $i chiama il Nauiglio, & lo condu$$e a Milano, facendolo uicino a Pauia sboccare nel Ticino; accioche tutte le merci, che $i mena$$ero per Po, $i pote$$ero cõdur re $ino a Milano $empre per acqua. Ma poi che furono fatti li doi forti$$imi argini detti, $eguirono tre effetti: uno che il cor$o del fiu- me nó muta $ito come nell'altre parti: l'altro ch'egli è ueloci$$imo, & impetuo$o; $i perche $cende a linea retta $enza romper$i in an- golo alcuno, $i perche cade da luogo alto, et có grandi$$imo pendio: il terzo na$ce da que$ti duoi, & è che per le piene quantunque grá di$$ime non s'alza mai l'acqua fuor delle ripe; perche la uelocit à,</I> <p n=>81</p> <I>& rettitudine del cor$o, la porta uia tutta ancorche copio$i$$ima. Et per cio dal Tidone, $ino ad Arena, non $i fanno argini in alcu<*> luogo. di $otto dal Tidone la decaduta è minore, il cor$o è torto, & rotto da gli angoli, & percio il fiume $i rallenta, & stagnando alquanto, $alta fuor delle ripe, $iche ui bi$ognano gli argini a rite- nerlo. Se uno $ar à alla bocca del Tidone in mezo del Po, guardãdo in $u, uedr à $ino a Portalbera a linea retta, $enza hauere impedi- mento alcuno: il che for$e per $i lungo $patio non auiene in altra parte di que$to fiume: ne auerrebbe quì, $e non ui fu$$e interuenuto la magnanmit à di quello honorati$$imo Principe. Le ripe di que- $to tratto $ino ad Arena $ono alte, & il fondo del fiume oue comin cia in maggior pendio è piu alto alla liuella (come io prouai di du- gento in dagento braccia col cherobare, & col traguardo) che il piano del poggio di San Si$to: in manier a che $e $i pote$$e far la $pe $a de gli argini, & de'cauamenti, & $pecialmente delli gatti, per pa$$are i terreni, che ui $ono in mezo, $i tirerebbe l'acqua a Pia- cenza (quanto $ia per la decaduta) poi che fu$$e alzata $opra le ripe. In que$to luogo adunque, oue le ripe $ono ferme, il cor$o del- l'acqua stabile, & il fiume non e$ce mai fuora del $uo letto ordina- rio, non $arebbe contra ragione il fare alcune machine $o$tenute dalle barche, come $i fanno i molini: $opra le quali, con l'aiuto de le ruote uoltate dal cor$o impetuo$o del fiume, $i gira$$ero le chioc- chiole proportionate all'altezza delle ripe, & alla forza del mo- tore. ilche facilmente $i potrebbe ordinare da chi intende$$e que$to magi$tero, potendo$i con quelle dar l'acqua a tutto il terreno, che è fra il Tidone, la collina, & il Po. Ma po$cia che que$te conditioni non po$$ono e$$ere uniuer$almente per tutto, & il far la $pe$a con molte machine $ul fiume, $arebbe opera piu pre$to da qualche gran Principe denaro$o, che da priuati; $ar à bene per hora appigliar$i alla Chiocciola mo$$a da gli huomini, nel modo detto piu auanti: perche co$i l'impre$a è piu $icura, $i puo $ituare la Chiocciola in ogni luogo, la $pe$a è pochi$$ima in fabricarla, & oltra ad ogni $pe $a in mantenerla, l'entrata per la maggior parte $i raddoppia. Legga il $eguente di$cor$o, chi cio uorr à uedere, & toccare chia- ramente.</I> <HEAD><I>IL FINE.</I></HEAD> <p n=>83</p> <HEAD>DE' TRE DISCORSI SOPRA IL MODO D'ALZAR ACQVE DA' LVOGHI BASSI.</HEAD> <fig> <HEAD><I>DISCORSO TERZO.</I></HEAD> <p>I<I>O</I> SO, CHE <I>dalla maggior parte di coloro, che leggono que$ti miei ragio- namenti, $ono a$pettato a que$ta ulti- ma parte, come ad ultimo fine della machina, & delle tante ragioni, che di $opra $i $ono annouerate: impero- che poco è il numero di quelli, che ne di$cor$i delle co$e, il fine delle quali è l'operatione, apprezzino la uaghez- za delle cagioni loro; $e non ne ueggono poi $ubito $eguire utilit à alcuna manife$ta, & approuata dall'e$perienza. Gli huomini, per lo piu, con un certo i$tinto $eguendo l'aui$o di Socrate, la$ciano le $peculationi a quelli $piriti, che non di$tratti dalla nece$$it à delle conditioni con$eruatrici della uita ciuile, tentano qua$i tra$mutar$i nella natura delle menti cele$ti; & piu pre$to appigliãdo$i all'ope- rationi, cercano quanto prima di cono$cerne l'u$o, per con$eguirne piu uicino, che $ia po$$ibile, l'utilit à, che da principio $i propo$ero. Ma io non uorrei dare occa$ione a qualchuno di que$ti prattici del mondo, che dice$$e a me qua$i nell'i$te$$o modo, benche in diuer$o $oggetto, cio che fu ri$po$to a quel gran filofefo Atenie$e da un Spar tano del tutt o ignorante delle $cienze: percioche dicendogli il Fi- lo$ofo, che $i marauigliaua, che in I$parta non ui fu$$e alcuno, che $ape$$e rendere ragione della $cienza ciuile, o $ape$$e le cagioni de le uirtù morali, delle quali è conueneuole, che $ia ornato l'ammo no$tro: ri$po$e lui lo Spartano, & io mi marauiglio a$$ai piu, che in I$parta, oue non $i $a di$put are delle uirtù, & de'uitij, $ieno per la maggior parte huomini di buoni co$tumi, & $i uiua generalm&etilde;-</I> <p n=>84</p> <I>te $econdo la forma delle buone leggi; & in Atene, oue da tutte l'hore s'imparano le $cienze, & le cagioni del bene operare, $iene qua$i tutti gli huomini, & $pecialmente i Filo$o$i, $celerati, & di uita stranamente di$$oluta. Conchiudendo per tal ri$po$ta, che al- tro èil di$correre con ragione nell'operotioni, altro il porle in e$$e- cutione. Gioua alcun a uolta piu, come dice Ari$totele, nell'arti una buona prattica, & con$uetudiue di bene operare; & un lungo u$o con$ermato, da molte e$perienze; che la $ola $peculàtione, non approuata da uarij effetti caduti, $econdo l'ordine della ragione: percio io dopo il di$cor$o dellè ragioni, me ne uengo in que$ta par- te, come ho fatto nella fabrica della Chiocciola, & dell'organo del moto $uo, alla proua, & a gli effetti prome$$i da quelle. Farò adunque il conto in que$to terzo ragionamento dell'utile, & del danno, che puo $eguire dall'u$o della Chiocciola; per quelli acci- denti, che tutto dì $i ueggono per e$perienza: & poi diròin quai luoghi ella $i ueder à in que$ti principij lauorare, & produrre l'u- tilit à, che hauremo conchiu$o, che ne debba riu$cire. Ma perche l'utilit à puo e$$ere di tre $orti, una circa l'entrata dell'agricoltura, $ottrati che $aranno tutti li danni, & tutte le $pe$e: l'altra circa la $anit à de'corpi no$tri: la terza circa il beneficio publico, che appertiene all'u$icio de'magi$trati: percio di parte in parte $uccin- tamente mo$treremo la uerit à d'ognuna di loro.</I> <p><I>Gia è conchiu$o di $opra, che la Chiocciola no$tra alza almeno dodici oncie d'acqua $econdo la mi$ura Piacentina, alta circa $ette braccia. che $i puo mouere da un'huomo di mediocre lena. che $i puo $ituare in ogni luogo, & in tutte l'acque & correnti, & mor- te. che $i puo raddoppiare, & triplicare il moto $ino all'altezza di circa uenti braccia. & che $i puo tra$portare da luogo a luogo, & $erbare in $icuro per ogni pericolo. Hora pa$$iamo piu auanti ad e$$aminare certi altri capi, che o concorrono nece$$ariamente alla generatione del guadagno, od almeno le portano grandi$$ima commodit à.</I> <p><I>Primier amente dico, che le dodici oncie d'acqua, cherie$cono, & pa$$ano per la Chiocciola quando $i moue con la uelocit à, che le puo dare un'huomo di mediocre lena, che s'habbia a mantenere; hanno piu ueloce il cor$o, che da'Geometri, & da gli Architetti non $i $uole a$$egnare ordinariamente al moto dell'acque. Lami-</I> <p n=>85</p> <I>nor decaduta $econdo loro, come accennai di $opra, è per ogni otto stadi un piede: la maggiore, ne'fiumi nauigabili non dee e$$ere per ogni otto stadi piu di $ei piedi; perche e$$endo piu, le naui non po- tranno commodamente e$$ere tirate contra il cor$o del fiume. Vi- truuio ne dà a gli acquedotti, per ogni cento picdi, almeno mezo piede: la qual regola uince ogni commune e$perienza, & $e fu$$e o$$eruata, di rado $i potrebbono condurre l'acque per lungo $patio da luogo a luogo, auenga che di rado $i trouano $iti di tanto pendio. Non $i $arebbe gia potuto fare con quella il Nauiglio di Milano, il quale, come $criue il Ce$arie$e, che fu pre$ente mentre $i com- pa$$aua la decaduta di lui col cherobare, hebbe fra le quattro parti piu delle tre meno, che non $criue Vitruuio, & uenne beni$$mo: in modo che chi glie n'haue$$e uoluto dar piu, il $ito non l'haurebbe $opportato. Ma la Chiocciola uince di gran lunga in decaduta la $mi$urata regola di Vitruuio: perche e$$endo lunga tredici braccia in circa uenti braccia di lunghezza computato il riuolgimento del uerme, ha piu di cinque oncie di pendio; $i che n'ha qua$i tanto, come $e $econdo il precetto di Vitruuio haue$$e lunghezza di piu di ottanta braccia. Epoi co$a chiara, il che s'è mo$trato piu adie- tro, che uincendo l'acqua in cor$o, uince in quantit à: adunque que$te dodici oncie riu$ciranno a molto maggiore quantit à, che quelle del cor$o ordinario.</I> <p><I>Oltre a cio faccio $apere, perche n'ho le mi$ure, che per ordina- rio le ripe del Po, quando l'acqua è piu ba$$a, non $ono molto piu alte di tredici braccia Piacentine, & ricercano duoi ordini di chiocciole. ma quelle de gli altri fiumi come il Tanaro, l'Ambro l'Adda, l'Oglio, & altri tali non pa$$ano in molti luoghi l'altez- za di $ette braccia, alla quale un'ordine $olo di chiocciole ba$ter à. il che è anco in alcune acque morte, o poco correnti; come è nella morticcia, & altre $imili.</I> <p><I>Di piu, $i $a da ognuno, che habbia qualche prattica dell'agri- coltura, che un canale da prato di $e$$anta oncie d'acqua $econdo la mi$ura Piacentina, che $ono tre oncie, & tre quarti Milane$i, an- corche non $ia dell'acqua di Po, la quale è gra$$i$$ima, adacquer à in un giorno naturale, cioè, in uentiquattro hore, circa cento per- tiche di terreno; $e bene egli non $ar à di $ua natura molto humido; perche per ordinario n'adacquer à per ogni $ei hore xxy. pertiche.</I> <p n=>86</p> <p><I>Eancora manife$to, che communemente a i prati non $i $uol dar l'acqua $e non ogni quindeci giorni una uölta, & che non $entono $iccit à d'importanza, pur che $icno adacquati due uolte per ogni me$e. dalle quali due po$itioni $i conchiude, che un canale da pra- to d' acqua, correndo continuamente, adacquer à ogni quindici giorni una uolta mille cinquecento pertiche di terra, cioè, cento per ogni giorno; & ritornando di nuouo non la$cier à loro manca- re mai l'acqua per tutti li bi$ogni.</I> <p><I>Similmente $i $a, che per ordinario a i prati, & $pecialmente a quelli, che fu$$ero lungo il Po, oue il terreno è a$$ai humido, non s'incomincia a dar l'acqua, $e non da mezo Maggio, $ino a mezo Ago$to; che è lo $patio di tre me$i. talche $onente il primo fieno $i taglia $enza acqua, & la $iccit à $i $ente $olamente nel $econdo, & nel terzo.</I> <p><I>Si puo anco facilmente far conto, che cauando una chiocciola dodici oncie d'acqua, cinque chiocciolene caucranno con un moto $olo, cioè, all'altezza di circa $ette braccia, $e$$anta oncie, che $o- no il canale da prato detto di $opra: onde ui bi$ogneranno cinque huomini per uoltarle. ma accioche que$ti habbiano tempo di man giare, di dormire, & di ri$torar$i, $ar à bene a poruene altri cin- que; li quali di quattro in quattro hore $ottentrino a que$ta medio cre fatica, & facciano correre l'acqua il giorno, & la notte con- tinuamente, & con facilit à maggiore, che non è $egare il fieno, & fare l'altre opere ru$ticali.</I> <p><I>Que$ti dieci huomini dando loro il lauoro per tre me$i continui, è $enza dubbio, che $acendo$i le $pe$e da loro i$te$$i, $i pagheranno con tre $cudi al me$e per cia$cheduno, a fare il partito gra$$o: & co$i dando $pe$a di trenta $cudi ogni me$e, in tre me$i co$teranno nouanta $cudi, che $ono, a $ei libre l'uno, libre cinquecento quarã- ta. Euero che i Gentilhuomini per la maggior parte loro condu- ranno con a$$ai minor prezzo, $eruendo$i di quei $uoi lauoranti, che $ul Piaccntino $i chiamano Brazzenti.</I> <p><I>Nell'i$te$$o modo è chiaro, che ogni pertica di terra, a cui non manchi mai acqua, per tutti li tre tagli dell'herba, produce alme- no un terzo di carro di fieno ogni anno, oltra li pa$coli delli quar- tiruoli; $i che mille cinquecento pertiche produranno almeno cin- quecento carri di fieno.</I> <foot><I>F</I></foot> <p n=>87</p> <p><I>S'è ancora prouato, che da molti anni in quà il $ieno non s'èmai uenduto manco di uenti libre per carro, & molte fiate s'èuenduto uenticinque, & trenta libre. tuttauia in que$to conto ponga$i al mino<*> prezzo, che $i po$$a, & $ia libre $edici per carro: di manie- ra, che cinquecento carra $i uenderanno alla Ca$$ina almeno libre ottomila, & tanto $i cauer à almeno di mille cinquecento pertiche di prato.</I> <p><I>Ora conuiene $ottraggere prima cio che $i cauaua del terreno auanti che fu$$e prato; che al piu, $econdo il commune u$o, è libre due per pertica: abenche la maggior parte del terreno, che s'affit- ta, quando è del tutto $enza acqua, pa$$a di poco tre reali per per- tica. co$i mille cinquecento pertiche rendeuano libre tremila.</I> <p><I>Aggiunga$i a que$te la $pe$a de gli huomini, che mouono le Chiocciole dette di $opra, che è in un moto $olo libre cinquecento quaranta: $i che in tutto $ono libre tremila cinquecento quaranta: & in duoi moti libre mille ottanta. in tutto libre quattro mila ottanta.</I> <p><I>La $pe$a dell'agricoltura in acconciare li prati, tagliare il fieno, condurlo alle ca$$ine, dare il ledame, & altre $imili co$e, anch'e$$a deue e$$ere $ottrata: & ne i prati, che $i chiamano prata, qua$i parata, non puo e$$ere di piu che $ette $oldi per pertica, o circa. & $ono in mille cinquecento pertiche libre ciuquecento uenticinque. in tutto $ono libre quattromila cinquecento cinque.</I> <p><I>Si puo dare per le $pe$e di acconciare, & ra$$ettare le Chioccio- le ogni anno $otto$opra al piu un $cudo per cia$cheduna: perche $o- no forti$$ime, & in maniera ben formate, che ne per lungo u$o, ne per ogni gran perco$$a $i potrebbono gua$tare in co$a di molta im- portanza. Li perni che $i logorano piu di qualunque altra co$a, $ono in maniera temperati, & ben po$ti, che $i po$$ono leuare con pochi$$ima fatica, & $pe$a, ba$tando che s'acconcino una uolta l'anno prima che $i pongano all'opera. La coperta ancora benche $ia artificio$amente, & fortemente stabilita, s'alza nondimeno ageuolmente; & percio $i puo anco fare prouedimento dentro nell' anima, & ne'riuolgimenti de'uermi, con non molta indu$tria: in modo che ogni ordinario mae$tro $ar à a propo$ito per cio fare. Et $i uedr à per e$perienza, che una Chiocciola ben tenuta far à buona opera per piu di uenti anni. la qual conditione non è ancora stata</I> <p n=>88</p> <I>ui$ta in alcuna dell'altre machine u$ate $ino a que$ti tempi. Adun- que co$tando la $pe$a del racconciarla, & ra$$ettarla dieci $cudi, il tutto $ar à libre quattromila cinquecento $e$$anta cinque.</I> <p><I>Dia$i anco per le $pefe di nettare li canali, & pagare, come $i dice il Camparo, o cu$tode dell'acqua, libre cento cinquanta: cl e $aranno libre quattromila $ettecento quindici. tuttauia la $pe$a<*>e canali dell'acqua, coloro che l'hanno uicina al $uo terreno, & $i l fatto i$te$$o, non $ar à di con$ideratione, & $i puo hauere com<*> io dirò in certi auertimenti di $otto.</I> <p><I>Le libre dugento ottanta cinque, che auanzano a compire la $omma di libre cinque mila, $i po$$ono mettere a conto del premio dell'inuentione $econdo la forma de'priuilegij ottenuti: ancora che come ho gia detto, l'animo mio non $ia di farne mercatantia.</I> <p><I>Dalle cinque $ino alle ottomila libre, tutto s'auanza. & alla perfine $i comprende, che il terreno, che al piu rendeua libre tre- mila, con l'aiuto della Chiocciola $ottratto ogni danno, & ogni $pe$a (la$cio il prezzo dell'acqua publica per chi n'haur à bi$ogno, perche non e mio ufficio a ragionarne) render à libre $eimila, & almeno, oue anco $aranno nece$$arij duoi moti, raddoppier à l'en- trata: che oue non $ar à me$tieri hauerne $e non uno, s'auanzer à di piu la $pe$a di dieci huomini per tre me$i, & la $pe$a di cinque $cudi meno, $critta per racconciare le Chiocciole. & $arebbeno in tutto libre cinquecento $ettanta di piu. Qual utile dunque ne $e- guirebbe $e il fieno $i uende$$e uenti, & uenticinque libre per car- ro, come è auenuto molte uolte? Facciane il conto chi uuole, che a me ba$ta hauerlo fatto $ul minor prezzo, & $ule maggiori $pe$e.</I> <p><I>Non uoglio la$ciare, dopo il $oura$critto conto, di dare alcuni utili auertimenti nel pre$ente negocio. & $ono que$ti.</I> <p><I>Che le ripe del Po, per e$$ere state inondate, & alzate dalla piena del fiume, $ono piu alte alla liuella di tutti li campi, che $ono dentro alli duoi colli detti alla fine del $econdo ragionam&etilde;to: au&etilde;- ga che per e$$ere que$ti campi dife$i da gli argini, non $onoeleuati dal fango al pare delle ripe, che $ono $ra gli argini, & il fiume. il che $ar à di hiouamento a dar la decaduta facile all'acqua, poi che $ar à tirata $ule ripe. & il mede$imo dico de gli altri fiumi argi- nati, percioche oue non $ia que$to uantaggio, $ar à nece$$ario alzar l'acqua tanto $opra il piano delle ripe, quanto $ar à a$$ai per dare la</I> <foot><I>F</I> 2</foot> <p n=>89</p> <I>decaduta ragioneuole alla lunghezza del canale, che $i uorr àfare.</I> <p><I>Che ui $ono molte bocche di torrenti, le quali han&ngrave;o di continuo copia d'acqua $orgente, & le cui ripe non $ono alte piu di dieci braccia, o circa: come $ono la bocca del Tidone alla Seccamelega, la bocca della Ragnatella da Calenda$co in giù, la bocca della Nu- ra da Roncaglia in giù, la bocca della Chiauena da Caor$o in giù, & altre d'altri $imili in diuer$i luoghi.</I> <p><I>Che uicino a'$iumi ui $ono molti stagni, fo$$e, & lagune abon- danti d'acqua; la quale $e $i caua$$e, di nuouo tornerebbe per le uene $otterranee, ne mancherebbe mai; po$cia ehe $empre $cema- no, & cre$cono $econdo lo $cemare, & il cre$cere del fiume: & pa- rimente hanno le ripe $econdo l'altezza delle ripe del $iume.</I> <p><I>Che ni$$un pozzo uicino a'$iumi ha maggior pro$ondit à quan- do l'acqua $ua è piu ba$$a, dalla $uperficie del terreno alla $uperfi- cie di lei, di quella delle ripe del $iume uicino: uotando$i anco que- $ti pozzi, & riempendo$i alla liuella della $uper$icie del fiume. Dal che $i cono$ce, che chi non è lontano da'fiumi, & uole$$e hauer l'acqua dal $uo i$te$$o terreno nel fatto proprio, non accaderebbe, che face$$e altro, che una fo$$a profonda alla liuella del fondo del fiume, in cui $itua$$e le Chiocciole: perche co$i facendo cauerebbe quant'acqua le fu$$e commoda, entrandone di continuo altratanta dal fiume per le uene $otterranee. & que$to $i uede ogni dì per e$pe rienza nelle fo$$e cauate accidentalmente dalle piene del $iume. Eben uero, che l'acqua non puo e$$ere gra$$a al pari di quella del $iume, & $pecialmente del Po; perche la$cia gran parte della $ua gra$$ezza per la rena, & per li pori di $otterra.</I> <p><I>Che $enza pericolo alcuno di mal'euento, o di$a$tro importante $i po$$ono fare fo$$e, che uenghino da'$iumi $in dentro a gli argini loro, & portino tant'acqua continuamente quanta ba$ter à per lo bi$ogno: perche $i uede nel Po oue è rapaci$$imo, che con tutto che ui $ieno li canali delli ri$iuti d'alcune acque $orgenti, & d'alcuni $colatori, che $i uni$cono con l'acqua del $iume, non per que$to ne $egue danno di con$ideratione: ma molto meno ne $eguirebbe, $e $econdo la uera ragione d'agricoltura, $u$$ero cauati non ad ango- lo retto, come $ono, ma ad angolo acuto tirato dal $iume all'argine con linea contraria al cor$o dell'acqua.</I> <p><I>Che per uigore delle leggi municipali, & per con$uetudine an-</I> <p n=>90</p> <I>ti<*>a ognuno è tenuto a concedere il pa$$aggio $ul $uo terreno all'ac- que, che $i conducono: pur che i canali $i facciano con manco danno, che $i puo; & $i paghi il terreno occupato, o $i concedino le quindecine a coloro per lo terreno de'quali $i fanno pa$$ar l'acque. Nondimeno chi uorr à cauar le fo$$e $ul $uo campo $ino alla liuella del fondo del fiume uicino, haur à l'acqua in fatto $enza$pe$a di far canali, & $enza $eruir$i di quelle leggi, od hauer cagione di farla cu$todire, accioche non li $ia inuolata, & diuertita per lo uiaggio.</I> <p><I>Che la machina atta a leuare un canale d'acqua $ouradetto, $i fabrichera con i$pe$a di dugento cinquanta $eudi, o circa; compu- tato ogni co$a, eccetto la$pc$a del cauare le fo$$e, & di farle il co- perchio delle cannuccie, o della paglia, che $ar à di pochi$$ima con- $ideratione: & co$i l'auanzo del primo anno, pa$$er à la $pe$a del- la machma, & d'ogni altra co$a, che po$$a correre.</I> <p><I>Che facendo$i le fo$$e $ul terreno, che $i uuole adacquare, non $i perder à punto d'acqua per le uene delli canali, che a cuna $iata ne a$ciugano gran quantit à.</I> <p><I>Che $e non $i uorr à mettere all'opera cinque Chiocciole per un canale d'acqua, $e ne potr à mettere tre, & due, $econdo il numero delle pertiche, che $i uorranno tra$inutare in prato, & ogni co$a $eguir à qua$i alla proportione: $e non che dicono gli e$perti dell'a- gricoltura, che maggior quantit à d'acqua bagna alquanto piu che alla proportione: cioè, $e mezo canale ne bagna cinquecento per- tiche, un canale ne bagner à piu di mille. il che $e $ia uero, & on- de na$ca, importa poco a cercarlo di pre$ente, ne $arebbe tempo hora trattarne come $i conuerrebbe.</I> <p><I>Che l'acque piouute, & $orgenti $i potrebbono con que$to i$tro- mento leuar dalle campagne, che naturalmente non po$$ono dare loro la decaduta, & percio re$tano $enza coltura. ilche auiene in molti$$imi luoghi del Padouano, del Ferrare$e, del Mantouano, del Rauennate, & di qua$i tutti i pae$i piu ba$$i, con grandi$$imo danno de'loro habitanti. & tuttauia con pochi$$ima $pe$a a ri$pet- to dell'utile, col mezo della no$tra Chiocciola, s'a$ciugherebbono per la maggior parte. tanto piu in tutti quei luoghi (& di que$ti n'ho ui$ti, & mi$urati molti) oue la maggiore altezza a cui bi$o- gna$$e alzar l'acque, non pa$$a mai $ette braccia, che è $olamente un'ordine di Chiocciole. ma in alcuni terreni l'acqua piouuta è $i</I> <foot><I>F</I> 3</foot> <p n=>91</p> <I>poca, & con $i poca eleuatione $e le darebbe in molti modi il de- cor$o, che hora, che $ar à manife$tato que$to ordigno $i facile, & $icuro in ogni co$a, $aranno piu pre$to d'accu$ar$i di gro$$i$$ima ignoranza, o di tra$curaggine, o di troppa morbidezza quei pa- droni, che non ui faranno prouedimento, che da i$cu$ar$i per l'im- portanza, o per la difficult à. Tuttauia non uorrei, che alcuno $i per$uade$$e, che nelle ualli uicino al mare, oue $on certi coperchi di terra grandi, & continui, che qua$i montano $opra l'acqua, & $i chiamano Cori, o doue un qualche fiume uicino, di que$ti che $ono qua$i $o$tenuti da gli argini in aere, accioche piu facilmente sboc- chino in mare, manda l'acque $orgenti in gran copia alle campa- gne piu ba$$e; ne que$to, ne altro i$tromento fu$$e per leuar l'acqua, che di continuo in tanta quantit à u'abonderebbe, quanta ne fu$$e rimo$$a: percioche in que$ti luoghi l'acqua nõ pare molta, ne mol- to alta; perche conuiene che stia alla liuella dell'origine $ua. & $e cio non fu$$e, alti$$ima $empre $arebbe, per la detta origine, che $empre maggior copia ne manderebbe: onde quanto $e ne leua$$e, tanto ne $ottentrerebbe all'i$te$$a liuella. Et que$ta è la ragione per cui di $opra ho lodato il cauar le fo$$e alla liuella del fondo de'fiumi uicini, per hauer acqua continua da alzar$i per adacquar terreni. Solamente $i puo $icuramente promettere effetto utili$$imo oue $i uede o che le uene dell'acqua $orgente nõ $ono gagliardi$$ime, o che il decor$o naturalmente non $i puo dar libero all'acque piouute.</I> <p><I>Vltimamente, che con que$ti i$tromenti $i potrebbe mandare l'acqua per Roma del Teuere, per Ferrara del Po, & per altre Citt à da altri fiumi, od acque di qualunque $orte per u$o delle ca$e de'priuati, & de'giardini, con a$$ai minor $pe$a, che non $i fa por- tando$i da'$omari, & da gli huomini: percioche pochi$$imi huo- mini, o caualli a ri$petto di quelli, che hora ui bi$ognano, ba$te- rebbono a uoltar le Chiocciole per alzar l'acqua, la quale $corre- rebbe poi da $e sto$$a a i luoghi ordinati. Et $in quì $ia detto a$$ai circa le $pe$e, & il guadagno.</I> <p><I>Quanto poi al danno della $anit à, io non uorrei, che per la com modit à della Chiocciola, & per l'auaritia de gli huomini $i face$- $ero troppo numero$i, & capaci $eminati di ri$o. Euero che una Chiocciola $ola lauorando di continuo porgerebbe quanta acqua $i ricerca$$e ad ogni gran campo di que$ia $emenza. ma $e cio $i fa-</I> <p n=>92</p> <I>ce$$e in troppo $pe$$i luoghi, il danno publico $enza uerun dubbio $arebbe da propor$i al guadagno de'priuati: imperoche richieden- do la coltura del ri$o, che $empre le campagne $ieno molte morbi- de, & qua$i coperte d'acqua, in foggia di poco profonde paludi, non $arebbe $e non da temere, che tale humidit à ri$caldata, & nõ di$cipata da'raggi del $ole, cagiona$$e putrefatione nell'aere, & fu$$e origine a'uicini habitatori di qualche infirmit à uniuer$ale, & pericolo$a; in quci luoghi $pecialmente che non $ono e$po$ti a'uenti $ettentrionali: percioche in quelli, a'quali quei $ignoreggiano, la- humidit à dell'aere $i con$uma, & non ui puo $eguire danno di con- $ideratione: come ben $i legge appre$$o di Strabone autore graui$- $imo d'Ale$$andria maggiore in Egitto, & di Rauenna in Italia, con le quali $i puo anco annouerare Venetia: percioche con tutto che $ieno edificate in mezo alle paludi, & di ragione doue$$ero e$- $ere $ottopo$te a malattie pericolo$i$$ime, $i pre$eruano nondimeno con l'aiuto de'uenti freddi, & $ecchi boreali, che $ouente $offiano in quelle regioni. abenche la Pigneta maggiore piantata da'tempi di Strabone in qua, ha nociuto a$$ai a Rauenna, talche per molti anni $in che a poco a poco $i $ono a$ciute, & alzate molti$$ime pa- ludi, è dimorata con l'aere $opra modo mal $ano. & quindi auiene anco che l'aere di Piacenza no$tra è a$$ai $alubre: concio$ia che dalla parte d'Au$tro, uento pernicio$o, è dife$a dalle montagne, & con la $elua piantata nel terrapieno delle mura; & dalla parte di Settentrione, che è in luogo a$$ai emin&etilde;te uer$o il Po, l'è $gombra- ta ogni humidit à, & corruttione dal Rouaio, che qua$i di continuo ui percuote. il che $i prouò manife$tamente nella state pa$$ata, da la quale, e$$endo ella $eguita ad uno uerno humido con poco freddo, & ad una primauera tutta acquido$a, & humidi$$ima, $i doueua- no a$pettare generalmente tutte quelle infirmit à, delle quali ragio na Hipocrate in que$to ca$o nel terzo de'$uoi Afori$mi. & non- dimeno per la forza di que$ti uenti di Settentrione, che nel princi- pio della state regnarono per molti giorni in que$ta citt à, auenne che da molti anni in qua non $ia mai stato minor numero di malati dentro a lei, che ne i me$i della state pa$$ata. & per lo contrario, nelle città uicine, come Pauia, & Cremona, le quali piu pre$to $ono e$po$te a'fiati de'uenti au$trali, ue ne $ono morti tanti de'po- ueri, & de'ricchi, che è stato giudicato da gli huomini periti una</I> <foot><I>F</I> 4</foot> <p n=>93</p> <I>meza pe$tilenza. In que$li luoghi adunque non boreali, non $i facciano ri$ari troppo $pe$$i, $e gia da $ua natura il $ito non fu$$e tanto ar$iccio, che una ragioneuole humidit à porta$$e piu pre$to qualche temperamento ne'$ecchi$$imi giorni della state, che altri- menti. non è co$i ne'prati, perche non s'adacquano $e non ogni quindeci giorni una uolta, & l'humido loro non è paludo$o, ne tale che non $i po$$a ageuolmente di$$oluere da'raggi del $ole: anzi $e le campagne de'prati fu$$er o grandi$$ime, & adacquate ogni quindi- ci giorni una fiata, poiterebbono que$ta utilit à, che l'aere tempe- rato da'uapori loro, non $arebbe $ouerchiamente $ecco, $i che fu$$e di e$tremo danno alla $alute de gli animali: potendo anco dare oc- ca$ione, che talhora $i leua$$ero uapori piaceuoli dalla terra, li quali nella meza regione dell'aere conuertiti in acqua, $cende$$ero di nuouo in quelle pioggie, che $ono tanto de$iderate nelle $ecchi$- $ime, & caldi$$ime stagioni. le quali pioggie tanto piu $arebbeno utili, quanto meno haurebbeno di quel $apore amaro, che, come dice Teofra$to, $ogliono hauere, quando per gran forza del calore del $ole $ono tirati uapori adu$ti dall'ar$iccio, & qua$i in tutto ab- bruggiato terreno, & tra$mutati in pioggia amara, et molto dan- no$a $i per dar l'humido alle piante, & per dar l'acqua, che $i be- ue a'pozzi, & alle ci$terne, come per alzare un qua$i fuoco na$co- $to nell'aere, nimici$$imo al fonte della uita, & al fine della re$pi- ratione. In $omma il beneficio, che ci promettono i precetti di Aetio, & di tutti li medici di maggiore autorit à, quando uoglio- no, che ne'tempi caldi$$imi bene inaffiate le stanze de gli amalati difebri acute, $i puo generalmente a$pettare dall'inacquar$i le cã- pagne al tempo della state. Solamente $i potrebbe dubitare, che e$$endoui grandi$$ima copia di fieno, & con$eguentemente di leda- me fatto da gli armenti, che lo mangia$$ero, non $i genera$$ero poi anco quei danni, che po$$ono nuocere alla $anit à de gli huomini per l'abondante stercoratione. Io $ò, che He$iodo ne'$uoi libri della agricoltura è stato lodato da molti buoni, & graui Filo$ofi, per- che non fece memoria alcuna dello sterquilinio; giudicando$i, che egli drizza$$e piu pre$to i $uoi documenti alla $anit à de gli huomi- ni, che all'abondanza, & alla ricchezza: concio$ia, che $e bene dal ledame ne uenga maggior copia de'frutt<*>della terra, pure e$$i hanno poi cõ $eco l'humido col quale $i $ono pa$ciuti, & accre$ciuti</I> <p n=>94</p> <I>putrido, pien di lezzo, & molto auer$arlo al nutrimento del ca- tor uitale. ma io gia duoi anni a que$to difetto propo$i un rimedio approuato di commune concordia dalle con$ultationi di tre collegij di Medici di Padua, di Pauia, & di Piacenza, come ne $ono te- $timonij l'Eccellenza dell'Illu$tri$s. Sig. il Duca no$tro, l'Eccellente & Illu$tre Sig. Domenico della Torre Luogotenente di quella nel Con$iglio di giu$titia, & della Camera; alla cui $cienza, pruden- za, & bont à ogni co$a $i puo credere, & diferire: l'Illu$tre, & Hccellente Con$igliere il Sig. Bartolomeo Turchi Verone$e, & gli Eccellenti Medici del collegio no$tro, che tutti l'hannolette, & ot- timamente con$iderate. percio io a$pettando qualche migliore oc- ca$ione non dirò $oura cio per hora altro, $e nõ che $i grande è l'in- gordiggia d'alcuni, che ancorche non $i fu$$e propo$to prouedimen- to ueruno, re$to $icuri$$imo, che non re$terebbono per que$to, pur- che per altro tenghino la Chiocciola al propo$ito dell'utile loro, di $eruir$i di lei, & far quanto maggior cumulo di ledame fu$$e loro po$$ibile.</I> <p><I>Due altre danno$e oppo$itioni mi furo no fatte gia un'anno fa, (que$ta parte è quella, ch'io di$$i, che apperteneua alla cura de' Magi$trati) una nel Con$iglio dell'entrate staordinarie di Milano dall'Eccellente, & Illu$tre Sig. Ale$$andro Archinto; l'altra in Ferrara da uno intendente Gentilhuomo di S.E. L'Archinto poi che hebbe ottimamente capito, & con$iderato il magi$tero di que- $ta machina, Per mia fe, di$$e, $i dè $perare, che que$to debba e$$e- re nno utili$$imo ritrouato per li prati; ma per le biade, dell'abon- danza, delle quali que$to no$tro Magi$trato ne tiene $peciali$$ima cura, $arà tutto l'oppo$ito: po$cia che il terreno, che $i conuertir à in prati potrebbe facilmente e$$er tanto, che leuando$i lui con que- $ta commodit à dalla coltura delle biade, il re$to for$e non ba$ter à per l'abondanza dello Stato. & $arebbe pur meglio, $pecialmente per li poueri, che loro manca$$e piu pre$to la carne, & il formag- gio, che il pane. Prima che il Lodeggiano haue$$e l'acqua tirata dalla Muzza $empre era diuitio$o d'ogni $orte di biade: poi che la maggior parte di lui fu conuertito in prati, per la commodit à di quell'acqua, non puo e$$ere $i poco stretto il raccolto, che la citt à $ua non ha pane intieramente per tutto l'anno. $i che quanto piu que$to pae$e è fatto ricco d'entrata, tanto meno è re$tato abondante</I> <p n=>95</p> <I>del primlero alimento de'proprij habitatori. Nulladimeno la ri$e- lutione di quel Con$iglio, poi che kebbe auertito, che l'acqua $uole anco e$$er<*> molto gioueuole al miglio, alle faue, a'fagiuoli, & all altre $emenze di Marzo, che $ono la maggior $omma del uitto de poueri, fu che $i la$cia$$e pur porre in u$o $i utile i$tromento: che poi a $uo tempo $i $arebbe bene fatto riparo, che non $i face$$ero di nuouo con l'aiuto $uo piu prati, che non $opporta$$e la conditione d'ogni luogo, & del numero de gli $udditi a quello Stato: tanto piu che di parte in parte s'haueua la ra$$egna in i$critti d'ogni co$a co- me $i conuiene. Il Ferrare$e altre$i oppo$e, che riu$cendo que$to mio aui$o, $i $arebbe facilmente leuato tant'acqua non $olamente dal Pò & per uia aperta & per le uene $otterranee, ma da tutti li fiu- mi li quali portando lui il tributo delle proprie acque, l'accre$cono, & lo fanno molto cõmodamente nauigabile, che uicino a Ferrara oue egli $i diuide in tanti rami, che a pena ade$$o in certi tempi $i puo nauigare, non $arebbe marauiglia s'egli per molto piu lungo $patio di tempo nega$$e il pa$$aggio alle naui cariche: con gran tra uaglio di tutte le citt à di $opra, le quali $i $eruouo delle merci Vi- nitiane. A cui fu ri$po$to, che cio non $i doueua $i facilmente te- mere in un fiume, che per la $ua grãdezza era chiamato il Re de gli altri: tanto piu che il braccio maggiore di Loredo, che porta a Venetia, non era ancora mai uenuto alla ba$$ezza, ch'egli diceua. Oltre a cio che ne'tempi $olamente dell'autunno, & del uerno, $e non pioue largamente, l'acque di que$to fiume $ogliono in parte mancare: nella primauera, & nella state $empre $ono abondanti$- $ime, & molte fiate piu che non $i uorrebbe: percioche le neui, & le cauerne ancora piene dell'acque $otterranee, in$ieme col freddo, che nel tempo della state $i ritira nelle $pelunche, & è cagione, che l'aere ingro$$ando$i $i tra$muti in acqua, $ogliono mantenere il fiu- me gagliardo qua$i $empre per tutto Ago$to, cioè, $in che dura la opportunit à d'adacquare i prati. che dopo Ago$to quando ce$$ano le cagioni $ouradette, & l'acque $cemano, non è piu utile, come ognuno $à, cacciare humidit à$ouerchia $opra l'herbe: e$$endo che le notti $ono lunghe, & il $ole non molto<*>potente: talche il calore delle piante incomincia piu pre$to a ritirar$i alle radici, che ad ha- uer bi$ogno d'humore come materia atta a cacciar fuora le foglie, & l'herbe. ma che in ogni ca$o anco a que$to $i $arebbe potuto fare</I> <p n=>96</p> <I>prouedimento nel modo che fanno i Signori Vinitiani nell'acque della Brenta, del Brentone, & del Bacchiglione; le quali la state per certi giorni della $ettimana $i la$ciano alla nauigatione, per certi altri $i diuerti$cono all'u$o dell'agricoltura. & in que$to mo- do partendo l'utile, & il danno in ambiduoi quelli u$i, $i $eruono dell'acque molto prudentemente per l'uno, & per l'altro bi$ogno.</I> <p><I>Ha incominciato a lauorare que$ta machina $opra il terreno de la Mezana de i Signori Ca$ali, lontano circa tre miglia da Pia- cenza, a beneficio del molto Magnifico Sig. Giouan Ga$paro mio amici$$imo: oue $i uede in proua reale, & in effetto di chiara e$pe- rienza la quantit à dell'acqua, l'altezza, la facilit à del moto, & tutte l'altre po$itioni affermate di $opra, & che ricercano la cer- tezza della cognitione de $en$i. Ma è hormai for$e tempo, che la$ciando la $ua parte al commune giudicio de gli huomini, la$ci anco a$$ai opportunamente alcune altre particolarit à, che oltra alle gia dette $i potrebono ($enza dir pero co$a $ouerchia, come mi $ono sforzato di o$$eruare $ino a que$to termine) commodamente diui$are: & co$i ponga fine a que$ti, s'io non m'inganno, non del tutto inutili ragionamenti. Io lo farò dunque $ubito che cõ pochi$- $ime parole haurò mo$trato, che con l'e$perienza della Chiocciola $i ri$ponder à per auentura ad alcuni nel modo, che come dice Ari- $totele nella $ua Politica, gia ri$po$e Talete Mile$io ad altri di $i- mile natura. A que$to gran filo$ofo fu rimprouerato da uno di co- $toro, li quali non adorano, & non cono$cono altro, che l'oro; che egli $cioccamente $eguiua gli studi di filo$ofia, po$cia che non ar- reccauano guadagno alcuno; anzi erano cagione, che egli getta$$e i danari, che per altra uia lui ueniuano in mano: onde non haueua mai accre$ciute le $o$tanze de'beni della fortuna, & $empre era re $tato pouero. Ri$e Talete del uano giudicio di quel huomo uolga- re. & hauendo preui$to da'$egni naturali col mezo della filo$ofia, che a quello allhora pre$ente anno, nel quale era stato grandi$$ima abondanza d'oglio, ne doueua $eguire; perche $arebbono diuenuti sterili gli uliui, una grandi$$ima care$tia; raccol$e con l'aiuto de gli amici quanta maggior $omma di danari egli puote, co'quali comperò, & inarrò qua$i tutto l'oglio di Chio, & di Mileto. E$- $endo poi uenuto il tempo della precono$ciuta care$tia, & uenduto l'oglio da lui per tutto il maggior prezzo, che egli haueua uoluto,</I> <p n=>97</p> <I>ne tra$$e guadagno ine$timabile: & con que$ta occa$ione fece ue- dere, che a'Filo$ofi non mancauano uie di far$i ricchi, pur che $e ne fu$$ero curati. Co$i io $pero che la proua $ganner à alcuni, li quali talhora $i $ono burlati dell'opere mathematice, $coprendo loro, che gli huomini $cientiati, fra'quali io confe$$o d'e$$ere il minimo, $e ui uole$$ero applicare il pen$iero, & u$a$$ero con prudenza il $apere loro, $arebbono per cauare piu hone$to guada- gno per $e, & con gran beneficio de gli altri, de la prattica delle $cienze, che gli huomini uolgari con quanti auanzi d'auari- tia adopera$$ero per amma$- $are quelle $o$tanze, che poi gli here- di $uoi nõ $pendono for$e come $i conuerrebbe $econdo la uera ragione.</I> <HEAD><I>IL FINE DEL TERZO, ET</I> VLTIMO DISCORSO.</HEAD> <fig> <p n=>98</p> <p>O<I>C</I>TAVIVS <I>F</I>ARNESIVS <I>Placen tiæ, & Parmæ Dux $ecundus. &c. Datæ $unt nobis $upplices litteræ ab Egregio Phy$ico D. Io$eph Ceredo, infra$cripti exempli, uidelicet, Illu$tri$$imo, & Eccellenti$s. Sig. Duca. Benche molti ingegno$i, & dotti huo- mini co$i antichi come moderni, $i $ie- no sforzati $in'hora di trouare i$tro- menti, co'quali pote$$ero alzare acqua per diuer$i u$i; ni$$uno è pe- ro mai stato (che $i $appia) il quale, leuandone gran quantit à, l'habbia alzata alto $econdo il bi$ogno per adacquar terreni, a$ciu gar ualli, far macinar molini, & altre co$e $imili in modo, che la $pe$a del motore, & del fabricare, & mantenere la machina non $ia riu$cita o maggiore, o qua$i pare all'utile, che puo $eguire da tali inuentioni. Maio con la $corta delle ragioni mathematice, & naturali; & con le proue di diuer$i modelli piccioli, & grandi, dopo molta indu$tria, lunghe fatiche, & graui $pe$e ho finalmente corretto in maniera, & ridotto a tal perfettione la dottrina de gli antichi in fabricare la Chiocciola; & anco ho di nuono ritrouato un'organo $i gagliardo per mouerla facilmente, & a$$ai uelocem&etilde;- te, che con mediocre $pe$a, a ri$petto dell'utile, co$i in fabricarla, come in mouerla, & mantenerla $odisfer à ottimamente a tutti gli $oura$critti, & a molti altri bi$ogni: percioche un'huomo $olo, benche di mediocri forze, alzer à con que$to i$tromento, & con l'organo del moto $uo, piu di $ette braccia, dodici oncie d'acqua almeno, $econdo la mi$ura Piacentina: & un cauallo, a$$ettando le Chiocciole nel modo, che io ho po$to in prattica, n'alzer à alme- no mezo canale da prato alla mede$ima altezza, & con la mede- $ima uelocit à: potendo$i anco raddoppiare, & moltiplicare il mo- to a qualunque altezza $i uoglia in infinito; & uariare a giu$ta proportione l'altezza d'ogni pezzo particolare $econdo la quan- tit à dell'acqua, che $i ricerca. Et perche non è conueneuole, che alcuna hone$ta indu$tria, & fatica, la quale $ia per partorire be- ne$icio a molti, re$ti $enza qualche honore, & premio: Percio $upplico a V.E. che uoglia concedermi priuilegio, che ni$$uno di qualunque grado, o conditione $i uoglia, o Capitolo, Congregatio-</I> <p n=>99</p> <I>ne, od Vniuer$it àin que$to $uo Stato di Piacenza, & di Parma, & ne gli altri ancora, po$$a dentro allo $patio di uenticinque anni auenire fabricare, ne hauere, ne u$are, ne in acque publiche, ne in priuate per adacquar terreni, o fare qualunque altro effetto que- $to i$tromento, ne l'organo del moto di lui; $enza e$pre$$a, & au- tentica licenza ottenuta da me, o da miei heredi in i$critti. impo- nendo quelle pene, che le parranno giu$te, a chi contraface$$e: & ordinando a'$uoi Magi$trati, & Officiali, che inuiolabilmente fac- ciano o$$eruare quanto circa que$to per V.E. $ar à ordinato. Et de- $ider andole ogni contentezza humilmente le bacio le mani.</I> <p><I>Di V.E. Illu$triß.</I> <p><I>humiliß. $eruidore Giu$eppe Ceredi Fi$ico.</I> <p><I>Quæ cum a nobis, no$tri$&qacute; Magi$tratibus, & Con$iliarijs ad quos $pectat, optime $int perpen$a, & examinata, uideantur&qacute;; tam ex re ip$a propo$ita, quàm ob Oratoris $cientiam, & prudentiam iamdiu nobis per$pectam; publico, priuato&qacute;; commodo plurimum collatura: Iccirco per has no$tras decernimus, & uolumus nulli hominum cuiu$cunq; gradus, & prout in datis litteris, extiterint in Parmen$i, Placentino, & quocunq; alio no$tro Dominio, licere $pacio uigintiquinq; annorum pro<*>ime futurorum, fabricare in- $trumentum ab antiquis auctoribus Cocleam nuncupatum; nec media organa&qacute;; motus eiu$dem, eo&qacute;;, aut eis uti in publicis flumi- nibus, aut priuatorum aquis, pro agrorum irrigatione, aut edu- ctione aquarum ad alium quencunq; finem, ab$q; expre$$a, & in $criptis auctentica licentia a dicto D. Io$eph, aut hæredibus, ac $ucce$$oribus $uis impetrata; $ub pœna ami$$ionis machinæ, $iue machinarum; & ulterius $cutorum auri quingentorum a $ingulis e xigenda quotie$cunq; contrafeci$$e comperti fuerint. Cuius pœ- næ dimidiam partem no$træ Ducali cameræ, alteram uero dimidiã $upplicanti, eiu$&qacute;; hæredibus, & $ucce$$oribus quibu$cunq;, hac conce$$ione durante applicari debere tenore præ$entium irreuoca- biliter decernimus. Mandantes Prætoribus, Con$iliarijs, Redi- tuum Magi$tris, Fi$calibus, ceteri$&qacute;; Magi$tratibus, ac Officiali- bus tam præ$entibus, quàm futuris, quoruncunq; locorum, $eu terrarum ex Ditionibus no$tris, ut opportuna, & ualida in huius no$træ conce$$ionis fauorem proclamata publicare, conditione$&qacute;ue</I> <p n=>100</p> <I>appo$itas, ac pœnas iniunctas exequi curent, ha$&qacute;ue no$tras iu$ti priuilegij litteras inuiolabiliter ob$eruent, & ob$eruari cogant. In quorum fidem præ$entes fieri, $igilli&qacute;; no$tri impre$$ione muni- ri iu$$imus. Dat. Placentiæ Idibus Decembris. M. D. LXVI.</I> <HEAD>OCTAVIVS F. DVX.</HEAD> <p>Io. Bapti$ta Picus Sec. <HEAD>Locus $igilli pendentis.</HEAD> <p>Il mede$imo, & cõ l'i$te$$e cõditioni $i puo vedere alla Se- cretaria di Milano nel libro delle patenti. fogli. 148. <p>Similmente $i vede l'i$te$$o nella Secretaria dell'Illu$tri$s. Signoria di Venetia, nelle filzze dell'Archiuio dell'an- no 1565. alli 19 di Febraro. <p>Co$i fu conce$$o da Sua Santit à, come appare nel libro de le Bolle patenti del 1566 alli 18 di Marzo. <p>Co$i da molti altri Principi, come $i vede ne'priuilegij autentici, che $ono appre$$o di me. <p>Ancora ch'io habbia que$ti priuilegij di qua$i tutti li mag giori Potentati d'Italia, della $o$tanza i$te$$a che è conte- nuta in quello dello Illu$tri$s. Sig. Duca no$tro: io non ho pero pen$ato di $eruirmene (come ho anco detto di$opra) con auaritia: ma $olamente ho deliberato d'accettare cio che corte$emente, & ragioneuolmente mi $ar à offerto da quelli, che vorranno accre$cere l'entrate loro, con que$to ritrouato. Et $on $icuro, che ni$$uno, che non $ia piu che rozzo, & ingrato $ar à per portar$i in modo, che $i leui l'a- nimo a'dotti indu$trio$i, & di qualche $pirito, che for$e hanno piu bi$ogno de'beni della fortuna, che non ho io, di affaticar$i, & i$pendere del $uo, per far publico beneficio con l'opere ritrouate di nuouo alla congregatione de gli huomini. <HEAD>IL FINE.</HEAD>